Elenco in ordine alfabetico delle domande di Italiano CA - CB
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"È senza dubbio per divertirsi che lei dipinge, vero?": con questa domanda di aperta disapprovazione, l'accademico Gleyre apostrofa un giorno il giovane Renoir, da poco entrato nel suo atelier all'Ecole des Beaux-Arts: "Ma certamente - risponde l'allievo - e se non mi divertisse, la prego di credere che non dipingerei affatto". Questo semplice aneddoto, riferito da un suo biografo, è di per sé illuminante per comprendere la natura del rapporto che lega Renoir alla pittura: un divertimento nel senso più alto della parola, una gioia che si rinnova ogni volta che il colore comincia a incantare di liriche immagini la tela, un piacere e un'esaltazione dei sensi che si accende nel momento in cui il pittore entra in contatto con il quadro. Quando era allievo all'Ecole des Beaux-Arts, il giovane Renoir rispose, a un insegnante, che dipingeva per il piacere che ciò gli dava, senza il quale non avrebbe dipinto. Ciò ci illumina sul suo rapporto con la pittura: essa è per lui gioia sempre nuova, nel momento dell'inizio e della realizzazione dell'opera.
"È senza dubbio per divertirsi che lei dipinge, vero?": con questa domanda di aperta disapprovazione, l'accademico Gleyre apostrofa un giorno il giovane Renoir, da poco entrato nel suo atelier all'Ecole des Beaux-Arts: "Ma certamente - risponde l'allievo - e se non mi divertisse, la prego di credere che non dipingerei affatto". Questo semplice aneddoto, riferito da un suo biografo, è di per sé illuminante per comprendere la natura del rapporto che lega Renoir alla pittura: un divertimento nel senso più alto della parola, una gioia che si rinnova ogni volta che il colore comincia a incantare di liriche immagini la tela, un piacere e un'esaltazione dei sensi che si accende nel momento in cui il pittore entra in contatto con il quadro. Quando era allievo all'Ecole des Beaux-Arts, il giovane Renoir rispose, a un insegnante, che dipingeva per il piacere che ciò gli dava, senza il quale non avrebbe dipinto. Ciò ci illumina sul suo rapporto con la pittura: essa è per lui gioia sempre nuova, nel momento dell'inizio e della realizzazione dell'opera.
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"Alcuni non riescono a far quadrare le proprie idee ugualitarie con test che misurano il quoziente di intelligenza, e bandiscono come immorale e illegittima l'idea che si possano tentare di valutare le capacità e il carattere dell'uomo. Soprattutto tra i marxisti, la quantificazione delle capacità intellettuali tende ad essere giudicata condannabile da un punto di vista ideologico; sotto questo aspetto i marxisti non si discostano da Freud nel ritenere che tutte le importanti differenze tra gli uomini sono prodotte dall'ambiente, e sono quindi successive alla nascita". Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura del brano precedente? Non tutti accettano il metodo di misurare l'intelligenza attraverso test
"Alcuni non riescono a far quadrare le proprie idee ugualitarie con test che misurano il quoziente di intelligenza, e bandiscono come immorale e illegittima l'idea che si possano tentare di valutare le capacità e il carattere dell'uomo. Soprattutto tra i marxisti, la quantificazione delle capacità intellettuali tende ad essere giudicata condannabile da un punto di vista ideologico; sotto questo aspetto i marxisti non si discostano da Freud nel ritenere che tutte le importanti differenze tra gli uomini sono prodotte dall'ambiente, e sono quindi successive alla nascita". Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura del brano precedente? Non tutti accettano il metodo di misurare l'intelligenza attraverso test
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"Angoscia" è un termine spesso assimilato a quello di "ansia" perché la distinzione terminologica è reperibile solo nelle lingue di origine latina. In tedesco esiste infatti l'unico termine "Angst" e in inglese l'unico termine "anxiety". Gli psichiatri preferiscono parlare di "ansia" in riferimento ai soli aspetti psichici dell'emozione in questione, mentre impiegano il termine "angoscia" quando in concomitanza si hanno manifestazioni somatiche talvolta particolarmente vistose. C'è inoltre chi considera l'angoscia come uno stadio più grave dell'ansia, e chi mantiene tra le due parole una rigorosa distinzione perché interpreta l'ansia come una condizione fisiologica e psicologica in sé non anormale e in alcuni casi utile per il conseguimento di un obiettivo e l'angoscia come l'espressione nevrotica o psicotica dell'ansia. In alcune lingue esiste un'unica parola per indicare ansia e angoscia. È il caso dell'inglese e del tedesco, in cui la parola è rispettivamente "anxiety" e "Angst". Nelle lingue di origine latina, invece, si usano due parole differenti. La differenza tra i due concetti starebbe nel fatto che l'ansia è considerata una condizione fisiologica e psicologica in sé non anormale e in alcuni casi utile, mentre l'angoscia sarebbe l'espressione nevrotica e psicotica dell'ansia. In psichiatria il termine "ansia" richiama i soli aspetti psichici dell'emozione in questione, mentre il termine "angoscia" si usa quando ci sono anche manifestazioni somatiche.
"Angoscia" è un termine spesso assimilato a quello di "ansia" perché la distinzione terminologica è reperibile solo nelle lingue di origine latina. In tedesco esiste infatti l'unico termine "Angst" e in inglese l'unico termine "anxiety". Gli psichiatri preferiscono parlare di "ansia" in riferimento ai soli aspetti psichici dell'emozione in questione, mentre impiegano il termine "angoscia" quando in concomitanza si hanno manifestazioni somatiche talvolta particolarmente vistose. C'è inoltre chi considera l'angoscia come uno stadio più grave dell'ansia, e chi mantiene tra le due parole una rigorosa distinzione perché interpreta l'ansia come una condizione fisiologica e psicologica in sé non anormale e in alcuni casi utile per il conseguimento di un obiettivo e l'angoscia come l'espressione nevrotica o psicotica dell'ansia. In alcune lingue esiste un'unica parola per indicare ansia e angoscia. È il caso dell'inglese e del tedesco, in cui la parola è rispettivamente "anxiety" e "Angst". Nelle lingue di origine latina, invece, si usano due parole differenti. La differenza tra i due concetti starebbe nel fatto che l'ansia è considerata una condizione fisiologica e psicologica in sé non anormale e in alcuni casi utile, mentre l'angoscia sarebbe l'espressione nevrotica e psicotica dell'ansia. In psichiatria il termine "ansia" richiama i soli aspetti psichici dell'emozione in questione, mentre il termine "angoscia" si usa quando ci sono anche manifestazioni somatiche.
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"Circolo vizioso della povertà" è un'espressione utilizzata per indicare le difficoltà che incontrano alcuni Paesi sottosviluppati a spezzare il nesso tra domanda e produzione che non permette loro di avviare una seria politica di sviluppo economico. Tali paesi, infatti, sono caratterizzati da un basso reddito pro capite che comporta un livello basso di consumi e quindi di domanda e di risparmio. Ma bassi risparmi frenano l'accumulazione di capitale; la scarsità di capitale determina bassi investimenti e quindi impedisce l'introduzione di innovazioni di prodotto e di processo e la crescita della produttività; la produttività a sua volta comporta un basso reddito pro capite. Il "circolo vizioso della povertà" è tipico dei Paesi sottosviluppati e indica un fenomeno che impedisce a questi Paesi di svilupparsi economicamente. I consumi limitati di questi Paesi, accompagnati da scarsa domanda e scarsi risparmi, sono causati dai bassi redditi individuali. Questo impedisce l'accumulo di capitali, senza il quale è impossibile attirare investimenti che inneschino un vero processo produttivo. La mancanza di produttività genera a sua volta redditi sempre più bassi.
"Circolo vizioso della povertà" è un'espressione utilizzata per indicare le difficoltà che incontrano alcuni Paesi sottosviluppati a spezzare il nesso tra domanda e produzione che non permette loro di avviare una seria politica di sviluppo economico. Tali paesi, infatti, sono caratterizzati da un basso reddito pro capite che comporta un livello basso di consumi e quindi di domanda e di risparmio. Ma bassi risparmi frenano l'accumulazione di capitale; la scarsità di capitale determina bassi investimenti e quindi impedisce l'introduzione di innovazioni di prodotto e di processo e la crescita della produttività; la produttività a sua volta comporta un basso reddito pro capite. Il "circolo vizioso della povertà" è tipico dei Paesi sottosviluppati e indica un fenomeno che impedisce a questi Paesi di svilupparsi economicamente. I consumi limitati di questi Paesi, accompagnati da scarsa domanda e scarsi risparmi, sono causati dai bassi redditi individuali. Questo impedisce l'accumulo di capitali, senza il quale è impossibile attirare investimenti che inneschino un vero processo produttivo. La mancanza di produttività genera a sua volta redditi sempre più bassi.
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"Dalla Russia con amore" è un gioco elettronico recentemente messo sul mercato che si rifà nei minimi particolari all'omonimo film, proponendo al tempo stesso intense sequenze d'azione completamente inedite e altre che riprendono gli elementi più famosi di diverse pellicole del primo Agente 007, fra cui la memorabile scena in cui James Bond si sfila la muta da sub per sfoggiare un impeccabile smoking con tanto di garofano rosso e di orologio subacqueo. È in vendita da poco tempo un gioco elettronico ispirato alla figura di James Bond. Il gioco ripropone le scene più famose dei primi film dell'agente 007 che ebbero questo personaggio come protagonista, insieme a nuove situazioni originali.
"Dalla Russia con amore" è un gioco elettronico recentemente messo sul mercato che si rifà nei minimi particolari all'omonimo film, proponendo al tempo stesso intense sequenze d'azione completamente inedite e altre che riprendono gli elementi più famosi di diverse pellicole del primo Agente 007, fra cui la memorabile scena in cui James Bond si sfila la muta da sub per sfoggiare un impeccabile smoking con tanto di garofano rosso e di orologio subacqueo. È in vendita da poco tempo un gioco elettronico ispirato alla figura di James Bond. Il gioco ripropone le scene più famose dei primi film dell'agente 007 che ebbero questo personaggio come protagonista, insieme a nuove situazioni originali.
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"Esisterebbe un preciso rapporto tra consumo di caffeina e percezione del tempo. A un gruppo di 60 volontari era stato chiesto di cercare di fermare un cronometro dopo 47 secondi da un preciso segnale. Chi aveva assunto regolarmente 20 mg di caffeina al giorno riusciva a fermare il cronometro dopo 44 secondi; chi non aveva assunto caffeina, dopo 69." Una prova su un gruppo di volontari ha dimostrato che esiste un preciso rapporto tra assunzione quotidiana di caffeina e percezione del tempo. Alla richiesta di fermare un cronometro dopo 47 secondi da un segnale preciso, chi aveva consumato 20 mg di caffeina al giorno riusciva a farlo dopo 44 secondi, chi non ne aveva consumata dopo 69.
"Esisterebbe un preciso rapporto tra consumo di caffeina e percezione del tempo. A un gruppo di 60 volontari era stato chiesto di cercare di fermare un cronometro dopo 47 secondi da un preciso segnale. Chi aveva assunto regolarmente 20 mg di caffeina al giorno riusciva a fermare il cronometro dopo 44 secondi; chi non aveva assunto caffeina, dopo 69." Una prova su un gruppo di volontari ha dimostrato che esiste un preciso rapporto tra assunzione quotidiana di caffeina e percezione del tempo. Alla richiesta di fermare un cronometro dopo 47 secondi da un segnale preciso, chi aveva consumato 20 mg di caffeina al giorno riusciva a farlo dopo 44 secondi, chi non ne aveva consumata dopo 69.
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"Evitare carne, prodotti lattiero-caseari, zucchero raffinato e alimenti trasformati, aumentando il consumo di verdure, frutta, legumi, cereali integrali e latte vegetale porterà i pazienti lontano da uno stato di malattia e verso la salute". Lo dicono decine di medici in un articolo pubblicato nel Permanente Journal, riesaminando i cambiamenti di stile di vita che potrebbero ridurre alcune disabilità. L'articolo è poi stato ripreso dal sito ufficiale del PCRM (Physicians Committee for Responsible Medicine). I professionisti avvertono che i loro colleghi dovrebbero informare i pazienti sulle reali cause di origine delle malattie croniche e che molte malattie sono evitabili e persino reversibili con stili di vita sani, inclusi cambiamenti dietetici, attività fisica e gestione dello stress. Gli esperti del Comitato di Medicina Responsabile, sulla scia dell'articolo pubblicato da diversi medici sul Permanente Journal, ribadiscono che un cambiamento dietetico che induca i pazienti ad evitare alcuni cibi a favore di altri, unitamente all'attività fisica e alla gestione dello stress, può aiutarli a ritrovare lo stato di salute o evitare alcune malattie. Avvertono inoltre di informare i pazienti sulle vere cause delle malattie croniche.
"Evitare carne, prodotti lattiero-caseari, zucchero raffinato e alimenti trasformati, aumentando il consumo di verdure, frutta, legumi, cereali integrali e latte vegetale porterà i pazienti lontano da uno stato di malattia e verso la salute". Lo dicono decine di medici in un articolo pubblicato nel Permanente Journal, riesaminando i cambiamenti di stile di vita che potrebbero ridurre alcune disabilità. L'articolo è poi stato ripreso dal sito ufficiale del PCRM (Physicians Committee for Responsible Medicine). I professionisti avvertono che i loro colleghi dovrebbero informare i pazienti sulle reali cause di origine delle malattie croniche e che molte malattie sono evitabili e persino reversibili con stili di vita sani, inclusi cambiamenti dietetici, attività fisica e gestione dello stress. Gli esperti del Comitato di Medicina Responsabile, sulla scia dell'articolo pubblicato da diversi medici sul Permanente Journal, ribadiscono che un cambiamento dietetico che induca i pazienti ad evitare alcuni cibi a favore di altri, unitamente all'attività fisica e alla gestione dello stress, può aiutarli a ritrovare lo stato di salute o evitare alcune malattie. Avvertono inoltre di informare i pazienti sulle vere cause delle malattie croniche.
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"Gli indifferenti" di Alberto Moravia, rappresentando la società borghese moderna, attraverso una spietata diagnosi, ne individua gli idoli nel sesso e nel denaro. Il romanzo ebbe una pessima accoglienza da parte dei critici fascisti, ma, contemporaneamente, letterati quali Borgese e Pancrazi compresero l'importanza dell'opera e il grande impegno etico che andava al di là dei contenuti scandalosi. Ne "Gli indifferenti" Alberto Moravia individua nel sesso e nel denaro gli idoli della società borghese moderna; per questo il romanzo ebbe una pessima accoglienza da parte della critica fascista, in compenso Borgese e Pancrazi, letterati dell'epoca, andando al di là dei contenuti scabrosi, compresero il grande impegno etico dell'opera e la sua importanza.
"Gli indifferenti" di Alberto Moravia, rappresentando la società borghese moderna, attraverso una spietata diagnosi, ne individua gli idoli nel sesso e nel denaro. Il romanzo ebbe una pessima accoglienza da parte dei critici fascisti, ma, contemporaneamente, letterati quali Borgese e Pancrazi compresero l'importanza dell'opera e il grande impegno etico che andava al di là dei contenuti scandalosi. Ne "Gli indifferenti" Alberto Moravia individua nel sesso e nel denaro gli idoli della società borghese moderna; per questo il romanzo ebbe una pessima accoglienza da parte della critica fascista, in compenso Borgese e Pancrazi, letterati dell'epoca, andando al di là dei contenuti scabrosi, compresero il grande impegno etico dell'opera e la sua importanza.
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"Ho ucciso JF Kennedy" è il romanzo che dà inizio alla serie Carvalho, ma quando fu pubblicato Vázquez Montalbán mai avrebbe pensato che avrebbe scritto un'altra ventina di romanzi con lo stesso protagonista. In effetti, occorre dire subito che è un romanzo sperimentale, che mette in pratica la cosiddetta letteratura subnormale, un esperimento avanguardista dello scrittore negli anni '70, quando si pensava che il romanzo fosse morto. La letteratura subnormale mescola continuamente registri, voci narranti, punti di vista, riferimenti storici, letterari, ideologici e il risultato non è sempre facile da decifrare. Negli anni '70, Vázquez Montalbán con "Ho ucciso JF Kennedy", libro avanguardista che apre la serie Carvalho, mise in pratica la letteratura definita subnormale, non molto comprensibile per la molteplicità di riferimenti e registri in essa contenuti. L'autore, per questo, non pensava che avrebbe scritto un'altra ventina di romanzi con lo stesso protagonista.
"Ho ucciso JF Kennedy" è il romanzo che dà inizio alla serie Carvalho, ma quando fu pubblicato Vázquez Montalbán mai avrebbe pensato che avrebbe scritto un'altra ventina di romanzi con lo stesso protagonista. In effetti, occorre dire subito che è un romanzo sperimentale, che mette in pratica la cosiddetta letteratura subnormale, un esperimento avanguardista dello scrittore negli anni '70, quando si pensava che il romanzo fosse morto. La letteratura subnormale mescola continuamente registri, voci narranti, punti di vista, riferimenti storici, letterari, ideologici e il risultato non è sempre facile da decifrare. Negli anni '70, Vázquez Montalbán con "Ho ucciso JF Kennedy", libro avanguardista che apre la serie Carvalho, mise in pratica la letteratura definita subnormale, non molto comprensibile per la molteplicità di riferimenti e registri in essa contenuti. L'autore, per questo, non pensava che avrebbe scritto un'altra ventina di romanzi con lo stesso protagonista.
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"Il 12 gennaio 1848 scoppiò a Palermo un moto insurrezionale; l'11 febbraio il re delle Due Sicilie Ferdinando II cedette alle pressioni degli insorti e concesse la Costituzione. Il 17 febbraio anche il Granduca di Toscana Leopoldo concesse una Costituzione. Il 4 marzo il re di Sardegna Carlo Alberto promulgò lo Statuto Albertino, in seguito adottato come Costituzione del Regno d'Italia." Il 12 gennaio 1848 scoppiò a Palermo un moto insurrezionale che portò Ferdinando II, re delle Due Sicilie, a concedere la Costituzione. Il mese successivo fu la volta del Granduca di Toscana Leopoldo. Il 4 marzo il re di Sardegna Carlo Alberto promulgò lo Statuto Albertino, poi divenuto Costituzione del Regno d'Italia.
"Il 12 gennaio 1848 scoppiò a Palermo un moto insurrezionale; l'11 febbraio il re delle Due Sicilie Ferdinando II cedette alle pressioni degli insorti e concesse la Costituzione. Il 17 febbraio anche il Granduca di Toscana Leopoldo concesse una Costituzione. Il 4 marzo il re di Sardegna Carlo Alberto promulgò lo Statuto Albertino, in seguito adottato come Costituzione del Regno d'Italia." Il 12 gennaio 1848 scoppiò a Palermo un moto insurrezionale che portò Ferdinando II, re delle Due Sicilie, a concedere la Costituzione. Il mese successivo fu la volta del Granduca di Toscana Leopoldo. Il 4 marzo il re di Sardegna Carlo Alberto promulgò lo Statuto Albertino, poi divenuto Costituzione del Regno d'Italia.
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"Il compito del medico è di sbagliar poco qua e là; e io molto loderei quel medico che poco sbagliasse, ma la certezza raramente è dato vedere. È certo che ai più dei medici tocca la stessa sorte che ai cattivi piloti. Anch'essi infatti, quando sbagliano governando con mare calmo, passano inosservati, ma quando li coglie una grande tempesta e vento contrario, chiaramente allora a tutti si rivela che han perduto la nave per ignoranza ed errore. Così anche i cattivi medici, e sono i più, quando curano uomini che non hanno nulla di grave, e ai quali anche commettendo i più immensi errori non si causa alcun danno, se in tali circostanze sbagliano, passano inosservati ai profani; ma se s'imbattono in una malattia grave, violenta e pericolosa, allora i loro errori e l'imperizia a tutti si fan chiari; e per entrambi così, medico e pilota, il castigo non è differito ..." (Ippocrate). Indicare quale delle seguenti illazioni NON è deducibile dal testo di Ippocrate. La medicina non è una scienza perché non raggiunge quasi mai certezze
"Il compito del medico è di sbagliar poco qua e là; e io molto loderei quel medico che poco sbagliasse, ma la certezza raramente è dato vedere. È certo che ai più dei medici tocca la stessa sorte che ai cattivi piloti. Anch'essi infatti, quando sbagliano governando con mare calmo, passano inosservati, ma quando li coglie una grande tempesta e vento contrario, chiaramente allora a tutti si rivela che han perduto la nave per ignoranza ed errore. Così anche i cattivi medici, e sono i più, quando curano uomini che non hanno nulla di grave, e ai quali anche commettendo i più immensi errori non si causa alcun danno, se in tali circostanze sbagliano, passano inosservati ai profani; ma se s'imbattono in una malattia grave, violenta e pericolosa, allora i loro errori e l'imperizia a tutti si fan chiari; e per entrambi così, medico e pilota, il castigo non è differito ..." (Ippocrate). Indicare quale delle seguenti illazioni NON è deducibile dal testo di Ippocrate. La medicina non è una scienza perché non raggiunge quasi mai certezze
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"La diffusione della resistenza batterica sta diventando più rapida dello sviluppo di nuovi antibiotici", ha avvertito la direttrice generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Margaret Chan. "Data la scarsità di prodotti sostitutivi, il mondo sta andando verso un'era post-antibiotica in cui malattie comuni torneranno a uccidere". La dichiarazione dell'Onu chiede di diminuire l'uso di antibiotici per preservarne l'efficacia, facendo invece un migliore uso dei vaccini e investendo più denaro per sviluppare nuovi antibiotici. Ma non prevede nessuno stanziamento di fondi e non rende illegale la pratica di somministrare dosi minime di antibiotici negli animali d'allevamento. L'Onu non può farlo: è una decisione che spetta ai governi nazionali. I batteri sono sempre più resistenti agli antibiotici e la ricerca farmaceutica non va abbastanza veloce. Lo dice l'OMS, temendo l'avvento di un'era in cui gli antibiotici non funzioneranno più e si morirà per malattie comuni. Per questo l'Onu chiede ai governi misure per favorire un uso più oculato degli antibiotici e dei vaccini e investimenti in ricerca medica. Ma lo stanziamento di fondi e la messa al bando degli antibiotici in allevamento competono ai governi.
"La diffusione della resistenza batterica sta diventando più rapida dello sviluppo di nuovi antibiotici", ha avvertito la direttrice generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Margaret Chan. "Data la scarsità di prodotti sostitutivi, il mondo sta andando verso un'era post-antibiotica in cui malattie comuni torneranno a uccidere". La dichiarazione dell'Onu chiede di diminuire l'uso di antibiotici per preservarne l'efficacia, facendo invece un migliore uso dei vaccini e investendo più denaro per sviluppare nuovi antibiotici. Ma non prevede nessuno stanziamento di fondi e non rende illegale la pratica di somministrare dosi minime di antibiotici negli animali d'allevamento. L'Onu non può farlo: è una decisione che spetta ai governi nazionali. I batteri sono sempre più resistenti agli antibiotici e la ricerca farmaceutica non va abbastanza veloce. Lo dice l'OMS, temendo l'avvento di un'era in cui gli antibiotici non funzioneranno più e si morirà per malattie comuni. Per questo l'Onu chiede ai governi misure per favorire un uso più oculato degli antibiotici e dei vaccini e investimenti in ricerca medica. Ma lo stanziamento di fondi e la messa al bando degli antibiotici in allevamento competono ai governi.
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"La funzione del meccanismo cerebrale è quella di ricacciare la massima parte del passato nell'incoscio per introdurre nella coscienza solo ciò che può illuminare la situazione attuale, agevolare l'azione che si prepara, compiere un lavoro utile. Talvolta qualche ricordo non necessario riesce a passare di contrabbando per la porta socchiusa; e questi messaggeri dell'inconscio ci avvertono del carico che trasciniamo dietro di noi senza averne la consapevolezza". (H. Bergson) Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura di questo brano? Il meccanismo cerebrale cerca di trattenere nell'inconscio i ricordi non immediatamente utili all'azione pratica
"La funzione del meccanismo cerebrale è quella di ricacciare la massima parte del passato nell'incoscio per introdurre nella coscienza solo ciò che può illuminare la situazione attuale, agevolare l'azione che si prepara, compiere un lavoro utile. Talvolta qualche ricordo non necessario riesce a passare di contrabbando per la porta socchiusa; e questi messaggeri dell'inconscio ci avvertono del carico che trasciniamo dietro di noi senza averne la consapevolezza". (H. Bergson) Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura di questo brano? Il meccanismo cerebrale cerca di trattenere nell'inconscio i ricordi non immediatamente utili all'azione pratica
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"L'agerasia è la scienza che si occupa della possibilità del prolungamento indefinito della vita umana ovvero lo studio «per escogitare o trovare i mezzi curativi atti ad attestare le cause, che producono la vecchiaia». Il nome della scienza deriva al greco gêras, "vecchiaia"; essa fu elaborata nel 1885 da Achille Malinconico, che la espose per la prima volta nel volume, stampato in proprio a Napoli, "Agerasia, ossia trattato sulla possibilità del prolungamento indefinito della vita umana". Nel 1885, Achille Malinconico dedicò un trattato all'Agerasia, ossia a quella scienza, il cui nome deriva dal termine greco che indica la vecchiaia, che si occupa delle "possibilità del prolungamento indefinito della vita umana". Stampato a Napoli, questo testo è considerato come la prima esposizione di questa nuova scienza.
"L'agerasia è la scienza che si occupa della possibilità del prolungamento indefinito della vita umana ovvero lo studio «per escogitare o trovare i mezzi curativi atti ad attestare le cause, che producono la vecchiaia». Il nome della scienza deriva al greco gêras, "vecchiaia"; essa fu elaborata nel 1885 da Achille Malinconico, che la espose per la prima volta nel volume, stampato in proprio a Napoli, "Agerasia, ossia trattato sulla possibilità del prolungamento indefinito della vita umana". Nel 1885, Achille Malinconico dedicò un trattato all'Agerasia, ossia a quella scienza, il cui nome deriva dal termine greco che indica la vecchiaia, che si occupa delle "possibilità del prolungamento indefinito della vita umana". Stampato a Napoli, questo testo è considerato come la prima esposizione di questa nuova scienza.
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"Layla e Majnun", nota anche come "Il Folle e Layla", è una classica storia araba di un amore contrastato. È basata sulla storia vera di un giovane chiamato Qays ibn al-Mulawwah, originario del nord della Penisola araba, che visse nel VII secolo. In una versione, egli passa la giovinezza con Layla; in un'altra versione, dopo aver visto Layla, se ne innamora perdutamente. In entrambe le varianti impazzisce quando il padre gli impedisce di sposarla; perciò venne chiamato Majnun- e Layla, ovvero "Il pazzo di Layla". A partire dalla storia vera di Qays ibn al- Mulawwah, un ragazzo del nord della Penisola araba vissuto nel VII secolo, è nata la favola di "Laya e Majnun", o "Il Folle e Layla". Le diverse versioni esistenti narrano di un amore contrastato dal padre della ragazza, che ne impedisce il matrimonio, e della conseguente follia di lui, che viene pertanto chiamato Majnun-e Layla, ovvero "Il pazzo di Layla".
"Layla e Majnun", nota anche come "Il Folle e Layla", è una classica storia araba di un amore contrastato. È basata sulla storia vera di un giovane chiamato Qays ibn al-Mulawwah, originario del nord della Penisola araba, che visse nel VII secolo. In una versione, egli passa la giovinezza con Layla; in un'altra versione, dopo aver visto Layla, se ne innamora perdutamente. In entrambe le varianti impazzisce quando il padre gli impedisce di sposarla; perciò venne chiamato Majnun- e Layla, ovvero "Il pazzo di Layla". A partire dalla storia vera di Qays ibn al- Mulawwah, un ragazzo del nord della Penisola araba vissuto nel VII secolo, è nata la favola di "Laya e Majnun", o "Il Folle e Layla". Le diverse versioni esistenti narrano di un amore contrastato dal padre della ragazza, che ne impedisce il matrimonio, e della conseguente follia di lui, che viene pertanto chiamato Majnun-e Layla, ovvero "Il pazzo di Layla".
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"Nel 1855-56 tutte le colonie si diedero un autogoverno attraverso un sistema bicamerale, che relegò essenzialmente i grandi allevatori-agricoltori nella Camera alta. Le Camere basse venivano elette a suffragio segreto e universale maschile regolarmente ogni tre anni; i membri del governo venivano scelti dalla Camera bassa e i giudici designati dai governi. I governatori inviati dalla Corona britannica assunsero sempre più funzioni rappresentative e di garanzia in casi di crisi costituzionale." "Nel 1855-56 nelle colonie si affermò un sistema bicamerale; nella Camera alta vi erano i grandi allevatori- agricoltori, la Camera bassa era eletta ogni tre anni a suffragio segreto e universale maschile e sceglieva i membri del governo. I governatori britannici assunsero sempre più un ruolo di garanzia in caso di crisi costituzionali."
"Nel 1855-56 tutte le colonie si diedero un autogoverno attraverso un sistema bicamerale, che relegò essenzialmente i grandi allevatori-agricoltori nella Camera alta. Le Camere basse venivano elette a suffragio segreto e universale maschile regolarmente ogni tre anni; i membri del governo venivano scelti dalla Camera bassa e i giudici designati dai governi. I governatori inviati dalla Corona britannica assunsero sempre più funzioni rappresentative e di garanzia in casi di crisi costituzionale." "Nel 1855-56 nelle colonie si affermò un sistema bicamerale; nella Camera alta vi erano i grandi allevatori- agricoltori, la Camera bassa era eletta ogni tre anni a suffragio segreto e universale maschile e sceglieva i membri del governo. I governatori britannici assunsero sempre più un ruolo di garanzia in caso di crisi costituzionali."
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"Nel 2010 stavo ascoltando alla radio un programma che raccontava dello sgombero di un campo rom. Parlavano di noi utilizzando i soliti luoghi comuni. Ero arrabbiato ed è stato allora che mi è venuta in mente l'idea un po' folle di creare una tv dedicata alla mia gente." Dopo due anni, Andrijano Dzeladin, trentatreenne rom di origini macedoni, realizza il suo sogno e fonda Sutka City Tv, la prima televisione rom al mondo, l'unica interamente in lingua romanì. Per spiegare a tutti chi sono veramente i rom. "L'ho chiamata Sutka, come il quartiere di Skopje in cui sono nato, l'unico al mondo in cui i rom sono la maggioranza", spiega Dzeladin. Nel 2012 viene fondato il primo canale televisivo interamente in lingua romanì, l'idea è venuta a un giovane macedone, Andrijano Dzeladin, stanco di ascoltare gli stereotipi con cui si parlava del suo popolo. Questo canale prende il nome dal quartiere di origine di Andrijano, in cui i rom sono la maggioranza.
"Nel 2010 stavo ascoltando alla radio un programma che raccontava dello sgombero di un campo rom. Parlavano di noi utilizzando i soliti luoghi comuni. Ero arrabbiato ed è stato allora che mi è venuta in mente l'idea un po' folle di creare una tv dedicata alla mia gente." Dopo due anni, Andrijano Dzeladin, trentatreenne rom di origini macedoni, realizza il suo sogno e fonda Sutka City Tv, la prima televisione rom al mondo, l'unica interamente in lingua romanì. Per spiegare a tutti chi sono veramente i rom. "L'ho chiamata Sutka, come il quartiere di Skopje in cui sono nato, l'unico al mondo in cui i rom sono la maggioranza", spiega Dzeladin. Nel 2012 viene fondato il primo canale televisivo interamente in lingua romanì, l'idea è venuta a un giovane macedone, Andrijano Dzeladin, stanco di ascoltare gli stereotipi con cui si parlava del suo popolo. Questo canale prende il nome dal quartiere di origine di Andrijano, in cui i rom sono la maggioranza.
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"Non è bello ciò che è bello ma ciò che piace", dice il proverbio, ma di fronte alla schiettezza dei numeri la saggezza popolare alza le mani: ad aver successo nella vita sono i belli "oggettivi", non i bruttini che piacciono, e un aspetto fisico decente permette di far carriera più facilmente e guadagnare di più. Le statistiche parlano talmente chiaro che l'economista americano Daniel S. Hamermesh, docente della University of Texas di Austin, nel suo ultimo libro "Beauty Pays - Why Attractive People Are More Successful" della Princeton University Press, ha lanciato una proposta: visto che i belli guadagnano il 4 per cento in più dei brutti e le belle l'8, perché non pensare a un "risarcimento morale" per chi nasce inviso a Venere? Secondo le statistiche, le persone dall'aspetto gradevole hanno qualche marcia in più nel mondo lavorativo: i belli guadagnano il 4% in più e le belle l'8%; per questo il professore della University of Texas Daniel S. Hamermesh, nel suo ultimo libro "Beauty Pays - Why Attractive People Are More Successful", ha pensato di proporre un risarcimento morale per chi non ha un aspetto accattivante.
"Non è bello ciò che è bello ma ciò che piace", dice il proverbio, ma di fronte alla schiettezza dei numeri la saggezza popolare alza le mani: ad aver successo nella vita sono i belli "oggettivi", non i bruttini che piacciono, e un aspetto fisico decente permette di far carriera più facilmente e guadagnare di più. Le statistiche parlano talmente chiaro che l'economista americano Daniel S. Hamermesh, docente della University of Texas di Austin, nel suo ultimo libro "Beauty Pays - Why Attractive People Are More Successful" della Princeton University Press, ha lanciato una proposta: visto che i belli guadagnano il 4 per cento in più dei brutti e le belle l'8, perché non pensare a un "risarcimento morale" per chi nasce inviso a Venere? Secondo le statistiche, le persone dall'aspetto gradevole hanno qualche marcia in più nel mondo lavorativo: i belli guadagnano il 4% in più e le belle l'8%; per questo il professore della University of Texas Daniel S. Hamermesh, nel suo ultimo libro "Beauty Pays - Why Attractive People Are More Successful", ha pensato di proporre un risarcimento morale per chi non ha un aspetto accattivante.
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"Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni". Così recita l'art. 14 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Questa dichiarazione segna la partenza di un cammino normativo a livello internazionale, volto a promuovere e tutelare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. I 30 articoli che la compongono sanciscono, tra l'altro, la libertà e l'uguaglianza come caratteristiche proprie di ogni uomo fin dalla nascita. La promozione e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali su un piano internazionale è sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 10 dicembre 1948) che nell'art. 14 ribadisce il diritto di ogni individuo "di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni". Nella Dichiarazione sono sancite fin dalla nascita libertà e uguaglianza per tutti.
"Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni". Così recita l'art. 14 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Questa dichiarazione segna la partenza di un cammino normativo a livello internazionale, volto a promuovere e tutelare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. I 30 articoli che la compongono sanciscono, tra l'altro, la libertà e l'uguaglianza come caratteristiche proprie di ogni uomo fin dalla nascita. La promozione e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali su un piano internazionale è sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 10 dicembre 1948) che nell'art. 14 ribadisce il diritto di ogni individuo "di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni". Nella Dichiarazione sono sancite fin dalla nascita libertà e uguaglianza per tutti.
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"Oro nero": chi lo trova, trova un tesoro. L'Opec controlla la produzione mondiale di petrolio. Si trova in grandi cavità sotterranee. Il libro che qui presentiamo svela questi e altri falsi miti sulla materia prima più importante del ventesimo secolo, continuamente al centro di obiettivi di politica estera, relazioni e guerre tra Stati, sicurezza internazionale e vita stessa di intere nazioni. Il libro qui presentato fa chiarezza su alcuni luoghi comuni invalsi nell'opinione pubblica a proposito del valore, dell'origine, della produzione e del controllo del petrolio, la materia prima più importante del '900, intorno alla quale ruota gran parte degli interessi che determinano il corso delle relazioni internazionali.
"Oro nero": chi lo trova, trova un tesoro. L'Opec controlla la produzione mondiale di petrolio. Si trova in grandi cavità sotterranee. Il libro che qui presentiamo svela questi e altri falsi miti sulla materia prima più importante del ventesimo secolo, continuamente al centro di obiettivi di politica estera, relazioni e guerre tra Stati, sicurezza internazionale e vita stessa di intere nazioni. Il libro qui presentato fa chiarezza su alcuni luoghi comuni invalsi nell'opinione pubblica a proposito del valore, dell'origine, della produzione e del controllo del petrolio, la materia prima più importante del '900, intorno alla quale ruota gran parte degli interessi che determinano il corso delle relazioni internazionali.
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"Panta rhei", in greco "tutto scorre", è la formula riassuntiva del pensiero di Eraclito: tutto viene e tutto va, incessantemente. Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, perché solo apparentemente esso permane: in realtà l'acqua che lo costituisce non è mai la stessa. Neppure si può toccare due volte una sostanza nel medesimo stato, perché questo, a causa della velocità del suo cambiamento, "si raccoglie e si disperde". Eraclito sosteneva che "tutto scorre", in greco "panta rhei": l'acqua dello stesso fiume è sempre diversa, così come lo stato di qualsiasi sostanza è in continuo cambiamento.
"Panta rhei", in greco "tutto scorre", è la formula riassuntiva del pensiero di Eraclito: tutto viene e tutto va, incessantemente. Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, perché solo apparentemente esso permane: in realtà l'acqua che lo costituisce non è mai la stessa. Neppure si può toccare due volte una sostanza nel medesimo stato, perché questo, a causa della velocità del suo cambiamento, "si raccoglie e si disperde". Eraclito sosteneva che "tutto scorre", in greco "panta rhei": l'acqua dello stesso fiume è sempre diversa, così come lo stato di qualsiasi sostanza è in continuo cambiamento.
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"Quale che sia la ragione, la consuetudine di leggere fiabe ai bambini diviene oggi sempre più rara. Molto spesso i bambini vengono lasciati soli davanti alla televisione; così, anziché fantasticare liberamente sulle pagine di Andersen e dei fratelli Grimm, apprendono dal tubo catodico schemi di comportamento che sacrificano l'individualità a modelli e valori precostituiti dalla società consumistica e massificata." Si sta perdendo la consuetudine di leggere favole ai bambini. Così, invece di trovare uno spazio per sviluppare una propria libera fantasia, i bambini apprendono dalla televisione una serie di modelli e di valori omologanti dettati dalla società consumistica, che riducono l'individualità.
"Quale che sia la ragione, la consuetudine di leggere fiabe ai bambini diviene oggi sempre più rara. Molto spesso i bambini vengono lasciati soli davanti alla televisione; così, anziché fantasticare liberamente sulle pagine di Andersen e dei fratelli Grimm, apprendono dal tubo catodico schemi di comportamento che sacrificano l'individualità a modelli e valori precostituiti dalla società consumistica e massificata." Si sta perdendo la consuetudine di leggere favole ai bambini. Così, invece di trovare uno spazio per sviluppare una propria libera fantasia, i bambini apprendono dalla televisione una serie di modelli e di valori omologanti dettati dalla società consumistica, che riducono l'individualità.
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"Seguire la propria convinzione val certo più che arrendersi all'autorità, ma invertendo la credenza fondata sull'autorità in quella fondata sulla propria convinzione non ne viene necessariamente mutato il contenuto, né la verità subentra all'errore. Restare abbarbicati al sistema dell'opinione e del pregiudizio per autorità altrui o per convinzione propria differisce soltanto per la vanità che si annida nella seconda maniera". Così dice Hegel nella Fenomenologia dello spirito. Hegel, in un passaggio tratto dalla Fenomenologia dello spirito, osserva che appare preferibile agire in base alle proprie convinzioni piuttosto che seguire i dettami dell'autorità. Ciò non è però ancora la garanzia del raggiungimento della verità, ma è anzi un atto di vanità, finché si resta sul piano dell'opinione e del pregiudizio.
"Seguire la propria convinzione val certo più che arrendersi all'autorità, ma invertendo la credenza fondata sull'autorità in quella fondata sulla propria convinzione non ne viene necessariamente mutato il contenuto, né la verità subentra all'errore. Restare abbarbicati al sistema dell'opinione e del pregiudizio per autorità altrui o per convinzione propria differisce soltanto per la vanità che si annida nella seconda maniera". Così dice Hegel nella Fenomenologia dello spirito. Hegel, in un passaggio tratto dalla Fenomenologia dello spirito, osserva che appare preferibile agire in base alle proprie convinzioni piuttosto che seguire i dettami dell'autorità. Ciò non è però ancora la garanzia del raggiungimento della verità, ma è anzi un atto di vanità, finché si resta sul piano dell'opinione e del pregiudizio.
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"Toro scatenato" è un film del 1980 di Martin Scorsese, che racconta l'ascesa, il trionfo e il declino di Jake La Motta (De Niro), il pugile che alla fine degli anni Quaranta divenne campione del mondo di pesi medi. Con questo film sulla boxe, Scorsese aggiunge un altro splendido tassello alla sua antologia di ritratti sulla vita degli italoamericani a New York. Ancora una volta, a prevalere è la fisicità dei personaggi, la violenza che ne segna i gesti e i rapporti, dentro e fuori dal ring, le pulsioni autodistruttive del protagonista. Mirabili le sequenze degli incontri di boxe, il bianco e nero, l'interpretazione di De Niro, ingrassato di oltre trenta chili per calarsi nella parte di La Motta vecchio. Martin Scorsese ha realizzato diverse opere con protagonisti italoamericani a New York. Ritratti in cui si insiste sulla fisicità, la violenza e l'autodistruttività. Uno di questi è "Toro Scatenato", del 1980, in cui viene raccontata la carriera e la vita di Jake La Motta, il campione del mondo di pesi medi degli anni Quaranta. Il personaggio è interpretato splendidamente da De Niro, che tra l'altro ingrassò più di trenta chili per recitare la parte di La Motta da vecchio. La scelta del bianco e nero è azzeccatissima e le sequenze degli incontri di boxe sono eccezionali.
"Toro scatenato" è un film del 1980 di Martin Scorsese, che racconta l'ascesa, il trionfo e il declino di Jake La Motta (De Niro), il pugile che alla fine degli anni Quaranta divenne campione del mondo di pesi medi. Con questo film sulla boxe, Scorsese aggiunge un altro splendido tassello alla sua antologia di ritratti sulla vita degli italoamericani a New York. Ancora una volta, a prevalere è la fisicità dei personaggi, la violenza che ne segna i gesti e i rapporti, dentro e fuori dal ring, le pulsioni autodistruttive del protagonista. Mirabili le sequenze degli incontri di boxe, il bianco e nero, l'interpretazione di De Niro, ingrassato di oltre trenta chili per calarsi nella parte di La Motta vecchio. Martin Scorsese ha realizzato diverse opere con protagonisti italoamericani a New York. Ritratti in cui si insiste sulla fisicità, la violenza e l'autodistruttività. Uno di questi è "Toro Scatenato", del 1980, in cui viene raccontata la carriera e la vita di Jake La Motta, il campione del mondo di pesi medi degli anni Quaranta. Il personaggio è interpretato splendidamente da De Niro, che tra l'altro ingrassò più di trenta chili per recitare la parte di La Motta da vecchio. La scelta del bianco e nero è azzeccatissima e le sequenze degli incontri di boxe sono eccezionali.
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"Transgenico" è una parola molto recente; infatti è attestata in uno scritto del 1988. Un organismo vegetale o animale è transgenico se ha subito una modificazione del suo patrimonio genetico tramite l'inserimento di geni estranei nelle sue cellule embrionali. Questi transgeni possono provenire sia dalla stessa specie sia da specie affini. Essi sono prima modificati con tecniche di ingegneria genetica, poi sono impiantati assieme ad altri elementi necessari per il loro funzionamento. I transgeni sono geni estranei che vengono modificati e poi impiantati nelle cellule embrionali di un organismo, con altri elementi necessari al loro funzionamento. "Transgenico" è l'aggettivo, introdotto nel 1988, con cui si definisce tale organismo modificato.
"Transgenico" è una parola molto recente; infatti è attestata in uno scritto del 1988. Un organismo vegetale o animale è transgenico se ha subito una modificazione del suo patrimonio genetico tramite l'inserimento di geni estranei nelle sue cellule embrionali. Questi transgeni possono provenire sia dalla stessa specie sia da specie affini. Essi sono prima modificati con tecniche di ingegneria genetica, poi sono impiantati assieme ad altri elementi necessari per il loro funzionamento. I transgeni sono geni estranei che vengono modificati e poi impiantati nelle cellule embrionali di un organismo, con altri elementi necessari al loro funzionamento. "Transgenico" è l'aggettivo, introdotto nel 1988, con cui si definisce tale organismo modificato.
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"Una Vita" (1892) e "Senilità" (1898) furono accolti con disinteresse dalla critica, cosa che rattristò profondamente Svevo, loro autore. "La Coscienza di Zeno" (1923), invece, ebbe un grande successo grazie ai giudizi positivi di Joyce e dei critici francesi, nonché di Montale in Italia. I giudizi positivi della critica francese, di Joyce e di Montale portarono al successo la "Coscienza di Zeno" (1923). I precedenti romanzi di Svevo, "Una Vita" (1892) e "Senilità" (1898), avevano avuto un'accoglienza tiepida da parte della critica, cosa che rattristò il loro autore.
"Una Vita" (1892) e "Senilità" (1898) furono accolti con disinteresse dalla critica, cosa che rattristò profondamente Svevo, loro autore. "La Coscienza di Zeno" (1923), invece, ebbe un grande successo grazie ai giudizi positivi di Joyce e dei critici francesi, nonché di Montale in Italia. I giudizi positivi della critica francese, di Joyce e di Montale portarono al successo la "Coscienza di Zeno" (1923). I precedenti romanzi di Svevo, "Una Vita" (1892) e "Senilità" (1898), avevano avuto un'accoglienza tiepida da parte della critica, cosa che rattristò il loro autore.
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"Uno dei caratteri essenziali della cultura italiana tra l'ultimo Ottocento e la prima guerra mondiale fu lo sforzo degli intellettuali a partecipare alla lotta politica. Da ciò un pullulare di riviste, un incrociarsi di polemiche, un aggregarsi e disgregarsi intorno ad alcune testate o ad alcune parole d'ordine; uno spirito di ribellione e di attivismo; un caricare la letteratura di ideologie facendola strumento di discussione, di polemica e di propaganda. " L'impegno degli intellettuali nella lotta politica, tra ribellione e attivismo, costituisce un tratto saliente della cultura italiana tra fine Ottocento e prima guerra mondiale; la letteratura caricata di ideologie divenne strumento di discussione, di polemica e di propaganda.
"Uno dei caratteri essenziali della cultura italiana tra l'ultimo Ottocento e la prima guerra mondiale fu lo sforzo degli intellettuali a partecipare alla lotta politica. Da ciò un pullulare di riviste, un incrociarsi di polemiche, un aggregarsi e disgregarsi intorno ad alcune testate o ad alcune parole d'ordine; uno spirito di ribellione e di attivismo; un caricare la letteratura di ideologie facendola strumento di discussione, di polemica e di propaganda. " L'impegno degli intellettuali nella lotta politica, tra ribellione e attivismo, costituisce un tratto saliente della cultura italiana tra fine Ottocento e prima guerra mondiale; la letteratura caricata di ideologie divenne strumento di discussione, di polemica e di propaganda.
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È completamente bianca, si muove fluttuando e riluce come un fantasma. Una possibile nuova specie di piovra è stata individuata durante un'esplorazione subacquea a una profondità di 4.000 metri, nell'arcipelago hawaiano. I ricercatori si sono trovati davanti a questa piccola piovra, apparentemente non classificata, che per qualche ragione non ha la pigmentazione scura. Per questo motivo l'immagine richiama quella di un fantasma. Per la piovra evanescente è stato già proposto un nome: Casper. "Casper" potrebbe essere il nome di una nuova piovra totalmente bianca e luccicante, che sembra non essere ancora stata classificata. È stata scoperta da un gruppo di ricercatori subacquei a una profondità di 4.000 m, durante un'esplorazione condotta alle Hawaii. Ha colpito per la totale assenza di pigmentazione scura.
È completamente bianca, si muove fluttuando e riluce come un fantasma. Una possibile nuova specie di piovra è stata individuata durante un'esplorazione subacquea a una profondità di 4.000 metri, nell'arcipelago hawaiano. I ricercatori si sono trovati davanti a questa piccola piovra, apparentemente non classificata, che per qualche ragione non ha la pigmentazione scura. Per questo motivo l'immagine richiama quella di un fantasma. Per la piovra evanescente è stato già proposto un nome: Casper. "Casper" potrebbe essere il nome di una nuova piovra totalmente bianca e luccicante, che sembra non essere ancora stata classificata. È stata scoperta da un gruppo di ricercatori subacquei a una profondità di 4.000 m, durante un'esplorazione condotta alle Hawaii. Ha colpito per la totale assenza di pigmentazione scura.
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È deplorevole che i croati abbiano stretto varie alleanze strategiche con i serbi, sebbene essi stessi siano stati loro vittime. Il fatto che musulmani e croati abbiano combattuto contro il "sogno cruento" di una Grande Serbia ha rappresentato per i musulmani illuminati un argomento importante contro la bipartizione islamico-fondamentalista del mondo in due sfere, Islam e cristianità. Si devono giudicare negativamente le alleanze che i croati hanno allacciato con i serbi, sia perché i croati sono stati, al pari dei musulmani, vittime dei serbi, sia perché in questo modo essi tolgono ai musulmani illuminati un argomento per opporsi ai fondamentalisti e alla loro idea di un mondo diviso tra Islam e cristianità.
È deplorevole che i croati abbiano stretto varie alleanze strategiche con i serbi, sebbene essi stessi siano stati loro vittime. Il fatto che musulmani e croati abbiano combattuto contro il "sogno cruento" di una Grande Serbia ha rappresentato per i musulmani illuminati un argomento importante contro la bipartizione islamico-fondamentalista del mondo in due sfere, Islam e cristianità. Si devono giudicare negativamente le alleanze che i croati hanno allacciato con i serbi, sia perché i croati sono stati, al pari dei musulmani, vittime dei serbi, sia perché in questo modo essi tolgono ai musulmani illuminati un argomento per opporsi ai fondamentalisti e alla loro idea di un mondo diviso tra Islam e cristianità.
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è difficile pensare a un altro testo che si riproponga a ogni nuova generazione di lettori con una carica altrettanto forte di informazione, di metodo e di stilizzazione di epoche e personalità. La fortuna, che è toccata a questo testo, è anche il riconoscimento della complessa cultura con cui l'autore ha fatto i conti e con cui ancora oggi ci misuriamo. Il testo si offre ai lettori di ogni nuova generazione con una tale carica di informazione, di metodo e di stilizzazione di epoche e personalità, che è difficile trovarne uno eguale. Il suo successo è anche il riconoscimento della complessa cultura con cui si è misurato l'autore e con cui ancora oggi dobbiamo confrontarci.
è difficile pensare a un altro testo che si riproponga a ogni nuova generazione di lettori con una carica altrettanto forte di informazione, di metodo e di stilizzazione di epoche e personalità. La fortuna, che è toccata a questo testo, è anche il riconoscimento della complessa cultura con cui l'autore ha fatto i conti e con cui ancora oggi ci misuriamo. Il testo si offre ai lettori di ogni nuova generazione con una tale carica di informazione, di metodo e di stilizzazione di epoche e personalità, che è difficile trovarne uno eguale. Il suo successo è anche il riconoscimento della complessa cultura con cui si è misurato l'autore e con cui ancora oggi dobbiamo confrontarci.
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È difficile trovare una guida più completa per formarsi una discoteca classica di base di questa "Titanium 2002". Note sintetiche, giudizi (spesso coraggiosi) affidati ai celebri asterischi (tre per l'esecuzione di maggior prestigio) e all'ambita "rosetta", volta a segnalare l'eccellenza assoluta. Con qualche sorpresa, rispetto ai gusti dei melomani italiani. Fra le note caratteristiche, una certa chiusura alle esecuzioni "rivoluzionarie". Non a caso ne escono tartassati interpreti come Sergiu Celibidache (in Bruckner snobbato a favore del piuttosto monocorde Stanislaw Skrowaczewski) e Glenn Gould (nel Bach pianistico gli è preferito il ben più anonimo András Schiff), che hanno fatto della provocazione intellettuale la propria bandiera. Uno strumento molto utile per chi voglia formarsi una discoteca classica di base è offerto dalla guida "Titanium 2002", che si segnala per la sintesi dei suoi giudizi, espressi con asterischi e, per l'eccellenza, con una "rosetta". In tema di esecuzioni, molti giudizi della guida costituiscono, in rapporto al gusto degli appassionati italiani, delle vere e proprie sorprese, nette chiusure riguardo alle provocazioni intellettuali di celebri interpreti, come Sergiu Celibidache e Glenn Gould.
È difficile trovare una guida più completa per formarsi una discoteca classica di base di questa "Titanium 2002". Note sintetiche, giudizi (spesso coraggiosi) affidati ai celebri asterischi (tre per l'esecuzione di maggior prestigio) e all'ambita "rosetta", volta a segnalare l'eccellenza assoluta. Con qualche sorpresa, rispetto ai gusti dei melomani italiani. Fra le note caratteristiche, una certa chiusura alle esecuzioni "rivoluzionarie". Non a caso ne escono tartassati interpreti come Sergiu Celibidache (in Bruckner snobbato a favore del piuttosto monocorde Stanislaw Skrowaczewski) e Glenn Gould (nel Bach pianistico gli è preferito il ben più anonimo András Schiff), che hanno fatto della provocazione intellettuale la propria bandiera. Uno strumento molto utile per chi voglia formarsi una discoteca classica di base è offerto dalla guida "Titanium 2002", che si segnala per la sintesi dei suoi giudizi, espressi con asterischi e, per l'eccellenza, con una "rosetta". In tema di esecuzioni, molti giudizi della guida costituiscono, in rapporto al gusto degli appassionati italiani, delle vere e proprie sorprese, nette chiusure riguardo alle provocazioni intellettuali di celebri interpreti, come Sergiu Celibidache e Glenn Gould.
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È dunque facile per chiunque entrare in possesso dei precursori di un'arma di distruzione di massa? In realtà, almeno dal 1997, cioè da quando è entrata in vigore la CWC, è più difficile. La Convenzione permette infatti ai governi dei Paesi firmatari di impedire ogni attività legata alla produzione delle armi chimiche proibite. Tra l'altro, il testo non fa riferimento solo agli agenti tossici, ma anche ai loro precursori e a ogni tipo di equipaggiamento progettato per la dispersione, siano essi diffusori o munizioni. Dall'entrata in vigore nel 1997 della CWC, i Paesi firmatari della Convenzione non solo possono impedire qualsiasi forma di attività connessa alla produzione di armi chimiche proibite, ma possono anche bandire i precursori di tali armi e le attrezzature (munizioni o diffusori) eventualmente utilizzabili per la dispersione di agenti tossici.
È dunque facile per chiunque entrare in possesso dei precursori di un'arma di distruzione di massa? In realtà, almeno dal 1997, cioè da quando è entrata in vigore la CWC, è più difficile. La Convenzione permette infatti ai governi dei Paesi firmatari di impedire ogni attività legata alla produzione delle armi chimiche proibite. Tra l'altro, il testo non fa riferimento solo agli agenti tossici, ma anche ai loro precursori e a ogni tipo di equipaggiamento progettato per la dispersione, siano essi diffusori o munizioni. Dall'entrata in vigore nel 1997 della CWC, i Paesi firmatari della Convenzione non solo possono impedire qualsiasi forma di attività connessa alla produzione di armi chimiche proibite, ma possono anche bandire i precursori di tali armi e le attrezzature (munizioni o diffusori) eventualmente utilizzabili per la dispersione di agenti tossici.
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È facile intravedere come ci si muova in un contesto specificatamente terapeutico che, tenendo conto, realisticamente, delle condizioni oggettive del paziente, dimensiona e finalizza crescentemente sia la metodologia generale che la tecnica. Oltre a questo aspetto, lo psicodramma, per come viene realizzato nel nostro reparto, assume il valore di una integrazione diagnostica così come di luogo di conferma di ipotesi e dubbi. Nel contesto terapeutico ci si muove in base alle condizioni oggettive del paziente, alle quali si adeguano e finalizzano la metodologia e la tecnica dello psicodramma, che può essere utile anche a fini diagnostici o confermare ipotesi e dubbi.
È facile intravedere come ci si muova in un contesto specificatamente terapeutico che, tenendo conto, realisticamente, delle condizioni oggettive del paziente, dimensiona e finalizza crescentemente sia la metodologia generale che la tecnica. Oltre a questo aspetto, lo psicodramma, per come viene realizzato nel nostro reparto, assume il valore di una integrazione diagnostica così come di luogo di conferma di ipotesi e dubbi. Nel contesto terapeutico ci si muove in base alle condizioni oggettive del paziente, alle quali si adeguano e finalizzano la metodologia e la tecnica dello psicodramma, che può essere utile anche a fini diagnostici o confermare ipotesi e dubbi.
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È in corso a Bonn, in Germania, il primo meeting del Technology executive committee (Tec), il braccio operativo del Technology mechanism istituito in occasione della Conferenza di Cancun del 2010 dello United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc). Il meeting di 3 giorni sta discutendo su come facilitare lo sviluppo, la commercializzazione e l'utilizzo di tecnologie ecologicamente sostenibili. Il Tec è composto da 20 tecnici, esperti di diritto, politica, sviluppo sociale e finanza, che lavorano nell'ambito delle tecnologie per la mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico. Nel meeting di 3 giorni in corso a Bonn, organizzato dal Tec (Technology executive committee), istituito in occasione della Conferenza di Cancun del 2010, 20 tecnici, esperti di diritto, economia, sviluppo sociale e finanza, discutono su come facilitare lo sviluppo, la commercializzazione e l'utilizzo di tecnologie ecologicamente sostenibili.
È in corso a Bonn, in Germania, il primo meeting del Technology executive committee (Tec), il braccio operativo del Technology mechanism istituito in occasione della Conferenza di Cancun del 2010 dello United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc). Il meeting di 3 giorni sta discutendo su come facilitare lo sviluppo, la commercializzazione e l'utilizzo di tecnologie ecologicamente sostenibili. Il Tec è composto da 20 tecnici, esperti di diritto, politica, sviluppo sociale e finanza, che lavorano nell'ambito delle tecnologie per la mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico. Nel meeting di 3 giorni in corso a Bonn, organizzato dal Tec (Technology executive committee), istituito in occasione della Conferenza di Cancun del 2010, 20 tecnici, esperti di diritto, economia, sviluppo sociale e finanza, discutono su come facilitare lo sviluppo, la commercializzazione e l'utilizzo di tecnologie ecologicamente sostenibili.
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È incredibile quanti negozi di pegni - Pawnshops - esistano negli Stati Uniti. In Europa è rarissimo vedere l'insegna "Pegni". Qui invece t'impegni tutto, l'orologio, i gioielli, la radio, la pistola. Nel vecchio continente il "banco dei pegni" sembra retaggio desueto del Medioevo. Negli Usa invece, appena superata la frontiera invisibile che separa i quartieri (e le classi), ecco moltiplicarsi le insegne Pawnshops e di Checks Cashed (incassa assegni) che lampeggiano nella notte come luci di flipper in tilt. Negli Stati Uniti sono molto diffusi i negozi di pegni (Pawnshops), nei quali è possibile impegnare di tutto: orologi, gioielli, radio, pistole, mentre in Europa sono molto rari, come fossero un retaggio medievale.
È incredibile quanti negozi di pegni - Pawnshops - esistano negli Stati Uniti. In Europa è rarissimo vedere l'insegna "Pegni". Qui invece t'impegni tutto, l'orologio, i gioielli, la radio, la pistola. Nel vecchio continente il "banco dei pegni" sembra retaggio desueto del Medioevo. Negli Usa invece, appena superata la frontiera invisibile che separa i quartieri (e le classi), ecco moltiplicarsi le insegne Pawnshops e di Checks Cashed (incassa assegni) che lampeggiano nella notte come luci di flipper in tilt. Negli Stati Uniti sono molto diffusi i negozi di pegni (Pawnshops), nei quali è possibile impegnare di tutto: orologi, gioielli, radio, pistole, mentre in Europa sono molto rari, come fossero un retaggio medievale.
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È indubbio che il tempo, per l'uomo, sia qualcosa di limitato e per questo prezioso. Solitamente a scuola non si insegna come organizzare il proprio tempo. Eppure si tratta di un elemento determinante al fine di una buona preparazione per l'esame di Stato. Spesso, in effetti, le persone che riescono a fare bene molte cose non sono più intelligenti, ma semplicemente più efficienti di coloro che invece incontrano maggiori difficoltà nel realizzare i propri progetti. Per una buona preparazione all'esame di Stato risulta determinante la capacità di organizzare il proprio tempo, qualità che solitamente non viene insegnata a scuola. Questa qualità non dipende tanto dall'intelligenza, quanto piuttosto dall'efficienza.
È indubbio che il tempo, per l'uomo, sia qualcosa di limitato e per questo prezioso. Solitamente a scuola non si insegna come organizzare il proprio tempo. Eppure si tratta di un elemento determinante al fine di una buona preparazione per l'esame di Stato. Spesso, in effetti, le persone che riescono a fare bene molte cose non sono più intelligenti, ma semplicemente più efficienti di coloro che invece incontrano maggiori difficoltà nel realizzare i propri progetti. Per una buona preparazione all'esame di Stato risulta determinante la capacità di organizzare il proprio tempo, qualità che solitamente non viene insegnata a scuola. Questa qualità non dipende tanto dall'intelligenza, quanto piuttosto dall'efficienza.
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È la voce del cliente. Neutra, come mi aspettavo, e colma di pericolosa sicurezza. Non è venuto a lamentarsi, né a discutere, né tantomeno a pretendere: è venuto a imporre il suo diritto con la forza, tutto qui. Il cliente con voce neutra e sicura non è venuto a lamentarsi o a discutere, ma a imporre il suo diritto con la forza.
È la voce del cliente. Neutra, come mi aspettavo, e colma di pericolosa sicurezza. Non è venuto a lamentarsi, né a discutere, né tantomeno a pretendere: è venuto a imporre il suo diritto con la forza, tutto qui. Il cliente con voce neutra e sicura non è venuto a lamentarsi o a discutere, ma a imporre il suo diritto con la forza.
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È l'amore un'arte? Allora richiede sforzo e saggezza. La gente non pensa che l'amore non conti. Anzi, ne ha bisogno: corre a vedere serie interminabili di film d'amore, felice o infelice, ascolta canzoni d'amore: eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d'amore. Questo atteggiamento di molte persone nasce dalla convinzione che "amare" significhi "essere amati", anziché amare e di conseguenza il loro problema è come farsi amare, come rendersi amabili. La gente, nonostante pensi che l'amore conti, e lo dimostra vedendo film e ascoltando canzoni d'amore, ritiene che non ci sia niente da imparare sull'amore, perché crede che "amare" significhi "essere amati" e quindi cerca di rendersi amabile.
È l'amore un'arte? Allora richiede sforzo e saggezza. La gente non pensa che l'amore non conti. Anzi, ne ha bisogno: corre a vedere serie interminabili di film d'amore, felice o infelice, ascolta canzoni d'amore: eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d'amore. Questo atteggiamento di molte persone nasce dalla convinzione che "amare" significhi "essere amati", anziché amare e di conseguenza il loro problema è come farsi amare, come rendersi amabili. La gente, nonostante pensi che l'amore conti, e lo dimostra vedendo film e ascoltando canzoni d'amore, ritiene che non ci sia niente da imparare sull'amore, perché crede che "amare" significhi "essere amati" e quindi cerca di rendersi amabile.
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È lo stesso evangelista a fornirci le indicazioni decisive sulla composizione del suo Vangelo, sulla visione, cioè, da cui esso scaturisce. Esso si basa sul ricordo del discepolo, che però è un ricordarsi insieme nel "noi" comunitario della Chiesa. Questo ricordare è un comprendere guidato dallo Spirito Santo: ricordando, il fedele accede alla dimensione profonda dell'accaduto e vede ciò che prima non era visibile. Così facendo, però, non si allontana dalla realtà, bensì la riconosce in modo più profondo, scorgendo la verità che si cela nel fatto. Come chiarisce l'evangelista, nella scrittura del suo Vangelo egli si basa sul ricordo personale, ma inserisce la sua opera nell'insieme comunitario della Chiesa e, grazie alla guida dello Spirito Santo, comprende la verità, dapprima nascosta, insita nei fatti narrati.
È lo stesso evangelista a fornirci le indicazioni decisive sulla composizione del suo Vangelo, sulla visione, cioè, da cui esso scaturisce. Esso si basa sul ricordo del discepolo, che però è un ricordarsi insieme nel "noi" comunitario della Chiesa. Questo ricordare è un comprendere guidato dallo Spirito Santo: ricordando, il fedele accede alla dimensione profonda dell'accaduto e vede ciò che prima non era visibile. Così facendo, però, non si allontana dalla realtà, bensì la riconosce in modo più profondo, scorgendo la verità che si cela nel fatto. Come chiarisce l'evangelista, nella scrittura del suo Vangelo egli si basa sul ricordo personale, ma inserisce la sua opera nell'insieme comunitario della Chiesa e, grazie alla guida dello Spirito Santo, comprende la verità, dapprima nascosta, insita nei fatti narrati.
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È nella seconda metà del 19° secolo che nasce la voga del romanzo avveniristico ed è allora che si affermano quelli che si possono considerare i veri fondatori della fantascienza: Verne e Wells. Oltre a mettere a fuoco la maggior parte dei temi, degli spunti, delle trovate, dei meccanismi narrativi tipici di questo genere letterario, Verne e Wells caratterizzarono per primi i due grandi filoni in cui ancora oggi essa si divide: l'uno, che si può far risalire a Verne, tende all'avventuroso, al meraviglioso, al cosmico, e mostra verso il progresso tecnico un minuzioso e affascinato interesse; l'altro, che discende da Wells, guarda al futuro con occhio assai più critico e pessimistico, e trae dalle conquiste dell'uomo moderno apocalittici o sarcastici presagi. La fantascienza nasce come genere letterario nella seconda metà del 19° secolo grazie a Verne e Wells che, nelle loro opere, raccontano un ipotetico futuro esaltandone i caratteri avventurosi e progressistici oppure, da una prospettiva più critica, prefigurandone apocalittiche evoluzioni.
È nella seconda metà del 19° secolo che nasce la voga del romanzo avveniristico ed è allora che si affermano quelli che si possono considerare i veri fondatori della fantascienza: Verne e Wells. Oltre a mettere a fuoco la maggior parte dei temi, degli spunti, delle trovate, dei meccanismi narrativi tipici di questo genere letterario, Verne e Wells caratterizzarono per primi i due grandi filoni in cui ancora oggi essa si divide: l'uno, che si può far risalire a Verne, tende all'avventuroso, al meraviglioso, al cosmico, e mostra verso il progresso tecnico un minuzioso e affascinato interesse; l'altro, che discende da Wells, guarda al futuro con occhio assai più critico e pessimistico, e trae dalle conquiste dell'uomo moderno apocalittici o sarcastici presagi. La fantascienza nasce come genere letterario nella seconda metà del 19° secolo grazie a Verne e Wells che, nelle loro opere, raccontano un ipotetico futuro esaltandone i caratteri avventurosi e progressistici oppure, da una prospettiva più critica, prefigurandone apocalittiche evoluzioni.
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È noto che con l'avvento della società di massa (suffragio universale, formazione dei partiti politici e delle organizzazioni sociali conflittuali) la "qualità" della democrazia s'è venuta a misurare in base al suo tasso di pluralismo, ovvero alla capacità delle istituzioni politiche di dar voce alla diversità degli interessi sociali. Oggigiorno, le concezioni democratiche possono essere divise tra quelle che vedono nel pluralismo un ostacolo alla governabilità e quelle che fanno della divisione del corpo sociale un presupposto da valorizzare al fine di rappresentare e legittimare le differenze interne alla società stessa. Dall'avvento della società di massa, il pluralismo è sempre stato considerato una caratteristica qualificante delle istituzioni politiche democratiche. Al giorno d'oggi questa visione non è più interamente condivisa: mentre alcuni continuano a credere che le istituzioni debbano riflettere l'eterogeneità sociale, altri vedono nel pluralismo un ostacolo alla governabilità.
È noto che con l'avvento della società di massa (suffragio universale, formazione dei partiti politici e delle organizzazioni sociali conflittuali) la "qualità" della democrazia s'è venuta a misurare in base al suo tasso di pluralismo, ovvero alla capacità delle istituzioni politiche di dar voce alla diversità degli interessi sociali. Oggigiorno, le concezioni democratiche possono essere divise tra quelle che vedono nel pluralismo un ostacolo alla governabilità e quelle che fanno della divisione del corpo sociale un presupposto da valorizzare al fine di rappresentare e legittimare le differenze interne alla società stessa. Dall'avvento della società di massa, il pluralismo è sempre stato considerato una caratteristica qualificante delle istituzioni politiche democratiche. Al giorno d'oggi questa visione non è più interamente condivisa: mentre alcuni continuano a credere che le istituzioni debbano riflettere l'eterogeneità sociale, altri vedono nel pluralismo un ostacolo alla governabilità.
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È paradossale che proprio Platone, che con i suoi "Dialoghi" creò un genere ineguagliato nella letteratura greca, in un'estesa parte del suo Fedro proclami lo scarso valore della parola scritta e l'inferiorità del libro muto in confronto alla viva parola che rende feconda l'intelligenza del discepolo. Sembra quasi una contraddizione il fatto che Platone, l'autore dei "Dialoghi" che rappresentano il genere letterario di prima grandezza nella letteratura greca, in una sua opera giudichi esplicitamente inferiore la parola scritta, muta, rispetto a quella viva, che produce maggiori frutti intellettuali in chi la ascolta per imparare.
È paradossale che proprio Platone, che con i suoi "Dialoghi" creò un genere ineguagliato nella letteratura greca, in un'estesa parte del suo Fedro proclami lo scarso valore della parola scritta e l'inferiorità del libro muto in confronto alla viva parola che rende feconda l'intelligenza del discepolo. Sembra quasi una contraddizione il fatto che Platone, l'autore dei "Dialoghi" che rappresentano il genere letterario di prima grandezza nella letteratura greca, in una sua opera giudichi esplicitamente inferiore la parola scritta, muta, rispetto a quella viva, che produce maggiori frutti intellettuali in chi la ascolta per imparare.
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È paradossale che proprio Platone, che con i suoi Dialoghi creò un genere ineguagliato nella letteratura greca, in un'estesa parte del suo Fedro proclami lo scarso valore della parola scritta e l'inferiorità del libro muto in confronto alla viva parola che rende feconda l'intelligenza del discepolo. Sembra quasi una contraddizione il fatto che Platone, l'autore dei "Dialoghi" che rappresentano il genere letterario di prima grandezza nella letteratura greca, in una sua opera giudichi esplicitamente inferiore la parola scritta, muta, rispetto a quella viva, che produce maggiori frutti intellettuali in chi la ascolta per imparare.
È paradossale che proprio Platone, che con i suoi Dialoghi creò un genere ineguagliato nella letteratura greca, in un'estesa parte del suo Fedro proclami lo scarso valore della parola scritta e l'inferiorità del libro muto in confronto alla viva parola che rende feconda l'intelligenza del discepolo. Sembra quasi una contraddizione il fatto che Platone, l'autore dei "Dialoghi" che rappresentano il genere letterario di prima grandezza nella letteratura greca, in una sua opera giudichi esplicitamente inferiore la parola scritta, muta, rispetto a quella viva, che produce maggiori frutti intellettuali in chi la ascolta per imparare.
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È probabile che sia stata la storia di Alexander Selkirk, disperso dal 1704 al 1709, a ispirare la storia di Robinson Crusoe. A differenza di quest'ultimo però, Selkirk non fu vittima di un naufragio ma venne abbandonato dal suo capitano sulle isole Juan Fernandez, a 644 chilometri dalle coste cilene, forse a causa del suo cattivo carattere. A Selkirk vennero forniti alcuni utensili e qualche provvista, visto che la sua isola - oggi chiamata Isola Robinson Crusoe - era ricca d'acqua, frutti di bosco, aragoste e persino capre selvatiche. Una ricerca finanziata in parte dalla National Geographic Society ha rinvenuto quello che sembra essere l'accampamento di Selkirk. Selkirk rimase disperso per cinque anni su un'isola delle Juan Fernandez e pare che sia stata la sua vicenda ad ispirare la storia di Crusoe. Venne abbandonato dal suo capitano, probabilmente per il suo cattivo carattere, con alcuni viveri e utensili e poté sopravvivere perché nell'isola vi erano acqua e cibo. Una ricerca della National Geographic Society sembra abbia rinvenuto i resti del suo accampamento.
È probabile che sia stata la storia di Alexander Selkirk, disperso dal 1704 al 1709, a ispirare la storia di Robinson Crusoe. A differenza di quest'ultimo però, Selkirk non fu vittima di un naufragio ma venne abbandonato dal suo capitano sulle isole Juan Fernandez, a 644 chilometri dalle coste cilene, forse a causa del suo cattivo carattere. A Selkirk vennero forniti alcuni utensili e qualche provvista, visto che la sua isola - oggi chiamata Isola Robinson Crusoe - era ricca d'acqua, frutti di bosco, aragoste e persino capre selvatiche. Una ricerca finanziata in parte dalla National Geographic Society ha rinvenuto quello che sembra essere l'accampamento di Selkirk. Selkirk rimase disperso per cinque anni su un'isola delle Juan Fernandez e pare che sia stata la sua vicenda ad ispirare la storia di Crusoe. Venne abbandonato dal suo capitano, probabilmente per il suo cattivo carattere, con alcuni viveri e utensili e poté sopravvivere perché nell'isola vi erano acqua e cibo. Una ricerca della National Geographic Society sembra abbia rinvenuto i resti del suo accampamento.
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È risaputo che le imprese multinazionali molto spesso sono l'obiettivo di attacchi da parte di gruppuscoli di protesta. Nel passato questi attacchi erano riservati alle imprese che venivano identificate a livello mondiale con i gruppi finanziari multinazionali. Le azioni di questi gruppuscoli non hanno mai avuto grandi consensi tra le popolazioni, tuttavia era stato rilevato che i consumatori non vedevano di buon occhio le multinazionali perché le sentivano poco legate agli interessi del Paese dove operavano. Gli attacchi che alcuni gruppuscoli di protesta fanno spesso alle multinazionali non coinvolgono più di tanto le popolazioni, che tuttavia non hanno per esse eccessiva simpatia, accusandole di essere insensibili agli interessi del Paese dove operano.
