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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
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Da: indecisa CHIEDE CONSIGLIO27/04/2011 13:46:13
sono avvocato da settembre, la mia passione è il diritto penale, ma per una giovane avvocatessa romana è un'impresa qualche difesa d'ufficio...ho ricevuto una proposta da un prestigioso studio legale che mi offre una percentuale su pratiche che curerei, diritto societario..certo lontano dalla mia passione, proprio pochi giorni fa trovavo una stanza dove iniziARE DA LIBERA PROFESSIONISTA CON COLLEGHE TUTTE CIVILISTE, DOVE MAGARI UN Pò DI PENALE, ARRIVEREBBE, COSTO STANZA 450 EURO. SCEGLIERE AVVOCATO DIPENDENTE SENZA GROSSI RISCHI MA SENZA LIBERTà O PROVARE CON LA MIA PICCOLA STANZA E LA MIA PASSIONE?
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Da: per indecisa27/04/2011 14:28:14
il mio spassionato e umile consiglio è seguire la tua passione per vari motivi e non solo professionali.

Sono praticante avvocato a Roma e molti miei amici e conoscenti sono avvocati o praticanti della capitale. Quindi qualche somma l'ho tirata!

In genere negli studi "prestigiosi" lavori tanto e fino a tardi (anche molto tardi). Devi partire dal presupposto che non sarai mai una "LIBERA" professionista ma una dipendente, compendiando gli svantaggi di entrambe le condizioni.

La cosa positiva è che i guadagni sono potenzialmente MOLTO alti e non dovrai sbatterti per trovare clienti. Ma anche questo ha il risvolto della medaglia.

E' molto difficile (anche se non impossibile) crearti una TUA clientela da portare via con te quando deciderai di andartene o (metti in conto anche questo) quando sarai costretta ad andartene perchè a loro non servi più. Inoltre molti vogliono l'esclusiva per cui pretendono che tu non possa avere clienti personali.

Il lavoro nel grande studio può essere preso, a mio parere, in considerazione per periodo di tempo limitato in quanto molto formativo oltre che per il valore aggiunto conferito al cv.
Ma a te,  a quanto pare, la formazione in diritto societario non interessa più di tanto.

In conclusione il mio consiglio (da prendere come tale e non in termini assoluti) è seguire la tua passione. Certo sarà difficile ma farai quello che ti piace, il lavoro peserà di meno, avrai maggiore soddisfazione e sarai davvero una LIBERA professionista.

Poi con le difese d'ufficio qualcosa arriva sempre. Forse è l'unico settore dove la rotazione esiste davvero.

Inoltre posso confermarti che condividere lo studio con colleghi civilisti potrebbe essere un bel vantaggio. A studio facciamo solo civile e capita molto spesso di passare clienti ad una collega penalista!!
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Da: .....03/11/2011 15:06:35
Avvocati senza causa e alternative quei 30enni da mille euro al mese - Sarah Martinenghi       
   I più si iscrivono all'università inseguendo un immaginario fatto anche di benessere, che spesso non coincide con la realtà. Nonostante solo il 35 per cento dei laureati superi il test ogni anno si iscrivono all´albo 400 nuovi professionisti. Tutti a mille euro al mese e senza previdenza. L´Ordine ha istituito una commissione che si prende cura degli under 40, offrendo informazioni e aggiornamento Studio sulla loro condizione

TORINO - Si iscrivono all´università pieni di sogni, con l´idea di avviarsi alla professione di Perry Mason, per difendere gli interessi dei buoni e combattere le ingiustizie del mondo. Un mestiere, l´avvocato, fortemente legato all´idea di un benessere economico e di un affermato ruolo sociale.

Ottenuta la laurea, si scontrano invece con una realtà ben diversa: soldi pochi, fatica tanta. Ben oltre i 30 anni sono costretti a vivere con l´aiuto dei genitori.

Ogni anno a Torino circa 400 avvocati si iscrivono all´albo professionale: aggiungono il loro nome e cognome a quello di altri 9000 principi del foro.

Ogni anno più di 600 giovani laureati in legge, usciti dall´università, si iscrivono invece nel registro dei praticanti: dopo due anni di gavetta tenteranno di dare l´esame di abilitazione finale per poter esercitare la professione.

Solo il 35 per cento di loro supera però quell´esame.

