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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
56952 messaggi, letto 1785513 volte
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Da: Il nipote 22/03/2018 11:35:17
Zia non sporgerti.
Non ti sei cambiata la mutanda, quella che indossi e' sporca.

Da: la zia22/03/2018 11:50:29
l'odore della mutanda serve per coprire il tanfo di incompetenza

Da: Il nipote 22/03/2018 11:53:56
Sciacquati la patata prima di venire in ufficio. A parte che nessuno te la chiede più oramai.
L'incompetenza che c'entra ?

Da: Giorgio Laporcutola22/03/2018 12:00:01
W LA PATATA FUMANTE !!!!!!!!!!!!!

Da: don Lorenzo Cecafumo22/03/2018 12:03:33
FRATELLI DIAMO A CESARO QUEL CHE DI CESARO:

VIVA LA VREGNA !

Da: Uacciuariuari22/03/2018 12:46:28
I vertici del gruppo Espresso indagati per truffa all'Inps Le accuse - Coinvolta Mondardini, oggi Ad di Gedi. I pm: pensioni anticipate per milioni di euro a dirigenti che erano privi del diritto.   https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/i-vertici-del-gruppo-espresso-indagati-per-truffa-allinps/

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Da: ESISTONO SOLO CON GLI INGANNI22/03/2018 13:21:44
Volevano abolire il Senato.
Oggi Renzi è senatore.
Volevano abolire le Regioni autonome.
La Boschi è stata candidata a Bolzano.
Volevano abolire il Cnel.
Gentiloni vara 48 nomine all'ultimo minuto.

Da: GERARDO D''AGOSTO ILLUMINANTE22/03/2018 13:27:53
videp

https://www.facebook.com/gerardo.dagosto/videos/2042391219365423/

Da: Gyik5522/03/2018 13:30:44
chi conosce il nome dell'esperto? illuminante

Da: Gyik5522/03/2018 13:30:46
chi conosce il nome dell'esperto? illuminante

Da: servitori dello stato22/03/2018 13:47:31
Renzi, "i genitori dell'ex premier indagati a Firenze: fatture false"

Tiziano Renzi e la signora Bovoli, riportano La Repubblica e La Verità, hanno ricevuto dai pm Luca Turco e Christine von Borries un invito a comparire per chiarire i loro rapporti, e delle loro società, con Luigi Dagostino, imprenditore pugliese degli outlet sotto inchiesta da almeno un anno proprio per fatturazioni false, che il padre dell'ex premier ha accompagnato in giro per l'Italia per sviluppare il business lanciato in provincia di Firenze


Le consulenze agli sviluppatori degli outlet della moda The Mall nati sotto le insegne di Gucci rischiano di costare care alla famiglia Renzi. Il padre dell'ex premier e la moglie Laura Bovoli, riferiscono indiscrezioni di stampa, sono indagati dalla procura di Firenze per l'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Proprio nell'ambito degli affari con alcuni esponenti del mondo renziano, come Andrea Bacci, di cui il Fatto Quotidiano si è occupato in diverse inchieste negli anni scorsi. Tanto da ricevere una querela da parte di Tiziano Renzi che ha chiesto 300mila euro di danni al direttore del quotidiano Marco Travaglio, al direttore del sito Peter Gomez e a due suoi giornalisti (Pierluigi Giordano Cardone e Gaia Scacciavillani) per quella che lui prefigurava come una campagna mediatica ai suoi danni, chiedendo appunto un risarcimento.
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Nel mirino del padre dell'allora premier erano finiti proprio gli articoli che si sono occupati del business degli outlet e dei suoi protagonisti (oltre a Renzi senior e Bacci, l'ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi, la famiglia aretina dei Moretti e il faccendiere pugliese Luigi Dagostino che in Gucci avevano contraltare il top manager Carmine Rotondaro). Ora però Renzi senior, insieme alla signora Bovoli, dovranno obtorto collo tornare sull'argomento visto che, riferiscono Repubblica e la Verità, hanno ricevuto dai pm Luca Turco e Christine von Borries un invito a comparire per chiarire i loro rapporti, e quelli delle loro società, con Luigi Dagostino, imprenditore pugliese degli outlet con attività in Toscana. Quest'ultimo, così come Bacci e i Moretti, è sotto inchiesta da oltre un anno proprio per l'ipotesi di reato di emissione di fatture false per operazioni inesistenti.


