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noi rosiconi ri-aspiranti dirigenti mininterno
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Da: uno dei 350 ora dei 5111/04/2008 22:23:27
Amici stasera sono in fase di stallo e non riesco a portare avanti Scienza delle Finanze.

Una domanda : esiste un testo o una qualche pubblicazione su organizzazione del Min.Int ?

In attesa di vostre cortesi risposte mi butto sulle Spese Pubbliche.....


Besos

Da: bloom11/04/2008 22:28:39
condivido con non rosicher
ODIO COMUNITARIO

Da: marcello11/04/2008 22:48:16
forza un piccolo passo per voi un grande passo per la comunità rosicatoria. Sissi sei mitica a far da assistenza a questi tennisti che gli sta venendo il braccino corto. Ma lo volete capire o no che siete er mejo ? Per cui pinciare e poche scuse.
ciao a tutti

Da: NRF11/04/2008 22:53:15
marcello. conto sulla lauta ricompensa al momento opportuno...

Da: NRF11/04/2008 22:54:16
mi scusi dott. marcello, esattamente "pinciare" sta per....?

Da: dubbio11/04/2008 22:58:00
fare flessioni, almeno a naja si diceva così

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
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Da: marcello11/04/2008 23:03:24
per me la rcompensa è quella promessami da pippino...area fantacalcio con lui prefetto

Da: dubbio11/04/2008 23:09:04
scusa 1/51 (stasera abbrevio tutto): io non ne conosco, ma invito chi sapesse qualcosa a parlare. Però però... mi sa che qualcosa sulla riforma potrebbe essere su Amministrazione civile o sul sito dell'anfaci

Da: dubbio11/04/2008 23:34:47
e torniamo a SDF... che fig@ta!!

Da: dubbio12/04/2008 00:11:31
buonanotte a tutti

Da: Fulsere12/04/2008 01:05:36
Per 00:
non so cosa dirti, ciè che mi dici mi stupisce !
Però sono andato a vedere la voce su Wikipedia, e ho scoperto che sbagliavo ed avevi ragione tu, scusami per l'informazione sbagliata...
Al solito, più si ignora una cosa, più si è presuntuosi...
Per cercare di farmi perdonare, anche se forse per te è inutile, dato che hai già saggiamente comprato un libro sull'argomento, ti ho fatto una ricerchina su Wikipedia.
Stai comunque tranquillo, vedrai che passerete tutti !
Bacioni
Fulsere

La storia economica studia e analizza i cambiamenti economici sociali e politici che stravolsero in tutti i campi l'antico assetto mondiale trasformandolo in quello moderno, e i mercati che hanno contribuito al decollo economico. La situazione economica odierna è frutto di due fasi: quella dell'espansione e quella dello sviluppo. Bisogna analizzare le cause che portarono all'espansione e i processi che imposero le condizioni necessarie per lo sviluppo. Definiamo anzitutto questi concetti. Si parla di espansione quando si è in presenza di un aumento di produzione senza aumento di produttività. Lo sviluppo riguarda invece l'aumento di produzione con l'aumento di produttività. La produzione è l'effettivo prodotto realizzato. La produttività riguarda invece la quantità massima di prodotto ottenibile con i mezzi a disposizione. Una azienda che spinge la propria produzione ai massimi livelli utilizzando le risorse già esistenti in azienda, non fa altro che aumentare la produzione e quindi il numero dei prodotti. Per superare questo limite deve necessariamente aumentare la propria capacità produttiva e quindi la propria produttività. Per fare ciò ci sono diverse strade da poter seguire. Oggi i metodi di management e corporate governance per l'aumento della produttività di una azienda sono standardizzati o comunque in continuità col sistema aziendale attuale. Nei tempi passati ci fu uno stravolgimento totale della struttura produttiva e dell'intero sistema economico a livello mondiale. Il cambiamento totale delle metodologie operanti nei vecchi e nuovi settori nascenti in quel periodo, fu alla base di quella che è conosciuta come rivoluzione industriale. Fu La rivoluzione industriale a segnare il momento di rottura col passato, ciò che alcuni chiamano take-off ovvero il decollo economico ossia il passaggio dall'espansione economica allo sviluppo. L'aumento della produttività si ebbe con il cambiamento dei mezzi adottati nella produzione, le macchine, e con un cambiamento dell'organizzazione del lavoro, passando quindi dal lavoro a domicilio retribuito a cottimo al lavoro in fabbrica salariato.

La Storia economica dell'età preindustriale riguarda ogni periodo precedente allo sviluppo industriale, iniziato a partire dal Settecento in Gran Bretagna e diffusosi poi in buona parte del mondo.


Aspetto demografico  [modifica]
La crescita della popolazione è lenta, con alcuni periodi in diminuzione: esso è dovuto a periodi ciclici di crescita e recessione dell'economia che si possono riassumere in questo schema:

il sistema economico garantiva la mera sussistenza e in anni particolari di buon raccolto si assisteva ad una moderata crescita della popolazione (più cibo=più possibilità di sopravvivenza) - il cosiddetto ciclo positivo;
la crescita della popolazione portava ad un aumento della domanda di beni primari (cibo, abbigliamento..) che l'economia non riusciva a sostenere: a questo punto si assisteva ad una recessione perché il sistema non era in grado di tollerare un aumento così brusco e repentino della domanda (che a sua volta aumentava i prezzi) adeguando la sua offerta - il ciclo negativo;
dopo qualche anno di crisi si ripresentavano delle stagioni di buon raccolto che facevano crescere ancora la popolazione e così via.. ad ogni crescita corrisponde un punto di decrescita
Era un'economia caratterizzata da un alto tasso di mortalità e un alto tasso di natalità: il primo per le frequenti carestie, epidemie e guerre; il secondo per compensare il tasso di mortalità e connesso al sistema produttivo che era basato sul lavoro manuale (e quindi al binomio tanti figli=tante braccia).


Aspetto dell'attività economica  [modifica]
La produzione è rivolta alle esigenze di autoconsumo. Durante il Medioevo si possono osservare dei comportamenti parassiti: il feudatario si impone sulla comunità contadina e da essa esige tributi sotto forma di alimenti. C'è una forte sperequazione dei redditi: il 10% della popolazione possiede il 60% delle ricchezze e il perno economico dell'età preindustriale è sicuramente l'attività agricola: impegna quasi il 70% della popolazione attiva, a causa della bassa produttività e delle tecniche agricole ancora non sofisticate legate ad uno sfruttamento del suolo non intensivo, e permette a mala pena l'autosufficienza dei contadini: quasi la totalità della produzione agricola è utilizzata per sfamarsi o come sementi da piantare l'anno successivo. Solo nel XVI secolo il miglioramento delle tecniche agricole e l'utilizzo più razionale del suolo (sono gli anni delle grandiose opere di bonifica in tutta Europa) permettono ai contadini un surplus produttivo che consentiranno un miglioramento della qualità della vita.

Figure importanti per lo sviluppo economico successivo sono i mercanti (i primi imprenditori della storia): essi, grazie a carri o navi, commerciavano con le comunità confinanti a breve o lungo raggio (ci sono tracce di scambi commerciali con l'oriente sin dall'Alto Medioevo). Erano in genere benestanti e contribuivano a mantenere nello stato una bilancia commerciale positiva (le esportazioni sono superiori in valore alle importazioni), grazie all'accumulo in patria di oro e argento: saranno loro gli inventori del metodo della partita doppia, applicato nell'economia aziendale. Essi si espongono ai rischi di impresa nel commercio, dispongono di buone riserve finanziarie ed escono dalla staticità del sistema attraverso due modalità d'intervento:

Verlagsystem (sistema dell'anticipazione)
Kaufsystem (sistema del commissionamento)
Un'altra importante occupazione che si sviluppa nell'XI secolo sono i banchieri: l'attività bancaria ha inizialmente quattro settori d'azione:

prestiti su pegno: la riscossione di interesse era in contrasto con la cultura dominante secondo cui era ingiusto guadagnare sulle somme prestate (tesi sostenuta già da Aristotele). I prestiti erano quindi senza interessi e di solito svolti da ebrei.
cambiavalute: considerato che solo in Italia esistono 270 specie di monete è un compito fondamentale che permette il commercio tra diverse regioni.
Banchi pubblici: nascono dalle maggiori esigenze del XVI secolo dello Stato in campo finanziario di medio e lungo termine (mantenimento eserciti, apparato burocratico). Tali risorse finanziarie vengono fornite dai proprietari terrieri che avevano interesse, attraverso l'iniezione di denaro nelle casse dello Stato, ad accumulare potere politico.
Monti di pietà: sorgono nel XV secolo per venire incontro ai piccoli prestiti nei confronti dei più bisognosi senza essere un'operazione di beneficienza ma di credito: i promotori sono i frati francescani che cercano di risolvere il problema dell'usura. Il capitale è formato da beneficienza: inizialmente non c'è tasso d'interesse (per le ragioni di cui sopra), ma dopo qualche decennio una bolla di papa Leone X autorizzerà un piccolo interesse per compensare le spese di amministrazione.

