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Polizia Penitenziaria, 133 vice commissari
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Da: mosè23/09/2009 17:39:42
meglio la municipale

Da: x i signori del DAP23/09/2009 17:52:29
NON SI PUò ESSERE COSì STRAFOTTENTI !!! è VERGOGNOSA LA VOSTRA GESTIONE DEL PERSONALE !!! SE NON SIETE IN GRADO, TORNATEVENE A CASA, ANDATE IN PENSIONE, LICENZIATEVI...POVERI NOI !!

Da: Aspirante...23/09/2009 18:11:34
condivido in pieno il post di "x i signori del DAP"!!!

Da: educatore23/09/2009 18:17:55
....intanto i nostri corsi sono già pianificati...so anche a che ora devo andare al bagno

Da: pol23/09/2009 18:53:38
Gli educatori ci mancavano. Adesso si fa vivo pure l'inps e siamo a posto

Da: x educatore23/09/2009 20:30:20
buon per Te, siamo contenti...

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
Scaricala subito GRATIS!

Da: titti23/09/2009 22:23:46
w la forestale

Da: Contabile24/09/2009 07:52:04
Condivido in pieno quanto detto da "per i sig. del dap", hanno bandito tutti questi concorsi 5 anni fa e siamo ancora tutti "a pane e acqua ...."
La cosa che piu' di tutte infastidisce è l'arroganza e la maleducazione di alcuni(non tutti)impiegati dell'uff. concorsi, in particolare del dott........xxxx ,la sua spocchia non so proprio dove se la poggia visto che poi quelle poche info che cerca di dare sono pure sbagliate.......si sfottono pure di rispondere a tel. dopo che si pappano 2000 e si da' il caso che a pagarglieli contribuiamo anche noi....!!
VERGOGNATEVi e soprattutto non bandite piu' concorsi al dap....!!

Da: MAH24/09/2009 10:13:15
Ragazzi, news??
Grazie.

Da: MAH24/09/2009 10:13:51
Ragazzi, news??
Grazie.

Da: ragazzi mobilitiamoci..24/09/2009 10:54:36
Sono disposto a venire a roma dalla sicilia ( se fossi uno di quei raccomandati ne avrei bisogno??) per creare una delegazione al fine di parlare con qualcuno..io sono stanco di essere snobato da quelli dell'uff. concorsi!Direi che sia l'ora di far qlc....

Da: EVETT7524/09/2009 11:21:18
RAGAZZI IERI MATTINA MI HANNO TELEFONATO DA ROMA E LA SITUAZIONE E' QUESTA: VERSO META' NOVEMBRE SAPREMO SE LA SEDE DEL CORSO SARA' ROMA OPPURE CATANIA DATO CHE ANCORA NON E' STATO DECISO NULLA. IL CORSO AVRA' INIZIO VERSO LA META'- FINE DI DICEMBRE. QUESTO E' QUANTO. TUTTO IL RESTO SONO CHIACCHIERE. BUONA GIORNATA E CERCATE DI IMPEGNARE QUESTI 3 MESI IN QAULCHE MODO REDDITIZIO.
A PRESTO

Da: news a metà novembre..24/09/2009 11:38:16
per poi partire a metà dicembre..ma se qualche povero fesso tra di noi magari lavora, come e ,soprattutto, quando potrà mai dare il preavviso al datore di lavoro? vi sembra normale?

Da: Giasone x EVETT7524/09/2009 11:43:59
Grazie per le news. A quanto pare non vale più quanto affermato in precedenza da vice commissario (mi scuso se ho interpretato male), cioè era data per certo la partenza a Gennaio.

Da: scusa24/09/2009 11:44:41
ti hanno tel da roma? e tu chi cazzo saresti?

Da: ULTIME NOVITA''24/09/2009 12:00:28
Ho saputo che una ragazza dichiarata non idonea alle visite mediche, in seconda istanza ha ricevuto l'idoneità e quindi rientrerà nei 114.
Secondo voi i posti diventeranno 115 o l'attuale 114° diventerà 115° e quindi, aumenterà la fila dei "brocchi".
Un saluto

Da: ...x evet24/09/2009 12:15:23
beh.....speriamo che la notizia sia fondata
sarebbe un piccolo passo in avanti....metà dicembre non è febbraio.
fermo restando che le soluzioni per chiamarci ad ottobre ci sarebbero state tutte.

Tuttavia sarebbe stato necessario uno slancio culturale da parte dei vertici del dap....slancio che ora come ora non credo sia possibile

grazie per la news

Da: x ultime novità24/09/2009 12:26:49
e quando l'avrebbe ricevuta, scusa? Dopo la pubblicazione della graduatoria sulla G.U.? Se ci fosse stata questa ragazza "in forse", avrebbero aspettato a pubblicare l'annunicio sulla G.U., che invece fa suo in toto il contenuto del Bollettino di agosto...non ti pare?A meno che non venga aggiunta...

Da: .....24/09/2009 12:29:09
ma non avete capito che il commissario di palermo è uno che ne sa meno di tutti noi?
a commissa', facce ride, avrebbe detto il mitico albertone
ma chi sei, montalbano?

Da: novità24/09/2009 12:30:01
ciao a tutti, sono una idonea vincitrice che per motivi di organizzazione familiare (forse comuni a molti di voi...casa,figlio,scuola,lavoro etc) sta diventando matta nel tentativo di capirci qualcosa e cominciare a strutturare una soluzione soddisfacente per affrontare questo anno di corso.
Non voglio creare ancora più confusione di quella che c'è già ma vorrei riferirvi quello che ho saputo nella mia ricerca disperata di amici, parenti di amici  etc che avessero qualcuno all'interno del DAP.
L'ultima notizia a me giunta è che il corso inizierà a dicembre con una settimana a Catania e una a Roma (non insultatemi non sò il motivo!!!) per poi ricominciare con la vera e propria attività didattica dopo l'epifgania con sede del corso a San Pietro Clarenza.
A me è stata passata come decisione definitiva ma non essendo io la fonte diretta vi prego di considerare questo mio intervento come un semplice cortesia nei confronti dei nuovi colleghi senza innescare le solite polemiche e cercando di mantenere toni civili.

Da: ...x novità24/09/2009 12:30:14
scusate un momento.....la tipa è stata scartata per motivi di altezza?

giusto per capire

Da: ...x notizia24/09/2009 12:32:46
grazie per la notizia

ogni contributo di questo genere è il benvenuto...speriamo tu abbia ragione

Da: x novità24/09/2009 12:34:44
la ragazza di cui parli l'idoneità l'ha probabilmente ricevuta prima dell'estate e faceva già parte della graduatoria...

Da: ...x tutti...24/09/2009 12:59:31
http://www.osapp.it/risno/circolari/2009/Circolare%20n.%20343793%20del%2024%20settembre%202009.pdf

Da: x...novità24/09/2009 13:11:13
grande!
grazie per la notizia, sia che essa risultasse vera o no e soprattutto complimenti!
Si legge chiarissimamente la paura per ricevere i soliti e ahimè frequentissimi insulti di sorta nonappena qualcuno rende nota una notizia, ma nonostante questo tu hai voluto far conoscere a tutti una notizia che tu reputi attendibile.
per questo ancora grazie e complimenti.

Da: ...x tutti...24/09/2009 13:16:04
presentazione del corso sul sito osapp

Da: .......24/09/2009 13:17:54
grazie mille

Da: novità24/09/2009 13:23:40
ragazzi ho letto la presentazione... le due settimane che citavo sono presenti e la sede è data come già individuata! a questo punto ritengo che si stiano limitando a non fornire informazioni finchè il tutto non sarà ufficiale(tra l'altro come hanno sempre fatto !!!!)... e salvo improbabibili ribaltoni dell'ultimo minuto la sede del corso sarà quella che vi ho preannunciato.

