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Esami AVVOCATO - discussione precedente
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Da: BARI VECCHIA18/06/2009 10:27:07
amessooooooooooooooooooooo  evaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Da: per gli amici della cda di brescia18/06/2009 10:27:14
il mio pensiero va a tutti quei dottori e dottoresse della cda di brescia che come me ieri non hanno passato l'esame, fra questi certamente c'è chi in modo particolare sentiva come bisogno assoluto l'averlo passato. Mi rendo conto che non sia facile accettare una dura sconfitta come quella che ci è stata inflitta, la quale comporta ancora una volta lo spostamento di traguardi importanti della propria vita.
Penso che fra noi ci sarà chi è tentato di desistere, di gettare la spugna vinto dallo sconforto e dalla sfiducia, chi prenderà decisioni drastiche come guardarsi intorno per cambiare lavoro etc. Non sarà facile. Quello che mi sento di dirvi è di credere in  voi stessi qualunque decisione prendiate e di cercare comunque ancora una volta le motivazioni per lanciare fra qualche mese l'assalto a questo maledetto esame.
mi raccomando crediamoci

Da: bari18/06/2009 10:29:29
ragazzi per favore fateci sapere quando pubblicheranno i risultati on line per i fuori sede...

Da: edo8118/06/2009 10:29:34
Cazzo mi hanno segato. qui a bari stanno tutti festeggiando io sono uno dei pochi bocciati.. porta vacaaaaaaaaaa

Da: anna brescia x nemo18/06/2009 10:30:21
ti prego abbi rispetto dei bresciani. Non so quanto posso aver preso. Ma ti dico solo che sono laureata in legge e in scienze politiche con 110 lode. Che ho esperienze di giornalista in testate  nazionali, che ho fatto la scuola di specializzazione in cattolica, la pratica in un grosso studio, compiti credo corretti e non l'ho passato! Scusa lo sfogo ma ritengo che almeno quest'anno non sia il caso di esprimere pareri su brescia. C'è stato un falcicidio e c'è gente in gamba, ma davvero in gamba, che è disperata. Si annunciano ricorsi, molti ricorsi!

Da: bari18/06/2009 10:32:38
scusate ma dove li controllate sti risultati di Bari ... in tribunale?

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Da: venezia18/06/2009 10:33:11
cari bresciani sono con voi.
a noi veneti non è andata molto megio, risultati domani tarda mattinata e percentuali del 36% (almeno si spera).
forza e coraggio!

Da: barese18/06/2009 10:40:29
è una stronzata quella che a Bari abbiano pubblicato nulla, le buste non sono state ancora aperte!

Da: amico di anna bs18/06/2009 10:40:35
quali sono i criteri per i quali considereresti d fare ricorso?
io non lo escluderei se le votazioni dei compiti raggiungessero almeno gli 85 punti con due sufficienze

Da: bologna18/06/2009 10:41:45
chi ha sentito in cda??? è sempre occupato!!! confermate che sono stati già pubblicati??? help

Da: w la fOca18/06/2009 10:43:35
due lauree. 110 e lode. pure giornalista. bene, complimenti.
però mi spieghi cosa minchia vuol dire c'è stasto un falcicidio????
hanno percaso sterminato tutte le falci? o forse tutte le felci? allora dovresti scrivere : un felcicidio.

Da: maria bologna18/06/2009 10:43:58
sono appena andata in corte d'appello e non hanno ancora pubblicato niente...io però ho rischiata l'infarto

Da: maria bologna18/06/2009 10:44:24
sono appena andata in corte d'appello e non hanno ancora pubblicato niente...io però ho rischiata l'infarto

Da: Criteri di ricorso18/06/2009 10:44:30
Vi segnalo, anche se riguarda l'esame di magistartura la seguente:

Tar Lazio sentenza n. 12330 del 5 giugno 2009

..."Costituisce ormai principio consolidato quello secondo cui le valutazioni espresse da una Commissione di concorso nelle prove scritte e orali dei candidati costituiscono espressione di unâampia discrezionalità tecnica e come tali sfuggono al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, salvo che non siano inficiate, âicto oculiâ, da eccesso di potere, sub specie delle figure sintomatiche dellâarbitrarietà, irragionevolezza, irrazionalità e travisamento dei fatti.
La giurisprudenza ha pure avuto modo di evidenziare che il voto numerico (ovvero, come nel caso in esame), il conclusivo giudizio, costituisce espressione sintetica, ma esaustiva, della valutazione della Commissione, soddisfacendo adeguatamente lâonere della motivazione previsto dallâart. 3 della l. 7 agosto 1990, n. 241, e, più in generale, dei principi costituzionali sanciti dallâart. 97.
Il Collegio osserva anche che una disposizione come quella contenuta nellâart. 16 del R.D. 15 ottobre 1925, n. 1860 (Modificazioni al regolamento per il concorso in magistratura contenuto nel R.D. 19 luglio 1924, n. 1218), il quale prevede (comma 2) che âprima dellâassegnazione dei punti la commissione o sottocommissione delibera per ciascuna prova, a maggioranza dei voti, se il candidato meriti il minimo richiesto dallâapprovazioneâ e che (comma 3) ânellâaffermativa ciascun commissario dichiara quanti punti intende assegnare al candidato..â non viola le ricordate disposizioni in tema di motivazione del giudizio di inidoneità.
Invero, il meccanismo delineato dalla predetta normativa, non costituisce il frutto di una mera attività materiale dellâamministrazione ma è espressione di una valutazione positiva o negativa dellâelaborato: mentre, nel primo caso, alla valutazione positiva segue lâattribuzione di un punteggio, nel secondo caso viene espresso un giudizio di inidoneità che implica senza alcuna possibilità di dubbio il mancato raggiungimento della sufficienza; in altri termini, il giudizio di inidoneità contiene in sé, implicitamente e manifestamente, una valutazione di insufficienza della prova concorsuale che del tutto inutilmente dovrebbe essere ulteriormente esplicitato.
Un difetto di motivazione di tale giudizio di inidoneità può dunque apprezzarsi solo ove il candidato offra elementi idonei a supportare lâarbitrarietà, lâirragionevolezza, o comunque la non sufficiente percepibilità dellâiter logico del giudizio, quantomeno relativamente ai criteri di valutazione predeterminati dalla Commissione,
Tale evenienza si verifica appunto nel caso di specie, in cui, quantomeno sul piano estrinseco, è possibile rilevare, in rapporto agli elementi dedotti dal ricorrente, la non sufficiente âsignificativitàâ del giudizio di inidoneità.
La struttura dellâelaborato del dr. ********, secondo quanto specificamente dedotto e comunque verificabile dalla lettura dello stesso, è così ripartita:
- da pag. 1 a pag. 4, 5 â" nozione di servizio pubblico locale di rilievo economico

- da pag. 4,5 a pag. 6 â" affidamento tramite gara pubblica

- da pag. 6 a pag. 7 â" affidamento tramite concessione

- da pag. 7 a pag. 7. 5 â" affidamento tramite appalto pubblico

- da pag. 7,5 a pag. 8.5 â" aspetti generali dellâaffidamento diretto

- da pag. 8.5 a pag. 10 â" affidamento diretto a società âin houseâ;

-da pag. 10 a pag. 11 â" affidamento diretto a società mista;
- pag. 12 - privatizzazione delle società affidatarie; giurisdizione.
Il ricorrente evidenzia altresì che gli argomenti trattati sono tutti pertinenti alla traccia e che, inoltre, sono stati toccati tutti gli argomenti dalla stessa implicati. Ogni âpuntoâ oggetto di traccia ha ricevuto uno sviluppo adeguato, perlomeno sul piano estrinseco.
Egli si è soffermato sulla nozione di servizio pubblico enucleabile tanto sul piano del diritto interno, quanto sul piano del diritto comunitario.
Le forme di affidamento non diretto sono state esaminate con riguardo a diversi modelli contrattuali: affidamento con gara a società di capitali, concessione, appalto.
Le forme di affidamento diretto sono state esaminate con riguardo ai due modelli vigenti nellâordinamento locale: affidamento a società âin houseâ e a società a capitale misto.
Ciò posto, gli elementi così evidenziati determinano un possibile conflitto logico tra il giudizio di inidoneità e i criteri predeteminati dalla Commissione, sopra delineati, di talché, in assenza di unâarticolazione espressa del giudizio, il solo riferimento al mancato raggiungimento della âsogliaâ di sufficienza, non appare idoneo ad assicurare la necessaria trasparenza e chiarezza sulle valutazioni di merito dalla stessa operate.
Esso non riveste cioè quel connotato di âsignificativitàâ ovvero di idoneità al fine di ricostruire lâiter motivazionale che, anche secondo la giurisprudenza prevalente, rappresenta la ragione (e ad un tempo il limite) della tesi del voto numerico quale formula âsintetica ma eloquenteâ di esternazione della valutazione tecnica compiuta dalla Commissione.
Il vizio di motivazione testé rilevato comporta la necessità di riesame dellâelaborato del ricorrente, avendo cura di precisare che, a tale adempimento, dovrà procedersi per il tramite di altra e diversa Commissione, e con lâosservanza di adeguate garanzie di anonimato, quali lâinserimento dellâelaborato tra un numero congruo di elaborati, estratti tra quelli allâepoca redatti nellâambito del medesimo concorso, attribuendo anche a questi ultimi (al solo fine di assicurare lâanonimato) un proprio giudizio, con lâapplicazione degli stessi criteri allâepoca adottati.
3. In definitiva, per quanto appena argomentato, il ricorso merita accoglimento".

