Elenco in ordine alfabetico delle domande di Ordinamento penitenziario
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- A che livello opera il tribunale di sorveglianza? Distretto di Corte d'Appello
- A chi è affidata l'erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura dei detenuti all'interno degli istituti penitenziari? Al Sistema Sanitario Nazionale
- A chi è affidato il controllo degli oggetti in entrata e uscita dall'istituto per i detenuti, secondo il regolamento di esecuzione? Alla polizia penitenziaria
- A chi è affidato il giudizio di ottemperanza in materia di reclamo giurisdizionale (art. 35-bis ord. penit.)? Al magistrato di sorveglianza che ha emesso il provvedimento
- A chi è attribuita la facoltà di procedere a colloqui personali con detenuti e internati, senza necessità di autorizzazione e ai fini dell'esercizio delle funzioni di impulso e di coordinamento previste dall'art. 371-bis, del codice di procedura penale? Al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo
- A chi è concessa la facoltà di indossare abiti di loro proprietà, purché puliti e convenienti? Gli imputati e i condannati a pena detentiva inferiore a un anno
- A chi è demandata l'organizzazione del trattamento penitenziario in ciascun istituto, secondo la legge n. 354/75? Alle direttive dell'Amministrazione penitenziaria
- A chi compete la tutela delle posizioni soggettive del detenuto? Alla magistratura di sorveglianza ratione materiae
- A chi deve essere data comunicazione dei provvedimenti relativi alle misure alternative alla detenzione? All'autorità provinciale di pubblica sicurezza
- A chi deve essere data notizia della prevista dimissione di un detenuto, almeno tre mesi prima della stessa, a norma della L. 354/1975? Al consiglio di aiuto sociale e al centro di servizio sociale del luogo in cui ha sede l'istituto e a quelli del luogo dove il detenuto intende stabilire la propria residenza
- A chi deve essere immediatamente comunicato il provvedimento di sorveglianza particolare emesso nei confronti di detenuti e internati, secondo il regolamento di esecuzione delle norme sull'ordinamento penitenziario? Al magistrato di sorveglianza
- A chi deve essere sottoposto per l'approvazione il programma trattamentale di cui all'art. 13, comma 4 ord. penit.? Magistrato di sorveglianza
- A chi deve riferire l'U.E.P.E. sul comportamento dell'affidato in prova? Al magistrato di sorveglianza
- A chi possono essere concessi i permessi premio? Ai detenuti condannati che hanno dimostrato una regolare condotta e che non presentano pericolosità sociale
- A chi possono essere concessi i permessi premio? Solo ai condannati
- A chi può essere presentato il reclamo di cui all'art. 35, ord. penit.? Anche al magistrato di sorveglianza
- A chi si applica di regola la disciplina dell'esecuzione della pena e delle altre misure privative della libertà nei confronti dei condannati minorenni? A coloro che abbiano commesso il reato prima del compimento dei 18 anni e che, nel corso dell'esecuzione, pur divenuti maggiorenni, non abbiano ancora compiuto 25 anni.
- A chi sono affidati la gestione e il controllo dei servizi sanitari negli istituti penitenziari? Alle Aziende unità sanitarie locali
- A chi sono conferite le funzioni di Presidente del Tribunale di sorveglianza? Ad un magistrato di Cassazione o, per i tribunali istituiti nelle sezioni distaccate di corte di appello, ad un magistrato di appello
- A chi sono riservate tutte le competenze in materia di sicurezza all'interno delle strutture sanitarie ubicate negli istituti penitenziari? Al Ministero della Giustizia
- A chi sono state trasferite le funzioni sanitarie in carcere con D.P.C.M. 1° aprile 2008? Servizio sanitario nazionale
- A chi spetta la competenza a domandare a uno Stato estero l'estradizione di un condannato ai sensi dell'art. 720 c.p.p.? Al Ministro della Giustizia
- A chi spetta la competenza a revocare la concessione della liberazione anticipata? Tribunale di Sorveglianza
- A chi spetta l'organizzazione didattica all'interno dell'istituto penitenziario? Autorità scolastica
- A chi spetta valutare l'esito della liberazione condizionale? Tribunale di sorveglianza
- A chi spetta, ex art. 72 ord. penit., proporre al magistrato di sorveglianza il programma di trattamento da applicare ai condannati che chiedono di essere ammessi all'affidamento in prova? All'U.E.P.E.
- A chi spettava prima della sentenza C. cost. 4 luglio 1974 n. 204 il potere di concedere il "beneficio" della liberazione condizionale? Ministro della giustizia
- A chi va presenta la domanda volta alla concessione dell'affidamento in prova di cui all'art. 94, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 ove l'ordine di carcerazione sia stato eseguito? Magistrato di sorveglianza
- A chi va presenta la domanda volta alla concessione dell'affidamento in prova di cui all'art. 94, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 prima che l'ordine di carcerazione venga eseguito? Pubblico ministero
- A chi viene concessa la licenza di esperimento? All'internato
- A mente del dettato di cui all'art. 14-bis, comma 1 ord. penit., il regime di sorveglianza particolare è prorogabile? Sì, per "più volte"
- A mente del dettato di cui all'art. art. 90, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, in quale tra questi casi non può essere concessa la sospensione dell'esecuzione della pena detentiva prevista dallo stesso articolo? Quando nel periodo tra l'inizio del programma e la pronuncia della sospensione il condannato abbia commesso altro delitto non colposo punibile con la reclusione
- A mente dell'art. 16, ord. penit., da chi è predisposto e modificato il regolamento d'istituto? Da una commissione interdisciplinare
- A norma del DPR 230/2000, da chi è svolto il servizio di cucina nell'istituto penitenziario? Dai detenuti
- A norma dell'art. 16, comma 4, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, chi approva il regolamento interno e le sue modificazioni? Ministro di grazia e giustizia
- A norma dell'art. 27 Cost., è prevista la pena di morte? No
- A norma dell'art. 38, comma 2 ord. penit., come deve essere inflitta la sanzione disciplinare ai detenuti e agli internati? Con provvedimento motivato dopo la contestazione dell'addebito all'interessato, il quale è ammesso ad esporre le proprie discolpe
- A norma dell'art. 38, comma 3 ord. penit., di cosa bisogna tener conto nell'applicazione delle sanzioni disciplinari? Della natura e della gravità del fatto, del comportamento e delle condizioni personali del soggetto
- A norma dell'art. 38, ord. penit., quando possono essere puniti disciplinarmente i detenuti e gli internati? Quando il fatto è espressamente previsto come infrazione dal "regolamento"
- A norma dell'art. 4-bis, comma 3-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, in quale occasione l'assegnazione al lavoro all'esterno, i permessi premio e le misure alternative alla detenzione previste dal Capo VI, non possono essere concessi ai detenuti ed internati per delitti dolosi? Quando sia accertata l'attualità di collegamenti dell'interessato con la criminalità organizzata
- A norma dell'art. 66 L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, dei provvedimenti esecutivi di concessione dei permessi, previsti dagli articoli 64 e 65, il direttore dell'istituto, presso il quale l'interessato si trova, dà notizia senza ritardo: al prefetto della provincia nel cui territorio è sito il comune ove il permesso deve essere fruito
- A norma dell'art. 72, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, chi propone all'autorità giudiziaria il programma di trattamento da applicare ai condannati che chiedono di essere ammessi all'affidamento in prova e alla detenzione domiciliare? L'ufficio di esecuzione penale esterna