Da: .......24/09/2009 13:28:46

Ministero della Giustizia
Dipartimento Amministrazione Penitenziaria
Istituto Superiore Studi Penitenziari
Anno Accademico 2009/2010
Roma, 15 settembre 2009
2° Corso di Formazione
per Vice Commissari del
Ruolo Direttivo Ordinario
MOD. 40/255
Ministero della Giustizia
DIPARTIMENTO DELLâAMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA
ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI
UFFICIO I
Formazione area dirigenziale e direttivi del Corpo di Polizia Penitenziaria
Istituto Superiore di Studi Penitenziari, via Giuseppe Barellai n°140 00135 ROMA ô 06 302611 FAX 06 30261425 e-mail: issp.dap@giustizia.it rp
PRESENTAZIONE
Il secondo corso di formazione per vice commissari in prova del
ruolo direttivo ordinario del Corpo di Polizia penitenziaria è rivolto ai
centotrentatré vincitori del relativo concorso pubblico e, per effetto del
provvedimento di elevazione dei posti a concorso, ad altre ulteriori
nove unità.
Lâiniziativa formativa, quindi, si indirizza a centoquarantadue
vice commissari in prova, di cui settantanove donne e sessantatrè
uomini.
I neo funzionari, nominati vice commissari in prova, conservano
tale qualifica per tutta la durata del corso di formazione e sono a
questâultimo avviati dopo il superamento di diverse e comprovanti fasi
concorsuali che, secondo normativa vigente, sono destinate a favorire,
da molteplici angoli prospettici, una selezione di candidati di livello
qualitativo elevato.
2
Lâavvio di questo secondo corso per funzionari di Polizia
penitenziaria del ruolo ordinario, nel contingente momento storico in
cui si inserisce, rappresenta per lâAmministrazione tutta un evento cui
destinare particolare attenzione e impegno, a motivo dei profili
problematici che, in relazione alla salvaguardia di istanze di sicurezza,
sono di recente emersi negli istituti penitenziari, anche per il
sovraffollamento che li caratterizza.
Peraltro, la formazione dei futuri vice commissari penitenziari
vuole, proprio per la sua collocazione diacronica, costituire lo spunto
per ribadire lâalta valenza della funzione del Corpo di Polizia
penitenziaria, impegnato nel difficile compito assegnatogli dalla legge
nel concorrere al perseguimento dellâobiettivo istituzionale di cui
allâArticolo 27 della Costituzione.
Lâimmissione di nuovi funzionari direttivi nel tessuto organico
della Polizia penitenziaria, infatti, rappresenta un ulteriore tassello
per il completamento di quel disegno di riordino che, come noto, ha
avuto inizio con il d.lgs. 21 maggio 2000, n. 146. Tale atto normativo,
infatti, a completamento delle previsioni di cui alla legge 15 dicembre
1990, n. 395 sullâOrdinamento del Corpo di Polizia penitenziaria,
prevedendo la istituzione del ruolo direttivo, ha rappresentato una
tappa fondamentale per lâorganizzazione dei servizi e dei compiti
istituzionali del Corpo nel suo insieme, contribuendo, tra lâaltro, per il
connotato di innovatività ad essa proprio, a rimodulare e a ridefinire
competenze anche di appartenenti ad altri ruoli.
3
Per altro verso, poi, oggi gli appartenenti al ruolo direttivo della
Polizia penitenziaria sono chiamati a confrontare la loro specifica
professionalità con quella espressa da altre categorie di operatori
dellâAmministrazione penitenziaria che, secondo funzioni e grado di
responsabilità ad esse propri, sono chiamate, anchâesse, nellâottica
della interprofessionalità, al perseguimento dellâobiettivo istituzionale.
Lâazione amministrativa, in relazione allâassunzione dei vice
commissari in prova, tesa alla copertura dei vuoti rispetto alla
dotazione organica dei ruoli direttivi di Polizia penitenziaria, si
propone di realizzarne un assetto, anche in termini numerici, più
congruo e cospicuo, anche in relazione alle esigenze della complessiva
sicurezza penitenziaria.
In questa cornice istituzionale, si colloca lâorganizzazione e la
realizzazione da parte dellâIstituto Superiore di studi penitenziari â"
competente, appunto, secondo normativa vigente, per la formazione
iniziale e lâ aggiornamento dei funzionari direttivi e dei dirigenti della
Polizia penitenziaria - del secondo Corso formazione per vice
commissari in prova del ruolo direttivo ordinario.
LâIstituto, nel rinnovato impegno per le iniziative formative
rivolte al personale in questione, intende ripercorrere, secondo canoni
di continuità, una linea di azione che, con gli opportuni correttivi
suggeriti dal dato esperienziale e da normative e prassi
amministrative più recenti, fornisca ai corsisti strumenti operativi e
regole deontologiche utili allâesercizio di questa delicata funzione.
4
Peraltro, i neo vice commissari in prova potranno avvalersi della
presenza, nel tessuto organizzativo delle varie articolazioni
dellâAmministrazione penitenziaria, di un cospicuo numero di colleghi,
in servizio nel ruolo ormai da diversi anni, dato, questâultimo,
destinato a rivelarsi utile nella organizzazione di alcuni presidi del
percorso formativo.
Criterio guida nella impostazione della formazione in argomento,
poi, è la omogeneizzazione dei contenuti didattici rispetto a quelli
elaborati nelle precedenti esperienze, anche per favorire nei neo
funzionari in prova lâacquisizione della consapevolezza del sé
professionale e della cultura identificativa del ruolo, esigenza, questa,
del resto, particolarmente avvertita quando si deve âcostruireâ ex novo
un modello riferito a personale proveniente dallâesterno.
Sotto questo profilo, il corso si caratterizza, quindi, per riservare
alla fase didattica della formazione quella particolare attenzione che,
nel privilegiare metodologie di insegnamento di tipo interattivo,
favorisca la contestualizzazione delle conoscenze possedute dai coristi.
Parimenti, sul piano della metodologia degli insegnamenti, la
valorizzazione degli aspetti deontologici tipici di questa professionalità
rappresenta un punto fermo del piano formativo elaborato, proprio per
consentire ai neo funzionari in prova di acquisire una solida base di
cultura âpenitenziariaâ che sappia orientarne lâagire, sia nellâambito
delle attività di osservazione durante i periodi di tirocinio, sia,
5
soprattutto e per quanto possibile, nellâesercizio delle funzioni, una
volta assunte.
Del resto, sotto questâultimo angolo prospettico, lâobiettivo macro
di trasferire, in sede di formazione iniziale, contenuti operativi a
funzionari che si affacciano per la prima volta ad unâesperienza
lavorativa complessa e di sicuro impatto nellâambito del contesto
lavorativo di destinazione, è di indubbia vasta portata: la riflessione
risulta, peraltro, confermata dal rilievo che per gli omologhi funzionari
della Polizia di Stato, la normativa di riferimento prevede un periodo
di formazione più lungo, pari a due anni.
Dal punto di vista dellâimpostazione metodologica del corso, la
omogeneità contenutistica è anche il portato delle previsioni del D.M. 6
aprile 2001, n. 236 che, come noto, caratterizza i percorsi formativi
riferiti agli appartenenti al ruolo direttivo di Polizia penitenziaria
secondo lo schema teorico-pratico dei contenuti degli insegnamenti
previsti.
Il patrimonio culturale in possesso dei corsisti ha peraltro
suggerito il superamento di uno sviluppo di tipo manualistico del
programma riferito alle diverse discipline previste dal piano formativo,
a vantaggio di una formazione che si orienti per una impostazione più
sistematica della trattazione delle varie tematiche tesa a favorire la
contestualizzazione degli aspetti teorici e, quindi, unâinterpretazione in
senso operativo dei contenuti, per un apprendimento consapevole della
6
realtà professionale di competenza e delle responsabilità connesse
allâesercizio della funzione.
GLI OBIETTIVI
Gli obiettivi del corso possono, quindi, schematicamente, essere
delineati secondo la semplificazione di seguito riportata.
ô Promuovere la conoscenza puntuale del contesto normativo,
organizzativo ed operativo di riferimento, evidenziando i principi
ed i valori etici che ispirano le funzioni istituzionali del
funzionario di Polizia penitenziaria
ô Favorire la costruzione delle competenze professionali del ruolo,
anche attraverso lâampliamento e la valorizzazione del patrimonio
culturale di base dei funzionari e la contestualizzazione nel
contesto operativo di interesse
ô Promuovere la consapevolezza delle responsabilità connesse
allâespressione professionale del ruolo direttivo, stimolandone
anche il processo di elaborazione personale
ô Favorire lâacquisizione e lo sviluppo di modelli comportamentali
orientati allâinterazione ed allâintegrazione professionale, per un
efficace coinvolgimento operativo finalizzato al conseguimento
dellâobiettivo istituzionale
7
SVILUPPO E CONTENUTI DEL PERCORSO FORMATIVO
Sul piano della struttura organizzativa, il corso, della durata di
dodici mesi ed a carattere residenziale, prevede tre moduli di
contenuto ed altri due, uno di informazione e orientamento e lâaltro,
conclusivo, in vista della preparazione degli esami di fine corso.
Il percorso formativo si articolerà pertanto su un totale di 1872
ore, di cui 1224 di attività di didattica dâaula e 648 di tirocinio.
Il modulo iniziale, di âinformazioneâ, è destinato alla conoscenza
approfondita dellâorganizzazione della struttura ospitante e delle
regole che presiedono allo svolgimento dellâintero percorso; in tale
ambito, saranno forniti, altresì, chiarimenti sullâorganizzazione
logistica, oltre che gli opportuni input per la condivisione dellâimpegno,
anche attraverso lâattivazione di laboratori per la costruzione del
gruppo e lo scambio di esperienze.
Il modulo finale, invece, è dedicato ad approfondimenti su
tematiche di interesse e alle attività di preparazione in vista degli
esami finali del corso.
8
Lo studio individuale e di gruppo è concentrato soprattutto
nellâambito di questâultimo periodo del corso, appunto, in vista degli
esami conclusivi.
Nellâambito dei moduli centrali, che seguono cadenze temporali
differenziate in ragione della finalizzazione agli obiettivi che
caratterizzano i contenuti delle diverse fasi del percorso, è articolato il
programma delle materie del corso.
In proposito, è opportuno, in tale contesto, evidenziare che gli
insegnamenti, suddivisi per aree tematiche, fanno riferimento al