Da: golden dawn18/06/2009 10:46:09
Gentile Direttore,

in questi giorni le commissioni, nelle varie città d'Italia sedi di Corte d'Appello, rendono noti gli esiti delle correzioni degli elaborati svolti in dicembre dai praticanti avvocati. Di coloro che aspirano alla iscrizione nell'albo degli avvocati. Sono state pubblicate le prime liste di ammessi all'orale. In alcune sedi vi è stata una vera e propria strage. Di innocenti.
Ragazzi che in molti casi si laureano senza andare fuori corso, iniziano una pratica non retribuita al completo servizio del c.d. dominus. Per prepararsi all'esame molti frequentano corsi, tutt'altro che gratuiti o pagati, che so, dal Ministero. All'esame poi, ci si deve presentare muniti di codici aggiornati con la più recente giurisprudenza. Codici pressochè inutili nel lavoro di tutti i giorni. Se l'esame non si passa si devono acquistare nuovi codici. Altri tre o quattrocento euro. Alè. Insomma nel lavoro non si incassa, per l'esame si deve sborsare centinaia di euro. Un business su cui lucrano case editrici e scuole di formazione più o meno prestigiose.
L'esame lo passano in pochi. I criteri di correzione rimangono oscuri. Si viene respinti per non si sa quali motivi. E per conoscere gli esiti si devono aspettare sei mesi. Vi sono tantissime anomalie, illogicità, arbitrarietà. Ieri Brescia ha pubblicato la lista degli ammessi all'orale. Ammessi il 23%. Compiti corretti da commissari cagliaritani. Avvocati che decidono così il flusso di ingresso sul mercato della loro concorrenza. E' incredibile. Quegli stessi avvocati spesso derisi nei tribunali per la loro ignoranza decidono nel giro di pochi minuti (gli orari riportati nei verbali di correzione lo confermano) la sorte di giovani che vengono così bloccati al palo. Quei giovani che poi iniziano a chiedersi quali possono essere le strade alternative per accedere alla professione (è noto che aumentano le richieste di affiliazione alla massoneria di giovani conj laurea, ad esempio). Certo la depressione aumenta quando i genitori non capiscono, non credono che il sistema possa essere tanto corrotto; quando il ministro Gelmini dichiara che lei ha dovuto sostenere l'esame in Calabria perchè aveva bisogno di lavorare e non aveva tempo e soldi da perdere (sic!).
Ci sarebbero da dire tante cose, da raccontare aneddoti sull'esame e sulla vita del praticante. Di certo Lei conosce il problema. Ma allora mi chiedo perchè non se ne parli. Sono migliaia i praticanti che ogni anno tentano l'esame sapendo che 2 o 3 o 4 su dieci lo passerano ma per pura fortuna non per merito.Non esistono dati noggettivi nche autorizzino a pensare diversamente. Ma voi non fate mai inchieste nè domande pressanti ai politici riguardo queste iniquità.
Seguo quasi morbosamente la vicenda del Presidente del Consiglio. Ma non è davvero quello lo scandalo più grande nell'Italia di oggi. A questo punto sembra davvero necessario buttarsi tra le braccia di Beppe Grillo come pensano molti miei colleghi nei forum. Sembra il solo che le domande, dieci o meno che siano, le pone su problemi reali e con la dovuta insistenza.

La ringrazio per l'attenzione e la saluto cordialmente

****** ******

p.s.: riporto qui di seguito un articolo che si legge sui forum dall'anno scorso. Sspero avrà tempo e voglia di leggerlo.



