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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: ORPO _UNICUM17/11/2016 22:29:15
Piano....

Nella partita del fisco c'è poi un protagonista a tutto campo: Enrico Zanetti, deputato veneziano di Scelta Civica, di cui diventa segretario, ma dopo che il partito che fu di Monti si è disciolto in entità numeriche difficilmente misurabili ricorrendo all'aritmetica. Presenzialista assiduo sui mezzi di informazione di ogni tipo, grande incassatore nelle battaglie televisive, Zanetti è ossessionato da due obiettivi. Il primo è ricreare il ministero delle Finanze e lì riportare tutta la politica tributaria. Il secondo è essere a capo di quel ministero. Per ora, per alchimie politiche ignote, è stato promosso a viceministro, e gode della protezione di Matteo Renzi, al quale è fedele. Zanetti nella professione precedente alla politica faceva il commercialista. E lì forse è la sua fortuna. Essendo anche lui un facilitatore, cioè uno di quei professionisti che hanno il compito di sbrigliare la complessità delle leggi a favore dei cittadini, non poteva che essere apprezzato o quantomeno tollerato da un premier che fa della semplificazione un suo forte credo. Vedremo se resterà in sella e riuscirà a portare a casa il suo progetto, per intero o per metà. A via XX settembre non lo prendono tanto sul serio. Ma quel palazzo serio e austero di facce ne ha viste passare tante, e restare a lungo poche. L'importante è non distrarsi. Perché il Fisco, appunto, è una cosa seria.

Da: Applausi a17/11/2016 22:37:29
Scena aperta X X pot delle 20.26.. !! Ci mancano anche sti abominio a capo di una dp .. avete ladrato L impossibile .. va bene così !!

Da: amateci 17/11/2016 22:42:00
MENO SOLDI A POT E POS
torniamo alla p.a. del passato dove i dirigenti  guadagnavano cifre realistiche.
39.000. persone non possono tollerare che 700 elementi  800 1000 elementi guadagnino certe cifre sulle spalle di altri...
Hanno acquisito questa  professionalità, sempre grazie ai sacrifici di altri
vengono pagati con denaro pubblico cioè con le imposte degli altri cittadini
negli uffici che contano lavorano 10 persone su 60 20 vengono semi utilizzate 30 non contano nulla servono solo per fare numero

alla persona che mi ha scritto di prenderlo lì rispondo che è un fascista del cazzo...magari lo fosse...in verità  è solo un emerito coglione che sta guadagnando uno stipendio troppo elevato in un contesto che ha ormai fallito.

Abbiamo tutti i cittadini contro ..la tv spara a zero su di noi anche questa sera un servizio di striscia... la politica tutta si è schierata contro...Cosentino ex sottosegretario ha preso 9 anni...
THE END
non scrivere di nuovo cazzate su di me perchè so come trovarti gran coglione

czzo servono 800 pseudo meritevoli ...

Da: Livith 18/11/2016 00:02:32
Ricapitolando:
- proroga POT fino al 30/09/2017
- nessuna volontà di fare un concorso per dirigenti serio
- incarichi ex art. 19 riservati a funzionari messi in aspettativa ad hoc
- seconda proroga consecutiva al 2018 degli arti. 17 e 18
- niente progressioni economiche per il personale
- contratto bloccato da dieci anni
- uffici senza organizzazione e strategia
- la Corte Costituzionale che ha condannato senza mezzi termini il sistema
Ma cosa serve in questo stato per voltare pagina?
Solo quando arrivano le procure ci si deve preoccupare?
È tutto estremamente deprimente...

Da: legittimo18/11/2016 01:19:30
"intanto è stata concessa la proroga anche alle graduatorie degli idonei degli anni scorsi...."

dove è scritto???????????

Da: il 4 dicembre18/11/2016 07:28:14
Sì vota NO in massa

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Da: Tutti inattendibili  18/11/2016 09:22:59
Appunto....la Ruocco....ma almeno ha capito cos'è successo in Agenzia negli ultimi 20 mesi?
O le servono le spiegazioni della Casaleggio e Associati?

