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Un tunnel senza uscita
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Da: uno dei tanti | 15/10/2013 13:09:31 |
Un tunnel senza uscita. Questa è la mia impressione. Parlo da soggetto che ha vissuto questo percorso e non riesce ad accettare lo stato dei fatti. Ho fatto la pratica (prendevo anche benino) e passato l'esame al primo colpo. Mi sono anche preso un master all'estero per rendermi più appetibile. E adesso? Niente. La mia impressione è che non vi siano scelte. Una volta laureati la pratica è quasi un obbligo, perchè senza titolo si rimane spesso in "serie b"... se poi ci si è laureati in tempo diventa una cosa scontata ("tanto vale farla, sei giovane..."). Però la professione è ormai un refugium peccatorum: quanti sono i laureati in giurisprudenza che NON fanno questo percorso? Quelli che conosco io, direi più del 90 % ha fatto la pratica. Perchè ci sono forse alternative? Aziende? Magari se hai contatti buoni... ma ho visto tanti annunci che richiedono di aver conseguito il titolo comunque. In sostanza, tutti si gettano nella professione. Perchè se si è tra i fortunati (ci vuole fortuna per passare l'esame) ci si può sempre convincere di "avere" un lavoro... ma non è così. È solo una dannata partita iva, nient'altro. E il rischio fondato di passare anni a fare recupero crediti, sfratti, sinistri stradali. Cambiare strada sembra precluso. Così ci si rassegna. E questo a prescindere dal tuo livello: puoi essere un laureato eccellente come uno che ha finito anni fuori corso. È un'illusione. Molti avvocati fanno gli avvocati perchè è l'unico modo di raccattare quattro spiccioli. Quanti sono i dediti alla professione, quelli che volevano effettivamente fare ciò con convinzione? E infine ti senti dire il solito mucchio di idiozie: "bisogna sacrificarsi", "devi fare la gavetta", di mettersi in proprio e lavorare duro. Tutto falso. Nel mondo attuale, mettersi in proprio non ha senso. Puoi anche passare 14 ore in studio... a far cosa però? Che prospettive puoi avere? Fatica sprecata. Anni di studio, anche con profitto, per finire in mezzo a una marea umana indistinta, dove i figli di papà se la spassano e gli altri a inseguire clienti per intasare le già disastrate aule di giustizia. Anni e anni, la tortura di un esame allucinante (l'orale è per me un crimine contro l'umanità, so di gente che ha avuto l'esaurimento per farlo...) per questa prospettiva. Questo sfogo non cambierà nulla. Però lasciatemi almeno essere un po' incazzato. | |
Da: speranza_rm | 15/10/2013 13:13:47 |
Come darti torto? | |
Da: germay | 15/10/2013 13:29:17 |
il tuo è un bel intervento lo ammetto. io a differenza di molti ho fatto giurisprudenza perché volevo fare l'avvocato. Una cosa che da sempre ho sognato di fare. Ora per incoerenza, appena diplomato ho ben visto di fare un altro corso di laurea del tutto inutile. L'unico alibi che ho, è che la facoltà stava a pochi km da casa mia. Mi sono laureato in tempo. un po' di qua e un po' di là, ho ben visto a 30 anni di iscrivermi a giurisprudenza. Stante che ero laureato mi hanno iscritto al 2. Mi sono laureato facendo 27 esami in due anni. poi vabbé pratica e suicidio esame. Alla fine bene quel che finisce bene. Ora, non posso negarlo, mi arrangio alla meno peggio. Qualche soldo c'è, ma è anche vero che sono uno che macina chilometri. Mi piace fare l'avvocato alla Perri Maison -credo si scriva così-. L'unica cosa che può farci andare avanti è la specializzazione estrema. io faccio penale e lo faccio credo bene. Devo dire che qualche risultato c'è. Ora spero di potermi allargare in città come Milano. Sto cercando uno studio che non faccia penale, così da trovare uno spazio, ma non è facile. Anzi se qualcuno vuole raffrontarsi per tentare insieme sono qui. | |
Da: janejane | 15/10/2013 14:31:42 |
