Elenco in ordine alfabetico delle domande di Diritto dell'esecuzione penale
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- I c.d. ricorrenti sono: I soggetti detenuti o non detenuti che debbono essere giudicati dalla Corte di Cassazione
- I commi 4-bis, 4-ter e 4-quater, art. 656, c.p.p. (Esecuzione delle pene detentive): Onerano l'ufficio del pubblico ministero di una preventiva valutazione in ordine alla possibilità che al condannato siano riconosciute le detrazioni di pena previste per la liberazione anticipata di cui all'art. 54, Ord. Penit
- I criteri indicati nell'art. 657 c.p.p. costituiscono per il P.M., una guida per assumere le proprie determinazioni e fissare un residuo di pena conforme alla situazione dell'individuo condannato. Quale delle seguenti indicazioni sono conformi al dettato del suddetto articolo? Il P.M., nel determinare la pena detentiva da eseguire, computa il periodo di pena detentiva espiata per un reato diverso, quando la relativa condanna è stata revocata, quando per il reato è stata concessa amnistia o quando è stato concesso indulto, nei limiti dello stesso
- I criteri indicati nell'art. 657 c.p.p., costituiscono per il P.M., una guida per assumere le proprie determinazioni e fissare un residuo di pena conforme alla situazione dell'individuo condannato. Tali determinazioni: Sono assunte con "decreto", che deve essere notificato al condannato e al suo difensore
- I detenuti c.d. appellanti sono in attesa del giudizio: Di secondo grado
- I detenuti c.d. ricorrenti sono in attesa del giudizio: Di terzo grado
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, le informazioni complete sul proprio stato di salute all'atto dell'ingresso in carcere sono assicurate: Dal servizio sanitario nazionale
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, le informazioni complete sul proprio stato di salute durante il periodo di detenzione sono assicurate: Dal servizio sanitario nazionale
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, le informazioni complete sul proprio stato di salute all'atto della dimissione in libertà sono assicurate: Dal servizio sanitario nazionale
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, gli interventi di prevenzione, cura e sostegno del disagio psichico e sociale sono assicurate: Dal servizio sanitario nazionale
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, i livelli di prestazioni analoghi a quelli garantiti ai cittadini liberi sono assicurati: Dal servizio sanitario nazionale
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, l'assistenza sanitaria della gravidanza e della maternità, anche attraverso il potenziamento dei servizi di informazione e dei consultori, nonché appropriate, efficaci ed essenziali prestazioni di prevenzione, diagnosi precoce e cura alle donne detenute o internate è assicurata: Dal servizio sanitario nazionale
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, l'assistenza pediatrica e i servizi di puericultura idonei ad evitare ogni pregiudizio, limite o discriminazione alla equilibrata crescita o allo sviluppo della personalità, in ragione dell'ambiente di vita e di relazione sociale, ai figli delle donne detenute o internate che durante la prima infanzia convivono con le madri negli istituti penitenziari è assicurata: Dal servizio sanitario nazionale
- I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci, tempestive ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. A norma del disposto di cui all'art. 1, D.Lgs. n. 230/1999, le azioni di protezione, di informazione e di educazione ai fini dello sviluppo della responsabilità individuale e collettiva in materia di salute sono assicurate: Dal servizio sanitario nazionale
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Non sono da considerarsi una misura di trattamento
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Hanno durata massima di cinque giorni oltre al tempo occorrente per raggiungere il luogo dove il detenuto deve recarsi
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Possono essere concessi a tutti coloro che si trovano nell'istituto penitenziario a prescindere dalla condotta intramuraria, dalla pericolosità sociale, dal reato commesso o dalla pena inflitta