Da: andateaffaidirigenti18/11/2016 11:30:39
RICOLFI ILLUMINACI

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L'INTERVISTA AL SOCIOLOGOLuca Ricolfi: "Vi spiego perché la sinistra è ancora antipatica. La Boschi? Sopra le righe e incapace di ascoltare"
Luca Ricolfi
Nel 2005 Luca Ricolfi, sociologo classe 1950, pubblicò la diagnosi del grande male della sinistra italiana. Titolo: "Perché siamo antipatici? La sinistra e il complesso dei migliori". È il libro che lo fece conoscere al grande pubblico. In sintesi: spocchia, complesso di superiorità morale, paura di usare parole chiare e conseguente abuso del linguaggio politicamente corretto rendono la sinistra indigeribile non solo alla destra, ma anche ai non schierati. Undici anni dopo, Oscar Farinetti manda un avvertimento all'amico Matteo Renzi: «Dobbiamo tornare a essere simpatici. Per vincere è fondamentale». Lo stesso Renzi ammette di essere «a volte cattivo, arrogante e impulsivo».

Professor Ricolfi, allora c'erano i Ds, guidati da Piero Fassino. C'era l'Ulivo di Romano Prodi e stava per nascere l'Unione. È passato più di un decennio e la sinistra renziana che comanda oggi è antropologicamente diversa da quella di allora. Perché siete ancora antipatici?
«Grazie del "siete", visto che loro mi considerano ormai uomo di destra (per inciso: considero molto di destra l'attuale sinistra, e anche quella che l'ha preceduta). In realtà l'antipatia della sinistra si è molto attenuata, perché Renzi ha capito perfettamente (ed è uno dei meriti che gli va riconosciuto) che demonizzare gli elettori degli altri partiti è controproducente (il disprezzo lo riserva, semmai, ai compagni di partito dissenzienti). L'antipatia sopravvive come atteggiamento di superiorità morale delle persone di sinistra, ma nel ceto politico è parecchio regredita. Per quel che vedo, l'unico ambito in cui sopravvive intatta è sulle questioni dell'immigrazione, dove i nostri politici progressisti non esitano a spargere disprezzo verso chiunque non sia d'accordo con le politiche di accoglienza del governo Renzi-Bergoglio».

La presenza femminile dovrebbe servire ad ammorbidire i giudizi degli elettori, o almeno così pensava Silvio Berlusconi, che infatti ne ha promosse parecchie. Eppure i giudizi peggiori oggi gli italiani li riservano proprio alle ministre. Nei sondaggi sulla fiducia, le sei donne ministro sono tutte agli ultimi posti. È un pregiudizio sessista o c'è di più?
«Il sessismo non c'entra, il problema sono le caratteristiche delle ministre scelte da Renzi. Alcune sono incolori (Pinotti, Madia), altre sono algide ed invisibili (Mogherini), la ministrissima Maria Elena Boschi è un perfetto macho alfa: aggressiva, incapace di ascoltare, ossessivamente preoccupata di prevalere sull'interlocutore».

Il caso più interessante è proprio quello della Boschi. Popolarissima i primi tempi, adesso ha la fiducia solo del 12% degli elettori. Lei questo crollo come lo spiega? La vicenda di Banca Etruria è stata decisiva?
«No, secondo me Banca Etruria è questione troppo seria perché gli italiani se ne interessino. La mesta parabola di Maria Elena Boschi, a mio modesto parere, deriva soprattutto dal suo essere sempre sopra le righe. È troppo infatuata del governo di cui è parte e anziché trasmettere serenità trasmette ansia».

Quando ancora nessuno lo chiamava così, lei è stato il primo in Italia a fare sul serio il fact-checking, il controllo fattuale tra gli impegni presi da chi governa e i risultati realizzati, in economia e non solo. Come se la sta cavando Renzi?
«Difficile rispondere, perché i suoi maggiori successi sono anche i suoi veri fallimenti. Il suo più grande successo è aver dato un po' di ossigeno alle famiglie italiane, attraverso gli 80 euro e la decontribuzione (cui si possono attribuire fra 100 e 200 mila posti di lavoro in più). Il problema è che queste due misure, combinate con le altre innumerevoli mance distribuite a destra e a manca, hanno ulteriormente sfasciato i conti pubblici: un danno di cui dovranno farsi carico i nostri figli e nipoti».

