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10 dicembre 2013 - Parere CIVILE
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Da: pampaciune | 10/12/2013 17:24:28 |
A Lecce i commissari han messo su l'olio per friggere le pittule, dovrebbero essere pronte per le 19:00. | |
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Da: A Genova | 10/12/2013 17:28:21 |
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Da: liquidatore | 10/12/2013 17:30:20 |
ora sono serio... se non l'avete ancora capito la traccia parla chiaro! che ve ne fate del liquidatore, avete il coraggio di dire al Cliente che non recupera una mazza o da bravi Avvocati gli dite che farete un mazzo così ai soci che sono possidenti? | |
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Da: I soci | 10/12/2013 17:30:53 |
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Da: norevocatoria | 10/12/2013 17:33:05 |
ragazzi ma li avete trent'anni a cranio? e basta scrivere fesserie. | |
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Da: liquidatore | 10/12/2013 17:33:45 |
serio... ma chi lo dice e dov'è scritto che il credito era fondato... | |
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Da: liquidatore | 10/12/2013 17:34:37 |
io il bilancio l'ho scritto così perchè il credito di Alfa era infondato... | |
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Da: liquidatore | 10/12/2013 17:34:58 |
giuro che ero in buona fede! | |
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Da: ciao 1 | 10/12/2013 17:35:05 |
per favore soluzioniiiiii | |
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Da: liquidatore | 10/12/2013 17:35:36 |
trenatanni non li ho più... ma me ne sento venti! | |
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Da: liquidatore | 10/12/2013 17:36:53 |
comunque... ... mi sto specializzando nei bilanci falsi... con futuri avvocati così dormo sonni tranquilli | |
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Da: pampaciune | 10/12/2013 17:37:17 |
Utilissima la richiesta di soluzioni alle 17:37, chissà che capolavoro giuridico sfornerai! | |
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Da: rem | 10/12/2013 17:37:31 |
TRACCIA N. 1 Schema - Effetti cancellazione della società dal registro imprese: estinzione della società. analisi art. 249 5 c.c. - successione dei soci nei debiti della società nei limiti delle quote di partecipazione (posto che si tratta di una società di capitali e quindi a respon sabilità limitata) - colpa del liquidatore per aver trascurato le doma nde di pagamento della società alfa - Cass. SS UU n. 6070 del 12.032013 -conclusioni: legittimazione ad agire nei confronti dei soci nei limiti della quota loro liquidata ed azione di risarcimento danni nei confronti del liqu idatore Qualora il coniuge che ha costituito un fondo patri moniale familiare conferendovi un suo bene agisca contro il suo creditore chiedendo, in ragion e della sua appartenenza al fondo, la declaratoria, ai sensi dell'art. 170 cod. civ., della illegittimi tà dell'iscrizione di ipoteca che egli abbia fatto sul bene, deve allegare e provare che il debito per cui è stata iscritta l'ipoteca è stato contratto per u no scopo estraneo ai bisogni della famiglia e che il c reditore era a conoscenza di tale circostanza. Tali oneri sussistono anche in relazione all'iscrizione di ipoteca ai sensi dell'art. 77 del d.P.R. n. 602 del 1973. G.R..B. ha proposto ricorso per cassazione contro E quitalia Romagna s.p.a., quale società incorporante Equitalia Ravenna s.p.a., già Ravenna Riscossione s.p.a. e già SO.RI.T. Ravenna s.p.a. avverso la sentenza della Corte d'Appello di Bologn a del 15 settembre 2009, che ha rigettato l'appello da lui proposto contro la sentenza del Tr ibunale di Ravenna che aveva rigettato la domanda proposta il 7 aprile 2003 da esso ricorrent e contro Pallora SO.RI.T. s.p.a. per ottenere la cancellazione dell'ipoteca legale iscritta da detta società il 18 dicembre 2002 per Euro 5.651,90, ai sensi dell'art. 77 del d.P.R. n. 602 del 1973 ed a garanzia di un credito tributario derivante da una cartella esattoriale relativa a crediti I.N.P.S., s ulla sua quota - paritaria con la moglie - di comproprietà di un immobile. La domanda del B. si era basata sull'allegazione ch e la quota ipotecata si riferiva ad un immobile che i due coniugi avevano costituito in fondo patri moniale per i bisogni della famiglia ai sensi dell'art. 167 c.c. con un atto pubblico del maggio 1996 e che come tale, non essendo essa suscettibile di esecuzione forzata, non poteva nemm eno essere ipotecata. P.2. Al ricorso ha resistito con controricorso la E quitalia Romagna s.p.a.. p.3. Il ricorrente ha depositato memoria. p.1. Con il primo motivo di ricorso si deduce 'viol azione e falsa applicazione di legge ex art. 360, n . 3 c.p.c. in relazione agli artt. 77 d.P.R. 602/73 e 170 cod. civ.'. segreteria@controcampus.it www.controcampus.it Con il secondo motivo di ricorso si lamenta 'violaz ione e falsa applicazione dei legge ex art. 360 n. 3.p.c. in relazione agli artt. 2808 e 2810 cod. civ . ed agli artt. 169 e 170 cod. civ.'. Con il terzo motivo 'violazione e falsa applicazion e di lege ex art. 360 n. 3, c.p.c. in relazione ah' art. 2808 cod. civ.'