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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
10148 messaggi

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Da: numero chiuso in giurisprudenza24/08/2014 08:13:56
Il commerciante, rispetto all'avvocato (che ha solo divieti di tipo commerciale), ha numerosi vantaggi, tra cui, può:
1) ricorrere alla pubblicità commerciale;
2) costituire società di capitali che attingono al mercato dei capitali
3) ricorrere agli intermediari, mediatori, procacciatori di affari, agenti rappresentanti, che concludono contratti di acquisto in suo nome e per suo conto in qualsiasi luogo
4) una volta acquistato il prodotto (anche se viene pagato a rate) non può essere revocato.
5) L'imprenditore commerciale può ricevere finanziamenti pubblici

L'avvocato invece ha rispetto al commerciante maggiori divieti e doveri:
1) titolo di studio elevato come la laurea,
2) subire sfruttamento gratuito con  il tirocinio presso un avvocato appena dopo la laurea,
3) divieto costituzione di società di capitali
4) divieto di pubblicità commerciale, soprattutto di prezzi e tariffe.
5) divieto di cessione del credito litigioso
6) divieto di avvalersi di intermediari, mediatori, procacciatori, agenti rappresentanti che in nome e per conto dell'avvocato, stipulano il contratto di vendita del servizio professionale.
7) l'avvocato può essere revocato dal cliente in qualsiasi momento, anche se ha stipulato un patto di pro-quota lite
8) non sono previsti per l'avvocato ammortizzatori sociali, indennità di infortunio o malattia o disoccupazione, (per i notai sono previste misure di sostegno ad integrazione di un reddito minimo di quasi cinquantamila euro annui, se rimane disoccupato).

L'UNICO VANTAGGIO DELL'AVVOCATO, CHE IL COMMERCIANTE NON HA, E' PRATICAMENETE LA POSSIBILITA' DI RISPARMIARE NELLE SPESE DI SEGRETERIA, SFRUTTANDO PER ALMENO 18 MESI I NEO-LAUREATI IN LEGGE CON IL TIROCINIO GRATUITO OBBLIGATORIO CHE DEVE PRECEDERE L'ESAME DI ABILITAZIONE.
IL COMMERCIANTE, NON HA DIRITTO A TIROCINANTI GRATIS E SE NON TIENE IN REGOLA I PROPRI DIPENDENTI, CON REGOLARE BUSTA PAGA E VERSAMENTO DEI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI, RISCHIA CONTROLLI DALL'ISPETTORATO DEL LAVORO E SANZIONI PESANTI, FINANCHE'  LA SOSPENSIONE DELL'ATTIVITA' E LA CHIUSURA.
Rispondi

Da: 24/08/2014 09:03:33
non so perché tu posti queste cose ma ti dico che i giovani se ne sono già accorti da soli di queste cose e per questo hanno lasciato la professione
il numero chiuso in giurisprudenza è un'ottima idea, dovrebbe esserci in tutte le facoltà
Rispondi

Da: numero chiuso in giurisprudenza24/08/2014 09:47:04
Ti sembra giusto illudere i tirocinanti di accedere ad una professione redditizia e poi invece avere la sola certezza di oneri fissi molto elevati?
Rispondi

Da: marcolex 24/08/2014 12:53:07
numero chiuso, perdona la curiosità ma tu sei avvocato?
Rispondi

Da: numero chiuso in giurisprudenza24/08/2014 14:43:14
No, sono un aspirante notaio ed a causa della crisi dell'avvocatura, ho visto un aumento esponenziale di avvocati che vorrebbero diventare notaio. I posti a concorso di notaio sono pochi per bandi a cadenza biennale e quindi poche briciole da dividersi  tra una marea di avvocati disoccupati,i quali vorrebbero fare il salto del guado.
Rispondi

Da: Il giustiziere24/08/2014 18:16:08
Eheheh, anche io voglio diventare notaio
Rispondi

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Da: marcolex 24/08/2014 19:33:24
Grazie per la tempestività della risposta. La pratica notarile è remunerata come e quella legale?
Rispondi

Da: numero chiuso in giurisprudenza25/08/2014 09:35:11
Certo è pagato ad euro zero.



A seguito della laurea è necessario svolgere un praticantato della durata di diciotto mesi presso un notaio, di cui un anno consecutivo subito dopo la laurea; E' possibile anticipare per un massimo di sei mesi l'iscrizione già nell'ultimo anno di laurea. Il praticantato deve concludersi entro trenta mesi dall'iscrizione all'albo; per i funzionari dell'ordine giudiziario in servizio già da un anno e per gli avvocati in esercizio da almeno un anno è sufficiente un periodo di praticantato di otto mesi.

A seguito di questo lungo percorso formativo, è necessario fare l'ultimo passo: il concorso notarile. Il concorso notarile, il cui bando per l'anno 2013 è uscito il 22 marzo, avviene a seguito di un bando emanato dal Ministero di Giustizia. Il concorso notarile è strutturato in due prove:



la prova scritta, suddivisa a sua volta in tre prove teorico-pratiche riguardanti un attimo di ultima volontà e due atti tra vivi, il secondo di questi è di diritto commerciale;
la prova orale, costituita a sua volta da tre prove su diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, disposizioni sull'ordinamento del notariato e degli archivi notarili e, infine, disposizioni concernenti i tributi sugli affari.
Superate le prove, la nomina a notaio, con la consecutiva assegnazione della sede, avviene a seguito di un decreto emanato dal Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero della Giustizia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Ma quanto guadagna un notaio. La professione del notaio è molto difficile e complessa, soprattutto da raggiungere. Il concorso notarile, di cui poc'anzi abbiamo parlato, non è semplice da superare. Le statistiche parlano di un ammesso su 15 candidati e, per poter raggiungere il concorso, è comunque necessario studiare e fare un praticantato. Il notaio, dunque, è retribuito proporzionalmente a quanto sia difficile la sua professione. Un notaio, in media, guadagna circa 600.000 euro all'anno. Ovviamente, non si tratta di una cifra standard ma di una media orientativa: il notaio è un libero professionista e, come tale, guadagna a seconda della clientela a sua disposizione.

Rispondi

Da: marcolex 25/08/2014 11:35:24
Non capisco perchè con 600.000 euro di media di fatturato non paghino i praticanti come gli impiegati.... E' assurdo
Rispondi

Da: numero chiuso in giurisprudenza26/08/2014 07:59:29
E' la legge sul tirocinio obbligatorio che permette lo sfruttamento di praticanti avvocati e notai.
Basterebbe una semplice modifica normativa che prevedesse 2 semplici punti fondamentali che adeguino il sistema normativo alla realtà di fatto.
1) L'introduzione della figura di avvocato dipendente subordinato (che è ormai una realtà diffusa negli studi privati non solo medio-grandi, ma anche piccoli), con garanzie retributive e previdenziali-assicurative analoghe ai lavoratori dipendenti previsti da un contratto collettivo nazionale di categoria.
2). l'abolizione dell'attuale sistema di tirocinio con la sostituzione del contratto di apprendistato (retribuito e con versamento di contributi previdenziali obbligatori secondo ccnl di categoria) oppure in sostituzione l'istituzione di  scuole di specializzazione forense o notarile universitaria di durata quadriennale abilitante alla professione forense o notarile, che oltre all'insegnamento teorico, l'ultimo anno prevedesse tirocinio nelle cancellerie, nelle aule giudiziarie o negli archivi notarili, scuole a numero chiuso, dato che ci sono più avvocati nella sola città di Roma che in tutta la Francia.