L'esecutivo sostiene di avere ridotto la pressione fiscale e la spesa pubblica.
«Anche accettando le stime del governo il bilancio è questo: fra il 2014 e il 2017 le spese della pubblica amministrazione (al netto degli interessi sul debito) aumentano di 22.1 miliardi di euro, mentre le entrate aumentano di 19.3 miliardi. In breve: più tasse e più spese, nessun risanamento di conti pubblici, anzi un lieve peggioramento dell'avanzo primario e un peggioramento significativo del rapporto debito/Pil».

Per Renzi il 4 dicembre tutto questo rischia di rivelarsi letale. I sondaggi dicono che gli italiani conoscono poco e male la riforma costituzionale e che molti di loro voteranno in base a ciò che pensano del premier. Dovesse scommettere un euro, su quale esito del referendum lo punterebbe?
«Se i sondaggi che vengono pubblicati non fossero già "aggiustati" per tenere conto del fatto che, nel clima attuale, è più imbarazzante dichiararsi per il Sì che per il No, direi che vincerà il Sì. Detto altrimenti, potrebbe andare come in America e con la Brexit, in cui i "deplorevoli" si sono rivelati solo nelle urne. Ma poiché i sondaggisti italiani sono astuti, e pubblicano sondaggi già aggiustati per tenere conto di questo effetto, direi che dovrebbe vincere il No».

E lei come voterà al referendum?
«Io non andrò a votare, per protesta per essere stato posto di fronte a due alternative così orribili: tenerci una Costituzione che palesemente non funziona, oppure sostituirla con una Costituzione che palesemente non funzionerà, e che in più ci terremo per un bel po' di anni».

Ma è giusto che Renzi si dimetta se la riforma sarà bocciata?
«È un problema suo. Aveva detto di non essere come gli altri politici, e che se avesse perso avrebbe cambiato mestiere. Aveva ragione: se non vuole essere considerato come tutti gli altri, deve dimettersi. Se però pensiamo all'interesse del Paese, e non alla coerenza dell'uomo Renzi, la prospettiva cambia: per essere contento della caduta di Renzi aspetto che emerga un'alternativa meno disastrosa».

Comunque vada il referendum, la sorte del Pd pare segnata. Tra i renziani e la vecchia guardia, uno dei due gruppi è di troppo. Si prepara l'ennesima scissione a sinistra?
«Non penso, perché l'elettorato di matrice comunista è molto gregario: dall'adorazione di Bersani è passato in un battibaleno a quella di Renzi. Ciò permette all'amministratore delegato della "ditta", chiunque egli sia, di avere sempre dietro di sé la maggior parte degli elettori. La scissione è una pulsione di schegge di ceto politico, spaventate dall'emarginazione o dal rischio di non essere rielette, e quindi è destinata ad attirare non più di un 15% dell'elettorato del "partitone", comunque si decida di denominarlo».

Intanto le elezioni americane hanno fatto riemergere il razzismo etico della sinistra. Giorgio Napolitano, Fabrizio Rondolino e altri sono arrivati a mettere in discussione il suffragio universale, che evidentemente va bene solo quando vincono i beniamini della sinistra. Si aspettava reazioni simili?
«Sì, era già successo dopo la Brexit. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio».

Chi sa essere simpatico è Pier Luigi Bersani. Dopo la vittoria di Trump ha detto a Renzi che "la mucca nel corridoio sta bussando alla porta. Ovunque, anche in Europa, c'è una nuova destra in formazione. Non è una destra liberista, è una destra della protezione". È così? È il modello Trump il futuro della destra europea ed italiana?
«Forse la mucca bussa alla porta, ma il buon Bersani ha il paraocchi. Rispondere alla domanda di protezione non è un copyright della destra, ma è un imperativo per tutti: destra, sinistra, populisti. Anche Podemos e Syriza, Sanders e Corbyn, sono risposte alla domanda di protezione».

Una destra protezionista, antieuropea e putiniana in Italia c'è già. Non mi riferisco alla Lega, ma ai Cinque Stelle: se il futuro della destra è quello, Grillo ha tutte le carte in regola per esserne il nuovo leader.
«I populisti sono in pole position per un motivo molto semplice: intercettano sia la domanda di protezione economica (contro la globalizzazione) sia quella di protezione sociale (contro criminali, immigrati e terroristi). Destra e sinistra sono solo etichette, con cui si cerca di distinguere fra queste due domande di protezione».

