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Da: pasquino x pasquino14/04/2013 18:51:06
che figura di merda..........
tra inps. inpdap, enpals, inail,governo fantasma, caste di tutti i colori non è rimasta che tanta diarrea.
quindi tanti pezzi di merda in questi enti. molto bene, accertato cio' procederanno allo scioglimento?
trattandosi di merda e diarrea mi sembra proprio il caso.
il buon direttore di retaquattro diceva: che figura di merda...ed è proprio quella che inps sta facendo facendosi mettere sotto da chiunque.
billia si rigira nella tomba.
a chiunque di inps ed inpdap sia portato e disposto: tanti auguri di permanenza sotto scrivanie e sopra le gambe dei vari direttori e direttrici di qualunque provenienza essi ed esse siano. buon pro vi faccia e buona carriera a tutti.
che figura di merda. ma se uno o una vi è portato per indole che cosa ci vuol fare?
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Da: ma14/04/2013 19:06:49
quanta merda
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Da: valà14/04/2013 19:22:09
parlate sempre con disprezzo di chi ottiene le PO ma poi vedo che quando ci sono i colloqui si presentano due gatti. non sarà che non siete in grado e sapete solo distruggere invece di costruire
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Da: delusione14/04/2013 19:29:45
credevo di lavorare in un Ente serio. Ma come ho fatto a crederci per tutti questi anni? Inps, mi hai deluso!
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Da: DA Il FATTO14/04/2013 19:35:11
Mastrapasqua comincia la sua missiva - di cui Il Fatto quotidiano è in possesso - riportando alcuni passaggi della relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012 in cui si sostiene quanto segue: l'inglobamento di Inpdap ed Enpals (rispettivamente l'ente che si occupa degli statali, in perdita per miliardi, e quello che serve i lavoratori dello spettacolo) sta affossando i conti dell'Inps: "Il patrimonio netto… è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi" (fino al 2015, per capirci) e il governo continua a tagliare i trasferimenti; se le amministrazioni dello Stato rallentano ancora un po' i pagamenti avremo "ulteriori problemi di liquidità con incidenza sulla stessa correntezza (sic) delle prestazioni". Tradotto: rischiamo a breve di non pagare le pensioni in tempo. Conclude Mastrapasqua: "Minori trasferimenti, riduzione dell'avanzo patrimoniale, strutturale contrazione delle entrate contributive della gestione pubblica (ex Inpdap)" stanno mettendo a rischio "la più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico".

Volendo, si può tradurre l'allarme del presidente Inps nei numeri impietosi - e per di più destinati a peggiorare - del bilancio di previsione 2013 approvato a fine febbraio dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inps: 10,7 miliardi il disavanzo di competenza; 23,7 miliardi il disavanzo patrimoniale complessivo dell'ex Inpdap; un patrimonio netto sceso dai 41 miliardi del 2011 ai 15,4 previsti per quest'anno; 265,8 miliardi le prestazioni previdenziali da erogare contro un incasso in contributi stimato in 213,7 miliardi (ovviamente al netto delle compensazioni statali). Numeri che, peraltro, dovranno essere rivisti in peggio visto che sono stati calcolati sul Def di settembre, quello che prevedeva una recessione per il 2013 solo dello 0,2%, mentre su quello nuovo c'è scritto -1,3.

Com'è stato possibile tutto questo? Le magagne più grosse, come si sarà capito, sono nel bilancio dell'ex ente degli statali e sono dovute a una sorta di paradosso italiano: la Pubblica amministrazione (tanto locale, quanto centrale) per lunghi anni - e in parte ancora adesso - non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Oltre ai debiti fantasma nei confronti dei fornitori, insomma, ci sono anche quelli dello Stato nei confronti di se stesso: stime non confermate parlano di un buco di almeno trenta miliardi di euro che si riversa di anno in anno, man mano che i lavoratori vanno in pensione, dentro i bilanci ufficiali del nuovo SuperInps.
Rispondi