È risaputo che le imprese multinazionali molto spesso sono l'obiettivo di attacchi da parte di gruppuscoli di protesta. Nel passato questi attacchi erano riservati alle imprese che venivano identificate a livello mondiale con i gruppi finanziari multinazionali. Le azioni di questi gruppuscoli non hanno mai avuto grandi consensi tra le popolazioni, tuttavia era stato rilevato che i consumatori non vedevano di buon occhio le multinazionali perché le sentivano poco legate agli interessi del Paese dove operavano. Gli attacchi che alcuni gruppuscoli di protesta fanno spesso alle multinazionali non coinvolgono più di tanto le popolazioni, che tuttavia non hanno per esse eccessiva simpatia, accusandole di essere insensibili agli interessi del Paese dove operano.
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È sempre più frequente trovare, anche su facebook, foto in cui vengono esibiti corpi troppo magri, non solo da parte di ragazzine, ma anche da parte di donne adulte che iniziano a mostrare il desiderio di diventare anoressiche. Un problema, quindi, che non si può ricondurre esclusivamente ai tentativi di emulazione. Queste donne, infatti, non rifiutano solamente il cibo, ma rifiutano tutto, anche la vita. Proprio per questo l'intervento di chi si occupa dei problemi legati all'anoressia consiste nell'offrire alle persone uno spazio adeguato per esprimere il disagio che provano e nell'accompagnarle in un percorso di guarigione, perché dall'anoressia si guarisce. Le donne adulte che soffrono di anoressia non rifiutano il cibo per emulazione, ma rifiutano tutto, anche la vita. Per poter guarire, quindi, necessitano di un luogo adeguato e di un percorso di accompagnamento dove poter esprimere il proprio disagio, perché dall'anoressia si guarisce.
È sempre più frequente trovare, anche su facebook, foto in cui vengono esibiti corpi troppo magri, non solo da parte di ragazzine, ma anche da parte di donne adulte che iniziano a mostrare il desiderio di diventare anoressiche. Un problema, quindi, che non si può ricondurre esclusivamente ai tentativi di emulazione. Queste donne, infatti, non rifiutano solamente il cibo, ma rifiutano tutto, anche la vita. Proprio per questo l'intervento di chi si occupa dei problemi legati all'anoressia consiste nell'offrire alle persone uno spazio adeguato per esprimere il disagio che provano e nell'accompagnarle in un percorso di guarigione, perché dall'anoressia si guarisce. Le donne adulte che soffrono di anoressia non rifiutano il cibo per emulazione, ma rifiutano tutto, anche la vita. Per poter guarire, quindi, necessitano di un luogo adeguato e di un percorso di accompagnamento dove poter esprimere il proprio disagio, perché dall'anoressia si guarisce.
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è sempre più vero che la natura in generale e l'ambiente in particolare sono ridotti a fattore di produzione per realizzare crescita così come, drammatici ed espliciti, da decenni si rincorrono i richiami sui limiti sociali allo sviluppo, contro la beatitudine economica, in opposizione alla società opulenta e rifiutando il fascino della crescita infinita. Sempre più la natura è utilizzata solo come fattore di produzione mentre si susseguono i ripetuti appelli al rispetto dei limiti dello sviluppo, contro l'idea di un'economia comunque positiva, contro una società opulenta e contro il mito di una crescita infinita.
è sempre più vero che la natura in generale e l'ambiente in particolare sono ridotti a fattore di produzione per realizzare crescita così come, drammatici ed espliciti, da decenni si rincorrono i richiami sui limiti sociali allo sviluppo, contro la beatitudine economica, in opposizione alla società opulenta e rifiutando il fascino della crescita infinita. Sempre più la natura è utilizzata solo come fattore di produzione mentre si susseguono i ripetuti appelli al rispetto dei limiti dello sviluppo, contro l'idea di un'economia comunque positiva, contro una società opulenta e contro il mito di una crescita infinita.
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È un dato di fatto che le donne vivono più a lungo degli uomini: oggi, nei Paesi industrializzati, un uomo ha una vita media di circa 73 anni, una donna invece di circa 77. Da anni gli studiosi di demografia si chiedono da cosa dipenda questa maggiore "resistenza" delle donne: si tratta di una differenza fisiologica o di fattori sociali? Probabilmente le donne vivono più a lungo non solo perché sono meglio "attrezzate" fisiologicamente, ma soprattutto perché hanno un atteggiamento più positivo nei confronti della vita. Per quale ragione nei paesi industrializzati le donne vivono mediamente più a lungo degli uomini (circa 77 anni contro 73)? Gli studiosi ritengono che oltre a una ragione fisiologica ve ne possa essere anche una psicologica che consiste in un atteggiamento più positivo nei confronti della vita da parte delle donne.
È un dato di fatto che le donne vivono più a lungo degli uomini: oggi, nei Paesi industrializzati, un uomo ha una vita media di circa 73 anni, una donna invece di circa 77. Da anni gli studiosi di demografia si chiedono da cosa dipenda questa maggiore "resistenza" delle donne: si tratta di una differenza fisiologica o di fattori sociali? Probabilmente le donne vivono più a lungo non solo perché sono meglio "attrezzate" fisiologicamente, ma soprattutto perché hanno un atteggiamento più positivo nei confronti della vita. Per quale ragione nei paesi industrializzati le donne vivono mediamente più a lungo degli uomini (circa 77 anni contro 73)? Gli studiosi ritengono che oltre a una ragione fisiologica ve ne possa essere anche una psicologica che consiste in un atteggiamento più positivo nei confronti della vita da parte delle donne.
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È un luogo comune ormai il dire che a scrivere non si insegna. Chi lo ripete considera giustamente lo scrivere, anche quello che si fa a scuola, come un'arte; e, poiché l'arte richiede un'attitudine naturale, pensa che nessuna scuola possa dare ciò che non ha dato la natura. Sennonché non c'è affatto bisogno di negare l'indole artistica di quest'attività, per ammettere che l'attitudine richiesta dalla scuola non è poi così straordinaria: c'è qualcosa di mezzo fra la poesia e la grammatica. È nel giusto chi considera la scrittura un'arte, ma non è condivisibile la conseguenza che se ne vuole a volte trarre e che ormai è diventata un luogo comune, cioè che a scrivere non si insegna. Raggiungere determinati livelli richiesti dalla scuola non è impossibile.
È un luogo comune ormai il dire che a scrivere non si insegna. Chi lo ripete considera giustamente lo scrivere, anche quello che si fa a scuola, come un'arte; e, poiché l'arte richiede un'attitudine naturale, pensa che nessuna scuola possa dare ciò che non ha dato la natura. Sennonché non c'è affatto bisogno di negare l'indole artistica di quest'attività, per ammettere che l'attitudine richiesta dalla scuola non è poi così straordinaria: c'è qualcosa di mezzo fra la poesia e la grammatica. È nel giusto chi considera la scrittura un'arte, ma non è condivisibile la conseguenza che se ne vuole a volte trarre e che ormai è diventata un luogo comune, cioè che a scrivere non si insegna. Raggiungere determinati livelli richiesti dalla scuola non è impossibile.
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È una vera disgrazia se lo spettatore, venuto a teatro per lo spettacolo, riesce a valutare i fatti in maniera più esatta di quanto invece faccia l'attore sulla scena. Si riscontrerà una spiacevole discrepanza tra l'attore e lo spettatore. Ed è da considerarsi anche una disgrazia che l'attore sopravvaluti o sottovaluti i fatti, alterando la verità, l'aderenza alla realtà e il senso di misura. In uno spettacolo teatrale è da considerare negativamente sia il caso in cui lo spettatore nel giudicare i fatti in maniera più corretta si allontani dall'attore, sia quello in cui l'attore, alterando la verità, si allontani dalla realtà e perda il senso della misura.
È una vera disgrazia se lo spettatore, venuto a teatro per lo spettacolo, riesce a valutare i fatti in maniera più esatta di quanto invece faccia l'attore sulla scena. Si riscontrerà una spiacevole discrepanza tra l'attore e lo spettatore. Ed è da considerarsi anche una disgrazia che l'attore sopravvaluti o sottovaluti i fatti, alterando la verità, l'aderenza alla realtà e il senso di misura. In uno spettacolo teatrale è da considerare negativamente sia il caso in cui lo spettatore nel giudicare i fatti in maniera più corretta si allontani dall'attore, sia quello in cui l'attore, alterando la verità, si allontani dalla realtà e perda il senso della misura.
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È vero, gli italiani non sono particolarmente preparati sul fronte delle tematiche economiche e finanziarie. Anzi, secondo la classifica del World Competitiveness Index, il nostro Paese è al 46esimo posto nel mondo per educazione finanziaria e al 40esimo per educazione manageriale. Secondo la classifica del World Competitiveness Index l'Italia è al 46esimo posto nel mondo per l'educazione finanziaria. Sempre in base alla stessa indagine ci classifichiamo al 40esimo posto per l'educazione manageriale.
È vero, gli italiani non sono particolarmente preparati sul fronte delle tematiche economiche e finanziarie. Anzi, secondo la classifica del World Competitiveness Index, il nostro Paese è al 46esimo posto nel mondo per educazione finanziaria e al 40esimo per educazione manageriale. Secondo la classifica del World Competitiveness Index l'Italia è al 46esimo posto nel mondo per l'educazione finanziaria. Sempre in base alla stessa indagine ci classifichiamo al 40esimo posto per l'educazione manageriale.
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«L'economia del nostro Paese sta andando a rotoli!», esclamò all'improvviso il ministro. Il gelo calò nella sala: nessuno si sarebbe aspettato una presa di posizione così netta e allarmante. Il disagio generale era acuito dall'espressione seria e decisa di chi aveva pronunciato quella frase. La preoccupazione dei presenti era dovuta a un'inattesa e netta affermazione del ministro intorno allo stato dell'economia nazionale.
«L'economia del nostro Paese sta andando a rotoli!», esclamò all'improvviso il ministro. Il gelo calò nella sala: nessuno si sarebbe aspettato una presa di posizione così netta e allarmante. Il disagio generale era acuito dall'espressione seria e decisa di chi aveva pronunciato quella frase. La preoccupazione dei presenti era dovuta a un'inattesa e netta affermazione del ministro intorno allo stato dell'economia nazionale.
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A causa del cambiamento climatico la malaria sta raggiungendo altitudini sempre maggiori, scrive "Science". È quanto emerge da una ricerca che ha esaminato la relazione tra l'aumento delle temperature e i nuovi casi di malaria negli altopiani etiopici e colombiani. Si stima, per esempio, che in Etiopia, dove quasi la metà della popolazione vive ad altitudini comprese tra i 1.600 e i 2.400 metri, l'aumento di un grado delle temperature potrebbe portare a tre milioni di nuovi casi all'anno tra chi ha meno di quindici anni. Secondo "Science", una delle conseguenze del cambiamento climatico è che la malaria si diffonde ad altitudini sempre più elevate. Uno studio, che ha esaminato il rapporto tra aumento delle temperature e numero di nuovi casi negli altopiani etiopici e colombiani, calcola, ad esempio, che in Etiopia, dove quasi la metà della popolazione vive ad altitudini comprese tra 1.600 e 2.400 metri, l'aumento di un grado delle temperature potrebbe causare tre milioni di nuovi malati l'anno tra chi non ha ancora compiuto 15 anni.
A causa del cambiamento climatico la malaria sta raggiungendo altitudini sempre maggiori, scrive "Science". È quanto emerge da una ricerca che ha esaminato la relazione tra l'aumento delle temperature e i nuovi casi di malaria negli altopiani etiopici e colombiani. Si stima, per esempio, che in Etiopia, dove quasi la metà della popolazione vive ad altitudini comprese tra i 1.600 e i 2.400 metri, l'aumento di un grado delle temperature potrebbe portare a tre milioni di nuovi casi all'anno tra chi ha meno di quindici anni. Secondo "Science", una delle conseguenze del cambiamento climatico è che la malaria si diffonde ad altitudini sempre più elevate. Uno studio, che ha esaminato il rapporto tra aumento delle temperature e numero di nuovi casi negli altopiani etiopici e colombiani, calcola, ad esempio, che in Etiopia, dove quasi la metà della popolazione vive ad altitudini comprese tra 1.600 e 2.400 metri, l'aumento di un grado delle temperature potrebbe causare tre milioni di nuovi malati l'anno tra chi non ha ancora compiuto 15 anni.
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A causa del suo becco particolare, largo e sormontato da un casco concavo di colore giallo, il calao maggiore affascina da sempre le etnie indo-malesiane. Le sue penne sono impiegate nella confezione di maschere e di collane; mentre il materiale corneo del casco e del becco viene usato per la realizzazione di oggetti rituali. Le etnie indo-malesiane sono da sempre affascinate dal calao maggiore: ne utilizzano le penne per creare maschere e collane, mentre con il largo becco e il casco giallo che lo sormonta realizzano oggetti rituali.
A causa del suo becco particolare, largo e sormontato da un casco concavo di colore giallo, il calao maggiore affascina da sempre le etnie indo-malesiane. Le sue penne sono impiegate nella confezione di maschere e di collane; mentre il materiale corneo del casco e del becco viene usato per la realizzazione di oggetti rituali. Le etnie indo-malesiane sono da sempre affascinate dal calao maggiore: ne utilizzano le penne per creare maschere e collane, mentre con il largo becco e il casco giallo che lo sormonta realizzano oggetti rituali.
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A Chamberlain, una piccola città del Maine, vive Carrie, una ragazza "telecinetica", che ha cioè il potere di muovere le cose con la sola forza del pensiero. Questo potere, che gli scienziati più illuminati considerano un male ereditario, si manifestò quando Carrie aveva tre anni, dopo il primo choc della sua vita. Poi rimase represso, come ogni istinto di Carrie, da una madre pazza e sadica, che atterriva la ragazza con l'idea costante del peccato carnale e riteneva che il "potere" fosse un abominevole dono del diavolo. Carrie vive a Chamberlain, nel Maine. È una ragazza in grado di spostare gli oggetti col pensiero, potere che si manifestò per la prima volta quando aveva tre anni, a seguito di uno choc e che da allora è represso da una madre pazza e sadica che spaventa la figlia con l'idea del peccato. Per gli scienziati il "potere" telecinetico di Carrie è un male ereditario; per la madre un dono del diavolo.
A Chamberlain, una piccola città del Maine, vive Carrie, una ragazza "telecinetica", che ha cioè il potere di muovere le cose con la sola forza del pensiero. Questo potere, che gli scienziati più illuminati considerano un male ereditario, si manifestò quando Carrie aveva tre anni, dopo il primo choc della sua vita. Poi rimase represso, come ogni istinto di Carrie, da una madre pazza e sadica, che atterriva la ragazza con l'idea costante del peccato carnale e riteneva che il "potere" fosse un abominevole dono del diavolo. Carrie vive a Chamberlain, nel Maine. È una ragazza in grado di spostare gli oggetti col pensiero, potere che si manifestò per la prima volta quando aveva tre anni, a seguito di uno choc e che da allora è represso da una madre pazza e sadica che spaventa la figlia con l'idea del peccato. Per gli scienziati il "potere" telecinetico di Carrie è un male ereditario; per la madre un dono del diavolo.
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A Chateauroux, nel cuore della Francia, l'azienda pubblica dei trasporti ha trovato il modo di ridurre al minimo i costi e allo stesso tempo raddoppiare in dieci mesi i passeggeri: autobus gratis per tutti i cittadini. L'abolizione del servizio di biglietteria ha eliminato i costi per stampa, vendita e controllo dei biglietti cosicché adesso le spese complessive ammontano a soli 300.000 euro completamente coperti dai contributi delle imprese. A Chateauroux, in Francia, l'azienda pubblica dei trasporti, rendendo gratuito il servizio, ha raddoppiato in dieci mesi i passeggeri. Inoltre, l'abolizione dei costi per stampa, vendita e controllo dei biglietti ha ridotto le spese complessive a 300.000 euro, tutti coperti dai privati.
A Chateauroux, nel cuore della Francia, l'azienda pubblica dei trasporti ha trovato il modo di ridurre al minimo i costi e allo stesso tempo raddoppiare in dieci mesi i passeggeri: autobus gratis per tutti i cittadini. L'abolizione del servizio di biglietteria ha eliminato i costi per stampa, vendita e controllo dei biglietti cosicché adesso le spese complessive ammontano a soli 300.000 euro completamente coperti dai contributi delle imprese. A Chateauroux, in Francia, l'azienda pubblica dei trasporti, rendendo gratuito il servizio, ha raddoppiato in dieci mesi i passeggeri. Inoltre, l'abolizione dei costi per stampa, vendita e controllo dei biglietti ha ridotto le spese complessive a 300.000 euro, tutti coperti dai privati.
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A diciannove anni, nell'estate del 1817, Leopardi inizia a depositare le proprie riflessioni in un quaderno che forma il primo nucleo di quello che lui stesso avrebbe chiamato, dieci anni dopo, "Zibaldone di pensieri" (e che si è soliti chiamare, per brevità, semplicemente "Zibaldone"). Il titolo allude alla varietà disordinata dei temi affrontati negli appunti, e al carattere frammentario e provvisorio della scrittura. (...) È una specie di diario intellettuale, nel quale l'autore non manca di annotare anche episodi autobiografici e impressioni dirette. Lo "Zibaldone di pensieri" è una specie di diario intellettuale steso in forma frammentaria, cui Leopardi affida, a partire dal 1817, fatti della sua vita, impressioni e argomenti disparati: una varietà di temi a cui il titolo allude.
A diciannove anni, nell'estate del 1817, Leopardi inizia a depositare le proprie riflessioni in un quaderno che forma il primo nucleo di quello che lui stesso avrebbe chiamato, dieci anni dopo, "Zibaldone di pensieri" (e che si è soliti chiamare, per brevità, semplicemente "Zibaldone"). Il titolo allude alla varietà disordinata dei temi affrontati negli appunti, e al carattere frammentario e provvisorio della scrittura. (...) È una specie di diario intellettuale, nel quale l'autore non manca di annotare anche episodi autobiografici e impressioni dirette. Lo "Zibaldone di pensieri" è una specie di diario intellettuale steso in forma frammentaria, cui Leopardi affida, a partire dal 1817, fatti della sua vita, impressioni e argomenti disparati: una varietà di temi a cui il titolo allude.
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A differenza degli "eccessi di incarcerazione che ci sono stati per gli adulti", il sistema della giustizia minorile ha retto nel tempo. E questo proprio perché "per tantissimi ragazzi la risposta finale non è il carcere, grazie alle molteplici formule alternative che nel tempo hanno funzionato". Oggi, stando ai dati resi noti dall'Osservatorio, sono infatti solo 449 i ragazzi, dai 14 ai 25 anni, rinchiusi negli istituti penali. Un numero che si è mantenuto stabile negli ultimi 15 anni e che, tenendo a mente la serie storica, è diminuito drasticamente dagli 8.521 del 1940, sceso poi a 2.638 nel 1960 e a 858 nel 1975. Per quanto riguarda gli ingressi totali in un anno, anche in questo caso ci troviamo davanti ad un andamento decrescente, essendo passati dai 1.888 ingressi del 1988 ai 992 del 2014. La giustizia minorile si è sottratta agli eccessi di incarcerazione noti nel mondo degli adulti perché prevede formule alternative al carcere. Il numero di giovani incarcerati è diminuito drasticamente negli ultimi 60 anni, e si è mantenuto stabile negli ultimi 15; mentre il numero degli ingressi annui continua a decrescere.
A differenza degli "eccessi di incarcerazione che ci sono stati per gli adulti", il sistema della giustizia minorile ha retto nel tempo. E questo proprio perché "per tantissimi ragazzi la risposta finale non è il carcere, grazie alle molteplici formule alternative che nel tempo hanno funzionato". Oggi, stando ai dati resi noti dall'Osservatorio, sono infatti solo 449 i ragazzi, dai 14 ai 25 anni, rinchiusi negli istituti penali. Un numero che si è mantenuto stabile negli ultimi 15 anni e che, tenendo a mente la serie storica, è diminuito drasticamente dagli 8.521 del 1940, sceso poi a 2.638 nel 1960 e a 858 nel 1975. Per quanto riguarda gli ingressi totali in un anno, anche in questo caso ci troviamo davanti ad un andamento decrescente, essendo passati dai 1.888 ingressi del 1988 ai 992 del 2014. La giustizia minorile si è sottratta agli eccessi di incarcerazione noti nel mondo degli adulti perché prevede formule alternative al carcere. Il numero di giovani incarcerati è diminuito drasticamente negli ultimi 60 anni, e si è mantenuto stabile negli ultimi 15; mentre il numero degli ingressi annui continua a decrescere.
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A febbraio i venditori del "Situation Stockholm", un periodico culturale distribuito dai senzatetto della capitale svedese, hanno ricevuto un lettore di carte di credito per accettare le offerte dei passanti. In Svezia, hanno spiegato gli amministratori del giornale, sono sempre di più le persone che vanno in giro senza contanti. Secondo i dati della Banca dei regolamenti internazionali, scrive Bloomberg, "nel 2012 le banconote e le monete rappresentavano solo il 2,7 per cento dell'economia svedese, contro la media del 9,8 per cento nell'eurozona e il 7,2 per cento negli Stati Uniti". Da febbraio i senzatetto svedesi che vendono il periodico culturale "Situation Stockholm" potranno accettare le offerte dei passanti anche con la carta di credito, grazie a un lettore ad hoc fornito dagli amministratori del giornale, dato che in Svezia il contante è sempre meno diffuso. Secondo Bloomberg, nel 2012 solo il 2,7% dell'economia svedese era rappresentato dai contanti, contro il 9,8% dell'eurozona e il 7,2% degli USA.
A febbraio i venditori del "Situation Stockholm", un periodico culturale distribuito dai senzatetto della capitale svedese, hanno ricevuto un lettore di carte di credito per accettare le offerte dei passanti. In Svezia, hanno spiegato gli amministratori del giornale, sono sempre di più le persone che vanno in giro senza contanti. Secondo i dati della Banca dei regolamenti internazionali, scrive Bloomberg, "nel 2012 le banconote e le monete rappresentavano solo il 2,7 per cento dell'economia svedese, contro la media del 9,8 per cento nell'eurozona e il 7,2 per cento negli Stati Uniti". Da febbraio i senzatetto svedesi che vendono il periodico culturale "Situation Stockholm" potranno accettare le offerte dei passanti anche con la carta di credito, grazie a un lettore ad hoc fornito dagli amministratori del giornale, dato che in Svezia il contante è sempre meno diffuso. Secondo Bloomberg, nel 2012 solo il 2,7% dell'economia svedese era rappresentato dai contanti, contro il 9,8% dell'eurozona e il 7,2% degli USA.
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A Kabul l'Unicef ha dato il via a un piano triennale, che coinvolge diverse organizzazioni non governative per promuovere e diffondere in tutto l'Afghanistan l'istruzione delle bambine. Un obiettivo difficile, per il quale servono, intanto, strutture adeguate dove svolgere le attività didattiche, ma è indispensabile anche un piano di sensibilizzazione capillare, nei numerosi villaggi difficili da raggiungere, dove è radicata un'interpretazione arcaica della legge coranica. Favorire e diffondere in tutto l'Afghanistan l'istruzione delle bambine è lo scopo del piano triennale iniziato dall'Unicef in collaborazione con organizzazioni non governative. Per questo difficile scopo sono necessarie innanzitutto strutture didattiche, ma è necessario anche coinvolgere capillarmente i villaggi, in cui la legge coranica è tuttora interpretata in modo arcaico.
A Kabul l'Unicef ha dato il via a un piano triennale, che coinvolge diverse organizzazioni non governative per promuovere e diffondere in tutto l'Afghanistan l'istruzione delle bambine. Un obiettivo difficile, per il quale servono, intanto, strutture adeguate dove svolgere le attività didattiche, ma è indispensabile anche un piano di sensibilizzazione capillare, nei numerosi villaggi difficili da raggiungere, dove è radicata un'interpretazione arcaica della legge coranica. Favorire e diffondere in tutto l'Afghanistan l'istruzione delle bambine è lo scopo del piano triennale iniziato dall'Unicef in collaborazione con organizzazioni non governative. Per questo difficile scopo sono necessarie innanzitutto strutture didattiche, ma è necessario anche coinvolgere capillarmente i villaggi, in cui la legge coranica è tuttora interpretata in modo arcaico.
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A livello mondiale le fonti energetiche rinnovabili stanno vivendo una stagione di importante sviluppo. Il protocollo di Kyoto ha rappresentato il primo passo verso un nuovo modello di sviluppo economico che si è posto l'ambizioso obiettivo di superare la prospettiva tradizionale di dipendenza dalle fonti fossili, ormai riconosciute da molte parti come limitate e lesive dei sistemi naturali. Si sono create le premesse per una nuova politica energetica ecocompatibile, fondata sul risparmio, l'efficienza e lo sviluppo di forme alternative di energia. Con il protocollo di Kyoto è stata riconosciuta a livello mondiale l'importanza delle fonti energetiche rinnovabili e del superamento della dipendenza dalle fonti fossili. Risparmio, efficienza e sviluppo di energie alternative saranno la base della nuova politica energetica ecocompatibile.
A livello mondiale le fonti energetiche rinnovabili stanno vivendo una stagione di importante sviluppo. Il protocollo di Kyoto ha rappresentato il primo passo verso un nuovo modello di sviluppo economico che si è posto l'ambizioso obiettivo di superare la prospettiva tradizionale di dipendenza dalle fonti fossili, ormai riconosciute da molte parti come limitate e lesive dei sistemi naturali. Si sono create le premesse per una nuova politica energetica ecocompatibile, fondata sul risparmio, l'efficienza e lo sviluppo di forme alternative di energia. Con il protocollo di Kyoto è stata riconosciuta a livello mondiale l'importanza delle fonti energetiche rinnovabili e del superamento della dipendenza dalle fonti fossili. Risparmio, efficienza e sviluppo di energie alternative saranno la base della nuova politica energetica ecocompatibile.
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A livello mondiale, il 63% degli adulti con un impiego pensa di meritarsi periodi di vacanza più lunghi. Se al vertice ci sono le popolazioni asiatiche, dai ritmi lavorativi notoriamente ferrei, non bisogna scendere molto per trovare gli italiani. Il 60% si definisce infatti "molto bisognoso di vacanze". Si tratta di uno dei dati più alti fra i Paesi europei, alla pari con i norvegesi e secondo solo a quello degli austriaci (62%). In media il 63% degli occupati crede di necessitare di periodi di vacanza più lunghi. Gli asiatici in particolare pensano di meritarsi più riposo, dato il loro ritmo serrato di lavoro, mentre in Europa le percentuali più alte spettano ai lavoratori austriaci (62%), seguiti da norvegesi e italiani (60%).
A livello mondiale, il 63% degli adulti con un impiego pensa di meritarsi periodi di vacanza più lunghi. Se al vertice ci sono le popolazioni asiatiche, dai ritmi lavorativi notoriamente ferrei, non bisogna scendere molto per trovare gli italiani. Il 60% si definisce infatti "molto bisognoso di vacanze". Si tratta di uno dei dati più alti fra i Paesi europei, alla pari con i norvegesi e secondo solo a quello degli austriaci (62%). In media il 63% degli occupati crede di necessitare di periodi di vacanza più lunghi. Gli asiatici in particolare pensano di meritarsi più riposo, dato il loro ritmo serrato di lavoro, mentre in Europa le percentuali più alte spettano ai lavoratori austriaci (62%), seguiti da norvegesi e italiani (60%).
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A lungo è prevalsa nell'opinione pubblica l'idea che le donne fossero estranee alle attività criminose dei propri mariti, padri o figli. O che addirittura ne fossero all'oscuro. Un'immagine che però si è andata dissolvendo a partire dalla fine degli anni Ottanta, quando nuovi studi sul fenomeno hanno svelato una realtà nascosta. (...) Negli ultimi trent'anni, infatti, si è assistito a un'effettiva trasformazione dei ruoli svolti dalle donne in cosa nostra e nella 'ndrangheta. Negli ultimi trent'anni sono cambiati i ruoli delle donne in cosa nostra e nella 'ndrangheta: le ricerche hanno evidenziato che la diffusa immagine delle donne estranee o inconsapevoli delle attività criminose dei propri familiari maschi non corrisponde alla realtà.
A lungo è prevalsa nell'opinione pubblica l'idea che le donne fossero estranee alle attività criminose dei propri mariti, padri o figli. O che addirittura ne fossero all'oscuro. Un'immagine che però si è andata dissolvendo a partire dalla fine degli anni Ottanta, quando nuovi studi sul fenomeno hanno svelato una realtà nascosta. (...) Negli ultimi trent'anni, infatti, si è assistito a un'effettiva trasformazione dei ruoli svolti dalle donne in cosa nostra e nella 'ndrangheta. Negli ultimi trent'anni sono cambiati i ruoli delle donne in cosa nostra e nella 'ndrangheta: le ricerche hanno evidenziato che la diffusa immagine delle donne estranee o inconsapevoli delle attività criminose dei propri familiari maschi non corrisponde alla realtà.
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A Matt Kramer - incaricato della maggior parte degli esperimenti di serra e di tutti gli studi di campo finalizzati a capire come il gene Flavr Savr rendesse i pomodori modificati diversi dai loro cugini derivati da incrocio tradizionale - spettò la compilazione della sezione C, «Effetti tecnici desiderati dei pomodori Flavr Savr». Matt evidenziò che l'effetto diretto e desiderato della modifica consisteva nella riduzione della quantità di poligalatturonasi (pg) attiva nei frutti. La compilazione della sezione C, dedicata agli effetti tecnici desiderati nei pomodori Flavr Savr, fu affidata a Matt Kramer, responsabile degli esperimenti in serra e in campo che dovevano evidenziare le differenze tra i pomodori trattati con il gene Flavr Savr e quelli incrociati in modo tradizionale. Un effetto diretto e voluto era la riduzione di poligalatturonasi (pg) attiva nei frutti.
A Matt Kramer - incaricato della maggior parte degli esperimenti di serra e di tutti gli studi di campo finalizzati a capire come il gene Flavr Savr rendesse i pomodori modificati diversi dai loro cugini derivati da incrocio tradizionale - spettò la compilazione della sezione C, «Effetti tecnici desiderati dei pomodori Flavr Savr». Matt evidenziò che l'effetto diretto e desiderato della modifica consisteva nella riduzione della quantità di poligalatturonasi (pg) attiva nei frutti. La compilazione della sezione C, dedicata agli effetti tecnici desiderati nei pomodori Flavr Savr, fu affidata a Matt Kramer, responsabile degli esperimenti in serra e in campo che dovevano evidenziare le differenze tra i pomodori trattati con il gene Flavr Savr e quelli incrociati in modo tradizionale. Un effetto diretto e voluto era la riduzione di poligalatturonasi (pg) attiva nei frutti.
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A Milano, Simona Bodo è la co-ideatrice e responsabile con Silvia Mascheroni del programma e del sito "Patrimonio e Intercultura", promossi dalla Fondazione ISMU. Per la Pinacoteca di Brera, Simona Bodo ha lavorato al progetto "Brera un'altra storia", condotto dal 2012 al 2015 con sette mediatori di origine extraitaliana e un'italiana: "L'opera d'arte è al centro di una narrazione empatica e rigorosa. Nell'educazione interculturale si lavora sulla relazione umana, sul vissuto, sui comportamenti. Qui molti immigrati hanno affermato di sentirsi trattati per la prima volta come persone". Simona Bodo, con Maria Grazia Panigada e la storica dell'arte Emanuela Daffra, collabora anche con le Gallerie degli Uffizi a "Fabbriche di storie", in corso nel 2018: forma mediatori scelti da varie comunità immigrate e personale interno al museo per raccontare insieme le opere a chi viene da altre culture. Simona Bodo si occupa del programma, promosso da ISMU, "Patrimonio e Intercultura" insieme a Silvia Mascheroni. Dal 2012 al 2015 si è occupata di "Brera un'altra storia", un progetto che mira alla narrazione delle opere d'arte in chiave personale e interculturale, lavorando sulle relazioni e sul vissuto personale dei partecipanti. Nel 2018 insieme a Maria Grazia Panigada e Emanuela Daffra, la Bodo si occupa di un progetto agli Uffizi che ha come obiettivo formare mediatori e operatori museali per raccontare il museo agli stranieri.
A Milano, Simona Bodo è la co-ideatrice e responsabile con Silvia Mascheroni del programma e del sito "Patrimonio e Intercultura", promossi dalla Fondazione ISMU. Per la Pinacoteca di Brera, Simona Bodo ha lavorato al progetto "Brera un'altra storia", condotto dal 2012 al 2015 con sette mediatori di origine extraitaliana e un'italiana: "L'opera d'arte è al centro di una narrazione empatica e rigorosa. Nell'educazione interculturale si lavora sulla relazione umana, sul vissuto, sui comportamenti. Qui molti immigrati hanno affermato di sentirsi trattati per la prima volta come persone". Simona Bodo, con Maria Grazia Panigada e la storica dell'arte Emanuela Daffra, collabora anche con le Gallerie degli Uffizi a "Fabbriche di storie", in corso nel 2018: forma mediatori scelti da varie comunità immigrate e personale interno al museo per raccontare insieme le opere a chi viene da altre culture. Simona Bodo si occupa del programma, promosso da ISMU, "Patrimonio e Intercultura" insieme a Silvia Mascheroni. Dal 2012 al 2015 si è occupata di "Brera un'altra storia", un progetto che mira alla narrazione delle opere d'arte in chiave personale e interculturale, lavorando sulle relazioni e sul vissuto personale dei partecipanti. Nel 2018 insieme a Maria Grazia Panigada e Emanuela Daffra, la Bodo si occupa di un progetto agli Uffizi che ha come obiettivo formare mediatori e operatori museali per raccontare il museo agli stranieri.
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A nessuno venne in mente di far bere ai colerosi molti liquidi, per cercare di combattere le disidratazione. Soprattutto nessuno aveva mai proposto di far bollire l'acqua prima di berla; che è la misura più efficace (tutt'al più, la si mescolava con l'acquavite). Non stupisce che la mortalità da colera nell'esercito piemontese fosse vicina al cinquanta per cento dei colpiti dalla malattia; una percentuale quasi coincidente con quella che si riscontra in soggetti che non abbiano ricevuto alcuna cura. Nell'esercito piemontese, sia i rimedi alla diffusione del contagio del colera sia le cure tributate agli ammalati si rivelarono inadeguati. L'acqua non era bollita, ma al massimo mescolata con l'acquavite. Non si cercava inoltre di combattere la disidratazione dei corpi, con il risultato che la mortalità dei malati toccava circa il 50%, molto vicina, cioè, a quella di chi non è curato.
A nessuno venne in mente di far bere ai colerosi molti liquidi, per cercare di combattere le disidratazione. Soprattutto nessuno aveva mai proposto di far bollire l'acqua prima di berla; che è la misura più efficace (tutt'al più, la si mescolava con l'acquavite). Non stupisce che la mortalità da colera nell'esercito piemontese fosse vicina al cinquanta per cento dei colpiti dalla malattia; una percentuale quasi coincidente con quella che si riscontra in soggetti che non abbiano ricevuto alcuna cura. Nell'esercito piemontese, sia i rimedi alla diffusione del contagio del colera sia le cure tributate agli ammalati si rivelarono inadeguati. L'acqua non era bollita, ma al massimo mescolata con l'acquavite. Non si cercava inoltre di combattere la disidratazione dei corpi, con il risultato che la mortalità dei malati toccava circa il 50%, molto vicina, cioè, a quella di chi non è curato.
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A nulla di più dobbiamo badare che a non seguire, come le pecore, la schiera di coloro che ci precedono, andando non dove si deve andare, ma dove si va. Nulla in effetti ci induce in maggiori errori quanto il fatto che ci conformiamo a ciò che tutti vanno dicendo, ritenendo che le cose più giuste siano quelle che sono confortate da un più ampio assenso e di cui abbiamo molti esempi, così che non viviamo secondo ragione, ma secondo imitazione. [...] Ci perdiamo seguendo gli esempi altrui; potremmo salvarci purché abbiamo il coraggio di separarci dalla massa. (Seneca, "De vita beata") UNA delle considerazioni qui riportate NON è deducibile dal testo. Il giusto non fa mai ciò che fanno gli altri
A nulla di più dobbiamo badare che a non seguire, come le pecore, la schiera di coloro che ci precedono, andando non dove si deve andare, ma dove si va. Nulla in effetti ci induce in maggiori errori quanto il fatto che ci conformiamo a ciò che tutti vanno dicendo, ritenendo che le cose più giuste siano quelle che sono confortate da un più ampio assenso e di cui abbiamo molti esempi, così che non viviamo secondo ragione, ma secondo imitazione. [...] Ci perdiamo seguendo gli esempi altrui; potremmo salvarci purché abbiamo il coraggio di separarci dalla massa. (Seneca, "De vita beata") UNA delle considerazioni qui riportate NON è deducibile dal testo. Il giusto non fa mai ciò che fanno gli altri
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A partire dai primi mesi del 1915, il dibattito politico tra lo schieramento neutralista e quello interventista si infiamma e si inasprisce, allargandosi fino a coinvolgere e a mobilitare l'intera opinione pubblica italiana. I neutralisti sono decisamente più numerosi sia in Parlamento che nella società civile, ma gli interventisti suppliscono alla minor consistenza numerica con una capacità di attrazione e soprattutto una chiassosa visibilità, decisamente travolgente. Con l'inizio del 1915, si inasprisce il dibattito politico tra neutralisti e interventisti, coinvolgendo anche l'opinione pubblica italiana. I neutralisti sono molti di più, sia in Parlamento sia nella società civile, ma gli interventisti hanno forte capacità di attrazione e una chiassosa visibilità.
A partire dai primi mesi del 1915, il dibattito politico tra lo schieramento neutralista e quello interventista si infiamma e si inasprisce, allargandosi fino a coinvolgere e a mobilitare l'intera opinione pubblica italiana. I neutralisti sono decisamente più numerosi sia in Parlamento che nella società civile, ma gli interventisti suppliscono alla minor consistenza numerica con una capacità di attrazione e soprattutto una chiassosa visibilità, decisamente travolgente. Con l'inizio del 1915, si inasprisce il dibattito politico tra neutralisti e interventisti, coinvolgendo anche l'opinione pubblica italiana. I neutralisti sono molti di più, sia in Parlamento sia nella società civile, ma gli interventisti hanno forte capacità di attrazione e una chiassosa visibilità.
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A partire dal gennaio 2002 l'Euro ha fatto la sua comparsa quale moneta ufficiale italiana e di altri 11 Paesi europei. Approfittando della fine della Lira, molte organizzazioni umanitarie hanno chiesto agli italiani di non convertire i propri spiccioli in Euro, ma di devolverli in beneficenza. Anche agli italiani che hanno viaggiato all'estero è stato chiesto di raccogliere le monete avanzate e di cederle a qualche organizzazione di volontariato internazionale. Approfittando della comparsa dell'Euro, a partire da gennaio 2002, quale moneta ufficiale dell'Italia e di altri 11 Paesi europei, numerose organizzazioni umanitarie e di volontariato internazionale hanno chiesto agli italiani di devolvere in beneficenza gli ultimi spiccioli delle Lire o le monete estere avanzate da eventuali viaggi, invece di portarle in banca per il cambio.
A partire dal gennaio 2002 l'Euro ha fatto la sua comparsa quale moneta ufficiale italiana e di altri 11 Paesi europei. Approfittando della fine della Lira, molte organizzazioni umanitarie hanno chiesto agli italiani di non convertire i propri spiccioli in Euro, ma di devolverli in beneficenza. Anche agli italiani che hanno viaggiato all'estero è stato chiesto di raccogliere le monete avanzate e di cederle a qualche organizzazione di volontariato internazionale. Approfittando della comparsa dell'Euro, a partire da gennaio 2002, quale moneta ufficiale dell'Italia e di altri 11 Paesi europei, numerose organizzazioni umanitarie e di volontariato internazionale hanno chiesto agli italiani di devolvere in beneficenza gli ultimi spiccioli delle Lire o le monete estere avanzate da eventuali viaggi, invece di portarle in banca per il cambio.
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A partire dal periodo delle grandi scoperte geografiche, vari Paesi europei furono protagonisti di una politica di conquista su scala mondiale di territori disabitati o abitati da popolazioni più deboli, che portò allo sfruttamento economico di vasti territori oltre che alla diffusione in essi della forma di civiltà europea. Ciò fu definito colonialismo. La seconda fase di tale politica inizia nella prima metà dell'Ottocento sotto la spinta degli interessi delle nascenti industrie nazionali in Europa e delle ambizioni di potenza degli Stati. La politica di espansione in questo periodo si collega pertanto all'accaparramento di materie prime nei territori extraeuropei e nella ricerca di mercati di sbocco. Il colonialismo fu la politica di conquista da parte dei Paesi europei di territori sui quali fu esercitato uno sfruttamento economico e nei quali furono diffusi i modelli europei di civiltà. Nella prima metà dell'Ottocento iniziò la seconda fase del colonialismo, mossa dalle ambizioni nazionali e volta all'accaparramento delle materie prime e alla ricerca di nuovi mercati per i prodotti delle industrie nazionali.
A partire dal periodo delle grandi scoperte geografiche, vari Paesi europei furono protagonisti di una politica di conquista su scala mondiale di territori disabitati o abitati da popolazioni più deboli, che portò allo sfruttamento economico di vasti territori oltre che alla diffusione in essi della forma di civiltà europea. Ciò fu definito colonialismo. La seconda fase di tale politica inizia nella prima metà dell'Ottocento sotto la spinta degli interessi delle nascenti industrie nazionali in Europa e delle ambizioni di potenza degli Stati. La politica di espansione in questo periodo si collega pertanto all'accaparramento di materie prime nei territori extraeuropei e nella ricerca di mercati di sbocco. Il colonialismo fu la politica di conquista da parte dei Paesi europei di territori sui quali fu esercitato uno sfruttamento economico e nei quali furono diffusi i modelli europei di civiltà. Nella prima metà dell'Ottocento iniziò la seconda fase del colonialismo, mossa dalle ambizioni nazionali e volta all'accaparramento delle materie prime e alla ricerca di nuovi mercati per i prodotti delle industrie nazionali.
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A partire dal secolo VII a.C. molte città greche iniziarono a darsi leggi tese principalmente a sottrarre la regolamentazione dei rapporti interpersonali all'arbitrio di chi deteneva il potere, e a dare vita a un'amministrazione della giustizia che applicasse regole generali e predeterminate. Tale esigenza non nasceva solo dalle necessità delle classi più povere, ma anche da quelle dei più ricchi; questi ultimi, infatti, avevano compreso che la pace sociale, indispensabile alla conservazione dei loro privilegi, poteva essere assicurata solo al prezzo di favorire alcune concessioni. Le diverse codificazioni cittadine di cui si ha notizia in questo periodo si inseriscono, dunque, in un movimento generale che risponde a questa esigenza unanimemente sentita. In questo contesto va collocata la prima legislazione ateniese, risalente al secolo VII a.C. Nel 621-620 a.C. Dracone (o Draconte) emanò una legge sull'omicidio, che segnò la fine del regime della vendetta privata e la nascita del diritto penale. Con questa legge, infatti, Dracone stabilì che chi veniva accusato di aver commesso un omicidio non era più esposto alle rappresaglie dei parenti dell'ucciso. Perché egli potesse essere punito era necessario che la sua colpevolezza fosse accertata durante un pubblico processo. Nel VII secolo a.C. le città greche iniziarono a produrre leggi finalizzate a creare un'amministrazione della giustizia basata su regole generali e predefinite, sottraendo così la regolamentazione dei rapporti tra gli individui all'arbitrio dei potenti. Si trattava di una necessità avvertita sia dalle classi più povere sia dai ricchi, disposti a fare alcune concessioni pur di mantenere la pace sociale e conservare i propri privilegi. La prima legislazione di Atene si colloca in questo contesto: nel 621-620 a.C. Dracone promulgò una legge che riguardava l'omicidio, segnando la fine del sistema delle vendette private. Secondo la norma di Dracone, l'accusato di omicidio poteva essere punito solo dopo che un pubblico processo ne aveva accertata la colpevolezza. Nasceva così il diritto penale.
A partire dal secolo VII a.C. molte città greche iniziarono a darsi leggi tese principalmente a sottrarre la regolamentazione dei rapporti interpersonali all'arbitrio di chi deteneva il potere, e a dare vita a un'amministrazione della giustizia che applicasse regole generali e predeterminate. Tale esigenza non nasceva solo dalle necessità delle classi più povere, ma anche da quelle dei più ricchi; questi ultimi, infatti, avevano compreso che la pace sociale, indispensabile alla conservazione dei loro privilegi, poteva essere assicurata solo al prezzo di favorire alcune concessioni. Le diverse codificazioni cittadine di cui si ha notizia in questo periodo si inseriscono, dunque, in un movimento generale che risponde a questa esigenza unanimemente sentita. In questo contesto va collocata la prima legislazione ateniese, risalente al secolo VII a.C. Nel 621-620 a.C. Dracone (o Draconte) emanò una legge sull'omicidio, che segnò la fine del regime della vendetta privata e la nascita del diritto penale. Con questa legge, infatti, Dracone stabilì che chi veniva accusato di aver commesso un omicidio non era più esposto alle rappresaglie dei parenti dell'ucciso. Perché egli potesse essere punito era necessario che la sua colpevolezza fosse accertata durante un pubblico processo. Nel VII secolo a.C. le città greche iniziarono a produrre leggi finalizzate a creare un'amministrazione della giustizia basata su regole generali e predefinite, sottraendo così la regolamentazione dei rapporti tra gli individui all'arbitrio dei potenti. Si trattava di una necessità avvertita sia dalle classi più povere sia dai ricchi, disposti a fare alcune concessioni pur di mantenere la pace sociale e conservare i propri privilegi. La prima legislazione di Atene si colloca in questo contesto: nel 621-620 a.C. Dracone promulgò una legge che riguardava l'omicidio, segnando la fine del sistema delle vendette private. Secondo la norma di Dracone, l'accusato di omicidio poteva essere punito solo dopo che un pubblico processo ne aveva accertata la colpevolezza. Nasceva così il diritto penale.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto.
A prima vista i coralli sembrerebbero non avere nemici, protetti come sono dal loro guscio calcareo. Eppure c'è chi trova gusto a rosicchiarli, e fra tutti i predatori il più inquietante è senza dubbio l'"Acanthaster planci" o corona di spine. È una grossa stella marina larga fino a 60 centimetri e coperta di spine che divora i coralli: si arrampica sulla barriera e, una volta individuata la preda, estroflette lo stomaco e lo distende sul corallo, procedendo alla digestione. Quando il tessuto dei polipi viene sciolto e digerito, l'"Acanthaster" rimette a posto lo stomaco. Dagli anni sessanta in poi l'"Acanthaster" si sta moltiplicando, tanto da diventare una seria minaccia: vaste aree coralline sono state distrutte e quindi abbandonate dai pesci e dagli animali che ci vivevano. Le ipotesi su queste enormi proliferazioni sono diverse: secondo molti la causa di tutto è stata la pesca selettiva del tritone gigante, principale predatore della stella, ricercato per la sua magnifica conchiglia. Ma altri animali, fra i quali gli stessi coralli, cacciano le larve della stella marina. Potrebbe darsi allora che l'inquinamento da scarichi agricoli, introducendo in acqua sostanze nutrienti abbia favorito le larve della stella. L'Acanthaster Planci è una stella marina larga fino a 60 centimetri e coperta di spine che divora i coralli ricoprendoli col proprio stomaco estroflesso che li digerisce lentamente. Negli ultimi 40 anni questo predatore si è moltiplicato distruggendo grandi aree coralline. Forse tale proliferazione è dovuta alla pesca selettiva del principale predatore della stella, il tritone gigante, anche se le larve della stella marina vengono cacciate dai coralli stessi. Un'altra causa potrebbe essere l'inquinamento da scarichi agricoli che ne ha favorito lo sviluppo larvale riversando in acqua sostanze nutrienti.
A prima vista i coralli sembrerebbero non avere nemici, protetti come sono dal loro guscio calcareo. Eppure c'è chi trova gusto a rosicchiarli, e fra tutti i predatori il più inquietante è senza dubbio l'"Acanthaster planci" o corona di spine. È una grossa stella marina larga fino a 60 centimetri e coperta di spine che divora i coralli: si arrampica sulla barriera e, una volta individuata la preda, estroflette lo stomaco e lo distende sul corallo, procedendo alla digestione. Quando il tessuto dei polipi viene sciolto e digerito, l'"Acanthaster" rimette a posto lo stomaco. Dagli anni sessanta in poi l'"Acanthaster" si sta moltiplicando, tanto da diventare una seria minaccia: vaste aree coralline sono state distrutte e quindi abbandonate dai pesci e dagli animali che ci vivevano. Le ipotesi su queste enormi proliferazioni sono diverse: secondo molti la causa di tutto è stata la pesca selettiva del tritone gigante, principale predatore della stella, ricercato per la sua magnifica conchiglia. Ma altri animali, fra i quali gli stessi coralli, cacciano le larve della stella marina. Potrebbe darsi allora che l'inquinamento da scarichi agricoli, introducendo in acqua sostanze nutrienti abbia favorito le larve della stella. L'Acanthaster Planci è una stella marina larga fino a 60 centimetri e coperta di spine che divora i coralli ricoprendoli col proprio stomaco estroflesso che li digerisce lentamente. Negli ultimi 40 anni questo predatore si è moltiplicato distruggendo grandi aree coralline. Forse tale proliferazione è dovuta alla pesca selettiva del principale predatore della stella, il tritone gigante, anche se le larve della stella marina vengono cacciate dai coralli stessi. Un'altra causa potrebbe essere l'inquinamento da scarichi agricoli che ne ha favorito lo sviluppo larvale riversando in acqua sostanze nutrienti.
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A prima vista, il miracolo di Cana sembra staccarsi un poco dagli altri segni compiuti da Gesù. Che senso può avere il fatto che Gesù procuri una sovrabbondanza di vino - circa 520 litri - per una festa privata? Dobbiamo pertanto guardare più a fondo per comprendere che non si tratta affatto di un lusso privato, bensì di qualcosa di molto più grande. Il segno di Dio è la sovrabbondanza. Questa "sovrabbondanza" è la sua gloria. La sovrabbondanza di Cana è perciò segno che la festa di Dio con l'umanità è cominciata. Gesù non intende soddisfare un'esigenza di lusso privato a Cana, quando, con il suo miracolo, procura un'enorme quantità di vino. Al contrario, egli vuole dare un segno, che, tramite quella sovrabbondanza, indichi la sovrabbondanza di Dio e l'inizio della Sua festa con l'umanità.
A prima vista, il miracolo di Cana sembra staccarsi un poco dagli altri segni compiuti da Gesù. Che senso può avere il fatto che Gesù procuri una sovrabbondanza di vino - circa 520 litri - per una festa privata? Dobbiamo pertanto guardare più a fondo per comprendere che non si tratta affatto di un lusso privato, bensì di qualcosa di molto più grande. Il segno di Dio è la sovrabbondanza. Questa "sovrabbondanza" è la sua gloria. La sovrabbondanza di Cana è perciò segno che la festa di Dio con l'umanità è cominciata. Gesù non intende soddisfare un'esigenza di lusso privato a Cana, quando, con il suo miracolo, procura un'enorme quantità di vino. Al contrario, egli vuole dare un segno, che, tramite quella sovrabbondanza, indichi la sovrabbondanza di Dio e l'inizio della Sua festa con l'umanità.
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A quei tempi il Giappone era, in effetti, dall'altra parte del mondo. Era un'isola fatta di isole, e per duecento anni era vissuta completamente separata dal resto dell'umanità, rifiutando qualsiasi contatto con il continente e vietando l'accesso a qualsiasi straniero. A quei tempi il Giappone era ancora un luogo che appariva lontano, che per duecento anni aveva rifiutato ogni contatto con il resto del mondo e con gli stranieri.
A quei tempi il Giappone era, in effetti, dall'altra parte del mondo. Era un'isola fatta di isole, e per duecento anni era vissuta completamente separata dal resto dell'umanità, rifiutando qualsiasi contatto con il continente e vietando l'accesso a qualsiasi straniero. A quei tempi il Giappone era ancora un luogo che appariva lontano, che per duecento anni aveva rifiutato ogni contatto con il resto del mondo e con gli stranieri.
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A Roma e Milano sono stati presentati agli inserzionisti i palinsesti autunnali della Rai. Una proposta editoriale sempre più ricca, completa e multipiattaforma, capace di proporre tutti i generi e di intercettare un pubblico esigente e variegato. Tra le novità più rilevanti spicca il ritorno di Rosario Fiorello in prima serata su Rai 1. In arrivo su Rai 2 un nuovo format condotto da Francesco Facchinetti, mentre su Rai 3 confermati tutti i big. A Milano e Roma sono stati presentati i palinsesti Rai del prossimo autunno. L'offerta è ricca e in grado di soddisfare diverse fasce di pubblico. Fiorello ritorna in prima serata su Rai 1 e su Rai 2 ci sarà un nuovo programma. Diverse conferme su Rai 3.
A Roma e Milano sono stati presentati agli inserzionisti i palinsesti autunnali della Rai. Una proposta editoriale sempre più ricca, completa e multipiattaforma, capace di proporre tutti i generi e di intercettare un pubblico esigente e variegato. Tra le novità più rilevanti spicca il ritorno di Rosario Fiorello in prima serata su Rai 1. In arrivo su Rai 2 un nuovo format condotto da Francesco Facchinetti, mentre su Rai 3 confermati tutti i big. A Milano e Roma sono stati presentati i palinsesti Rai del prossimo autunno. L'offerta è ricca e in grado di soddisfare diverse fasce di pubblico. Fiorello ritorna in prima serata su Rai 1 e su Rai 2 ci sarà un nuovo programma. Diverse conferme su Rai 3.
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A San Marino è stato allestito il Museo delle Curiosità, che raccoglie oggetti bizzarri di varie epoche. Vi è esposto tra l'altro un grazioso monile d'avorio, osso e porcellana che nel Settecento era usato come trappola per le pulci: si portava appeso al collo e veniva riempito di cotone imbevuto di sangue; i parassiti vi entravano dai numerosi forellini di cui era dotato, attirati dal sangue, ma una volta all'interno non potevano più uscirne. Un grazioso monile di porcellana, avorio e osso veniva usato nel Settecento come trappola per le pulci. Il monile conteneva infatti un batuffolo di cotone imbevuto di sangue ed era dotato di numerosi forellini. Una volta indossato, le pulci vi entravano attirate dal sangue ma poi non potevano più uscirne. L'oggetto è esposto nel Museo delle Curiosità di San Marino assieme ad altri oggetti bizzarri di varie epoche.
A San Marino è stato allestito il Museo delle Curiosità, che raccoglie oggetti bizzarri di varie epoche. Vi è esposto tra l'altro un grazioso monile d'avorio, osso e porcellana che nel Settecento era usato come trappola per le pulci: si portava appeso al collo e veniva riempito di cotone imbevuto di sangue; i parassiti vi entravano dai numerosi forellini di cui era dotato, attirati dal sangue, ma una volta all'interno non potevano più uscirne. Un grazioso monile di porcellana, avorio e osso veniva usato nel Settecento come trappola per le pulci. Il monile conteneva infatti un batuffolo di cotone imbevuto di sangue ed era dotato di numerosi forellini. Una volta indossato, le pulci vi entravano attirate dal sangue ma poi non potevano più uscirne. L'oggetto è esposto nel Museo delle Curiosità di San Marino assieme ad altri oggetti bizzarri di varie epoche.
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A scuola, il problema dei sognatori a occhi aperti, e di poche parole per giunta, è che gli insegnanti, specie quelli che non vi conoscono bene, tendono a considerarvi un po' stupidi. O se non proprio stupidi, come minimo, tonti. Gli insegnanti, specialmente se non vi conoscono bene, tendono a considerare un po' stupidi, o almeno tonti, voi che sognate a occhi aperti, e in più poco loquaci.
A scuola, il problema dei sognatori a occhi aperti, e di poche parole per giunta, è che gli insegnanti, specie quelli che non vi conoscono bene, tendono a considerarvi un po' stupidi. O se non proprio stupidi, come minimo, tonti. Gli insegnanti, specialmente se non vi conoscono bene, tendono a considerare un po' stupidi, o almeno tonti, voi che sognate a occhi aperti, e in più poco loquaci.
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A sentire i difensori del sistema scolastico integrato pubblico-privato, l'idea di un primato della scuola pubblica - quella inclusiva, gratuita, pluralista, laica, dove vige la libertà d'insegnamento, tenuta per legge a occuparsi di tutti, a prescindere dal grado di abilità, eccetera - è già stata abbandonata. Le scuole paritarie private per legge fanno parte del sistema scolastico nazionale e quindi sono equiparabili alle scuole comunali e statali. Poco importa che vi si paghi una retta e si debba accettare un piano educativo confessionale. Il primato della scuola pubblica sulla privata è stato abbandonato da chi difende un sistema scolastico integrato tra le due, anche se la prima è inclusiva, laica e gratuita, mentre la seconda fa pagare una retta e adotta piani educativi confessionali. Di fatto, per legge, le private sono equiparabili alle statali.
A sentire i difensori del sistema scolastico integrato pubblico-privato, l'idea di un primato della scuola pubblica - quella inclusiva, gratuita, pluralista, laica, dove vige la libertà d'insegnamento, tenuta per legge a occuparsi di tutti, a prescindere dal grado di abilità, eccetera - è già stata abbandonata. Le scuole paritarie private per legge fanno parte del sistema scolastico nazionale e quindi sono equiparabili alle scuole comunali e statali. Poco importa che vi si paghi una retta e si debba accettare un piano educativo confessionale. Il primato della scuola pubblica sulla privata è stato abbandonato da chi difende un sistema scolastico integrato tra le due, anche se la prima è inclusiva, laica e gratuita, mentre la seconda fa pagare una retta e adotta piani educativi confessionali. Di fatto, per legge, le private sono equiparabili alle statali.
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A sorpresa il "No" all'accordo di pace firmato lunedì tra il governo e il gruppo guerrigliero delle Farc ha prevalso di poco sui "Sì" nel referendum in Colombia. Con il 99,37% dei seggi scrutinati, i voti affermativi si sono fermati al 49,76% del totale, mentre il no ha raggiunto il 50,23%. Il Paese è stato chiamato a mettere il sigillo al complesso processo di pacificazione tra il governo e la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia. In lungo e in largo nell'intera Nazione si è votato per approvare oppure per respingere l'intesa firmata tra il presidente Juan Manuel Santos e il leader delle Farc, Rodrigo "Timochenko" Londono. Molto semplice il quesito al quale sono stati chiamati a rispondere quasi 35 milioni di colombiani: "Sostiene l'accordo finale per terminare il conflitto e la costruzione di una pace stabile e permanente?". Dopo lo scrutinio dei 99,37% dei seggi, emerge a sorpresa la vittoria del "No" nel referendum in Colombia, con il 50,23% di voti contro il 49,76% dei "Sì", nella consultazione per ratificare l'accordo di pace tra governo e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Il quesito posto a 35 milioni di colombiani "Sostiene l'accordo finale per terminare il conflitto e la costruzione di una pace stabile e permanente?" ha chiamato il Paese a riconoscere o a rigettare l'intesa ottenuta dal presidente Juan Manuel Santos e il leader delle Farc, Rodrigo "Timochenko" Londono.
A sorpresa il "No" all'accordo di pace firmato lunedì tra il governo e il gruppo guerrigliero delle Farc ha prevalso di poco sui "Sì" nel referendum in Colombia. Con il 99,37% dei seggi scrutinati, i voti affermativi si sono fermati al 49,76% del totale, mentre il no ha raggiunto il 50,23%. Il Paese è stato chiamato a mettere il sigillo al complesso processo di pacificazione tra il governo e la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia. In lungo e in largo nell'intera Nazione si è votato per approvare oppure per respingere l'intesa firmata tra il presidente Juan Manuel Santos e il leader delle Farc, Rodrigo "Timochenko" Londono. Molto semplice il quesito al quale sono stati chiamati a rispondere quasi 35 milioni di colombiani: "Sostiene l'accordo finale per terminare il conflitto e la costruzione di una pace stabile e permanente?". Dopo lo scrutinio dei 99,37% dei seggi, emerge a sorpresa la vittoria del "No" nel referendum in Colombia, con il 50,23% di voti contro il 49,76% dei "Sì", nella consultazione per ratificare l'accordo di pace tra governo e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Il quesito posto a 35 milioni di colombiani "Sostiene l'accordo finale per terminare il conflitto e la costruzione di una pace stabile e permanente?" ha chiamato il Paese a riconoscere o a rigettare l'intesa ottenuta dal presidente Juan Manuel Santos e il leader delle Farc, Rodrigo "Timochenko" Londono.
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A Torino, la Fondazione MERZ ha appena organizzato visite in cinese alla mostra di Fatma Bucak "So as to find the strength to see". Mario Petriccione, portavoce di questa organizzazione afferma: "Siamo al debutto in questo ambito". In città Francesca Togni del Coordinamento Progetti Educativi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo rivela un percorso diverso: "Lavoriamo molto con le scuole dove un'alta percentuale di ragazzi ha genitori dall'Africa, dalla Cina, dall'Europa orientale. Invece di progetti per migranti o per una comunità ora integriamo il tema nel discorso educativo e formativo". Ed è questo l'approccio corretto per Anna Chiara Cimoli, consulente museale nella ONLUS milanese ABcittà, che con la portoghese Maria Vlachou gestisce il blog multilingue "Museums and Migration". Due progetti per includere le comunità straniere sono in corso a Torino. Il primo, della Fondazione MERZ, consiste in una pionieristica visita in cinese alla mostra di Fatma Bucak. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo sceglie una strada diversa: invece di progetti specificatamente dedicati ai migranti, preferisce collaborare con le scuole, nelle quali molti studenti hanno origini straniere. Anna Chiara Cimoli, co-responsabile del blog "Museums and Migration", dichiara di condividere maggiormente questo secondo approccio.
A Torino, la Fondazione MERZ ha appena organizzato visite in cinese alla mostra di Fatma Bucak "So as to find the strength to see". Mario Petriccione, portavoce di questa organizzazione afferma: "Siamo al debutto in questo ambito". In città Francesca Togni del Coordinamento Progetti Educativi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo rivela un percorso diverso: "Lavoriamo molto con le scuole dove un'alta percentuale di ragazzi ha genitori dall'Africa, dalla Cina, dall'Europa orientale. Invece di progetti per migranti o per una comunità ora integriamo il tema nel discorso educativo e formativo". Ed è questo l'approccio corretto per Anna Chiara Cimoli, consulente museale nella ONLUS milanese ABcittà, che con la portoghese Maria Vlachou gestisce il blog multilingue "Museums and Migration". Due progetti per includere le comunità straniere sono in corso a Torino. Il primo, della Fondazione MERZ, consiste in una pionieristica visita in cinese alla mostra di Fatma Bucak. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo sceglie una strada diversa: invece di progetti specificatamente dedicati ai migranti, preferisce collaborare con le scuole, nelle quali molti studenti hanno origini straniere. Anna Chiara Cimoli, co-responsabile del blog "Museums and Migration", dichiara di condividere maggiormente questo secondo approccio.
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A tracciare un quadro di come la natura si stia difendendo di fronte all'aumento globale delle temperature è uno studio su "Science", che ha preso in esame oltre duemila reazioni di animali e piante, arrivando alla conclusione che in media queste si sono spostate verso l'alto di 12,2 metri a decade e verso latitudini più fresche di 16,6 chilometri ogni dieci anni. Secondo uno studio pubblicato su "Science", gli animali e le piante reagiscono all'aumento globale della temperatura, spostandosi sempre più verso l'alto e verso latitudini più fresche.
A tracciare un quadro di come la natura si stia difendendo di fronte all'aumento globale delle temperature è uno studio su "Science", che ha preso in esame oltre duemila reazioni di animali e piante, arrivando alla conclusione che in media queste si sono spostate verso l'alto di 12,2 metri a decade e verso latitudini più fresche di 16,6 chilometri ogni dieci anni. Secondo uno studio pubblicato su "Science", gli animali e le piante reagiscono all'aumento globale della temperatura, spostandosi sempre più verso l'alto e verso latitudini più fresche.
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A trenta metri sotto la superficie di Londra non trova spazio solo la rete delle metropolitane, ma anche un'incredibile fattoria urbana. Degno dei più fantascientifici scenari futuristici, il progetto permetterà di recuperare una maglia di tunnel sotterranei di ben 10.000 mq, utilizzati durante la seconda guerra mondiale, per destinarli alla coltivazione diretta di ortaggi. I fautori di "Growing Undergrounded" sono due giovani imprenditori londinesi, Richard Ballard e Steven Dring, decisi a ridare vita una vasta porzione abbandonata della capitale inglese. Due giovani imprenditori londinesi, Richard Ballard e Steven Dring, hanno ideato il progetto "Growing Undergrounded", che consentirà di utilizzare per la coltivazione diretta di ortaggi ben 10.000 mq di tunnel sotterranei usati durante l'ultimo conflitto mondiale.
A trenta metri sotto la superficie di Londra non trova spazio solo la rete delle metropolitane, ma anche un'incredibile fattoria urbana. Degno dei più fantascientifici scenari futuristici, il progetto permetterà di recuperare una maglia di tunnel sotterranei di ben 10.000 mq, utilizzati durante la seconda guerra mondiale, per destinarli alla coltivazione diretta di ortaggi. I fautori di "Growing Undergrounded" sono due giovani imprenditori londinesi, Richard Ballard e Steven Dring, decisi a ridare vita una vasta porzione abbandonata della capitale inglese. Due giovani imprenditori londinesi, Richard Ballard e Steven Dring, hanno ideato il progetto "Growing Undergrounded", che consentirà di utilizzare per la coltivazione diretta di ortaggi ben 10.000 mq di tunnel sotterranei usati durante l'ultimo conflitto mondiale.
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A un uomo politico pur abile e concreto non è perdonato un atteggiamento arrogante; così come a uno sportivo su cui si concentra l'attenzione di milioni di spettatori non è perdonato un atteggiamento scostante e di superiorità (...). Si potrà dire che questi aspetti non hanno nulla a che fare con la capacità sportiva o di governo; ma gli è che imprese e personaggi pubblici sono giudicati su tratti di immagine che sono importanti per l'opinione pubblica, al di là del fatto che tali tratti facciano riferimento o meno all'attività professionale. Il giudizio che la pubblica opinione dà sui personaggi in vista si forma su alcuni aspetti della loro immagine che possono non aver niente a che vedere con l'attività che essi svolgono.
A un uomo politico pur abile e concreto non è perdonato un atteggiamento arrogante; così come a uno sportivo su cui si concentra l'attenzione di milioni di spettatori non è perdonato un atteggiamento scostante e di superiorità (...). Si potrà dire che questi aspetti non hanno nulla a che fare con la capacità sportiva o di governo; ma gli è che imprese e personaggi pubblici sono giudicati su tratti di immagine che sono importanti per l'opinione pubblica, al di là del fatto che tali tratti facciano riferimento o meno all'attività professionale. Il giudizio che la pubblica opinione dà sui personaggi in vista si forma su alcuni aspetti della loro immagine che possono non aver niente a che vedere con l'attività che essi svolgono.
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A volte le idee più efficaci e geniali si ispirano alle forme già presenti da millenni in natura. Per realizzare impianti solari sempre più efficienti gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology di Boston in collaborazione con la RWTH Aachen University, in Germania, hanno guardato al più assiduo inseguitore del Sole del mondo vegetale: il girasole. Le centrali a concentrazione solare (Concentrated solar power plants, CSP) sono costituite da una serie di dispositivi a specchio chiamati eliostati, che seguono il Sole durante tutto l'arco del giorno e concentrano la sua luce su una torre centrale, che converte il calore in elettricità. Gli eliostati sono solitamente disposti in cerchi concentrici, ciascuno sistemato in modo da ricevere i raggi solari e convogliarli facilmente al centro, senza fare ombra agli altri specchi. Simili impianti, è facile da intuire, richiedono grandi disponibilità di superficie: per questo non sono ancora abbastanza diffusi. Gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, collaborando con la RWTH Aachen University, in Germania, hanno ideato centrali a concentrazione solare costituite da una serie di dispositivi a specchio chiamati eliostati, che seguono il sole per tutto il giorno e sono disposti in cerchi concentrici per ricevere e convogliare i raggi del sole al centro su una torre che converte il calore in elettricità. Questi impianti, che si ispirano al girasole, sono molto efficienti, ma ancora poco diffusi poiché richiedono grandi disponibilità di superficie.
A volte le idee più efficaci e geniali si ispirano alle forme già presenti da millenni in natura. Per realizzare impianti solari sempre più efficienti gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology di Boston in collaborazione con la RWTH Aachen University, in Germania, hanno guardato al più assiduo inseguitore del Sole del mondo vegetale: il girasole. Le centrali a concentrazione solare (Concentrated solar power plants, CSP) sono costituite da una serie di dispositivi a specchio chiamati eliostati, che seguono il Sole durante tutto l'arco del giorno e concentrano la sua luce su una torre centrale, che converte il calore in elettricità. Gli eliostati sono solitamente disposti in cerchi concentrici, ciascuno sistemato in modo da ricevere i raggi solari e convogliarli facilmente al centro, senza fare ombra agli altri specchi. Simili impianti, è facile da intuire, richiedono grandi disponibilità di superficie: per questo non sono ancora abbastanza diffusi. Gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, collaborando con la RWTH Aachen University, in Germania, hanno ideato centrali a concentrazione solare costituite da una serie di dispositivi a specchio chiamati eliostati, che seguono il sole per tutto il giorno e sono disposti in cerchi concentrici per ricevere e convogliare i raggi del sole al centro su una torre che converte il calore in elettricità. Questi impianti, che si ispirano al girasole, sono molto efficienti, ma ancora poco diffusi poiché richiedono grandi disponibilità di superficie.
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Abbiamo già parlato della differenza tra un prodotto "desiderabile" e quello che si considera come un "male necessario". La caratteristica di desiderabilità di un articolo sarà rinforzata dall'aspetto e dalla presentazione (imballaggio), e questo senza dubbio, ma soprattutto dall'argomentazione del venditore che insisterà sapientemente sulle caratteristiche che ne fanno desiderare il possesso. La pubblicità della pasta dentifricia ha smesso di preconizzare "l'igiene giornaliera dei denti": ci promette oggi "denti più belli e un sorriso più radioso". L'abile venditore deve convincere il cliente che il prodotto è desiderabile. Le caratteristiche esteriori di esso aiutano, ma, come oggigiorno già ci dimostra la pubblicità, nella mente dell'acquirente deve scattare la molla del desiderio.
Abbiamo già parlato della differenza tra un prodotto "desiderabile" e quello che si considera come un "male necessario". La caratteristica di desiderabilità di un articolo sarà rinforzata dall'aspetto e dalla presentazione (imballaggio), e questo senza dubbio, ma soprattutto dall'argomentazione del venditore che insisterà sapientemente sulle caratteristiche che ne fanno desiderare il possesso. La pubblicità della pasta dentifricia ha smesso di preconizzare "l'igiene giornaliera dei denti": ci promette oggi "denti più belli e un sorriso più radioso". L'abile venditore deve convincere il cliente che il prodotto è desiderabile. Le caratteristiche esteriori di esso aiutano, ma, come oggigiorno già ci dimostra la pubblicità, nella mente dell'acquirente deve scattare la molla del desiderio.
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Abbiamo tutto quanto occorre per essere felici, ma non siamo felici. Manca qualche cosa. Mi sono guardato intorno. La sola cosa che abbia visto mancare positivamente sono i libri che io avevo bruciato in questi ultimi dieci o venti anni. E allora ho pensato che i libri forse avrebbero potuto essere utili. Non siamo felici, anche se abbiamo tutto ciò che occorre per esserlo: manca qualcosa. Guardandomi attorno ho notato che l'unica cosa che davvero manca sono i libri che ho bruciato negli ultimi due decenni, perciò ho pensato che forse i libri sarebbero stati utili.
Abbiamo tutto quanto occorre per essere felici, ma non siamo felici. Manca qualche cosa. Mi sono guardato intorno. La sola cosa che abbia visto mancare positivamente sono i libri che io avevo bruciato in questi ultimi dieci o venti anni. E allora ho pensato che i libri forse avrebbero potuto essere utili. Non siamo felici, anche se abbiamo tutto ciò che occorre per esserlo: manca qualcosa. Guardandomi attorno ho notato che l'unica cosa che davvero manca sono i libri che ho bruciato negli ultimi due decenni, perciò ho pensato che forse i libri sarebbero stati utili.
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Ad attendermi all'interno, c'era un vecchio alto, ben rasato eccetto per i lunghi baffi bianchi e vestito di nero da capo a piedi, tanto che in tutta la sua figura non saltava agli occhi una sola nota di colore. Reggeva in mano una antica lanterna d'argento, la cui fiamma sembrava ardere senza tubo di vetro o il classico globo, proiettando così lunghe ombre palpitanti, a ogni tremito causato dalla corrente d'aria che penetrava dall'uscio aperto. Il vecchio che mi attendeva all'interno era alto, completamente vestito di nero, rasato, ma con lunghi baffi bianchi. Teneva in mano una lanterna antica, la cui fiamma proiettava lunghe ombre, che palpitavano a ogni tremito causato dalla corrente d'aria.
Ad attendermi all'interno, c'era un vecchio alto, ben rasato eccetto per i lunghi baffi bianchi e vestito di nero da capo a piedi, tanto che in tutta la sua figura non saltava agli occhi una sola nota di colore. Reggeva in mano una antica lanterna d'argento, la cui fiamma sembrava ardere senza tubo di vetro o il classico globo, proiettando così lunghe ombre palpitanti, a ogni tremito causato dalla corrente d'aria che penetrava dall'uscio aperto. Il vecchio che mi attendeva all'interno era alto, completamente vestito di nero, rasato, ma con lunghi baffi bianchi. Teneva in mano una lanterna antica, la cui fiamma proiettava lunghe ombre, che palpitavano a ogni tremito causato dalla corrente d'aria.
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Agevolato dal riconoscimento formale del suo ruolo nell'organizzazione sanitaria, il sociologo ha potuto sviluppare, tra gli strumenti della propria professionalizzazione, anche quello della pratica sociologica che, seppure diversamente interpretata, rappresenta un'innovazione sostanziale non tanto (o non solo) per il fatto di aver smesso di essere considerata - come generalmente era stato - il versante "politico" dell'azione del sociologo, quanto per la corrispondenza che si intravede tra azione professionale (quindi riferibile a fondamenti scientifici) e tipologia della domanda di prestazioni da parte di una società sempre più complessa. La pratica sociologica è uno dei nuovi strumenti che il sociologo ha sviluppato grazie al suo riconoscimento nell'organizzazione sanitaria. Attraverso la pratica sociologica, che non è più considerata per le implicazioni politiche, vi può essere corrispondenza tra le domande emergenti da una società sempre più complessa e le azioni del sociologo, basate su fondamenti scientifici.