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Sono concessi prescindendo da ogni valutazione sul comportamento dell'interessato
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Sono concessi dal magistrato di sorveglianza per i condannati e gli internati
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Possono essere concessi agli internati, ai condannati e agli imputati
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Sono concessi dall'autorità giudiziaria per gli imputati
- I permessi di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit.: Sono concessi in presenza di tre requisiti: eccezionalità della concessione, particolare gravità dell'evento, idoneità ad incidere nella vicenda familiare del detenuto
- I permessi premio di cui all'art. 30-ter, Ord. Penit., possono essere concessi ai ricorrenti? No, tali permessi possono essere concessi solo ai condannati
- I permessi premio, di cui all'art. 30-ter, Ord. Penit.: Possono essere concessi soltanto ai condannati
- I permessi previsti all'art. 30, Ord. Penit., hanno una durata massima di cinque giorni: Oltre al tempo necessario per raggiungere il luogo dove il detenuto o l'internato deve recarsi
- I permessi previsti all'art. 30, Ord. Penit., hanno una durata massima di: Cinque giorni, oltre al tempo necessario per raggiungere il luogo dove il detenuto o l'internato deve recarsi
- I reclusi sono i detenuti condannati: Alla pena della reclusione da quindici giorni a ventiquattro anni
- I soggetti detenuti o non detenuti che debbono essere giudicati dalla Corte di Cassazione per lo stesso reato per il quale sono stati giudicati e condannati sono i c.d.: Ricorrenti
- I soggetti detenuti o non detenuti per i quali è intervenuta una sentenza di condanna e che sono in attesa del secondo grado di giudizio corrispondono a: Appellanti
- I termini irreperibilità e latitanza sono sinonimi? No, con irreperibilità si identifica una situazione ove l'autorità giudiziaria ignora totalmente il luogo dove abita il ricercato, mentre la latitanza implica la volontà dell'agente di sottrarsi alla cattura, trattandosi quindi di una irreperibilità voluta
- Il beneficio del permesso premio, concesso ai condannati che hanno tenuto regolare condotta, e che non risultano socialmente pericolosi, è concesso (art. 30-ter, Ord, Penit.): Dal magistrato di sorveglianza
- Il beneficio di cui alla legge l. n. 199/2010 (detenzione domiciliare per pene non superiori a 18 mesi): Non si applica ai detenuti che sono sottoposti al regime di sorveglianza particolare, ai sensi dell'art. 14-bis, Ord. Penit
- Il beneficio di cui alla legge l. n. 199/2010 (detenzione domiciliare per pene non superiori a 18 mesi): Non si applica ai delinquenti abituali, professionali o per tendenza, ai sensi degli artt. 102, 105 e 108, c.p.
- Il beneficio di cui alla legge l. n. 199/2010 (detenzione domiciliare per pene non superiori a 18 mesi): Non si applica quando non sussista l'idoneità e l'effettività del domicilio anche in funzione delle esigenze di tutela delle persone offese dal reato
- Il beneficio di cui alla legge l. n. 199/2010 (detenzione domiciliare per pene non superiori a 18 mesi): Non si applica ai soggetti condannati per taluno dei delitti indicati dall'art. 4-bis, Ord. Penit
- Il beneficio di cui alla legge l. n. 199/2010 (detenzione domiciliare per pene non superiori a 18 mesi): Non si applica quando sussistono specifiche e motivate ragioni per ritenere che il condannato possa commettere altri delitti
- Il beneficio di cui alla legge l. n. 199/2010 (detenzione domiciliare per pene non superiori a 18 mesi): Non si applica quando vi è la concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga
- Il beneficio di cui all'art. 47-quinquies, Ord. Penit., come emendato dalla Corte Costituzionale: Trova applicazione anche nel caso di figli affetti da una disabilità totalmente invalidante
- Il beneficio di cui all'art. 47-quinquies, Ord. Penit.: Può essere concesso quando non ricorrono le condizioni di cui all'art. 47 Ter O.P.