. I tre motivi contestano la motivazione della decisi one impugnata là dove ha escluso che l'iscrizione ipotecaria cui procedette l'esattore potesse consid erarsi un atto vietato dall'art. 170 c.c.. p.1.1. Il primo motivo critica la sentenza per aver e giustificato tale conclusione a motivo che l'iscrizione ipotecaria non è atto esecutivo, bensì soltanto atto costitutivo della garanzia patrimoniale. La critica è svolta invocando Cass. s ez. un. n. 4077 del 2010, nel punto in cui ha ravvisato la ragione per affermare l'illegittimità dell'iscrizione di ipoteca per debiti di valore inferiore ad Euro 8.000,00 nell'essere l'iscrizione preordinata e strumentale all'espropriazione immobiliare. Si sostiene che, poiché l'ipoteca di cui all'art. 7 7 del d.P.R. n. 602 del 1973 è atto finalizzato all a successiva esecuzione sul bene ipotecato, la sua st rumentalità rispetto alla successiva esecuzione giustificherebbe che la costituzione dell'ipoteca s ia assoggettata allo stesso limite previsto dall'ar t. 170 c.c. in relazione al fondo patrimoniale per l'e spropriazione forzata. D'altro canto, si argomenta, il titolo in base al quale può procedersi all'iscri zione di ipoteca è lo stesso sulla base del quale p uò procedersi all'esecuzione, cioè il ruolo (art. 77 p rimo comma, d.P.R. n. 633 del 1972). p.1.2. Il secondo motivo critica, invece, l'afferma zione della sentenza impugnata che, ad ulteriore giustificazione della ritenuta sottrazione dell'isc rizione ipotecaria al regime dell'art. 170, ha addo tto che essa non potrebbe essere ritenuta di per illegi ttima, in quanto, avendo l'ipoteca funzione di garanzia e non avendo il fondo durata illimitata, i l dispiegarsi della funzione di garanzia è possibil e durante la vita del fondo, restando vietata soltant o l'esecuzione. Tale affermazione della sentenza impugnata non terrebbe conto che in tal modo: a) si contraddirebbe la stessa funzione dell'ipoteca di attribuzione di un diritto di soddisfarsi sul bene nonostante l'alienazione ad un terzo, posto che i beni del fondo patrimoniale, essendo destinati a so ddisfare i bisogni della famiglia non sono alienabili liberamente, bensì soltanto con l'autori zzazione del tribunale ai sensi dell'art. 169 c.c.; b) si verificherebbe un contrasto con il disposto dell 'art. 2810 n. 1 c.c., che esclude l'assoggettabilit à ad ipoteca dei beni incommerciabili, quali sarebbero q uelli appartenenti al fondo patrimoniale in ragione di quel regime; c) si determinerebbe un con trasto con lo stesso profilo funzionale del fondo patrimoniale, in quanto il vincolo ipotecario, pur non potendo portare all'esecuzione, si concreterebbe in "una limitazione attuale ed immedi ata all'amministrazione, al valore intrinseco ed alla disponibilità del bene, in costanza del fondo patrimoniale stesso frustrandone di fatto le finali tà, così come tutelate dagli arti 169 e 170 cod. civ.", cioè quelle tede ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni della famiglia, che potrebbe anche gius tificare un'alienazione del bene con destinazione del ricavato sempre ai bisogni della stessa. Cosa c he era accaduto nel caso di specie, nel quale al momento dell'iscrizione ipotecaria il Tribunale di Ravenna, in data 27 settembre 2001, aveva già autorizzato la cessione dell'immobile per le esigen ze familiari connesse all'acquisto di una casa di abitazione in Spagna, dove la famiglia B. si era gi à trasferita per ragioni lavorative. Alienazione ch e l'iscrizione ipotecaria aveva di fatto impedito per la compressione del valore commerciale segreteria@controcampus.it www.controcampus.it dell'immobile, la cui utilità si era ridotta, pur i n costanza di esistenza del fondo, al solo godiment o diretto o indiretto, cioè mediante la consecuzione di eventuali frutti civili. Da queste complessive considerazioni si fa discende re che l'iscrizione ipotecaria su beni del fondo patrimoniale confliggerebbe con l'impiego del bene per i bisogni della famiglia e, quindi, si pone in contrasto con gli artt. 169 e 170.c. p.1.3. Il terzo motivo critica l'affermazione final e della sentenza impugnata con cui la Corte bolognese si è così espressa: "diverso problema è q uello - accennato nella sentenza impugnata - della eventuale inopponibilità della ipoteca al fon do patrimoniale durante la sua esistenza, ma tale problema è estranea alla presente controversia, pos to che il B. ha chiesto la cancellazione del vincolo sul presupposto della sua illegittimità in quanto atto vietato dall'art. 170 c.c. e non la declaratoria di una sua eventuale inefficacia relat iva". La critica è svolta adducendosi che, una volta cond iviso l'avviso che l'ipoteca non possa produrre gli effetti normalmente supposti dall'art. 2808 c.c. no n avrebbe senso ipotizzare un'inefficacia se non assoluta. p.2. L'esame dei tre motivi può procedere congiunta mente, in quanto essi pongono sotto distinti profili, un unico problema, quello della legittimit à dell'iscrizione ipotecaria in generale su un bene conferito nel fondo patrimoniale. Con riferimento alla fattispecie oggetto di lite, p eraltro, il problema si specifica in un sottoproblema, posto che il regime dell'iscrizione ipotecaria che viene in rilievo è quello speciale dell'ipoteca prevista dall'art. 77 del d.P.R. n. 63 3 del 1972, che ha natura di ipoteca prevista dalla legge (e, dunque, non volontaria ai sensi dell'art. 2821 c.c.), ma non è assimilabile né a quella c.d. legale di cui all'art. 2817 c.c., né a quella giudi ziale di cui all'art. 2818 c.c., come recentemente è stato affermato da questa Corte, con riferimento al la problematica fallimentare. Si veda Cass. n. 3232 del 2012, secondo cui "L'iscrizione di ipoteca ai sensi dell'art. 77 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 sugli immobili del debitore e dei coob bligati al pagamento dell'imposta, non è riconducibile ali1 ipoteca legale prevista dall'art . 