Agevolato dal riconoscimento formale del suo ruolo nell'organizzazione sanitaria, il sociologo ha potuto sviluppare, tra gli strumenti della propria professionalizzazione, anche quello della pratica sociologica che, seppure diversamente interpretata, rappresenta un'innovazione sostanziale non tanto (o non solo) per il fatto di aver smesso di essere considerata - come generalmente era stato - il versante "politico" dell'azione del sociologo, quanto per la corrispondenza che si intravede tra azione professionale (quindi riferibile a fondamenti scientifici) e tipologia della domanda di prestazioni da parte di una società sempre più complessa. La pratica sociologica è uno dei nuovi strumenti che il sociologo ha sviluppato grazie al suo riconoscimento nell'organizzazione sanitaria. Attraverso la pratica sociologica, che non è più considerata per le implicazioni politiche, vi può essere corrispondenza tra le domande emergenti da una società sempre più complessa e le azioni del sociologo, basate su fondamenti scientifici.
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Agli adolescenti la volontà dei genitori appare dispotica e priva di senso anche quando la accettano; i suggerimenti degli educatori vengono, inoltre, visti dai giovani come la anacronistica manifestazione di un sapere inutile; gli adolescenti, insomma, pretendono di essere capiti, ascoltati, ma rifuggono il dialogo. Gli adolescenti, nonostante pretendano di essere capiti, rifuggono il dialogo, ritenendo dispotica la volontà dei genitori e anacronistici i suggerimenti degli educatori.
Agli adolescenti la volontà dei genitori appare dispotica e priva di senso anche quando la accettano; i suggerimenti degli educatori vengono, inoltre, visti dai giovani come la anacronistica manifestazione di un sapere inutile; gli adolescenti, insomma, pretendono di essere capiti, ascoltati, ma rifuggono il dialogo. Gli adolescenti, nonostante pretendano di essere capiti, rifuggono il dialogo, ritenendo dispotica la volontà dei genitori e anacronistici i suggerimenti degli educatori.
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Ai giorni nostri sembrano essersi verificate condizioni proprie alla risoluzione del problema storico della famiglia, alla valutazione cioè di quello svolgimento storico della famiglia che, movendo dal diritto romano, attraverso una lenta evoluzione si è finalmente risolto nella crisi più profonda e generale che mai l'istituto familiare ebbe a conoscere dopo la predicazione cristiana, sicché veramente si può dire che dai nostri tempi sia cominciata la famiglia nuova. La crisi più profonda che, dopo l'avvento della predicazione cristiana, la famiglia ha mai conosciuto nella storia sembra dare nell'epoca attuale la possibilità di valutare pienamente il problema storico della famiglia, così da dare origine a una nuova fase della vita di essa.
Ai giorni nostri sembrano essersi verificate condizioni proprie alla risoluzione del problema storico della famiglia, alla valutazione cioè di quello svolgimento storico della famiglia che, movendo dal diritto romano, attraverso una lenta evoluzione si è finalmente risolto nella crisi più profonda e generale che mai l'istituto familiare ebbe a conoscere dopo la predicazione cristiana, sicché veramente si può dire che dai nostri tempi sia cominciata la famiglia nuova. La crisi più profonda che, dopo l'avvento della predicazione cristiana, la famiglia ha mai conosciuto nella storia sembra dare nell'epoca attuale la possibilità di valutare pienamente il problema storico della famiglia, così da dare origine a una nuova fase della vita di essa.
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Ai giuristi romani era ignoto il concetto del diritto soggettivo, così come fu elaborato in tempi molto più recenti; essi conoscevano invece l'actio, che era il mezzo giuridico per chiedere la soddisfazione delle proprie ragioni. Per dire che a Tizio spettava un diritto, dicevano che gli spettava l'actio. Tutta l'evoluzione del diritto classico si è svolta attraverso l'ampliamento e l'arricchimento delle figure di azioni. Non esisteva nel diritto di Roma antica il concetto di diritto, elaborato successivamente. La sua funzione era svolta dall'istituto dell'actio o azione. Quando una persona aveva una pretesa giuridica, le era riconosciuta un'azione. Il diritto romano si sviluppò tramite l'incremento delle figure di azioni.
Ai giuristi romani era ignoto il concetto del diritto soggettivo, così come fu elaborato in tempi molto più recenti; essi conoscevano invece l'actio, che era il mezzo giuridico per chiedere la soddisfazione delle proprie ragioni. Per dire che a Tizio spettava un diritto, dicevano che gli spettava l'actio. Tutta l'evoluzione del diritto classico si è svolta attraverso l'ampliamento e l'arricchimento delle figure di azioni. Non esisteva nel diritto di Roma antica il concetto di diritto, elaborato successivamente. La sua funzione era svolta dall'istituto dell'actio o azione. Quando una persona aveva una pretesa giuridica, le era riconosciuta un'azione. Il diritto romano si sviluppò tramite l'incremento delle figure di azioni.
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Ai soldati francesi che nel 1830 si imbarcavano alla volta dell'Algeria per iniziarne la colonizzazione, protrattasi sino al 1962, venne dato in dotazione un "dizionario della lingua franca". Così per la prima volta si cercava di fissare una grammatica della lingua franca, un idioma usato da secoli nei porti del Mediterraneo come mezzo di comunicazione sia tra cristiani di diverse lingue romanze sia e soprattutto fra cristiani da un lato e arabi e turchi dall'altro. Era la lingua usata dai pirati musulmani per farsi capire dai franchi, come chiamavano indistintamente gli europei occidentali, ovvero gli schiavi cristiani che formavano la ciurma delle navi, servivano nelle loro case, erano trattenuti in attesa di riscatto oppure, più semplicemente, risiedevano come rinnegati ad Algeri. Per secoli esistette nel Mediterraneo una "lingua franca" utilizzata per facilitare la comunicazione tra cristiani di diversi Paesi, arabi e turchi. Questo nome deriva dall'abitudine dei mori di chiamare "franchi" tutti gli europei con cui, in circostanze diverse, entravano in contatto. Questo idioma venne fissato per la prima volta in un dizionario nel 1830.
Ai soldati francesi che nel 1830 si imbarcavano alla volta dell'Algeria per iniziarne la colonizzazione, protrattasi sino al 1962, venne dato in dotazione un "dizionario della lingua franca". Così per la prima volta si cercava di fissare una grammatica della lingua franca, un idioma usato da secoli nei porti del Mediterraneo come mezzo di comunicazione sia tra cristiani di diverse lingue romanze sia e soprattutto fra cristiani da un lato e arabi e turchi dall'altro. Era la lingua usata dai pirati musulmani per farsi capire dai franchi, come chiamavano indistintamente gli europei occidentali, ovvero gli schiavi cristiani che formavano la ciurma delle navi, servivano nelle loro case, erano trattenuti in attesa di riscatto oppure, più semplicemente, risiedevano come rinnegati ad Algeri. Per secoli esistette nel Mediterraneo una "lingua franca" utilizzata per facilitare la comunicazione tra cristiani di diversi Paesi, arabi e turchi. Questo nome deriva dall'abitudine dei mori di chiamare "franchi" tutti gli europei con cui, in circostanze diverse, entravano in contatto. Questo idioma venne fissato per la prima volta in un dizionario nel 1830.
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Aiuto, ci si è allungata la laurea breve! Altro che i tre anni previsti dalla riforma Berlinguer: per diventare dottori oggi ci vogliono in media 5 anni e un mese. In media. Il che vuol dire che siccome c'è anche chi si laurea in corso (uno studente su tre, per la precisione), gli altri due terzi ci mettono ben di più: sei, sette anni solo per portare a termine il primo ciclo che, per competenze acquisite, non è certo paragonabile alle lauree del vecchio ordinamento. E comunque, pur fuori corso, parliamo di pochi fortunati: il tasso di abbandono è infatti pari al 40%. Sono questi solo alcuni dei dati, i più eclatanti, contenuti nel rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca presentato Roma dall'Anvur, l'ente di valutazione degli atenei italiani. L'Anvur, l'ente di valutazione degli atenei italiani, ha presentato un rapporto secondo cui la laurea triennale introdotta dalla riforma Berlinguer non ha ridotto a tre anni i tempi medi di conseguimento della laurea. Mediamente, infatti, gli studenti impiegano 5 anni e un mese per completare un corso di studi che non consente di acquisire le stesse competenze delle vecchie lauree. Oltre ai fuori corso (2 su 3) che impiegano oltre 5 anni per arrivare alla conclusione del percorso, c'è poi un 40% di studenti che abbandona senza raggiungere il traguardo.
Aiuto, ci si è allungata la laurea breve! Altro che i tre anni previsti dalla riforma Berlinguer: per diventare dottori oggi ci vogliono in media 5 anni e un mese. In media. Il che vuol dire che siccome c'è anche chi si laurea in corso (uno studente su tre, per la precisione), gli altri due terzi ci mettono ben di più: sei, sette anni solo per portare a termine il primo ciclo che, per competenze acquisite, non è certo paragonabile alle lauree del vecchio ordinamento. E comunque, pur fuori corso, parliamo di pochi fortunati: il tasso di abbandono è infatti pari al 40%. Sono questi solo alcuni dei dati, i più eclatanti, contenuti nel rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca presentato Roma dall'Anvur, l'ente di valutazione degli atenei italiani. L'Anvur, l'ente di valutazione degli atenei italiani, ha presentato un rapporto secondo cui la laurea triennale introdotta dalla riforma Berlinguer non ha ridotto a tre anni i tempi medi di conseguimento della laurea. Mediamente, infatti, gli studenti impiegano 5 anni e un mese per completare un corso di studi che non consente di acquisire le stesse competenze delle vecchie lauree. Oltre ai fuori corso (2 su 3) che impiegano oltre 5 anni per arrivare alla conclusione del percorso, c'è poi un 40% di studenti che abbandona senza raggiungere il traguardo.
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Alcuni esperimenti hanno dimostrato che i diversi tipi di cellule del sangue si formano velocemente già dalle staminali, e non nei vari passi successivi. I risultati rovesciano anche la convinzione che il sangue sia stabile una volta formato. In realtà il sistema sanguigno cambia tra l'inizio dello sviluppo e l'età adulta. Un risultato cui si è arrivati dopo aver mappato la potenziale "discendenza" di circa 3.000 singole cellule prelevate da 33 diverse popolazioni di staminali e cellule progenitrici, ricavate da campioni di sangue umano preso in vari stadi ed età della vita. Alcuni esperimenti - condotti su cellule prelevate da un campione di esseri umani differenziati secondo il criterio dell'età - smentiscono la tesi che il sistema sanguigno sia stabile. I diversi tipi di cellule del sangue si formano già a partire dalle cellule staminali e il sistema sanguigno cambia nel corso della vita di un individuo.
Alcuni esperimenti hanno dimostrato che i diversi tipi di cellule del sangue si formano velocemente già dalle staminali, e non nei vari passi successivi. I risultati rovesciano anche la convinzione che il sangue sia stabile una volta formato. In realtà il sistema sanguigno cambia tra l'inizio dello sviluppo e l'età adulta. Un risultato cui si è arrivati dopo aver mappato la potenziale "discendenza" di circa 3.000 singole cellule prelevate da 33 diverse popolazioni di staminali e cellule progenitrici, ricavate da campioni di sangue umano preso in vari stadi ed età della vita. Alcuni esperimenti - condotti su cellule prelevate da un campione di esseri umani differenziati secondo il criterio dell'età - smentiscono la tesi che il sistema sanguigno sia stabile. I diversi tipi di cellule del sangue si formano già a partire dalle cellule staminali e il sistema sanguigno cambia nel corso della vita di un individuo.
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Alcuni sondaggi condotti in Italia per la rivista "Limes" al fine di indagare intorno all'identità nazionale hanno rilevato gli atteggiamenti, i riferimenti e i valori maggiormente in grado, secondo gli intervistati, di distinguere gli italiani dai cittadini degli altri Paesi europei. Al primo posto di una lista molto ampia si incontra l'arte di arrangiarsi, seguita dall'arte tout-court, come patrimonio artistico e storico del Paese e quindi dall'attaccamento alla famiglia, dalla imprenditorialità, dal localismo. In fondo alla graduatoria vi sono, invece, il senso civico e il rispetto per le istituzioni, i valori e le regole della Costituzione. Secondo alcuni sondaggi condotti in Italia, gli intervistati a cui è stato richiesto di indicare gli atteggiamenti e i valori che ritenessero più adeguati a rappresentare gli italiani in un confronto con i cittadini europei hanno collocato ai primi posti l'arte di arrangiarsi, l'arte, l'imprenditorialità, la famiglia, il localismo e solo agli ultimi il senso civico, il rispetto per le istituzioni e la Costituzione.
Alcuni sondaggi condotti in Italia per la rivista "Limes" al fine di indagare intorno all'identità nazionale hanno rilevato gli atteggiamenti, i riferimenti e i valori maggiormente in grado, secondo gli intervistati, di distinguere gli italiani dai cittadini degli altri Paesi europei. Al primo posto di una lista molto ampia si incontra l'arte di arrangiarsi, seguita dall'arte tout-court, come patrimonio artistico e storico del Paese e quindi dall'attaccamento alla famiglia, dalla imprenditorialità, dal localismo. In fondo alla graduatoria vi sono, invece, il senso civico e il rispetto per le istituzioni, i valori e le regole della Costituzione. Secondo alcuni sondaggi condotti in Italia, gli intervistati a cui è stato richiesto di indicare gli atteggiamenti e i valori che ritenessero più adeguati a rappresentare gli italiani in un confronto con i cittadini europei hanno collocato ai primi posti l'arte di arrangiarsi, l'arte, l'imprenditorialità, la famiglia, il localismo e solo agli ultimi il senso civico, il rispetto per le istituzioni e la Costituzione.
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Alcuni villaggi della zona del Khumbu - Khumjung, Phortse, Thame e la "capitale degli Sherpa", Namche Bazar - sono da decenni i principali bacini di reclutamento degli Sherpa che lavorano sull'Everest. E se ai tempi di Hillary e Norgay, i primi conquistatori della vetta, gli Sherpa erano più preoccupati del rischio di non essere ingaggiati che dei pericoli della montagna, oggi qualunque abitante del villaggio sa bene quanto il suo lavoro sia pericoloso. E oggi è difficile trovare uno Sherpa che vada a lavorare sulla montagna senza portare con sé almeno qualche esitazione, e soprattutto senza una madre, una moglie o una sorella che lo aspetta a casa temendo che non torni mai più. Negli anni la consapevolezza degli Sherpa in merito ai rischi legati alla propria professione è aumentata: ai tempi in cui l'Everest venne scalato per la prima volta erano più preoccupati di non essere ingaggiati, oggi invece tutti gli abitanti dei villaggi, dove normalmente vengono reclutati, sono consapevoli del pericolo di non tornare, in particolare le loro madri, sorelle e mogli.
Alcuni villaggi della zona del Khumbu - Khumjung, Phortse, Thame e la "capitale degli Sherpa", Namche Bazar - sono da decenni i principali bacini di reclutamento degli Sherpa che lavorano sull'Everest. E se ai tempi di Hillary e Norgay, i primi conquistatori della vetta, gli Sherpa erano più preoccupati del rischio di non essere ingaggiati che dei pericoli della montagna, oggi qualunque abitante del villaggio sa bene quanto il suo lavoro sia pericoloso. E oggi è difficile trovare uno Sherpa che vada a lavorare sulla montagna senza portare con sé almeno qualche esitazione, e soprattutto senza una madre, una moglie o una sorella che lo aspetta a casa temendo che non torni mai più. Negli anni la consapevolezza degli Sherpa in merito ai rischi legati alla propria professione è aumentata: ai tempi in cui l'Everest venne scalato per la prima volta erano più preoccupati di non essere ingaggiati, oggi invece tutti gli abitanti dei villaggi, dove normalmente vengono reclutati, sono consapevoli del pericolo di non tornare, in particolare le loro madri, sorelle e mogli.
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Alla base della ricerca sull'influenza spagnola c'è stata la scoperta che i geni dell'influenza si evolvono a diverse velocità a seconda delle specie, che siano uccelli, maiali o esseri umani. Nei polli, ad esempio, l'evoluzione è più veloce. Tenendo conto di questa diversità e ricalcolando l'evoluzione dei ceppi di virus per ciascuna delle specie portatrici, il team di ricercatori ha potuto ricostruire il quadro della letale epidemia avvenuta nel 1918. Questa non fu causata da un'improvvisa "migrazione" di geni dell'aviaria verso il ceppo dell'influenza umana, ma di uno spostamento progressivo a partire dal 1900. In un ceppo già esistente, dunque, si verificò una variazione nel tipo di emoagglutinina, e fu questo a rendere la "spagnola" particolarmente virulenta. I geni dell'influenza si evolvono a diverse velocità a seconda delle specie. Tenendo conto di questa scoperta, ricalcolando l'evoluzione dei ceppi di virus della letale epidemia di spagnola del 1918, i ricercatori hanno notato che non fu causata da una improvvisa "migrazione" dei geni dell'aviaria verso il ceppo dell'influenza umana, ma da un suo spostamento progressivo a partire dal 1900, causando una variazione nel tipo di emoagglutinina che la rese particolarmente aggressiva.
Alla base della ricerca sull'influenza spagnola c'è stata la scoperta che i geni dell'influenza si evolvono a diverse velocità a seconda delle specie, che siano uccelli, maiali o esseri umani. Nei polli, ad esempio, l'evoluzione è più veloce. Tenendo conto di questa diversità e ricalcolando l'evoluzione dei ceppi di virus per ciascuna delle specie portatrici, il team di ricercatori ha potuto ricostruire il quadro della letale epidemia avvenuta nel 1918. Questa non fu causata da un'improvvisa "migrazione" di geni dell'aviaria verso il ceppo dell'influenza umana, ma di uno spostamento progressivo a partire dal 1900. In un ceppo già esistente, dunque, si verificò una variazione nel tipo di emoagglutinina, e fu questo a rendere la "spagnola" particolarmente virulenta. I geni dell'influenza si evolvono a diverse velocità a seconda delle specie. Tenendo conto di questa scoperta, ricalcolando l'evoluzione dei ceppi di virus della letale epidemia di spagnola del 1918, i ricercatori hanno notato che non fu causata da una improvvisa "migrazione" dei geni dell'aviaria verso il ceppo dell'influenza umana, ma da un suo spostamento progressivo a partire dal 1900, causando una variazione nel tipo di emoagglutinina che la rese particolarmente aggressiva.
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Alla fine del Mesozoico, circa cento milioni di anni fa, vivevano lucertole acquatiche, imparentate alla lontana con i varani e caratterizzate dal lungo collo, i dolicosauri (Dolichosauridae). In Puglia è stato recentemente rinvenuto il fossile di un dolicosauro, conservato in maniera eccezionale e che presenta addirittura tracce di tessuti molli. I fossili di questi animali estinti sono rari e spesso incompleti, per questo la scoperta effettuata a Nardò, in provincia di Lecce, dai ricercatori coordinati dall'italiana Ilaria Paparella del dipartimento di Scienze Biologiche dell'università di Alberta, ha un elevato valore scientifico. I delicosauri sono antiche lucertole acquatiche vissute nel Mesozoico, lontani progenitori dei varani. A Nardò, in Puglia è stato ritrovato un fossile perfettamente conservato di questo animale da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze Biologiche dell'università di Alberta coordinato da Ilaria Paparella. Questa scoperta ha un grandissimo valore scientifico.
Alla fine del Mesozoico, circa cento milioni di anni fa, vivevano lucertole acquatiche, imparentate alla lontana con i varani e caratterizzate dal lungo collo, i dolicosauri (Dolichosauridae). In Puglia è stato recentemente rinvenuto il fossile di un dolicosauro, conservato in maniera eccezionale e che presenta addirittura tracce di tessuti molli. I fossili di questi animali estinti sono rari e spesso incompleti, per questo la scoperta effettuata a Nardò, in provincia di Lecce, dai ricercatori coordinati dall'italiana Ilaria Paparella del dipartimento di Scienze Biologiche dell'università di Alberta, ha un elevato valore scientifico. I delicosauri sono antiche lucertole acquatiche vissute nel Mesozoico, lontani progenitori dei varani. A Nardò, in Puglia è stato ritrovato un fossile perfettamente conservato di questo animale da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze Biologiche dell'università di Alberta coordinato da Ilaria Paparella. Questa scoperta ha un grandissimo valore scientifico.
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Alla fine dell'Ottocento, l'idea del colonialismo come missione civilizzatrice in terre lontane ha larga fortuna nei Paesi occidentali. Non solo tra i ceti dirigenti, ma anche in gran parte dell'opinione pubblica. Uno dei sostenitori più convinti delle imprese coloniali è lo scrittore e poeta inglese Joseph Rudyard Kipling, nato a Bombay, divenuto famoso con i racconti dei due "Libri della giungla". Nella poesia "The White Man's Burden", scritta nel 1899 in occasione dell'occupazione delle Filippine da parte degli Stati Uniti, Kipling elogia la difficile missione dell'uomo bianco, incaricato di diffondere un messaggio di civiltà in terre inospitali. Lo scrittore inglese Joseph Rudyard Kipling, famoso autore dei "Libri della giungla", nella poesia "The White Man's Burden" loda l'uomo bianco che si è proposto la nobile missione di civilizzare popoli lontani: questa era l'idea del colonialismo, dominante in tutti i ceti sociali, nei Paesi occidentali alla fine dell'Ottocento.
Alla fine dell'Ottocento, l'idea del colonialismo come missione civilizzatrice in terre lontane ha larga fortuna nei Paesi occidentali. Non solo tra i ceti dirigenti, ma anche in gran parte dell'opinione pubblica. Uno dei sostenitori più convinti delle imprese coloniali è lo scrittore e poeta inglese Joseph Rudyard Kipling, nato a Bombay, divenuto famoso con i racconti dei due "Libri della giungla". Nella poesia "The White Man's Burden", scritta nel 1899 in occasione dell'occupazione delle Filippine da parte degli Stati Uniti, Kipling elogia la difficile missione dell'uomo bianco, incaricato di diffondere un messaggio di civiltà in terre inospitali. Lo scrittore inglese Joseph Rudyard Kipling, famoso autore dei "Libri della giungla", nella poesia "The White Man's Burden" loda l'uomo bianco che si è proposto la nobile missione di civilizzare popoli lontani: questa era l'idea del colonialismo, dominante in tutti i ceti sociali, nei Paesi occidentali alla fine dell'Ottocento.
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Alla revisione bisognerebbe in realtà destinare sempre un tempo adeguato: un tempo che purtroppo non si riesce mai a trovare. D'altra parte, se è vero che non sa scrivere chi non sa correggere, è altrettanto vero che non sa correggere chi non sa scrivere: accade agli inesperti, come alle donne brutte che si trovano belle guardandosi allo specchio, di leggersi con una disposizione così ottimistica, da non accorgersi dei propri errori. Sebbene non lo si faccia praticamente mai, bisognerebbe dedicare un tempo sufficiente alla revisione dei propri scritti. Saper correggere è infatti un'attività strettamente connessa al saper scrivere. Gli inesperti invece rischiano di peccare di ottimismo e così di non rendersi conto dei propri errori.
Alla revisione bisognerebbe in realtà destinare sempre un tempo adeguato: un tempo che purtroppo non si riesce mai a trovare. D'altra parte, se è vero che non sa scrivere chi non sa correggere, è altrettanto vero che non sa correggere chi non sa scrivere: accade agli inesperti, come alle donne brutte che si trovano belle guardandosi allo specchio, di leggersi con una disposizione così ottimistica, da non accorgersi dei propri errori. Sebbene non lo si faccia praticamente mai, bisognerebbe dedicare un tempo sufficiente alla revisione dei propri scritti. Saper correggere è infatti un'attività strettamente connessa al saper scrivere. Gli inesperti invece rischiano di peccare di ottimismo e così di non rendersi conto dei propri errori.
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Alle quattro del pomeriggio, di sabato, la delusione è profonda, la desolazione non ha limiti; ma alla domenica mattina, la fantasia si rialza, rinfrancata, il sogno settimanale ricomincia. Il lotto è il largo sogno che consola la fantasia napoletana: è l'idea fissa di quei cervelli infuocati; è la grande visione felice che appaga la gente oppressa; è la vasta allucinazione che si prende le anime. Il lotto è l'idea fissa consolatoria napoletana. Le anime sono catturate da questa allucinazione: dopo la delusione del sabato pomeriggio, la domenica mattina la gente oppressa, appagata da questa felice visione, ricomincia a sognare.
Alle quattro del pomeriggio, di sabato, la delusione è profonda, la desolazione non ha limiti; ma alla domenica mattina, la fantasia si rialza, rinfrancata, il sogno settimanale ricomincia. Il lotto è il largo sogno che consola la fantasia napoletana: è l'idea fissa di quei cervelli infuocati; è la grande visione felice che appaga la gente oppressa; è la vasta allucinazione che si prende le anime. Il lotto è l'idea fissa consolatoria napoletana. Le anime sono catturate da questa allucinazione: dopo la delusione del sabato pomeriggio, la domenica mattina la gente oppressa, appagata da questa felice visione, ricomincia a sognare.
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Anche del Periodo arcaico (475-400 a.C.), in cui si avverte una temporanea involuzione e un impoverimento della produzione artistica etrusca, in tutti i campi, non mancano avanzi di statue e rilievi provenienti dall'ornamentazione plastica dei templi, che rivelano i primi precoci influssi dell'arte greca classica, assimilati naturalmente al gusto e alla sensibilità estetica etruschi. Di derivazione greca sembra inoltre l'uso, introdotto in questo periodo, di ornare con altorilievi o gruppi statuari anche i frontoni del tempio, che precedentemente erano lasciati aperti e vuoti. Il Periodo arcaico (475- 400 a.C.) conosce un temporaneo scadimento dell'arte etrusca. Ciò che di esso ci resta relativamente all'ornamentazione plastica, rileva i primi precoci influssi dell'arte greca classica, spontaneamente assimilati dagli Etruschi. Sembra greco anche l'uso di ornare con altorilievi o gruppi di statue il frontone dei templi, precedentemente lasciato vuoto.
Anche del Periodo arcaico (475-400 a.C.), in cui si avverte una temporanea involuzione e un impoverimento della produzione artistica etrusca, in tutti i campi, non mancano avanzi di statue e rilievi provenienti dall'ornamentazione plastica dei templi, che rivelano i primi precoci influssi dell'arte greca classica, assimilati naturalmente al gusto e alla sensibilità estetica etruschi. Di derivazione greca sembra inoltre l'uso, introdotto in questo periodo, di ornare con altorilievi o gruppi statuari anche i frontoni del tempio, che precedentemente erano lasciati aperti e vuoti. Il Periodo arcaico (475- 400 a.C.) conosce un temporaneo scadimento dell'arte etrusca. Ciò che di esso ci resta relativamente all'ornamentazione plastica, rileva i primi precoci influssi dell'arte greca classica, spontaneamente assimilati dagli Etruschi. Sembra greco anche l'uso di ornare con altorilievi o gruppi di statue il frontone dei templi, precedentemente lasciato vuoto.
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Anche la statua greca nasce come una forma geometrica semplice, un corpo solido chiuso tra quattro piani - come un parallelepipedo - corrispondenti alle quattro principali vedute della figura, di fronte, di dorso e di fianco (...). Da tale visione per piani distinti e paralleli deriva alle prime statue greche il carattere di solidità e stabilità architettonica; dal modellato sommario e privo di graduali passaggi di piano, i tratti angolosi, gli occhi obliqui e sporgenti, la bocca allungata nel cosiddetto "sorriso arcaico". Le statue greche arcaiche nascono come forme geometriche semplici, fornite di quattro piani corrispondenti alle principali vedute. Da qui, viene la loro stabilità architettonica, mentre dal loro sommario modellato, privo di graduali passaggi di piano, vengono i tratti angolosi, gli occhi obliqui e sporgenti e la bocca modellata nel cosiddetto sorriso arcaico.
Anche la statua greca nasce come una forma geometrica semplice, un corpo solido chiuso tra quattro piani - come un parallelepipedo - corrispondenti alle quattro principali vedute della figura, di fronte, di dorso e di fianco (...). Da tale visione per piani distinti e paralleli deriva alle prime statue greche il carattere di solidità e stabilità architettonica; dal modellato sommario e privo di graduali passaggi di piano, i tratti angolosi, gli occhi obliqui e sporgenti, la bocca allungata nel cosiddetto "sorriso arcaico". Le statue greche arcaiche nascono come forme geometriche semplici, fornite di quattro piani corrispondenti alle principali vedute. Da qui, viene la loro stabilità architettonica, mentre dal loro sommario modellato, privo di graduali passaggi di piano, vengono i tratti angolosi, gli occhi obliqui e sporgenti e la bocca modellata nel cosiddetto sorriso arcaico.
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Anche le tesi di laurea, pagine e pagine scritte con fatica, ora si aggiornano proiettandosi nel futuro, e il lavoro di ricerca che corona e sintetizza il percorso di studi si fa virtuale. All'Università di Teramo è stata presentata la prima tesi di laurea codificata grazie al "Social QR-CODE" generato tramite il social network "Aggiungimiaipreferiti.com". In altre parole, collegandosi al sito è possibile leggere, scaricare in pdf, commentare e condividere con altri studenti i risultati della ricerca. A firmare la prima tesi carta-free è Maica Tassone, laureatasi con uno studio intitolato "Nuovi modelli comunicativi per la divulgazione della musica d'arte: il caso RiUniTe.Lab". Un progetto che, in tempi di sostenibilità ambientale, abbatte l'uso e l'abuso della carta. E così anche la tesi diventa green. Anche la tesi di laurea può essere ecologica e al passo con i tempi: all'Università di Teramo è stata presentata la prima tesi di laurea virtuale, codificata grazie al "Social QR-CODE" generato tramite il social network "Aggiungimiaipreferiti.co m". La tesi di Maica Tassone, "Nuovi modelli comunicativi per la divulgazione della musica d'arte: il caso RiUniTe.Lab", è infatti disponibile, scaricabile, commentabile e condivisibile online.
Anche le tesi di laurea, pagine e pagine scritte con fatica, ora si aggiornano proiettandosi nel futuro, e il lavoro di ricerca che corona e sintetizza il percorso di studi si fa virtuale. All'Università di Teramo è stata presentata la prima tesi di laurea codificata grazie al "Social QR-CODE" generato tramite il social network "Aggiungimiaipreferiti.com". In altre parole, collegandosi al sito è possibile leggere, scaricare in pdf, commentare e condividere con altri studenti i risultati della ricerca. A firmare la prima tesi carta-free è Maica Tassone, laureatasi con uno studio intitolato "Nuovi modelli comunicativi per la divulgazione della musica d'arte: il caso RiUniTe.Lab". Un progetto che, in tempi di sostenibilità ambientale, abbatte l'uso e l'abuso della carta. E così anche la tesi diventa green. Anche la tesi di laurea può essere ecologica e al passo con i tempi: all'Università di Teramo è stata presentata la prima tesi di laurea virtuale, codificata grazie al "Social QR-CODE" generato tramite il social network "Aggiungimiaipreferiti.co m". La tesi di Maica Tassone, "Nuovi modelli comunicativi per la divulgazione della musica d'arte: il caso RiUniTe.Lab", è infatti disponibile, scaricabile, commentabile e condivisibile online.
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Anche le verdure hanno un "orologio interno" regolato dall'alternanza giornaliera di luce e buio in base alla quale producono o meno certe sostanze. Dopo la raccolta continuano a reagire agli stimoli ambientali per giorni. Un gruppo di ricercatori ha scoperto che si possono sfruttare queste caratteristiche per favorire nelle piante la produzione di antiossidanti con proprietà antitumorali. Studiando verdure comuni sulle nostre tavole come cavoli, carote e spinaci, gli scienziati hanno dimostrato che regolarne il ritmo luce-buio anche dopo la raccolta, oltre a essere vantaggioso per la resistenza agli insetti, potrebbe portare vantaggi per la nostra salute perché una delle sostanze anti-insetto, il glucoraphanin, è nota anche come un composto antitumorale. Le foglie possono essere indotte ad aumentare la produzione di questa sostanza controllando l'esposizione alla luce: dunque, stipare le verdure in scatoloni, frigoriferi e rimorchi al buio potrebbe ostacolare il mantenimento del loro ritmo naturale e diminuire così il contenuto di glucoraphanin. Secondo uno studio, anche le verdure hanno un "orologio interno" regolato dall'alternanza luce-buio, in base alla quale possono produrre (anche dopo la raccolta) sostanze antiossidanti antitumorali. Si è infatti scoperto che la produzione da parte delle foglie di un noto antitumorale, il glucoraphanin (usato dalle piante per difendersi dagli insetti), in determinate condizioni di luce può essere aumentato controllando la luce. Tenere le verdure al buio potrebbe dunque interferire con il loro ritmo naturale e ridurre la quantità di glucoraphanin.
Anche le verdure hanno un "orologio interno" regolato dall'alternanza giornaliera di luce e buio in base alla quale producono o meno certe sostanze. Dopo la raccolta continuano a reagire agli stimoli ambientali per giorni. Un gruppo di ricercatori ha scoperto che si possono sfruttare queste caratteristiche per favorire nelle piante la produzione di antiossidanti con proprietà antitumorali. Studiando verdure comuni sulle nostre tavole come cavoli, carote e spinaci, gli scienziati hanno dimostrato che regolarne il ritmo luce-buio anche dopo la raccolta, oltre a essere vantaggioso per la resistenza agli insetti, potrebbe portare vantaggi per la nostra salute perché una delle sostanze anti-insetto, il glucoraphanin, è nota anche come un composto antitumorale. Le foglie possono essere indotte ad aumentare la produzione di questa sostanza controllando l'esposizione alla luce: dunque, stipare le verdure in scatoloni, frigoriferi e rimorchi al buio potrebbe ostacolare il mantenimento del loro ritmo naturale e diminuire così il contenuto di glucoraphanin. Secondo uno studio, anche le verdure hanno un "orologio interno" regolato dall'alternanza luce-buio, in base alla quale possono produrre (anche dopo la raccolta) sostanze antiossidanti antitumorali. Si è infatti scoperto che la produzione da parte delle foglie di un noto antitumorale, il glucoraphanin (usato dalle piante per difendersi dagli insetti), in determinate condizioni di luce può essere aumentato controllando la luce. Tenere le verdure al buio potrebbe dunque interferire con il loro ritmo naturale e ridurre la quantità di glucoraphanin.
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Anche per il Tasso, come per l'Ariosto, si può dire che soltanto un'opera abbia veramente contato per tutta la vita, è cioè quel poema della liberazione di Gerusalemme che lo impegnò per oltre trent'anni, dall'esordio poetico sino alla vigilia della morte (...). Tutti gli altri scritti in versi e in prosa sono infatti complementari rispetto ad esso e rappresentano, via via, esperienze artistiche minori, messe a frutto anche nella compagine dell'opera maggiore, o approfondimenti, critici e morali di problemi intorno a cui la lunga e complessa elaborazione del poema lo spingeva a riflettere. Come per l'Ariosto, anche per il Tasso un'opera sola fu quella importante: il poema della liberazione di Gerusalemme, che lo impegnò per trent'anni, ossia per tutta la sua vita artistica. Le altre opere furono minori oppure in qualche modo complementi e approfondimenti di essa.
Anche per il Tasso, come per l'Ariosto, si può dire che soltanto un'opera abbia veramente contato per tutta la vita, è cioè quel poema della liberazione di Gerusalemme che lo impegnò per oltre trent'anni, dall'esordio poetico sino alla vigilia della morte (...). Tutti gli altri scritti in versi e in prosa sono infatti complementari rispetto ad esso e rappresentano, via via, esperienze artistiche minori, messe a frutto anche nella compagine dell'opera maggiore, o approfondimenti, critici e morali di problemi intorno a cui la lunga e complessa elaborazione del poema lo spingeva a riflettere. Come per l'Ariosto, anche per il Tasso un'opera sola fu quella importante: il poema della liberazione di Gerusalemme, che lo impegnò per trent'anni, ossia per tutta la sua vita artistica. Le altre opere furono minori oppure in qualche modo complementi e approfondimenti di essa.
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Anche se in quasi tutti i mammiferi gli occhi sono lubrificati dal liquido lacrimale, indispensabile per pulire la superficie della cornea dalla polvere, l'uomo è l'unico animale che produce un eccesso di lacrime nei momenti di paura, depressione o tristezza. Il perché di questo comportamento non è chiaro, ma alcuni psicologi evolutivi pensano che le lacrime siano segnali di aiuto diretti solo agli altri componenti del proprio gruppo o tribù. Questo perché le gocce sono visibili solo da vicino e, in questo modo, eventuali predatori o nemici non si accorgono dei momenti di difficoltà e non approfittano della debolezza di colui che piange. Le lacrime sarebbero, secondo alcuni psicologi evolutivi, dei segnali di aiuto diretti esclusivamente agli altri componenti del proprio gruppo o tribù. E questo perché le lacrime sono visibili solo da vicino, cosicché eventuali predatori e nemici non si accorgano dei momenti di difficoltà e non approfittino della debolezza di colui che piange. Vero è che, indipendentemente da quale sia la spiegazione, gli esseri umani sono gli unici mammiferi che in momenti di depressione, tristezza o paura piangono. Quasi tutti i mammiferi infatti utilizzano il liquido lacrimale solo nei momenti in cui è necessario lubrificare la cornea o per ripulirne la superficie dalla polvere.
Anche se in quasi tutti i mammiferi gli occhi sono lubrificati dal liquido lacrimale, indispensabile per pulire la superficie della cornea dalla polvere, l'uomo è l'unico animale che produce un eccesso di lacrime nei momenti di paura, depressione o tristezza. Il perché di questo comportamento non è chiaro, ma alcuni psicologi evolutivi pensano che le lacrime siano segnali di aiuto diretti solo agli altri componenti del proprio gruppo o tribù. Questo perché le gocce sono visibili solo da vicino e, in questo modo, eventuali predatori o nemici non si accorgono dei momenti di difficoltà e non approfittano della debolezza di colui che piange. Le lacrime sarebbero, secondo alcuni psicologi evolutivi, dei segnali di aiuto diretti esclusivamente agli altri componenti del proprio gruppo o tribù. E questo perché le lacrime sono visibili solo da vicino, cosicché eventuali predatori e nemici non si accorgano dei momenti di difficoltà e non approfittino della debolezza di colui che piange. Vero è che, indipendentemente da quale sia la spiegazione, gli esseri umani sono gli unici mammiferi che in momenti di depressione, tristezza o paura piangono. Quasi tutti i mammiferi infatti utilizzano il liquido lacrimale solo nei momenti in cui è necessario lubrificare la cornea o per ripulirne la superficie dalla polvere.
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Anche se non nutro ottimismo per la situazione italiana, sono tuttavia ottimista per quel che riguarda la capacità di reazione delle nuove generazioni. Dal mio osservatorio - per molti anni a Parigi, oggi Oxford e il sistema universitario angloamericano - vedo passare decine di giovani studiosi italiani, in media molto preparati e assolutamente competitivi rispetto ai loro coetanei francesi, inglesi o americani. Rinunciano a vivere nel proprio Paese semplicemente perché non fanno parte dei circuiti familistici e corporativi che di fatto impediscono e si oppongono a ogni valutazione di merito. Non sono ottimista per la situazione italiana. Vedendo tuttavia passare dal mio osservatorio, prima a Parigi e poi a Oxford, molti giovani studiosi italiani, ho buone speranze circa la loro capacità di poter un giorno cambiare le cose. Essi abbandonano il loro Paese perché, a causa dei meccanismi familistici e corporativi, non hanno la possibilità di farsi strada grazie al merito, mentre non sono inferiori ai loro colleghi stranieri quanto a preparazione e competitività.
Anche se non nutro ottimismo per la situazione italiana, sono tuttavia ottimista per quel che riguarda la capacità di reazione delle nuove generazioni. Dal mio osservatorio - per molti anni a Parigi, oggi Oxford e il sistema universitario angloamericano - vedo passare decine di giovani studiosi italiani, in media molto preparati e assolutamente competitivi rispetto ai loro coetanei francesi, inglesi o americani. Rinunciano a vivere nel proprio Paese semplicemente perché non fanno parte dei circuiti familistici e corporativi che di fatto impediscono e si oppongono a ogni valutazione di merito. Non sono ottimista per la situazione italiana. Vedendo tuttavia passare dal mio osservatorio, prima a Parigi e poi a Oxford, molti giovani studiosi italiani, ho buone speranze circa la loro capacità di poter un giorno cambiare le cose. Essi abbandonano il loro Paese perché, a causa dei meccanismi familistici e corporativi, non hanno la possibilità di farsi strada grazie al merito, mentre non sono inferiori ai loro colleghi stranieri quanto a preparazione e competitività.
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Ancora oggi, carovane di cammelli di notevoli dimensioni attraversano il deserto del Sahara con carichi di sale seguendo itinerari diversi. (...) Il cammello fu introdotto nell'Africa sahariana con l'espansione araba, nel VII secolo. Nel secolo precedente, Maometto aveva scoperto la formula di un arabismo conquistatore, di una nazione fondata sulla religione per lottare contro il doppio giogo sotto il quale l'Arabia si trovava all'epoca, quello di Bisanzio e quello della Persia. Le carovane, formate però di cavalli che tiravano carri (lo si evince dalle pitture parietali del Tassili n'Ajjer), attraversavano già il deserto. Il cammello, più "redditizio", nonché più resistente, sostituì il cavallo. Nel secolo in cui Maometto fondò sulla religione l'arabismo conquistatore, per lottare contro il dominio di Bisanzio e della Persia sull'Arabia, le carovane che attraversavano il deserto sahariano erano formate da cavalli che tiravano carri. Con l'espansione araba, nel VII secolo, il cammello, più redditizio e più resistente, sostituì il cavallo e ancora oggi le carovane di cammelli attraversano il deserto.
Ancora oggi, carovane di cammelli di notevoli dimensioni attraversano il deserto del Sahara con carichi di sale seguendo itinerari diversi. (...) Il cammello fu introdotto nell'Africa sahariana con l'espansione araba, nel VII secolo. Nel secolo precedente, Maometto aveva scoperto la formula di un arabismo conquistatore, di una nazione fondata sulla religione per lottare contro il doppio giogo sotto il quale l'Arabia si trovava all'epoca, quello di Bisanzio e quello della Persia. Le carovane, formate però di cavalli che tiravano carri (lo si evince dalle pitture parietali del Tassili n'Ajjer), attraversavano già il deserto. Il cammello, più "redditizio", nonché più resistente, sostituì il cavallo. Nel secolo in cui Maometto fondò sulla religione l'arabismo conquistatore, per lottare contro il dominio di Bisanzio e della Persia sull'Arabia, le carovane che attraversavano il deserto sahariano erano formate da cavalli che tiravano carri. Con l'espansione araba, nel VII secolo, il cammello, più redditizio e più resistente, sostituì il cavallo e ancora oggi le carovane di cammelli attraversano il deserto.
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Antica come l'uomo, la menzogna fa parte della nostra vita, tesse le nostre relazioni sociali. La troviamo nella Bibbia ma anche nella grande letteratura e nella storia. (...) Nella maggior parte delle volte sono bugie senza importanza. Ma come sosteneva san Tommaso d'Aquino, esistono la menzogna dannosa, giocosa e quella addirittura utile. A volte mentire è un gioco (la barzelletta), a volte è indispensabile (la mamma che mente per rassicurare un bambino). La menzogna dannosa è più interessante: mira a cambiare le cose. Una bugia deve essere detta bene. E non sempre è facile. La menzogna, presente nella Bibbia, nella letteratura, nella storia, è antichissima. La usiamo ogni giorno nelle nostre relazioni sociali, quasi sempre come banale bugia, a volte utile, a volte indispensabile. Può essere dannosa, ed è interessante da analizzare, quando tende ad alterare la realtà. Bisogna saper dire bene una bugia, cosa spesso difficile.
Antica come l'uomo, la menzogna fa parte della nostra vita, tesse le nostre relazioni sociali. La troviamo nella Bibbia ma anche nella grande letteratura e nella storia. (...) Nella maggior parte delle volte sono bugie senza importanza. Ma come sosteneva san Tommaso d'Aquino, esistono la menzogna dannosa, giocosa e quella addirittura utile. A volte mentire è un gioco (la barzelletta), a volte è indispensabile (la mamma che mente per rassicurare un bambino). La menzogna dannosa è più interessante: mira a cambiare le cose. Una bugia deve essere detta bene. E non sempre è facile. La menzogna, presente nella Bibbia, nella letteratura, nella storia, è antichissima. La usiamo ogni giorno nelle nostre relazioni sociali, quasi sempre come banale bugia, a volte utile, a volte indispensabile. Può essere dannosa, ed è interessante da analizzare, quando tende ad alterare la realtà. Bisogna saper dire bene una bugia, cosa spesso difficile.
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Appena seduto Chevalley espose la missione della quale era stato incaricato: "Dopo la felice annessione, volevo dire dopo la fausta unione della Sicilia al Regno di Sardegna, è intenzione del governo di Torino di procedere alla nomina a Senatori del Regno alcuni illustri siciliani; le autorità provinciali sono state incaricate di redigere una lista di personalità da proporre all'esame del governo centrale ed eventualmente, poi, alla nomina regia e, come è ovvio, a Girgenti si è subito pensato al suo nome, Principe: un nome illustre per antichità, per il prestigio personale di chi lo porta, per i meriti scientifici, per l'attitudine dignitosa e liberale, anche, assunta durante i recenti avvenimenti." Sedutosi, Chevalley spiegò al principe che il governo di Torino, dopo l'annessione della Sicilia, desiderava nominare alcuni illustri siciliani Senatori del Regno di Sardegna. Le autorità provinciali di Girgenti dovevano proporre al governo e poi al re una lista di nomi ed era stato fatto quello del Principe, per il prestigio, i meriti e l'attitudine.
Appena seduto Chevalley espose la missione della quale era stato incaricato: "Dopo la felice annessione, volevo dire dopo la fausta unione della Sicilia al Regno di Sardegna, è intenzione del governo di Torino di procedere alla nomina a Senatori del Regno alcuni illustri siciliani; le autorità provinciali sono state incaricate di redigere una lista di personalità da proporre all'esame del governo centrale ed eventualmente, poi, alla nomina regia e, come è ovvio, a Girgenti si è subito pensato al suo nome, Principe: un nome illustre per antichità, per il prestigio personale di chi lo porta, per i meriti scientifici, per l'attitudine dignitosa e liberale, anche, assunta durante i recenti avvenimenti." Sedutosi, Chevalley spiegò al principe che il governo di Torino, dopo l'annessione della Sicilia, desiderava nominare alcuni illustri siciliani Senatori del Regno di Sardegna. Le autorità provinciali di Girgenti dovevano proporre al governo e poi al re una lista di nomi ed era stato fatto quello del Principe, per il prestigio, i meriti e l'attitudine.
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Arriva la nuova app di Pagine Gialle con due novità importanti. La possibilità di richiedere preventivi, che consente di contattare un'ampia rosa di professionisti, ricevere riscontro e budget e procedere confermando con un "tap", e la possibilità di fare una ricerca disegnando l'area sulla mappa 3D. Sarà presto disponibile un'app di Pagine Gialle attraverso cui gli utenti potranno sia contattare aziende, farsi fare preventivi e confermarli, sia localizzare i professionisti di loro interesse in una specifica area su una mappa tridimensionale.
Arriva la nuova app di Pagine Gialle con due novità importanti. La possibilità di richiedere preventivi, che consente di contattare un'ampia rosa di professionisti, ricevere riscontro e budget e procedere confermando con un "tap", e la possibilità di fare una ricerca disegnando l'area sulla mappa 3D. Sarà presto disponibile un'app di Pagine Gialle attraverso cui gli utenti potranno sia contattare aziende, farsi fare preventivi e confermarli, sia localizzare i professionisti di loro interesse in una specifica area su una mappa tridimensionale.
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Ateismo: dal greco "a-" (privativo: "senza") e "theos" ("dio"). È la negazione dell'esistenza di Dio o di una realtà trascendente la natura e l'uomo. Solitamente, l'ateismo viene a coincidere con il materialismo. L'ateismo è la negazione dell'esistenza di Dio o di qualunque realtà trascendente l'uomo.
Ateismo: dal greco "a-" (privativo: "senza") e "theos" ("dio"). È la negazione dell'esistenza di Dio o di una realtà trascendente la natura e l'uomo. Solitamente, l'ateismo viene a coincidere con il materialismo. L'ateismo è la negazione dell'esistenza di Dio o di qualunque realtà trascendente l'uomo.
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Attentati su larga scala all'aperto richiedono enormi quantità di agenti chimici, difficili da produrre ma anche da nascondere. Le stime del Pentagono quantificano sia necessaria almeno una decina di chili di Sarin per fare cinquanta vittime e almeno un centinaio per farne cinquecento. Non solo siamo ben lontani dai 280 grammi che avrebbe potuto ottenere James Tour, ma queste stime si riferiscono al Sarin puro: nel caso di una pari quantità di gas fatto in casa il numero delle vittime andrebbe drasticamente ridimensionato. In base alle stime del Pentagono sul numero di chili di Sarin puro necessari per uccidere (circa 10 Kg per 50 morti, circa 100 Kg per 500), si può dedurre che per effettuare attentati su larga scala in luoghi aperti sarebbero necessarie quantità di agenti chimici ardue da produrre e anche da nascondere. James Tour avrebbe potuto ottenerne solo 280 grammi e, in più, nel caso di un prodotto "fatto in casa", il numero di vittime prevedibile sarebbe inferiore.
Attentati su larga scala all'aperto richiedono enormi quantità di agenti chimici, difficili da produrre ma anche da nascondere. Le stime del Pentagono quantificano sia necessaria almeno una decina di chili di Sarin per fare cinquanta vittime e almeno un centinaio per farne cinquecento. Non solo siamo ben lontani dai 280 grammi che avrebbe potuto ottenere James Tour, ma queste stime si riferiscono al Sarin puro: nel caso di una pari quantità di gas fatto in casa il numero delle vittime andrebbe drasticamente ridimensionato. In base alle stime del Pentagono sul numero di chili di Sarin puro necessari per uccidere (circa 10 Kg per 50 morti, circa 100 Kg per 500), si può dedurre che per effettuare attentati su larga scala in luoghi aperti sarebbero necessarie quantità di agenti chimici ardue da produrre e anche da nascondere. James Tour avrebbe potuto ottenerne solo 280 grammi e, in più, nel caso di un prodotto "fatto in casa", il numero di vittime prevedibile sarebbe inferiore.
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Augusto effettua innanzitutto una riorganizzazione territoriale dell'impero, che viene diviso in 11 regioni, dette province. Tra queste, quelle che presentano maggiori problemi di stabilità interna vengono sottoposte al diretto controllo dell'imperatore (province imperiali) e sono rette da luogotenenti di nomina imperiale. Le altre province, lasciate al controllo del Senato, sono dette senatorie. Augusto riorganizza territorialmente l'impero in 11 province. Tali regioni vengono divise in due gruppi: le province imperiali, sotto il controllo diretto dell'imperatore (perché internamente più instabili) e rette da luogotenenti di nomina imperiale, e le province senatorie lasciate alla direzione del Senato.
Augusto effettua innanzitutto una riorganizzazione territoriale dell'impero, che viene diviso in 11 regioni, dette province. Tra queste, quelle che presentano maggiori problemi di stabilità interna vengono sottoposte al diretto controllo dell'imperatore (province imperiali) e sono rette da luogotenenti di nomina imperiale. Le altre province, lasciate al controllo del Senato, sono dette senatorie. Augusto riorganizza territorialmente l'impero in 11 province. Tali regioni vengono divise in due gruppi: le province imperiali, sotto il controllo diretto dell'imperatore (perché internamente più instabili) e rette da luogotenenti di nomina imperiale, e le province senatorie lasciate alla direzione del Senato.
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Avere una vista da serpente, ossia agli infrarossi, vuol dire vedere gli oggetti caldi in assenza di luce. Questo sarà possibile grazie a delle lenti a contatto fatte di grafene, un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio, duro quanto il diamante ma flessibile, biocompatibile e, soprattutto, a basso costo. Grazie a delle lenti a contatto di grafene, un materiale economico, ecologico e flessibile, benché duro come il diamante, sarà possibile avere una vista a infrarossi, cioè vedere gli oggetti caldi quando non c'è luce, come succede ai serpenti.
Avere una vista da serpente, ossia agli infrarossi, vuol dire vedere gli oggetti caldi in assenza di luce. Questo sarà possibile grazie a delle lenti a contatto fatte di grafene, un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio, duro quanto il diamante ma flessibile, biocompatibile e, soprattutto, a basso costo. Grazie a delle lenti a contatto di grafene, un materiale economico, ecologico e flessibile, benché duro come il diamante, sarà possibile avere una vista a infrarossi, cioè vedere gli oggetti caldi quando non c'è luce, come succede ai serpenti.
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Avrebbe voluto saperlo da qualcuno della folla, non vederlo da sé; e invece vide da sé; e vide che erano morti, cinque uomini morti allineati sul marciapiede, uno vestito anche con cravatta al collo come se lo avessero ucciso mentre camminava per la strada, ma tutti gli altri in disordine, uno con la giacca sulla faccia e sotto in mutande e camicia, due in biancheria da letto con i piedi nudi. Avrebbe preferito che gliene parlasse qualcuno, invece vide lui stesso i cinque uomini morti sul marciapiede, di cui uno era vestito con la cravatta, come se fosse stato ucciso mentre camminava per strada, uno con la giacca sulla faccia e solo le mutande e la camicia, due in pigiama e con i piedi nudi.
Avrebbe voluto saperlo da qualcuno della folla, non vederlo da sé; e invece vide da sé; e vide che erano morti, cinque uomini morti allineati sul marciapiede, uno vestito anche con cravatta al collo come se lo avessero ucciso mentre camminava per la strada, ma tutti gli altri in disordine, uno con la giacca sulla faccia e sotto in mutande e camicia, due in biancheria da letto con i piedi nudi. Avrebbe preferito che gliene parlasse qualcuno, invece vide lui stesso i cinque uomini morti sul marciapiede, di cui uno era vestito con la cravatta, come se fosse stato ucciso mentre camminava per strada, uno con la giacca sulla faccia e solo le mutande e la camicia, due in pigiama e con i piedi nudi.
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B. Malinowski, di origine polacca, aveva studiato antropologia a Londra e nel 1914 era in Australia per un congresso, quando scoppiò la guerra mondiale. Essendo, come polacco, cittadino dell'Impero Austro- ungarico e dunque nemico per gli inglesi, egli fu trattenuto in Australia ma le autorità locali gli permisero di compiere alcune ricerche etnografiche. Per tale motivo Malinowski passò due anni nelle Isole Trobriand in Melanesia, per studiarvi la cultura indigena. L'analisi di tale cultura non riguardò tutti i suoi aspetti, poiché Malinowski si concentrò su uno in particolare, il kula. Esso è una forma di scambio cerimoniale che consiste in periodiche spedizioni su canoe che ogni gruppo organizza per andare a fare visita alle comunità delle altre isole, con cui vengono scambiati doni. L'antropologo B. Malinowski trascorse due anni sulle Isole Trobriand in Melanesia, a studiare la cultura indigena, poiché allo scoppio della prima guerra mondiale si trovava in Austrialia per una conferenza. Malinowski, infatti, malgrado avesse studiato antropologia a Londra, era di origine polacca e, in quanto cittadino dell'Impero Austro- ungarico, nemico degli inglesi. Le autorità locali decisero dunque di trattenerlo durante il conflitto, ma gli fu accordato il permesso di svolgere nel frattempo delle ricerche etnografiche. Analizzando la cultura indigena, Malinowski decise di concentrarsi su un aspetto in particolare, il kula, ovvero un scambio cerimoniale consistente in periodiche spedizioni su canoe tra i gruppi che abitano le isole, allo scopo di scambiarsi dei doni.
B. Malinowski, di origine polacca, aveva studiato antropologia a Londra e nel 1914 era in Australia per un congresso, quando scoppiò la guerra mondiale. Essendo, come polacco, cittadino dell'Impero Austro- ungarico e dunque nemico per gli inglesi, egli fu trattenuto in Australia ma le autorità locali gli permisero di compiere alcune ricerche etnografiche. Per tale motivo Malinowski passò due anni nelle Isole Trobriand in Melanesia, per studiarvi la cultura indigena. L'analisi di tale cultura non riguardò tutti i suoi aspetti, poiché Malinowski si concentrò su uno in particolare, il kula. Esso è una forma di scambio cerimoniale che consiste in periodiche spedizioni su canoe che ogni gruppo organizza per andare a fare visita alle comunità delle altre isole, con cui vengono scambiati doni. L'antropologo B. Malinowski trascorse due anni sulle Isole Trobriand in Melanesia, a studiare la cultura indigena, poiché allo scoppio della prima guerra mondiale si trovava in Austrialia per una conferenza. Malinowski, infatti, malgrado avesse studiato antropologia a Londra, era di origine polacca e, in quanto cittadino dell'Impero Austro- ungarico, nemico degli inglesi. Le autorità locali decisero dunque di trattenerlo durante il conflitto, ma gli fu accordato il permesso di svolgere nel frattempo delle ricerche etnografiche. Analizzando la cultura indigena, Malinowski decise di concentrarsi su un aspetto in particolare, il kula, ovvero un scambio cerimoniale consistente in periodiche spedizioni su canoe tra i gruppi che abitano le isole, allo scopo di scambiarsi dei doni.
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Bankia, la banca spagnola che ha appena richiesto l'aiuto del governo di Madrid, ha deciso di mettersi nelle mani di un super eroe per sopravvivere alla nazionalizzazione. E se nei giorni più bui del salvataggio i correntisti sgomitavano agli sportelli per prelevare, adesso chi rimpingua il proprio conto corrente di almeno 300 euro in un mese avrà diritto a un regalo. Con l'estate che si avvicina quale miglior pensiero di un telo da mare di Spiderman? Ancora è presto per capire se la possibilità di ottenere il gadget, legato al nuovo film del super eroe, avrà più effetto delle rassicurazioni del governo spagnolo nell'evitare l'emorragia dei depositi, ma una cosa sembra certa: Bankia è disposta a tenersi tutti i clienti, anche quelli con poco o niente sul conto. Bastano infatti poche centinaia di euro di deposito per partecipare all'estrazione di un viaggio a New York. La banca spagnola Bankia che ha chiesto l'aiuto del governo perché in gravi difficoltà, ora lancia un'iniziativa per frenare la fuga dei correntisti spaventati che correvano a prelevare il proprio denaro. Anche con un piccolo deposito si può partecipare all'estrazione di un viaggio a New York e, aumentando di almeno 300 euro in un mese il proprio conto, si ha diritto a ricevere in regalo un telo da mare di Spiderman.
Bankia, la banca spagnola che ha appena richiesto l'aiuto del governo di Madrid, ha deciso di mettersi nelle mani di un super eroe per sopravvivere alla nazionalizzazione. E se nei giorni più bui del salvataggio i correntisti sgomitavano agli sportelli per prelevare, adesso chi rimpingua il proprio conto corrente di almeno 300 euro in un mese avrà diritto a un regalo. Con l'estate che si avvicina quale miglior pensiero di un telo da mare di Spiderman? Ancora è presto per capire se la possibilità di ottenere il gadget, legato al nuovo film del super eroe, avrà più effetto delle rassicurazioni del governo spagnolo nell'evitare l'emorragia dei depositi, ma una cosa sembra certa: Bankia è disposta a tenersi tutti i clienti, anche quelli con poco o niente sul conto. Bastano infatti poche centinaia di euro di deposito per partecipare all'estrazione di un viaggio a New York. La banca spagnola Bankia che ha chiesto l'aiuto del governo perché in gravi difficoltà, ora lancia un'iniziativa per frenare la fuga dei correntisti spaventati che correvano a prelevare il proprio denaro. Anche con un piccolo deposito si può partecipare all'estrazione di un viaggio a New York e, aumentando di almeno 300 euro in un mese il proprio conto, si ha diritto a ricevere in regalo un telo da mare di Spiderman.
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Basta poco sforzo per vivere in salute: 15 minuti di attività fisica al giorno, anche una breve passeggiata o un mini corso di acquagym per vincere l'afa estiva, allungano la vita media di tre anni, riducendo il rischio di morte per tutte le cause del 14%. Ma prima di iniziare l'esercizio il "must" è spegnere la TV: guardarla per una media di sei ore al giorno accorcia la vita di 5 anni. Sono i risultati di due studi pubblicati su riviste di fama internazionale. Il primo, condotto da ricercatori cinesi, mostra che pochissima attività fisica fa la differenza in termini di aspettativa di vita. Il secondo, australiano, mostra invece che per ogni ora di TV si vive 22 minuti in meno, per cui una media di sei ore di televisione al giorno per molti anni toglie cinque anni di vita. Gli studi sono pubblicati rispettivamente sulla rivista "Lancet" e sul "British Journal of Sports Medicine". Se 15 minuti di attività fisica al giorno allungano la vita media di un individuo di tre anni, riducendo del 14% tutte le cause di morte, guardare la TV per una media di sei ore al giorno accorcia la vita di cinque anni, se si considera che per ogni ora di TV si vive 22 minuti in meno. Sono questi rispettivamente i risultati di uno studio cinese pubblicato sulla rivista "Lancet", e di uno australiano pubblicato sul "British Journal of Sports Medicine".
Basta poco sforzo per vivere in salute: 15 minuti di attività fisica al giorno, anche una breve passeggiata o un mini corso di acquagym per vincere l'afa estiva, allungano la vita media di tre anni, riducendo il rischio di morte per tutte le cause del 14%. Ma prima di iniziare l'esercizio il "must" è spegnere la TV: guardarla per una media di sei ore al giorno accorcia la vita di 5 anni. Sono i risultati di due studi pubblicati su riviste di fama internazionale. Il primo, condotto da ricercatori cinesi, mostra che pochissima attività fisica fa la differenza in termini di aspettativa di vita. Il secondo, australiano, mostra invece che per ogni ora di TV si vive 22 minuti in meno, per cui una media di sei ore di televisione al giorno per molti anni toglie cinque anni di vita. Gli studi sono pubblicati rispettivamente sulla rivista "Lancet" e sul "British Journal of Sports Medicine". Se 15 minuti di attività fisica al giorno allungano la vita media di un individuo di tre anni, riducendo del 14% tutte le cause di morte, guardare la TV per una media di sei ore al giorno accorcia la vita di cinque anni, se si considera che per ogni ora di TV si vive 22 minuti in meno. Sono questi rispettivamente i risultati di uno studio cinese pubblicato sulla rivista "Lancet", e di uno australiano pubblicato sul "British Journal of Sports Medicine".
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Ben presto per i lavori più complessi dovremo affidarci alla gente venuta da lontano, alle persone che hanno conosciuto la sofferenza e hanno coltivato una volontà di riscatto. Loro sanno che la facilità è un imbroglio, lo hanno imparato sulla loro pelle. I nostri giovani continueranno a illudersi di diventare calciatori e vallette, indossatori e stilisti, miliardari e attrici e diventeranno solo dei mentecatti. Se nella nostra società i giovani continueranno a illudersi di raggiungere guadagni facili senza impegno e fatica, per i lavori più complessi dovremo rivolgerci a persone venute da lontano che, avendo conosciuto la sofferenza, vogliono riscattarsi.
Ben presto per i lavori più complessi dovremo affidarci alla gente venuta da lontano, alle persone che hanno conosciuto la sofferenza e hanno coltivato una volontà di riscatto. Loro sanno che la facilità è un imbroglio, lo hanno imparato sulla loro pelle. I nostri giovani continueranno a illudersi di diventare calciatori e vallette, indossatori e stilisti, miliardari e attrici e diventeranno solo dei mentecatti. Se nella nostra società i giovani continueranno a illudersi di raggiungere guadagni facili senza impegno e fatica, per i lavori più complessi dovremo rivolgerci a persone venute da lontano che, avendo conosciuto la sofferenza, vogliono riscattarsi.
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Benché nato come movimento di insurrezione popolare, il regime orleanista si resse su una base di consenso piuttosto ristretta. Il regime di Luigi Filippo si identificò sempre più con i valori espressi dall'alta borghesia e dall'aristocrazia liberale, detentrici del monopolio della rappresentanza politica e strato assai sottile della società francese. Forte era l'opposizione al regime rappresentata da una parte dai cattolici reazionari favorevoli al ritorno della dinastia dei Borbone e dall'altra dai gruppi democratico- repubblicani già protagonisti dell'insurrezione parigina del '30. Nato come movimento di insurrezione popolare, il regime di Luigi Filippo si resse su una base di consenso ristretta rappresentata dall'alta borghesia e dall'aristocrazia liberale, strato sottile della società francese. In forte opposizione al regime orleanista erano i cattolici reazionari e i gruppi democratico-repubblicani.
Benché nato come movimento di insurrezione popolare, il regime orleanista si resse su una base di consenso piuttosto ristretta. Il regime di Luigi Filippo si identificò sempre più con i valori espressi dall'alta borghesia e dall'aristocrazia liberale, detentrici del monopolio della rappresentanza politica e strato assai sottile della società francese. Forte era l'opposizione al regime rappresentata da una parte dai cattolici reazionari favorevoli al ritorno della dinastia dei Borbone e dall'altra dai gruppi democratico- repubblicani già protagonisti dell'insurrezione parigina del '30. Nato come movimento di insurrezione popolare, il regime di Luigi Filippo si resse su una base di consenso ristretta rappresentata dall'alta borghesia e dall'aristocrazia liberale, strato sottile della società francese. In forte opposizione al regime orleanista erano i cattolici reazionari e i gruppi democratico-repubblicani.
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Bisogna intendere correttamente il significato della guerra sociale che Roma si trovò ad affrontare tra il 91 e l'87 a.C. Chi si ribellò furono gli italici, latini ma anche etruschi, che da secoli vivevano in pace con Roma e si erano ben integrati nella sua cultura e nella sua cornice politica. Perché allora la ribellione? Non per recuperare la libertà, ma al contrario per completare l'integrazione, divenendo cittadini romani a pieno titolo. Occorre chiarire che la guerra sociale del 91-87 a.C. scatenata dagli italici contro Roma non aveva lo scopo di recuperare la libertà, ma di far conseguire la cittadinanza romana a popoli che erano ormai romanizzati.
Bisogna intendere correttamente il significato della guerra sociale che Roma si trovò ad affrontare tra il 91 e l'87 a.C. Chi si ribellò furono gli italici, latini ma anche etruschi, che da secoli vivevano in pace con Roma e si erano ben integrati nella sua cultura e nella sua cornice politica. Perché allora la ribellione? Non per recuperare la libertà, ma al contrario per completare l'integrazione, divenendo cittadini romani a pieno titolo. Occorre chiarire che la guerra sociale del 91-87 a.C. scatenata dagli italici contro Roma non aveva lo scopo di recuperare la libertà, ma di far conseguire la cittadinanza romana a popoli che erano ormai romanizzati.
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Broadway theatre, comunemente detta semplicemente Broadway, è la porzione dell'omonima avenue di Manhattan che ospita, anche sulle strade adiacenti, oltre 40 teatri, con sale da almeno 500 posti, nel Theatre District di New York, più un teatro al Lincoln Center, il Metropolitan Opera, nell'Upper West Side. Assieme alla zona del West End londinese, Broadway theatre indica, per antonomasia, la maggiore concentrazione di teatri di lingua inglese, e non solo, al mondo. Il distretto dei teatri di Broadway è una delle attrazioni popolari di New York City. Broadway è una parte di Manhattan, dove si trovano più di 40 teatri con sale molto capienti (almeno 500 posti). Oltre a questi, vi è un altro teatro, il Metropolitan Opera, situato nell'Upper West Side. Dire Broadway significa dire teatro: la zona ha la più alta concentrazione di teatri (in lingua inglese e non) al mondo, record che detiene insieme al West end di Londra. I teatri di Broadway sono altresì una popolare attrazione di New York City.
Broadway theatre, comunemente detta semplicemente Broadway, è la porzione dell'omonima avenue di Manhattan che ospita, anche sulle strade adiacenti, oltre 40 teatri, con sale da almeno 500 posti, nel Theatre District di New York, più un teatro al Lincoln Center, il Metropolitan Opera, nell'Upper West Side. Assieme alla zona del West End londinese, Broadway theatre indica, per antonomasia, la maggiore concentrazione di teatri di lingua inglese, e non solo, al mondo. Il distretto dei teatri di Broadway è una delle attrazioni popolari di New York City. Broadway è una parte di Manhattan, dove si trovano più di 40 teatri con sale molto capienti (almeno 500 posti). Oltre a questi, vi è un altro teatro, il Metropolitan Opera, situato nell'Upper West Side. Dire Broadway significa dire teatro: la zona ha la più alta concentrazione di teatri (in lingua inglese e non) al mondo, record che detiene insieme al West end di Londra. I teatri di Broadway sono altresì una popolare attrazione di New York City.
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Buddha nacque nel 567 a.C. a Kapilavastu, capitale del piccolo regno di suo padre. Visse nel lusso principesco, ma a ventinove anni, turbato dalla scoperta della sofferenza umana, lasciò la casa paterna e si diede alla vita ascetica. Visse per sette anni lontano dal mondo, meditando e digiunando, alla ricerca della verità. Si convinse che una vita di privazioni è altrettanto vana che una vita di piaceri e che doveva trovare un sentiero mediano. Dopo sette settimane di meditazione gli si rivelò l'essenza della vita e la via che conduce alla beatitudine e cominciò a Benares la sua predicazione esponendo le quattro `sante verità' sul dolore, la sua origine, la possibilità di estinguerlo e sul modo per ottenere questo risultato. Predicò in tutta l'India per quaranta anni e, ottantenne, morì, entrando nel Nirvana, la meta più alta cui possa tendere l'uomo. Nato nel 567 a.C. a Kapilavastu e figlio del re del luogo, Buddha scoprì a ventinove anni la sofferenza umana e ciò lo spinse a lasciare i lussi per scegliere la vita ascetica. Dopo sette anni capì che questa vita era vana come quella precedente e, dopo lunga meditazione, gli si mostrò l'essenza della vita e la via per la beatitudine. Iniziò così da Benares la sua lunga predicazione in tutta l'India per far conoscere le quattro `sante verità' sul dolore. A ottanta anni morì ed entrò nel Nirvana, la meta più alta cui possa tendere l'uomo.
Buddha nacque nel 567 a.C. a Kapilavastu, capitale del piccolo regno di suo padre. Visse nel lusso principesco, ma a ventinove anni, turbato dalla scoperta della sofferenza umana, lasciò la casa paterna e si diede alla vita ascetica. Visse per sette anni lontano dal mondo, meditando e digiunando, alla ricerca della verità. Si convinse che una vita di privazioni è altrettanto vana che una vita di piaceri e che doveva trovare un sentiero mediano. Dopo sette settimane di meditazione gli si rivelò l'essenza della vita e la via che conduce alla beatitudine e cominciò a Benares la sua predicazione esponendo le quattro `sante verità' sul dolore, la sua origine, la possibilità di estinguerlo e sul modo per ottenere questo risultato. Predicò in tutta l'India per quaranta anni e, ottantenne, morì, entrando nel Nirvana, la meta più alta cui possa tendere l'uomo. Nato nel 567 a.C. a Kapilavastu e figlio del re del luogo, Buddha scoprì a ventinove anni la sofferenza umana e ciò lo spinse a lasciare i lussi per scegliere la vita ascetica. Dopo sette anni capì che questa vita era vana come quella precedente e, dopo lunga meditazione, gli si mostrò l'essenza della vita e la via per la beatitudine. Iniziò così da Benares la sua lunga predicazione in tutta l'India per far conoscere le quattro `sante verità' sul dolore. A ottanta anni morì ed entrò nel Nirvana, la meta più alta cui possa tendere l'uomo.
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C'è il Perù più conosciuto e frequentato dai turisti, come la straordinaria cittadella di Machu Picchu, le misteriose linee di Nasca, le mura ciclopiche di Cusco o le isole galleggianti del lago Titicaca. Poi, a nord di Lima, c'è il Perù Escondido - nascosto - altrettanto affascinante ma decisamente meno noto, da visitare ora, prima che venga scoperto dal turismo di massa. Machu Picchu, le linee di Nasca, Cusco e il lago Titicaca rappresentano le mete più gettonate del Perù. A nord della capitale c'è però un'area ancora nascosta, che vale la pena di visitare ora che è ancora autentica e lontana dalle principali rotte turistiche.
C'è il Perù più conosciuto e frequentato dai turisti, come la straordinaria cittadella di Machu Picchu, le misteriose linee di Nasca, le mura ciclopiche di Cusco o le isole galleggianti del lago Titicaca. Poi, a nord di Lima, c'è il Perù Escondido - nascosto - altrettanto affascinante ma decisamente meno noto, da visitare ora, prima che venga scoperto dal turismo di massa. Machu Picchu, le linee di Nasca, Cusco e il lago Titicaca rappresentano le mete più gettonate del Perù. A nord della capitale c'è però un'area ancora nascosta, che vale la pena di visitare ora che è ancora autentica e lontana dalle principali rotte turistiche.
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C'è tanta Italia nella mostra "Heavenly Bodies" che il Metropolitan Museum di New York ha allestito nelle Gallerie bizantine per raccontare il dialogo tra la moda e la tradizione cattolica: italiani sono molti stilisti che firmano le creazioni esposte, così come gli abiti talari che li hanno ispirati. Al di là di musica e atmosfera imponenti, qualche dubbio rimane: forse per rendere giustizia all'obiettivo sarebbe stato interessante andare oltre la pura dimensione estetica. La mostra "Heavenly Bodies", allestita nelle Gallerie bizantine dal Metropolitan Museum di New York, ha per tema il rapporto tra la moda e la tradizione cattolica. Molti degli stilisti di cui sono esposte le opere sono italiani, così come gli abiti talari che li hanno ispirati. L'ambientazione e la musica sono imponenti. Ma è solo la dimensione estetica a farla da padrona e, visto l'argomento, forse sarebbe stato opportuno andare oltre.
C'è tanta Italia nella mostra "Heavenly Bodies" che il Metropolitan Museum di New York ha allestito nelle Gallerie bizantine per raccontare il dialogo tra la moda e la tradizione cattolica: italiani sono molti stilisti che firmano le creazioni esposte, così come gli abiti talari che li hanno ispirati. Al di là di musica e atmosfera imponenti, qualche dubbio rimane: forse per rendere giustizia all'obiettivo sarebbe stato interessante andare oltre la pura dimensione estetica. La mostra "Heavenly Bodies", allestita nelle Gallerie bizantine dal Metropolitan Museum di New York, ha per tema il rapporto tra la moda e la tradizione cattolica. Molti degli stilisti di cui sono esposte le opere sono italiani, così come gli abiti talari che li hanno ispirati. L'ambientazione e la musica sono imponenti. Ma è solo la dimensione estetica a farla da padrona e, visto l'argomento, forse sarebbe stato opportuno andare oltre.