- Il beneficio di cui all'art. 47-quinquies, Ord. Penit.: Richiede una previa indagine sulla pericolosità del soggetto e sulla effettiva possibilità di ripristinare la convivenza con i figli
- Il beneficio di cui all'art. 47-quinquies, Ord. Penit.: Ha lo scopo di tutelare la categoria delle madri condannate o dei padri (in alcune condizioni) con figli conviventi di età inferiore a 10 anni
- Il beneficio di cui all'art. 47-quinquies, Ord. Penit.: Può essere concesso quando non vi sia un concreto pericolo di fuga o di commissione di ulteriori delitti
- Il co. 1, art. 47-ter, Ord. Penit., prevede cinque categorie di soggetti beneficiari della detenzione domiciliare che può essere applicata nei confronti dei condannati che devono espiare una pena non superiore a 4 anni, anche se costituente parte residua di una pena più ampia. È una della cinque categorie indicate: Persona in condizioni di salute particolarmente gravi, che richiedano costanti contatti con i presidi sanitari territoriali
- Il co. 1, art. 47-ter, Ord. Penit., prevede cinque categorie di soggetti beneficiari della detenzione domiciliare che può essere applicata nei confronti dei condannati che devono espiare una pena non superiore a 4 anni, anche se costituente parte residua di una pena più ampia. È una della cinque categorie indicate: Persona minore di anni ventuno per comprovate esigenze di salute
- Il co. 1, art. 47-ter, Ord. Penit., prevede cinque categorie di soggetti beneficiari della detenzione domiciliare che può essere applicata nei confronti dei condannati che devono espiare una pena non superiore a 4 anni, anche se costituente parte residua di una pena più ampia. È una della cinque categorie indicate: Padre esercente la potestà, di prole di età inferiore ad anni 10 con lui convivente, quando la madre sia deceduta o altrimenti assolutamente impossibilitata a dare assistenza alla prole
- Il co. 1, art. 47-ter, Ord. Penit., prevede cinque categorie di soggetti beneficiari della detenzione domiciliare che può essere applicata nei confronti dei condannati che devono espiare una pena non superiore a 4 anni, anche se costituente parte residua di una pena più ampia. È una della cinque categorie indicate: Persona di età superiore a sessanta anni, se inabile anche parzialmente
- Il co. 1, art. 47-ter, Ord. Penit., prevede cinque categorie di soggetti beneficiari della detenzione domiciliare che può essere applicata nei confronti dei condannati che devono espiare una pena non superiore a 4 anni, anche se costituente parte residua di una pena più ampia. È una della cinque categorie indicate: Donna incinta o madre di prole di età inferiore a 10 anni con lei convivente
- Il co. 1, art. 50, Ord. Penit., disciplina la semilibertà per pene brevi riservate ai condannati: Alla pena dell'arresto e della reclusione non superiore a sei mesi, se il condannato non è affidato in prova al servizio sociale
- Il co. 1, art. 97, Reg. Ord. Penit., dispone che il condannato libero ammesso all'affidamento in prova al servizio sociale si debba presentare entro dieci giorni davanti al direttore dell'Uepe per la sottoscrizione del verbale e per l'esecuzione della prova, a pena della revoca della misura, salvo che risulti l'esistenza di fondate ragioni per il ritardo. Chi provvede in via definitiva alla revoca della misura (co. 2, art. 97, Reg. Ord. Penit.)? Il tribunale di sorveglianza
- Il co. 3, art. 77, Reg. Ord. Penit., prevede che, salvo che alcune infrazioni non siano commesse nel termine di tre mesi dalla commissione di una precedente infrazione della stessa natura, per alcune sanzioni commesse da detenuti o internati non può essere inflitta l'esclusione dalle attività in comune. Tra dette sanzioni rientra: Volontario inadempimento di obblighi lavorativi
- Il co. 3, art. 77, Reg. Ord. Penit., prevede che, salvo che alcune infrazioni non siano commesse nel termine di tre mesi dalla commissione di una precedente infrazione della stessa natura, per alcune sanzioni commesse da detenuti o internati non può essere inflitta l'esclusione dalle attività in comune. Tra dette sanzioni rientra: Abbandono ingiustificato del posto assegnato
- Il co. 3, art. 77, Reg. Ord. Penit., prevede che, salvo che alcune infrazioni non siano commesse nel termine di tre mesi dalla commissione di una precedente infrazione della stessa natura, per alcune sanzioni commesse da detenuti o internati non può essere inflitta l'esclusione dalle attività in comune. Tra dette sanzioni rientra: Traffico di beni di cui è consentito il possesso
- Il condannato all'ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà (co. 5, art. 50, Ord. Penit.)? Sì, dopo aver espiato almeno venti anni di pena
- Il condannato per taluno dei delitti indicati ai commi 1, 1-ter e 1-quater, art. 4-bis, Ord. Penit., può essere ammesso al regime di semilibertà? Sì, dopo l'espiazione di almeno due terzi della pena
- Il decreto penale di condanna è irrevocabile (art. 648, c.p.p.): Quando è inutilmente decorso il termine per proporre opposizione
- Il latitante cessa di essere tale: Tra l'altro quando le misure cautelari hanno perso la loro efficacia non essendo queste perpetue
- Il libro IV del c.p.p. indica tra le misure cautelari personali interdittive: Il divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali
- Il libro IV del c.p.p. indica tra le misure cautelari personali interdittive: La sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio
- Il libro IV, c.p.p. indica, tra le misure cautelari personali coercitive: Divieto e obbligo di dimora (art. 283)
- Il libro IV, c.p.p. indica, tra le misure cautelari personali coercitive: Custodia cautelare in istituto a custodia attenuata per detenute madri (art. 285-bis)
- Il P.M. computa il periodo di pena detentiva espiata per un reato diverso, quando la relativa condanna è stata revocata? Sì, lo prevede espressamente l'art. 657 c.p.p.