2817 cod. civ., né è ad essa assimilabile, mancando un preesistente atto negoziale, il cui ade mpimento il legislatore abbia inteso garantire; essa, peraltro, neppure può accostarsi all'ipoteca giudiziale, prevista dall'art. 2818 cod. civ. con l o scopo di rafforzare l'adempimento di una generica o bbligazione pecuniaria ed avente titolo in un provvedimento del giudice, in quanto quella in esam e si fonda su di un provvedimento amministrativo. Ne deriva che, non rientrando nel d isposto dell'art. 67, primo comma, n. 4 legge fall., l'ipoteca in questione non è suscettibile di revocatoria fallimentare, limitata a quelle volont arie e giudiziali" (in senso conforme Cass. n. 3397 del 2012). L'ipoteca in questione, infatti, è certamente previ sta dalla legge, ma nel senso che è direttamente dalla legge che deriva la legittimazione dell'esatt ore all'iscrizione, la quale, però, almeno di norma , avviene sulla base di una sua scelta e con una mani festazione provvedimentale, salvo per il caso previsto dal comma secondo della norma, che, in tut te le varie versioni di essa succedutesi nel tempo (a far tempo dalla prima versione introdotta dall'art. 16 del d.lgs. n. 46 del 1999) prevede una certa doverosità dell'iscrizione in presenza di tal uni presupposti. L'iscrizione avviene, dunque, sull a segreteria@controcampus.it www.controcampus.it base, di norma, dell'esercizio di un diritto potest ativo dell'esattore nello svolgimento delle sue funzioni coattive e, quindi, sulla base del potere autoritativo lato sensu amministrativo connesso all e sue funzioni, tant'è vero che non è richiesto l'int ervento del giudice. In ragione di tali caratteristiche l'ipoteca di cui all'art. 77 sfugge, dunque, all'incasellamento in una delle categorie di cui al terzo comma dell'art. 280 8 c.c. e si connota come una fattispecie del tutto particolare. Si rileva ancora che il problema che è posto a ques ta Corte concerne ratione temporis il testo dell'art. 77 citato vigente al momento dell'iscrizi one ipotecaria, ma, in realtà, la sua soluzione prescinde dalle varie versioni della norma succedut esi nel tempo, investendo la stessa legittimità dell'iscrizione in riferimento all'art. 170 del cod ice civile. p.3. Il Collegio ritiene che la motivazione con cui la Corte territoriale ha ritenuto che l'iscrizione ipotecaria di cui trattasi non fosse preclusa dall' art. 170 c.c. e fosse, dunque, legittima, non sia corretta, ma, nel contempo, sulla base di quanto è messo in grado di percepire senza bisogno di accertamenti di fatto, ritiene che il dispositivo d ella sentenza impugnata debba ritenersi conforme a diritto sulla base di una diversa motivazione. Queste le ragioni. p.3.1. Prendendo le mosse, come postula parte ricor rente nel primo motivo, dalla sottolineatura del profilo funzionale che le Sezioni Unite hanno dato all'iscrizione di cui all'art. 77, sia pure ad altr o effetto, va ricordato che Esse hanno affermato che "In tema di riscossione coattiva delle imposte, l'ipoteca prevista dall'art. 77 del d.P.R. n. 602 d el 1973, rappresentando un atto preordinato e strumentale all'espropriazione immobiliare, soggiac e agli stessi limiti per quest'ultima stabiliti dall'art. 76 del medesimo d.P.R., come da ultimo mo dificato dall'art. 3 del d.l. n. 203 del 2005, conv. in legge n. 248 del 2005, e non può, quindi, essere iscritta se il debito del contribuente non supera gli ottomila Euro". Questa sottolineatura, peraltro, assume importanza ai fini della soluzione del problema in esame, ma non un'importanza decisiva. La ricerca della soluzione del problema, ad avviso del Collegio, deve avvenire partendo dalla disciplina del fondo patrimoniale e segnatamente at traverso la considerazione della lettura che recentemente la Prima Sezione Civile di questa Cort e, cioè Cass. n. 13622 del 2010 ha dato dell'atteggiarsi del fondo verso i terzi esaminando la previsione dell'art. 169 c.c., là dove fa riferimento alle condizioni alle quali è possibile fra l'altro ipotecare i beni immobili facenti parte del fondo patrimoniale. Tale lettura è stata nel senso di restringere l'ambito di applicazione della previsione della norma - che considera, accanto all 'ipotecare, l'alienare, il dare in pegno ed il comunque vincolare i beni - tanto nel significato d i regola generale (cioè in mancanza di previsione da parte dell'atto di costituzione del fondo di tal i possibilità), quanto in presenza di una simile previsione, esclusivamente agli atti di costituzion e di ipoteca (ed agli altri contemplati) provenient i dalla volontà del titolare del bene conferito nel f ondo (cioè il coniuge, oppure il terzo cui allude l'art. 167, primo