Infine, ad evidenziare l'attuale (che si potrae da oltre un ventennio) miopia politica, nel riformare il sistema complessivo di istruzione e formazione professionale, che dovrebbe costituire un volano per l'economia nazionale oltre a più che dimezzare la disoccupazione, posto un articolo sul sistema di istruzione e formazione professionale svizzero (gli svizzeri si sa, per antonomasia sono molto precisi, come gli orologi che storicamente sono stati in grado di fabbricare).

All'età di 16 anni, gli studenti intenzionati proseguire gli stud iniziano la scuola secondaria II, che ha una durata di 3 o 4 anni. La maggioranza dei giovani frequenta almeno un tipo di scuola secondaria II. Nell'anno scolastico 2001/2002, il 90% dei ragazzi ha acquisito un diploma o formazione professionale dopo aver completato un corso di studi o un tirocinio.

I diversi tipi di scuola secondaria possono fornire un tirocinio attitudinale in preparazione all'entrata nel mondo del lavoro o una formazione che consenta il proseguimento degli studi al livello terziario.

Circa il 25% degli studenti che hanno completato la scuola dell'obbligo non prosegue direttamente al livello secondario II, ma interrompe il corso di studi frequentando un anno scolastico aggiuntivo prima di iniziare l'apprendistato o soggiornando in un'altra regione linguistica. Le ricerche mostrano che sono principalmente i giovani provenienti da famiglie meno agiate e i figli degli immigranti a scegliere questa opzione, indipendentemente dai risultati scolastici.
Scuole secondarie professionali

Apprendisti meccanici alle Ferrovie Federali Svizzere (nuova finestra)
Apprendisti meccanici alle Ferrovie Federali Svizzere
© Alain D. Boillat SBB

Un'apprendista (nuova finestra)
Le ragazze sono ancora sotto-rappresentate fra gli apprendisti delle tecnologie dell'informazione
© swissworld.org

I quasi due terzi degli studenti che frequentano il livello secondario II opta per un tirocinio attitudinale da effettuarsi in una scuola professionale di base.

La maggioranza di questi corsi ha una durata di 3 o 4 anni, secondo l'indirizzo scelto, e opera con un sistema duale. Ciò significa che l'apprendista settimanalmente alterna 1 o 2 giornate in aula alle rimanenti di apprendistato presso un'azienda approvata. Gli studenti possono scegliere tra circa 300 indirizzi riconosciuti di scuola professionale.

Tra i più scelti fra i ragazzi vi sono i corsi ad indirizzo tecnico come meccanico e elettricisti, fra le ragazze quelli con sbocchi nel commercio e nella sanità.

Gli apprendisti che superano l'esame alla fine del periodo di tirocinio ottengono un Attestato Federale di Capacità, riconosciuto in tutti i cantoni.

Dal 1993 gli apprendisti possono sostenere un esame per l'ottenimento di un certificato di Maturità Professionale che consente di accedere ad una Scuola Universitaria Professionale (SUP).
Le scuole di preparazione al terzo livello

Il 20% circa degli studenti del livello secondario II frequenta le scuole che preparano per l'accesso all'Università.

Il tipo tradizionale è il liceo che offre una cultura generale e prepara gli allievi all'esame di maturità. La maturità da diritto ad accedere ad un'università o a uno dei due politecnici federali (PF). Nel 2001, il 18.5% dei diciannovenni svizzeri ha ottenuto la maturità.

Un secondo tipo di scuola di cultura generale di livello secondario II  è quella che prepara gli studenti che intendono accedere a scuole di terzo livello in aree quali la sanità, i lavori sociali e l'arte.

La scuola di tipo tradizionale, il liceo, è scelta più frequentemente dalle ragazze e dagli studenti dei cantoni di lingua francese e italiana.

Generalità

La Svizzera offre un'ampia scelta di educazione a livello terziario. Una divisione a livello verticale può essere fatta tra educazione generale e educazione professionale, e per quanto riguarda quest'ultima una divisione a livello orizzontale tra scuole universitarie professionali e scuole specializzate superiori.

L'educazione professionale si divide in due categorie. Da un lato si trovano le scuole universitarie professionali (SUP) che offrono una preparazione specifica di livello universitario, dall'altro lato le scuole specializzate superiori che forniscono qualifiche o professionali o tecniche. La gran parte delle scuole di questo secondo tipo sono supportate dalle relative associazioni professionali, che sono anche responsabili degli esami professionali e del loro svolgimento.

Università

L'Università di Berna (nuova finestra)
L'Università di Berna
© Uni Bern

L'educazione di livello universitario è offerta da dieci università, due politecnici federali e dalle nuove scuole universitarie professionali, di tipo attitudinale specializzato, che comprendono le alte scuole pedagogiche (ASP).

Nella Svizzera di lingua francese le università sono tre (Ginevra, Losanna, Neuchâtel), nella Svizzera di lingua tedesca sono cinque (Basilea, Berna, Zurigo, Lucerna, San Gallo). L'università di Friborgo è bilingue francese-tedesco. Dal 1996 è stata istituita un'università di lingua italiana in canton Ticino, con sede principale a Lugano.

I politecnici federali sono due: l'ETHZ di Zurigo e l'EPFL di Losanna.

Durante l'anno scolastico 2003-2004, il 48% degli studenti di università e politecnici erano donne, anche se la percentuale variava notevolmente a seconda della facoltà.

I politecnici sono governati dal governo centrale, mentre il controllo delle università tradizionali avviene a livello cantonale.

Il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ)
Il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ)
© swissinfo/SRI

Le Scuole Universitare Professionali
Le scuole universitarie professionali (SUP) sono state aggiunte al sistema educativo svizzero nel 1993, e la loro popolarità aumenta di anno in anno con l'aumentare degli indirizzi professionali offerti.

Questo tipo di scuola offre un'educazione di livello universitario unita alla pratica attraverso periodi di stage professionali.

La scelta di una SUP è più comune tra i ragazzi, ma da quando sono stati aggiunti gli indirizzi pedagogici, sociale e sanitario, il numero delle ragazze è notevolmente aumentato. Nell'anno scolastico 2003-2004, il 39% del totale degli studenti erano ragazze, anche se per gli indirizzi tecnologia, scienza della vita e costruzioni, la loro presenza si assesta intorno al 10%.

La maggior parte del SUP è governata a livello federale.

Scuole tecniche di livello terziario

Il centro di istruzione forestale a Lyss (nuova finestra)
Il centro di istruzione forestale a Lyss, Canton Berna, una scuola superiore specializzata che prepara gli allievi al diploma federale con corsi in tedesco e francese
© Hans Ege Luzern/LIGNUM

Del livello di istruzione terziaria fanno parte anche le scuole specializzate superiori che offrono una formazione attitudinale.

Queste scuole, che sono più di 100, sono regolamentate dalla Confederazione, ma la responsabilità pedagogica e degli esami finali è affidata alle associazioni professionali competenti nel settore specifico.

Alla fine del corso di studi, i diplomati acquisiscono capacità che permettono loro di inserirsi nel mondo professionale ad un livello di middle-management.
Formazione continua

Sono molti a continuare la propria formazione con corsi di aggiornamento professionale e specializzazione dopo aver completato l'educazione formale. Questi tipi di corsi sono offerti principalmente da istituzioni private, ma anche da associazioni sindacali e professionali. Università e altri istituti superiori offrono anch'essi corsi di formazione continua.

