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concorso arst
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Da: EL DIABLO 19/02/2014 19:15:29
Non sto offendendo nessuno mi sto basando su ciò che ha detto Certu
Rispondi

Da: guidolautobus19/02/2014 19:17:04
Buzzicona
Vuol dire
Un po
Sovrappeso
Cioe' capito
Poi ci incontriamo
E ti spiego
Rispondi

Da: coddaforte19/02/2014 19:19:27
Minchia la patente la presa perche sicuramente l'ingegnere non capiva un cazzodi quello che diceva.
Rispondi

Da: O''Pummaró 19/02/2014 19:21:39
Jamme guaglió , presa l avete la patente de u'ciuccio ? Voi a Cagliari usate i pulman a una ruota , si a' cariola
Rispondi

Da: bimboARST19/02/2014 19:23:21
TU PARLARE MALE E AVERE NOME CHE DICE QUANDO FAR AMORE TU MUOVERTI FORTE MA NON CAPIRE CHE DONNA BISOGNO TEMPO.
Rispondi

Da: coddaforte19/02/2014 19:25:22
Non hai capito un c....... nel frattempo che aspetti te la corda un'altro apolide di merda.
Rispondi

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Da: Rooom 19/02/2014 19:26:05
Qst trgevonic efigishuic polshanev posinov.  Uahuahua !
Rispondi

Da: guidolautobus19/02/2014 19:26:20
Sei di Napoli?
Rispondi

Da: guidolautobus19/02/2014 19:29:59
Noi 11 fratelli
Mia madre
Tanti uomini
3 di napoli.
Mi chiedevo
Una cosa
Io mi diceva mio nonno
Dovrei avere 2 fratelli a Napoli
Fanno tedde di cognome
Ho letto un tedde di
Provenienza partenopea
Sei tu?
Rispondi

Da: O''Pummaró 19/02/2014 19:30:28
Oehhhh !!!!!!! W o' Maradona
Rispondi

Da: guidolautobus19/02/2014 19:31:26
Ma sei tu?
Rispondi

Da: coddaforte19/02/2014 19:33:26
Mi mi adesso chiamo a Maria de Filippi. Che guasti
Rispondi

Da: OPummar 19/02/2014 19:36:04
O guaglió anche se fosse ? Pe come se composto me chiedi pure u' soldi . Jamme da
Rispondi

Da: coddaforte19/02/2014 19:37:10
E magari mi vincente anche il concorso che storia alla faccia nostra.
Rispondi

Da: guidolautobus19/02/2014 19:39:33
Non capisco ma
Sei tu o no?
Rispondi

Da: EL DIABLO 19/02/2014 19:41:12
Non penso vincano , li faranno fuori non sono residenti
Rispondi

Da: bimboARST19/02/2014 19:42:16
FARE AMORE FORTE L MIA DONA E FEDELITA E VUOL AFETO E TRATARE DA PRINCIPESA TU NON CAPIRE CUESTE COSE. INERUDITO
Rispondi

Da: Sicuru 19/02/2014 19:45:11
Eeeeeeh ma cosa c'è l'invasione ?
Rispondi

Da: coddaforte19/02/2014 19:45:45
Mi stai sul culo el diablo ma questa volta hai ragione anche se sei un coglionazzo. E per te bimboarst sei un minci morto e quella donna sta con te solo perche' gli fai pena extra extra extra comunitario di merda.
Rispondi

Da: coddaforte19/02/2014 19:47:56
Adesso vado via non voglio restare da solo. Massimo ranieri
Rispondi

Da: lellobello19/02/2014 19:50:00
Vorrei sapere da voi se l'eta conta per il punteggio finale, e in che modo.
Rispondi

Da: saxarst19/02/2014 19:56:55
Non ho individuato nessun luogo sicuru quando saro' operativo daro' fuoco alle micce
Rispondi

Da: saxarst19/02/2014 19:59:25
L'eta' e importantissima ma tu ai un problema di fondo non sei etero.
Quindi il concorso non ti calza.
Rispondi

Da: Sicuru 19/02/2014 20:02:20
Ok da . Stasera gufo Milan . Forza JUVE
Rispondi

Da: INIZIAMO CON LE LEZIONI19/02/2014 20:49:27
Lo scopo principale del colloquio nella selezione del personale è quello di raccogliere informazioni sui candidati con una metodologia qualitativa. Di solito le persone che vengono convocate per un colloquio hanno superato già alcuni filtri: ad esempio quello dello screening dei curriculum vitae oppure quello delle prove psicoattitudinali come i test di ragionamento verbale, numerico, astratto oppure i test di ragionamento critico. Sempre più spesso, prima del colloquio, i candidati hanno risposto anche ad uno o più di un test psicologico di personalità. Alcuni test psicologici come il 15FQ+ oltre a fornire un approfondito rapporto interpretativo sui tratti di personalità della persona esaminata, propongono un elenco di domande che potrebbero essere poste dall'esaminatore sulla base degli specifici risultati ottenuti con il profilo di personalità risultante.