Da: GRAZIE INPDAP14/04/2013 19:45:12
così ci trascinerete nel baratro. Complimenti!
Rispondi

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Da: pasquino x pasquino15/04/2013 12:42:01
prima di inpdap eravamo sull'orlo del burrone.
ma ora, per fortuna, abbiam fatto un bel passo avantiiiiiiiiiiiii.
Rispondi

Da: pasquino x pasquino15/04/2013 12:55:27
Guardate che l'Inps è messo male, fate qualcosa quanto prima. È il 22 marzo quando il presidente Antonio Mastrapasqua - certo, in termini più gentili - mette nero su bianco il concetto in una lettera ai ministri dell'Economia e del Lavoro, Vittorio Grilli e Elsa Fornero. La storia è in parte nota, ma l'allarme del pluripoltronato capo supremo del più grande ente previdenziale d'Europa testimonia che la situazione è persino più grave del previsto, tanto più che sia Mastrapasqua che Fornero hanno sempre sostenuto in questi mesi che i conti dell'Inps non destano alcuna preoccupazione.

Invece, il nostro comincia la sua missiva - di cui Il Fatto quotidiano è in possesso - riportando alcuni passaggi della relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012 in cui si sostiene quanto segue: l'inglobamento di Inpdap ed Enpals (rispettivamente l'ente che si occupa degli statali, in perdita per miliardi, e quello che serve i lavoratori dello spettacolo) sta affossando i conti dell'Inps: "Il patrimonio netto… è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi" (fino al 2015, per capirci) e il governo continua a tagliare i trasferimenti; se le amministrazioni dello Stato rallentano ancora un po' i pagamenti avremo "ulteriori problemi di liquidità con incidenza sulla stessa correntezza (sic) delle prestazioni". Tradotto: rischiamo a breve di non pagare le pensioni in tempo. Conclude Mastrapasqua: "Minori trasferimenti, riduzione dell'avanzo patrimoniale, strutturale contrazione delle entrate contributive della gestione pubblica (ex Inpdap)" stanno mettendo a rischio "la più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico".

Volendo, si può tradurre l'allarme del presidente Inps nei numeri impietosi - e per di più destinati a peggiorare - del bilancio di previsione 2013 approvato a fine febbraio dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inps: 10,7 miliardi il disavanzo di competenza; 23,7 miliardi il disavanzo patrimoniale complessivo dell'ex Inpdap; un patrimonio netto sceso dai 41 miliardi del 2011 ai 15,4 previsti per quest'anno; 265,8 miliardi le prestazioni previdenziali da erogare contro un incasso in contributi stimato in 213,7 miliardi (ovviamente al netto delle compensazioni statali). Numeri che, peraltro, dovranno essere rivisti in peggio visto che sono stati calcolati sul Def di settembre, quello che prevedeva una recessione per il 2013 solo dello 0,2%, mentre su quello nuovo c'è scritto -1,3.

Com'è stato possibile tutto questo? Le magagne più grosse, come si sarà capito, sono nel bilancio dell'ex ente degli statali e sono dovute a una sorta di paradosso italiano: la Pubblica amministrazione (tanto locale, quanto centrale) per lunghi anni - e in parte ancora adesso - non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Oltre ai debiti fantasma nei confronti dei fornitori, insomma, ci sono anche quelli dello Stato nei confronti di se stesso: stime non confermate parlano di un buco di almeno trenta miliardi di euro che si riversa di anno in anno, man mano che i lavoratori vanno in pensione, dentro i bilanci ufficiali del nuovo SuperInps.

Roba nota, che però ora interagisce con un nuovo contesto e sta creando una voragine nel sistema previdenziale pubblico italiano. Ecco perché: gli ultimi governi non si sono limitati a tagliare i trasferimenti agli enti, ma tra blocco del turn over e prepensionamenti hanno tagliato anche il numero dei dipendenti statali, cioè di chi - coi contributi - paga l'assegno di chi è già in pensione. Per questo Mastrapasqua chiede a Grilli e Fornero di darsi una mossa, ovvero nel suo linguaggio che "sia opportunamente approfondita e valutata ogni più utile iniziativa".