Ciao! Io sono una pentita della professione forense. Riconosco che a diciannove anni ero abbastanza inconsapevole. Non sono stata aiutata moltissimo dalla famiglia, padre e madre lavoratori, quattro sorelle. Sono sempre stata una studiosa, l'università nessun problema. Poi la pratica, come dice uno dei tanti, scelta quasi obbligata. Non mi sono trovata male, ma ho capito, ormai troppo tardi, di non essere forse completamente tagliata per questa professione. Mi trovo ad operare in un ambiente piuttosto piccolo ed inevitabilmente ristretto, in cui sono una decina gli avvocati che macinano e tutti gli altri che arrancano. Mi sento molto spesso una smistacarte e una tienifila. Mille scadenze, tante responsabilità, minimo riscontro economico ma soprattutto basso riconoscimento professionale. Mi sono fatta una famiglia, ed ho passato finalmente l'esame di abilitazione. Il futuro? Tutto molto incerto. Piccolo sfogo, anche da parte mia. | |
Da: uno dei tanti | 15/10/2013 14:53:10 |
Io non sono pentito della mia scelta. Credo anzi che il campo giuridico sia vasto e che vi siano moltissime connessioni con altri settori (quello economico, ma anche politico) dove sarebbe interessante approfondire o poter lavorare (il settore del diritto della concorrenza, dei mercati finanziari, i tantissimi nuovi interrogativi in materia di Unione Europea, oppure gli ambiti tecnico-scientifici come i brevetti, così come la proprietà intellettuale, ecc.). Ma sembra impossibile. Da un lato si dice, a ragione, che bisogna specializzarsi ma dall'altro come puoi farlo se l'unica "occupazione" che trovi è in uno studio di provincia dove la cosa più eccitante è una causa di condominio? Certo, esistono i grandi studi milanesi. Se qualcuno si dice come ci si entra... posizioni aperte pochissime. Se rispondi a un'azienda invece troverai che altri 200-300 hanno fatto lo stesso. Io credo che la professione forense sia giunta al collasso. È per molti un parcheggio, serpeggiano frustrazione e insoddisfazione. All'estero quando raccontavo che un avvocato può ritenersi fortunato con 1300 euro al mese mi guardavano come fossi impazzito... Guardiamoci negli occhi: non può essere che tutti i laureati in giurisprudenza vogliano diventare principi del foro, nè che ci sia questa possibilità. Grazie comunque a tutti coloro che partecipano. Diamoci forza a vicenda. | |
Da: Ra84 | 15/10/2013 22:50:29 |
A 15 anni per Natale mi son fatta regalare un codice civile..Volevo far l'avv., ma volevo capire cos'era davvero il diritto. L'università è stata tanto studio e tanta fatica. Niente "metto su famiglia", perchè prima di tutto volevo quel TITOLO, nonostante sfighe enormi in famiglia. Ho fatto una pratica utile e proficua, innamorandomi ancora di più della professione. Una bocciatura assurda lo scorso anno. Quest'anno è andata bene. Ho il mio "titolo" in mano..e zero lavoro.. Ora sto pensando di cambiare zona, cambiare aria. E speriamo. Negli anni ho perso le illusioni.. 1.300euro per gli avv, giovani intorno a me son pure "tanti" soldi..Ci son colleghi che pur di lavorare prendono 500euro . Con orari assurdi. Se andavo a lavorar in banca il giorno dopo la maturità ora avrei uno stipendio, ed un lavoro, perchè "erano altri tempi".. Amarezza.. | |
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Da: dR.. | 16/10/2013 09:43:02 |
Io mi sono aperto il mio studio in provincia da dottore... oltre al lavoro vero e proprio hai anche l'obbligo di ricercarti clienti... È una faticaccia ma se sei bravo e determinato è solo questione di tempo e di calma... col titolo non cambia molto, è sempre dura ma è necessario se vuoi essere un professionista e non rimanere incastrato in qualche studio x una vita! ...niente è bello e facile! Forza | |
Da: Il_Grinta | 16/10/2013 10:58:08 |
Ragazzi su con la vita! Abbiamo (o stiamo per conseguire) una delle qualifiche più versatili che c'è sul mercato del lavoro. Possiamo lavorare in proprio, in azienda, specializzarci, restare generalisti, tentare la strada della magistratura onoraria, lavorare all'estero e/o per l'estero! Abbiamo una vita davanti! Io ho la fortuna di lavorare in uno studio d'affari dove, fortunatamente, il mio dipartimento non si occupa di giudiziale. E' possibile fare l'avvocato anche senza vedere mai un tribunale ed è fantastico perché è molto più dinamico e stimolante! Siate positivi ed inseguite sempre i vostri sogni! | |
