Sono andato a cercare il decalogo ironico sugli impiegati pubblici di Alfonso Celotto e scopro che, come i vari Brunetta qualsiasi della politica propagandistica e vuota, non ce l'ha con il dipendente-pubblico-dirigente o con i nominati politici, e invece scopro che come al solito si rivolge "contro" gli impiegati (cioè non politici, non dirigenti, non nominati da politici e simili)! D' altra parte lo scrittore in questione è un "Alto funzionario"! Boh. A questo punto corre l'obbligo, traendo spunto dal suo decalogo (visto che noi non siamo degli scrittori) di elencare le caratteristiche degli impiegati-dirigenti.
Il decalogo del dipendente pubblico con la qualifica di dirigente (di nomina politica, dirigenti da concorso o da nomina raccomandatizia, ovviamente celata dietro il clichè "solo lui/lei sa fare quel lavoro quindi devo nominarlo/a per forza, poi casualmente è anche mio figlio/fratello/amico/fidanzato/mignotto ecc, ma è soltanto un caso!)
1) SI È SEMPRE FATTO COSÌ: sarebbe il caso di innovare determinate procedure, sarebbe il caso di concertare con l' ufficio X per velocizzare queste operazioni, bisognerebbe riorganizzare l'ufficio in quanto nessun 'dipendente-pubblico-dirigente' è stato mai in grado di farlo. E il dipendente pubblico con qualifica di alto funzionario/dirigente bofonchia "ehhhh, no, ma sì è sempre fatto così, chè devo riorganizzare o velocizzare. Basta che il lavoro venga fatto e io metto la firma sotto così compare a chi deve comparire che ho raggiunto gli obiettivi. Chè mi importa di riorganizzare il personale, verificare chi fa che cosa, mettere mano allo scempio organizzativo perpetuatosi per anni prima di me, che ci pensi chi mi subentrerà dopo. Questo è l'ingranaggio. A me basta che quattro persone mi portino le cose da firmare in modo che io firmo eâïï¿��¿ï�¿ï¿�ïï¿��¿ï�¿ï¿�ho raggiunto gli obiettivi" !
Ma visto che il lavoro lo fanno gli impiegati delle varie qualifiche non dirigenziali che producono quotidianamente, a maggior ragione il dirigente, che ci mette sotto la firma, almeno assolva il proprio compito di organizzare l'ufficio, di migliorare determinate procedure . "NO, si è sempre fatto così".
2) RIFIUTATI DI GESTIRE IL PERSONALE. Tanto poi quando il personale mal gestito in uffici mal gestiti, si organizza da sé e magari scappa dall'ufficio per non dover vomitare sui dirigenti-pezzenti (nel senso di carenti in competenza, leadership, merito, capacità organizzative, preparazione, ma non certo pezzenti di stipendio!), la colpa viene data dai politici (altrettanto pezzenti nella medesima accezione) e dai mass-media, alle cattive abitudini dei dipendenti pubblici, ai furbetti del cartellino e al fannullonismo degli "impiegati pubblici", di cui loro magicamente stabiliscono di non fare parte, anche se i contribuenti, ovvio, non sono affatto d'accordo visto il tecnicismo di enorme peso fiscale (e quindi pubblico!) da cui escono fuori tutti i loro stipendi.
3) APPLICA CON RIGORE IL MANSIONARIO: valorizzazione delle competenze? Valorizzazione dell'alta formazione per una vera professionalità dei pubblici dipendenti? NO, applica pedissequamente il mansionario.
4) SPALMA LE COLPE SU TUTTI INDIFFERENTEMENTE: in modo da non punire mai i singoli colpevoli di determinate nefandezze (ad es: non punire chi fa in modo da risultare al lavoro e invece è fuori a fare i fatti propri , ma imponi i tornelli e l'uso di badge per tutti, mettendo in gabbia tutti, in modo da non licenziare coloro che non stanno in ufficio a lavorare ma da cospargere fango su tutta la categoria dei lavoratori pubblici a beneficio propagandistico di politici inutili e mass-media affamati del solito polverone inconsistente ) perché "poi i sindacati chi li sente, il disonesto è proprio iscritto al sindacato Y, e poi la politica fa le leggi a favore dei disonesti in Italia (ladri assassini, mafiosi, ecc. figuriamoci l'assenteista che non ha nemmeno ucciso nessuno, e poi la politica è clientelare mica risolve i problemi); non ci fai niente contro questo sistema marcio, è meglio non fare nulla contro la singola persona colpevole, quindi è meglio lasciare le mele marce nell'intero cesto e far risultare a tutto il mondo che in Italia "tutti gli impiegati pubblici sono assenteisti e fannulloni", qualche politico ci farà poi sopra la propria propaganda e, con una leggina propagandistica, guadagnerà altro consenso dagli elettori beoti.