E ora gli inquirenti, riporta La Repubblica, vogliono fare luce sui legami che intercorrono tra le società gestite da Dagostino e quelle riconducibili al padre dell'ex presidente del Consiglio, che già dovrà tornare davanti ai pubblici ministeri di Roma nell'ambito del caso Consip. Le fatture venute all'attenzione della Guardia di finanza sono due, una da 20.000 euro e una da 130.000 euro, e sarebbero state riscontrate durante le indagini su Dagostino. Secondo l'ipotesi di reato formulata dal pm le fatture sarebbero state emesse dalle aziende dei Renzi, rispettivamente la Party srl e la Eventi 6, per operazioni inesistenti.

Sempre secondo i due quotidiani, la fattura da 130.000 euro è stata emessa da Eventi 6, che si occupa di marketing ed eventi fieristici ed è distributore di quotidiani come Repubblica, La Nazione, Leggo e Metro. A pagarla la Tramor, società di diritto cipriota originariamente riconducibile alla famiglia Moretti per i quali è stata impegnata nelle attività di sviluppo dell'outlet The Mall a Leccio Reggello (Firenze). I Renzi con la loro azienda avrebbero fornito studi di fattibilità e servizi di accoglienza per l'outlet, ("Tiziano lavora nel campo del marketing da 30 anni. E in questo senso ci ha dato una mano nella pubblicità di alcune iniziative da noi organizzate, come successo tre anni fa per un evento natalizio al The Mall", aveva per esempio dichiarato Dagostino al Fatto nel 2015) ma per gli inquirenti l'importo della fattura non sarebbe coerente con il valore delle prestazioni erogate e ora vogliono saperne di più. Secondo La Verità, i fascicoli aperti dalla procura fiorentina sarebbero due: oltre a quello sulle presunte fatture false, ci sarebbe un procedimento portato avanti  dal procuratore aggiunto Turco  relativo al fallimento della Delivery Service Italia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/17/renzi-i-genitori-dellex-premier-indagati-a-firenze-fatture-false/4232647/

Da: x Gyik5522/03/2018 13:48:26
marco guzzi

Da: jiord22/03/2018 13:53:28
Guzzi ha detto quello che tutti sanno negli ultimi 20 anni ma che in ITALIA è proibito dire

Da: jiord22/03/2018 13:53:31
Guzzi ha detto quello che tutti sanno negli ultimi 20 anni ma che in ITALIA è proibito dire

Da: The public manager22/03/2018 14:37:26
Zomb o' ctrul e vece n'cul a u' livellat...
Questo è il primo teorema vegetariano del management...
Il pendolo del cavallo segna il tempo del livellato...specie nei momenti duri e tesi...
Questo è il secondo teorema carnivoro del management...

Da: Il nipote 22/03/2018 14:56:29
È cacuciu  o cazz manager

Da: ops22/03/2018 15:40:35
Gli ufficiali giudiziari si sono presentati mercoledì mattina nella villa palladiana di Montebello, in provincia di Vicenza, dove vive Gianni Zonin, l'ex presidente della Popolare di Vicenza, per sequestrare a titolo conservativo beni per 19 milioni di euro, tra quadri antichi, tappeti, mobili e oggetti preziosi su cui sono stati apposti i sigilli. L'intervento è arrivato nell'ambito del processo per il crac dell'istituto di credito che vede Zonin tra gli imputati accusati di falso in prospetto e aggiotaggio. Lunedì erano iniziate le trascrizioni presso l'Ufficio del Conservatore dei sequestri disposti dal gup Roberto Venditti in fase di udienza preliminare.   www.corriere.it/economia/18_marzo_21/zonin-sequestrati-19-milioni-beni-villa-dell-ex-presidente-popvi-bb7738ac-2d21-11e8-af9b-02aca5d1ad11.shtml

Da: artic 17 e 18 22/03/2018 17:35:55
tic...tac....tic......tac.....tic.......tac......