Economia contadina
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Allâinterno della categoria delle economie agrarie â" ossia di quei sistemi produttivi in cui più di metà della popolazione è impegnato nei settore primario e in cui più di metà del prodotto è di natura agricola â" si distinguono, come caso particolare, le economie contadine.

Indice [nascondi]
1 Premessa: il modello di Čajanov
2 La famiglia contadina
3 Il rapporto con il mercato
4 Voci correlate



Premessa: il modello di Čajanov  [modifica]
Il modello di Čajanov, noto in occidente solo dal 1966 ma risalente al 1925, ha fortemente influenzato gli studi sulle economie non-industrializzate.

Avendo come base le ricerche statistiche degli economisti agrari russi dei primi decenni del Novecento, Čajanov osservò forse che il 90% delle âimpreseâ agricole russe avevano le seguenti caratteristiche:

piccola proprietà;
assenza di lavoro salariato;
lavoro proveniente dai componenti della famiglia;
tendenza al profitto molto ridotta;
autoconsumo e con domanda interna legata alle dimensioni della famiglia;
scarsi rapporti col mercato.
Questo modello, elaborato come descrizione della realtà contadina russa che sfuggiva alle logiche del capitalismo, venne applicato da sociologi e storici anche ad altre economie rurali, e in sostanza contiene tutti i tratti considerati distintivi delle economie contadine.

È comunque da notarsi che molti ricercatori considerano il modello di economia contadina una sorta di concetto di comodo, utile (e utilizzabile) solo per poter distinguere le economie agrarie moderne da alcune di quelle premoderne difficili da inquadrare in maniera più precisa.


La famiglia contadina  [modifica]
Nelle economie contadine lâunità di riproduzione biologica e lâunità di produzione economica coincidono; la famiglia si trova quindi ad essere la base del sistema sociale e produttivo.

In Europa il modello di famiglia patriarcale, in cui ciascuno deve sottostare alle decisioni del capofamiglia, in cui la posizione e il ruolo derivano dalle differenze di età genere e parentela, e che svolge funzioni economiche e anche di esercizio del pubblico potere per molti secoli, è sopravvissuta in alcune regioni fino a tempi molto recenti, pur avendo ridotto la propria incidenza sulla società e sullâeconomia durante lâOttocento.

La questione del numero dei componenti è sempre molto dibattuta ma si possono evidenziare alcuni punti sui quali vi è abbastanza accordo.

Nonostante gli stereotipi, è quasi certo che durante lâAlto Medioevo le famiglie contadine erano di tipo nucleare, con quattro o cinque membri. Una famiglia di piccole dimensioni, fondata da due coniugi che si sposavano molto giovani, era sicuramente il risultato della tendenza espansiva dellâagricoltura europea di quei secoli, che permetteva incrementi estensivi della produzione grazie alla bassa densità della popolazione e alla disponibilità di terre incolte.

Nel Basso Medioevo la situazione era notevolmente diversa. Le possibilità di estendere le coltivazioni tramite disboscamenti e bonifiche si erano notevolmente ridotte e la popolazione era tornata ai livelli precedenti alla caduta dellâImpero Romano. La famiglia contadina, adattandosi alla nuova condizione, era diventata una famiglia di tipo esteso, che conteneva due o tre generazioni, più i servi o gli apprendisti. Il matrimonio avveniva molto più tardi perché le nuove difficoltà nel raggiungere lâindipendenza economica ritardavano la decisione di formare una famiglia.

Questo era valido in linea di massima: le oscillazioni regionali dopo la il Medioevo erano molto accentuate. Nel complesso lâEuropa di antico regime doveva contare un numero di famiglie allargate leggermente superiore al 50%, con le famiglie nucleari che si concentravano in Inghilterra e Fiandre e quelle estese che si concentravano nei Balcani e nellâEuropa mediterranea.


Il rapporto con il mercato  [modifica]
Come scritto in precedenza, e come già visto nel modello di Čajanov, la famiglia contadina era legata al proprio podere (sul quale vanta un diritto di proprietà, un diritto di usufrutto o simili) dal quale traeva la maggior parte delle risorse di cui necessita.

I contatti con il mercato erano generalmente limitati alla vendita delle eccedenze del raccolto â" quando câerano â" oppure alla lavorazione di prodotti tessili per i mercanti delle città. Questo dava modo alla famiglia contadina di procurarsi la poca moneta di cui necessitava. Quando i contatti col mercato erano inesistenti, la produzione non risentiva delle oscillazioni dei prezzi; quando i contatti câerano (ma erano scarsi) si verificava un fenomeno molto singolare: la produzione familiare seguiva un andamento âinversoâ rispetto a quello che ci si aspetta dallâimpresa che si rapporta ad un sistema di prezzi determinato da meccanismi di domanda e offerta: quando il prezzo era basso, si produceva molto per procurarsi i soldi che servivano per i pochi acquisti essenziali, quando il prezzo era alto si produceva poco perché poco bastava ad ottenere la quantità di moneta richiesta.

Ma lâelemento che influenzava maggiormente lâandamento della produzione, come prevedibile in un sistema votato allâautosufficienza, era il numero di familiari presenti nel podere, in quanto nascite, partenze e dipartite incidevano sulle necessità alimentari e quindi su quelle lavorative.

Nei Paesi Bassi e in Inghilterra invece la mercantilizzazione dellâeconomia contadina, già molti secoli prima della rivoluzione industriale era abbastanza avanzata, accompagnata da affitti pagati in moneta e da un forte indebolimento della piccola proprietà rurale. In Inghilterra, addirittura, fin dal Basso Medioevo sono rilevabili consistenti quote di agricoltori salariati, di prodotti coltivati per la vendita sul mercato, e una certa tendenza allâindebitamento â" lâeconomia monetaria avanzava con una discreta velocità.

Protoindustria
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La protoindustria, è un termine usato dagli storici per indicare un modo di organizzazione delle attività extra-agricole, caratterizzato da notevole vitalità e capacità di adattamento, anche a lungo termine.


Storia  [modifica]
La protoindustria si sviluppò in Europa tra il XVI e il XVII secolo. In questo periodo, l'attività manifatturiera avveniva nelle botteghe artigiane e nelle stesse case dei contadini, nelle aree in cui si sviluppò l'industria a domicilio con il metodo definito "putting-out system". Dato che la produzione artigianale era ostacolata e limitata da regolamenti corporativi, il settore dell'industria a domicilio fu il settore più dinamico nell'Europa seicentesca.

Diffusasi nel campo rurale o tessile, prevedeva un mercante-imprenditore che, possessore delle materie prime e, spesso, dei telai, era anche datore di lavoro delle famiglie contadine che integravano il lavoro dei campi con quello del telaio.

Le caratteristiche e i maggiori vantaggi che presentava questo tipo di industria erano il basso costo della manodopera e la sua flessibilità.

Rivoluzione industriale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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La rivoluzione industriale è il processo di industrializzazione vissuto dall'Inghilterra alla fine del XVIII secolo, in seguito diffusasi ad altri Stati occidentali fino a coinvolgere ampie parti del mondo.

Per approfondire, vedi la voce Rivoluzione industriale in Inghilterra.

Il termine rivoluzione sta a rappresentare un totale cambiamento nella società. es.. Rivoluzione Scientifica

Il termine industria è antichissimo ma è solo alla fine del Settecento che acquista l'accezione di "settore manifatturiero".

La locuzione rivoluzione industriale, usata molto probabilmente per la prima volta già negli anni venti del XIX secolo, modellata ed in analogia con il termine Rivoluzione francese (tesi sostenuta da Raymond Williams), è stata sicuramente citata, secondo lo storico Fernand Braudel, nel 1837 dall'economista francese Adolphe Blanqui, fratello del celebre rivoluzionario Auguste Blanqui. Fu però definitivamente consacrata solo nel 1884 da Arnold Toynbee con la pubblicazione delle sue Conferenze sulla rivoluzione industriale in Inghilterra.

Fu tra l'altro utilizzata in precedenza da:

Karl Marx ne Il Capitale (1867);
John Stuart Mill nei suoi Principi (1848);
Friedrich Engels ne La situazione della classe operaia in Inghilterra (1845).
Indice [nascondi]
1 Definizione
2 Delimitazione temporale e diffusione
3 I tre settori di Colin Clark
4 Origini
5 Perché l'Inghilterra
6 Dinamica economica
7 Innovazione tecnologica
8 Impatto sociale dell'industrializzazione
9 Note
10 Bibliografa
11 Voci correlate



Definizione  [modifica]
Per rivoluzione industriale si intende un processo di evoluzione economica che da un sistema agricolo-artigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come ad esempio i combustibili fossili).

Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima riguarda prevalentemente il settore tessile-metallurgico e comporta l'introduzione della spoletta volante[1] e della macchina a vapore; il suo arco cronologico è solitamente compreso tra il 1760-1780 ed il 1860-1870. La seconda rivoluzione industriale viene fatta convenzionalmente partire dal 1870-1880, con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. Talvolta ci si riferisce agli effetti dell'introduzione massiccia dell'elettronica e dell'informatica nell'industria come alla terza rivoluzione industriale, che viene fatta partire dal 1970[2].