Da: MasterPizzaq | 16/10/2013 11:20:54 |
Sarà che ho avuto più fortuna di altri nel trovare uno studio dove sono stato considerato uno di famiglia fin dall'inizio della pratica e dove appena diventato avvocato mi hanno dato di più perchè le mie competenze erano aumentate, ma francamente non riesco fino in fondo a capire il vostro pessimismo. Io parto da un'osservazione più generale. Avere trentanni oggi vuol dire di per sè essere molto meno fortunati di altri. Intorno a noi si è creato - mentre stavamo ormai già facendo l'università - il vuoto cosmico lavorativo. Quelli dopo di noi hanno perlomeno avuto modo di fermarsi prima o di cambiare idea. Noi abbiamo vissuto la crisi quando ormai avevamo scelto una strada. Detto questo molte cose e molti problemi esistevano già prima. Da due decenni la nostra professione ha perso non solo appeal economico ma anche molta capacità. Queste cose erano chiare già all'inizio dell'università. Se siamo andati avanti - a meno che non avessimo il salame sugli occhi - era perchè vedevamo qualcosa di più del nulla e del pessimismo che invece leggo. Questa professione piace o non piace. Se piace va fatta con sacrificio (che non vuol dire fare orari da minatore o il giobbino dal pseudo avvocato di grido) e non certo per fare I SOLDI. Anche se resto dell'idea che quelli potranno anche venire col tempo. Qualcuno si è chiesto se lavorando in banca sarebbe stato meglio? Più appagato? Se ci si lamenta dei sacrifici fatti si è convinti che uno stipendio fisso - lo stesso molto spesso per l'intera esistenza - sarebbe stata la soluzione? Ho tanti amici che in altri campi sono fuggiti all'estero "per stare meglio". Guadagnano probabilmente di più che in Italia ma intanto sostengono spese maggiori e si sentono sempre degli emigrati (senza alcuna connotazione razzista, ma ben più profonda). Non capisco poi perchè lamentarsi di fare recupero crediti, ad esempio. Abbiamo appena iniziato. Vorremmo solo cause da 5milioni di euro in su? Siamo sicuri che avendone anche solo 2 così da gestire dormiremmo meglio la notte?! Io onestamente con il recupero credito di due piccole srl mi tolgo qualche soddisfazione. E non mi sento nè di serie b nè il più fico... è sempre lavoro! (peraltro le esecuzioni per i più sembrano un mondo incomprensibile). A volte ho l'impressione che molti di noi vedessero il titolo come una sorta di spada magica. Ovvio che immaginandolo tale non si poteva far altro che aspettarsi di essere miliardari e appagati il giorno dopo. Il titolo è l'inizio di un cammino. Avessimo 40 anni capirei la depressione ma oggi no. Se non ci vogliamo credere alla nostra età siamo noi che sbagliamo. | |
Da: Il_Grinta | 16/10/2013 11:24:33 |
Master sono d'accordo sul tuo punto di vista. Se veramente ti piace quello che fai non ti pesa fare dei sacrifici. Io mi sentirei morto sapendo di dover fare lo stesso identico lavoro (inteso come mansioni) per 35 anni dalle 8 alle 17. | |
Da: uno dei tanti | 16/10/2013 12:39:34 |
Mi fa molto piacere di vedere toni così garbati su un forum dove fino poco tempo fa regnavano insulti e turpiloquio... : ) @Il_Grinta: il tuo ottimismo è cosa buona, anch'io ho provato ad esserlo tante volte. E pure io ho pensato che in realtà il nostro profilo è decisamente versatile. Questo in teoria però. Non mi dò certo per vinto, ma da mesi cerco lavoro (studi legali come aziende, tirocini anche pagati poco pur di "entrare" nel mondo lavorativo) e i risultati sono finora decisamente deludenti. Non mi spaventa lavorare tanto. Certo, non si fanno i salti di gioia a stare in ufficio dalla mattina alla sera ma questo non significa che non sono disposto a farlo, anzi! Il fatto è che mancano le possibilità: è difficilissimo trovare un'occupazione che ti possa dare qualche prospettiva, così molti gettano la spugna, prendono la p.iva e tentano di vivere come avvocati di provincia. Vero è che puoi fare l'avvocato senza andare mai in tribunale, ma questo vale per pochi purtroppo: tutti gli altri si cimentano quasi esclusivamente col contenzioso, spesso di poco valore. Questo è demotivante. Se uno sente la vocazione alla carriera forense, massima stima e rispetto. Ma è impossibile che tutti vogliano essere dei novelli Perry Mason! Io non rinuncio ai miei sogni, ma mi sento come "intrappolato", non riesco a capire come poterli inseguire. E non parlo di soldi, quelli vanno bene ma non sono la priorità assoluta. Studi, fai tutto per bene e poi ti ritrovi in mano con illusioni... | |
