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Quanto guadagna un praticante avvocato al nord ?
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Da: Law-firm - Compensi | 08/02/2023 19:55:32 |
Signori, Vi scrive un laureando di 24 anni, praticante in uno studio americano a Milano nel team di DCM (Debt Capital Markets). Dai commenti sopra prendo atto che in pochi hanno contezza di quanto il mercato legale al nord sia evoluto, anche sotto il profilo dei compensi riconosciuti ai trainee. Si tratta certamente di un settore elitario, e senza dubbio non rappresenta la cifra della professione su scala nazionale. Però il loro business è oramai consolidato, e diversi neolaureati (da tutta italia) ambiscono ad intraprendere una carriera presso questi studi. Arrivando ai compensi dei praticanti, ad oggi il salary medio presso i "grandi" studi si aggira oltre i 2000euro . Andrebbe specificato poi che questi studi sono oramai numerosi, e i compensi per ogni fascia di seniority (inclusi i praticanti) possono variare notevolmente da studio a studio, con una grossa varianza tra i salary degli studi di prima fascia (biglaw, magic circle inglesi, boutique, top tier italiani) e quelli degli studi internazionali di seconda o terza fascia (e.g. studi con presenza globale ma nuovi sul mercato italiano e milanese, division legal delle big 4). Pensate che in due studi tier 1 (i.e. di prima fasci) americani, i trainee percepiscono uno stipendio netto annuale che si aggira tra i 45k e i 60k annuali + bonus. Fate voi i conti. Stipendi medi di oltre 2500 euro mensili anche nella stragrande maggioranza degli altri studi di prima e seconda fascia. Considerate che il mercato è in espansione, e per quanto alcuni studi siano senz'altro selettivi, la presenza di numerose realtà e una domanda sempre più elevata permette a diversi neolaureati miei coetanei di applicare e inserirsi in uno studio a pochi mesi dalla laurea, se non prima svolgendo pratica anticipata o internships. Insomma, ad oggi il lavoro da praticanti può certamente essere reminerativo, per chi decide di adattarsi all'evoluzione della professione e intraprendere un percorso internazionale presso questi studi. | |
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Da: pazzo storpio puzzo de fame e pazzia | 09/02/2023 12:50:07 |
Sono destinato al suicidio, punto e basta! | |
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Da: Mr. Brownstone | 10/02/2023 15:03:24 |
Law Firm Interessante il settore di cui parli. L'unico vero problema del praticante secondo me è la scadenza dell'abilitazione. Per la mia esperienza posso dirti che mettersi in proprio - quella che una volta veniva chiamata "pratica in proprio" e oggi non so se esista ancora - non è né difficile né impossibile. Rimangono le due questioni che sono: 1) la scadenza dell'abilitazione 2) la possibilità di aprire uno studio legale e continuare a occuparsi di stragiudiziale anche dopo la scadenza del patrocinio. Tu cosa ne pensi? | |
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Da: Law-firm - Compensi | 10/02/2023 15:05:10 |
Che sei un fallito! | |
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Da: Mr. Brownstone | 10/02/2023 15:05:27 |
Tieni conto che io sono avvocato comunitario, ma secondo me l'Italia è uno schifo. | |
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Da: Mr. Brownstone | 10/02/2023 15:09:22 |
Ovviamente non mi riferivo a questo strano soggetto che imita i Nick name di altre persone per fare il disturbatore. | |
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Da: Sono cifre un pó esagerate | 10/02/2023 16:32:59 |
Il compenso dei praticanti varia enormemente da realtà tier 1 (pochissime) a realtà internazionali strutturate (no big4). Figuratevi quanto varia da realtà complesse a studio botique. Da tenere in considerazione quello che dicono le riviste specialistiche a riguardo, là trovate le medie del settore. Sicuramente il 99,9% non vede quei soldi lÃ. Se non sei nei tier 1 americani o internazionali non diventi ricco se non diventi socio equity. | |