comma, c.c.). In sostanza, si è c ondivisibilmente ritenuto che l'art. 169 regoli segreteria@controcampus.it www.controcampus.it esclusivamente l'ipotesi di costituzione volontaria di ipoteca sul bene conferito nel fondo da parte del coniuge proprietario del bene oppure del terzo che ha costituito il fondo. Se nell'atto di costituzione del fondo non è stata espressamente pr evista la facoltà di concedere ipoteca, essa non può essere esercitata da quei soggetti. Se quella p revisione vi è stata essa soggiace alle condizioni di cui alla norma. Del tutto al di fuori dell'art. 169 è stata colloca ta la fattispecie in cui non venga in rilievo il problema dell'ipoteca costituita volontariamente da l coniuge o dal terzo, ma si pretenda di far valere un'ipoteca su un bene del fondo da parte di un sogg etto estraneo alla costituzione del fondo e ciò, è stato detto, anche se chi ha costituito il fondo ab bia autorizzato l'ipotecabilità, intendendosi essa riferita solo ai soggetti titolari dei beni costitu enti il fondo. Questa lettura della norma, evidentemente, lascia a l di fuori dell'art. 169 sia l'ipotesi di ipoteca legale sia quella di ipoteca giudiziale. E ciò, per ché in tal caso non viene in rilievo la volontà del coniuge o del terzo costituente il fondo, bensì una 'volontà' esterna all'ambito soggettivo del fondo e, particolarmente o derivante dalla stessa automat ica previsione di legge o da un terzo, nel caso di ipoteca giudiziale (posto che pur sempre in tal cas o è necessaria un'iniziativa del creditore per l'iscrizione). Ora è palese che anche la costituzione della stessa ipoteca di cui all'art. 77, supponendo un'iniziati va di un soggetto estraneo al fondo (qual è l'esattore ), si colloca al di fuori della fattispecie dell'ar t. 169 come letta dalla Prima Sezione, al cui orientamento questa sezione intende prestare adesione. Ne deriva che il problema della possibilità di un'i scrizione ipotecaria legale o giudiziale o - per quanto interessa - secondo la fattispecie particola re dell'art. 77 dev'essere risolto sulla base delle altre norme regolatrici del fondo patrimoniale. p.3.2. Rispetto all'ipoteca legale ed a quella giud iziale, essendosi la disciplina del fondo inserita nel Codice Civile con la riforma del diritto di famigli a, il rapporto fra la normativa di generale previsione di dette forme di ipoteca e quella parti colare del fondo si deve risolvere - tanto più per il fatto che la disciplina del fondo è stata collocata all'interno del Codice, di cui faceva parte la disciplina di dette forme di ipoteca - nel senso ch e, se si rinviene nella regolamentazione del fondo stesso un principio che non risulta compatibile o r isulta compatibile solo entro certi limiti con la possibilità che sui beni del fondo si possa iscrive re un'ipoteca legale o giudiziale, per come è previsto dalla normativa generale sull'ipoteca, il rapporto va individuato nel senso che la lex posterior specialis espressasi con l'introduzione d ella disciplina del fondo ha inteso derogare a quella generale delle due ipotesi di ipoteca sopra indicate. Ora, va rilevato che, se si considera l'ipotesi di cui all'art. 2817, cioè quella dell'ipoteca legale, una volta considerato che la fattispecie del n. 1, supp onendo che vi sia stata alienazione dell'immobile, finisce per collocarsi nell'ambito dell'art. 169, n el senso che non può che ripetere la disciplina dell'atto di alienazione (per cui diventerà decisiv o il fatto che se l'atto di alienazione sia stato possibile o meno ai sensi di quella norma) ed una v olta rilevato che l'ipotesi del n. 2 non risulta interferire con l'ipotesi che si abbia un fondo pat rimoniale, risulta da considerare effettivamente segreteria@controcampus.it www.controcampus.it quella del n. 3 ed è per essa che il problema accen nato si pone, potendo l'imputato o il responsabile civile cui essa allude identificarsi con il coniuge o con il terzo che ha costituito il fondo. Viceversa, lo stesso problema si pone in generale p er l'ipoteca giudiziale, posto che il debitore cui allude l'art. 2818 può ben essere il coniuge o il t erzo che ha costituito il fondo. p.3.3. Ai fini della soluzione del problema, essend o sia l'ipoteca di cui all'art. 2817 n. 3 sia quell a di cui all'art. 2818 c.c. ricollegati a fattispecie ch e originano da fatti costitutivi che dipendono da evenienze che suppongono il coinvolgimento di un te rzo estraneo alla costituzione del fondo patrimoniale e, quindi, di una sua iniziativa diret ta alla costituzione dell'ipoteca, l'interprete dev e interrogarsi sulla presenza nella disciplina del fo ndo patrimoniale di una norma che, regolando la posizione dei terzi rispetto al fondo, s presti a r egolare anche la situazione del terzo che voglia iscrivere ipoteca ai sensi delle dette norme. Una norma di questo contenuto esiste e si rinviene nell'art. 170 c.c. Essa si occupa della possibilità dell'esecuzione su beni e sui frutti del fondo e so tto tale profilo evoca chiaramente un'esecuzione di iniziativa di un terzo estraneo al fondo. La norma non esclude in modo assoluto l'esecuzione, ma la condiziona all'essere la situazione per cui si procede e deve essere coattivamente realizza ta (che viene chiamata 'debito', ma, correlativamente, evoca il 