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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
10148 messaggi

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Da: avvocato fallito12/03/2014 19:37:41
Racconto la mia esperienza:
- laureato a 24 anni in giurisprudenza
- ho fatto il tirocinio presso un avvocato della mia città non retribuito
- ho preso l'abilitazione alla professione a 28 anni, uno dei più giovani in assoluto della mia sessione
dal momento che era sempre stato il mio sogno, con il sostegno dei miei genitori, ho aperto un mio piccolo studio nel 2006.
I primi anni sono stati durissimi, a stento raccimolavo qualche centinaia di euro al mese.
Poi tra il 2011 e il 2012 le cose sembravano essere migliorate e, seppur con grandi sacrifici, ero riuscito a mettere insieme un guadagno mensile medio discreto, circa 1200 - 1300 euro al mese che per un single vanno bene...purtroppo nel 2013 le cose sono precipitate. Il lavoro è diminuito, le entrate pure...i guadagni si sono dimezzati...e quest'anno sta andando anche peggio...sempre meno lavoro....sempre meno clienti...le spese aumentano...il sogno si sta tramutando in un incubo.
Penso che non potrò andare ancora molto avanti...tra poco non potrò più pagarmi lo studio è quindi dovrò chiudere...e abbandonare il mio sogno...mentre i miei amici che hanno intrapreso altre strade ora sono riusciti a costruirsi una vita...una casa...una famiglia...io purtroppo, a 36 anni, per rincorrere un sogno ho perso il futuro.
Ho fallito.
Ai ragazzi che decidono di intraprendere la professione posso solo consigliare di farlo solamente se hanno alle spalle una famiglia pronta a sostenerli in tutto e per tutto...e di non farsi alcuna illusione...
Rispondi

Da: ci sono12/03/2014 19:55:14
anch'io. Perdi in dignità personale ma recuperi certezza economiche...
Devi solo imparare a barcamenarti tra gente diversa dagli avvocati ..
altro tipo di pericoli...e di gioie
Dipende dal livello gerarchico di accesso...Devi essere almeno drigente perché retribuzione e posizione diano senso agli studi ed ai sacrifici fatti
Rispondi

Da: 79annarella  12/03/2014 20:00:33
Io i sogni li ho abbandonati e ho vinto un concorso da mille miseri euro al mese. Peccato che dopo sei mesi non mi abbiano ancora chiamato.
Ormai è tutto un incubo, la libera professione come il pubblico impiego. Sperando di ottenerlo dopo tutte le notti passate sui libri
Rispondi

Da: Romano79 1  - 26/03/2014 17:24:30
Caro collega, io sto esattamente come te. percorso di studi brillante, abilitazione, master, un esperienza di avvocato con mio studio fallita causa crisi e impossibilità di concorrere in un mercato saturo e ora collaboratore presso studio con guadagni miseri che se ne vanno tutti in cassa forense, iva, commercialista. Sono disperato e frustrato. ho sprecato il mio talento e le mie ricorse in un'attività ormai inutile e scaduta a livello di dignità .invidio magistrati, dipendenti pubblici e funzionari delle forze dell'ordine e militari. Sono distrutto, in piena crisi depressiva. Non so più che fare. Ho 35 anni
Rispondi

Da: avvpezzenti26/03/2014 20:11:56
Numero chiuso per la facoltà di giurisprudenza.
Rispondi

Da: x romano 7926/03/2014 21:57:47
tenta qualche concorso pubblico
Rispondi

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Da: x Romano79 27/03/2014 16:50:06
Quanto ti capisco...io non ho mai esercitato dopo l'abilitazione,per questioni economiche non ho preferito non provarci neppure ma ho lavorato come precario in qualche ente...ora sono disoccupato e penso spesso a quanta fatica sprecata x prendere un titolo che non userò mai...
Rispondi