Da: The public manager22/03/2018 18:05:53

- Messaggio eliminato -

Da: The public manager22/03/2018 18:50:10
Dopo pompini ovvio.

Da: lambada  -banned!-22/03/2018 18:58:40

- Messaggio eliminato -

Da: X  tutti 22/03/2018 19:17:57
Pubblic manager spara cazzate.Nessuna proroga

Da: Xyz 22/03/2018 19:41:19
Credo che difficilmente si concluderà un concorso per dirigenti entro il 31.12 di quest'anno per cui con i pensionamenti del 2018 e gli oltre 100 del 2019 la situazione dei dirigenti sarà ingestibile , temo un colpo di mano che comporti un ulteriore aggiramento della 37. La vigilanza deve essere assoluta come pure il sostegno a chi è paladino della legalità .
Lo stato di necessità non può essere una scusante perché sono trascorsi ben tre anni dall 'emanazione della suddetta statuizione senza alcunché di fatto ;solo una illegittima resistenza all'applicazione . Scorrimento subito !

Da: Bull. 22/03/2018 20:07:10
Notizie dalla Calabria ?

Da: x xyz22/03/2018 20:35:39
Non ti balza per la testa che a causa della situazione di estrema urgenza verranno stabilizzate tutte le attuali posizioni organizzarive temporanee???

Da: Cancaro  man22/03/2018 20:46:34
Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare

Da: x cancarooo22/03/2018 20:52:24
Non l'hai ancora cagata??? Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahahaahahahahaahahahahahahaahahahahahzzhzhzhzhzhzhzhzhzhzzhzhzhzzhzhzh

Da: Cancaro  man22/03/2018 21:00:36
Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare la Costituzione Rispettare

Da: ORPO__UNICUM22/03/2018 21:07:49
Le tasse sono state al centro della campagna elettorale italiana, ma c'è un tema fiscale su cui tutti i partiti hanno preferito glissare: gli accordi fiscali segreti tra le multinazionali e il nostro Paese. In gergo tecnico si chiamano tax ruling e sono contratti che spesso permettono alle grandi società di pagare meno imposte rispetto a quanto devono fare le piccole e medie imprese.

Non è un argomento marginale: secondo le stime di Tommaso Faccio, docente di economia aziendale alla Nottingham University Business School in Inghilterra, ogni anno i tax ruling costano all'Italia circa 7 miliardi di euro di imposte non versate. Tanto per dare un termine di paragone, è la stessa cifra che lo Stato spende per finanziare le università pubbliche.

IL BELGIO BATTE TUTTI
Nessun partito ha però pensato di inserire tra le proprie promesse elettorali una riforma di questi contratti. Eppure gli ultimi dati ufficiali dicono che gli accordi fiscali segreti sottoscritti fra l'Agenzia delle Entrate e le imprese multinazionali hanno raggiunto un nuovo record. Secondo il rapporto appena pubblicato dalla Commissione europea, nel 2016 i tax ruling firmati dall'Italia hanno toccato quota 78: dieci in più rispetto all'anno prima. Parliamo in realtà solo degli apa, cioè quegli specifici ruling che stabiliscono i prezzi a cui le multinazionali trasferiscono beni e servizi tra le singole società del gruppo, spesso convogliando i profitti nelle filiali con sede nei paradisi fiscali. Insomma, i dati appena pubblicati dalla Commissione europea danno conto solo di una parte del problema.

Leggendoli ci si accorge però che il boom dei tax ruling riguarda in generale tutta l'Europa, non solo l'Italia. Le statistiche indicano che gli apa sono passati in un anno da 1.252 a 2.053 all'interno dell'Ue. Un aumento del 64 per cento, spinto soprattutto dal Belgio. È infatti il piccolo Paese che ospita la sede della Commissione europea la vera sorpresa della classifica: con all'attivo 1081 tax ruling di tipo apa, Bruxelles si è piazzata in cima alla speciale graduatoria dei Paesi più generosi con le multinazionali, superando il Lussemburgo e tenendo a debita distanza Olanda e Italia, rispettivamente terza e quarta.