Puntando su Stefano Parisi, Silvio Berlusconi sembra invece credere ancora nel centrodestra in versione "moderata" ed europeista. C'è futuro per un simile progetto?
«Temo di no. Non perché una riscossa delle forze europeiste di centro-destra sia impossibile, ma perché richiederebbe una nuova classe dirigente, più preparata e lungimirante di quella attuale. Una classe dirigente di cui, per ora, non vedo alcuna traccia».

di Fausto Carioti

Da: andateaffaidirigenti18/11/2016 11:33:04
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TUTTO GIÀ SCRITTOCome mollare l'euro e vivere felici con la lira
Come mollare l'euro e vivere felici con la lira
L'euro imploderà, prima o poi, è certo quasi come la legge di gravitazione universale. Affrontare la situazione di comune accordo con gli altri Stati dell'eurozona converrà, eccome. Ma proprio perché la negoziazione non si trasformi in "implorazione" occorre avere, ora per allora, un piano di emergenza. «I governi dell'eurozona sarebbero stupidi se non avessero un piano B», ammetteva del resto il ministro Schäuble già nel 2012 durante le trattative di uno dei tanti, troppi ed inutili negoziati per risolvere il problema del debito greco.

Oggi vogliamo quindi proprio parlarvi del giorno in cui cambieremo moneta. Il D-Day per intendersi. Che mette una paura ladra a tutti. Infatti sono in molti quelli che «...sì l'euro è un problema. Ma uscirne sarebbe un salto nel buio. Pensiamoci bene». Ebbene noi ci abbiamo pensato tanto. Anzi, come molti altri, ci pensiamo tutti i giorni. Non sarà facile. Ma l'edificio sta crollando come le nostre case con il terremoto. E pur di non morire soffocati dalle macerie dobbiamo studiare come prevenire nuove ulteriori tragedie. Proviamoci.

Nel giorno in cui passeremo dall'euro alla lira (il changeover) ci sarà una conversione di tutti i crediti e debiti con un rapporto di conversione di 1:1. Per intendersi: un mutuo di 100.000 euro sarà convertito in 100.000 nuove lire. Lo stipendio di 1.750 euro in 1.750 nuove lire; il caffè verrebbe quindi a costare 1 nuova lira e così via. In pratica quella che una volta avremmo chiamato la "lira pesante". Il rapporto di conversione 1:1 impedirà peraltro il furbo e fastidioso giochino degli arrotondamenti che tanti problemi ha creato ai bilanci delle nostre famiglie.

Fateci fare i "precisetti" solo per pochi secondi! Mentre il tasso di conversione è un rapporto convenzionalmente stabilito dalla legge per migrare da una moneta all'altra (ricorderete il famigerato 1936,27 deciso nel 1999) il tasso di cambio invece altro non è che il prezzo di mercato di una moneta espresso in un'altra; in pratica se il tasso di cambio euro/dollaro oggi è 1.10, questo è l'ammontare di dollari necessari ad acquistare un euro. Ma torniamo a noi. Esiste un rischio concreto da non sottovalutare ma neppure enfatizzare per non lasciare campo aperto ai professionisti del terrorismo mediatico; i tecnici della disinformazione un tanto al chilo. Il rischio del "risparmiatore impaurito" con i suoi soldi depositati in banca. Parliamo di ciò che in gergo viene definita "raccolta diretta": conti correnti liberi o vincolati; depositi; obbligazioni bancarie ecc. Stando all'ultimo rapporto Abi di settembre, più o meno 1.656 miliardi di euro. I risparmiatori impauriti in preda al panico potrebbero correre in massa agli sportelli. Affinché questa paura non si trasformi in terrore possono però essere adottate soluzioni efficaci.

LIBERA SCELTA
Ad esempio tranquillizzando subito il risparmiatore lasciandogli la libertà di convertire o meno i propri risparmi nella nuova moneta nazionale. Privare il risparmiatore di questa libertà potrebbe esporre le nostre banche a serie difficoltà.

