Elenco in ordine alfabetico delle domande di Diritto penitenziario
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- I colloqui coi detenuti ed internati si svolgono nelle seguenti modalità: sotto il controllo a vista e non auditivo del personale di custodia
- I colloqui dei detenuti in regime dell'art. 41-bis: sono sottoposti a controllo auditivo ed a registrazione, previa motivata autorizzazione dell'autorità giudiziaria
- I colloqui dei detenuti: in assenza di ragioni sanitarie o di sicurezza avvengono senza mezzi divisori
- I condannati o internati a cui venga concesso il lavoro all'esterno devono avere la scorta? No, salvo che per motivi di sicurezza
- I consigli di aiuto sociale ex art. 74 Ord. penit. sono costituti: nel capoluogo di ciascun circondario
- I consigli di aiuto sociale, ai sensi dell'art. 74 Ord. penit.: hanno personalità giuridica e sono sottoposti alla vigilanza del Ministero della Giustizia e possono avvalersi del patrocinio dell'Avvocatura dello Stato
- I datori di lavoro dei detenuti ammessi al lavoro esterno: sono tenuti a versare la retribuzione dovuta al lavoratore alla direzione dell'Istituto, al netto delle ritenute di legge
- I detenuti che non lavorano all'aperto devono trascorrere al giorno all'aria aperta almeno: 2 ore
- I detenuti e gli internati possono esporre nella propria camera - o spazio di appartenenza nelle camere a più posti - immagini e simboli della propria confessione religiosa? Sì
- I detenuti e gli internati sono ammessi ad avere colloqui e corrispondenza con i congiunti? Sì
- I detenuti e gli internati, ai sensi dell'art. 26 della legge penitenziaria: hanno libertà di professare la propria fede religiosa, di istruirsi ad essa e di praticarne il culto
- I detenuti e gli internati, di norma, possono usufruire di: 6 colloqui al mese
- I detenuti possono essere ammessi a prestare la propria attività nell'ambito di progetti di pubblica utilità? Sì, a titolo volontario e gratuito
- I detenuti sono tenuti alla compartecipazione alla spesa delle prestazioni sanitarie erogate dal Servizio Sanitario Nazionale? No
- I minorenni: sono detenuti presso istituti di pena differenziati
- I permessi di necessità hanno, di norma, una durata massima di: 5 giorni, oltre al tempo necessario per raggiungere il luogo dove il detenuto o l'internato deve recarsi
- I rimedi di cui agli artt. 35 bis e 35 ter sono: complementari: è possibile proporre al Magistrato di Sorveglianza reclamo per interrompere la violazione ed al contempo chiedere il ristoro compensativo
- Il C.P.O.S.P. deve fornire informazioni al Magistrato o al Tribunale di sorveglianza in merito a: concreti elementi collegati alla criminalità organizzata
- Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti: è istituito nel quadro del Consiglio d'Europa
- Il condannato è punibile a norma del co. 1 dell'art. 385 c.p. (delitto di evasione) quando, nell'ipotesi di fruizione del regime di semilibertà: rimane assente dall'istituto senza giustificato motivo, per più di dodici ore
- Il condannato all'ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà? Sì, dopo aver espiato almeno 20 anni di pena
- Il condannato all'ergastolo può essere ammesso alla liberazione condizionale? Sì, se abbia scontato almeno 26 anni di pena
- Il condannato all'ergastolo, per ottenere il permesso premio, deve aver scontato almeno: 10 anni di pena
- Il condannato ammesso al regime di semilibertà è sottoposto, durante il periodo delle licenze, all'ulteriore regime della libertà vigilata? Sì, lo prevede espressamente l'art. 52 dell'Ord. penit.
- Il condannato che, essendo in stato di detenzione nella propria abitazione, se ne allontana: è punito ai sensi dell'art. 385 c.p.p.