Come formazione continua vengono considerati anche i corsi seguiti da casa con l'aiuto di libri di testo, programmi computerizzati e sistemi audio-visuali.
evisione del sistema universitario

A livello terziario, la Svizzera sta introducendo riforme in linea con le direttive della dichiarazione di Bologna sottoscritta con altri 31 paesi nel 1999. Con questa dichiarazione ci si prefigge di creare uno "spazio formativo universitario comune" a livello europeo, con un sistema di studi a due stadi, con diplomi di Bachelor e Master, simile a quello in vigore nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Le riforme, che alcune università hanno già introdotto in alcune discipline, hanno provocato proteste tra gli studenti. Secondo alcuni le riforme servono esclusivamente gli interessi dell'economia, spingendo le persone verso il mercato del lavoro il più presto possibile.
onfronti internazionali

Il rapporto PISA (programma internazionale di valutazione degli studenti in 40 paesi) pubblicato regolarmente dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2003, ha mostrato che i quindicenni svizzeri si collocavano al di sopra della media in tutte le materie prese in esame (matematica, lettura, scienze e risoluzione di problemi).

I risultati del 2003 sono stati decisamente migliori di quelli del rapporto del 2000, anche se in nessuna materia la Svizzera si piazzava ai primi posti. I paesi che hanno fatto registrare i migliori punteggi in ogni materia sono stati Finlandia, Hong Kong/Cina e Corea.

La Svizzera non occupa più la prima posizione tra i paesi OCSE con il maggior numero di studenti che completano un'istruzione di livello secondario II. Nessun altro paese OCSE ha tra l'altro evidenziato un così ampio divario tra i sessi nel numero di studenti che raggiungono la laurea.

Le università svizzere godono comunque di una buona reputazione e contano il maggior numero di studenti stranieri tra i paesi OCSE. Molti più studenti stranieri approfittano dell'opportunità di frequentare corsi in Svizzera offerti da vari programmi di scambio che non i giovani svizzeri di recarsi all'estero.

Scambi e mobilità

(nuova finestra)
Le attività di scambio consolidano la comprensione tra le diverse comunità linguistiche e culturali e favoriscono l'apprendimento delle lingue.
Ogni anno circa 500 classi, per un totale di 15 000 allievi, partecipano in Svizzera a attività di scambio. A queste si aggiungono i soggiorni linguistici individuali di giovani e insegnanti. Dal 1° gennaio 2011 la Svizzera partecipa a pieno titolo ai programmi europei per l'educazione, la formazione professionale e la gioventù.

Contatti
Dal mese di ottobre 2010 il Centro di competenza svizzero per gli scambi e la mobilità della Fondazione ch per la collaborazione confederale funge da interlocutore nazionale per tutte le questioni concernenti le attività di scambio in Svizzera e in Europa. Il Centro, che opera su mandato della Confederazione e dei Cantoni, ha raccolto l'eredità del vecchio Scambio ch, istituito nel 1976 sempre su mandato delle stesse autorità.


http://www.swissinfo.ch/ita/giovani-e-lavoro--la-soluzione-non-%C3%A8-sempre-l-universit%C3%A0-/40563642


La promozione della formazione universitaria non è sempre la panacea contro la disoccupazione giovanile: la Svizzera ottiene ottimi risultati con la formazione professionale duale.
(Keystone)
Da una ventina d'anni, il numero di persone laureate è in costante aumento in tutto il mondo. È il caso anche in Svizzera, dove la percentuale di giovani con un livello di istruzione terziaria rimane però inferiore rispetto a molti altri paesi europei. Uno sguardo alle cifre.
L'istruzione superiore non è più il sistema selettivo ed elitario di una volta, è diventata un mercato di massa globale. La percentuale di adulti con un livello di istruzione terziaria (università o scuole equivalenti) è aumentato di oltre il 10% tra il 2000 e il 2011 in tutti i paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Negli ultimi decenni, numerosi governi hanno migliorato le opportunità di istruzione terziaria per i propri cittadini, aumentando i finanziamenti alle università e armonizzando il sistema di diplomi universitari, come ad esempio nel quadro del sistema di Bologna in Europa. In molti paesi si è infatti convinti che esista uno stretto legame tra istruzione, occupazione e guadagni.
Livelli di istruzione In base a standard internazionali, il livello di istruzione degli adulti può essere classificato in tre gruppi:Istruzione obbligatoria: comprende la scuola primaria e secondaria inferiore. Istruzione secondaria superiore: comincia alla fine della scuola dell'obbligo, in genere a 15 o 16 anni. Concerne l'apprendimento o la preparazione a studi universitari o di una scuola superiore analoga. Istruzione terziaria: riguarda le università o altre scuole superiori, spesso tecniche.
I dati sono convincenti: nei paesi membri dell'OCSE, in media, il 4,8% delle persone con un grado di formazione terziaria erano disoccupate nel 2011. Il tasso di disoccupazione raggiungeva invece il 12,6% per le persone prive di una formazione secondaria. A livello di reddito, nel 2008 si registrava una differenza del 75% tra gli individui con un alto livello di formazione e quelli con un basso livello.
Ci sono dei limiti?
Ma fino a che punto è sensato promuovere un alto livello di istruzione per vasti strati della popolazione? La presenza di un grande numero di persone con una formazione terziaria non coincide necessariamente con le esigenze di manodopera del mercato. Molti laureati delle scuole universitarie rischiano difatti di non trovare un lavoro o di essere considerati troppo qualificati per svolgere determinate attività.
Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro, l'incidenza media di sovraqualificazione nei paesi industrializzati era del 10,1% nel 2010, con un incremento di 1,6 punti percentuali dal 2008. L'aumento degli studenti delle scuole terziarie provoca un aumento dei costi nel settore dell'educazione e un graduale spostamento dei finanziamenti dal pubblico al privato. Vi è inoltre il rischio di spingere molti giovani a fare sacrifici per raggiungere un alto livello di formazione, senza poi poter trarre alcun beneficio finanziario dai diplomi ottenuti.
Questo problema è particolarmente significativo, se si considera lo squilibrio tra l'aumento degli studenti delle scuole universitarie e l'ondata di disoccupazione giovanile che ha colpito l'Europa dopo la crisi finanziaria del 2008 (oltre il 50% in Spagna e in Grecia).

Spagna, Portogallo e Grecia, devono far fronte ad un alto tasso di disoccupazione giovanile, mentre Svizzera, Germania e Austria sono state piuttosto risparmiate da questo problema. Questo contrasto può essere spiegato innanzitutto in base alla diversa situazione economica. Spagna, Portogallo e Grecia figurano, tra l'altro, tra i paesi maggiormente colpiti dalla recente crisi dell'eurozona. La disoccupazione giovanile era però già molto alta in questi paesi prima della crisi, in un periodo di crescita economica. Probabilmente, le ragioni di questa differenza sono quindi anche legate al sistema di apprendistato in vigore in Germania, Austria e Svizzera.
Rapporto tra istruzione e disoccupazione
Generalmente si considera che un alto livello di istruzione aumenta le possibilità di trovare un lavoro. Se così fosse, i paesi con una grande percentuale di laureati dovrebbero avere meno disoccupazione  giovanile. Ma ciò non corrisponde sempre alla realtà, come mostra il grafico sottostante, elaborato in base ai dati pubblicati dall'OCSE nel 2011. Il tasso di disoccupazione è misurato tenendo conto del numero di giovani che non hanno un lavoro e non seguono uno studio o una formazione pratica.

