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finanziaria 2008 e assunzioni
26 messaggi
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Da: lex | 29/09/2007 11:14:43 |
dalla finanziaria 2008 non si capisce quasi nulla sullo sblocco delle assunzioni. C'è scritto che dal 2010 si potranno assumere 6 persone su 10 pensionate. c'è scritto che dal 2008 si potranno assumere 15% di precari su 10 pensionamenti e prima questa percentuale era del 40%. Ma non si capisce dal 2008 quanti potranno entrare di gente che ha vinto concorsi, il rapporto era di 2 persone ogni 10 pensionamenti ma se hanno abbassato i precari dal 40% al 15% il resto chi se lo piglia?non si capisce | |
Da: dueprincipati | 29/09/2007 12:16:41 |
La finanziaria non è stata ancora approvata, prima di applicarti ti conviene aspettare il vaglio parlamentare (ed extraparlamentare) | |
Da: lex | 29/09/2007 19:01:59 |
si ma la bozza gira da ieri su internet, eil vaglio extraparlamentare penso non dovrebbe esistere | |
Da: dueprincipati | 29/09/2007 20:25:50 |
hai mai sentito parlare di emendamenti? | |
Da: Valente | 29/09/2007 20:31:33 |
Se dici "emendamenti" è "vaglio parlamentare", a prescindere che a formularli o suggerirli sia "la piazza"... | |
Da: dueprincipati | 30/09/2007 22:00:14 |
Da: Valente 29/09/2007 20.31.33 Se dici "emendamenti" è "vaglio parlamentare", a prescindere che a formularli o suggerirli sia "la piazza"... che vuol dire in italiano? | |
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Da: Valente | 01/10/2007 08:31:45 |
Vuol dire che "gli emendamenti extraparlamentari", come faceva correttamente notare Lex, NON ESISTONO!!!! Al limite, la "piazza", intesa come gruppi d'interesse (imprese, sindacati, etc) che stanno al di fuori del Parlamento, possono "premere" sui gruppi parlamentari al fine di modificare il testo di un progetto o disegno di legge (e la legge finanziaria e i collegati non fanno eccezione), ma l'ultima parola spetta sempre al Parlamento, per il tramite delle Commissioni o dell'Aula. PS. la forma da me utilizzata nel precedente post, se estrapolata dal contesto, è poco ortodossa. Ma la sostanza dei tuoi interventi lascia molto a desiderare. Un po' d'umiltà non guasta... | |
Da: dueprincipati | 01/10/2007 08:44:04 |
Gli emendamenti possono essere sia di iniziativa parlamentare che governativa. Quando mi riferisco agli emendamenti extraparlamentari mi riferisco proprio a quelli introdotti dagli stessi ministri che hanno votato il ddl in Conisglio dei Ministri. | |
Da: Valente | 01/10/2007 09:12:05 |
Mah! Per "extraparlamentare" ho sempre inteso tutto cio' che sta al di fuori quando non addirittura rifiuti il sistema politico-istituzionale vigente. E' comunque la prima volta che sento associare l'emendamento "governativo" a cio' che è "extraparlamentare"!!! Ma puo' trattarsi di ignoranza mia...e se mi segnali il testo di costituzionale dal quale hai tratto l'identità "emendamento extrap=emendamento governativo", ti ringraziero' perchè avro' imparato qualcosa di nuovo. | |
Da: lex | 01/10/2007 19:20:24 |
il Governo è composto da Ministri che sono emanazione di una maggioranza parlamentare, e cioè di deputati e senatori della maggioranza che hanno votato il Governo e gli hanno dato fiducia. L'emendamento del Governo come può essere extraparlamentare se il Governo è emanazione del Parlamento? | |
Da: daddy | 01/10/2007 19:56:08 |
mamma mia quante pippe dottrinali vi fate...è evidente che due principati si riferiva all'incidenza che i baronati e le massonerie varie operano sui lavori parlamentari...ha utilizzato impropriamente il termine emendamenti ma era chiaro quello che voleva dire. | |
Da: Valente | 02/10/2007 08:21:19 |
Era chiaro..... finchè non lo ha specificato | |
Da: dueprincipati | 03/10/2007 17:13:57 |
Evidentemente ho commesso un errore (forse ad un laureato in agraria che fa l'economista in una PA del Regno Unito un errore di diritto costituzionale gli puo' essere perdonato). Comunque l'idea dell'emendamento extraparlamentare mi e' venuta facendo leggendo il brano scritto dal professore Pisauro che riporto di seguito in cui si fa riferimento agli strani e contraddittori giochi che il governo instaura con la sua stessa maggioranza imponendogli degli emendamenti che vanno al di la' della normale dialettica parlamentare opposizione-maggiroanza 2.1. La politica di bilancio in Parlamento Il dibattito sulle procedure di formazione del bilancio tende a concentrarsi sul rapporto tra Governo e Parlamento e, in particolare, sui poteri di emendamento che il secondo ha sui progetti del primo. È una discussione ricorrente, che da alcuni anni si riaccende puntualmente sul finire della sessione di bilancio e nasce