- Il Consigliere regionale può visitare l'Istituto penitenziario senza alcuna autorizzazione? Sì
- Il corretto svolgimento della misura alternativa dell'affidamento in prova al servizio sociale: estingue la pena e ogni altro effetto penale
- Il D.A.P. è: il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria
- Il D.P.R. 30.06.2000 n° 230: approva il nuovo regolamento di esecuzione della L. 354/1975
- Il differimento temporaneo dell'esecuzione della pena è disposto dal: magistrato di Sorveglianza
- Il direttore può derogare ai criteri di assegnazione al lavoro fissati dall'organo preposto? Solo per specifiche ragioni di sicurezza
- Il Direttore, ai sensi dell'art. 80 comma 4 Ord. penit. si avvale dei professionisti esterni incaricati: ove necessario, per le attività di osservazione e trattamento
- Il lavoro all'interno dell'istituto ha un carattere: non afflittivo ed è remunerato
- Il lavoro all'interno dell'istituto: non è mai obbligatorio
- Il lavoro penitenziario è remunerato con un salario detto: mercede
- Il legislatore si è occupato del diritto penitenziario, per la prima volta: con la L. n. 354-1975
- Il Ministro della Giustizia ha il potere di impedire la prosecuzione del procedimento di grazia disposto dal Presidente della Repubblica? No
- Il Ministro della giustizia può decidere di non presentare la domanda di estradizione, quando la richiesta può pregiudicare la sovranità dello Stato? Sì
- Il permesso premio è ricollegabile ad un particolare evento: nessuno, ha una valenza premiale quale momento dell'attività trattamentale
- Il potere di impulso del procedimento di sorveglianza, ai sensi dell'art. 678 c.p.p., spetta a: pM; interessato; difensore; d'ufficio
- Il Presidente del Consiglio può visitare un istituto penitenziario? Sì, senza autorizzazione
- Il procedimento camerale per decidere sul reclamo avverso il provvedimento istitutivo del regime di sorveglianza particolare si svolge alla presenza di: difensore e PM
- Il procedimento del Giudice dell'Esecuzione è: il rito della Camera di consiglio con alcune varianti garantistiche
- Il procedimento disciplinare è improntato al principio: di legalità
- Il Procuratore Nazionale Antimafia può impedire che venga applicata la concessione delle misure alternative al detenuto che abbia commesso un delitto doloso? Sì, se comunica l'attualità dei collegamenti del detenuto con la criminalità organizzata
- Il programma di trattamento da applicare ai condannati che chiedono di essere ammessi all'affidamento in prova e alla detenzione domiciliare è proposto all'autorità giudiziaria: dall'UEPE
- Il programma individualizzato è formulato sulla base: di un'attenta osservazione della personalità
- Il programma individualizzato di trattamento: deve essere approvato con decreto dal Magistrato di Sorveglianza
- Il provvedimento che dispone il differimento facoltativo dell'esecuzione della pena: non può essere concesso se vi è il concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti
- Il provvedimento che dispone il regime carcerario differenziato ex art. 41 bis Ord. penit. ha durata pari a: quattro anni ed è prorogabile nelle stesse forme ogni due anni
- Il provvedimento che dispone il regime di sorveglianza particolare: è reclamabile dinanzi al Tribunale di Sorveglianza, entro 10 giorni dalla comunicazione del provvedimento
- Il provvedimento di ammissione al lavoro esterno del detenuto: compete al Direttore del carcere ed è approvato dal Magistrato di sorveglianza
- Il provvedimento di sospensione di una misura alternativa alla detenzione perde efficacia se: la decisione del tribunale non interviene entro 30 giorni dalla ricezione degli atti
- Il provvedimento ex art. 41-bis, comma 2, L. 354/1975 ha inizialmente durata di: 4 anni
- Il provvedimento istitutivo del regime di sorveglianza particolare può essere prorogato? Sì, dall'Amministrazione Penitenziaria previo Parere del Consiglio di Disciplina
- Il provvedimento limitativo della corrispondenza è reclamabile dall'interessato? Sì, entro 10 giorni al Tribunale di Sorveglianza ovvero, se si tratta di imputati, al Tribunale nel cui circondario ha sede il giudice che ha emesso il provvedimento;
- Il provvedimento restrittivo della libertà in tema di corrispondenza epistolare, in caso di detenuti ed internati, è adottato: dal Magistrato di Sorveglianza
- Il provvedimento restrittivo della libertà in tema di corrispondenza epistolare, nei confronti degli imputati, è adottato: dall'Autorità Giudiziaria procedente e, se si tratta di un Tribunale collegiale, dal Presidente del Collegio o della Corte di Assise
- Il reclamo avverso il provvedimento che dispone o proroga il regime di sorveglianza particolare: non sospende l'esecuzione del provvedimento
- Il regime di cui all'art. 41-bis. Comma 2, L. 354/1975 è disposto: dal Ministro della Giustizia
- Il regime di semilibertà: è disposto con ordinanza del tribunale di sorveglianza
- Il regime di sorveglianza particolare è imposto: con provvedimento motivato del Capo del DAP
- Il regime di sorveglianza particolare ha natura: preventiva