Il colloquio di selezione è una interazione in cui due entità si esplorano reciprocamente, dove in particolare è l'esaminatore che intende conoscere come l'altro "costruisce" la realtà (come interpreta le proprie esperienze, come si presenta, da cosa è motivato, quali sono i suoi atteggiamenti e comportamenti verbali e non verbali, e molto altro).  Ma anche il candidato ha un ruolo attivo in questo interscambio; infatti, citando G.A. Kelly (1963): Nella misura in cui una persona costruisce i processi di costruzione di un'altra, può giocare un ruolo in un processo sociale che coinvolge un'altra persona (corollario della socialità). Per aiutare il candidato a costruire i processi di costruzione dell'esaminatore, si può prendere spunto da alcune delle domande sottoelencate che solitamente vengono più frequentemente poste.

Domande iniziali per rompere il ghiaccio
Mi parli di lei
Mi parli delle sue esperienze di lavoro
Come descriverebbe il suo lavoro ideale

Sono domande molto generiche che hanno lo scopo di mettere a proprio agio la persona. Taluni, disorientati da tanta libertà di azione, si abbandonano ad un logorroico profluvio di parole, altri, non riuscendo a focalizzare l'attenzione su qualcosa di significativo, rimangono impigliati in un silenzio imbarazzante.

Domande esplorative dell'orientamento motivazionale e di carriera
Perchè ha scelto questo percorso professionale/carriera
Quando ha deciso questo percorso professionale/carriera
Quali sono i suoi obiettivi professionali
Come pensa di realizzare questi obiettivi
Quali sono le cose motivanti per lei
Perchè, secondo lei, dovremmo assumerla

Domande per saggiare l'assertività e la competitività professionale
Come definirebbe il successo professionale/lavorativo
Descriva una situazione lavorativa in cui ha avuto successo
Descriva una situazione non lavorativa in cui ha avuto successo
Che cosa pensa di dover raggiungere per riuscire professionalmente
Quali risultati le hanno dato maggiore soddisfazione nella sua vita
Se dovesse tornare indietro che cosa cambierebbe della sua vita

Domande esplorative volte a conoscere le probabilità di permanenza in azienda
Mi parli di alcuni suoi recenti obiettivi e che cosa sta facendo per realizzarli
Che cosa si immagina di fare tra cinque anni
Che cosa vorrebbe aver raggiunto tra dieci anni

Domande sui modi di affrontare le situazioni conflittuali
Come si comporta nelle situazioni di conflitto
Ha mai avuto un conflitto con un responsabile, un superiore, un insegnante. Come lo ha affrontato? Come è stato risolto.

Domande sui modi di gestire le difficoltà derivanti da stress relazionali, pressione del tempo, e via dicendo
Qual è il principale problema con il quale si è imbattuto di recente.
Come gestisce la pressione del tempo, delle scadenze
Come gestisce la pressione dei responsabili / superiori

Domande di auto-caratterizzazione
Se dovessi chiedere ad uno dei suoi insegnanti di descriverla, che cosa pensa che direbbe
Se dovessi chiedere ad uno dei suoi superiori di descriverla, che cosa pensa che direbbe
Quali erano i suoi insegnanti preferiti. Perchè.
Qual è la sua più grande debolezza/qualità

Domande sulla percezione dei propri bisogni formativi
Ha in progetto dei programmi di aggiornamento professionale. Quali.
Di quanta formazione pensa di aver bisogno per essere produttivo nel migliore dei modi

Domande sulla costruzione dell'immagine aziendale
Perchè desidera lavorare in questa azienda
Che cosa conosce della nostra azienda
Perchè è interessato alla nostra azienda

Domande sulle aspettative economiche
Quanto sono importanti i soldi per lei
Quanto dovrebbe guadagnare per essere soddisfatto
Che tipo di stipendio sta cercando

Naturalmente l'elenco non è esaustivo, né centrato per tutte le mansioni,
Rispondi