Il signor Rossi che ha depositato in banca 50.000 euro potrebbe infatti avere la tentazione, più che legittima, di prelevare questa somma prima del passaggio alla nuova lira pensando che in futuro il tasso di cambio fra nuova lira ed euro possa essere per lui più vantaggioso. Magari potrebbe diventre 1,2. Il signor Rossi si ripresenterebbe a quel punto in banca per convertire i 50.000 euro frettolosamente prelevati un anno prima in 60.000 nuove lire. Se invece quei soldi li avesse tenuti in banca avrebbe avuto diritto soltanto a 50.000 nuove lire dedotte le competenze e spese (tante) e maggiorati di quegli interessi (pochi) nel frattempo maturati.

Un comportamento, ripetiamolo, legittimo e razionale, quello di prelevare i propri risparmi prima del changeover. Quasi un "arbitraggio" lo definirebbero gli economisti. Anche se il nostro signor Rossi non ha magari studiato ad Harvard ma ha un diploma di perito meccanico all'ITI di Gratosoglio. Se tutti i risparmiatori si comportassero però come lui, le nostre banche rimarrebbero in ginocchio non potendo istantaneamente convertire in contante tutti i depositi in essere. Come si fa allora ad impedire questa "corsa agli sportelli"?

LA CLAUSOLA
Non certo con la forza. Né tantomeno con dolorose misure di controllo dei capitali. Esistono invece soluzioni razionali e sperimentabili per disincentivare questo "prelievo da panico" e che potrebbero trovar posto nel "Piano B". Noi ipotizziamo qui una sorta di "clausola di indennizzo e garanzia", proviamo a chiamarla così. Ad esempio, potrebbe essere lasciata al risparmiatore la libertà di non convertire immediatamente le somme depositate in banca in nuova valuta: in altre parole è solo al momento del rimborso che il risparmiatore riceverà il controvalore in nuove lire mediante l'applicazione del tasso di cambio vigente in quel momento. Tornando al nostro esempio, al momento del rimborso il signor Rossi riceverebbe 60.000 nuove lire qualora il tasso di cambio fosse 1,2. Oppure 65.000 nuove lire se il tasso di cambio fosse 1,3. Qualora invece il cambio fosse 0,9 avrebbe comunque diritto alle 50.000 nuove lire previste con il rapporto di conversione ufficiale 1:1. Insomma, seguendo la nostra proposta, il risparmiatore sarebbe sempre completamente tutelato.

SENZA RISCHI
L'esatto contrario di ciò che viene fatto oggi dentro la moneta unica. La nostra proposta vuole proprio eliminare alla radice il rischio di possibili corse agli sportelli. Quei momenti di sfiducia e panico che abbiamo già purtroppo sperimentato nel magico mondo dell'euro. Due casi di scuola su tutti: la chiusura degli sportelli in Grecia durante l'abborracciato referendum del 2015 e il più vicino caso Banca Etruria & C. È ovvio che con la nostra proposta la banca depositaria potrebbe trovarsi a fronteggiare un maggior esborso finanziario. Avrebbe ad esempio un debito futuro nei confronti dell'ipotetico signor Rossi di 60.000 nuove lire (col cambio a 1,2 nuove lire per 1 euro) anziché di 50.000 nuove lire calcolando il saldo con il rapporto di conversione 1:1. Un maggior costo di 10.000 nuove lire per intendersi. Questo ulteriore onere non dovrebbe tuttavia sopportarlo la banca depositaria, bensì la Banca d'Italia cui toccherebbe il compito di corrispondere questo straordinario indennizzo (le solite 10.000 nuove lire dell'esempio di prima) in favore della banca stessa. È naturale che la Banca d'Italia, nella nostra ipotesi, tornerebbe a svolgere quel ruolo che aveva quando eravamo in possesso della nostra sovranità monetaria. In questa nuova situazione il risparmiatore non sarebbe più indotto a prelevare "in fretta e furia" i suoi euro nell'imminenza del passaggio alla lira ben sapendo che ci sarebbe un prestatore di ultima istanza (la Banca d'Italia appunto) pronto a garantire il risparmio, il risparmiatore e la banca. Come avviene in quasi ogni parte del Pianeta dove vi è un prestatore di ultima istanza capace di garantire implicitamente il risparmiatore organizzando soluzioni più o meno articolate pur di salvaguardare la fiducia nel sistema bancario. Solo nell'eurozona questo non è esplicitamente possibile, se non previa tosatura dei risparmiatori nel nome del bail-in (o belin come direbbe Becchi).