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C'è un aspetto del movimento dei lavoratori che spesso è lasciato in disparte, ed è la partecipazione attiva e risoluta delle donne alle lotte operaie dell'Ottocento. Le donne avevano un ruolo attivo nell'economia del Paese, perché non solo si occupavano delle attività domestiche e della famiglia, ma erano anche impegnate nel lavoro dei campi, nelle grandi industrie come nei piccoli opifici artigiani e nel lavoro a domicilio: nel settore dell'industria della seta ad esempio rappresentavano il sessanta per cento della manodopera impegnata. Le donne si batterono per ottenere miglioramenti economici (il loro stipendio a parità di mansione era inferiore a quello degli uomini) ma soprattutto si impegnarono per ottenere una legge che tutelasse il lavoro femminile. Questa legge avrebbe dovuto innanzitutto soccorrere le famiglie proletarie disgregate dalla miseria e dalla prolungata assenza quotidiana delle donne, dall'altra evitare il conflitto che si sarebbe potuto creare all'interno della classe operaia, causato dalla concorrenza tra manodopera maschile e femminile, che avrebbe reso i lavoratori più deboli e indifesi sul mercato del lavoro. Le donne si mossero anche per ottenere un'emancipazione che stesse al passo con l'evoluzione democratica delle istituzioni, per liberarsi dalla tutela dell'uomo, per ottenere il diritto di voto, per ampliare l'istruzione femminile. Le donne avevano un ruolo attivo nell'economia dell'Ottocento in quanto, oltre a occuparsi della casa e della famiglia, lavoravano nei campi, nelle industrie, nei laboratori artigiani e nel lavoro a domicilio. Si batterono sia per ottenere miglioramenti economici, in quanto erano pagate meno degli uomini, sia per una legge che tutelasse il lavoro femminile soccorrendo le famiglie proletarie disgregate dalla miseria e dall'assenza delle donne lavoratrici e che evitasse il conflitto all'interno della classe operaia. La concorrenza tra manodopera maschile e femminile avrebbe reso infatti i lavoratori più deboli sul mercato del lavoro. Le donne lottarono anche per ottenere l'emancipazione adeguata all'evoluzione democratica delle istituzioni, per liberarsi dalla tutela maschile, per l'istruzione e il diritto di voto.
C'è un aspetto del movimento dei lavoratori che spesso è lasciato in disparte, ed è la partecipazione attiva e risoluta delle donne alle lotte operaie dell'Ottocento. Le donne avevano un ruolo attivo nell'economia del Paese, perché non solo si occupavano delle attività domestiche e della famiglia, ma erano anche impegnate nel lavoro dei campi, nelle grandi industrie come nei piccoli opifici artigiani e nel lavoro a domicilio: nel settore dell'industria della seta ad esempio rappresentavano il sessanta per cento della manodopera impegnata. Le donne si batterono per ottenere miglioramenti economici (il loro stipendio a parità di mansione era inferiore a quello degli uomini) ma soprattutto si impegnarono per ottenere una legge che tutelasse il lavoro femminile. Questa legge avrebbe dovuto innanzitutto soccorrere le famiglie proletarie disgregate dalla miseria e dalla prolungata assenza quotidiana delle donne, dall'altra evitare il conflitto che si sarebbe potuto creare all'interno della classe operaia, causato dalla concorrenza tra manodopera maschile e femminile, che avrebbe reso i lavoratori più deboli e indifesi sul mercato del lavoro. Le donne si mossero anche per ottenere un'emancipazione che stesse al passo con l'evoluzione democratica delle istituzioni, per liberarsi dalla tutela dell'uomo, per ottenere il diritto di voto, per ampliare l'istruzione femminile. Le donne avevano un ruolo attivo nell'economia dell'Ottocento in quanto, oltre a occuparsi della casa e della famiglia, lavoravano nei campi, nelle industrie, nei laboratori artigiani e nel lavoro a domicilio. Si batterono sia per ottenere miglioramenti economici, in quanto erano pagate meno degli uomini, sia per una legge che tutelasse il lavoro femminile soccorrendo le famiglie proletarie disgregate dalla miseria e dall'assenza delle donne lavoratrici e che evitasse il conflitto all'interno della classe operaia. La concorrenza tra manodopera maschile e femminile avrebbe reso infatti i lavoratori più deboli sul mercato del lavoro. Le donne lottarono anche per ottenere l'emancipazione adeguata all'evoluzione democratica delle istituzioni, per liberarsi dalla tutela maschile, per l'istruzione e il diritto di voto.
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C'è un nuovo filone detto "cyberpsicologia" che s'interessa di tutte le nuove difficoltà che lo psicologo moderno si trova ad affrontare. Sempre più frequentemente i pazienti dicono allo psicologo frasi come "Dottoressa oggi possiamo sentirci via Skype?" o "Dottore, sarò all'estero per un anno ma vorrei continuare il mio percorso con lei, come possiamo risolvere?". Di fronte a queste novità c'è chi si pone con un atteggiamento tradizionalista e chi, invece, cerca di adeguarsi ai nuovi standard. Se, per esempio, dopo aver creato una buona alleanza con il paziente, l'unico modo per proseguire la terapia è usare le nuove tecnologie, potrebbe essere auspicabile farlo invece che costringerla a ricercare un nuovo terapeuta con il quale creare un nuovo rapporto. Lo psicologo, al giorno d'oggi, si trova ad affrontare delle nuove difficoltà. Una di queste è la richiesta, da parte dei pazienti, di usare le nuove tecnologie per le sedute quando non è possibile vedersi dal vivo. Il nuovo filone della "cyberpsicologia" si occupa proprio di questo tipo di tematiche. Ci sono psicologi che comprendono il potenziale di questi nuovi standard e vi si adeguano, ma ce ne sono anche altri, più tradizionalisti, che li rifiutano.
C'è un nuovo filone detto "cyberpsicologia" che s'interessa di tutte le nuove difficoltà che lo psicologo moderno si trova ad affrontare. Sempre più frequentemente i pazienti dicono allo psicologo frasi come "Dottoressa oggi possiamo sentirci via Skype?" o "Dottore, sarò all'estero per un anno ma vorrei continuare il mio percorso con lei, come possiamo risolvere?". Di fronte a queste novità c'è chi si pone con un atteggiamento tradizionalista e chi, invece, cerca di adeguarsi ai nuovi standard. Se, per esempio, dopo aver creato una buona alleanza con il paziente, l'unico modo per proseguire la terapia è usare le nuove tecnologie, potrebbe essere auspicabile farlo invece che costringerla a ricercare un nuovo terapeuta con il quale creare un nuovo rapporto. Lo psicologo, al giorno d'oggi, si trova ad affrontare delle nuove difficoltà. Una di queste è la richiesta, da parte dei pazienti, di usare le nuove tecnologie per le sedute quando non è possibile vedersi dal vivo. Il nuovo filone della "cyberpsicologia" si occupa proprio di questo tipo di tematiche. Ci sono psicologi che comprendono il potenziale di questi nuovi standard e vi si adeguano, ma ce ne sono anche altri, più tradizionalisti, che li rifiutano.
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C'è una piazza a Medusa che da tutti vien chiamata Piazza Grande, anche se possiede un altro nome. È a forma di un quadrato; antichi platani si ergono lungo i suoi lati. Le case intorno sono basse, a un solo piano, tinte di quel colore grigio, senza illusioni, che a volte sembra l'emblema della Toscana. Tra le altre case la chiesa della Misericordia si distingue non per l'altezza ma perché la facciata ha nel suo mezzo una porta più grande ed ha un colore più intenso. Piazza Grande è il nome con cui tutti chiamano una piazza di Medusa. Si tratta di una piazza quadrata, con antichi alberi ai lati, e basse case intorno, di un colore grigio, tipico della Toscana. Vi si trova inoltre la chiesa della Misericordia, non più alta delle altre case, ma con la facciata di un colore più intenso e una grande porta.
C'è una piazza a Medusa che da tutti vien chiamata Piazza Grande, anche se possiede un altro nome. È a forma di un quadrato; antichi platani si ergono lungo i suoi lati. Le case intorno sono basse, a un solo piano, tinte di quel colore grigio, senza illusioni, che a volte sembra l'emblema della Toscana. Tra le altre case la chiesa della Misericordia si distingue non per l'altezza ma perché la facciata ha nel suo mezzo una porta più grande ed ha un colore più intenso. Piazza Grande è il nome con cui tutti chiamano una piazza di Medusa. Si tratta di una piazza quadrata, con antichi alberi ai lati, e basse case intorno, di un colore grigio, tipico della Toscana. Vi si trova inoltre la chiesa della Misericordia, non più alta delle altre case, ma con la facciata di un colore più intenso e una grande porta.
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C'è un'alga che si orienta nell'ambiente esterno grazie alla luce che è in grado di percepire. Questa capacità dipende da una sua particolarissima proteina, e la produzione di quest'ultima dipende dal corredo genetico dell'alga. A questo punto i ricercatori hanno inserito in un normalissimo neurone il gene che codifica per quella proteina, che si attiva solo se riceve luce di una data lunghezza d'onda. Ebbene, il neurone così modificato ora genera il proprio segnale quando è attivato da quello stimolo luminoso. In un neurone i ricercatori hanno inserito un gene che produce una proteina che gli fornisce la capacità di emettere il proprio segnale su stimolazione di una luce di una certa lunghezza d'onda. Tale gene è ricavato da un'alga capace di orientarsi tramite la luce.
C'è un'alga che si orienta nell'ambiente esterno grazie alla luce che è in grado di percepire. Questa capacità dipende da una sua particolarissima proteina, e la produzione di quest'ultima dipende dal corredo genetico dell'alga. A questo punto i ricercatori hanno inserito in un normalissimo neurone il gene che codifica per quella proteina, che si attiva solo se riceve luce di una data lunghezza d'onda. Ebbene, il neurone così modificato ora genera il proprio segnale quando è attivato da quello stimolo luminoso. In un neurone i ricercatori hanno inserito un gene che produce una proteina che gli fornisce la capacità di emettere il proprio segnale su stimolazione di una luce di una certa lunghezza d'onda. Tale gene è ricavato da un'alga capace di orientarsi tramite la luce.
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Cadorna si affrettò a inviare al generale Capello un fonogramma di felicitazioni per l'energia dimostrata e per la "salutare repressione" messa in atto verso il 38° fanteria. Capello, il quale era noto anche tra i suoi intimi per "stimare la vita dei suoi soldati meno di quella dei suoi muli", ne approfitterà per lanciare una delle sue frequenti battute polemiche contro il Comando supremo e, davanti agli ufficiali del suo stato maggiore esclamerà indignato [...]: "Non mi hanno elogiato per la presa di Gorizia e lo fanno adesso, che si son dovuti fucilare dei soldati!". Cadorna si complimentò con Capello per la repressione effettuata contro il 38° fanteria. Capello, peraltro noto per stimare la vita dei suoi soldati meno di quella dei muli, ne approfittò per lanciare una delle sue frequenti frecciate contro il Comando supremo ed esclamò che non lo avevano lodato per aver liberato Gorizia, ma lo facevano ora che fucilava soldati.
Cadorna si affrettò a inviare al generale Capello un fonogramma di felicitazioni per l'energia dimostrata e per la "salutare repressione" messa in atto verso il 38° fanteria. Capello, il quale era noto anche tra i suoi intimi per "stimare la vita dei suoi soldati meno di quella dei suoi muli", ne approfitterà per lanciare una delle sue frequenti battute polemiche contro il Comando supremo e, davanti agli ufficiali del suo stato maggiore esclamerà indignato [...]: "Non mi hanno elogiato per la presa di Gorizia e lo fanno adesso, che si son dovuti fucilare dei soldati!". Cadorna si complimentò con Capello per la repressione effettuata contro il 38° fanteria. Capello, peraltro noto per stimare la vita dei suoi soldati meno di quella dei muli, ne approfittò per lanciare una delle sue frequenti frecciate contro il Comando supremo ed esclamò che non lo avevano lodato per aver liberato Gorizia, ma lo facevano ora che fucilava soldati.
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Carattere comune alle colonie greche d'Italia è la loro funzione essenzialmente marittima; anche là dove estesero il loro dominio all'interno non riuscirono a soggiogare stabilmente e a sovrapporsi etnicamente e demograficamente alle genti italiche. Cosicché, nonostante che nei primi secoli della colonizzazione si avesse un vero e proprio equilibrio politico e commerciale fra coloni stranieri e popolazioni indigene, era inevitabile che dovessero quelle pur fiorenti colonie cadere dinanzi alla coalizione delle genti italiche, non appena queste, per necessità di vita o per un naturale impulso di espansione o per consapevolezza della propria forza, avessero deliberato di affrancarsi da ogni soggezione economica e politica straniera. Le colonie greche d'Italia ebbero una vocazione e un ruolo marittimo e solo molto più limitatamente territoriale. Per alcuni secoli, esse riuscirono a convivere in equilibrio con le popolazioni locali, ma poi ne furono travolte.
Carattere comune alle colonie greche d'Italia è la loro funzione essenzialmente marittima; anche là dove estesero il loro dominio all'interno non riuscirono a soggiogare stabilmente e a sovrapporsi etnicamente e demograficamente alle genti italiche. Cosicché, nonostante che nei primi secoli della colonizzazione si avesse un vero e proprio equilibrio politico e commerciale fra coloni stranieri e popolazioni indigene, era inevitabile che dovessero quelle pur fiorenti colonie cadere dinanzi alla coalizione delle genti italiche, non appena queste, per necessità di vita o per un naturale impulso di espansione o per consapevolezza della propria forza, avessero deliberato di affrancarsi da ogni soggezione economica e politica straniera. Le colonie greche d'Italia ebbero una vocazione e un ruolo marittimo e solo molto più limitatamente territoriale. Per alcuni secoli, esse riuscirono a convivere in equilibrio con le popolazioni locali, ma poi ne furono travolte.
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Carla Del Ponte, 60 anni, svizzera, lascerà il 31 dicembre la carica di procuratore del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia, che aveva assunto nel 1999, per diventare ambasciatore della Svizzera in Argentina. Non è stato ancora scelto il suo successore. Carla Del Ponte, dal 1999 procuratore del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia, alla fine dell'anno lascerà la carica per assumere quella di ambasciatore della Svizzera in Argentina. Il suo successore non è stato ancora designato.
Carla Del Ponte, 60 anni, svizzera, lascerà il 31 dicembre la carica di procuratore del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia, che aveva assunto nel 1999, per diventare ambasciatore della Svizzera in Argentina. Non è stato ancora scelto il suo successore. Carla Del Ponte, dal 1999 procuratore del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia, alla fine dell'anno lascerà la carica per assumere quella di ambasciatore della Svizzera in Argentina. Il suo successore non è stato ancora designato.
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Cartagine si trova sul Lago di Tunisi. Secondo una leggenda fu fondata nell'814 a.C. da coloni fenici guidati da Didone. Divenne una ricca città, molto influente nel Mediterraneo occidentale, fino a scontrarsi con Siracusa e Roma per l'egemonia sui mari. Le prime battaglie navali furono le guerre greco- puniche per il predominio sul Mediterraneo e in particolare sulla Sicilia. I tentativi di espansione greca verso l'occidente furono spesso motivo di guerra come i contrasti tra le città di Selinunte (greca) e Segesta (alleata dei Fenici). Spesso Cartagine forniva mezzi e uomini ai Fenici isolani, fino a essere coinvolta in diversi scontri. Il terreno di battaglia fu spesso la Sicilia, ma non mancarono scontri navali. Secondo la leggenda, Cartagine fu fondata da coloni fenici guidati da Didone. Divenne una città molto influente nel Mediterraneo occidentale, fino a scontrarsi con Siracusa e Roma per il controllo dei mari. I primi scontri furono le guerre greco-puniche per il predominio sul Mediterraneo e in particolare sulla Sicilia. I tentativi di espansione greca verso l'occidente furono spesso motivo di guerra, come i contrasti tra le città di Selinunte (greca) e Segesta (alleata dei Fenici). Spesso Cartagine forniva mezzi e uomini ai Fenici dell'isola, fino al diretto coinvolgimento in diversi scontri.
Cartagine si trova sul Lago di Tunisi. Secondo una leggenda fu fondata nell'814 a.C. da coloni fenici guidati da Didone. Divenne una ricca città, molto influente nel Mediterraneo occidentale, fino a scontrarsi con Siracusa e Roma per l'egemonia sui mari. Le prime battaglie navali furono le guerre greco- puniche per il predominio sul Mediterraneo e in particolare sulla Sicilia. I tentativi di espansione greca verso l'occidente furono spesso motivo di guerra come i contrasti tra le città di Selinunte (greca) e Segesta (alleata dei Fenici). Spesso Cartagine forniva mezzi e uomini ai Fenici isolani, fino a essere coinvolta in diversi scontri. Il terreno di battaglia fu spesso la Sicilia, ma non mancarono scontri navali. Secondo la leggenda, Cartagine fu fondata da coloni fenici guidati da Didone. Divenne una città molto influente nel Mediterraneo occidentale, fino a scontrarsi con Siracusa e Roma per il controllo dei mari. I primi scontri furono le guerre greco-puniche per il predominio sul Mediterraneo e in particolare sulla Sicilia. I tentativi di espansione greca verso l'occidente furono spesso motivo di guerra, come i contrasti tra le città di Selinunte (greca) e Segesta (alleata dei Fenici). Spesso Cartagine forniva mezzi e uomini ai Fenici dell'isola, fino al diretto coinvolgimento in diversi scontri.
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Centrata sulla coltivazione delle piante foraggere, per l'allevamento del bestiame da latte e da carne, e dei cereali (grano, mais e riso), l'agricoltura padana dell'Ottocento si fondava sulle medie e grandi unità produttive (dai 150 ai 300 ettari). Queste aziende, in genere condotte con criteri imprenditoriali già dalla seconda metà del XVIII secolo, orgoglio e vanto dell'agricoltura italiana, avevano il centro e il fulcro della loro vita e della loro attività nella cascina o, meglio, nella corte. In essa lavoravano e vivevano, oltre ai proprietari e agli affittuari, i braccianti e le loro famiglie, dando vita non solo a un'efficiente struttura economica, ma anche a un complesso e omogeneo organismo sociale. Ancora oggi questi grandi complessi edilizi sono in uso nelle campagne lombarde. Al loro interno vi era la casa padronale abitata dal proprietario o dall'affittuario, caratterizzata da tratti architettonici simili a quelli delle case cittadine; e le case dei lavoratori più basse, non intonacate e con un numero inferiore di finestre. C'erano poi le stalle che avevano al piano superiore lo spazio per il fienile e i magazzini e, infine, edifici più piccoli per i pollai e i porcili. In mezzo vi era l'aia destinata al disseccamento dei cereali. Nell'Ottocento l'agricoltura padana era basata su aziende medio- grandi aventi come attività principali la coltivazione di cereali e di foraggio per l'allevamento di bestiame da latte e carne. Fin dal secolo precedente erano condotte con criteri imprenditoriali e il loro centro era la corte della cascina intorno alla quale c'era l'abitazione padronale, le case dei lavoratori, le stalle coi fienili al piano superiore e i piccoli edifici destinati a pollai e porcili. Al centro della corte c'era l'aia dove venivano disseccati i cereali. Nelle campagne lombarde sono ancora in uso le grandi cascine che nel secolo scorso erano sia efficienti strutture economiche che complessi organismi sociali.
Centrata sulla coltivazione delle piante foraggere, per l'allevamento del bestiame da latte e da carne, e dei cereali (grano, mais e riso), l'agricoltura padana dell'Ottocento si fondava sulle medie e grandi unità produttive (dai 150 ai 300 ettari). Queste aziende, in genere condotte con criteri imprenditoriali già dalla seconda metà del XVIII secolo, orgoglio e vanto dell'agricoltura italiana, avevano il centro e il fulcro della loro vita e della loro attività nella cascina o, meglio, nella corte. In essa lavoravano e vivevano, oltre ai proprietari e agli affittuari, i braccianti e le loro famiglie, dando vita non solo a un'efficiente struttura economica, ma anche a un complesso e omogeneo organismo sociale. Ancora oggi questi grandi complessi edilizi sono in uso nelle campagne lombarde. Al loro interno vi era la casa padronale abitata dal proprietario o dall'affittuario, caratterizzata da tratti architettonici simili a quelli delle case cittadine; e le case dei lavoratori più basse, non intonacate e con un numero inferiore di finestre. C'erano poi le stalle che avevano al piano superiore lo spazio per il fienile e i magazzini e, infine, edifici più piccoli per i pollai e i porcili. In mezzo vi era l'aia destinata al disseccamento dei cereali. Nell'Ottocento l'agricoltura padana era basata su aziende medio- grandi aventi come attività principali la coltivazione di cereali e di foraggio per l'allevamento di bestiame da latte e carne. Fin dal secolo precedente erano condotte con criteri imprenditoriali e il loro centro era la corte della cascina intorno alla quale c'era l'abitazione padronale, le case dei lavoratori, le stalle coi fienili al piano superiore e i piccoli edifici destinati a pollai e porcili. Al centro della corte c'era l'aia dove venivano disseccati i cereali. Nelle campagne lombarde sono ancora in uso le grandi cascine che nel secolo scorso erano sia efficienti strutture economiche che complessi organismi sociali.
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Cesare non può, probabilmente, dirsi un innovatore; o, almeno, non nell'ambito della tattica. Immenso, indubbiamente, lo fu nel campo dell'ingegneria militare, dove portò ai massimi livelli l'attitudine che già era stata di Silla; anche in questo settore, tuttavia, se a lui può attribuirsi ogni volta la genesi dell'idea - del ponte sul Reno, per esempio, o della gigantesca circonvallazione di Alesia - la messa in atto ebbe indubbiamente il vantaggio di giovarsi dell'esperienza di un esecutore quale Vitruvio Pollione. Cesare non appare un innovatore della tattica. Molto maggiore fu invece il suo ruolo nell'ingegneria militare, dove seguì e superò Silla. Ma, pur dovendosi attribuire a lui la paternità delle idee, la messa in atto deve molto a Vitruvio Pollione.
Cesare non può, probabilmente, dirsi un innovatore; o, almeno, non nell'ambito della tattica. Immenso, indubbiamente, lo fu nel campo dell'ingegneria militare, dove portò ai massimi livelli l'attitudine che già era stata di Silla; anche in questo settore, tuttavia, se a lui può attribuirsi ogni volta la genesi dell'idea - del ponte sul Reno, per esempio, o della gigantesca circonvallazione di Alesia - la messa in atto ebbe indubbiamente il vantaggio di giovarsi dell'esperienza di un esecutore quale Vitruvio Pollione. Cesare non appare un innovatore della tattica. Molto maggiore fu invece il suo ruolo nell'ingegneria militare, dove seguì e superò Silla. Ma, pur dovendosi attribuire a lui la paternità delle idee, la messa in atto deve molto a Vitruvio Pollione.
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Cesare riveste già alcune cariche pubbliche quando, nel 45 a.C., si attribuisce il rango di dittatore perpetuo. Padrone dello Stato, egli si impegna per raggiungere due obiettivi che potranno completare la sua opera: la trasformazione dello Stato romano in una monarchia di tipo ellenistico, considerata più adatta alla stabilità e alla centralità del governo, e la ripresa dell'espansione a Oriente. Ma le riforme colpiscono interessi vecchi e nuovi e alcuni sinceri repubblicani finiscono per considerare Cesare un tiranno che ha spento la libertà di Roma. Prende così il via una congiura che il 15 marzo del 44 a.C. pone fine all'esistenza di Giulio Cesare. Nel 45 a.C. Cesare si attribuisce il titolo di dittatore perpetuo. Egli si adopera per trasformare lo Stato romano in una monarchia di tipo ellenistico e vuole riprendere l'espansione a Oriente. Questo colpisce molti interessi e i repubblicani, giunsero a ritenerlo un tiranno. Venne quindi ordita una congiura in cui Cesare morirà il 15 marzo del 44 a.C.
Cesare riveste già alcune cariche pubbliche quando, nel 45 a.C., si attribuisce il rango di dittatore perpetuo. Padrone dello Stato, egli si impegna per raggiungere due obiettivi che potranno completare la sua opera: la trasformazione dello Stato romano in una monarchia di tipo ellenistico, considerata più adatta alla stabilità e alla centralità del governo, e la ripresa dell'espansione a Oriente. Ma le riforme colpiscono interessi vecchi e nuovi e alcuni sinceri repubblicani finiscono per considerare Cesare un tiranno che ha spento la libertà di Roma. Prende così il via una congiura che il 15 marzo del 44 a.C. pone fine all'esistenza di Giulio Cesare. Nel 45 a.C. Cesare si attribuisce il titolo di dittatore perpetuo. Egli si adopera per trasformare lo Stato romano in una monarchia di tipo ellenistico e vuole riprendere l'espansione a Oriente. Questo colpisce molti interessi e i repubblicani, giunsero a ritenerlo un tiranno. Venne quindi ordita una congiura in cui Cesare morirà il 15 marzo del 44 a.C.
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Che ci siano stati o no anche traffici e interessi economici, la cosa del tutto evidente è che nelle disgrazie giudiziarie di Dante contò il fatto che si era schierato con uno dei due partiti, anzi per essere più precisi, con una delle due correnti di partito che si sbranavano tra di loro: i Guelfi Bianchi di Vieri De' Cerchi, anziché i Neri di Corso Donati, con i quali pure era imparentato per parte di moglie. Cacciati dai Neri, i Bianchi non avrebbero esitato ad allearsi con i Ghibellini contro i cugini Guelfi. Dante subì le disgrazie giudiziarie forse per intrighi economici, ma certamente perché si era schierato con una delle due correnti di partito ferocemente avverse, cioè con i Guelfi Bianchi, in opposizione ai Neri. I Bianchi poi, cacciati dai Neri, si sarebbero alleati senza esitazione con i Ghibellini.
Che ci siano stati o no anche traffici e interessi economici, la cosa del tutto evidente è che nelle disgrazie giudiziarie di Dante contò il fatto che si era schierato con uno dei due partiti, anzi per essere più precisi, con una delle due correnti di partito che si sbranavano tra di loro: i Guelfi Bianchi di Vieri De' Cerchi, anziché i Neri di Corso Donati, con i quali pure era imparentato per parte di moglie. Cacciati dai Neri, i Bianchi non avrebbero esitato ad allearsi con i Ghibellini contro i cugini Guelfi. Dante subì le disgrazie giudiziarie forse per intrighi economici, ma certamente perché si era schierato con una delle due correnti di partito ferocemente avverse, cioè con i Guelfi Bianchi, in opposizione ai Neri. I Bianchi poi, cacciati dai Neri, si sarebbero alleati senza esitazione con i Ghibellini.
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Che la Silicon Valley si trovi al centro d'un assalto globale, teso a sottrarle quei cervelli che ne fanno l'epicentro dell'innovazione tecnologica planetaria, non è difficile da credere. La conferma è tutta nei programmi con i quali paesi come la Cina, l'India e anche la Germania convincono i loro talenti nazionali emigrati nella gran valle di silicio a ritornarsene in patria. Con tutto il loro know-how. Allettati da offerte che oltre a salari profumati promettono pure la totale autonomia scientifica, migliaia di ricercatori statunitensi di origine straniera tornano nel paese d'origine. Li si trova nei migliori laboratori di Shanghai, di Delhi e di Francoforte, impegnati a innalzare il coefficiente di innovazione tecnologica. La Silicon Valley, capitale dell'innovazione tecnologia mondiale, è sotto assedio. Molti Paesi, come Cina, India e Germania, stanno tentando di far rimpatriare i loro ricercatori di maggior talento offrendo loro stipendi allettanti e la possibilità di lavorare in autonomia. Sono già in migliaia a essere tornati nel loro Paese d'origine a lavorare per l'innovazione tecnologica.
Che la Silicon Valley si trovi al centro d'un assalto globale, teso a sottrarle quei cervelli che ne fanno l'epicentro dell'innovazione tecnologica planetaria, non è difficile da credere. La conferma è tutta nei programmi con i quali paesi come la Cina, l'India e anche la Germania convincono i loro talenti nazionali emigrati nella gran valle di silicio a ritornarsene in patria. Con tutto il loro know-how. Allettati da offerte che oltre a salari profumati promettono pure la totale autonomia scientifica, migliaia di ricercatori statunitensi di origine straniera tornano nel paese d'origine. Li si trova nei migliori laboratori di Shanghai, di Delhi e di Francoforte, impegnati a innalzare il coefficiente di innovazione tecnologica. La Silicon Valley, capitale dell'innovazione tecnologia mondiale, è sotto assedio. Molti Paesi, come Cina, India e Germania, stanno tentando di far rimpatriare i loro ricercatori di maggior talento offrendo loro stipendi allettanti e la possibilità di lavorare in autonomia. Sono già in migliaia a essere tornati nel loro Paese d'origine a lavorare per l'innovazione tecnologica.
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Chi affronta per la prima volta lo studio della psicologia rimane di solito sorpreso: non ci si aspetta, infatti, che lo psicologo sia interessato alla percezione visiva, perché risolvere i disturbi della vista è competenza dell'oculista. Questo è quanto ci induce a credere il senso comune, ma possiamo facilmente dimostrare che anche chi ha un'ottima vista può avere una percezione visiva molto lacunosa o errata della realtà che gli sta di fronte. Solitamente l'interesse della psicologia per la percezione visiva sorprende chi non l'ha ancora studiata a fondo: infatti i problemi della vista, secondo il senso comune, sono materia da oculisti. Eppure sappiamo che vederci bene non significa affatto avere una buona percezione visiva della realtà.
Chi affronta per la prima volta lo studio della psicologia rimane di solito sorpreso: non ci si aspetta, infatti, che lo psicologo sia interessato alla percezione visiva, perché risolvere i disturbi della vista è competenza dell'oculista. Questo è quanto ci induce a credere il senso comune, ma possiamo facilmente dimostrare che anche chi ha un'ottima vista può avere una percezione visiva molto lacunosa o errata della realtà che gli sta di fronte. Solitamente l'interesse della psicologia per la percezione visiva sorprende chi non l'ha ancora studiata a fondo: infatti i problemi della vista, secondo il senso comune, sono materia da oculisti. Eppure sappiamo che vederci bene non significa affatto avere una buona percezione visiva della realtà.
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Chi dice la verità si espone ad un rischio, fosse anche solo quello di perdere il favore dell'interlocutore. In passato il rischio di contrariare il sovrano o anche la maggioranza dell'assemblea ateniese poteva essere pagato con l'esilio o addirittura con la vita. Oggi, almeno nelle democrazie liberali, il rischio più frequente è quello di inimicarsi i potenti o di alienarsi le simpatie dell'opinione pubblica. Anche nelle democrazie liberali dire la verità comporta un rischio, sia pure non quello della vita o dell'esilio come poteva accadeva nel passato, ma come perdita del favore dei potenti e dell'opinione pubblica.
Chi dice la verità si espone ad un rischio, fosse anche solo quello di perdere il favore dell'interlocutore. In passato il rischio di contrariare il sovrano o anche la maggioranza dell'assemblea ateniese poteva essere pagato con l'esilio o addirittura con la vita. Oggi, almeno nelle democrazie liberali, il rischio più frequente è quello di inimicarsi i potenti o di alienarsi le simpatie dell'opinione pubblica. Anche nelle democrazie liberali dire la verità comporta un rischio, sia pure non quello della vita o dell'esilio come poteva accadeva nel passato, ma come perdita del favore dei potenti e dell'opinione pubblica.
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Ciò che è interessante in questo ritratto è la sua complessità umana. La persona ricordata non è rappresentata in chiave agiografica - cioè solo per lodarla - ma come un essere contraddittorio, vivo nel senso più completo del termine. Occorre infatti resistere con tutte le forze alla tentazione di situare la persona cara in una sorta di limbo, dove tutte le asprezze e le contraddizioni d'una esistenza vengono cancellate di colpo. In questo ritratto si presenta la complessità umana. Non c'è solo lode, la persona cara non è posta in un limbo senza contraddizioni e asprezze, ma risulta realmente viva, rappresentata come un essere contraddittorio. Questo rende il ritratto interessante.
Ciò che è interessante in questo ritratto è la sua complessità umana. La persona ricordata non è rappresentata in chiave agiografica - cioè solo per lodarla - ma come un essere contraddittorio, vivo nel senso più completo del termine. Occorre infatti resistere con tutte le forze alla tentazione di situare la persona cara in una sorta di limbo, dove tutte le asprezze e le contraddizioni d'una esistenza vengono cancellate di colpo. In questo ritratto si presenta la complessità umana. Non c'è solo lode, la persona cara non è posta in un limbo senza contraddizioni e asprezze, ma risulta realmente viva, rappresentata come un essere contraddittorio. Questo rende il ritratto interessante.
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Cinicamente, a conti fatti, non c'è dubbio che il numero di vittime provocato dal Sarin, se confrontato con quello che si ottiene dallo scoppio di un'auto imbottita di tritolo, è sorprendentemente basso: sette persone uccise a Matsumoto, dodici a Tokyo. A dimostrazione che anche gli agenti chimici più letali, per quanto potenzialmente pericolosi, non possono essere trasformati tanto facilmente in un'arma di sterminio. Sulla base dei dati a disposizione, si può affermare che lo scoppio di un'auto-bomba può provocare molti più morti di un attacco con il gas Sarin, basta considerare i casi di Matsumoto e Tokyo. Ciò avvalora l'ipotesi che agenti chimici anche molto pericolosi non si possono trasformare facilmente in efficaci armi di sterminio.
Cinicamente, a conti fatti, non c'è dubbio che il numero di vittime provocato dal Sarin, se confrontato con quello che si ottiene dallo scoppio di un'auto imbottita di tritolo, è sorprendentemente basso: sette persone uccise a Matsumoto, dodici a Tokyo. A dimostrazione che anche gli agenti chimici più letali, per quanto potenzialmente pericolosi, non possono essere trasformati tanto facilmente in un'arma di sterminio. Sulla base dei dati a disposizione, si può affermare che lo scoppio di un'auto-bomba può provocare molti più morti di un attacco con il gas Sarin, basta considerare i casi di Matsumoto e Tokyo. Ciò avvalora l'ipotesi che agenti chimici anche molto pericolosi non si possono trasformare facilmente in efficaci armi di sterminio.
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Circa 40 mila giovani sono arrivati in Spagna da tutto il mondo per prendersi a pomodorate: 120 tonnellate di questo ortaggio sono state impiegate questa mattina a Bunol, nell'Est della Spagna, non lontano da Valencia, per la tradizionale "Tomatina", la festa di fine agosto che come ogni anno ha trasformato le strade della piccola città in un fiume di passata di pomodoro. La ricorrenza, nata nel 1944, attira anno dopo anno un numero sempre crescente di stranieri. Pomodori in faccia. Ogni anno, dal 1944, giovani da tutto il mondo si radunano a Bunol, città non lontana da Valencia, nell'Est della Spagna, per festeggiare la "Tomatina", la tradizionale festa di fine agosto e che trasforma come ogni anno le strade della città in un fiume di pomodoro a causa delle 120 tonnellate di pomodoro adoperate. 40 mila i giovani quest'anno, e ogni anno un numero sempre maggiore di stranieri prende parte alla tradizione del prendersi a pomodorate per strada.
Circa 40 mila giovani sono arrivati in Spagna da tutto il mondo per prendersi a pomodorate: 120 tonnellate di questo ortaggio sono state impiegate questa mattina a Bunol, nell'Est della Spagna, non lontano da Valencia, per la tradizionale "Tomatina", la festa di fine agosto che come ogni anno ha trasformato le strade della piccola città in un fiume di passata di pomodoro. La ricorrenza, nata nel 1944, attira anno dopo anno un numero sempre crescente di stranieri. Pomodori in faccia. Ogni anno, dal 1944, giovani da tutto il mondo si radunano a Bunol, città non lontana da Valencia, nell'Est della Spagna, per festeggiare la "Tomatina", la tradizionale festa di fine agosto e che trasforma come ogni anno le strade della città in un fiume di pomodoro a causa delle 120 tonnellate di pomodoro adoperate. 40 mila i giovani quest'anno, e ogni anno un numero sempre maggiore di stranieri prende parte alla tradizione del prendersi a pomodorate per strada.
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Coloro tra i miei studenti che vogliono essere sicuri di ottenere buoni risultati e laurearsi in tempo usano il sito di Knewton. Questa è una delle migliori piattaforme in circolazione per accertare l'apprendimento. La piattaforma offre una serie di domande per aiutarti a verificare se hai capito quello che hai ascoltato in classe e studiato sui libri. È costruita su un algoritmo che "impara" man mano che immagazzina dati. Così, maggiore il numero di utenti, migliore l'algoritmo. Non solo: la piattaforma è anche in grado di adattarsi all'utente. Quindi, tutti accedono alla stessa tecnologia e la tecnologia adatta i risultati. Knewton è una piattaforma usata dagli studenti universitari per accertare i loro progressi nell'apprendimento. Si basa su un algoritmo che immagazzina i dati forniti dai diversi utenti, migliorando le sue prestazioni e adattando le domande al profilo dell'utente.
Coloro tra i miei studenti che vogliono essere sicuri di ottenere buoni risultati e laurearsi in tempo usano il sito di Knewton. Questa è una delle migliori piattaforme in circolazione per accertare l'apprendimento. La piattaforma offre una serie di domande per aiutarti a verificare se hai capito quello che hai ascoltato in classe e studiato sui libri. È costruita su un algoritmo che "impara" man mano che immagazzina dati. Così, maggiore il numero di utenti, migliore l'algoritmo. Non solo: la piattaforma è anche in grado di adattarsi all'utente. Quindi, tutti accedono alla stessa tecnologia e la tecnologia adatta i risultati. Knewton è una piattaforma usata dagli studenti universitari per accertare i loro progressi nell'apprendimento. Si basa su un algoritmo che immagazzina i dati forniti dai diversi utenti, migliorando le sue prestazioni e adattando le domande al profilo dell'utente.
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Come è noto, a suo tempo Martin Heidegger propose una terza concezione di verità, che si pone in alternativa sia alla concezione della verità come corrispondenza (e cioè la concezione di tutte le filosofie religiose, dal cristianesimo tomistico al marxismo sovietico), sia alla concezione della verità come accordo linguistico e consensuale di tipo procedurale (e cioè la concezione di tutte le filosofie di tipo relativistico e convenzionalistico, di centro, di sinistra e di destra). Heidegger propose un concetto di verità alternativo a quella intesa come corrispondenza, tipica delle filosofie religiose, e a quella delle filosofie relativistiche e convenzionalistiche, in cui è intesa come accordo linguistico e consensuale di tipo procedurale.
Come è noto, a suo tempo Martin Heidegger propose una terza concezione di verità, che si pone in alternativa sia alla concezione della verità come corrispondenza (e cioè la concezione di tutte le filosofie religiose, dal cristianesimo tomistico al marxismo sovietico), sia alla concezione della verità come accordo linguistico e consensuale di tipo procedurale (e cioè la concezione di tutte le filosofie di tipo relativistico e convenzionalistico, di centro, di sinistra e di destra). Heidegger propose un concetto di verità alternativo a quella intesa come corrispondenza, tipica delle filosofie religiose, e a quella delle filosofie relativistiche e convenzionalistiche, in cui è intesa come accordo linguistico e consensuale di tipo procedurale.
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Come fanno i girasoli a seguire il sole? Il girasole è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Il suo nome scientifico, Helianthus annuus, deriva dalle parole greche "helios" (sole) e "anthos" (fiore) in riferimento al suo eliotropismo, cioè la tendenza a orientare i propri fiori verso il sole. Non avendo un apparato muscolare, il movimento è governato da un ormone vegetale, l'auxina, attivato dall'ombra e bloccato dalla luce diretta. L'ormone agisce sulla quantità d'acqua che può entrare e uscire dalle cellule della pianta: le cellule in ombra, con più auxina, si gonfiano maggiormente rispetto a quelle in piena luce, provocando il movimento della corolla. Lo scopo dì questo movimento è ottimizzare la fotosintesi e la produzione di semi. Siccome in un campo di girasoli non tutte le piante si sviluppano con la stessa velocità, possono coesistere organismi con i semi già maturi e altri che li stanno ancora fabbricando. i primi non hanno più bisogno di grandi quantità di energia e abbandonano il loro movimento. I più giovani invece, avendo ancora bisogno di energia, continuano a seguire il sole. Il girasole tende a orientare i fiori verso il sole, come ricorda anche il suo nome scientifico. Questo movimento è possibile grazie all'auxina, un ormone vegetale che viene attivato dall'ombra. Le cellule della pianta che sono in ombra hanno più auxina e si gonfiano più di quelle in piena luce provocando il movimento della corolla. Scopo del movimento è ottimizzare la fotosintesi e la produzione di semi, perciò non viene più compiuto dalle piante con semi già maturi.
Come fanno i girasoli a seguire il sole? Il girasole è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Il suo nome scientifico, Helianthus annuus, deriva dalle parole greche "helios" (sole) e "anthos" (fiore) in riferimento al suo eliotropismo, cioè la tendenza a orientare i propri fiori verso il sole. Non avendo un apparato muscolare, il movimento è governato da un ormone vegetale, l'auxina, attivato dall'ombra e bloccato dalla luce diretta. L'ormone agisce sulla quantità d'acqua che può entrare e uscire dalle cellule della pianta: le cellule in ombra, con più auxina, si gonfiano maggiormente rispetto a quelle in piena luce, provocando il movimento della corolla. Lo scopo dì questo movimento è ottimizzare la fotosintesi e la produzione di semi. Siccome in un campo di girasoli non tutte le piante si sviluppano con la stessa velocità, possono coesistere organismi con i semi già maturi e altri che li stanno ancora fabbricando. i primi non hanno più bisogno di grandi quantità di energia e abbandonano il loro movimento. I più giovani invece, avendo ancora bisogno di energia, continuano a seguire il sole. Il girasole tende a orientare i fiori verso il sole, come ricorda anche il suo nome scientifico. Questo movimento è possibile grazie all'auxina, un ormone vegetale che viene attivato dall'ombra. Le cellule della pianta che sono in ombra hanno più auxina e si gonfiano più di quelle in piena luce provocando il movimento della corolla. Scopo del movimento è ottimizzare la fotosintesi e la produzione di semi, perciò non viene più compiuto dalle piante con semi già maturi.
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Come ha scritto Sartre, il libro è insieme qualcosa di concreto e di immaginario: il suo consumo si trasforma in esercizio o provocazione dell'intelligenza. Più il suo consumo (la lettura) è gratuito, non utilitario (più soddisfa un bisogno culturale generale), più il libro si colloca (uscendo dall'ambito della documentazione) nell'ambito della letteratura. L'immaginazione si innesta qui su un libero bisogno dello spirito: l'operazione della lettura è creativa quanto l'operazione di scrittura dell'autore. Leggere un libro per soddisfare bisogni culturali generali, e non di documentazione, colloca tale libro nella letteratura. Un libro, osserva Sartre, unisce alla dimensione fisica anche una dimensione ideale. La sua lettura è uno stimolo all'intelligenza e non è operazione meno creativa della sua scrittura.
Come ha scritto Sartre, il libro è insieme qualcosa di concreto e di immaginario: il suo consumo si trasforma in esercizio o provocazione dell'intelligenza. Più il suo consumo (la lettura) è gratuito, non utilitario (più soddisfa un bisogno culturale generale), più il libro si colloca (uscendo dall'ambito della documentazione) nell'ambito della letteratura. L'immaginazione si innesta qui su un libero bisogno dello spirito: l'operazione della lettura è creativa quanto l'operazione di scrittura dell'autore. Leggere un libro per soddisfare bisogni culturali generali, e non di documentazione, colloca tale libro nella letteratura. Un libro, osserva Sartre, unisce alla dimensione fisica anche una dimensione ideale. La sua lettura è uno stimolo all'intelligenza e non è operazione meno creativa della sua scrittura.
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Come la democrazia ateniese è travagliata da una drammatica tensione di forze sociali e politiche, così l'arte classica è lontana dal razionale e pacato classicismo che comunemente le si attribuisce. Rigore, misura e convenzioni si intrecciano in essa, indissolubilmente, a una viva aspirazione naturalistica e in questo contrasto sta la sua vitalità più profonda. La vitalità dell'arte classica è originata dalla compresenza di equilibrio formale e energia naturalistica che si intrecciano indissolubilmente; proprio come la democrazia ateniese era percorsa dalla tensione tra diverse forze sociali e politiche.
Come la democrazia ateniese è travagliata da una drammatica tensione di forze sociali e politiche, così l'arte classica è lontana dal razionale e pacato classicismo che comunemente le si attribuisce. Rigore, misura e convenzioni si intrecciano in essa, indissolubilmente, a una viva aspirazione naturalistica e in questo contrasto sta la sua vitalità più profonda. La vitalità dell'arte classica è originata dalla compresenza di equilibrio formale e energia naturalistica che si intrecciano indissolubilmente; proprio come la democrazia ateniese era percorsa dalla tensione tra diverse forze sociali e politiche.
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Come scrisse Schumpeter: «I fatti economici e sociali si svolgono per impulso proprio e le situazioni che ne derivano costringono individui e gruppi a comportarsi in un certo modo, quali che siano i loro desideri». In questa impostazione, contrariamente a quella neoclassica, è la teoria microeconomica a dipendere da quella macroeconomica. L'impostazione di Schumpeter, al contrario di quella neoclassica, vede la teoria macroeconomica prevalere su quella microeconomia. Infatti, secondo il suo pensiero, i fatti economici e sociali prevalgono sui desideri di individui e gruppi.
Come scrisse Schumpeter: «I fatti economici e sociali si svolgono per impulso proprio e le situazioni che ne derivano costringono individui e gruppi a comportarsi in un certo modo, quali che siano i loro desideri». In questa impostazione, contrariamente a quella neoclassica, è la teoria microeconomica a dipendere da quella macroeconomica. L'impostazione di Schumpeter, al contrario di quella neoclassica, vede la teoria macroeconomica prevalere su quella microeconomia. Infatti, secondo il suo pensiero, i fatti economici e sociali prevalgono sui desideri di individui e gruppi.
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Come suggeriscono i termini stessi, la microeconomia si occupa del singolo soggetto, consumatore o imprenditore, considerato isolatamente, mentre la macroeconomia si occupa del funzionamento del sistema economico nel suo complesso. Oggetti di studio della macroeconomia sono, ad esempio, la determinazione del reddito nazionale, l'occupazione, la moneta, l'inflazione, la bilancia dei pagamenti. Di conseguenza la macroeconomia prende in considerazione grandezze economiche aggregate. La microeconomia si occupa di soggetti economici presi singolarmente, invece la macroeconomia si occupa di grandezze economiche aggregate, come il reddito nazionale, l'occupazione e la bilancia dei pagamenti.
Come suggeriscono i termini stessi, la microeconomia si occupa del singolo soggetto, consumatore o imprenditore, considerato isolatamente, mentre la macroeconomia si occupa del funzionamento del sistema economico nel suo complesso. Oggetti di studio della macroeconomia sono, ad esempio, la determinazione del reddito nazionale, l'occupazione, la moneta, l'inflazione, la bilancia dei pagamenti. Di conseguenza la macroeconomia prende in considerazione grandezze economiche aggregate. La microeconomia si occupa di soggetti economici presi singolarmente, invece la macroeconomia si occupa di grandezze economiche aggregate, come il reddito nazionale, l'occupazione e la bilancia dei pagamenti.
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Cominciamo con il dire che, naturalmente, può esserci un atteggiamento di totale negazione, a priori, dell'esistenza di altre civiltà extraterrestri: e in tal caso è inutile fare dei conteggi. Un altro atteggiamento (che è sostanzialmente quello condiviso dalla maggioranza degli scienziati) consiste nel dire che, siccome esistono delle leggi generali che valgono in tutti i punti dell'Universo, si può ragionevolmente pensare che un certo fenomeno avvenuto in un punto possa verificarsi anche in un altro, se le condizioni sono analoghe. Se non si rifiuta a priori la possibilità di rinvenire civiltà extraterrestri, si può partire dalla constatazione che le leggi dell'Universo valgono in tutti i suoi punti e che quindi non è impossibile che ciò che è accaduto in un luogo possa accadere anche in un altro. Così la pensa la maggioranza degli scienziati.
Cominciamo con il dire che, naturalmente, può esserci un atteggiamento di totale negazione, a priori, dell'esistenza di altre civiltà extraterrestri: e in tal caso è inutile fare dei conteggi. Un altro atteggiamento (che è sostanzialmente quello condiviso dalla maggioranza degli scienziati) consiste nel dire che, siccome esistono delle leggi generali che valgono in tutti i punti dell'Universo, si può ragionevolmente pensare che un certo fenomeno avvenuto in un punto possa verificarsi anche in un altro, se le condizioni sono analoghe. Se non si rifiuta a priori la possibilità di rinvenire civiltà extraterrestri, si può partire dalla constatazione che le leggi dell'Universo valgono in tutti i suoi punti e che quindi non è impossibile che ciò che è accaduto in un luogo possa accadere anche in un altro. Così la pensa la maggioranza degli scienziati.
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Comprensibilmente, chi viene rifiutato denuncia uno stato di grande ansia e riferisce di avere molte preoccupazioni, di sentirsi depresso e solo. In effetti è stato dimostrato che il grado di simpatia di cui gode un bambino in terza classe è un fattore predittivo più attendibile di ogni altro per quanto riguarda problemi di salute mentale che possono insorgere a diciotto anni: più attendibile delle valutazioni di insegnanti e assistenti sanitari, del rendimento scolastico, del quoziente intellettivo e perfino dei risultati ottenuti nei test psicologici. Una persona rifiutata incorre in ansia, preoccupazione, depressione e solitudine. Si è dimostrato che un fattore più efficace di altri (valutazioni di insegnanti e assistenti sanitari, rendimento scolastico, quoziente intellettivo e risultati ottenuti nei test psicologici) nel predire la possibile insorgenza di problemi di salute mentale a diciotto anni è il grado di simpatia goduto quando si era bambini di terza classe.
Comprensibilmente, chi viene rifiutato denuncia uno stato di grande ansia e riferisce di avere molte preoccupazioni, di sentirsi depresso e solo. In effetti è stato dimostrato che il grado di simpatia di cui gode un bambino in terza classe è un fattore predittivo più attendibile di ogni altro per quanto riguarda problemi di salute mentale che possono insorgere a diciotto anni: più attendibile delle valutazioni di insegnanti e assistenti sanitari, del rendimento scolastico, del quoziente intellettivo e perfino dei risultati ottenuti nei test psicologici. Una persona rifiutata incorre in ansia, preoccupazione, depressione e solitudine. Si è dimostrato che un fattore più efficace di altri (valutazioni di insegnanti e assistenti sanitari, rendimento scolastico, quoziente intellettivo e risultati ottenuti nei test psicologici) nel predire la possibile insorgenza di problemi di salute mentale a diciotto anni è il grado di simpatia goduto quando si era bambini di terza classe.
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Con il costituirsi e consolidarsi della "polis", cioè della città-Stato, l'uomo greco non sentì più alcuna antitesi e alcun vincolo alla propria libertà; anzi, fu portato a cogliere se medesimo essenzialmente come cittadino. L'uomo venne a coincidere con il cittadino medesimo. E così lo Stato divenne e rimase fino all'età ellenistica l'orizzonte etico dell'uomo greco. I cittadini sentirono i fini dello Stato come propri fini, il bene dello Stato come il proprio bene, la grandezza dello Stato come la propria grandezza, la libertà dello Stato come la propria libertà. Lo Stato, divenuto l'orizzonte etico dell'uomo greco con il costituirsi e il consolidarsi della "polis" (città-Stato), rimase tale fino all'età ellenistica. I cittadini non lo percepivano come in contrapposizione a loro né vincolante della loro libertà, sentendo come propri i suoi fini, il suo bene, la sua grandezza e la sua libertà.
Con il costituirsi e consolidarsi della "polis", cioè della città-Stato, l'uomo greco non sentì più alcuna antitesi e alcun vincolo alla propria libertà; anzi, fu portato a cogliere se medesimo essenzialmente come cittadino. L'uomo venne a coincidere con il cittadino medesimo. E così lo Stato divenne e rimase fino all'età ellenistica l'orizzonte etico dell'uomo greco. I cittadini sentirono i fini dello Stato come propri fini, il bene dello Stato come il proprio bene, la grandezza dello Stato come la propria grandezza, la libertà dello Stato come la propria libertà. Lo Stato, divenuto l'orizzonte etico dell'uomo greco con il costituirsi e il consolidarsi della "polis" (città-Stato), rimase tale fino all'età ellenistica. I cittadini non lo percepivano come in contrapposizione a loro né vincolante della loro libertà, sentendo come propri i suoi fini, il suo bene, la sua grandezza e la sua libertà.
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Con il termine Romanticismo si suole designare quel generale moto di rinnovamento spirituale che interessa tutta l'Europa colta, dal tardo Settecento alla vigilia del 1848, e che articolandosi in diverse generazioni, scuole, correnti, si esprime nelle lettere e nelle arti, nella filosofia e nel sentimento religioso, senza escludere la politica e persino, come nel caso del tedesco Adam Müller, l'economia politica. Il termine Romanticismo indica quel moto di rinnovamento spirituale che, presente in Europa dal tardo Settecento alla vigilia del 1848, si articola in varie generazioni, scuole e correnti, esprimendosi in diversi ambiti culturali, compresa l'economia politica.
Con il termine Romanticismo si suole designare quel generale moto di rinnovamento spirituale che interessa tutta l'Europa colta, dal tardo Settecento alla vigilia del 1848, e che articolandosi in diverse generazioni, scuole, correnti, si esprime nelle lettere e nelle arti, nella filosofia e nel sentimento religioso, senza escludere la politica e persino, come nel caso del tedesco Adam Müller, l'economia politica. Il termine Romanticismo indica quel moto di rinnovamento spirituale che, presente in Europa dal tardo Settecento alla vigilia del 1848, si articola in varie generazioni, scuole e correnti, esprimendosi in diversi ambiti culturali, compresa l'economia politica.
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Con la caduta autunnale delle foglie nel bosco deciduo, i suoi abitanti sono maggiormente esposti al cattivo tempo, e quando ha veramente inizio l'inverno, il bosco sembra addormentarsi. Tra i grandi alberi nudi, spogliati delle foglie ed eretti come scuri scheletri, le sole macchie di verde che rischiarano la tetraggine sono date dalle lucide foglie dell'agrifoglio e da quelle dell'edera. In questa stagione alcuni animali svernano appallottolati in luoghi sicuri, mentre altri se ne sono andati in ambienti più caldi. Quelli che restano e rimangono attivi sono assai guardinghi perché ora il sottobosco, su cui facevano assegnamento per nascondersi, è morto lasciandoli allo scoperto. Cadute le foglie, gli animali del bosco sono esposti alle intemperie e all'inizio dell'inverno il bosco si addormenta. Tra gli alberi nudi e scheletriti le uniche macchie verdi sono le foglie dell'agrifoglio e dell'edera. Gli animali rimasti o svernano appallottolati nelle tane o vivono prestando molta attenzione ai pericoli cui la morte del sottobosco li ha lasciati esposti.
Con la caduta autunnale delle foglie nel bosco deciduo, i suoi abitanti sono maggiormente esposti al cattivo tempo, e quando ha veramente inizio l'inverno, il bosco sembra addormentarsi. Tra i grandi alberi nudi, spogliati delle foglie ed eretti come scuri scheletri, le sole macchie di verde che rischiarano la tetraggine sono date dalle lucide foglie dell'agrifoglio e da quelle dell'edera. In questa stagione alcuni animali svernano appallottolati in luoghi sicuri, mentre altri se ne sono andati in ambienti più caldi. Quelli che restano e rimangono attivi sono assai guardinghi perché ora il sottobosco, su cui facevano assegnamento per nascondersi, è morto lasciandoli allo scoperto. Cadute le foglie, gli animali del bosco sono esposti alle intemperie e all'inizio dell'inverno il bosco si addormenta. Tra gli alberi nudi e scheletriti le uniche macchie verdi sono le foglie dell'agrifoglio e dell'edera. Gli animali rimasti o svernano appallottolati nelle tane o vivono prestando molta attenzione ai pericoli cui la morte del sottobosco li ha lasciati esposti.
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Con l'avvento al potere del fascismo, lo sviluppo dell'editoria, della stampa e delle idee rallenta, così come, dopo il decollo industriale, la crescita economica tende al ristagno, anche a causa della grave crisi internazionale che raggiungerà il culmine intorno agli anni Trenta. La stampa e l'editoria, inoltre, vengono controllate e sottoposte a censure, mentre lo scambio di opinioni diventa più cauto perché condizionato dalla presenza di un regime che porterà a mano a mano a una chiusura nazionalistica della cultura e della lingua. A causa dell'avvento del fascismo si ha un rallentamento dello sviluppo dell'editoria e della stampa, che via via saranno sempre più vittime di controlli e censure. Inoltre, anche a causa della crisi internazionale, si ferma anche la crescita economica.
Con l'avvento al potere del fascismo, lo sviluppo dell'editoria, della stampa e delle idee rallenta, così come, dopo il decollo industriale, la crescita economica tende al ristagno, anche a causa della grave crisi internazionale che raggiungerà il culmine intorno agli anni Trenta. La stampa e l'editoria, inoltre, vengono controllate e sottoposte a censure, mentre lo scambio di opinioni diventa più cauto perché condizionato dalla presenza di un regime che porterà a mano a mano a una chiusura nazionalistica della cultura e della lingua. A causa dell'avvento del fascismo si ha un rallentamento dello sviluppo dell'editoria e della stampa, che via via saranno sempre più vittime di controlli e censure. Inoltre, anche a causa della crisi internazionale, si ferma anche la crescita economica.
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Con l'espressione "social science-fiction" o fantascienza sociologica si intende un particolare filone della letteratura fantascientifica statunitense, diffuso negli anni Cinquanta, che ha il suo punto di riferimento nella rivista "Galaxy", fondata nel 1950. La paura della bomba atomica, lo spettro della catastrofe ecologica e il rischio di una terza guerra mondiale con esiti distruttivi per il nostro pianeta sono i fatti concreti, reali, che cominciarono in quegli anni a ispirare gli scrittori di "science-fiction". (...) Un tratto tipico della fantascienza sociologica è la denuncia dei rischi di involuzione presenti nel sistema di vita americano, e già percepibili nella realtà quotidiana, mediante la loro trasposizione in forma esasperata e vistosa in un futuro non troppo remoto; le paure più minacciose riguardano la meccanizzazione e la disumanizzazione totale dei rapporti, l'invadenza della tecnologia e della mercificazione. La paura della bomba atomica, della distruzione del pianeta, di una terza guerra mondiale ispirò la fantascienza sociologica, o "social science-fiction", nell'ambito della letteratura fantascientifica statunitense degli anni Cinquanta e, in particolare, della rivista "Galaxy". Le opere di questo filone presentano in un futuro prossimo e denunciano, esasperandoli, gli aspetti più inquietanti del sistema di vita americano, nel quale i rapporti umani sono dominati dalle macchine e dalla tecnologia e l'uomo è ridotto a merce.
Con l'espressione "social science-fiction" o fantascienza sociologica si intende un particolare filone della letteratura fantascientifica statunitense, diffuso negli anni Cinquanta, che ha il suo punto di riferimento nella rivista "Galaxy", fondata nel 1950. La paura della bomba atomica, lo spettro della catastrofe ecologica e il rischio di una terza guerra mondiale con esiti distruttivi per il nostro pianeta sono i fatti concreti, reali, che cominciarono in quegli anni a ispirare gli scrittori di "science-fiction". (...) Un tratto tipico della fantascienza sociologica è la denuncia dei rischi di involuzione presenti nel sistema di vita americano, e già percepibili nella realtà quotidiana, mediante la loro trasposizione in forma esasperata e vistosa in un futuro non troppo remoto; le paure più minacciose riguardano la meccanizzazione e la disumanizzazione totale dei rapporti, l'invadenza della tecnologia e della mercificazione. La paura della bomba atomica, della distruzione del pianeta, di una terza guerra mondiale ispirò la fantascienza sociologica, o "social science-fiction", nell'ambito della letteratura fantascientifica statunitense degli anni Cinquanta e, in particolare, della rivista "Galaxy". Le opere di questo filone presentano in un futuro prossimo e denunciano, esasperandoli, gli aspetti più inquietanti del sistema di vita americano, nel quale i rapporti umani sono dominati dalle macchine e dalla tecnologia e l'uomo è ridotto a merce.
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Con l'improvvisa e travolgente implosione di una stella, la temperatura complessiva sale a valori enormi in conseguenza della conversione di energia gravitazionale in calore e tutto il combustibile rimasto nella stella partecipa a una serie generalizzata e quasi istantanea di reazioni di fusione. Si verifica così l'esplosione, di dimensioni inimmaginabili, della supernova, che consente a questa di uguagliare per qualche tempo la luminosità dell'intera galassia di cui fa parte. Quando una stella implode improvvisamente, l'energia gravitazionale si tramuta in calore, portando la temperatura a valori enormi. Si determina allora una serie quasi istantanea di reazioni di fusione, che coinvolgono il combustibile rimasto. Così, esplode la supernova, con un'energia tale da uguagliare la luminosità della sua galassia.
Con l'improvvisa e travolgente implosione di una stella, la temperatura complessiva sale a valori enormi in conseguenza della conversione di energia gravitazionale in calore e tutto il combustibile rimasto nella stella partecipa a una serie generalizzata e quasi istantanea di reazioni di fusione. Si verifica così l'esplosione, di dimensioni inimmaginabili, della supernova, che consente a questa di uguagliare per qualche tempo la luminosità dell'intera galassia di cui fa parte. Quando una stella implode improvvisamente, l'energia gravitazionale si tramuta in calore, portando la temperatura a valori enormi. Si determina allora una serie quasi istantanea di reazioni di fusione, che coinvolgono il combustibile rimasto. Così, esplode la supernova, con un'energia tale da uguagliare la luminosità della sua galassia.
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Considerando il discorso poetico da una globale prospettiva storica e senza le solite presupposizioni idealistiche, bisogna concludere che la versificazione, o meglio, con termine più neutro, la segmentazione, è rimasta l'unico criterio che possa veramente distinguerlo dalla prosa. Tutti gli altri criteri tradizionalmente applicati non possono considerarsi più distintivi: troppi controesempi che annullano le stesse distinzioni. La segmentazione è ormai l'unico criterio per distinguere veramente la poesia dalla prosa.
Considerando il discorso poetico da una globale prospettiva storica e senza le solite presupposizioni idealistiche, bisogna concludere che la versificazione, o meglio, con termine più neutro, la segmentazione, è rimasta l'unico criterio che possa veramente distinguerlo dalla prosa. Tutti gli altri criteri tradizionalmente applicati non possono considerarsi più distintivi: troppi controesempi che annullano le stesse distinzioni. La segmentazione è ormai l'unico criterio per distinguere veramente la poesia dalla prosa.
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Consideriamo ora la parola "nervosismo". Questo stato è caratterizzato da certe reazioni neurofisiologiche (che possono variare da caso a caso e che comprendono maggiore sudorazione, aumento del battito cardiaco, contrazione muscolare, ecc.), da certi comportamenti manifesti (che possono anch'essi variare di volta in volta e che possono essere irrequietezza, incapacità di stare fermi o seduti, comportamenti stereotipati, sfregarsi o torcersi le mani, ecc.), da un resoconto soggettivo che ne indica la presenza (il soggetto è consapevole di essere nervoso e lo indica). Il "nervosismo" è caratterizzato da reazioni neurofisiologiche (per esempio aumento della sudorazione e del battito cardiaco, contrazione muscolare ecc.), comportamenti visibili (come irrequietezza, sfregamenti delle mani, incapacità a stare fermi ecc.) e dalla consapevolezza del soggetto di essere nervoso.
Consideriamo ora la parola "nervosismo". Questo stato è caratterizzato da certe reazioni neurofisiologiche (che possono variare da caso a caso e che comprendono maggiore sudorazione, aumento del battito cardiaco, contrazione muscolare, ecc.), da certi comportamenti manifesti (che possono anch'essi variare di volta in volta e che possono essere irrequietezza, incapacità di stare fermi o seduti, comportamenti stereotipati, sfregarsi o torcersi le mani, ecc.), da un resoconto soggettivo che ne indica la presenza (il soggetto è consapevole di essere nervoso e lo indica). Il "nervosismo" è caratterizzato da reazioni neurofisiologiche (per esempio aumento della sudorazione e del battito cardiaco, contrazione muscolare ecc.), comportamenti visibili (come irrequietezza, sfregamenti delle mani, incapacità a stare fermi ecc.) e dalla consapevolezza del soggetto di essere nervoso.
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Consumare è una forma dell'avere, forse quella più importante per l'odierna società industriale opulenta. Il consumo ha caratteristiche ambivalenti: placa l'ansia, perché ciò che uno ha non può essergli ripreso; ma impone anche che il consumatore consumi sempre di più, dal momento che il consumo precedente ben presto perde il proprio carattere gratificante. Nella ricca società industriale di oggi la forma probabilmente più importante dell'avere è il consumo. Esso implica il possesso, e in questo senso ha un effetto ansiolitico, ma d'altro canto crea dipendenza: la gratificazione del consumo ha effetto breve e il consumatore ha bisogno di consumare sempre di più.
Consumare è una forma dell'avere, forse quella più importante per l'odierna società industriale opulenta. Il consumo ha caratteristiche ambivalenti: placa l'ansia, perché ciò che uno ha non può essergli ripreso; ma impone anche che il consumatore consumi sempre di più, dal momento che il consumo precedente ben presto perde il proprio carattere gratificante. Nella ricca società industriale di oggi la forma probabilmente più importante dell'avere è il consumo. Esso implica il possesso, e in questo senso ha un effetto ansiolitico, ma d'altro canto crea dipendenza: la gratificazione del consumo ha effetto breve e il consumatore ha bisogno di consumare sempre di più.
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Continua il trend di crescita delle startup innovative italiane, che raggiungono quota 9.396 alla fine del secondo trimestre dell'anno, in crescita del 5,9% rispetto a fine marzo, e impiegano 48.965 persone, tra soci e addetti, il 34,1% in più rispetto all'anno precedente. "Considerando il trend di forte crescita, sia per il numero dei soci che degli addetti, è lecito presumere che già a metà 2018 il totale del personale coinvolto nelle startup innovative italiane abbia ampiamente superato, per la prima volta, le 50 mila unità". È quanto emerge dal rapporto trimestrale sulle startup innovative iscritte al registro delle imprese, realizzato da Mise e InfoCamere, con la collaborazione di Unioncamere. Il rapporto trimestrale di Mise e InfoCamere registra un trend di crescita rispetto all'anno precedente per le aziende che si lanciano sul mercato sull'onda di un'idea innovativa. Rispetto alla fine del primo trimestre, si registra una crescita del 5,9% alla fine del secondo, e considerando tale tendenza si può ipotizzare entro giugno 2018 un superamento delle 50 mila unità di persone occupate in questo settore tra soci e addetti.
Continua il trend di crescita delle startup innovative italiane, che raggiungono quota 9.396 alla fine del secondo trimestre dell'anno, in crescita del 5,9% rispetto a fine marzo, e impiegano 48.965 persone, tra soci e addetti, il 34,1% in più rispetto all'anno precedente. "Considerando il trend di forte crescita, sia per il numero dei soci che degli addetti, è lecito presumere che già a metà 2018 il totale del personale coinvolto nelle startup innovative italiane abbia ampiamente superato, per la prima volta, le 50 mila unità". È quanto emerge dal rapporto trimestrale sulle startup innovative iscritte al registro delle imprese, realizzato da Mise e InfoCamere, con la collaborazione di Unioncamere. Il rapporto trimestrale di Mise e InfoCamere registra un trend di crescita rispetto all'anno precedente per le aziende che si lanciano sul mercato sull'onda di un'idea innovativa. Rispetto alla fine del primo trimestre, si registra una crescita del 5,9% alla fine del secondo, e considerando tale tendenza si può ipotizzare entro giugno 2018 un superamento delle 50 mila unità di persone occupate in questo settore tra soci e addetti.
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Contrariamente alle leggende, infatti, nessuno nasce con il ritmo nel sangue e le ovvie differenze ritmiche tra musica pop di origine anglosassone, caratterizzata da ritmi semplici e ripetitivi e, per esempio, le danze balcaniche, costruite su ritmi complessi, non hanno niente a che fare con la genetica. Se un adulto non riesce a seguire il sirtaki o balla in modo sgangherato la musica ungherese è perché è stato educato a suon di ritmi più semplici: è più difficile imparare un ritmo complesso se si conoscono solo quelli semplici. È falsa la credenza che il gusto musicale dipenda dalle genetica. È infatti solo questione di educazione musicale ricevuta. Se un adulto è, per esempio, in difficoltà davanti alla musica ungherese, è solo perché è avvezzo a ritmi più semplici.
Contrariamente alle leggende, infatti, nessuno nasce con il ritmo nel sangue e le ovvie differenze ritmiche tra musica pop di origine anglosassone, caratterizzata da ritmi semplici e ripetitivi e, per esempio, le danze balcaniche, costruite su ritmi complessi, non hanno niente a che fare con la genetica. Se un adulto non riesce a seguire il sirtaki o balla in modo sgangherato la musica ungherese è perché è stato educato a suon di ritmi più semplici: è più difficile imparare un ritmo complesso se si conoscono solo quelli semplici. È falsa la credenza che il gusto musicale dipenda dalle genetica. È infatti solo questione di educazione musicale ricevuta. Se un adulto è, per esempio, in difficoltà davanti alla musica ungherese, è solo perché è avvezzo a ritmi più semplici.
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Convenzionalmente si pone l'inizio dell'epoca medievale nel 476, quando la riconsegna all'imperatore di Bisanzio delle insegne imperiali da parte di Odoacre sancisce la scomparsa dell'impero romano d'Occidente. Da molto tempo, tuttavia, all'interno del mondo antico era in atto un ampio cambiamento da cui sarebbe poi nata la civiltà medievale, frutto della fusione di tre elementi: la tradizione germanica, la cultura romana e la religione cristiana. Per convenzione l'epoca medievale inizia nel 476, con la scomparsa dell'impero romano d'Occidente, sebbene i cambiamenti che hanno dato origine alla civiltà medievale, frutto della fusione tra la tradizione germanica, la cultura romana e la religione cristiana, siano cominciati molto prima di quella data.
Convenzionalmente si pone l'inizio dell'epoca medievale nel 476, quando la riconsegna all'imperatore di Bisanzio delle insegne imperiali da parte di Odoacre sancisce la scomparsa dell'impero romano d'Occidente. Da molto tempo, tuttavia, all'interno del mondo antico era in atto un ampio cambiamento da cui sarebbe poi nata la civiltà medievale, frutto della fusione di tre elementi: la tradizione germanica, la cultura romana e la religione cristiana. Per convenzione l'epoca medievale inizia nel 476, con la scomparsa dell'impero romano d'Occidente, sebbene i cambiamenti che hanno dato origine alla civiltà medievale, frutto della fusione tra la tradizione germanica, la cultura romana e la religione cristiana, siano cominciati molto prima di quella data.
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Correre aiuta a "ringiovanire" il cervello. È questo il risultato dei test condotti dai ricercatori italiani sui topi nell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr). Secondo i ricercatori, i nuovi dati aprono nuove prospettive nell'ambito della medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale. Finora era noto che l'esercizio fisico apporta benefici anche al cervello, favorendo la produzione di nuovi neuroni. Adesso, per la prima volta, si dimostra che correre può stimolare la produzione di nuove cellule staminali, rallentando in questo modo il processo di invecchiamento del cervello e favorendo capacità fondamentali, come la memoria. Secondo i ricercatori italiani dell'Ibcn-Cnr, che hanno condotto uno studio sui topi, correre aiuta a "ringiovanire il cervello" perché l'esercizio fisico non solo favorisce la produzione di nuovi neuroni (cosa già risaputa), ma stimola anche la produzione di nuove cellule staminali. Questo rallenta l'invecchiamento del cervello e favorisce capacità fondamentali come la memoria.
Correre aiuta a "ringiovanire" il cervello. È questo il risultato dei test condotti dai ricercatori italiani sui topi nell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr). Secondo i ricercatori, i nuovi dati aprono nuove prospettive nell'ambito della medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale. Finora era noto che l'esercizio fisico apporta benefici anche al cervello, favorendo la produzione di nuovi neuroni. Adesso, per la prima volta, si dimostra che correre può stimolare la produzione di nuove cellule staminali, rallentando in questo modo il processo di invecchiamento del cervello e favorendo capacità fondamentali, come la memoria. Secondo i ricercatori italiani dell'Ibcn-Cnr, che hanno condotto uno studio sui topi, correre aiuta a "ringiovanire il cervello" perché l'esercizio fisico non solo favorisce la produzione di nuovi neuroni (cosa già risaputa), ma stimola anche la produzione di nuove cellule staminali. Questo rallenta l'invecchiamento del cervello e favorisce capacità fondamentali come la memoria.
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Così nacque quella che doveva essere la nuova Europa, sulle macerie della vecchia. Molti nazisti furono lasciati sopravvivere. Ma sopravvissero senza nessun pentimento, senza nessuna abiura, perché servivano così com'erano, utili ai vincitori contro il nuovo nemico, che adesso erano i russi, i comunisti, ritenuti più pericolosi dei nazisti di Hitler. Furono stretti nuovi patti. Firmate nuove clausole. Alcune alla luce del sole. Altre segrete. La parola d'ordine era: voltare pagina; mettere una pietra sopra il passato; dimenticare. (...) E fu così che la strage di Meina e del lago Maggiore - la prima compiuta dai tedeschi in Italia - diventò la strage più dimenticata. La prima strage compiuta dai tedeschi in Italia, quella di Meina e del lago Maggiore, diventò la strage più dimenticata, infatti dimenticare il passato era la nuova parola d'ordine: molti nazisti furono lasciati sopravvivere senza bisogno di pentimento perchè erano utili ai vincitori contro i nuovi nemici, i russi, i comunisti.
Così nacque quella che doveva essere la nuova Europa, sulle macerie della vecchia. Molti nazisti furono lasciati sopravvivere. Ma sopravvissero senza nessun pentimento, senza nessuna abiura, perché servivano così com'erano, utili ai vincitori contro il nuovo nemico, che adesso erano i russi, i comunisti, ritenuti più pericolosi dei nazisti di Hitler. Furono stretti nuovi patti. Firmate nuove clausole. Alcune alla luce del sole. Altre segrete. La parola d'ordine era: voltare pagina; mettere una pietra sopra il passato; dimenticare. (...) E fu così che la strage di Meina e del lago Maggiore - la prima compiuta dai tedeschi in Italia - diventò la strage più dimenticata. La prima strage compiuta dai tedeschi in Italia, quella di Meina e del lago Maggiore, diventò la strage più dimenticata, infatti dimenticare il passato era la nuova parola d'ordine: molti nazisti furono lasciati sopravvivere senza bisogno di pentimento perchè erano utili ai vincitori contro i nuovi nemici, i russi, i comunisti.