PRATICANTATO ED ESAMI DâAVVOCATO:
UNA SITUAZIONE DECISAMENTE ANOMALA

di Marco Bona

Quando si diviene avvocati si tende a relegare lâesperienza dellâesame di abilitazione tra i ricordi più infelici, quelli da dimenticare il più in fretta possibile. E così, passati dallâaltra parte della barricata, semplicemente non si avverte più il problema e lo si lascia intatto per le generazioni successive. Eâ quasi come se il titolo acquisito producesse unâautentica metamorfosi: molti avvocati si scordano tutto dâun colpo di essere stati praticanti e di aver provato ingiustizie, oppure, nonostante i ricordi, ritengono che lâesperienza ormai lasciata alle spalle possa risultare proficua per i giovani o, ancora, sfruttano la tradizione a proprio uso e consumo. Sta di fatto che nessuno si affanna a modificare il sistema od anche solo a prendere carta e penna e denunciare la situazione.

Personalmente ritengo che sia moralmente e deontologicamente doveroso per un avvocato concentrarsi, soffermarsi e non passare oltre sulle ingiustizie, sulle storture dellâordinamento, su sostanziose anomalie e sulle sofferenze altrui, soprattutto quelle di chi aspira un domani a divenire un âcollegaâ nonostante le scarse prospettive reddituali che si registrano nel settore. Mi sembra che sia più che dovuto, nei confronti di chi si troverà ad affrontare in futuro questa triste esperienza e soprattutto di quei praticanti non particolarmente fortunati quanto ad esperienza formativa ed a trattamenti economici, non considerare il problema in questione come âacqua passataâ.

Le riflessioni che seguono nascono dunque dalla piena convinzione che si debba assolutamente procedere a riconsiderare una situazione â" quella dei praticanti e dellâesame â" che è del tutto anomala, ingiusta ed ai limiti dellâinciviltà.

Le ingiustizie e le anomalie sono invero notorie.

In primo luogo, mi preme rilevare lâanomalia, tutta italiana, di una classe di autentici lavoratori (peraltro qualificati) â" i praticanti â" i quali, nella maggior parte dei casi, si trovano impegnati quotidianamente e per anni su un posto di lavoro, senza essere supportati da un adeguato trattamento economico, assicurativo e pensionistico (la CPA disconosce tra lâaltro i praticanti senza patrocinio). Al riguardo, tralascio qui le considerazioni che ben si potrebbero svolgere, in termini generali, sul piano economico e sociale (in sintesi si ha unâampia categoria di persone che cominciano a contribuire al welfare intorno ai trenta anni, se non oltre, e che gravano sulle famiglie e dunque sulla capacità di risparmio/acquisto delle stesse) e mi limito a rilevare come non sia prevista dal nostro ordinamento alcuna particolare tipologia contrattuale che in qualche modo garantisca uniformemente sul territorio italiano in capo a questi lavoratori il rispetto dei ben noti diritti costituzionali di cui agli artt. 36, 37 e 38 Cost. Eâ invero piuttosto singolare che la classe forense si sia spesso distinta nello sviluppo della tutela dei lavoratori sotto tutti i profili ed al contempo nulla faccia in concreto per regolarizzare il trattamento dei praticanti e costruire un sistema di criteri minimi per la gestione dei rapporti di questâultimi con gli studi legali. Eppure i modelli da prendere a riferimento ci sarebbero. In altri sistemi, ad esempio lâInghilterra, esistono contratti-tipo e retribuzioni minime per gli aspiranti legali.

Gli scarsi livelli di retribuzione, peraltro, finiscono con lo scoraggiare quei praticanti che, pur dotati e promettenti, non riescono ad accettare o non possono permettersi di rinunciare per un periodo decisamente lungo ad una qualsivoglia autonomia economica e di dover gravare sulle rispettive famiglie.