Da: misure shock28/03/2014 12:25:31
Come fu per i medici diversi anni fa servono, servivano per giurisprudenza e l'avvocatura misure schock, la prima tra tutte certamente l'introduzione del numero chiuso presso la facoltà di giurisprudenza, la seconda la riforma dell'esame di stato di avvocato.
Senza queste due misure d'URGENZA c'è solo da fare una campagna di dissuasione per chi vuole iscriversi a giurisprudenza e fare l'avvocato senza spelle coperte, cioè senza capitali d'origine e senza studi di famiglia. La laurea in giurisprudenza in generale orami  in questi ultimi anni è davvero una delle peggiori, tenendo persente che con le restrizioni attuali è diventanto molto più difficile entrare nei ranghi della PA.
Io credo che se nessuno ci metterà le mani ad una riforma seria, tempo una deconda d'anni chiuderanno molte facolta di legge in Italia. E sarebbe meglio così, piutoststo di sfornare altri disoccupati.
Rispondi

Da: concordo 28/03/2014 16:36:16
La laurea in giurisprudenza è oramai una delle peggiori..non solo Xchè il percorso di studi è particolarmente impegnativo,o almeno lo era ai miei tempi visto che oggi ci si laurea molto più in fretta e con dei bei votoni,ma anche Xchè il mercato è saturo di avvocati che x sopravvivere accettano di fare gli azzeccagarbugli...Siamo una marea e anche i concorsi ormai non sono pochissimi e la concorrenza spietata...
Rispondi

Da: lbs.. 28/03/2014 18:13:18
x avvocato fallito
purtroppo, a 36 anni, per rincorrere un sogno ho perso il futuro.
Ho fallito.

il termine fallire non si deve mai usare nella vita.
Semplicemente forse si sta chiudendo una porta per aprirsene un'altra.
Tante grandi vittorie nella vita sono iniziate cosi
Rispondi

Da: come vi capisco 02/04/2014 12:20:37
Mi sono laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti e non avendo uno studio avviato alle spalle ho intrapreso la strada dei concorsi. Ma ho scelto quello sbagliato quello all' inail. L' ho vinto ma sono passati 4 anni dalla graduatoria e ancora non mi hanno chiamata. Quanti inutili sacrifici.
Rispondi

Da: claudia79 11/04/2014 15:48:56
io sono ancora praticante ma il mio sogno da sempre è quello di mettermi in proprio....ma leggendo voi sto iniziando a riflettere meglio...in effetti dove abito lavorano solo quelli che hanno lo studio da anni e anni.....io per fortuna prendo 500 euro al mese dopo due anni di pratica
Rispondi

Da: ...........................11/04/2014 16:14:10
ragazzi purtroppo in questa triste barca siamo in molti......
Rispondi

Da: maximilian8316/04/2014 16:58:06
Allora, tirando le somme meglio fare i concorsi pubblici. Il titolo non farà forse la differenza ma, avendolo acquisito, non lo nasconderò di certo.
Veniamo al dunque: tra i famosi concorsi pubblici che menzionate sapete dirmi quali vale la pena di controllare? Quali sono i siti di riferimento? Concorsipubblici.com.
Quali sono i testi su cui studiare per chi ha già una buona preparazione giuridica (ma non eccellente in diritto amministrativo).
Sono domande banali ma spero che trovino risposte.
Grazie anticipate
Rispondi

Da: maximilian8316/04/2014 16:59:23
Claudia io ne prendo 250 ma arrivo alla tua cifra con trasferte e lavoretti di collaborazione. Il problema sono i contributi e le prospettive future.,..
Rispondi

Da: sh3lly88  17/04/2014 19:27:09
Ho 26 anni, laurea conseguita due anni fa con il massimo dei voti... Non percepisco nemmeno un euro dal mio dominius e oggi sono costretta a chiedere pure i 10 euro ai miei per la benzina!!! Vedo le mie amiche che escono, comprono vestiti e borse... E io che stringo i denti con la speranza di un futuro migliore!!!! Non so se ne vale veramente la pena! Troppi avvocati, poco lavoro e la gente non paga! Che schifo !!!!
Rispondi