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Da: Compensi - Law Firm | 10/02/2023 17:43:47 |
Mr Brownstone, anzitutto, bellissimo nickname. Lascia stare l'utente sopra, che è chiaramente un caso umano. Riguardo la scadenza dell'abilitazione, non penso sia un ostacolo così dirimente. Cinque e passa anni per passare l'esame sono (imo) abbastanza. Specialmente per chi riesce già ad inserirsi nei top studi post-laurea, il tempo è sufficiente per entrare nell'industry. C'è chi chiaramente passa l'esame prima degli altri, e quindi diventa associate prima, e chi invece riesce dopo. Il discorso cambia per chi, a trent'anni, non ha ancora l'abilitazione e cerca di competere con ragazzi più giovani per posizioni da trainee/associate. E nei panni di un recruiter, sceglierei il più giovane anch'io. Questo non per difendere l'attuale sistema di praticantato-esame, su cui evito di soffermarmi perchè è notoriamente male impostato, specie sotto il profilo della tempistica. Sul mettersi in proprio: sulla premessa che è estremamente difficile fondare uno studio, a prescindere dal settore, e diventare competitivi partendo in proprio, anche qui, comunque, andrebbe specificato a cosa ti riferisci quando parli di stragiudiziale. Non mancano certamente studi "giovani" e self-made, partiti in piccolo e oggi competitivi. Penso a Puccio sul penale/white-collar Sono però certamente pochi, se non inesistenti, sul transactional (Corporate, M&A, Capital Markets). Il che credo sia normale. Aldilà delle ragioni legate a rapporti, consolidati, che molti studi intrattengono con le big corporate o le banche bulge brackets (rapporti spesso risalenti al network, i.e. le law-firm ereditano a milano i clienti con cui le sedi americane o inglesi lavorano da anni). Lo trovo normale anche per ovvie ragioni di esperienza, competenza e risorse a disposizione dei grandi studi nella gestione della complessità legale associata a questi processi. Non escludo invece che in alcuni settori (più aperti all'innovazione e anche quindi aperti all'inclusione di players non già fidelizzati dai clienti), sia possibile partire in proprio e puntare ad essere competitivi. Penso primo tra tutti al law-tech. Ciò detto, salvo limitate eccezioni (che non descrivono il trend generale) escluderei che partire in proprio possa garantire possibilità di carriera e, per rimanere in tema, compensi equiparabili a quelli offerti dai grandi studi. Vediamo come evolverà il mercato. Ci tengo a dirti, ad ogni modo, che la mia non vuole essere un'apologia incondizionata delle law-firm. Anzi, le ritengo, long-term, tutte a rischio estinzione. Il loro modello di fatturazione, quasi sempre basato sulla billable-hour, è assolutamente discutibile sul piano dell'efficienza ed è da anni criticato. La sfida oggi è fare molto più a molto meno, e l'entrata in scena di ALSPs (alternative legal service providers) oltre che l'AI sembrano andare nella direzione di un cambio di rotta sul modello di business. In bocca al lupo per la tua carriera. A presto, Mr. Wolf | |
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Da: Compensi - Law Firm | 10/02/2023 17:49:23 |
Sono d'accordo. Sul discrimen compensi tier-1 - altri studi internazionali, è ciò che ho scritto sopra, se non sbaglio? Sul discorso big4, Considera che paragonandp studi di seconda e terza fascia e varie big4, i compensi (dei più junior), seppure a favore degli studi, non variano così tanto. Attenzione a cosa dicono le riviste di settore, poi. Non le ritengo sempre aggiornate, nè imparziali. Glassdoor è secondo me molto più aggiornato. Dipende cosa consideri per ricco. Se per tale intendi milionario, hai ragione. Non ci arrivi nemmeno vicino se non diventi equity partner nei tier-1. A presto, Mr. Wolf | |