- A norma di quanto previsto dall'art. 69, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, in forza di quale provvedimento il Magistrato di sorveglianza provvede sui permessi, sulle licenze ai detenuti semiliberi ed agli internati, e sulle modifiche relative all'affidamento in prova al servizio sociale e alla detenzione domiciliare? Decreto motivato
- A norma di quanto stabilito dall'articolo 14-ter, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, avanti a quale organo può essere proposto reclamo contro i provvedimenti del magistrato di sorveglianza previsti in materia di limitazione e controlli della corrispondenza? Tribunale di sorveglianza
- A norme dell'art. 58 quater, ord. penit., l'affidamento in prova nei casi previsti dall'art. 47, ord. penit., la detenzione domiciliare e la semilibertà possono essere concessi al condannato per un delitto non colposo che ne abbia commesso un altro (recidiva ex art. 99, comma 1 c.p.)? Sì
- A quale autorità viene proposta l'istanza di affidamento in prova al servizio sociale, dopo che ha avuto inizio l'esecuzione della pena? Al Tribunale di sorveglianza competente in relazione al luogo dell'esecuzione
- A quale condizione deve essere sospesa la sanzione disciplinare dell'esclusione dall'attività in comune? È sospesa nei confronti delle donne gestanti e delle puerpere fino a sei mesi, e delle madri che allattino la propria prole fino ad un anno
- A quale condizione il legislatore condiziona la concessione della liberazione anticipata relativamente al periodo di pena espiata in affidamento in prova? Nel periodo di affidamento in prova, l'interessato deve aver dato prova di un suo "concreto recupero sociale, desumibile da comportamenti rivelatori del positivo evolversi della sua personalità"
- A quale condizione può essere eseguita la sanzione disciplinare dell'esclusione dall'attività in comune? Può essere eseguita a condizione che vi sia una certificazione rilasciata dal sanitario che attesti che il soggetto può sopportare tale sanzione
- A quale dei seguenti luoghi non può essere affidato il minorenne in affidamento al servizio sociale con detenzione domiciliare? Qualsiasi luogo pubblico
- A quale dei seguenti organi è attribuita la competenza a provvedere sulla concessione del regime di semilibertàÌ€? Tribunale di sorveglianza
- A quale dei seguenti organi è attribuita la competenza a provvedere sulla concessione della detenzione domiciliare speciale di cui all'art. 47 quinquies Ord. penit.? Tribunale di Sorveglianza
- A quale organo il detenuto a cui è stato disposto provvedimento di sorveglianza particolare può fare reclamo? Tribunale di sorveglianza
- A quale organo può essere proposto reclamo avverso il regime istitutivo del regime di sorveglianza particolare? Al tribunale di sorveglianza
- A quale prezzo possono essere venduti i prodotti delle lavorazioni penitenziarie? Pari o anche inferiore al loro costo
- A quale regime è sottoposto l'internato durante la "licenza" (art. 53, comma 4 ord. penit.)? Libertà vigilata
- A quale regime viene sottoposto l'internato durante la licenza, secondo l'art. 53 della legge 354/1975? Regime della libertà vigilata
- A quale tra questi soggetti è affidato, di regola, il servizio di biblioteca ai sensi dell'art. 21, d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230? Un educatore
- A quale/quali autorità il direttore generale dell'azienda unità sanitaria riferisce sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare, informando altresì i competenti uffici regionali, comunali e il Magistrato di sorveglianza? Al Ministero della salute e al Ministero della giustizia
- A quali condizioni la detenzione domiciliare "speciale" di cui all'art. 47 quinquies ord. penit. può essere concessa al padre detenuto con prole di età inferiore a dieci anni? Le condizioni sono le stesse previste per la madre, che, però, deve essere deceduta o impossibilitata e non vi deve essere modo di affidare la prole ad altri che al padre
- A quali detenuti è possibile concedere permessi premio? A quelli che hanno tenuto condotta regolare e non risultano socialmente pericolosi
- A quanti anni di "reclusione" - eventualmente - non deve essere superiore la pena residua da scontare per accedere alla detenzione domiciliare nell'ipotesi del soggetto ultrasettantenne (art. 47 ter comma 1 ord. penit.)? Non vi è alcun limite di pena
- A quanti anni non deve essere superiore la pena residua da scontare per accedere alla "detenzione domiciliare umanitaria" (art. 47 ter, comma 1, ord. penit.)? 4 anni
- A seguito del D. Lgs. 123/2018 dove deve essere assegnato il detenuto o l'internato? Presso l'istituto prossimo alla residenza della famiglia
- A seguito del D.P.R. 616/1997, a chi competono le funzioni amministrative inerenti all'assistenza economica alle famiglie dei detenuti e all'assistenza post-penitenziaria? Alle Regioni e ai Comuni
- A seguito della L. 663/1986 qual è la differenza oggi tra la remunerazione e la mercede? Nessuna
- A seguito dell'esito positivo del periodo di prova, può essere dichiarata estinta anche la pena pecuniaria che non sia già stata riscossa? Sì, dal tribunale di sorveglianza, qualora l'interessato si trovi in disagiate condizioni economiche
- A seguito di dimissione dall'istituto penitenziario, se il dimesso non è in grado di provvedere per proprio conto a raggiungere il luogo della propria residenza all'estero, il direttore dell'istituto lo munisce dei titoli di viaggio necessari a raggiungere: il Consolato del Paese nel quale è residente
- A seguito di perquisizione personale, dove viene versato il denaro del detenuto rinvenuto? Nella Cassa dell'Istituto e accreditato sul conto del detenuto
- Affinché il detenuto venga affidato in prova al servizio sociale, la pena detentiva non deve essere superiore a: 3 anni
- Agli effetti del computo della misura della pena che occorre aver scontato per essere ammessi alla liberazione condizionale, si considera come scontata la parte di pena detratta a titolo di liberazione anticipata? Sì
- Agli imputati che intendano farsi assistere da un professionista incaricato esterno al presidio sanitario penitenziario: è concessa l'autorizzazione dall'Autorità procedente
- Agli Uffici di sorveglianza, per l'esercizio delle funzioni rispettivamente elencate negli articoli 69, 70 e 70-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, sono assegnati magistrati di cassazione, di appello e di Tribunale nonché personale del ruolo delle cancellerie e segreterie giudiziarie e personale esecutivo e subalterno. Il personale amministrativo di cui al periodo precedente non può essere destinato temporaneamente ad altri uffici del distretto giudiziario di appartenenza senza il nulla-osta: del Presidente del Tribunale di Sorveglianza
- Ai condannati per delitti previsti dall'art. 4 bis O.P., non può essere concesso il lavoro all'esterno: se sussistono collegamenti con la criminalità organizzata appurati dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo
- Ai detenuti che ne fanno richiesta, è garantita un'alimentazione rispettosa del loro credo religioso? Sì, ove possibile
- Ai detenuti che seguono corsi universitari e che hanno superato tutti gli esami del loro anno, a conclusione dell'anno scolastico è corrisposto un premio? Sì, un premio di rendimento nella misura stabilità dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria
- Ai detenuti e agli internati per il delitto di atti sessuali con minorenne, previsto dall'art. 609-quater c.p. e rientrante nel catalogo di cui all'art. 4, comma 1 quater ord. penit., possono essere concessi i permessi premio? Sì, solo sulla base dei risultati dell'osservazione scientifica della personalità condotta collegialmente per il periodo minimo indicato nella stessa disposizione anche con la partecipazione degli esperti di cui all'art. 80 ord. penit.