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Costituita per il 60% di giovani con meno di vent'anni, la popolazione della Repubblica Democratica del Congo è stata stimata nel 2018 a circa 78 milioni di abitanti, che comunicano in quattro lingue principali: la lingua ufficiale, il francese; il lingala, parlato a Kinshasa e intorno all'equatore, parlato anche dall'esercito; il tshiluba, parlato nelle province del Kasai; lo swaili, parlato nel Katanga, nel Kivu e nella provincia orientale. La Repubblica Democratica del Congo ha una popolazione stimata nel 2018 di 78 milioni di abitanti, di cui tre quinti sotto i vent'anni. Si parlano quattro lingue principali: il francese (lingua ufficiale), il lingala (lingua usata anche dall'esercito), il tshiluba (parlato nelle province del Kasai) e lo swaili.
Costituita per il 60% di giovani con meno di vent'anni, la popolazione della Repubblica Democratica del Congo è stata stimata nel 2018 a circa 78 milioni di abitanti, che comunicano in quattro lingue principali: la lingua ufficiale, il francese; il lingala, parlato a Kinshasa e intorno all'equatore, parlato anche dall'esercito; il tshiluba, parlato nelle province del Kasai; lo swaili, parlato nel Katanga, nel Kivu e nella provincia orientale. La Repubblica Democratica del Congo ha una popolazione stimata nel 2018 di 78 milioni di abitanti, di cui tre quinti sotto i vent'anni. Si parlano quattro lingue principali: il francese (lingua ufficiale), il lingala (lingua usata anche dall'esercito), il tshiluba (parlato nelle province del Kasai) e lo swaili.
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Credenze, culti religiosi, manifestazioni artistiche di varia natura, conoscenze e abilità tecniche, istituzioni politiche, organizzazioni militari esistevano anche presso i popoli orientali che si affacciarono alla civiltà anteriormente ai Greci. Viceversa, per quanto concerne la filosofia, noi ci troviamo di fronte a un fenomeno così nuovo che non soltanto non ha l'identico corrispettivo presso i popoli orientali, ma nemmeno qualcosa che analogicamente, dal punto di vista metodologico, ammetta il paragone con la filosofia dei Greci o la prefiguri in modo inequivoco. Mentre elementi come credenze, culti religiosi, arte, tecnica, istituzioni politiche, organizzazioni militari erano comuni sia ai Greci che ai popoli orientali anteriori a loro, la filosofia dei primi fu un aspetto nuovo che non ha uguali corrispettivi nei secondi, né si trova qualcosa che vi si possa paragonare metodologicamente o che la precorra chiaramente.
Credenze, culti religiosi, manifestazioni artistiche di varia natura, conoscenze e abilità tecniche, istituzioni politiche, organizzazioni militari esistevano anche presso i popoli orientali che si affacciarono alla civiltà anteriormente ai Greci. Viceversa, per quanto concerne la filosofia, noi ci troviamo di fronte a un fenomeno così nuovo che non soltanto non ha l'identico corrispettivo presso i popoli orientali, ma nemmeno qualcosa che analogicamente, dal punto di vista metodologico, ammetta il paragone con la filosofia dei Greci o la prefiguri in modo inequivoco. Mentre elementi come credenze, culti religiosi, arte, tecnica, istituzioni politiche, organizzazioni militari erano comuni sia ai Greci che ai popoli orientali anteriori a loro, la filosofia dei primi fu un aspetto nuovo che non ha uguali corrispettivi nei secondi, né si trova qualcosa che vi si possa paragonare metodologicamente o che la precorra chiaramente.
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Da alcuni mesi il prezzo del lime, un agrume essenziale per fare alcuni cocktail come per esempio il margarita, è quasi quintuplicato. In quasi tutti gli Stati Uniti i cocktail a base di lime sono diventati quasi introvabili oppure i loro prezzi si sono moltiplicati. Secondo il New York Times, una combinazione di piogge fuori stagione e di malattie delle piante hanno gravemente danneggiato la produzione di quest'anno di lime. La carestia ha portato a un aumento dei prezzi del lime in Messico, ma ancora di più nel suo principale cliente. Negli Stati Uniti una cassa di lime da quindici chili è passata da un prezzo di circa 15 dollari a 100 dollari. Negli ultimi mesi negli Stati Uniti il prezzo del lime è molto aumentato poiché, scrive il New York Times, le produzioni di quest'anno sono state molto danneggiate da piogge fuori stagione e da malattie delle piante.
Da alcuni mesi il prezzo del lime, un agrume essenziale per fare alcuni cocktail come per esempio il margarita, è quasi quintuplicato. In quasi tutti gli Stati Uniti i cocktail a base di lime sono diventati quasi introvabili oppure i loro prezzi si sono moltiplicati. Secondo il New York Times, una combinazione di piogge fuori stagione e di malattie delle piante hanno gravemente danneggiato la produzione di quest'anno di lime. La carestia ha portato a un aumento dei prezzi del lime in Messico, ma ancora di più nel suo principale cliente. Negli Stati Uniti una cassa di lime da quindici chili è passata da un prezzo di circa 15 dollari a 100 dollari. Negli ultimi mesi negli Stati Uniti il prezzo del lime è molto aumentato poiché, scrive il New York Times, le produzioni di quest'anno sono state molto danneggiate da piogge fuori stagione e da malattie delle piante.
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Da ottobre 2001, la pubblicità in televisione è cambiata. L'Autorità per le Comunicazioni ha varato il nuovo regolamento in materia, introducendo limiti e restrizioni per i cartoni animati, le telepromozioni, i tempi tra un break e l'altro. L'obiettivo dichiarato è quello di sconfiggere i messaggi clandestini o subliminali. Per questo sono previste sanzioni senza precedenti per le emittenti che infrangeranno le nuove regole: da un minimo di 25.000 euro a un massimo di 150 milioni di euro. Nel 2001 l'Autorità per le Comunicazioni ha introdotto restrizioni per cartoni animati, telepromozioni e tempi delle interruzioni pubblicitarie, contro i messaggi subliminali, con sanzioni che vanno da 25.000 a 150 milioni di euro.
Da ottobre 2001, la pubblicità in televisione è cambiata. L'Autorità per le Comunicazioni ha varato il nuovo regolamento in materia, introducendo limiti e restrizioni per i cartoni animati, le telepromozioni, i tempi tra un break e l'altro. L'obiettivo dichiarato è quello di sconfiggere i messaggi clandestini o subliminali. Per questo sono previste sanzioni senza precedenti per le emittenti che infrangeranno le nuove regole: da un minimo di 25.000 euro a un massimo di 150 milioni di euro. Nel 2001 l'Autorità per le Comunicazioni ha introdotto restrizioni per cartoni animati, telepromozioni e tempi delle interruzioni pubblicitarie, contro i messaggi subliminali, con sanzioni che vanno da 25.000 a 150 milioni di euro.
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Da Parma, percorrendo il tracciato principale della Francigena, s'incontra S. Geminiano a Vicofertile. Fondata romanica nel 1039 e rimaneggiata in chiave gotica, questa pieve subì diverse aggiunte barocche nel XVII secolo: fortunatamente il restauro eseguito nel 1912 l'ha riportata alle forme originarie, esaltando i colori delle terrecotte, molto usate nell'interno. La pieve di S. Geminiano a Vicofertile si trova sulla via Francigena presso Parma; la sua origine romanica fu modificata in stile gotico; nel XVII secolo subì varie aggiunte barocche. Con il restauro del 1912 la pieve riacquistò le forme della sua fondazione e le numerose terrecotte dell'interno recuperarono i loro colori.
Da Parma, percorrendo il tracciato principale della Francigena, s'incontra S. Geminiano a Vicofertile. Fondata romanica nel 1039 e rimaneggiata in chiave gotica, questa pieve subì diverse aggiunte barocche nel XVII secolo: fortunatamente il restauro eseguito nel 1912 l'ha riportata alle forme originarie, esaltando i colori delle terrecotte, molto usate nell'interno. La pieve di S. Geminiano a Vicofertile si trova sulla via Francigena presso Parma; la sua origine romanica fu modificata in stile gotico; nel XVII secolo subì varie aggiunte barocche. Con il restauro del 1912 la pieve riacquistò le forme della sua fondazione e le numerose terrecotte dell'interno recuperarono i loro colori.
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Da tempo molti analisti indicano l'attuale come il "secolo asiatico", dopo l'800 "secolo europeo" e il 900 "secolo americano". Ma è sempre più evidente che, in realtà, si debba parlare di "secolo cinese": il progressivo spostamento degli equilibri geo- economici globali sta infatti producendo risultati spettacolari e la Cina acquisisce la supremazia in molti settori strategici. Il 900 è stato definito il "secolo americano", l'800 quello europeo e l'attuale invece il "secolo asiatico", anche se è sempre più evidente che si dovrà rinominare "secolo cinese". La Cina sta infatti acquisendo la supremazia in molti settori strategici.
Da tempo molti analisti indicano l'attuale come il "secolo asiatico", dopo l'800 "secolo europeo" e il 900 "secolo americano". Ma è sempre più evidente che, in realtà, si debba parlare di "secolo cinese": il progressivo spostamento degli equilibri geo- economici globali sta infatti producendo risultati spettacolari e la Cina acquisisce la supremazia in molti settori strategici. Il 900 è stato definito il "secolo americano", l'800 quello europeo e l'attuale invece il "secolo asiatico", anche se è sempre più evidente che si dovrà rinominare "secolo cinese". La Cina sta infatti acquisendo la supremazia in molti settori strategici.
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Da tre anni a questa parte il lavoro domestico mostra segnali di crisi. Parliamo di lavoro regolare e irregolare. Secondo l'Osservatorio sui lavoratori domestici dell'Inps i contratti nel 2009 raggiunsero le 963.000 unità, picco in larga parte attribuibile alla regolarizzazione di quell'anno. Finisce allora una crescita particolarmente pronunciata: basti pensare che all'inizio degli anni Duemila i contratti erano meno di 300.000. Dal 2009 si registra un calo: oltre 80.000 unità in meno nei due anni successivi. E i segnali che continuiamo a raccogliere ci parlano di una discesa che prosegue, ancorché in misura meno pronunciata, nel sommerso. L'Osservatorio sui lavori domestici dell'Inps documenta 963.000 contratti nel 2009, picco di una crescita particolarmente pronunciata (all'inizio degli anni Duemila di contratti ce n'erano meno di 300.000). Ma dal 2009 inizia un calo (oltre 80.000 unità in meno nei due anni successivi) e i segnali indicano una discesa che prosegue e che riguarda, anche se meno pronunciata, anche il sommerso.
Da tre anni a questa parte il lavoro domestico mostra segnali di crisi. Parliamo di lavoro regolare e irregolare. Secondo l'Osservatorio sui lavoratori domestici dell'Inps i contratti nel 2009 raggiunsero le 963.000 unità, picco in larga parte attribuibile alla regolarizzazione di quell'anno. Finisce allora una crescita particolarmente pronunciata: basti pensare che all'inizio degli anni Duemila i contratti erano meno di 300.000. Dal 2009 si registra un calo: oltre 80.000 unità in meno nei due anni successivi. E i segnali che continuiamo a raccogliere ci parlano di una discesa che prosegue, ancorché in misura meno pronunciata, nel sommerso. L'Osservatorio sui lavori domestici dell'Inps documenta 963.000 contratti nel 2009, picco di una crescita particolarmente pronunciata (all'inizio degli anni Duemila di contratti ce n'erano meno di 300.000). Ma dal 2009 inizia un calo (oltre 80.000 unità in meno nei due anni successivi) e i segnali indicano una discesa che prosegue e che riguarda, anche se meno pronunciata, anche il sommerso.
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Da uno studio pubblicato su "Nature" arriva la conferma che la popolazione degli anfibi declina in modo molto superiore a quella di altri gruppi di vertebrati, con il 30% di tutte le specie indicate come minacciate dall'Union for conservation of nature. Le cause: i cambiamenti climatici, il consumo del territorio e la diffusione di una malattia fungina patogena. I ricercatori hanno valutato la distribuzione spaziale e le interazioni delle principali minacce per gli anfibi in relazione alla distribuzione globale della loro specie, dimostrando che la maggior quantità di specie colpite dai cambiamenti climatici si può trovare in Africa, nel nord del Sudamerica e sulle Ande. Nel complesso, le aree più ricche di fauna che ospitano anfibi sono sproporzionatamente più colpite da uno o più fattori di rischio rispetto alle aree con una bassa ricchezza. Le valutazioni degli scienziati suggeriscono che il declino degli anfibi rischia di accelerare in futuro, perché molteplici cause di estinzione potrebbero mettere a repentaglio le popolazioni molto più di quanto suggerito dalle precedenti valutazioni. "Nature" ha pubblicato uno studio secondo cui gli anfibi diminuiscono più di tutti gli altri vertebrati a causa dei cambiamenti del clima, del consumo del territorio e della diffusione di una malattia fungina. L'Union for conservation of nature ritiene minacciate il 30% delle specie di anfibi. In Africa, sulle Ande e nel nord del Sudamerica si trova il maggior numero di specie danneggiate dai cambiamenti climatici. Le zone più ricche di fauna che ospitano anfibi sono sproporzionatamente più colpite dai fattori di rischio rispetto a quelle meno ricche. Si teme inoltre un'accelerazione del declino di questi animali per cause non considerate nelle precedenti valutazioni del problema.
Da uno studio pubblicato su "Nature" arriva la conferma che la popolazione degli anfibi declina in modo molto superiore a quella di altri gruppi di vertebrati, con il 30% di tutte le specie indicate come minacciate dall'Union for conservation of nature. Le cause: i cambiamenti climatici, il consumo del territorio e la diffusione di una malattia fungina patogena. I ricercatori hanno valutato la distribuzione spaziale e le interazioni delle principali minacce per gli anfibi in relazione alla distribuzione globale della loro specie, dimostrando che la maggior quantità di specie colpite dai cambiamenti climatici si può trovare in Africa, nel nord del Sudamerica e sulle Ande. Nel complesso, le aree più ricche di fauna che ospitano anfibi sono sproporzionatamente più colpite da uno o più fattori di rischio rispetto alle aree con una bassa ricchezza. Le valutazioni degli scienziati suggeriscono che il declino degli anfibi rischia di accelerare in futuro, perché molteplici cause di estinzione potrebbero mettere a repentaglio le popolazioni molto più di quanto suggerito dalle precedenti valutazioni. "Nature" ha pubblicato uno studio secondo cui gli anfibi diminuiscono più di tutti gli altri vertebrati a causa dei cambiamenti del clima, del consumo del territorio e della diffusione di una malattia fungina. L'Union for conservation of nature ritiene minacciate il 30% delle specie di anfibi. In Africa, sulle Ande e nel nord del Sudamerica si trova il maggior numero di specie danneggiate dai cambiamenti climatici. Le zone più ricche di fauna che ospitano anfibi sono sproporzionatamente più colpite dai fattori di rischio rispetto a quelle meno ricche. Si teme inoltre un'accelerazione del declino di questi animali per cause non considerate nelle precedenti valutazioni del problema.
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Dal ceppo originario del latino classico, parlato, scritto e insegnato nelle scuole in tutta l'area romanizzata, a partire dalla caduta dell'Impero romano, nel corso dei secoli, si sviluppa una lingua nuova, frutto di profonde trasformazioni: da una parte la scuola continua a conservare e a tramandare il latino classico (sia pure con modificazioni di vario tipo); dall'altra la lingua parlata dai ceti incolti, cioè dalla stragrande maggioranza della popolazione, si differenzia sempre più dalla sua origine latina, sotto l'influenza di parlate locali precedenti la romanizzazione (come la lingua dei Celti), o delle lingue dei popoli invasori, in prevalenza di ceppo germanico. A partire dalla caduta dell'Impero romano, mentre la lingua parlata dai ceti incolti si differenzia sempre di più dal latino classico, sotto l'influenza delle parlate locali precedenti alla romanizzazione o delle lingue dei popoli invasori, nelle scuole il latino continua a essere conservato e tramandato, pur con delle modifiche. Da queste trasformazioni nasce una lingua nuova.
Dal ceppo originario del latino classico, parlato, scritto e insegnato nelle scuole in tutta l'area romanizzata, a partire dalla caduta dell'Impero romano, nel corso dei secoli, si sviluppa una lingua nuova, frutto di profonde trasformazioni: da una parte la scuola continua a conservare e a tramandare il latino classico (sia pure con modificazioni di vario tipo); dall'altra la lingua parlata dai ceti incolti, cioè dalla stragrande maggioranza della popolazione, si differenzia sempre più dalla sua origine latina, sotto l'influenza di parlate locali precedenti la romanizzazione (come la lingua dei Celti), o delle lingue dei popoli invasori, in prevalenza di ceppo germanico. A partire dalla caduta dell'Impero romano, mentre la lingua parlata dai ceti incolti si differenzia sempre di più dal latino classico, sotto l'influenza delle parlate locali precedenti alla romanizzazione o delle lingue dei popoli invasori, nelle scuole il latino continua a essere conservato e tramandato, pur con delle modifiche. Da queste trasformazioni nasce una lingua nuova.
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Dal fianco della montagna, ch'era qui scoscesa e rocciosa, si staccò una cascata di ghiaia e precipitò strepitando e rimbalzando tra gli alberi. Istintivamente volsi gli occhi da quella parte, e scorsi un'ombra balzare ratta dietro il tronco d'un pino. Cosa fosse - se una scimmia, un orso o un uomo - non avrei saputo dire. Mi parve nera e pelosa: altro non colsi. Dal fianco ripido e roccioso della montagna precipitò fragorosamente una cascata di sassi che rimbalzarono tra gli alberi. Guardando istintivamente da quella parte scorsi una sagoma scura che velocemente balzava dietro un pino. Una scimmia, un orso o un uomo? Il suo aspetto era nero e peloso.
Dal fianco della montagna, ch'era qui scoscesa e rocciosa, si staccò una cascata di ghiaia e precipitò strepitando e rimbalzando tra gli alberi. Istintivamente volsi gli occhi da quella parte, e scorsi un'ombra balzare ratta dietro il tronco d'un pino. Cosa fosse - se una scimmia, un orso o un uomo - non avrei saputo dire. Mi parve nera e pelosa: altro non colsi. Dal fianco ripido e roccioso della montagna precipitò fragorosamente una cascata di sassi che rimbalzarono tra gli alberi. Guardando istintivamente da quella parte scorsi una sagoma scura che velocemente balzava dietro un pino. Una scimmia, un orso o un uomo? Il suo aspetto era nero e peloso.
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Dall'inizio della guerra civile siriana, nel 2011, la situazione dei profughi in Libano è cambiata, in peggio. Un dossier diffuso a gennaio dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNCHR) rivela che il 76 per cento dei rifugiati vive con meno di 3,85 dollari al giorno, mentre il 58 per cento con meno 2,87 dollari. La difficoltà nel trovare un lavoro giornaliero aumenta, mentre i rifugiati affrontano rischi sempre maggiori. Per completare il quadro, nel 91 per cento dei casi il problema maggiore per i rifugiati è quello di trovare cibo, soltanto il 19 per cento ha un regolare permesso di soggiorno, il 2 per cento in meno rispetto al 2016. Un report dell'UNCHR denuncia il peggioramento delle condizioni di vita dei profughi siriani in Libano. Trovare lavoro e soddisfare le proprie esigenze alimentari è sempre più difficile: solo il 14 per cento di essi vive con più di 3,85 dollari al giorno. Un altro problema per i profughi è l'ottenimento del permesso di soggiorno.
Dall'inizio della guerra civile siriana, nel 2011, la situazione dei profughi in Libano è cambiata, in peggio. Un dossier diffuso a gennaio dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNCHR) rivela che il 76 per cento dei rifugiati vive con meno di 3,85 dollari al giorno, mentre il 58 per cento con meno 2,87 dollari. La difficoltà nel trovare un lavoro giornaliero aumenta, mentre i rifugiati affrontano rischi sempre maggiori. Per completare il quadro, nel 91 per cento dei casi il problema maggiore per i rifugiati è quello di trovare cibo, soltanto il 19 per cento ha un regolare permesso di soggiorno, il 2 per cento in meno rispetto al 2016. Un report dell'UNCHR denuncia il peggioramento delle condizioni di vita dei profughi siriani in Libano. Trovare lavoro e soddisfare le proprie esigenze alimentari è sempre più difficile: solo il 14 per cento di essi vive con più di 3,85 dollari al giorno. Un altro problema per i profughi è l'ottenimento del permesso di soggiorno.
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Dante difende il volgare come la sola lingua capace di diffondere la cultura in quelle classi sociali (soprattutto mercanti, banchieri, artigiani) che costituiscono il motore propulsore della nuova società italiana e che non usano più il latino nella loro vita quotidiana. Proprio per adeguarsi alle esigenze di queste innumerevoli persone, Dante decide di usare il volgare per le opere che ritiene più importanti e capaci di agire per il rinnovamento morale e politico della società del suo tempo. Dante decise di usare il volgare, privilegiandolo rispetto al latino, in quanto strumento più idoneo di diffusione della cultura in quelle classi sociali emergenti fatte di mercanti, banchieri, artigiani, che costituivano il motore propulsore della nuova società italiana.
Dante difende il volgare come la sola lingua capace di diffondere la cultura in quelle classi sociali (soprattutto mercanti, banchieri, artigiani) che costituiscono il motore propulsore della nuova società italiana e che non usano più il latino nella loro vita quotidiana. Proprio per adeguarsi alle esigenze di queste innumerevoli persone, Dante decide di usare il volgare per le opere che ritiene più importanti e capaci di agire per il rinnovamento morale e politico della società del suo tempo. Dante decise di usare il volgare, privilegiandolo rispetto al latino, in quanto strumento più idoneo di diffusione della cultura in quelle classi sociali emergenti fatte di mercanti, banchieri, artigiani, che costituivano il motore propulsore della nuova società italiana.
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Dante, nella piena maturità, scrisse un'opera che si intitola Monarchia. In questo testo, fra gli altri argomenti, si occupa dello scopo della vita dell'uomo. Sostiene che ogni uomo aspira alla felicità e che, per raggiungerla, non ha che due vie: la filosofia e la teologia. Dante, ormai adulto, scrisse la Monarchia, un testo nel quale sostiene, tra l'altro, che l'uomo vive per essere felice e può diventarlo attraverso la filosofia e la teologia.
Dante, nella piena maturità, scrisse un'opera che si intitola Monarchia. In questo testo, fra gli altri argomenti, si occupa dello scopo della vita dell'uomo. Sostiene che ogni uomo aspira alla felicità e che, per raggiungerla, non ha che due vie: la filosofia e la teologia. Dante, ormai adulto, scrisse la Monarchia, un testo nel quale sostiene, tra l'altro, che l'uomo vive per essere felice e può diventarlo attraverso la filosofia e la teologia.
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David Livingstone era un medico scozzese che iniziò la sua avventura africana come missionario. Tra le sue scoperte geografiche spiccano quelle delle cascate Vittoria, del fiume Zambesi e del Lago Nyasa. Morì il 30 aprile del 1873 mentre era alla ricerca delle sorgenti del Nilo. I suoi accompagnatori ne sotterrarono il cuore in Africa e inviarono il resto del corpo in Inghilterra affinché venisse sepolto con tutti gli onori nell'abbazia di Westminster. Il medico scozzese David Livingstone giunse in Africa come missionario, ma realizzò importanti scoperte geografiche fra le quali ricordiamo le cascate Vittoria, il Lago Nyasa e il fiume Zambesi. Quando morì (il 30 aprile 1873) stava cercando le sorgenti del Nilo. Le persone che erano con lui decisero di seppellire in Africa il suo cuore e inviarono il resto del corpo in Inghilterra per ricevere una sepoltura degna di tutti gli onori nell'abbazia di Westminster.
David Livingstone era un medico scozzese che iniziò la sua avventura africana come missionario. Tra le sue scoperte geografiche spiccano quelle delle cascate Vittoria, del fiume Zambesi e del Lago Nyasa. Morì il 30 aprile del 1873 mentre era alla ricerca delle sorgenti del Nilo. I suoi accompagnatori ne sotterrarono il cuore in Africa e inviarono il resto del corpo in Inghilterra affinché venisse sepolto con tutti gli onori nell'abbazia di Westminster. Il medico scozzese David Livingstone giunse in Africa come missionario, ma realizzò importanti scoperte geografiche fra le quali ricordiamo le cascate Vittoria, il Lago Nyasa e il fiume Zambesi. Quando morì (il 30 aprile 1873) stava cercando le sorgenti del Nilo. Le persone che erano con lui decisero di seppellire in Africa il suo cuore e inviarono il resto del corpo in Inghilterra per ricevere una sepoltura degna di tutti gli onori nell'abbazia di Westminster.
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Della grafica ha fatto il suo lavoro, inventando un nuovo modo di concepire l'illustrazione: figure ironiche e giocose, non-sense e significati nascosti, fino al libro illeggibile, fatto di solo racconto per immagini. Bruno Munari ha precorso il design come arte industriale; si è occupato di educazione e pedagogia, arrivando a progettare il primo laboratorio didattico museale; del libro ha esplorato tutte le possibilità materiche, visive e tipografiche, a metà fra editoria e arte visiva. Bruno Munari è stato un innovatore nell'ambito dell'illustrazione tramite l'ironia e il gioco, i non- sense, i significati nascosti; ha inventato il libro illeggibile, immagini che raccontano. Ha anticipato il design come arte industriale, ha progettato il primo laboratorio didattico museale, ha sperimentato le possibilità del libro nei suoi aspetti materiali, visivi, tipografici, editoriali, artistici.
Della grafica ha fatto il suo lavoro, inventando un nuovo modo di concepire l'illustrazione: figure ironiche e giocose, non-sense e significati nascosti, fino al libro illeggibile, fatto di solo racconto per immagini. Bruno Munari ha precorso il design come arte industriale; si è occupato di educazione e pedagogia, arrivando a progettare il primo laboratorio didattico museale; del libro ha esplorato tutte le possibilità materiche, visive e tipografiche, a metà fra editoria e arte visiva. Bruno Munari è stato un innovatore nell'ambito dell'illustrazione tramite l'ironia e il gioco, i non- sense, i significati nascosti; ha inventato il libro illeggibile, immagini che raccontano. Ha anticipato il design come arte industriale, ha progettato il primo laboratorio didattico museale, ha sperimentato le possibilità del libro nei suoi aspetti materiali, visivi, tipografici, editoriali, artistici.
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Dello straordinario sviluppo che il mondo greco conobbe nell'età arcaica l'adozione della moneta coniata è uno dei fattori di maggior rilievo. Fino al VII secolo a.C. in Grecia, come in tutto l'Oriente, i beni erano scambiati o nella forma del baratto o utilizzando misure di valore convenzionale. Questo sistema aveva alle spalle una tradizione millenaria ma, facendosi più intensa la circolazione dei beni, si rivelò lento e macchinoso. La coniazione della moneta fu quindi la risposta a un'esigenza largamente avvertita nelle aree commerciali più attive dell'Egeo. L'invenzione ebbe luogo, qualche decennio prima del 600 a.C., nel regno di Lidia, in Asia Minore, punto d'incontro di vivaci correnti di traffico tra Oriente e Occidente. Le prime monete furono coniate in elettro e recavano impressa l'insegna del sovrano a garanzia del peso e della qualità del metallo. La moneta coniata è uno dei fattori più rilevanti dello sviluppo del mondo greco nell'età arcaica. Fino al VII secolo a.C. in Grecia e in Oriente gli scambi avvenivano con il baratto o utilizzando misure convenzionali, ma con la maggior circolazione dei beni ciò si rivelò lento e macchinoso. La coniazione della moneta fu quindi la risposta a un'esigenza delle aree commerciali dell'Egeo. La Lidia era il punto d'incontro di vivaci correnti di traffico fra Oriente e Occidente e qui furono coniate le prime monete in elettro con impressa l'insegna del sovrano.
Dello straordinario sviluppo che il mondo greco conobbe nell'età arcaica l'adozione della moneta coniata è uno dei fattori di maggior rilievo. Fino al VII secolo a.C. in Grecia, come in tutto l'Oriente, i beni erano scambiati o nella forma del baratto o utilizzando misure di valore convenzionale. Questo sistema aveva alle spalle una tradizione millenaria ma, facendosi più intensa la circolazione dei beni, si rivelò lento e macchinoso. La coniazione della moneta fu quindi la risposta a un'esigenza largamente avvertita nelle aree commerciali più attive dell'Egeo. L'invenzione ebbe luogo, qualche decennio prima del 600 a.C., nel regno di Lidia, in Asia Minore, punto d'incontro di vivaci correnti di traffico tra Oriente e Occidente. Le prime monete furono coniate in elettro e recavano impressa l'insegna del sovrano a garanzia del peso e della qualità del metallo. La moneta coniata è uno dei fattori più rilevanti dello sviluppo del mondo greco nell'età arcaica. Fino al VII secolo a.C. in Grecia e in Oriente gli scambi avvenivano con il baratto o utilizzando misure convenzionali, ma con la maggior circolazione dei beni ciò si rivelò lento e macchinoso. La coniazione della moneta fu quindi la risposta a un'esigenza delle aree commerciali dell'Egeo. La Lidia era il punto d'incontro di vivaci correnti di traffico fra Oriente e Occidente e qui furono coniate le prime monete in elettro con impressa l'insegna del sovrano.
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Di salute si parla molto, e a prima vista potrebbe sembrare un concetto ovvio, ma se appena si prova ad approfondire l'argomento si scopre che le cose stanno diversamente. In questo ambito, uno dei riferimenti più comuni a cui la nostra pigrizia ricorre quasi in automatico è la famosa definizione data dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nella sua Costituzione del 22 luglio 1946, secondo cui la salute è "uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale" e non semplicemente "assenza di malattie o infermità". La frase scorre bene, la fonte è autorevole, e non si corre il rischio di venire facilmente contraddetti. Certo, questa formulazione presenta alcuni pregi rispetto alle molte che l'hanno preceduta, primo fra tutti quello di inserire la dimensione della salute in un quadro più ampio di quanto non sia il riferimento alla pura malattia organica. Tuttavia, è una definizione sulla quale è lecito nutrire seri dubbi. Non è semplice come sembra definire il concetto di salute. Persino una definizione autorevole e chiara - cui spesso si fa riferimento - come quella presente nella Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (22 luglio 1946) secondo cui la salute è "uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale" e non semplicemente "assenza di malattie o infermità", non si può ritenere esaustiva. C'è da dire, però, che tale definizione ha diversi pregi rispetto a molte altre che l'hanno preceduta, tra cui quello di concepire la salute come qualcosa che esula dalla pura assenza di malattia organica.
Di salute si parla molto, e a prima vista potrebbe sembrare un concetto ovvio, ma se appena si prova ad approfondire l'argomento si scopre che le cose stanno diversamente. In questo ambito, uno dei riferimenti più comuni a cui la nostra pigrizia ricorre quasi in automatico è la famosa definizione data dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nella sua Costituzione del 22 luglio 1946, secondo cui la salute è "uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale" e non semplicemente "assenza di malattie o infermità". La frase scorre bene, la fonte è autorevole, e non si corre il rischio di venire facilmente contraddetti. Certo, questa formulazione presenta alcuni pregi rispetto alle molte che l'hanno preceduta, primo fra tutti quello di inserire la dimensione della salute in un quadro più ampio di quanto non sia il riferimento alla pura malattia organica. Tuttavia, è una definizione sulla quale è lecito nutrire seri dubbi. Non è semplice come sembra definire il concetto di salute. Persino una definizione autorevole e chiara - cui spesso si fa riferimento - come quella presente nella Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (22 luglio 1946) secondo cui la salute è "uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale" e non semplicemente "assenza di malattie o infermità", non si può ritenere esaustiva. C'è da dire, però, che tale definizione ha diversi pregi rispetto a molte altre che l'hanno preceduta, tra cui quello di concepire la salute come qualcosa che esula dalla pura assenza di malattia organica.
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Diecimila persone, una tavolata "del mondo" lunga oltre 2,7 chilometri attraversa i viali interni del Parco Sempione a Milano. L'iniziativa, promossa dal Comune e dalle associazioni, è stata voluta per ribadire la volontà della città ad accogliere e integrare. A Ricetta Milano, così si chiama il grande pranzo, l'idea è quella di "far sedere a tavola tutta la città e tutti i suoi ingredienti che vengono da molte parti d'Italia e da tante parti del mondo". A Milano il Comune, insieme a diverse associazioni, ha organizzato al Parco Sempione una lunghissima tavolata multiculturale con cibi e persone originarie da tutto il mondo. L'evento, dal nome "Ricetta Milano", ha come obiettivo l'accoglienza e l'integrazione degli stranieri che vivono a Milano.
Diecimila persone, una tavolata "del mondo" lunga oltre 2,7 chilometri attraversa i viali interni del Parco Sempione a Milano. L'iniziativa, promossa dal Comune e dalle associazioni, è stata voluta per ribadire la volontà della città ad accogliere e integrare. A Ricetta Milano, così si chiama il grande pranzo, l'idea è quella di "far sedere a tavola tutta la città e tutti i suoi ingredienti che vengono da molte parti d'Italia e da tante parti del mondo". A Milano il Comune, insieme a diverse associazioni, ha organizzato al Parco Sempione una lunghissima tavolata multiculturale con cibi e persone originarie da tutto il mondo. L'evento, dal nome "Ricetta Milano", ha come obiettivo l'accoglienza e l'integrazione degli stranieri che vivono a Milano.
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Dopo i broccoli, ora la speranza di curare il tumore al seno arriva direttamente dai semi di lino. Archiviati cinque anni di ricerche e di sperimentazioni sulle galline (l'unico animale colpito in natura da questa forma tumorale), i ricercatori americani dell'università dell'Illinois sarebbero riusciti a trovare una dieta basata sui grani di lino in grado di ridurre la gravità del tumore, aumentando sensibilmente le aspettative di vita dei malati. Questa proprietà curativa dei semi di lino sarebbe legata all'elevata presenza di acido alfa-linoleico, un elemento grasso polinsaturo della famiglia degli Omega 3. I semi di lino, come si sperava per i broccoli, sarebbero un potente anti- cancro, soprattutto per il tumore al seno. A rivelarlo è una ricerca dell'università dell'Illinois. Una dieta a base di grani di lino aumenterebbe le aspettative di vita, grazie alla presenza di un acido grasso polinsaturo della famiglia degli Omega 3.
Dopo i broccoli, ora la speranza di curare il tumore al seno arriva direttamente dai semi di lino. Archiviati cinque anni di ricerche e di sperimentazioni sulle galline (l'unico animale colpito in natura da questa forma tumorale), i ricercatori americani dell'università dell'Illinois sarebbero riusciti a trovare una dieta basata sui grani di lino in grado di ridurre la gravità del tumore, aumentando sensibilmente le aspettative di vita dei malati. Questa proprietà curativa dei semi di lino sarebbe legata all'elevata presenza di acido alfa-linoleico, un elemento grasso polinsaturo della famiglia degli Omega 3. I semi di lino, come si sperava per i broccoli, sarebbero un potente anti- cancro, soprattutto per il tumore al seno. A rivelarlo è una ricerca dell'università dell'Illinois. Una dieta a base di grani di lino aumenterebbe le aspettative di vita, grazie alla presenza di un acido grasso polinsaturo della famiglia degli Omega 3.
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Dopo il crack della banca americana Lehman Brothers, che ha avviato nel settembre 2008 una delle più gravi crisi finanziarie che ha colpito tutto il mondo dopo quella del 1929, per le Agenzie di rating la storia è (un po') cambiata. Oggetto di critiche feroci all'indomani del fallimento dell'istituto statunitense in quanto il loro grado di affidabilità dava all'intermediario USA la tripla A (investimento con rischio minimo, secondo il linguaggio delle "tre sorelle"), ancora oggi le loro variazioni o talvolta la sola prospettiva di cambiamenti non passano mai inosservate sui mercati finanziari e arrivano persino a condizionare le politiche anche di uno Stato. Le "tre sorelle", ossia le Agenzie di rating, sono ancora in grado di condizionare parzialmente i mercati finanziari e persino le politiche statali con le loro valutazioni del grado di affidabilità e persino con la semplice attesa di esse. Il discredito di aver concesso la tripla A (rischio minimo) alla banca americana Lehman Brothers, poi fallita, con la conseguenza di avviare nel 2008 una delle più gravi crisi finanziarie mondiali, non le ha intaccate più di tanto.
Dopo il crack della banca americana Lehman Brothers, che ha avviato nel settembre 2008 una delle più gravi crisi finanziarie che ha colpito tutto il mondo dopo quella del 1929, per le Agenzie di rating la storia è (un po') cambiata. Oggetto di critiche feroci all'indomani del fallimento dell'istituto statunitense in quanto il loro grado di affidabilità dava all'intermediario USA la tripla A (investimento con rischio minimo, secondo il linguaggio delle "tre sorelle"), ancora oggi le loro variazioni o talvolta la sola prospettiva di cambiamenti non passano mai inosservate sui mercati finanziari e arrivano persino a condizionare le politiche anche di uno Stato. Le "tre sorelle", ossia le Agenzie di rating, sono ancora in grado di condizionare parzialmente i mercati finanziari e persino le politiche statali con le loro valutazioni del grado di affidabilità e persino con la semplice attesa di esse. Il discredito di aver concesso la tripla A (rischio minimo) alla banca americana Lehman Brothers, poi fallita, con la conseguenza di avviare nel 2008 una delle più gravi crisi finanziarie mondiali, non le ha intaccate più di tanto.
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Dopo il grandioso esordio alla regia con il film "Le iene", le aspettative nei confronti di Quentin Tarantino erano molto alte. Sembrava fosse difficile sopravanzare un film così insolito, in apparenza un sanguinario dramma teatrale, in realtà una pura sfida da cineasta. Ma con "Pulp Fiction", una commedia nera sui gangster, Tarantino ha superato se stesso. Per gustare "Pulp Fiction", bisogna avere un debole per la cultura pop di cui il film riprende numerosi luoghi comuni, parodiandoli costantemente. Tarantino ha un fiuto eccezionale per i dialoghi: i colloqui dei suoi protagonisti sono scontati come la vita e vertono su Dio e il mondo, sulla pancia, sui silenzi incresciosi e sul piercing. Il regista, poi, dà valore a ogni dettaglio che possa rendere viva la storia. Infine, c'è da dire che "Pulp Fiction" è la prova che Tarantino è un maestro nel mettere insieme il cast ideale di un film. "Pulp Fiction" è un ottimo film di Quentin Tarantino, una commedia nera sui gangster realizzata con un cast perfetto. I dialoghi, sui temi più svariati, sono eccezionali; c'è un'attenzione particolare a ogni dettaglio che possa rendere viva la storia e continui rimandi divertenti alla cultura pop. Inaspettatamente, con questo film, Tarantino ha fatto persino di meglio rispetto al suo primo film da regista, "Le iene", che già era stato una pura sfida da cineasta, vinta.
Dopo il grandioso esordio alla regia con il film "Le iene", le aspettative nei confronti di Quentin Tarantino erano molto alte. Sembrava fosse difficile sopravanzare un film così insolito, in apparenza un sanguinario dramma teatrale, in realtà una pura sfida da cineasta. Ma con "Pulp Fiction", una commedia nera sui gangster, Tarantino ha superato se stesso. Per gustare "Pulp Fiction", bisogna avere un debole per la cultura pop di cui il film riprende numerosi luoghi comuni, parodiandoli costantemente. Tarantino ha un fiuto eccezionale per i dialoghi: i colloqui dei suoi protagonisti sono scontati come la vita e vertono su Dio e il mondo, sulla pancia, sui silenzi incresciosi e sul piercing. Il regista, poi, dà valore a ogni dettaglio che possa rendere viva la storia. Infine, c'è da dire che "Pulp Fiction" è la prova che Tarantino è un maestro nel mettere insieme il cast ideale di un film. "Pulp Fiction" è un ottimo film di Quentin Tarantino, una commedia nera sui gangster realizzata con un cast perfetto. I dialoghi, sui temi più svariati, sono eccezionali; c'è un'attenzione particolare a ogni dettaglio che possa rendere viva la storia e continui rimandi divertenti alla cultura pop. Inaspettatamente, con questo film, Tarantino ha fatto persino di meglio rispetto al suo primo film da regista, "Le iene", che già era stato una pura sfida da cineasta, vinta.
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Dopo l'annuncio del primo ministro francese François Fillon di voler aumentare la tassazione sulle bevande zuccherate, ritenute tra i responsabili dell'aumento dell'obesità in terra transalpina, subito la manovra in questione è stata ribattezzata come la "tassa sulla Coca Cola", e si sono scatenate le polemiche tra chi si schiera a favore del provvedimento e chi invece lo bolla come inutile e demagogico, come una scelta politico-economica mascherata da soccorso alla salute pubblica del popolo francese. La "tassa sulla Coca Cola", il provvedimento proposto dal primo ministro francese François Fillon che prevede una maggiore tassazione per le bevande zuccherate, accusate di essere responsabili dell'aumento dell'obesità in Francia, ha scatenato polemiche tra chi è a favore del provvedimento e chi lo considera solo una scelta politico-economica mascherata sotto le vesti di un intervento a salvaguardia della salute dei cittadini francesi.
Dopo l'annuncio del primo ministro francese François Fillon di voler aumentare la tassazione sulle bevande zuccherate, ritenute tra i responsabili dell'aumento dell'obesità in terra transalpina, subito la manovra in questione è stata ribattezzata come la "tassa sulla Coca Cola", e si sono scatenate le polemiche tra chi si schiera a favore del provvedimento e chi invece lo bolla come inutile e demagogico, come una scelta politico-economica mascherata da soccorso alla salute pubblica del popolo francese. La "tassa sulla Coca Cola", il provvedimento proposto dal primo ministro francese François Fillon che prevede una maggiore tassazione per le bevande zuccherate, accusate di essere responsabili dell'aumento dell'obesità in Francia, ha scatenato polemiche tra chi è a favore del provvedimento e chi lo considera solo una scelta politico-economica mascherata sotto le vesti di un intervento a salvaguardia della salute dei cittadini francesi.
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Dove la pressione demografica su un territorio risulta essere eccessiva, ossia là dove il numero degli abitanti supera quello che ragionevolmente le risorse locali potrebbero sostenere, la vegetazione legnosa viene progressivamente distrutta. Ciò accade quando il prelievo di legna eccede la capacità di rigenerazione annua. Alla fine, come avviene ormai in alcuni villaggi sulle Ande o nel Sahel, la scarsità di legna conduce la gente a condizioni di vita disperate. Il prelievo di legna supera la capacità annua di rigenerazione dove il numero degli abitanti supera quello che le risorse locali possono sostenere. Qui la vegetazione legnosa viene progressivamente distrutta, conducendo la gente a condizioni disperate.
Dove la pressione demografica su un territorio risulta essere eccessiva, ossia là dove il numero degli abitanti supera quello che ragionevolmente le risorse locali potrebbero sostenere, la vegetazione legnosa viene progressivamente distrutta. Ciò accade quando il prelievo di legna eccede la capacità di rigenerazione annua. Alla fine, come avviene ormai in alcuni villaggi sulle Ande o nel Sahel, la scarsità di legna conduce la gente a condizioni di vita disperate. Il prelievo di legna supera la capacità annua di rigenerazione dove il numero degli abitanti supera quello che le risorse locali possono sostenere. Qui la vegetazione legnosa viene progressivamente distrutta, conducendo la gente a condizioni disperate.
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Dovrebbe essere oggi sempre più chiaro che nelle differenze che noi crediamo di scorgere tra i membri di diverse etnie non è implicata una qualche differenza biologica, ma piuttosto una serie più o meno evidente di differenze culturali, quelle sì radicate e durature. La biologia unisce, sono la cultura e la storia che dividono. Ma il pregiudizio è duro a morire e alcuni ritengono che dare una veste biologica alle eventuali differenze e alle reali divergenze ne rafforzi la consistenza e l'importanza. Le differenze tra persone appartenenti a diversi gruppi umani sono culturali e storiche, non biologiche, ma coloro che vogliono enfatizzare tali diversità le ricoprono di elementi biologici.
Dovrebbe essere oggi sempre più chiaro che nelle differenze che noi crediamo di scorgere tra i membri di diverse etnie non è implicata una qualche differenza biologica, ma piuttosto una serie più o meno evidente di differenze culturali, quelle sì radicate e durature. La biologia unisce, sono la cultura e la storia che dividono. Ma il pregiudizio è duro a morire e alcuni ritengono che dare una veste biologica alle eventuali differenze e alle reali divergenze ne rafforzi la consistenza e l'importanza. Le differenze tra persone appartenenti a diversi gruppi umani sono culturali e storiche, non biologiche, ma coloro che vogliono enfatizzare tali diversità le ricoprono di elementi biologici.
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Durante gli anni Cinquanta, negli Stati Uniti si diffuse una vera e propria psicosi anticomunista: intellettuali e artisti appartenenti alla sinistra vennero ostacolati in ogni modo; due coniugi ebrei (Julius e Ethel Rosenberg) furono giustiziati perché accusati (senza valide prove) di avere consegnato ai sovietici importanti segreti nucleari. In tutto il Paese si scatenò un'autentica caccia ai comunisti, che fu promossa in primo luogo da Joseph McCarthy, capo della Commissione per la repressione delle attività antiamericane (dal suo nome deriva il termine "maccartismo", con cui si indica questo periodo della storia statunitense). Anche nei Paesi dell'Europa occidentale gli esponenti dei partiti comunisti vennero trattati (e spesso si considerarono essi stessi) come "stranieri in patria", e furono emarginati dai governi filoamericani. Ciò accadde anche in Italia e in Francia, dove i comunisti avevano avuto un ruolo assai importante nella Resistenza. Naturalmente i Paesi del blocco sovietico non furono da meno: ogni forma di dissenso al partito unico comunista venne duramente repressa e ovunque si diffuse un clima di intolleranza, oppressione e terrore. Una psicosi anticomunista si diffuse negli Usa durante gli anni Cinquanta: intellettuali e artisti di sinistra furono fortemente ostacolati e si verificò il caso dei coniugi Rosenberg, giustiziati perché accusati (in assenza di prove valide) di essere delle spie dei sovietici. Iniziò così il periodo del "maccartismo", dal nome di Joseph McCarthy, che promosse una vera e propria caccia ai comunisti. Anche nell'Europa occidentale gli esponenti dei partiti comunisti vennero emarginati dai governi filoamericani e isolati. I Paesi sovietici attuarono a loro volta una politica di durissima repressione del dissenso.
Durante gli anni Cinquanta, negli Stati Uniti si diffuse una vera e propria psicosi anticomunista: intellettuali e artisti appartenenti alla sinistra vennero ostacolati in ogni modo; due coniugi ebrei (Julius e Ethel Rosenberg) furono giustiziati perché accusati (senza valide prove) di avere consegnato ai sovietici importanti segreti nucleari. In tutto il Paese si scatenò un'autentica caccia ai comunisti, che fu promossa in primo luogo da Joseph McCarthy, capo della Commissione per la repressione delle attività antiamericane (dal suo nome deriva il termine "maccartismo", con cui si indica questo periodo della storia statunitense). Anche nei Paesi dell'Europa occidentale gli esponenti dei partiti comunisti vennero trattati (e spesso si considerarono essi stessi) come "stranieri in patria", e furono emarginati dai governi filoamericani. Ciò accadde anche in Italia e in Francia, dove i comunisti avevano avuto un ruolo assai importante nella Resistenza. Naturalmente i Paesi del blocco sovietico non furono da meno: ogni forma di dissenso al partito unico comunista venne duramente repressa e ovunque si diffuse un clima di intolleranza, oppressione e terrore. Una psicosi anticomunista si diffuse negli Usa durante gli anni Cinquanta: intellettuali e artisti di sinistra furono fortemente ostacolati e si verificò il caso dei coniugi Rosenberg, giustiziati perché accusati (in assenza di prove valide) di essere delle spie dei sovietici. Iniziò così il periodo del "maccartismo", dal nome di Joseph McCarthy, che promosse una vera e propria caccia ai comunisti. Anche nell'Europa occidentale gli esponenti dei partiti comunisti vennero emarginati dai governi filoamericani e isolati. I Paesi sovietici attuarono a loro volta una politica di durissima repressione del dissenso.
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Durante l'età classica i greci non si preoccupavano granché delle loro abitazioni, poiché erano più interessati alla polis. Essi, infatti, non si curavano di avere una bella casa, ove, del resto, vivevano quasi esclusivamente di notte. Ci tenevano invece ad avere una bella città, ornata di templi e di edifici pubblici sontuosi: qui essi vivevano, lavorando nelle botteghe, discutendo e contrattando, partecipando alla vita politica. C'era quindi molta differenza tra il fasto degli edifici pubblici e la modestia delle case, mentre ce n'era poca tra le case dei cittadini poveri quelle dei ricchi. Coerentemente con il prevalente interesse per la vita pubblica, i greci dell'epoca classica tenevano molto di più alla bellezza della propria città che a quella delle proprie case dove vivevano quasi solo di notte, tanto che tra le abitazioni dei poveri e quelle dei ricchi c'era assai meno differenza che tra il fasto degli edifici pubblici e la modestia delle case.
Durante l'età classica i greci non si preoccupavano granché delle loro abitazioni, poiché erano più interessati alla polis. Essi, infatti, non si curavano di avere una bella casa, ove, del resto, vivevano quasi esclusivamente di notte. Ci tenevano invece ad avere una bella città, ornata di templi e di edifici pubblici sontuosi: qui essi vivevano, lavorando nelle botteghe, discutendo e contrattando, partecipando alla vita politica. C'era quindi molta differenza tra il fasto degli edifici pubblici e la modestia delle case, mentre ce n'era poca tra le case dei cittadini poveri quelle dei ricchi. Coerentemente con il prevalente interesse per la vita pubblica, i greci dell'epoca classica tenevano molto di più alla bellezza della propria città che a quella delle proprie case dove vivevano quasi solo di notte, tanto che tra le abitazioni dei poveri e quelle dei ricchi c'era assai meno differenza che tra il fasto degli edifici pubblici e la modestia delle case.
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Ecolocalizzazione, ma non solo. Per individuare le loro prede, alcune specie di delfini utilizzano una tecnica raffinata. I delfini della Guyana (Sotalia guianensis), diffusi lungo la costa orientale del Sud America, sono in grado di distinguere, a breve distanza, il campo elettrico dei piccoli animali di cui si nutrono grazie a speciali organi elettro-sensoriali posti sul loro rostro la parte affusolata del muso che ospita le fauci. L'hanno scoperto alcuni ricercatori dell'Università di Rostock, Germania. I cetacei potrebbero aver evoluto questa capacità per destreggiarsi nelle acque poco limpide e spesso fangose in cui vivono. Finora simili capacità elettrorecettive erano state osservate soltanto in alcuni pesci, negli squali e nell'ornitorinco, un mammifero assai atipico (depone uova). È la prima volta che si riscontrano in un mammifero "vero e proprio" e altri cetacei potrebbero esserne dotati. Alcuni ricercatori dell'università di Rostock hanno scoperto che i delfini della Guyana che vivono lungo la costa orientale del Sud America hanno il rostro fornito di speciali organi elettro- sensoriali con i quali riescono a distinguere a breve distanza il campo elettrico delle loro prede. Questa capacità si è forse evoluta per permettere loro di vivere nelle acque spesso fangose del loro ambiente. Finora era stata riscontrata solo in alcuni pesci, negli squali e nell'ornitorinco: i delfini sono i primi "veri" mammiferi in cui viene rilevata.
Ecolocalizzazione, ma non solo. Per individuare le loro prede, alcune specie di delfini utilizzano una tecnica raffinata. I delfini della Guyana (Sotalia guianensis), diffusi lungo la costa orientale del Sud America, sono in grado di distinguere, a breve distanza, il campo elettrico dei piccoli animali di cui si nutrono grazie a speciali organi elettro-sensoriali posti sul loro rostro la parte affusolata del muso che ospita le fauci. L'hanno scoperto alcuni ricercatori dell'Università di Rostock, Germania. I cetacei potrebbero aver evoluto questa capacità per destreggiarsi nelle acque poco limpide e spesso fangose in cui vivono. Finora simili capacità elettrorecettive erano state osservate soltanto in alcuni pesci, negli squali e nell'ornitorinco, un mammifero assai atipico (depone uova). È la prima volta che si riscontrano in un mammifero "vero e proprio" e altri cetacei potrebbero esserne dotati. Alcuni ricercatori dell'università di Rostock hanno scoperto che i delfini della Guyana che vivono lungo la costa orientale del Sud America hanno il rostro fornito di speciali organi elettro- sensoriali con i quali riescono a distinguere a breve distanza il campo elettrico delle loro prede. Questa capacità si è forse evoluta per permettere loro di vivere nelle acque spesso fangose del loro ambiente. Finora era stata riscontrata solo in alcuni pesci, negli squali e nell'ornitorinco: i delfini sono i primi "veri" mammiferi in cui viene rilevata.
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Educazione sessuale in classe? Sì, ma non prima di aver compiuto 12 anni. Parola del centrodestra svizzero, che si sta mobilitando con una raccolta firme per ridurre al minimo i corsi informativi nelle scuole elvetiche. La polemica era scoppiata già un anno fa, quando 30 istituti di Basilea avevano consegnato ai bambini, non più piccoli di quattro anni, un kit di pupazzi e riproduzioni in plastica dei genitali maschili e femminili. L'impulso precoce alla conoscenza del sesso era stato giustificato con una maggiore consapevolezza dei fanciulli, pronti così a respingere attenzioni indesiderate. Il centrodestra svizzero si sta mobilitando con una raccolta firme per ridurre al minimo i corsi di educazione sessuale nelle scuole elvetiche a bambini al di sotto dei 12 anni. La polemica era esplosa un anno fa, quando alcune scuole di Basilea avevano consegnato ai bambini un kit di pupazzi e riproduzioni in plastica dei genitali. L'iniziativa era stata giustificata con una maggiore consapevolezza dei bambini, che avrebbero così respinto eventuali attenzioni sessuali.
Educazione sessuale in classe? Sì, ma non prima di aver compiuto 12 anni. Parola del centrodestra svizzero, che si sta mobilitando con una raccolta firme per ridurre al minimo i corsi informativi nelle scuole elvetiche. La polemica era scoppiata già un anno fa, quando 30 istituti di Basilea avevano consegnato ai bambini, non più piccoli di quattro anni, un kit di pupazzi e riproduzioni in plastica dei genitali maschili e femminili. L'impulso precoce alla conoscenza del sesso era stato giustificato con una maggiore consapevolezza dei fanciulli, pronti così a respingere attenzioni indesiderate. Il centrodestra svizzero si sta mobilitando con una raccolta firme per ridurre al minimo i corsi di educazione sessuale nelle scuole elvetiche a bambini al di sotto dei 12 anni. La polemica era esplosa un anno fa, quando alcune scuole di Basilea avevano consegnato ai bambini un kit di pupazzi e riproduzioni in plastica dei genitali. L'iniziativa era stata giustificata con una maggiore consapevolezza dei bambini, che avrebbero così respinto eventuali attenzioni sessuali.
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Ellenismo è il termine che designa tradizionalmente il periodo storico-culturale durante il quale la civiltà greca si diffuse nel mondo mediterraneo, eurasiatico e orientale, fondendosi con le culture locali. Dato l'ampliamento del territorio geografico, vi fu una fioritura di differenti centri di cultura, anche se il prestigio straordinario di Atene non cessò in breve tempo e quest'ultima continuò ad essere il centro della vita filosofica. Il periodo storico- culturale durante il quale la civiltà greca si diffuse nel mondo mediterraneo, eurasiatico e orientale, fondendosi con le culture locali va sotto il nome di ellenismo. Atene, il cui prestigio non cessò brevemente, rimase il centro della vita filosofica, ma l'ampliamento del territorio geografico condusse alla fioritura di nuovi centri culturali.
Ellenismo è il termine che designa tradizionalmente il periodo storico-culturale durante il quale la civiltà greca si diffuse nel mondo mediterraneo, eurasiatico e orientale, fondendosi con le culture locali. Dato l'ampliamento del territorio geografico, vi fu una fioritura di differenti centri di cultura, anche se il prestigio straordinario di Atene non cessò in breve tempo e quest'ultima continuò ad essere il centro della vita filosofica. Il periodo storico- culturale durante il quale la civiltà greca si diffuse nel mondo mediterraneo, eurasiatico e orientale, fondendosi con le culture locali va sotto il nome di ellenismo. Atene, il cui prestigio non cessò brevemente, rimase il centro della vita filosofica, ma l'ampliamento del territorio geografico condusse alla fioritura di nuovi centri culturali.
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Enea e i Troiani, sbarcati sulla costa laziale, in un sito che sarebbe stato detto Troia, dopo un primo conflitto con gli aborigeni e il loro re Latino, rivelata la loro origine, furono accolti dallo stesso Latino, come ospiti ed Enea ebbe in moglie la figlia di Latino, Lavinia. In onore della sposa Enea costruì la prima città nel Lazio, chiamandola Lavinium. Enea e il suo popolo sbarcarono sulla costa del Lazio, ebbero un conflitto con la popolazione del luogo, guidata dal re Latino, che quando venne a conoscenza della loro origine, decise di dare in moglie a Enea la figlia Lavinia, a cui Enea dedicò la prima città costruita nel Lazio: Lavinium.
Enea e i Troiani, sbarcati sulla costa laziale, in un sito che sarebbe stato detto Troia, dopo un primo conflitto con gli aborigeni e il loro re Latino, rivelata la loro origine, furono accolti dallo stesso Latino, come ospiti ed Enea ebbe in moglie la figlia di Latino, Lavinia. In onore della sposa Enea costruì la prima città nel Lazio, chiamandola Lavinium. Enea e il suo popolo sbarcarono sulla costa del Lazio, ebbero un conflitto con la popolazione del luogo, guidata dal re Latino, che quando venne a conoscenza della loro origine, decise di dare in moglie a Enea la figlia Lavinia, a cui Enea dedicò la prima città costruita nel Lazio: Lavinium.
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Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale veder le cose divorate, vederle annerite, "diverse". Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non sai che direttore d'orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia. Appiccare il fuoco e vedere le cose bruciare gli dava gioia. Tenendo in mano il tubo che lanciava cherosene sentiva il sangue battere sulle tempie e diventava una specie di direttore d'orchestra le cui mani suonavano sinfonie di fuoco che facevano cadere i cenci e le rovine della storia.
Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale veder le cose divorate, vederle annerite, "diverse". Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non sai che direttore d'orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia. Appiccare il fuoco e vedere le cose bruciare gli dava gioia. Tenendo in mano il tubo che lanciava cherosene sentiva il sangue battere sulle tempie e diventava una specie di direttore d'orchestra le cui mani suonavano sinfonie di fuoco che facevano cadere i cenci e le rovine della storia.
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Era una nave della vecchia scuola, piuttosto piccola, con un'aria da credenza antiquata, con le gambe ad artiglio. Di lunga stagionatura e colorita dalle intemperie, nei tifoni e nelle calme dei quattro oceani, il materiale del suo vecchio scafo si era brunito come la pelle di un granatiere francese che avesse fatto le campagne d'Egitto e di Siberia. Era una piccola, vecchia nave dall'aspetto di una credenza fuori uso, bene stagionata: il suo vecchio scafo, con i segni delle intemperie, nelle bonacce e nelle tempeste oceaniche si era scurito come la pelle di un soldato francese nelle campagne d'Egitto e in Siberia.
Era una nave della vecchia scuola, piuttosto piccola, con un'aria da credenza antiquata, con le gambe ad artiglio. Di lunga stagionatura e colorita dalle intemperie, nei tifoni e nelle calme dei quattro oceani, il materiale del suo vecchio scafo si era brunito come la pelle di un granatiere francese che avesse fatto le campagne d'Egitto e di Siberia. Era una piccola, vecchia nave dall'aspetto di una credenza fuori uso, bene stagionata: il suo vecchio scafo, con i segni delle intemperie, nelle bonacce e nelle tempeste oceaniche si era scurito come la pelle di un soldato francese nelle campagne d'Egitto e in Siberia.
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Era uno dei più prestigiosi transatlantici del mondo, a tutt'oggi il più veloce di sempre. Ma allo stesso tempo era una delle armi segrete della guerra fredda. La Ss United States, tuttora detentrice del Nastro Azzurro (Blue Riband), il record della più veloce percorrenza sulla tratta Europa-Usa, potrebbe tornare a solcare i mari, a 65 anni dal viaggio inaugurale e a una quarantina dal pensionamento. La Ss United States, prestigioso transatlantico utilizzato segretamente durante la guerra fredda, nonché la più veloce nave al mondo, si può fregiare del Nastro Azzurro per il suo record sulla tratta atlantica Usa-Europa. Ora potrebbe tornare in uso, dopo più di sessant'anni dal suo primo viaggio e a circa quaranta dal suo ritiro.
Era uno dei più prestigiosi transatlantici del mondo, a tutt'oggi il più veloce di sempre. Ma allo stesso tempo era una delle armi segrete della guerra fredda. La Ss United States, tuttora detentrice del Nastro Azzurro (Blue Riband), il record della più veloce percorrenza sulla tratta Europa-Usa, potrebbe tornare a solcare i mari, a 65 anni dal viaggio inaugurale e a una quarantina dal pensionamento. La Ss United States, prestigioso transatlantico utilizzato segretamente durante la guerra fredda, nonché la più veloce nave al mondo, si può fregiare del Nastro Azzurro per il suo record sulla tratta atlantica Usa-Europa. Ora potrebbe tornare in uso, dopo più di sessant'anni dal suo primo viaggio e a circa quaranta dal suo ritiro.
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Esiste una leggenda filosofica infondata, pigramente ripetuta da secoli, per cui la scienza moderna, o meglio la rivoluzione scientifica moderna, sarebbe nata da una rivoluzione "laica" ed antireligiosa, che avrebbe imposto una concezione sperimentale e quantitativa, e cioè matematica, del mondo a una società riluttante invischiata nei due sterili poli opposti dell'aristotelismo o del naturalismo panteistico (chiamato a quel tempo "ilozoismo"), irrazionali barriere poste dall'ignoranza e dalla superstizione al progresso irreversibile e trionfale dell'uomo (e cioè del borghese prima mercante, poi industriale e infine finanziere). L'idea che la rivoluzione scientifica moderna nasca da una rivoluzione "laica" è infondata. Secondo tale idea, questa rivoluzione avrebbe imposto una visione matematica del mondo in una società in cui coesistevano due poli opposti: l'aristotelismo e il naturalismo panteistico, ostacoli posti dall'ignoranza all'irreversibile progresso dell'uomo.
Esiste una leggenda filosofica infondata, pigramente ripetuta da secoli, per cui la scienza moderna, o meglio la rivoluzione scientifica moderna, sarebbe nata da una rivoluzione "laica" ed antireligiosa, che avrebbe imposto una concezione sperimentale e quantitativa, e cioè matematica, del mondo a una società riluttante invischiata nei due sterili poli opposti dell'aristotelismo o del naturalismo panteistico (chiamato a quel tempo "ilozoismo"), irrazionali barriere poste dall'ignoranza e dalla superstizione al progresso irreversibile e trionfale dell'uomo (e cioè del borghese prima mercante, poi industriale e infine finanziere). L'idea che la rivoluzione scientifica moderna nasca da una rivoluzione "laica" è infondata. Secondo tale idea, questa rivoluzione avrebbe imposto una visione matematica del mondo in una società in cui coesistevano due poli opposti: l'aristotelismo e il naturalismo panteistico, ostacoli posti dall'ignoranza all'irreversibile progresso dell'uomo.
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Esistono diverse varietà di cipolla rossa distinte a seconda della zona di coltivazione e della forma del bulbo. In ogni caso sono contraddistinte dal colore rosso della "buccia", dovuto al contenuto di antocianine. Una volta sfogliate, però, sono bianche all'interno, con delle venature rosse che le rendono inconfondibili anche da tagliate. Originaria dell'Asia occidentale e importata dai Fenici, pare che la cipolla rossa sia coltivata in Italia da più di 2000 anni, come testimonierebbero alcuni reperti archeologici. In Calabria, regione dove le cipolle rosse sono ampiamente coltivate, vi è l'usanza di raccoglierle in trecce che rappresentano un po' il simbolo di questo territorio. Tutte le varietà di cipolla rossa si caratterizzano per la presenza di antocianine, il colore vermiglio della buccia e le venature rossastre all'interno. Importate dai Fenici, in Italia sono coltivate da millenni. Per esempio, in Calabria vengono tradizionalmente raccolte in trecce, le quali sono divenute addirittura il simbolo della Regione.
Esistono diverse varietà di cipolla rossa distinte a seconda della zona di coltivazione e della forma del bulbo. In ogni caso sono contraddistinte dal colore rosso della "buccia", dovuto al contenuto di antocianine. Una volta sfogliate, però, sono bianche all'interno, con delle venature rosse che le rendono inconfondibili anche da tagliate. Originaria dell'Asia occidentale e importata dai Fenici, pare che la cipolla rossa sia coltivata in Italia da più di 2000 anni, come testimonierebbero alcuni reperti archeologici. In Calabria, regione dove le cipolle rosse sono ampiamente coltivate, vi è l'usanza di raccoglierle in trecce che rappresentano un po' il simbolo di questo territorio. Tutte le varietà di cipolla rossa si caratterizzano per la presenza di antocianine, il colore vermiglio della buccia e le venature rossastre all'interno. Importate dai Fenici, in Italia sono coltivate da millenni. Per esempio, in Calabria vengono tradizionalmente raccolte in trecce, le quali sono divenute addirittura il simbolo della Regione.
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Esistono studi convalidati che individuano nella grande autonomia del gatto una scarsa stimolazione nei confronti del suo padrone, soprattutto dal punto di vista dell'alleviamento dello stress emotivo; infatti, mentre il cane induce il padrone a uscire di casa e a beneficiare dell'effetto positivo dell'aria aperta, il gatto ci induce a impigrirci in casa davanti alla televisione o al caminetto. I padroni dei cani ricevono dal proprio animale effetti benefici perché sono costretti a uscire di casa per la passeggiata quotidiana, i proprietari dei gatti, invece, si impigriscono, ricevendo dall'animale scarsa stimolazione.
Esistono studi convalidati che individuano nella grande autonomia del gatto una scarsa stimolazione nei confronti del suo padrone, soprattutto dal punto di vista dell'alleviamento dello stress emotivo; infatti, mentre il cane induce il padrone a uscire di casa e a beneficiare dell'effetto positivo dell'aria aperta, il gatto ci induce a impigrirci in casa davanti alla televisione o al caminetto. I padroni dei cani ricevono dal proprio animale effetti benefici perché sono costretti a uscire di casa per la passeggiata quotidiana, i proprietari dei gatti, invece, si impigriscono, ricevendo dall'animale scarsa stimolazione.
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Facebook è oggi un colosso da oltre 500 miliardi di capitalizzazione. L'allarme su un possibile rallentamento lanciato nei giorni scorsi con la trimestrale ha affossato i titoli, che sono arrivati a perdere il 20% bruciando 120 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato e impoverendo Mark Zuckerberg di 16,8 miliardi in pochi minuti. La sfida dei prossimi anni sarà la disaffezione degli utenti costretti tutti i giorni a districarsi tra fake news, falsi account e crescente invasione sul social di pubblicità e politica. Non è un caso se negli Usa e in Canada gli utenti quotidiani di Facebook siano diminuiti di 700.000 unità, un dato che viene guardato con una certa preoccupazione dal management della società, dal momento che il Nord America è il suo mercato più importante in termini economici. Facebook ha raggiunto un valore di mercato colossale, ma di recente, a seguito dei numeri della trimestrale indicanti un possibile rallentamento, i suoi titoli hanno subito una perdita di 1/5 del loro valore. Nel futuro il social network potrebbe essere infatti soggetto ad un calo degli iscritti per via di notizie e profili fake e l'invasiva presenza di pubblicità e politica al suo interno. Il suo management guarda con preoccupazione il calo di utenti in Nord America, il suo mercato economicamente più importante.
Facebook è oggi un colosso da oltre 500 miliardi di capitalizzazione. L'allarme su un possibile rallentamento lanciato nei giorni scorsi con la trimestrale ha affossato i titoli, che sono arrivati a perdere il 20% bruciando 120 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato e impoverendo Mark Zuckerberg di 16,8 miliardi in pochi minuti. La sfida dei prossimi anni sarà la disaffezione degli utenti costretti tutti i giorni a districarsi tra fake news, falsi account e crescente invasione sul social di pubblicità e politica. Non è un caso se negli Usa e in Canada gli utenti quotidiani di Facebook siano diminuiti di 700.000 unità, un dato che viene guardato con una certa preoccupazione dal management della società, dal momento che il Nord America è il suo mercato più importante in termini economici. Facebook ha raggiunto un valore di mercato colossale, ma di recente, a seguito dei numeri della trimestrale indicanti un possibile rallentamento, i suoi titoli hanno subito una perdita di 1/5 del loro valore. Nel futuro il social network potrebbe essere infatti soggetto ad un calo degli iscritti per via di notizie e profili fake e l'invasiva presenza di pubblicità e politica al suo interno. Il suo management guarda con preoccupazione il calo di utenti in Nord America, il suo mercato economicamente più importante.
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Fare del teatro, oggi, è certamente meno faticoso, talvolta anche un po' meno invogliante, forse. Ma è giusto che sia così. Dopo ogni rivoluzione c'è bisogno di un lungo periodo di assestamento. Oggi c'è uno Stato che s'interessa al teatro. Ci saranno leggi sempre più favorevoli. Non c'è più neanche la censura, questa istituzione che in passato, sotto tutti i regimi, ha così spesso rischiato di spingere il teatro verso la futilità, l'evasione e la paralisi. Oggi ci troviamo in una fase di assestamento nella quale fare teatro è più facile, anche se meno invogliante. A differenza di prima, lo Stato se ne interessa, vi sono leggi favorevoli e non c'è più la censura, che rischiava di renderlo futile e paralizzarlo.
Fare del teatro, oggi, è certamente meno faticoso, talvolta anche un po' meno invogliante, forse. Ma è giusto che sia così. Dopo ogni rivoluzione c'è bisogno di un lungo periodo di assestamento. Oggi c'è uno Stato che s'interessa al teatro. Ci saranno leggi sempre più favorevoli. Non c'è più neanche la censura, questa istituzione che in passato, sotto tutti i regimi, ha così spesso rischiato di spingere il teatro verso la futilità, l'evasione e la paralisi. Oggi ci troviamo in una fase di assestamento nella quale fare teatro è più facile, anche se meno invogliante. A differenza di prima, lo Stato se ne interessa, vi sono leggi favorevoli e non c'è più la censura, che rischiava di renderlo futile e paralizzarlo.
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Fermezza e coraggio sono due parenti stretti. Conservare il controllo di se stessi con fermezza, per esempio, quando suona un allarme di incendio significa anche dar prova di coraggio. La cosa non significa che voi mettiate alla prova il vostro coraggio rimanendo immobili a guardare il fuoco che vi brucia: il coraggio non è un sinonimo di stupidità. Significa, invece, che voi fate le mosse che vi servono per cavarvela: chiedere aiuto, spegnere il fuoco oppure fuggire. Comportarsi con fermezza significa dare prova di coraggio; e le due cose sono prossime tra loro. Dar prova di coraggio poi significa adottare comportamenti adeguati alla situazione, come quando si reagisce con calma e razionalità di fronte a un principio di incendio, mettendo in atto tutte le azioni previste per garantire il più possibile la propria e altrui incolumità.
Fermezza e coraggio sono due parenti stretti. Conservare il controllo di se stessi con fermezza, per esempio, quando suona un allarme di incendio significa anche dar prova di coraggio. La cosa non significa che voi mettiate alla prova il vostro coraggio rimanendo immobili a guardare il fuoco che vi brucia: il coraggio non è un sinonimo di stupidità. Significa, invece, che voi fate le mosse che vi servono per cavarvela: chiedere aiuto, spegnere il fuoco oppure fuggire. Comportarsi con fermezza significa dare prova di coraggio; e le due cose sono prossime tra loro. Dar prova di coraggio poi significa adottare comportamenti adeguati alla situazione, come quando si reagisce con calma e razionalità di fronte a un principio di incendio, mettendo in atto tutte le azioni previste per garantire il più possibile la propria e altrui incolumità.
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Fernando III non fu all'altezza del padre, anche se si può dire a sua parziale discolpa che l'interruzione del suo governo, causata dalla conquista dei francesi della Toscana - dal 1799 al 1814 -, compromise la sua azione e forse gli impedì di essere diverso da quello che ci si mostra. Inferiore al padre, Fernando III può in parte essere forse giustificato dall'aver patito una lunga interruzione nel suo governo. Essa fu causata dalla conquista francese della Toscana tra il 1799 e il 1814.
Fernando III non fu all'altezza del padre, anche se si può dire a sua parziale discolpa che l'interruzione del suo governo, causata dalla conquista dei francesi della Toscana - dal 1799 al 1814 -, compromise la sua azione e forse gli impedì di essere diverso da quello che ci si mostra. Inferiore al padre, Fernando III può in parte essere forse giustificato dall'aver patito una lunga interruzione nel suo governo. Essa fu causata dalla conquista francese della Toscana tra il 1799 e il 1814.
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Figlio della piccola borghesia agiata, Ernesto "Che" Guevara de la Serna, (il nomignolo "Che" gli venne affibbiato per la sua abitudine a pronunciare questa breve parola, una specie di "cioè", in mezzo a ogni discorso), nasce il 14 giugno 1928 a Rosario de la Fe, in Argentina. Il padre Ernesto è ingegnere civile, la madre Celia una donna colta, grande lettrice, appassionata soprattutto di autori francesi. Sofferente di asma fin da bambino, nel 1932 la famiglia Guevara si trasferisce vicino a Cordoba per consiglio del medico che prescrive per il piccolo Che un clima più secco. Ernesto Guevara de la Serna nasce a Rosario de la Fe, Argentina, il 14 giugno del 1928, da una famiglia della piccola borghesia agiata. Il padre Ernesto è un ingegnere civile; Celia, la madre, è una donna colta e appassionata di letteratura francese. Il soprannome "Che" gli venne dato per via di un intercalare, una sorta di "cioè", che egli adoperava spesso. Sofferente di asma fin da piccolo, nel 1932 si trasferisce con la famiglia vicino a Cordoba, dove il clima è più secco.