Le ragioni di questa differenza andrebbero ricercate piuttosto nel fatto che in Germania, Austria e Svizzera la maggior parte dei giovani con un livello d'istruzione secondaria superiore hanno seguito un apprendistato, che favorisce la loro integrazione nel mercato del lavoro. Secondo l'OCSE, nel 2009, in Svizzera e in Austria circa tre quarti dei giovani con un livello d'istruzione secondaria superiore avevano seguito un apprendistato, mentre in Grecia questo tasso era soltanto del 30%.

Vi è in ogni caso una correlazione evidente tra la percentuale di giovani che non hanno raggiunto nemmeno un grado di istruzione secondaria superiore e la disoccupazione giovanile. Germania, Austria e Svizzera figurano tra i paesi con il minor numero di giovani che hanno completato solo la scuola obbligatoria.

Per finire, il fatto di dare ai giovani un'ulteriore formazione oltre la scuola dell'obbligo sembra essere cruciale nella lotta contro la disoccupazione giovanile. Se l'istruzione universitaria è diventata un mercato di massa nel corso degli ultimi decenni, l'istruzione professionale fornisce una chiara alternativa, come mostrano le iniziative di alcuni governi. Ad esempio, per combattere la disoccupazione, l'Unione europea ha recentemente lanciato una serie di iniziative destinate a promuovere la formazione professionale.
Una tendenza sostenuta anche dalla Banca Mondiale: "Si denota generalmente che i paesi con un sistema di apprendistato duale, vale a dire Austria, Danimarca, Germania e Svizzera, mostrano una transizione molto più agevole dalla scuola al lavoro e una minore disoccupazione rispetto ad altri paesi".
La Svizzera può essere orgogliosa del fatto che il suo sistema d'apprendistato duale susciti l'interesse di altri paesi. Il numero di giovani che seguono una formazione professionale non è però aumentato dal 1986, mentre si denota una crescita del numero di studenti delle scuole superiori.
Rispondi

Da: news27/08/2014 06:29:33
Università, è calo di iscrizioni: 'Donne è arrivato lo sconto palestra'
di Paola Forcina | 24 agosto 2014Commenti (40)
Più informazioni su: Iscritti, matricole, Università di Bologna, Università Italiane.


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Una bicicletta, uno sconto del 20 per cento, mezza pagnotta e una vigorsol: è la caccia alla matricola. Secondo la classifica mondiale delle migliori università  redatta dall'università Jiao Tong di Shanghai, l'Italia - con l'ateneo bolognese - è al centocinquantesimo posto. Prima fra tutte Harvard. Gli atenei italiani rispondono con offerte che oscillano tra il giusto premio alla meritocrazia e 'donne è arrivato l'arrotino'. Le università di Teramo e Chieti puntano sulla meritocrazia e dimezzano i costi per i più bravi. Per le borse di studio pubbliche ci pensa la Cattolica di Milano che ha investito 900mila euro per coprirne il costo. L'università di Foggia offre per prima nel Sud un nuovo corso di laurea: Scienze gastronomiche. A Venezia la Ca' Foscari annuncia sconti da 230 euro per gli abbonamenti ai traghetti interni alla Laguna e offre alloggio e vitto per i sedici migliori fuorisede italiani e stranieri. A Camerino il primo anno sarà gratis per gli studenti con genitori disoccupati o cassintegrati.

La Sapienza replica lo sconto famiglia, tipo quello dei plumcake, e riduce le tasse dal 20 al 30 per cento per chi ha fratelli o sorelle già iscritti all'ateneo.

Invece, l'università di Bari, del Salento e di Foggia replicano quest'anno l'offerta di biciclette ai ragazzi iscritti. Le potranno utilizzare in comodato d'uso e per una stagione accademica invece di acquistare l'abbonamento ai mezzi pubblici. Bello, meglio una cosa in più che una in meno, ma forse l'abbonamento lo fai comunque se fuori a dicembre ci sono due gradi. Confindustria invece per la sua università, la Luiss Guido Carli, dà in comodato d'uso duecento tra pc e tablet agli studenti più bravi (la tassa di iscrizione è di 9mila euro annuali) e un abbonamento al Sole 24 Ore. Ai meritevoli liceali (16-19 anni) offre gratuitamente una settimana di summer school (1200 euro). E mette a disposizione convenzioni con negozi e palestre. Ecco questo sì che è utile.
Rispondi

Da: news27/08/2014 10:01:39
Con la laurea in agraria opportunità a tutto campo

di Alberto Magnani25 agosto 2014
IN QUESTO ARTICOLO

Argomenti: Scuola e Università | Tullia Gallina Toschi | Lorenzo Morelli | Marco Polo | Università degli studi di Bologna | Università Cattolica | Consiglio universitario nazionale



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Crisi nel terziario, riscatto del primario. C'è chi riassume così il boom dei corsi di laurea in scienze agrarie, forestali e ambientali: immatricolazioni su del 72% nel 2013-2014 rispetto al 2007-2008, secondo dati certificati dal Consiglio universitario nazionale (Cun). Per capirsi: più di tre volte tanto il rialzo registrato nello stesso periodo dalle lauree in lingue (+20,5%) e in ingegneria informatica (+20,2%), con un afflusso di quasi 8mila nuovi iscritti che fa di agraria la facoltà italiana con più new entry. La percentuale può spiazzare, ma l'ascesa di tutto quello che ruota sulle tecnologie di coltivazione e alimentazione non è nato nello scorso anno accademico. Né si chiuderà con le prime lezioni di un 2014-2015 che annuncia «un ulteriore aumento» tra le file di iscritti. Secondo Lorenzo Morelli, preside della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della sede di Piacenza dell'Università Cattolica, la "cifra mostruosa" messa a segno dal suo corso di laurea si spiega con più fattori: «Sicuramente conta l'appeal dell'internazionalità. I ragazzi hanno capito che studiare agraria non significa andare a coltivare il proprio orticello. Ma lavorare nel mondo». Negli anni, l'identikit degli studenti si è evoluto fino a un modello che ha poco a che spartire con gli stereotipi di una facoltà "tutta maschile" e riservata ai maturandi dell'area tecnica: «In alcuni nostri corsi le ragazze sono più del 50% - precisa Morelli -. E so che in altre università la percentuale è ancora più elevata. Quanto al background: un tempo i diplomati al liceo erano mosche bianche, perché si considerava il corso una prosecuzione naturale del solo istituto agrario. Oggi non è più così, anzi».

