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dirigenti min.giustizia
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Da: marcello11/12/2007 08:00:16
in questo forum sembra un concorso un pò snobbato. Sarà perchè cade nelle feste ? In ogni caso credo che ci andrò  e chiamo a raccolta gli altri forumisti per scambiarci qui info che invece vedo sparse in varie altre discussioni.
Ad esempio pare che la commissione non sia stata ancora nominata.
Possibile un rinvio ?
Saluti e buone feste.

Da: sigaretta11/12/2007 08:17:55
ma veramente è il 28 -29 gennaio, non cade nelle feste.

Da: roberta11/12/2007 11:46:45
ciao Marcello. Io pensavo di non andarci. Tu che consigli?

Da: marcello11/12/2007 11:51:24
chi si rivede ! Oramai per me è una droga , non riesco più a smettere. Lo so che le correzioni saranno eterne e che abbiamo il solito handicap della prova pratica ma perchè no... stavolta gita sparagnina , bb con dubbio , pizza al taglio e via

Da: dubbio11/12/2007 11:54:23
mi sa tanto che ci sarò anch'io

Da: smarbuzio11/12/2007 12:07:57
tanto sarà un carrozzone tipi min. lavoro..di tutto di più.

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Da: aa12/12/2007 14:55:38
anche io

Da: marcello13/12/2007 09:23:24
nessuna nuova ?
non c'è nessun interno che ha notizie della costituenda commissione ?
Ciao e grazie

Da: No18/01/2008 00:19:29
niente

Da: alex18/01/2008 09:45:31
Commissione titolare
Dott. Angelo Giorgianni â" magistrato â" giudice Corte Appello Messina - presidente
Prof. Maria Novella Bettini â" prof. di diritto del lavoro - componente
Dott.ssa Patrizia Piccialli â" consigliere di cassazione IV sez. penale - componente
Avv. Gino Perrotta â" avvocato penalista â" foro di Paola - componente
Prof. Marco Puglisi â" economia e organizzazione aziendale â" Università di Palermo - componente
Maria Assunta Ferrara â" direttore di cancelleria C3 â" corte appello Roma â" segretario

Commissione supplente
Dott. Alfredo Vincenti â" pres. Sez. tribunale civile di Roma - presidente
Napoleone Gasparo â" dirigente generale amministrazione penitenziaria - componente
Dott. Fausto De Santis â" magistrato â" direttore della direzione generale statistica - componente
Dott.ssa Maria Rosaria Monti â" Sost. Procuratore Frosinone - componente
Dott. Ivan Demuro â" docente di diritto della concorrenza Università di Sassari - componente
Persio Laura â" direttore di cancelleria C3 â" Corte di Cassazione - segretario

Da: ??????18/01/2008 13:52:09
ma veramente è il 29 e 30 gennaio!

Da: alex varie ricerche sul presidente18/01/2008 18:35:19
Giorgianni Angelo.
Magistrato in quel Tribunale di Cariddi dove il passatempo preferito era quello di accusare i dirimpettai di Scilla. Ma invidioso dei politici su cui indagava e forte della sua amicizia con Antonio Di Pietro, con il quale condivide la sua passione per i computer dentro le aule dei Tribunali. Geloso delle sue inchieste sulla Cisl non concluse, è entrato al Senato, nel tentativo di rinnovare gli italiani insieme a Lamberto Dini diventando sottosegretario agli Interni. Ama molto parlare di sé. Il profilo personale e professionale che ha dato di sé alla Navicella si dilunga per ottantotto righe, quello del suo collega di Scilla, l'operaio Rocco Larizza è di quattro righe e due parole. Nel tempo libero si dedica alle arti marziali, e a lunghe passeggiate in barca alle Eolie. Porta al bavero della giacca la cimice del Rotary Club. Dopo un paio di accuse dell'antimafioso Niky Vendola ha perso il posto di sottosegretario. E poiché nessuno gli ha chiesto scusa né detto grazie, ha fatto come l'altro siciliano Silvio Liotta, uno dei pochi sfuggiti alle sue inchieste: ha mollato la lista Dini sperando di ottenere un applauso altrove. Oggi è amico di Vittorio Sgarbi, e con il critico d'arte, finalmente, gli riesce quello che con Di Pietro gli falliva sempre: averlo a cena a casa sua a Messina senza vederselo scippare dal procuratore capo che invece, quando l'eroe era ministro dei Lavori pubblici, lo voleva assolutamente ospite alla sua tavola a gustare cozze e Fernet. Ma che ci andava a fare Di Pietro a Messina?
Dietro l'omicidio Bottari
si scopre la città verminaio




 
MESSINA - Il 15 gennaio un colpo di lupara uccide il professor Matteo Bottari, primario endoscopista del Policlinico universitario e apre il "caso Messina". Bottari, ucciso nella sua auto, è il genero dell'ex rettore Guglielmo Stagno d'Alcontres ed è braccio destro del suo successore Diego Cuzzocrea. Le indagini della squadra mobile e della Criminalpol, coordinate dal pm Carmelo Marino, imboccano subito la pista della gestione degli appalti dell'Ateneo. Interviene anche la Commissione nazionale antimafia, che sbarca a Messina l'11 febbraio e in tre giornate di audizioni traccia un quadro inquietante: la città viene descritta come governata da un "grumo d'interessi" politico-affaristico-mafiosi che avrebbe il suo fulcro all'Università, che gestisce un budget di appalti di 250 miliardi.