settore giuridico, professionale ed al settore dellâorganizzazione, come
previsto dallâallegato A) del d. m. 6 aprile 2001, n. 236. Il profilo delle
competenze che viene sviluppato afferisce ai contenuti della normativa
di cui al d.lgs. 21 maggio 2000, n. 146, integrato, per quanto riguarda
la specificità delle funzioni, con il d.m. 28 gennaio 2004.
Nellâambito della prima macroarea rientrano le materie
giuridico-amministrative: in tale settore, aldilà di uno sviluppo di
tipo manualistico del programma, ci si è orientati per un approccio
9
pragmatico e sistematico che intende privilegiare la trasversalità nella
trattazione dei temi, di immediato impatto con la specifica operatività.
In tale ottica la trattazione delle materie attinenti al profilo
giuridico ed operativo delle competenze proprie del funzionario di
polizia penitenziaria (diritto penale, diritto processuale penale, diritto
penitenziario, regolamento ed ordinamento del Corpo, atti e attività di
polizia giudiziaria) è proposta, nellâarticolazione del percorso, anche
secondo una metodologia seminariale, volta a facilitare
unâinterlocuzione attiva ed a stimolare riflessioni utili ad un graduale
e puntuale apprendimento delle conoscenze e delle abilità proprie del
ruolo; sono previsti poi momenti assembleari per argomenti e temi di
interesse più generale che richiedono la metodologia propria dellâ
approccio didattico frontale.
In tale ambito, la trattazione delle varie tematiche proposte trae
alimento dallâanalisi della norme costituzionali in tema, nella
convinzione della fondamentale valenza di orientamento, anche dal
punto di vista deontologico, ad esse propria.
10
La trattazione dei temi di diritto amministrativo poi intende
offrire approfondimenti degli istituti giuridici e dellâimpianto
organizzativo della pubblica amministrazione, affrontando, in
particolare, nello specifico gli aspetti che interessano lâassetto, la
cultura organizzativa, lâagire procedimentalizzato dellâamministrazione
penitenziaria, nonché il profilo delle responsabilità dei funzionari
pubblici.
Le tematiche relative al diritto comunitario, oltre a riguardare le
fonti e lâorganizzazione istituzionale dellâUnione europea, fanno
riferimento allâimpatto delle norme e delle statuizioni promananti
dagli organi comunitari e dai trattati, sulla normativa interna, di vario
rango.
Sarà altresì affrontata la tematica dei diritti umani e quella
della tutela delle minoranze, riguardata sia dal versante
dellâordinamento costituzionale interno che dal versante
dellâordinamento internazionale .
11
Sicura rilevanza assume poi nella seconda area di intervento la
formazione tecnico-professionale: lâinsegnamento delle materie e
delle discipline di settore (scuola comando, istruzione formale,
cerimoniale, armi, specialità del Corpo) ha infatti lo scopo di proporre
ed ampliare la conoscenza nei neo funzionari in prova del quadro
normativo e comportamentale di riferimento per una corretta
esplicazione del ruolo, promuovendone la componente deontologicoformale,
anche nella applicazione delle funzioni specialistiche previste
dalla normativa di riferimento. Lâinvestitura in capo agli appartenenti
al ruolo direttivo di Polizia penitenziaria di specifiche funzioni aventi,
nellâambito in questione, rilevanza verso contesti operativi esterni e
riconnesse allâesercizio delle discipline appena sopra richiamate
impegna questo Istituto Superiore nel predisporre con la massima
accortezza i contenuti di una formazione adeguata a favorire nei neo
funzionari lâapprendimento di regole e tecniche che, come noto, sono di
pari contenuto rispetto a quelle di altri Corpi, ad ordinamento civile o
militare, con i quali il Corpo di Polizia penitenziaria è chiamato, oggi
anche e soprattutto con il suo ruolo direttivo, a confrontarsi.
12
Il percorso didattico riferito alla conoscenza e allâuso delle armi
riveste peraltro verso grande importanza sia perché deve conferire ai
partecipanti la capacità operativa di base propria dellâappartenenza
professionale, sia perché nella sua qualità di responsabile di poligono e
di direttore di tiro, il funzionario di Polizia penitenziaria deve
osservare e far osservare le specifiche disposizioni in materia, anche
per gli aspetti concernenti lâuso dei poligoni, le attività di tiro e
lâattuazione delle esercitazioni. Lâabilitazione allâuso delle armi e
lâidoneità alla funzione di direttore di tiro costituiscono pertanto
elementi utili ai fini della formulazione del giudizio di idoneità al
servizio ed in tal senso vengono specificatamente valutati allâinterno
del parametro riferito al rendimento negli studi.
Allâinterno della stessa area di intervento formativo, si collocano
anche gli insegnamenti di tecnica penitenziaria, comprensivi di
argomenti di criminologia, sociologia, psicologia giuridica e tecniche di
colloquio, di indubbia funzionalità rispetto alla costruzione ed allo
sviluppo delle competenze proprie del ruolo nellâambito del peculiare
contesto operativo di appartenenza.
13
Nellâambito della terza area di impegno didattico, riferita ai temi
della organizzazione, della comunicazione e delle risorse
umane, lâattenzione alla costruzione e allo sviluppo della capacità
gestionale dei funzionari costituisce elemento di valorizzazione delle
stesse competenze tecnico-professionali che, a partire dalla
evidenziazione del fondamento valoriale che le sostanzia,
rappresentano la linea direttrice lungo la quale si snoda lâintero
percorso formativo. La promozione delle competenze gestionali si
configura, infatti, oltre che come sostegno al ruolo, nei suoi termini
più concreti, come stimolo allâapprendimento dei parametri utili alla
conoscenza del contesto di appartenenza, dei processi di lavoro e della
interfunzionalità che caratterizza lâoperatività istituzionale, per
affermare la cultura della collaborazione, favorendo lâadozione di
modelli comportamentali orientati alla interazione ed alla integrazione
professionale.
Con riferimento allâutenza detenuta, gli argomenti di specifica
valenza pratica intendono promuovere la comprensione degli schemi di
gestione legati alla diversità culturale ed alle tipologie di
appartenenza, nonché favorire la conoscenza dei processi di servizio
14
utili a fronteggiare in modo adeguato le diverse situazioni operative e
le criticità. In tale ambito, il corso intende sollecitare lâattivazione di
una speciale attenzione professionale tesa alla prevenzione ed alla
gestione di eventi critici, favorire altresì la capacità di gestione della
complessità culturale, anche attraverso la conoscenza e lâuso dei
modelli della mediazione, nonché sviluppare competenze per una
risoluzione sempre equilibrata delle difficoltà operative.
La formazione viene quindi integrata con lo studio di una lingua
straniera e dellâinformatica, con possibilità di attestazione dei livelli
conseguiti e, in particolare per lâinformatica, di rilascio della
certificazione ECDL.
Eâ inoltre curato lâaddestramento dei corsisti alle tecniche di
difesa personale, disciplina comunque annoverabile nellâambito del
corredo di abilità e competenze da riconoscere nei funzionari di Polizia
penitenziaria, destinati a svolgere funzioni di responsabilità nelle
realtà degli istituti penitenziari.
Lo sviluppo degli argomenti delle materie e delle discipline come
sopra individuate intende, quindi, promuovere, nella prima fase,
15
collocata a ridosso del periodo di informazione ed a partire dallâanalisi
della normativa di riferimento, sia la conoscenza analitica del contesto
organizzativo e funzionale dellâAmministrazione Penitenziaria nelle
sue articolazioni centrali e periferiche con riferimento ai valori e agli
obiettivi istituzionali, sia una conoscenza specifica del contesto
organizzativo ed operativo dellâarea della sicurezza.
Nella seconda fase, si intende invece favorire lâacquisizione e la
sperimentazione delle conoscenze e delle competenze proprie del
responsabile dellâarea della sicurezza, in relazione ai processi
lavorativi ed alle metodologie di lavoro, attraverso lâanalisi delle
attività tipiche connesse ai processi organizzativi che afferiscono alla
competenza del settore di interesse.
La terza fase è diretta a promuovere lâintegrazione
interprofessionale, quale valore fondamentale nella operatività
istituzionale: nel quadro della complessità propria dellâorganizzazione
penitenziaria, lâesercizio responsabile della funzione direttiva, a
prescindere dallâappartenenza professionale, postula infatti
lâaffermazione e lo sviluppo della cultura della collaborazione
16
trasversale finalizzata al conseguimento in concreto del comune
obiettivo istituzionale.
Lâiter del percorso è, secondo la schematizzazione che segue, così
articolato:
Modulo 0
Attività tese allâavvio del corso ed alla sua organizzazione logistica; costruzione del gruppo; modulo
di informazione
2 settimane Sede individuata
3° MODULO Obiettivi:
ô Promuovere la cultura dellâintegrazione professionale attraverso lâadozione di modelli
comportamentali tesi alla collaborazione e alla condivisione operativa.
Didattica 7 settimane Sede individuata
MODULO conclusivo
Approfondimenti e
preparazione agli Esami 4 settimane Sede individuata
1^ MODULO Obiettivi:
ô Promuovere una conoscenza guidata dellâAmministrazione Penitenziaria nel suo assetto
organizzativo, nei suoi valori e nei principi che ne ispirano la funzione istituzionale
ô Promuovere la conoscenza dellâorganizzazione dellâarea della sicurezza, mediante
lâacquisizione dei processi organizzativi interni
Didattica 11 settimane Sede individuata
Tirocinio 8 settimane II.PP.
2° MODULO Obiettivi:
ô Promuovere la conoscenza della funzione propria dellâarea della sicurezza attraverso
lâanalisi dei processi lavorativi propri dellâarea
ô Favorire lâacquisizione delle metodologie di lavoro nel contesto organizzativo di riferimento
ô Promuovere la responsabilità di ruolo del vice commissario penitenziario, sviluppando il
profilo tecnico-operativo delle competenze proprie del funzionario di Polizia Penitenziaria
Didattica 10 settimane Sede individuata
Tirocinio 10 settimane II.PP.
17
IL TIROCINIO
Lâapplicazione pratica per la valenza che riveste per i corsisti in
termini di impatto con la realtà istituzionale richiama altresì