"Noi ci eravamo opposti fin da subito all'integrazione tra i due maggiori enti previdenziali", dicono i sindacalisti dell'Usb, "perché è funzionale al disegno di smantellamento del sistema previdenziale pubblico, avviato con la riforma Dini del 1995 e perfezionato nel tempo, da ultimo con la riforma delle pensioni targata Monti-Fornero". Per l'Unione sindacale di base, che sta pensando a uno sciopero per denunciare la situazione drammatica dell'ente previdenziale, la faccenda è molto semplice: "La fusione Inps-Inpdap non è utile a rilanciare la previdenza pubblica, ma ad affossarla: hanno semplicemente voluto scaricare sull'Inps (che gestisce i contributi dei lavoratori del privato, ndr) i debiti delle amministrazioni statali". Chissà se stavolta il ministro Fornero potrà ripetere la secca risposta che diede a ottobre: "La fusione non determina nessun problema sui conti Inps. I dati erano conosciuti".

Da Il Fatto Quotidiano del 13 aprile 2013


leggete tutto e rifatevi gli occhi. piano con la rabbia, però.
Rispondi

Da: pasquino pasquino15/04/2013 13:14:36
.Nuove possibilità dalle
cellule della pelle riprogrammate in cellule cerebrali


Da oggi per produrre le cellule cerebrali che mancano in chi soffre di sclerosi multipla, paralisi cerebrale o leucodistrofie potrebbero essere sufficienti semplici elementi della pelle. Il merito è dei ricercatori della Case Western Reserve School of Medicine, che grazie ad uno studio pubblicato su Nature Biotechnology hanno messo a punto una tecnica che permette di convertire i fibroblasti, cellule presenti nella pelle, direttamente in oligodendrociti, le cellule che formano la guaina di mielina intorno ai neuroni presenti nel cervello.

In caso di sclerosi multipla, così come in altre malattie in cui il problema è l'assenza della guaina mielinica che consente la rapida trasmissione dell'impulso nervoso, gli oligodendrociti vengono distrutti senza poter essere sostituiti da nuove cellule mielinizzanti. Fino ad oggi gli unici modi per ottenere gli oligodendrociti o i loro progenitori (detti OPC, oligodendrocyte progenitor cells) prevedevano l'uso di tessuti provenienti da un feto o di cellule staminali pluripotenti. Ora gli autori di questo studio, guidati da Paul Tesar, docente di genetica e di scienze del genoma, sono riusciti a produrre le OPC manipolando i livelli di tre proteine naturalmente presenti nelle cellule.

Questi primi studi sono stati condotti in cellule di topo. Il prossimo passaggio sarà trasferire questo processo di riprogrammazione nelle cellule umane. "Il campo della riparazione della mielina è stato intralciato dall'incapacità di generare rapidamente fonti sicure ed efficienti di oligodendrociti funzionali - ha spiegato Robert Miller, coautore della ricerca -. La nuova tecnica potrebbe superare tutti questi problemi fornendo una strada rapida e semplificata per genrare direttamente cellule che producono la mielina funzionanti".

di Silvia Soligon (15/04/2013)

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qualche decerebrato inps si gioverà di questa scoperta? a cominciare da certi dirigenti per finire a qualche superfunzionario rampante ma sfortunatamente non amato dalla madre natura e svantaggiato.
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Rispondi

Da: unica cosa da fare15/04/2013 17:34:20
con Mastrapasqua, è licenziarlo e citarlo per danno alla Repubblica in concorso con Fornero e Brunetta, metterli in un carcere africano dove possano dar piacere ai prigionieri
Rispondi

Da: in un15/04/2013 18:33:50
carcere africano godrebbero troppo, in siberia li vedrei meglio-
Rispondi

Da: pasquino pasquino15/04/2013 19:29:29
VEDO CHE IL CAPO DEI CAPI, LA MINISTRELLA ED IL NANETTO SONO AMATISSIMI DA TUTTI. DECORIAMOLI CON SPUTI VERDI.
Rispondi

Da: cotillons15/04/2013 20:10:41
Chissà se stavolta il ministro Fornero potrà ripetere la secca risposta che diede a ottobre: "La fusione non determina nessun problema sui conti Inps. I dati erano conosciuti".