La rivoluzione industriale comporta una profonda ed irreversibile trasformazione che parte dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'apparizione della fabbrica e della macchina modifica i rapporti fra gli attori produttivi. Nasce così la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorge anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira ad incrementare il profitto della propria attività.


Delimitazione temporale e diffusione  [modifica]
In Inghilterra, primo paese nel quale si assiste alla rivoluzione industriale, questo processo ha avuto luogo nella sua prima fase e secondo la delimitazione di Thomas S. Ashton (1956), fra il 1760 â" anno d'inizio del regno di Giorgio III â" e il 1830 â" anno d'inizio del regno di Guglielmo IV. Questa prima rivoluzione industriale prende avvio nel settore tessile (cotone), metallurgico (ferro) ed estrattivo (carbon fossile). Il periodo vittoriano (1831-1901), nel quale avviene la seconda rivoluzione industriale (1850 ca.), sarà per l'Inghilterra quello dello sviluppo e dell'apogeo della propria economia, archetipo del sistema capitalista-industrializzato.
La rivoluzione industriale si è poi estesa ad altri Stati, in particolare: Francia, Germania, Stati Uniti e Giappone fino a coinvolgere l'intero Occidente e, nel XX secolo, parte di altre regioni del mondo, prime fra tutte l'Asia. Ogni paese ha seguito un suo percorso verso la propria rivoluzione industriale e la stessa si è realizzata in modo differenziato. Così se in Inghilterra il processo prese avvio nel settore tessile, in altri paesi la rivoluzione industriale fu letteralmente trainata dall'introduzione della locomotiva (Thompson) a vapore. Anche il ruolo dello Stato varia da paese a paese: se in Inghilterra la rivoluzione industriale è sorta spontaneamente ed è stata alimentata dall'iniziativa privata (pur sostenuta e favorita da atti legislativi emanati dal Parlamento, come quelli relativi alle recinzioni e alle strade), in altri paesi lo Stato ha dato contributi maggiori e spesso determinanti.

Il termine rivoluzione, inizialmente indicante un moto circolare che torna su sé stesso, ha in seguito definito una rottura, un capovolgimento. Con il termine rivoluzione industriale si fa implicitamente riferimento a questo secondo senso. Il sistema produttivo che risulta dalla rivoluzione industriale è radicalmente differente rispetto al sistema precedente di tipo agricolo-manifatturiero.
Alcuni storici, minimizzano l'importanza degli avvenimenti identificati alla rivoluzione industriale sostenendo che le trasformazioni strutturali delle economie europee ebbero inizio già nel secolo precedente. Più che di una rottura si tratterebbe solo, per questi autori, di un'accelerazione di un processo già in corso.

Altri storici, come Jean Gimpel sostengono persino l'esistenza di rivoluzioni industriali precedenti a quella sorta in Inghilterra alla fine del XVIII secolo. Nell'epoca feudale si sarebbero così realizzate rivoluzioni sostanziali delle tecniche agricole e industriali, basti pensare al ruolo dei mulini. John Nef sostiene l'esistenza di una rivoluzione industriale in Inghilterra già a partire dalla fine del XVI secolo e l'inizio del XVII secolo. La rivoluzione industriale si pone così fra rottura e/o continuità.


I tre settori di Colin Clark  [modifica]
L'economista Colin Clark ha elaborato la legge dei tre settori (o di Colin Clark), che mette in relazione lo sviluppo di una economia con la trasformazione della stessa: in un primo momento, corrispondente alla Rivoluzione industriale, si assiste alla diminuzione del peso nell'economia del settore agricolo e all'aumento del ruolo svolto dal settore industriale, che diventa il più importante per quota di prodotto e occupati; in una seconda fase si assiste al sorpasso del settore industriale da parte del terziario (detto così perché non rientra né nel primo settore, quello agricolo, né nel secondo, quello industriale). Il terziario è attualmente considerato il settore più importante dell'economia, e raggruppa nel suo insieme il commercio, il turismo, le consulenze (in tutti i campi a partire da quello bancario, i mass-media....).


Origini  [modifica]
Così come accade in molti processi storici, per la rivoluzione industriale non esiste una data di inizio certa, anche se l'invenzione cardine è quella del motore a vapore. Ogni mutamento profondo dell'economia è però influenzato dalle trasformazioni precedenti e così la Rivoluzione industriale viene considerata da alcuni studiosi come l'ultimo momento di una serie di cambiamenti che hanno trasformato l'Europa da terra povera, sottosviluppata e poco popolata all'inizio del Medioevo, nella zona più ricca e sviluppata del mondo nel corso dell'Ottocento. L'accumulo di capitale incamerato in seguito ai commerci e la disponibilità di ingenti quantità di acciaio e carbone nei paesi del Nord, facilmente trasportabili attraverso una fitta rete di canali navigabili, resero possibili gli investimenti necessari alla creazione delle prime fabbriche.

Da un punto di vista economico, l'elemento che caratterizza la Rivoluzione industriale è il salto di qualità nella capacità di produrre beni, cui si assiste in Gran Bretagna, a partire dalla seconda metà del Settecento. Più precisamente la crescita dell'economia inglese nel periodo 1760-1830 è la più alta registrata fino a quel momento. In altri paesi il processo di industrializzazione è analogamente origine, in epoche successive, di elevati tassi di crescita dell'economia.

Sostanzialmente, la Rivoluzione industriale ha costituito l'approdo a cui ha portato l'aumento di conoscenze scientifiche sul mondo naturale, e sulle sua caratteristiche, derivante dalla Rivoluzione scientifica. Fu infatti il nuovo Metodo scientifico iniziato dall'italiano Galileo Galilei a portare ad un sensibile (e senza precedenti) aumento delle conoscenze che gli Europei avevano sulla natura, ed in particolar modo sui materiali e le loro proprietà. Condizioni particolarmente favorevoli nell'Inghilterra dell'epoca consentirono poi a tali conoscenze scientifiche di tramutarsi in conoscenze tecniche e tecnologiche, finché esse cominciarono ad essere applicate nelle prime fabbriche tessili e nell'industria siderurgica per una produzione di ferro ed acciaio che non ebbe paragoni nella precedente storia dell'umanità.

Dal punto di vista tecnologico la Rivoluzione industriale si caratterizza, come già detto, per l'introduzione della macchina a vapore. Nella storia dell'umanità il maggior vincolo alla crescita della produzione di beni è infatti quello energetico. Per molti secoli l'umanità si trova a disporre soltanto dell'energia meccanica offerta dal lavoro di uomini e animali, e questo oltre a tutti i problemi che ne derivavano non dava la possibilità di incrementare la produzione essendo legati al lavoro manuale. La progressiva introduzione, a partire dal Medioevo, del mulino ad acqua e del mulino a vento rappresenta la prima innovazione di rilievo.

L'energia abbondante offerta dalla macchina a vapore viene applicata alle lavorazioni tessili, rendendo possibile una più efficiente organizzazione della produzione grazie alla divisione del lavoro e allo spostamento delle lavorazioni all'interno di fabbriche appositamente costruite, nonché alle estrazioni minerarie e ai trasporti. Le attività minerarie beneficiano della forza della macchina a vapore nella fase di estrazione dell'acqua dalle miniere, permettendo di scavare a maggiore profondità, come anche nel trasporto del minerale estratto. I primi vagoni su rotaia servono a portar fuori dalle miniere il minerale, poi a portarlo a destinazione. Solo in un secondo tempo il trasporto su rotaia si converte nel trasporto di passeggeri. La rivoluzione industriale ha prodotto effetti non solo in campo economico e tecnologico, ma anche un aumento dei consumi e della quota del reddito, dei rapporti di classe, della cultura, della politica, delle condizioni generali di vita, con effetti espansivi sul livello demografico.


Perché l'Inghilterra  [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Rivoluzione industriale in Inghilterra.