I commissari puntano l'indice sul Palazzo di giustizia e sul sottosegretario agli Interni Angelo Giorgianni, ex magistrato a capo del pool mani pulite messinese. Si scopre così che la Procura - retta da Antonio Zumbo, cognato del fratello del Rettore - avrebbe avviato centinaia di inchieste per sollevare un polverone e non toccare gli interessi e gli equilibri esistenti La relazione dell'antimafia fa cadere le prime teste. Il presidente del Consiglio Prodi costringe alle dimissioni il sottosegretario Giorgianni mentre due magistrati (Zumbo e Romano) sono costretti a cambiare sede. Iniziano anche i tentativi di depistaggio delle indagini sull'omicido Bottari, che portano ai rapporti tra la 'ndrangheta calabrese e il Policlinico: il rettore e il prorettore denunciano di aver ricevuto messaggi di morte, il segretario generale dell'Ateneo trova la sua auto sforacchiata da cinque colpi di pistola.

Diego Cuzzocrea, nonostante gli attacchi della Commissione antimafia, si ricandida a rettore e il 4 maggio viene eletto al primo turno. Il 10 giungo è costretto però ad autosospendersi perchè è accusato, col fratello e il cognato, di aver simulato il furto della sua auto e le lettere minatorie. Quattro giorni dopo si dimette per evitare la sospensione cautelare chiesta al gip dal pm Marino.

(24 giugno 1998)


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Lâaffaire Cocilovo, rapida cronistoria:



da Repubblica Palermo del 22/6/2002

L' imprenditore Domenico Mollica aveva ammesso di aver pagato 350 milioni all' ex segretario della Cisl

Tangenti, il giusto processo salva Cocilovo

Il teste d' accusa tace e il pm è costretto a chiedere l' assoluzione del deputato

Di ENRICO BELLAVIA

Ci fu l' incontro, molto probabilmente ci fu anche la tangente, ma chi ha pagato può essere condannato e chi ha preso i soldi no. Effetti perversi delle norme sul cosiddetto giusto processo. Almeno così sostiene il pm Ennio Petrigni. A beneficiare della sconcertante distorsione "una scure di inutilizzabilità" degli atti di indagine, dice il pm, sono Sandro Musco, medievalista, già consulente del defunto presidente della Regione Rino Nicolosi e Luigi Cocilovo 23m eurodeputato della Margheria, all' epoca dei fatti funzionario della Cisl, sindacato di cui era segretario regionale e confederale. A versare i quattrini, 350 milioni di vecchie lire, per sua stessa ammissione, l' imprenditore messinese Domenico Mollica, un vero ras delle opere idrauliche nella sua provincia grazie a un ben orchestrato sistema di tangenti a più livelli: dai segretari amministrativi dei partiti, all' ultimo amministratore locale. Mollica raccontò della tangente a Cocilovo nel 1995. Il versamento del denaro, contenuto in un elegante cartella di cuoio marca Cartier sarebbe stato destinato ad ammorbidire eventuali scontri sindacali e sarebbe stato versato alla Cisl su espressa delega di Rino Nicolosi. La consegna del denaro risale al 1989. Nell' inchiesta figurava anche l' ex segretario della Cisl Sergio D' Antoni, la cui posizione fu archiviata su richiesta dell' allora pm Biagio Insacco. Per l' accusa, a conclusione del processo celebrato i n tribunale, Musco e Cocilovo vanno assolti e Mollica condannato a tre anni. Quest' ultimo è il perno del processo. Dopo aver verbalizzato in diversi interrogatori l' accusa ai due presunti emissari di Nicolosi ed essersi autoaccusato di avere pagato la tangente, si è rifiutato di ripetere in aula il suo racconto. Un atteggiamento che ha reso inutilizzabili le dichiarazioni contro gli altri due imputati. Stesso atteggiamento da parte di Musco che aveva solo confermato la circostanza di un incontro casuale alla Cisl tra Cocilovo e Mollica che sarebbe stato presentato proprio da lui al sindacalista. Cocilovo ha pure ammesso la circostanza dell' incontro e ha riferito solo di un vago accenno di Mollica all' eventualità di un finanziamento in vista di possibili scioperi che avrebbero ostacolato la sua attività. Un incrocio di dichiarazioni che tuttavia si scontra con il silenzio opposto in aula da Mollica 32723m e Musco. E che con le modifiche all' articolo 513 del codice, quello sul giusto processo, costringe l' accusa a una resa parziale. Il pm infatti insiste per portare fino alla condanna Mollica le cui dichiarazioni autoaccusatorie possono ancora essere utilizzate ma solo nella parte che lo riguardano direttamente. Se i giudici decideranno per la colpevolezza si arriverà così al paradosso che l' unico a rispondere della tangente sarà chi l' ha pagata ma non chi l' ha percepita. I verbali di Domenico Mollica offrono uno spaccato della tangentopoli siciliana. L' imprenditore fece i nomi di Severino Citaristi, allora segretario amministrativo della Dc, di politici regionali come Nicolosi e Salvatore Sciangula, entrambi morti e ancora di un magistrato della Corte dei conti, pure lui deceduto, a cui sarebbero state pagate tangenti per ottenere rapide registrazioni dei decreti di finanziamento delle opere acquistate al mercato del sottobosco politico in una vera e propria asta parallela alla quale partecipavano imprenditori in combutta con amministratori locali di tutti i partiti. Il processo celebrato a Palermo è uno stralcio di una più vasta inchiesta avviata a Messina dall' allora pm Angelo Giorgianni e rivelatasi un sostanziale flop. Giorgianni, poi datosi alla politica fu sottosegretario del governo Dini. Si dimise dopo che vennero alla luce una serie di retroscena sui metodi seguiti nella conduzione delle indagini e sui rapporti intrattenuti proprio con Mollica. Approdata a Palermo, l' inchiesta passò nelle mani del pm Insacco e poi in quelle di Lorenzo Matassa. Al processo nuovo cambio con l' ingresso di Ennio Petrigni che ha ora concluso. Martedì la sentenza.