- Ai detenuti e agli internati per uno dei delitti di cui all'art. 4, comma 1 ter ord. penit. (es: rapina aggravata di cui all'art. 628, comma 3 c.p.) possono essere concessi i permessi premio? Sì, purché non siano stati acquisiti elementi tali da ritenere la sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva
- Ai detenuti e internati che lavorano sono dovuti gli assegni familiari secondo l'ordinamento penitenziario? Sì, secondo quantità e modalità previste dalla legislazione
- Ai detenuti e internati, è consentito l'acquisto di generi alimentari? Sì, a proprie spese ed entro certi limiti
- Ai detenuti ed internati ammessi al lavoro esterno: non possono essere imposte le manette e indossano abiti civili
- Ai fini del collocamento del soggetto al lavoro all'interno degli istituti, sono stilate delle graduatore? Sì, fissate in due liste delle quali una generica e una specifica per qualifica o mestiere
- Ai fini del trattamento rieducativo, il lavoro all'esterno del condannato e dell'internato è sempre assicurato, secondo l'ordinamento penitenziario? No, dipende dai risultati dell'osservazione della personalità, dalla pericolosità sociale, dai requisiti in base alla pena e dalla condotta del soggetto
- Ai fini del trattamento rieducativo, salvo casi di impossibilità... ...al condannato e all'internato è assicurato il lavoro
- Ai fini della concessione della liberazione anticipata, è valutato il periodo trascorso in affidamento in prova? Sì
- Ai fini della concessione della liberazione anticipata, è valutato il periodo trascorso in regime di semilibertà? Sì
- Ai fini della concessione della liberazione anticipata, è valutato il periodo trascorso in stato di arresti domiciliari? Sì
- Ai fini della concessione della liberazione anticipata, è valutato il periodo trascorso in stato di custodia cautelare? Sì
- Ai fini della concessione della liberazione anticipata, è valutato il periodo trascorso in stato di detenzione domiciliare? Sì
- Ai fini della concessione delle misure alternative alla detenzione previste dal capo VI, esclusa la liberazione anticipata, quale tra i seguenti soggetti non viene sentito dal Magistrato di sorveglianza ovvero dal Tribunale di sorveglianza, una volta acquisite dettagliate informazioni? L'interessato
- Ai fini della concessione di un permesso premio, quando, ai sensi dell'art. 30-ter, ord. penit., la condotta dei condannati si considera “regolare”? Quando i soggetti, durante la detenzione, hanno manifestato costante senso di responsabilità e correttezza nel comportamento personale, nelle attività organizzate negli istituti e nelle eventuali attività lavorative o culturali
- Ai fini dell'applicazione degli istituti dell'ordinamento penitenziario (e? colloqui visivi), quali tra questi soggetti non rientra nel concetto di "familiare" per i soggetti sottoposti al regime di cui all'art. 41-bis, ord. penit.? Nessuna delle altre risposte è corretta, in quanto tutti i soggetti indicati nelle altre risposte rientrano in tale concetto
- Ai fini dell'esercizio del potere di vigilanza, a chi è comunicato immediatamente il provvedimento dell'amministrazione penitenziaria che dispone il regime di sorveglianza particolare? Al Magistrato di sorveglianza
- Ai sensi degli artt. 17 ord. penit.,a cosa è condizionato il rilascio dell'autorizzazione ad accedere al penitenziario in favore del libero cittadino con un concreto interesse per l'opera di risocializzazione? alla dimostrazione da parte sua di poter utilmente promuovere lo sviluppo dei contatti tra l'ambiente penitenziario ed il mondo esterno
- Ai sensi degli artt. 18, ord. penit. e 37, comma 5 d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, salvo il caso dei detenuti in regime di 41- bis ord. penit., come avvengono i colloqui? Con mezzi divisori ove sussistano ragioni sanitarie o di sicurezza e comunque controllo visivo del personale di polizia penitenziaria
- Ai sensi degli artt. 666 e 678 c.p.p., chi deve necessariamente partecipare alla relativa udienza tra questi soggetti? difensore e pubblico ministero
- Ai sensi degli artt. 74 e 75, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, quale tra i seguenti organismi viene istituito nel capoluogo di ciascun circondario, sotto la direzione del Presidente del Tribunale o da un magistrato da lui delegato, e preposto all'organizzazione di corsi di addestramento e attività lavorative per i liberati che hanno bisogno di integrare la loro preparazione professionale e che non possono immediatamente trovare lavoro? Consiglio di aiuto sociale
- Ai sensi del co. 8 dell'art. 11 Ord. penit. il medico: deve effettuare quotidianamente la visita dei detenuti ammalati e di quelli che ne fanno richiesta, quando risulti necessaria in base a criteri di appropriatezza clinica
- Ai sensi del D.Lgs. 121/2018, a chi è affidata l'esecuzione delle misure penali di comunità? Al magistrato di sorveglianza del luogo dove la misura deve essere eseguita
- Ai sensi del D.Lgs. 121/2018, a chi spetta la competenza a decidere sull'adozione delle misure penali di comunità? Al tribunale di sorveglianza per i minorenni
- Ai sensi del D.Lgs. 121/2018, la semilibertà può essere concessa al minore condannato che abbia scontato, di norma, almeno: un terzo della pena
- Ai sensi del D.Lgs. 121/2018, l'affidamento in prova al servizio sociale può essere concesso: se la pena detentiva da eseguire non supera i 4 anni
- Ai sensi del dettato di cui all'art. 18 ter comma 3 ord. penit., chi, rispettivamente, è titolare della legittimazione a richiedere e della legittimazione a proporre l'adozione delle limitazioni e dei controlli della corrispondenza previsti dal comma 1 dello stesso articolo? Pubblico ministero e direttore dell'istituto
- Ai sensi del DPR 230/2000, gli operatori di Polizia Penitenziaria possono influire sulla scelta del difensore? No
- Ai sensi del DPR 230/2000, in caso di decesso all'interno di un istituto penitenziario di un detenuto di cui non si conosca il luogo di nascita, a chi deve essere data comunicazione del decesso? Al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
- Ai sensi del DPR 230/2000, in caso di decesso all'interno di un istituto penitenziario di un detenuto nato all'estero, a chi deve essere data comunicazione del decesso? Al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
- Ai sensi del DPR 230/2000, quanti pasti vengono somministrati giornalmente ai detenuti adulti? 3
- Ai sensi della L. 354/1975, alle madri è consentito tenere presso di sé i figli fino a che essi raggiungano l'età di: 3 anni
- Ai sensi della legge penitenziaria, gli imputati sono ammessi a partecipare ad attività educative, culturali e ricreative? Sì, su loro richiesta
- Ai sensi dell'art. 1, comma 2, d.lgs. 2 ottobre 2018, n. 121, cosa deve "favorire", tra l'altro, l'esecuzione penitenziaria minorile? "Percorsi di giustizia riparativa"
- Ai sensi dell'art. 10 ord. penit., per quanto tempo è consentito di permanere all'aria aperta ai soggetti che non prestano lavoro all'aperto? Per almeno quattro ore al giorno, ma tale periodo di tempo può essere ridotto, per giustificati motivi, fino a due ore al giorno
- Ai sensi dell'art. 10, d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, quando è ammesso il possesso di oggetti di particolare valore morale o affettivo? Quando gli stessi non abbiano un consistente valore economico e non siano incompatibili con l'ordinato svolgimento della vita nell'istituto
- Ai sensi dell'art. 10, d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, quando i detenuti possono essere ammessi a fare uso di corredo di loro proprietà? Nei casi previsti dal regolamento interno d'istituto
- Ai sensi dell'art. 11, comma 4 ord. penit., a chi spetta dare l'autorizzazione al ricovero dei detenuti in luogo esterno di cura? Al giudice che procede, se si tratta di imputati, e al magistrato di sorveglianza, se si tratta di condannati
- Ai sensi dell'art. 11, comma 4 ord. penit., cosa accade ove siano necessarie cure o accertamenti sanitari che non possono essere apprestati dai servizi sanitari presso gli istituti penitenziari? È disposto il trasferimento presso luoghi esterni di cura
- Ai sensi dell'art. 11, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, ove siano necessarie cure o accertamenti sanitari che non possono essere apprestati dai servizi sanitari presso gli istituti, chi può disporre il trasferimento dei detenuti e degli internati in strutture sanitarie esterne di diagnosi o di cura? Magistrato di sorveglianza
- Ai sensi dell'art. 11, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, ove siano necessarie cure o accertamenti sanitari che non possono essere apprestati dai servizi sanitari presso gli istituti, gli imputati sono trasferiti in strutture sanitarie esterne di diagnosi o di cura, con provvedimento del giudice che procede. Nel caso in cui non sia stata esercitata ancora l'azione penale, il provvedimento è adottato: dal Giudice per le indagini preliminari
- Ai sensi dell'art. 11-bis, comma 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, che trasmette gli atti al medesimo Tribunale con relazione informativa, ogni sei mesi, effettua o dispone ispezioni negli istituti penitenziari e gli istituti a custodia attenuata per detenute madri. Ciò nonostante, qualora ne ricorrano le circostanze, quando può procedere a ispezioni straordinarie? In ogni tempo
- Ai sensi dell'art. 11-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, entro quale periodo gli istituti penitenziari e gli istituti a custodia attenuata per detenute madri trasmettono al procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del luogo ove hanno sede l'elenco di tutti i minori collocati presso gli stessi? Cadenza semestrale
- Ai sensi dell'art. 12, d.p.r. del 30 giugno 2000, n. 230, chi effettua regolarmente il controllo sul trattamento alimentare e sui prezzi dei generi venduti nell'istituto? La rappresentanza dei detenuti e degli internati e la direzione dell'istituto penitenziario
- Ai sensi dell'art. 13 Cost.: è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà
- Ai sensi dell'art. 13 Cost.: la legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva
- Ai sensi dell'art. 13, comma 2 ord. penit., così come modificato dal d.lgs. 123/2018, a cosa è funzionale l'osservazione scientifica della personalità? Rilevare le carenze psicofisiche o le altre cause che hanno condotto al reato e proporre un idoneo programma di reinserimento
- Ai sensi dell'art. 13, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, nei confronti dei condannati e degli internati è predisposta l'osservazione scientifica della personalità per rilevare le carenze psicofisiche o le altre cause che hanno condotto al reato e per proporre un idoneo programma di reinserimento. In che periodo viene redatta la prima formulazione? Entro sei mesi dall'inizio dall'esecuzione.