'credito') insorta "per scopi estranei ai bisogni della famiglia" e conosciuta dal creditore come tale. La formulazione della norma, evocando direttamente l'esecuzione, sembrerebbe porre una previsione che nelle intenzioni del legislatore parrebbe diretta a regolare soltanto l'inizio dell'esecuzione. Onde po trebbe pensarsi che la norma si occupi solo di regolare questo momento. Senonché l'evocazione nella sostanza di tre distint e situazioni, quella dei "debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia" e, a contrario, quella dei "debiti che il creditore non conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia", nonché quella dei "debiti contratti per scopi non estranei ai bisogni della famiglia" e, quindi, assunti per soddisfare tali bisogni [eviden temente dal soggetto che ha costituito il fondo conferendovi un bene e che normalmente dovrebbe ris pondere, secondo la regola generale dell'art. 2740 c.c. con il suo patrimonio e, quindi, anche co n esso], evidenzia che in realtà il legislatore ha voluto dettare una regola che non riguarda tanto l' inizio dell'esecuzione, bensì la forza stessa del titolo che potrebbe astrattamente svolgere la funzi one di titolo per l'esecuzione sul bene facente par e del fondo patrimoniale, perché, evidentemente, form atosi contro il coniuge o contro il terzo che costituì il fondo. p.3.4. Ne deriva allora che l'oggetto vero e propri o della regola dettata nell'art. 170 finisce per essere l'efficacia verso il fondo dei 'titoli' che potrebbero giustificare l'esecuzione su un bene fac ente parte del fondo patrimoniale. L'esistenza di tale e fficacia o al contrario la sua inesistenza sono il vero oggetto di disciplina della norma e non, come potrebbe riduttivamente credersi, l'inizio dell'esecuzione. segreteria@controcampus.it www.controcampus.it Ebbene se si accetta tale esegesi della norma, poic hé l'ipoteca in generale ai sensi dell'art. 2808 "attribuisce al creditore il diritto di espropriare anche in confronto del terzo acquirente" e, quindi , prima ancora, se terzo acquirente non vi sia, verso chi ha dato o è tenuto alla garanzia con il bene oggetto di ipoteca il debitore, ne viene che la nor ma dell'art. 170 si presta anche a regolare le condizioni in presenza delle quali un titolo che, a i sensi del n. 3 del'art. 2817 o dell'art. 2818 c.c . potrebbe astrattamente giustificare l'insorgenza de ll'ipoteca su un bene conferito nel fondo patrimoniale e, quindi, in proiezione l'esecuzione su di esso, può in concreto svolgere tale funzione. In altri termini la norma dell'art. 170 se regola l 'efficacia sui beni del fondo di titoli che possono giustificare l'esecuzione su di essi, si presta a r egolare l'efficacia dei titoli che giustificano l'iscrizione di ipoteca ai sensi degli artt. 2817 n . 3 e 2818 e, quindi, sono funzionali all'esecuzion e. Ne consegue che l'ipoteca può iscriversi alle stess e condizioni alle quali un titolo esecutivo formatosi a carico del coniuge o del terzo che ha c onferito il bene potrebbe essere fato valere su di esso. Il fatto che l'iscrizione di ipoteca potrebbe insis tere sul bene senza che si dia corso all'esecuzione , così svolgendo cioè solo funzione di garanzia in vi sta di un'attività esecutiva da esercitarsi solo quando il bene fosse non più parte del fondo non è, d'altro canto, sufficiente ad escludere quanto appena affermato, una volta che si consideri che Pa rt. 170 vuole regolare le condizioni alle quali un titolo ottenuto da un terzo ed idoneo a consentire l'esecuzione, potrebbe farsi valere a questo scopo sul bene compreso. Poiché, una volta iscritta, l'ip oteca comporta che il bene possa essere esecutato è sufficiente tale idoneità a giustificare l'attrazio ne della fattispecie nel regime dell'art. 170. E no n v'è nemmeno bisogno di fare leva sul fato che l'iscrizi one si risolve comunque in un peso sul bene e come tale evoca la nozione del 'vincolare i beni fa centi parte del fondo patrimoniale', contenuta nell'art. 169. p.3.5. Discende da quanto osservato che l'insorgenz a su un bene compreso in un fondo patrimoniale dell'ipoteca si può avere sempre nel caso di "debit o contratto per scopo non estraneo ai bisogni della famiglia" dal coniuge o dal terzo che l'ha conferit o (si può pensare che una simile possibilità, normale per la fattispecie da cui può originare l'i poteca giudiziale, possa al limite configurarsi anc he per l'ipoteca di cui al n. 3 del'art. 2817 c.c.: si pensi ad un'attività delittuosa del coniuge o del terzo che costituì il fondo che sia stata compiuta per un o scopo di quel genere e ciò soprattutto nell'ottic a riguardante il responsabile civile), mentre, nel ca so di debito contratto per scopi estranei ai bisogn i della famiglia, l'ipoteca può ancora insorgere legi ttimamente se il creditore non sia stato consapevole di tale estraneità e non può invece leg ittimamente insorgere se al contrario il creditore sia stato consapevole di quella estraneità. La disciplina del fondo patrimoniale risulta, dunqu e, contenere fin dalla sua introduzione anche una regola che consentiva e consente di individuare l'a tteggiarsi delle fattispecie di costituzione non volontaria dell'ipoteca, cioè quelle dell'ipoteca l egale (sia pure con sostanziale riferimento all'ipo tesi del n. 3 dell'art. 2817, come s'è detto) e quella d ell'ipoteca giudiziale. Il coordinamento fra le due discipline si poteva di re realizzato dal legislatore con la regola dell'ar t. 170, interpretata nel senso su indicato. segreteria@controcampus.it www.controcampus.it p.4. Può passarsi ora all'esame della questione del rapporto fra la disciplina del fondo patrimoniale e quella dell'ipoteca di cui all'art. 77 del d.P.R. n . 