dallâinsoddisfazione, ampiamente diffusa, per la qualità del processo di decisione. Sono insoddisfatti i protagonisti, Governo e Parlamento, per il defatigante rito di una sessione di bilancio che dura tre mesi, durante i quali tutta (o quasi) la normale attività legislativa si blocca. Sono insoddisfatti gli osservatori esterni e lâopinione pubblica in genere, sottoposti a una miriade di annunci di novità normative e a una ridda di voci sul contenuto del prossimo maxiemendamento del Governo o della maggioranza. Periodicamente emerge, a fronte di questa insoddisfazione, una ricetta pre-stampata che si concentra sulla ipotesi di limitare il più possibile lâemendabilità dei disegni di legge presentati dal Governo. La ricetta si basa su una diagnosi errata del problema, in quanto ipotizza due fatti non veri: il primo che lâorigine degli emendamenti presentati in Parlamento sia espressione dei Parlamentari; il secondo che questi emendamenti stravolgono la manovra finanziaria predisposta dal Governo. Sono invece veri tre altri fatti. Il primo che il Parlamento non ha mai determinato, per iniziativa parlamentare, stravolgimenti della manovra presentata dal Governo. Il secondo che gran parte degli emendamenti, almeno quelli più significativi, sono presentati dal governo direttamente o per il tramite di parlamentari che operano come mandatari di singoli ministri. Il terzo che gli emendamenti riconducibili al governo sono espressione di cambiamenti di opinione o di completamento di manovre non ben definite in via originaria, ovvero sono il risultato di ripensamenti da parte della maggioranza di governo a cui il dibattito parlamentare illustra i veri contenuti e i limiti delle proposte originarie del governo. Si potrebbe anche pensare che il Governo nella fase di formazione del bilancio sconti il fatto che il Parlamento ha un potere di emendamento e, quindi, costruisca la sua proposta in modo che 1 Per una vivace illustrazione di alcuni degli aspetti critici della decisione politica nel Parlamento e nel Governo, si rinvia a V. Tanzi, âFiscal Policy: Theory vs. Realityâ, Congress of the International Institute of Public Finance, Università Bocconi, Milano, 2004. 6 risulti accettabile al Parlamento stesso. In altre parole, la proposta del Governo sarebbe diversa se fosse inemendabile. Eâ una tesi interessante che merita di essere valutata. La legge di bilancio definisce sia gli aspetti macro-economici dellâintervento pubblico (i saldi di bilancio, il livello della pressione tributaria, la composizione della spesa tra spesa corrente e spesa in conto capitele, la composizione della spesa per grandi settori), sia aspetti più propriamente micro-settoriali che trovano nella legge finanziaria il veicolo certo per la loro approvazione. Questi secondi aspetti non dovrebbero essere trattati nella sessione di bilancio (câè persino una legge dello Stato diretta ad escluderli), ma é divenuto da tempo tradizione che il disegno di legge originario del governo si faccia carico di tanti piccoli aspetti della vita pubblica molti dei quali senza rilievo finanziario. Dal punto di vista ordinamentale, la tenuta dellâobiettivo del Governo sul disavanzo è il vero cardine del sistema di vincoli introdotti dalla legge 362 del 1988. Dal punto di vista empirico, non câè dubbio che il sistema ha avuto successo: dopo la legge 362, gli effetti della sessione di bilancio sui saldi appaiono considerevolmente diversi da quanto avveniva in precedenza. La tabella 2 mostra come negli ultimi anni del sistema ex legge 468, le modifiche decise nella sessione di bilancio tendessero ad ampliare in misura molto rilevante â" anche di quasi il 50% - il saldo netto da finanziare proposto dal Governo. Nel periodo successivo, il vincolo di copertura della parte corrente della legge finanziaria e quello sul saldo introdotti dalla legge 362 hanno funzionato con efficacia: le modifiche subite dal saldo sono di entità modesta e, a vo lte, di segno negativo. Lâattività emendativa propria del Parlamento, per quanto possa essere stata ampia, si è sempre concentrata su questioni di scarso rilievo finanziario. Considerazioni analoghe possono farsi sulla struttura complessiva della legge di bilancio. I parlamentari della maggioranza e i loro gruppi in genere non presentano proposte che disegnano una struttura dellâintervento pubblico diversa da quella proposta dal governo, cioè ipotesi che prevedano aumenti della pressione tributaria accompagnati da aumento della spesa, ovvero riduzioni significative di spesa in un settore con corrispondenti aumenti in un altro settore. Ciò qualche volta avviene per iniziativa dellâopposizione, ma non é mai stato dato che tali iniziative abbiano avuto