- Il P.M. computa il periodo di pena detentiva espiata per un reato diverso, quando per il reato è stata concessa amnistia? Sì, lo prevede espressamente l'art. 657 c.p.p.
- Il P.M. computa il periodo di pena detentiva espiata per un reato diverso, quando per il reato è stato concesso indulto? Sì, nei limiti dello stesso, per espressa previsione di cui all'art. 657 c.p.p.
- Il P.M., nel determinare la pena detentiva da eseguire, computa il periodo di custodia cautelare subita per lo stesso o per altro reato, anche se la custodia è ancora in corso (art. 657 c.p.p.). In tal caso, il condannato può chiedere al P.M. che i periodi di custodia cautelare e di pena detentiva espiata, operato il ragguaglio, siano computati per la determinazione della pena pecuniaria? Sì, può chiedere che siano computati per la determinazione della pena pecuniaria o della sanzione sostitutiva da eseguire
- Il P.M., nel determinare la pena detentiva da eseguire, computa il periodo di custodia cautelare subita per lo stesso o per altro reato, anche se la custodia è ancora in corso (art. 657 c.p.p.). In caso di applicazione provvisoria di una misura di sicurezza detentiva procede allo stesso modo? Sì, se questa non è stata applicata definitivamente
- Il P.M., nel determinare la pena detentiva da eseguire, computa il periodo di custodia cautelare subita per lo stesso o per altro reato, anche se la custodia è ancora in corso (art. 657 c.p.p.). In tal caso, il condannato può chiedere al P.M. che i periodi di custodia cautelare e di pena detentiva espiata, operato il ragguaglio, siano computati per la determinazione della sanzione sostitutiva da eseguire? Sì, può chiedere che siano computati per la determinazione della pena pecuniaria o della sanzione sostitutiva da eseguire
- Il permesso di necessità di cui all'art. 30, Ord. Penit., può essere concesso se dagli accertamenti sulla pericolosità o da altri validi strumenti di apprezzamento emergono elementi che possano far presumere il mancato rientro spontaneo in istituto o la perpetrazione di altri reati del richiedente? Sì, il permesso di necessità è concesso a prescindere dal comportamento o da altre valutazioni
- Il Presidente del tribunale di sorveglianza esercita le funzioni di magistrato di sorveglianza e proprie funzioni nella sua veste di presidente. Svolge una funzione nella sua veste di presidente quando: Dispone le applicazioni dei magistrati e del personale amministrativo nell'ambito dei vari uffici di sorveglianza nei casi di assenza, impedimento o urgenti necessità di servizio
- Il Presidente del tribunale di sorveglianza esercita le funzioni di magistrato di sorveglianza e proprie funzioni nella sua veste di presidente. Svolge una funzione nella sua veste di presidente quando: Propone al Consiglio superiore della magistratura la nomina degli esperti effettivi o supplenti componenti del tribunale di sorveglianza e compila le tabelle per gli emolumenti loro spettanti
- Il Presidente del tribunale di sorveglianza esercita le funzioni di magistrato di sorveglianza e proprie funzioni nella sua veste di presidente. Svolge una funzione nella sua veste di presidente quando: Richiede al Presidente della Corte di appello l'assegnazione temporanea di altro magistrato in sostituzione del magistrato di sorveglianza mancante o impedito
- Il Presidente del tribunale di sorveglianza esercita le funzioni di magistrato di sorveglianza e proprie funzioni nella sua veste di presidente. Svolge una funzione nella sua veste di presidente quando: Organizza e dirige le attività del tribunale di sorveglianza
- Il Presidente del tribunale di sorveglianza esercita le funzioni di magistrato di sorveglianza e proprie funzioni nella sua veste di presidente. Svolge una funzione nella sua veste di presidente quando: Coordina l'attività degli uffici di sorveglianza compresi nella giurisdizione del tribunale, limitatamente ai profili relativi al disbrigo degli affari di competenza del tribunale
- Il provvedimento del magistrato di sorveglianza di diniego o concessione del permesso premio ai condannati è soggetto a reclamo (art. 30-ter, Ord. Penit)? Sì, il reclamo può essere presentato in caso di diniego dal detenuto o dal suo difensore, nel caso di concessione dal pubblico ministero