Figlio della piccola borghesia agiata, Ernesto "Che" Guevara de la Serna, (il nomignolo "Che" gli venne affibbiato per la sua abitudine a pronunciare questa breve parola, una specie di "cioè", in mezzo a ogni discorso), nasce il 14 giugno 1928 a Rosario de la Fe, in Argentina. Il padre Ernesto è ingegnere civile, la madre Celia una donna colta, grande lettrice, appassionata soprattutto di autori francesi. Sofferente di asma fin da bambino, nel 1932 la famiglia Guevara si trasferisce vicino a Cordoba per consiglio del medico che prescrive per il piccolo Che un clima più secco. Ernesto Guevara de la Serna nasce a Rosario de la Fe, Argentina, il 14 giugno del 1928, da una famiglia della piccola borghesia agiata. Il padre Ernesto è un ingegnere civile; Celia, la madre, è una donna colta e appassionata di letteratura francese. Il soprannome "Che" gli venne dato per via di un intercalare, una sorta di "cioè", che egli adoperava spesso. Sofferente di asma fin da piccolo, nel 1932 si trasferisce con la famiglia vicino a Cordoba, dove il clima è più secco.
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Fin da bambina ero molto golosa e curiosa, andavo pazza per broccoli, cavolfiori e spinaci. Ho sempre coltivato la cucina come passione fino a quando ho cominciato a frequentare corsi di cucina a cui mi appassionavo sempre di più. Cucinare per me è come fare yoga o meditazione, mi rilasso, libero la mente; tutto questo però solo quando cucino nella solitudine di casa mia, al lavoro è decisamente un'altra storia. La mia passione per la cucina non è scemata negli anni, considero cucinare un'attività rilassante e meditativa, soprattutto quando cucino per piacere e non per lavoro.
Fin da bambina ero molto golosa e curiosa, andavo pazza per broccoli, cavolfiori e spinaci. Ho sempre coltivato la cucina come passione fino a quando ho cominciato a frequentare corsi di cucina a cui mi appassionavo sempre di più. Cucinare per me è come fare yoga o meditazione, mi rilasso, libero la mente; tutto questo però solo quando cucino nella solitudine di casa mia, al lavoro è decisamente un'altra storia. La mia passione per la cucina non è scemata negli anni, considero cucinare un'attività rilassante e meditativa, soprattutto quando cucino per piacere e non per lavoro.
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Fin dagli anni '50 la forza lavoro agricola si è andata riducendo drasticamente in tutto il Nordamerica, l'Europa occidentale e l'Australia, ed è stata progressivamente sostituita dalle macchine. Ne è risultato un notevole incremento della produttività del lavoro, ovvero della produzione per unità lavorativa. Per la maggior parte della popolazione questo è stato il vantaggio principale della modernizzazione rispetto all'agricoltura tradizionale che era intensiva di lavoro, del tutto dipendente dall'impiego di uomini e animali, e che spesso doveva farsi carico del sostentamento di un numero di persone superiore a quello richiesto per portare avanti il lavoro in azienda. Dagli anni '50 il lavoro agricolo moderno, organizzato con macchine invece che con forza lavoro animale e umana, ha iniziato a sostituire drasticamente l'agricoltura tradizionale in tutto il Nordamerica, l'Europa occidentale e l'Australia. Esso era ritenuto dalla maggioranza della popolazione vantaggiosamente più produttivo, più semplice, meno faticoso e meno costoso.
Fin dagli anni '50 la forza lavoro agricola si è andata riducendo drasticamente in tutto il Nordamerica, l'Europa occidentale e l'Australia, ed è stata progressivamente sostituita dalle macchine. Ne è risultato un notevole incremento della produttività del lavoro, ovvero della produzione per unità lavorativa. Per la maggior parte della popolazione questo è stato il vantaggio principale della modernizzazione rispetto all'agricoltura tradizionale che era intensiva di lavoro, del tutto dipendente dall'impiego di uomini e animali, e che spesso doveva farsi carico del sostentamento di un numero di persone superiore a quello richiesto per portare avanti il lavoro in azienda. Dagli anni '50 il lavoro agricolo moderno, organizzato con macchine invece che con forza lavoro animale e umana, ha iniziato a sostituire drasticamente l'agricoltura tradizionale in tutto il Nordamerica, l'Europa occidentale e l'Australia. Esso era ritenuto dalla maggioranza della popolazione vantaggiosamente più produttivo, più semplice, meno faticoso e meno costoso.
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Fin dai primi mesi di vita ogni bambino ha un reale e necessario bisogno di muoversi. Nei primi tre anni di vita il movimento è indispensabile per diventare sempre più abile nello stare eretto, nel camminare, nel correre, nel salire e scendere una scala. Solo la possibilità di ripetere continuamente questi esercizi permette al bambino di acquisire sempre maggior padronanza del proprio corpo. Il bambino va seguito e incoraggiato nell'attività fisica che però non deve avere caratteristiche agonistiche fino alla pubertà. "Il bisogno di movimento è proprio di ogni bambino fin dalla tenerissima età; il movimento è necessario perché permette al piccolo di acquisire destrezza nel camminare, nel correre e padronanza del proprio corpo. Pertanto, l'attività fisica infantile va incoraggiata, purché non a livello agonistico."
Fin dai primi mesi di vita ogni bambino ha un reale e necessario bisogno di muoversi. Nei primi tre anni di vita il movimento è indispensabile per diventare sempre più abile nello stare eretto, nel camminare, nel correre, nel salire e scendere una scala. Solo la possibilità di ripetere continuamente questi esercizi permette al bambino di acquisire sempre maggior padronanza del proprio corpo. Il bambino va seguito e incoraggiato nell'attività fisica che però non deve avere caratteristiche agonistiche fino alla pubertà. "Il bisogno di movimento è proprio di ogni bambino fin dalla tenerissima età; il movimento è necessario perché permette al piccolo di acquisire destrezza nel camminare, nel correre e padronanza del proprio corpo. Pertanto, l'attività fisica infantile va incoraggiata, purché non a livello agonistico."
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Fin dalla scoperta, davanti a quelle scene solenni e all'apparenza misteriose, si è visto nell'affresco una rappresentazione o un'allegoria dell'iniziazione ai Misteri di Bacco, il Dioniso dei Greci; su questo punto, il consenso della "comunità scientifica" sembra più o meno acquisito (sia pure mettendo la sordina ad alcune perplessità). Con le sue scene solenni ed enigmatiche, l'affresco è stato interpretato sin dalla sua scoperta come una raffigurazione dei Misteri di Bacco. Questa è l'opinione della comunità scientifica, che però deve sorvolare su alcuni punti poco chiari.
Fin dalla scoperta, davanti a quelle scene solenni e all'apparenza misteriose, si è visto nell'affresco una rappresentazione o un'allegoria dell'iniziazione ai Misteri di Bacco, il Dioniso dei Greci; su questo punto, il consenso della "comunità scientifica" sembra più o meno acquisito (sia pure mettendo la sordina ad alcune perplessità). Con le sue scene solenni ed enigmatiche, l'affresco è stato interpretato sin dalla sua scoperta come una raffigurazione dei Misteri di Bacco. Questa è l'opinione della comunità scientifica, che però deve sorvolare su alcuni punti poco chiari.
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Fino a quando fu possibile avviarsi all'esercizio dell'industria con capitali provenienti dalla monetizzazione del proprio patrimonio, dal concorso di familiari e parenti, da prestiti o società con amici e conoscenti, la parte dell'industriale rimase abbastanza autonoma, e così la sua relativa indipendenza finanziaria. In seguito il ricorso al capitale finanziario andò crescendo. Alla fine del secolo XIX la grande finanza aveva ristabilito e ampliato la centralità già acquistata nella strategia e nella dinamica economica europea dai tempi della maggiore espansione medievale. Nel secolo XX questa tendenza si sarebbe accentuata. Finché fu possibile iniziare un'attività industriale senza ricorrere al capitale finanziario, ma grazie al patrimonio personale o attraverso prestiti di familiari o costituendo società con amici e parenti, l'imprenditore preservò la propria indipendenza. A fine Ottocento, tuttavia, il ricorso al capitale finanziario tornò a essere centrale come durante l'espansione medievale e, durante il Novecento, la sua importanza aumentò ulteriormente.
Fino a quando fu possibile avviarsi all'esercizio dell'industria con capitali provenienti dalla monetizzazione del proprio patrimonio, dal concorso di familiari e parenti, da prestiti o società con amici e conoscenti, la parte dell'industriale rimase abbastanza autonoma, e così la sua relativa indipendenza finanziaria. In seguito il ricorso al capitale finanziario andò crescendo. Alla fine del secolo XIX la grande finanza aveva ristabilito e ampliato la centralità già acquistata nella strategia e nella dinamica economica europea dai tempi della maggiore espansione medievale. Nel secolo XX questa tendenza si sarebbe accentuata. Finché fu possibile iniziare un'attività industriale senza ricorrere al capitale finanziario, ma grazie al patrimonio personale o attraverso prestiti di familiari o costituendo società con amici e parenti, l'imprenditore preservò la propria indipendenza. A fine Ottocento, tuttavia, il ricorso al capitale finanziario tornò a essere centrale come durante l'espansione medievale e, durante il Novecento, la sua importanza aumentò ulteriormente.
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Fino alla sua destituzione (avvenuta l'8 novembre 1917 in seguito alla disfatta di Caporetto) Cadorna rimase fermamente convinto che l'unica causa delle sue disgrazie belliche - né poche né piccole - fosse da imputarsi alla propaganda disfattista e pacifista del partito socialista in primo luogo, dei cattolici e degli anarchici poi. Cadorna, destituito l'8 novembre 1917 a seguito di parecchi insuccessi militari, culminati in Caporetto, dava la colpa di essi ad alcune forze politiche e sociali - socialisti, cattolici, anarchici - e alla loro propaganda disfattista e pacifista.
Fino alla sua destituzione (avvenuta l'8 novembre 1917 in seguito alla disfatta di Caporetto) Cadorna rimase fermamente convinto che l'unica causa delle sue disgrazie belliche - né poche né piccole - fosse da imputarsi alla propaganda disfattista e pacifista del partito socialista in primo luogo, dei cattolici e degli anarchici poi. Cadorna, destituito l'8 novembre 1917 a seguito di parecchi insuccessi militari, culminati in Caporetto, dava la colpa di essi ad alcune forze politiche e sociali - socialisti, cattolici, anarchici - e alla loro propaganda disfattista e pacifista.
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Flamia ha 51 anni, è nato e cresciuto a Bagheria. Davanti ai pm palermitani Leonardo Agueci e Francesca Mazzocco ha descritto la sua ascesa criminale nella città delle ville, un giardino verde di residenze nobiliari poi travolto dal cemento dei costruttori mafiosi. Una storia che comincia con i primi delitti nel 1984, gli anni della mattanza che segnò il trionfo corleonese, fino a diventare il braccio destro del padrino e il custode della cassa della famiglia. Per un periodo è stato anche il custode della latitanza di Bernardo Provenzano, l'ultimo grande capo di Cosa nostra. Flamia è un criminale di 51 anni di Bagheria. La sua "carriera", secondo quanto descritto ai pm, iniziò con degli omicidi nel 1984 e il suo potere crebbe al punto che diventò il braccio destro della famiglia corleonese, custode della cassa di famiglia e, per un periodo, della latitanza di Provenzano.
Flamia ha 51 anni, è nato e cresciuto a Bagheria. Davanti ai pm palermitani Leonardo Agueci e Francesca Mazzocco ha descritto la sua ascesa criminale nella città delle ville, un giardino verde di residenze nobiliari poi travolto dal cemento dei costruttori mafiosi. Una storia che comincia con i primi delitti nel 1984, gli anni della mattanza che segnò il trionfo corleonese, fino a diventare il braccio destro del padrino e il custode della cassa della famiglia. Per un periodo è stato anche il custode della latitanza di Bernardo Provenzano, l'ultimo grande capo di Cosa nostra. Flamia è un criminale di 51 anni di Bagheria. La sua "carriera", secondo quanto descritto ai pm, iniziò con degli omicidi nel 1984 e il suo potere crebbe al punto che diventò il braccio destro della famiglia corleonese, custode della cassa di famiglia e, per un periodo, della latitanza di Provenzano.
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Fra le numerose specie di marsupiali, la martora marsupiale costituisce un caso alquanto singolare. Lunga circa 60 cm, con la pelliccia maculata di bianco, non dispone infatti di un marsupio permanente, ma di una sacca che si forma solo poco prima del parto. Ogni cucciolata si compone di una ventina di piccoli ma, poiché la madre ha soltanto sei mammelle, molti di essi muoiono. Pur facendo parte della famiglia dei marsupiali, la martora marsupiale, lunga poco più di mezzo metro e con la pelliccia a macchie bianche, ha solo una sacca che si forma poco prima del parto. Partorisce circa venti cuccioli alla volta, ma per sua conformazione non riesce a nutrirli tutti e molti muoiono.
Fra le numerose specie di marsupiali, la martora marsupiale costituisce un caso alquanto singolare. Lunga circa 60 cm, con la pelliccia maculata di bianco, non dispone infatti di un marsupio permanente, ma di una sacca che si forma solo poco prima del parto. Ogni cucciolata si compone di una ventina di piccoli ma, poiché la madre ha soltanto sei mammelle, molti di essi muoiono. Pur facendo parte della famiglia dei marsupiali, la martora marsupiale, lunga poco più di mezzo metro e con la pelliccia a macchie bianche, ha solo una sacca che si forma poco prima del parto. Partorisce circa venti cuccioli alla volta, ma per sua conformazione non riesce a nutrirli tutti e molti muoiono.
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Franco Bolelli (1950) è scrittore e progettista di eventi. Si muove sull'orizzonte dell'immaginario avanzato e della filosofia evolutiva. Ha pubblicato vari libri, in particolare "Fare mondi" (A/traverso, 1989), "Peter Pan e l'estasi" (A/Traverso-Synergon, 1991), "Mitologie felici" (Mudima, 1994), Le nuove droghe, Starship e Vota te stesso (Castelvecchi, 1994, 1995 e 1996). Ha progettato e messo in scena decine di eventi e festival (fra i quali "Il Festival dell'Amore", "Frontiere", "Living Simplicity", "Mi030" con Stefano Boeri). È nato e vive a Milano, è sposato con Manuela Mantegazza e padre di Daniele Bolelli. Franco Bolelli è nato nel 1950 a Milano, dove vive tuttora. È sposato con Manuela Mantegazza e suo figlio si chiama Daniele. Si occupa di immaginario avanzato e filosofia evolutiva. Come scrittore ha pubblicato diversi libri, tra cui "Fare mondi" (A/traverso, 1989), "Peter Pan e l'estasi" (A/Traverso- Synergon, 1991), "Mitologie felici" (Mudima, 1994), "Le nuove droghe", "Starship" e "Vota te stesso" (Castelvecchi, 1994, 1995 e 1996); come progettista di eventi ha organizzato svariati eventi e festival, come "Il Festival dell'Amore", "Frontiere", "Living Simplicity", "Mi030" con Stefano Boeri.
Franco Bolelli (1950) è scrittore e progettista di eventi. Si muove sull'orizzonte dell'immaginario avanzato e della filosofia evolutiva. Ha pubblicato vari libri, in particolare "Fare mondi" (A/traverso, 1989), "Peter Pan e l'estasi" (A/Traverso-Synergon, 1991), "Mitologie felici" (Mudima, 1994), Le nuove droghe, Starship e Vota te stesso (Castelvecchi, 1994, 1995 e 1996). Ha progettato e messo in scena decine di eventi e festival (fra i quali "Il Festival dell'Amore", "Frontiere", "Living Simplicity", "Mi030" con Stefano Boeri). È nato e vive a Milano, è sposato con Manuela Mantegazza e padre di Daniele Bolelli. Franco Bolelli è nato nel 1950 a Milano, dove vive tuttora. È sposato con Manuela Mantegazza e suo figlio si chiama Daniele. Si occupa di immaginario avanzato e filosofia evolutiva. Come scrittore ha pubblicato diversi libri, tra cui "Fare mondi" (A/traverso, 1989), "Peter Pan e l'estasi" (A/Traverso- Synergon, 1991), "Mitologie felici" (Mudima, 1994), "Le nuove droghe", "Starship" e "Vota te stesso" (Castelvecchi, 1994, 1995 e 1996); come progettista di eventi ha organizzato svariati eventi e festival, come "Il Festival dell'Amore", "Frontiere", "Living Simplicity", "Mi030" con Stefano Boeri.
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Fred strinse la mano a Karl. Questo gesto sanciva la pace tra due uomini che per tanti anni erano stati acerrimi nemici. Ma Fred non era convinto di aver operato la giusta scelta. «Quale certezza potrò mai avere - pensava Fred - che quest'uomo rispetterà il patto?». Questo pensava, mentre tentava di decifrare, inutilmente, l'impenetrabile sguardo di Karl. Una stretta di mano sancì la fine delle ostilità tra Karl e Freud, seppur quest'ultimo rimanesse diffidente in merito alle intenzioni del primo.
Fred strinse la mano a Karl. Questo gesto sanciva la pace tra due uomini che per tanti anni erano stati acerrimi nemici. Ma Fred non era convinto di aver operato la giusta scelta. «Quale certezza potrò mai avere - pensava Fred - che quest'uomo rispetterà il patto?». Questo pensava, mentre tentava di decifrare, inutilmente, l'impenetrabile sguardo di Karl. Una stretta di mano sancì la fine delle ostilità tra Karl e Freud, seppur quest'ultimo rimanesse diffidente in merito alle intenzioni del primo.
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Frida Kahlo era figlia di Carl Wilhelm Kahlo, tedesco ed emigrato in Messico all'età di 19 anni, e della sua seconda moglie, Matilde Calderón y Gonzalez. Fu una pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell'anno e del Messico moderno. Divenne un'attivista del partito comunista messicano cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose manifestazioni e nel frattempo si innamorò di colui che era stato la sua "guida". Infatti nel 1929 sposò Diego Rivera. Attivista del partito comunista messicano dal 1928, Frida Kalho diceva di essere nata nell'anno della rivoluzione messicana (1910) poiché si sentiva figlia di quella rivoluzione e del Messico moderno. Pittrice dalla vita travagliata, la Kalho era figlia di un tedesco emigrato in Messico a 19 anni, Carl Wilhelm Kahlo, e di Matilde Calderón y Gonzalez. Frida, partecipando a numerose manifestazioni s'innamorò del suo mentore, Diego Rivera, con cui contrasse matrimonio nel 1929.
Frida Kahlo era figlia di Carl Wilhelm Kahlo, tedesco ed emigrato in Messico all'età di 19 anni, e della sua seconda moglie, Matilde Calderón y Gonzalez. Fu una pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell'anno e del Messico moderno. Divenne un'attivista del partito comunista messicano cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose manifestazioni e nel frattempo si innamorò di colui che era stato la sua "guida". Infatti nel 1929 sposò Diego Rivera. Attivista del partito comunista messicano dal 1928, Frida Kalho diceva di essere nata nell'anno della rivoluzione messicana (1910) poiché si sentiva figlia di quella rivoluzione e del Messico moderno. Pittrice dalla vita travagliata, la Kalho era figlia di un tedesco emigrato in Messico a 19 anni, Carl Wilhelm Kahlo, e di Matilde Calderón y Gonzalez. Frida, partecipando a numerose manifestazioni s'innamorò del suo mentore, Diego Rivera, con cui contrasse matrimonio nel 1929.
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Frustata dal padre con un filo elettrico perché aveva comportamenti "troppo occidentali". È successo a una diciassettenne marocchina, residente in Italia da dieci anni con la famiglia, in un paesino in provincia di Pesaro Urbino. L'uomo, che era arrivato anche a sequestrare la ragazza in una soffitta quando aveva scoperto la sua relazione con un giovane connazionale, è stato arrestato dai carabinieri. I carabinieri hanno arrestato in un paese nella provincia di Pesaro Urbino il padre di una ragazza marocchina di diciassette anni, con l'accusa di averla frustata con un filo elettrico per i suoi comportamenti "troppo occidentali". L'uomo aveva già rinchiuso in una soffitta la figlia a causa della sua relazione con un connazionale.
Frustata dal padre con un filo elettrico perché aveva comportamenti "troppo occidentali". È successo a una diciassettenne marocchina, residente in Italia da dieci anni con la famiglia, in un paesino in provincia di Pesaro Urbino. L'uomo, che era arrivato anche a sequestrare la ragazza in una soffitta quando aveva scoperto la sua relazione con un giovane connazionale, è stato arrestato dai carabinieri. I carabinieri hanno arrestato in un paese nella provincia di Pesaro Urbino il padre di una ragazza marocchina di diciassette anni, con l'accusa di averla frustata con un filo elettrico per i suoi comportamenti "troppo occidentali". L'uomo aveva già rinchiuso in una soffitta la figlia a causa della sua relazione con un connazionale.
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Ganesha è una delle divinità più popolari nel Subcontinente indiano: il dio è rappresentato come un uomo dalla testa d'elefante, dotato di quattro braccia e di un ventre prominente indicante prosperità. Ganesha è il dio del benessere e della saggezza, suo veicolo è il topo Akhu. Ganesha, una delle divinità più diffuse nel Subcontinente indiano, è il dio del benessere e della saggezza: viene rappresentato con quattro braccia, un ventre prominente, un corpo umano e una testa d'elefante; il suo veicolo è un topo.
Ganesha è una delle divinità più popolari nel Subcontinente indiano: il dio è rappresentato come un uomo dalla testa d'elefante, dotato di quattro braccia e di un ventre prominente indicante prosperità. Ganesha è il dio del benessere e della saggezza, suo veicolo è il topo Akhu. Ganesha, una delle divinità più diffuse nel Subcontinente indiano, è il dio del benessere e della saggezza: viene rappresentato con quattro braccia, un ventre prominente, un corpo umano e una testa d'elefante; il suo veicolo è un topo.
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Già nel 1919 l'isolamento della ricerca scientifica non era più che un'`ipotesi di lavoro'. Proprio quella guerra, che appena allora s'era conclusa, aveva mostrato fin troppo chiaramente, con la sua tecnica degli armamenti fondata sull'applicazione di scoperte scientifiche, i rapporti quasi fatali tra i laboratori `appartati dal mondo' e la sanguinosa realtà dei campi di battaglia. Nel 1919 la guerra appena conclusasi aveva dimostrato che la scienza non poteva più essere considerata avulsa dalla società, dal momento che si era avvalsa di armamenti fondati sull'applicazione di scoperte scientifiche.
Già nel 1919 l'isolamento della ricerca scientifica non era più che un'`ipotesi di lavoro'. Proprio quella guerra, che appena allora s'era conclusa, aveva mostrato fin troppo chiaramente, con la sua tecnica degli armamenti fondata sull'applicazione di scoperte scientifiche, i rapporti quasi fatali tra i laboratori `appartati dal mondo' e la sanguinosa realtà dei campi di battaglia. Nel 1919 la guerra appena conclusasi aveva dimostrato che la scienza non poteva più essere considerata avulsa dalla società, dal momento che si era avvalsa di armamenti fondati sull'applicazione di scoperte scientifiche.
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Giocando sull'accostamento tra Giulio Cesare e Napoleone III, in voga tra gli artisti del secondo impero, la tela "Cesare" di Yvon equivale a una denuncia del cesarismo napoleonico dopo il trauma della sconfitta di Sedan. Il messaggio fortemente critico la rende un'opera sorprendente nella carriera di un artista che aveva tratto grandi benefici dal favore imperiale. Al pari di altri artisti del secondo impero, anche il pittore Yvon accosta Cesare a Napoleone III nella sua opera "Cesare". Lo fa, tuttavia, per stigmatizzare il dispotismo dell'imperatore francese, dopo la sua drammatica sconfitta a Sedan. Strano esito, per un artista assai premiato dalla corte.
Giocando sull'accostamento tra Giulio Cesare e Napoleone III, in voga tra gli artisti del secondo impero, la tela "Cesare" di Yvon equivale a una denuncia del cesarismo napoleonico dopo il trauma della sconfitta di Sedan. Il messaggio fortemente critico la rende un'opera sorprendente nella carriera di un artista che aveva tratto grandi benefici dal favore imperiale. Al pari di altri artisti del secondo impero, anche il pittore Yvon accosta Cesare a Napoleone III nella sua opera "Cesare". Lo fa, tuttavia, per stigmatizzare il dispotismo dell'imperatore francese, dopo la sua drammatica sconfitta a Sedan. Strano esito, per un artista assai premiato dalla corte.
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Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani. Rimasto presto orfano di padre, iniziò qui i suoi studi e cominciò a occuparsi di letteratura leggendo i maggiori scrittori moderni e contemporanei. Si recò poi a Parigi, dove studiò e frequentò molti artisti e scrittori d'avanguardia che avrebbero avuto grande influenza sulla sua opera. Nel 1914 venne in Italia per partecipare alla guerra e da quel momento si cementò il suo legame con il Paese dei genitori. Con i suoi scritti diventò uno dei più prestigiosi autori italiani e la sua figura divenne punto di riferimento, negli anni Trenta, per la `poetica ermetica'. Ungaretti inizia i suoi studi in Egitto, dov'era nato nel 1888 da genitori italiani. Ben presto si trasferisce a Parigi e viene a contatto con molti artisti. Nel 1914 si stringe il suo legame con l'Italia per cui combatte. Con le sue opere di grande valore contribuisce, negli anni Trenta, al definirsi della `poetica ermetica'.
Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani. Rimasto presto orfano di padre, iniziò qui i suoi studi e cominciò a occuparsi di letteratura leggendo i maggiori scrittori moderni e contemporanei. Si recò poi a Parigi, dove studiò e frequentò molti artisti e scrittori d'avanguardia che avrebbero avuto grande influenza sulla sua opera. Nel 1914 venne in Italia per partecipare alla guerra e da quel momento si cementò il suo legame con il Paese dei genitori. Con i suoi scritti diventò uno dei più prestigiosi autori italiani e la sua figura divenne punto di riferimento, negli anni Trenta, per la `poetica ermetica'. Ungaretti inizia i suoi studi in Egitto, dov'era nato nel 1888 da genitori italiani. Ben presto si trasferisce a Parigi e viene a contatto con molti artisti. Nel 1914 si stringe il suo legame con l'Italia per cui combatte. Con le sue opere di grande valore contribuisce, negli anni Trenta, al definirsi della `poetica ermetica'.
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Giustamente nota come la Svizzera del Sud-Est asiatico, Singapore si trova su un isolotto all'estremità meridionale della Penisola di Malacca. Sorta su un terreno paludoso infestato dalla malaria, ha ottenuto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963 e nell'arco di una generazione si è trasformata in una nazione di leggendaria efficienza. Singapore, sorta un terreno paludoso e infestato dalla malaria, è riuscita, dopo aver ottenuto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963, a diventare una nazione efficiente nell'arco di una sola generazione.
Giustamente nota come la Svizzera del Sud-Est asiatico, Singapore si trova su un isolotto all'estremità meridionale della Penisola di Malacca. Sorta su un terreno paludoso infestato dalla malaria, ha ottenuto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963 e nell'arco di una generazione si è trasformata in una nazione di leggendaria efficienza. Singapore, sorta un terreno paludoso e infestato dalla malaria, è riuscita, dopo aver ottenuto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963, a diventare una nazione efficiente nell'arco di una sola generazione.
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Glenn Snoddy, l'ingegnere del suono originario del Tennessee che nel 1960 inventò casualmente il fuzz, è scomparso all'età di 96 anni. Dopo aver lavorato in radio ed essere diventato uno dei tecnici di studio più richiesti a Nashville a partire dagli anni '40 (fu lui a registrare l'ultima session di Hank Williams nel 1952), Snoddy aveva scoperto l'effetto per caso durante una registrazione, nel corso della quale il basso aveva cominciato a emettere un suono distorto, dopo che il trasformatore dell'amplificatore si era fuso, e inventò l'apposito pedale per replicare l'effetto. Il fuzz, effetto di distorsione sonora, è stato inventato per caso, nel 1960, dall'ingegnere del suono Glenn Snoddy. Durante una registrazione il trasformatore dell'amplificatore del basso si era fuso e il suono che ne uscì fu proprio quello che Snoddy riprodusse con un apposito pedale. Snoddy, originario del Tennesse, ha lavorato in radio ed era uno dei tecnici di studio più richiesti a Nashville a partire dagli anni '40. Nel 1952 registrò l'ultima session di Hank Williams. È morto a 96 anni.
Glenn Snoddy, l'ingegnere del suono originario del Tennessee che nel 1960 inventò casualmente il fuzz, è scomparso all'età di 96 anni. Dopo aver lavorato in radio ed essere diventato uno dei tecnici di studio più richiesti a Nashville a partire dagli anni '40 (fu lui a registrare l'ultima session di Hank Williams nel 1952), Snoddy aveva scoperto l'effetto per caso durante una registrazione, nel corso della quale il basso aveva cominciato a emettere un suono distorto, dopo che il trasformatore dell'amplificatore si era fuso, e inventò l'apposito pedale per replicare l'effetto. Il fuzz, effetto di distorsione sonora, è stato inventato per caso, nel 1960, dall'ingegnere del suono Glenn Snoddy. Durante una registrazione il trasformatore dell'amplificatore del basso si era fuso e il suono che ne uscì fu proprio quello che Snoddy riprodusse con un apposito pedale. Snoddy, originario del Tennesse, ha lavorato in radio ed era uno dei tecnici di studio più richiesti a Nashville a partire dagli anni '40. Nel 1952 registrò l'ultima session di Hank Williams. È morto a 96 anni.
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Gli "anime" giapponesi sono ormai noti in tutto il mondo. Tuttavia, è altrettanto noto che i loro autori sono sottopagati: in confronto a un posto in banca o a un lavoro nel commercio, i compensi dell'autore medio di anime sono assai magri. Ciononostante, intraprendere questa professione continua a essere il sogno di molti giovani, che pur consapevoli di non potersi arricchire fanno la fila davanti agli studi di produzione in cerca di un posto. Lo stipendio medio di un autore di anime giapponesi è notoriamente piuttosto ridotto se confrontato a quello di altri lavori. Eppure c'è la fila davanti agli studi di produzione: realizzare gli anime, ormai famosi in tutto il mondo, è comunque un impiego molto ambito dai giovani nipponici.
Gli "anime" giapponesi sono ormai noti in tutto il mondo. Tuttavia, è altrettanto noto che i loro autori sono sottopagati: in confronto a un posto in banca o a un lavoro nel commercio, i compensi dell'autore medio di anime sono assai magri. Ciononostante, intraprendere questa professione continua a essere il sogno di molti giovani, che pur consapevoli di non potersi arricchire fanno la fila davanti agli studi di produzione in cerca di un posto. Lo stipendio medio di un autore di anime giapponesi è notoriamente piuttosto ridotto se confrontato a quello di altri lavori. Eppure c'è la fila davanti agli studi di produzione: realizzare gli anime, ormai famosi in tutto il mondo, è comunque un impiego molto ambito dai giovani nipponici.
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Gli Accordi di Basilea sono linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, redatte dal Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolatori del G10 più il Lussemburgo, allo scopo di perseguire la stabilità monetaria e finanziaria. Gli accordi (assieme alle linee guida, agli standard e alle raccomandazioni) sono una particolare forma operativa, in quanto i Paesi che vi aderiscono ne sono implicitamente vincolati e quelli che non aderiscono si adeguano a quello che, di fatto, diventa uno standard regolamentare. Stabilità monetaria e finanziaria delle banche sono al centro degli Accordi di Basilea redatti dai G10 e dal Lussemburgo, che operano vincolando, di fatto, i Paesi che non vi aderiscono a quelli che vi aderiscono, definendo così uno standard regolamentare.
Gli Accordi di Basilea sono linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, redatte dal Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolatori del G10 più il Lussemburgo, allo scopo di perseguire la stabilità monetaria e finanziaria. Gli accordi (assieme alle linee guida, agli standard e alle raccomandazioni) sono una particolare forma operativa, in quanto i Paesi che vi aderiscono ne sono implicitamente vincolati e quelli che non aderiscono si adeguano a quello che, di fatto, diventa uno standard regolamentare. Stabilità monetaria e finanziaria delle banche sono al centro degli Accordi di Basilea redatti dai G10 e dal Lussemburgo, che operano vincolando, di fatto, i Paesi che non vi aderiscono a quelli che vi aderiscono, definendo così uno standard regolamentare.
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Gli analisti di marketing rilevano che gli adolescenti di oggi, nati negli anni Novanta, sono "forti consumatori": il 90% possiede un cellulare, oltre l'80% naviga in Internet, ma poi fanno dannare le aziende perché sono impermeabili a ogni tipo di campagna pubblicitaria e la vittoria o il fallimento del "brand" lo decidono loro con il passaparola. Nonostante gli adolescenti di oggi siano dei forti consumatori, non si mostrano interessati alle campagne pubblicitarie, decidendo gli acquisti con il "passaparola".
Gli analisti di marketing rilevano che gli adolescenti di oggi, nati negli anni Novanta, sono "forti consumatori": il 90% possiede un cellulare, oltre l'80% naviga in Internet, ma poi fanno dannare le aziende perché sono impermeabili a ogni tipo di campagna pubblicitaria e la vittoria o il fallimento del "brand" lo decidono loro con il passaparola. Nonostante gli adolescenti di oggi siano dei forti consumatori, non si mostrano interessati alle campagne pubblicitarie, decidendo gli acquisti con il "passaparola".
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Gli animali più vicini all'Homo sapiens, la specie a cui apparteniamo, sono gli scimpanzé e i bonobo: sia tra gli uni che tra gli altri i biologi hanno osservato dei baci sulla bocca. Inizialmente si pensava che i baci derivassero dall'uso di passare cibo già parzialmente masticato a un proprio simile, poi si sono prese in considerazione altre possibilità. Il primatologo olandese Frans de Waal, ricercatore alla Emory University di Atlanta e divulgatore scientifico, ha studiato il modo in cui gli scimpanzé si baciano e si abbracciano dopo aver risolto una controversia: per questi animali molto aggressivi i baci sono una forma di riconciliazione e sono più comuni tra esemplari maschi che femmine. Non c'entrano nulla con l'accoppiamento. I bonobo si baciano di più e spesso lo fanno con la lingua: anche nel loro caso i baci sono un metodo per risolvere conflitti e per stringere legami. I biologi hanno osservato baci sulla bocca nelle specie più vicine all'uomo, sebbene per ragioni diverse dalle nostre. In un primo momento l'ipotesi più diffusa era che questi animali si baciassero per ricevere o offrire del cibo. In seguito gli studi di Frans de Waal hanno rivelato che tra i primati i baci servono per risolvere conflitti e stringere vincoli, e sono più diffusi tra esemplari maschi.
Gli animali più vicini all'Homo sapiens, la specie a cui apparteniamo, sono gli scimpanzé e i bonobo: sia tra gli uni che tra gli altri i biologi hanno osservato dei baci sulla bocca. Inizialmente si pensava che i baci derivassero dall'uso di passare cibo già parzialmente masticato a un proprio simile, poi si sono prese in considerazione altre possibilità. Il primatologo olandese Frans de Waal, ricercatore alla Emory University di Atlanta e divulgatore scientifico, ha studiato il modo in cui gli scimpanzé si baciano e si abbracciano dopo aver risolto una controversia: per questi animali molto aggressivi i baci sono una forma di riconciliazione e sono più comuni tra esemplari maschi che femmine. Non c'entrano nulla con l'accoppiamento. I bonobo si baciano di più e spesso lo fanno con la lingua: anche nel loro caso i baci sono un metodo per risolvere conflitti e per stringere legami. I biologi hanno osservato baci sulla bocca nelle specie più vicine all'uomo, sebbene per ragioni diverse dalle nostre. In un primo momento l'ipotesi più diffusa era che questi animali si baciassero per ricevere o offrire del cibo. In seguito gli studi di Frans de Waal hanno rivelato che tra i primati i baci servono per risolvere conflitti e stringere vincoli, e sono più diffusi tra esemplari maschi.
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Gli antibiotici sono efficaci contro i batteri, ma non contro i virus, perché riconoscono soltanto strutture presenti nelle cellule batteriche. Il loro meccanismo d'azione, infatti, si basa sull'affinità che hanno proprio con queste strutture. Proprio perché non esiste invece alcuna affinità fra le molecole virali e gli antibiotici, questi farmaci sono inutili per malattie come l'influenza o il raffreddore, che sono causate da virus. Solo un medico può distinguere se una malattia è provocata da un virus o da un batterio (i sintomi possono essere simili): per questo gli antibiotici vanno presi solo su prescrizione. Si stima però che il 44% degli italiani usi questi farmaci senza consultare il medico. Gli antibiotici possono attaccare i batteri in più punti: riconoscono strutture presenti sulla parete cellulare (l'involucro che li ricopre), sulla membrana plasmatica (un secondo involucro più interno) o nella cellula. In questo modo uccidono i batteri o ne impediscono la moltiplicazione, bloccando così l'infezione. Il meccanismo d'azione degli antibiotici si basa sulla loro affinità con strutture presenti nelle cellule batteriche. Sono quindi inutili per le malattie causate da virus. Tuttavia circa il 44% degli italiani utilizza gli antibiotici senza consultare il medico, che è l'unico in grado di distinguere se una malattia è di origine virale o batterica. L'antibiotico uccide i batteri o ne impedisce la moltiplicazione attaccandoli sulla parete cellulare, nella membrana plasmatica o nella cellula.
Gli antibiotici sono efficaci contro i batteri, ma non contro i virus, perché riconoscono soltanto strutture presenti nelle cellule batteriche. Il loro meccanismo d'azione, infatti, si basa sull'affinità che hanno proprio con queste strutture. Proprio perché non esiste invece alcuna affinità fra le molecole virali e gli antibiotici, questi farmaci sono inutili per malattie come l'influenza o il raffreddore, che sono causate da virus. Solo un medico può distinguere se una malattia è provocata da un virus o da un batterio (i sintomi possono essere simili): per questo gli antibiotici vanno presi solo su prescrizione. Si stima però che il 44% degli italiani usi questi farmaci senza consultare il medico. Gli antibiotici possono attaccare i batteri in più punti: riconoscono strutture presenti sulla parete cellulare (l'involucro che li ricopre), sulla membrana plasmatica (un secondo involucro più interno) o nella cellula. In questo modo uccidono i batteri o ne impediscono la moltiplicazione, bloccando così l'infezione. Il meccanismo d'azione degli antibiotici si basa sulla loro affinità con strutture presenti nelle cellule batteriche. Sono quindi inutili per le malattie causate da virus. Tuttavia circa il 44% degli italiani utilizza gli antibiotici senza consultare il medico, che è l'unico in grado di distinguere se una malattia è di origine virale o batterica. L'antibiotico uccide i batteri o ne impedisce la moltiplicazione attaccandoli sulla parete cellulare, nella membrana plasmatica o nella cellula.
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Gli antichi Greci rappresentavano il mondo diviso in tre parti: Europa, Asia e Africa. La loro abilità nella navigazione li aveva portati a conoscere bene il Mediterraneo collocato tra Europa e Africa e sapevano che Africa e Asia erano separate, anche se non completamente. Esploratori e mercanti greci si erano spinti fino alle coste del Mar Caspio, che consideravano erroneamente in comunicazione con il grande oceano e che ritenevano separasse l'Europa dall'Asia. Nacque così l'idea di tre continenti nettamente separati tra loro, che venne trasmessa ai Romani e, da questi ultimi, al Medioevo. Secondo gli antichi Greci il mondo era diviso in tre parti: Europa, Asia e Africa. I Greci sapevano, grazie alla loro abilità nella navigazione, che Europa e Africa erano separate dal Mediterraneo e sapevano anche che Africa e Asia erano divise, seppur in modo incompleto. Consideravano Europa e Asia divise dal Mar Caspio, che erroneamente ritenevano in comunicazione con il grande oceano. L'idea di tre continenti separati nettamente tra loro passò dai Greci ai Romani e dai Romani al Medioevo.
Gli antichi Greci rappresentavano il mondo diviso in tre parti: Europa, Asia e Africa. La loro abilità nella navigazione li aveva portati a conoscere bene il Mediterraneo collocato tra Europa e Africa e sapevano che Africa e Asia erano separate, anche se non completamente. Esploratori e mercanti greci si erano spinti fino alle coste del Mar Caspio, che consideravano erroneamente in comunicazione con il grande oceano e che ritenevano separasse l'Europa dall'Asia. Nacque così l'idea di tre continenti nettamente separati tra loro, che venne trasmessa ai Romani e, da questi ultimi, al Medioevo. Secondo gli antichi Greci il mondo era diviso in tre parti: Europa, Asia e Africa. I Greci sapevano, grazie alla loro abilità nella navigazione, che Europa e Africa erano separate dal Mediterraneo e sapevano anche che Africa e Asia erano divise, seppur in modo incompleto. Consideravano Europa e Asia divise dal Mar Caspio, che erroneamente ritenevano in comunicazione con il grande oceano. L'idea di tre continenti separati nettamente tra loro passò dai Greci ai Romani e dai Romani al Medioevo.
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Gli Asburgo furono promotori di un vasto programma di riforme: per esempio istituirono in Austria le prime scuole statali aperte a tutta la popolazione. L'imperatrice Maria Teresa si impegnò a riorganizzare e unificare l'amministrazione dei diversi Stati che componevano i suoi domini. In Lombardia venne eseguito un preciso censimento di tutte le proprietà terriere dei sudditi (il catasto), in modo che le tasse venissero divise con maggior giustizia che nel passato. Inoltre furono costruite strade e altre opere pubbliche. Il figlio, Giuseppe II, continuò ed estese il programma riformatore, ispirandosi direttamente alle idee illuministiche di cui era un fervido sostenitore e applicando così la forma di "dispotismo illuminato" storicamente più compiuta. In nome del principio di tolleranza abolì le discriminazioni più gravi ai danni di protestanti ed ebrei. Gli Asburgo promossero numerose riforme. Ad esempio, l'imperatrice Maria Teresa riorganizzò e unificò l'amministrazione dei diversi Stati che componevano il suo impero, mentre in Lombardia venne realizzato il catasto, che prevedeva il censimento di tutte le proprietà terriere dei sudditi, allo scopo di ripartire meglio le tasse. Giuseppe II, figlio di Maria Teresa, ampliò il programma delle riforme, traendo ispirazione dalle teorie degli illuministi e realizzando così la forma più compiuta di "dispotismo illuminato". A lui si deve l'abolizione delle discriminazioni più gravi che colpivano gli ebrei e i protestanti, in nome del principio di tolleranza.
Gli Asburgo furono promotori di un vasto programma di riforme: per esempio istituirono in Austria le prime scuole statali aperte a tutta la popolazione. L'imperatrice Maria Teresa si impegnò a riorganizzare e unificare l'amministrazione dei diversi Stati che componevano i suoi domini. In Lombardia venne eseguito un preciso censimento di tutte le proprietà terriere dei sudditi (il catasto), in modo che le tasse venissero divise con maggior giustizia che nel passato. Inoltre furono costruite strade e altre opere pubbliche. Il figlio, Giuseppe II, continuò ed estese il programma riformatore, ispirandosi direttamente alle idee illuministiche di cui era un fervido sostenitore e applicando così la forma di "dispotismo illuminato" storicamente più compiuta. In nome del principio di tolleranza abolì le discriminazioni più gravi ai danni di protestanti ed ebrei. Gli Asburgo promossero numerose riforme. Ad esempio, l'imperatrice Maria Teresa riorganizzò e unificò l'amministrazione dei diversi Stati che componevano il suo impero, mentre in Lombardia venne realizzato il catasto, che prevedeva il censimento di tutte le proprietà terriere dei sudditi, allo scopo di ripartire meglio le tasse. Giuseppe II, figlio di Maria Teresa, ampliò il programma delle riforme, traendo ispirazione dalle teorie degli illuministi e realizzando così la forma più compiuta di "dispotismo illuminato". A lui si deve l'abolizione delle discriminazioni più gravi che colpivano gli ebrei e i protestanti, in nome del principio di tolleranza.
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Gli assiomi sono enunciati assunti come veri, per necessità ed evidenza. Secondo la moderna metodologia, però, in una teoria si può considerare come assioma ogni enunciato: ciò che lo rende tale è il fatto, puramente arbitrario e dettato da ragioni di praticità, di essere assunto come vero senza dimostrazione. Quindi non si parla più di assioma in assoluto, ma solo relativamente a una singola teoria: gli assiomi di una possono essere teoremi di un'altra. La scelta degli assiomi non è del tutto arbitraria, condizione essenziale per l'accettabilità di un sistema di assiomi rimane infatti la loro reciproca non contraddittorietà nel complesso della teoria. In senso assoluto, gli assiomi sono enunciati che si considerano veri, in quanto sono necessari ed evidenti; con la moderna metodologia, però, ci si può valere, all'interno di una teoria, anche di assiomi non assoluti ma relativi al contesto, che si considerano tali arbitrariamente, per questioni di praticità: gli assiomi di una teoria potrebbero, infatti, essere considerati teoremi in un'altra. Perché il complesso di assiomi assunti come tali all'interno di una teoria sia accettabile è però necessario che essi siano tra loro non contradditori.
Gli assiomi sono enunciati assunti come veri, per necessità ed evidenza. Secondo la moderna metodologia, però, in una teoria si può considerare come assioma ogni enunciato: ciò che lo rende tale è il fatto, puramente arbitrario e dettato da ragioni di praticità, di essere assunto come vero senza dimostrazione. Quindi non si parla più di assioma in assoluto, ma solo relativamente a una singola teoria: gli assiomi di una possono essere teoremi di un'altra. La scelta degli assiomi non è del tutto arbitraria, condizione essenziale per l'accettabilità di un sistema di assiomi rimane infatti la loro reciproca non contraddittorietà nel complesso della teoria. In senso assoluto, gli assiomi sono enunciati che si considerano veri, in quanto sono necessari ed evidenti; con la moderna metodologia, però, ci si può valere, all'interno di una teoria, anche di assiomi non assoluti ma relativi al contesto, che si considerano tali arbitrariamente, per questioni di praticità: gli assiomi di una teoria potrebbero, infatti, essere considerati teoremi in un'altra. Perché il complesso di assiomi assunti come tali all'interno di una teoria sia accettabile è però necessario che essi siano tra loro non contradditori.
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Gli economisti del lavoro, a volte, sono accusati da altri scienziati sociali di fermarsi alle porte dell'azienda, ossia di studiare "troppo" ciò che avviene nel mercato (ad esempio la disoccupazione) e "troppo poco" ciò che avviene all'interno di un'impresa (ad esempio la carriera lavorativa). Questa impressione, forse giustificata nel passato, non lo è più oggi. La critica che gli scienziati sociali muovevano a volte agli economisti del lavoro accusandoli di analizzare troppo poco ciò che avviene all'interno di una azienda e troppo ciò che avviene nel mercato del lavoro, oggi non è più giustificata.
Gli economisti del lavoro, a volte, sono accusati da altri scienziati sociali di fermarsi alle porte dell'azienda, ossia di studiare "troppo" ciò che avviene nel mercato (ad esempio la disoccupazione) e "troppo poco" ciò che avviene all'interno di un'impresa (ad esempio la carriera lavorativa). Questa impressione, forse giustificata nel passato, non lo è più oggi. La critica che gli scienziati sociali muovevano a volte agli economisti del lavoro accusandoli di analizzare troppo poco ciò che avviene all'interno di una azienda e troppo ciò che avviene nel mercato del lavoro, oggi non è più giustificata.
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Gli edifici dovrebbero essere costruiti per essere energeticamente e ambientalmente efficienti. Non basta ridurre i consumi energetici e aumentare l'efficienza energetica: è questa una condizione necessaria ma non sufficiente. Bisognerebbe ridurre il consumo di suolo, evitando la costruzione di grattacieli e costruire solo quando necessario, riusando prima quanto già esistente. Gli edifici dovrebbero essere costruiti energeticamente e ambientalmente efficienti. Ma ridurre i consumi e aumentare l'efficienza energetica non basta: è necessario ridurre il consumo di suolo, evitando la costruzione di grattacieli e costruire solo se necessario, riusando prima l'esistente.
Gli edifici dovrebbero essere costruiti per essere energeticamente e ambientalmente efficienti. Non basta ridurre i consumi energetici e aumentare l'efficienza energetica: è questa una condizione necessaria ma non sufficiente. Bisognerebbe ridurre il consumo di suolo, evitando la costruzione di grattacieli e costruire solo quando necessario, riusando prima quanto già esistente. Gli edifici dovrebbero essere costruiti energeticamente e ambientalmente efficienti. Ma ridurre i consumi e aumentare l'efficienza energetica non basta: è necessario ridurre il consumo di suolo, evitando la costruzione di grattacieli e costruire solo se necessario, riusando prima l'esistente.
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Gli edifici termali costituiscono una delle realizzazioni più caratteristiche dell'architettura romana. Pur avendo come referente di partenza il bagno greco, le terme romane si svilupparono in modo originale e acquisirono nel corso del tempo un'incredibile diffusione, divenendo un autentico fenomeno di costume, l'espressione di una particolare concezione della vita, un'irrinunciabile esigenza quotidiana. La frequentazione delle terme diventò una delle occupazioni fisse della giornata: se non la più importante, senz'altro la più piacevole. Ciò che contribuì a fare delle terme uno dei luoghi preferiti per trascorrere il tempo libero fu la possibilità di soddisfare non solo il benessere del corpo, ma anche quello dello spirito. Con il tempo, infatti, i grandi complessi termali si dotarono, in aggiunta agli ambienti propriamente balneari, di portici, giardini, ninfei, sale di soggiorno e di riposo, auditori musicali e biblioteche. Alle terme dunque si andava non solo per compiere esercizi fisici e ritemprarsi con il bagno e altre pratiche balneoterapiche (massaggi, frizioni, unzioni), ma anche per passeggiare, incontrare gente, concludere affari, ricevere o fare inviti. Una delle realizzazioni più caratteristiche dell'architettura romana sono le terme, che ebbero un'enorme diffusione e divennero un'esigenza quotidiana e un vero e proprio fenomeno di costume. Per i Romani la frequentazione delle terme era un'occupazione fissa della giornata, lì trascorrevano il tempo libero per soddisfare non solo il benessere del corpo, ma anche quello dello spirito. Con il tempo, infatti, i complessi termali si dotarono di portici e giardini, sale di soggiorno e di riposo, auditori musicali e biblioteche. In questo modo le terme offrivano anche l'occasione per rilassanti passeggiate e incontri sociali.
Gli edifici termali costituiscono una delle realizzazioni più caratteristiche dell'architettura romana. Pur avendo come referente di partenza il bagno greco, le terme romane si svilupparono in modo originale e acquisirono nel corso del tempo un'incredibile diffusione, divenendo un autentico fenomeno di costume, l'espressione di una particolare concezione della vita, un'irrinunciabile esigenza quotidiana. La frequentazione delle terme diventò una delle occupazioni fisse della giornata: se non la più importante, senz'altro la più piacevole. Ciò che contribuì a fare delle terme uno dei luoghi preferiti per trascorrere il tempo libero fu la possibilità di soddisfare non solo il benessere del corpo, ma anche quello dello spirito. Con il tempo, infatti, i grandi complessi termali si dotarono, in aggiunta agli ambienti propriamente balneari, di portici, giardini, ninfei, sale di soggiorno e di riposo, auditori musicali e biblioteche. Alle terme dunque si andava non solo per compiere esercizi fisici e ritemprarsi con il bagno e altre pratiche balneoterapiche (massaggi, frizioni, unzioni), ma anche per passeggiare, incontrare gente, concludere affari, ricevere o fare inviti. Una delle realizzazioni più caratteristiche dell'architettura romana sono le terme, che ebbero un'enorme diffusione e divennero un'esigenza quotidiana e un vero e proprio fenomeno di costume. Per i Romani la frequentazione delle terme era un'occupazione fissa della giornata, lì trascorrevano il tempo libero per soddisfare non solo il benessere del corpo, ma anche quello dello spirito. Con il tempo, infatti, i complessi termali si dotarono di portici e giardini, sale di soggiorno e di riposo, auditori musicali e biblioteche. In questo modo le terme offrivano anche l'occasione per rilassanti passeggiate e incontri sociali.
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Gli effetti medicinali della curcuma sono noti fin dai tempi antichi, soprattutto nella medicina Ayurvedica indiana. Anche in occidente ci siamo quasi subito accorti delle numerose facoltà medicinali della curcuma e soprattutto della sua derivata curcumina, vantando quasi 11.500 pubblicazioni mediche dal primo studio mai effettuato nel 1748. I ricercatori oggi si sono concentrati nella capacità di questa molecola di interagire con l'enzima DYRK2, inibendolo e di fatto bloccando le funzioni delle cellule tumorali, danneggiandone la proliferazione. Ma i ricercatori avvertono che in generale, la curcumina viene espulsa dal corpo abbastanza velocemente. Perché sia un farmaco efficace, deve essere modificata per entrare nel flusso sanguigno e rimanere nel corpo abbastanza a lungo da colpire le cellule tumorali e da sola potrebbe non essere sufficiente per rallentare il cancro nei pazienti umani. Le proprietà medicinali della curcuma sono note da tempo sia in oriente che in occidente. Il primo studio scientifico su questa sostanza è stato fatto nel 1748 e da allora moltissimi ne sono seguiti. In particolare una molecola presente nella curcuma, la curcumina, sembra essere capace di inibire e limitare la riproduzioni delle cellule tumorali. Purtroppo l'efficacia della curcumina in campo farmacologico è ancora in fase di verifica, uno dei principali problemi riscontrati è la velocità con cui il corpo umano espelle questa sostanza.
Gli effetti medicinali della curcuma sono noti fin dai tempi antichi, soprattutto nella medicina Ayurvedica indiana. Anche in occidente ci siamo quasi subito accorti delle numerose facoltà medicinali della curcuma e soprattutto della sua derivata curcumina, vantando quasi 11.500 pubblicazioni mediche dal primo studio mai effettuato nel 1748. I ricercatori oggi si sono concentrati nella capacità di questa molecola di interagire con l'enzima DYRK2, inibendolo e di fatto bloccando le funzioni delle cellule tumorali, danneggiandone la proliferazione. Ma i ricercatori avvertono che in generale, la curcumina viene espulsa dal corpo abbastanza velocemente. Perché sia un farmaco efficace, deve essere modificata per entrare nel flusso sanguigno e rimanere nel corpo abbastanza a lungo da colpire le cellule tumorali e da sola potrebbe non essere sufficiente per rallentare il cancro nei pazienti umani. Le proprietà medicinali della curcuma sono note da tempo sia in oriente che in occidente. Il primo studio scientifico su questa sostanza è stato fatto nel 1748 e da allora moltissimi ne sono seguiti. In particolare una molecola presente nella curcuma, la curcumina, sembra essere capace di inibire e limitare la riproduzioni delle cellule tumorali. Purtroppo l'efficacia della curcumina in campo farmacologico è ancora in fase di verifica, uno dei principali problemi riscontrati è la velocità con cui il corpo umano espelle questa sostanza.
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Gli enti che localmente intervengono in programmi di accoglienza e tutela individuano come principale ostacolo della partecipazione di richiedenti asilo e rifugiati alla vita del territorio un generalizzato clima di sfiducia nei confronti dei cittadini stranieri. Tale sfiducia si ravvisa soprattutto nel momento in cui i richiedenti asilo e rifugiati sono costretti a richiedere l'intervento di operatori per interloquire con attori del territorio al fine di procedere a pratiche burocratiche della vita di tutti i giorni: rinnovo del permesso di soggiorno, iscrizione al servizio sanitario nazionale, dialogo con le istituzioni scolastiche, iscrizione all'anagrafe, accesso ai servizi pubblici, richiesta di contributi, apertura di un conto corrente, utilizzo dei mezzi di trasporto ecc. Richiedenti asilo e rifugiati devono per forza avvalersi dell'intervento degli operatori per instaurare un dialogo con gli attori territoriali per far fronte alle pratiche burocratiche necessarie alla vita di tutti i giorni; è in questi frangenti che si ravvisa maggiormente il generale clima di sfiducia nei confronti dei cittadini stranieri, indicato dagli enti impegnati nell'accoglienza come il principale ostacolo per la loro partecipazione alla vita del territorio stesso.
Gli enti che localmente intervengono in programmi di accoglienza e tutela individuano come principale ostacolo della partecipazione di richiedenti asilo e rifugiati alla vita del territorio un generalizzato clima di sfiducia nei confronti dei cittadini stranieri. Tale sfiducia si ravvisa soprattutto nel momento in cui i richiedenti asilo e rifugiati sono costretti a richiedere l'intervento di operatori per interloquire con attori del territorio al fine di procedere a pratiche burocratiche della vita di tutti i giorni: rinnovo del permesso di soggiorno, iscrizione al servizio sanitario nazionale, dialogo con le istituzioni scolastiche, iscrizione all'anagrafe, accesso ai servizi pubblici, richiesta di contributi, apertura di un conto corrente, utilizzo dei mezzi di trasporto ecc. Richiedenti asilo e rifugiati devono per forza avvalersi dell'intervento degli operatori per instaurare un dialogo con gli attori territoriali per far fronte alle pratiche burocratiche necessarie alla vita di tutti i giorni; è in questi frangenti che si ravvisa maggiormente il generale clima di sfiducia nei confronti dei cittadini stranieri, indicato dagli enti impegnati nell'accoglienza come il principale ostacolo per la loro partecipazione alla vita del territorio stesso.
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Gli esperti della Nasa hanno calcolato che per nutrire un solo astronauta nell'arco dei 5 anni previsti per il viaggio spaziale, occorrerebbero 3.175 chili di cibo. Per ovviare a questa necessità gli scienziati stanno pensando a un orto interno all'astronave che permetta all'equipaggio di coltivare cibi sani migliorando al contempo l'aria all'interno dell'abitacolo (poiché i vegetali assorbirebbero CO2 ). Secondo i calcoli degli esperti nutrire un astronauta per cinque anni di viaggio spaziale richiederebbe 3.175 kg di cibo. Per questo si sta pensando di progettare un orto all'interno dell'astronave che consentirebbe sia di coltivare cibi sani sia di migliorare l'aria dell'abitacolo.
Gli esperti della Nasa hanno calcolato che per nutrire un solo astronauta nell'arco dei 5 anni previsti per il viaggio spaziale, occorrerebbero 3.175 chili di cibo. Per ovviare a questa necessità gli scienziati stanno pensando a un orto interno all'astronave che permetta all'equipaggio di coltivare cibi sani migliorando al contempo l'aria all'interno dell'abitacolo (poiché i vegetali assorbirebbero CO2 ). Secondo i calcoli degli esperti nutrire un astronauta per cinque anni di viaggio spaziale richiederebbe 3.175 kg di cibo. Per questo si sta pensando di progettare un orto all'interno dell'astronave che consentirebbe sia di coltivare cibi sani sia di migliorare l'aria dell'abitacolo.
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Gli esperti di protezione ambientale chiedono la fine del commercio di avorio in tutti i Paesi. Il commercio internazionale è proibito dal 1989, mentre quello nazionale è permesso. Secondo gli esperti, il commercio all'interno dei Paesi può favorire il bracconaggio degli elefanti. Negli ultimi sette anni la popolazione degli animali in Africa è diminuita di un terzo. La richiesta è stata avanzata a un meeting della Cites in Sudafrica. In occasione di un meeting della Cites in Sudafrica, alcuni esperti di protezione ambientale hanno chiesto l'abolizione totale del commercio di avorio in tutti i Paesi. Il commercio interno ai Paesi, infatti, ha causato negli ultimi sette anni la diminuzione in Africa di un terzo della popolazione di elefanti.
Gli esperti di protezione ambientale chiedono la fine del commercio di avorio in tutti i Paesi. Il commercio internazionale è proibito dal 1989, mentre quello nazionale è permesso. Secondo gli esperti, il commercio all'interno dei Paesi può favorire il bracconaggio degli elefanti. Negli ultimi sette anni la popolazione degli animali in Africa è diminuita di un terzo. La richiesta è stata avanzata a un meeting della Cites in Sudafrica. In occasione di un meeting della Cites in Sudafrica, alcuni esperti di protezione ambientale hanno chiesto l'abolizione totale del commercio di avorio in tutti i Paesi. Il commercio interno ai Paesi, infatti, ha causato negli ultimi sette anni la diminuzione in Africa di un terzo della popolazione di elefanti.
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Gli hacker credono nella possibilità d'imparare lezioni essenziali sui sistemi e sul mondo smontando le cose, osservando come funzionano e usando questa conoscenza per creare cose nuove, ancora più interessanti. Detestano qualsiasi persona, barriera fisica o legge che tenti di impedirglielo. Gli hacker smontano le cose per osservarle nel loro funzionamento e usano la conoscenza per creare cose nuove e più interessanti. Per questo odiano tutto ciò che li ostacola: persone, barriere fisiche o leggi.
Gli hacker credono nella possibilità d'imparare lezioni essenziali sui sistemi e sul mondo smontando le cose, osservando come funzionano e usando questa conoscenza per creare cose nuove, ancora più interessanti. Detestano qualsiasi persona, barriera fisica o legge che tenti di impedirglielo. Gli hacker smontano le cose per osservarle nel loro funzionamento e usano la conoscenza per creare cose nuove e più interessanti. Per questo odiano tutto ciò che li ostacola: persone, barriere fisiche o leggi.
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Gli illuministi guardavano con ammirazione alle conquiste ottenute dalla scienza nel corso del Seicento. Galileo, Cartesio e Newton avevano radicalmente mutato le conoscenze relative alle leggi dell'universo e si erano serviti di un metodo che usava la ragione e l'esperienza. L'osservazione del mondo portava, attraverso un ragionamento logico e matematico, a produrre ipotesi di leggi naturali; l'esperimento doveva confermare o smentire la bontà di queste leggi. Per gli illuministi questo metodo non doveva essere applicato solo allo studio della natura e del cosmo. La ragione e la concreta esperienza dei fatti dovevano divenire gli strumenti per trasformare completamente la morale, la religione, l'organizzazione dello stato e della società, che per gli illuministi non erano organizzati secondo ragione. Gli illuministi avevano piena fiducia che un mondo regolato dalla ragione umana potesse portare alla felicità, sia dei singoli individui, sia di tutta la società. Gli illuministi ammiravano le conquiste scientifiche ottenute nel corso del Seicento: grazie a un metodo che univa la ragione all'esperienza, gli scienziati avevano completamente mutato le conoscenze che riguardavano le leggi dell'universo. Gli illuministi ritenevano che tale metodo non dovesse essere limitato alle scienze, ma potesse essere utilizzato anche per trasformare la morale, la religione, l'organizzazione statale e sociale, alle quali mancava un'organizzazione razionale. In un mondo regolato dalla ragione, pensavano gli illuministi, si sarebbe potuta realizzare la felicità del singolo così come quella dell'intera società.
Gli illuministi guardavano con ammirazione alle conquiste ottenute dalla scienza nel corso del Seicento. Galileo, Cartesio e Newton avevano radicalmente mutato le conoscenze relative alle leggi dell'universo e si erano serviti di un metodo che usava la ragione e l'esperienza. L'osservazione del mondo portava, attraverso un ragionamento logico e matematico, a produrre ipotesi di leggi naturali; l'esperimento doveva confermare o smentire la bontà di queste leggi. Per gli illuministi questo metodo non doveva essere applicato solo allo studio della natura e del cosmo. La ragione e la concreta esperienza dei fatti dovevano divenire gli strumenti per trasformare completamente la morale, la religione, l'organizzazione dello stato e della società, che per gli illuministi non erano organizzati secondo ragione. Gli illuministi avevano piena fiducia che un mondo regolato dalla ragione umana potesse portare alla felicità, sia dei singoli individui, sia di tutta la società. Gli illuministi ammiravano le conquiste scientifiche ottenute nel corso del Seicento: grazie a un metodo che univa la ragione all'esperienza, gli scienziati avevano completamente mutato le conoscenze che riguardavano le leggi dell'universo. Gli illuministi ritenevano che tale metodo non dovesse essere limitato alle scienze, ma potesse essere utilizzato anche per trasformare la morale, la religione, l'organizzazione statale e sociale, alle quali mancava un'organizzazione razionale. In un mondo regolato dalla ragione, pensavano gli illuministi, si sarebbe potuta realizzare la felicità del singolo così come quella dell'intera società.
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Gli indù adorano il dio Shiva raffigurandolo in un lingam, una pietra nera cilindrica ritta contro la volta celeste. Il Tamil Nadu, dove la presenza islamica quasi non è sensibile e ci sono invece molti induisti, brulica di queste pietre di forma fallica, geometriche e inflessibili, che punteggiano i templi sconsacrati e si nascondono nel buio cavo dei sancta sanctorum. Il lingam è una pietra nera geometrica e inflessibile di forma fallica attraverso cui gli indù raffigurano il loro dio Shiva. Ce ne sono molti nei templi sconsacrati del Tamil Nadu, nascosti nei sancta sanctorum. Il Tamil Nadu è infatti un Paese in cui la religione induista è molto viva, mentre quella islamica quasi non si rileva.
Gli indù adorano il dio Shiva raffigurandolo in un lingam, una pietra nera cilindrica ritta contro la volta celeste. Il Tamil Nadu, dove la presenza islamica quasi non è sensibile e ci sono invece molti induisti, brulica di queste pietre di forma fallica, geometriche e inflessibili, che punteggiano i templi sconsacrati e si nascondono nel buio cavo dei sancta sanctorum. Il lingam è una pietra nera geometrica e inflessibile di forma fallica attraverso cui gli indù raffigurano il loro dio Shiva. Ce ne sono molti nei templi sconsacrati del Tamil Nadu, nascosti nei sancta sanctorum. Il Tamil Nadu è infatti un Paese in cui la religione induista è molto viva, mentre quella islamica quasi non si rileva.
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Gli italiani disoccupati, prima della crisi economica del 1973, costituivano il 5,7% della popolazione attiva; nel periodo compreso fra il 1980 e il 1985 erano l'11,6%; negli anni fra il 1986 e il 1992 il 15,6%. Ma la disoccupazione non colpisce indiscriminatamente. Faticano a trovar lavoro soprattutto i giovani al di sotto dei 25 anni, e le donne in misura maggiore rispetto agli uomini. Nel nostro Paese, poi, esiste una netta differenza fra le regioni settentrionali e quelle meridionali: mentre il Nord presenta un tasso di disoccupazione sostanzialmente simile a quello dei principali Paesi europei, nel Sud la disoccupazione giovanile raggiunge livelli altissimi. La distanza che separa gli occupati dai disoccupati è enorme: per questi ultimi, soprattutto se giovani, si aprono le vie della frustrazione, dei piccoli lavori precari, talvolta della micro-criminalità. Il degrado della vita civile aumenta, soprattutto nelle città, dove si creano nuove povertà e nuove forme di emarginazione. L'universo sociale appare solcato da una terribile contraddizione: mentre le generazioni più recenti faticano a entrare nel mondo del lavoro, quelle più anziane sono costrette a rimanervi più a lungo, spesso contro voglia, per non ingigantire le spese che lo Stato deve affrontare per il mantenimento dei pensionati. Tra il 1973 e il 1992 gli italiani disoccupati sono aumentati dal 5,7% al 15,6%. La difficoltà nel trovare lavoro riguarda soprattutto i giovani al di sotto dei 25 anni e le donne. Inoltre in Italia si registra una notevole differenza tra le regioni del Nord, il cui tasso di disoccupazione è simile a quello dei principali Paesi europei, e quelle del Sud, dove la disoccupazione è altissima. Ai disoccupati non resta che la via della frustrazione, dei lavori precari o addirittura della micro-criminalità e questa situazione accresce il degrado della vita civile. La società è attraversata dalla contraddizione che vede le giovani generazioni faticare nella ricerca di un lavoro e quelle più anziane costrette a rimanervi più a lungo, spesso malvolentieri.
Gli italiani disoccupati, prima della crisi economica del 1973, costituivano il 5,7% della popolazione attiva; nel periodo compreso fra il 1980 e il 1985 erano l'11,6%; negli anni fra il 1986 e il 1992 il 15,6%. Ma la disoccupazione non colpisce indiscriminatamente. Faticano a trovar lavoro soprattutto i giovani al di sotto dei 25 anni, e le donne in misura maggiore rispetto agli uomini. Nel nostro Paese, poi, esiste una netta differenza fra le regioni settentrionali e quelle meridionali: mentre il Nord presenta un tasso di disoccupazione sostanzialmente simile a quello dei principali Paesi europei, nel Sud la disoccupazione giovanile raggiunge livelli altissimi. La distanza che separa gli occupati dai disoccupati è enorme: per questi ultimi, soprattutto se giovani, si aprono le vie della frustrazione, dei piccoli lavori precari, talvolta della micro-criminalità. Il degrado della vita civile aumenta, soprattutto nelle città, dove si creano nuove povertà e nuove forme di emarginazione. L'universo sociale appare solcato da una terribile contraddizione: mentre le generazioni più recenti faticano a entrare nel mondo del lavoro, quelle più anziane sono costrette a rimanervi più a lungo, spesso contro voglia, per non ingigantire le spese che lo Stato deve affrontare per il mantenimento dei pensionati. Tra il 1973 e il 1992 gli italiani disoccupati sono aumentati dal 5,7% al 15,6%. La difficoltà nel trovare lavoro riguarda soprattutto i giovani al di sotto dei 25 anni e le donne. Inoltre in Italia si registra una notevole differenza tra le regioni del Nord, il cui tasso di disoccupazione è simile a quello dei principali Paesi europei, e quelle del Sud, dove la disoccupazione è altissima. Ai disoccupati non resta che la via della frustrazione, dei lavori precari o addirittura della micro-criminalità e questa situazione accresce il degrado della vita civile. La società è attraversata dalla contraddizione che vede le giovani generazioni faticare nella ricerca di un lavoro e quelle più anziane costrette a rimanervi più a lungo, spesso malvolentieri.
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Gli italiani, quando parlano o scrivono, riescono sempre, e in misura soddisfacente, a esprimersi con chiarezza e a comprendersi? La lingua di cui si servono è veramente una, al Nord come al Sud, nelle campagne e nei piccoli centri come nelle grandi città, nei vari strati e gruppi sociali? A giudicare dai fatti sembrerebbe di no. Alle antiche divisioni dialettali, ancora operanti anche se notevolmente attenuate negli ultimi decenni, si sono ora aggiunti o sostituiti i compartimenti stagni dei cosiddetti "linguaggi settoriali". Non sembra di poter affermare che gli italiani si comprendano agevolmente a vicenda né che la lingua di cui si servono sia unica. Si sono abbastanza attenuate le vecchie differenze dialettali, ma sono per contro comparsi i quasi impermeabili linguaggi settoriali.
Gli italiani, quando parlano o scrivono, riescono sempre, e in misura soddisfacente, a esprimersi con chiarezza e a comprendersi? La lingua di cui si servono è veramente una, al Nord come al Sud, nelle campagne e nei piccoli centri come nelle grandi città, nei vari strati e gruppi sociali? A giudicare dai fatti sembrerebbe di no. Alle antiche divisioni dialettali, ancora operanti anche se notevolmente attenuate negli ultimi decenni, si sono ora aggiunti o sostituiti i compartimenti stagni dei cosiddetti "linguaggi settoriali". Non sembra di poter affermare che gli italiani si comprendano agevolmente a vicenda né che la lingua di cui si servono sia unica. Si sono abbastanza attenuate le vecchie differenze dialettali, ma sono per contro comparsi i quasi impermeabili linguaggi settoriali.
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Gli psicologi chiamano percezione il processo attraverso il quale le informazioni raccolte dagli organi di senso sono organizzate in oggetti ed eventi provvisti di un significato per il soggetto. La percezione è quindi un processo complesso che va molto oltre la semplice registrazione di un suono, di un fascio di luce o di altri impulsi che provengono dal mondo esterno, in quanto le informazioni ottenute dallo stimolo devono essere codificate e trasformate internamente prima di comprendere cosa effettivamente ci sia all'esterno dell'individuo. Secondo la psicologia la percezione è un processo complesso nel quale gli stimoli esterni raccolti dagli organi di senso vengono codificati e organizzati in qualcosa che abbia un significato per il soggetto.
Gli psicologi chiamano percezione il processo attraverso il quale le informazioni raccolte dagli organi di senso sono organizzate in oggetti ed eventi provvisti di un significato per il soggetto. La percezione è quindi un processo complesso che va molto oltre la semplice registrazione di un suono, di un fascio di luce o di altri impulsi che provengono dal mondo esterno, in quanto le informazioni ottenute dallo stimolo devono essere codificate e trasformate internamente prima di comprendere cosa effettivamente ci sia all'esterno dell'individuo. Secondo la psicologia la percezione è un processo complesso nel quale gli stimoli esterni raccolti dagli organi di senso vengono codificati e organizzati in qualcosa che abbia un significato per il soggetto.
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Gli studenti universitari ottengono voti d'esame inferiori del 5% almeno, se hanno accesso al cellulare durante la lezione. Secondo un nuovo studio pubblicato su Educational Psychology, gli effetti di un'attenzione distribuita tra la lezione e un "device" come smartphone o tablet non si vedono nell'immediato, ma nell'apprendimento a lungo termine. Non solo: l'influenza negativa si estende all'intera classe, e investe anche chi non ha utilizzato i cellulari direttamente. Uno studio dimostra che dividere l'attenzione tra insegnante e "device" ha effetti negativi sulla capacità di immagazzinare nozioni a lungo termine e sui voti degli esami degli studenti universitari. Le conseguenze si estendono all'intera classe, anche a chi non li usa direttamente.
Gli studenti universitari ottengono voti d'esame inferiori del 5% almeno, se hanno accesso al cellulare durante la lezione. Secondo un nuovo studio pubblicato su Educational Psychology, gli effetti di un'attenzione distribuita tra la lezione e un "device" come smartphone o tablet non si vedono nell'immediato, ma nell'apprendimento a lungo termine. Non solo: l'influenza negativa si estende all'intera classe, e investe anche chi non ha utilizzato i cellulari direttamente. Uno studio dimostra che dividere l'attenzione tra insegnante e "device" ha effetti negativi sulla capacità di immagazzinare nozioni a lungo termine e sui voti degli esami degli studenti universitari. Le conseguenze si estendono all'intera classe, anche a chi non li usa direttamente.
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Godfrey Harold Hardy (1887-1966), specialista in teoria dei numeri, è autore di "Apologia di un matematico". Così è descritto il libro: Un grande matematico del nostro secolo scrive una dichiarazione d'amore per la disciplina a cui ha dedicato la vita. Libro di culto per tutti i matematici, l'Apologia è intessuta di humour, logica e malinconia: anche quando l'autore sembra conversare di cricket o di scacchi, della giovinezza o della vecchiaia, o quando «racconta» un teorema, il lettore viene sempre reso magicamente partecipe dell'intimo piacere che solo la creazione può dare. Apologia di un matematico, libro di culto di cui è autore G.H. Hardy, specialista in teoria dei numeri scomparso nel 1966, è un inno alla matematica capace di avvincere sia nella parte dedicata alla rievocazione autobiografica sia in quella riservata a svelare e spiegare i segreti di questa disciplina. È un'opera ricca di humour, logica e malinconia.
