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Da: Box 21/05/2018 09:03:23
🤣
Rispondi

Da: simsalabim21/05/2018 11:58:09
Tempo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Nota disambigua.svg Disambiguazione - Se stai cercando altri significati, vedi Tempo (disambigua).

Il "Padre Tempo" Cronos con la sua falce mentre trascina suo figlio, olio su tela di Giovanni Francesco Romanelli (secondo quarto del XVII sec.)
Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. Esso induce la distinzione tra passato, presente e futuro. La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni filosofiche e scientifiche.

Indice
1    Descrizione
1.1    Tempo e cambiamento
1.2    Simultaneità e causalità
2    La misura del tempo
2.1    Distanze misurabili con il tempo
3    Il tempo nella filosofia e nella fisica
3.1    Concetti e paradossi nell'antichità classica
3.2    L'epoca moderna: il dibattito tra tempo assoluto e tempo illusorio
3.3    Dal tempo soggettivo alla teoria della relatività
3.4    Ulteriori sviluppi: il tempo come percezione, l'intangibilità
3.5    Il tempo nella fisica moderna
3.6    Tempo quantizzato
4    Concetto di tempo in geologia
5    La percezione del tempo
5.1    Nelle diverse culture
6    Note
7    Bibliografia
8    Voci correlate
9    Altri progetti
10    Collegamenti esterni
Descrizione

Statua del Tempo di Giuseppe Benetti (1873), scultura nel Cimitero monumentale di Staglieno (Genova)
Tempo e cambiamento
Dalla nascita dell'universo, presumibilmente e secondo la conoscenza umana, inizia il trascorrere del tempo. I cambiamenti materiali e spaziali regolati dalla fisica determinano, secondo l'osservazione, il corso del tempo. Tutto ciò che si muove nello spazio e/o si trasforma è così descritto anche a livello temporale. Alcuni esempi tra i più immediati della correlazione tra tempo e moto sono la rotazione della Terra attorno al proprio asse, che determina la distinzione tra il giorno e la notte, e il suo percorso di rivoluzione su di un'orbita ellittica intorno al Sole, che determina le variazioni stagionali e la durata dell'anno, "solare" per l'appunto.

Il dato dell'esperienza è che tutto ciò che interessa i nostri sensi sia energia o materia, ovvero, le loro trasformazioni. La materia, come più intuibile riferimento, è, e (contestualmente) diviene (ossia assume altra forma). L'ovvietà di questa asserzione non tragga in inganno: essa sottende una contraddizione, perché l'essere di un oggetto è certificato dalla sua identità (nel tempo), ovvero dal suo permanente esistere; il divenire, invece, presuppone la trasformazione, ovvero la diversità (della forma), per cui impone un "prima" e un "dopo", vale a dire un (intervallo di) "tempo". Il tempo trae origine dalla trasformazione.

La percezione del "tempo" è la presa di coscienza che la realtà di cui siamo parte si è materialmente modificata. Se si osserva una formica che si muove, la diversità delle posizioni assunte, o se si presta attenzione al susseguirsi dei pensieri di un individuo o ai battiti del suo cuore, fatti fisiologici, e in ultima analisi, fisici, ciò certifica che è trascorso un "intervallo di tempo". Si evidenzia "intervallo" a significare che il tempo è sempre una "durata" (unico sinonimo di tempo), e come tale ha un inizio e una fine.

Molto che riguarda la percezione del tempo sembra dipendere dalla mente: il passato è un ricordo, derivato dalla memoria del vissuto; il presente una comprensione, una lettura del reale secondo il "linguaggio dei valori" adottato dal soggetto al momento della percezione; il futuro una previsione, una proiezione dei costrutti intellettuali, sia razionali che passionali, da cui spesso ci si lascia guidare.

Simultaneità e causalità
Eventi distinti tra loro possono essere simultanei oppure distanziarsi in proporzione a un certo numero di cicli di un determinato fenomeno, per cui è possibile quantificare in che misura un certo evento avvenga dopo un altro. Il tempo misurabile che separa i due eventi corrisponde all'ammontare dei cicli intercorsi. Convenzionalmente tali cicli si considerano, per definizione, periodici entro un limite di errore sperimentale. Tale errore sarà percentualmente più piccolo quanto più preciso sarà lo strumento (orologio) che compie la misura. Nel corso della storia dell'uomo gli orologi sono passati dalla scala astronomica (moti del Sole, della Terra) a quella quantistica (orologi atomici) raggiungendo progressivamente precisioni crescenti.

Uno dei modi di definire il concetto di dopo è basato sull'assunzione della causalità. Il lavoro compiuto dall'umanità per incrementare la comprensione della natura e della misurazione del tempo, con la creazione e il miglioramento dei calendari e degli orologi, è stato uno dei principali motori della scoperta scientifica.

La misura del tempo

Una clessidra
L'unità di misura standard del Sistema Internazionale è il secondo. In base a esso sono definite misure più ampie come il minuto, l'ora, il giorno, la settimana, il mese, l'anno, il lustro, il decennio, il secolo e il millennio. Il tempo può essere misurato, esattamente come le altre dimensioni fisiche. Gli strumenti per la misurazione del tempo sono chiamati orologi. Gli orologi molto accurati vengono detti cronometri. I migliori orologi disponibili sono gli orologi atomici.

Esistono svariate scale temporali continue di utilizzo corrente: il tempo universale, il tempo atomico internazionale (TAI), che è la base per le altre scale, il tempo coordinato universale (UTC), che è lo standard per l'orario civile, il Tempo terrestre (TT), ecc. L'umanità ha inventato i calendari per tenere traccia del passaggio di giorni, settimane, mesi e anni.

Distanze misurabili con il tempo
Nel linguaggio di tutti i giorni spesso si usa il tempo come misuratore di distanze, per indicare la durata di un percorso (come ad esempio: "mezz'ora d'automobile", "un giorno di viaggio", "10 minuti di cammino"). Dato che la velocità è uguale a spazio percorso diviso l'intervallo di tempo impiegato a percorrere quello spazio, si può fare un'inferenza implicita sulla velocità media tenuta dal corpo in movimento. Si valorizza così in modo approssimato la distanza a livello temporale, in relazione al fatto che lo spazio percorso può essere espresso come la velocità media (all'incirca nota), moltiplicata per l'intervallo di tempo interessato.

Tecnicamente, però, espressioni come "un anno luce" non esprimono un intervallo di tempo, ma una distanza avendone nota la velocità: infatti più precisamente l'anno luce si può esprimere come "la distanza percorsa dalla luce in un anno", conoscendone esattamente la velocità (appunto la velocità della luce). In questi casi particolari, una locuzione contenente riferimenti al tempo indica quasi sempre distanze precise nello spazio, al punto da assurgere al ruolo di unità di misura.

Il tempo nella filosofia e nella fisica
Importanti questioni filosofiche, metafisiche e fisiche sul tempo comprendono:

Il tempo senza cambiamento è concettualmente impossibile?
Il tempo scorre, oppure l'idea di passato, presente e futuro è completamente soggettiva, descrittiva solo di un inganno dei nostri sensi?
Il tempo è rettilineo o lo è solo nel breve spazio di tempo che l'uomo ha sperimentato e sperimenta?
Concetti e paradossi nell'antichità classica

Rappresentazione del paradosso di Achille e la tartaruga secondo la descrizione di Borges.[1] Sull'asse sono indicate le distanze (in metri) percorse da Achille e dalla tartaruga.
I paradossi di Zenone (che molti secoli dopo sarebbero stati di aiuto nello sviluppo del calcolo infinitesimale) sfidavano in modo provocatorio la nozione comune di tempo. Il paradosso più celebre è quello di Achille e la tartaruga: secondo il suo ragionamento, attenendosi strettamente alle regole logiche, l'eroe greco (detto "pié veloce" in quanto secondo la mitologia greca era "il più veloce tra i mortali") non raggiungerebbe mai una tartaruga. L'esempio è molto semplice: supponiamo che inizialmente Achille e la tartaruga siano separati da una distanza x e che la velocità dell'eroe corrisponda a 10 volte quella dell'animale. Achille comincia a correre fino a raggiungere il punto x dove si trovava la tartaruga ma essa, nel frattempo, avrà percorso una distanza uguale a 1/10 di x. Achille prosegue e raggiunge il punto "x + 1/10 di x" mentre la tartaruga ha il tempo di compiere una distanza di 1/100 di x (1/10 di 1/10 di x), distanziando nuovamente l'inseguitore. Continuando all'infinito Achille riuscirà ad avvicinarsi sempre di più all'animale il quale però continuerà ad avere un sempre più piccolo ma comunque sempre presente distacco. La paradossale conclusione di Zenone era: Achille non raggiungerà mai la tartaruga.

La posizione di Parmenide è assai diversa da quella dell'allievo Zenone: questi infatti sosteneva che l'essenza della realtà, l'ancoraggio metafisico del reale, fosse eterno (che nel senso stretto del termine significa fuori dal tempo da "ex ternum") e che dunque il tempo fosse una posizione della doxa (opinione), di quella sapienza che non è propria di chi sa veramente. In seno all'essere (ch'è l'essenza del mondo), in sintesi, non è tempo, né dunque è moto.

Anche Platone è stato influenzato da questa concezione. Secondo la sua celebre definizione il tempo è "l'immagine mobile dell'eternità". Per Aristotele, invece, è la misura del movimento secondo il "prima" e il "poi", per cui lo spazio è strettamente necessario per definire il tempo. Solo Dio è motore immobile, eterno e immateriale.[2]

Secondo sant'Agostino il tempo è stato creato da Dio assieme all'Universo, ma la sua natura resta profondamente misteriosa, tanto che il filosofo, vissuto tra il IV e il V secolo d.C., afferma ironicamente: "Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so". Tuttavia Agostino critica una concezione del tempo aristotelica inteso come misura del moto (degli astri): nelle "Confessioni" afferma che il tempo è "distensione dell'animo" ed è riconducibile a una percezione propria del soggetto che, pur vivendo solo nel presente (con l'attenzione), ha coscienza del passato grazie alla memoria e del futuro in virtù dell'attesa. Da sant'Agostino in poi nel pensiero cristiano il tempo è concepito in senso lineare-progressivo e non più circolare-ciclico come nel mondo pagano. Dalla caduta di Adamo l'escatologia cristiana procede verso la "consumazione del tempo", il riscatto dell'uomo verso Dio, il Giudizio Universale e l'eternità spirituale.[3]

L'epoca moderna: il dibattito tra tempo assoluto e tempo illusorio
Il tempo è stato considerato in vari modi nel corso della storia del pensiero, ma le definizioni di Platone e Aristotele sono state di riferimento per moltissimi secoli (magari criticate o reinterpretate in senso cristiano), fino a giungere alla rivoluzione scientifica. Di questo periodo è fondamentale la definizione di Isaac Newton (1642-1727), secondo il quale il tempo (al pari dello spazio) è "sensorium Dei" (senso di Dio) e scorrerebbe immutabile, sempre uguale a sé stesso (una concezione analoga è presente nelle opere di Galileo Galilei). Degna di nota è la contesa tra Newton e Leibniz, che riguardava la questione del tempo assoluto: mentre il primo credeva che il tempo fosse, analogamente allo spazio, un contenitore di eventi, il secondo riteneva che esso, come lo spazio, fosse un apparato concettuale che descriveva le interrelazioni tra gli eventi stessi. John Ellis McTaggart credeva, dal canto suo, che il tempo e il cambiamento fossero semplici illusioni.

Dal tempo soggettivo alla teoria della relatività
È stato il filosofo tedesco Immanuel Kant a cambiare radicalmente questo modo di vedere, grazie alla sua cosiddetta nuova "rivoluzione copernicana", secondo la quale al centro della filosofia non si deve porre l'oggetto ma il soggetto: il tempo diviene allora, assieme allo spazio, una "forma a priori della sensibilità". In sostanza se gli esseri umani non fossero capaci di avvertire lo scorrere del tempo non sarebbero neanche capaci di percepire il mondo sensibile e i suoi oggetti che, anche se sono inconoscibili in sé, sono collocati nello spazio. Quest'ultimo è definito come "senso esterno", mentre il tempo è considerato un "senso interno": in ultima analisi tutto ciò che esiste nel mondo fisico viene percepito e ordinato attraverso le strutture a priori del soggetto e ciò che, in prima battuta, viene collocato nello spazio viene poi ordinato temporalmente (come dimostra la nostra memoria).

Un grande contributo alla riflessione sul problema del tempo lo si deve al filosofo francese Henri Bergson il quale, nel suo Saggio sui dati immediati della coscienza osserva che il tempo della fisica non coincide con quello della coscienza. Il tempo come unità di misura dei fenomeni fisici, infatti, si risolve in una spazializzazione (come ad esempio le lancette dell'orologio) in cui ogni istante è oggettivamente rappresentato e qualitativamente identico a tutti gli altri; il tempo originario, invece, si trova nella nostra coscienza che lo conosce mediante intuizione; esso è soggettivo, e ogni istante risulta qualitativamente diverso da tutti gli altri.