Da: alex7222/04/2014 12:00:36
Anch'io avevo uno studio ma era molto dura andare avanti, mai un soldo da spendere con leggerezza perchè bisognava risparmiare per far fronte agli imprevisti dei mesi successivi quando era possibile che non ci fossero entrate.
Ho fatto diversi concorsi pubblici e oggi lavoro per una pubblica amministrazione, stipendio sicuro, anche se non altissimo, e maggiore serenità ma non è il lavoro che volevo fare...e lavorare senza passione è una schiavitù.
Rispondi

Da: lbs.. 22/04/2014 12:39:42
x alex72

e lavorare senza passione è una schiavitù.


attualmente i tempi duri
io in questi casi consiglio di sopportare le catene della schiavitù..senza dimenticare le  passioni
se si ha pazienza..le catene si trasformeranno in fili sottili e sarà facile liberarsene
Rispondi

Da: x tutti by Micky22/04/2014 12:50:49
non so voi ma io sto optando per magistratura. buone feste fatte.
xsh3lly88, come ti capisco...
Rispondi

Da: x Micky22/04/2014 22:42:02
Ma hai già iniziato a studiare per magistratura?
Rispondi

Da: alex7223/04/2014 18:34:48
eh, magistratura, il sogno di tanti ...in bocca al lupo Micky, sarai certamente giovane per consentirti questa opzione
personalmente era anche il mio ma devo dire che non ho mai studiato seriamente per affrontare un concorso di questa portata, anche se ho seguito per un breve periodo alcuni corsi al riguardo
troppo poco tempo e anche un pò di sfiducia
Rispondi

Da: la  strada giusta23/04/2014 22:22:58
Mentre siamo uno dei paesi europei con meno laureati in medicina e in altri settori che hanno a che fare con la salute. Ha quindi ancora senso continuare col numero chiuso a Medicina? Anche perché in Italia occorrono almeno dieci o dodici anni per formare un nuovo medico specializzato. I dati pubblicati dall'Ocse e quelli della banca dati della Commissione europea posso aprire qualche spiraglio. Con i suoi 4,1 medici in attività ogni mille abitanti, l'Italia si piazza nelle prime posizioni per camici bianchi in attività. Ma non sembra trattarsi di numeri stratosferici se nello Stivale lavorano appena il 6 per cento in più dei medici che esercitano la professione in Svezia e il 7 per cento in più di quelli tedeschi e svizzeri.

Pochi o troppi? Se passiamo in rassegna le carte d'identità dei medici italiani il nostro Paese non sembra destinato ad un futuro roseo. Tra i 29 paesi passati in rassegna dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l'Italia è al secondo posto per medici over 55: se ne contano il 43 per cento. Solo in Israele ce n'è di più: il 49 per cento. Il 40 per cento in Germania e un terzo  -   il 33 per cento  -  in Francia. Circostanza che potrebbe anche essere letta positivamente, se è vero che un bravo medico deve anche avere qualche anno di esperienza alle spalle. Ma da Parigi, spiegano che "questi medici potrebbero essere indotti a andare in pensione nei prossimi dieci anni, anche se un numero significativo di medici continuano a praticare dopo i 65 anni".

In questo caso, ambulatori, studi medici e ospedali italiani potrebbero rimanere presto sprovvisti di dottori e saremmo costretti ad aprire le porte a specialisti stranieri. E paesi come Spagna e Regno Unito potrebbero essere avvantaggiati perché attualmente con i medici più giovani. Gli under 35 nostrani sono appena 9 su cento, contro i 24  -  sempre su cento  -  in forza della Spagna e i 34 del Regno Unito. Un dato, quello sull'età media, che va incrociato anche con la produzione di medici e altre professionalità connesse con la salute del sistema universitario italiano. Se alla probabile fuga verso la pensione dei prossimi dieci anni infatti sommiamo "l'andamento lento" dell'Italia per laureati in medicina e affini le prospettive sono ancora più preoccupanti.