Repubblica Palermo del 26/6/2002

Il corruttore sceglie il silenzio cadono le accuse a Cocilovo

I giudici della terza sezione del tribunale di Palermo hanno assolto Luigi Cocilovo, eurodeputato ed ex segretario regionale della Cisl dall' accusa di corruzione. Condannato a tre anni l' imprenditore Domenico Mollica. La Procura aveva chiesto l' assoluzione per Cocilovo e il proscioglimento per l' ex consulente del presidente della Regione Rino Nicolosi, Sandro Musco, adesso assolto. Secondo l' accusa, l' imprenditore edile Domenico Mollica, attraverso Musco, avrebbe consegnato 350 milioni a Cocilovo perché li girasse a Nicolosi. Cocilovo, che aveva ammesso di avere visto Mollica e Musco, ha sempre negato di avere ricevuto il denaro. Musco si era avvalso dell a facoltà di non rispondere e Mollica che aveva raccontato il versamento, in aula ha scelto il silenzio.



Da Repubblica Palermo del 9/10/2002

I giudici: accuse provate ma non con il "giusto processo"

Cocilovo è colpevole ma deve essere assolto

tangentopoli

"LUIGI COCILOVO - dice la sentenza - fu collettore di una tangente, disposto anche a concedere favori sindacali, fu pure il percettore di un contributo elettorale". Insomma sarebbe colpevole, ma i giudici allargano le braccia: per effetto del "giusto processo" l' europarlamentare della Margherita, all' epoca dei fatti esponente della Cisl, viene assolto. è il paradosso delle ultime riforme sulla giustizia: il principale teste d' accusa, l' imprenditore che pagò la mazzetta, ha scelto di tacere in aula e le sue precedenti dichiarazioni non sono più utilizzabili. "Ogni elemento di prova a carico di Cocilovo - spiega la motivazione della sentenza - è annullato per effetto dell' intervenuta modifica legislativa". Così, il 21 giugno, la terza sezione del tribunale ha assolto Cocilovo e condannato l' imprenditore messinese Domenico Mollica (3 anni). Assoluzione, per effetto del "giusto processo", anche per Alessandro Musco, ex consulente del presidente della Regione Rino Nicolosi. Erano stati gli stessi pm, Fabrizio Vanorio ed Ennio Petrigni, a sollecitare questa soluzione. Di fronte alle nuove norme non c' era altro da fare. Adesso, le sessanta pagine della sentenza (estensore è il giudice Giuseppe Mazzola) ripercorrono tutte le tappe di questo caso giudiziario. Viene ritenuta "attendibile" la confessione di Mollica, animatore della "Società italiana per Acquedotti fognature e costruzioni": una mazzetta da 180.000 euro che l' imprenditore avrebbe pagato nell' 89, ricordano i giudici "su precisa indicazione" del presidente Nicolosi "nella mani" di Cocilovo: " mMollica ha spiegato che il contributo sarebbe stato versato in occasione di una spinosa controversia sorta con i sindacati a Modica ed alimentata da alcuni scioperi promossi dalla Cisl: a Nicolosi si sarebbe rivolto per "risolvere, oltre che l' intervento per alcuni finanziamenti", anche la vertenza sindacale". Secondo i giudici, a confermare la mazzetta pagata nella sede della Cisl palermitana sarebbe anche il racconto di Musco: "La ricostruzione offerta da Cocilovo - aggiungono - non è verosimile". L' imputato fu dunque "collettore di una tangente, disposto a concedere favori sindacali, percettore di un contributo elettorale (rispetto a Musco): accertamenti - conclude la sentenza - tutti processualmente veri e destinati a fare stato".

s.p.











L'ARTICOLO "INCRIMINATO"pubblicato su La repubblica Palermo :