Un altro grande progresso del pensiero è stato la formulazione della teoria della relatività ("ristretta" nel 1905 e "generale" nel 1916) di Einstein, secondo la quale il tempo non è assoluto, ma dipende dalla velocità (quella della luce è una costante universale: c = 299.792,458 km al secondo) e dal riferimento spaziale che si prende in considerazione. Secondo Einstein è più corretto parlare di spaziotempo, perché i due aspetti (cronologico e spaziale) sono inscindibilmente correlati tra loro; esso viene modificato dai campi gravitazionali, che sono capaci di deflettere la luce e di rallentare il tempo (teoria della relatività generale).

Secondo la relatività ristretta il tempo di un osservatore è uguale a quello di un altro osservatore solo se viene moltiplicato per un certo fattore che dipende dalla velocità relativa dei due osservatori. Più in particolare le formule di Lorentz sono le seguenti:

{\displaystyle {\begin{cases}x'=\gamma \left(x-vt\right)\\y'=y\\z'=z\\t'=\gamma \left(t-{\frac {v}{c^{2}}}x\right)\end{cases}}} {\begin{cases}x'=\gamma \left(x-vt\right)\\y'=y\\z'=z\\t'=\gamma \left(t-{\frac  {v}{c^{{2}}}}x\right)\end{cases}}
dove:

{\displaystyle \gamma ={\frac {1}{\sqrt {1-v^{2}/c^{2}}}}} \gamma ={\frac  {1}{{\sqrt  {1-v^{2}/c^{2}}}}}
x, y, z rappresentano le tre dimensioni spaziali;
t rappresenta la dimensione temporale;
v è la velocità;
c è la costante della velocità della luce nel vuoto.
Secondo quest'ultima formula (che riguarda il tempo), se noi rimanessimo sulla Terra e potessimo vedere un razzo che viaggia velocissimo nello spazio osserveremmo che il suo equipaggio si muove al rallentatore.

La teoria della relatività genera quindi in merito al tempo anche dei paradossi apparenti. Uno dei più noti è il cosiddetto paradosso dei gemelli. La premessa del paradosso è che esistano due gemelli, di cui uno parte per un viaggio interstellare con un'astronave capace di andare a una velocità prossima a quella della luce, mentre l'altro rimane sulla Terra. Secondo le naturali conseguenze della relatività, il primo gemello, al suo ritorno sulla Terra, sarà più giovane del fratello gemello rimasto. Tuttavia, secondo la stessa relatività tutti i sistemi di riferimento sottoposti a uguale moto (e quindi privi di accelerazioni e di cambiamenti di direzione) sono uguali tra di loro. Secondo il sistema di riferimento del gemello partito con l'astronave è stata la Terra a muoversi a una velocità prossima a quella della luce, e quindi secondo il gemello-astronauta, in maniera del tutto legittima, dovrebbe risultare più giovane il gemello rimasto sulla Terra. Il paradosso consiste quindi in questo: Qual è il gemello più giovane? o, in altre parole, per quale dei due è passato meno tempo?

Esso si risolve considerando i cambiamenti di moto che il gemello sull'astronave ha fatto e che la Terra (verosimilmente) non ha seguito: ha accelerato durante la partenza, ha "fatto retromarcia" per tornare sulla Terra dopo aver raggiunto la sua meta, magari quando l'aveva raggiunta si è fermato, e ha decelerato per riuscire a fermarsi nelle vicinanze della Terra o dell'altra destinazione. Avendo fatto tutti questi movimenti "in più", ne consegue, relativisticamente parlando, che è il gemello sull'astronave il più giovane. Premesso questo, quanti saranno gli anni di differenza tra i due è possibile calcolarlo grazie alle formule della relatività, ma l'aspetto più interessante è che si possa viaggiare nel futuro, almeno teoricamente (questo pone dei problemi al concetto di libero arbitrio). La teoria della relatività, tra l'altro, cambia radicalmente la nozione di simultaneità (due eventi possono avvenire contemporaneamente per un osservatore ma non per un altro), ma anche di lunghezza (un metro si accorcia più si avvicina alla velocità della luce, ma solo se confrontato con un altro metro rimasto, ad esempio, sulla Terra). Anche il concetto di causalità viene in parte modificato, dato che un certo segnale - che per Einstein non può mai viaggiare più velocemente della luce - deve avere il tempo di andare da un punto a un altro perché possa influenzare l'altro. Recentemente nell'ambito della Teoria dei Sistemi di Riferimento è stato introdotto il concetto di tempo inerziale che consente di superare i paradossi summenzionati e di pervenire anche a una nuova definizione di simultaneità.

Ulteriori sviluppi: il tempo come percezione, l'intangibilità
Einstein ebbe alcune discussioni sul tempo con grandi pensatori della sua epoca, tra cui il filosofo francese Henri Bergson, che attribuisce grande importanza agli stati di coscienza piuttosto che al tempo spazializzato della fisica (si veda "Durata e simultaneità" del 1922). Per Bergson il tempo concretamente vissuto è una durata "reale" a cui lo stato psichico presente conserva da un lato il processo da cui proviene (attraverso la memoria), ma naturalmente costituisce anche qualcosa di nuovo. Dunque non c'è soluzione di continuità tra gli stati della coscienza: esiste una continua evoluzione, un movimento vissuto che la scienza non può spiegare pienamente con i suoi concetti astratti e rigidi, nonostante il riconoscimento dei suoi grandi progressi.

L'ingegnere J. W. Dunne sviluppò una teoria del tempo nella quale considerava la nostra percezione del tempo come simile alle note suonate su un piano. Avendo avuto alcuni sogni premonitori, decise di tenerne traccia, e trovò che contenevano eventi passati e futuri in quantità equivalenti. Da questo concluse che nei sogni riusciamo a sfuggire al tempo lineare. Pubblicò le sue idee in An Experiment with Time del 1927, cui fecero seguito altri libri.

Possiamo chiederci:

"Che cos'è il tempo?"
"Come se ne definisce un'unità di misura, prescindendo dalla comune opinione?"
È nel tentativo di dare una risposta rigorosa a queste domande che ci si accorge delle difficoltà e dei pregiudizi. L'unico modo convincente di rispondere alla domanda "che cos'è il tempo" è forse quello operativo, dal punto di vista strettamente fisico-sperimentale: "il tempo è ciò che si misura con degli strumenti adatti". Una analisi microscopica del problema tuttavia mostra come la definizione di orologio sia adatta solo a una trattazione macroscopica del problema e quindi non consenta di formulare una definizione corretta per le equazioni del moto di particelle descritte dalla meccanica quantistica.

Se si segue coerentemente sino in fondo questa definizione, si vede facilmente come tutti gli strumenti di misura del tempo ("orologi") si basino sul confronto (e conseguente conteggio) tra un movimento nello spazio (ad esempio la rotazione o la rivoluzione terrestre) e un altro movimento "campione" (meccanico, idraulico, elettronico), con sufficienti caratteristiche di precisione e riproducibilità. Si noti che il campione di movimento deve essere sempre un moto accelerato (rotazione, oscillazione lineare o rotatoria), mentre non è campione idoneo il moto rettilineo uniforme.

Si noti anche come il metodo di confronto del movimento con il campione si fondi necessariamente sulla trasmissione di segnali elettromagnetici (es. luminosi, ma non solo), le cui proprietà influiscono direttamente sulla misura: da ciò conseguono in modo quasi ovvio le formulazioni della interdipendenza tra coordinate spaziali, asse temporale e velocità della luce espresse della relatività ristretta.

In base a queste osservazioni, data la totale sovrapponibilità degli effetti operativi, si potrebbe addirittura assumere quale definizione del tempo, in fisica, l'identità con il movimento stesso. In questo senso, l'intero Universo in evoluzione si può considerare il vero fondamento della definizione di tempo; si noti l'importanza essenziale della specifica "in evoluzione", ossia in movimento vario, accelerato: senza movimento, senza variazione anche il tempo scompare.

Questa è anche la tesi dell'ingegnere Henri Salles, che nel suo libro Does time exist? - an energetic implementation of motion dimostra come sia possibile fare a meno del concetto di tempo per spiegare il movimento. Salles implementa un modello fisico della realtà basato unicamente sui concetti di spazio e di energia e mette in luce la mancanza di coerenza della fisica tradizionale che scade, secondo lui, nella speculazione matematica quando costruisce teorie partendo da concetti non fondamentali perché non tangibili (come appunto quello di tempo). Evidenti esempi di contraddizioni, eliminabili con la definizione di tempo come movimento, sono le questioni del significato del tempo negativo e della possibilità di tornare indietro nel tempo.

L'idea che una teoria fondamentale non debba contenere il concetto di tempo tra le sue primitive risale a Bryce DeWitt ed è stata sviluppata successivamente da Carlo Rovelli, Craig Callender e Julian Barbour. Enrico Prati ha dimostrato che il formalismo hamiltoniano di tutte le moderne teorie quantistiche dei campi può essere ricavato senza fare alcun uso del concetto di tempo, ma entro il medesimo formalismo è possibile definire il tempo misurato dagli orologi macroscopici rinunciando al concetto di periodicità a favore di quello di ciclicità nello spazio delle fasi.[4] [5]

Il tempo nella fisica moderna
Magnifying glass icon mgx2.svg    Lo stesso argomento in dettaglio: spaziotempo e Spazio-tempo di Minkowski.
In fisica moderna, il tempo è definito come distanza tra gli eventi calcolata nelle coordinate spaziotemporali quadridimensionali. La relatività speciale mostrò che il tempo non può essere compreso se non come una parte del cronotopo (altra parola per definire lo spaziotempo, una combinazione di spazio e tempo). La distanza tra gli eventi dipende dalla velocità relativa dell'osservatore rispetto a essi. La Relatività Generale modificò ulteriormente la nozione di tempo introducendo l'idea di uno spazio-tempo capace di curvarsi in presenza di campi gravitazionali. Un'importante unità di misura del tempo in fisica teorica è il tempo di Planck.[6]

Tempo quantizzato
Il tempo quantizzato è un concetto sviluppato a livello teorico. Il tempo di Planck è il tempo che impiega un fotone che viaggia alla velocità della luce per percorrere una distanza pari alla lunghezza di Planck. Il tempo di Planck (~ 5,4 × 10â'44 s) è la più piccola quantità di tempo tecnicamente misurabile, nonché potrebbe essere la più piccola quantità ad avere un significato fisico nell'effettivo caso di tempo parcellizzato.

In fisica, nel modello standard il tempo non è quantizzato ma viene trattato come continuo.

Concetto di tempo in geologia
Il concetto di tempo in geologia è un argomento complesso in quanto non è quasi mai possibile determinare l'età esatta di un corpo geologico o di un fossile. Molto spesso le età sono relative (prima di..., dopo la comparsa di...) o presentano un margine di incertezza, che cresce con l'aumentare dell'età dell'oggetto. Sin dagli albori della geologia e della paleontologia si è preferito organizzare il tempo in funzione degli organismi che hanno popolato la Terra durante la sua storia: il tempo geologico ha pertanto struttura gerarchica e la gerarchia rappresenta l'entità del cambiamento nel contenuto fossilifero tra un'età e la successiva.

Solo nella seconda metà del XX secolo, con la comprensione dei meccanismi che regolano la radioattività, si è iniziato a determinare fisicamente l'età delle rocce. La precisione massima ottenibile non potrà mai scendere al di sotto di un certo limite in quanto i processi di decadimento atomico sono processi stocastici e legati al numero di atomi radioattivi presenti all'interno della roccia nel momento della sua formazione. Le migliori datazioni possibili si attestano sull'ordine delle centinaia di migliaia di anni per le rocce con le più antiche testimonianze di vita (nel Precambriano) mentre possono arrivare a precisioni dell'ordine di qualche mese per rocce molto recenti.

Un'ulteriore complicazione è legata al fatto che molto spesso si confonde il tempo geologico con le rocce che lo rappresentano. Il tempo geologico è un'astrazione, mentre la successione degli eventi registrata nelle rocce ne rappresenta la reale manifestazione. Esistono pertanto due scale per rappresentare il tempo geologico, la prima è la scala geocronologica, la seconda è la scala cronostratigrafica. In prima approssimazione comunque, le due scale coincidono e sono intercambiabili.

La percezione del tempo
Magnifying glass icon mgx2.svg    Lo stesso argomento in dettaglio: concezione del tempo.
A volte si percepisce il passare del tempo come più rapido ("il tempo vola"), significando che la durata appare inferiore a quanto è in realtà; al contrario accade anche di percepire il passare del tempo come più lento ("non finisce mai"). Il primo caso viene associato a situazioni piacevoli, o di grande occupazione, mentre il secondo si applica a situazioni meno interessanti o di attesa (noia). Inoltre sembra che il tempo passi più in fretta quando si dorme. Il problema della percezione del tempo si trova in stretta correlazione con i problemi relativi al funzionamento e alla fisiologia del cervello. Un esempio di ciò è la cronostasi, un'illusione che sembra far durare più di quanto realmente è avvenuta un'immagine che precede un rapido movimento dell'occhio.