- Ai sensi dell'art. 14, comma 7 ord. penit., alle madri è consentito tenere presso di sé i figli? Sì, i figli di età compresa tra 0 e 3 anni
- Ai sensi dell'art. 14, d.lgs. 121/2018, entro quanti mesi dall'inizio dell'esecuzione deve essere disposto il "progetto educativo"? 3
- Ai sensi dell'art. 14, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, fino a che età la madre detenuta può tenere presso di sé la prole? Fino all'età di tre anni
- Ai sensi dell'art. 14-bis, comma 4, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, in caso di necessità ed urgenza l'amministrazione può disporre in via provvisoria la sorveglianza particolare prima dei pareri prescritti, che comunque devono essere acquisiti entro dieci giorni dalla data del provvedimento. Scaduto tale termine l'amministrazione, acquisiti i pareri prescritti, decide in via definitiva entro dieci giorni decorsi i quali, senza che sia intervenuta la decisione, il provvedimento provvisorio: decade
- Ai sensi dell'art. 14-bis, ord. penit., qual è la durata massima delle singole proroghe al regime di sorveglianza particolare? 3 mesi
- Ai sensi dell'art. 14-quater ord. penit., in materia di sorveglianza particolare, a chi riferisce il magistrato di sorveglianza circa i casi di infondatezza dei motivi posti a base del trasferimento? Al Ministro
- Ai sensi dell'art. 15, d.lgs. 2 ottobre 2018, n. 121, nell'assegnazione dei detenuti, è assicurata la separazione di quali coppie di soggetti? Minorenni dai giovani al di sotto dei 25 anni
- Ai sensi dell'art. 16, d.lgs. 121/2018, qual è il limite di persone che possono ospitare le camere di pernottamento? 4
- Ai sensi dell'art. 16, ord. penit., da quale fonte o soggetto sono disciplinate le "modalità del trattamento da seguire in ciascun istituto"? regolamento interno dell'istituto
- Ai sensi dell'art. 17, d.lgs. 121/2018, salvo "specifici motivi" che possano giustificare una loro riduzione, per quante ore giornaliere deve essere garantita al detenuto la permanenza all'aria aperta? 4
- Ai sensi dell'art. 18 ter, comma 5 ord. penit., quando devono essere informati i detenuti del fatto che è stato disposto il trattenimento della corrispondenza da parte dell'autorità giudiziaria? Immediatamente
- Ai sensi dell'art. 18, comma 3 ord. penit., dove si svolgono i colloqui con i familiari? In locali che favoriscono, solo ove ciò sia possibile, una dimensione riservata del colloquio, e che sono collocati preferibilmente in prossimità dell'ingresso dell'istituto
- Ai sensi dell'art. 18-bis, commi 1 e 1-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, chi rilascia al personale di polizia l'autorizzazione ai colloqui nei confronti di persone sottoposte a indagini? Pubblico ministero
- Ai sensi dell'art. 18-bis, ord. penit., il colloquio a fini investigativi necessita di autorizzazione? No, se a procedere è il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, per le finalità di cui allo stesso articolo
- Ai sensi dell'art. 18-ter ord. penit., quando devono essere informati i detenuti e gli internati del fatto che è stato disposto il trattenimento della stampa da parte dell'autorità giudiziaria? Immediatamente
- Ai sensi dell'art. 18-ter, comma 3 ord. penit., nei confronti degli imputati, chi è competente ad adottare le limitazioni e i controlli della corrispondenza previste dal comma 1 dello stesso articolo? Il giudice di cui all'art. 279 c.p.p. (ovvero il "giudice che procede"); se procede un giudice in composizione collegiale, il provvedimento è adottato dal Presidente del collegio o della Corte di assise
- Ai sensi dell'art. 18-ter, comma 3 ord. penit., nei confronti dei condannati e degli internati, chi è competente ad adottare le limitazioni e i controlli della corrispondenza previste dal comma 1 dello stesso articolo? Il magistrato di sorveglianza
- Ai sensi dell'art. 18-ter, comma 6 ord. penit., qual è il giudice del reclamo proposto avverso il provvedimento di limitazione e controllo della corrispondenza di cui al medesimo articolo? Il Tribunale di sorveglianza se il provvedimento di limitazione e controllo della corrispondenza è emesso dal magistrato di sorveglianza; negli altri casi, il Tribunale nel cui circondario ha sede il giudice che ha emesso il provvedimento
- Ai sensi dell'art. 19, d.lgs. 121/2018 (ordinamento penitenziario minorile), qual è il numero di "visite prolungate" di cui può usufruire il detenuto ogni mese? 4
- Ai sensi dell'art. 19, d.lgs. 121/2018 (ordinamento penitenziario minorile), qual è la durata massima che possono assumere le "visite prolungate"? 6 ore
- Ai sensi dell'art. 19, d.lgs. 121/2018 (ordinamento penitenziario minorile), qual è la durata minima delle "visite prolungate" di cui ha diritto a usufruire il detenuto? 4 ore
- Ai sensi dell'art. 19, d.lgs. 121/2018 (ordinamento penitenziario minorile), qual è, rispettivamente, la durata minima e massima prevista per i colloqui? 60 minuti e 90 minuti
- Ai sensi dell'art. 19, d.lgs. 121/2018 (ordinamento penitenziario minorile), salvo che ricorrano specifici motivi, qual è il numero massimo di conversazioni telefoniche delle quali può usufruire il detenuto settimanalmente? 3
- Ai sensi dell'art. 19, d.lgs. 121/2018 (ordinamento penitenziario minorile), salvo che ricorrano specifici motivi, qual è il numero minimo di conversazioni telefoniche delle quali può usufruire il detenuto settimanalmente? 2
- Ai sensi dell'art. 19, d.lgs. 121/2018, a quanti colloqui mensili ha diritto il detenuto? 8
- Ai sensi dell'art. 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, come aggiornata da ultimo, dal D.L. 10 maggio 2020, n. 29, “Le spese per l'esecuzione delle pene e delle misure di sicurezza detentive sono a carico: dello Stato.