- Il regolamento interno di ciascun istituto penitenziario costituisce una vera e propria fonte normativa, subordinata al Ord. Penit. e al Reg. Ord. Penit. A norma del disposto di cui al co. 2, art. 36, Reg. Ord. Penit, il Regolamento disciplina obbligatoriamente: Gli orari relativi all'organizzazione della vita quotidiana della popolazione detenuta o internata
- Il regolamento interno di ciascun istituto penitenziario costituisce una vera e propria fonte normativa, subordinata al Ord. Penit. e al Reg. Ord. Penit. A norma del disposto di cui al co. 2, art. 36, Reg. Ord. Penit, il Regolamento disciplina obbligatoriamente: Gli orari di apertura e di chiusura degli istituti
- Il regolamento interno di ciascun istituto penitenziario costituisce una vera e propria fonte normativa, subordinata al Ord. Penit. e al Reg. Ord. Penit. A norma del disposto di cui al co. 2, art. 36, Reg. Ord. Penit, il Regolamento disciplina obbligatoriamente: Gli orari di permanenza nei locali comuni e gli orari, i turni e le modalità di permanenza all'aperto
- Il regolamento interno di ciascun istituto penitenziario costituisce una vera e propria fonte normativa, subordinata al Ord. Penit. e al Reg. Ord. Penit. A norma del disposto di cui al co. 2, art. 36, Reg. Ord. Penit, il Regolamento disciplina obbligatoriamente: I tempi e le modalità particolari per i colloqui e la corrispondenza anche telefonica
- Il regolamento interno di ciascun istituto penitenziario costituisce una vera e propria fonte normativa, subordinata al Ord. Penit. e al Reg. Ord. Penit. A norma del disposto di cui al co. 2, art. 36, Reg. Ord. Penit, il Regolamento disciplina obbligatoriamente: Le modalità relative allo svolgimento dei vari servizi predisposti per i detenuti e per gli internati
- Il servizio nazionale sanitario è tenuto a garantire quotidianamente visite dei detenuti ammalati e di quelli che ne fanno richiesta quando risulta necessaria in base a criteri di appropriatezza clinica? Sì, per espressa previsione di cui al co. 8, art. 11, Ord. Penit
- Il sistema processuale dell'esecuzione penale attribuisce al P.M. una funzione requirente? Sì, nei casi dell'art. 655, co. 2, c.p.p., quando propone le sue richieste al giudice competente e interviene in tutti i procedimenti di esecuzione
- In ambito processuale penale, gli arresti domiciliari sono una misura (art. 284, c.p.p.): Coercitiva
- In ambito processuale penale, il divieto e l'obbligo di dimora è una misura (art. 283, c.p.p.): Coercitiva
- In ambito processuale penale, la sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio è una misura (art. 289, c.p.p.): Interdittiva
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: Ai detenuti e agli internati è consentito l'acquisto, a proprie spese, di generi alimentari e di conforto, entro i limiti fissati dal regolamento
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: Ai detenuti che ne fanno richiesta è garantita, ove possibile, un'alimentazione rispettosa del loro credo religioso
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: La qualità e i prezzi dei generi venduti nell'istituto sono controllati dalla rappresentanza dei detenuti o degli internati, integrata da un delegato del direttore, scelto tra il personale civile dell'istituto
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: I prezzi dei generi venduti nell'istituto non possono essere superiori a quelli comunemente praticati nel luogo in cui è sito l'istituto
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: La quantità e la qualità del vitto giornaliero sono determinate da apposite tabelle approvate con decreto ministeriale
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: La vendita dei generi alimentari o di conforto deve essere affidata di regola a spacci gestiti direttamente dall'amministrazione carceraria o da imprese che esercitano la vendita a prezzi controllati dall'autorità comunale
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: Ai detenuti e agli internati è assicurata un'alimentazione sana e sufficiente, adeguata all'età, al sesso, allo stato di salute, al lavoro, alla stagione, al clima
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: I detenuti e gli internati devono avere sempre a disposizione acqua potabile
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: Il vitto è somministrato, di regola, in locali all'uopo destinati