Uno sbarramento importante, che tuttavia non è sufficiente ad evitare che la categoria sia in costante esubero, con la drammatica conseguenza di una crisi sempre più forte del settore dell´avvocatura.

Meno lavoro per tutti, meno guadagni, grandi difficoltà ad avviare un proprio studio, e una concorrenza spietata che va spesso a discapito della deontologia professionale, è il quadro a tinte fosche che negli ultimi anni sta caratterizzando il panorama forense, e che viene tratteggiato con sempre maggiore preoccupazione sia dall´ordine che dalle associazioni di categoria.

In attesa di riforme, come l´inserimento del numero chiuso all´università di legge, in un mondo di "imprenditori di se stessi", la categoria cerca di correre ai ripari.

L´ordine degli avvocati di Torino ha da poco istituito una commissione, quelli dei "giovani avvocati", presieduta dall´avvocato Lauretta Sangiorgio, per offrire aiuti, aggiornamenti e sostegni specifici come informazioni sulle convenzioni e sulle assicurazioni professionali. «In questa categoria inseriamo i colleghi fino a 39 anni di età - spiega l´avvocato Sangiorgio -

L´obiettivo è avvicinare l´ordine a tutti, non solo ai più "anziani", e affrontare le problematiche che caratterizzano la giovane avvocatura di oggi, che è cambiata. Per questo abbiamo distribuito un questionario, raccogliendo circa 500 dati (avremo un campione del 25 per cento) che stiamo analizzando con l´aiuto di un esperto di statistiche, per poter avere una fotografia della realtà locale più puntuale, affinché l´ordine possa essere di effettivo supporto e migliorare la qualità del lavoro».

Rispetto a un tempo ci sono meno praticanti intesi nel senso "tradizionale" del termine. L´iter università, pratica da un dominus per imparare il mestiere, e avvio del proprio studio, è cambiata.

Oggi il "privilegio" di trovare un avvocato di grido disposto ad "assumere" o insegnare, è spesso concesso a pochi, fortunati e spesso "figli di".

«Senza un dominus che ti insegna a mettere su lo studio, ci troviamo di fronte a tanti giovani abbandonati a se stessi: non hanno i soldi per iscriversi alla cassa forense, non conoscono forme di assicurazione e di prevenzione, oppure non se le possono permettere. Si privilegiano dunque altre strade rispetto alla pratica - spiega ancora l´avvocato Sangiorgio - come le scuole forensi».

«Lo studio "giusto" dove fare pratica è fondamentale - racconta Federica Franchi, avvocato di 30 anni - i curriculum si inseriscono o nel programma di Almalaurea, oppure si lasciano a uno sportello del Consiglio dell´ordine e si aspetta di essere chiamati».

«Da solo non ce la fai, sei allo sbaraglio. La soluzione migliore è unire le forze e aprire uno studio con altri colleghi», racconta invece l´avvocato Luca Carnino, 33 anni che dopo la pratica come penalista nello studio Rossomando ha deciso di mettersi in proprio, tre anni fa: «Io sono di Avigliana, e parlando con altri amici e colleghi della zona, civilisti, abbiamo pensato di creare in Val Susa uno studio, a Chiusa di San Michele, che offra assistenza in qualsiasi ramo, e un altro a Torino: siamo in quattro, tra i 27 e i 35 anni, per ora risparmiamo sulla segreteria perché i costi fissi sono il problema più grosso. Sopperiamo però con le tecnologie: i fascicoli sono tutti scannerizzati per averli sempre a disposizione con un pc, e a differenza degli altri avvocati, visto che abbiamo la vocazione a seguire problematiche aziendali e di grossi enti, siamo noi che andiamo in sede da loro».

«Gestire uno studio significa anche affrontare difficoltà che non ti aspetti - aggiunge - devi acquisire nozioni anche di marketing e di contabilità. Però ti dà il sapore di fare l´avvocato davvero».

«Oggi 90 mila avvocati dichiarano redditi sotto ai 15 mila euro in Italia - spiega l´avvocato Massimo Gotta presidente dell´Aiga (associazione italiana giovani avvocati) di Torino - con un guadagno medio che si aggira intorno ai 1000 euro al mese. I giovani avvocati non si iscrivono alla cassa che prevede assistenza e previdenza anche in caso di infortunio o di morte, perché è costosa e obbligatoria solo oltre un certo limite di reddito». Senza soldi i giovani avvocati «non investono in libri e codici, e si crea una situazione di concorrenza dove i clienti si accaparrano per cifre ben al di sotto dei limiti tabellari».