Da: LEZIONI NUM. 219/02/2014 20:51:44
Mettendoci per un attimo nell'ottica dei selezionatori, è importante sapere che selezionare significa prima individuare i requisiti necessari per rivestire un determinato ruolo in azienda, poi scegliere le persone in possesso di tali requisiti. I requisiti sono definiti in termini di:

competenze di base;
competenze tecnico-professionali;
competenze trasversali e risorse psicosociali;
ulteriori elementi (età, domicilio, possesso auto…).
Gli strumenti usati per la selezione possono essere:

Screening dei Cv/screening telefonico (pre-selezione);
Test psico-attitudinali (e non) e/o questionari. Essi sono strumenti di misura pensati per realizzare una valutazione di tipo quantitativo, per valutare abilità mentali e caratteristiche di personalità. Per il selezionatore rappresentano solo uno strumento di supporto che concorre alla determinazione del punteggio finale. Come affrontare i test? Se le istruzioni sono poco chiare, chiediamo chiarimenti prima di iniziare, perché spesso non ci sarà data la possibilità di farlo dopo. Cerchiamo di capire se occorre rispondere a tutte le domande: in caso contrario, saltiamo quelle di cui non conosciamo la risposta certa. Non consegniamo troppo prima della scadenza del tempo per non indurre sospetti sul nostro operato e, piuttosto, durante e al termine del test cerchiamo di capire il suo significato in rapporto col profilo richiesto dall'azienda/istituto di formazione.
Role playing. Si tratta di un metodo basato sulla simulazione di una situazione aziendale. I candidati sono selezionati in base al comportamento mostrato in possibili scenari della vita organizzativa;
Colloqui di gruppo. Si svolgono tra 5 o 10 candidati che non si conoscono tra loro ai quali viene assegnato un compito da portare a termine entro un tempo prestabilito. L'attenzione del/i selezionatore/i si concentra anche in questo caso sui comportamenti dei partecipanti, non sul tipo di risultato ottenuto. Come affrontiamo il colloquio di gruppo? Facciamo attenzione ad apparire né troppo ingenui, né troppo 'costruiti': non assumiamo atteggiamenti forzati, definiamoci un ruolo preciso (es. di mediatore), siamo spontanei, semplici, pratici e chiari nel parlare, motiviamo le nostre opinioni, non prevarichiamo gli altri nella discussione e mostriamo piuttosto capacità di ascolto attivo. Badiamo al fattore tempo;
Assessment center (combinazione di più strumenti di selezione). È un metodo di valutazione di tipo multiplo, che include in genere interviste, colloqui di gruppo, test e prove di simulazione. Il principale vantaggio degli assessment centers deriva dalla loro durata, che può variare da 1 a 5 giorni: in tal modo si ha la possibilità di osservare in modo prolungato i candidati in molteplici situazioni formali ed informali. L'impiego di più valutatori può poi ridurre le distorsioni di giudizio presenti nelle singole valutazioni;
Colloqui individuali o interviste. Se gli strumenti precedenti vengono utilizzati soprattutto dalle aziende di medie o grandi dimensioni, il colloquio individuale è invece proprio di qualsiasi realtà aziendale, piccola o grande che sia, ed è per questo che merita maggiormente la nostra attenzione.
Il colloquio di lavoro è il "gioco (o il giorno) della verità", il momento in cui ci confrontiamo con noi stessi, con le nostre capacità e facciamo emergere la nostra personalità al fine di volgere l'interesse dell'interlocutore verso il sì. Per noi candidati, obiettivi del colloquio sono:

capire il tipo di lavoro proposto e se esso è di nostro interesse;
capire se l'azienda piace;
illustrare al meglio le nostre conoscenze, competenze, potenzialità.
Per il selezionatore sono invece:

capire cosa sappiamo fare e come;
capire se ciò può essere utile all'azienda;
capire se il lavoro proposto ci interessa;
rendersi conto della nostra affidabilità.
donna vestito colloquio Come sostenere un colloquio di lavoro: 20 consigli per prepararsi al meglio

Prima di entrare nello specifico delle domande che i selezionatori possono rivolgerci, ecco alcuni piccoli accorgimenti da adottare in vista (o durante un colloquio di lavoro):