Se la laurea è discussa senza ritardi, con una valutazione dal 100/110 in su, la ricerca di occupazione può essere più fluida di quella prevista per altri corsi di studio: «Nel nostro caso, l'86% dei laureati trova un impiego a 12 mesi dal conseguimento del titolo. Ma, ripeto: bisogna laurearsi in tempo e con una media discreta», sottolinea Morelli.
Ma quali sono gli sbocchi occupazionali più frequenti, per una laurea che forma su discipline centrali come food ed export di prodotti di qualità? I neodottori in agraria si giocano carte importanti in una gamma di settori che spaziano dalle tecnologie per l'alimentazione alla consulenza sul marchio di qualità olio e vino. Tullia Gallina Toschi, professoressa associata di Analisi e tecnologie degli alimenti e presidente del Comitato unico di garanzia per le Pari opportunità dell'Università di Bologna, spiega che l'evoluzione nei numeri è - prima di tutto - un'evoluzione negli sbocchi per la ricerca: le pubblicazioni di area agroalimentare recensite da Scopus sono volate dalle 62 del 1994 alle oltre 1.850 del 2014, trenta volte tanto. Quanto alle prospettive di carriera, «una preparazione ampia e al contempo specifica in alcune aree (agronomica, alimentare o di filiera) può aprire a campi molto diversi - ribadisce Gallina Toschi -. I nostri studenti cercano sviluppi imprenditoriali in prima persona, vengono assunti come tecnici da aziende che producono alimenti o impianti, in laboratori di controllo della qualità, nei comparti di meccanica agraria o alimentare».

Per tanti si aprono porte diverse dal mercato nazionale. Le aziende estere, dalla chimica all'impresa agricola, vanno a caccia di laureati italiani con offerte che non sempre si rispecchiano in stipendi e contratti italiani. Ma non è detto che il flusso sia a una sola direzione: i periodi di training all'estero, dalla California all'Australia, sono la base per un'evoluzione più rapida di know how. Senza escludere biglietti per il ritorno, anni dopo quello di andata. «I livelli di internazionalizzazione della ricerca e della didattica raggiunti da Università come l'Alma Mater, gli scambi Erasmus o Marco Polo, i periodi di studio o di ricerca all'estero rendono i nostri studenti professionisti riconosciuti in tutto il mondo - conclude Gallina Toschi -. Non assisto volentieri all'esodo di molti di loro, ma credo che in un mondo globalizzato non sia negativo essere riconosciuti e ritenuti preziosi anche all'estero»
Rispondi

Da: numero chiuso in giurisprudenza28/08/2014 08:54:19
Avvocati e previdenza, rinuncia all'Albo entro 90 giorni

Conto alla rovescia per l'obbligo imposto agli avvocati iscritti all'Albo di comunicare alla Cassa forense l'intenzione di cancellarsi, se non vogliono o non possono pagare i contributi. Dopo la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» (n.192 del 20 agosto) del Regolamento che detta le condizioni agevolate per l'iscrizione di oltre 50mila legali rimasti fuori perché hanno un reddito inferiore ai 10.300, scatta l'iscrizione retroattiva a partire dal 1° gennaio 2014, come previsto dalla legge forense.

Il presidente Nunzio Luciano informa che a brevissimo partiranno le lettere per chiedere di esercitare l'opzione. «Chi non vuole entrare - sottolinea Luciano - avrà 90 giorni per comunicarci l'intenzione di cancellarsi anche dall'albo; in assenza procederemo con l'iscrizione d'ufficio. Naturalmente faremo delle verifiche per appurare che la rinuncia all'albo ci sia stata. Procederemo poi a recuperare i crediti per chi, pur iscritto alla cassa, non verserà i contributi». Le condizioni agevolate offrono una possibilità di salvezza anche a 30mila legali già iscritti alla Cassa ma a rischio cancellazione perché non raggiungono il reddito previsto.

Il Regolamento, esteso a tutti i legali in difficoltà e non più destinato, come in origine, solo agli under 35, prevede un pagamento di 700 euro l'anno come contributo soggettivo, anziché 2.800, ovvero un quarto della contribuzione minima. Chi vuole può coprire anche l'anno 2013. Ovviamente il trattamento previdenziale sarà ridotto in proporzione a quanto versato, restando ferma una copertura totale nei casi di malattia grave o di calamità, eccezioni in cui può scattare anche l'esenzione di un anno.
Ma anche il trattamento agevolato non sembra in grado di scongiurare del tutto il rischio di numerose cancellazioni e di placare la protesta che serpeggia sui social network. A temere che nella tagliola possano finire anche i legali più «deboli» è la presidente dell'Associazione nazionale giovani avvocati Nicoletta Giorgi. «Certamente con l'adozione del Regolamento si è dimostrata una sensibilità a investire sul futuro dei giovani - dice la Giorgi - tuttavia è necessario che chi rappresenta l'avvocatura, oggi più di ieri, crei le condizioni per trovare nuovi spazi di mercato. Se da una parte è augurabile che l'iscrizione d'ufficio serva a far uscire di scena chi nella vita fa altro, non nascondo che c'è anche il timore che siano costretti a fare un passo indietro anche i giovani che non riescono a pagare neppure cifre così ridotte. Il 19 settembre - informa la presidente dell'Aiga - avremo un incontro con la Cassa per discutere sui contenuti del regolamento assistenza che stanno predisponendo».

Per Nunzio Luciano molte paure sono fondate su campagne strumentali di disinformazione con le quali si è alterata la realtà. «I 50mila che verranno da noi sono iscritti alla gestione separata dell'Inps e pagano o dovrebbero pagare cifre superiori, senza avere l'assistenza che noi saremo in grado di fornire, oltre ai supporti per svolgere la professione - spiega Luciano -. Certo, chi voleva fare l'avvocato sottobanco, non potrà farlo più. Sono molti ad esempio gli iscritti all'Albo che fanno gli insegnanti pur facendo cinque o sei cause l'anno, senza versare alla Cassa. Chi teme la scrematura deve sapere che, se fosse passata la linea, proposta da una minoranza dell'avvocatura, di applicare una contribuzione più elevata, ci sarebbe stata una falcidia. È paradossale che a lamentarsi siano proprio i maggiori beneficiati. Con l'obbligo dell'iscrizione contestuale Albo-Cassa non abbiamo fatto altro che allinearci alle altre professioni».
Il Regolamento riguarda anche i professionisti che hanno il titolo di avvocato ma svolgono altre attività: i commercialisti come i consulenti del lavoro non potranno più scegliere tra una cassa o l'altra, ma manterranno la doppia iscrizione versando a ciascun istituto i relativi redditi.
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Da: Rocco Semifreddo28/08/2014 23:20:31
Ma che lasci la carriera di avvocato per fare il travet?

Ma dai....
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Da: numero chiuso in giurisprudenza29/08/2014 09:20:06
Sì. Di questi tempi meglio fare l'impiegatuccio che fregiarsi del titolone di avvocato e rischiare di farsi ipotecare la casa in cui si abita. Siamo in guerra civile per la sopravvivenza.

Chi fa la guerra 
al ceto medio

Giovani contro vecchi. E poi disoccupati contro occupati, liberi professionisti 
contro dipendenti, pensionati contro tutti. La crisi ha scatenato un conflitto che non risparmia nessuno. E mette a rischio 
la democrazia


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Chi fa la guerra 
al ceto medio

L'Italia unita non è mai stata troppo unita. Dalla questione cattolica a quella meridionale, sono molteplici le fratture che hanno diviso in due il popolo italiano. Fino al divorzio fra governanti e governati, con i primi accusati in blocco d'essere una casta, un ceto di rapaci e d'incapaci. Però, attenzione: sta divampando adesso un'altra lotta intestina, più articolata, più feroce; e quest'ultima coinvolge esclusivamente i cittadini. Nella società civile è esplosa la guerra civile.