«Torino tuttavia è ancora un´isola felice - commenta Gotta - per tutelare i praticanti è stato emanato un regolamento in cui si prevede che non siano più costretti a fare solo fotocopie e commissioni, ma che abbiano a disposizione dei fascicoli, e una qualche remunerazione. Nonostante questo, i giovani cercano di evitare la schiavitù negli studi e scelgono specializzazioni universitarie».

Ma la conseguenza si fa sentire: «Questa è una professione che si impara per mimesi, sul modello del dominus: la deontologia, ad esempio, si apprende proprio negli studi».

Sarah Martinenghi

Fonte: Repubblica.it


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Da: Praticante rinsavito25/01/2012 16:02:45
Salve a tutti, mi presento: 26 anni, praticante alla fine del 2° anno, laureato con 110 e lode al sud, emigrato al nord subito dopo il conseguimento della laurea.                                                    Darò l'esame per diventare avvocato quest'anno. Aspetterò con ansia l'esito? No. Resterò male qualora non lo passassi? Solo per il mio ego. Questo perchè da un lato diventare avvocato non garantisce alcun tipo d'introito, dall'altro l'unica garanzia vera divenendo avvocati è quella di farsi un mazzo quadrato senza poi, con ogni probabilità, raccogliere nulla.                                         Ho letto con grande interesse ciò che hanno scritto coloro che mi hanno preceduto, professionisti e non, e ne condivido le idee. La professione di avvocato, oggi, non è più quella che abbiamo sempre immaginato (costellata di prestigio e soldi facili). Il settore è saturo, la gente vede malissimo la categoria (non sempre a torto) e, soprattutto, ci sfruttiamo e freghiamo tra di noi (vedi rapporto praticante/dominus). Preso atto di quanto sopra, mi sono lanciato a fare concorsi, vincendone uno a tempo pieno e indeterminato. Apice della fortuna: anche la mia ragazza, ingegnere affacciatosi alla libera professione per qualche tempo, ha poi virato sul pubblico, vincendo anche lei un concorso per la sua figura. Oggi abbiamo tutti e due uno stipendio sicuro tutti i mesi, una vita più serena e con ritmi umani. Possiamo uscire la domenica, programmare ferie e vacanze, senza dover ringraziare per avere qualcosa che ti è dovuto: uno stipendio! Per fare ciò ci siamo dovuti allontanare 1000 km da casa, ma ne è valsa la pena, anche per i nostri genitori che ci hanno mantenuto all'università. L'abilitazione da avvocato per me è divenuta solo un titolo per fare concorsi dedicati negli enti, nulla più.                                                                                            Il consiglio che posso dare è quello di sganciarsi quanto prima dal mondo dei liberi professionisti (e degli avvocati in particolare). Chi vi illude dicendo che "alla fine ce la fai", alla fine, se insisti, "quello che vuoi sarà tuo", vi prende in giro. Da un lato, infatti, non vi dice quale sia il prezzo per "farcela" oggi (quanti avvocati di grido felicemente sposati o, semplicemente, felici, conoscete?), dall'altro non vi presenta cosa accadrebbe qualora non ce la facciate (mica abbiamo il minimo garantito come  notai!).                                                                            Godetevi la vita!                                                                         Le libere professioni sono ormai divenute una recita fatta per mantenere una parvenza di dignità che, da parecchio tempo, non c'è più... 
Rispondi