Ma dobbiamo porci pure un problema ulteriore. L'eventuale nostra uscita dall'unione monetaria potrebbe provocare la completa disintegrazione dell'eurozona. Se infatti la crisi della Grecia (il cui Pil è grosso modo quello del Veneto) è stata sufficiente a mettere in pericolo il destino dell'eurozona, figuratevi cosa potrebbe mai succedere nel caso fosse l'Italia a salutare Bruxelles. Ebbene la "clausola" da noi proposta dovrebbe comunque essere applicata; ma nei confronti del cambio lira-marco, essendo la moneta tedesca il vero alter ego dell'euro. O comunque nei confronti di quella moneta che la Germania eventualmente decidesse di condividere con altri Paesi, qualora Berlino non optasse per il marco ma virasse verso un euro del Nord. È ovvio che affinché la nostra proposta possa trovare applicazione dentro al cosiddetto Piano B occorre che altri dettagli operativi siano affinati e delineati: dal periodo di tempo in cui tenere "aperta" questa facoltà all'esatta definizione dei rapporti bancari ritenuti degni di protezione e così via.

CAROVITA
Qualcuno obietterà che la nostra proposta provocherebbe una crescita delle aspettative inflazionistiche - che peraltro è ciò che la Banca Centrale Europea sta cercando inutilmente di fare da oltre 18 mesi con le sue mensili iniezioni di liquidità. Dio lo voglia in un Paese in cui abbiamo 6 milioni di disoccupati rispetto ai 3 milioni che avevamo nel 2008. In questo numero includiamo infatti anche chi sarebbe disponibilissimo a lavorare ma è talmente disperato da non cercare più un impiego. Per l'Istat una persona "tecnicamente" non disoccupata; per noi sì. In parole semplici, chi oggi si arrovella il cervello con la paura dell'inflazione è come chi sta per morire assiderato in Siberia ma si preoccupa della febbre alta.

Qualcun altro potrebbe invece obiettare che questa nostra proposta non farebbe che confermare l'assunto in base al quale svalutazione significhi impoverimento. Niente di più falso. Abbiamo ipotizzato una misura straordinaria per una circostanza straordinaria. E per una finalità più che legittima: preservare la stabilità del sistema bancario al momento del cambio della moneta.

BANCHE SICURE
Del resto a questo qualcuno vorremmo chiedere di quanto ci saremmo a suo dire impoveriti, dal momento che circa un paio di anni fa con un euro acquistavamo più o meno 1,4 dollari ed ora 1,1. La risposta è semplice: "zero". Dal momento che noi non andiamo a fare la spesa tutti i giorni al supermarket di Salt Lake City. D'altronde molti di questi "obiettori di scienza" non facevano forse a gara per santificare Draghi che iniettava liquidità e svalutava l'euro dando una botta di vita al nostro export? Insomma, fuori dalla prigione della moneta unica persino le banche potranno tornare ad essere un posto sicuro dove depositare i nostri risparmi, grazie anche alla garanzia della nostra Banca Centrale. Andiamoci!

P.S. Se all'ultimo irriducibile giapponese nella foresta venisse in mente l'argomentone killer che così facendo metteremmo però in ginocchio la nostra Banca Centrale costretta a pagare tutti questi indennizzi, segnaliamo uno studio scientifico pubblicato dalla Bce ad aprile. Titolo: «Regole per la distribuzione dei profitti e la copertura delle perdite nelle banche centrali». Pagina 10. Nota a piè di pagina 7: «Le banche centrali sono immuni dal rischio di insolvenza, grazie alla loro capacità di creare denaro; pertanto possono anche operare con un patrimonio netto negativo». Amen!

di Paolo Becchi e Fabio Dragoni

Da: ORPO _UNICUM18/11/2016 14:03:37
Bello, il patrimonio netto negativo... come MPS ....

Da: Studio Carmine18/11/2016 14:16:10
A dicembre iniziamo la raccolta fondi per celebrare il secondo anniversario della sentenza 37, celebrazione prevista per marzo prossimo.

