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Istruzione e Cospirazione
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Da: assadho 14/09/2013 12:51:24
Non stupisce più niente in Italia, abituati come siamo alle forme di complotto, al servilismo, ai dettami mafiosi dai quali scaturisce l'esistenza di un'intera Nazione, schiava del suo peccato originale.
Nonostante tutto c'è chi si rassegna e chi riesce a trovare la forza per andare avanti, illudendosi che una sponda di salvezza dovrà pur esserci da qualche parte, magari nel mondo della cultura e del sapere.
Succede, invece, che quel morbo radicatosi nelle forme più visibili e ostentate della nostra società abbia finito per infettare anche le cose belle.
La crisi governativa ed economica in cui versa l'Italia restituisce la misura becera di quei mostri in doppiopetto che non temono il tracollo né la prostrazione, abituati a transitare da una parte all'altra degli schieramenti, senza vergogna. La rabbia e lo sgomento sono delle persone comuni, appartengono a quei padri di famiglia che lo Stato vede solo quando sparano sui loro simili. Il cannibalismo dell'uomo che uccide un altro uomo è l'unico modo per farsi notare e la disperazione rappresenta un elemento probatorio per dimostrare che lo Stato è colpevole di fronte a certe anomalie. E allora, ecco che l'abbandono diventa follia, depressione o qualunque altro sintomo che non faccia pensare alla superficialità delle istituzioni.
A dispetto di ogni triste presagio, si continuano a monitorare le oscillazioni della borsa, prodiga con i grandi investitori, insensibile e sterile con la gente comune. La cronaca indegna, quella che sbava dietro le cazzate, trasmette l'ennesimo servizio sul vestito che indosserà Ruby Rubacuori, quando sarà chiamata a deporre. Uno stuolo di cameraman la insegue persino in bagno, offrendole l'opportunità per l'ultima battuta sulle sue mutande. Mentre il resto della nazione s'interroga su processi già fatti, chiedendosi se sia giusto o sbagliato dare sette anni di carcere e l'interdizione a un Presidente del Consiglio che emulava il bunga bunga, ispirato da un dittatore libico, i fatti importanti sono messi in secondo piano, diventano brulichio, minutaglia.
Questa discrezione favorisce il complotto e intanto che i giornalisti favoleggiano sull'ultima provocazione, lanciata ai loro piedi come un osso, da parte di chi è abituato a fare miracoli nelle aule di tribunale, piuttosto che negli antichi templi, nessuno si accorge delle spartizioni in atto all'interno della Pubblica Istruzione, riguardo a 355 posti messi a bando in Lombardia, per futuri Dirigenti Scolastici.
Negli accordi siglati dalle forze politiche c'è sempre uno spostamento di grandi capitali, anche di beni mobili e immobili, finalizzati a sancire nuove e vecchie alleanze.
Pure il concorso da Dirigenti, quello bandito, espletato e bloccato nel corso di un anno, è stato oggetto di contesa tra forze politiche, intente a esibire i muscoli.
Stiamo certamente parlando di un'altra trattativa che, come quella ben più nota, dove sono coinvolte figure istituzionali di rilievo, ha perseguito identiche finalità: sistemare gli esclusi di un'alleanza politica, vicini all'ex Ministro dell'Istruzione Giuseppe Fiorioni, per escludere i vincitori del concorso, quelli che le prove le hanno sostenute e superate tutte.
Il bando riteneva idonei tutti quelli che negli scritti avessero riportato un punteggio non inferiore a 21/30. Questa logica è stata presto contraddetta nel momento in cui finanche i bocciati con un punteggio pari a 8/30 e addirittura 3/30 hanno potuto presentare ricorso al T.A.R.
La natura pubblica del concorso e le leggi sulla trasparenza dello stesso hanno fatto sì che dei vincitori, come degli esclusi, fosse pubblicato il nome, il cognome e il voto. Fa un certo effetto, quindi, vedere tra i canditati non idonei il Provveditore di Pavia, Giuseppe Bonelli e l'On. del Partito Democratico Alessandra Siragusa.