Da: Ma25/01/2012 17:04:37
Sottoscrivo,l'avvocatura è finita
Rispondi

Da: e dunque fammi capire26/01/2012 16:06:09
La tua ricetta quale sarebbe? Che praticamente tutti devono entrare nella PA e fare un lavoro dipendente?
ma che razza di discorso del cazzo fai?
A parte il fatto che il tuo post è pieno di luoghi comuni sulla vittoria dei concorsi...
Ti bei che tu e la tua compagna avete vinto un posticino pubblico e parli come un tycoon americano che rilascia un intervista al Times su come ce l'ha fatta ad avere successo...Ma isnomma fai ridere i polli!
La realtà della Pa non è quela che decsrivi tu e chi parla lo sa...
Quanto cazzo pensi di guadganare? 1500/1700/1800 al mese? embè..credi di aver avuto successo dopo 15 anni di studio a guadganare quella cifra? idem per la tua ragazza, anche peggio perchè ingegneria è più dura di giurisprudenza..
Pensi che ne pubblico venite valorizzate? ma valla a raccontare ai ragazzini, che a me non mi ci freghi...
Siete delle matricoli...vi daranno lo stipendio e la stabilità...ma non cambierete mai il vostro status sociale e la carriera ve la dimenticata..
Ancora cn la storia del titolo di avvocato per i concorsi nell'ente..Ma quale? I bandi nella Pa sono fatti a vestito, altro che titolo di avvocato che spesso neanche viene preso in considerazione e cmq molto meno di altro!
E per favore risparmia la platea dai tuoi consigli: none sistono solo i concorsi e per di più in un momento che durerà anni in cui l'accesso alla Pa è centellinato...
Allora in Italia chi non lavora nel pubblico che dovrebbe fare?
MA va là, sei un delirio di luoghi comuni.
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Da: hy26/01/2012 16:07:58
non tutti possono vincere concorsi ma fare gli avvocati senza guadagnare a che serve?
scendete dal piedistallo!
Rispondi

Da: COMUNISTI26/01/2012 16:17:05
mangiabambini!
tornate a cuba!
Rispondi

Da: troppo di tutto26/01/2012 18:05:27
si deve ritornare a fare gli operai
Rispondi

Da: Ma26/01/2012 18:23:24
Infatti le ditte hanno tantissimi soldi x pagare gli operai
Rispondi

Da: avvocato di Salerno11/04/2012 02:15:01
io sono un avvocato disoccupato di fatto ma il mito del ragazzo che ha vinto il concorso pubblico con le sue forze non lo  bevo!
Rispondi

Da: Edoardo81 11/04/2012 07:43:10
X chi fosse interessato, ho ottimo materiale per il concorso in magistratura.
edoardo.diblasio@hotmail.it
Rispondi

Da: sono diventato avvocato e11/04/2012 17:11:33
ho vinto concorso pubblico contando SOLO sulle mie forze
Rispondi

Da: anch''io sono avv02/07/2012 22:56:01
Rispondi

Da: AVVOCATO03/07/2012 11:02:06
MEGLIO ESERCITARE  CHE ESSERE SCHIAVI DELLA P.A
Rispondi

Da: saverione07/07/2012 18:35:07
Ho letto tutti i post dal 2008 a oggi. se sono capitato qui è perché ho lo stesso dubbio di 'Confusa ' che nel frattempo dovrebbe avere deciso il da farsi. Racconto la mia storia e le mie considerazioni di un neo trentenne.
Mi sono laureato in una prestigiosa università a 22 anni poi sono andato a lavorare in un grande studio internazionale prima a roma e poi a milano. Questi studi come si sa ti tolgono molto tempo, quasi tutto, e non fai la libera professione ma sei una sorta di dipendente ben pagato.ad ogni modo mi piaceva cosa facevo,purtroppo il mio partner ando via e il mio settore fu chiuso. pensai allora di cambiare del tutto e mettermi a fare il giornalista perché mi sarebbe piaciuto scrivere. In fondo avevo 24 anni..un colpo di fortuna mi permise di entrare in un giornale per fare un tirocinio e da lì la mia carriera cambiò. Siccome i giornalisti oggi non hanno futuro decisi d vendere l anima al diavolo andando a fare l ufficio stampa di ununa società pubblica. Entusiasmante all inizio, remunerativo (anche se meno di quando ero avvocato)e più tempo libero per vivere la vita.A distanza di 4 anni il lavoro di certo non manca, maanca  invece una strategia, la qualità del lavoro e soprattutto una prospettiva di carriera. guadagno 1800 euro che per un single in una grande città possono andare bene ma basteranno per mantenere una famiglia?Il punto è che se il lavoro fosse fatto meglio e i dirigenti fossero davvero tali non mi sentirei frustrato in ciò che faccio. Io infatti continuo a macinare straordinari, a formarmi privatamente, a proporre idee ma è  del tutto inutile se non hai un bel calcio nel didietro e soprattutto ti rendi conto che ne sai molto più dei tuoi capi. la mia ragazza sarebbe contenta che tornassi a fare l avvocatoma con quali prospettive!? Non ho il fuoco della professione che arde, intorno vedo nero sia per gli avvocati che per gli altri. Certo buttare a mare questi anni in cui si dovrebbe poter dare il massimo mi sembra uno spreco.finché non si ha qualcosa in manonon ci si può licenziare ma finché non lo si fa non ci si impegna in altro. Che fare?
Rispondi