L´ANTISICILIANO

UNA BORSA DI CARTIER IMBOTTITA

Di Marco Travaglio


Tutta l´Italia dei movimenti e dei girotondi guardava a Palermo con speranza. Una speranza che faceva di Palermo un nuovo punto di riferimento, come negli anni d´oro della "primavera siciliana", poi troppo presto precipitata nell´autunno senza nemmeno passare per l´estate. La speranza sbocciava dall´esperimento delle elezioni primarie, cioè dall´unico strumento che, se usato bene, potrebbe restituirci un po´ di democrazia espropriando gli apparati di partito.
Purtroppo quella speranza sembra durata lo spazio di un mattino. O almeno si è di molto ridimensionata. Anzi, visto il risultato finale, l´esperienza palermitana rischia di diventare un boomerang che potrebbe dissuadere altri dal riprovarci, dal pronunciare ancora la parola «primarie».
Perché è vero che la proposta iniziale per una vera consultazione della base sulle candidature provinciali, senza truppe cammellate né trucchetti da Ancien Regime, è stata poi snaturata da una convention che è il tipico distillato dei migliori laboratori della peggiore partitocrazia. E non ha nulla a che vedere con le primarie all´americana, quelle vere, quelle che Paolo Flores d´Arcais ha cercato di ridisegnare sull´ultimo numero di MicroMega per scongiurare manovre gattopardesche. La vittoria finale di un politico di lungo corso come Luigi Cocilovo, ex Cisl, ex D´Antoni, ex Ppi, ora Margherita, era lo sbocco naturale. E forse i girotondi, i movimenti e lo stesso gruppo dei professori hanno pagato un tasso eccessivo di ingenuità, lasciandosi irretire in una tela di ragno che ha finito con l´intrappolarli, in un meccanismo che ora li costringe a legittimare una candidatura non proprio venuta «dal basso», dalla base, dalla società civile.
Fin qui, il metodo. E ora il nome. Cocilovo, chi era costui? Chi scrive si era imbattuto, scrivendo "La Repubblica delle banane" (Editori Riuniti, 2001), insieme al collega Peter Gomez, in un certo Luigi Cocilovo. Anche lui era palermitano, uomo Cisl, amico di D´Antoni. Il suo nome compariva nelle agende di Pierfrancesco Pacini Battaglia, il banchiere italo-svizzero che dirigeva il traffico delle mazzette sui grandi affari, dall´Eni all´alta velocità ferroviaria. Quel Cocilovo risultava aver incontrato Pacini un paio di volte nel 1996. Secondo il Corriere della Sera, «risulta battezzato "Cocilovo" uno dei conti svizzeri registrato su un´agenda di Pacini Battaglia. Il quale nella sua rubrica telefonica ha scritto tutti i numeri di Cocilovo: abitazione, centralino Cisl e cellulare Gsm». Cocilovo confermò di conoscere Pacini: «Mi è stato presentato - spiegò ai magistrati - nel 1995 da comuni conoscenti, a lui collegati da rapporti del tutto privati di frequentazione familiare». E ammise di averlo incontrato un paio di volte: «Due pomeriggi domenicali, su invito dei comuni amici di famiglia di cui sopra». Ma escluse «radicalmente di avere alcun conto corrente in Svizzera o comunque all´estero e di aver mai avuto con il Pacini rapporti di interesse finanziario».
Poi però quel Luigi Cocilovo rimase impigliato in un´altra inchiesta, ben più spinosa e imbarazzante. Quella sui 350 milioni che l´imprenditore messinese Domenico Mollica gli avrebbe versato per la Cisl siciliana in cambio di un po´ di «pace sociale» nei suoi cantieri martoriati dagli scioperi. Il primo a parlarne, dinanzi alla Procura di Messina, fu lo stesso Mollica il 6 febbraio 1995: «Alcuni progetti mi furono finanziati attraverso l´interessamento dell´onorevole Nicolosi (Rino, all´epoca presidente della Regione Sicilia, ndr) collegato a una dazione di 350 milioni di lire che io, su sua precisa indicazione, effettuai nelle mani di un funzionario Cisl, tale dottor Cocilovo, oggi stretto collaboratore del segretario D´Antoni, presso gli stessi locali di piazza Politeama a Palermo, e il cui destinatario finale doveva essere lo stesso sindacato, così almeno mi fu detto».
In un successivo interrogatorio, il 13 giugno '95, Mollica aggiunse altri particolari: «Dopo la dazione di denaro, il sindacato non mi creò più problemi, sia in quel cantiere (a Modica, ndr) sia in tutti gli altri che avevo. Ricordo che, ad accompagnarmi nell´ufficio del sindacato in piazza Politeama, fu il professor Alessandro Musco, consulente dell´on. Nicolosi. Il Musco peraltro, al momento in cui consegnai al Cocilovo una borsa Cartier piena zeppa di banconote da 100 mila, era presente; esso sapeva che all´interno della borsa vi erano 350 milioni nonché il motivo per cui li stavo consegnando». Musco conferma tutto, ricordando per filo e per segno quel viaggio in auto con Mollica, il quale «al momento in cui entrò nella stanza del Cocilovo, aveva una borsa elegante». All´uscita, invece, non più. Mollica racconta di aver aperto la Cartier, rovesciato le banconote sul tavolo, richiuso la borsa e fatto per uscire dall´ufficio. Sennonché Cocilovo, con un cenno negativo, lo richiamò indietro: gradiva anche la Cartier e Mollica dovette lasciargli anche quella. «Valeva 4 milioni e mezzo», sospirò poi davanti ai magistrati.
L´inchiesta messinese passò per competenza a Palermo. Qui Cocilovo fu rinviato a giudizio insieme a Musco e Mollica per corruzione aggravata. E subito eletto parlamentare europeo nelle liste del Ppi. Il processo di primo grado è di quelli che fanno epoca: Mollica condannato a 3 anni di reclusione per aver versato 350 milioni a Cocilovo, Cocilovo assolto (come pure Musco) per avere incassato 350 milioni da Mollica. Miracoli della riforma del cosiddetto «giusto processo». Mollica infatti, in aula, si avvale della facoltà di non rispondere. Così le sue dichiarazioni al pm valgono soltanto contro di lui, ma non contro gli altri. Nella sentenza del Tribunale di Palermo (21 giugno 2002), comunque, si legge che Cocilovo fu «collettore di una tangente, disposto anche a concedere favori sindacali» e «percettore di un contributo elettorale». Ma non può essere condannato. Pare uno scherzo, invece è il «giusto processo».
Ora, a Palermo, "Cocilovo" è un cognome piuttosto diffuso. C´è dunque da augurarsi che fra il Luigi Cocilovo amico di Pacini Battaglia e collezionista di Cartier imbottite, e il Luigi Cocilovo candidato dell´Ulivo alle elezioni provinciali dopo la grande convention, ci sia soltanto un rapporto di omonimia. Altrimenti qualcuno potrebbe credere che i due siano la stessa persona. E pensare a un altro scherzo di pessimo gusto.



QUESTO MATERIALE CI è STATO FORNITO DA MARCO TRAVAGLIO CHE RINGRAZIAMO







 



Da: alex18/01/2008 18:46:25
  











  Giorgianni, un passato da giudice. Inchieste
e amicizie pericolose, poi il salto in politica

Lo chiamavano
"Mani pulite"


di SEBASTIANO MESSINA

 
ROMA - "Io sono sereno, assolutamente sereno" ripeteva ieri sera Angelo Giorgianni, asserragliato nel suo ufficio al quarto piano del Viminale. Là fuori, quattro piani più in basso, un'altissima onda di accuse stava distruggendo la sua storia di magistrato, abbattendo la sua immagine pubblica e inghiottendo la sua carriera politica. Ma lui resisteva, dietro l'ultima trincea che gli è rimasta: il silenzio. "Ho la coscienza a posto. Ho detto, anzi ho documentato tutto quello che c'era da dire. Adesso bisogna lasciare serenamente lavorare gli organismi investiti della questione". A quell'ora, il destino di Giorgianni era chiuso nel grande plico sigillato che viaggiava da palazzo San Macuto a palazzo Chigi, dalla scrivania del presidente dell'Antimafia Ottaviano Del Turco allo scrittoio di Romano Prodi: i verbali segreti che accusano il sottosegretario.