Lo stupore sulle reali capacità di queste persone è destinato a crescere in considerazione del fatto che nemmeno la loro appartenenza politica e quindi la possibilità di servirsi di una forte raccomandazione li abbia portati al raggiungimento di un voto utile per l'idoneità. È, invece, di cattivo gusto la scelta del Direttore generale dell' U. S. R. Lombardia Francesco De Sanctis che ha riconfermato il ruolo di Giuseppe Bonelli, quale Provveditore di Lodi e Pavia, fino al 2014. Il signor Bonelli non ha le competenze, tantomeno la preparazione per fare il Dirigente scolastico, però la sua persona risponde ai prerequisiti per essere Provveditore di ben due province. Non bisogna mai giudicare l'apparenza.
Forse il Dott. De Sanctis deve delle scuse a quegli idonei che nel mese di marzo incontrò nell' I.T.C.S. Schiapparelli di Milano. Prometteva una grande festa, senza prendere minimamente in considerazione l'ipotesi di una resa davanti ai ricorrenti. Non solo sbagliava i suoi pronostici, ma con la nomina di Giuseppe Bonelli fino al 2014 dimostra che anche lui è servo di qualcuno.
Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa una volta disse: "Finché una tessera di partito conterà più dello Stato, non si riuscirà mai a vincere la mafia".
Suscita ribrezzo tanta ignoranza, ma disgusta ancor più leggere i tristi proclami di un manipolo d'inetti che pubblica demenzialità sulle pagine del sito Mininterno.
Quella dei piccioni che avrebbero dovuto scacazzare sulle teste degli idonei era puerile e degna delle menti inabili dei riformati, ma là dove i centouno ricorrenti hanno toccato il fondo è stato nella forzata similitudine tra le pettorine dei vincitori del concorso, scesi in piazza per protestare, e quelle imposte ai prigionieri di Al Qa-eda.
Agli idonei del concorso, il signor Diego Terranova consigliava "un bel viaggio in aereo: pilotato so io da chi… eh, eh, eh!".
Questo coglione confonde al-Qaida con Guantanamo. Già basta per restituire la misura culturale del Dirigente o aspirante tale, ma è l'impreparazione morale e culturale di questi cani sciolti a renderli inadeguati in un ambiente che farebbe da misuratore a tanta pochezza.
Le alchimie del Dott. Colosio hanno da sempre favorito il gruppo dei respinti, forse perché tra essi c'erano nomi importanti che non potevano rischiare l'esclusione solo per colpa della loro incapacità, e così ai vincitori del concorso per Dirigenti non è stato permesso inoltrare ricorso, subito, quando anche le persone comuni è sembrato chiaro che la trasparenza di una busta, uguale dappertutto, fosse solo una scusa per mascherare un complotto partitico e mafioso.
Già nel mese di luglio i trombati (così il gruppo dei bocciati chiama i vincitori del concorso) aspettavano una perizia da parte dei tecnici del Ministero, perché le buste contenenti le prove d'esame sono trasparenti "ictu oculi" e questa eccezionalità avrebbe permesso ai commissari di scegliere chi far passare e chi no. Per fortuna il fornitore della busta incriminata è lo stesso in tutte le regioni d'Italia, con la differenza però che i candidati Bonelli e Siragusa concorrevano in Lombardia e non altrove.
Con la tecnologia che avanza, l'infinità di corrotti e corruttori presenti nel nostro Parlamento e l'entourage governativo intento a studiare la legge migliore per evitare i processi di chi delinque e presiede i meeting che hanno portato alle stragi di stato, c'era davvero bisogno di rischiare un concorso tanto atteso per una busta? Ritenuta "astrattamente trasparente". Quanti danni riesce a produrre un ossimoro così sbrigativo se messo nelle mani giuste.