Fattore di fondamentale importanza per lo sviluppo della Rivoluzione industriale in Inghilterra fu l'agricoltura; infatti l'Inghilterra fu la prima ad avere una agricoltura di mercato (non per auto-consumo ma per profitto) che, unita all'innovazione tecnologica, eliminò molta manodopera dalle campagne, facendola rifluire verso la città, dove troverà occupazione nella nascente industria. Ma il fenomeno delle enclosures, per cui molta terra demaniale lasciata al libero pascolo venne privatizzata e recintata, privò i contadini più poveri del libero diritto di pastorizia e li spinse a trovare nuovo impiego nelle fabbriche. La disponibilità ingente di manodopera a basso costo, unita alla grande disponibilità di carbone per alimentare le macchine a vapore, contribuì in maniera fondamentale al decollo industriale del paese. Inoltre l'Inghilterra si trova in una posizione geografica favorevole ai commerci nell'Oceano Atlantico, mentre la sua insularità le consentì una facile difesa dei propri confini, evitandole le periodiche devastazioni che, al contrario, dovette subire il resto dell'Europa per le svariate guerre sette-ottocentesche. Altro importante fattore è la rivoluzione agricola sviluppatasi nel corso del Settecento, che con sistemi di avanguardia come la rotazione triennale programmata delle colture agevolò lo sviluppo industriale e demografico


Dinamica economica  [modifica]
Per spiegare come si sia passati da un sistema manifatturiero di tipo artigianale a uno di tipo industriale occorre considerare che la domanda di beni è aumentata in Inghilterra nel periodo che precede la rivoluzione industriale. Questo si deve sia alla crescita demografica sia al livello del reddito pro capite e dei salari, più elevato di molti paesi europei, sia alla domanda di beni inglesi proveniente dagli immensi territori coloniali: da cui proveniva, per esempio, il cotone grezzo della Virginia, che lavorato veniva rivenduto ovunque, compresi i territori coloniali. Il monopolio del commercio del thè consentì alla corona di incamerare cifre ragguardevoli. Si trattava, in pratica, di una domanda di beni di largo consumo, destinati a soddisfare bisogni elementari di crescenti masse di persone in patria e all'estero. La crescita della domanda favorì gli investimenti in impianti industriale e macchinari, i quali, per essere convenienti, richiedono che la domanda di beni sia sostenuta. Tuttavia, in settori come il tessile il passaggio graduale delle lavorazioni, inizialmente di tipo artigianale, in un sistema di fabbrica ha permesso di compiere investimenti in maniera graduale, via via che erano accumulati i capitali necessari. È il caso dei canali navigabili e delle ferrovie, la cui costruzione si deve in buona parte all'iniziativa dei privati, indotti a investire in settori nuovi per soddisfare la domanda crescente dei corrispondenti servizi sociali.


Innovazione tecnologica  [modifica]
Le innovazioni tecniche coinvolsero le macchine utensili e le macchine motrici, le industrie tessili e l'industria pesante (metallurgia e meccanica). Quest'ultima divenne determinante nella metà del XIX secolo, in concomitanza con lo sviluppo delle ferrovie. La produzione domestica di tessuti era particolarmente lenta nella fase della filatura, poiché occorrevano cinque filatori per alimentare un solo telaio a mano. Lo squilibrio si accentuò intorno alla metà del XVIII secolo, quando i tempi della tessitura furono ulteriormente ridotti dalla diffusione della spoletta volante (brevettata nel 1733 da John Kay). Nella seconda metà del secolo, due importanti invenzioni modificarono ancor di più il panorama della tecnologia tessile: James Hargreaves inventò, nel 1765, la giannetta (o Spinning Jenny), mentre Richard Arkwright, nel 1767, il filatoio idraulico (o Water frame): la prima accelerava la filatura da 6 a 24 volte, il secondo addirittura di alcune centinaia di volte. Tutto ciò rese evidentemente obsoleti i telai a mano. Nel 1787 Edmund Cartwright inventò il telaio meccanico, che fu perfezionato e adottato nei decenni successivi: intorno al 1825, un solo operaio, sorvegliando due telai meccanici, poteva sbrigare un lavoro che con i telai a mano avrebbe richiesto l'opera di una quindicina di persone. Mentre in India per tessere a mano 100 libbre di cotone occorrevano oltre 100.000 ore di lavoro, in Gran Bretagna con le nuove macchine erano sufficienti circa 135 ore, il che aumentava anche la competitività. L'aumento della produzione di tessuti stimolò lo sviluppo dell'industria chimica, per rendere competitive le fasi di candeggiatura, tintura e stampa. Ben presto l'industria chimica divenne fondamentale per tutti i rami della produzione, sia industriale, sia agricola.

Lo sviluppo industriale richiese quantità sempre maggiori di energia, ben superiori a quelle fornite dalla mano dall'uomo. La ricerca mirò quindi alla realizzazione di motori adeguati. James Watt (1736-1819) modificò la macchina a vapore, ottenendo un rendimento ben quattro volte superiore a quello delle precedenti vaporiere (1787). Nell'arco del XIX secolo, la macchina a vapore finì per affermarsi definitivamente anche in altri rami della filiera produttiva (ad esempio, nei trasporti terrestri e marittimi). Essa sostituì le tradizionali fonti di energia che presentavano il gravissimo inconveniente di non essere disponibili nelle quantità e nei tempi e luoghi richiesti (mulini ad acqua e a vento), o di non essere instancabili e adeguate alle nuove macchine utensili (energia muscolare dell'uomo e degli animali). Altro fattore decisivo fu l'abbondantissima ricchezza di giacimenti di carbone in Inghilterra: la macchina a vapore consentiva di produrre energia di una intensità e di una concentrazione senza precedenti. Con l'adozione del vapore la richiesta di ferro e di leghe adeguate subì un rapido incremento.

All'inizio del XVIII secolo, un progresso decisivo nel campo della siderurgia, ancora nella sua fase preindustriale, era stato conseguito da Abraham Darby, che per la lavorazione dei minerali ferrosi aveva iniziato ad usare, anziché il carbone di legna, il coke, ossia l'antracite distillata a secco per eliminarne le sostanze che avrebbero inquinato i processi di fusione. Senza tale innovazione, la siderurgia avrebbe presto incontrato «i limiti dello sviluppo», perché l'uso tradizionale del carbone di legna avrebbe in breve tempo comportato la distruzione delle foreste. Poiché la combustione del coke negli altiforni doveva essere ravvivata da correnti d'aria assai più intense di quelle ottenibili dai vecchi mantici azionati dai mulini, fu necessario utilizzare a questo scopo proprio la macchina a vapore, che quindi trovò la sua prima applicazione in una fonderia. Tra il 1783 e il 1784 Henry Cort introdusse nella siderurgia la laminazione e il puddellaggio. Quest'ultimo consisteva nella purificazione dei minerali ferrosi mediante rimescolamento ad altissime temperature in presenza di sostanze os*******nti. La laminazione purificava ulteriormente il ferro e lo sagomava secondo le forme richieste, facendolo passare a forza attraverso i rulli di un laminatoio, che sostituiva il vecchio metodo di percussione sotto maglio e accorciava i tempi di ben quindici volte. Per ottenere barre, rotaie o travi bastava modificare la forma dei rulli.

Processi analoghi a quelli svoltisi in Inghilterra fra il XVIII e il XIX secolo si riprodussero in tutti i paesi nei quali la rivoluzione industriale si affermò. Però, mentre in Inghilterra la rivoluzione industriale era stata il risultato di iniziative private non inquadrate in alcun piano o programma, altrove l'intervento statale ebbe una parte più o meno grande.


Impatto sociale dell'industrializzazione  [modifica]
La rivoluzione industriale comportò un generale stravolgimento delle strutture sociali dell'epoca, attraverso una impressionante accelerazione di mutamenti che portò nel giro di pochi decenni alla trasformazione radicale delle abitudini di vita, dei rapporti fra le classi sociali, e anche dell'aspetto delle città, soprattutto le più grandi.

Fu infatti prevalentemente nei centri urbani, specie se industriali, che si avvertirono maggiormente i mutamenti sociali, con la repentina crescita di grandi sobborghi a ridosso delle città, nei quali si ammassava il sottoproletariato che dalle campagne cercava lavoro nelle fabbriche cittadine. Si trattava per lo più di quartieri malsani e malfamati, in cui le condizioni di vita erano spesso al limite della vivibilità.

Una simile situazione, sia pure con diverse varianti e aspetti peculiari a seconda dell'epoca e dei Paesi industriali, si è protratta fino a tempi più recenti, e ha dato spunto per una vasta letteratura, politica, sociologica, ma anche narrativa. In Francia, ad esempio, fu Emile Zola a denunciare attraverso i suoi romanzi le miserevoli condizioni delle classi più umili nella Parigi dell'epoca, o ad esempio dei minatori, nel romanzo Germinal. Prima ancora, in Gran Bretagna, Charles Dickens aveva più volte ritratto nei suoi romanzi una umanità disperata e incattivita dagli spietati meccanismi produttivi imposti dalla rivoluzione industriale.

Nel verismo italiano è assente la realtà industriale, in quanto il meridione si poggiava essenzialmente su un sistema agricolo, sostituita dalla presenza di tanti personaggi di contadini oppressi e affamati dal monopolio della nobiltà rurale: Nedda, la ragazza protagonista della breve novella considerata uno dei massimi capolavori di Giovanni Verga, è un personaggio simbolo del disagio del Sud.

In campo politico-filosofico è indubbio che siano state le condizioni umane e sociali delle masse operaie dell'epoca ad aver stimolato le opere di Karl Marx e Friedrich Engels, che avranno nel secolo successivo una fondamentale importanza nel panorama politico mondiale.

La rivoluzione industriale, a lungo andare, ha permesso comunque di elevare le condizioni di benessere di una sempre più vasta percentuale della popolazione, conducendo già dalla fine del XIX secolo ad un generale miglioramento delle condizioni sanitarie (non è casuale che dalla rivoluzione industriale in poi l'Europa non abbia più conosciuto l'incubo della peste e delle carestie di tipo agricolo), un estendersi della alfabetizzazione, la disponibilità per un maggior numero di persone di beni e servizi che in altre epoche erano totalmente preclusi alle classi più povere.