particolare attenzione allâinterno del percorso formativo.
La durata dei periodi di tirocinio è commisurata allâimportanza
che il corso assegna al momento della trasposizione nella pratica
operativa dei riferimenti concettuali sviluppati in sede di didattica
dâaula, esigenza, questa, particolarmente avvertita soprattutto quando
si tratta di formare personale proveniente dallâesterno, destinato, una
volta immesso in servizio, a creare aspettative forti sotto il profilo della
risposta attesa, in termini di operatività, anche a motivo della
funzione di responsabilità che è chiamato dalla normativa ad assumere
nellâambito dellâarea della sicurezza degli istituti penitenziari.
Proprio nellâottica di un coinvolgimento dellâAmministrazione ai
suoi diversi livelli che corrisponda allâesigenza di valorizzazione del
momento pratico, le attività prevedono lâinteressamento delle diverse
strutture periferiche dellâAmministrazione. In tal senso, quindi, i
Provveditorati regionali sono i naturali fautori di unâattività di
coordinamento delle attività che impegneranno gli istituti attraverso
18
lâaffidamento diretto dei funzionari ai responsabili delle strutture ed in
particolare ai responsabili dellâarea della sicurezza che li
affiancheranno e ne guideranno il lavoro sul campo.
La funzione di training sarà supportata dallâIstituto Superiore
attraverso lâorganizzazione e la realizzazione di appositi momenti
formativi, anche per accrescere il grado di condivisione degli obiettivi
inerenti alla formazione diretta ai neo vice commissari in prova e
fornire idonei strumenti per la delicata funzione di âtutor sul campoâ.
Sul piano del contenuto, lâattività di tirocinio è concepita come
momento di osservazione e sistematizzazione in concreto delle
conoscenze e delle abilità promosse nellâambito della didattica dâaula,
costituendo momento di rilievo per la costruzione delle competenze
inerenti lâacquisizione della qualifica direttiva.
Il periodo di applicazione pratica intende quindi favorire la
progressiva appropriazione del ruolo anche attraverso lâelaborazione
personale della sua espressione operativa ed in questo senso è
strutturato prevedendo affiancamento ai trainers individuati nelle
diverse situazioni che coinvolgono lâattività istituzionale dellâarea di
19
riferimento, anche per una sperimentazione tutelata delle competenze
acquisite.
Gli istituti penitenziari interessati dal tirocinio sono prescelti in
ragione della significatività organizzativa e tipologica dellâoperatività
penitenziaria, anche con riferimento alla popolazione detenuta ed alla
diversificazione dei modelli di trattamento penitenziario connessi alla
articolazione dei circuiti.
Nellâambito delle fasi di tirocinio, sono altresì previste visite tese
alla conoscenza delle diverse realtà organizzative che esprimono la
diversificazione delle risposte dellâAmministrazione alla diversa
articolazione della previsione di modalità e forme di detenzione nel
nostro ordinamento.
Nel solco di una pluriennale collaborazione con le altre forze di
polizia, è organizzato un periodo di applicazione presso le relative
strutture periferiche, per favorire la conoscenza di modelli
organizzativi ed operativi peculiari di contesti istituzionali diversi.
20
Al fine di garantire il più efficace svolgimento delle attività
pratiche, i corsisti sono organizzati in gruppi ristretti e affidati a
funzionari allo scopo individuati tra gli appartenenti al ruolo direttivo
del Corpo già in servizio, con funzioni di responsabili dellâarea della
sicurezza ovvero dei nuclei traduzione e piantonamenti degli istituti
penitenziari.
LE VERIFICHE
Nellâambito del percorso formativo riferito alla didattica, sono
previste verifiche su tematiche affrontate in aula e oggetto di
osservazione in concreto nelle sedi di tirocinio, allo scopo di monitorare
costantemente lâapprendimento e lâomogeneità del percorso in itinere
in relazione ai singoli obiettivi di modulo ed anche per imprimere, ove
necessario, i correttivi più idonei in corso dâopera.
La costruzione dellâintero percorso formativo poi è in linea con
lâesigenza di corrispondere ad una attività di valutazione obiettiva dei
corsisti, anche al fine della formulazione del giudizio di idoneità al
servizio nel Corpo, strutturato su parametri ufficialmente stabiliti, la
cui determinazione di valore è rimessa alla responsabilità dei soggetti
individuati dalla normativa di riferimento.
21
LâATTIVITAâ DI TUTORAGGIO
Particolare rilievo riveste lâattività dei tutor, individuati tra i
funzionari del Corpo in servizio, che devono supportare i corsisti e che
sono destinati a rappresentare figure fondamentali per la stessa
motivazione al ruolo dei futuri vice commissari.
Il percorso formativo che interesserà i partecipanti è infatti
caratterizzato da grande ampiezza temporale e da una articolata
profondità. Eâ necessario quindi che i tutor costruiscano con i
partecipanti un rapporto che renda possibile la fruizione dellâofferta
formativa in modo mirato e, per quanto possibile, personalizzato.
I tutor dovranno altresì svolgere funzione di collegamento con la
direzione del corso e i responsabili del progetto di formazione e costituire
presidio efficace per il monitoraggio delle attività nelle diverse fasi,
fornendo anche indicazioni per la valutazione finale dei corsisti.
Attesa la delicatezza e la rilevanza dei compiti affidati a tali
figure che si pongono quali punti di riferimento nodali agli effetti della
costruzione delle competenze del ruolo per i neofunzionari, lâIstituto
22
Superiore attiverà apposito corso formativo mirato alla loro
preparazione, in funzione di un sostegno qualificato ad un percorso che
dovrà seguire uno sviluppo per quanto possibile guidato ed omogeneo.
LA DIDATTICA E LE METODOLOGIE
La metodologia didattica del percorso formativo prevede
lâalternanza tra tecniche tradizionali e approccio partecipativo proprio
dellâattività seminariale su specifiche tematiche individuate,
soprattutto con riguardo alle discipline tecnico-professionali, per
favorire interlocuzione e confronto tra i corsisti e tra questi e i vari
esperti e docenti che si susseguono.
Il percorso formativo si caratterizza altresì per lâampliamento
delle metodologie didattiche di apprendimento esperienziale, quali
attività attraverso cui stimolare e sviluppare nei partecipanti una
maggiore consapevolezza di limiti e risorse personali ed una maggiore
capacità di lavorare in gruppo.
Le testimonianze operative, quindi, su argomenti di peculiare
interesse professionale sono affidate ad operatori dellâAmministrazione
impegnati ai diversi livelli e nei diversi settori di attività istituzionale
23
che affrontino il tema a partire dalla propria esperienza professionale
e coinvolgano lâattenzione anche sugli aspetti operativi della funzione
svolta.
Lâattivazione delle diverse tipologie metodologiche sarà anche in
funzione delle tematiche e dei contenuti erogati e potrà comportare la
partecipazione alle attività di tutti i corsisti nello stesso contesto
didattico ovvero la composizione di più gruppi di lavoro che operino in
parallelo sugli stessi temi con docenti diversi.
Prevalentemente per la trattazione di tutte le discipline ed i
temi di specifico interesse professionale è prevista lâorganizzazione per
gruppi di partecipanti in numero tale da consentire interlocuzione,
confronto attivo e guidato e riflessioni che favoriscano lâacquisizione
ragionata dei contenuti proposti.
Lo sviluppo del programma predisposto, con riferimento a
tematiche di carattere giuridico, sarà affidato nella realizzazione a
docenze universitarie, anche attraverso apposita convenzione allo
scopo stipulata con un Ateneo da coinvolgere nel progetto.
24
Lâattività didattica sarà altresì affidata a dirigenti, magistrati,
professionisti ovvero cultori ed esperti nelle diverse discipline, anche
nellâottica di una integrazione efficace sul piano del trasferimento dei
contenuti didattici nellâoperatività.
Il progetto, anche attraverso specifiche previsioni nelle
convenzioni stipulate, prevede per i partecipanti lâacquisizione di
crediti formativi o, comunque, di titoli, in conformità alla vigente
normativa di settore e secondo i criteri ed i parametri in questa
previsti.
La convenzione stipulata coinvolgerà altresì lâAteneo prescelto
nel controllo della qualità del processo formativo, sotto il profilo delle
verifiche e della valutazione della completezza dellâattività formativa
erogata.
Per le materie afferenti alla formazione manageriale, le docenze
saranno affidate ad esperti qualificati nel settore; per le discipline
tecnico-professionali, a tecnici dellâAmministrazione Penitenziaria e
non, qualificati nei diversi ambiti di interesse.
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IL GIUDIZIO DI IDONEITAâ AL SERVIZIO E GLI ESAMI
Ai sensi della normativa vigente, la dichiarazione di idoneità al
servizio nel Corpo di Polizia penitenziaria consente lâammissione
allâesame finale dei partecipanti al corso.
Allo scopo, i parametri che presiedono al giudizio di idoneità sono
individuati nella previsione del decreto ministeriale recante la
disciplina dello svolgimento dei corsi di formazione per il ruolo
direttivo ordinario e speciale.
Il giudizio di idoneità viene espresso secondo i parametri indicati,
con riferimento alle attività in cui i corsisti saranno impegnati durante
tutto lâanno di corso.
Le verifiche svolte durante lâintero percorso contribuiscono alla
formulazione del giudizio di idoneità nellâambito del parametro riferito
al rendimento negli studi.
Al termine dellâanno di corso, i partecipanti dichiarati idonei
sostengono quindi gli esami discutendo individualmente una tesi,
26
elaborata su alcuno degli argomenti trattati nellâambito dellâintero
percorso formativo.
Gli aspetti organizzativi e gestionali con riferimento alla
struttura del percorso, alla frequenza, allâinteressamento delle
diverse articolazioni di responsabilità, alle procedure di
valutazione sono regolamentati dalla specifica normativa allo
scopo predisposta.
Istituto Superiore di Studi Penitenziari, via Giuseppe Barellai n°140 00135 ROMA ô 06 302611 FAX 06 30261425 e-mail: issp.dap@giustizia.it
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Secondo Corso di formazione per Vice Commissari in prova del ruolo