- Ai sensi dell'art. 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, quali tra le seguenti sono integrabili come spese di mantenimento? Gli alimenti e il corredo
- Ai sensi dell'art. 20, comma 13 ord. penit., cosa è garantito al lavoratore al servizio dell'amministrazione penitenziaria? Il riposo festivo, il riposo annuale retribuito e la tutela assicurativa e previdenziale
- Ai sensi dell'art. 20, ord. penit., quali attività possono essere ammessi ad esercitare per proprio conto i detenuti e gli internati? Attività artigianali, intellettuali, artistiche e la produzione di beni destinati all'autoconsumo
- Ai sensi dell'art. 23, d.lgs. 121/2018 (ordinamento penitenziario minorile), per quanti giorni al massimo può essere applicata la sanzione disciplinare della esclusione dalle attività in comune? 10
- Ai sensi dell'art. 23, d.lgs. 2 ottobre 2018, n. 121 (ordinamento penitenziario minorile), chi compone il Consiglio di disciplina? Direttore dell'istituto, o, in caso di legittimo impedimento, l'impiegato più alto in grado con funzioni di presidente, uno dei magistrati onorari addetto al Tribunale dei minorenni designato dal presidente, e un educatore
- Ai sensi dell'art. 23, d.lgs. 2 ottobre 2018, n. 121 (ordinamento penitenziario minorile), quanti sono i componenti del Consiglio di disciplina? 3
- Ai sensi dell'art. 23, d.lgs. 2 ottobre 2018, n. 121, chi adotta le sanzioni non deliberate dal direttore dell'istituto penale per minorenni? Il consiglio di disciplina
- Ai sensi dell'art. 23, d.lgs. 2 ottobre 2018, n. 121, quale delle seguenti tipologie di sanzioni è deliberata dal direttore dell'istituto penale per minorenni? Rimprovero verbale e scritto
- Ai sensi dell'art. 24, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, sulla remunerazione spettante ai condannati sono prelevate: le somme dovute a titolo di risarcimento del danno
- Ai sensi dell'art. 25 co. 2 Regolamento di esecuzione (DPR 30 giugno 2000 n. 230)... ...è fatto divieto agli operatori penitenziari di influire, direttamente o indirettamente, sulla scelta del difesore da parte dei detenuti e internati
- Ai sensi dell'art. 30 ter, ord. penit., qual è la durata complessiva dei permessi premio che non può essere superata per ciascun anno di espiazione? 45 giorni
- Ai sensi dell'art. 30 ter, ord. penit., qual è la durata massima per la quale può essere concesso il singolo permesso premio? 15 giorni
- Ai sensi dell'art. 32, d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230 (rubricato "Assegnazione e raggruppamento per motivi cautelari"), quando i detenuti e gli internati possono essere assegnati ad apposite sezioni? Quando essi abbiano un comportamento che richiede particolari cautele, anche per la tutela dei compagni da possibili aggressioni o sopraffazioni, o quando si teme che essi possano subire aggressioni o sopraffazioni da parte dei compagni
- Ai sensi dell'art. 34, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, aggiornata da ultimo, dal D.L. 10 maggio 2020, n. 29, “I detenuti e gli internati possono essere sottoposti a perquisizione personale: per motivi di sicurezza
- Ai sensi dell'art. 36 Ord. penit., il regime disciplinare è attuato: in modo da stimolare il senso di responsabilità e la capacità di autocontrollo
- Ai sensi dell'art. 37, comma 8, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, salvo non sia consentito prolungarne la durata, il numero di colloqui di cui usufruiscono gli internati mensilmente è pari a: sei
- Ai sensi dell'art. 39, comma 6 d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, qual è la durata massima che possono avere le chiamate? 10 minuti
- Ai sensi dell'art. 39, comma 6, R.E., salvo non sia consentito prolungarne la durata, la durata massima di ciascuna conversazione telefonica intrattenuta con l'internato o il detenuto è di: dieci minuti
- Ai sensi dell'art. 39, d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, qual è il numero massimo di colloqui telefonici mensili per il detenuto per uno dei reati di cui all'art. 4 bis, comma 1 ord. penit. al quale si applichi il divieto di benefici ivi previsto? 2
- Ai sensi dell'art. 4 bis comma 3 Ord. penit. quando il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica provinciale competente ritiene che sussistano particolari esigenze di sicurezza ovvero che i collegamenti potrebbero essere mantenuti con organizzazioni operanti in ambiti locali o extranazionali, ne dà comunicazione al giudice e il termine di cui al comma 2 è prorogato: di ulteriori trenta giorni, al fine di acquisire elementi ed informazioni da parte dei competenti organi centrali
- Ai sensi dell'art. 41 bis Ord. penit. il numero dei colloqui per i detenuti in regime di carcere differenziato è pari a: uno al mese
- Ai sensi dell'art. 41, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, l'impiego della forza fisica nei confronti dei detenuti e degli internati: non è consentito a meno che se non sia indispensabile per prevenire o impedire atti di violenza, per impedire tentativi di evasione o per vincere la resistenza, anche passiva, all'esecuzione degli ordini impartiti
- Ai sensi dell'art. 41-bis, comma 2 ord. penit., cosa accade qualora l'interessato si trovi ristretto per più titoli e abbia terminato l'espiazione della pena o la misura cautelare legata ai delitti compresi nell'art. 4-bis, comma 1? Il decreto ministeriale di sospensione delle regole trattamentali potrà rimanere in vigore, perché il legislatore esclude l'applicazione del principio dello scioglimento del cumulo
- Ai sensi dell'art. 42 bis, ord. penit., a chi spetta effettuare le "traduzioni", ovvero le attività di accompagnamento coattivo da un luogo all'altro di soggetti in condizione di restrizione della libertà personale? Polizia penitenziaria
- Ai sensi dell'art. 43, comma 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, aggiornata da ultimo, dal D.L. 10 maggio 2020, n. 29, Il direttore dell'istituto è tenuto a dare notizia della prevista dimissione al consiglio di aiuto sociale e al centro di servizio sociale del luogo in cui ha sede l'istituto dove il soggetto risiede: almeno tre mesi prima
- Ai sensi dell'art. 47 quater ord. penit, qual è il limite massimo di pena residua da scontare che legittima la concessione della detenzione domiciliare per coloro che sono affetti da grave deficienza immunitaria che abbiano in corso o che intendano intraprendere un programma e di assistenza? Non vi è un limite
- Ai sensi dell'art. 47 quater ord. penit, qual è il limite massimo di pena residua da scontare che legittima la concessione dell'affidamento in prova per coloro che sono affetti da grave deficienza immunitaria e che abbiano in corso o che intendano intraprendere un programma e di assistenza? Non vi è un limite
- Ai sensi dell'art. 47 quater ord. penit,, qual è il limite massimo di pena residua da scontare che legittima la concessione della detenzione domiciliare per il soggetto affetto da AIDS conclamata che abbia in corso o che intenda intraprendere un programma e di assistenza? Non vi è un limite
- Ai sensi dell'art. 47 quater ord. penit,, qual è il limite massimo di pena residua da scontare che legittima la concessione dell'affidamento in prova per il soggetto affetto da AIDS conclamata che abbia in corso o che intenda intraprendere un programma e di assistenza? Non vi è un limite
- Ai sensi dell'art. 47 sexies ord. penit., quale conseguenza comporta l'allontanamento non giustificato dal domicilio per la condannata ammessa alla detenzione domiciliare speciale? Quando la stessa è assente dal domicilio per non più di 12 ore, senza giustificato motivo, può essere proposta la revoca della misura, mentre, se tale periodo di assenza si protrae oltre, si configura il reato di evasione; poi la condanna comporta la revoca del beneficio
- Ai sensi dell'art. 47 ter O.P., la detenzione domiciliare può essere concessa in quale caso? Tra i vari casi, quello di persona con età pari o maggiore di settanta anni
- Ai sensi dell'art. 47, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, il condannato può essere affidato al servizio sociale fuori dell'istituto, se la pena detentiva inflitta non supera: tre anni