Le numerose e importantissime novità tecnologiche hanno avuto un ruolo decisivo in tal senso. L'avvento, concentrato in pochi decenni, di grandi invenzioni come la macchina industriale a vapore, la ferrovia, l'energia elettrica, l'illuminazione a gas e quella elettrica, il telegrafo, la dinamite, e nella seconda fase della rivoluzione, il telefono e l'automobile, ha rapidamente trasformato la vita della popolazione e coinvolto l'intero quadro sociale dei paesi industrializzati, modificando alla radice secolari abitudini di vita e contribuendo ad un rapidissimo cambio di mentalità e di aspettative degli individui.

Anche i rapporti fra le classi sociali furono profondamente modificati: l'aristocrazia, già messa in crisi dalla Rivoluzione francese, perse definitivamente, con la Rivoluzione industriale, il suo primato, a favore della borghesia produttiva. Parallelamente si formò per la prima volta una vasta classe, che sarà definita da Karl Marx "classe operaia" che solo a distanza di decenni, lentamente e faticosamente, riuscirà a conquistare un suo peso sociale e politico nella vita dei paesi industrializzati.


Note  [modifica]
^ [http://www.itismaglie.it/html/pdidattici/Settecento/700/spoletta.htm
^ Stefano Battilossi, Le rivoluzioni industriali, Carocci, Roma, 2002, ISBN 88-430-2158-3

Bibliografa  [modifica]
T.S. Ashton, La rivoluzione industriale. 1760-1830 -- Laterza, Bari 1970
F.D. Klingender, Arte e rivoluzione industriale-- Einaudi, Torino, 1972
Pat Hudson, La rivoluzione industriale -- Il Mulino, Bologna, 1995

Voci correlate  [modifica]
Rivoluzione agricola
Seconda rivoluzione industriale
Rivoluzione industriale in Inghilterra
Terza rivoluzione industriale

Rivoluzione industriale in Inghilterra
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Storia dell'Inghilterra

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La rivoluzione industriale in Inghilterra è stata delimitata da Thomas S. Ashton fra il 1760 e il 1830 e corrisponde alla prima rivoluzione industriale, comportando un insieme di rivoluzioni settoriali: dallâagricoltura ai trasporti, dalla popolazione alle innovazioni tecniche e finanziarie. Le cause di questo fenomeno dâindustrializzazione non sono interamente definite, più elementi convergenti e reciprocamente trainanti lâhanno determinato. La macchina a vapore, con la quale spesso si identifica la rivoluzione industriale, è solo uno fra i tanti fattori dell'industrializzazione e solo una fra le innumerevoli innovazioni tecniche dellâepoca. La prima rivoluzione industriale inglese riguarda il settore tessile e metallurgico ed è preceduta dalla rivoluzione agricola. La seconda rivoluzione industriale inglese avrà luogo attorno al 1850.

La storia economica contemporanea ha dato importanza al ruolo svolto dalla rivoluzione agricola che l'Inghilterra ha vissuto a partire dalla metà del XVIII secolo, quale base determinante per la successiva rivoluzione industriale. Il commercio internazionale, inizialmente considerato determinante, è quindi stato fortemente ridimensionato. Il ruolo svolto dalla rivoluzione agricola comporta più aspetti:

l'incremento della produzione agricola ha potuto sostenere lo sviluppo demografico, iniziato a metà del XVIII secolo, fornendo una maggiore e migliore alimentazione;
l'incremento produttivo agricolo ha pure liberato forza lavoro che è stata assorbita dall'industria del cotone e metallurgica in espansione;
l'aumento della produttività nell'agricoltura e l'incremento del reddito agricolo ha creato sbocchi al mercato interno per i prodotti industriali;
il miglioramento e la diffusione di utensili agricoli ha sostenuto la domanda di ferro incentivando la produzione e l'innovazione nell'attività metallurgica.
La rivoluzione agricola inglese è sorta grazie a trasformazioni istituzionali, come le recinzioni, e la diffusione di nuove tecniche e pratiche agricole (high-farming) per lo più importate dai vicini Paesi Bassi.
Leggi sulle recinzioni - Fra il 1700 e il 1810, il Parlamento inglese ha emanato una serie di Enclosures acts (leggi sulle recinzioni) che obbligavano a recintare i terreni, in particolari i campi aperti (open lands) e i campi comuni (commons lands). LâInghilterra possedeva innumerevoli piccoli proprietari terrieri (yeomen) i cui possedimenti erano piccoli e sparsi riducendo la possibilità di introdurre innovazioni e di conseguenza di migliorarne i rendimenti. Le leggi sulle recinzioni hanno favorito la redistribuzione e il raggruppamento delle terre ingrandendone la dimensione, a tutto vantaggio dei grandi proprietari che spinsero e sostennero queste leggi. I piccoli proprietari terrieri (yeomen) furono le prime vittime della trasformazione economica inglese del XVIII secolo, in quanto furono spesso obbligati a vendere le loro terre non avendo risorse sufficienti per effettuare le recinzioni. Anche i cottagers, che non possedevano terre proprie ma beneficiavano dell'accesso alle terre comuni destinate a scomparire, persero una fonte importante di sussistenza e furono spinti o a lavorare per i grandi proprietari o a cercare fortuna nelle città. Gli yeomen e i cottagers contribuirono così ad alimentare la forza lavoro della quale lâindustria nascente necessitava.
High-farming - Lâaumento della dimensione del singolo appezzamento di terra e la loro recinzione permisero un incremento della produttività agricola attraverso lâintroduzione di nuove tecniche, generalmente definite con il termine Sistema di Norfolk, dal nome della contea inglese dove, verso la metà del XVIII e sotto la spinta del pioniere Lord Townshend, vennero sperimentate e successivamente pubblicizzate importanti innovazioni. In particolare si ritengono:

l'abbandono progressivo del maggese e l'introduzione di una rotazione continua delle terre;

l'introduzione e l'estensione di nuove colture;

il miglioramento degli utensili tradizionali e l'introduzione di nuovi;

la selezione delle sementi e dei riproduttori animali;

l'estensione e il miglioramento delle terre arabili (drenaggio del suolo e spargimento di concime animale;

l'estensione dell'uso dei cavalli nei lavori agricoli.

Più tardi, anche Arthur Young contribuì alla conoscenza e alla diffusione delle nuove tecniche agricole.
La produttività del lavoro agricolo aumentò del 90% fra il 1700 e il 1800, mentre la popolazione attiva nellâagricoltura passò dal 70% al 37%.

Indice [nascondi]
1 Rivoluzione demografica
2 Rivoluzione tecnica
2.1 Settore tessile
2.2 Settore metallurgico ed estrattivo
2.3 Macchina a vapore
3 Rivoluzione dei trasporti
4 Rivoluzione finanziaria
5 Bibliografia



Rivoluzione demografica  [modifica]
Dopo essere stata stabile con tendenze pure a regredire, la popolazione inglese ha iniziato attorno al [1750 a crescere sempre più rapidamente. Da 5,8 milioni allâinizio del secolo, passerà a 9.1 milioni 1800 fino a superare i 40 milioni (1914). I tassi di crescita demografica superano facilmente il 5% con periodi a tassi superiori anche al 10-15%. Le cause di questo sviluppo vennero inizialmente attribuite alla riduzione della mortalità e al progresso in campo medico. Tuttavia, il vaccino contro il vaiolo di Jenner è stato introdotto solo dopo il 1796. I progressi della medicina avranno infatti effetto solo durante i primi decenni del XIX secolo. Lâaumento demografico registrato a partire dal 1750 è dato dallâeffetto forbice: riduzione del tasso di mortalità e aumento del tasso di natalità determinati da fattori economici, primi fra tutti il miglioramento alimentare apportato dalla rivoluzione agricola. Lâaumento del tasso di fecondità va però anche ascritto ai matrimoni più precoci e alle nascite illegittime che hanno accompagnato lo sviluppo urbano e la vita di fabbrica. Lo sviluppo demografico non è però un fattore sufficiente per dare avvio allâindustrializzazione. Al contrario, potrebbe essere causa di povertà se la produzione economica non riesce a progredire con lo stesso ritmo. Determinante è allora lâapporto delle innovazioni tecniche che permettono di incrementare sostanzialmente la capacità produttiva dellâInghilterra.