Arriviamo in orario (non troppo in anticipo, MAI in ritardo);
Accertiamoci (già in occasione del contatto telefonico o via mail) del nome della persone che ci intervisterà;
Spegniamo il cellulare (anche la vibrazione costante può dare fastidio);
Reperiamo informazioni in merito all'azienda e al profilo richiesto; la disinformazione in proposito può essere un forte punto a nostro svantaggio;
Prepariamo mentalmente una buona autopresentazione (bilancio delle esperienze formative e lavorative, caratteristiche e capacità);
Non facciamoci accompagnare da amici o parenti (non fin nella stanza del colloquio almeno, siamo grandi e vaccinati!);
Non presentiamoci in maniera sciatta ma neppure col vestito dell'ultimo matrimonio cui abbiamo partecipato;
Evitiamo accessori, colori e trucco vistosi: il nostro look dev'essere pulito, semplice e professionale;
Cerchiamo di non essere né troppo 'ingessati' nella postura o formali nel linguaggio, né troppo scomposti o amichevoli: evitiamo di accavallare le gambe, tenere le braccia incrociate o le mani in tasca;
Lasciamo in pace capelli, articoli di cancelleria che possono trovarsi tra le nostre mani, vestiti e oggetti;
Portiamo con noi una copia del Cv firmata;
Se gli interlocutori sono due, alterniamo periodicamente lo sguardo quando rispondiamo alle domande: evitiamo di fissare lo sguardo soltanto su quello che ci ha fatto l'ultima domanda, poiché al termine del colloquio saranno entrambi a formulare un giudizio su di noi;
Manteniamo la calma anche nei momenti di imbarazzo o di maggiore tensione;
Rispondiamo alle domande in maniera chiara, concisa, sincera e in un italiano possibilmente corretto e fluente: la sintesi e la giusta dose di sicurezza sono le caratteristiche maggiormente apprezzate;
Moderiamo la nostra cadenza/difetti di pronuncia ed evitiamo espressioni dialettali;
Valorizziamo tutte le esperienze di lavoro fatte, anche quelle senza regolare contratto (es. ripetizioni private, babysitting, attività di promoter, volontariato, ecc.), magari giustificandole con un desiderio di autonomia economica o attribuendo a esse un eventuale ritardo negli studi;
Mostriamo interesse per il lavoro proposto e motiviamo la nostra candidatura in maniera convincente;
Presentiamoci come persone concrete, propositive, attive, semplici, affidabili;
Chiediamo informazioni dettagliate sulla mansione e sulle prospettive di crescita, ma NON facciamo domande sul trattamento economico a meno che l'argomento non venga tirato fuori dall'interlocutore;
Non dichiariamo cose false, soprattutto per quel che riguarda competenze tecniche o linguistiche, perché potrebbero essere verificate in sede di colloquio.
Ora, quali sono le domande-tipo che possono capitarci ad un colloquio? Eccone alcune, cosicchè possiamo almeno in parte prepararci ad affrontarle:

Conosce la nostra azienda/Come è giunto a interessarsi della nostra azienda?
Come mai le interessa questo settore?/Come mai da laureato in A desidera trovare impiego nel settore Z?
Riassuma i punti principali del suo Cv.
Quali sono le sue materie preferite e in quali ha raggiunto i risultati migliori/peggiori?
Che rapporti ha/ha avuto con docenti e compagni?
Attività extrascolastiche? Come sono state coordinate con lo studio?
Qual è la sua opinione di sé, dei titoli conseguiti e dei risultati finora ottenuti?
Quali sono i suoi punti forti e quali le aree di miglioramento? Nel caso dei punti di forza, è bene elencare quelli più attinenti con il profilo per il quale ci siamo candidati; per quanto riguarda i punti di debolezza, ammettiamone serenamente l'esistenza e dimostriamo di aver individuato delle soluzioni.
In che tipo di aziende ha operato e qual è il suo giudizio?
Perché ha cambiato spesso lavoro?
Quali aspetti del lavoro giudica più gratificanti? Quali meno?
Quali sono stati i maggiori problemi incontrati e come sono stati affrontati?
Quali i rapporti con superiori e colleghi?
Quali sono i suoi obiettivi lavorativi?
Cosa si aspetta da questa azienda?
Perché dovremmo assumere proprio lei?
Quali sono le sue disponibilità e limiti in fatto di orari, sede, trasferimenti, frequentazione di corsi di aggiornamento?
Quali sono le sue aspettative economiche?
Come trascorre il tempo libero?
Domande sulla famiglia di origine e sul livello socio-economico di provenienza.
È attaccato alle proprie idee o cambia parere facilmente?
È portato a stare con gli altri, ad accettare il dialogo, ad ascoltare?
Concluso il colloquio, fermiamoci qualche minuto a fare mente locale… Ripercorriamone le fasi e cerchiamo di individuare gli eventuali errori commessi, le dimenticanze, gli aspetti positivi. Non "perseguitiamo" l'azienda con telefonate o mail in merito all'esito ma, se non ci sono giunte notizie nell'arco di due settimane-un mese, facciamo una telefonata o inviamo una mail.