- In materia di "alimentazione" l'art. 9, Ord. Penit. dispone, tra l'altro, che: Il servizio di vettovagliamento è di regola gestito direttamente dall'amministrazione penitenziaria
- In quale dei seguenti casi trova applicazione l'art. 657-bis, c.p.p., che prevede che il pubblico ministero, nel determinare la pena da eseguire, detrae un periodo corrispondente a quello della prova eseguita, ai fini della detrazione, tre giorni di prova sono equiparati a un giorno di reclusione o di arresto, ovvero a 250 euro di multa o di ammenda? In caso di revoca o di esito negativo della messa alla prova
- In quale delle seguenti ipotesi, espressamente previste all'art. 39, Ord. Penit., l'esecuzione della sanzione della esclusione dalle attività in comune applicata è sospesa? Donne gestanti e puerpere fino a sei mesi
- In quale delle seguenti ipotesi, espressamente previste all'art. 39, Ord. Penit., l'esecuzione della sanzione della esclusione dalle attività in comune applicata è sospesa? Madri che allattino la propria prole fino ad un anno
- In relazione alla misura del divieto e obbligo di dimora previsto dall'art. 283 del c.p.p., è corretto affermare che: Il divieto deve essere armonizzato con le esigenze di alloggio, di lavoro e di assistenza dell'imputato, sulle quali prevalgono, in caso di incompatibilità, le esigenze cautelari
- Indicare quale tra i seguenti soggetti può essere ammesso alla detenzione domiciliare speciale di cui all'art. 47-quinquies legge 354/1975. Madre di bambini di età inferiore ad anni dieci, con lei conviventi, che abbia espiato quindici anni in caso di condanna all'ergastolo
- Indicare quale tra i seguenti soggetti può essere ammesso alla detenzione domiciliare speciale di cui all'art. 47-quinquies, Ord. Penit. Madre di bambini di età inferiore ad anni dieci, con lei conviventi che abbia espiato un terzo della pena
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni è consona a quanto dispone l'art. 54, Ord. Penit., circa la liberazione anticipata. La condanna per delitto non colposo commesso nel corso dell'esecuzione successivamente alla concessione del beneficio ne comporta la revoca
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni è consona a quanto dispone l'art. 54, Ord. Penit., circa la liberazione anticipata. Al fine del computo della detrazione è valutato anche il periodo trascorso in stato di custodia cautelare
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni è consona a quanto dispone l'art. 54, Ord. Penit., circa la liberazione anticipata. Al fine del computo della detrazione è valutato anche il periodo trascorso in stato di detenzione domiciliare
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni è consona a quanto dispone l'art. 54, Ord. Penit., circa la liberazione anticipata. È concessa al condannato a pena detentiva che ha dato prova di partecipazione all'opera di rieducazione, quale riconoscimento di tale partecipazione, e ai fini del suo più efficace reinserimento nella società
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni è consona a quanto dispone l'art. 54, Ord. Penit., circa la liberazione anticipata. Consiste nella detrazione di 45 giorni ogni semestre di pena espiata in buona condotta
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni sul disposto di cui all'art. 16, Ord. Penit. e all'art. 36, Reg. Ord. Penit., è consona a quanto dispongono in merito i citati articoli. Il regolamento di ciascun istituto è predisposto e modificato da una commissione presieduta dal magistrato di sorveglianza
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni sul disposto di cui all'art. 16, Ord. Penit. e all'art. 36, Reg. Ord. Penit., è consona a quanto dispongono in merito i citati articoli. Nel caso di direttive sopravvenute, le norme del regolamento interno di ciascun istituto non conformi ad esse, cessano di avere applicazione e devono essere modificate dalla commissione, per uniformarle alle direttive medesime, entro venti giorni dal loro ricevimento
- Indicare quale tra le seguenti affermazioni sul disposto di cui all'art. 16, Ord. Penit. e all'art. 36, Reg. Ord. Penit., è consona a quanto dispongono in merito i citati articoli. La commissione incaricata di provvedere sul regolamento di ciascun istituto può avvalersi di professionisti esperti in psicologia, servizio sociale, pedagogia, psichiatria e criminologia clinica, ecc