602 del 1973. In tal caso si è in presenza di una norma sopravven uta rispetto sia alla disciplina generale dell'ipoteca sia a quella del fondo. S'è già veduto che la fattispecie di ipoteca dell'a rt. 77 si presenta con peculiarità che non consento no di collocarla né nell'ambito dell'art. 2817 né nell 'ambito dell'art. 2818 c.c.. La circostanza che non si tratta di ipoteca che sor ge da atto di costituzione del coniuge (o del terzo ) che costituì il fondo la colloca certamente al di f uori della disciplina della norma dell'art. 169. Viceversa, le sue particolarità non sono sufficient i a sottrarla alla disciplina dell'art. 170 per com e sopra ricostruita. In tanto, la nuova lex spedalis espressa nell'art. 77 non contiene alcun indice che si preoccupi di dettare una regola a sua volta special e quando il bene faccia parte di un fondo patrimoniale. D'altro canto, non è possibile ritene re che il legislatore nell'introdurre l'art. 77 abb ia inteso, con la previsione della possibilità di iscr ivere l'ipoteca da esso prevista, sottrarre tale possibilità alla osservanza da parte dell'esattore di eventuali regole particolari pregresse esistenti in ragione della particolare condizione del bene del d ebitore cui allude l'art. 77. Non potrebbe, così sostenersi, che l'esattore, se i l bene è incommerciabile ai sensi dell'art. 2810 n. 1 c.c. possa iscrivere ipoteca. In sostanza, non è du bitabile che l'art. 77 debba coordinarsi con la disciplina generale dell'ipoteca. In mancanza di indici contrari, l'essere l'iscrivib ilità delle ipoteche non volontarie sui beni del fo ndo patrimoniale sostanzialmente disciplinata dall'art. 170, una volta coniugata con la caratterizzazione dell'ipoteca di cui all'art. 77 come fattispecie di ipoteca certamente non volontaria e derivante da u n atto di un soggetto terzo rispetto al fondo, non ha potuto che comportare la conseguenza della soggezione della fattispecie dell'art. 77, quando i l bene del debitore fa parte del fondo patrimoniale , nell'ambito della disciplina dello stesso art. 170 per come sopra interpretata. Dev'essere, pertanto, affermato il seguente princip io di diritto: "l'art. 170 c.c., nel regolare in generale, facendo riferimento alla finalità per cui è stato contratto il debito ed alla conoscenza di tale finalità quando essa non sia stata il soddisfa cimento di bisogni della famiglia, i limiti entro i quali un titolo formatosi a carico del coniuge (o d el terzo) che ha costituito il fondo patrimoniale conferendovi il bene, per debiti da lui contratti, può giustificare l'esecuzione sul bene stesso, individua anche le condizioni alle quali il titolo relativo al debito può giustificare l'iscrizione di un'ipoteca non volontaria e, quindi, anche dell'ipo teca di cui all'art. 77 del d.P.R. n. 602 del 1973. Ne consegue che l'esattore può iscrivere tale ipote ca su beni appartenenti al coniuge o al terzo che l i hanno conferiti nel fondo, qualora il debito del co niuge o del terzo sia stato contratto per uno scopo non estraneo ai bisogni familiari e, quando, ancorc hé sia stato contratto per uno scopo estraneo a tal i bisogni, il titolare del credito per cui l'esattore procede alla riscossione non conosceva tale estraneità. Viceversa, l'esattore non può iscrivere l'ipoteca su detti beni e l'eventuale iscrizione è illegittima se il creditore conosceva tale estranei tà". segreteria@controcampus.it www.controcampus.it La motivazione della sentenza impugnata, dunque, no n appare corretta, là dove ha ritenuto che in generale l'ipoteca di cui all'art. 77 possa essere iscritta, perché l'art. 170 si riferisce agli atti esecutivi e l'iscrizione di ipoteca tale non è. La tesi affermata dalla Corte territoriale non tien e conto che l'art. 170 va inteso nei sensi sopra indicati, cioè come regolatore delle condizioni all e quali il titolo è idoneo a giustificare l'esecuzi one sul bene facente parte del fondo in relazione alla causa del debito e, gradatamente, a seconda della conoscenza o non conoscenza della funzionalizzazion e del debito a bisogni estranei alla famiglia. Di modo che la strumentalità dell'ipoteca proprio a ll'esecuzione impone di ritenere che la possibilità dell'iscrizione di ipoteca sia regolata allo stesso modo. La soluzione cui si è pervenuti non è dissimile da quanto ha affermato Cass. n. 7880 del 2012, resa dalla Sezione Tributaria della Corte. p.5. Tuttavia, l'erroneità della motivazione della sentenza impugnata, come s'è preannunciato, non comporta che il suo dispositivo sia errato. Va considerato che il coniuge (o il terzo) titolare del bene facente parte del fondo patrimoniale che si faccia attore contestando la legittimità dell'is crizione ipotecaria perché avvenuta al di fuori del le condizioni legittimanti previste dall'art. 170 assu me l'onere di allegare e dimostrare i fatti costitu tivi