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Da: Compensi - Law Firm | 10/02/2023 17:56:57 |
"Sono cifre un po' esagerate": il messaggio sotto era in risposta a te. In sostanza, non le ritengo cifre esagerate. Ho specificato in quali studi guadagni cifre fuori mercato, e in quali, invece, cifre comunque enormemente sopra la media nazionale (i.e. sopra i 1500 al mese). Sono tutte verificabili. Su quanti effettivamente questi studi siano, facciamola più semplice. Gli studi big sono una trentina. Compensi sopra i 40k l'anno per un praticante li offrono in 3. Compensi tra i 20k e i 35k, li offrono in una trentina (tra cui: internazionali, italiani, boutique, big 4). La scelta, insomma, è più vasta di quanto sembri. A presto, Mr Wolf | |
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Da: X compensi law firm | 10/02/2023 18:53:48 |
Si, sono d'accordo su tutto. In realtà non volevo attaccarti. Dicevo solo che la realtà degli n studi prestigiosi, a latere dei top, non é quella dei top 30, e pensavo esattamente a quel numero e ai dettagli esattamente come li hai descritti tu. Sulle big4, ovviamente, ciò che cambia é il medio lungo termine, per questo io non le considero e specifico che per realtà strutturate intendo altro. Le riviste fanno le salary survey a partire dai dati che solo loro possono avere, e glassdoor sulla nicchia legale non é proprio significativo in termini statistici. Poi chiaramente anche li, c'è la media e quindi non sempre si ha certezza di quanto sia ampia la forbice tra uno studio e l'altro. Ovviamente a grandi linee sono d'accordo praticamente su ogni cosa | |
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Da: X Compensi - Law Firm | 10/02/2023 19:56:27 |
Allora siamo on the same page! Buon weekend! | |
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Da: ma con un piccolo | 16/02/2023 10:25:11 |
studio in proprio....il singolo avvocato quanto puo' gaudagnare al mese? Mettiamo dopo i 40 anni? | |
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Da: pazzo storpio | 16/02/2023 12:13:44 |
Me puzzo de pazzia e povertà ! Son destinato ad impiccarmi! | |
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Da: Prendiamo i dati | 16/02/2023 12:41:06 |
Ho visto dichiarazioni di avvocati in proprio, sui 40, generalisti. Un paio d'anni fa. Studio di provincia, non di città . 140k 150k. Senior manager legal in società di consulenza. 70 75k Socio studio boutique non ranked tra i primi 100 in Italia, 600000k Questo é quello che ho visto, riporto dati. Immagino ci sia gente che fa di più e gente che fa di meno. Sono dati singoli. É molto difficile trovare informazioni attendibili in rete per avere un confronto. Se non paghi contributi col forfettario 2500 euro li porti a casa ovunque. Occhio che non sono i 2500 euro di un lavoratore dipendente. In tier 2 é possibile prenderne almeno 2000 da praticante, ma ormai 2000 si prendono anche in studi boutique non ranked. Considera che laddove hai IRPEF e contributi, a parità di stipendio il tuo lordo diventa il netto se non sei un dipendente. La Flat tax fa il resto anche per gli anni a venire in alcuni casi. Ci sono studi molto gettonati per alcune materie molto specifiche dove o diventi socio o resti a 60k 65k per sempre. Ho conosciuto un caso di uno che rosica pesantemente per questo. In alcuni studi per 40 associati ci sono fino a 5 soci. Paradossalmente da solo potresti anche fare il doppio o il triplo. | |
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Da: pazzo storpio | 16/02/2023 13:45:09 |
Me puzzo de pazzia e povertà ! Son destinato ad impiccarmi! | |
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Da: @Mr. Wolf | 21/02/2023 11:14:33 |
Potresti essere più specifico su quali studi pagano così tanto? O almeno potresti fornirci indicazioni su dove reperire questa tier list in modo da desumere indirettamente a chi ti riferisci? | |