Le prove? Basta tendere l'orecchio alle reazioni che montano da ogni categoria sociale quando c'è da pagare il conto della spesa, quando incombe una nuova tassa, una sforbiciata agli stipendi, un pensionamento anticipato. O altrimenti quando s'annuncia una riforma, per redistribuire poteri e favori. Giovani contro vecchi. Figli contro genitori. Disoccupati contro occupati. Inquilini contro proprietari (se denunci il nero, hai uno sconto sull'affitto). Giudici contro avvocati (chi ci rimetterà con il nuovo processo?). Imprenditori contro burocrati. Burocrazia comunale contro burocrazia regionale. Liberi professionisti contro dipendenti. Dipendenti privati contro quelli pubblici. Impiegati contro dirigenti. Lavoratori contro pensionati. Pensionati contro tutti.

Non che in passato fossero sempre rose e fiori. L'italiano, si sa, ama l'Italia, però detesta gli italiani. E poi siamo pur sempre un Paese di lobby e camarille, di corporazioni armate fino ai denti per difendere il proprio territorio. Nell'estate 2008, per dirne una, si consumò uno scontro fra notai e commercialisti. Oggetto del contendere: un codicillo inventato dal governo Berlusconi per consentire il passaggio di quote nelle srl attraverso una scrittura privata, siglata dalle parti con la firma digitale, e quindi senza timbro notarile. Sicché il Consiglio nazionale del notariato sferrò il contrattacco con una pubblicità che elencava le insidie della firma digitale, mentre l'Ordine dei commercialisti rispose con un comunicato per esaltare le virtù della semplificazione.

Ma adesso è un'altra storia. Non singoli episodi, bensì un Vietnam che fiammeggia in lungo e in largo, senza tregue, senza prigionieri. Non rivalità fra categorie professionali, piuttosto un corpo a corpo fra gruppi sociali. Ciascuno per se stesso, strappando dalle mani del vicino il salvagente mentre la nave affonda. Sicché quando il governo prospetta una cura dimagrante per chi percepisce 3500 euro di pensione, tutti d'accordo (tranne i pensionati). Quando promette d'abolire i segretari comunali, s'alza un respiro di sollievo dal popolo dei non aboliti. Quando taglia gli stipendi dei dirigenti pubblici, nessuno (salvo i dirigenti) lo accuserà d'aver tagliato troppo, semmai troppo poco.

In questa mischia fratricida è arduo distinguere i vessilli delle diverse truppe in armi. Ma è possibile isolare il teatro di battaglia: il ceto medio. È la sua crisi - economica, e forse anche morale - che sta frantumando quel po' che ci restava di coesione nazionale. È il grumo d'angosce che ti frulla in capo quando ti senti ricacciato giù nella scala sociale, è lo spettro d'un futuro ben peggiore del passato che scoperchia il vaso di Pandora degli egoismi collettivi. Ed è infine questa crisi che può risucchiare dentro un vortice la stessa democrazia italiana. Perché non c'è democrazia senza ceto medio, come ci ha spiegato Amartya Sen. O meglio c'è una democrazia apparente, tal quale in America latina. Con il popolo delle favelas che assedia un manipolo di ricchi, mentre un governo muscolare tiene in ordine le piazze.

C'è modo d'arrestare la deriva? E che poteri ha il potere esecutivo? Sarebbe già tanto se la smettesse di seminar zizzania. L'ha fatto Berlusconi, accanendosi sulle pensioni pubbliche mentre lasciava indenni quelle private. Ma in generale si può tassare il reddito, non singole categorie contributive. Lo vieta l'universalità della tassazione, principio scolpito nella Déclaration del 1789. Se tasso i soli pensionati, è come se decidessi di tassare esclusivamente i salumieri. E dell'Italia rimarrebbero salsicce.

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Da: bravo Renzo! 29/08/2014 09:52:57
Renzo: "anche agosto e` passato e io , come gli altri mesi, non ho fatto una beata minchia (ma mi sono intascato un lauto stipendio pagato da quegli stronzi degli italiani)"
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Da: news29/08/2014 23:03:01
Cioè?
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Da: numero chiuso in giurisprudenza30/08/2014 17:59:54
Sono manager, liberi professionisti, consulenti. Si mettono a disposizione degli studenti universitari per aiutarli a intraprendere una carriera. Danno consigli sugli stage e sulle esperienze con cui arricchire il curriculum di studi. E poi aiutano i ragazzi a definire un piano per inserirsi nel mondo del lavoro, assistendoli nella scelta delle aziende presso cui candidarsi, nella preparazione del curriculum e del colloquio, nella definizione di un percorso alternativo oppure di approfondimento. Sono i «mentor», figure prese in prestito dal mondo anglosassone che stanno approdando anche in Italia.
Lauree economiche
A creare il contatto tra professionisti e studenti sono dei programmi ad hoc, realizzati da singoli o da società. Come «Mentors4u», progetto nato da due giovani italiani diplomati alla Harvard business school, Dimitrios Tzivelis e Stefania Boroli, che hanno notato come sia difficile per gli studenti italiani competere a livello internazionale per posizioni di eccellenza nel mondo della consulenza, dell'investment banking, del private equity. Così hanno provato a contattare manager e professionisti chiedendo loro se fossero disponibili a diventare mentor: in breve è nata una rete di 200 tutor, tutti volontari, disponibili ad aiutare i giovani universitari nelle scelte di carriera. Le iscrizioni per candidarsi alla prima «assegnazione» dei mentor sono scadute il 30 luglio, ma sul sito www.mentors4u.com/it/homesi potrà inviare la candidatura per le prossime iniziative. Tra i professionisti che aderiscono al progetto ci saranno anche dei mentor «senior» che offriranno a tutti i ragazzi la loro esperienza, da Roger Abravanel («director emeritus» di McKinsey, editorialista e autore), a Stefano Beraldo (ad Gruppo Coin), da Giovanni Cagnoli (ad Bain & Company Italia), a Luca Garavoglia (presidente Davide Campari-Milano), da Anna Gervasoni (direttore Generale AIFI) a Gianmario Tondato (ad Autogrill).
Lauree umanistiche
Un altro programma di mentoring, stavolta dedicato agli studenti delle lauree umanistiche, le cosiddette «lauree deboli» in termini di spendibilità occupazionale, è «Incubatore di talenti», ideato dall'associazione no profit Forum della meritocrazia www.forumdellameritocrazia.it. In questo caso i tutor sono 20, provengono dal mondo dell'impresa e aiuteranno i ragazzi a sviluppare piani di carriera personalizzati nel settore in cui si sono preparati. «Incubatore di talenti» sta siglando accordi con diversi atenei del Nord Italia, tra i quali l'università di Milano Bicocca. Dal 15 settembre al 15 ottobre gli studenti delle università convenzionate potranno presentare domanda (requisito: avere tra i 18 e i 29 anni). I ragazzi selezionati verranno poi affiancati dai mentor, manager come Emilio Petrone (ad Sisal), Laura Bruno (direttore risorse umane Sanofi Aventis), Piercarla Delpiano (direttore comunicazione Fiera Milano).
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Da: bravo Renzo!31/08/2014 13:11:30
questo pessimismo è ingiustificato...il decreto "sblocca Italia" di Renzo avrà lo stesso straordinario effetto che ebbe l'incommensurabile "decreto del fare" di Letta...