Godfrey Harold Hardy (1887-1966), specialista in teoria dei numeri, è autore di "Apologia di un matematico". Così è descritto il libro: Un grande matematico del nostro secolo scrive una dichiarazione d'amore per la disciplina a cui ha dedicato la vita. Libro di culto per tutti i matematici, l'Apologia è intessuta di humour, logica e malinconia: anche quando l'autore sembra conversare di cricket o di scacchi, della giovinezza o della vecchiaia, o quando «racconta» un teorema, il lettore viene sempre reso magicamente partecipe dell'intimo piacere che solo la creazione può dare. Apologia di un matematico, libro di culto di cui è autore G.H. Hardy, specialista in teoria dei numeri scomparso nel 1966, è un inno alla matematica capace di avvincere sia nella parte dedicata alla rievocazione autobiografica sia in quella riservata a svelare e spiegare i segreti di questa disciplina. È un'opera ricca di humour, logica e malinconia.
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Google ha creato un nuovo servizio che permette ai cittadini europei di far cancellare le loro informazioni personali dai risultati del motore di ricerca dell'azienda. L'annuncio di Google arriva pochi giorni dopo la sentenza del 13 maggio della Corte di Giustizia dell'UE, che aveva stabilito che Google deve rispettare il diritto all'oblio sui dati personali. Secondo la Corte, un cittadino europeo può chiedere a Google di togliere un link dal motore di ricerca, se pensa che i risultati mostrati violino la sua privacy oppure contengano informazioni irrilevanti od obsolete. Google, in seguito a una sentenza della Corte di Giustizia dell'UE, permette ora di rimuovere informazioni personali dai risultati del motore di ricerca su richiesta dell'utente europeo coinvolto.
Google ha creato un nuovo servizio che permette ai cittadini europei di far cancellare le loro informazioni personali dai risultati del motore di ricerca dell'azienda. L'annuncio di Google arriva pochi giorni dopo la sentenza del 13 maggio della Corte di Giustizia dell'UE, che aveva stabilito che Google deve rispettare il diritto all'oblio sui dati personali. Secondo la Corte, un cittadino europeo può chiedere a Google di togliere un link dal motore di ricerca, se pensa che i risultati mostrati violino la sua privacy oppure contengano informazioni irrilevanti od obsolete. Google, in seguito a una sentenza della Corte di Giustizia dell'UE, permette ora di rimuovere informazioni personali dai risultati del motore di ricerca su richiesta dell'utente europeo coinvolto.
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Grazie all'evoluzione della grafica con il computer è nata la realtà virtuale: più che una tecnologia, è una somma di tecnologie diverse, che mira alla simulazione di ambienti e situazioni che non si potrebbero riprodurre con i normali strumenti audiovisivi. È virtuale una sequenza di immagini e suoni interamente generata dal computer, ma talmente vicina alla realtà da sembrare vera. La realtà virtuale, frutto dell'evoluzione della grafica computerizzata, è una somma di tecnologie diverse, che simula ambienti e situazioni non riproducibili con i tradizionali strumenti audiovisivi; ad esempio una sequenza di suoni e immagini interamente generati al computer ma simili a quelli veri è virtuale.
Grazie all'evoluzione della grafica con il computer è nata la realtà virtuale: più che una tecnologia, è una somma di tecnologie diverse, che mira alla simulazione di ambienti e situazioni che non si potrebbero riprodurre con i normali strumenti audiovisivi. È virtuale una sequenza di immagini e suoni interamente generata dal computer, ma talmente vicina alla realtà da sembrare vera. La realtà virtuale, frutto dell'evoluzione della grafica computerizzata, è una somma di tecnologie diverse, che simula ambienti e situazioni non riproducibili con i tradizionali strumenti audiovisivi; ad esempio una sequenza di suoni e immagini interamente generati al computer ma simili a quelli veri è virtuale.
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Greco, Giugno 1944. È un piccolo lembo della periferia milanese, isolato dalla città da fasci di binari ferroviari che ne tagliano in due il centro. Non è un luogo attraente: il fumo delle locomotive ha annerito le case e il ponte sul quale corre la strada angusta verso Prato Centenaro, le cascine, le ville padronali. La guerra ha intristito ancora di più il luogo: un senso di desolazione grava su tutto. Le ville sono state abbandonate dai proprietari, trasferitisi in luoghi sicuri, lontani dai bombardamenti. Greco è un piccolo margine della periferia milanese, il cui centro è tagliato in due dai binari. Non è un bel posto: il fumo delle locomotive ha tinto di nero le case e sul ponte sul quale corre la piccola strada verso Prato Centenaro, le cascine e le ville. La guerra ha intristito ancora di più il già desolato luogo. Le ville sono deserte: i padroni si sono trasferiti in luoghi sicuri per sfuggire ai bombardamenti.
Greco, Giugno 1944. È un piccolo lembo della periferia milanese, isolato dalla città da fasci di binari ferroviari che ne tagliano in due il centro. Non è un luogo attraente: il fumo delle locomotive ha annerito le case e il ponte sul quale corre la strada angusta verso Prato Centenaro, le cascine, le ville padronali. La guerra ha intristito ancora di più il luogo: un senso di desolazione grava su tutto. Le ville sono state abbandonate dai proprietari, trasferitisi in luoghi sicuri, lontani dai bombardamenti. Greco è un piccolo margine della periferia milanese, il cui centro è tagliato in due dai binari. Non è un bel posto: il fumo delle locomotive ha tinto di nero le case e sul ponte sul quale corre la piccola strada verso Prato Centenaro, le cascine e le ville. La guerra ha intristito ancora di più il già desolato luogo. Le ville sono deserte: i padroni si sono trasferiti in luoghi sicuri per sfuggire ai bombardamenti.
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Ho potuto capire molte parole spesso ripetute, perché in quel gruppo c'erano individui di varie nazionalità. Erano strane parole, tanto che, senza farmi notare, ho tirato fuori dalla valigetta il mio dizionario poliglotta e le ho cercate. Devo ammettere che la mia ricerca mi ha tutt'altro che rassicurato: fra di esse c'era "Ordog" - Satana, "pokol" - inferno, "stregoica" - strega, "vrolok" e "vlkoslak", due termini, uno slovacco e l'altro serbo, per nominare la stessa cosa: un lupo mannaro o un vampiro. Nel mio dizionario poliglotta, ho cercato molte strane parole pronunciate spesso da persone di nazionalità diverse di quel gruppo. Non è stato rassicurante scoprire che "Ordog" significa Satana, "pokol" - inferno, "stregoica" - strega, "vrolok" e "vlkoslak", infine, lupo mannaro o vampiro.
Ho potuto capire molte parole spesso ripetute, perché in quel gruppo c'erano individui di varie nazionalità. Erano strane parole, tanto che, senza farmi notare, ho tirato fuori dalla valigetta il mio dizionario poliglotta e le ho cercate. Devo ammettere che la mia ricerca mi ha tutt'altro che rassicurato: fra di esse c'era "Ordog" - Satana, "pokol" - inferno, "stregoica" - strega, "vrolok" e "vlkoslak", due termini, uno slovacco e l'altro serbo, per nominare la stessa cosa: un lupo mannaro o un vampiro. Nel mio dizionario poliglotta, ho cercato molte strane parole pronunciate spesso da persone di nazionalità diverse di quel gruppo. Non è stato rassicurante scoprire che "Ordog" significa Satana, "pokol" - inferno, "stregoica" - strega, "vrolok" e "vlkoslak", infine, lupo mannaro o vampiro.
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Homo erectus sarebbe stato in grado di fabbricare sofisticati utensili già 1,8 milioni anni fa, vale a dire almeno 300.000 anni prima di quanto si pensasse. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Nature, da un gruppo di paleoantropologi della Rutgers University e del Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory. Homo erectus apparve circa 2 milioni di anni fa, andando a occupare vaste aree dell'Asia e dell'Africa. E proprio in Africa orientale si è ritenuto a lungo che si fosse evoluto, ma la scoperta nel 1990 di fossili altrettanto antichi in Georgia ha aperto la possibilità che esso abbia avuto origine in Asia. In base a uno studio dei paleoantropologi della Rutgers University e del Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory, pubblicato su Nature, l'Homo erectus sarebbe stato in grado di produrre utensili complessi già 300.000 anni prima di quanto si pensasse. L'Homo erectus apparve circa 2 milioni di anni fa. Sebbene la sua evoluzione si ritenesse avvenuta in Africa orientale, alcuni fossili scoperti in Georgia nel 1990 potrebbero dimostrare che esso abbia avuto origine in Asia.
Homo erectus sarebbe stato in grado di fabbricare sofisticati utensili già 1,8 milioni anni fa, vale a dire almeno 300.000 anni prima di quanto si pensasse. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Nature, da un gruppo di paleoantropologi della Rutgers University e del Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory. Homo erectus apparve circa 2 milioni di anni fa, andando a occupare vaste aree dell'Asia e dell'Africa. E proprio in Africa orientale si è ritenuto a lungo che si fosse evoluto, ma la scoperta nel 1990 di fossili altrettanto antichi in Georgia ha aperto la possibilità che esso abbia avuto origine in Asia. In base a uno studio dei paleoantropologi della Rutgers University e del Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory, pubblicato su Nature, l'Homo erectus sarebbe stato in grado di produrre utensili complessi già 300.000 anni prima di quanto si pensasse. L'Homo erectus apparve circa 2 milioni di anni fa. Sebbene la sua evoluzione si ritenesse avvenuta in Africa orientale, alcuni fossili scoperti in Georgia nel 1990 potrebbero dimostrare che esso abbia avuto origine in Asia.
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I Babilonesi, popolazione di stirpe semitica, si stanziarono nelle regioni mesopotamiche facenti capo a Babele e, nel corso del tempo e sotto diverse dinastie, diedero vita a potenti dominazioni e ad alte forme di cultura. Fondatore del primo Impero babilonese fu il principe Sumuabum, ma colui che gli diede più lustro fu Hammurabi; molti secoli dopo, nuova grandezza fu conosciuta sotto Nabucodonosor II. La cultura babilonese fu fondamentale per la nascita di alcune discipline scientifiche come l'astronomia, la medicina e l'algebra, anche se in molti campi (arte, letteratura, scrittura) i babilonesi sono debitori dei Sumeri. I Babilonesi, stanziatisi in Mesopotamia, crearono, nel tempo, un impero duraturo e diedero vita ad alte forme di cultura, soprattutto scientifica; raggiunsero il massimo splendore con Hammurabi.
I Babilonesi, popolazione di stirpe semitica, si stanziarono nelle regioni mesopotamiche facenti capo a Babele e, nel corso del tempo e sotto diverse dinastie, diedero vita a potenti dominazioni e ad alte forme di cultura. Fondatore del primo Impero babilonese fu il principe Sumuabum, ma colui che gli diede più lustro fu Hammurabi; molti secoli dopo, nuova grandezza fu conosciuta sotto Nabucodonosor II. La cultura babilonese fu fondamentale per la nascita di alcune discipline scientifiche come l'astronomia, la medicina e l'algebra, anche se in molti campi (arte, letteratura, scrittura) i babilonesi sono debitori dei Sumeri. I Babilonesi, stanziatisi in Mesopotamia, crearono, nel tempo, un impero duraturo e diedero vita ad alte forme di cultura, soprattutto scientifica; raggiunsero il massimo splendore con Hammurabi.
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I batteri intestinali compaiono subito dopo la nascita e vivono con noi in un importante rapporto simbiotico. Il loro numero supera di gran lunga quello delle cellule del nostro corpo e il loro peso complessivo è quasi pari a quello del nostro cervello. I geni di questi batteri possono produrre centinaia, se non migliaia, di sostanze chimiche, molte delle quali influiscono sul nostro cervello. Producono, anzi, alcune molecole usate nella neurotrasmissione come la dopamina, la serotonina e l'acido gamma-amminobutirrico (Gaba). Il cervello, inoltre, è fatto prevalentemente di grassi, molti dei quali sono prodotti anche dall'attività metabolica dei batteri. In assenza dei batteri intestinali, la struttura e la funzionalità cerebrali sono alterate. Alcuni studi condotti su topi allevati in un ambiente privo di germi dimostrano alterazioni della memoria, dello stato emotivo e del comportamento. In assenza di batteri intestinali, la funzionalità e la struttura del cervello subiscono alterazioni, come dimostrano alcuni studi sui topi, secondo cui senza germi si originano alterazioni della memoria, dello stato emotivo e del comportamento. I batteri intestinali, infatti, che compaiono subito dopo la nascita, sono molti più delle nostre cellule, pesano quasi quanto il nostro cervello e i loro geni possono produrre anche migliaia di sostanze chimiche, molte delle quali influiscono sul nostro cervello, ad esempio producendo molecole usate nella neurotrasmissione come la dopamina, la serotonina e l'acido gamma- amminobutirrico (Gaba). Inoltre la componente principale del cervello sono i grassi, molti dei quali sono prodotti anche dal metabolismo dei batteri.
I batteri intestinali compaiono subito dopo la nascita e vivono con noi in un importante rapporto simbiotico. Il loro numero supera di gran lunga quello delle cellule del nostro corpo e il loro peso complessivo è quasi pari a quello del nostro cervello. I geni di questi batteri possono produrre centinaia, se non migliaia, di sostanze chimiche, molte delle quali influiscono sul nostro cervello. Producono, anzi, alcune molecole usate nella neurotrasmissione come la dopamina, la serotonina e l'acido gamma-amminobutirrico (Gaba). Il cervello, inoltre, è fatto prevalentemente di grassi, molti dei quali sono prodotti anche dall'attività metabolica dei batteri. In assenza dei batteri intestinali, la struttura e la funzionalità cerebrali sono alterate. Alcuni studi condotti su topi allevati in un ambiente privo di germi dimostrano alterazioni della memoria, dello stato emotivo e del comportamento. In assenza di batteri intestinali, la funzionalità e la struttura del cervello subiscono alterazioni, come dimostrano alcuni studi sui topi, secondo cui senza germi si originano alterazioni della memoria, dello stato emotivo e del comportamento. I batteri intestinali, infatti, che compaiono subito dopo la nascita, sono molti più delle nostre cellule, pesano quasi quanto il nostro cervello e i loro geni possono produrre anche migliaia di sostanze chimiche, molte delle quali influiscono sul nostro cervello, ad esempio producendo molecole usate nella neurotrasmissione come la dopamina, la serotonina e l'acido gamma- amminobutirrico (Gaba). Inoltre la componente principale del cervello sono i grassi, molti dei quali sono prodotti anche dal metabolismo dei batteri.
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I bradipi tridattili hanno la caratteristica di muoversi assai lentamente, da qui il nome che in greco significa "piede lento". I loro parenti più prossimi sono i bradipi didattili, coi quali condividono gran parte dell'habitat. Hanno abitudini solitarie e dormono circa 19 ore al giorno. In natura vivono in media 12 anni. I bradipi sono ectotermi e vivono solamente in ambienti tropicali umidi e a clima mite tutto l'anno. Mentre i maschi vivono per tutta la vita su un unico albero, le femmine si muovono di albero in albero una volta che il loro cucciolo raggiunge la maturità sessuale, lasciando il loro vecchio albero al figlio. La pelliccia del bradipo ha una particolare caratteristica: essa infatti è cosparsa da minuscole alghe, a causa dell'elevata umidità dell'ambiente in cui vive e dei suoi movimenti molto lenti. In acqua, al contrario, il bradipo risulta essere un ottimo nuotatore. I bradipi tridattili, hanno la caratteristica di muoversi assai lentamente - da qui il nome che in greco significa "piede lento". Sono però ottimi nuotatori. Il bradipo è un animale solitario e dorme circa 19 ore al giorno, vivendo mediamente 12 anni, in ambienti tropicali umidi con clima mite tutto l'anno. I maschi vivono per tutta la vita su un unico albero, le femmine cambiano albero, lasciandolo al figlio quando questi ha raggiunto la maturità sessuale. Per l'elevata umidità dell'ambiente in cui vive, il bradipo ha una pelliccia cosparsa da minuscole alghe.
I bradipi tridattili hanno la caratteristica di muoversi assai lentamente, da qui il nome che in greco significa "piede lento". I loro parenti più prossimi sono i bradipi didattili, coi quali condividono gran parte dell'habitat. Hanno abitudini solitarie e dormono circa 19 ore al giorno. In natura vivono in media 12 anni. I bradipi sono ectotermi e vivono solamente in ambienti tropicali umidi e a clima mite tutto l'anno. Mentre i maschi vivono per tutta la vita su un unico albero, le femmine si muovono di albero in albero una volta che il loro cucciolo raggiunge la maturità sessuale, lasciando il loro vecchio albero al figlio. La pelliccia del bradipo ha una particolare caratteristica: essa infatti è cosparsa da minuscole alghe, a causa dell'elevata umidità dell'ambiente in cui vive e dei suoi movimenti molto lenti. In acqua, al contrario, il bradipo risulta essere un ottimo nuotatore. I bradipi tridattili, hanno la caratteristica di muoversi assai lentamente - da qui il nome che in greco significa "piede lento". Sono però ottimi nuotatori. Il bradipo è un animale solitario e dorme circa 19 ore al giorno, vivendo mediamente 12 anni, in ambienti tropicali umidi con clima mite tutto l'anno. I maschi vivono per tutta la vita su un unico albero, le femmine cambiano albero, lasciandolo al figlio quando questi ha raggiunto la maturità sessuale. Per l'elevata umidità dell'ambiente in cui vive, il bradipo ha una pelliccia cosparsa da minuscole alghe.
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I campi coltivati occupano circa metà del territorio europeo e rappresentano una ricchezza fondamentale per le popolazioni. È dunque estremamente importante che le attività agricole siano svolte in modo da salvaguardare la fertilità e l'estensione dei suoli coltivabili, affinché non soltanto noi ma anche le generazioni future possano usufruirne, secondo il concetto di agricoltura sostenibile. Dove l'agricoltura è poco meccanizzata, l'ambiente è più salvaguardato e i terreni meno sfruttati, ma in genere il raccolto non basta a soddisfare i bisogni delle popolazioni. Al contrario, l'agricoltura intensiva garantisce una produzione più abbondante, ma sfrutta eccessivamente i suoli diminuendone la fertilità, riduce gli habitat naturali, provoca la scomparsa di molti animali selvatici. La politica dell'Unione Europea sta cercando di trovare un equilibrio fra questi due poli, in particolare favorendo la diffusione dell'agricoltura intensiva biologica. I campi coltivati sono, per le popolazioni europee, una ricchezza importante, da trasmettere alle generazioni successive. È dunque necessario salvaguardarne la fertilità e l'estensione secondo il principio dell'agricoltura sostenibile. L'Unione europea sta cercando di equilibrare l'agricoltura poco meccanizzata, che salvaguarda maggiormente l'ambiente, con l'agricoltura intensiva, che permette una produzione più abbondante, favorendo la diffusione dell'agricoltura intensiva biologica.
I campi coltivati occupano circa metà del territorio europeo e rappresentano una ricchezza fondamentale per le popolazioni. È dunque estremamente importante che le attività agricole siano svolte in modo da salvaguardare la fertilità e l'estensione dei suoli coltivabili, affinché non soltanto noi ma anche le generazioni future possano usufruirne, secondo il concetto di agricoltura sostenibile. Dove l'agricoltura è poco meccanizzata, l'ambiente è più salvaguardato e i terreni meno sfruttati, ma in genere il raccolto non basta a soddisfare i bisogni delle popolazioni. Al contrario, l'agricoltura intensiva garantisce una produzione più abbondante, ma sfrutta eccessivamente i suoli diminuendone la fertilità, riduce gli habitat naturali, provoca la scomparsa di molti animali selvatici. La politica dell'Unione Europea sta cercando di trovare un equilibrio fra questi due poli, in particolare favorendo la diffusione dell'agricoltura intensiva biologica. I campi coltivati sono, per le popolazioni europee, una ricchezza importante, da trasmettere alle generazioni successive. È dunque necessario salvaguardarne la fertilità e l'estensione secondo il principio dell'agricoltura sostenibile. L'Unione europea sta cercando di equilibrare l'agricoltura poco meccanizzata, che salvaguarda maggiormente l'ambiente, con l'agricoltura intensiva, che permette una produzione più abbondante, favorendo la diffusione dell'agricoltura intensiva biologica.
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I casi di animali nati con due teste continuano ad aumentare; per quanto concerne quelli domestici, sotto accusa ci sono i pesticidi utilizzati per trattare il mangime geneticamente modificato che gli viene somministrato, mentre per i selvatici - più rari - il dito è puntato contro l'inquinamento ambientale. Un ritrovamento che ha scosso la comunità scientifica è stato quello del cetaceo bicefalo recuperato con una rete da pescatori olandesi al largo di Hoek Van Holland, una frazione del comune di Rotterdam. In quel caso gli uomini rigettarono in mare la carcassa dopo averla fotografata, per paura di possibili sanzioni delle autorità. Per gli scienziati sarebbe stato invece un preziosissimo campione da studiare a fondo. Crescono i casi di bicefalia negli animali domestici e in misura minore negli animali selvatici. La causa sembra essere riconducibile ai mangimi geneticamente modificati somministrati agli animali domestici, e nell'inquinamento ambientale per gli animali selvatici. Esemplare è stato il ritrovamento di una carcassa di un cetaceo a due teste nei pressi di Rotterdam, ributtato poi in mare dagli stessi scopritori, ignari del suo valore scientifico.
I casi di animali nati con due teste continuano ad aumentare; per quanto concerne quelli domestici, sotto accusa ci sono i pesticidi utilizzati per trattare il mangime geneticamente modificato che gli viene somministrato, mentre per i selvatici - più rari - il dito è puntato contro l'inquinamento ambientale. Un ritrovamento che ha scosso la comunità scientifica è stato quello del cetaceo bicefalo recuperato con una rete da pescatori olandesi al largo di Hoek Van Holland, una frazione del comune di Rotterdam. In quel caso gli uomini rigettarono in mare la carcassa dopo averla fotografata, per paura di possibili sanzioni delle autorità. Per gli scienziati sarebbe stato invece un preziosissimo campione da studiare a fondo. Crescono i casi di bicefalia negli animali domestici e in misura minore negli animali selvatici. La causa sembra essere riconducibile ai mangimi geneticamente modificati somministrati agli animali domestici, e nell'inquinamento ambientale per gli animali selvatici. Esemplare è stato il ritrovamento di una carcassa di un cetaceo a due teste nei pressi di Rotterdam, ributtato poi in mare dagli stessi scopritori, ignari del suo valore scientifico.
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I Cetacei sono un ordine di mammiferi completamente adattatisi alla vita acquatica. Il nome cetaceo deriva dal greco e fu introdotto da Aristotele per designare gli animali acquatici dotati di respirazione polmonare. Presentano un corpo fusiforme, simile a quello dei pesci, che assicura loro una maggiore idrodinamicità. Gli arti anteriori sono modificati in pinne; gli arti posteriori come tali sono assenti; rimangono solo alcune piccole ossa vestigiali, nascoste dentro al corpo, e non collegate alla spina dorsale per l'assenza del bacino. La pinna caudale è disposta orizzontalmente e divisa in due lobi. Sono generalmente privi di peli e sono isolati termicamente da uno spesso strato di grasso. I Cetacei sono mammiferi acquatici con un corpo simile ai pesci. Il nome fu introdotto da Aristotele per designare gli animali acquatici dotati di respirazione polmonare. Gli arti anteriori sono modificati in pinne; degli arti posteriori restano solo alcune piccole ossa nascoste dentro al corpo. La pinna caudale è disposta orizzontalmente e divisa in due lobi. Generalmente privi di peli, sono isolati termicamente da uno spesso strato di grasso.
I Cetacei sono un ordine di mammiferi completamente adattatisi alla vita acquatica. Il nome cetaceo deriva dal greco e fu introdotto da Aristotele per designare gli animali acquatici dotati di respirazione polmonare. Presentano un corpo fusiforme, simile a quello dei pesci, che assicura loro una maggiore idrodinamicità. Gli arti anteriori sono modificati in pinne; gli arti posteriori come tali sono assenti; rimangono solo alcune piccole ossa vestigiali, nascoste dentro al corpo, e non collegate alla spina dorsale per l'assenza del bacino. La pinna caudale è disposta orizzontalmente e divisa in due lobi. Sono generalmente privi di peli e sono isolati termicamente da uno spesso strato di grasso. I Cetacei sono mammiferi acquatici con un corpo simile ai pesci. Il nome fu introdotto da Aristotele per designare gli animali acquatici dotati di respirazione polmonare. Gli arti anteriori sono modificati in pinne; degli arti posteriori restano solo alcune piccole ossa nascoste dentro al corpo. La pinna caudale è disposta orizzontalmente e divisa in due lobi. Generalmente privi di peli, sono isolati termicamente da uno spesso strato di grasso.
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I diritti sono una serie di libertà riconosciute e tutelate dalla legge (diritto all'istruzione, diritto di sciopero, diritti civili ecc.). I doveri sono dei comportamenti obbligatori dettati dalla legge nell'interesse della società (l'obbligo di rispettare la proprietà altrui, di non uccidere, di educare i figli ecc.). Le leggi definiscono le libertà dei cittadini e, nello stesso tempo, ne fissano i confini. Ogni individuo, però, deve trovare autonomamente un punto di equilibrio nell'esercizio dei diritti e dei doveri: un equilibrio che prende il nome di responsabilità. La legge riconosce e tutela delle libertà, chiamate diritti, e ne fissa i confini. La legge detta anche i doveri che è necessario rispettare nell'interesse dalla collettività. Compito di ognuno è trovare un equilibrio tra i due termini, acquisendo responsabilità.
I diritti sono una serie di libertà riconosciute e tutelate dalla legge (diritto all'istruzione, diritto di sciopero, diritti civili ecc.). I doveri sono dei comportamenti obbligatori dettati dalla legge nell'interesse della società (l'obbligo di rispettare la proprietà altrui, di non uccidere, di educare i figli ecc.). Le leggi definiscono le libertà dei cittadini e, nello stesso tempo, ne fissano i confini. Ogni individuo, però, deve trovare autonomamente un punto di equilibrio nell'esercizio dei diritti e dei doveri: un equilibrio che prende il nome di responsabilità. La legge riconosce e tutela delle libertà, chiamate diritti, e ne fissa i confini. La legge detta anche i doveri che è necessario rispettare nell'interesse dalla collettività. Compito di ognuno è trovare un equilibrio tra i due termini, acquisendo responsabilità.
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I fattori geografici hanno sempre avuto grande importanza nello sviluppo di ogni civiltà agricola, ma in nessun'altra parte del mondo sono stati così determinanti come nell'immenso territorio cinese. Siccità lunghissime e inondazioni rovinose si sono ripetute in Cina nel corso dei secoli con proporzioni inimmaginabili per l'Europa. A queste calamità naturali bisogna poi aggiungere i danni, che nessuno ha mai calcolato con precisione, provocati da decenni di guerre. Per tutti questi motivi alla nascita della Repubblica Popolare Cinese la miseria rendeva veramente disperata l'esistenza di milioni di famiglie contadine. I fattori geografici sono stati determinanti per la Cina più che per qualsiasi altra civiltà agricola. Siccità e inondazioni secolari, insieme ai danni causati da decenni di guerre, avevano fatto sì che, alla nascita della Repubblica Popolare Cinese, milioni di famiglie contadine vivessero nella miseria e nella disperazione.
I fattori geografici hanno sempre avuto grande importanza nello sviluppo di ogni civiltà agricola, ma in nessun'altra parte del mondo sono stati così determinanti come nell'immenso territorio cinese. Siccità lunghissime e inondazioni rovinose si sono ripetute in Cina nel corso dei secoli con proporzioni inimmaginabili per l'Europa. A queste calamità naturali bisogna poi aggiungere i danni, che nessuno ha mai calcolato con precisione, provocati da decenni di guerre. Per tutti questi motivi alla nascita della Repubblica Popolare Cinese la miseria rendeva veramente disperata l'esistenza di milioni di famiglie contadine. I fattori geografici sono stati determinanti per la Cina più che per qualsiasi altra civiltà agricola. Siccità e inondazioni secolari, insieme ai danni causati da decenni di guerre, avevano fatto sì che, alla nascita della Repubblica Popolare Cinese, milioni di famiglie contadine vivessero nella miseria e nella disperazione.
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I fisici teorici lo avevano previsto, ora il satellite russo Pamela con a bordo anche strumenti italiani dell'Infn lo ha scoperto e dimostrato. Intorno alla Terra, assieme alle fasce di particelle «normali» intrappolate dal campo magnetico, ci sono anche particelle di antimateria. Anzi formerebbero addirittura una fascia intorno al pianeta. La loro caratteristica fondamentale è di avere una carica elettrica opposta a quella delle particelle normali. Così ci sono i positroni positivi che sono le antiparticelle degli elettroni negativi. Se i due tipi di particelle vengono in contatto si distruggono a vicenda, si "annichilano" come dicono i fisici. Il satellite Pamela ha dimostrato che intorno alla Terra ci sono particelle di antimateria, con carica elettrica opposta a quella delle particelle normali, intrappolate dal campo magnetico. Se i due tipi di particelle si toccano si distruggono reciprocamente.
I fisici teorici lo avevano previsto, ora il satellite russo Pamela con a bordo anche strumenti italiani dell'Infn lo ha scoperto e dimostrato. Intorno alla Terra, assieme alle fasce di particelle «normali» intrappolate dal campo magnetico, ci sono anche particelle di antimateria. Anzi formerebbero addirittura una fascia intorno al pianeta. La loro caratteristica fondamentale è di avere una carica elettrica opposta a quella delle particelle normali. Così ci sono i positroni positivi che sono le antiparticelle degli elettroni negativi. Se i due tipi di particelle vengono in contatto si distruggono a vicenda, si "annichilano" come dicono i fisici. Il satellite Pamela ha dimostrato che intorno alla Terra ci sono particelle di antimateria, con carica elettrica opposta a quella delle particelle normali, intrappolate dal campo magnetico. Se i due tipi di particelle si toccano si distruggono reciprocamente.
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I fiumi e i torrenti del nostro pianeta coprono un'area del 45% superiore a quanto si pensava: lo ha scoperto un team di ricercatori di due università americane. A questo risultato, illustrato in un articolo pubblicato su Science, sono giunti al termine di uno studio molto complesso che li ha portati a incrociare immagini satellitari, misurazioni sul terreno e dati da modelli statistici. Lo studio è di grande interesse, perché la questione non è la quantità di acqua dolce di cui possiamo disporre (l'acqua è sempre quella: è l'estensione dei fiumi che è maggiore), ma la funzione delle superfici turbolente dei corsi d'acqua, che, in generale, sono aree importanti per lo scambio chimico dei gas tra acqua e atmosfera. Uno studio rivela che l'area di estensione globale di fiumi e torrenti è superiore del 45% rispetto a quanto finora stimato: ciò non significa che c'è più acqua dolce, ma che si può rivalutare la funzione delle superfici dei corsi d'acqua dove avviene lo scambio chimico tra acqua e atmosfera.
I fiumi e i torrenti del nostro pianeta coprono un'area del 45% superiore a quanto si pensava: lo ha scoperto un team di ricercatori di due università americane. A questo risultato, illustrato in un articolo pubblicato su Science, sono giunti al termine di uno studio molto complesso che li ha portati a incrociare immagini satellitari, misurazioni sul terreno e dati da modelli statistici. Lo studio è di grande interesse, perché la questione non è la quantità di acqua dolce di cui possiamo disporre (l'acqua è sempre quella: è l'estensione dei fiumi che è maggiore), ma la funzione delle superfici turbolente dei corsi d'acqua, che, in generale, sono aree importanti per lo scambio chimico dei gas tra acqua e atmosfera. Uno studio rivela che l'area di estensione globale di fiumi e torrenti è superiore del 45% rispetto a quanto finora stimato: ciò non significa che c'è più acqua dolce, ma che si può rivalutare la funzione delle superfici dei corsi d'acqua dove avviene lo scambio chimico tra acqua e atmosfera.
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I fiumi, per essere navigabili, devono presentare una pendenza molto leggera, non essere soggetti alle gelate invernali e registrare una modesta differenza di portata fra periodo di secca e quello di piena. Per rendere navigabile la maggior parte dei fiumi sono stati costruiti dei canali laterali, oppure chiuse o bacini artificiali per ovviare al problema dell'irregolarità di portata. Per ovviare all'irregolarità della portata dei fiumi e renderli navigabili si costruiscono canali laterali, chiuse e bacini artificiali. Infatti, perché i fiumi siano considerati navigabili devono registrare una differenza minima di portata fra periodo di secca e di piena, avere una pendenza molto leggera e non essere soggetti a gelate invernali.
I fiumi, per essere navigabili, devono presentare una pendenza molto leggera, non essere soggetti alle gelate invernali e registrare una modesta differenza di portata fra periodo di secca e quello di piena. Per rendere navigabile la maggior parte dei fiumi sono stati costruiti dei canali laterali, oppure chiuse o bacini artificiali per ovviare al problema dell'irregolarità di portata. Per ovviare all'irregolarità della portata dei fiumi e renderli navigabili si costruiscono canali laterali, chiuse e bacini artificiali. Infatti, perché i fiumi siano considerati navigabili devono registrare una differenza minima di portata fra periodo di secca e di piena, avere una pendenza molto leggera e non essere soggetti a gelate invernali.
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I giornalisti, le ultime volte, non hanno scioperato come al solito solo per avere più quattrini, ma hanno anche avanzato richieste di modifica del contratto proprio per stare al passo con i tempi e per poter continuare a svolgere il loro mestiere mentre decine, centinaia di imprese si affacciano sul mercato editoriale. Una situazione da Far West nella quale solo pochi imprenditori sono consapevoli dell'importanza di una informazione di qualità prodotta da professionisti. ll quadro più esatto possibile del momento attuale dell'editoria italiana è fornito da una recente inchiesta del Ceres (Centro editoriale ricerche e sviluppo) sui quotidiani italiani grandi e piccoli, nazionali e locali. Da una recente indagine del Ceres sui quotidiani nazionali e locali italiani è emersa una situazione preoccupante dell'editoria italiana e del settore dell'informazione in particolare. Vista l'evoluzione del mercato editoriale, che appare in grande fermento, i giornalisti, nel corso degli ultimi scioperi, hanno avanzato richieste contrattuali non solo di natura economica ma anche tese a salvaguardare la propria professionalità stando al passo con i tempi.
I giornalisti, le ultime volte, non hanno scioperato come al solito solo per avere più quattrini, ma hanno anche avanzato richieste di modifica del contratto proprio per stare al passo con i tempi e per poter continuare a svolgere il loro mestiere mentre decine, centinaia di imprese si affacciano sul mercato editoriale. Una situazione da Far West nella quale solo pochi imprenditori sono consapevoli dell'importanza di una informazione di qualità prodotta da professionisti. ll quadro più esatto possibile del momento attuale dell'editoria italiana è fornito da una recente inchiesta del Ceres (Centro editoriale ricerche e sviluppo) sui quotidiani italiani grandi e piccoli, nazionali e locali. Da una recente indagine del Ceres sui quotidiani nazionali e locali italiani è emersa una situazione preoccupante dell'editoria italiana e del settore dell'informazione in particolare. Vista l'evoluzione del mercato editoriale, che appare in grande fermento, i giornalisti, nel corso degli ultimi scioperi, hanno avanzato richieste contrattuali non solo di natura economica ma anche tese a salvaguardare la propria professionalità stando al passo con i tempi.
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I grandi sauropodi vissuti nel Giurassico avevano una temperatura corporea compresa tra i 36 °C e i 38 °C, simile a quella degli attuali uccelli o mammiferi. L'hanno stabilito alcune analisi compiute sullo smalto dentale di dinosauri fossili dai ricercatori del California Institute of Technology e dell'Università di Bonn (Germania). La scoperta fa pensare che questi animali avessero sviluppato un metodo per termoregolarsi, dato che spesso la temperatura corporea aumenta in relazione alla stazza. I sauropodi del Giurassico avevano una temperatura corporea tra i 36 °C e i 38 °C, come quella di mammiferi e uccelli. Questo è il risultato di una ricerca condotta dai ricercatori del California Institute of Technology, in collaborazione con l'Università di Bonn, in Germania, analizzando lo smalto dentale dei fossili. Ciò dimostrerebbe la loro capacità di autotermoregolazione, dato che solitamente a una maggiore stazza corrisponde un aumento della temperatura corporea.
I grandi sauropodi vissuti nel Giurassico avevano una temperatura corporea compresa tra i 36 °C e i 38 °C, simile a quella degli attuali uccelli o mammiferi. L'hanno stabilito alcune analisi compiute sullo smalto dentale di dinosauri fossili dai ricercatori del California Institute of Technology e dell'Università di Bonn (Germania). La scoperta fa pensare che questi animali avessero sviluppato un metodo per termoregolarsi, dato che spesso la temperatura corporea aumenta in relazione alla stazza. I sauropodi del Giurassico avevano una temperatura corporea tra i 36 °C e i 38 °C, come quella di mammiferi e uccelli. Questo è il risultato di una ricerca condotta dai ricercatori del California Institute of Technology, in collaborazione con l'Università di Bonn, in Germania, analizzando lo smalto dentale dei fossili. Ciò dimostrerebbe la loro capacità di autotermoregolazione, dato che solitamente a una maggiore stazza corrisponde un aumento della temperatura corporea.
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I guasti della nostra lingua non son cominciati oggi. Si pensi un po' agli scienziati, pur eredi di Galileo, ai giuristi, ai filosofi. Si direbbe che un bel giorno abbiano avuto a schifo di parlare e scrivere come tutti gli altri, così da mettersi alla ricerca del linguaggio più astruso. Non che si voglia negare il diritto di essere al linguaggio scientifico così che ciascuna disciplina abbia il suo. Lo stesso progresso scientifico finisce con l'essere condizionato dall'esistenza di una lingua scientifica. Ma, a tale scopo, c'è proprio bisogno di rendere illeggibili e incomprensibili le pagine che si scrivono? Il bistrattamento della lingua italiana viene da lontano. Per esempio, gli scienziati, i giuristi e i filosofi hanno a un certo punto optato per forme di espressione astruse, che sembrano dirette a volersi distinguere non meno che a rendersi incomprensibili. Il che è altra cosa dall'uso di un linguaggio scientifico, perfettamente legittimo e prezioso.
I guasti della nostra lingua non son cominciati oggi. Si pensi un po' agli scienziati, pur eredi di Galileo, ai giuristi, ai filosofi. Si direbbe che un bel giorno abbiano avuto a schifo di parlare e scrivere come tutti gli altri, così da mettersi alla ricerca del linguaggio più astruso. Non che si voglia negare il diritto di essere al linguaggio scientifico così che ciascuna disciplina abbia il suo. Lo stesso progresso scientifico finisce con l'essere condizionato dall'esistenza di una lingua scientifica. Ma, a tale scopo, c'è proprio bisogno di rendere illeggibili e incomprensibili le pagine che si scrivono? Il bistrattamento della lingua italiana viene da lontano. Per esempio, gli scienziati, i giuristi e i filosofi hanno a un certo punto optato per forme di espressione astruse, che sembrano dirette a volersi distinguere non meno che a rendersi incomprensibili. Il che è altra cosa dall'uso di un linguaggio scientifico, perfettamente legittimo e prezioso.
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I lavoratori "on tap", alla spina, sempre disponibili, possono essere iper o per niente specializzati, comunque vengono pagati a prestazione, non a orario. Altra caratteristica del lavoro "on tap" è l'evanescenza del datore di lavoro. A effettuare il pagamento è il committente della prestazione d'opera, ovvero nel caso americano direttamente il cliente o il consumatore, attraverso un intermediario. Così i costi d'amministrazione si assottigliano fortemente, ma l'attore economico che organizza il servizio resta nascosto, senza doveri o ruolo sociale, difficile anche solo da individuare. Le caratteristiche principali del lavoro "on tap" non afferiscono alla specializzazione del lavoratore. Esso si caratterizza infatti per le prestazioni indipendenti dall'orario di lavoro e soprattutto per la riduzione del ruolo sociale del datore di lavoro.
I lavoratori "on tap", alla spina, sempre disponibili, possono essere iper o per niente specializzati, comunque vengono pagati a prestazione, non a orario. Altra caratteristica del lavoro "on tap" è l'evanescenza del datore di lavoro. A effettuare il pagamento è il committente della prestazione d'opera, ovvero nel caso americano direttamente il cliente o il consumatore, attraverso un intermediario. Così i costi d'amministrazione si assottigliano fortemente, ma l'attore economico che organizza il servizio resta nascosto, senza doveri o ruolo sociale, difficile anche solo da individuare. Le caratteristiche principali del lavoro "on tap" non afferiscono alla specializzazione del lavoratore. Esso si caratterizza infatti per le prestazioni indipendenti dall'orario di lavoro e soprattutto per la riduzione del ruolo sociale del datore di lavoro.
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I logici del Medioevo arricchirono la trattazione aristotelica del sillogismo. Essi osservarono che le premesse di ogni ragionamento possono essere distinte per qualità (affermative o negative), oppure per quantità (universali o particolari). Questi parametri creano dei nessi necessari fra le premesse, che i logici medievali schematizzarono nel diagramma noto come quadrato delle opposizioni, o degli opposti. La trattazione aristotelica del sillogismo venne ulteriormente approfondita nel Medioevo, quando i logici realizzarono il quadrato delle opposizioni, o degli opposti, ossia un diagramma che riporta i nessi necessari tra le premesse di un qualsiasi ragionamento. Tali premesse possono essere affermative o negative e universali o particolari.
I logici del Medioevo arricchirono la trattazione aristotelica del sillogismo. Essi osservarono che le premesse di ogni ragionamento possono essere distinte per qualità (affermative o negative), oppure per quantità (universali o particolari). Questi parametri creano dei nessi necessari fra le premesse, che i logici medievali schematizzarono nel diagramma noto come quadrato delle opposizioni, o degli opposti. La trattazione aristotelica del sillogismo venne ulteriormente approfondita nel Medioevo, quando i logici realizzarono il quadrato delle opposizioni, o degli opposti, ossia un diagramma che riporta i nessi necessari tra le premesse di un qualsiasi ragionamento. Tali premesse possono essere affermative o negative e universali o particolari.
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I manga sono i fumetti giapponesi, nati dopo la II guerra mondiale. Il primo vero manga apparve nel 1953: era uno shojo manga, cioè un fumetto per ragazze. La storia si intitolava "La principessa Zaffiro" e il suo autore era Osamu Tezuka, lo stesso che avrebbe poi ideato il cartone animato (anime in giapponese) "La rosa di Versailles", noto in Italia come "Lady Oscar". I fumetti giapponesi noti con il nome di manga sono nati dopo la II guerra mondiale. Il primo vero manga, ideato dallo stesso autore del cartone animato noto in Italia con il nome di "Lady Oscar", apparve nel 1953 ed era un fumetto per ragazze.
I manga sono i fumetti giapponesi, nati dopo la II guerra mondiale. Il primo vero manga apparve nel 1953: era uno shojo manga, cioè un fumetto per ragazze. La storia si intitolava "La principessa Zaffiro" e il suo autore era Osamu Tezuka, lo stesso che avrebbe poi ideato il cartone animato (anime in giapponese) "La rosa di Versailles", noto in Italia come "Lady Oscar". I fumetti giapponesi noti con il nome di manga sono nati dopo la II guerra mondiale. Il primo vero manga, ideato dallo stesso autore del cartone animato noto in Italia con il nome di "Lady Oscar", apparve nel 1953 ed era un fumetto per ragazze.
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I manoscritti medievali sono decorati da splendide illustrazioni: le miniature. La parola deriva da "minio", un colore rosso-arancione, che a quei tempi era molto usato sia per i disegni che per le parole. Siccome nei manoscritti medievali quei dipinti, pur essendo piccoli, erano molto dettagliati e precisi, con il tempo il termine miniatura passò a indicare la rappresentazione in piccolo di persone o di oggetti. Il vocabolo miniatura, che designa le piccole e preziose illustrazioni dei manoscritti medievali, deriva da "minio", un colore rosso-arancione molto utilizzato. Data la precisione e i dettagli dei dipinti dei manoscritti, il termine indicò in seguito la rappresentazione in piccolo di cose e figure umane.
I manoscritti medievali sono decorati da splendide illustrazioni: le miniature. La parola deriva da "minio", un colore rosso-arancione, che a quei tempi era molto usato sia per i disegni che per le parole. Siccome nei manoscritti medievali quei dipinti, pur essendo piccoli, erano molto dettagliati e precisi, con il tempo il termine miniatura passò a indicare la rappresentazione in piccolo di persone o di oggetti. Il vocabolo miniatura, che designa le piccole e preziose illustrazioni dei manoscritti medievali, deriva da "minio", un colore rosso-arancione molto utilizzato. Data la precisione e i dettagli dei dipinti dei manoscritti, il termine indicò in seguito la rappresentazione in piccolo di cose e figure umane.
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I mappamondi medievali erano essenzialmente carte- immagini, tanto imprecise nei contorni quanto fantasiose nella rappresentazione della fauna, della flora e degli abitanti. In margine alle terre del tutto inesplorate ci si accontentava di scrivere "Hic sunt leones", "Qui ci sono i leoni". Finché, verso l'inizio del Trecento, non compaiono le carte nautiche, vere e proprie carte-strumento che ambiscono a essere la rappresentazione più esatta possibile delle regioni del mondo: non vi si trovano né meraviglie né mostri, ma coste, capi, isole, baie, rade e porti. Le carte medievali erano approssimative e fantasiose; solo a partire dal XIV secolo iniziarono a essere prodotte carte più accurate impiegate per la navigazione.
I mappamondi medievali erano essenzialmente carte- immagini, tanto imprecise nei contorni quanto fantasiose nella rappresentazione della fauna, della flora e degli abitanti. In margine alle terre del tutto inesplorate ci si accontentava di scrivere "Hic sunt leones", "Qui ci sono i leoni". Finché, verso l'inizio del Trecento, non compaiono le carte nautiche, vere e proprie carte-strumento che ambiscono a essere la rappresentazione più esatta possibile delle regioni del mondo: non vi si trovano né meraviglie né mostri, ma coste, capi, isole, baie, rade e porti. Le carte medievali erano approssimative e fantasiose; solo a partire dal XIV secolo iniziarono a essere prodotte carte più accurate impiegate per la navigazione.
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I mass media si presentano come lo strumento educativo tipico di una società a sfondo paternalistico, in superficie individualistica e democratica, sostanzialmente tendente a produrre modelli umani eterodiretti. Visti più a fondo appaiono una tipica "sovrastruttura di un regime capitalistico", usata a fini di controllo e di pianificazione coatta delle coscienze. Nelle società di tipo paternalistico i mass media svolgono la funzione di strumento educativo con il fine di formare i soggetti in maniera eterodiretta. Possono essere definiti, se analizzati approfonditamente, come una sovrastruttura che ha l'obiettivo di controllare e determinare lo sviluppo delle coscienze.
I mass media si presentano come lo strumento educativo tipico di una società a sfondo paternalistico, in superficie individualistica e democratica, sostanzialmente tendente a produrre modelli umani eterodiretti. Visti più a fondo appaiono una tipica "sovrastruttura di un regime capitalistico", usata a fini di controllo e di pianificazione coatta delle coscienze. Nelle società di tipo paternalistico i mass media svolgono la funzione di strumento educativo con il fine di formare i soggetti in maniera eterodiretta. Possono essere definiti, se analizzati approfonditamente, come una sovrastruttura che ha l'obiettivo di controllare e determinare lo sviluppo delle coscienze.
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I mercati internazionali hanno reagito al voto italiano facendo spallucce. "Gli investitori sono sembrati confortati dalla diminuita enfasi sull'uscita dall'euro, professata in passato da alcuni dei partiti emersi come vincitori da questa tornata elettorale - chiarisce David Stubbs (...). Per il momento, la solidità dell'economia e il potenziale ancora inespresso di crescita degli utili sosterranno le valutazioni degli asset europei, compresi quelli italiani". Lo spauracchio dell'uscita dall'euro sembra tramontato dopo le elezioni italiane e non ha provocato conseguenze sui mercati internazionali. Essi anzi, secondo D. Stubbs, beneficiano di alcuni fattori, come la solidità dell'economia e le potenzialità di crescita degli utili, che porteranno a un apprezzamento degli asset europei e italiani.
I mercati internazionali hanno reagito al voto italiano facendo spallucce. "Gli investitori sono sembrati confortati dalla diminuita enfasi sull'uscita dall'euro, professata in passato da alcuni dei partiti emersi come vincitori da questa tornata elettorale - chiarisce David Stubbs (...). Per il momento, la solidità dell'economia e il potenziale ancora inespresso di crescita degli utili sosterranno le valutazioni degli asset europei, compresi quelli italiani". Lo spauracchio dell'uscita dall'euro sembra tramontato dopo le elezioni italiane e non ha provocato conseguenze sui mercati internazionali. Essi anzi, secondo D. Stubbs, beneficiano di alcuni fattori, come la solidità dell'economia e le potenzialità di crescita degli utili, che porteranno a un apprezzamento degli asset europei e italiani.
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I metodi di coltura che tendono a conservare le caratteristiche dei terreni nel tempo e sfruttano la fertilità naturale del suolo sono definiti con il termine di agricoltura biologica. Essi limitano l'utilizzo di prodotti chimici per aumentare la produttività e combattere i parassiti, ricorrendo invece a strumenti naturali (come l'impiego di insetti). In questo modo viene favorita la biodiversità delle colture: si coltivano molte varietà di piante, perché ognuna ha particolari caratteristiche e qualità che verrebbero perdute se, per mirare esclusivamente alla massima produttività, si ricorresse solo alle specie di massima resa. L'agricoltura biologica conserva le caratteristiche dei terreni e sfrutta la fertilità naturale del suolo. Questo metodo di coltura limita l'utilizzo dei prodotti chimici, ad esempio impiegando degli insetti come antiparassitari, e favorisce la biodiversità con la coltivazione di numerose varietà di piante, non solo di quelle che danno la massima resa.
I metodi di coltura che tendono a conservare le caratteristiche dei terreni nel tempo e sfruttano la fertilità naturale del suolo sono definiti con il termine di agricoltura biologica. Essi limitano l'utilizzo di prodotti chimici per aumentare la produttività e combattere i parassiti, ricorrendo invece a strumenti naturali (come l'impiego di insetti). In questo modo viene favorita la biodiversità delle colture: si coltivano molte varietà di piante, perché ognuna ha particolari caratteristiche e qualità che verrebbero perdute se, per mirare esclusivamente alla massima produttività, si ricorresse solo alle specie di massima resa. L'agricoltura biologica conserva le caratteristiche dei terreni e sfrutta la fertilità naturale del suolo. Questo metodo di coltura limita l'utilizzo dei prodotti chimici, ad esempio impiegando degli insetti come antiparassitari, e favorisce la biodiversità con la coltivazione di numerose varietà di piante, non solo di quelle che danno la massima resa.
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I mezzi di informazione accolgono tiepidamente lo scoop sull'identità di Elena Ferrante. In un articolo pubblicato su diverse testate internazionali, tra cui "New York Review of Books" e "Il Sole 24 Ore", il giornalista Claudio Gatti sostiene di avere la risposta al mistero letterario meglio custodito dall'editoria italiana, cioè la vera identità della scrittrice Elena Ferrante. Ma invece che applaudire lo scoop, il mondo letterario si chiede se fosse necessario invadere la privacy di un'autrice così amata da pubblico e critica. Il giornalista Claudio Gatti ha pubblicato un articolo, su diverse testate sia internazionali sia italiane, in cui afferma di aver individuato la vera identità della famosa e amata scrittice Elena Ferrante, intorno alla quale si è creato un vero e proprio mistero nel mondo letterario che, adesso, si chiede se questo scoop non sia un'invasione della privacy della scrittrice.
I mezzi di informazione accolgono tiepidamente lo scoop sull'identità di Elena Ferrante. In un articolo pubblicato su diverse testate internazionali, tra cui "New York Review of Books" e "Il Sole 24 Ore", il giornalista Claudio Gatti sostiene di avere la risposta al mistero letterario meglio custodito dall'editoria italiana, cioè la vera identità della scrittrice Elena Ferrante. Ma invece che applaudire lo scoop, il mondo letterario si chiede se fosse necessario invadere la privacy di un'autrice così amata da pubblico e critica. Il giornalista Claudio Gatti ha pubblicato un articolo, su diverse testate sia internazionali sia italiane, in cui afferma di aver individuato la vera identità della famosa e amata scrittice Elena Ferrante, intorno alla quale si è creato un vero e proprio mistero nel mondo letterario che, adesso, si chiede se questo scoop non sia un'invasione della privacy della scrittrice.
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I migranti, su circa un milione di lavoratori agricoli, sono 286.940, a loro volta divisi fra 151.706 comunitari e 135.234 extracomunitari. I numeri lievitano quando si entra nel mondo del nero, terreno d'elezione per le attività di caporalato. Se si sommano regolari e irregolari, i lavoratori stranieri diventano 405mila, di cui 67mila coinvolti in un rapporto di lavoro informale e 157mila pagati con una retribuzione non sindacale:?l'equivalente di oltre 220mila lavoratori invisibili, assoldati e remunerati secondo accordi che escono dalla contrattazione nazionale o da una qualsiasi copertura sindacale. Su circa un milione di braccianti agricoli, i migranti incidono per circa il 28% con una preponderanza, al loro interno, dei comunitari. Tali numeri aumentano se consideriamo il reclutamento e trattamento illegale della mano d'opera agricola tramite il caporalato. Con questo sistema gli operai vengono assunti al di fuori dei normali canali di collocamento, senza rispettare le tariffe contrattuali sui minimi salariali e senza alcuna copertura sindacale: più di 220mila i lavoratori invisibili coinvolti.
I migranti, su circa un milione di lavoratori agricoli, sono 286.940, a loro volta divisi fra 151.706 comunitari e 135.234 extracomunitari. I numeri lievitano quando si entra nel mondo del nero, terreno d'elezione per le attività di caporalato. Se si sommano regolari e irregolari, i lavoratori stranieri diventano 405mila, di cui 67mila coinvolti in un rapporto di lavoro informale e 157mila pagati con una retribuzione non sindacale:?l'equivalente di oltre 220mila lavoratori invisibili, assoldati e remunerati secondo accordi che escono dalla contrattazione nazionale o da una qualsiasi copertura sindacale. Su circa un milione di braccianti agricoli, i migranti incidono per circa il 28% con una preponderanza, al loro interno, dei comunitari. Tali numeri aumentano se consideriamo il reclutamento e trattamento illegale della mano d'opera agricola tramite il caporalato. Con questo sistema gli operai vengono assunti al di fuori dei normali canali di collocamento, senza rispettare le tariffe contrattuali sui minimi salariali e senza alcuna copertura sindacale: più di 220mila i lavoratori invisibili coinvolti.
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I missi dominici, scelti tra il personale di palazzo, erano ispettori che ogni anno, a due a due (in genere un laico e un ecclesiastico) avevano il compito di visitare una determinata contea (o marca o ducato) per controllare l'operato dei funzionari laici e/o ecclesiastici. I loro poteri erano assai ampi dato che rappresentavano in tutto e per tutto l'imperatore, al quale dovevano fare rapporto al loro ritorno. L'imperatore demandava l'ispezione di contee, marche e ducati ai missi dominici, che venivano scelti fra il personale di palazzo. Questi, a coppie (in genere un laico e un ecclesiastico), una volta l'anno visitavano le terre imperiali per controllare l'operato dei funzionari laici ed ecclesiastici. Avevano ampi poteri, poiché facevano le loro ispezioni in rappresentanza dell'imperatore, al quale presentavano rapporto al rientro.
I missi dominici, scelti tra il personale di palazzo, erano ispettori che ogni anno, a due a due (in genere un laico e un ecclesiastico) avevano il compito di visitare una determinata contea (o marca o ducato) per controllare l'operato dei funzionari laici e/o ecclesiastici. I loro poteri erano assai ampi dato che rappresentavano in tutto e per tutto l'imperatore, al quale dovevano fare rapporto al loro ritorno. L'imperatore demandava l'ispezione di contee, marche e ducati ai missi dominici, che venivano scelti fra il personale di palazzo. Questi, a coppie (in genere un laico e un ecclesiastico), una volta l'anno visitavano le terre imperiali per controllare l'operato dei funzionari laici ed ecclesiastici. Avevano ampi poteri, poiché facevano le loro ispezioni in rappresentanza dell'imperatore, al quale presentavano rapporto al rientro.
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I Neandertal, sulla base delle ricostruzioni fatte, dovevano essere alti 1,55-1,65 metri o poco più: praticamente un po' meno di noi (ma nel 1800 la popolazione italiana era più o meno di quella statura). La corporatura era però assai più robusta, con una muscolatura molto potente: quasi da culturista. In base alle ricostruzioni fatte, i Neandertal dovevano avere una statura molto simile a quella degli italiani del 1800. La corporatura era però più robusta, e la muscolatura quasi da culturista.
I Neandertal, sulla base delle ricostruzioni fatte, dovevano essere alti 1,55-1,65 metri o poco più: praticamente un po' meno di noi (ma nel 1800 la popolazione italiana era più o meno di quella statura). La corporatura era però assai più robusta, con una muscolatura molto potente: quasi da culturista. In base alle ricostruzioni fatte, i Neandertal dovevano avere una statura molto simile a quella degli italiani del 1800. La corporatura era però più robusta, e la muscolatura quasi da culturista.
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I negoziati formali tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica sulle forze nucleari a raggio intermedio hanno avuto inizio a Ginevra il 30 novembre 1981. Nel corso delle trattative sono state discusse numerose impostazioni diverse, poi proposte alcune al tavolo negoziale, altre in discorsi e interviste dei dirigenti sovietici, accompagnati da molta pubblicità; ma queste spesso non sono state riprese in sede di trattative. È comunque possibile individuare alcune fasi: ambedue le parti hanno avanzato proposte, ma i Sovietici hanno evitato di partire da elementi reciprocamente accettabili, preferendo invece reintrodurre, con piccole varianti, richieste che sapevano non poter essere accettate dagli Stati Uniti. Il 30 novembre 1981 sono iniziati a Ginevra i negoziati formali tra USA e URSS sulle forze nucleari a raggio intermedio. Essi sono stati accompagnati da numerose discussioni, sostenute in altra sede. In particolare, i Sovietici tramite i media hanno prospettato alcune possibilità che poi spesso non hanno portato al tavolo ufficiale, mentre a quest'ultimo hanno riservato richieste che sapevano essere irricevibili dagli Stati Uniti.
I negoziati formali tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica sulle forze nucleari a raggio intermedio hanno avuto inizio a Ginevra il 30 novembre 1981. Nel corso delle trattative sono state discusse numerose impostazioni diverse, poi proposte alcune al tavolo negoziale, altre in discorsi e interviste dei dirigenti sovietici, accompagnati da molta pubblicità; ma queste spesso non sono state riprese in sede di trattative. È comunque possibile individuare alcune fasi: ambedue le parti hanno avanzato proposte, ma i Sovietici hanno evitato di partire da elementi reciprocamente accettabili, preferendo invece reintrodurre, con piccole varianti, richieste che sapevano non poter essere accettate dagli Stati Uniti. Il 30 novembre 1981 sono iniziati a Ginevra i negoziati formali tra USA e URSS sulle forze nucleari a raggio intermedio. Essi sono stati accompagnati da numerose discussioni, sostenute in altra sede. In particolare, i Sovietici tramite i media hanno prospettato alcune possibilità che poi spesso non hanno portato al tavolo ufficiale, mentre a quest'ultimo hanno riservato richieste che sapevano essere irricevibili dagli Stati Uniti.
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I nomadi del Nord del Kenya, osservati e fotografati dai finestrini delle auto dai turisti, stanno affrontando con difficoltà il processo di sedentarizzazione. La scarsità di terre libere, la colonizzazione di quelle fertili e l'apertura di nuove strade rende quasi impossibile la sopravvivenza delle antiche tradizioni legate al nomadismo. Le popolazioni nomadi del Kenya settentrionale sono spinte alla sedentarizzazione: oggetto di curiosità da parte dei turisti, subiscono anche la pressione dei colonizzatori e delle nuove strade, non trovando più spazi liberi per continuare il loro stile di vita tradizionale.
I nomadi del Nord del Kenya, osservati e fotografati dai finestrini delle auto dai turisti, stanno affrontando con difficoltà il processo di sedentarizzazione. La scarsità di terre libere, la colonizzazione di quelle fertili e l'apertura di nuove strade rende quasi impossibile la sopravvivenza delle antiche tradizioni legate al nomadismo. Le popolazioni nomadi del Kenya settentrionale sono spinte alla sedentarizzazione: oggetto di curiosità da parte dei turisti, subiscono anche la pressione dei colonizzatori e delle nuove strade, non trovando più spazi liberi per continuare il loro stile di vita tradizionale.
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I Nyinba, popolazione di origine tibetana stanziatasi in Nepal, sono un caso molto chiaro e coerente di poliandria fraterna e, anche se nella loro società esistono altre soluzioni matrimoniali, l'unione di un gruppo di fratelli con una sola moglie costituisce il modello matrimoniale per eccellenza. Il fatto di vedere un gruppo di fratelli convivere nella stessa grande casa con una moglie rientra nell'ordine naturale delle cose, nonostante i Nyinba siano circondati da altre popolazioni in cui invece non viene praticata la poliandria. I Nyinba sono consapevoli di questa loro particolarità rispetto al contesto nepalese in cui si trovano a vivere e la rivendicano come un loro tratto distintivo. Nella società dei Nyinba la poliandria fraterna è il modello matrimoniale per eccellenza; i Nyinba sono circondati da popolazioni che non praticano la poliandria ed essi rivendicano questa peculiarità come tratto distintivo.
I Nyinba, popolazione di origine tibetana stanziatasi in Nepal, sono un caso molto chiaro e coerente di poliandria fraterna e, anche se nella loro società esistono altre soluzioni matrimoniali, l'unione di un gruppo di fratelli con una sola moglie costituisce il modello matrimoniale per eccellenza. Il fatto di vedere un gruppo di fratelli convivere nella stessa grande casa con una moglie rientra nell'ordine naturale delle cose, nonostante i Nyinba siano circondati da altre popolazioni in cui invece non viene praticata la poliandria. I Nyinba sono consapevoli di questa loro particolarità rispetto al contesto nepalese in cui si trovano a vivere e la rivendicano come un loro tratto distintivo. Nella società dei Nyinba la poliandria fraterna è il modello matrimoniale per eccellenza; i Nyinba sono circondati da popolazioni che non praticano la poliandria ed essi rivendicano questa peculiarità come tratto distintivo.
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I Pigmei hanno statura media di 150 cm circa, pelle più chiara rispetto ai neri, piuttosto rossastra che bruna. Sono circa 200.000 e abitano nelle regioni forestali di Camerun, Gabon, Repubblica Centroafricana, Congo, Zaire e Ruanda. Si procurano il cibo cacciando con arco e lancia, pescando e raccogliendo frutti nella foresta. La loro vita sociale è organizzata in clan basati sulla discendenza maschile, hanno tradizioni molto ricche di musica e danza, spesso legate alla religione animista. Nelle regioni forestali di alcuni Stati dell'Africa vivono i Pigmei. Hanno statura media di 150 cm e hanno pelle più chiara dei neri, tendenzialmente rossastra. Vivono di caccia, pesca e raccolta. Le loro 200.000 unità sono organizzate in clan e la loro tradizione artistica è legata alla religione animista.
I Pigmei hanno statura media di 150 cm circa, pelle più chiara rispetto ai neri, piuttosto rossastra che bruna. Sono circa 200.000 e abitano nelle regioni forestali di Camerun, Gabon, Repubblica Centroafricana, Congo, Zaire e Ruanda. Si procurano il cibo cacciando con arco e lancia, pescando e raccogliendo frutti nella foresta. La loro vita sociale è organizzata in clan basati sulla discendenza maschile, hanno tradizioni molto ricche di musica e danza, spesso legate alla religione animista. Nelle regioni forestali di alcuni Stati dell'Africa vivono i Pigmei. Hanno statura media di 150 cm e hanno pelle più chiara dei neri, tendenzialmente rossastra. Vivono di caccia, pesca e raccolta. Le loro 200.000 unità sono organizzate in clan e la loro tradizione artistica è legata alla religione animista.
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I pinguini non vivono in entrambi i Poli e non solo in climi freddi. Alcune specie vivono anche in zone meno fredde dell'emisfero australe come il Sud America, l'Africa, l'Australia e la Nuova Zelanda. E si possono trovare pinguini perfino all'Equatore, nelle isole Galapagos. In genere, le specie di pinguini più vicine al Polo sono quelle con dimensioni maggiori. Il pinguino imperatore, il più grande di tutti, vive solo tra i ghiacci dell'Antartide, è alto in media 115-120 centimetri e pesa 30-40 chilogrammi. Non sono invece presenti pinguini nell'emisfero nord, né al Polo né in altre regioni. Un'altra caratteristica dei pinguini è che non temono l'uomo e si lasciano avvicinare. Le uniche minacce per loro vengono infatti dal mare: da orche e foche leopardo. Quando sono sulla terra sono invece tranquilli: non temono attacchi. I pinguini vivono solo nell'emisfero australe e non solo in climi freddi. Ne troviamo in Sud America, Africa, Australia, Nuova Zelanda e perfino all'Equatore, nelle isole Galapagos. Nelle zone vicine al Polo sud vivono i pinguini più grandi come il pinguino imperatore, che si trova solo tra i ghiacci dell'Antartide. Questi animali non temono l'uomo, ma solo i predatori marini.
I pinguini non vivono in entrambi i Poli e non solo in climi freddi. Alcune specie vivono anche in zone meno fredde dell'emisfero australe come il Sud America, l'Africa, l'Australia e la Nuova Zelanda. E si possono trovare pinguini perfino all'Equatore, nelle isole Galapagos. In genere, le specie di pinguini più vicine al Polo sono quelle con dimensioni maggiori. Il pinguino imperatore, il più grande di tutti, vive solo tra i ghiacci dell'Antartide, è alto in media 115-120 centimetri e pesa 30-40 chilogrammi. Non sono invece presenti pinguini nell'emisfero nord, né al Polo né in altre regioni. Un'altra caratteristica dei pinguini è che non temono l'uomo e si lasciano avvicinare. Le uniche minacce per loro vengono infatti dal mare: da orche e foche leopardo. Quando sono sulla terra sono invece tranquilli: non temono attacchi. I pinguini vivono solo nell'emisfero australe e non solo in climi freddi. Ne troviamo in Sud America, Africa, Australia, Nuova Zelanda e perfino all'Equatore, nelle isole Galapagos. Nelle zone vicine al Polo sud vivono i pinguini più grandi come il pinguino imperatore, che si trova solo tra i ghiacci dell'Antartide. Questi animali non temono l'uomo, ma solo i predatori marini.
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I porti, fulcro del commercio internazionale, hanno un retroterra e un avanmare. Quest'ultimo rappresenta l'area marittima alla quale si estendono le relazioni commerciali del porto; il retroterra, invece, è lo spazio portuale destinato alle esportazioni e alle importazioni delle merci. L'avanmare e il retroterra costituiscono i luoghi deputati al commercio di un porto internazionale. Con il primo si indica l'area marittima antistante al porto a cui si estendono le relazioni commerciali, con il secondo lo spazio destinato alle esportazioni e importazioni di merci.
I porti, fulcro del commercio internazionale, hanno un retroterra e un avanmare. Quest'ultimo rappresenta l'area marittima alla quale si estendono le relazioni commerciali del porto; il retroterra, invece, è lo spazio portuale destinato alle esportazioni e alle importazioni delle merci. L'avanmare e il retroterra costituiscono i luoghi deputati al commercio di un porto internazionale. Con il primo si indica l'area marittima antistante al porto a cui si estendono le relazioni commerciali, con il secondo lo spazio destinato alle esportazioni e importazioni di merci.
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I problemi filosofici esistono, sono inevitabili e irreprimibili e non pochi di tali problemi coinvolgono ogni singolo uomo che non rinunci a pensare, per esempio: Dio esiste, o esistiamo solo noi, sperduti in questo immenso universo? La storia umana ha un senso? E se ce l'ha, qual è? Ovvero tutto - la gloria e la miseria, le grandi conquiste e le sofferenze, innocenti, vittime e carnefici - proprio tutto sarà travolto nell'assurdo, nel nulla di senso? E l'uomo è libero e responsabile, oppure è un semplice frammento insignificante dell'universo, determinato nelle sue azioni da rigide leggi naturali? I problemi filosofici coinvolgono ogni persona che si ponga questioni, per esempio, sull'esistenza di Dio, sul senso della storia umana, sulla libertà e responsabilità dell'uomo, sulle leggi naturali. Tali questioni esistono e non si possono né eludere né reprimere.
I problemi filosofici esistono, sono inevitabili e irreprimibili e non pochi di tali problemi coinvolgono ogni singolo uomo che non rinunci a pensare, per esempio: Dio esiste, o esistiamo solo noi, sperduti in questo immenso universo? La storia umana ha un senso? E se ce l'ha, qual è? Ovvero tutto - la gloria e la miseria, le grandi conquiste e le sofferenze, innocenti, vittime e carnefici - proprio tutto sarà travolto nell'assurdo, nel nulla di senso? E l'uomo è libero e responsabile, oppure è un semplice frammento insignificante dell'universo, determinato nelle sue azioni da rigide leggi naturali? I problemi filosofici coinvolgono ogni persona che si ponga questioni, per esempio, sull'esistenza di Dio, sul senso della storia umana, sulla libertà e responsabilità dell'uomo, sulle leggi naturali. Tali questioni esistono e non si possono né eludere né reprimere.
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I processi di desertificazione si verificano laddove c'è l'espansione o l'intensificazione dei caratteri tipici del deserto in ecosistemi che, seppur interessati dal problema dell'aridità, non costituiscono deserti naturali. Questo fenomeno, quindi, non avviene in zone solitamente desertiche, ma nelle terre aride e semiaride, come quelle della steppa e della savana. La desertificazione è l'espansione o l'intensificazione dei caratteri tipici del deserto, perciò è un fenomeno proprio di ecosistemi aridi e semiaridi, come la steppa o la savana, e non di zone che siano già deserti veri e propri.
I processi di desertificazione si verificano laddove c'è l'espansione o l'intensificazione dei caratteri tipici del deserto in ecosistemi che, seppur interessati dal problema dell'aridità, non costituiscono deserti naturali. Questo fenomeno, quindi, non avviene in zone solitamente desertiche, ma nelle terre aride e semiaride, come quelle della steppa e della savana. La desertificazione è l'espansione o l'intensificazione dei caratteri tipici del deserto, perciò è un fenomeno proprio di ecosistemi aridi e semiaridi, come la steppa o la savana, e non di zone che siano già deserti veri e propri.
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I puffi sono comunisti. Di più. Totalitari staliniani. Lo sostiene Antoine Buéno - professore di Scienze Politiche all'università parigina Sciences Po - nel saggio "Le petit livre bleu: analyse critique et politique de la société des Schtroumpfs" ("Il piccolo libro blu: analisi critica e politica della società dei Puffi") in cui i Puffi, quelle piccole creature blu inventate nel 1958 da Pierre Culliford (Peyo), sono sottoposti a una critica politica e sociale che arriva a concludere che non solo sono comunisti e staliniani, ma anche profondamente razzisti. E antisemiti: Gargamella, il cattivo del mondo dei Puffi, è l'ebreo con il naso adunco e la passione per i soldi della propaganda staliniana, la Puffa è la caricatura della donna superficiale, capricciosa e seduttrice che getta scompiglio nella perfetta comunità dei piccoli omini blu, e i Puffi sembrano i componenti di una società che somiglia al modello utopico, maschilista e fallimentare del Soviet, al cui vertice sta lo Stalin blu, il Grande Puffo, il più anziano del villaggio, dai pantaloni e dal cappello rossi. Antoine Buéno, professore dell'università parigina Sciences Po, nel saggio "Le petit livre bleu: analyse critique et politique de la société des Schtroumpfs" sostiene che i Puffi, inventati da Peyo, sono comunisti, anzi totalitari, staliniani, razzisti e antisemiti. La società dei Puffi somiglierebbe infatti al modello utopico e maschilista del soviet al cui vertice si trova lo Stalin blu, ovvero il Grande Puffo, l'anziano del villaggio, con pantaloni e cappello rossi, mentre Gargamella, il cattivo, rappresenterebbe l'avido ebreo con il naso adunco della propaganda staliniana e la Puffa la caricatura della donna capricciosa e seduttrice, che getta scompiglio nella perfetta comunità degli omini blu.
I puffi sono comunisti. Di più. Totalitari staliniani. Lo sostiene Antoine Buéno - professore di Scienze Politiche all'università parigina Sciences Po - nel saggio "Le petit livre bleu: analyse critique et politique de la société des Schtroumpfs" ("Il piccolo libro blu: analisi critica e politica della società dei Puffi") in cui i Puffi, quelle piccole creature blu inventate nel 1958 da Pierre Culliford (Peyo), sono sottoposti a una critica politica e sociale che arriva a concludere che non solo sono comunisti e staliniani, ma anche profondamente razzisti. E antisemiti: Gargamella, il cattivo del mondo dei Puffi, è l'ebreo con il naso adunco e la passione per i soldi della propaganda staliniana, la Puffa è la caricatura della donna superficiale, capricciosa e seduttrice che getta scompiglio nella perfetta comunità dei piccoli omini blu, e i Puffi sembrano i componenti di una società che somiglia al modello utopico, maschilista e fallimentare del Soviet, al cui vertice sta lo Stalin blu, il Grande Puffo, il più anziano del villaggio, dai pantaloni e dal cappello rossi. Antoine Buéno, professore dell'università parigina Sciences Po, nel saggio "Le petit livre bleu: analyse critique et politique de la société des Schtroumpfs" sostiene che i Puffi, inventati da Peyo, sono comunisti, anzi totalitari, staliniani, razzisti e antisemiti. La società dei Puffi somiglierebbe infatti al modello utopico e maschilista del soviet al cui vertice si trova lo Stalin blu, ovvero il Grande Puffo, l'anziano del villaggio, con pantaloni e cappello rossi, mentre Gargamella, il cattivo, rappresenterebbe l'avido ebreo con il naso adunco della propaganda staliniana e la Puffa la caricatura della donna capricciosa e seduttrice, che getta scompiglio nella perfetta comunità degli omini blu.
