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Personale ATA - Terza Fascia
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Da: letta e renzi10/02/2014 21:36:59
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:36:59
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:00
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:00
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:00
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:01
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

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Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:01
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:01
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:02
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:37:02
BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica
è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato.
L'anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest'anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione â€" continua Scrima â€" non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro».
I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d'Europa. In più, l'ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell'inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un'ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti "quota 96" (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall'entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l'anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una "ingiustizia" alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:37
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:37
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

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Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

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Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

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Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:38
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

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Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

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Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

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Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

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Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:39
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Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:39
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:39
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:39
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:40
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:40
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:40
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:40
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:41
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:41
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:41
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

Da: letta e renzi10/02/2014 21:39:41
Torniamo sulla questione della carriera raffreddata che è stata adottata per le ultime tranche delle immissioni in ruolo e che si paventa, addirittura con un inasprimento, anche per quelle da poco varate dal Decreto istruzione, rese operative da qualche giorno. Quanto perdono i dipendenti della scuola?
Immissioni in ruolo e ricostruzione carriera raffreddata. Sondaggio: 63% dice no

Parliamo della norma che ha spostato il primo gradone di anzianità di servizio ad 0 -8 anni, avendo accorpato la prima (0-2) e la seconda fascia (3-8). Il che si traduce in un ritardo della ricostruzione di carriera e nell'aumento dello stipendio dovuto alla progressione stipendiale.

Quanto è costato ai neo assunti? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi ANIEF: si va dai 400 euro annuali per gli assistenti amministrativi e tecnici ai 1.200 per i docenti laureati della secondaria superiore.

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Il risparmio calcolato per lo Stato è di 80 milioni di euro, pari a 2mila euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, e 7mila euro per i docenti laureati della scuola secondaria superiore. Con effetti negativi pure sulle pensioni, che in regime contributivo risentiranno non poco delle buste paga ridotte allo stipendio iniziale per ben 8 anni consecutivi.

Per effettuare il calcolo va considerato che per usufruire del passaggio al "gradone" successivo i docenti e gli Ata della scuola debbono aspettare il compimento del nono anno di anzianità: considerando il primo biennio di servizio allo stipendio base, occorre quindi moltiplicare per 6 (anni) il mancato aumento annuale, pari a cifre variabili dai circa 400 euro annui per gli assistenti amministrativi e tecnici fino a circa 1.200 euro l'anno per i docenti delle superiori. Che corrispondono - considerando le 110 mila assunzioni effettuate nell'ultimo triennio - ad un risparmio immediato, per lo Stato, pari a circa 60 milioni di euro per gli insegnanti. E a 20 milioni di euro per gli Ata.

Inoltre, i precari italiani al momento dell'assunzione detengono in media un'anzianità media di servizio pre-ruolo di 8-9 anni, ma siccome di questi anni di supplenze vengono considerati per intero solo i primi 4, perché in base alla normativa vigente ai fini economici i successivi valgono solo un terzo, per arrivare al compimento dell'attuale primo scatto automatico (all'inizio del nono anno di anzianità) bisogna aspettare troppo tempo.

L'ottenimento delle somme non corrisposte inizialmente si concretizzerà nelle busta paga dei dipendenti della scuola solo due decenni dopo l'assunzione, poiché gli anni 2013 e 2014 non hanno validità ai fini della carriera, per via del blocco non derogabile deciso attraverso gli ultimi due Governi.

In conclusione, i neo-assunti della scuola a partire dal 2011 per passare al secondo gradone stipendiale dovrebbero avere 9 anni di anzianità valutati. Che corrispondono a 19 anni di pre-ruolo, poiché ai fini economici dopo i primi 4 gli altri 15 anni sono valutati solo per un terzo.

Una condizione che rischia di inasprirsi, a seguito delle voci sempre più pressanti di un ulteriore allargamento del primo gradone, con il passaggio dagli attuali 8 anni ad 11 o addirittura 12.

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