A TRE ANNI DA LUXLEAKS
Perché questi accordi sono preoccupanti? I tax ruling servono in teoria alle multinazionali per sapere come le autorità del Paese ospitante calcoleranno i profitti tassabili. D'altronde la struttura di una multinazionale è molto più complessa di quella di una piccola impresa. Così, diversi paesi offrono ai grandi gruppi l'opportunità di spiegare in anticipo come intendono organizzarsi fiscalmente. Con un vantaggio duplice: lo Stato sa più o meno quanto incasserà a fine anno, la multinazionale evita il rischio di controlli a sorpresa. Questa è la teoria.

La pratica indica però che i ruling possono essere usati anche per eludere il fisco, quasi sempre spostando i profitti nei Paesi dove le imposte sono più basse. Lo dimostra LuxLeaks , l'inchiesta giornalistica internazionale realizzata dal consorzio investigativo Icij (di cui fa parte L'Espresso) che tre anni fa permise di conoscere i privilegi fiscali concessi dal Lussemburgo a centinaia di società private. Colossi globali come Apple, Ikea, Deutsche Bank. Che hanno ottenuto dal Granducato il lasciapassare per spostare lì buona parte dei profitti pagando in cambio tasse ridicole, l'1 per cento o addirittura meno.

TRASPARENZA CERCASI
LuxLeaks ha innescato un dibattito sui tax ruling. Da allora la Commissione europea ha avviato diversi indagini, arrivando in qualche caso a sanzionare delle multinazionali. È il caso ad esempio dei ruling ottenuti da Starbucks e Amazon nei Paesi Bassi, da Fiat-Chrysler in Lussemburgo e da Apple in Irlanda. La Commissione è corsa ai ripari varando anche una riforma politica. Dall'anno scorso gli Stati Ue sono infatti tenuti a scambiarsi le informazioni sui ruling emessi. In più, a partire da quest'anno tutte le multinazionali con un fatturato complessivo superiore ai 750 milioni di euro dovranno fornire alle autorità fiscali degli Stati in cui operano i dati economici divisi per nazione: fatturato, profitti, tasse, numero di dipendenti. Cifre che permettono in teoria di capire più facilmente se la multinazionale sta giocando sporco. Peccato che tutte queste informazioni non siano a disposizione dei cittadini, alimentando così sospetti sui contenuti degli accordi e ampliando quella distanza tra establishment e popolo che ha già rivoluzionato il quadro politico in diverse nazioni europee.

LA GUERRA IN CASA
L'Italia, che di questa rivoluzione politica è l'ultima protagonista in ordine di tempo, continua quindi a concedere accordi privilegiati alle multinazionali. Due mesi fa L'Espresso aveva scoperto i nomi di tre giganti internazionali che hanno ottenuto un ruling dall'Agenzia delle Entrate. Le storie di Michelin, Microsoft e Philip Morris permettono di capire in concreto i vantaggi concessi - legalmente - da questi contratti segreti. Le statistiche appena pubblicate dalla Commissione europea forniscono però un quadro d'insieme sul fenomeno, evidenziando un aspetto essenziale della vicenda. Attraverso i tax ruling gli Stati dell'Ue stanno combattendo una vera e propria guerra economica. Un conflitto basato sulla competizione fiscale, in cui ogni nazione cerca di concedere qualche vantaggio alla multinazionale di turno con l'obiettivo di attirala nel proprio Paese o di non farla scappare.

Che c'è di male? Non solo il fatto che questi accordi non possono essere sottoscritti dalle piccole e medie imprese, stabilendo così di fatto un principio di iniquità fiscale. Secondo Mikhail Maslennikov, policy advisor sulla giustizia fiscale di Oxfam Italia, una delle organizzazione che da tempo studia questi temi, i ruling sono oggi «una delle tante forme di dumping che causa considerevoli ammanchi per le casse degli Stati e mina alla radice la lotta alle elevate e crescenti disuguaglianze nei nostri Paesi». Insomma, a perderci sono le casse pubbliche dei singoli Paesi, mentre a guadagnarci sono le multinazionali che beneficiano di questi accordi. Peccato che la politica faccia finta di non saperlo.

Da: x cancarooo22/03/2018 21:08:22
Dai che ce la faiiii!!!!! Glicerina ci vuole......

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