direttivo ordinario del Corpo di polizia penitenziaria.
PROGRAMMA DELLE MATERIE DEL CORSO
Diritto Amministrativo (40h)
ô Lâorganizzazione dello Stato e della pubblica amministrazione
â I principi costituzionali della pubblica amministrazione: il principio di legalità;
imparzialità, buon andamento, efficacia, efficienza e trasparenza, economicità.
Sussidiarietà orizzontale e verticale, differenziazione e adeguatezza; le amministrazioni
indipendenti;
Lâorganizzazione
ô Le principali formule organizzatorie dei rapporti interorganici aventi rilevanza in ambito
penitenziario, quali, la delegazione, la direzione, il coordinamento e il controllo. Avocazione,
sostituzione. Le ispezioni amministrative;
Lâattività e la tutela
ô Il procedimento amministrativo. In particolare, le fasi del procedimento. Avvio e termine del
procedimento: la responsabilità della pubblica amministrazione, anche alla luce della recente
normativa di cui alla legge 18 giugno n. 69 del 2009; esiti del procedimento; il cd. preavviso
di rigetto;
ô La responsabilità e la disciplina giuridica del âresponsabile del procedimentoâ, anche alla luce
della legge 11 febbraio 2005, n. 15 e della legge 18 giugno n. 69 del 2009;
ô Diritti soggettivi, interessi legittimi, interessi di fatto. La tutela delle situazioni giuridicosoggettive:
rimedi amministrativi (in particolare, i ricorsi gerarchici, propri, impropri; il ricorso
straordinario al Presidente della Repubblica) e giurisdizionali. Autotutela della pubblica
amministrazione. I mezzi di gravame;
ô La risarcibilità del danno da lesione degli interessi legittimi, alla luce dellâevoluzione
normativa e giurisprudenziale in tema. Cenni alla cd. pregiudizialità amministrativa;
ô Il diritto di accesso ai documenti amministrativi: la disciplina giuridica e lâevoluzione
giurisprudenziale. Diritto di accesso e tutela della riservatezza; il d. m. 25 gennaio 1996, n.
115 e le novità in materia della legge 11 febbraio 2005, n. 15; protezione dei dati personali di
cui al d.lgs. 30 giugno 2003 n. 196; il d.P.R. 12 aprile 2006, n. 184;
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ô I poteri strumentali della pubblica amministrazione con riferimento agli atti dichiarativi. Atti di
certazione, i certificati, le dichiarazioni sostitutive (di certificazioni e di atti di notorietà). Le
autocertificazioni. Il d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445.;
ô I principi in materia di contrattazione collettiva nel comparto ministeri e sicurezza: iter
procedimentale e controlli;
ô Diritti sindacali e strumenti delle relazioni sindacali.
ô Le pari opportunità: la normativa e gli organi di controllo.
Parte speciale
ô Lâorganizzazione dellâAmministrazione Penitenziaria: lâamministrazione centrale e
lâamministrazione periferica, anche alla luce del complesso della normativa di riordino. In
particolare, a livello centrale, lâarticolazione in Direzioni Generali: le competenze e
lâorganizzazione delle singole Direzioni Generali; gli uffici dirigenziali generali e gli uffici
dirigenziali;
ô Cenni alla organizzazione ed alla funzione del Dipartimento per la giustizia minorile e degli
II.PP. per minori;
ô A livello decentrato, i Provveditorati regionali dellâAmministrazione Penitenziaria: competenze
e organizzazione;
â Gli istituti penitenziari: organizzazione per aree; tipologie (istituti a custodia attenuata e
ospedali psichiatrici giudiziari; i circuiti: tipologia); rapporti con il DAP e i Provveditorati
regionali dellâAmministrazione Penitenziaria;
ô Uffici di Esecuzione Penale Esterna: organizzazione e funzioni.
Diritto Penale (44 h)
Parte generale
ô Elementi costitutivi e cause di giustificazione del reato: fattispecie e disciplina. In particolare,
adempimento del dovere ed esercizio del diritto, uso legittimo delle armi e degli altri mezzi di
coercizione fisica, stato di necessità e legittima difesa;
ô Le conseguenze giuridiche del reato e Articolo 27 della Costituzione. Estrema ratio e funzioni
di garanzia della legge penale. Cenni alla responsabilità da reato degli enti.
ô La pena e le prospettive di riforma. Le pene principali; le pene accessorie; le sanzioni
sostitutive; le misure di sicurezza; le misure alternative alla detenzione: presupposti ed
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applicazione. Le misure di prevenzione: condizioni di applicabilità e soggetti interessati; cenni
alle sanzioni applicabili dal giudice di pace.
ô Imputablità; punibilità e cause di esclusione e di estinzione: in particolare amnistia ed indulto;
la prescrizione del reato e della pena alla luce della legge 5 dicembre 2005, n 251;
ô Elementi costitutivi del concorso di persone nel reato: il concorso di persone nei reati
associativi, configurabilità e fattispecie; la figura del cd. âagente provocatoreâe dellâinfiltrato;
Parte speciale
ô La sistematica del codice penale vigente: cenni ai progetti di riforma;
ô I delitti contro la personalità dello Stato â" il segreto di Stato â" Stato democratico e delitto
politico â" lâattentato - delitti di associazione politica: associazione sovversiva; Associazione
con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dellâordine democratico;
ô I delitti contro la Pubblica Amministrazione - Delitti dei pubblici ufficiali contro la P.A.; Delitti
dei privati contro la P.A.; abrogazione, depenalizzazione e successione di leggi penali;
ô Le qualifiche soggettive: pubblico ufficiale, incaricato di un pubblico servizio e esercente un
servizio di pubblica necessità.
ô In particolare, i delitti di peculato, malversazione a danno dello Stato, concussione,
corruzione, abuso dâufficio, rifiuto/omissione di atti dâufficio e termine del procedimento;
interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità: struttura e soggetti attivi.
ô In particolare, i delitti di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e di resistenza a un
pubblico ufficiale e la scriminante della reazione agli atti arbitrari;
ô Oltraggio a pubblico ufficiale e ingiuria aggravata ai sensi dellâart. 61 n.10: successioni di
leggi penali nel tempo: le innovazioni contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94;
ô I delitti contro lâAmministrazione della Giustizia, relativi a quelli âcontro lâattività giudiziariaâ e a
quelli âcontro lâautorità delle decisioni giudiziarieâ, in particolare: lâomessa denuncia di reato;
lâomissione di referto (art. 365); la simulazione di reato; la calunnia; la falsa testimonianza e
le false informazioni al P.M.; le false dichiarazioni al difensore, la procurata evasione, la
colpa del custode; il delitto di cui allâarticolo 391 bis c.p., introdotto dalla legge 15 luglio
2009, n. 94;
ô I delitti contro lâordine pubblico - Concetto di ordine pubblico;
ô Istigazione a delinquere e subornazione; associazione per delinquere, struttura e raffronto
con il concorso di persone nel reato; lâassociazione di tipo mafioso, elementi caratteristici
della norma e la giurisprudenza sullâelemento specializzante del metodo mafioso; lo scambio
elettorale politico-mafioso;
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ô I delitti contro la fede pubblica - Lâoggetto giuridico dei reati di falso, il falso punibile alla luce
del principio di necessaria offensività del reato;
â cenni alle categorie di documenti: atto pubblico e scrittura privata; in materia
documentale, la falsità materiale e la falsità ideologica - delitti sulla âfalsità in attiâ, in
particolare: la falsità materiale commessa dal P.U. in atti pubblici; la falsità ideologica
commessa dal P.U. in atti pubblici; lâuso di atto falso; la âfalsità personaleâ, in
particolare, la sostituzione di persona e la falsa attestazione o dichiarazione a un
pubblico ufficiale su identità e qualità personali proprie o di altri;
ô I delitti contro la persona: istigazione o aiuto al suicidio; omicidio preterintenzionale; omicidio
colposo; morte o lesioni come conseguenza di altro delitto; lesioni personali dolose o
colpose; rissa; delitti contro lâonore: ingiuria e diffamazione; delitti contro la libertà individuale:
delitti contro la personalità individuale e contro la libertà personale;
ô I delitti contro il patrimonio - il danneggiamento: circostanze aggravanti; competenza del
tribunale e del giudice di pace; furto, rapina, estorsione, truffa e usura;
ô Cenno ai delitti di criminalità informatica; la frode informatica
ô Le contravvenzioni: natura giuridica e tipologia;
ô Il diritto penale internazionale: i tribunali penali internazionali e la Corte Penale
Internazionale; le questioni concernenti lâimmigrazione clandestina, il traffico delle persone, la
convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e repressione della criminalità
transnazionale, con i relativi protocolli; il mandato di arresto europeo quale strumento di
cooperazione giudiziaria penale in Europa e lâUfficio europeo di polizia.
Diritto Processuale Penale (48h)
ô I principi costituzionali del processo penale, anche alla luce delle prospettive di riforma del
codice di procedura penale vigente;
ô Nozioni, differenze e contenuti delle attività e delle funzioni di pubblica sicurezza e di polizia
giudiziaria, quali definite dalla normativa del codice di procedura penale: versante
organizzatorio e versante funzionale;
ô Il rapporto tra lâautorità giudiziaria e la polizia giudiziaria con riferimento alla insorgenza della
notizia di reato, con particolare riguardo a quella in ambiente penitenziario. I rapporti tra
polizia giudiziaria e organo titolare dellâistituto penitenziario: inquadramento sistematico della
problematica, forma e modalità di informazione delle attività di indagine;
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ô Il segreto investigativo ed il divieto di pubblicazione; pubblicità interna ed esterna nel
processo penale: la disciplina di cui allâart. 335 c.p.p.; lâinvito a presentarsi; lâinformazione di
garanzia; lâavviso allâindagato della conclusione della indagine preliminare ex art. 415 bis
c.p.p.; la presentazione della richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero ex art. 416
c.p.p. ;
ô Investigazione e indagine: informativa di reato, annotazione di p.g. e relazione di servizio; la