Dietro quella serenità ostentata, oltre quella calma apparente, traspariva però tutta la rabbia montante e impotente di un uomo in trappola. Che vorrebbe gridare, accusare, invocare aiuto, urlare al mondo la sua autodifesa: "Io, Angelo Giorgianni, ho scoperchiato le malefatte della Prima Repubblica, e adesso mi si ripaga gettandomi fango addosso". L'ha già fatto una volta, con queste parole, quando lo scandalo ha cominciato a bruciargli l'erba sotto i piedi. Ma non ha funzionato. Adesso è troppo tardi per attaccare, o troppo presto. E chissà cosa sarà rimasto, nel freddo resoconto stenografico della commissione Antimafia, della sua ultima arringa disperata, delle sue pause da tribunale, dei suoi teatrali sospiri e delle sue occhiate di fuoco. Chissà cosa sarà rimasto, in quell'arido verbale, della struggente amarezza di chi mette sul tavolo dei suoi giudici l'infarto che è venuto alla sua mamma e "la vergogna di non poter più guardare in faccia mia figlia", la bambina che ogni sera lo aspettava in corridoio per rimproverargli la sua eterna assenza, fulminandolo con la sua candida battuta: "Piacere, Martina".

Mai e poi mai, l'uomo che si presentava agli elettori come "il Di Pietro del Sud", oppure come "il giudice di Mani Pulite che ha collaborato con Di Pietro, Caselli e Vigna", si sarebbe aspettato di essere sottoposto al giudizio di Dio dell'Antimafia. Mai avrebbe pensato di dover aspettare come un qualunque imputato il verdetto solenne del giudice supremo: il presidente del Consiglio. Mai avrebbe immaginato di rimpiangere il tempo in cui non era nessuno, o meglio un oscuro magistrato della Pretura di Messina. In fondo, sono passati solo sei anni, da quando quel trentottenne calabrese piccolo, vispissimo e furbo ruppe il muro del tran-tran con lo scandalo delle "foto d'oro", immagini scattate da un fotografo dilettante e pagate diecimila lire l'una che un furbacchione ben ammanigliato aveva rivenduto per due miliardi alla Provincia di Messina. In una città dove il potere aveva sempre vissuto sulla bambagia, Giorgianni incriminò il presidente della Provincia e diventò, per i giornali siciliani, "il Di Pietro del Sud". Così, mentre a Milano Tonino mandava avanti il rullo compressore di Mani Pulite, a Messina Giorgianni apriva un'inchiesta dietro l'altra, dai "cassonetti d'oro" agli "appalti d'oro", dalle "parcelle d'oro" alle "autostrade d'oro". Quando l'oro finì, passò al traffico d'armi e al riciclaggio.

A farne un eroe popolare, furono cinque attentati che lui stesso denunciò. Niente bombe né proiettili, certo, ma un po' di benzina, due tentativi di furto nella sua villetta, una telefonata della Falange Armata che mobilitò 200 uomini e bloccò l'autostrada per 8 ore, una telefonata di minacce. "Io continuo la mia inchiesta sul traffico d'armi" commentò lui, diventando l'uomo più scortato della città. La sua villetta era sorvegliata da 48 agenti. Lui girava con l'auto blindata e la scorta, sua moglie andava al mare con un'altra blindata e un'altra scorta. Il questore calcolò che il 60 per cento degli agenti di scorta lavoravano per "il Di Pietro del Sud", e osò suggerire più sobrietà: si ritrovò trasferito ad Ancona. Andava a Rimini, al convegno "Dal silenzio della sofferenza alla voce della speranza", e si faceva scortare alla discoteca "Il Pascià" da dodici poliziotti.

Qualcuno storceva il naso, ma intanto la lista dei suoi bersagli si allungava ogni giorno di più. "Sta facendo più danni dell'Etna" sussurravano i potenti della città. Non esageravano: alla fine qualcuno contò 130 politici incriminati, a cominciare dal sindaco democristiano Mario Bonsignore, al quale "il Di Pietro del Sud" fece perquisire all'alba prima la casa e poi l'ufficio, per finire con il potente socialista Nicola Capria.

Dopo la gloria, la politica, con l'approdo a "Rinnovamento Italiano", la nomina a plenipotenziario di Dini in Sicilia, il salto verso l'invidiatissima poltrona di sottosegretario all'Interno. In soli quattro anni, l'anonimo sostituto procuratore presso la Pretura di Messina era approdato al Viminale.

C'è chi dice che i suoi guai cominciarono il giorno del suo arrivo al ministero. Perché accendendo i riflettori su quel calabrese rampante che aveva assaporato così velocemente il potere di inquisire e quello di comandare, l'onore dei giornali e gli inchini del Palazzo, qualcuno ha iniziato a scavare nelle tante ombre della sua scalata. E' saltata fuori una strana inchiesta che rimase bloccata per quattro anni nei cassetti di Giorgianni, guarda caso quella sulla ricca farmacia del fratello del rettore e del cognato del procuratore. Ha preso corpo la diceria sulle sue imbarazzanti frequentazioni serali, per esempio quella con i fratelli Mollica, che lui incontrava al ristorante "Le Terrazze" o alla discoteca "La Pineta". E' esplosa la bomba di quel pentito che lo accusa di avergli forzato la mano, fino a organizzare un misterioso confronto all'americana con Rino Nicolosi, però senza avvocati e senza verbale.

E così, una sera, il mondo è crollato addosso ad Angelo Giorgianni, "il Di Pietro del Sud" che si bruciò troppo presto.