Rivoluzione tecnica  [modifica]
La rivoluzione industriale è un processo che permette di passare da un sistema produttivo artigianale basato su strumenti manuali ad un sistema industriale basato sulla macchina. Lâinvenzione di nuove tecniche, di nuovi macchinari e lâapplicazione di nuove fonti energetiche sono quindi centrali per la rivoluzione industriale. Occorre distinguere, come ci ricorda Schumpeter, fra lâinvenzione e lâinnovazione. La prima, generalmente risultato di una persona intellettualmente brillante, non si traduce necessariamente nella seconda, applicazione di unâinvenzione ad una determinata attività con diffusione ad un intero settore. Lâinvenzione, attività più intellettuale che pratica, ha raramente arricchito il proprio ideatore, mentre lâinnovazione ha riempito le tasche degli intraprendenti innovatori che hanno fiutato lâinteresse di applicare a fini produttivi una tecnica inventata. Ci ricorda sempre Schumpeter, che unâinnovazione non trova origine solamente da unâinnovazione tecnica, ma può anche derivare dalla creazione di un nuovo prodotto o dalla conquista di nuovi mercati. Fra gli inventori si classa Samuel Crompton, ideatore della Mule, mentre fra gli innovatori si conta Arkwright.


Settore tessile  [modifica]
Il settore tessile inglese del XVIII secolo era costituito, attraverso una serie di trasformazioni illustrate da Paul Mantoux, da mercanti-manifatturieri che si servivano di lavoratori a domicilio, i quali erano anche attivi nellâagricoltura, per la cardatura, la filatura e la tessitura dei tessuti fornendo loro la materia prima e riacquistando da loro il prodotto finito (putting-out-system). Fino alla rivoluzione industriale, il settore tessile inglese era dominato dalla lana i cui tessuti venivano pure esportati.
Progressi tecnici avvengono nella tessitura con lâinvenzione nel 1733 della spoletta volante di John Kay. Questa invenzione determinò un aumento nella velocità di tessitura incrementando però il disequilibrio nei confronti della filatura che non riusciva a produrre altrettanto velocemente.
James Hargreaves (Spinning-Jenny o giannetta, 1765), Richard Arkwright (Water-Frame o filatoio idraulico 1767), Samuel Crompton (Mula, 1774-79) e Kelly (Mula automatica, 1790) brevettarono macchine per filare il cotone riducendo questo disequilibrio. Richard Arkwright, avendo uno sviluppato senso degli affari e unâevidente attitudine ad innovare, installò il filatoio idraulico in fabbriche costruite ai bordi di fiumi per sfruttare lâenergia motrice dellâacqua.
La tessitura vide un nuovo progresso tecnico con la costruzione della prima macchina automatica per tessere di Edmund Cartwright (1785), inizialmente mossa da cavalli e dal 1789 dalla macchina a vapore.
Le nuove tecniche di filatura e tessitura rimpiazzarono, malgrado iniziali resistenze, il lavoro a domicilio basato su tecniche manuali e portano alla costruzione di fabbriche nelle quali i nuovi macchinari venivano messi in funzione e verso le quali converge la forza lavoro. Nasce così il capitalismo industriale.
La produzione di tessuti in cotone aumenta vertiginosamente, così come la richiesta di cotone greggio che viene sempre più importato. La loro qualità permette di sostituire i prodotti cotoniferi importati, fino a quel momento, dallâIndia.
Secondo alcuni autori, come ad esempio Cameron e Neal e già lo stesso Paul Mantoux, l'industria cotoniera inglese poté innovarsi e svilupparsi più rapidamente rispetto al settore tessile basato sulla lana e il lino, in quanto non appesantito dalla tradizione e dalle regolamentazioni. Anche le caratteristiche fisiche della materia prima del cotone, rispetto alla lana e al lino, hanno permesso una rapida introduzione di processi lavorativi meccanizzati. I progressi tecnici dallâindustria del cotone si estendono allâinsieme dellâindustria tessile, in particolare alla lana e al lino, ma solo nel corso del XIX secolo.
L'industria cotoniera fu il settore trainante principale che alimentò la rivoluzione industriale, la sua espansione avvenne principalmente nella regione attorno a Manchester.


Settore metallurgico ed estrattivo  [modifica]
La legna era il principale combustibile utilizzato per fondere minerali di ferro. Lâinsufficienza di riserve boschive e il loro rapido declino costituiva un collo di bottiglia problematico tale da frenare la produzione di ferro. Abraham Darby identifica fra il 1709 e il 1710 il modo di utilizzare il carbone fossile la cui combustione negli altiforni permette di produrre la ghisa accelerando lo sviluppo, parallelamente, della produzione di ferro e di carbone. Lâinvenzione del puddlage, brevettato da Henry Cort nel 1784, completa le tecniche necessarie allo sviluppo della metallurgia.
La domanda di carbone aumentava sotto la pressione dello sviluppo della metallurgia mentre il macchinismo permetteva di migliorare i metodi e le condizioni di lavoro nelle miniere.
La macchina a vapore, quale nuova fonte di energia, permise la costruzione di macchine in ferro sempre più grandi creando un effetto di traino sullâindustria metallurgica.
L'industria metallurgica durante la rivoluzione industriale inglese si concentrò in varie zone, ma principalmente attorno a Birmingham, Sheffield, Cardiff, Newcastle e Whitehaven, tutte città in prossimità di importanti giacimenti di carbon fossile.


Macchina a vapore  [modifica]
Benché nota fin dal XVI secolo, la macchina a vapore si sviluppò con le costruzioni di Savery e di Thomas Newcomen per la costruzione di pompe a vapore utilizzate per evacuare lâacqua dalle miniere di carbone e di rame. Fu però James Watt a costruire il primo vero modello di macchina a vapore (1765), che divenne il simbolo della rivoluzione industriale, migliorando quella di Newcomen. Solo nel 1781, Watt definì come trasformare il movimento dâoscillazione in movimento circolare permettendo, grazie anche allâapporto di John Roebuck e di Mathew Boulton, un utilizzo pratico della macchina a vapore. Nel 1800 câerano 11 macchine a vapore a Birmingham, 20 a Leeds e 32 a Manchester. Le applicazioni della macchina a vapore hanno coinvolto più attività e settori. Nel 1785, una prima macchina a vapore venne istallata per la filatura. La macchina a vapore poté così sostituire altre forze energetiche, prime fra tutte l'acqua, per azionare i macchinari tessili (principalmente per la filatura) dando un contributo importante all'aumento della produttività nel settore permettendo allo stesso tempo la diffusione di fabbriche tessili in luoghi abbondanti di carbon fossile, come Manchester che da 2 filande di cotone nel 1782 passò a 52 filande venti anni dopo. Fu infatti attorno al 1790 che la Mula di Samuel Crompton venne adattata al vapore. La macchina a vapore venne poi applicata anche alla tessitura. L'applicazione della macchina a vapore ai mezzi di trasporto su rotaia ebbe un ruolo importante per lo sviluppo della ferrovia in Inghilterra come in altri Stati. Tuttavia, a differenza di altri Stati dove la ferrovia fece da traino per lo sviluppo dell'intera economia assumendo la guida del processo di industrializzazione, in Inghilterra lo sviluppo della ferrovia avvenne in un secondo tempo, a rivoluzione industriale già avviata e ben assestata. Infatti, se la prima locomotiva funzionante venne costruita, dall'ingegnere minerario Richard Trevithick, nel 1801, la prima vera linea ferroviaria di trasporto (Liverpool-Manchester) fu inaugurata solo nel 1830. Anno che chiude la prima fase della rivoluzione industriale inglese.


Rivoluzione dei trasporti  [modifica]
Allâinizio del XVIII secolo, le vie di comunicazione inglesi erano in ritardo rispetto a quelle di altri paesi europei, fra i quali la Francia. Nella seconda metà del XVIII secolo, in Inghilterra si assiste alla costruzione di strade e canali fornendo un contributo determinante per lo sviluppo degli scambi commerciali e per la formazione del mercato interno. Fra il 1760 e il 1774, il Parlamento inglese, con lâintento di permettere uno spostamento rapido delle proprie truppe in ogni stagione dellâanno, ha emanato una serie di atti legislativi per migliorare le strade esistenti e per costruirne di nuove attraverso il sistema del pedaggio (turnpike roads) che incoraggiò lâiniziativa privata. John Metcalf, Telford e Macadam furono fra i primi costruttori di strade. Lâassembramento e la redistribuzione delle terre agricole realizzato grazie alle recinzioni favorì la costruzioni di strade, in quanto si poteva più facilmente identificare e stabilire il tracciato della strada da costruire. I primi canali vennero costruiti per il trasporto di carbone ad uso industriale o domestico. Ispirandosi a quanto realizzato dai francesi, il Duca di Bridgewater, che possedeva miniere di carbone a Worsley, fece costruire fra il 1759 e il 1761 un canale â" il primo in Inghilerra - per trasportare il carbone verso le fabbriche di Manchester. L'importante riduzione del costo di trasporto permise di ridurre il prezzo di vendita del carbone incentivando altre iniziative simili tale da determinare negli ultimi decenni del XVIII una sorta di âfebbre dei canaliâ sostenuta da iniziative private. Tutte le attività economiche poterono trarre beneficio dal sostanziale miglioramento delle vie di comunicazione che ne risultava. Contrariamente ad altri paesi, come negli Stati Uniti e in Giappone, la costruzione di reti ferroviarie non fu un elemento principale della rivoluzione industriale inglese. La ferrovia e la relativa locomotiva a vapore poté espandersi solo con l'introduzione della macchina a vapore che non avvenne prima del 1830.