L'Italia, infatti, risulta uno dei paesi europei col minor numero di laureati nel settore medico: appena 11 ogni 100mila abitanti, spiegano dalla Commissione europea. Danimarca, Olanda, Germania, Finlandia, Regno Unito e Norvegia riescono a sfornarne più dell'Italia. L'unica figura che abbonda nel nostro Paese è l'avvocato.
Rispondi

Da: x la strada giusta 24/04/2014 14:36:21
forse hai sbagliato forum
Rispondi

Da: troppi avvocati25/04/2014 18:27:52
"Troppi avvocati!" è il titolo del libro manifesto dei giovani avvocati mobilitati per chiedere che anche nelle facoltà di Giurisprudenza, come già avviene in quelle di Medicina, vanga introdotto il numero chiuso. Abbiamo infatti una pletora infinita di avvocati (250 mila) che, essendo appunto troppi, non possono lavorare tutti e magari vengono indotti a comportamenti un po' da avvoltoi: si aggrappano ad ogni contenzioso, inducono il cliente ad aprire un procedimento, si sforzano di farlo durare il più possibile contribuendo così ai tempi eterni della Giustizia italiana.
Solo a Roma di avvocati ne abbiamo come in tutta la Francia. E le università ne sfornano di nuovi a getto continuo.
Si potrebbe pensare che il libro manifesto sia uscito ora, in questi anni. Errore. "Troppi avvocati!" lo ha scritto un autentico padre nobile della nostra costituzione, Piero Calamandrei, lo ha scritto nel 1921 per i Quaderni della Voce di Prezzolini. Praticamente un secolo fa.
Nell'Italia del 1921, quando l'università era assolutamente d'elite, la percentuale di laureati irrisoria e le donne laureate quasi inesistenti, già allora gli avvocati erano troppi. Figuriamoci nell'Italia del 2014.
Oggi è diventata realtà la vecchia barzelletta del padre avvocato che, al figlio lui pure avvocato, tra i vari regali di nozze gli passa anche una causa. Dopo un mese il figlio, raggiante, gli annuncia di averla definita. E il padre gli risponde: stupido, io con quella causa ci campavo da vent'anni!
Mi spiegano che l'ultimo obiettivo delle agenzie matrimoniali è farti trovare subito l'anima gemella. Perderebbero il cliente. Invece incontro dopo incontro, anno dopo anno, cercano di non fartela incrociare mai: tutelando così la durata del "matrimonio" col cliente…
Vuoi vedere che gli avvocati di Berlusconi sono così critici con i magistrati perchè, con il Cavaliere, sono impegnati a portarlo a giudizio in tempi rapidi (rispetto alla media)? Si dimenticano le toghe che questi poveri legali tengono famiglia e quindi necessitano di andare, pian piano, parcella dopo parcella, fino all'ultimo grado di giudizio…
Non solo l'accelerazione dell'iter processuale, ma anche il tentativo di circoscrivere le liti temerarie oppure quelli che tendono ad arginare le frodi nei sinistri, vengono visti dalla categoria degli avvocati come un'attentato occupazionale: perchè tutte le occasioni di contenzioso servono a farli campare.
Troppi avvocati producono, appunto, anche tanti avvoltoi. Manca il buon senso di arginare il loro numero che Piero Calamandrei invocava già nel 1921.
Rispondi

Da: 55525/04/2014 19:31:29
x troppi avvocati

Conoscevo la barzelletta della causa vinta nella variante di un giovane avvocato pretendente alla mano della figlia di un noto avvocato che aveva chiesto al futuro genero di dimostrare la propria capacità di mantenere la moglie :-)

Sapresti riassumere i motivi riportati da Calamandrei nel libro: sono anni che mi capita di sentirne la citazione in vari convegni e ho anche il libro in casa, ma non ho mai avuto il tempo di leggerlo per scoprire qual'era il pensiero dell'autorevole autore.
Rispondi

Da: ..........26/04/2014 00:46:23
Non è vero che ci sono troppi avvocati. Il termine fallito è comunque esagerato e lo toglierei di mezzo. C'è chi è portato e chi non lo è.
Ci sono i bravi (pochi) e gli scarsi (tantissimi)....
I bravi fanno bene gli avvocati e guadagnano discretamente.
Tutti gli altri ossia coloro che non sono portati per questo tipo di lavoro muoiono di fame facendo gli avvocati squattrinati. Questi ultimi sono quelli che si buttano sui concorsi.
Non ho mai visto un avvocato bravo e strapagato rinunciare alla professione per fare i concorsi. Chi è bravo fa l'avvocato, chi non è bravo è costretto a fare altro..
Rispondi

Da: 55526/04/2014 01:45:04
x ..............