(11 marzo 1998)

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Il governo
"dimissiona"
Giorgianni

DALL'ARCHIVIO
di Repubblica.it

"Non mi
dimetto"


Dimissioni
incerte

Le accuse
a Giorgianni


Il personaggio

IL COMMENTO

Serve un gesto
di opportunità

IN RETE
(in italiano)

Il ministero
degli Interni

Il consiglio
dei Ministri

Web sulla
mafia


Verbali
Antimafia

Bibliografia
sulla mafia


--------------------------------------------------------------------------------





 

Da: alex ricerche su prof.bettini18/01/2008 21:52:05

  

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I DOCENTI dell'Università del Molise

Prof. Maria Novella BETTINI PUBBLICAZIONI
Contatti:
Tel: 0847404509
Fax: 0874412394
E-mail: bettini@unimol.it

Orario ricevimento studenti:


(omissis)
31)    Questioni di costituzionalità e diritti della lavoratrice madre adottiva, in Dir. lav., 1986, II, 91.

32)    Atti discriminatori e diritto alla salute, in Riv. giur. lav., 1986, II, 136.

33)    Alcune osservazioni sul comando o distacco del lavoratore, in Riv. giur. lav., 1986, II, 75.

34)    Diritti dâinformazione e licenziamenti collettivi per riduzione di personale, in Riv. giur. lav., 1986, II, 453.

35)    La trasferta del lavoratore, in Riv. giur. lav., 1986, II, 376.

36)    Sindacato dei quadri e contributi sindacali, in Riv. giur. lav., 1986, II, 288.

37)  Nozione e rappresentanza sindacale dei quadri, in Dir. lav., 1987, II, 145.

38) Il licenziamento per scarso rendimento, in Industria e sindacato, 1987, n. 34, l1.

39) Contratti collettivi di diverso livello e diritti quesiti, in Dir. lav., 1987, II, 401.

40) Contingenza ed elementi accessori della retribuzione, in Riv. giur. lav., 1987, II, 406.

41) Trasferimento di un rappresentante sindacale aziendale da una stanza allâaltra della stessa   unità produttiva, in Riv. giur. lav., 1987, II, 401.

42) Riposi intermedi e riduzione d'orario di lavoro, in Riv. giur. lav., 1987, II, 475.

43) Licenziamento dei dirigenti e indennità supplementare, in Riv. giur. lav., 1987, II, 283.

44) Sul licenziamento per scarso rendimento, in Dir. lav., 1987, II, 384.

45) Mobilità interaziendale, in CNEL, La revisione della normativa sul rapporto di lavoro, a cura di Liso e Rusciano, 1987, vol. II, 517.

46)   Il principio dellâimmediatezza nellâapplicazione del provvedimento disciplinare, in Riv. giur. lav., 1987, II, 419.

47) Lavoro carcerario, voce dellâEnciclopedia italiana Treccani, Enciclopedia giuridica, diretta da

Paradisi, vol. XVIII, 1988, 1.

48) Reintegrazione del lavoratore illegittimamente licenziato e mansioni, in Foro it., 1988, I, 1959

49)  Problemi attuali dellâinfortunio "in itinere ", in Dir. lav., 1988, I, 345.

50)  Ambito e termine per l'applicazione del licenziamento disciplinare, in Riv.giur.lav., 1988, II, 

        66.

51) Visite personali di controllo e ispezioni su cose del lavoratore, in Dir. lav., 1988, II, 456.

52) Infortunio sul lavoro e sciopero, in Dir. lav., 1988, II, 281.

53) Confederazioni sindacali maggiormente rappresentative e principi costituzionali, in Dir. lav.,

1989, II, 41.

54) Tutela previdenziale degli addetti ai totalizzatori negli ippodromi, in Dir. lav., 1990, II, 214.

55) Cumulabilità dei periodi di assegnazione a mansioni superiori (nota a Cass. 20 ottobre 1989,

4233, in Dir. lav., 1990, II, 143; e a Cass. 29 novembre l989, n. 5240, in Riv. giur. lav., 1990, II, 287.

56) Rappresentatività sindacale e permessi sindacali retribuiti, in Dir. lav., 1990, II, 355.

57) Lâindennità di mensa, in Industria e sindacato, 1990, n.33, 3.

58) La comunicazione dei motivi del trasferimento del lavoratore, in Riv. giur. lav., 1990, II, 439.

59) Cassa integrazione guadagni e preavviso di licenziamento, in Dir. lav., 1990, II, 439.

60) Sui permessi sindacali retribuiti, in Dir. lav., 1990, II, 448.

61) Associazioni professionali dei datori di lavoro e sindacato, Giuffrè, Milano, 1991.

62) Specialità e competenza nel rapporto tra contratti collettivi di diverso livello, in Dir. lav., 1991, 

       II, 47.

63) Maggiore rappresentatività e Sinquadri, in Dir. lav., 1991, II, 35.

64) Riflessi retributivi e previdenziali del servizio mensa, in Dir. lav., 1991, II, 257.

65) La legge 12 giugno 1990, n.146, nell'opinione degli interpreti: lo stato dell'arte, in Riv. giur. 

       lav., 1991, I, 479.

66) Sciopero e mancanza di accordo sulle prestazioni indispensabili, in Riv. giur. lav., 1991, II, 547.

67) Criteri di designazione dei rappresentanti delle associazioni datoriali, in Dir. lav., 1992, II, 426.

68) Illegittimità del licenziamento e reintegrazione del lavoratore, in Dir. lav., 1992, II, 419.

69)  Minimi di servizio e precettazione: la legge n. 146/1990 rivisitata dai giudici, in Riv. giur. lav., 

       1992, II, 911.

70) Il preavviso nel sistema della legge n. 146/1990 (e nella "ratio" dello sciopero economico

      politico, in Riv. giur. lav., 1992, II, 873.

71) Sciopero e sanzioni nei confronti del sindacato e dei lavoratori, in Dir. lav., 1993, II, 33.