Rivoluzione finanziaria  [modifica]
Tre elementi compongono la rivoluzione finanziaria, fattore a volte trascurato ma non meno importante per lo sviluppo della rivoluzione industriale, che ha caratterizzato lâInghilterra durante il XVIII e il XIX secolo.

La stabilità monetaria â" La lira sterlina, nel periodo 1560-1914, attraversa e supera due crisi importanti (la prima nel 1694 e la seconda nel periodo 1797-1821) senza che questo abbia intaccato la sua parità. La crisi di fiducia del 1694 è stata provocata da cattivi raccolti e dai pagamenti della guerra contro la Francia, mentre la seconda crisi (1797-1815) è stata determinata essenzialmente dalle difficoltà finanziarie provocate dallâuscita di oro e di argento utilizzati per pagare i costi della guerra contro la Francia. Nel 1797, su proposta di William Pitt viene introdotto con il Bank Restriction Act il corso forzoso della lira sterlina, misura inizialmente prevista per una durata di 6 mesi che rimarrà però in vigore per 24 anni, fino al 1821. Inoltre negli anni 1809-10, si assiste allo sviluppo dellâinflazione: la moneta perde quindi potere dâacquisto. Questa crisi viene risolta, su consigli di David Ricardo, con una politica di rivalutazione, le cui conseguenze in termini di aumento dei prezzi dei beni dâesportazione sono bene sopportate da unâindustria e un commercio molto solidi. Il periodo critico si conclude nel 1816 con la reintroduzione della parità aurea.
La creazione del debito pubblico â" LâInghilterra adotta una politica coerente delle finanze pubbliche basata, da una parte, sul prelevamento diretto delle imposte attraverso le Regie sbarazzandosi così degli intermediari fiscali e, dallâaltra parte, realizzando una politica dâindebitamento sul lungo termine con tassi dâinteresse elevati ma garantiti dalle imposte. Gli interessi vengono pagati con le entrate fiscali, mentre alla scadenza del prestito il capitale viene rinnovato con lâemissione di nuovi titoli di debito. Infine, viene creato un mercato finanziario sul quale si possono scambiare i titoli del debito pubblico assicurandone la loro liquidità. Lâindebitamento pubblico aumenterà senza per questo provocare, contrariamente a quanto sostenuto da molti in quel periodo, difficoltà economiche particolari.
Il sistema bancario inglese â" La Banca dâInghilterra, fondata nel 1694, assume un ruolo centrale per lâintero sistema bancario inglese. Si assiste ad uno sviluppo considerevole del numero di istituti bancari sia a Londra sia in provincia, sviluppo sostenuto dalle necessità in termini di circolazione delle lettere di cambio e dei biglietti come pure della distribuzione di prestiti propri di unâattività economica in crescita. Fino al 1797, le banche emettono biglietti monetari (propri) contro il deposito di moneta metallica, a partire da quella data, non essendo i biglietti monetari non più convertibili, raccolgono depositi in moneta cartacea emessa dalla Banca dâInghilterra che assurge a prestatore in ultima istanza per lâintero sistema bancario. La moneta della Banca dâInghilterra viene utilizzata per i pagamenti interbancari, mentre a partire dal 1770, la moneta cartacea sostituisce la moneta metallica. Anche la borsa di Londra si sviluppa, restando però seconda al mercato finanziario di Parigi. Il mercato finanziario londinese diventerà la capitale finanziaria, sorpassando quindi la borsa di Parigi, solo nel 1870.

Bibliografia  [modifica]
Bairoch, Paul - Victoires et déboires. Histoire économique et sociale du monde du XVI siècle à nos jours, volume I, Editions Gallimard, 1997.
Cameron, Rondo e Neal, Larry - Storia economica del mondo - II. Dal XVIII secolo ai nostri giorni, Il Mulino, 1993 (nuova edizione, 2002).
Mantoux, Paul - La rivoluzione industriale, Editori Riuniti, 1971.
Niveau, Maurice - Histoire des faits économiques contemporains, Presses Universitaires de France, 1989.puffunghenghe
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_industriale_in_Inghilterra"
Categorie: Storia economica | Storia dell'industria | Storia dell'Inghilterra

Seconda rivoluzione industriale
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La seconda rivoluzione industriale è il processo di sviluppo industriale iniziato nella seconda metà del XIX secolo.

L'acciaio permise nuove soluzioni nel campo della meccanica e il cemento armato, nel 1870 in quello delle costruzioni. Lo stesso modo di produrre mutò a fondo: accanto a macchine sempre più evolute, in grado di prendere il posto dell'operaio comparve la catena di montaggio: un lavoro difficile, come costruire un auto, veniva ora diviso in tanti piccoli lavori semplici che anche un analfabeta sapeva svolgere.

Il termine industria è antichissimo ma è solo alla fine del Settecento che acquista l'accezione di "settore manifatturiero".

La locuzione rivoluzione industriale, usata molto probabilmente per la prima volta già negli anni venti del XIX secolo, modellato ed in analogia con il termine Rivoluzione francese (tesi sostenuta da Raymond Williams), è stato sicuramente citato, secondo lo storico Fernand Braudel, nel 1837 dall'economista francese Adolphe Blanqui, fratello del celebre rivoluzionario Auguste Blanqui. Fu però definitivamente consacrata solo nel 1884 da Arnold Toynbee con la pubblicazione delle sue Conferenze sulla rivoluzione industriale in Inghilterra.

Fu tra l'altro utilizzata in precedenza da:

Karl Marx ne Il Capitale (1867);
John Stuart Mill nei suoi Principi (1848);
Friedrich Engels ne La situazione della classe operaia in Inghilterra (1845).
Indice [nascondi]
1 Definizione di rivoluzione industriale
2 Le innovazioni tecnologiche
3 Trasporti
4 Comunicazioni
5 Voci correlate



Definizione di rivoluzione industriale  [modifica]
Processo di trasformazione economica che da un sistema agricolo-artigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica, dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come ad esempio i combustibili fossili) e dalla diffusione della fabbrica come principale luogo di produzione nel quale si concentrano i mezzi di produzione (forza lavoro e capitale). Ne consegue un notevole incremento, quantitativo e qualitativo, delle capacità produttive di un Paese.

Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima riguarda il settore tessile-metallurgico e comporta l'introduzione della macchina a vapore, mentre la seconda rivoluzione industriale avviene con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. L'introduzione e l'ampia diffusione dell'informatica da avvio alla terza rivoluzione industriale, legata questa volta al settore dei servizi, dell'agricoltura, e dell'industria (perché ormai si programma tutto con il computer).[citazione necessaria]

La rivoluzione industriale comporta una profonda ed irreversibile trasformazione che parte dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'apparizione delle fabbrica e della macchina modifica i rapporti fra gli attori produttivi. Nasce così la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorge anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira ad incrementare il profitto della propria attività.


Le innovazioni tecnologiche  [modifica]
Dal 1850 in poi, si ebbe in Europa e negli Stati Uniti uno sviluppo tecnologico senza precedenti, che assicurò ai paesi Occidentali la supremazia tecnica in tutto il mondo. La caratteristica che più lo differenzia dalla precedente Rivoluzione Industriale sta nel fatto che le innovazioni tecnologiche non sono frutto di scoperte occasionali ed individuali, bensì da ricerche specializzate in laboratori scientifici e nelle università finanziate dagli imprenditori e dallo stato per il miglioramento dell'apparato produttivo.

I settori in cui si ebbero i maggiori risultati furono quello metallurgico con l'acciaio, quello chimico e quello elettrico. Nel settore metallurgico, giocarono un ruolo fondamentale la realizzazione del Convertitore Bessemer e il Forno Martin-Siemens. Essi permisero la realizzazione di macchine e utensili più robusti e resistenti del ferro che causava problemi per la sua tendenza ad usurarsi rapidamente.

Nel campo chimico, vi furono tra le industrie, fortissime competizioni che portarono in pochissimi anni alla scoperta di nuovi prodotti come fertilizzanti, coloranti sintetici, ammoniaca, dinamite, soda e prodotti farmaceutici quali cloroformio, disinfettanti e analgesici.

Più lento fu invece lo sviluppo dell'apparato elettrico ancora in via di sperimentazione ed ebbe un deciso incremento solo dopo il 1870, quando si produssero i primi generatori (dinamo e motore elettrico, nonostante fossero già in uso da un bel pezzo, risultarono poco convenienti e poco versatili per i processi produttivi).


Trasporti  [modifica]
I trasporti nella seconda metà dell'Ottocento divennero assai più sviluppati e complessi. Dopo che il sistema ferroviario uscì dalla fase pionieristica, subì un accrescimento senza precedenti; in alcuni paesi le ferrovie ebbero un incremento del 1000%: negli Stati Uniti si passò da 15000 km di linee ferroviarie a più di 150000 km. Inoltre in alcune delle più importanti città Europee ed Americane, si ebbe la costruzione delle prime metropolitane.