La modestia dei compensi viene tradizionalmente giustificata adducendo che lâavvocato investe nella formazione del praticante, gli insegna il mestiere. Tuttavia, questa giustificazione, posto che il praticante sia adeguatamente assistito nellâapprendimento dellâarte forense e non sia invece relegato a segretario od a tuttofare di studio, può forse reggere nei primi mesi di apprendistato, non già in un periodo così lungo di tempo (almeno tre anni) quale quello che intercorre tra lâinizio della pratica ed il conseguimento del titolo. Dopo sei mesi, a meno di una scarsa attenzione alla sua formazione, il praticante è già ampiamente utile, in termini economici, allo studio: del resto, non ci vuole certo una grande scienza, se lâinsegnamento è stato serio, per redigere diffide, diversi atti per le cause avanti lâUfficio dei Giudici di Pace, precetti o decreti ingiuntivi o altri consimili atti. Con il conseguimento del patrocinio il praticante costituisce poi una presenza sicura nelle udienze bagatellari o contraddistinte da incombenti squisitamente formali.

Per una vita autonoma da single (non si considera ovviamente lâipotesi della famiglia) occorrono oggi almeno â 1.000 nette al mese, e si tratta già di una stima ridotta al massimo, se si considerano anche solo i costi medi degli affitti, il mantenimento di una vettura (spesso utilizzata per le incombenze richieste dallâattività di studio), i pasti consumati nelle pause pranzo, e le altre spese di stretta necessità (vestiario consono, ecc.). Non mi risultano siano invero molti i praticanti che accedono a una somma di questo tipo, anche quando siano già in possesso del patrocinio.

Ciò posto, va rilevato come siffatta situazione economica costituisca un fattore da tenere in debita considerazione laddove si voglia procedere con un discorso serio sullâesame dâavvocato e sul praticantato.

Infatti, il praticante, che svolga seriamente lâapprendistato, si trova a dover spesso conciliare la propria preparazione dellâesame con le esigenze degli studi legali, fronteggiando il rischio di perdere anche in tale periodo il già ridotto sostentamento economico percepito.

Inoltre, la preparazione dellâesame richiede notevoli investimenti a carattere economico: lâiscrizione ai corsi per la preparazione dellâesame dâavvocato e lâacquisto di codici commentati e di manuali comportano un costo complessivo che si aggira molto approssimativamente, per la preparazione del solo esame scritto, intorno ad almeno â 1.000.

Ma veniamo allâesame.

Lâesame indubbiamente non premia i praticanti âeffettiviâ e che hanno âinvestitoâ il loro tempo in attività scarsamente retribuite. I praticanti âveriâ sono posti sullo stesso piano degli altri e risultano soventemente svantaggiati per il minor tempo a disposizione per la preparazione.

Lâesame scritto è un autentico stress fisico, si svolge in aule sovraffollate ed è in larga misura aleatorio.

Lâalea dellâesame scritto non è solo determinata dai temi assegnati (spesso, come si è osservato, lontani dallâesperienza maturata negli anni di pratica), ma anche e soprattutto dalle modalità con cui vengono corretti i compiti. Infatti, avendo avuto esperienze di docenza in corsi per la preparazione dellâesame dâavvocato, posso serenamente affermare come una correzione seria di ciascun compito scritto richieda almeno â" a voler essere riduttivi - un dieci/quindici minuti e, prima dellâassegnazione dei voti, una più che opportuna comparazione tra i diversi scritti da valutare, il che mi sembra condurre a ritenere che le commissioni dovrebbero dedicare almeno fra i trenta/quaranta minuti per la correzione delle prove scritte di ciascun candidato, senza contare gli adempimenti burocratici connessi alla correzione. Mi pare allora che non vi sia affatto una perfetta coincidenza tra i tempi medi impiegati attualmente dalle commissioni per ciascun candidato e quelli che sarebbero richiesti da una procedura valutativa seria, approfondita, trasparente e rispettosa dei candidati.

A ciò si aggiungano le seguenti anomalie dellâesame scritto: 1) non vi è possibilità alcuna per i candidati bocciati o che hanno ricevuto una valutazione bassa di comprendere le ragioni della valutazione conseguita (i compiti rimangono intonsi e le motivazioni rimangono nelle teste di chi li corregge); 2) in molti fori le percentuali dei promossi e dei bocciati si ripetono incredibilmente di anno in anno (ma è mai possibile che vi siano sempre le stesse proporzioni?); 3) occorre attendere lâesito degli scritti per quasi oltre sei mesi.

Se non si passa lo scritto, si ricomincia nuovamente tutto dallâinizio. Ad esempio, per la gioia delle case editrici, si deve procedere a riacquistare codici e manuali. Si torna ad iscriversi ai corsi. E soprattutto si rimane bloccati per un altro anno ancora sui modestissimi compensi percepiti.