Una nuova era di prosperità, ricchezza e benessere è iniziata e dobbiamo tutto a lui: il timido, modesto , umile e altruista Renzo!
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Da: news31/08/2014 14:28:35
Pessimismo più che giustificato per moltissimi dei 250.000 avvocati e praticanti notai che non rientreranno nel numero dei 5.000 notai.
L'unico ottimista può essere colui che potrà fare l'avvocato all'estero. Ecco un esempio.
http://www.luiss.it/news/2014/07/30/new-york-dopo-la-laurea-valerio-vince-una-borsa-luiss-la-columbia

Nel suo caso, poi, l'ambiente internazionale e la qualità dei docenti lo hanno convinto ancora di più di quanto sia importante un'esperienza di studio all'estero: "Nella stragrande maggioranza dei colloqui lavorativi che ho sostenuto, tra le prime domande c'era sempre: "Esperienze di studio all'estero?". Non posso dar loro torto: oltre ad una preparazione accademica che va oltre i confini nazionali e ad una maggior dimestichezza nell'utilizzo di lingue straniere, si sviluppano eccellenti capacità relazionali". Così Valerio, già durante gli anni universitari decide di studiare per un semestre a Singapore. Poi arriva la laurea. Cosa fare dopo? "Mi ha sempre affascinato il diritto statunitense - racconta Valerio - e prima di buttarmi in modo definitivo nel mondo del lavoro ho deciso di regalarmi un'esperienza accademica che sicuramente lascerà un segno indelebile nel mio percorso formativo".

Per questo manda la sua candidatura a diverse università statunitensi. Lo ammettono quasi tutte, ma il suo obiettivo principale è la Columbia Law School di New York, "la migliore per il diritto societario e dei mercati finanziari, gli ambiti che mi interessano maggiormente".

Lui ha già visitato la Grande Mela ma "soltanto viverci può farti entrare nell'anima di una delle metropoli più intellettualmente stimolanti al mondo, dove decine di culture diverse si intrecciano e dove si ha quasi l'impressione di vedere tutto il mondo concentrato in un un'unica grande città".

È  stata quindi una grande emozione ricevere la tanto attesa comunicazione dell'ammissione da parte della Columbia, uno degli atenei più prestigiosi al mondo, nonché membro dell'Ivy League statunitense: "Mentre in un pomeriggio uggioso sei in studio alle prese con una poco stimolante opposizione a decreto ingiuntivo, ti arriva improvvisamente un'email con cui la Columbia ti comunica l'ammissione con tanto di complimenti. Che dire, ricorderò quell'opposizione a decreto ingiuntivo per tutta la vita!".

Fa richiesta dunque per la borsa di studio che la LUISS offre ogni anno ai suoi laureati per esperienze post lauream e la vince. Con questa doppia soddisfazione e la speranza di riuscire a realizzare il suo sogno di lavorare in uno studio internazionale, Valerio si prepara ad un'estate di studio e a un'esperienza che sarà sicuramente indimenticabile. La valigia per New York è pronta. Buon viaggio!

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Da: numero chiuso in giurisprudenza02/09/2014 22:17:01
Tutto pronto per i test di ingresso ai corsi di laurea in Professioni sanitarie. L'Università di Bari ha approntato la macchina organizzativa: distribuiti in 47 aule (a Lettere, Scienze della Formazione, a Medicina e nel Campus) si presenteranno domani alle 8 e 30, 3689 candidati per 849 posti disponibili. E per evitare quanto accaduto durante i test di Medicina in aprile, il rettore Antonio Uricchio ha istituito una commissione di vigilanza, della quale farà parte anche un funzionario della Prefettura. Tutti gli spostamenti degli scatoloni contenenti le domande dei test sono sotto il controllo di sei telecamere, costate all'amministrazione 13mila euro.
I 254 pacchi contenenti le prove di esame sono stati prelevati direttamente dal responsabile dell'ufficio concorsi dell'Ateneo, Domenico Borromeo, da Bologna e controllati ad uno ad uno dal prorettore Angelo Tursi. Ogni passaggio è stato registrato e filmato. E da venerdì i plichi sono custoditi in una stanza del palazzo dell'Ateneo, sotto osservazione 24 ore su 24 e protetti da un sistema di allarme collegato con i telefonini dei responsabili e dai vigilantes. Dopo la prova di mercoledì, toccherà agli altri test, da Piscologia a Chimica, Farmacia, Scienze della Formazione. In totale l'Ateneo ha raccolto 9.432 domande per 2896 posti a disposizione. Quasi duemila le iscrizioni in meno rispetto allo scorso anno. Sono state 1832 le domande per i corsi di laurea in Biotecnologie, Chimica, Farmacia e Scienze biologiche (in programma il 5 settembre), dove i posti a disposizione sono 926. Per Psicologia ci sono 959 iscritti per 250 posti, per Scienze delle Attività motorie 431 domande per 80 posti, per Scienze e Tecnologie agrarie 290 iscritti per 255 posti, per Scienze Alimentari 230 domande per 165 posti e per Scienze dell'Educazione 573 domande per 230 posti. Solo per Scienze della Comunicazione sono arrivate meno domande rispetto ai banchi disponibili (185 per 200 posti) e quindi molto probabilmente il test di ingresso non si svolgerà. In calo quest'anno soprattutto Professioni sanitarie e Scienze della Comunicazione.

Nel primo caso la riduzione è dovuta alla riammissione di circa 700 studenti alla facoltà di Medicina. Solitamente coloro che non erano riusciti a superare i test di Medicina si iscrivevano a Professioni sanitarie, ma dopo il caos scoppiato in seguito alla manomissione di un plico durante le prove di aprile e alla sentenza del Tar che ha riammesso gli studenti ricorrenti, gli equilibri tra i diversi corsi di laurea sono mutati. Circostanza che comunque non preoccupa il rettore Antonio Uricchio. "E' vero - commenta - abbiamo ricevuto meno domande rispetto allo scorso anno. Ma il calo si è concentrato soprattutto su Professioni sanitarie a causa di quanto accaduto per Medicina. Mentre la leggera riduzione per Scienze della Comunicazione ormai sta colpendo tutti gli Atenei". Insomma, i ragazzi pugliesi abbandonano il sogno di diventare esperti di marketing o giornalisti. Mentre continuano a provare ad entrare nelle facoltà mediche o prettamente scientifiche come Chimica e Biotecnologia e nel settore delle Scienze del Suolo e alimentari. Inoltre l'Ateneo sta cercando di risolvere il problema degli spazi per il corso di laurea in Medicina: con l'ammissione con riserva di 700 ragazzi e la carenza di docenti e di aule, il rettore sta cercando nuovi spazi. "Stiamo organizzando l'intero corso di laurea - conclude - individuando nuove aule anche all'interno del dipartimento di Scienze motorie del Cus. Sono contrario alle lezioni online, ed è per questo che cercheremo di garantire a tutti un banco, con docenti presi anche a contratto".
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Da: numero chiuso in giurisprudenza 1  - 03/09/2014 21:15:19
Burocrazia, politica e giustizia affossano l'Italia: meno competitiva di Turchia, Malta e Panama
Secondo il World Economic Forum, l'organizzazione che tiene ogni anno il forum di Davos, il Belpaese si classifica 49esimo nella rassegna della competitività 2014, confermando la sua posizione. Ma il raffronto col resto d'Europa è impietoso, anche se il "programma di riforma" è ben visto. In testa la Svizzera, poi Singapore e Usa.