- Ai sensi dell'art. 47, comma 1, L. 354/1975, il condannato può essere affidato al servizio sociale fuori dall'istituto di pena se la pena detentiva inflitta non supera, di norma, i: 3 anni
- Ai sensi dell'art. 47, comma 1, L. 354/1975, per come interpretato dalla Corte costituzionale, il condannato può essere affidato al servizio sociale fuori dall'istituto di pena: se la pena ancora da scontare in concreto non superi i 3 anni
- Ai sensi dell'art. 47-ter, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, quale tra le seguenti affermazioni, in materia di detenzione domiciliare, non è ricompresa nelle disposizioni che ne regolamentano l'istituto? Il condannato nei confronti del quale è disposta la detenzione domiciliare rimane in ogni caso sottoposto al regime penitenziario previsto dalla presente legge e dal relativo regolamento di esecuzione
- Ai sensi dell'art. 48, comma 2, R.E., l'ammissione degli imputati al lavoro all'esterno, disposta dalle direzioni su autorizzazione della competente autorità giudiziaria, secondo quanto previsto dal secondo comma, art. 21 della presente legge, è comunicata: al Magistrato di sorveglianza
- Ai sensi dell'art. 5, ord. penit., di quali locali devono essere dotati gli edifici penitenziari? Locali per esigenze di vita individuale e per lo svolgimento di attività lavorative e formative, e, solo ove possibile, culturali, sportive e religiose
- Ai sensi dell'art. 50, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, se il condannato non è affidato in prova al servizio sociale, possono essere espiate in regime di semilibertà la pena dell'arresto e la pena della reclusione non superiore a: sei mesi
- Ai sensi dell'art. 50, comma 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, al di fuori dei casi di cui al comma 1 e dei delitti indicati nei commi 1, 1-ter e 1-quater dell'art. 4-bis, il condannato può essere ammesso al regime di semilibertà soltanto dopo l'espiazione di almeno: metà della pena
- Ai sensi dell'art. 50, comma 5, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, nei confronti del condannato all'ergastolo l'ammissione al regime di semilibertà può essere disposta quando abbia scontato almeno: venti anni della pena
- Ai sensi dell'art. 51 quater Ord. penit., in caso di applicazione di una misura alternativa alla detenzione le pene accessorie sono eseguite? Sì, salvo che il giudice che ha concesso la misura ne disponga la sospensione
- Ai sensi dell'art. 51 ter ord. penit., quando il magistrato di sorveglianza può disporre la sospensione cautelativa della misura alternativa, in attesa dell'intervento del Tribunale di sorveglianza? Se la persona sottoposta a misura alternativa pone in essere comportamenti suscettibili di determinarne la revoca
- Ai sensi dell'art. 51, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, Il provvedimento di semilibertà può essere in ogni tempo revocato: quando il soggetto non si appalesi idoneo al trattamento
- Ai sensi dell'art. 52, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, al condannato ammesso al regime di semilibertà possono essere concesse a titolo di premio una o più licenze di durata non superiore nel complesso a: quarantacinque giorni all'anno
- Ai sensi dell'art. 52, comma 3, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, se il condannato ammesso al regime di semilibertà durante la licenza trasgredisce agli obblighi impostigli, la licenza: può essere revocata indipendentemente dalla revoca della semilibertà
- Ai sensi dell'art. 53, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, nel periodo immediatamente precedente alla scadenza fissata per il riesame di pericolosità, agli internati può essere concessa una licenza: di sei mesi
- Ai sensi dell'art. 53, comma 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, agli internati può essere concessa, per gravi esigenze personali o familiari, una licenza di durata non superiore a: quindici giorni
- Ai sensi dell'art. 53-bis, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, avverso il decreto emesso dal Magistrato di sorveglianza che decide sull'esclusione del permesso di premio o licenza, può essere proposto dall'interessato: reclamo avanti il Tribunale di sorveglianza
- Ai sensi dell'art. 53-bis, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, il tempo trascorso dal detenuto o dall'internato in permesso o licenza: è computato a ogni effetto nella durata delle misure restrittive della libertà personale
- Ai sensi dell'art. 53-bis, comma 1, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, sull'esclusione del computo del periodo di permesso o licenza, la decisione del magistrato di sorveglianza viene assunta: con decreto motivato
- Ai sensi dell'art. 53-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, il tempo trascorso dal detenuto o dall'internato in permesso o licenza è computato a ogni effetto nella durata delle misure restrittive della libertà personale, salvi i casi di mancato rientro o di altri gravi comportamenti da cui risulta che il soggetto non si è dimostrato meritevole del beneficio. In questi casi, quale autorità decide, con decreto motivato, sull'esclusione dal computo? Magistrato di sorveglianza
- Ai sensi dell'art. 55, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, nei confronti dei sottoposti alla libertà vigilata, ferme restando le disposizioni di cui all'art. 228 del codice penale, il servizio sociale: dispiega interventi di sostegno e di assistenza al fine del loro reinserimento sociale
- Ai sensi dell'art. 58, comma 3, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, le attività di controllo sulla corretta esecuzione delle misure alternativa alla detenzione e remissione del debito esercitate dai competenti organi penitenziari, sono svolte: con procedure tali da garantire il rispetto dei diritti dell'interessato e dei suoi familiari e conviventi
- Ai sensi dell'art. 58, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, dei provvedimenti previsti misure alternative alla detenzione e remissione del debito ed adottati dal Magistrato o dalla Sezione di sorveglianza, la cancelleria deve darne immediata comunicazione: all'autorità provinciale di pubblica sicurezza
- Ai sensi dell'art. 58-quater, comma 4, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, i condannati all'ergastolo per i delitti di sequestro di persona a scopo di estorsione ex art. 630 del codice penale, che abbiano cagionato la morte del sequestrato non sono ammessi ad alcuno dei benefici indicati nel comma 1 dell'art. 4-bis se non abbiano effettivamente espiato almeno: ventisei anni
- Ai sensi dell'art. 58-ter ord. penit., quando può affermarsi che una persona collabora con la giustizia? Quando, anche dopo la condanna, essa si è adoperata per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori o ha aiutato concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione o la cattura degli autori dei reati
- Ai sensi dell'art. 58-ter, comma 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, i limiti di pena previsti dalle disposizioni del comma 1 dell'art. 21, del comma 4 dell'art. 30-ter e del comma 2 dell'art. 50 della predetta legge, per le persone che collaborano con la giustizia: sono accertati dal Tribunale di sorveglianza, assunte le necessarie informazioni e sentito il Pubblico ministero presso il giudice competente per i reati in ordine ai quali è stata prestata la collaborazione
- Ai sensi dell'art. 61, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, Gli istituti per l'esecuzione delle pene si distinguono in: case di arresto e case di reclusione
- Ai sensi dell'art. 64, Ord. penit., i singoli istituti devono: essere organizzati con caratteristiche differenziate in relazione alla posizione giuridica dei detenuti ed internati, e alle necessità di trattamento individuale o di gruppo degli stessi
- Ai sensi dell'art. 656 c.p.p., la sospensione dell'esecuzione per la stessa condanna non può essere disposta più di: 1 volta