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Da: @Mr. Wolf | 21/02/2023 11:14:38 |
Potresti essere più specifico su quali studi pagano così tanto? O almeno potresti fornirci indicazioni su dove reperire questa tier list in modo da desumere indirettamente a chi ti riferisci? | |
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Da: La tier list | 21/02/2023 15:27:06 |
Si trova con una semplice ricerca online. I tier 1 li conti sulle dita di una mano. E per entrarci guardano dove ti sei laureato e che media avevi. Per gli intern non praticanti uguale. Soliitamente chiedono almeno 29 e vale anche per i tier 2, anche se non ovunque | |
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Da: pazzo storpio puzzo de fame e pazzia | 22/02/2023 14:27:59 |
pazzo storpio puzzo de fame e pazzia | |
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Da: X Compensi - Law Firm | 23/02/2023 16:40:06 |
Per rispondere a "quale studi pagano così tanto". Basta aprire Glassdoor. In termini di accuracy, è sicuramente il più affidabile oltre che il più aggiornato. Trovi salaries per tutti gli studi e per tutte le fasce di seniority, trainees inclusi. Le tier list cui si riferisce l'utente qui sotto in effetti esistono. Considera però che non forniscono un indicatore di chi paga di più i professionisti. I rankings classificano gli studi per fatturato, deal seguiti e prestigio dei clienti (v. classifiche di Legal Community, che organizza anche i vari awards per industries), con dei risultati chiaramente non conclusivi e aperti a interpretazioni. Peraltro non tutte le tier list sono identiche. Le più reliable sono quelle stilate per industries e professionisti (v. Chambers & Legal500), a mio avviso. Ma ripeto, tengono in considerazione revenues e deal, non chi paga di più i professionisti. C'è sicuramente una correlazione tra revenues e PPP (profit-per-partner), ma non sempre e certamente non riguarda i salaries dei più junior. Per rispondere a "Si trova con una semplice ricerca online". Sì, gli studi top-tier sono una decina, li trovi facilmente. Non sono d'accordo sui criteri di cui parli. La media conta quanto le esperienza all'estero fatte, e il livello di inglese. Te lo dice uno che è stato preso qualche anno fa come intern in studio di prima fascia, con una media del 27 (quindi average), C1 di inglese e una esperienza all'estero. Sono d'accordo sul "guardano dove ti sei laureato", ma fino a un certo punto. Gli studi sono pieni di giovani praticanti da tutt'italia, certamente con una prevalenza dei laureati delle milanesi, ma con una varianza enorme rispetto a settori molto più elitari (v. Investment Banking, che sceglie esclusivamente applicants da università target - i.e. Bocconi per le italiane). Questo per dire che la media del 29 non è in alcun modo tassativa. Specie per quanto riguarda i praticanti, che un posto lo trovano anche con una media/voto di laurea non eccellente, se nel cv includono altre credenziali di cui gli studi tengono sempre conto (su tutti, internship e scambi all'estero). A presto, Mr. Wolf | |
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Da: X Compensi - Law Firm | 23/02/2023 16:40:10 |
Per rispondere a "quale studi pagano così tanto". Basta aprire Glassdoor. In termini di accuracy, è sicuramente il più affidabile oltre che il più aggiornato. Trovi salaries per tutti gli studi e per tutte le fasce di seniority, trainees inclusi. Le tier list cui si riferisce l'utente qui sotto in effetti esistono. Considera però che non forniscono un indicatore di chi paga di più i professionisti. I rankings classificano gli studi per fatturato, deal seguiti e prestigio dei clienti (v. classifiche di Legal Community, che organizza anche i vari awards per industries), con dei risultati chiaramente non conclusivi