5) LE PRATICHE PIÙ COMPLESSE NON VANNO LAVORATE: "non mi si devono rompere le scatole a me dirigente con cose troppo complicate, se ne occuperà l'impiegato (di qualsiasi qualifica, delle aree non dirigenziali) che nell'ufficio lavora quelle cose da anni, se la sbroglierà quando qualcuno dovesse chiedere spiegazioni dall'esterno o da uffici preposti a controllare, oppure il dirigente che mi subentrerà . Se telefonano in proposito non passategli il dirigente! E dite qualsiasi cosa pur di non fare arrivare a me dirigente la telefonata, che tanto non so cosa rispondere, non ci capisco niente". Di siffatti dirigenti è pieno ma al massimo li spostano da uffici 'core' a uffici 'back' ma di certo non li licenzieranno e di certo nessun giornalistino-megafono-del-nulla saprà mai fare un' inchiesta su questo. Se stai in un ufficio dove ci sono troppi problemi che non sei in grado di affrontare o devi prendere decisioni importanti, e in cui dovresti stare fino a tarda sera anziché scappare via alle sei e mezza o giù di lì per cenare a casetta tua, e ti stanchi troppo, allora fatti spostare a dirigere un altro ufficio in cui l'attività è calma e piatta.
6) NON ASSUMERTI MAI NESSUNA RESPONSABILITÀ: anche se sei pagato di più rispetto agli altri dipendenti non perché sei più bello, né, spesso, perché hai studiato di più rispetto agli altri, meno che mai perché conosca meglio il lavoro, ma proprio perché tu, dirigente, sei "responsabile". Tieni sempre bene in mente che in Italia non esiste l'etica della responsabilità e che nessun responsabile è mai in realtà responsabile di nulla, tranne che di percepire uno stipendio più lauto. Perciò quando le cose vanno bene allora il merito è tuo e infatti sei colui che ha firmato la produzione. Se invece c'è qualche intoppo allora la colpa è di coloro che hanno materialmente eseguito l'attività , tu hai 'solo'' messo la firma.
7) CIRCONDATI DI LECCA PIEDI E LACCHÈ: meno istruiti sono e meglio è, poiché sanno leccare meglio e fanno il lavoro a mò di catena di montaggio; quelli bravi possono rompere gli schemi (e le scatole), hanno teste pensanti, non è detto che dicano sempre sì e che "facciano sempre come si è sempre fatto". Non importa migliorare o correggere corbellerie, se hanno sempre "funzionato" (al raggiungimento dei soliti obiettivi!). Quindi circondarsi di leccapiedi a cui asservirsi a propria volta come dirigente leccapiedi ligio al solito modo di fare; un leccaggio reciproco in modo che il cerchio si chiuda perfettamente non facendo mai attecchire alcun anelito di cambiamento/miglioramento. Il dirigente avrà i suoi obiettivi (magari finti, magari di facciata!) e non si affaticherà altro che a mettere firme senza inasprirsi la bile e il disturbo da vigliaccheria cronica e incompetenza sistemica. I politici (che, ahinoi, rientrano nel medesimo schema) avranno sempre tornaconto pecoronale (=elettrorale).
8) USA LA GERARCHIA COME UNO SPAURACCHIO O PER PERDERE TEMPO: la gerarchia nella P.A. è solo funzionale e non formale (come dicono le leggi), ma non tutti lo sanno. A partire dai dirigenti, che spesso (troppo) non hanno studiato bene. Quindi, dirigente P.A., usa la gerarchia in modo formale: sfoga le frustrazioni (che spesso ti porti da casa!), la maleducazione e le insicurezze da incompetenza gridando contro gli altri. Gli zerbini, tu già lo sai perché te li scegli sapientemente, non si ribelleranno ma sopporteranno, anche perché il "leccaggio tra di voi è reciproco". O urli o lecchi, queste sono le alternative, e questa è l'unico straccio di (pseudo)organizzazione che sai fare. Così puoi schivare problematiche che ti mandano in panico e ti destano dal torpore tapino e ben pagato in cui lo stato ti mantiene. "Oibò, perché si permettono di prospettarmi i problemi questi lavoratori invece di portarmeli già risolti come per magìa?". Urlare e/o leccare attiene al tuo dovere intrinseco di non prendersi le responsabilità connesse con la tua funzione. In alternativa serpeggia e striscia come un verme, perchè così fai pienamente il "dirigente pubblico"!.
9) NON PRENDERE DECISIONI: perdi tempo, tergiversa, rimanda, trova scuse, inganna (e ingannati!), dì le cose mezze mezze (la mezza calzetta la sai fare benissimo), oppure dille intere ma senza integrità e sincerità e dimenticatene anche se altri ci contano, magari poi cambi ufficio e lasci tutti con un palmo di naso a ricominciare con il subentrante (pseudo)dirigente. Serpeggia e striscia, prendi in giro (gli altri e te stesso/a!), fai poco e quel poco che fai fallo fare agli altri, che poi tu firmi. Le coordinate della tua attività siano: metodica procrastinazione, ripetute dimenticanze, ostinata inefficienza, firma. Tanto Pantalone ti paga lo stesso e non ti licenzia né ti demansiona. Non sta certo a te risolvere i problemi, neanche chi stava prima di te li aveva affrontati. E figuriamoci chi verrà dopo. L'unica cosa che si fa è mettere la firma sotto la solita produzione di altri dipendenti.
10) Più o meno 9.00 - 11.00 - 14.00 - 15.00 - 19.00: caffè- cappuccino e cornetto - pranzo - ricaffè - finalmente si esce.
Eh sì, chiunque ha o ha avuto osservazione diretta sul campo, in P.A. e/o, direttamente o indirettamente in politica, ha imparato cosa significa la vulgata "il pesce puzza dalla testa". E che puzza.
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