E se il primo, il secondo, il terzo colloquio non sono andati come speravamo, ricordiamoci sempre che, indipendentemente dall'esito, ognuno di essi è un'occasione di crescita e di riflessione che ci aiuterà ad affrontare al meglio le prove successive fino a superarle!

In bocca al lupo!
Rispondi

Da: LEZIONE NUM.319/02/2014 20:54:35
Possono essere delle domande, sia orali che scritte, riguardo al comportamento che adotteresti in determinate situazioni, al fine di capire com'è il tuo carattere.
Esempio pratico:

"Come ti senti difronte alla possibilità di lavorare in un team di più persone?"
1)Bene, mi piace molto il lavoro di gruppo
2)Abbastanza contenta
3)Se dovessi scegliere, preferirei lavorare da sola
4)Preferisco senza dubbio lavorare per conto mio

Ovviamente, questo è un esempio molto semplificato, per farti capire più o meno in cosa possano consistere le domande. Solitamente ci sono due soluzioni estreme (in questo caso la 1 e la 4) e due che rappresentano una via di mezzo (la 2 e la 3).
Adesso, si dice sempre "sii te stessa" e tutto andrà bene. Ma non in questo caso.
Qui, a seconda della posizione per cui stai facendo il colloquio, devi cercare di rispondere pensando a come dovrebbe rispondere una persona idonea al tipo di impiego per cui sta facendo domanda.
Ad es.: se stai facendo un colloquio per una posizione di addetta alla reception, è ovvio che se ti capita una domanda in cui si mette alla prova il tuo grado di pazienza, dovrai cercare di dare la risposta che una persona paziente darebbe, e non dire che "se un cliente diventa seccante lo mandi al diavolo", no?
Quindi magari rispondere "invito gentilmente il cliente a stare tranquillo e gli spiego che sto cercando di risolvere il problema".
Semplice, no? Non preoccuparti, che se è un esame scritto devi solo mettere una crocetta sulla risposta che ritieni più esatta; se invece è orale, in quel caso cerca di rilassarti, di convincerti che vali, e di mostrarti come una persona adeguata all'impiego e sicura di sè. Parla con tranquillità, pensando prima con calma a quello che stai per dire, non farti vedere nervosa (grattamenti vari o torcimenti di mani) o chiusa (braccia o gambe incrociate).
Mostrati sorridente, positiva, ottimista: il nostro atteggiamento ha la capacità di influenzare quello altrui.
Rispondi

Da: LEZIONE NUM.419/02/2014 20:58:42
1. COME AFFRONTARE IL COLLOQUIO DI GRUPPO
Il suo fine è quello di simulare una situazione lavorativa aziendale.
Verrai fatto accomodare in una stanza insieme ad altri candidati (in tutto 5 o 10).
Vi verrà dato un argomento di cui parlare (cultura generale, politica, attualità), gli esaminatori si siederanno
in angoli strategici della stanza e vi osserveranno.
Ovviamente non gli interessa il contenuto della tua esposizione, ma le tue qualità: se sei portato per la
leadership, se sai coordinare il lavoro dei tuoi colleghi, se sai gestire le situazioni difficili.
Non lasciarti perciò prendere troppo dalla discussione, non essere eccessivamente aggressivo e coinvolto.
L'esaminatore presterà attenzione alla tua capacità di argomentare in modo logico e ben disposto le tue
ragioni nel rispetto degli altri membri del gruppo.
Non essere quindi bloccato, impacciato, frenato, se sai svolgere un ruolo di coordinamento, dimostralo e
mettilo in pratica.
Ecco alcuni consigli utili per gestire questa prova.
 Esponi ciò che hai da dire in maniera logica e coerente;
 Rispetta lo spazio di esposizione degli altri senza essere invadente, accogliendo anche le opinioni altrui;
 Rimani concentrato sul tema senza farti coinvolgere in futili discussioni;
 Fatti apprezzare dagli altri dimostrandoti comprensivo e favorendo i loro contributi;
 Argomenta le tue affermazioni portando esempi concreti, evitando di mantenere la tua posizione per
caparbietà;
 Quando parli, non concentrare l'attenzione e lo sguardo su un solo componente del gruppo, ma guarda
tutti i partecipanti;
 Non rivolgere lo sguardo agli esaminatori, ma solo ai componenti del gruppo.
Rispondi

Da: LEZIONE NUM.519/02/2014 21:02:08

A che serve un colloquio?
Anche quando non sono chiaramente separati in due parti (psico-attitudinale e tecnico) un colloquio di lavoro occorre essenzialmente a comprendere meglio (dopo la lettura del curriculum):

Caratteristiche personali del candidato;
Competenze tecniche del candidato.
Gli esaminatori vorranno valutare a fondo le tue aspettative e motivazioni, studiare il tuo comportamento e il modo di presentarti, oltre a capire il tuo modo di esporre qualità e potenzialità.