e aperti a interpretazioni. Peraltro non tutte le tier list sono identiche. Le più reliable sono quelle stilate per industries e professionisti (v. Chambers & Legal500), a mio avviso. Ma ripeto, tengono in considerazione revenues e deal, non chi paga di più i professionisti. C'è sicuramente una correlazione tra revenues e PPP (profit-per-partner), ma non sempre e certamente non riguarda i salaries dei più junior. Per rispondere a "Si trova con una semplice ricerca online". Sì, gli studi top-tier sono una decina, li trovi facilmente. Non sono d'accordo sui criteri di cui parli. La media conta quanto le esperienza all'estero fatte, e il livello di inglese. Te lo dice uno che è stato preso qualche anno fa come intern in studio di prima fascia, con una media del 27 (quindi average), C1 di inglese e una esperienza all'estero. Sono d'accordo sul "guardano dove ti sei laureato", ma fino a un certo punto. Gli studi sono pieni di giovani praticanti da tutt'italia, certamente con una prevalenza dei laureati delle milanesi, ma con una varianza enorme rispetto a settori molto più elitari (v. Investment Banking, che sceglie esclusivamente applicants da università target - i.e. Bocconi per le italiane). Questo per dire che la media del 29 non è in alcun modo tassativa. Specie per quanto riguarda i praticanti, che un posto lo trovano anche con una media/voto di laurea non eccellente, se nel cv includono altre credenziali di cui gli studi tengono sempre conto (su tutti, internship e scambi all'estero). A presto, Mr. Wolf | |
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Da: X Compensi - Law Firm | 23/02/2023 16:42:45 |
Scusate per il doppio messaggio. E aggiungo: sono l'unico che pensa che il format di questo blog fa cagare? Sembrano quei siti del 2002. Mr. Wolf | |
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Da: X mister wolf | 23/02/2023 21:37:33 |
Io parlo per la mia esperienza. Non posso parlare in generale ma solo per quello che ho visto. Paragonare legal a IB per me non ha senso. Là prendono solo gente dalla bocconi ma in realtà col master easy di un anno scarso all'estero entri comunque. Posso paragonarlo ad altre realtà , sicuramente non a IB. Poi dipende anche da quale banca perché in IB non BB conosco anche chi viene da public (eccellenti ovviamente). Stiamo comunque parlando di finanza vs giurisprudenza, come dire mele vs pere. Il "guardano dove ti laurei" non é un'opinione. Cioè é così quasi dappertutto nel senso che non valutano allo stesso modo candidati provenienti da università public tier 1 (esiste sta cosa, io la ignoravo ma un head hunter me lo ha spiegato) e università public che non conosce nessuno. Oltretutto chi fa selezione sa benissimo qual é la differenza tra università , altrimenti sto criterio, anche se implicito per ovvie ragioni, non esisterebbe. Non sarà così ovunque comunque, non lo nego. La media è fondamentale che sappia io. Non avevo mai sentito non la chiedessero. Ho conosciuto persone che sono entrate in tier 1 italiani con media anche più bassa ma con cv variegato di esperienze all'estero di un certo tipo (non l'erasmus in est europa, per dire). Nei processi di recruiting chiedono molto spesso 29 o 28,5 e sà guardano il transcript. Di solito é cosÃ. Ma lo chiedono proprio esplicitamente quasi tutti. Verificabile online tra l'altro e non solo per esperienza o fonti personali. In piú non ho visto tutta questa variabilità di provenienza. Non parlo delle milanesi ovviamente ma parlo delle meno quotate e semi sconosciute che popolano la penisola. Io non ho realmente cognizione di quanto sia sbilanciato il rapporto public quotata Vs semi sconosciuta. É comunque molto alto e credo verificabile anch'esso tranquillamente online. Cioè università buone ce ne sono molte, Trento, Pavia, Torino, Padova, Bologna, Sapienza etc.. si vedono molte persone negli studi che vengono