Da: sparwasser6818/11/2016 15:36:07
ma impiccati

Da: sparwasser6818/11/2016 15:51:41
x legittimo..sei uno sfigato di merda. sono convinto che tua moglie fa i pompini a qualche incaricato

Da: Studio Carmine 18/11/2016 16:18:00
Mi raccomando partecipiamo tutti con generosità, a giorni devo prenotare. Dopo tutti questi ricorsi una settimana bianca penso di meritarla

Da: legittimo18/11/2016 17:00:39
A TUTTI e in particolare x sparwasser68

" I RACCOMANDATI - MOZZARELLE IN SCADENZA CON PROROGA SEMPRE MOZZARELLE RESTERETE"

la corte dei conti vi chiamerà a restituire le somme indebitamente percepite e sottratte a vari fondi dell'amministrazione destinati ai Funzionari.
ORLANDI vattene............ il posto a RUFFINI

buon giorno  RACCOMANDATI

Da: Meditate gente meditate18/11/2016 17:23:53
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/18/concorsi-il-pasticciaccio-dei-dirigenti-idonei-nei-ministeri-gli-incarichi-vanno-agli-esterni/3190644/amp/

Da: Nessuno18/11/2016 17:25:09
Ma e' vera sta notizia c'è circola in merito al nuovo rinnovo art 17 e 18??????

Da: Art.1818/11/2016 18:31:15
Secondo FLP Così pare

Da: Capra capreeee 18/11/2016 19:37:31
La proporzione per scegliere giorno 4

Renzi:Orlandi=boschi-verdini:riforma costituzione.

Quindi se la scelta di Renzi è stata un successo parimenti sarà quella fatta dal duo coccoloso boschi Verdini.

Se per voi la scelta di Renzi è una cagata pazzesca allora la riforma boschi Verdini fa veramente cagare.

Visto come è facile scegliere senza stare a sentire mille teste di cazzo?

Da: sono neutrale18/11/2016 19:42:28
x Capra capreeee

Ma tu la Ruocco la conosci personalmente?

Io si visto che ci ho lavorato insieme.

Non è affatto come la descrivi, per cui risparmiati i giudizi sulle persone che non conosci.

Da: Capra capreeee 18/11/2016 19:53:36
X sono neutrale.

Senti minchione cosa ho detto che ha così urtato la tua sensibilità.
Ora invece di stare a rompere il cazzo senza dire nulla fai una cosa: alza il telefono e chiamala chiedendole almeno una interrogazione parlamentare sulla proroga e su concorsi farsa o meglio sanatorie per gli ex incaricati.
se ci hai lavorato insieme oppure no non interessa nessuno.  Renditi utile

Da: Vyssia 18/11/2016 20:05:15
Magari Ruocco se non dovesse essere rieletta potrebbe aspirare ad un 19 - 6 comma -non si sa mai .

Da: ORPO _UNICUM18/11/2016 20:10:20
E telefona...dai

Da: ORPO _UNICUM18/11/2016 20:17:50
Che copi da Rizzetto..se non ha voglia di applicarsi

Da: Capra capreeee 18/11/2016 20:23:45
Sempre x sono neutrale.

Hey batman, invece di puntare il dito su di me per difendere qualcuno dal niente, visto che avevo detto una ovvietà (dimostrami il contrario), fatti spiegare perché di fronte a una diffusa illegittimità nel non voler rispettare la sentenza della Corte i rappresentanti del movimento 5 stelle stanno in silenzio. O devo pensare che onestà onestà è il Nam myho ren Ghe kyo dei buddisti?
Ah non pensare che abbia qualcosa contro i 5 stelle!!  MI fanno cagare tanto quanto i piddini del PD.

Da: ORPO _UNICUM18/11/2016 20:26:23
Rizzetto se ne è andato in un altro...gruppo

Da: Five stars18/11/2016 20:37:21
Già......perché i 5 stelle tacciono su questo scandalo di agenzia ?

Da: Colmar 18/11/2016 20:43:18
Torniamo al Mef mai i in fretta !

Da: x colmar 18/11/2016 21:54:26
Colmar e' difficile tornare al MEF.Non sara' cosi'.Tu sostieni lo scorrimento addirittura delle vecchie graduatorie.Ma e' una tua idea oppure c'e'una fondatezza.Io sono interessato.

Da: X x colmar 18/11/2016 22:21:17
Devo darvi una bella notizia, a quanto pare lo scorrimento delle graduatorie è sicuro, in questi giorni hanno contattato mio nonno che é risultato idoneo nel 72'. Gli daranno una direzione provinciale del nord



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