Se si passa lâesame scritto, occorre poi chiudersi in casa - studio legale e clientela permettendo - e studiare una montagna di pagine tra testi, manuali e codici, affrontando nuovi gravosi investimenti per almeno â 500-800. Contando deontologia, sono ben sei le materie da portare allâesame orale. Indubbiamente chi ha notevoli capacità di apprendimento mnemonico parte avvantaggiato, ma questi non necessariamente ha fatto sul serio la pratica, la quale, come noto, non è solo saper memorizzare articoli su articoli.

La preparazione dellâesame orale è davvero una pessima esperienza: è praticamente impossibile sapere tutto e bene, e non vi sono certezze neppure sui programmi dâesame e sui testi di riferimento. Può sempre capitare il commissario che di diritto civile domandi il contratto autonomo di garanzia o si diletti a scendere nel dettaglio dei titoli di credito, oppure interroghi il candidato sfogliando il codice civile o il manuale e, di conseguenza, richiedendo una precisione che con ogni probabilità non sarebbe in grado di soddisfare egli medesimo se seduto dallâaltra parte della scrivania.

Docenti peraltro non ci sâinventa e dunque si hanno commissari che non hanno la più pallida idea di come si debba condurre un esame orale, a partire dalla formulazione delle domande.

Ovviamente â" lo si ribadisce - avere fatto la pratica può essere del tutto ininfluente ai fini dellâesame orale: chi si è occupato nella pratica di ogni campo del diritto civile? Chi si è districato con le norme del diritto processuale internazionale? La stessa domanda, peraltro, andrebbe rivolta a diversi commissari.

Del tutto raro â" anzi, non mi risulta â" è che le commissioni chiedano al candidato di illustrare ciò di cui si è realmente occupato negli anni di pratica e quali saranno i possibili scenari della sua attività professionale.

Si tralascia poi come taluni commissari si sentano investiti di una sorta di missione, quasi come se fosse possibile in unâora scarsa dâesame â" in cui il candidato si gioca davvero più di un anno di vita â" distinguere tra cattivi e buoni futuri avvocati. Si aggiunga che in diversi fori, quasi sempre nordici, vige una sorta di regola per la quale non si possono promuovere tutti i candidati di una giornata: massimo rispetto per le statistiche che paiono necessitare ogni anno di puntuali conferme.

Tralascio la frustrazione di chi, a seguito di un esame orale siffatto, ha la disgrazia di essere bocciato e si trova a ricominciare tutto daccapo.

Se le cose stanno così â" e di prove al riguardo se ne possono addurre davvero di numerose â" si può allora concludere come lâesame, complessivamente considerato, sia in realtà finalizzato esclusivamente per arginare lâaccesso alla professione, non già per garantire unâadeguata preparazione dei futuri avvocati.

Il fatto è che questa selezione non premia in alcun modo ciò che davvero conta per divenire veri professionisti: la pratica. Che senso ha struggersi sostanzialmente a gratis negli studi legali, se poi lâesame richiede una preparazione che può ben prescindere dalla pratica?

Inoltre, le modalità e gli scopi selettivi dellâesame non considerano in alcun modo le sofferenze, i sacrifici, i patimenti, gli investimenti ed i diritti di tutti coloro che devono passare attraverso questa travagliata trafila. Ad esempio, non è in alcun modo tutelato il fondamentale diritto ad un esame fondato su valutazioni oggettivamente trasparenti, cioè verificabili nella loro genesi e procedura.

Peraltro, ormai lâesame è diventato occasione di un notevole business: quello delle case editrici, quello degli avvocati, dei magistrati e di altri professionisti che affollano le aule dei corsi per la preparazione dellâesame. Non è qui in discussione la legittimità di questi corsi (stante le caratteristiche dellâesame, sono anzi più che necessari anche solo per dare serenità ai candidati), ma non si può omettere di considerare come gli stessi siano ampiamente il frutto di un esame che, così come impostato, pone troppo in ombra lâesperienza che dovrebbe risultare più importante per la futura carriera di un avvocato, cioè â" lo si ribadisce â" la pratica.

Ora, è davvero un âmitoâ pensare che un esame siffatto sia giusto o siano sufficienti alcuni blandi correttivi per modificarlo.