da lÃ. Molte di meno che vengono da realtà che oggettivamente sono molto poco conosciute (ci sono università che io non avevo mai sentito nominare prima di ieri ad esempio). Credo ragionevolmente sia frutto di quanto detto sopra e che la correlazione esista. Per le private invece é un altro discorso e onestamente é giusto che sia così. Magari nei tier 1 americani funziona diversamente e non guardano né laurea né voti, non so come funzionino quelle realtà dato che non le conosco da vicino. Avrei pensato fossero estremamente selettive ma é un pensiero non corroborato da dati o fonti certe. Se uno fa 1 anno in America ad esempio può davvero presentarsi con una certa leva anche se viene da una università molto meno prestigiosa. Anche questo é vero. D'altro canto esistono master che ti mettono in studi italiani di default e alla fine basta pagare, fare il master ed entrare come praticante. Probabilmente le cose cambiano da studio a studio. In molti chiedono comunque il massimo de voti + la media. Se non laureati chiedono medie molto alte. Questo quello che ho visto e continuo a vedere. Vale anche e soprattutto per le boutique. Non vale per consulenza e probabilmente (a questo punto) anche per alcune altre realtà prestigiose. Non vale per tutti ma per i più grandi, generalmente (per quanto si possa generalizzare) sÃ. O comunque vale la combinazione di università molto buona e voti decenti. Il C1 di inglese é abbastanza il minimo oggi. Se uno non é fluente giustamente non entra in certe realtà . Conosco gente che lo parla scolastico comunque (non in studi internazionali e con scolastico intendo B2 scarso) Capitolo compensi. Io non capisco glassdoor, statisticamente non é affidabile. Cioè prendete qualche studio e vedete che ci sono dati discordanti praticamente per ogni categoria. Associate che guadagna come un trainee, associate che guadagna di più di senior associate. Cioè questa cosa si ripete per diverse realtà di un certo rilievo e a quel punto se non conosci qualcuno che ci lavora come fai a sapere quanto guadagna realmente? Su glassdoor chiunque può pubblicare quello che vuole, purtroppo nel settore legale questo penalizza molto perché non é possibile confrontare sempre due studi pari dimensioni. Inoltre, vedendo i dati, da una certa senioriy in poi non c'è modo di sapere con glassdoor o simili (e manco con le riviste e gli studi di retribuzione) cosa effettivamente si arrivi a guadagnare. specifico effettivamente. Questo é un fatto. Magari va bene per capire cosa guadagna un trainee, forse in quel caso é affidabile quasi ovunque, nel senso che è più probabile sia meno significativo per associate e superiori. Studi grandi in Italia per fatturato non sono moltissimi. Tier 1 o 2 significa tutto e niente, ci sono le classifiche che si basano quasi sempre su deals e revenues. Ci sono anche le specifiche per materia. A quel punto quanto fattura uno studio conta poco. Ovviamente c'è differenza enorme tra consulenza e studi boutique. Entrambi rientrano in tier 1 o 2 a seconda della classifica ma poi non c'entrano nulla per carriera e compensi. Per concludere direi che comunque di studi ce ne sono tanti. Effettivamente con laurea anche con voto mediocre o media non altissima si entra, verissimo. Anche in studi internazionali di un certo tipo. Però ho sempre visto un pattern riconoscibile. Cioè combinazione di università e voti, laddove la prima compensa i secondi. E viceversa. Ad ogni modo in realtà prestigiose si entra anche con master per cui sto wall of text può essere abbattuto molto agevolmente | |
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Da: EDIT,, | 24/02/2023 01:23:45 |
Confermo che da quello che vedo è verissimo che non ci sono requisiti stratosferici per entrare in law firm americane o inglesi. Non pensavo fosse così e invece sÃ. Nelle boutique italiane é molto peggio. Concordo con mr wolf, non il massimo il forum ma in ogni caso é fatto per i dipendenti pubblici o aspiranti tali e quindi ci sta che sia un pó vintage. Alla fine tranne qualche troll si riesce a comunicare senza troppi problemi | |