dell'illegittimità dell'iscrizione. Tra tali fatti vi è, innanzi tutto, l'essere stato il debito del coniuge (o del terzo) in relazione al quale si è proceduto all'iscrizione, contratto per uno sc opo estraneo ai bisogni della famiglia. Inoltre, eg li deve allegare e dimostrare che tale estraneità era conosciuta dal creditore che abbia iscritto l'ipote ca. Tali oneri di allegazione e di prova si configurano anche quando si proponga contro l'esattore domanda di declaratoria della illegittimità dell'is crizione di un'ipoteca iscritta ai sensi dell'art. 77. Ora, risulta dalla citazione introduttiva del giudi zio di merito, che si rinviene nel fascicolo del giudizio di primo grado di parte ricorrente, conten uto nel fascicolo depositato in questo giudizio di legittimità, che il B. (punto 1) allegò che l'ipote ca era stata iscritta "a garanzia del credito deriv ante da una cartella esattoriale relativa a crediti INPS " e, quindi, del tutto genericamente nel successivo punto 4 che il credito "per il quale il concessiona rio sta procedendo", non poteva giustificare l'iscrizione "non trattandosi di obbligazione contr atta nell'interesse della famiglia o per l'amministrazione del fondo patrimoniale, a sensi d ell'art. 170 cod. civ.". Tale allegazione era del tutto generica quanto alla ragione per cui il credito non si sarebbe potuto ritenere contratto nell'interesse della famiglia, n on potendosi reputare che ciò derivasse automaticamente dall'essere il credito riferibile a ll'I.N.P.S., ed inoltre era del tutto omissiva dell'indicazione della conoscenza di tale circostan za da parte del soggetto creditore per conto del quale l'esattore procedeva. La citazione, del resto, non conteneva istanze istr uttorie volte ad accertare la circostanza allegata. La quale, d'altro canto, non risultava nemmeno dai documenti prodotti, posto che dal documento 1, segreteria@controcampus.it www.controcampus.it evocato al punto 1 e che si rinviene nello stesso f ascicolo emerge che la cartella esattoriale fa riferimento a tre codici di tributo, il 18073 relat ivo a 'somme aggiuntive versamento contributi FIS', l'8094 relativo a 'contributi IVS/percentuale sul m inimale', e 8095 relativo a 'somme aggiuntive omesso versamento contributi IVS'. Tali indicazioni nulla dicono in ordine all'attività in relazione alla quale si era prodotto il debito e, particolarm ente, nulla dicono che consenta l'apprezzamento di cui all'art. 170. Va ricordato che la giurisprudenza di questa Corte (ex multis, si veda Cass. n. 15862 del 2009; anteriormente Cass. 8991 del 2003; n. 12998 del 200 8), ha affermato che "Il criterio identificativo dei crediti il cui soddisfacimento può essere reali zzato in via esecutiva sui beni conferiti nel fondo patrimoniale va ricercato non già nella natura dell e obbligazioni (legale o contrattuale), ma nella relazione esistente tra il fatto generatore di esse ed i bisogni della famiglia, essendo irrilevante l'anteriorità o posteriorità del credito rispetto a lla costituzione del fondo, atteso che il divieto d i esecuzione forzata non è limitato ai soli crediti ( estranei ai bisogni della famiglia) sorti successivamente alla sua costituzione, ma vale anch e per i crediti sorti anteriormente, salva la possibilità per il creditore, ricorrendone i presup posti, di agire in via revocatoria. (Nell'enunciare il suddetto principio la S.C. ha precisato che vanno r icompresi nei bisogni della famiglia anche le esigenze volte al pieno soddisfacimento ed all'armo nico sviluppo della famiglia nonché al potenziamento della sua capacità lavorativa, con es clusione solo delle esigenze di natura voluttuaria o caratterizzate da interessi meramente speculativi ". Dunque, nell'atto introduttivo del giudizio vi era una situazione nella quale la domanda non era corredata da una precisa allegazione dei fatti gius tificativi della richiesta di declaratoria della illegittimità dell'iscrizione ed anzi tali allegazi oni erano del tutto generiche. D'altro canto, è vero che la resistente, costituend osi, come emerge dalla comparsa di risposta che si rinviene nel fascicolo di primo grado presente nel suo fascicolo, a sua volta non svolse allegazioni specifiche circa l'origine del credito, ma, in disp arte che, di fronte alla genericità delle avversari e allegazioni non aveva l'onere di farlo, va rilevato che in chiusura della comparsa essa risulta avere sostenuto l'infondatezza anche 'in fatto' della dom anda avversaria, e, dunque, risulta avere contestato la generica allegazione avversaria. Ciò avrebbe dovuto indurre il B. a svolgere opportuna attività prima di precisazione della sua domanda su i punti sui quali risultava generica nei sensi sopra detti e, quindi, conseguente attività istrutt oria. p.6. Ora, è pacifico - emerge dal ricorso e ne da c onferma la stessa sentenza impugnata - che la causa passò in decisione senza che fosse sollecitat a dalle parti un'attività istruttoria e, dunque, l'intero giudizio si è svolto ed è stato deciso nei due gradi di merito nella situazione emergente dag li atti introduttivi rispettivi delle parti. In tale situazione, per quello che questa Corte con stata senza che occorrano accertamenti di fatto, che non siano dati dall'esame delle legittime produ zioni delle parti in