denuncia di un reato e il referto. Le condizioni di procedibilità, ruolo e competenze della
polizia giudiziaria;
ô Le attribuzioni della polizia giudiziaria nellâambito dei procedimenti penali di competenza del
giudice di pace, anche con riferimento agli istituti della presentazione immediata a giudizio e
della citazione contestuale in udienza dellâimputato in casi particolari, di cui alla innovazioni
introdotte dalla legge 15 luglio 2009, n. 94;
ô Disciplina del compimento degli atti della polizia giudiziaria. La documentazione e le garanzie
della difesa. La polizia giudiziaria e il diritto di difesa: la disciplina codicistica. La problematica
delle guarentigie della difesa nella fase delle indagini preliminari, dallâart. 38 disp. att. c.p.p.
alle investigazioni difensive, di cui agli artt. 391 bis ss. c.p.p.;
ô Le garanzie del difensore del detenuto con particolare riferimento agli artt. 104 c.p.p. e 35
disp. att. c.p.p.;
ô I mezzi di ricerca della prova (o della fonte di prova), in particolare le perquisizioni e le
intercettazioni tra presenti negli istituti penitenziari: disciplina, problematiche e prospettive di
riforma;
ô Cumulo materiale e cumulo giuridico agli effetti dellâacceso ai benefici di legge: lettura delle
posizioni giuridiche dei detenuti e risvolti applicativi;
ô La polizia giudiziaria e la libertà personale: le misure cautelari personali e le misure precautelari
dellâarresto in flagranza e del fermo di indiziato di delitto: doveri della Polizia
giudiziaria; documentazione;
â In particolare, la custodia cautelare in carcere: adempimenti esecutivi e notificazioni.
Lâart. 94 disp. att. c.p.p.â; gli arresti domiciliari: modalità ed esecuzione;
ô Lâesecuzione penale nel suo complesso, il giudicato, i soggetti dellâesecuzione penale,
lâapplicazione di più sanzioni penali nei confronti del medesimo soggetto: teorie del cumulo; il
magistrato di Sorveglianza ed il Tribunale di Sorveglianza: giurisdizione, composizione e
competenze; il procedimento di sorveglianza.
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Diritto di Polizia (34 h)
ô Elementi di legislazione di Pubblica Sicurezza nellâordinamento giuridico italiano (T.U. r.d.
18/6/1931 n. 773);
ô Le autorità Nazionale, Provinciale e Locale di P.S.;
ô I comitati per lâordine e la sicurezza (Comitato nazionale e Comitato provinciale dellâordine e
della sicurezza pubblica); lâautorità di P.S. e gli altri organi di P.S.;
ô Il ruolo degli Ufficiali di P.S., dei sostituti Ufficiali di P.S. e degli agenti di P.S.;
ô Lâorganizzazione ed i compiti della Questura e delle specialità della Polizia di Stato;
ô Il concorso della Polizia penitenziaria negli interventi sul territorio in caso di attacco con
modalità NBC e sulla relativa difesa e procedure in caso di crisi;
ô La gestione della sicurezza pubblica e la vigilanza agli obiettivi sensibili;
ô Il ruolo delle Forze di Polizia nei servizi di ordine pubblico;
ô La polizia di prossimità;
ô La polizia penitenziaria ed il codice della strada: profili generali e organizzazione del servizio
a livello centrale e periferico;
ô I compiti di polizia con riferimento alla normativa sugli stupefacenti;
ô La condizione giuridica dello straniero e le espulsioni;
ô Il sistema informativo delle Forze di Polizia, con particolare riferimento allo SDI, SSD e al
sistema nazionale AFIS; Schengen: integrazione SDI-Schengen, NSIS e SIRENE.
Attività amministrativa di pubblica sicurezza
ô Accertamenti di pubblica sicurezza; illecito amministrativo, definizione; lâidentificazione di
persona: il fermo di identificazione
Atti di P.G. (70 h)
ô Attività investigativa: principi investigativi â" presupposti e criteri generali dellâindagine;
ô Attività di informazione: acquisizione della notizia di reato e comunicazioni con lâAutorità
giudiziaria: modalità e forme;
ô Attività di indagine preliminare, tipica e atipica: metodo investigativo â" pianificazione
dellâattività di P.G.; la direzione delle indagini;
ô Informazione preventiva â" rilevamento e ricostruzione del fatto criminoso;
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ô Attività di ricerca e di assicurazione delle fonti di prova: attività atipiche (pedinamenti, guanto
di paraffina); attività tipiche - dichiarative (sommarie informazioni dalla persona nei cui
confronti vengono svolte le indagini e altre sommarie informazioni) e reali (perquisizioni,
acquisizione di plichi e corrispondenza, accertamenti e rilievi sui luoghi, sulle cose, sulle
persone, le ispezioni e i sequestri); le intercettazioni di comunicazioni e conversazioni;
ô Le indagini tecniche: cenni alle tecniche di polizia scientifica. Il concetto di identità giudiziaria
ed identificazione dattiloscopica: il sistema AFIS (Automated Fingerprints Identification
System); impronte di altro tipo;
ô DNA e indagine balistica;
ô Indagini generiche, grafiche e biometriche. Tecniche della percezione e descrizione.
ô Documentazione dellâattività di polizia giudiziaria
â Il verbale: forme, contenuto e valenza probatoria â" le annotazioni di p.g. â" le relazioni di
servizio; riproduzioni fonografiche e audiovisive;
ô Raccolta di informazioni â" C.E.D. â" archiviazione della documentazione;
ô Confidenti e anonimi â" il cd. Agente provocatore â" lâinfiltrato â" lâagente sottocopertura â" il
collaboratore di giustizia: gestione e documentazione delle attività di indagine;
ô Esercitazioni sulla tipologia di atti.
Diritto Comunitario (20 h)
ô Le istituzioni dellâU.E. e le fonti del diritto comunitario, con particolare riferimento agli atti
vincolanti;
ô Diretta applicabilità ed efficacia diretta degli atti comunitari. Il primato del diritto comunitario
sui diritti interni degli Stati membri;
ô La funzione giurisdizionale ed il ruolo della Corte di Giustizia e del tribunale di I° Grado delle
Comunità Europee;
ô Le comunità europee e lâUnione Europea: caratteristiche generali e competenze. I tre pilastri,
con particolare riguardo al terzo ed alla collaborazione internazionale contro il crimine;
ô La libera circolazione delle persone, gli accordi di Schengen e la loro applicazione;
ô Il mandato di arresto europeo quale strumento di cooperazione giudiziaria penale in Europa e
lâUfficio europeo di polizia;
ô Compiti e funzioni di Europol ed Eurojust.
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Diritto Penitenziario (100 h)
Principi direttivi
ô Lâattuazione dei principi costituzionali del diritto penitenziario nella normativa vigente. I
concetti di trattamento, ordine e sicurezza;
ô Sistema della garanzia giurisdizionale nellâordinamento penitenziario, con riferimento alle
situazioni giuridico-soggettive (diritti soggettivi, interessi legittimi o interessi meri) dei detenuti
durante la vicenda dellâesecuzione della pena o di altra misura restrittiva della libertà
personale;
Infrastrutture carcerarie
ô Strutture penitenziarie e sovrappopolamento: la legge 27 febbraio 2009, n. 14 e i poteri del
Capo del Dipartimento dellâAmministrazione penitenziaria;
ô Lâarchitettura penitenziaria: tipologia. Lâambiente penitenziario: igiene, illuminazione, locali di
pernottamento, schermature, gestione del servizio alimentazione e gestione dei controlli, la
rappresentanza ex art. 9, la tutela della salute del detenuto e lâevoluzione del servizio
sanitario: cenni alla normativa di riordino (d.p.c.m. 30 maggio 2008, n. 126);
Modalità del trattamento
ô Il trattamento penitenziario e il trattamento rieducativo. La parità di condizioni fra detenuti ed
internati; la mediazione culturale; cenni al trattamento dei detenuti minorenni;
ô I detenuti provenienti dalla libertà: regole di accoglienza. Lâassegnazione e raggruppamento
di detenuti, i circuiti penitenziari alla luce della disciplina di cui allâart. 4bis o.p.;
Il regime penitenziario
ô Il sistema disciplinare nel regime penitenziario, in relazione al trattamento penitenziario e
rieducativo. Sanzioni e ricompense. Il principio di legalità; il principio del contraddittorio
necessario e il principio dellâobbligo di motivazione del provvedimento; tutela
â Lâimpiego della forza fisica e degli altri mezzi di coercizione, secondo la normativa
penitenziaria. Infrazioni disciplinari e sanzioni con riferimento alle attività di competenza
del personale appartenente al Corpo di polizia penitenziaria; in particolare, i
provvedimenti disciplinari in via cautelare: presupposti, procedimento e competenza;
garanzia giurisdizionale: il diritto al reclamo di cui allâart. 69 comma 6 lett. b o.p.; il
sistema disciplinare e lâindividualizzazione del trattamento (il combinato disposto degli
artt. 13 o.p. e 27 R.E. ed il sistema delle misure alternative alla detenzione); le tipologie
di isolamento; le perquisizioni;
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ô Ricompense: ratio giustificativa; tipologia, organi competenti a concederle, procedimento e
adempimenti esecutivi, con particolare riferimento alle attività di competenza del personale
appartenente al Corpo di polizia penitenziaria.
I diritti umani
ô La problematica relativa ai diritti umani in carcere dal punto di vista delle norme costituzionali
in tema di diritti fondamentali - divieto di trattamenti contrari al senso di umanità; rieducazione
del condannato; inviolabilità della libertà personale, della libertà di corrispondenza; della
riservatezza in ambito penitenziario; diritto alla salute - e del carcere come potenziale luogo
di conflitto tra lâattuazione dei diritti umani e la garanzia della sicurezza sociale; la
Dichiarazione universale dei diritti dellâuomo, la Convenzione contro la tortura ed altre pene o
trattamenti crudeli, inumani o degradanti, la Convenzione europea per la salvaguardia dei
diritti dellâuomo e delle libertà fondamentali; Regole minime dellâO.N.U. e del Consiglio
dâEuropa per il trattamento dei detenuti.
La pericolosità penitenziaria e sua gestione
ô Il sistema punitivo dello Stato e la multifunzionalità della pena nel nostro ordinamento con
riferimento alla sospensione delle regole del trattamento. La tematica della cd. âpericolosità
penitenziariaâ a confronto con la pericolosità sociale o criminale;
ô La sospensione delle regole del trattamento: gli artt. 14bis e 41bis o.p.. Contenuti e garanzie
a confronto. La legislazione antimafia restrittiva e premiale nella esecuzione penale; la