- Ai sensi dell'art. 656, comma 5 c.p.p., entro quale termine, decorrente dalla notificazione dell'ordine di esecuzione e del decreto di sospensione, il condannato o il difensore possono presentare istanza volta alla concessione di misura alternativa per impedire che l'esecuzione della pena abbia corso immediato? 30 giorni
- Ai sensi dell'art. 656, comma 6 c.p.p.m entro quale termine può essere depositata nella cancelleria del Tribunale di sorveglianza la "documentazione necessaria" ad ottenere la concessione di una delle misure alternative citate in tale articolo? 5 giorni prima dell'udienza
- Ai sensi dell'art. 66, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, la costituzione, la trasformazione, la soppressione degli istituti penitenziari nonché delle sezioni sono disposte: con decreto ministeriale
- Ai sensi dell'art. 677 c.p.p., quale delle seguenti affermazioni, in merito alla competenza per territorio del magistrato di sorveglianza è corretta? Essa spetta al magistrato di sorveglianza che ha giurisdizione sull'istituto di prevenzione o di pena in cui si trova l'interessato al momento in cui viene formulata la richiesta o la proposta ovvero l'iniziativa è assunta d'ufficio
- Ai sensi dell'art. 677 c.p.p., quando l'interessato non è detenuto o internato, se la legge non dispone diversamente, qual è il Tribunale o il magistrato di sorveglianza competente? Quello che ha giurisdizione sul luogo in cui l'interessato ha la residenza o il domicilio
- Ai sensi dell'art. 678 c.p.p., quando il Tribunale di sorveglianza procede a norma dell'art. 666 c.p.p.? Se non diversamente previsto
- Ai sensi dell'art. 678, comma 1-ter c.p.p., cosa accade se non è proposta l'opposizione avverso l'ordinanza di applicazione provvisoria di una delle misure menzionate dall'art. 656, comma 5? Il Tribunale di sorveglianza, se condivide la decisione dell'organo monocratico, la conferma de plano
- Ai sensi dell'art. 678, comma 1-ter c.p.p., cosa può essere proposto/a avverso l'ordinanza di applicazione provvisoria di una delle misure menzionate dall'art. 656, comma 5? Opposizione al Tribunale di sorveglianza
- Ai sensi dell'art. 68, comma 3, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, un giudice avente la qualifica di magistrato di cassazione, di appello o di Tribunale può essere temporaneamente destinato a esercitare le funzioni del magistrato di sorveglianza mancante o impedito: con decreto del presidente della Corte d'Appello
- Ai sensi dell'art. 69, comma 2 d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, cosa deve essere consegnato all'atto dell'ingresso in istituto a ciascun detenuto o internato? La Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati
- Ai sensi dell'art. 69, comma 7 ord. penit., quale provvedimento viene adottato per la modifica delle prescrizioni relative all'affidamento in prova? Decreto motivato
- Ai sensi dell'art. 7, d.p.r. 230/2000, di cosa devono esser dotati servizi igienici e docce? Acqua calda e fredda, lavabo, doccia e, in particolare negli istituti o sezioni femminili, anche di bidet
- Ai sensi dell'art. 7, d.p.r. 230/2000, dove sono collocati i servizi igienici? in un locale annesso alla camera di detenzione
- Ai sensi dell'art. 70, comma 2, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, in quali ipotesi il Tribunale di sorveglianza decide anche in sede di appello? Sui ricorsi avverso i provvedimenti volti al riesame della pericolosità ai sensi del primo e secondo comma dell'art. 208 del codice penale, nonché all'applicazione, esecuzione, trasformazione o revoca, anche anticipata, delle misure di sicurezza
- Ai sensi dell'art. 70, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, i provvedimenti del Tribunale sono adottati da un collegio composto: dal presidente, un magistrato di sorveglianza e da due fra gli esperti effettivi e supplenti
- Ai sensi dell'art. 70-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, salvo che si tratti di tribunali istituiti nelle sezioni distaccate di Corte d'Appello, a quale autorità giudiziaria sono attribuite le funzioni di Presidente del Tribunale di sorveglianza? Magistrato di Cassazione
- Ai sensi dell'art. 71-bis, comma 3, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, entro quale termine l'ordinanza che conclude il procedimento di sorveglianza è comunicata al pubblico ministero, all'interessato e al difensore? Dieci giorni dalla data della deliberazione
- Ai sensi dell'art. 71-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, entro quale termine l'ordinanza con la quale si conclude il procedimento di sorveglianza viene comunicata al Pubblico ministero, all'interessato e al difensore? Dieci giorni dalla deliberazione
- Ai sensi dell'art. 71-bis, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, nell'ambito del procedimento di sorveglianza, l'udienza si svolge con la partecipazione necessaria: del difensore e del rappresentante dell'ufficio del Pubblico ministero
- Ai sensi dell'art. 71-sexies, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, entro quale termine il decreto motivato, pronunciato dal Presidente del Tribunale di Sorveglianza, con il quale viene disposta l'inammissibilità dell'istanza sull'adozione delle misure alle misure alternative alla detenzione e rimessione del debito, viene comunicato all'interessato? Cinque giorni dalla deliberazione
- Ai sensi dell'art. 72, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, alla dipendenza di quale autorità sono sottoposti gli uffici locali di esecuzione penale esterna? Del Ministero della Giustizia
- Ai sensi dell'art. 74, d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, il personale che effettua la perquisizione deve essere dello stesso sesso del soggetto da perquisire? Sì
- Ai sensi dell'art. 74, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, quale autorità presiede il consiglio di aiuto sociale? Dal presidente del Tribunale
- Ai sensi dell'art. 75, d.p.r. 230/2000, qual è il termine entro il quale il magistrato di sorveglianza e il personale dell'amministrazione penitenziaria devono informare il detenuto o l'internato che ha presentato reclamo della decisione adottata e dei motivi del rigetto? Non si prevede un termine numerico, ma che l'informazione debba essere comunicata "nel più breve tempo possibile"
- Ai sensi dell'art. 78 Ord. penit., chi autorizza l'ingresso presso gli istituti penitenziari di volontari idonei all'assistenza e all'educazione, allo scopo di partecipare all'opera di sostegno morale dei detenuti e degli internati, e al futuro reinserimento nella vita sociale? L'Amministrazione penitenziaria su proposta del Magistrato di Sorveglianza
- Ai sensi dell'art. 78, d.p.r. del 30 giugno 2000, n. 230, in caso di assoluta urgenza, il direttore può disporre, in via cautelare, con provvedimento motivato, che il detenuto o l'internato, che abbia commesso una infrazione sanzionabile con la esclusione dalle attività in comune, permanga in una camera individuale, in attesa della convocazione del consiglio di disciplina. La durata della misura cautelare non può comunque eccedere: dieci giorni
- Ai sensi dell'art. 82 Ord. penit., gli educatori: partecipano all'attività di gruppo per l'osservazione scientifica della personalità dei detenuti e degli internati e attendono al trattamento rieducativo individuale o di gruppo, coordinando la loro azione con quella di tutto il personale addetto alle attività concernenti la rieducazione
- Ai sensi dell'art. 86, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, il contingente dei magistrati e del personale da assegnare a ciascun ufficio di sorveglianza nei limiti delle attuali complessive dotazioni organiche è determinato con decreto: del Presidente della Repubblica
- Ai sensi dell'art. 9, ord. penit., chi effettua il controllo sulla quantità e la qualità del vitto? una rappresentanza di detenuti o internati designata mensilmente per sorteggio
- Ai sensi dell'art. 9, ord. penit., dove è somministrato il vitto? Di regola, in locali all'uopo destinati
- Ai soggetti reclusi, possono essere imposti il taglio dei capelli e della barba? Sì, ma soltanto per particolari ragioni igienico-sanitarie, così come previsto dall'art. 8 O.P.