Con la crisi anche i bravi e (prima) strapagati sono in forti difficoltà. La concorrenza nel settore altro dei servizi legali è diventata spietata, i clienti tagliano i costi e servono salti mortali per rimanere sul mercato senza lavorare in perdita.

Poi è chiaro che iniziare la strada dei concorsi pubblici per posti in cui lo stipendio iniziale è la metà di quello che guadagnavi fino a qualche anno prima è una scelta dolorosa, ma spesso vista come l'unico modo per mettersi in sicurezza prima che sia troppo tardi.
Rispondi

Da: ..........26/04/2014 11:23:55
Ma guarda che non ci sono più nemmeno i concorsi. oggi in italia gli unici concorsi sono quelli delle carriere iniziali delle forze di polizia riservati a coloro che prima fanno il militare "volontario"e poi hanno concorsi riservati ossia gente di 20 anni con un basso titolo di studio. Ecco, il titolo di studio...ne vogliamo parlare?
Il problema sta alla base: conviene davvero andare all'università? i concorsi diventeranno sempre più rari e la libera professione la devono fare solo quelli bravi..se la fanno cani e porci ottieni solo una marea di avvocaticchi morti di fame (lo dico in senso buono) che non arrivano  a fine mese.
Forse sarebbe il caso di fare scelte diverse da quella universitaria.
Rispondi

Da: numero chiuso in giurisprudenza26/04/2014 13:30:20
dal sito dello studiocataldi.it
Sempre più spesso ci si imbatte in avvocati preoccupati e angosciati circa il proprio futuro, che lamentano una situazione (economica) al limite della decenza.  Ma quanti soldi (o cause) ci vogliono per far "felice" un avvocato? Abbastanza per mandare i figli a scuola? Abbastanza per concedersi delle (meritate) vacanze? Abbastanza per comprare una macchina nuova? Risposte ragionevoli, ma probabilmente anacronistiche. 
Abbastanza per sopravvivere, anche psicologicamente! Compensi non in linea con le aspettative, redditi in picchiata, degrado della professione, concorrenza sleale, norme insostenibili e al limite della (in)costituzionalità, lungaggini burocratiche... Se è vero che gli avvocati amano competere e, non sorprendentemente, amano vincere (lo stereotipo dell'avvocato cinico, arrivista e affamato di soldi è sempre dietro l'angolo), quello cui stiamo assistendo, va al di là di ogni tentativo di trovare una motivazione sociologica al malcontento diffuso.
Si sta infatti consumando un lento ma inesorabile declino di una professione un tempo ambita, rispettata e ben remunerata.