Nelle diverse culture
Il tempo, così come lo spazio, è una categoria a priori ma non per questo non gli viene dato un significato e una rappresentazione diversa in ogni cultura.
Si può affermare, in maniera generale, che esso venga percepito come il variare della persona e delle cose.

Sempre generalmente, vi sono due idee fondamentali del tempo:

Pensiero cronometrico occidentale
Il tempo viene visto come un'entità lineare e misurabile. Questa visione risponde alla necessità di ottimizzare il proprio tempo e dipende dall'organizzazione economica.

Tempo ciclico e puntiforme
Nelle società tradizionali il tempo viene scandito attraverso il passare delle stagioni o secondo eventi contingenti (es. il mercato della domenica). Molte società possono essere comunque considerate "a doppio regime temporale".

C'è quindi un tempo qualitativo, legato all'esperienza, che dipende dalla necessità di alcune società di frazionare il tempo per contingenza, e un tempo quantitativo, astratto e frazionabile, che sta man mano, con la globalizzazione, diventando dominante.

L'antropologo Christopher Hallpike[7], rifacendosi agli studi dello psicologo Jean Piaget, affermò che a seconda della cultura il tempo viene percepito come operatorio e pre-operatorio (percezione del tempo fino agli otto anni). La visione operatoria del tempo consente di coordinare i fattori di durata, successione e simultaneità.
Per dimostrare la sua tesi egli fece osservare a degli aborigeni melanesiani due macchinine su due piste concentriche facendole partire e fermare nello stesso tempo e di seguito chiedendo quale delle due macchinine avesse percorso più spazio. Gli aborigeni non seppero rispondere a quella domanda e per questo motivo egli pensò che mancasse loro la capacità di coordinare i tre fattori.

In Melanesia vengono fatte delle corse di cavalli su piste concentriche e di conseguenza la mancanza di una correlazione non-lineare e quantificabile del tempo sembra non escludere la capacità di coordinare durata, successione e simultaneità.

Tempo sacro e Tempo profano.
Lo storico delle religioni Mircea Eliade nel suo saggio "Il sacro e il profano" evidenzia quanto segue:

"il tempo sacro è per sua natura anche reversibile, nel senso che è, parlando propriamente, un Tempo mitico primordiale reso presente. Ogni festa religiosa, ogni tempo liturgico, consiste nella riattualizzazione di un avvenimento sacro che ha avuto luogo in un passato mitico, "agli inizi". Partecipare religiosamente a una festa implica che si esce dalla durata temporale "ordinaria" per reintegrare il tempo mitico riattualizzato dalla festa stessa"[8]. Questo Tempo sacro, riattualizzato periodicamente nelle religioni precristiane, è un Tempo mitico, primordiale, originale, non-identificabile nel passato storico, raccontato dal mito, prima del quale non esisteva alcun Tempo[9].

Il Giudaismo presenta una grande novità: "Per il Giudaismo, il Tempo ha un inizio e avrà una fine. L'idea del Tempo ciclico è superata. Jahvè non si manifesta più nel Tempo cosmico (come gli dei di altre religioni), ma in un Tempo storico, che è irreversibile. Ogni nuova manifestazione di Jahvé non è più riconducibile a una manifestazione anteriore. [...] L'avvenimento storico guadagna qui una nuova dimensione: diviene una teofania.[10].

Per la maggior parte del Cristianesimo (non tutto: i Testimoni di Geova non condividono questa idea di incarnazione) "Dio si è incarnato, ha assunto un'esistenza umana storicamente condizionata, la Storia diventa suscettibile di essere santificata". Cristo, con la sua presenza, ha santificato il preciso Tempo storico in cui venne sulla Terra, il Tempo evocato dai Vangeli. Siamo in presenza di una teologia della storia, non di una filosofia della storia: "Gli interventi di Dio nella Storia, e soprattutto l'Incarnazione nella persona storica di Gesù Cristo, hanno un fine trans-storico: la salvezza dell'uomo".[11]

Eliade scrive anche in un altro suo saggio: "Questo Dio del popolo ebraico non è una divinità orientale creatrice di gesti archetipali, ma una personalità che interviene senza sosta nella storia, che rivela la sua volontà attraverso gli avvenimenti (invasioni, assedi, battaglie, ecc.). I fatti storici diventano anche delle "situazioni" dell'uomo di fronte a Dio, e come tali acquisiscono un valore religioso che nulla fino a quel momento poteva loro assicurare. Pure, è vero dire che gli Ebrei furono i primi a scoprire il significato della storia come epifania di Dio, e questa concezione, come ci si doveva attendere, fu ripresa e ampliata dal Cristianesimo".[12]

A proposito del concetto biblico-cristiano di "tempo" scrive il cardinale e teologo Gerhard Ludwig Müller: "Per il pensiero greco Kronos (il "Tempo") è un mostro che divora i propri figli, perciò il tempo non è salvifico, e non ha altro significato che portare alla morte, all'eterno ritorno. Per la fede biblica, invece, il tempo (kairòs) è il luogo della rivelazione di Dio, della salvezza; Cristo è in effetti la pienezza del tempo. [....] La salvezza compiuta in Cristo è un fatto storico che possiamo situare in un luogo e in un tempo ma presente ed efficace oggi perché la storia è il luogo dell'incarnazione".[13]

Tempo della Chiesa e tempo del mercante
Lo studioso Jacques Le Goff tratta della differenza tra Tempo della Chiesa, dominante nell'Alto Medioevo, e Tempo del mercante affermatosi nel Basso Medioevo quando sui campanili e le torri cittadine compaiono anche gli orologi meccanici che scandiscono il giorno in 24 ore. Il tempo appartiene a Dio che lo ha donato all'uomo, secondo l'insegnamento della Chiesa: calendario liturgico, preghiere quotidiane, lavori agricoli. Con l'avvento della società borghese-mercantile l'ideologia muta ed entra in contrasto con l'insegnamento che prevedeva il cristianesimo, secondo cui il tempo non può essere venduto, come faceva il mercante che doveva organizzare i propri commerci, misurare la lunghezza dei viaggi e il tempo per compierli e calcolare quanto, il tempo e lo spazio, incidessero sulle spese e sui guadagni; nasce quindi un conflitto tra l'etica religiosa e i comportamenti mercantili.[14][15] «Questo tempo, che comincia a razionalizzarsi, si laicizza nello stesso tempo, per ragioni pratiche. Il tempo della Chiesa è il tempo dei chierici, ritmato dagli uffici religiosi, dalle campane che li annunciano, eventualmente indicato dalle meridiane, imprecise e mutevoli, misurato talvolta dalle clessidre. Il tempo del mercante, utilizzato per scopi profani e laici, viene invece misurato esattamente dagli orologi posti sulle torri civiche comunali».[14]

Note
^ Jorge Luis Borges, "Metamorfosi della tartaruga", in Altre inquisizioni, Feltrinelli, 1973, pp. 109-114.
^ Aristotele per primo, nella Fisica IV 217b, analizza il tempo nell'ambito della metafisica. Afferma che il tempo è ciò che «non è» o che «è appena, e debolmente», bisogna necessariamente concludere che esso appartiene più al non-essere che all'essere, in quanto è composto di «istanti», ovvero di qualcosa che non è più o non è ancora, e dunque di non-enti. Il nyn, ora- istante presente, è ciò che è, ed è una parte o meglio un punto, aprendo la via alla spazializzazione e numerazione del tempo che si compirà nella sua matematizzazione operata dalla scienza moderna. Il tempo è collegato al movimento [kinesis] e al cambiamento [metabolé], in particolare dell'anima, la forma di ciò che può trascorrere en tè psychè (Fisica, 219a). Dal momento in cui contiene come suo componente fondamentale il ni-ente, il tempo non può partecipare della presenza, della sostanza e quindi dell'essere metafisicamente inteso: la coscienza, unico luogo diverso dagli enti che possa quindi contenere un tempo che è più relativo al non-essere, è il luogo di misurazione e di fondazione del tempo. Il tempo esiste solamente se c'è una coscienza (umana, divina o di altro genere) in grado di porlo in essere e contarlo. L'ora è l'impossibilità di coesistere con sé (IV, 218a), l'essere hic et nunc (qui e ora) in singolo punto dello spazio e singolo punto del tempo, è qualcosa di unico e irripetibile.
^ Garzantina della Filosofia, p. 1111
^ The Nature of Time: from a Timeless Hamiltonian Framework to Clock Time of Metrology (PDF), su fqxi.org. URL consultato l'8 agosto 2010.
^ Generalized clocks in timeless canonical formalism (PDF), su iopscience.iop.org. URL consultato il 6 settembre 2011.
^ Si veda unità di Planck per i dettagli.
^ The Foundations of Primitive Thought, Oxford University Press 1979
^ Mircea Eliade, Le sacré et le profaine, Folio essais, ed. Gallimard, 1965, p. 63
^ Mircea Eliade, op. cit, p. 66.
^ Mircea Eliade, op. cit., p. 98.
^ Mircea Eliade, op. cit., 99.
^ Le Mythe de l'éternel retour (Il mito dell'eterno ritorno), Folio essais, ed. Gallimard, 1969, pag. 122.
^ "Non facciamoci divorare da Krònos", L'Osservatore Romano, 24 ottobre 2013, pag. 4
^ a b Tempo della Chiesa e tempo del mercante, Biblioteca Einaudi.
^ http://tempos.it/contentdv/bio_12.html
Bibliografia
Julian Barbour, La fine del tempo, Torino, Einaudi, 2003, ISBN 88-06-15783-3.
Paul Davies, I misteri del tempo, Milano, Oscar Saggi Mondadori, 1997, ISBN 88-04-42736-1.
Mircea Eliade, Il mito dell'eterno ritorno, Milano, Rusconi, 1975.
Mircea Eliade, Il sacro e il profano, Bollati Boringhieri, 2006, ISBN 88-339-1688-X.
Brian Greene, La trama del cosmo, Torino, Einaudi, 2004, ISBN 88-06-16962-9.
Margherita Hack, Pippo Battaglia e Rosolino Buccheri, L'idea del tempo, Torino, Utet Libreria, 2005, ISBN 88-7750-954-6.
Stephen Hawking, Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, Milano, Rizzoli, 1988.
Carlo Rovelli, Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio?, Di Renzo, 2006, ISBN 978-88-6184-075-1.
Voci correlate
Scale temporali:
calendario
tempo coordinato universale (UTC)
tempo atomico internazionale (TAI)
Greenwich Mean Time (GMT)
Tempo terrestre (TT)
tempo universale (UT)
scala dei tempi geologici
ora solare
ora legale
fuso orario
tempo effemeride
tempo siderale
Strumenti di misura
cronometro
orologio
orologio atomico
orologio da polso
orologio al quarzo
pendolo
meridiana
clessidra (ad acqua)
idrocronometro
Periodi di tempo
settimana
quadrimestre
secolo
millennio
periodo
era
eone
epoca geologica
stagione
tempo esponenziale
tempo di risposta
emivita
periodizzazione
eternità
decennio
Tecniche di datazione
datazione radiometrica
datazione al radiocarbonio
dendrocronologia
Unità di misura
secondo
minuto
ora
giorno
settimana
mese
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Varie
Concezione del tempo
Dilatazione del tempo
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(EN) Robin Le Poidevin, The Experience and Perception of Time, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford.
(EN) David Ingram & Jonathan Tallant, Presentism, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford.
Il concetto del Tempo, sul portale RAI Filosofia, su filosofia.rai.it.
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Da: simsalabim21/05/2018 11:58:38
Libero (quotidiano)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Libero
Stato    Italia Italia
Lingua    italiano
Periodicità    quotidiano
Genere    stampa nazionale
Formato    Berlinese a 6 colonne
Fondatore    Vittorio Feltri
Fondazione    18 luglio 2000
Sede    via L. Majno 42 - Milano
Editore    Editoriale Libero s.r.l.[1]
Tiratura    74.297 (dicembre 2017)
Diffusione cartacea    25.170 (dicembre 2017)
Diffusione digitale    922 (dicembre 2017)
Direttore    Pietro Senaldi (direttore responsabile)
Vittorio Feltri (direttore editoriale)
Vicedirettore    Franco Bechis e Fausto Carioti
ISSN    1973-5928 (WC · ACNP)
Distribuzione
cartacea
Edizione cartacea    singola copia/
abbonamento
multimediale
Edizione digitale    su abbonamento
Sito web    liberoquotidiano.it
Canale TV    tv.liberoquotidiano.it

Libero è un quotidiano italiano fondato nel 2000 da Vittorio Feltri, e da lui nuovamente diretto dal 18 maggio 2016.