Fermo restando che la selezione del numero di avvocati la dovrebbe fare in primis il mercato e che i cattivi avvocati potranno sempre essere posti al bando dai Consigli dellâOrdine (la cui funzione nellâassicurare il rispetto delle norme deontologiche è per certo imprescindibile), non sarebbe forse più opportuno sviluppare un sistema che valorizzi davvero, sino in fondo, la fase dellâapprendimento del mestiere di avvocato?

Si potrebbe ad esempio restringere il campo di chi accederà alla professione forense a coloro che abbiano effettivamente svolto la pratica, eventualmente predisponendo una fase di apprendistato più lunga (ma adeguatamente retribuita e garantita da una tipologia contrattuale con garanzie minime valide per tutto il territorio nazionale) ed affiancando alla stessa lâobbligo di frequentazione di corsi di approfondimento (sostenuti dagli studi o, meglio, dallâordine forense). A questo punto lâesame potrebbe ben svolgersi oralmente ed essere centrato sulla conoscenza delle norme deontologiche e sullâesperienza maturata nel corso della pratica, senza trasformare lâaccesso alla professione in un disumano concentrato di esami universitari.

A prescindere dalle soluzioni che si possono escogitare, mi sembra comunque importante ribadire un concetto fondamentale, soprattutto in un contesto giuridico che si richiama costantemente alla tutela dei diritti della persona: la pratica e lâesame dâavvocato non possono continuare a viaggiare su binari che trascurano e sviliscono posizioni costituzionalmente garantite.

Da: bari18/06/2009 10:47:55
barese ...  ma chi ti ha detto che non è vera la storia dei risultati? ... noi fuori sede siamo ,purtroppo, in balia delle più assurde notizie che si diffondono ... senza alcuna pietà! ... senza pensare che qlcno magari sta studiano xkè si barcamena fra concorsi e simili ... e con questa incertezza non riesce a combinare nulla!!!

Da: info lecce18/06/2009 10:47:59
parole...soltanto parole....paroleeeeeee tra noi!!!!!

Da: nemo18/06/2009 10:49:27
x Anna brescia
cavolo Anna, tra le tante cose che hai fatto, forse, ti sei dimenticata di studiare il diritto e, forse anche l'italiano..

Da: barese18/06/2009 10:49:47
Un membro del consiglio dell'ordine di bari ieri sera affermava che le buste non sono state aperte ancora per gli abbinamenti. Dunque non vedo come possano aver pubblicato stamane, considerando che ci vogliono giorni! e Poi è da tempo che qui sparano notizie false su bari, per divertimento...

Da: x maria bologna18/06/2009 10:50:05
....cavolo ti credo, altro che infarto...se avete news certe su bologna fatelo sapere...grazie per la collaborazione...

Da: vento dello stretto18/06/2009 10:51:26
questo esame è una cattiveria!
la gente che fa pratica reale puntualmente non passa!
che amarezza!

Da: Bari18/06/2009 10:51:52
ma sono stati  pubblicati i risultati a bari? Si o no?

Da: bari18/06/2009 10:51:55
... che divertimento infantile!!!!!!!! .... cmq "barese" voglio fidarmi di te,così mi tranquillizzo e cerco di studiare un po' ... grazie

Da: Titty da ROMA18/06/2009 10:52:51
notizie sui nostri risultati?
p.s. la riforma? SIAMO UNA MASSA DI PECORE!!!!!!

Da: monella18/06/2009 10:54:03
in candidati bolognesi promossi, a quanto pare, si assestano sul 29%. E ' dura da mandare giu', ma che ci tocca fare....
I risultati sono pubblicati venerdì della prossima settimana.
Bacioni a tutti.

Da: Barbie luce di stelle Lecce18/06/2009 10:54:17
Noemi,
tu, con questo nome, che credibilità pensi di poter avere oggi, su questo forum?
Vuoi essere presa a schiaffi?

Da: SCANDALOSO18/06/2009 10:54:38
A BARI HANNO PUBBLICATO SOLO L'ELENCO DEI NON AMMESSI PER LA PUBBLICA UMILIAZIONE

Da: bari18/06/2009 10:55:43
scusa scandaloso ma dove si trova sto elenco della vergogna?

Da: Per i Baresi18/06/2009 10:56:05
Ho appena chiamato in Cda e mi hanno detto , come sempre, che i risultati verranno pubblicati a fine mese.
Lasciate perdere i coglioni che scrivono notizie false.   State tranquilli
A presto

Da: incazzato18/06/2009 10:58:39
a chi scrive stronzate ... spero nn vi basti l'imodium!

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