Da: 07/07/2012 19:49:48
bisogna mettere il numero chiuso nelle facoltà elzare la tasse universitarie
Rispondi

Da: 07/07/2012 19:50:51
ovviamente mantenendo sempre una proporzione con i redditi e prevedendo borse di studio per i meritevoli disagiati
Rispondi

Da: Luca80028/08/2012 17:16:33
Ma non avete mai sentito parlare delle law firm?
Gli avvocati o i neolaureati con il massimo dei voti che riescono ad accedervi sono trattati come in un'azienda multinazionale con tutte le tutele del caso, benefit inclusi.
Altro che studietti legali privati e concorsi! A confronto sono il nulla assoluto
Rispondi

Da: DiegoDD28/08/2012 17:20:40
Ma chi è che oggi si mette a fare l'avvocato?? Solo i figli di avvocati......ma lo sapete che solo in Provincia di Roma ci sono tanti avvocati come tutta la Francia??
Rispondi

Da: ..............28/08/2012 17:26:00
chi è bravo riesce a fare l'avvocato...
chi è scarso fa bene a lasciar perdere...
Rispondi

Da: thestarlight28/08/2012 17:31:57
io ho lasciato e vedo i miei amici avvocati e praticanti morire di fame,l'avvocatura è morta,siate onesti!
Rispondi

Da: DiegoDD28/08/2012 18:06:22
Il problema è che per dimostrare di essere bravo, devi essere NEL GIRO già in partenza.......ovvero devi avere i clienti giusti (grandi società di grandi studi).

Ditemi altrimenti il nome di un avvocato che partendo dal gratuito patrocinio di barboni per strada ha fatto carriera.....
Rispondi

Da: uno su mille ce la fa28/11/2012 20:19:51
sono avvocato da 15 giorni e sono a un bivio.
ieri sono andata dal dominus dove ho fatto pratica e mi ha chiaramente detto che non mi avrebbe pagata. ora che fare? vivo in sicilia e la situazione qua è disarmante. qualcuno potrebbe darmi qualche info sulla situazione al nord, tipo milano?
Rispondi

Da: baubaumiaomiao04/12/2012 17:55:22
35 anni...abilitato 3 anni fa..ho fatto tutt'altro visto che nn volevo continuare a fare lo schiavo per pochissime centinaia di euro in sicilia..il problema è che qualsiasi tipo di lavoro autonomo è in crisi ed i concorsi sono pochissimi e quasi impossibili..(ho appena finito quello ae che si protrae fra ricorsi e schifi generalizzati ben noti)
nn posso dare consigli a nessuno, ma di certo se nn hai il papà che ti passa i clienti farsi una vita facendo l'avvocato è quasi impossibile oggigiorno..
ps..se qualcuno di consigli sani ne ha per me...sono uno dei tanti non piu tanto giovani laureati italiani che nn sa cosa fare della propria vita avendole tentate tutte ciononostante continuando a mandare curriculum a prescindere da qualifiche e stronzate varie
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Da: x baubau04/12/2012 18:52:45
vai all'estero, se hai la laurea qualunque essa sia ti danno nei peggiori dei casi 1800-2000 euro. Se sei bravo dai 3000 in su
Per i diplomati la cosa è invece un pò più complessa
Rispondi

Da: baubaumiaomiao04/12/2012 18:59:54
all'estero a far cosa? e poi dove..l'estero è grandicello
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Da: dag04/12/2012 21:09:38
Ma non si potrebbe lasciare la professione, provare come va il lavoro da dipendente pubblico e, se poi non si è soddisfatti, tornare a svolgere la libera professione?mi sembra così semplice
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Da: yerr04/12/2012 21:33:45
Meglio il posto fisso. Io sono rinato!
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Da: baubaumiaomiao 1  - 05/12/2012 09:35:56
il posto fisso necessita qualcuno che ti assuma o un concorso vinto bandito...io sono laureato da 6 anni...abilitato da 3..ho mandato centinaia di curriculm..fatto concorsi ma ancora nessun posto fisso m'è stato prospettato..se avete dritte,politici fetenti da contattare..fatemi un fischio perchè se continua cosi..o emigro o faccio l'ammazza politici a titolo gratuito
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