Indice
1    Storia
2    Direttori
3    Dorsi, allegati e inserti
4    Assetto societario
5    Finanziamenti pubblici
6    Critiche e controversie
6.1    Titoli
6.2    Accuse di disinformazione
6.2.1    Sui musulmani
7    Diffusione
8    Note
9    Altri progetti
10    Collegamenti esterni
Storia
Il primo numero del quotidiano esce in edicola il 18 luglio 2000. La testata è stata disegnata dal grafico Franco Bevilacqua e il nuovo quotidiano si colloca nell'area del centro-destra. Come ha scritto Oscar Giannino (2007):

« Molti dei nostri lettori comprano Libero e Libero mercato perché ci trovano una voce fuori dal coro e dai partiti, ma a favore di una visione nettamente liberale e liberista, antitassaiola e antisprechi pubblici, diffidente di ogni eccesso partitico [...], oltre che diffidente degli eccessi della magistratura, quando poi la giustizia e la sicurezza per i cittadini qualunque non sono garantiti. »

Il 29 settembre Libero ha pubblicato impressionanti e raccapriccianti fotografie pornografiche di minori che costano a Vittorio Feltri un provvedimento di censura da parte dell'Ordine dei giornalisti[2][3][4][5]. Nel marzo 2005 Libero ha lanciato una raccolta di firme affinché il Presidente della Repubblica nominasse Oriana Fallaci senatrice a vita, raggiungendo la quota di 75.000 firme[6]. Nel 2006 Libero ha sostenuto il movimento dei Riformatori Liberali di Benedetto Della Vedova, minoranza radicale passata al centro-destra. Vittorio Feltri è uno dei firmatari del loro manifesto[7].

Nello stesso anno il quotidiano pubblica un "falso" dossier di Renato Farina, preparato dal Sismi, secondo cui Romano Prodi avrebbe autorizzato, come Presidente della Commissione Europea, le '"consegne extralegali" della CIA in Europa, come nel caso di Abu Omar. Per tale dossier Farina viene condannato a sei mesi di reclusione per favoreggiamento, e radiato dall'Ordine dei giornalisti[8].

Durante la campagna elettorale del 2006 Libero raggiunge le 100.000 copie di vendita media mensile, grazie anche all'annuncio del Corriere della Sera, primo quotidiano italiano, di schierarsi a favore di una delle due coalizioni in campo, L'Ulivo[9].

Dal gennaio 2007 al 15 luglio 2008 Alessandro Sallusti assume la veste di direttore responsabile di Libero, con Vittorio Feltri direttore editoriale. Le pagine di economia diventano un dorso allegato al giornale, con una propria testata, Libero mercato, ed un proprio direttore, Oscar Giannino. Il progetto termina nel febbraio 2009, quando si interrompe la collaborazione di Giannino al quotidiano.

Nel febbraio 2007 sono stati arrestati alcuni membri di una cellula delle Brigate Rosse con l'accusa di aver progettato un attentato terroristico alla sede di Libero. Secondo tale accusa, dopo ripetuti appostamenti i neo-brigatisti Ghirardi e Latino intendevano compiere un attentato incendiario per il giorno di Pasqua con «benzina e acido da versare dentro»[10].

Feltri nel luglio 2008 torna direttore responsabile, per lasciare Libero nell'agosto 2009, per tornare a Il Giornale. Arriva da Panorama al suo posto Maurizio Belpietro. Il 21 dicembre 2010 Vittorio Feltri ha lasciato per la seconda volta il Giornale per assumere il ruolo di direttore editoriale di Libero, di cui diventa anche azionista assieme a Maurizio Belpietro, confermato direttore responsabile.[11] I due giornalisti hanno acquistato il 10% ciascuno della società editrice. Nonostante posseggano una quota di minoranza, la gestione del giornale è stata affidata a loro. Grazie a una serie di patti parasociali, Feltri e Belpietro detengono anche la maggioranza nel consiglio di amministrazione. Nell'estate 2011 Feltri torna a Il Giornale come editorialista.

Dal novembre del 2009 il quotidiano è disponibile con sistema di consultazione digitale. Dal 26 ottobre 2015 il quotidiano esce anche il lunedì, passando da sei a sette uscite settimanali. Il 19 maggio 2016 torna Feltri alla direzione del quotidiano.[12]

Direttori
Vittorio Feltri[13] (18 luglio 2000 - 31 luglio 2009)
Gianluigi Paragone, ad interim (1º agosto 2009 - 13 agosto 2009)
Maurizio Belpietro (13 agosto 2009 - 18 maggio 2016)
Vittorio Feltri - Direttore editoriale dal 19 maggio 2016[14];
Pietro Senaldi - Direttore responsabile dal 19 maggio 2016[15].
Dorsi, allegati e inserti
Tra maggio 2007 e febbraio 2009 Libero è uscito con un doppio dorso. L'edizione principale era accompagnata, in abbinamento obbligatorio, da LiberoMercato, inserto economico-finanziario. In seguito l'inserto è stato inserito all'interno del quotidiano.

Nel marzo 2011 Libero ha distribuito gratuitamente, in 30 fascicoli allegati, i falsi «Diari di Mussolini». L'iniziativa fu presa 4 anni dopo la presunta scoperta dei diari da parte di Marcello dell'Utri, che raccontò di averli ricevuti dai figli di un partigiano deceduto del quale si rifiutò di rivelare il nome[16].

Dall'8 gennaio 2012 al 15 maggio 2016, per un totale di 216 numeri, Libero ha ospitato ogni domenica un inserto satirico denominato LiberoVeleno, fondato e diretto da Francesco Borgonovo e Alessio Di Mauro. A LiberoVeleno hanno collaborato fra gli altri Giuseppe Pollicelli, Walter Leoni, Maurizio Milani, Ottavio Cappellani, Gemma Gaetani e Stefano Pisani.

Assetto societario
Dal 2001 «Libero» è di proprietà del gruppo Angelucci, attivo nel settore della sanità e dell'immobiliare.

Con l'aiuto della banca romana Capitalia, gli Angelucci hanno investito 30 milioni nel quotidiano, trasformandolo da giornale regionale a giornale nazionale.[17]

Nel 2007 l'Editoriale Libero s.r.l., società editrice del quotidiano, viene ceduta alla Fondazione San Raffaele, struttura ospedaliera di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. La testata è tuttora di proprietà del gruppo Angelucci.

Finanziamenti pubblici
Nel 2003 «Libero» ha chiesto ai proprietari del bollettino «Opinioni nuove» di prendere in affitto la testata. Il quotidiano è diventato ufficialmente il supplemento dell'organo ufficiale del Movimento Monarchico Italiano. In questo modo ha potuto beneficiare di 5.371.000 euro come finanziamento pubblico agli organi di partito[18], secondo quanto previsto dalla Legge 7 marzo 2001, n. 62[19].

Il d.P.R. 7 novembre 2001, n. 460 ha favorito la trasformazione in cooperative per tutte le imprese che intendono chiedere finanziamenti pubblici. Nel 2004 «Libero» ha acquistato la testata «Opinioni nuove» e si è poi trasformato in cooperativa di giornalisti. Nei sette anni che intercorrono dal 2003 al 2009, «Libero» ha beneficiato di contributi pubblici per 40 milioni di euro[20]. Nel 2006 il quotidiano ha chiuso il bilancio con profitti per 187 000 euro[17].

Nel febbraio 2011, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) con la delibera 63/11/CONS[21], ha sanzionato il senatore Antonio Angelucci per omessa comunicazione di controllo per i giornali «Opinioni Nuove Libero Quotidiano» («Libero») e «Il Nuovo Riformista». La Commissione Consultiva sull'editoria presso la Presidenza del Consiglio, preso atto della sanzione comminata dall'Agcom, ha stabilito che i due quotidiani dovranno restituire i circa 43 milioni di euro di contributi percepiti negli anni 2006-2010[22].

Critiche e controversie
Titoli
Diverse volte Libero si è fatto notare per i suoi titoli irriverenti, forti, di carattere populista; essi sono espressione dei sentimenti anti-grillini, anti-sinistra (soprattutto il PD a governo nella XVII legislatura) e anti-immigrati tipici della fascia d'utenza dei lettori del giornale. Alle diverse critiche che ne sono scaturite, il direttore Vittorio Feltri ha risposto con queste parole: "Noi non insultiamo nessuno, noi registriamo la realtà. La raccontiamo per quello che è, punto e chiuso"[23], anche se le accuse di disinformazione, di cui si parla nel prossimo paragrafo, sembrano in parte smentire questa risposta.

Il 14 novembre 2015, all'indomani degli attacchi terroristici di Parigi, il quotidiano titolò sulla prima pagina Bastardi islamici[24], scatenando numerose polemiche, soprattutto tra la comunità musulmana. Il giorno dopo, Maurizio Belpietro, all'epoca direttore del giornale, si difese dicendo testuali parole: "È come se un cattolico uccidesse delle persone e qualcuno scrivesse bastardi cattolici, ci è stato obiettato. Non tutti gli islamici sono terroristi, non tutti i cattolici sono persone pacifiche. Vero. Ma noi non abbiamo scritto che tutti gli islamici sono terroristi né lo abbiamo pensato (...) Noi non abbiamo insultato gli islamici in generale. Noi abbiamo scritto: Bastardi (sostantivo) islamici (aggettivo). La lingua italiana è chiara, non lo è solo per chi è in malafede e non vuole vedere la realtà."[25]. Tuttavia, a seguito di tale avvenimento, Belpietro venne rinviato a giudizio nel marzo 2017 dal tribunale di Milano con l'accusa per istigazione all'odio razziale. Nel dicembre dello stesso anno venne assolto, in quanto il fatto non costituisce reato[26][27].

Accuse di disinformazione
Sui musulmani
Il 30 gennaio 2016 il quotidiano pubblica l'articolo L'Islam si evolve: dal burqa alla museruola, a cura di Souad Sbai[28], dove viene riportata la notizia della diffusione nel mondo islamico di una sorta di "museruola per donne" , definita nell'articolo come "un attrezzo per azzittire e umiliare" introdotta da sedicenti fondamentalisti salafiti. Nonostante le immagini presenti nell'articolo siano autentiche la notizia si rileva manipolata se non una vera e propria bufala[29]; infatti non si tratta di "museruole" ma di maschere boregheh, oggetto tradizionale utilizzato dal popolo dei Bandari, originariamente con lo scopo di simulare dei baffi probabilmente per disincentivare gli abusi degli schiavisti che si aggiravano per i villaggi. L'articolo inoltre contiene altri errori come l'attribuzione delle maschere ai salafiti, ramo ortodosso del sunnismo quando invece la maggioranza dei Bandari è sciita e vive nell'Iran meridionale.[30]

Il 31 marzo 2016 pubblica in prima pagina l'articolo Il Comune che vieta la minigonna: vergognosa sottomissione all'islam, poi ripreso anche da Il Giornale[31], dove viene riportata la notizia che nel municipio di Amsterdam di Nieuw West nei Paesi Bassi è stato vietato alle donne di girare in minigonna in pubblico per evitare di offendere o irritare gli immigrati mussulmani.[32] La notizia viene in seguito smentita da altri giornali[33][34], dove viene dichiarato che il divieto della minigonna non ha nulla a che fare con l'Islam ma è solo parte di un codice di abbigliamento a cui sono sottoposti i dipendenti pubblici.[35]

Diffusione
La diffusione di un quotidiano si ottiene, secondo i criteri dell'ADS, dalla somma di: Totale Pagata + Totale Gratuita + Diffusione estero + Vendite in blocco.

Anno    Totale diffusione
(cartacea + digitale)    Diffusione cartacea    Tiratura
2017    26.092    25.170    74.297
2016    27.904    27.045    79.306
2015    49.126    47.823    95.450
2014    54.330    53.061    104.109
2013    74.225    73.356    133.230
Anno    Media mobile
2012    91.247
2011    105.796
2010    105.127
2009    113.575
2008    119.153
2007    125.802
2006    126.356
2005    72.492
2004    59.227
2003    48.310
2002    43.007
2001    41.429
Dati Ads - Accertamenti diffusione stampa.