Rispondi

Da: quella demente15/04/2013 20:58:59
merita Siberia e lavori forzati
Rispondi

Da: quella demente15/04/2013 21:00:10
ed avere la figlia in un postribolo africano....con le foto di big bamboo
Rispondi

Da: ma perchè farle16/04/2013 11:17:02
godere tanto?
meritano pure il premio supersex dopo ciò che hanno fatto ai lavoratori?
quelli per loro sarebbero paradiso.
Rispondi

Da: non avete16/04/2013 12:12:23
Rispondi

Da: non avete16/04/2013 12:13:42
qualche straccio di notizie sui concorsi e sulle graduatorie??? è tutto fermo??? rincuorate noi poveri idone senza più speranze
Rispondi

Da: non avete16/04/2013 12:21:20
null'altra soluzione pe la fornero?
possibile? di quanta poca fantasia siete dotati!
eppure tante fantasmagoriche idee potrebbero accendere il cielo per tutti ed in particolare per la professoressa.
potrebbe camminare anche "tre metri sopra il cielo".
ecco, per esempio, auguriamole di innamorarsi perdutamente di marco pannella che la coinvolgerebbe nei suoi estremi scioperi della sete e della fame. voi direte che alla fine di uno sciopero della fame la fornero potrebbe essere in grado di digerire l'intero popolo di lavoratori italiani.
è un rischio che dobbiam tutti correre per tentare di renderla umana e farle capire che quando fai del male non devi mostrare che godi fino a piangere e che quando ti criticano devi stare al gioco e non chiuderti in castello fatato lontano dai tuoi "sudditi".
auguri, fornero e spero che un giono tu realizzi quanti poveri padri di famiglia hai contribuito a costringere al suicidio. e quando quel giorno verrà non basteranno tutte le tue lacrime per chiedere venia all'Eccelso, la cui pazienza un limite, seppur enorme, lo avrà.
Rispondi

Da: buone notizie!16/04/2013 12:47:55
Si devono licenziare un milione di statali.
I consigli del prof. prodiano Zamagni
Si devono licenziare un milione di statali.
I consigli del prof. prodiano Zamagni

11 - 04 - 2013Giorgio Ponziano 

Per Stefano Zamagni, 70 anni, già preside della facoltà di Economia dell'università di Bologna, «un milione di dipendenti pubblici sono in esubero».


Grazie all'autorizzazione dell'editore e dell'autore, pubblichiamo l'articolo di Giorgio Ponziano sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi del gruppo Class Editori.


Sul banco degli imputati ci sono le rendite di posizione («che nessun partito finora è riuscito a scalfire»), l'elefantiaco apparato burocratico («un milione di dipendenti pubblici sono in esubero»), la politica del piccolo cabotaggio («si guarda all'immediato, dove sono finiti gli ideali e le grandi scelte strategiche?»), la scuola avulsa dal sistema produttivo («gli studenti escono dalla scuola e dall'università senza sapere cos'è un'azienda»), la difficoltà di cambiare le categorie del pensiero economico («siamo ancorati al taylorismo e alla difesa di un welfare che non si regge più»).

Stefano Zamagni, 70 anni, è stato preside della facoltà di Economia dell'università di Bologna, è presidente dell'Agenzia (governativa) per il terzo settore. È considerato un economista controcorrente, e lo conferma: «John Maynard Keynes disse che la ragione per cui non si risolvono i problemi economici non è la mancanza di risorse ma liberarsi dalle vecchie idee.