Siccome il concetto di "ictu oculi" prevede la verifica di leggibilità, utilizzando la luce del sole o quella riflessa da una lampada da tavolo, non è forse più divertente, anziché verosimile, credere alla scenetta dove tutti i commissari alzano le buste al cielo per leggere l'anagrafica dei prescelti? Sembra una ritualità massonica, fuori luogo di questi tempi.
Il minuetto di responsabilità e colpe in merito al concorso per Dirigenti ha visto la parola "fine" ieri, 11 luglio 2013, dopo circa un anno.
Nei continui rimandi di autopsie e indagini probatorie intorno a una busta, risultata già compatibile con le percentuali di opacità (90/100) necessarie a detenere il segreto epistolare e quindi anche la custodia di atti concorsuali, com'era prevedibile, il Consiglio di stato e i suoi "saggi" hanno dato ragione ai ricorrenti, candidati come il Provveditore di Lodi e Pavia che nella prova scritta aveva preso 3/21, soggetti come il signor Diego Terranova, che da domani chiameremo Preside.
Questa Repubblica delle banane non si smentisce mai: il contenitore ha vinto sui contenuti, ecco perché il Dott. Bonelli, pur avendo una faccia da scemo (l'esito delle prove conferma l'asserzione), è stato rinominato Provveditore di Pavia e Lodi.
I luoghi comuni non devono più costituire offesa per noi italiani, siamo veramente il paese dei balocchi ed è una vergogna.
L'accesso agli atti da parte dei ricorrenti prevedeva la consultazione delle prove e non la verifica delle buste. Com'è possibile che la riservatezza di certi documenti sia finita nelle mani degli avvocati dei centouno esclusi?
La responsabilità è da ricercarsi anche in qualche membro dimissionario di una commissione valutatrice, come il Preside D'Elia, delatore e confidente dell'avvocato Baroni, pure quest'ultimo affiliato al Partito Democratico.
La sentenza uscita in questi giorni a favore dei ricorrenti somiglia tanto al "papello" che il Sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, aveva stilato con i capi mandamento di Corleone.
Tutta una battaglia legale, improntata sulla trasparenza delle buste in uso nella regione Lombardia, per ridursi a chiedere una metodologia di ri-correzione che ha come unico scopo quello di recuperare i candidati esclusi durante le varie prove.
Le buste dovranno assicurare il perfetto anonimato, però a imbustare i cartellini ci devono essere dei Dirigenti di prima fascia, scelti, appositamente, per favorire la prova dei "ciucci", come li ha definiti il Dott. Federico Basilica, membro dell'avvocatura di stato. Sembra tutto molto facoltativo, tanto che la serietà di un concorso somiglia di più a una grande buffonata, certamente la veste formale per proteggere e garantire i candidati mediocri, ma anche un modo per sdoganare il meccanismo della raccomandazione.
Forse si riuscirà ancora una volta a trovare un sotterfugio, una complicità che favorisca la deprecabile semenza di certi ignoranti, ma un tre a un Provveditore rimane comunque una morchia indelebile.
L'esodo migratorio registrato in questi ultimi anni, da parte di quelli che lasciano l'Italia per andarsene all'estero, scaturisce proprio dai favoritismi imposti dalla politica e dalle contiguità degli stessi politici con il mondo mafioso.
È una vergogna che si debba scendere a patti anche per un concorso legato alla scuola. Saremo sempre il fanalino di coda di stati evoluti dove il merito e le competenze prevalgono sui vincoli parentali e le amicizie influenti.
Quali sono i valori etici e morali che i docenti debbano offrire ai propri allievi, se le istituzioni per prima tradiscono la cultura di una nazione che ha lottato per progredire.
Permane una grande delusione la cui sintesi riporta alle parole di Giorgio Gaber: "Io non mi sento italiano, ma per fortuna o per forza lo sono".



                                                                                                                                               Didimo Chierico


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