72) Le invenzioni del lavoratore, in Dir. lav., 1993, II, 139.

73) Attività inventiva e rapporto di lavoro, Giuffrè, Milano, 1993.

74) Accordi sindacali sui criteri di scelta dei lavoratori in mobilità, in Dir. lav., 1994, II, 160.

75) Caratteristiche e sviluppi dellâintermediazione di manodopera in Dir. lav., 1994, II, 170.

76) Ruolo e sviluppo della formazione professionale nella realtà italiana e nella politica

comunitaria, in Dir. lav., 1995, I, 238.

77) Orientamenti  giurisprudenziali e dottrinali sul contratto di formazione e lavoro, in Dir. lav.,

1995, II, 305.

78) In tema di apprendistato, in Dir. lav., 1995, II, 289.

79)  Sul diritto di assemblea, in Dir. lav., 1995, II, 510.

80)  Commentario alla sicurezza del lavoro. I decreti legislativi 626/94 e 242/96, Profili giuridici,

sanitari e tecnici (a cura di) , Milano, 1996.

81) Formazione e sicurezza, in Commentario alla sicurezza del lavoro. I decreti legislativi 626/94 e 

       242/96, Profili giuridici, sanitari e tecnici, Milano, 1996, 327.

82) Ambito di applicazione ed efficacia del contratto collettivo nella legislazione sul pubblico 

       impiego, in Riv. Inpdap, 1996, n.3.

83)  Adibizione a mansioni superiori e diminuzione della retribuzione, in Dir. lav., 1996, II, 185.

84)  Considerazioni sull'ambito di tutela del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 (sicurezza

       e salute nei luoghi di lavoro), in Riv. Inpdap, 1996, n.4.

85) Licenziamento del sostituto nei contratti a tempo determinato, in Dir. lav., 1996, II, 295.

86) Appalti nei servizi telefonici, in Dir. lav., 1996, II, 302.

87) L'organizzazione dellâorario di lavoro nel diritto comunitario, in Dir. lav., 1997, II, 3.

88) Contrattazione decentrata. Chi ha diritto alla firma? Il parere dell'esperto, in Iniziativa

      ospedaliera, 1997, n. 2, 47.

89)  Libera circolazione e diritto di stabilimento dei professionisti "medici" dell'unione Europea",   in Scienza e Management, 1997, nn. 3/4, 14.

90)   Mansioni e qualifiche del lavoratore nel dialogo fra dottrina e giurisprudenza, in Dir. lav., I,

       1997, 279.

91)  Orario di lavoro (l'approccio legislativo), Intersind, Roma, 1997.

92)  Flessibilità e norma nel diritto del lavoro, in Mass. giur. lav., 1998, 524.

93)  Le problematiche del consenso nella tutela della riservatezza del lavoratore, in Diritto alla riservatezza e rapporto di lavoro, Atti del Convegno CNEL, Roma, 27 ottobre 1998, Roma, 1999.

94)  Tutela della salute e condotta antisindacale, in Dir.lav., 1999, II, 529.



95)  Flessibilità e vincoli nel collocamento e nel licenziamento, Relazione al 3° Congresso nazionale dei consulenti del lavoro "I Consulenti del lavoro, l'impresa e l'occupazione. Ricognizione degli attuali costi normativi ed economici del lavoro", Sorrento 29 aprile 1999, in Consulenza e Società, 1999, n. 87, 8.

96)  Consenso e privacy del lavoratore, in Dir.prat.lav., 1999, n. 20, 1379.

97)  Le problematiche del consenso nella tutela della riservatezza del lavoratore, in Consulenza e Società, 1999, n. 86, 13.

98)  Il nuovo collocamento obbligatorio, in âQuestioni di lavoroâ, Nuovo Molise, 12 marzo 1999

99)  Privacy, procedure snelle per semplificare le norme, in Italia Oggi, 19 marzo 1999.

100) Condotta antisindacale, tutela della salute e valutazione dei rischi, in Iniziativa ospedaliera,

        1999, n. 2, 21.

101) Mobbing sul posto di lavoro, in  Il Quotidiano del Molise, 24 maggio 2000.

102) Oltre la flessibilità, in Il Quotidiano del Molise, 16 settembre 2000.

103) Lsu e stabilizzazione occupazionale, in Il Quotidiano del Molise, 21 novembre  2000.

104)  Retribuzione variabile e corrispettività, in Annali della Facoltà di Giurisprudenza

         dellâUniversità degli Studi del Molise, 2000.

105) Mercato del lavoro e prestazione lavorativa, (a cura di), Università degli Studi del Molise, Campobasso, 2001.

106) Il consenso del lavoratore, Giappichelli, Torino, 2001.

107) Il sistema dei lavori socialmente utili, in AA.VV., Mercato del lavoro e prestazione lavorativa,  Progetto PASS 3 annualità, âTrasferimento di una esperienza riguardante i servizi regionali per lâimpiego, le politiche attive del lavoro e le politiche formative, dalla Regione Emilia Romagna alla regione Moliseâ, Università degli Studi del Molise, Campobasso, 2001, 379.

108) Ferie e parità di trattamento dei detenuti, in  Mass. giur. lav., 2001, 1226.

109) Il sistema dei lavori socialmente utili, in Dir. lav., I, 2001, 243.

110) Rapporto di lavoro e sicurezza, (a cura di), Università degli Studi del Molise, Campobasso, 2001.

111) Globalizzazione, flessibilità e concertazione nel diritto del lavoro, in Rivista Rotary,

         Campobasso, aprile 2002.

112) Lavoro interinale e sistema sanzionatorio, in Dir. lav., 2002, I, 259.

113)Stop al fumo in ufficio, in Nuovo Molise, 17 aprile 2003.

114) Riconoscere il mobbing, in Nuovo Molise, 22 maggio 2003.