Un concetto più che mai attuale, non vedo uscita dalla crisi se la mente di chi si occupa di cose pubbliche non si libera della vecchia concezione della politica economica, gli economisti brancolano nel buio perché continuano a ragionare con le vecchie categorie mentre la situazione è del tutto nuova e non accetta soluzioni tradizionali».

Domanda. Da dove si dovrebbe incominciare per fare riprendere la marcia all'economia italiana ?
Risposta. Vi è un enorme problema di rendite di posizione che frenano l'economia. Vi sono rendite finanziarie, burocratiche, immobiliari che non sono mai state realmente toccate perché si tratta di bacini elettorali che fanno gola ai partiti. La rendita più invasiva è quella burocratica, finora impermeabile a ogni cambiamento. Ma il mercato non può modificarsi, e diventare globale, mentre le rendite rimangono ferme al palo: finiscono per frenare inesorabilmente la crescita. L'area della rendita è in Italia di gran lunga la più vasta tra i grandi Paesi occidentali.

D. In che modo vincere le rendite ?
R. Mandando al governo forze che non siano elettoralmente legate alle rendite. C'erano le baby pensioni, uno scambio di favori tra la politica e chi operava nella pubblica amministrazione. Questa è una battaglia che è stata vinta. Nel pubblico impiego vi sono un milione di dipendenti in esubero, anche qui si è trattato di uno scambio: io ti assumo e tu mi voti. Con la spending review si è incominciato a mettere mano al problema, lo Stato dovrà dimagrire di un milione di dipendenti pubblici che occupano falsi posti di lavoro. Il cammino per liberarsi dalle rendite sarà lungo.


D. Deve cambiare anche il concetto di welfare ?
R. Certamente, lo Stato non è più in grado di farvi fronte, quindi o si ritira con gravi ripercussioni sulla società oppure avvia la sussidiarietà circolare, cioè l'alleanza strategica tra ente pubblico e soggetti privati. Attenzione, la sussidiarietà circolare non è quella orizzontale, quest'ultima eroga servizi pagati dallo Stato ma realizzati dai privati e quindi ci si ritrova da capo in mancanza di risorse, la seconda invece mette insieme risorse pubbliche e risorse private per raggiungere determinati obiettivi e consente al pubblico di risparmiare. Faccio un esempio. Un bambino a scuola costa allo Stato dieci, può esserci una scuola privata che chiede allo stato 5 e si autofinanzia, col risultato che lo Stato ha risparmiato fornendo lo stesso servizio.


D. Lei è nel consiglio d'amministrazione di una cassa di risparmio. Si sente sotto accusa quando gli imprenditori lamentano la mancanza di credito?
R. Le banche sono imprese e il guadagno arriva dalla fornitura di servizi. Quindi dal presidente all'ad al cda tutti vorrebbero erogare credito e guadagnare. Il problema sono le regole imposte dalla Bce e da Banca d'Italia che in molti casi lo impediscono. Lo stesso problema vi era negli Stati Uniti ma è intervenuto il presidente Obama e la Federal Reserve ha allentato la stretta del credito. In Europa la Germania non sente ragioni e di conseguenza la Bce non modifica la strategia di stretta del credito. Bisogna aggiungere che molte imprese scaricano sul fronte del credito i mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Speriamo che coi recenti provvedimenti del governo la tensione si allenti.


D. Poi c'è l'allarme-disoccupazione?
R. Bisogna chiedersi, ma nessuno lo fa, perché in Italia vi è una disoccupazione all'11 % e una disoccupazione giovanile al 37 %. Sì, c'è la crisi ma perché in nessun Paese europeo la disoccupazione giovanile è così alta come in Italia? La risposta è che le aziende non assumono i giovani perchè essi non sono preparati ad entrare nel mondo produttivo e con la crisi di risorse non investono più in quella formazione, chiamiamola privata, che suppliva alle mancanze della scuola. Ci portiamo dietro l'eredità di Benedetto Croce, che proponeva la scuola come luogo di cultura. Oggi non basta più, i giovani debbono uscire dalla scuola preparati ad entrare nel sistema produttivo, i miei studenti di economia si laureano conoscendo perfettamente le teorie e i grandi concetti economici ma quando entrano nell'ufficio di un'azienda non sanno da che parte incominciare.