gestione penitenziaria di imputati e condannati sottoposti al regime di cui allâarticolo 41 bis
o.p: (assegnazioni e raggruppamenti; il sopravvitto; ricezione di somme, beni e oggetti
dallâesterno; i divieti di incontro; effettuazione di âsocialitàâ con altri detenuti; permanenza
allâaperto; colloqui, corrispondenza ed informazione dei detenuti sottoposti al regime di cui
allâarticolo 41 bis o.p.; i rapporti tra detenuti sottoposti al regime di cui allâarticolo 41 bis o.p. e
difensori: articolo 41 bis comma 2 quater o.p.; articolo 103 c.p.p. e articolo 35 disp. att.
c.p.p.; lâagevolazione ai detenuti sottoposti a particolari restrizioni delle regole di trattamento
e degli istituti previsti dallâordinamento penitenziario, di cui allâarticolo 391 bis c.p., introdotto
dalla legge 15 luglio 2009, n. 94; il provvedimento di cui allâarticolo 41 bis o.p.: strumenti di
impugnazione; il procedimento innanzi al Tribunale di Sorveglianza, anche alla luce delle
prescrizioni di cui alla legge 15 luglio 2009, n. 94; il regime di cui allâarticolo 4 bis o.p., anche
alla luce delle innovazioni introdotte dalla legge 23 aprile 2009, n. 38; la sorveglianza
particolare; i circuiti A.S.
ô La criminalità organizzata (Cosa Nostra,âNdrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita); le
mafie classiche e nuove manifestazioni di criminalità organizzata; le associazioni terroristiche
internazionali.
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La gestione del trattamento
ô Lâosservazione della personalità e individualizzazione del trattamento: principi generali;
ô Analisi degli strumenti trattamentali: inquadramento normativo, aspetti operativi e
procedimentali degli elementi del trattamento; i singoli elementi del trattamento: lâistruzione, il
lavoro, la religione, le attività culturali, ricreative e sportive, i contatti con il mondo esterno e i
rapporti con la famiglia; lâopera svolta allâinterno degli istituti penitenziari dagli operatori
dellâuepe e la collaborazione con gli enti pubblici e privati di assistenza;
ô Il lavoro penitenziario: lâorganizzazione; le cooperative e la relativa legislazione; le
convenzioni con soggetti privati; la legge âSmuragliaâ. Il collocamento al lavoro: disciplina
normativa;
ô Il lavoro allâesterno: natura giuridica, presupposti e modalità di esecuzione;
ô La comunità esterna tra tradizione e innovazioni
â Il mondo esterno ed i contatti con i congiunti: le relazioni sociali in regime di privazione
della libertà personale; detenzione ed affetti familiari: i colloqui, dal contatto minimo alle
modalità privilegiate di esecuzione; i permessi e le licenze: disciplina giuridica ed
esecuzione; la corrispondenza epistolare, anche alla luce della legge 8 aprile 2004, n.
95 e telefonica; la libertà di religione e le pratiche di culto; le visite agli istituti di cui
allâarticolo 67 o.p.; i colloqui a fini investigativi: organi competenti e disciplina giuridica.
La tenuta dei registri presso lâistituto penitenziario.
â Il garante dei diritti dei detenuti: le funzioni e lâorganizzazione; i rapporti con
lâAmministrazione penitenziaria, con la Magistratura di Sorveglianza e con gli organismi
internazionali;
Misure alternative alla detenzione
ô Le misure alternative e la magistratura di Sorveglianza. Lâaffidamento in prova al servizio
sociale: storia dellâistituto e introduzione nel panorama italiano; le applicazioni successive
con la legge 309/90 e la 165/98; sua incidenza nel sistema sanzionatorio complessivo; la
detenzione domiciliare nelle sua varie applicazioni; la semilibertà; la semidetenzione e la
liberazione anticipata;
Testimonianze operative
ô La responsabilità dellâArea della Sicurezza, con particolare riguardo allâorganizzazione dei
servizi dâistituto ed alla gestione delle risorse in relazione ad esigenze ordinarie e connesse
ad eventi critici;
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ô Lâintegrazione interprofessionale e la comunicazione fra le aree per la condivisione
dellâobiettivo operativo;
ô Le detenzione femminile: peculiarità dellâutenza e gestione. La tutela delle detenuti madri e il
sostegno alle detenute con prole;
ô Le attività della Polizia penitenziaria nelle organizzazioni di peace keeping, in particolare la
partecipazione del Corpo di polizia penitenziaria nel contesto delle relazioni internazionali:
contributo, attività e modalità di intervento alla luce degli accordi correnti con gli organismi
internazionali;
ô Il contenzioso dellâAmministrazione penitenziaria: organizzazione e procedimenti.
Ordinamento e Regolamento del Corpo (82 h)
ô Gli istituti penitenziari con la rete di relazioni per la finalizzazione del mandato istituzionale
(rapporti con gli enti locali, con gli organi di altre forze di polizia, con le organizzazioni del cd.
terzo settore); lâorganizzazione per aree professionali: area della segreteria, area educativa o
del trattamento, area della sicurezza, area amministrativo-contabile e area sanitaria;
ô Gli operatori penitenziari: il direttore dâistituto penitenziario; il medico e il personale
infermieristico; il personale di polizia penitenziaria; lâeducatore; il contabile; i professionisti
esperti; il cappellano; la partecipazione della comunità esterna allâazione rieducativa ex art.
17 o.p e gli assistenti volontari ex art. 78 o.p.; lâassistente sociale;
ô La storia del Corpo di polizia penitenziaria nella evoluzione della normativa;
ô Il D.P.R. 15 febbraio 1999 n. 82, recante il regolamento di servizio del Corpo di polizia
penitenziaria: norme generali; gerarchia e subordinazione; doveri generali e particolari; i
servizi; le unità operative e la disciplina dei servizi (servizio di vigilanza Armata, servizio di
vigilanza ed osservazione dei detenuti e degli internati nelle sezioni, nei cortili dâaria e in
occasione delle socialità; vigilanza ed osservazione nelle lavorazioni, nelle scuole e durante
le attività lavorative; servizio di portineria, porta carraia e block-house; servizio di vigilanza ed
osservazione nelle sezioni infermeria e nelle strutture con carattere sanitario);
ô Servizi di matricola di detenuti ed internati; servizio di vigilanza sui colloqui dei detenuti e
degli internati; servizio di vigilanza sulla corrispondenza epistolare e telegrafica alla luce delle
nuove disposizioni ministeriali; servizio di controllo dei pacchi dei detenuti ed internati;
ô La determinazione delle sanzioni disciplinari per il personale del Corpo di P.P. e la
regolamentazione dei relativi procedimenti, organi competenti e tutela; le ricompense;
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ô Il contratto delle Forze di Polizia, il personale del comparto ministeri; la disciplina del
personale sanitario;
ô LâA.Q.N. e la disciplina degli incentivi per lâefficienza dei servizi istituzionali al personale del
Corpo di polizia penitenziaria;
ô Norme di sicurezza e procedure di intervento nella gestione di crisi per allarme incendio o per
tentativi di sommossa allâinterno dellâistituto penitenziario;
ô Le tecnologie e gli impianti per la sicurezza degli istituti penitenziari: lo strumentario a
disposizione del comando di reparto.
I servizi istituzionali e specialistici
ô Le fonti normative del servizio traduzioni e piantonamenti; la funzione del servizio alla luce
delle disposizioni ministeriali vigenti;
ô Lâorganizzazione del servizio di traduzioni e piantonamenti: livello centrale, regionale e locale
e compiti dei responsabili dei vari livelli organizzativi;
ô Tipologie di traduzioni: su strada, per via ferroviaria e a mezzo vettore aereo; le traduzioni
straordinarie e le traduzioni periodiche: autorità che dispongono; pianificazione e supporti
logistici;
ô Il servizio di scorta nelle traduzioni e il servizio di piantonamento nei reparti speciali, nelle
corsie ospedaliere e negli aereoporti: linee guida operative e riferimenti normativi;
ô Traduzioni dei detenuti dissociati, dei collaboratori di giustizia e dei cc.dd. dichiaranti:
modalità operative e segnalazioni alle forze di polizia;
ô Organizzazione e funzioni del Gruppo Operativo Mobile: generalità, istituzione; gestione
detenuti sottoposti al regime speciale di cui allâart. 41bis O.P.; gestione collaboratori di
giustizia; il servizio delle videoconferenze;
ô Organizzazione e funzioni del Servizio Cinofili e del Reparto a cavallo;
ô Organizzazione e funzioni del Servizio navale;
ô Organizzazione e funzioni del Nucleo Investigativo Centrale;
ô Organizzazione dellâUfficio per la Sicurezza Personale e per la Vigilanza;
ô Attività sportiva del Corpo di polizia penitenziaria.
Contabilità di Stato (10 h)
ô Le fonti della contabilità penitenziaria;
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ô Lâorganizzazione dellâarea amministrativo-contabile dellâAmministrazione Penitenziaria;
ô Gli organi contabili e la loro responsabilità;
ô Le figure professionali dellâarea amministrativo-contabile negli istituti penitenziari; il
funzionario delegato;
ô Le gestioni contabili dellâAmministrazione Penitenziaria: la programmazione e la gestione
della spesa.
Medicina legale (10 h)
ô Principi generali;
ô Aspetti medico legali delle lesioni e loro certificazione;
ô I rapporti tra la polizia giudiziaria ed il medico legale in sede di sopralluogo giudiziario.
Psicologia penitenziaria (20 h)
ô La comunicazione: principi, assiomi e tipologia;
ô Il linguaggio corporeo e lâinterpretazione dei segnali legati alle reazioni aggressive;
ô Valutazione e gestione dellâaggressività verbale e fisica;
ô Tecniche di colloquio: il colloquio come strumento professionale;
ô La conduzione del colloquio nei momenti di âalta tensioneâ: trasformare lo stress in risorsa.
Criminologia (30 h)
ô Istituzioni totali e sistema penitenziario. Aspetti delle associazioni criminali: nascita, sviluppo
e mappa delle organizzazioni malavitose in Italia;
ô Analisi delle più diffuse fattispecie di reato nel contesto penitenziario italiano;
ô Le principali teorie criminologiche;
ô Le patologie mentali ed i comportamenti criminali;
ô Rapporti fenomenologici tra criminalità e tossicodipendenza;
ô Criminalità dei colletti bianchi;
ô Il bullismo, con particolare riferimento allâambiente penitenziario;
ô Il mobbing;