Note
^ Proprietari: Fondazione San Raffaele, 60% - Tosinvest (famiglia Angelucci), 40% (dal 2014).
^ La prima decisione venne presa a Milano e fu la radiazione (21 novembre 2000). Il fatto contestato fu la «pubblicazione alla pagina 3 dell'edizione del 29 settembre 2000 del quotidiano di sette fotografie impressionanti e raccapriccianti di bambini ricavate da un sito pornografico reso disponibile dai pedofili russi e di un'ottava fotografia a pagina 4 (raffigurante una scena di violenza tratta dai video di pedofilia sequestrati dalla magistratura), fotografie che appaiono tutte contrarie al buon costume e tali (â), da poter turbare il comune sentimento della morale e l'ordine familiare». Nel febbraio del 2003 l'Ordine Nazionale dei giornalisti di Roma annullò il provvedimento di radiazione che era stato preso a Milano e lo convertì in censura.
^ Ordine dei giornalisti - Decisioni, documenti e giurisprudenza dal 1996 (PDF), odg.it. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ Il 'caso Feltri', difesadellinformazione.com. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ Immagini raccapriccianti e impressionanti, reato letto attraverso le sentenze dei giudici, francoabruzzo.it. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ I documenti di Panorama n. 19
^ Riformatori Liberali: Siamo l'anima libertaria della Cdl, benedettodellavedova.com, 14 ottobre 2006. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ Così colpisce la fabbrica dei dossier al servizio del Cavaliere, La Repubblica, 11 ottobre 2010. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ Stefano Lorenzetto, Il Vittorioso, Marsilio, 2010. Pag. 182.
^ Capi br arrestati all'alba dopo summit segreto, corriere.it, 14 febbraio 2007. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ Feltri e Belpietro diventano azionisti di «Libero», corriere.it, 17 dicembre 2010. URL consultato il 18 dicembre 2010.
^ http://www.iltempo.it/cronache/2016/05/17/belpietro-lascia-la-direzione-di-libero-torna-vittorio-feltri-1.1540335
^ Come direttore editoriale. Il direttore responsabile, dalla fondazione risulta Franco Garnero, giornalista pubblicista, mentre dal gennaio 2007 al 15 luglio 2008 Alessandro Sallusti.
^ Vittorio Feltri direttore di Libero. E Maurizio Belpietroâ, su algheronewsitaly.com. URL consultato il 24 maggio 2016.
^ Libero, Senaldi nominato direttore responsabile, su www.lettera43.it. URL consultato il 24 maggio 2016.
^ I diari sono già stati ritenuti falsi nel 1980 da una perizia commissionata dal quotidiani londinese Times, nei primi anni 90 dalla casa d'aste Sotheby's, nel 1992 da una perizia commissionata dalla Feltrinelli e nel 2004 dagli storici Emilio Gentile e Roberto Travaglini.
^ a b Marco Cobianchi, Niente fidi per "L'Unità" alla famiglia Angelucci, «Panorama», 27/11/2007
^ Il finanziamento quotidiano, report.rai.it, 23 aprile 2006. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416.
^ Aldo Forbice, Giancarlo Mazzuca, I Faraoni. Come le mille caste del potere pubblico stanno dissanguando l'Italia. Piemme, 2009, pag. 262.
^ Delibera 63-11-CONS - Documento - AGCOM, su www.agcom.it. URL consultato l'8 settembre 2017.
^ Feltri e Riformista senza contributi pubblici, ilmanifesto.info, 30 marzo 2011. URL consultato il 20 novembre 2015.
^ I titoli di Libero scandalizzano ancora?, su wired.it. URL consultato il 29 settembre 2017.
^ Belpietro: Bastardi islamici, su liberoquotidiano.it, 14 novembre 2015.
^ "Bastardi islamici": bufera su Libero, su today.it, 15 novembre 2015.
^ Maurizio Belpietro rinviato a giudizio per il titolo "Bastardi Islamici" sulla copertina di Libero dopo la strage del Bataclan, su huffingtonpost.it, 1º marzo 2017.
^ Belpietro assolto per il titolo su Libero 'Bastardi islamici'. 'Non volevo offendere', su ilfattoquotidiano.it, 18 dicembre 2017.
^ Museruola islamica, donne sottomesse: il "gingillo" spopola e si compra online, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 1 marzo 2017.
^ La bufala di Libero sulle "museruole islamiche", su ilpost.it. URL consultato il 1 marzo 2017.
^ Le donne islamiche non portano la "museruola", su wired.it. URL consultato il 1 Marzo 2017.
^ Per non urtare i musulmani l'Olanda vieta la minigonna, su ilgiornale.it. URL consultato il 1 marzo 2017.
^ Il Comune che vieta la minigonna: vergognosa sottomissione all'islam, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 1 Marzo 2017.
^ L'Olanda vieta la minigonna per non urtare i musulmani, su butac.it. URL consultato il 5 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2017).
^ «Sconsigliata la minigonna» Il Comune fa infuriare l'Olanda, su corriere.it. URL consultato il 1 Marzo 2017.
^ L'Olanda ha davvero vietato la minigonna?, su ilpost.it. URL consultato il 1 Marzo 2017.
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Da: simsalabim21/05/2018 11:59:03
Emoticon
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Un'emoticon
Le emoticon o faccine (o ancora smiley) sono riproduzioni stilizzate di quelle principali espressioni facciali umane che esprimono un'emozione realizzate usando combinazioni di caratteri.

Vengono utilizzate prevalentemente su Internet e negli SMS, per aggiungere componenti extra-verbali alla comunicazione scritta. In effetti, per antonomasia esse spesso hanno un connotato esclusivamente informatico. Quando l'emoticon è rappresentata attraverso un insieme di segni primitivi o estremamente stilizzati (come nel caso dei caratteri testuali), si fa uso in un certo senso del fenomeno della pareidolia.

Il lemma «emoticon» è una parola macedonia dei termini inglesi «emotion» e «icon» (in italiano, «emozione» e «icona»), proprio per indicare una piccola immagine che esprime emozioni.

Indice
1    Elenco
2    Storia
3    Stile
3.1    Stile occidentale
3.2    Stile giapponese
4    Unicode
5    Note
6    Bibliografia
7    Voci correlate
8    Altri progetti
9    Collegamenti esterni
Elenco
Combinazioni di caratteri    Pittogramma    Significato
:â)
:)    :-]
:]    :-3
:3    :->
:>    8-)
8)    :-}
:}    :o)    :c)    :^)   
=]   
=)    âºï🙂😊😀😁    Sorriso o faccia felice.[1][2][3]
:âD
:D    8âD
8D    xâD
xD    XâD
XD   
=D   
=3    B^D        😃😄😆😍    Risata,[1] o ampio sorriso[2][3]
:-))        Volto molto felice[4]
:â(
:(    :âc
:c    :â:[   
:{   
:@   
>:(        âï🙁😠😡😞😟😣😖    Espressione accigliata[1][2][3] triste,[5] arrabbiata,[4] imbronciata
:'â(
:'(    😢😭    Pianto[5]
:'â)
:')    😂    Lacrime di gioia[5]
Dâ':    D::O        😮😯😲    Sorpresa, shock,[1][6] sbadiglio[7]
:-*
:*   
:×        😗😙😚😘😍    Bacio
;â)
;)    *-)
*)    ;â]
;]    ;^)    :â,   
;D        😉😜😘    Occhiolino,[1][2][3] sorrisetto[6][7]
:âP
:P    XâP
XP    xâp
xp    :âp
:p    :âÞ
:Þ    :âþ
:þ    :âb
:b   
d:   
=p    >:P        😛😝😜🤑    Linguaccia in maniera giocosa/impertinente,[1] pernacchia
:â/
:/    :â.    >:\    >:/    :\    =/    =\    :L    =L    :S        "😕😟    Atteggiamento scettico, infastidito, indeciso, inquieto, esitante[1]
:â|
:|        😐😑    Atteggiamento impassibile[2] o indeciso, assenza di espressioni[5]
:$        😳😞😖    Imbarazzo[3][4]
:âX
:X    :â#
:#    :â&
:&        🤐😶    Labbra sigillate[1][5]
O:â)
O:)    0:â3
0:3    0:â)
0:)    0;^)        😇👼    Angelo,[1][2][6] santo,[5] innocente
>:â)
>:)    }:â)
}:)    3:â)
3:)   
>;)        😈    Malvagio,[2] diabolico[5]
|;â)    |âO        😎😪    Figo,[5] annoiato/sbadiglio[6]
:âJ    😏'    Tongue-in-cheek[8]
#â)    â"    Ho festeggiato tutta la notte[5]
%â)
%)    µ😕🤕    Ubriaco,[5] confuso
:â###..
:###..    '·🤢    Ammalato[5]


I propose that the following character sequence for joke markers:

:-)

Read it sideways.  Actually, it is probably more economical to mark
things that are NOT jokes, given current trends.  For this, use

:-(
Stile
Stile occidentale
La maggior parte delle emoticon essenziali seguono sostanzialmente schemi ricorrenti, ma ciascuna di esse può essere trasformata mediante rotazione (con la conseguente creazione di ambigrammi) oppure con l'aggiunta o rimozione di un trattino, in rappresentanza del naso.

Le emoticon si possono caricare di ulteriori nuovi significati attraverso l'aggiunta di piccole variazioni, quali il cambiamento di un carattere, così da esprimere un nuovo stato d'animo. Per esempio, :( significa «triste» e :(( significa «molto triste». Per dare al mittente l'idea del pianto si può scrivere :'(, mentre per indicare arrossimento è possibile utilizzare :">. Le emoticon abbracciano anche l'occhiolino ;), un grande sorriso :D, una faccia inorgoglita :->, e una faccia con la lingua di fuori :P per indicare disgusto o anche una pernacchia. Una combinazione di caratteri molto popolare è anche :( per la rabbia, o >:D per una risata malvagia, che può a sua volta essere ruotata per indicare una faccia arrabbiata e infelice, espressa con D:.<, o.O, O_O, e.e, e e_e. Le virgolette ", l'apostrofo ', o il punto e virgola ; possono essere invece aggiunti per suggerire uno stato d'animo teso, preoccupato o imbarazzato, nello stesso modo in cui agisce una goccia di sudore nei cartoni animati asiatici.

Unicode
Emoticon[A 1]
Tabella ufficiale dei caratteri Unicode (PDF)
    0    1    2    3    4    5    6    7    8    9    A    B    C    D    E    F
U+1F60x    😀    😁    😂    😃    😄    😅    😆    😇    😈    😉    😊    😋    😌    😍    😎    😏
U+1F61x    😐    😑    '    "    "    😕    😖    😗    😘    😙    😚    😛    😜    😝    😞    😟
U+1F62x    😠    😡    😢    😣    😤    😥    😦    😧    😨    😩    😪    «    😬    😭    😮    😯
U+1F63x    °    ±    😲    😳    ´    µ    😶    ·    😸    😹    º    »    😼    😽    😾    ¿
U+1F64x    🙀    🙁    🙂    🙃    🙄    🙅    🙆    🙇    🙈    🙉    🙊    🙋    🙌    🙍    🙎    🙏
Note
^ A partire dalla versione di Unicode 9.0
Con il riempimento di questo blocco, Unicode 8.0 (2015) e 9.0 (2016) hanno introdotto diverse nuove emoticon, comprese nella gamma tra U+1F910 e U+1F93F.

Simboli e pittogrammi supplementari[B 1][B 2]
Tabella ufficiale dei caratteri Unicode (PDF)
    0    1    2    3    4    5    6    7    8    9    A    B    C    D    E    F
U+1F90x                                                               
U+1F91x    🤐    🤑    '    "    "    🤕    🤖    🤗    🤘    🤙    🤚    🤛    🤜    🤝    🤞   
U+1F92x    🤠    🤡    🤢    🤣    🤤    🤥    🤦    🤧                               
U+1F93x    °            🤳    ´    µ    🤶    ·    🤸    🤹    º    »    🤼    🤽    🤾   
U+1F94x    🥀    🥁    🥂    🥃    🥄    🥅    🥆    🥇    🥈    🥉    🥊    🥋               
U+1F95x    🥐    🥑    '    "    "    🥕    🥖    🥗    🥘    🥙    🥚    🥛    🥜    🥝    🥞   
U+1F96x                                                               
U+1F97x                                                               
U+1F98x    🦀    🦁    🦂    🦃    🦄    🦅    🦆    🦇    🦈    🦉    🦊    🦋    🦌    🦍    🦎    🦏
U+1F99x    🦐    🦑                                                       
U+1F9Ax                                                               
U+1F9Bx                                                               
U+1F9Cx    🧀                                                           
U+1F9Dx                                                               
U+1F9Ex                                                               
U+1F9Fx                                                               
Note
^ A partire dalla versione di Unicode 9.0
^ Le aree grigie indicano punti di codice non assegnati.
Queste tre emoticon, invece, sono presenti già nelle prime versioni di Unicode:

âï    âºï    â»
U+2639    U+263A    U+263B
Note
^ a b c d e f g h i Paul H. Gil, Emoticons and Smileys 101, su netforbeginners.about.com, giugno 2009. URL consultato il 2 agosto 2009.
^ a b c d e f g h Yahoo messenger emoticons, su messenger.yahoo.com. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2009).
^ a b c d e f MSN messenger emoticons, su messenger.msn.com. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2009).
^ a b c List of Text Emoticons, su cool-smileys.com. URL consultato il 20 luglio 2012.
^ a b c d e f g h i j k Andrew Orlowski, Cingular applies to patent smileys, The Register, 27 gennaio 2006. URL consultato il 27 dicembre 2011.
^ a b c d e Alex Williams, (-: Just Between You and Me ;-), su The New York Times, 29 luglio 2007. URL consultato il 27 dicembre 2011.
^ a b Net For Beginners, su netforbeginners.about.com. URL consultato l'8 febbraio 2011.
^ Tongue in Cheek, su pc.net. URL consultato il 6 ottobre 2014.
^ (EN) The growth of email, su connected-earth.co.uk. (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2007).
Bibliografia
Mario di Pasqua, Emoticodex: la retorica delle emoticon (PDF), Università degli Studi di Napoli Federico II, 2009.
Raffaella Lopez, Il boom della comunicazione virtuale. La società degli emoticon e dei tvb, Napoli, Università Federico II, 2013.
Alessandro Aresti, Faccina (1996), in 90 parole per novant'anni di invenzioni, scoperte, piccole e grandi rivoluzioni quotidiane, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, 2015.
Voci correlate
Emoji
Gergo di Internet
Henohenomoheji
Kaoani
Linguaggio degli SMS
Altri progetti
Collabora a Wikizionario Wikizionario contiene l'appendice «Emoticons»
Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulle emoticon}
Collegamenti esterni
(EN) Lista di emoticon dal sito della EFF: Electronic Frontier Foundation
Emoticon
Lista delle Emoticon Facebook
Controllo di autorità    GND (DE) 4366346-1
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Rispondi

Da: Box 22/05/2018 08:24:39
Capisci perché sei senza lavoro?
Rispondi

Da: Valam22/05/2018 09:54:53
No , non lo capisce Box , secondo lui e secondo molti , loro sono il massimo e ogni azienda aspira ad assumere persone preparate come loro . E anche perchè loro sanno , ormai hanno fatto la formazione e soprattutto glielo ha detto il sindacato . Per questo stanno chi da 6 mesi e chi da 2 anni ad aspettare che Poste li richiami , quindi non hanno bisogno di cercarsi un lavoro e possono perdere tempo a fare copia e incolla di wikipedia , tanto a breve saranno richiamati tutti e in tutte le regioni ahahahhahaha
Rispondi

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Da: Fazk 22/05/2018 12:23:56
Ora pure squadra hanno fatto questi due coglioni
Rispondi

Da: simsalabim22/05/2018 12:50:17
Capire
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Niente fonti!
Questa voce o sezione sull'argomento enciclopedie non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti.
Capire
Autore    vari
1ª ed. originale    1962
Genere    Enciclopedia
Lingua originale    italiano
Capire è una enciclopedia pubblicata in Italia dal 1962 al 1964 dalla Fratelli Fabbri Editori a fascicoli settimanali.

Storia editoriale
Dopo il successo di Conoscere, la Fabbri decise di proseguire ulteriormente l'esperienza della vendita di opere enciclopediche a dispense settimanali acquistabili in edicola. Capire può considerarsi una prosecuzione diretta di Conoscere seppure rivolta ad un pubblico più adulto, soprattutto agli studenti delle medie superiori, definendosi "Grande enciclopedia di formazione intellettuale". Inoltre ne riprendeva alcune caratteristiche come la distribuzione apparentemente casuale delle varie voci, rifiutando un ordine alfabetico o tematico; tuttavia le voci erano raggruppabili in alcune serie.

L'opera faceva un ricco uso di immagini fotografiche e conteneva alcune rubriche volte a stimolare il lettore in attività concrete: suggeriva e dava istruzioni, ad esempio, su come costruire un telescopio o una radio a galena.

Come per Conoscere anche Capire si distingueva per serie caratterizzate dal colore della copertina. Una prima serie, denominata nera, si componeva di 208 fascicoli pubblicati tra il 1962 ed il 1963 e di 30 dischi, una seconda con copertina rossa pubblicata nel 1964 di 208 fascicoli e 48 dischi. L'opera veniva poi rilegata in 17 volumi più altri 4, di minor formato, dedicati alla storia dell'uomo.

Era tuttavia possibile acquistare i volumi già rilegati attraverso vendita per corrispondenza con abbonamento all'opera.

Volumi di storia
I quattro volumi di appendice dedicati alla "Storia delle civiltà del mondo" erano così strutturati:

Volume I Dalle origini al 200 d.C.
Volume II Dal 200 d.C. al 1540
Volume III Dal 1540 al 1795
Volume IV Dal 1795 ai giorni nostri (con riferimento al 1966)
Letteratura Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura
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Rispondi

Da: simsalabim22/05/2018 12:50:52
succhiare
Indice
1    Italiano
1.1    Verbo
1.1.1    Transitivo
1.2    Sillabazione
1.3    Pronuncia
1.4    Etimologia / Derivazione
1.5    Sinonimi
1.6    Contrari
1.7    Parole derivate
1.8    Varianti
1.9    Proverbi e modi di dire
1.10    Traduzione
2    Note / Riferimenti
bandiera italiana Italiano

un bimbo intento a succhiare il latte materno
Open book 01.svgVerbo
Transitivo
succhiare  (vai alla coniugazione)

aspirare un liquido , esercitando una depressione con la bocca La capacità di succhiare è un tratto distintivo dei mammiferi, che devono appunto usarla da piccoli con le mammelle della madre
modalità di consumo di alcuni alimenti, come ad esempio le caramelle, che si tengono in bocca, e si consumano progressivamente mediante insalivazione e un risucchio interno alla bocca
Hyph.png Sillabazione
suc | chià | re
Nuvola apps edu languages.png Pronuncia
IPA: /suk'kjare/

Nuvola kdict glass.pngEtimologia / Derivazione
dal latino volgare succulare che deriva da succus ossia "sugo"



Icona sinonimi.png Sinonimi
poppare
(familiare) ciucciare
(di liquido) aspirare, estrarre, ricavare, trarre, imbeversi
assorbire, assimilare
(di bevande) sorseggiare, sorbire
(senso figurato) (denaro) cavare, spremere, spillare
risucchiare
(uso letterario) suggere
Fairytale right blue.pngFairytale left blue.png Contrari
sputare, espellere, rigettare




Nuvola apps tree.png Parole derivate
risucchio, succhiatore, succhiotto, succo, risucchiare
Fairytale down blue.pngFairytale up blue.png Varianti
(regionale) succiare


Isimple system icons web find.png Proverbi e modi di dire
succhiare la ruota: farsi tirare da un altro ciclista
succhiare qualcosa fino in fondo : succhiare qualcosa del tutto
succhiare qualcosa fino al midollo (anche raschiare il barile)  : (senso figurato) cercare di trarre tutto il possibile da un'esperienza o da un bene
Nuvola filesystems www.png Traduzione
Vedi le traduzioni
Nuvola apps bookcase.png Note / Riferimenti
Vocabolario, Treccani edizione online
Lemmario italiano, Garzanti linguistica edizione on line
Francesco Sabatini e Vittorio Coletti, Il Sabatini Coletti, RCS Libri edizione on line
Sinonimi e Contrari, RCS Libri edizione on line
Aldo Gabrielli, Vocabolario della Lingua Italiana, Hoepli edizione on line
Dizionario Italiano Olivetti, Olivetti Media Communication edizione on line
Categorie: Verbi in italianoVerbi transitivi in italianoEspressioni familiari-ITRegionale-IT
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Rispondi

Da: simsalabim22/05/2018 12:51:14
LE
From Wikipedia, the free encyclopedia
    Look up LE or le in Wiktionary, the free dictionary.
LE or le may refer to:

Contents
1    Arts and entertainment
2    Names
3    Places
4    Science and technology
4.1    Biology and medicine
4.2    Computing
4.3    Other uses in science and technology
5    Transportation
6    Other uses
7    See also
Arts and entertainment
LE (rapper), a South Korean rapper and dancer
Lawful Evil, an alignment in the Dungeons & Dragons role-playing game
Names
Lê (surname), a common Vietnamese surname
Le (surname), the romanization of several Chinese surnames
Places
LE postcode area, Leicester, United Kingdom
Province of Lecce, Italy (ISO 3166-2:IT code LE)
Science and technology
Biology and medicine
Late Exponential growth phase, in microbiological growth cultures
Lupus Erythematosus, an autoimmune disease
Computing
Linear Executable, an OS/2 file format
LE editor, a simple text editor for unix-like operating systems
Let's Encrypt, an automated certification authority
Other uses in science and technology
Lattice energy, the energy of formation of a crystal from infinitely-separated ions
Lewis number, a dimensionless number ratio used in physics
Ligand efficiency, a measure of the binding energy of a ligand to its binding partner, such as a receptor or enzyme
Transportation
Level (airline), IATA designation, LE
Abellio Greater Anglia, a British train operating company (National Rail abbreviation LE)
Luxury edition, a naming designator for high-end automobiles
Limited edition, a naming designator for automobiles
Long Éireannach (LÉ), ship prefix for Irish naval vessels
Other uses
Law enforcement
Légion étrangère, the French Foreign Legion
Egyptian pound, abbreviation from French Livre égyptienne
Le.com (Leshi Internet) a.k.a. "Le"
LeEco (Leshi Technology) a.k.a. "LE"
a sharpened la/lah in solfege
See also
Lee (disambiguation)
Leah (disambiguation)
Leh (disambiguation)
Disambiguation icon    This disambiguation page lists articles associated with the title LE.
If an internal link led you here, you may wish to change the link to point directly to the intended article.
Categories: Disambiguation pages
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Da: simsalabim22/05/2018 12:51:39
MIE
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambigua compass.svg    A questo titolo corrispondono più voci, di seguito elencate.
Questa è una pagina di disambiguazione; se sei giunto qui cliccando un collegamento, puoi tornare indietro e correggerlo, indirizzandolo direttamente alla voce giusta. Vedi anche le voci che iniziano con o contengono il titolo.
Indice
1    Astronomia
2    Geografia
3    Persone
4    Codici
Astronomia
Mie - cratere meteoritico di Marte
Geografia
Giappone
Prefettura di Mie - prefettura della regione di Kansai
Distretto di Mie - distretto della prefettura di Mie
Persone
Gustav Mie - fisico tedesco, autore della teoria dello scattering Mie.
Codici
MIE - codice aeroportuale IATA dell'aeroporto Delaware County, Muncie (Indiana), Stati Uniti
Categoria: Combinazioni di 3 caratteri
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Da: simsalabim22/05/2018 12:52:16
Palle
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Palla - oggetto generalmente sferico usato in vari sport e giochi
Palla - uno dei cinque attrezzi della ginnastica ritmica
Palla - capo d'abbigliamento usato dalle donne dell'antica Roma
Palla - figura dell'Araldica
Palla - in matematica, sinonimo di sfera
Palla - oggetto liturgico in uso nella celebrazione eucaristica cattolica di rito romano, detto anche "animetta"
Palla - "nobile signora", attributo delle donne Inca
Palla da ginnastica - detta anche "palla svizzera", è un ausilio di forma sferica utilizzato per migliorare la propriocezione durante gli allenamenti
Palla di cannone - tipo di proiettile privo di carica esplosiva
Pesce palla (Tetraodontidae) - famiglia di pesci d'acqua dolce e salata
Palla di Onofrio Strozzi (1372 - 1462) - banchiere, politico, letterato, filosofo e filologo italiano
Palla - personaggio dei fumetti creato da Benito Jacovitti
Palla - sinonimo di testicolo
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Da: Sam 222/05/2018 13:54:02
A questo punto forse valam e box hanno ragione, inutile aspettare, voltiamo pagina. È andata cosi, dopo tutti i sacrifici è finita cosi. Buona fortuna ragazzi
Rispondi

Da: Box 23/05/2018 08:39:47
Io aspetterei altri 7,8 anni... a parte gli scherzi ma perché siete così fissati con poste? Quando credete che siano gli stipendi?
Rispondi

Da: rcadaf 23/05/2018 12:34:32
Vitto 86 scusami ma le posizioni che hanno ritirato sono per i promotori giusto? Invece per l'apprendistato le selezioni sono avviate correttO?
Rispondi

Da: simsalabim23/05/2018 12:49:07
Stipendio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Lo stipendio è la retribuzione di un lavoratore subordinato con inquadramento di impiegato, quadro o dirigente.

Lo stipendio differisce dal salario in quanto è definito su base mensile e comprende anche i giorni di riposo, mentre il salario[1] è determinato in funzione delle ore lavorative con esclusione dei giorni di riposo.

La voce del conto economico relativa ai costi del personale è denominata "salari e stipendi"[2].

Di fatto, nel corso degli anni, i vari CCNL, a parte alcuni casi, hanno superato il concetto di salario e lo hanno assorbito nello stipendio.

Indice
1    Note
2    Voci correlate
3    Altri progetti
4    Collegamenti esterni
Note
^ Il salario è la retribuzione degli operai o comunque di lavoratori pagati ad ore.
^ In un contesto specialistico di economia e diritto del lavoro stipendio e salario non sono sinonimi.
Voci correlate
Retribuzione annua lorda (RAL)
Busta paga
Fattore della produzione
Lavoratore dipendente
Legge della domanda e dell'offerta
Retribuzione
Altri progetti
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Compendio di diritto del lavoro, su books.google.it, 2016, p. 129.