Il selezionatore, poi, entrerà nel dettaglio della formazione e delle competenze specifiche richieste per il lavoro in questione, confrontandole con le tue.

Primo passo: informati
Mi è capitato personalmente di andare impreparato a un colloquio sulla società e sulle persone che dovevano valutarmi. I risultati? Primo: ho dato l'impressione di non avere abbastanza a cuore il progetto, di non esserne entusiasta. Secondo: ho vissuto il resto del colloquio con l'ansia di aver sbagliato tutto.

Ecco perché è importante raccogliere informazioni sull'azienda, sul progetto, sulla mansione specifica per cui ti stai candidando. Dimostrerai motivazione e interesse, potrai capire che tipo di caratteristiche specifiche possono essere utili a chi ti sta di fronte ed eviterai di sentirti a disagio.

Come fare? Il sito web è il primo passo. Se conosci qualcuno all'interno (o qualcuno che te lo possa indicare) ancora meglio.

Quali informazioni occorrono? Vediamo un elenco:

Quali attività svolge;
Qual è la sua storia e da quanto tempo esiste;
Su quali settori di mercato punta;
Verso quali innovazioni desidera aprirsi.
Utilizza tutto il materiale che trovi: persone all'interno, internet, materiale pubblicitario, ritagli di giornale, wikipedia, qualsiasi fonte ti dia la possibilità di saperne di più.

Conoscete qualcuno in quest'azienda o nel settore? Organizzate un incontro per una chiacchierata.

Soffermiamoci un attimo sul materiale pubblicitario dell'azienda. Conoscere il vocabolario aziendale può essere un'arma in più, da sfruttare lungo tutto il corso del colloquio.

Secondo passo: valutati
Una regola importante di un buon colloquio è saperselo fare da sé. Essere sinceri in questa fase è fondamentale.

Potenzialità e limiti sono parte di tutti. Fai una lista di ciò in cui sai di essere ben preparato e un'altra con i tuoi punti deboli.

Conoscere i tuoi punti di forza ti aiuterà a motivarti, a presentarti nella maniera giusta e a capire come le tue caratteristiche possano contribuire allo sviluppo dell'azienda. Ricorda di cercare sempre un elemento che possa distinguerti rispetto a tutti gli altri candidati.

I tuoi limiti sono altrettanto importanti: non cercare di nasconderli o di mentire. Dimostra, piuttosto, che hai la volontà di colmare le tue lacune, d'imparare ciò che non sai.

Per sentirti più sicuro, comunque, diversi giorni prima del colloquio, cerca di pensare a tre risposte efficaci ad altrettante domande cui non vorresti mai e poi mai rispondere. Scrivile se necessario e ritornaci sopra più e più volte. In questo modo riuscirai a ridurre l'ansia.

Pensa al colloquio come un'azione di marketing: come puoi comunicare bene il tuo prodotto se non ne conosci bene i punti di forza e di debolezza?
Rispondi

Da: IL PROFESSORE19/02/2014 21:06:23
carissimi candidati, vi propongo questo importantissimo aiuto:
Il corso si propone come strumento importante dell'attivita' clinica:
acquisire le capacita' e le tecniche di base per condurre un Colloquio Psicologico.
Il Colloquio Psicologico non e' solo entrare in relazione con l'altro, evitare fenomeni di collusione, e riuscire nel complesso compito dell'analisi della domanda.
Questo e' quello che dovrebbe fare ogni professionista con il proprio cliente, questo si configura come colloquio e non come Colloquio Psicologico.
Il Colloquio Psicologico e' uno strumento di base dell'attivita' dello Psicologo, e permette di comprendere il mondo interiore di chi abbiamo di fronte.
Il Colloquio Psicologico deve anche marcare una differenza "realmente tangibile" nel vissuto esperenziale della persona che viene da noi a chiedere un aiuto.
Rispondi

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