Da: exequatur | 16/10/2013 13:55:11 |
Amico mio, hai trent'anni (o anche meno). Aspetta almeno i quaranta per la disillusione. Tenendo a mente quanto è lungo il percorso per l'accesso alla professione, sostanzialmente è come se avessi 25 anni e fossi appena uscito dall'università. Le prospettive si materializzano dove e quando meno te le aspetti. Dai tempo al tempo. Te lo dice uno che ancora deve fare l'orale (dopodomani ;)) | |
Da: uno dei tanti | 16/10/2013 14:39:50 |
In bocca al lupo, caro exequatur (che nickname però... il mio è pessimo ma anche il tuo non scherza : D ), spero tu non sia uscito di senno come purtroppo tante persone che, per prepararsi all'orale, poi rischiano di finire al reparto psichiatrico! Esame orale, come già detto, inutile e vessatorio. Io non mollo, comunque! | |
Da: exequatur | 16/10/2013 15:01:42 |
Hahaha crepi! Il mio nick è l'evidente conferma della mia definitiva perdita di sanità mentale | |
Da: Ra84 | 16/10/2013 16:57:43 |
guarda io adoro la fase giudiziale..l'aula, l'udienza, gli atti.. Lo stragiudiziale è utilissima, ma mi "appassiona" meno Lo studio dove ho fatto la pratica dava prospettive di lavoro "finchè ne ho" (ed ogni 3-4 mesi propongono di ridurre l'orario delle segretarie per ridurre i costi..figurati con un Avv. in più), con il limite di non potere avere clienti miei!(non molti da vivere, ma qualcuno ne avrei). Gli orari non son mai stati un limite (come detto, la vita è sempre stato un optional perchè adoro questo lavoro). "fare i soldi" non è tra i miei primari obiettivi, ma speravo di guadagnare qualche cent più delle segretarie (esseri meravigliosi che risolvono milioni di problemi!) invece le proposte ricevute (e molto cercate) mi farebbero lavorare senza orari per 4 mesi SOLO per pagare l'iscrizione al Cdo, la cassa,il commercialista.. Vero che la professione mi piace e ho sempre voluto farla, per quello mi sto prendendo tempo. Il titolo c'è. Studio e continuo a studiare, magari anche materie che ho sempre trattato meno per esser sempre avanti. Cerco e cercherò ancora per qualche mese il lavoro che voglio..se non lo troverò userò le mie conoscenze giuridiche in altro! Altrimenti dovrò "inventare" qualche cosa da fare.. :-) | |
Da: The Witch King | 17/10/2013 11:09:00 |
Questa cosa del lavorare per passione è una strategia degli studi per dirti, tra le righe, che devi lavorare gratis. Si può anche lavorare con passione ed essere retribuiti. Anzi, si DEVE essere retribuiti. A 30 anni non si può lavorare per passione. Si può lavorare con passione, ma venendo pagati. Il grande equivoco sta in quel concetto di "apporto causale alle attività di studio" con il quale la riforma ha detto tutto e niente sulla retribuzione del lavoro dei praticanti. L'unica soluzione è un tariffario dei praticanti. Ho svolto x attività...bene, mi paghi y. Altrimenti è tutto rimesso ad una contrattazione del tutto asimmetrica tra studio e praticante. Non vi preoccupate: con la riforma i praticanti diverranno merce sempre più rara. Pochi, pochissimi potranno permettersi di studiare per x anni senza produrre reddito. Forse poteva accadere in anni più floridi, ma ormai tutti quanti dobbiamo fare i conti in casa, anche persone che prima d'ora hanno vissuto nel benessere. La cosa che mi fa ridere - ma che non mi sorprende - è che si sono dati la zappa sui piedi da soli e non se ne sono neanche accorti. Ovviamente nel fare un discorso come il mio è facile essere additati di "non volersi sacrificare"...la solita retorica di bassa lega, leggermente spruzzata di marketing, della quale sono imbevuti coloro i quali hanno tutto l'interesse ad avere manovalanza istruita a bassissimo costo. | |