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Da: Giusto mister wolf | 28/02/2023 17:49:55 |
Sottoscrivo quanto detto da mr wolf, rispetto ad altri settori (consulenza, investment banking), nel settore legale si arriva al top (studi internazionali di prima fascia) con delle credenziali "standard" (media buona ed esperienze all'estero). Senza con cio voler asserire che sia facile entrarci. Credo anzi diventerà sempre più difficile Riguardo i compensi, concordo (per esperienza personale) che glassdoor è il più affidabile. Certo non ci indovina al 100%, ma ci va vicino perchè fa una media. Non per i ruoli più senior però. | |
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Da: @ x Mr Wolf | 01/03/2023 21:03:19 |
Per "io parlo per la mia esperienza". Grazie della risposta anzitutto. Cerco di risponderti per paragrafi. "Paragonare legal a IB per me non ha senso". Ha senso eccome. E' che in Italia arriviamo sempre dopo. Prendi Londra, dove il confronto è uno standard, complice, tra le altre cose, che (i) il background dei legal è più variegato (non serve bachelor in law per training contract), che (ii) i compensi IB/Law sono più allineati che da noi (sempre a favore di IB, anyway), che soprattutto (iii) c'è molta più overlap tra industries di quanto non accada in Italia (molti più deal in cui legal lavorano con (per) bankers o con consultants). Negli USA, scenario molto simile. Aldilà delle rivalries che contano poco, rimanendo su confronto IB/Law, le due carriere, nelle loro diversità , anche in italia sono simili sotto più profili (specie per chi lavora in CM o M&A, ma non solo. Non mi dilungo oltre qui), e il paragone ha senso. Non escludo esista chi da public è entrato in IB, né chi sia entrato in bulge brackets senza laurea in bocconi. L'eccezione però non fa la regola. E nel paragone tra industries, come scrivevo sopra, entrare in IB in BB è estremamente più difficile che entrare in studi top-tier anche (e soprattutto) a Milano. "il guardano dove ti laurei..". Siamo d'accordo, l'uni di provenienza conta. Ma ripeto: c'è molta varianza. Pur con una prevalenza delle uni milanesi, bocconi su tutte, gli studi top pescano praticanti da tutta italia, targettizzando applicants provenienti dalle public migliori, che sono diverse. Siamo ben distanti da quanto non accada in altre industries (e.g. IB, come dicevo) o, se vuoi, di quanto non accada nello stesso mercato legale in altri paesi (guardati percentuale di candidati Oxfridge nelle firm top-tier a Londra su Legalcheek; v. varie Am100 che prendono esclusivamente da T-7 americane). Anche qui, spazio ce n'è eccome, seppure con prevalenza di bocconiani (prevalenza che da non bocconiano, è imo fisiologica e giustificata). "La media è fondamentale, non avevo mai sentito non la chiedessero". Non è esattamente quello che ho detto. Io ho parlato della non prevalenza della media rispetto ad altre credenziali. Una media non outstanding (i.e. 26/27), accompagnata da conoscenza lingue e internship pregresse (che come saprai non sono ricorrenti nei cv dei giuristi), ti consente di essere competitivo. Ti invito a fare le verifiche di cui parli, prendendo gli studi top. Una buona metà non chiede neppure il transcript. Altri lo chiedono, chiedendo una media minima come dicevi (e.g. lo studio per cui lavoro, per dirne uno). Così come quasi tutti chiedono il massimo dei voti, senza mai respingere cv se hai sopra il 105. Rimane, ribadisco, sempre spazio per chi ha una media "buona" o voto di laurea "buono", e altre credenziali. Anche qui, siamo ben distanti dal GPA 4.0/2:1 equivalent che gli studi top chiedono tassativamente in altri paesi (come giusto che