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ô La globalizzazione e la società multietnica: le questioni concernenti i flussi migratori.
Lâimmigrazione con riferimento alle fattispecie delittuose ad essa collegate;
ô Meta-messaggi presenti nelle condotte auto ed etero distruttive e nel fenomeno del suicidio
in carcere.
Psicologia Giuridica (10 h)
ô Oggetto e campo della psicologia giuridica. Integrazione dei codici giuridico e psicologico;
ô Modelli e paradigmi esplicativi della devianza e del controllo sociale;
ô La psicologia in ambito giudiziario penale (la consulenza tecnica dâufficio; lâinterrogatorio;
lâassunzione di informazioni e la psicologia della testimonianza: tipologia e classificazione
delle domande);
Sociologia (8 h)
ô Analisi storica e filosofica del diritto: Metodologia di disciplina;
ô Il cyberterrorismo e gli Stati: controllo, sorveglianza e prevenzione della criminalità;
ô La criminalità contemporanea: dalla società disciplinare alla società della globalizzazione.
Sicurezza sul lavoro (20h)
ô Il d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro), come integrato
con il d.lgs. 3 agosto 2009, n. 106, attuativo della delega di cui alla legge 1 luglio 2009, n. 88:
le singole figure normativamente previste; gli obblighi e gli adempimenti; contravvenzioni e
sanzioni; la prescrizione e i poteri degli ufficiali di p.g.; ordini di servizio e deleghe; la
disciplina della delega; il medico competente; il registro degli infortuni sul lavoro; la
procedura di valutazione del rischio; informazione dei lavoratori;
ô Il VISAG: struttura, funzioni e competenze.
Nozioni di primo soccorso ( 8h)
ô I presidi negli istituti penitenziari;
ô Tossico-dipendenza ed alcool-dipendenza; interventi medico-legali nei casi di malattie
infettive: igiene, profilassi, protezione e prevenzione;
ô Aids ed epatite B;
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ô Il primo soccorso nei casi di autolesionismo e di suicidio (tentato e consumato).
Deontologia professionale (60 h)
ô Lâimportanza della deontologia professionale nel Corpo di polizia penitenziaria;
ô Lâimportanza della costituzione di un codice deontologico per le Forze di Polizia;
ô Concetti generali e componenti della deontologia professionale: aspetto morale, formale e
aspetto professionale;
ô Codici e norme di comportamento: lâesercizio dei doveri inerenti al servizio; la correttezza
professionale e la professionalità nel servizio; lâesteriorità e la sua importanza;
ô Le regole deontologiche nel regolamento di servizio e nel regolamento di disciplina;
ô Deontologia nellâattività di Polizia giudiziaria;
ô Le regole deontologiche con le Autorità (giudiziaria e dirigente); nei rapporti dâufficio, con i
detenuti e con i privati cittadini;
ô Principi deontologici in materia di utilizzo e responsabilità in tema di armi;
ô Il codice etico delle polizie europee: i diritti e i doveri che devono ispirare il comportamento
dellâappartenente al Corpo di polizia penitenziaria.
Armi (122 h)
Parte teorica generale e normativa di riferimento:
ô Classificazione delle armi, qualità balistiche, qualità tattiche, cenni sulla balistica, parti
essenziali delle armi da fuoco, congegni e meccanismi, ciclo funzionale, cartuccia, chiusura
ermetica e meccanica;
ô Lâ armamento individuale (pistola 92 FS-SB) e lâarmamento di reparto ordinario (P.M. 12 S):
ô Parti costituenti, congegni e meccanismi, smontaggio e assemblaggio dellâarma, norme di
sicurezza e di manipolazione, manutenzione dellâarma;
ô Lâarmamento speciale di reparto:
ô SPAS 12: parti costituenti, congegni e meccanismi, smontaggio e assemblaggio dellâarma,
norme di sicurezza e di manipolazione, manutenzione dellâarma;
ô HK G3 SG1: cenni;
ô ARTEFIZI: P241 CAL.26,5 â" HK VERY CAL. 19;
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ô Mezzi di coercizione fisica e mezzi di difesa personale: modalità dâuso e di impiego;
ô Requisiti del locale adibito ad armeria e del parco armi (circolari DAP);
ô Direttiva tecnica dei poligono di tiro;
ô Regolamento poligoni di tiro;
ô Le varie tipologie di poligoni di tiro;
ô I compiti e le responsabilità del direttore del poligono;
ô I compiti e le responsabilità del direttore di tiro e degli istruttori di tiro;
ô I compiti e le responsabilità dellâarmaiolo.
Parte pratica Pistola 92 FS â" SB e P.M. 12 S:
ô Addestramento in bianco e norme di sicurezza: tecniche per il tiro di base e per il tiro
operativo;
ô Pistola 92 FSâ"SB : tiro lento mirato a una mano e a due mani in piedi, in ginocchio e distesi;
ô P.M. 12 S : tiro lento mirato a colpo singolo ed a piccole raffiche in piedi, in ginocchio e
distesi;
Parte pratica SPAS12:
ô Addestramento in bianco e norme di sicurezza;
ô N.4 cartucce da esercitazione T32 e dimostrazione per il lancio dei razzi e segnalatori.
Parte pratica HK G3 SG1:
ô Addestramento in bianco e norme di sicurezza;
Parte pratica direzione dei tiri:
ô Esercitazione di tiro a fuoco con Pistola 92 FS â" SB.
Istruzione formale, scuola comando e cerimoniale (110 h)
Istruzione formale e scuola comando:
ô Norme di carattere generale;
ô La cura della forma e lâautocontrollo dei movimenti;
ô Le posizioni ed i movimenti senza armi;
ô Le posizioni ed i movimenti con le armi;
ô La marcia;
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ô Istruzione formale individuale con la sciabola;
ô Il reparto: schema di un reparto;
ô Modalità di impartire un ordine;
ô Presentazione di un reparto ad un superiore e modalità di saluto quando si è inquadrati in
reparti armati che rendono gli onori;
ô Modalità di assunzione del comando di un reparto in armi;
ô Modalità di marcia quando si comanda un reparto in armi;
ô Il funzionario porta bandiera (alfiere);
ô Conoscenza delle modalità di comportamento del personale appartenente agli altri ruoli;
ô Istruzione formale di un reparto in ordine chiuso.
Cerimoniale
ô Il cerimoniale e il protocollo di Stato;
ô Le cerimonie, le manifestazioni, i convegni, le visite e gli incontri;
ô I servizi dâonore e di rappresentanza, gli onori civili e militari;
ô Modalità di costituzione di un reparto per la resa degli onori;
ô La comunicazione istituzionale;
ô I rapporti con gli organi di informazione;
ô La predisposizione dei comunicati stampa e la gestione della notizia nellâemergenza.
Difesa personale (30 h)
ô Le principali tecniche di difesa contemplate nel metodo di M.G.A. â" Metodo Globale di
Difesa;
ô Le tecniche fondamentali di controllo, di immobilizzazione, di ammanettamento, di parata e
percussione;
ô Intervento in caso di resistenza attiva e passiva.
Lingua straniera (60 h)
ô Il programma prevede contenuti in linea con i livelli di conoscenza, per lo sviluppo delle
competenze linguistiche.
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Informatica (48 h)
ô Il programma prevede la possibilità di effettuare esami utili al conseguimento dellâECDL
(patente europea di informatica).
Comunicazione, Organizzazione e Gestione delle risorse umane (96 h)
Team building
ô costruzione del gruppo per lâintegrazione e la cooperazione.
Organizzazione come sistema complesso: vision, mission, valori e cultura organizzativa.
ô Lâorganizzazione: concetto e tipologie. Principi e teorie organizzative. La struttura formale:
ricostruzione dellâorganigramma; organizzazione formale e informale;
ô Posizioni allâinterno dellâorganizzazione. Ricostruzione di attività, compiti e competenze. I
ruoli, le funzioni e le mansioni: logiche e differenze;
ô Vision, mission e valori dellâorganizzazione;
ô Modelli organizzativi e cultura organizzativa: le variabili che condizionano i comportamenti
dellâorganizzazione e metodologie per la loro individuazione.
ô Organizzazione di macro processi relativi allâarea della sicurezza.
ô Visione di processo: lâorganizzazione del lavoro per processi nellâambito del contesto
operativo di appartenenza;
ô Cenni ai principi generali e agli strumenti che presiedono al processo di decision making;
ô Feedback sullâesperienza di tirocinio del 1° modulo.
Processi lavorativi: metodologie, analisi e sviluppo.
ô Metodologie di analisi e di sviluppo dei processi lavorativi;
ô Metodologie di individuazione corretta dei processi lavorativi;
ô Criticità e opportunità nei processi; analisi delle competenze nei processi; razionalizzazione
dei processi lavorativi;
ô Orientamento al miglioramento continuo della qualità degli output dei processi di lavoro;
ô Logiche e metodi del project management: pianificazione e progettazione delle attività di
competenza. Concetti base, meccanismi organizzativi e controllo del piano operativo;
ô Costruzione del team la cui attività sia orientata al rispetto degli obiettivi istituzionali. Dal
gruppo di lavoro al team: analisi delle fasi di sviluppo del team. La leadership e lâinfluenza
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sul team: i diversi stili di leadership. I meccanismi operativi allâinterno del team: il processo di
delega;
ô Visione generale dei modelli e delle metodologie impiegati nella gestione delle risorse
umane: la gestione delle risorse umane come processo operativo per la realizzazione del
processo lavorativo e per lâefficace conseguimento degli obiettivi istituzionali: il processo di
attribuzioni delle responsabilità e la motivazione;
ô Gestione dei conflitti e degli eventi critici;
ô Feedback sullâesperienza di tirocinio del 2° modulo.
Lâintegrazione intra ed interprofessionale.
ô Visione generale dei processi operativi relativi ai rapporti intra ed interfunzionali
nellâorganizzazione di riferimento. La comunicazione organizzativa: meccanismi percettivi che
influenzano la comunicazione;
ô Orientamento del team di lavoro in una logica interfunzionale;
ô Negoziazione e gestione dei conflitti allâinterno dei rapporti intra e interprofessionali; soluzioni
organizzative, meccanismi e comportamenti che favoriscono lâintegrazione;
ô Modelli di cooperazione e competizione nel team;
ô Modelli di cooperazione nella relazione interfunzionale;
ô Feedback sullâesperienza di tirocinio dellâintero percorso compiuto.
********
ô Verifiche (76 h); Accoglienza (42 h); Studio individuale (26 h).

Da: x..........24/09/2009 13:37:11
GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE!

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