115) Uso privato del telefono aziendale, in Nuovo Molise, 29 maggio 2003.

116) La responsabilità del medico nel contratto vigente e proposte per la nuova contrattazione, in Iniziativa ospedaliera, 2003, n. 1, 14.

117) Le invenzioni del lavoratore, in Il diritto del lavoro, vol. I, Lavoro privato, serie Fonti del  

        Diritto, Milano,  in corso di pubblicazione.

118)Natura composizione e anticipazione del trattamento di fine rapporto nellâimpiego privato

         (disciplina a regime), ivi, in corso di pubblicazione.







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Da: Martina19/01/2008 18:44:50
ciao, chi ci sarà??

si sa quanti partecipanti all'incirca saranno presenti??

Da: Fabrizio19/01/2008 23:31:46
Ciao, io ci sarò.

Quelli del Ministero stimano all'incirca 1.200 partecipanti (le domande pare che siano state all'incirca 4.500).

A presto.
Fabrizio.

Da: angelogiorgianni20/01/2008 12:38:51
...grazie ad alex per i dati che ci sta fornendo...sugli altri componenti della commissione sai dirci qualcosa?

Da: alex20/01/2008 13:37:09
ricerche molte risultati scarsi.

sulla dottoressa piccialli sentenze significative sulla resp.da colpa medica,altra in  danno ambientale in relazione alla  concessione rilasciata.
non vedo riflessi per diritto amministrativo se non relativi alla concessione-
niente riguardo al prf.puglisi di organizzazione aziendale.possibile riflesso a mio pare re ripeto e non sottoscrivo potrebbe essere ' il totaly quality management e l'implementazione nella pa i 3 pilastri su cui si fonda ed il metodo di base-

per la presenza della prof.di dirtto del lavoro, e , sullo spunto delle sue pubblicazioni vedo bene.
il mobbing, lo ius variandi del dirgente.
ma dobbiamo far conti con il presidente, che penso dia le direttive., vsto il suo background lavorativo e politico ( campo civile attuale e  precedenti esperienze politiche governative) non risulta di facile lettura per  probabili traccie  o tematiche.

vedo bene , ma sempre a mio  parere delle tematiche di principio,
relative ai compiti istituzionali del  ministero:il giusto processo art 111, l'input e' dovuto alla presenza di avv.penalista ed anche all'esperienza precedente del presidente ex pm nel processo cucilovo,in particolar modo a come questo sia stato scagionato, proprio per le nuove garanzie a favore della difesa.( a cio' contribui' il pm)
ancora in relazione al presidente , ltematica di dirtto cost l'art 68.che e' stata oggetto di decisione alla corte costituzionale proprio relativo al dott.angelo giorgianni.successivamente all'icarico politico ed alle sue opinioni e altro.
non trascurerei d'altronde sempre a mio parere la tematica del giusto procedimento che da  stamattina sto delineando.

Da: alex20/01/2008 13:50:44
rettifica il pm ( gior angelo) avvio'solo l'inchiesta , successivamento con diverso pm e sopravvenuta modifica art111, comportarono l'assoluzione.

Da: angelogiorgianni20/01/2008 15:52:56
...ma alex posso chiederti da dove dgt?

Da: alex20/01/2008 17:10:32
scusa che hai chiesto ?cosa

Da: attila20/01/2008 18:14:04
l'unica correlazione tra puglisi e TQM è in un file pdf dove lui si occupa di altro ed in particolare della "valutazione da parte degli Enti Pubblici dellâimpatto âsistemicoâ delle aziende". ????

Da: angelogiorgianni20/01/2008 18:31:54
da dove scrivi, alex?

Da: alex20/01/2008 18:50:14
scrivo da benevento, da casa

Da: marina20/01/2008 19:21:04
complimenti ragazzi-concorsisti. Siete super informati e pieni di intuito.
Ma purtroppo con il ministero dell' (in)giustizia è difficile fare  previsione di qualunque tipo.

Da: angelogiorgianni20/01/2008 20:22:34
marina, non ti preoccupare, ti raccomando io...ehehehehe


P.S. per alex...sei un dipendente del ministero giustizia?

Da: alex20/01/2008 20:24:48
no inpdap, non sei mica il presidente?

Da: dipendente che non spara21/01/2008 13:27:21
so che non e' una chat, ma un forum ma consentitemi di  fare outing in relazione alla mia amminstrazione.che mi sento di aprezzare fortemente.
l'ente dove lavoro, consente una crescita profesionale, che dire di alto livello e non ci sparo addosso ,anche perche' e' il mio datore di lavoro.
tornando alla crescita vorrei dapprima  evidenzire la particolarita'  il clima aziendale , che considero ottimo sia per il rispetto dei ruoli, elementi fondamentale  per il benessere organizzativo-
per la crescxita professionale non voglio dilungarmi , ma occorre ribadre che i concetti e le teorie attuali come il lavoro di gruppo in team, il totaly quality management da noi non e' solo teoria, e non solo; cosi' anhe la programmazione , o meglio il budgeting ci coinvolge tutti,sia anche la formazione continua in e learning.
un appunto va fatto per la comunicazione interna , tramite intenet.
voi potreste dire altrettanto della vostra amministrazione.se non , fate a meno di sparare sulle altre amministrazioni.

Da: marina21/01/2008 14:13:28
Scrivo alla .... dipendente che non spara.

in quale ufficio giudiziario lavori ..... sembra un paradiso terrestre!
Anzi in quale direzione dell'amministrazione centrale .....
Scherzi a parte e scusa l'indiscrezione......
Una interna .......ancora in attesa di voler credere alle favole.

Da: alex21/01/2008 15:23:47
io non lavoro al Ministero Giustizia , e PREGHEREI  di non sparare addosso  alle nostre o alle altre ammnistrazioni, cerchiamo di dare feedback costruttivi al fine dell'utilita' del forum- comunity.
senza rancore






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