sia, considerando che studiamo come degli stronzi in italia). Confermo quindi il pattern riconoscibile di cui parli, sempre ribadendo che la media alta non è in alcun modo una credenziale sufficiente o prevalente sulle altre (come giusto che sia, aggiungo). I criteri sono praticamente identici tra studi "strutturati" italiani e internazionali, con alcune differenze che non modificano il profilo generale del trainee "average" scelto in tutti gli studi top (università top, ottimo inglese, media/voto laurea medio-alti, internship pregresse). Non funziona diversamente nei tier-1 americani. La differenza è che, essendo i più gettonati, essere presi è più challenging. Andrebbe specificato se ti riferisci a boutique italiane o boutique internazionali, posto che nessuno studio "piccolo" è selettivo quanto i top-tier internazionali, data l'enorme affluenza di applicants come dicevo sopra. "Glassdoor statisticamente non è affidabile". Oltre che l'unico provider attualmente presente, glassdoor è abbastanza preciso. I dati sono discordanti perché è costantemente aggiornato. "Ognuno può pubblicare quello che vuole": non proprio. Ci sono dei filtri di verifica, che sicuramente incidono a renderlo più accurate. Certo, non è infallibile, ma specie per compensi trainees, ti da un indicatore attendibile. Sono però d'accordo con te che più vai avanti per fasce di seniority, meno è preciso (btw, è normalissimo sia così, i compensi per senior/partner sono soggetti a più molte più variabili di quelli ad es dei trainee). Siamo d'accordo anche sui ranking. I compensi non rientrano tra i rational delle tier-list per materia. A presto! Mr. Wolf | |
Rispondi |
Da: Pierrrr | 01/03/2023 22:17:51 |
Secondo te i fuoricorso con ottimo inglese e voto di laurea molto alto (>108) hanno qualche chance di entrare negli studi top tier? | |
Rispondi |
Da: @Pierrr | 02/03/2023 00:17:16 |
Per darti una risposta accurata, dovrei capire se il tuo essere fuoricorso è "giustificato". Se sei fuoricorso, ma sei già interessato (meglio ancora, specializzato) in una materia, per le job vacancies "di dipartimento" sei super appetibile. Ti faccio un esempio. Ti laurei in 6 anni. Hai 3/4 mesi (più nei hai, meglio è) di internship in IP law (meglio ancora se presso studio specializzato in IP). Hai scritto tesi in materia di brevetti (non è il mio settore, perdona la banalità del tema scelto), meglio ancora se scritta post ricerca tesi all'estero. Applichi per studio top, dipartimento IP. In questo scenario, poniamo tu sia fuoricorso di un anno, e con un voto di laurea anche più basso di quello che hai. Sei comunque un candidato competitivo. Te la batti tranquillamente con i profili che (on average) passano i primi screening dei recruiter (laurea a pieni voti presso uni top, accompagnata da erasmus/exchange, ma non specializzati). Probabilmente, sei un passo indietro rispetto a chi (rimanendo nell'esempio), oltre ad essere specializzato in IP, si è laureato nei tempi. Ma te la batti ai colloqui. Quindi, in sostanza, dovrei capire - fuoricorso perchè - fuoricorso da quanto - in quale settore ti vuoi specializzare (i.e. per quale team vuoi applicare in studi top). Per correttezza, dovrei anche chiederti che università fai (non è una variabile indifferente). A presto, Mr Wolf | |
Rispondi |
Da: Pierrrr | 02/03/2023 00:36:59 |
Penso che la situazione sia irrimediabilmente compromessa. Comunque: laurea due anni e tre mesi fuoricorso in università pubblica non top, C1 certificato di inglese e B1 di francese, voto di laurea sicuramente >108, tesi in diritto bancario-civile e qualche esperienza all'estero ma non strettamente law related. Il fuoricorso è dipeso da cause di forza maggiore e purtroppo non ci posso far nulla... in ogni caso grazie per le risposte più che esaustive, sei stato gentilissimo. | |
Rispondi |
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