questo giudizio di legittimità , la domanda del B. avrebbe dovuto essere rigettata p erché i suoi fatti costitutivi inerenti l'estraneit à del debito al bisogno familiare e la conoscenza di tale estraneità da parte del creditore il cui credi to l'esattore riscuoteva non erano dimostrati ed anzi nemmeno specificamente allegati quanto alla prima e non allegata quanto alla seconda. segreteria@controcampus.it www.controcampus.it La domanda avrebbe dovuto essere rigettata dal giud ice di primo grado per tale ragione e la stessa cosa, non avendolo fatto quel giudice, avrebbe dovu to fare la Corte territoriale. La constatazione dell'esistenza di tale ragione di rigetto dev'essere fatta ora da questa Corte come ragione che rende conforme a diritto il dispositivo di rigetto della sentenza, previa correzione della motivazione nei sensi su indicati. Non è possibile in tale situazione far luogo a cass azione con rinvio (come, invece, accaduto nel caso deciso dalla sezione tributaria, con la già citata sentenza n. 7880 del 2012, nel quale vi era apposit o motivo sulle condizioni previste dall'art. 170, che il giudice di merito aveva omesso di accertare ed il rinvio fu ritenuto necessario per tale ragione), perché il giudizio di rinvio sarebbe del tutto superfluo, in quanto non potrebbe portare che alla constatazione che la domanda è stata basata su fati costitutivi generici e soprattutto indimostrat i e non potrebbe che essere respinta, dato il carat tere chiuso del giudizio di rinvio. Il principio di diritto che giustifica il rigetto d el ricorso è, dunque, il seguente: "qualora il coni uge che ha costituito un fondo patrimoniale familiare c onferendovi un suo bene agisca contro il suo creditore chiedendo, in ragione della sua appartene nza al fondo, la declaratoria, ai sensi dell'art. 1 70 cod. civ., della illegittimità dell'iscrizione di i poteca che egli abbia fatto sul bene, deve allegare e provare che il debito per cui è stata iscritta l'ip oteca è stato contratto per uno scopo estraneo ai bisogni della famiglia e che il creditore era a con oscenza di tale circostanza. Tali oneri sussistono anche in relazione all'iscrizione di ipoteca ai sen si dell'art. 77 del d.P.R. n. 602 del 1973. In sede di giudizio di cassazione contro una sentenza di merito che abbia rigettato la domanda ritenendo non soggetta all'art. 170 l'iscrizione di ipoteca, la Corte di cassazione, qualora constati che i detti oneri risultano inadempiuti, deve rigettare il ricorso, previa correzione della motivazione della sentenza impugnata". p.7. La complessità delle questioni esaminate e la stessa esistenza di una correzione della motivazione della sentenza impugnata giustificano ampiamente la compensazione delle spese del giudizio di cassazione. | |
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Da: I soci | 10/12/2013 17:38:31 |
- Messaggio eliminato - | |
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Da: paolo19821981 | 10/12/2013 17:39:02 |
Per quelli che hanno disturbato tutta la giornata invece di aiutare: stasera venite a Napoli, vi aspetto a Pzza Garibaldi, ci sono un paio di amici che devono dirVi una cosa. | |
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Da: Caiaa notizie | 10/12/2013 17:43:36 |
Ragazzi, per favore, qualcuno sa a che ora consegnano a Roma? | |
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Da: ciao 1 | 10/12/2013 17:44:10 |
ma quella do rem è la soluzione | |
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Da: bhu | 10/12/2013 17:48:22 |
ma gli abbinamenti delle corti non si sanno? | |
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Da: do rem | 10/12/2013 17:51:46 |
sisi è la soluzione | |
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Da: aidi q | 10/12/2013 17:57:48 |
soluzioni ragazzi è tardi grazie??????????????? | |
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Da: @ paolo19821981 | 10/12/2013 17:59:24 |
chi c'è a Piazza Garibaldi? | |
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Da: ale | 10/12/2013 18:00:17 |
sapete a che ora si consegna a napoli? | |
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Da: 1111ccc | 10/12/2013 18:02:41 |
ciao a tutti, sapete dirmi a che ora finisce napoli ?grazie! | |
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Da: Napoli finito | 10/12/2013 18:03:27 |
A napoli stanno consegnando adesso | |
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Da: milukia | 10/12/2013 18:03:51 |
a che ora consegna salerno? | |
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Da: Caiaa notizie | 10/12/2013 18:07:46 |
A che ora consegna Roma? A me hanno riferito alle 18.30? Qualcuno conferma? | |
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Da: Per Sinfo | 10/12/2013 18:15:20 |
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Da: cascione.avv | 10/12/2013 18:16:01 |
a napoli hanno iniziato le consegne??? ne avete certezza?? grazie | |
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Da: Vitocatozzo | 10/12/2013 18:22:34 |
Su giurdanella.it ci sono i pareri svolti!!!!!! | |
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Da: Vitocatozzo | 10/12/2013 18:23:22 |
Su giurdanella.it ci sono i pareri svolti!!!!!! | |
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