Che fine ha fatto l'avvocato che, insieme al dottore  e al parroco, rappresentava uno dei pilastri della comunità e un punto di riferimento imprescindibile all'interno della società civile?
I dati della "catastrofe delle toghe", tracciano un quadro decisamente allarmante e fanno emergere il lato oscuro della professione:il reddito medio di un avvocato, nel corso degli ultimi 15 anni, si è ridotto del 15%. Secondo alcune stime (ufficiose), si arriverebbe addirittura ad un crollo del 50%. Ci sono avvocati che, a fine mese, racimolano qualcosa come 400-500 euro. Gli avvocati, soprattutto i più giovani, sono i nuovi poveri, precari che entrano a pieno titolo nella "generazione call center".
E in tempi di crisi si moltiplicano le offerte low cost di avvocati (più o meno giovani) che pur di accaparrarsi un cliente si svendono, accettando cause e processi a prezzi da "discount", alimentando una concorrenza sleale in cui le prestazioni sono offerte a prezzi abbordabili o trattabili. Perché il prezzo è il vero, e forse solo, fattore discriminante, il termine che legittima prestazioni assai poco professionali. E tutto ciò, ovviamente, non fa che svilire e deprimere una generazione e una categoria.
Se nel 1985 gli iscritti all'Ordine erano 38 mila, oggi il numero supera i 233 mila. Ogni anno 15 mila nuovi professionisti si gettano nell'arena in cerca di lavoro. Se gli studi medio-grandi sono in crisi, i più piccoli sono praticamente alla fame. Gli enti pubblici non pagano se non a sei mesi mentre privati ed imprese pagano poco e, se lo fanno, molto in ritardo. Si devono anticipare le spese (compreso il salario dei dipendenti) e tra i più piccoli la concorrenza è davvero serrata.
L'avvocato è costretto ad accettare il rischio d'impresa: la sua, non è più una prestazione d'opera bensì una prestazione in base al risultato. Se non raggiungi l'obbiettivo, non vieni pagato e, quindi, sei fuori.
Nel 2012 una nuova tegola si è abbattuta sulla categoria degli avvocati: la riforma forense, Legge 31 dicembre 2012, n.247 recante - "Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense". La norma, che rischia di trasformarsi in una sorta di cartellino rosso nei confronti delle fasce già svantaggiate, ha introdotto, tra le varie novità l'automatica iscrizione alla Cassa Forense per tutti gli avvocati. Il testo prevede infatti che, con un reddito inferiore ai euro .10.300, si debbano versare euro .850,00 di contributi per i primi 7 anni (con il riconoscimento di soli sei mesi di contribuzione ai fini pensionistici) e che, superato il periodo di contribuzione "agevolata" l'avvocato tornerà a pagare la contribuzione ordinaria, pari a euro .3.700,00, pur dichiarando redditi inferiori. "A chi giova questa riforma se buona parte della avvocatura non ha adeguati redditi per permettersi di pagare i contributi previdenziali? L'opportunità di una riduzione del'elevato numero di avvocati, quasi fosse la panacea di tutti i mali dell'avvocatura, non può essere perseguita attraverso un meccanismo di selezione fondato sulla discriminazione reddituale, tipico dei sistemi economici illiberali", si legge nella lettera inviata dai Responsabili del gruppo facebook "Noallacassaforense") al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Gli studi legali che vogliono lavorare sono costretti ad abbattere le tariffe (anche del 40%) e a preparasi ad una guerra...una guerra tra poveri. Molti esagerano proponendo parcelle assolutamente fuori mercato, accentuando così la diffidenza dei clienti e dei cittadini, agli occhi dei quali l'avvocato continua a perdere credibilità. A questo proposito, leggere sul noto e popolare sito di offerte Groupon, accanto a nomi di ristoranti, proposte weekend, capi d'abbigliamento e corsi di inglese, "offerte Avvocati" ed accedere ad una vetrina con tariffe scontate e spese legali stracciate, evidentemente non aiuta...
L'avvocato non ha potere economico: le vere lobby, quelle che contano, sono quelle delle banche e delle assicurazioni, più forti e capaci di condizionare i voti (politici).  L'avvocato ha perduto lo status privilegiato di cui godeva e oggi si trova esposto ad enormi rischi e difficoltà, forse più di chiunque altro professionista. Non sono poche le toghe che si sono trovate sul lastrico e senza più clienti mentre i più giovani, costretti a lasciare sogni e ambizioni chiusi a  chiave nel cassetto, tentano di barcamenarsi intascando poche centinaia di euro. Gli avvocati con decenni di iscrizione all'albo sulle spalle, non se la passano meglio e faticano oggi a sbarcare il lunario. Ricchi, ricchissimi... praticamente in mutande. E' ancora possibile fare qualcosa per arginare una crisi che ha assunto i tratti di una vera e propria emergenza e scongiurare un esodo delle toghe? Siamo convinti che l'avvocato debba tornare ad essere un consulente, una figura credibile e stimata e un punto di riferimento della comunità/società!
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Da: elca27/04/2014 08:12:40
Per studiare Medicina a Milano occorrono più di 40 punti. Ne basteranno invece poco meno di 34 per rimanere a Palermo. Soltanto i più bravi potranno studiare Medicina vicino casa o nella sede prescelta. Tutti gli altri, sebbene ammessi, dovranno sobbarcarsi il carico della trasferta in un'altra università, anche in un'altra regione. E' quello che accadrà in 14 atenei italiani dove, dopo la pubblicazione della graduatoria nazionale del test di Medicina e Odontoiatria dello scorso 8 aprile, gli ammessi sono stati più dei posti messi a disposizione dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Così, il 20 per cento dei 10mila ammessi aspetta con trepidazione le graduatorie delle singole università per sapere come si dovrà organizzare.