- Il regime di sorveglianza particolare può essere disposto: in caso di necessità ed urgenza ed in via provvisoria, prima dei pareri del Consiglio di Disciplina, che devono comunque essere acquisiti entro dieci giorni
- Il regolamento di esecuzione della legge sull'ordinamento penitenziario è il: d.P.R. 230/2000
- Il Regolamento interno o di istituto: regola le modalità del trattamento dei detenuti e l'organizzazione interna di ogni istituto
- Il Regolamento interno o di istituto: deve essere approvato dal Ministero di Giustizia
- Il tempo trascorso in semilibertà è considerato alla stregua dell'effettiva espiazione della pena in carcere? Sì, è equiparata alla detenzione
- Il Tribunale di Sorveglianza, ai sensi dell'art. 70 co. 5 Ord. penit. è composto da: quattro membri, due magistrati togati e due esperti in psicologia, psichiatria, criminologia clinica nominati dal Consiglio superiore della magistratura
- Il tribunale di sorveglianza, in caso di reclamo avverso il provvedimento istitutivo del regime di sorveglianza particolare, entro quanti giorni deve provvedere con ordinanza? 10 dalla ricezione del reclamo
- In assenza degli specifici presupposti di cui all'art. 50, comma 2, L. 354/1975, può essere espiata in regime di semilibertà: la pena dell'arresto e la pena della reclusione non superiore a sei mesi
- In assenza di proroghe, quanto può durare il regime di sorveglianza particolare dei condannati? 6 mesi
- In caso di applicazione di una misura alternativa alla detenzione, sono eseguite anche le misure accessorie? Sì, salvo che il giudice che ha concesso la misura, tenuto conto delle esigenze di reinserimento sociale del condannato, ne disponga la sospensione
- In caso di assoluta urgenza, determinata dalla necessità di prevenire danni a persone o a cose, nonché l'insorgenza o la diffusione di disordini o in presenza di fatti di particolare gravità per la sicurezza e l'ordine dell'istituto, quale organo può prevedere che il soggetto detenuto o internato permanga in via cautelare in una camera individuale? Il Direttore dell'Istituto
- In caso di detenuti minori: la durata complessiva dei permessi premio non può eccedere i 100 giorni in ciascun anno di espiazione
- In caso di liberazione condizionale, quale organo è competente a dichiarare l'estinzione della pena? Il tribunale di sorveglianza
- In caso di malattia contagiosa, ex art. 11, co. 11, Ord. penit., il medico: ha il potere di imporre la messa in atto di tutti gli atti necessari a prevenire il diffondersi della stessa, compreso l'isolamento
- In caso di sospensione cautelativa provvisoria delle misure alternative per opera del magistrato di sorveglianza, il provvedimento di sospensione perde efficacia: se la decisione del tribunale non interviene entro 30 giorni dalla ricezione degli atti
- In ciascun anno di espiazione, la durata complessiva dei permessi premio non può superare complessivamente, di norma, i: 45 giorni
- In quale anno fu attuata la Riforma Orlando? 2018
- In quale caso possono essere concessi i permessi premio ai condannati? Nel caso in cui abbiano tenuto una condotta regolare e non risultino socialmente pericolosi
- In quali casi può essere permesso l'uso della forza fisica e dei mezzi di coercizione? In casi eccezionali
- In tema di benefici penitenziari per collaborazione, quando si ha una collaborazione impossibile? Quando i fatti sono stati già accertati e pertanto rendono la collaborazione impossibile
- In tema di benefici penitenziari per collaborazione, quando si ha una collaborazione irrilevante? Quando l'ergastolano non è in grado di fornire informazioni rilevanti
- In tema di colloqui investigativi, ai sensi dell'art. 18-bis Ord. penit. quale autorità può procedere senza autorizzazione? Il Procuratore Nazionale Antimafia
- In tema di esecuzione delle pene detentive dei minorenni, il P.M. emette l'ordine di esecuzione e lo sospende se: la pena, anche residua, non supera i 4 anni di reclusione e se il condannato non è in custodia cautelare o detenuto per altro titolo definitivo
- In tema di istanza relativa alla misura alternativa dell'affidamento in prova al servizio sociale nei confronti dei soggetti affetti da AIDS conclamata o da grave deficienza immunitaria, quando risulta operativo il divieto ex art. 4 bis Ord. penit.? Nei casi di comprovata pericolosità e riscontrati collegamenti con la criminalità organizzata del detenuto
- In tema di lavoro all'esterno del condannato o internato, a chi si rivolge l'art. 21 o.p.? A chi abbia tenuto buona condotta e dato prova di affidabilità
- In tema di sorveglianza particolare, nel procedimento ex art. 14 bis cc. 1 e 2, chi deve emettere il Parere? Il Consiglio di disciplina
- In via generale, la detenzione domiciliare può essere applicata per l'espiazione della pena detentiva inflitta in misura non superiore: a 2 anni, anche se costituente parte residua di maggior pena
- Innanzi a quale organo deve essere indirizzato il reclamo ex art. 30 bis Ord. penit. in materia di permessi? Al tribunale di sorveglianza, se emesso dal magistrato di sorveglianza, alla corte di appello, se emesso da altro organo giudiziario