successo; anzi la maggioranza é sempre compatta nel respingere emendamenti che esplicitamente disegnano assetti strutturali diversi da quelli proposti dal governo. Gran parte degli emendamenti approvati di natura micro-settoriale origina allâinterno del governo e si esprime attraverso la compiacente complicità dei parlamentari di maggioranza che, nelle Commissioni di merito, stabiliscono rapporti continuativi di collaborazione con i ministri di spesa. Il problema nasce quindi allâinterno del governo e si proietta sul Parlamento con proposte di modifiche legislative. In molti casi questa micro-legislazione serve a risolvere problemi posti da cattiva legislazione precedente. Come nei semplici modelli di auto-correlazione, la legislazione di oggi deriva dalla cattiva legislazione di ieri e produce futura legislazione. Le disposizioni sullâintervento pubblico contenute nel testo della finanziaria presentato dal governo in Parlamento sono quindi figlie di un sistema giuridico che riconduce alla potestà legislativa ogni e più piccola decisione in materia di intervento e spesa pubblica. Stuzzicato dal governo, il Parlamento ne aggiunge di suo, spesso sollecitato dai Ministri di spesa e dalle loro burocrazie che non avevano trovato nel testo del disegno di legge una risposta appropriata alle loro esigenze. Eâ tradizione che parti fondamentali della manovra vengano presentate nelle ultime settimane o addirittura negli ultimi giorni della sessione (è accaduto nel 1996 per la delega fiscale, nel 2000 per la riforma dei ticket sanitari, nel 2002 con lâemendamento che introduceva una serie di condoni tributari e nel 2004 con lâemendamento contenente la revisione di scaglioni e aliquote dellâimposta sul reddito) oppure vengano dirottate in decreti-legge (è avvenuto nel 2003). Nelle procedure di approvazione, poi, il ricorso al voto di fiducia è divenuto prassi comune. (http://www.frdb.org/images/customer/rapporto_4.pdf) | |
Da: Fabrizio Corona | 03/10/2007 17:16:37 |
x dueprincipati Ma non potresti scrivere messaggi sintetici? Sei noioso. | |
Da: dueprincipati | 03/10/2007 17:19:30 |
Ma se leggi bene il mio e' un messaggio breve. Il resto e' un allegato che puoi anche non leggere (chi ti obbliga? ;-) | |
Da: Fabrizio Corona | 03/10/2007 17:20:17 |
sei noioso comunque | |
Da: peripatetica | 04/10/2007 12:34:36 |
Ma ipotizzando che la finanziaria nulla o quasi faccia per lo sblocco delle assunzioni ha senso oggigiorno sbattersi per vincere qualche concorso? | |
Da: polemicamente vero! | 05/10/2007 23:43:48 |
..se i posti sono contati,pensare che siano assegnati con criteri meritocratici è una pura chimera,si sa già che saranno i soliti ig..noti o noti? ma in fondo la meritocrazia è mai esistita?se così fosse non ci sarebbero tanti emeriti incapaci a occupare posti di prestigio e persone valide colpevoli solo di non avere santi in paradiso che ripiegano o si adattano a lavori al di sotto delle loro capacità, anche perchè parliamoci chiaro, la pagnotta a casa devi portarla! ma la frustrazione è tanta....e pure l'amarezza! | |
Da: shockato | 07/10/2007 03:12:12 |
Ancora non è detto niente per carità...ma una cosa Io tramite appalto di società esterna lavoro presso una pubblica amministrazione da almeno 3 anni. Se al 1 gennaio 2008 entra in vigore questa legge...potrei giovarne anche io? grazie | |
Da: cio | 09/10/2007 01:24:58 |
Sapete se sono state autorizzate dalla Funzione Pubblica le richieste per Ministeri, etc per le assunzioni in deroga al blocco in vista della prossima finanziaria ? E se si, quali sono i numeri per i singoli Ministeri (o dove posso trovarli ?) | |
Da: Incredibile!!! | 09/10/2007 08:20:56 |
Occorre attendere il DPR che autorizza le assunzioni in deroga per saperlo. Dovrebbe essere emanato per la metà di novembre. | |
Da: Shockato | 09/10/2007 10:21:33 |
Ancora non è detto niente per carità...ma una cosa Io tramite appalto di società esterna lavoro presso una pubblica amministrazione da almeno 3 anni. Se al 1 gennaio 2008 entra in vigore questa legge...potrei giovarne anche io? grazie | |
Da: Shockato | 10/10/2007 13:42:30 |
mi rispondete please? | |
Da: apz | 10/10/2007 15:06:46 |
No perchè tu hai un contratto esterno...o meglio...non sei un dipendente della p.a. ma di una società "interinale" | |
Da: Shockato | 10/10/2007 16:11:04 |
quindi ne ora ne mai potrò entrare nella pa senza aver fatto prima un concorso? Ma allora chi sono gli esterni che potrebbero essere assorbiti? | |
Da: cio | 10/10/2007 16:22:53 |
Grazie, incredibile, a quanto pare quest'anno sono in enorme ritardo col Dpr di autorizzazione in deroga al blocco, della Funzione Pubblica: gli anni scorsi era già uscito tra aprile ed agosto !!!!! | |