Questi studenti potranno rimanere nell'ateneo vicino casa - o nella città prescelta - oppure dovranno trasferirsi altrove, sopportando la spesa dell'affitto di un posto letto con tutti gli annessi e connessi? E chi non potrà permettersi una spesa che si aggira attorno ai mille euro al mese, cosa farà? Al momento della domanda, gli studenti hanno infatti segnato sul modulo online le università dove intendevano studiare secondo un ordine di priorità. Il 12 maggio, il ministero pubblicherà la graduatoria nazionale nominativa con gli studenti "assegnati" - coloro che, in base al primo ateneo scelto e per ogni singola università, rientrano nei posti messi a disposizione dal Miur (135 posti per Medicina e 15 per Odontoiatria a Modena, per esempio) e i "prenotati", coloro che si sono piazzati entro i posti utili in base alle scelte successive alla prima.

E il 20 maggio gli elenchi con "assegnati" e "prenotati" verranno inoltrati ai singoli atenei per le immatricolazioni. In base alla graduatoria nazionale pubblicata l'altro ieri Repubblica.it è in grado di anticipare i punteggi per essere certi di rimanere nella sede prescelta come prima preferenza. Ovviamente, ci sono anche gli scorrimenti e il punteggio si può anche abbassare. Ma per rimanere a studiare Medicina a Padova, quanti punti occorre avere totalizzato nel quizzone dell'8 aprile? Nelle sedi dove il numero degli ammessi è inferiore al numero di posti basteranno 33,90 punti. Perché nel nostro conteggio abbiamo sommato i posti, assegnati agli studenti comunitari ed extracomunitari residenti in Italia, di Medicina e quelli di Odontoiatria. Pensando che coloro che sono rimasti fuori da Odontoiatria ripieghino su medicina se in posizione utile.

E non mancano le sorprese. Per rimanere a studiare Medicina alla statale di Milano - dove gli ammessi sono stati 829 per 430 posti complessivi tra Medicina e Odontoiatria - occorre avere totalizzato almeno 40,3 punti: sei in più della media per essere ammessi in altri atenei meno gettonati. Quasi mezzo punto in più rispetto alla Bicocca, sempre a Milano, che ne richiede 40,7. A Padova ne occorreranno invece 39,4 di punti per rimanere in sede. E 38,5 a Pavia, altro ateneo lombardo. Mentre a Catania basteranno 34,6 punti per aggiudicarsi un posto nell'ateneo all'ombra dell'Etna. Le cose si complicano per coronare il sogno di diventare odontoiatri. Perché i punteggi crescono, in quanto i posti disponibili sono inferiori.

Basta fare qualche esempio. Per essere certi di rientrare tra i 14 fortunati che potranno continuare gli studi in Odontoiatria a Bari occorrerà un punteggio minimo di 54,9 punti. Score che si abbasserà se i primi nella graduatoria opteranno per la facoltà di Medicina. Alla statale di Milano ne basteranno 53,4 che diventano 50 tondi alla Sapienza di Roma e addirittura 42,1 a Messina. A Napoli, chi resterà fuori dalla Federico II - dove servono 52,8 punti per aggiudicarsi uno dei 30 posti disponibili - con 46,9 punti potrà continuare nella Seconda università del capoluogo campano. I più fortunati sembrano gli studenti che hanno scelto, come prima sede, l'ateneo della Magna Grecia di Catanzaro, dove con 41,8 punti si potrà occupare uno dei 15 posti per Odontoiatria messi a disposizione da viale Trastevere.
Ateneo    Nr. Classificati
sui primi 10.120     Posti Medicina
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