L'Italia non fa progressi sul fronte della competitività e resta 49esima nella classifica 2014 ad hoc stilata dal World Economic Forum. Il Belpaese continua ad essere schiacciato dal peso dell'inefficienza del governo, delle tasse, della burocrazia, dalla lentezza della giustizia, dal debito pubblico e dalla rigidità del mercato del lavoro.

L'ente svizzero che organizza il forum di Davos si mostra per altro fiducioso sulla possibilità che il programma di riforma in corso, "se attuato adeguatamente" aiuti a risollevare le sorti della competitività del paese. La Penisola si piazza intanto alle spalle di Turchia, Malta e Panama e fa solo di un soffio meglio del Kazakisthan, restando dietro a tutti i big del mondo industrializzato. Al primo posto della graduatoria si conferma la Svizzera, per il sesto anno consecutivo davanti a Singapore e agli Stati Uniti, che riguadagnano il terzo posto a scapito della Finlandia. La Germania perde una posizione ed è quinta.
Nella "top 10" seguono il Giappone (con un miglioramento di tre posti), poi Hong Kong, Olanda, Regno Unito e Svezia. La Francia resta 23esima, dopo avere perso posizioni per 4 anni, la Spagna si conferma 35esima, mentre il Portogallo fa un balzo di 15 posizioni, arrivandoal 36esimo posto.
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Da: che pagliacciata...04/09/2014 12:53:43
tranquilli...anche oggi Renzo ha fatto nuove promesse...
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Da: numero chiuso in giurisprudenza04/09/2014 15:39:28
A breve Renzo sconfiggerà la disoccupazione degli avvocati, facendone diventare molti giudici e  molti notai.


Università Humanitas adotta il test IMAT per la selezione degli studenti di Medicina 2014/15.




L'Università Humanitas dal prossimo anno accademico utilizzerà il prestigioso International Admission Test (IMAT) di Cambridge English Language Assessment per la selezione degli studenti della facoltà di Medicina e Chirurgia.




Il test in inglese per accedere alla facoltà di Medicina e Chirurgia in inglese viene realizzato  ogni anno dagli esperti di Cambridge English Language Assessment che svolge un ruolo chiave dal 2011 nell'internazionalizzazione dell'istruzione superiore in Italia, aggiornando e sviluppando costantemente i criteri per i test di ammissione.



L'IMAT è sviluppato dall'Admission Testing Service di Cambridge English ed è al momento utilizzato da ben 7 Università italiane tra le quali Roma "La Sapienza", Milano e Pavia.



Il Test si terrà il prossimo 16 Settembre 2014 a Milano, i candidati interessati possono registrarsi direttamente sul sito dell'Università Humanitas. Le registrazioni si sono aperte il 17 Luglio e si chiuderanno il 3 Settembre 2014.

Rispondi

Da: bravo Renzo!04/09/2014 20:42:20
blocco degli stipendi degli statali. Madia: "non ci sono risorse" che tradotto significa : "morite bastardi! i soldi ce li pappiamo noi.E quello che rimane lo distribuiamo nei soliti appalti ai nostri amichetti.Appalti per opere inutili che mai verranno ultimate, ovviamente.E voi contribuenti zitti e subite! Quando decideremo di mungervi con una nuova manovra (a ottobre) chinerete la testa e subirete ancora capre che non siete altre!"

e l'italiota se la prende in quel posto ormai rassegnato...
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Da: news05/09/2014 08:42:18
Il tasso di mortalità delle startup è elevatissimo e sfiora punte del 90%. Nel volgere di pochi mesi dall'avvio dell'impresa, il progetto si inabissa e non sempre la colpa è della burocrazia, dell'economia che non gira e degli investitori che latitano, tutti problemi che affliggono quanti decidono di lanciare sul mercato un'idea innovativa ad alto contenuto tecnologico. Ci sono business pensati male in partenza e per questo destinati a fallire.
Poi ci sono i colpi di genio, innovazioni più o meno rivoluzionarie che si rivelano miniere d'oro per i loro creatori. In Italia sono 26 le startup innovative con un volume d'affari che supera la cifra-simbolo di un milione di euro (al 4 agosto 2014, dati ufficiali delle Camere di Commercio). Sono sparse per l'Italia - principalmente al Centro-Nord, ma ce ne sono in Puglia, Sardegna e una in Calabria- e si occupano di vari settori: dal digitale al farmaceutico, dalla comunicazione alla costruzione di aerei, dalle soluzioni tecnologiche eco-compatibili ai servizi di comparazione e consulenza online.
Tra queste, Blackshape Aircraft, un'azienda italiana di produzione aeronautica per usi civili, con sede a Monopoli, in Puglia, dove opera all'interno del distretto aerospaziale pugliese. L'azienda si dedica alla produzione di aeromobili ultraleggeri da turismo, che vengono realizzati interamente in fibra di carbonio. La Blackshape, nel 2011, è divenuta la quinta azienda aeronautica italiana per capitalizzazione, mentre lo stabilimento di Monopoli rappresenta il secondo investimento del distretto aeronautico pugliese, dopo lo stabilimento Boeing dell'Alenia a Grottaglie.
Fondata nel 2009 a Cremosano (Crema) da un team specializzato nello sviluppo dei caucciù, Acoma ha messo a punto un processo produttivo innovativo capace di migliorare le prestazioni dei caucciù per stampa offset. Gli attuali processi, infatti, sono ancora basati su tecnologie vecchie, che non consentono l'utilizzo di materiali moderni per lo sviluppo di caucciù innovativi. Acoma ha sviluppato una tecnologia "Zero Solventi" che garantisce alta e costante qualità e rispetto dell'ambiente.
Tra i "Paperoni" anche Xenus, azienda che si occupa di fornitura di servizi avanzati alle aziende farmaceutiche e sviluppo di farmaci e diagnostici in proprio, con particolare interesse nel campo delle biotecnologie. La fornitura consiste principalmente nell'addestramento di pazienti affetti da gravi patologie (quali la sclerosi multipla e l'ipopituitarismo) all'utilizzo di particolari dispositivi medici denominati autoiniettori. Il servizio viene erogato da una rete di 18 infermieri che copre l'intero territorio nazionale.
Crestoptics si impone nel settore delle bioscienze. L'azienda - che sviluppa e produce strumenti elettro-ottici innovativi per applicazioni scientifiche e industriali - ha già lanciato il suo primo prodotto: X-light, una tecnologia unica in Europa che ha permesso alla startup di trovare la sua nicchia di mercato con 100 dispositivi venduti in meno di 2 anni, per 3 milioni di euro (tra i clienti, Molecular Devices Japan, Thermo Fisher e Nikon Instruments).
Rispondi

Da: un delirio07/09/2014 07:30:28
lasciare la libera professione per un misero posto da impiegato. quali sono le soddisfazioni quotidiane?
Rispondi

Da: per un delirio07/09/2014 10:53:13
d'accordissimo, il pubblico impiego è una tafazzata continua per un cervello ancora funzionante. il problema è l'umiliazione di dover lavorare senza veder soldi che oggi è il destino degli avvocati.
Rispondi

Da: Sghenji07/09/2014 12:21:13
tafazzata che?
Rispondi

Da: rox07/09/2014 12:21:41
post n. 600
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