D. L'empasse politica sta danneggiando l'economia?
R. Sì, ancora una volta i tempi della politica non coincidono con quelli dell'economia. D'altra parte negli ultimi decenni è stata enfatizzata una politica priva di valori e ideali, tutta concentrata sui piccoli interessi anche personali ma un siffatto modo di concepire la politica finisce per indebolire pure la forza economica di un Paese. Quindi o si ritorna a una politica di grande respiro e di grande prospettiva oppure l'Italia è destinata al declino.


D. Cosa ne pensa del voto grillino ?
R. È un fenomeno di rottura, di reazione, è come la febbre che colpisce un organismo per denunciare che qualcosa non va. In realtà il movimento 5stelle non ha una proposta politica, quegli 8 milioni di voti appartengono a mondi diversi, con visioni, esigenze, aspettative difformi. Non a caso Grillo continua a dire che il suo non è un partito ma un movimento. Contribuirà al rinnovamento della politica ma attenzione perché negli ultimi vent'anni si è abbandonata la politica forte a favore del pensiero debole e anche per questo ci troviamo così malconci. Quindi Grillo può essere positivo se aiuta a chiudere con la politica degli interessi degli uni e degli altri, recuperando valori, idealità e quindi una direzione di marcia strategica.

mal'acqua ndi coci.
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Da: a volte ritornano16/04/2013 16:38:48
ma questo è pazzo
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Da: eppure16/04/2013 18:32:49
insegna in università.
questo per presidente della repubblica voterebbe il grande Renato Brunetta.
eppure il vento soffia ancora..........
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Da: ...16/04/2013 18:36:47
Trasferimenti all'orizzonte??
Rispondi

Da: La situazione è grave16/04/2013 20:06:10
ringraziamo Cisl e uil che certamente hanno validamente contribuito firmando " l' infirmabile". Comunque, che i dip, specie degli enti locali fossaro troppi era noto da tempo. In ogni caso un'altra cura dimagrante ce la faranno fare. Quanto all' Inps si vivacchierà ancora due-tre anni.
Rispondi

Da: Killer17/04/2013 00:32:10

Non c e futuro
Rispondi

Da: se mi chiamano17/04/2013 12:56:04
al ministero ve lascio soli, regazzì. of course, de corsa e de notte. a voi il privato. a me gli ultimi anni di servitù ministeriale.
la strada del superinps è in salita. erta, purtroppo. s. o. s. . si salvi chi può e come fanno i topi quando la nave affonda.........via più veloce della lux.......
Rispondi

Da: qualcun sa dirm un c417/04/2013 17:59:52
quanto prende in più rispetto ad un c 3 come importo netto tra tabellare e assegno di garanzia
Rispondi

Da: firmate17/04/2013 19:29:48
http://www.change.org/it/petizioni/appello-a-bersani-votate-stefano-rodot%C3%A0
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Da: non prendo18/04/2013 18:12:48
piu' i buoni pasto.
perchè mi devono fottere dieci minuti dieci di sgobbo che fanno cinquanta gratis la settimana. io non voglio b. pasto, tu istituto mi fai uscire normalmente alle 14,42: esattamente e solo sette ore e dodici minuti di prestazione giornaliera.
sarebbe un furto nemmeno ben giustificato dal d. lgs 66/03 art.8.
interpretazione estensiva ma errata: c'è pane per i legali per illegittimità contro la corte dei conti.
non devono fregarmi duecento minuti al mese se non faccio uno straccio di pausa mensa.
Rispondi

Da: nessuno di noi18/04/2013 19:04:56
deve prenderli, anche se la pausa dovrebbe essere ricompresa nelle ore lavorative. Prendiamo i 15 minuti di pausa dopo due ore al PC  blocchiamo gli sportelli, si fotta tutta la dirigenza INPS, nelle sedi ed ai vertici
Rispondi

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