Per quanto riguarda il sistema navale, grazie allo sviluppo della metallurgia e all'introduzione dell'elica, si poterono costruire i primi scafi in ferro e successivamente in acciaio, che permisero la costruzione dei robustissimi transatlantici. Piano piano, le navi a vela vennero soppiantate da quelle a vapore grazie anche all'avvento dei motori compound.


Comunicazioni  [modifica]
Parallelamente ai trasporti, anche le comunicazioni si fecero più veloci e intense. La scoperta dell'elettromagnetismo e l'invenzione del telegrafo permisero le prime comunicazioni intercontinentali. Questo tipo di comunicazione ebbe un ruolo decisivo per il graduale sviluppo dell'interdipendenza tra i vari stati del pianeta.

Con terza rivoluzione industriale si intendono tutti i cambiamenti tecnologici e industriali venutisi a creare dall'inizio degli anni cinquanta del XX secolo fino ai giorni nostri.

Indice [nascondi]
1 Lo spazio
2 Elettronica, Telematica, Informatica
3 Le telecomunicazioni
4 I padroni delle informazioni
5 Voci correlate



Lo spazio  [modifica]

Passeggiata sulla LunaNegli anni successivi alla seconda guerra mondiale, USA e Unione Sovietica si contesero per decenni il primato dellâesplorazione spaziale. Inizialmente i russi ebbero la meglio, lanciando in orbita il satellite artificiale Sputnik I (1957) . Nello stesso anno, inoltre, mandarono nello spazio il primo essere vivente, Lajka, una cagnetta. Un anno dopo, anche gli americani lanciarono in orbita un loro satellite, ma poco tempo dopo i sovietici inviarono nello spazio il primo essere umano: Yuri Gagarin (1961).

Nel 1969 anche gli statunitensi riuscirono ad avere un proprio primato nella storia dellâ industria aerospaziale, mandando sulla Luna lâApollo 11, che con il suo equipaggio atterrò sul suolo lunare, sul quale per la prima volta âpasseggiaronoâ degli esseri umani.

Negli anni successivi vi sono state enormi innovazioni nel campo aerospaziale. Per esempio nel 1981 fu inventato il cosiddetto Space Shuttle, un particolare velivolo che ha rivoluzionato la conquista dellâuniverso. Dagli anni settanta ad oggi vi è stato un forte aumento di lanci di satelliti artificiali, del quale USA ed Europa detengono lâindiscusso primato. Uno degli scopi principali del loro utilizzo è il campo delle telecomunicazioni. Questi vengono inoltre utilizzati per rilevamenti meteorologici e geologici, ma anche a scopi militari.


Elettronica, Telematica, Informatica  [modifica]

Tipico supporto CD visto dal lato su cui avviene la lettura e scritturaLâelettronica, la telematica e lâinformatica sono i campi su cui è maggiormente incentrata la terza rivoluzione industriale. Lâelettronica studia lâimpiego dellâelettricità per elaborare e trasmettere informazioni. Il più grande passo avanti della storia di questo campo corrisponde allâinvenzione del personal computer (1977), un apparecchio di piccolissime dimensioni alla portata di tutti. Negli ultimi anni si è particolarmente teso a potenziare enormemente i computer riducendone allo stesso tempo la grandezza. La diffusione dei PC è aumentata considerevolmente dopo lâavvento di Internet, la più grande finestra sul mondo.

Un'altra importante innovazione è lâintroduzione della telematica. Questo campo comprende telecomunicazioni e media. Infine lâinformatica è lâinsieme degli studi incentrati sullâinformazione e sulla sua trasmissione. Questi tre grandi settori hanno contribuito e continueranno a contribuire non solo allâevoluzione tecnologica, ma anche al cambiamento radicale della nostro modo di vivere.


Le telecomunicazioni  [modifica]
Un'altra rilevante rivoluzione del nostro tempo è rappresentata dalle telecomunicazioni, che sempre con più facilità mettono in contatto miliardi di persone ogni giorno. Nell'ultimo decennio è accresciuto enormemente l'uso dei telefoni cellulari; basti pensare che nelle zone sviluppate del globo, vi è un telefonino per ogni abitante. Un altro importante tassello nel puzzle della rivoluzione industriale è Internet, la più grande rete di comunicazione del mondo, attraverso il quale vengono inviate ogni giorno diversi milioni di e-mail. In questi ultimi anni si sta lavorando alla domotica e alla burotica, ossia lo studio e l'impiego di sofisticate tecnologie tese a migliorare la vita quotidiana.


I padroni delle informazioni  [modifica]
L'informazione ed in particolare il controllo dei flussi da essa derivante ha una notevole importanza strategica. Spesso consente un controllo sia economico che politico di intere regioni geografiche. Si può facilmente spiegare il perché i Paesi più ricchi del mondo detengano in modo quasi esclusivo sia le fonti tecnologiche che i mezzi di comunicazione. I mezzi informatici sono legati totalmente ai Paesi sviluppati, mentre sembrerebbe che grazie ai satelliti il vantaggio dei Paesi ricchi sia minore, ma non è così. Nei Paesi del cosiddetto Terzo Mondo vi sono meno di 100 televisori ogni 1000 abitanti, a differenza dei 494 in Italia e dei 731 in Giappone.

I Paesi poveri hanno poche reti nazionali e molto spesso ascoltano le trasmissioni provenienti dai canali televisivi dei Paesi più sviluppati. Ciò porta al cosiddetto "choc culturale", causato da questo brusco contrasto tra la loro realtà di vita e quella dei Paesi più ricchi. Nei casi estremi vi è una vera e propria miticizzazione da parte di queste nazioni verso i Paesi ricchi

http://it.wikipedia.org/wiki/Terza_rivoluzione_industriale

Da: zio tom12/04/2008 01:34:16
Fulsere, un grazie da tutta la comunita' rosicante per il tuo prezioso contributo!

Da: pippina12/04/2008 05:24:21
...e mi sono fatto i "lineamenti di storia economica" ...in economia... grazie cumpà, studiare dal 3d è stata una bela esperienza!.

Da: dubbio12/04/2008 07:36:51
grazie fuls

Da: bloom12/04/2008 09:12:00
ciao a tutti
un grazie al grande fulsere
oggi se tutto va bene finisco  comunitario e poi si inizia a ragionare su cose concrete!!

Da: uno dei 350(ora dei 51)12/04/2008 12:03:26
amici , vedo che il forum ha mollato inutili beghe e torna all'utilità, all'allegria ed all'ironia che lo generato.

Grazie Fulsere

Da: dubbio12/04/2008 12:06:21
1/51, sono contento anch'io di questo, e noto anche che siamo tutti impegnatissimi e che in pochi scrivono. beh, meglio così.

Da: esperanda12/04/2008 12:09:54
Ciao bella gente!!!

Da: dubbio12/04/2008 12:11:25
ciaaaaaoooo esperanda

Da: esperanda12/04/2008 12:13:43
Abbandono comunitario per preparare il pranzo...sapete com'è i figli reclamano il pranzo (in verità più di tutti il papà)

Da: dubbio12/04/2008 12:17:57
oggi pasta e ceci per me, ma cucina mia moglie...

Da: pippina12/04/2008 12:38:58
a me comincia a passare l'appetito progressivamente, giorno dopo giorno, fino agli orali. ma bisogna vedere il lato positivo:andra via la pancia e sarò meno bruttina.

Da: NRF12/04/2008 12:52:49
weekend all'isola d'elba per me...ma vi penserò, giuro!!!

Da: dubbio12/04/2008 13:19:09
colleghi romani, apprendo che la terra ha ballato dalle vostre parti, com'è andata?

Da: Ciccio12/04/2008 13:54:02
Beato te NRF!

Da: dubbio12/04/2008 14:22:53
rispondo per RNF: intanto è donna, e in secondo luogo "beata" non mi pare proprio il caso, dato che sicuramente avrebbe preferito avere da studiare. probabilmente non sai di chi si tratta.

Da: bloom12/04/2008 18:20:00
finito comunitario, sono esausta! non so cosa mi rimarrà in testa.ho una difficoltà enorme a memorizzare tale materia.
Al confronto sdf sembrerà un romanzetto.
E' sabato e stasera ci vuole uno stacco però!
buona serata a tutti!

Da: Alta Marea12/04/2008 18:49:31
Comunitario non l'ho neppure cominciato, ma diritto del lavoro sì. Ne vogliamo parlare? Bleah!!La terra ha ballato stamattina dalle mie parti, praticamente l'epicentro era quasi sotto casa mia, che sia un segno dall'alto?

Da: dubbio12/04/2008 18:56:50
speriamo positivo!

Da: bloom12/04/2008 19:05:40
per alta marea
diritto del lavoro io lo lascio verso la fine e ci starò su parecchio xchè il commissario è un esperto in materia.
la mia domanda è questa. All'orale ognuno dovrebbe sorteggiare una busta con le proprie domande. Ma siamo sicuri che sono  una per ogni materia  del bando invece che una selezione delle materie, con pesi diversi (che so 3 di amministrativo 2 di civile ecc..)?
ma qualè la zona del terremoto?

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