- Al condannato a pena detentiva che ha dato prova di partecipazione all'opera di rieducazione è concessa una detrazione di: 45 giorni per ogni semestre di pena scontata
- Al condannato per il delitto di evasione previsto e punito dall'art. 385 c.p. può essere revocata la detenzione domiciliare? Sì, salvo il caso in cui sia stata riconosciuta la lieve entità del fatto
- Al condannato, al quale sia stata applicata la recidiva prevista dall' articolo 99, comma 4, del codice penale, può essere concessa la detenzione domiciliare se la pena detentiva inflitta, anche se costituente parte residua di maggior pena, non supera: tre anni
- Al detenuto può essere concessa la riduzione di un giorno di pena ogni dieci scontati secondo la legge n. 354/75? Sì, solo quando i suoi diritti sono stati violati
- Al di là degli orientamenti giurisprudenziali sul punto, secondo quanto disposto dall'art. 81 d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, nel procedimento disciplinare, tra la data della contestazione dell'addebito e la data dell'udienza quanti giorni devono necessariamente intercorrere? La legge penitenziaria ed il regolamento di esecuzione nulla prevedono al riguardo
- Al di là dei suoi presupposti, degli avvisi connessi alla procedura, quali passaggi essenziali prevede il meccanismo di cui all'art. 656, commi 5 e 6 c.p.p. per la concessione "ab initio" delle misure alternative alla detenzione? Il pubblico ministero emette l'ordine di esecuzione e contestuale decreto di sospensione, li notifica al condannato e al difensore; il condannato o il difensore presenta istanza di misura alternativa al pubblico ministero; quest'ultimo, a sua volta, la trasmette al Tribunale di sorveglianza
- Al di là del requisito che guarda alla sanzione e alla sussistenza di un periodo di osservazione, intra o extra moenia, e delle eventuali preclusioni previste dal legislatore, quali sono i due fondamentali giudizi che devono essere effettuati ai fini della concessione dell'affidamento in prova ai servizi sociali (art. 47, ord. penit.)? Deve esservi una prognosi favorevole di rieducabilità dell'affidamento in prova e di non recidiva, in base alle prescrizioni che accompagnano l'adozione della misura
- Al fine di favorire l'avviamento al lavoro dei dimessi dagli istituti di prevenzione e di pena, presso ogni consiglio di aiuto sociale è istituito: il comitato per l'occupazione degli assistiti dal consiglio di aiuto sociale
- Al fine di ottenere l'esecuzione del provvedimento di accoglimento di un reclamo presentato, è possibile per il detenuto ovvero per il difensore munito di procura speciale: attivare il giudizio di ottemperanza dinanzi al Magistrato di Sorveglianza
- All'affidato in prova al servizio sociale: viene concessa la detrazione di pena di cui all'art. 54 Ord. penit. solo se ha dato prova di un suo concreto recupero sociale
- All'atto dell'affidamento in prova al servizio sociale del condannato, è redatto verbale in cui sono indicate le prescrizioni che il soggetto dovrà seguire in ordine a: ai rapporti del soggetto con il servizio sociale, alla dimora, alla libertà di locomozione, al divieto di frequentare determinati locali e al lavoro
- All'atto dell'ingresso del detenuto o internato in istituto, espletate le operazioni di cui ai commi 1, 2, 3 dell'art 23 del Regolamento di esecuzione (DPR 30 giugno 2000 n. 230)... ...il direttore dell'istituto, o un operatore penitenziario da lui designato svolge un colloquio conoscitivo con il soggetto, utile ad apprendere le notizie necessarie per le iscrizioni nel registro previsto dall'art. 7 reg. esecuz. Cod. proc. Pen.
- All'avvicinarsi della dimissione di un detenuto o internato dall'istituto, di norma il direttore a quali enti ed entro quanto tempo deve darne notizia, secondo l'art. 43 O.P.? Al consiglio di aiuto sociale e all'UEPE del luogo in cui ha sede l'Istituto ed a quelli del luogo dove il soggetto intende stabilire la sua residenza, almeno tre mesi prima
- Alle attività di controllo relative all'applicazione delle misure alternative alla detenzione può partecipare la polizia penitenziaria? Sì, ove richiesta, secondo le indicazioni del direttore dell'UEPE e previo coordinamento con l'autorità di pubblica sicurezza
- All'ergastolano può essere concessa la liberazione anticipata? Sì
- All'interno degli istituti penitenziari, secondo l'art. 41 del DPR 230/2000 a riguardo dell'istruzione a detenuti e internati, è costituita una commissione didattica. Quali sono i compiti di tale commissione? Compiti consultivi e propositivi
- All'interno dell'area educativa, un educatore riveste il ruolo di capo area? Sì
- All'interno dell'istituto penitenziario, è consentito il consumo giornaliero di bevande alcoliche? Sì, se limitato ad un litro di birra o mezzo litro di vino con gradazione non superiore a dodici gradi
- All'interno dell'istituto penitenziario, quale autorità controlla regolarmente l'applicazione delle tabelle e la preparazione del vitto? Rappresentanza dei detenuti e degli internati
- Allo straniero extracomunitario, entrato illegalmente nel territorio dello Stato, può essere concesso l'accesso alle misure alternative? Sì
- Anche alla luce di alcune pronunce della Corte costituzionale (C. cost. 3 luglio 1997, n. 212; C. cost. 20 giugno 2013, n. 143), quante volte il detenuto può conferire a colloquio con il difensore? Non operano limiti di ordine quantitativo
- Attivato il procedimento disciplinare, ai sensi dell'art. 38 Ord. penit., il detenuto o internato ha diritto: ad essere sentito personalmente e ad esporre personalmente le proprie discolpe
- Avverso il provvedimento che dispone o proroga il regime di sorveglianza particolare, nel termine di dieci giorni dalla comunicazione del provvedimento definitivo, avanti a quale organo l'interessato può proporre reclamo? Tribunale di sorveglianza
- Avverso il provvedimento di proroga del regime di sorveglianza particolare: può essere proposto reclamo al Tribunale di Sorveglianza del locus detentionis
- Avverso il provvedimento di sorveglianza particolare nei confronti di un detenuto o internato, il soggetto interessato può presentare reclamo, secondo quanto previsto dall'ordinamento penitenziario? Sì
- Avverso il provvedimento emesso in sede di ottemperanza è sempre ammesso, a norma dell'art. 35-bis, comma 8, L. 26 luglio 1975, n. 354, recante “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”, per violazione espressa delle norme di legge: ricorso per cassazione
- Avverso il provvedimento emesso in sede di ottemperanza al provvedimento adottato in sede di reclamo 35 bis: è sempre ammesso ricorso per cassazione per violazione di legge
- Avverso la decisione sul reclamo 35 bis è ammesso: reclamo al Tribunale di Sorveglianza entro quindici giorni dalla notificazione o dalla comunicazione dell'avviso di deposito della decisione stessa
- Avverso la decisione sul reclamo 35 bis, Ord. penit., è ammesso: reclamo al Tribunale di Sorveglianza
- Avverso le decisioni limitative della corrispondenza epistolare, il detenuto può proporre impugnazione? Sì, può proporre un reclamo, condotto secondo la procedura prevista dall'art. 14-ter ord. penit.
- Avverso le ordinanze del Tribunale di sorveglianza e del Magistrato di sorveglianza, il pubblico ministero, l'interessato e l'amministrazione penitenziaria, possono proporre ricorso per cassazione per violazione di legge: entro dieci giorni dalla comunicazione del provvedimento