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Da: Box 23/05/2018 17:07:46
Coglione
Rispondi

Da: simsalabim23/05/2018 20:47:46
Coglione
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Avvertenza
Alcuni dei contenuti riportati potrebbero urtare la sensibilità di chi legge. Le informazioni hanno solo un fine illustrativo. Wikipedia può contenere materiale discutibile: leggi le avvertenze.
Coglione è un'accezione popolare di una parte anatomica maschile, il testicolo.

Il termine è anche utilizzato in senso dispregiativo ed è entrato da tempo nel linguaggio corrente con il significato di persona inetta, poco avveduta, che non prevede le conseguenze dei propri atti per insufficiente intelligenza; tuttavia, mantiene caratteristiche di innegabile volgarità. Viene frequentemente adoperato per individuare e prendere a male parole qualcuno facendo riferimento a un attributo sessuale al fine di evidenziare la sprovvedutezza, dabbenaggine o stupidità della persona destinataria dell'ingiuria; vedi anche minchione (ad esempio, ne I Malavoglia di Giovanni Verga, padron 'Ntoni viene giudicato "minchione" dalla comunità perché incapace di perseguire i propri interessi).

Al plurale, sempre con tinte di volgarità ma questa volta in senso tutt'altro che dispregiativo, viene usato in varie espressioni colorite, quali "avere i coglioni" (o anche "avere le palle" o gli "attributi") per indicare una persona particolarmente capace e degna di ammirazione (uomo o anche donna, per un'impropria ma suggestiva forma di estensione).

Lo stemma della famiglia del condottiero italiano Bartolomeo Colleoni (1395-1475) (chiamato in passato anche Bartolomeo Coglione) conteneva tre paia di testicoli.


Blasone della famiglia Colleoni - troncato di argento e di rosso a tre paia di testicoli, dall'uno all'altro.
Indice
1    Etimologia
2    Gesto scaramantico
3    Gastronomia
4    Accezioni letterarie
4.1    Sinonimo di "testicoli"
4.2    Sinonimo di "sciocco"
4.3    Sinonimo di "nient'affatto!"
4.4    Sinonimo di "certo!"
4.5    Sinonimo di "molestare"
4.6    Sinonimo di "allontanare"
4.7    Sinonimo di "non poterne più"
5    Note
6    Voci correlate
7    Collegamenti esterni
Etimologia
L'etimo certo della parola è il latino classico cōleus dal quale deriva cōleō, -ōnis, passato attraverso una forma volgare c«liō, -ōnis (nelle glosse) o (non attestata) *coljo, -onis.[1][2][3] Da questa la parola italiana nonché il provenzale colhos, l'antico francese coyon (in francese moderno couillon) e lo spagnolo cojon.[4]

Il Pianigiani ipotizzò che cōleus derivasse dal greco antico º¿»µός koleós che aveva il significato di guscio, fodero, sacchetto ed era l'epiteto sia di scroto che di vagina. Il significato si sarebbe quindi evoluto progressivamente da vagina a borsa dei testicoli (lo scroto, quindi, e non gli stessi didimi [4]). L'ipotesi comunque non è accettata né da Antoine Meillet e da Alfred Ernout, né da Giacomo Devoto, né tanto meno da Carlo Battisti e Giovanni Alessio.

Significativamente, nei dialetti italiani, le forme più diffuse sono cojjone (in romanesco) e cojon (ad esempio in milanese, in veneto e in emiliano).

In alcuni slang, negli Stati Uniti, si è diffuso l'uso del termine cojones, derivato dalla lingua spagnola, per indicare una persona coraggiosa o dall'atteggiamento particolarmente spavaldo. Equivale all'italiano "avere i coglioni" o "avere gli attributi".

Gesto scaramantico
L'espressione "toccarsi i coglioni" indica invece un diffuso gesto scaramantico[5] che la Corte di Cassazione, nella sentenza 8389 del 25 febbraio 2008, ha definito «un atto contrario al decoro e alla decenza pubblica», configurante pertanto un illecito penale. Infatti, secondo la Corte, «il palpeggiamento dei genitali davanti ad altri soggetti, in quanto manifestazione di mancanza di costumatezza ed educazione, deve considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio». La Corte sottolinea che il reato è contemplato anche «se il fine del gesto è apotropaico».[6][7][8]

Gastronomia
I testicoli ovini, bovini e di altri animali sono da tempo una specialità culinaria in varie parti del mondo: basti pensare alle cosiddette "Rocky Mountain oysters" o "prairie oysters" (letteralmente "ostriche delle Montagne Rocciose" o "ostriche di prateria") nordamericane, testicoli taurini fritti serviti come antipasto. Non è invece una preparazione culinaria a base di testicoli la mortadella di Campotosto, anche detta "coglione di mulo", salume tipico abruzzese che deve quest'ultimo nome soltanto alla forma dell'insaccato.

Accezioni letterarie
Il termine si presenta spesso in letteratura, popolare e non, in molteplici accezioni.

Sinonimo di "testicoli"
In questa accezione coglioni viene usato come termine non decoroso e parte anatomica che offende il pudore, e di conseguenza come offesa indecorosa.

Nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli[9], in particolare il sonetto 107, Li penzieri libberi, composto il 21 settembre 1831, è interamente dedicato ad una raccolta scanzonata di sinonimi di quella che, ancora oggi, è una delle espressioni più scurrili del dialetto romanesco. L'autore dichiara di voler imitare il sonetto milanese del Porta, suo contemporaneo: Ricchezz del Vocabolari milanes. Il titolo del sonetto è dedicato a quello che viene definito un "libercolettaccio", pubblicato sotto il titolo di Pensieri liberi, di cui sarebbe autore un avvocato, tale Luigi Cecconi, il cui cognome Belli dichiara di voler considerare come l'ennesimo sinonimo del termine scurrile.

(ROMANESCO)
« Sonetto 107. Li penzieri libberi
Sonajji, pennolini, ggiucarelli,
e ppesi, e ccontrapesi e ggenitali,
palle, cuggini, fratelli carnali,
janne, {\displaystyle ^{1}} ^{1} minchioni, zebbedei, ggemmelli.

Fritto, ova, fave, fascioli, granelli,
ggnocchi, mmannole, {\displaystyle ^{2}} ^{2} bruggne, mi'-stivali,
cordoni, zzeri, O, ccollaterali,
piggionanti, testicoli, e zzarelli.

Cusí in tutt'e cquattordici l'urioni, {\displaystyle ^{3}} ^{3}
pe pparlà in gerico, {\displaystyle ^{4}} ^{4} inzinent'a glieri {\displaystyle ^{5}} ^{5}
se sò cchiamati a Roma li Cojjoni.

Ma dd'oggi avanti, spesso e vvolentieri
li sentirete a dí ppuro Cecconi,
pe vvia de scerta mmerda de Penzieri. {\displaystyle ^{6}} ^{6} »

(IT)
« Sonetto 107. I pensieri liberi

Sonagli, pendolini, giocarelli,
e pesi, e contrappesi e genitali,
palle, cugini, fratelli carnali,
ghiande, minchioni, zebedei, gemelli.

Fritto, uova, fave, fagioli, granelli,
gnocchi, mandorle, prugne, "i miei stivali",
cordoni, zeri, O, collaterali,
pigionanti, testicoli, e zarelli.

Così in tutti e quattordici i rioni,
per parlare in gergo, fino a ieri
si sono chiamati a Roma i Coglioni.

Ma da oggi in avanti, spesso e volentieri
li sentirete apostrofare pure Cecconi,
per via di certa merda di Pensieri. »

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 107, Li penzieri libberi, 21 settembre 1831)
Note dell'autore: 1 Ghiande. 2 Mandorle. 3 Rioni. 4 Gergo. 5 Ieri. 6 L'avvocato Luigi Cecconi ha pubblicato un libercolettaccio sotto il titolo di: Pensieri liberi.

Nel complesso, il sonetto precede, per struttura ed ispirazione, altri sonetti più famosi come La madre de le Sante e l'analogo Er padre de li santi, datati entrambi 6 dicembre 1832.

Sinonimo di "sciocco"
L'apparenza nell'immaginario collettivo dei testicoli, che restano appesi o addirittura penzolanti e vengono sballottati in balia dei movimenti del corpo, porta per traslazione metaforica al sinonimo di persona inerme, inetta o sciocca.

Una delle prime volte (se non la prima) in cui compare il termine usato con questo significato è nella Cicceide (1688 circa), dove il protagonista, "Don Ciccio", viene definito continuamente un "coglione".[10] Bartolomeo Colleoni (1395-1475) era anche chiamato "Bartolomeo Coglione", il che dimostra che precedentemente non aveva (o perlomeno non sempre e non dappertutto) lo stesso significato e uso odierno.[11]

Ne La ninna-nanna de la guerra, poesia di Trilussa dell'ottobre 1914, l'autore esprime la propria amarezza per la grande guerra ma anche un violento sarcasmo contro i governi europei, accusati di fomentare inutili conflitti ai meri fini di ciniche speculazioni finanziarie.

Celebri i versi finali in cui Trilussa spiega che, alla fine della guerra, i governi europei torneranno "boni amichi come prima" e gli unici ad aver pagato il conto saranno i superstiti del "popolo cojone".

« E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe' quer popolo cojone
risparmiato dar cannone! »

(Trilussa, La ninna-nanna de la guerra, ottobre 1914)
Nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli[9], il termine viene spesso utilizzato con il significato di sciocco, persona poco accorta, ingenua. Nel sonetto 56, Li conzijji de mamma, una madre spiega alla figlia come una donna può e deve trarre profitto prestando particolari servizi a ricchi gentiluomini:

(ROMANESCO)
« Sonetto 56. Li conzijji de mamma
Vedi l'appiggionante c'ha ggiudizzio
come s'è ffatta presto le sscioccajje?
E ttu, ccojjona, hai quer mazzato vizzio
d'avé scrupolo inzino de le pajje! »

(IT)
« Sonetto 56. I consigli di mamma

Vedi la co-inquilina che ha giudizio
come s'è fatta presto le scioccaglie?
E tu, cogliona, hai quel maledetto vizio
di farti scrupolo persino delle paglie! »

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 56, Sonetto 56. Li conzijji de mamma, 14 settembre 1830)
D'altronde, conclude la madre premurosa, «chi nun z'ajjuta, fijja mia, s'affoga», variante del più noto proverbio «aiutati che dio t'aiuta». Nel sonetto 128, È tardi, con lo stesso significato ed in un contesto del tutto simile, l'autore si rivolge ad una giovinetta con le parole «Nun zai, cojjona, / che nun l'ajjuta Iddio chi nun s'ajjuta?».

Nel sonetto 79, La protennente, l'autore si rivolge ad una donna di poco conto e scarsa bellezza che si atteggia a gentildonna, con l'espressione triviale «Ciài pijjato davero pe ccojjoni?» nel significato ancor oggi assai diffuso: «ci hai preso davvero per degli sciocchi?».

Il verbo "cojjonare" significa generalmente "prendere per coglione", cioè "prendere in giro" oppure anche "parlare a vanvera": in entrambi i sensi è ad esempio usato nel sonetto 799, La Stramutazione:

«Credi che tte cojjoni, Madalena?
In ste cose che cqui nnun ze cojjona.»

che potrebbe tradursi come

«Credi che ti sto prendendo in giro, Maddalena?
Su queste cose qui non si parla a vanvera.»

Similmente, il sostantivo "cojjoneria" significa "sciocchezza". Ad esempio nel sonetto n. 814, La scrupolosa, si parla di una ragazza che si fa scrupoli ad avere rapporti sessuali con un tale per via di una lontana parentela (mentre non ha altrettanti scrupoli a farsi "fischiare" da un sacerdote di sua conoscenza). Ma, secondo lo spasimante Cristo [...] a ste cojjonerie manco sce penza, cioè Cristo non si occupa certo di queste cose di poco conto.

Sinonimo di "nient'affatto!"
La costruzione "un par di coglioni!", analoga alla costruzione "un par di palle!", è la contrazione di neanche per un par de balle o manco per un par di coglioni a significare un fatto o azione che supera per importanza persino i testicoli e perciò sinonimo di "per niente al mondo!".

Nell'emiliano di Guccini, in particolare nella canzone in dialetto bolognese, La Fiera Di San Lazzaro, Francesco Guccini, un giovane ed una giovane si appartano per una fugace relazione sessuale. Vengono però scoperti da "Ana bràtta vciazza", cioè una "laida vecchiaccia", e i giovani provano a difendersi sostenendo che stessero "giocando al gioco della merla". La donna allora esclama:

"Sé, la merla i mi quaiånn cum' erån bî, cum' eren bòn,
sé, la merla i mi quaiånn cum' eran bî, cum' eren bòn ..."

dove in questo caso "i mi quaiånn!" ha il significato di "nient'affatto!" (schematizzazione di neanche per i miei coglioni).

Nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli[9], in particolare il sonetto 209, Lo Stato der Papa, l'autore, immedesimatosi nel pensiero di un ecclesiastico, discute della possibilità che il papato possa spogliarsi del cosiddetto "potere temporale" e, protestando per l'assurdità dell'ipotesi, negando che il papa possa mai cedere sul punto in questione, esclama con veemenza, scandalizzato: «Cede un par de cojjoni!», ovvero "no, il papa non cede affatto! Per nulla al mondo!".

Sinonimo di "certo!"
Tuttavia, come esclamazione, il termine viene assai spesso usato nel senso opposto, come significato di "certo! Come no!". Ad esempio nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli[9] in particolare il sonetto 1150, Er Cardinale de pasto, nel descrivere l'appetito di un cardinale, l'autore esclama:

(ROMANESCO)
« Sonetto 1150. Er Cardinale de pasto[12]
Cristo, che ddivorà! Ccome ssciroppa[13]
quer Cardinale mio, Dio l'abbi in pasce!
E la bbumba?[14] Cojjoni si jje piasce!
Come ssciºria,[15] per dio! come galoppa! »

(IT)
« Sonetto 1150. Il Cardinale di buona forchetta

Cristo, che appetito smodato! Come tracanna
quel Cardinale mio, Dio l'abbia in pace!
E il bere? Coglioni! se gli piace!
Come trinca, per dio! come galoppa! »

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 1150, Er Cardinale de pasto, 3 aprile 1834)
in cui l'esclamazione ha il significato di "Certo! Per la miseria se non è così!"

Similmente nel sonetto 2043, Er pane per antri denti, il poeta, riferendosi ad una giovinetta di notevole bellezza, in cerca di marito e che, quindi, è irraggiungibile per chi non sia in grado di offrirle una dignitosa posizione sociale, esclama «Pe ppiascemme, cojjoni si mme piasce!», cioè «Per piacermi, certo che mi piace!», purtroppo è "pane per altri denti", ovvero "non me la posso permettere".

Sinonimo di "molestare"
Nella fisiologia maschile i testicoli sono una parte esposta, vulnerabile e delicata, molto sensibile; per questo motivo colpire i testicoli di qualcuno o addirittura prosopopaicamente "rompere" i testicoli di qualcuno, può essere una molestia molto fastidiosa e dolorosa.

La locuzione "rompere i coglioni" significa "dar fastidio", "infastidire"; al sostantivo, colui che "rompe i coglioni" è detto "rompicoglioni". Così si intitola il sonetto 398, Er rompicojjoni, in cui l'autore promette di impiegare "una buona parolaccia" per ingiuriare un tale che ha preso l'abitudine di "scocciargli" o di "squagliargli" i testicoli.

Nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli[9] in particolare il sonetto 545, L'uffisci, un pover uomo viene afflitto dalla burocrazia che non fa che rimandare all'indomani ogni pratica, a meno che non si sia disposti ad elargire mazzette. Frustrato, sbotta: «Credi, si cce sò ssanti in Paradiso / j'ho rrotto li cojjoni uno per uno», ovvero «li ho infastiditi tutti con le mie preghiere insistenti (e forse anche con le mie bestemmie)».

Nel sonetto 873, Che or'è?, un marito, evidentemente seccato, risponde alla moglie: È ll'ora de nun rompe li cojjoni.

Sinonimo di "allontanare"
Come sinonimo in questa accezione ad esempio nelle espressioni via dai coglioni o fuori dai coglioni, significa allontanare qualcuno o qualcosa dalla propria vicinanza, ovvero dalle proprie parti più intime che, per una persona di sesso maschile, equivale ad allontanare dai propri testicoli.

Nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli[9] in particolare il sonetto 1601, Bbone nove, il poeta fa uso di un'espressione ancora largamente utilizzata in italiano moderno:

(ROMANESCO)
« Sonetto 1601. Bbone nove
Bbe' ddunque in Francia er Re li framasoni
nun ce lo vonno ppiº, nnun ce lo vonno;
e ss'ingeggneno a ffa cquello che pponno
pe llevàsselo for de li cojjoni. »

(IT)
« Sonetto 1601. Buone notizie

Be', dunque, in Francia - il Re - i massoni
non ce lo vogliono più, non ce lo vogliono;
e si ingegnano a fare quello che possono
per levàrselo fuori dai coglioni. »

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 1601, Bbone nove, 28 agosto 1835)
Levarsi - togliersi - qualcosa fuori dai coglioni è sinonimo di allontanare un fastidio dai testicoli, ovvero liberarsi da/di qualcosa di fastidioso.

Curiosamente l'espressione viene utilizzata nel medesimo contesto nel sonetto 1982, Li rivortósi:

(ROMANESCO)
« Sonetto 1982. Li rivortósi
Chiameli allibberàli o fframmasoni,
o ccarbonari, è ssempre una pappina:
è ssempre canajjaccia ggiacubbina
da levàssela for de li cojjoni. »

(IT)
« Sonetto 1982. I rivoluzionari

Chiamali liberali o massoni,
o carbonari, è sempre la stessa storia
sono sempre canaglie giacobine
da levarsi fuori dai coglioni. »

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 1982, Li rivortósi, 2 settembre 1838)
Vicino a questo significato c'è Portare via i coglioni, cioè salvare o preservare le parti intime da una situazione potenzialmente negativa, allontanandosene senza indugio.

Sinonimo di "non poterne più"
La condizione psicofisica maschile nella perdurante astinenza sessuale, porta ad una saturazione di materiale seminale nei testicoli provocando una fastidiosissima sensazione di gonfiore, pesantezza ed insofferenza alla situazione; per questo l'accezione è sinonimo di "insostenibile".

Il sonetto 129 di Carlo Porta si intitola significativamente «Sura Peppina, n'hoo pien i cojon» che sta per «Signora Peppina, ne ho pieni i coglioni» e documenta un uso tuttora molto frequente nel linguaggio comune[16]. Averne pieni i coglioni significa infatti non poterne più, essere estremamente infastiditi, seccati.

Nel sonetto I paroll d'on lenguagg, car sur Gorell (cioè Le parole di un linguaggio, caro signor Gorelli) del 1812, il Porta spiega che qualsiasi linguaggio può essere bello o brutto a seconda della maestria, l'intelligenza, la cultura di chi lo usa e conclude insultando l'interlocutore, colpevole di parlare in modo pessimo il bel dialetto senese.

(LMO
) « Tant l'è vera, che, in bocca de usciuria,
El bellissem lenguagg di Sienês,
L'è el lenguagg pu cojon che mai ghe sia. »

(IT)
« tant'è vero che in bocca a Vossignoria,
il bellissimo linguaggio dei Senesi,
è il linguaggio più coglione che ci sia. »

(Carlo Porta, sonetto I paroll d'on lenguagg, car sur Gorell, 1812)
Note
^ Giacomo Devoto, Avviamento all'etimologia italiana, Milano, Mondadori, 1979.
^ Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950-57.
^ Alfred Ernout, Antoine Meillet, Dictionnaire étimologique de la langue latine - Histoire de mots, Parigi, Klincksieck, 1979.
^ a b Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana
^ Celebre l'uso che ne viene fatto nella satira. Cfr. ad esempio Il bisbetico trombato, tratto dalla rivista satirica "Il Male", Anno IV, n°17, 15 giugno 1981.
^ Cassazione. Reato grattarsi i genitali in pubblico
^ Cassazione: vietato toccarsi i genitali per strada, è indecente[collegamento interrotto]
^ È reato fare gli scongiuri toccandosi i genitali. La Cassazione: Offende la decenza pubblica
^ a b c d e f Le opere di Belli scaricabili su LiberLiber
^ https://books.google.com.vn/books?id=SlTUaHH5awkC&pg=PA90&dq=Cicceide+coglione&hl=vi&sa=X&ved=0ahUKEwj49dPCz-jZAhUKtY8KHaQuDOYQ6AEIKjAA#v=onepage&q=Cicceide%20coglione&f=false
^ https://books.google.com.vn/books?id=K7tUAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=coglione&hl=vi&sa=X&ved=0ahUKEwjIxPWym-vZAhXDkZQKHRKLBwkQ6AEIODAC#v=onepage&q=coglione&f=false
^ Di buono appetito.
^ Come ingolla!
^ Il bere
^ Sciuriare, per «bevere con avidità».
^ A titolo di esempio, lo stesso Francesco Guccini, nella celebre L'avvelenata, cantava, questa volta in italiano:

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Voci correlate
Belìn
Minchione
Parolaccia
Pirla
Testicolo
Turpiloquio
Collegamenti esterni
Le opere di Belli scaricabili su LiberLiber.
Tutti i sonetti romaneschi e altre opere: testo con concordanze e lista di frequenza.
I sonetti di Giuseppe Gioachino Belli Un sito originale ed in continua evoluzione "dedicato ad uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi" in cui i sonetti di Belli, interpretati dall'attore Maurizio Mosetti, sono scaricabili liberamente in formato mp3.
Linguistica Portale Linguistica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di linguistica
Categorie: Insulti e dispregiativi della lingua italianaEspressioni volgari della lingua italianaParole italiane di origine dialettaleCostume| [altre]
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Da: Sam 224/05/2018 00:39:12
Box quanto si prende lo so meglio di te visto che un anno ho lavorato per poste
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Da: Box 24/05/2018 06:51:12
Appunto ci sono posti dove si prende di più.... mirate lì e fine
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Da: Valam24/05/2018 09:15:23
Sam2 , no visto che tu lo sai meglio di lui , diccelo un po' , quanto è lo stipendio di Poste , vai spara ......Scommetto che non risponderai o inventerai una scusa del tipo ..LO SO NON MI SERVE DIMOSTRARLO ....

Box , ovvio che ci sono posti dove si prende di più , tipo dove lavoro io ad esempio , ma per essere assunti servono competenze , se non li prendono in poste che è l'ultima ruota del carro italico e serve proprio a dare lavoro a incompetenti , nullafacenti e raccomandati , secondo te li assumono in società serie ? E poi loro vedono che ci lavori tu , noto incompetente e nullafacente , ovvio che si sentono in diritto di essere assunti e pensano ma come a lui si a me no ...
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Da: Ex scpf ctd24/05/2018 09:53:47
Buongiorno ragà, ho lavorato in poste 6 mesi come specialista Consulente-promotore finanziario (scpf) livello di retribuzione B (circa 1800euro ), ho superato l'esame come promotore (non è difficile). Ho aspettato come un xxxx mesi nella speranza di essere richiamato (il sindacato mi aveva assicurato che sarei stato riassunto ad inizio 2018 massimo entro febbraio). A marzo mi candido su diverse posizioni, tutte rientranti nella sfera della consulenza finanziaria, e da inizio maggio sono consulte finanziario (dipendente; niente partita Iva) presso una società finanziaria top-player in Italia.
detto questo; consiglio vivamente di non aspettare poste, tantomeno i sindacati.
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Da: Box 24/05/2018 11:47:03
Se vabbè 1800 euro in quale film? Ma qua siete pazzi veramente ha ragione valam il problema è vostro ne di poste ne di nessun altro
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Da: Ex scpf CTD24/05/2018 12:43:33
Box, 1800euro  sono lordi, netti erano circa 1200euro . Ovviamente se non ci credi basta soltanto andare a controllare il ccnl di poste livello B.
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Da: Giulio24/05/2018 13:20:37
@simsalabim... Ma certo che devi avere una vita proprio triste per rompere le palle anche nei forum dove ci sono discorsi seri
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Da: Simsalabim 24/05/2018 14:02:02
Ciao Giulio, io cerco solo di deviare i discorsi malati di quei due che con ben saprai non rendono possibile lo scambio di informazioni. Se non ti sta bene cambia forum, tanto qui informazioni ormai non ne trovate più, solo insulti fatti da due disoccupati! Se quelli sono discorsi seri per te credo che il malato sia tu!

Saluti da Wikipedia
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Da: Simsalabim 24/05/2018 14:02:13
Ciao Giulio, io cerco solo di deviare i discorsi malati di quei due che con ben saprai non rendono possibile lo scambio di informazioni. Se non ti sta bene cambia forum, tanto qui informazioni ormai non ne trovate più, solo insulti fatti da due disoccupati! Se quelli sono discorsi seri per te credo che il malato sia tu!

Saluti da Wikipedia
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Da: Sam 224/05/2018 16:23:48
Valam siamo sulla 1350 giusto per renderti felice
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Da: forza simsala24/05/2018 16:24:01
@Simsalabim continua cosi, questo forum ormai è solo lo sfogo di due disoccupati frustrati e ridicoli..completamente inutile...su poste non c'è più niente da dire. Fanno in ca**o che vogliono considerando che è pieno zeppo di raccomandati ed ex figli di postali..credevate di essere il cambiamento? Errore. La speranza è che se mai dovessero richiamare possiate candidamente dire no grazie perchè si ha di meglio da fare
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Da: Box 25/05/2018 09:11:43
Questo lo dici tu perché non t hanno preso! Io non ho nessuno figurati... solo luoghi comuni
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