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I reperti fossili dimostrano che il grano e i cereali - su cui si basa in ogni parte del mondo l'agricoltura - cominciarono a essere coltivati attorno all'8000 a.C. Questo avvenne indipendentemente nel Vicino Oriente (grano), in Cina (riso) e in Messico (mais). Si ipotizza che l'agricoltura sia stata inventata dalle donne, che già precedentemente si erano specializzate nella raccolta di erbe e bacche commestibili. Profittando dei lunghi periodi di stanzialità, fu probabilmente la parte femminile della comunità a inventare le prime tecniche della coltivazione, interrando i semi in prossimità delle capanne e selezionando le specie più adatte alla crescita. Per quanto riguarda l'Europa, l'agricoltura si diffuse lentamente a partire dal Vicino Oriente, procedendo verso ovest. Se infatti in Mesopotamia e in Anatolia le prime forme di agricoltura sono databili, secondo le ipotesi più recenti, attorno all'8000 a.C., in Grecia e nei Balcani essa penetrò più tardi e in Italia più tardi ancora. L'ultimo Paese a essere raggiunto dalla rivoluzione agricola fu l'Inghilterra, dove essa si diffuse solo attorno al 1000 a.C. La coltivazione del grano e dei cereali, stando ai reperti fossili, ebbe inizio intorno all'8.000 a.C. in varie parti del mondo. Si ipotizza che a inventare l'agricoltura siano state le donne, già specializzate nella raccolta di erbe e bacche commestibili. La parte femminile della comunità avrebbe inventato le prime tecniche di coltivazione sotterrando i semi vicino alle capanne e selezionando le specie che crescevano meglio. In Europa l'agricoltura si diffuse a partire dal Vicino Oriente procedendo gradualmente da est a ovest infatti l'Inghilterra fu raggiunta dalla rivoluzione agricola solo attorno al 1.000 a.C.
I reperti fossili dimostrano che il grano e i cereali - su cui si basa in ogni parte del mondo l'agricoltura - cominciarono a essere coltivati attorno all'8000 a.C. Questo avvenne indipendentemente nel Vicino Oriente (grano), in Cina (riso) e in Messico (mais). Si ipotizza che l'agricoltura sia stata inventata dalle donne, che già precedentemente si erano specializzate nella raccolta di erbe e bacche commestibili. Profittando dei lunghi periodi di stanzialità, fu probabilmente la parte femminile della comunità a inventare le prime tecniche della coltivazione, interrando i semi in prossimità delle capanne e selezionando le specie più adatte alla crescita. Per quanto riguarda l'Europa, l'agricoltura si diffuse lentamente a partire dal Vicino Oriente, procedendo verso ovest. Se infatti in Mesopotamia e in Anatolia le prime forme di agricoltura sono databili, secondo le ipotesi più recenti, attorno all'8000 a.C., in Grecia e nei Balcani essa penetrò più tardi e in Italia più tardi ancora. L'ultimo Paese a essere raggiunto dalla rivoluzione agricola fu l'Inghilterra, dove essa si diffuse solo attorno al 1000 a.C. La coltivazione del grano e dei cereali, stando ai reperti fossili, ebbe inizio intorno all'8.000 a.C. in varie parti del mondo. Si ipotizza che a inventare l'agricoltura siano state le donne, già specializzate nella raccolta di erbe e bacche commestibili. La parte femminile della comunità avrebbe inventato le prime tecniche di coltivazione sotterrando i semi vicino alle capanne e selezionando le specie che crescevano meglio. In Europa l'agricoltura si diffuse a partire dal Vicino Oriente procedendo gradualmente da est a ovest infatti l'Inghilterra fu raggiunta dalla rivoluzione agricola solo attorno al 1.000 a.C.
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I ricercatori italiani sono a caccia di persone dalla memoria "super". Rare e capaci di ricordare nel dettaglio aspetti del loro passato, giornate qualunque trascorse anni e anni prima, episodi che nessun individuo normale sarebbe in grado di richiamare alla mente. Il cervello di tre persone individuate sarà oggetto di uno studio condotto dall'Università di Roma "La Sapienza", dall'Università degli Studi di Perugia e dall'Istituto Superiore di Sanità. I ricercatori italiani delle Università di Roma "La Sapienza" e Perugia e dell'Istituto Superiore di Sanità sono alla ricerca di tre persone dotate di una memoria eccezionale, in grado di ricordare dettagli anche insignificanti del loro passato, per condurre uno studio congiunto sui tre soggetti individuati.
I ricercatori italiani sono a caccia di persone dalla memoria "super". Rare e capaci di ricordare nel dettaglio aspetti del loro passato, giornate qualunque trascorse anni e anni prima, episodi che nessun individuo normale sarebbe in grado di richiamare alla mente. Il cervello di tre persone individuate sarà oggetto di uno studio condotto dall'Università di Roma "La Sapienza", dall'Università degli Studi di Perugia e dall'Istituto Superiore di Sanità. I ricercatori italiani delle Università di Roma "La Sapienza" e Perugia e dell'Istituto Superiore di Sanità sono alla ricerca di tre persone dotate di una memoria eccezionale, in grado di ricordare dettagli anche insignificanti del loro passato, per condurre uno studio congiunto sui tre soggetti individuati.
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I risultati di una ricerca del MIT e dell'Università di Harvard indicano che la capacità di apprendere le lingue con facilità rimane alta fino ai 17-18 anni (contrariamente alle ipotesi precedenti, secondo le quali declinavano intorno ai 5 anni o con la pubertà). Anche gli adulti sono bravi a imparare le lingue, ma se iniziano a studiarle in adolescenza o dopo la maggiore età non possono sperare di raggiungere la fluidità di un madrelingua. Il motivo non è chiaro: potrebbe dipendere da fattori biologici, legati alle caratteristiche del cervello (e a come si trasforma durante la pubertà) o da fattori socioculturali. Alcune ricerche dimostrano che la finestra di tempo in cui il cervello è più abile ad apprendere una lingua straniera si chiude attorno alla maggiore età, più tardi di quanto pensassimo. Ma per eccellere occorre iniziare prima dell'adolescenza, per via di fattori biologici legati allo sviluppo del cervello, o di fattori socioculturali che in età adulta influenzano negativamente l'apprendimento.
I risultati di una ricerca del MIT e dell'Università di Harvard indicano che la capacità di apprendere le lingue con facilità rimane alta fino ai 17-18 anni (contrariamente alle ipotesi precedenti, secondo le quali declinavano intorno ai 5 anni o con la pubertà). Anche gli adulti sono bravi a imparare le lingue, ma se iniziano a studiarle in adolescenza o dopo la maggiore età non possono sperare di raggiungere la fluidità di un madrelingua. Il motivo non è chiaro: potrebbe dipendere da fattori biologici, legati alle caratteristiche del cervello (e a come si trasforma durante la pubertà) o da fattori socioculturali. Alcune ricerche dimostrano che la finestra di tempo in cui il cervello è più abile ad apprendere una lingua straniera si chiude attorno alla maggiore età, più tardi di quanto pensassimo. Ma per eccellere occorre iniziare prima dell'adolescenza, per via di fattori biologici legati allo sviluppo del cervello, o di fattori socioculturali che in età adulta influenzano negativamente l'apprendimento.
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I risultati di una ricerca sulla salute e lo sviluppo dell'infanzia negli ultimi 50 anni hanno mostrato che se i livelli di ormone prenatale, compreso il testosterone, incidono sulla percezione della propria identità di genere, le esperienze infantili condizionano ancora di più. E se è difficile per la scienza dire se le differenze di genere hanno una base biologica o culturale, è certo che gli stereotipi sono un prodotto della nostra società e in quanto tali possono essere modificati. Se vogliamo metterli in discussione, però, la prima cosa da fare è ragionare proprio sugli imprinting che abbiamo ricevuto nelle prime fasi della nostra infanzia e sull'educazione che diamo oggi ai nostri figli. Sul fatto che l'identità di genere abbia basi biologiche o culturali la scienza è divisa, ma su un punto sono tutti d'accordo: gli stereotipi che la alimentano e che ci condizionano sono un prodotto culturale e per metterli in discussione è necessario analizzare l'educazione ricevuta nell'infanzia.
I risultati di una ricerca sulla salute e lo sviluppo dell'infanzia negli ultimi 50 anni hanno mostrato che se i livelli di ormone prenatale, compreso il testosterone, incidono sulla percezione della propria identità di genere, le esperienze infantili condizionano ancora di più. E se è difficile per la scienza dire se le differenze di genere hanno una base biologica o culturale, è certo che gli stereotipi sono un prodotto della nostra società e in quanto tali possono essere modificati. Se vogliamo metterli in discussione, però, la prima cosa da fare è ragionare proprio sugli imprinting che abbiamo ricevuto nelle prime fasi della nostra infanzia e sull'educazione che diamo oggi ai nostri figli. Sul fatto che l'identità di genere abbia basi biologiche o culturali la scienza è divisa, ma su un punto sono tutti d'accordo: gli stereotipi che la alimentano e che ci condizionano sono un prodotto culturale e per metterli in discussione è necessario analizzare l'educazione ricevuta nell'infanzia.
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I semi di cacao contengono più antiossidanti della frutta, poiché hanno maggiori quantità di polifenoli (composti naturalmente presenti nelle piante che proteggono il sistema cardiovascolare e dall'insorgenza delle neoplasie) e flavanoli (sostanze della famiglia dei flavonoidi note per il potere di abbassare il rischio di coagulazione del sangue). È quanto emerge da uno studio dell'Hershey Center for Health & Nutrition (Pennsylvania, Usa) che, mettendo in paragone le capacità nutritive di diversi tipi di frutta con il cacao, ha rilevato la superiorità di quest'ultimo. Alcuni studiosi americani hanno constatato che i semi di cacao, rispetto alla frutta, sono più ricchi di polifenoli e di flavanoli. Queste sostanze, responsabili di effetti benefici sulla salute umana, proteggono da neoplasie e da malattie cardiovascolari.
I semi di cacao contengono più antiossidanti della frutta, poiché hanno maggiori quantità di polifenoli (composti naturalmente presenti nelle piante che proteggono il sistema cardiovascolare e dall'insorgenza delle neoplasie) e flavanoli (sostanze della famiglia dei flavonoidi note per il potere di abbassare il rischio di coagulazione del sangue). È quanto emerge da uno studio dell'Hershey Center for Health & Nutrition (Pennsylvania, Usa) che, mettendo in paragone le capacità nutritive di diversi tipi di frutta con il cacao, ha rilevato la superiorità di quest'ultimo. Alcuni studiosi americani hanno constatato che i semi di cacao, rispetto alla frutta, sono più ricchi di polifenoli e di flavanoli. Queste sostanze, responsabili di effetti benefici sulla salute umana, proteggono da neoplasie e da malattie cardiovascolari.
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I sostenitori del vitalismo "scientistico" sono stati numerosi ed annoverano nelle loro file scienziati di grande valore. Ma, mentre una cinquantina d'anni or sono i vitalisti si reclutavano fra i biologi (il più noto dei quali, H. Driesch, abbandonò l'embriologia per dedicarsi alla filosofia), oggi essi provengono soprattutto dalle scienze fisiche, come Elsasser e Polanyi. Ed è comprensibile che la stranezza degli esseri viventi abbia colpito i fisici in misura ancor maggiore dei biologi. Per quanto riguarda, ad esempio, Elsasser, il suo atteggiamento è in sintesi il seguente: le proprietà strane degli esseri viventi, l'invarianza e la teleonomia, non violano probabilmente la fisica, ma esse non sono spiegabili appieno in termini di forze fisiche e di interazioni chimiche, rilevate dallo studio dei sistemi non viventi. È dunque indispensabile ammettere che alcuni principi, i quali si sommerebbero a quelli della fisica, operano nella materia vivente e non nei sistemi non viventi, dove di conseguenza essi, come principi elettivamente vitali, non possono essere reperiti. Sono questi principi (o leggi biotoniche, per usare la terminologia di Elsasser) che è necessario chiarire. Sulla base della lettura del testo sopra riportato, quale delle seguenti affermazioni è FALSA? Elsasser ammette che alcuni principi sommantisi alle leggi della chimica e della fisica operano nella materia vivente e non nei sistemi non viventi
I sostenitori del vitalismo "scientistico" sono stati numerosi ed annoverano nelle loro file scienziati di grande valore. Ma, mentre una cinquantina d'anni or sono i vitalisti si reclutavano fra i biologi (il più noto dei quali, H. Driesch, abbandonò l'embriologia per dedicarsi alla filosofia), oggi essi provengono soprattutto dalle scienze fisiche, come Elsasser e Polanyi. Ed è comprensibile che la stranezza degli esseri viventi abbia colpito i fisici in misura ancor maggiore dei biologi. Per quanto riguarda, ad esempio, Elsasser, il suo atteggiamento è in sintesi il seguente: le proprietà strane degli esseri viventi, l'invarianza e la teleonomia, non violano probabilmente la fisica, ma esse non sono spiegabili appieno in termini di forze fisiche e di interazioni chimiche, rilevate dallo studio dei sistemi non viventi. È dunque indispensabile ammettere che alcuni principi, i quali si sommerebbero a quelli della fisica, operano nella materia vivente e non nei sistemi non viventi, dove di conseguenza essi, come principi elettivamente vitali, non possono essere reperiti. Sono questi principi (o leggi biotoniche, per usare la terminologia di Elsasser) che è necessario chiarire. Sulla base della lettura del testo sopra riportato, quale delle seguenti affermazioni è FALSA? Elsasser ammette che alcuni principi sommantisi alle leggi della chimica e della fisica operano nella materia vivente e non nei sistemi non viventi
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I teorici neoclassici del Settecento vedevano nell'architettura greca l'immagine di una società ideale, fondata su leggi "naturali" e, anche per polemica contro la complessità strutturale e decorativa del Barocco, di quell'architettura celebravano soprattutto la semplicità, virtù naturale e razionale a un tempo. Evitava l'imponenza delle grandi moli e cercava l'armonia delle proporzioni, commisurando le forme alla funzione statica, cioè il sostegno al peso e il pieno al vuoto, il volume dell'edificio allo spazio naturale. In reazione agli eccessi strutturali e decorativi del Barocco, i teorici neoclassici del Settecento apprezzarono la sobria razionalità dell'arte greca, con la sua ricerca dell'equilibrio e dell'armonico rapporto tra struttura e funzione, che a essi apparve addirittura come espressione di una società fondata sulle leggi di natura.
I teorici neoclassici del Settecento vedevano nell'architettura greca l'immagine di una società ideale, fondata su leggi "naturali" e, anche per polemica contro la complessità strutturale e decorativa del Barocco, di quell'architettura celebravano soprattutto la semplicità, virtù naturale e razionale a un tempo. Evitava l'imponenza delle grandi moli e cercava l'armonia delle proporzioni, commisurando le forme alla funzione statica, cioè il sostegno al peso e il pieno al vuoto, il volume dell'edificio allo spazio naturale. In reazione agli eccessi strutturali e decorativi del Barocco, i teorici neoclassici del Settecento apprezzarono la sobria razionalità dell'arte greca, con la sua ricerca dell'equilibrio e dell'armonico rapporto tra struttura e funzione, che a essi apparve addirittura come espressione di una società fondata sulle leggi di natura.
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I tornado sono vortici depressionari di breve durata dove i venti possono raggiungere velocità molto elevate, superiori ai 300-400 km/h; questi fenomeni avvengono essenzialmente nelle zone pianeggianti degli Stati Uniti e dell'Australia e si sviluppano sotto le grandi nubi temporalesche (cumulonembi). Un tornado medio ha un diametro di 100-200 m, si sposta sulla superficie terrestre a una velocità di alcune decine di km/h e dura pochi minuti. Sono in grado di distruggere tutto quello che incontrano sul loro percorso a causa delle violente correnti ascensionali e dei venti fortissimi al loro interno. I tornado sono vortici di venti che raggiungono i 300-400 km/h. Queste depressioni si spostano velocemente e possono essere molto distruttive anche se durano pochi minuti, come accade nelle pianure nordamericane e australiane dove si verificano.
I tornado sono vortici depressionari di breve durata dove i venti possono raggiungere velocità molto elevate, superiori ai 300-400 km/h; questi fenomeni avvengono essenzialmente nelle zone pianeggianti degli Stati Uniti e dell'Australia e si sviluppano sotto le grandi nubi temporalesche (cumulonembi). Un tornado medio ha un diametro di 100-200 m, si sposta sulla superficie terrestre a una velocità di alcune decine di km/h e dura pochi minuti. Sono in grado di distruggere tutto quello che incontrano sul loro percorso a causa delle violente correnti ascensionali e dei venti fortissimi al loro interno. I tornado sono vortici di venti che raggiungono i 300-400 km/h. Queste depressioni si spostano velocemente e possono essere molto distruttive anche se durano pochi minuti, come accade nelle pianure nordamericane e australiane dove si verificano.
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Il "brain-storming" è un'attività di gruppo ed è una tecnica speciale per stimolare/provocare/generare le idee. Poiché esse provengono all'individuo dall'esterno, possono servirgli per stimolare le proprie, sulla base di una vera e propria "fecondazione incrociata". La strategia si esplicita come un insieme di processi di comunicazione opportunamente stimolati e indirizzati per far scaturire il massimo di idee utilizzabili nel minor tempo possibile. L'attività di gruppo "brain-storming" è una tecnica per stimolare la generazione di idee in cui ogni individuo crea le proprie anche sulla base di quelle che provengono dagli altri e consiste in un insieme di processi di comunicazione stimolati e finalizzati a generare il maggior numero di idee nel minor tempo possibile.
Il "brain-storming" è un'attività di gruppo ed è una tecnica speciale per stimolare/provocare/generare le idee. Poiché esse provengono all'individuo dall'esterno, possono servirgli per stimolare le proprie, sulla base di una vera e propria "fecondazione incrociata". La strategia si esplicita come un insieme di processi di comunicazione opportunamente stimolati e indirizzati per far scaturire il massimo di idee utilizzabili nel minor tempo possibile. L'attività di gruppo "brain-storming" è una tecnica per stimolare la generazione di idee in cui ogni individuo crea le proprie anche sulla base di quelle che provengono dagli altri e consiste in un insieme di processi di comunicazione stimolati e finalizzati a generare il maggior numero di idee nel minor tempo possibile.
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Il "brain-storming" tende a recuperare le potenzialità nell'elaborazione e nell'apprendimento del pensiero "laterale". Nella tradizione viene privilegiato il pensiero logico ("verticale"), indubbiamente potente e fecondo, ma occorre anche attenuarne la rigidità favorendo il pensiero creativo ("laterale"), che implica un processo intenzionale, volto a produrre sempre nuove informazioni, rivoluzionare le vecchie idee e crearne di nuove. Il "brain-storming" favorisce l'elaborazione e l'apprendimento del pensiero creativo, che consente di attenuare la rigidità del pensiero logico, tradizionalmente privilegiato, e di facilitare la produzione di nuove informazioni e idee.
Il "brain-storming" tende a recuperare le potenzialità nell'elaborazione e nell'apprendimento del pensiero "laterale". Nella tradizione viene privilegiato il pensiero logico ("verticale"), indubbiamente potente e fecondo, ma occorre anche attenuarne la rigidità favorendo il pensiero creativo ("laterale"), che implica un processo intenzionale, volto a produrre sempre nuove informazioni, rivoluzionare le vecchie idee e crearne di nuove. Il "brain-storming" favorisce l'elaborazione e l'apprendimento del pensiero creativo, che consente di attenuare la rigidità del pensiero logico, tradizionalmente privilegiato, e di facilitare la produzione di nuove informazioni e idee.
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Il "content editing" (detto anche "substantive editing") è l'editing che va oltre gli aspetti puramente formali per investire lo stile, l'organizzazione e la logica dei contenuti. Il "content editor" è un vero collaboratore dell'autore: la sua revisione mira a un testo ben costruito, scritto con chiarezza, capace di comunicare con efficacia a un particolare tipo di pubblico. Il suo compito è quello di migliorare le carenze di logica, eliminare le parole gergali che possono non venire capite, rimettere mano ai periodi per rendere il testo più chiaro, più leggibile e più accattivante. Il "content editing" mira a migliorare la leggibilità di un testo scritto. Il "content editor" organizza in modo logico i contenuti e rende più chiaro il linguaggio, modificandone, se necessario, anche la struttura. Si tratta di un lavoro svolto a stretto contatto con l'autore, che può implicare anche interventi sostanziali sul testo da lui scritto.
Il "content editing" (detto anche "substantive editing") è l'editing che va oltre gli aspetti puramente formali per investire lo stile, l'organizzazione e la logica dei contenuti. Il "content editor" è un vero collaboratore dell'autore: la sua revisione mira a un testo ben costruito, scritto con chiarezza, capace di comunicare con efficacia a un particolare tipo di pubblico. Il suo compito è quello di migliorare le carenze di logica, eliminare le parole gergali che possono non venire capite, rimettere mano ai periodi per rendere il testo più chiaro, più leggibile e più accattivante. Il "content editing" mira a migliorare la leggibilità di un testo scritto. Il "content editor" organizza in modo logico i contenuti e rende più chiaro il linguaggio, modificandone, se necessario, anche la struttura. Si tratta di un lavoro svolto a stretto contatto con l'autore, che può implicare anche interventi sostanziali sul testo da lui scritto.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto.
Il "luogo" è una nozione geografica, una collocazione per politici; se si parla di "comunità" evochiamo invece la dimensione sociale e personale del "luogo". Un luogo diventa una comunità quando la gente usa il pronome "noi". Parlare in questo modo richiede un attaccamento particolare, anche se non locale; una nazione può formare una comunità quando al suo interno la popolazione traduce credenze e valori condivisi in pratiche concrete e quotidiane. La "comunità" non è una nozione geografica ma una dimensione sociale e personale del luogo. La popolazione si sente parte di una nazione quando usa il pronome "noi", quando le credenze e i valori condivisi fanno parte della quotidianità.
Il "luogo" è una nozione geografica, una collocazione per politici; se si parla di "comunità" evochiamo invece la dimensione sociale e personale del "luogo". Un luogo diventa una comunità quando la gente usa il pronome "noi". Parlare in questo modo richiede un attaccamento particolare, anche se non locale; una nazione può formare una comunità quando al suo interno la popolazione traduce credenze e valori condivisi in pratiche concrete e quotidiane. La "comunità" non è una nozione geografica ma una dimensione sociale e personale del luogo. La popolazione si sente parte di una nazione quando usa il pronome "noi", quando le credenze e i valori condivisi fanno parte della quotidianità.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto.
Il "piacere" è una sensazione di benessere che è legata specialmente alla parte istintivo-corporea della persona (il piacere del bere, del mangiare, del sesso, del giocare, della propria grandezza, del sapere, del dominare). È una sensazione intensa, forte, ma si esaurisce in un tempo breve. La "gioia" è una sensazione di benessere più ricca, coinvolge gli aspetti più alti della persona, cioè la sua conoscenza, le sue decisioni, la sua libertà, la sua creatività. Nel piacere la persona è piuttosto passiva, perché si lascia invadere dalle cose per provare piacere; nella gioia la persona è attiva, perché costruisce le realtà che formano il suo stato di benessere. Il piacere è un tipo di benessere intenso ma passeggero, subito passivamente e legato soprattutto alle sensazioni dell'istinto e del corpo, come bere, mangiare, giocare, sapere, ecc. La gioia invece regala un benessere più duraturo e profondo, e il soggetto la conquista in modo attivo con le sue scelte e il suo modo di essere.
Il "piacere" è una sensazione di benessere che è legata specialmente alla parte istintivo-corporea della persona (il piacere del bere, del mangiare, del sesso, del giocare, della propria grandezza, del sapere, del dominare). È una sensazione intensa, forte, ma si esaurisce in un tempo breve. La "gioia" è una sensazione di benessere più ricca, coinvolge gli aspetti più alti della persona, cioè la sua conoscenza, le sue decisioni, la sua libertà, la sua creatività. Nel piacere la persona è piuttosto passiva, perché si lascia invadere dalle cose per provare piacere; nella gioia la persona è attiva, perché costruisce le realtà che formano il suo stato di benessere. Il piacere è un tipo di benessere intenso ma passeggero, subito passivamente e legato soprattutto alle sensazioni dell'istinto e del corpo, come bere, mangiare, giocare, sapere, ecc. La gioia invece regala un benessere più duraturo e profondo, e il soggetto la conquista in modo attivo con le sue scelte e il suo modo di essere.
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Il «Manifesto di Ventotene», preparato nel 1941 mentre era in corso la seconda guerra mondiale, dai due antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, è considerato una delle tappe essenziali dell'europeismo, cioè del movimento ideale e politico che tende a integrare gli Stati e i popoli d'Europa in un ordinamento a base federalista. L'europeismo è un movimento che sostiene la necessità, per gli Stati e i popoli europei, di integrarsi in un'entità politica federale. Questo ideale ha una tappa fondamentale nel «Manifesto di Ventotene» di Rossi e Spinelli (1941).
Il «Manifesto di Ventotene», preparato nel 1941 mentre era in corso la seconda guerra mondiale, dai due antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, è considerato una delle tappe essenziali dell'europeismo, cioè del movimento ideale e politico che tende a integrare gli Stati e i popoli d'Europa in un ordinamento a base federalista. L'europeismo è un movimento che sostiene la necessità, per gli Stati e i popoli europei, di integrarsi in un'entità politica federale. Questo ideale ha una tappa fondamentale nel «Manifesto di Ventotene» di Rossi e Spinelli (1941).
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Il 10% degli studenti in Germania ha accesso ad appartamenti messi a disposizione dalle università, in Svezia è il 17%, in Francia il 7%. Nel nostro Paese solo uno studente su cinquanta vive in una residenza universitaria. Quanto alle borse di studio o ai prestiti agevolati, l'80% degli studenti italiani non riesce ad avere né le une né gli altri, contro il 4% degli olandesi e il 17% degli americani. Questa situazione impedisce ai giovani italiani di rendersi indipendenti. Rispetto agli studenti tedeschi, svedesi e francesi, gli universitari italiani hanno meno agevolazioni per quanto riguarda l'alloggio e inoltre solo il 20% degli studenti italiani ottiene borse di studio o prestiti agevolati.
Il 10% degli studenti in Germania ha accesso ad appartamenti messi a disposizione dalle università, in Svezia è il 17%, in Francia il 7%. Nel nostro Paese solo uno studente su cinquanta vive in una residenza universitaria. Quanto alle borse di studio o ai prestiti agevolati, l'80% degli studenti italiani non riesce ad avere né le une né gli altri, contro il 4% degli olandesi e il 17% degli americani. Questa situazione impedisce ai giovani italiani di rendersi indipendenti. Rispetto agli studenti tedeschi, svedesi e francesi, gli universitari italiani hanno meno agevolazioni per quanto riguarda l'alloggio e inoltre solo il 20% degli studenti italiani ottiene borse di studio o prestiti agevolati.
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Il 12 settembre il parlamento della California ha approvato una legge che consente il suicidio assistito per i malati terminali. La legge, duramente contestata dai gruppi religiosi, per entrare in vigore dovrà essere ratificata dal governatore democratico Jerry Brown. La California sarebbe il quinto Stato ad autorizzare l'uso di farmaci letali. L'approvazione arriva dieci mesi dopo che Brittany Maynard, una donna di 29 anni con un cancro al cervello, si era trasferita in Oregon per ottenere il suicidio assistito. In settembre il parlamento californiano ha approvato una legge che legalizza l'uso di farmaci letali. L'approvazione può essere stata accelerata dal drammatico caso di Brittany Maynard che, malata di tumore al cervello, ha dovuto viaggiare in Oregon per ottenere il suicidio assistito.
Il 12 settembre il parlamento della California ha approvato una legge che consente il suicidio assistito per i malati terminali. La legge, duramente contestata dai gruppi religiosi, per entrare in vigore dovrà essere ratificata dal governatore democratico Jerry Brown. La California sarebbe il quinto Stato ad autorizzare l'uso di farmaci letali. L'approvazione arriva dieci mesi dopo che Brittany Maynard, una donna di 29 anni con un cancro al cervello, si era trasferita in Oregon per ottenere il suicidio assistito. In settembre il parlamento californiano ha approvato una legge che legalizza l'uso di farmaci letali. L'approvazione può essere stata accelerata dal drammatico caso di Brittany Maynard che, malata di tumore al cervello, ha dovuto viaggiare in Oregon per ottenere il suicidio assistito.
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Il 13 agosto era il giorno del compleanno di Fidel Castro, ma all'Avana pulsava il ritmo di una festa molto diversa. Si sposava una coppia molto particolare: lei è una transessuale già sottoposta a un intervento di conversione sessuale, lui un gay sieropositivo emarginato per le sue idee politiche. Centinaia di persone si sono radunate sul luogo delle nozze. A Cuba il matrimonio fra persone dello stesso sesso è proibito, ma Wendy e Ignacio hanno trovato una scappatoia: lei ha ottenuto un documento d'identità su cui c'è scritto che è una donna. Alla fine della cerimonia i due sposi, Wendy e Ignacio, sono andati in giro per la città a bordo di un'auto decappottabile, con la bandiera gay che sventolava alle loro spalle. A l'Avana il 13 agosto, giorno di compleanno di Fidel Castro, centinaia di persone hanno festeggiato le nozze di una coppia molto particolare: Wendy, transessuale già sottoposta a intervento per il cambio di sesso e Ignacio, gay sieropositivo emarginato per le sue idee politiche. La coppia è riuscita ad aggirare il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso esistente a Cuba in quanto Wendy possiede un documento d'identità che la dichiara di sesso femminile. Dopo le nozze i due sposi hanno girato in auto per la città sventolando la bandiera gay.
Il 13 agosto era il giorno del compleanno di Fidel Castro, ma all'Avana pulsava il ritmo di una festa molto diversa. Si sposava una coppia molto particolare: lei è una transessuale già sottoposta a un intervento di conversione sessuale, lui un gay sieropositivo emarginato per le sue idee politiche. Centinaia di persone si sono radunate sul luogo delle nozze. A Cuba il matrimonio fra persone dello stesso sesso è proibito, ma Wendy e Ignacio hanno trovato una scappatoia: lei ha ottenuto un documento d'identità su cui c'è scritto che è una donna. Alla fine della cerimonia i due sposi, Wendy e Ignacio, sono andati in giro per la città a bordo di un'auto decappottabile, con la bandiera gay che sventolava alle loro spalle. A l'Avana il 13 agosto, giorno di compleanno di Fidel Castro, centinaia di persone hanno festeggiato le nozze di una coppia molto particolare: Wendy, transessuale già sottoposta a intervento per il cambio di sesso e Ignacio, gay sieropositivo emarginato per le sue idee politiche. La coppia è riuscita ad aggirare il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso esistente a Cuba in quanto Wendy possiede un documento d'identità che la dichiara di sesso femminile. Dopo le nozze i due sposi hanno girato in auto per la città sventolando la bandiera gay.
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Il 23 marzo 1919 a Milano Mussolini, insieme a poche decine di seguaci, fondò il primo fascio di combattimento. Il nome si collegava ai fasci di azione rivoluzionaria dell'intervento e al fascio parlamentare di difesa nazionale, fondato dopo Caporetto. Il movimento intendeva porsi come erede della tradizione sindacalista-rivoluzionaria e di quella nazionalista. Esso puntava in due direzioni: per un verso faceva leva sulla divisione fra ex combattenti e ex neutralisti, reclamava all'Italia Fiume e la Dalmazia; per un altro verso, si atteggiava come movimento di sinistra e quasi in concorrenza col partito socialista. Il primo fascio di combattimento fondato da Mussolini e alcuni suoi seguaci intendeva porsi come erede della tradizione sindacalista- rivoluzionaria e di quella nazionalista. Il movimento nacque il 23 marzo 1919 e se da un lato faceva leva sulla divisione fra ex combattenti e ex neutralisti e reclamava all'Italia Fiume e la Dalmazia, dall'altro si atteggiava come movimento di sinistra e quasi in concorrenza col partito socialista. Il nome "fascio" si rifaceva ai fasci di azione rivoluzionaria dell'intervento e al fascio parlamentare di difesa nazionale, fondato dopo Caporetto.
Il 23 marzo 1919 a Milano Mussolini, insieme a poche decine di seguaci, fondò il primo fascio di combattimento. Il nome si collegava ai fasci di azione rivoluzionaria dell'intervento e al fascio parlamentare di difesa nazionale, fondato dopo Caporetto. Il movimento intendeva porsi come erede della tradizione sindacalista-rivoluzionaria e di quella nazionalista. Esso puntava in due direzioni: per un verso faceva leva sulla divisione fra ex combattenti e ex neutralisti, reclamava all'Italia Fiume e la Dalmazia; per un altro verso, si atteggiava come movimento di sinistra e quasi in concorrenza col partito socialista. Il primo fascio di combattimento fondato da Mussolini e alcuni suoi seguaci intendeva porsi come erede della tradizione sindacalista- rivoluzionaria e di quella nazionalista. Il movimento nacque il 23 marzo 1919 e se da un lato faceva leva sulla divisione fra ex combattenti e ex neutralisti e reclamava all'Italia Fiume e la Dalmazia, dall'altro si atteggiava come movimento di sinistra e quasi in concorrenza col partito socialista. Il nome "fascio" si rifaceva ai fasci di azione rivoluzionaria dell'intervento e al fascio parlamentare di difesa nazionale, fondato dopo Caporetto.
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Il 26 maggio la cittadinanza bolognese andrà a votare. Referendum consultivo sui finanziamenti comunali alle scuole d'infanzia paritarie private. Alla cittadinanza viene chiesto di esprimere un parere su quale sia la forma "più idonea" di utilizzo dei finanziamenti comunali per garantire "il diritto costituzionale all'istruzione dei bambini e delle bambine": dare oltre un milione di euro alle scuole pubbliche comunali e statali o continuare a darlo alle scuole paritarie private. Un piccolo caso locale che ha già messo in evidenza un dato innegabile: un comitato di poche decine di volontari è riuscito a far tremare i colossi dai piedi d'argilla che saturano lo spazio politico italiano, ritrovandoseli tutti contro, dal Pd alla Cei. La cittadinanza di Bologna sarà chiamata a votare un referendum consultivo il 26 maggio sull'uso dei finanziamenti comunali per le scuole d'infanzia private paritarie: si esprimerà votando se preferisce o meno che questo denaro vada alle scuole pubbliche. Il referendum è stato promosso da un piccolo gruppo di volontari, turbando però grandi istituzioni politiche come il Pd o la Cei.
Il 26 maggio la cittadinanza bolognese andrà a votare. Referendum consultivo sui finanziamenti comunali alle scuole d'infanzia paritarie private. Alla cittadinanza viene chiesto di esprimere un parere su quale sia la forma "più idonea" di utilizzo dei finanziamenti comunali per garantire "il diritto costituzionale all'istruzione dei bambini e delle bambine": dare oltre un milione di euro alle scuole pubbliche comunali e statali o continuare a darlo alle scuole paritarie private. Un piccolo caso locale che ha già messo in evidenza un dato innegabile: un comitato di poche decine di volontari è riuscito a far tremare i colossi dai piedi d'argilla che saturano lo spazio politico italiano, ritrovandoseli tutti contro, dal Pd alla Cei. La cittadinanza di Bologna sarà chiamata a votare un referendum consultivo il 26 maggio sull'uso dei finanziamenti comunali per le scuole d'infanzia private paritarie: si esprimerà votando se preferisce o meno che questo denaro vada alle scuole pubbliche. Il referendum è stato promosso da un piccolo gruppo di volontari, turbando però grandi istituzioni politiche come il Pd o la Cei.
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Il 28 giugno 1914, Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria e sua moglie vennero assassinati a Sarajevo da alcuni cospiratori provenienti dalla Serbia: è la scintilla che fece scoppiare il primo conflitto mondiale. L'Austria inviò un ultimatum alla Serbia chiedendo lo scioglimento delle associazioni patriottiche, la destituzione di alcuni funzionari e la partecipazione all'inchiesta giudiziaria. La Serbia rifiutò di esaudire l'ultima richiesta e l'Austria, il 28 luglio 1914, le dichiarò guerra. La scintilla che fece scoppiare la prima guerra mondiale fu l'assassinio di Francesco Ferdinando (erede al trono d'Austria) e di sua moglie, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914 per mano di alcuni cospiratori serbi. L'ultimatum che l'Austria intimò alla Serbia pretendeva lo scioglimento delle associazioni patriottiche, la destituzione di alcuni funzionari e la partecipazione dell'Austria all'inchiesta giudiziaria. Questo ultimo punto non fu accettato dalla Serbia e l'Austria le dichiarò guerra il 28 luglio 1914.
Il 28 giugno 1914, Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria e sua moglie vennero assassinati a Sarajevo da alcuni cospiratori provenienti dalla Serbia: è la scintilla che fece scoppiare il primo conflitto mondiale. L'Austria inviò un ultimatum alla Serbia chiedendo lo scioglimento delle associazioni patriottiche, la destituzione di alcuni funzionari e la partecipazione all'inchiesta giudiziaria. La Serbia rifiutò di esaudire l'ultima richiesta e l'Austria, il 28 luglio 1914, le dichiarò guerra. La scintilla che fece scoppiare la prima guerra mondiale fu l'assassinio di Francesco Ferdinando (erede al trono d'Austria) e di sua moglie, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914 per mano di alcuni cospiratori serbi. L'ultimatum che l'Austria intimò alla Serbia pretendeva lo scioglimento delle associazioni patriottiche, la destituzione di alcuni funzionari e la partecipazione dell'Austria all'inchiesta giudiziaria. Questo ultimo punto non fu accettato dalla Serbia e l'Austria le dichiarò guerra il 28 luglio 1914.
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Il 28 maggio 1992 allo svincolo autostradale di Capaci, l'auto blindata che sta portando a Palermo il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e i tre agenti di scorta esplode su una carica di tritolo. A Falcone subentra un altro integerrimo siciliano, Paolo Borsellino. Ma la mafia non perdona. Il 19 luglio morirà nell'esplosione di un'autobomba con i suoi cinque agenti di scorta. Il 28 maggio 1992 nei pressi di Capaci (Palermo) l'auto di Giovanni Falcone esplode su una carica di tritolo. Perdono la vita, oltre a lui, la moglie e i tre agenti di scorta. Stessa fine tocca al suo successore, l'integerrimo Paolo Borsellino, e ai suoi cinque agenti di scorta, il 19 luglio. Stesso mandante, la mafia.
Il 28 maggio 1992 allo svincolo autostradale di Capaci, l'auto blindata che sta portando a Palermo il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e i tre agenti di scorta esplode su una carica di tritolo. A Falcone subentra un altro integerrimo siciliano, Paolo Borsellino. Ma la mafia non perdona. Il 19 luglio morirà nell'esplosione di un'autobomba con i suoi cinque agenti di scorta. Il 28 maggio 1992 nei pressi di Capaci (Palermo) l'auto di Giovanni Falcone esplode su una carica di tritolo. Perdono la vita, oltre a lui, la moglie e i tre agenti di scorta. Stessa fine tocca al suo successore, l'integerrimo Paolo Borsellino, e ai suoi cinque agenti di scorta, il 19 luglio. Stesso mandante, la mafia.
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Il 56% delle donne e il 40% degli uomini hanno dichiarato di prestare maggiore attenzione all'ambiente quando vanno in vacanza. Tra di loro la maggior parte ha un titolo di studio medio-alto (71%) e un'età compresa tra i 18 e i 30 anni (58%), mentre la percentuale scende al 52% tra i 31 e i 50 anni e al 34% tra gli over 50. I turisti amici dell'ambiente provengono più spesso dalle grandi città, con in testa Milano, seguita nella top 5 da Roma, Bologna, Firenze e Torino. A scegliere una vacanza attenta all'ambiente sono maggiormente i giovani delle grandi città con un titolo di studio medio-alto, mentre la percentuale scende proporzionalmente all'aumentare dell'età degli intervistati. Inoltre le donne sembrano essere più sensibili a questo problema degli uomini.
Il 56% delle donne e il 40% degli uomini hanno dichiarato di prestare maggiore attenzione all'ambiente quando vanno in vacanza. Tra di loro la maggior parte ha un titolo di studio medio-alto (71%) e un'età compresa tra i 18 e i 30 anni (58%), mentre la percentuale scende al 52% tra i 31 e i 50 anni e al 34% tra gli over 50. I turisti amici dell'ambiente provengono più spesso dalle grandi città, con in testa Milano, seguita nella top 5 da Roma, Bologna, Firenze e Torino. A scegliere una vacanza attenta all'ambiente sono maggiormente i giovani delle grandi città con un titolo di studio medio-alto, mentre la percentuale scende proporzionalmente all'aumentare dell'età degli intervistati. Inoltre le donne sembrano essere più sensibili a questo problema degli uomini.
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Il 9 maggio 1994, a Città del Capo, Nelson Mandela viene eletto presidente, primo capo di Stato di colore del Sudafrica, dopo che nelle elezioni di aprile il suo African National Congress aveva ottenuto la maggioranza dei voti, diventando il partito più forte del Paese. L'anno prima, insieme a De Klerk, allora presidente del partito nazionalista, Mandela era stato premiato con il Nobel per la pace. Dopo aver ottenuto con il suo partito nelle elezioni di aprile la maggioranza dei voti, il 9 maggio 1994 Nelson Mandela viene eletto primo capo di Stato di colore del Sudafrica. L'anno precedente gli era stato conferito, insieme a De Klerk, presidente del partito nazionalista, il Nobel per la pace.
Il 9 maggio 1994, a Città del Capo, Nelson Mandela viene eletto presidente, primo capo di Stato di colore del Sudafrica, dopo che nelle elezioni di aprile il suo African National Congress aveva ottenuto la maggioranza dei voti, diventando il partito più forte del Paese. L'anno prima, insieme a De Klerk, allora presidente del partito nazionalista, Mandela era stato premiato con il Nobel per la pace. Dopo aver ottenuto con il suo partito nelle elezioni di aprile la maggioranza dei voti, il 9 maggio 1994 Nelson Mandela viene eletto primo capo di Stato di colore del Sudafrica. L'anno precedente gli era stato conferito, insieme a De Klerk, presidente del partito nazionalista, il Nobel per la pace.
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Il bi-wiring e il bi-amping sono due modalità di collegamento tra un amplificatore e un diffusore. Prerequisito affinché sia il bi-wiring sia il bi-amping siano realizzabili, è che i diffusori presentino i doppi morsetti (che nell'utilizzo normale saranno cavallottati tra loro): uno per la sezione medio alta e l'altro per la sezione bassa. Il bi-wiring e il bi- amping, due modalità di collegamento tra un amplificatore e un diffusore, richiedono che i diffusori presentino i doppi morsetti: uno per la sezione medio alta e l'altro per quella bassa.
Il bi-wiring e il bi-amping sono due modalità di collegamento tra un amplificatore e un diffusore. Prerequisito affinché sia il bi-wiring sia il bi-amping siano realizzabili, è che i diffusori presentino i doppi morsetti (che nell'utilizzo normale saranno cavallottati tra loro): uno per la sezione medio alta e l'altro per la sezione bassa. Il bi-wiring e il bi- amping, due modalità di collegamento tra un amplificatore e un diffusore, richiedono che i diffusori presentino i doppi morsetti: uno per la sezione medio alta e l'altro per quella bassa.
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Il botanico che si accinge allo studio di un determinato ambiente floristico-vegetazionale, prima o poi non può fare a meno di prendere in considerazione, oltre alle piante `superiori', anche quei vegetali `inferiori' che tanta parte esercitano nella vita delle comunità naturali: funghi e batteri. Come è noto, il ruolo svolto da questi organismi negli ecosistemi terrestri è essenzialmente quello di rendere possibile la riutilizzazione, da parte della copertura verde (si pensi a una foresta o a un prato) di quel materiale morto, altrimenti sprecato. In altre parole, essi sono i decompositori della sostanza organica che via via si accumula sul `fondo' dell'ecosistema. Il botanico che inizia a studiare la flora e la vegetazione di un certo ambiente deve analizzare non solo le piante `superiori', ma anche i vegetali `inferiori', funghi e batteri. Nelle comunità naturali tali esseri viventi decompongono la sostanza organica che si accumula sul `fondo' dell'ecosistema, cioè permettono alla vegetazione verde di riutilizzare il materiale morto, che altrimenti sarebbe sprecato.
Il botanico che si accinge allo studio di un determinato ambiente floristico-vegetazionale, prima o poi non può fare a meno di prendere in considerazione, oltre alle piante `superiori', anche quei vegetali `inferiori' che tanta parte esercitano nella vita delle comunità naturali: funghi e batteri. Come è noto, il ruolo svolto da questi organismi negli ecosistemi terrestri è essenzialmente quello di rendere possibile la riutilizzazione, da parte della copertura verde (si pensi a una foresta o a un prato) di quel materiale morto, altrimenti sprecato. In altre parole, essi sono i decompositori della sostanza organica che via via si accumula sul `fondo' dell'ecosistema. Il botanico che inizia a studiare la flora e la vegetazione di un certo ambiente deve analizzare non solo le piante `superiori', ma anche i vegetali `inferiori', funghi e batteri. Nelle comunità naturali tali esseri viventi decompongono la sostanza organica che si accumula sul `fondo' dell'ecosistema, cioè permettono alla vegetazione verde di riutilizzare il materiale morto, che altrimenti sarebbe sprecato.
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Il Campo di Siena, sede e simbolo del potere civile e delle libertà e ordinamenti comunali, si forma sull'antica area del Mercato, seguendo le curve di un pendio naturale, chiuso a valle dal Palazzo Comunale, che nella sua tipologia architettonica perde tutte le caratteristiche della fortezza, per definizione simbolo del potere coercitivo di stampo feudale, per trasformarsi in palazzo gentilizio, sede dell'amministrazione popolare e degli organi governativi. Su un pendio naturale, dove anticamente si teneva il Mercato, nasce il Campo di Siena, simbolo del potere e delle leggi comunali; nella parte bassa sorge il Palazzo Comunale, che non ha più i caratteri del potere coercitivo rappresentato dalla fortezza feudale, bensì è un palazzo gentilizio sede del governo popolare.
Il Campo di Siena, sede e simbolo del potere civile e delle libertà e ordinamenti comunali, si forma sull'antica area del Mercato, seguendo le curve di un pendio naturale, chiuso a valle dal Palazzo Comunale, che nella sua tipologia architettonica perde tutte le caratteristiche della fortezza, per definizione simbolo del potere coercitivo di stampo feudale, per trasformarsi in palazzo gentilizio, sede dell'amministrazione popolare e degli organi governativi. Su un pendio naturale, dove anticamente si teneva il Mercato, nasce il Campo di Siena, simbolo del potere e delle leggi comunali; nella parte bassa sorge il Palazzo Comunale, che non ha più i caratteri del potere coercitivo rappresentato dalla fortezza feudale, bensì è un palazzo gentilizio sede del governo popolare.
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Il capo della nazione tibetana è un uomo saggio e realista, perfettamente consapevole che mai Pechino rinuncerà a un territorio immenso e strategico come il Tibet. Dunque egli non pretende che la sua patria riacquisti l'indipendenza perduta nel 1949, l'anno dell'invasione cinese, ma semplicemente sollecita una larga autonomia, innanzitutto a garanzia che una cultura unica al mondo non venga cancellata. Il saggio leader tibetano realisticamente sa che la Cina non rinuncerà mai al Tibet, enorme territorio d'importanza strategica, perciò non pretende che esso torni indipendente come prima dell'invasione cinese del 1949, ma chiede un'ampia autonomia che tuteli l'esistenza della preziosa cultura tibetana.
Il capo della nazione tibetana è un uomo saggio e realista, perfettamente consapevole che mai Pechino rinuncerà a un territorio immenso e strategico come il Tibet. Dunque egli non pretende che la sua patria riacquisti l'indipendenza perduta nel 1949, l'anno dell'invasione cinese, ma semplicemente sollecita una larga autonomia, innanzitutto a garanzia che una cultura unica al mondo non venga cancellata. Il saggio leader tibetano realisticamente sa che la Cina non rinuncerà mai al Tibet, enorme territorio d'importanza strategica, perciò non pretende che esso torni indipendente come prima dell'invasione cinese del 1949, ma chiede un'ampia autonomia che tuteli l'esistenza della preziosa cultura tibetana.
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Il castello di Pandino, in provincia di Cremona, risale al XIV secolo. Il castello venne fatto erigere dal signore di Milano Bernabò Visconti e dalla moglie Beatrice Regina Della Scala, intorno al 1355-1370, come residenza di campagna per la caccia. La costruzione è a pianta quadrata con quattro torri angolari, cortile interno con porticato con archi acuti e loggiato superiore. All'esterno sono visibili numerose finestre, monofore al piano terra, destinato alla servitù, bifore al piano superiore, riservato ai nobili. Il lato est del piano inferiore era adibito a salone per i banchetti estivi. Il castello fu completamente affrescato persino nella zona delle stalle. Le pitture del castello erano realizzate con svariate forme geometriche e alcune figure umane. Nelle forme geometriche vennero rappresentati gli stemmi araldici dei Visconti e dei Della Scala. Nel XIV secolo Bernabò Visconti e la moglie Beatrice Regina Della Scala fecero erigere il castello di Pandino, oggi in provincia di Cremona, come residenza di caccia. è una costruzione a pianta quadrata con quattro torri agli angoli, cortile interno con porticato e loggiato superiore. Le finestre sono monofore al piano terra, destinato alla servitù e bifore al piano superiore, riservato ai nobili. Il lato est del piano inferiore era un salone per i banchetti estivi e il castello fu completamente affrescato persino nelle stalle con pitture comprendenti forme geometriche e figure umane. Nelle forme geometriche vi sono gli stemmi dei Visconti e dei Della Scala.
Il castello di Pandino, in provincia di Cremona, risale al XIV secolo. Il castello venne fatto erigere dal signore di Milano Bernabò Visconti e dalla moglie Beatrice Regina Della Scala, intorno al 1355-1370, come residenza di campagna per la caccia. La costruzione è a pianta quadrata con quattro torri angolari, cortile interno con porticato con archi acuti e loggiato superiore. All'esterno sono visibili numerose finestre, monofore al piano terra, destinato alla servitù, bifore al piano superiore, riservato ai nobili. Il lato est del piano inferiore era adibito a salone per i banchetti estivi. Il castello fu completamente affrescato persino nella zona delle stalle. Le pitture del castello erano realizzate con svariate forme geometriche e alcune figure umane. Nelle forme geometriche vennero rappresentati gli stemmi araldici dei Visconti e dei Della Scala. Nel XIV secolo Bernabò Visconti e la moglie Beatrice Regina Della Scala fecero erigere il castello di Pandino, oggi in provincia di Cremona, come residenza di caccia. è una costruzione a pianta quadrata con quattro torri agli angoli, cortile interno con porticato e loggiato superiore. Le finestre sono monofore al piano terra, destinato alla servitù e bifore al piano superiore, riservato ai nobili. Il lato est del piano inferiore era un salone per i banchetti estivi e il castello fu completamente affrescato persino nelle stalle con pitture comprendenti forme geometriche e figure umane. Nelle forme geometriche vi sono gli stemmi dei Visconti e dei Della Scala.
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Il celebre cantautore Franco Battiato, nel brano "Via Lattea" pubblicato nel 1985, affermava che "noi, provinciali dell'orsa minore, fossimo alla conquista degli spazi interstellari". Bene, sembra che un gruppo d'astronomi dello European Southern Observatory abbia quasi supportato con i fatti la teoria dell'artista, asserendo, per mezzo di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Astronomy and Astrophysics, che nella Via Lattea esisterebbero 10 miliardi di pianeti abitabili. La roboante stima è stata diramata dagli autori dello studio in seguito ad una fase di ricerca durata sei mesi. "Noi... alla conquista degli spazi interstellari", cantava Battiato nel 1985 nella sua "Via Lattea". Un team di astronomi ha pubblicato uno studio in tema sulla rivista Astronomy and Astrophysics. Dopo una ricerca durata sei mesi, gli scienziati dello European Southern Observatory sono vicini a dimostrare che la Via Lattea ospita 10 miliardi di pianeti abitabili.
Il celebre cantautore Franco Battiato, nel brano "Via Lattea" pubblicato nel 1985, affermava che "noi, provinciali dell'orsa minore, fossimo alla conquista degli spazi interstellari". Bene, sembra che un gruppo d'astronomi dello European Southern Observatory abbia quasi supportato con i fatti la teoria dell'artista, asserendo, per mezzo di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Astronomy and Astrophysics, che nella Via Lattea esisterebbero 10 miliardi di pianeti abitabili. La roboante stima è stata diramata dagli autori dello studio in seguito ad una fase di ricerca durata sei mesi. "Noi... alla conquista degli spazi interstellari", cantava Battiato nel 1985 nella sua "Via Lattea". Un team di astronomi ha pubblicato uno studio in tema sulla rivista Astronomy and Astrophysics. Dopo una ricerca durata sei mesi, gli scienziati dello European Southern Observatory sono vicini a dimostrare che la Via Lattea ospita 10 miliardi di pianeti abitabili.
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Il Cinque Maggio è la poesia "politica" più famosa di Alessandro Manzoni. Scritta nel 1821, nello stesso anno dell'altro componimento civile, Marzo 1821, essa è dedicata alla morte di Napoleone Bonaparte nell'Isola di Sant'Elena. Manzoni, quando Napoleone era nel momento del suo massimo trionfo non lo celebrò, ma non mostrò neppure avversione verso di lui, come fecero molti dopo la sua duplice sconfitta. Alessandro Manzoni così come non celebrò il trionfo di Napoleone Bonaparte, non lo denigrò, a differenza di molti, quando fu sconfitto. Eppure dedicò a Napoleone la sua poesia politica più famosa, il Cinque Maggio, scritta nel 1821 come l'altro componimento civile, Marzo 1821.
Il Cinque Maggio è la poesia "politica" più famosa di Alessandro Manzoni. Scritta nel 1821, nello stesso anno dell'altro componimento civile, Marzo 1821, essa è dedicata alla morte di Napoleone Bonaparte nell'Isola di Sant'Elena. Manzoni, quando Napoleone era nel momento del suo massimo trionfo non lo celebrò, ma non mostrò neppure avversione verso di lui, come fecero molti dopo la sua duplice sconfitta. Alessandro Manzoni così come non celebrò il trionfo di Napoleone Bonaparte, non lo denigrò, a differenza di molti, quando fu sconfitto. Eppure dedicò a Napoleone la sua poesia politica più famosa, il Cinque Maggio, scritta nel 1821 come l'altro componimento civile, Marzo 1821.
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Il cioccolato - specie il fondente - è divenuto negli ultimi anni protagonista di non pochi studi scientifici che ne attestavano, ad esempio, le virtù preventive contro infarto e pressione alta. Per questo un'istituzione prestigiosa come il Brigham and Women's Hospital di Boston ha deciso di studiare il "fenomeno barretta" con un metodo impeccabile, quello con cui si sperimenta l'efficacia di un potenziale farmaco, per capire se il cioccolato fa davvero bene al cuore. Poiché i ricercatori sospettano che le virtù del cioccolato si annidino negli antiossidanti del cacao, chiamati flavonoidi, gli esperti hanno creato una pasticca contenente dosi concentrate di queste sostanze. Gli esperti coinvolgeranno in tutto 18 mila individui di entrambi i sessi e daranno loro due pillole di cioccolata al giorno, confrontando a lungo termine l'efficacia di queste pasticche con quella di pillole placebo non contenenti alcun principio attivo. L'ospedale Brigham and Women's di Boston ci consentirà finalmente di sapere se è vero quello che si dice da anni, ossia che il cioccolato fa bene al cuore (si è parlato, ad esempio, che previene infarto o pressione alta). La prestigiosa istituzione ha infatti annunciato la sperimentazione clinica di un nuovo farmaco a base di flavonoidi, gli antiossidanti contenuti nel cacao, a cui sarebbero da attribuire le virtù benefiche del cioccolato. La ricerca prevede la somministrazione della pillola due volte al giorno a 18.000 individui di entrambi i sessi, per poi confrontare i risultati sul lungo periodo con quelli di un gruppo che invece assumerà dei placebo.
Il cioccolato - specie il fondente - è divenuto negli ultimi anni protagonista di non pochi studi scientifici che ne attestavano, ad esempio, le virtù preventive contro infarto e pressione alta. Per questo un'istituzione prestigiosa come il Brigham and Women's Hospital di Boston ha deciso di studiare il "fenomeno barretta" con un metodo impeccabile, quello con cui si sperimenta l'efficacia di un potenziale farmaco, per capire se il cioccolato fa davvero bene al cuore. Poiché i ricercatori sospettano che le virtù del cioccolato si annidino negli antiossidanti del cacao, chiamati flavonoidi, gli esperti hanno creato una pasticca contenente dosi concentrate di queste sostanze. Gli esperti coinvolgeranno in tutto 18 mila individui di entrambi i sessi e daranno loro due pillole di cioccolata al giorno, confrontando a lungo termine l'efficacia di queste pasticche con quella di pillole placebo non contenenti alcun principio attivo. L'ospedale Brigham and Women's di Boston ci consentirà finalmente di sapere se è vero quello che si dice da anni, ossia che il cioccolato fa bene al cuore (si è parlato, ad esempio, che previene infarto o pressione alta). La prestigiosa istituzione ha infatti annunciato la sperimentazione clinica di un nuovo farmaco a base di flavonoidi, gli antiossidanti contenuti nel cacao, a cui sarebbero da attribuire le virtù benefiche del cioccolato. La ricerca prevede la somministrazione della pillola due volte al giorno a 18.000 individui di entrambi i sessi, per poi confrontare i risultati sul lungo periodo con quelli di un gruppo che invece assumerà dei placebo.
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Il clarinetto è il simbolo della cortesia in tutti gli stadi dell'evoluzione del jazz. Il fatto che nel contrappunto della vecchia New Orleans il clarinetto attenuasse e colmasse il contrasto fra la tromba e il trombone è una caratteristica che gli è rimasta fino a oggi. In ogni stadio dell'evoluzione del jazz il clarinetto rappresenta la cortesia. Dal contrappunto della vecchia New Orleans a oggi il clarinetto ha la caratteristica di attenuare e colmare il contrasto fra trombone e tromba.
Il clarinetto è il simbolo della cortesia in tutti gli stadi dell'evoluzione del jazz. Il fatto che nel contrappunto della vecchia New Orleans il clarinetto attenuasse e colmasse il contrasto fra la tromba e il trombone è una caratteristica che gli è rimasta fino a oggi. In ogni stadio dell'evoluzione del jazz il clarinetto rappresenta la cortesia. Dal contrappunto della vecchia New Orleans a oggi il clarinetto ha la caratteristica di attenuare e colmare il contrasto fra trombone e tromba.
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Il coinvolgimento della famiglia nella logica del mondo moderno tutta indirizzata alla ricerca del benessere viene ad accentuare un contrasto con i valori sui quali essa si dovrebbe fondare e che sono quelli della disponibilità reciproca, del sacrificio del forte a favore del debole, dell'attenzione dell'uno per l'altro: così che la stessa connotazione della sua durata per tutta la vita non si fa più dipendere da un impegno iniziale, ma si considera un elemento possibile, o, nel migliore dei casi, normale. I valori sui quali la famiglia si dovrebbe fondare, ossia la dedizione, appaiono in contrasto con la moderna ricerca del benessere. Persino la durata per tutta la vita della famiglia ormai è considerata come un elemento accidentale.
Il coinvolgimento della famiglia nella logica del mondo moderno tutta indirizzata alla ricerca del benessere viene ad accentuare un contrasto con i valori sui quali essa si dovrebbe fondare e che sono quelli della disponibilità reciproca, del sacrificio del forte a favore del debole, dell'attenzione dell'uno per l'altro: così che la stessa connotazione della sua durata per tutta la vita non si fa più dipendere da un impegno iniziale, ma si considera un elemento possibile, o, nel migliore dei casi, normale. I valori sui quali la famiglia si dovrebbe fondare, ossia la dedizione, appaiono in contrasto con la moderna ricerca del benessere. Persino la durata per tutta la vita della famiglia ormai è considerata come un elemento accidentale.
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Il Colosseo è il simbolo di Roma in tutto il mondo e ricorda il suo millenario passato. Originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio, è il più grande anfiteatro al mondo. La sua costruzione fu iniziata nel 70 d.C. e venne inaugurato nell'80 d.C.; il nome Colosseo deriva o dal fatto che nei suoi pressi si trovasse una enorme statua dell'imperatore Nerone, oppure dalla sua colossale grandezza. Questo nome si diffuse comunque solo nel Medioevo. Il Colosseo poteva ospitare più di cinquantamila spettatori, che vi si recavano per assistere ai combattimenti dei gladiatori, alle lotte tra le bestie feroci o all'uccisione dei condannati. Il Colosseo, originariamente Anfiteatro Flavio, fu inaugurato nell'80 d.C. e, con la sua capacità di accogliere più di cinquantamila spettatori, è il più grande anfiteatro del mondo. Il suo nome attuale si diffuse in epoca medioevale ed è attribuibile o alla sue dimensioni, o al fatto che l'anfiteatro si trovasse vicino a una statua di colossale grandezza.
Il Colosseo è il simbolo di Roma in tutto il mondo e ricorda il suo millenario passato. Originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio, è il più grande anfiteatro al mondo. La sua costruzione fu iniziata nel 70 d.C. e venne inaugurato nell'80 d.C.; il nome Colosseo deriva o dal fatto che nei suoi pressi si trovasse una enorme statua dell'imperatore Nerone, oppure dalla sua colossale grandezza. Questo nome si diffuse comunque solo nel Medioevo. Il Colosseo poteva ospitare più di cinquantamila spettatori, che vi si recavano per assistere ai combattimenti dei gladiatori, alle lotte tra le bestie feroci o all'uccisione dei condannati. Il Colosseo, originariamente Anfiteatro Flavio, fu inaugurato nell'80 d.C. e, con la sua capacità di accogliere più di cinquantamila spettatori, è il più grande anfiteatro del mondo. Il suo nome attuale si diffuse in epoca medioevale ed è attribuibile o alla sue dimensioni, o al fatto che l'anfiteatro si trovasse vicino a una statua di colossale grandezza.
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Il complesso della Villa Borbone delle Pianore è costituito da tre edifici di epoche diverse. La parte nord è stata costruita nel 1964, il corpo centrale alla fine del XVIII secolo, mentre la parte sud risale alla fine del XIX secolo. Il corpo centrale è frutto della ristrutturazione di un mulino. Alla costruzione era annessa una cappella che oggi si presenta con una curiosa facciata neorinascimentale, realizzata mediante una struttura in legno dipinto con un portale con architrave, timpano e una lunetta intagliata che simula le ceramiche dei della Robbia. Villa Borbone delle Pianore è costituita da un corpo centrale del XVIII secolo, da un edificio del XX secolo a nord e da una costruzione del XIX secolo a sud. La cappella della villa si segnala per la facciata neorinascimentale in legno dipinto sovrastato da un'architrave, un timpano e una lunetta la cui lavorazione imita le ceramiche dei della Robbia.
Il complesso della Villa Borbone delle Pianore è costituito da tre edifici di epoche diverse. La parte nord è stata costruita nel 1964, il corpo centrale alla fine del XVIII secolo, mentre la parte sud risale alla fine del XIX secolo. Il corpo centrale è frutto della ristrutturazione di un mulino. Alla costruzione era annessa una cappella che oggi si presenta con una curiosa facciata neorinascimentale, realizzata mediante una struttura in legno dipinto con un portale con architrave, timpano e una lunetta intagliata che simula le ceramiche dei della Robbia. Villa Borbone delle Pianore è costituita da un corpo centrale del XVIII secolo, da un edificio del XX secolo a nord e da una costruzione del XIX secolo a sud. La cappella della villa si segnala per la facciata neorinascimentale in legno dipinto sovrastato da un'architrave, un timpano e una lunetta la cui lavorazione imita le ceramiche dei della Robbia.
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Il comunismo può essere definito, in breve, una forma radicale ed estrema di comunitarismo. Sul piano teorico, si tratta di un'interpretazione complessiva della comunità politica e sociale che mette l'accento sull'abolizione integrale delle classi sociali, le quali sono a loro volta una forma storica evolutiva dei ruoli svolti all'interno della divisione sociale del lavoro. Il comunismo è una forma di comunitarismo e mette l'accento sull'abolizione delle classi sociali, dovute all'evoluzione dei ruoli svolti all'interno della divisione sociale del lavoro.
Il comunismo può essere definito, in breve, una forma radicale ed estrema di comunitarismo. Sul piano teorico, si tratta di un'interpretazione complessiva della comunità politica e sociale che mette l'accento sull'abolizione integrale delle classi sociali, le quali sono a loro volta una forma storica evolutiva dei ruoli svolti all'interno della divisione sociale del lavoro. Il comunismo è una forma di comunitarismo e mette l'accento sull'abolizione delle classi sociali, dovute all'evoluzione dei ruoli svolti all'interno della divisione sociale del lavoro.
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Il concetto di Medioevo si formò nell'ambiente riformista germanico del secolo XV e di là passò in seguito in Italia, in Francia e in Inghilterra. A monte stava dunque la Riforma e la storiografia da essa prodotta, con l'interpretazione del tutto negativa della Chiesa e del Papato romano e con l'esaltazione dell'impero medievale germanico: un ambito nel quale l'età di mezzo si venne precisando con caratteri propri all'interno di due altri momenti storici, quello antico e quello moderno, quest'ultimo contemporaneo a coloro che scrivevano e portatore di molti nuovi valori. Fu il mondo della Riforma, ossia la Germania del XV secolo, a forgiare il concetto di Medioevo e a estenderlo ad altri Paesi. All'età di mezzo si assegnò un'identità tra il mondo antico e quello contemporaneo, con i suoi nuovi valori, e lo si caratterizzò con un'interpretazione fortemente critica della Chiesa romana e un'esaltazione dell'impero medievale germanico.
Il concetto di Medioevo si formò nell'ambiente riformista germanico del secolo XV e di là passò in seguito in Italia, in Francia e in Inghilterra. A monte stava dunque la Riforma e la storiografia da essa prodotta, con l'interpretazione del tutto negativa della Chiesa e del Papato romano e con l'esaltazione dell'impero medievale germanico: un ambito nel quale l'età di mezzo si venne precisando con caratteri propri all'interno di due altri momenti storici, quello antico e quello moderno, quest'ultimo contemporaneo a coloro che scrivevano e portatore di molti nuovi valori. Fu il mondo della Riforma, ossia la Germania del XV secolo, a forgiare il concetto di Medioevo e a estenderlo ad altri Paesi. All'età di mezzo si assegnò un'identità tra il mondo antico e quello contemporaneo, con i suoi nuovi valori, e lo si caratterizzò con un'interpretazione fortemente critica della Chiesa romana e un'esaltazione dell'impero medievale germanico.
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Il concetto di Medioevo trae la sua origine dalla riflessione degli umanisti del Quattrocento e del Cinquecento, che rivendicavano la novità della loro cultura rispetto a quella dell'età appena trascorsa, sulla quale esprimevano un giudizio molto negativo. In seguito l'accezione negativa del concetto di Medioevo andò accentuandosi anche per effetto della Riforma protestante, che vide in quell'età il trionfo della Chiesa di Roma e del suo potere temporale, e dell'Illuminismo, che considerò il Medioevo come un periodo dominato dall'irrazionalità e dalla superstizione. L'origine del concetto di Medioevo si deve agli umanisti del XV-XVI secolo, impegnati a rivendicare la novità della propria cultura rispetto a quella dell'età precedente, che loro giudicavano in modo negativo. Per effetto della Riforma protestante e dell'Illuminismo l'accezione negativa del concetto di Medioevo andò accentuandosi.
Il concetto di Medioevo trae la sua origine dalla riflessione degli umanisti del Quattrocento e del Cinquecento, che rivendicavano la novità della loro cultura rispetto a quella dell'età appena trascorsa, sulla quale esprimevano un giudizio molto negativo. In seguito l'accezione negativa del concetto di Medioevo andò accentuandosi anche per effetto della Riforma protestante, che vide in quell'età il trionfo della Chiesa di Roma e del suo potere temporale, e dell'Illuminismo, che considerò il Medioevo come un periodo dominato dall'irrazionalità e dalla superstizione. L'origine del concetto di Medioevo si deve agli umanisti del XV-XVI secolo, impegnati a rivendicare la novità della propria cultura rispetto a quella dell'età precedente, che loro giudicavano in modo negativo. Per effetto della Riforma protestante e dell'Illuminismo l'accezione negativa del concetto di Medioevo andò accentuandosi.
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Il concetto di realtà secondo cui il soggetto si pone di fronte al mondo e con esso si confronta, cominciò a delinearsi nella parte meridionale del continente europeo, l'antica Grecia. Già gli uomini di quell'epoca conoscevano il dolore che deriva dalla coscienza di una realtà frantumata. Lo spirito greco andò alla ricerca della cura, integrando la multiforme e variopinta, sensuale ma anche dolorosa visione apollinea del mondo, prodotta dalla separazione del soggetto dall'oggetto, con l'esperienza dionisiaca del mondo, in cui questa frattura si annulla nell'inebriamento estatico. Già gli uomini dell'antica Grecia conoscevano il dolore che deriva dalla coscienza di una realtà frantumata, dalla separazione del soggetto dall'oggetto, e cercarono una cura. A questa visione multiforme, variopinta e sensuale, ma anche dolorosa, lo spirito greco integrò l'inebriamento estatico dell'esperienza dionisiaca del mondo.
Il concetto di realtà secondo cui il soggetto si pone di fronte al mondo e con esso si confronta, cominciò a delinearsi nella parte meridionale del continente europeo, l'antica Grecia. Già gli uomini di quell'epoca conoscevano il dolore che deriva dalla coscienza di una realtà frantumata. Lo spirito greco andò alla ricerca della cura, integrando la multiforme e variopinta, sensuale ma anche dolorosa visione apollinea del mondo, prodotta dalla separazione del soggetto dall'oggetto, con l'esperienza dionisiaca del mondo, in cui questa frattura si annulla nell'inebriamento estatico. Già gli uomini dell'antica Grecia conoscevano il dolore che deriva dalla coscienza di una realtà frantumata, dalla separazione del soggetto dall'oggetto, e cercarono una cura. A questa visione multiforme, variopinta e sensuale, ma anche dolorosa, lo spirito greco integrò l'inebriamento estatico dell'esperienza dionisiaca del mondo.
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Il concetto fondamentale della genetica mendeliana è il gene. Questo può essere studiato da molti punti di vista; tuttavia, per definizione, esso è una unità di funzione. Ciò significa, in un certo senso, che i geni sono la causa ultima di tutti i caratteri ereditari di un organismo. I caratteri ereditari di un organismo trovano una spiegazione, secondo la teoria di Mendel, nel concetto di gene come unità funzionale.
Il concetto fondamentale della genetica mendeliana è il gene. Questo può essere studiato da molti punti di vista; tuttavia, per definizione, esso è una unità di funzione. Ciò significa, in un certo senso, che i geni sono la causa ultima di tutti i caratteri ereditari di un organismo. I caratteri ereditari di un organismo trovano una spiegazione, secondo la teoria di Mendel, nel concetto di gene come unità funzionale.
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Il concetto scientifico moderno di Materia nasce per la prima volta fra il Seicento e il Settecento, e non ha dunque una relazione di continuità e di omogeneità con Democrito, Epicuro e Lucrezio. Non esiste dunque, e non può esistere, nessuna "grande narrazione" continua e omogenea che metta in scena la contrapposizione politica e ideologica fra materialisti (buoni) e idealisti (cattivi). Non esiste continuità e omogeneità tra il concetto di Materia secondo Democrito, Epicuro e Lucrezio e quello scientifico moderno, nato tra Seicento e Settecento, quindi non si possono contrapporre né politicamente né ideologicamente materialisti e idealisti.
Il concetto scientifico moderno di Materia nasce per la prima volta fra il Seicento e il Settecento, e non ha dunque una relazione di continuità e di omogeneità con Democrito, Epicuro e Lucrezio. Non esiste dunque, e non può esistere, nessuna "grande narrazione" continua e omogenea che metta in scena la contrapposizione politica e ideologica fra materialisti (buoni) e idealisti (cattivi). Non esiste continuità e omogeneità tra il concetto di Materia secondo Democrito, Epicuro e Lucrezio e quello scientifico moderno, nato tra Seicento e Settecento, quindi non si possono contrapporre né politicamente né ideologicamente materialisti e idealisti.
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Il continente africano e in particolare i Paesi centrafricani costituiscono una delle aree di minor controllo dei processi di importazione, commercio e consumo degli psicofarmaci e di conseguenza una delle regioni di maggior proliferazione di traffici illeciti. L'estrema povertà, l'assenza di strutture sanitarie adeguate, che incentiva la naturale e inevitabile attitudine all'autogestione delle tecniche terapeutiche, lo sviluppo di contesti suburbani degradati, sono condizioni che hanno favorito e continuano a favorire un imponente consumo di anfetamine e tranquillanti. Nel contempo questi Paesi si distinguono per una florida esportazione di sostanze. In Africa e in particolare nei Paesi centrafricani, se da un lato l'estrema povertà, l'assenza di adeguate strutture sanitarie, i contesti urbani degradati favoriscono un grande consumo di anfetamine e tranquillanti, dall'altro gli scarsi controlli facilitano l'importazione e l'esportazione di sostanze illecite.
Il continente africano e in particolare i Paesi centrafricani costituiscono una delle aree di minor controllo dei processi di importazione, commercio e consumo degli psicofarmaci e di conseguenza una delle regioni di maggior proliferazione di traffici illeciti. L'estrema povertà, l'assenza di strutture sanitarie adeguate, che incentiva la naturale e inevitabile attitudine all'autogestione delle tecniche terapeutiche, lo sviluppo di contesti suburbani degradati, sono condizioni che hanno favorito e continuano a favorire un imponente consumo di anfetamine e tranquillanti. Nel contempo questi Paesi si distinguono per una florida esportazione di sostanze. In Africa e in particolare nei Paesi centrafricani, se da un lato l'estrema povertà, l'assenza di adeguate strutture sanitarie, i contesti urbani degradati favoriscono un grande consumo di anfetamine e tranquillanti, dall'altro gli scarsi controlli facilitano l'importazione e l'esportazione di sostanze illecite.
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Il continente più assetato della Terra giace su una distesa di abbondanti riserve idriche: quello che a prima vista sembrerebbe un crudele controsenso è il risultato di un importante studio scientifico pubblicato su Environmental Research Letters. In base a una ricerca del British Geological Survey e dello University College London, la prima ad analizzare il quantitativo complessivo di acqua presente nel sottosuolo africano, sotto alla superficie del continente ci sarebbero riserve idriche 100 volte superiori al volume di acqua presente esternamente. Secondo un importante studio basato su una ricerca del British Geological Survey e dello University College London, il continente più riarso della Terra, l'Africa, paradossalmente nasconde nel suo sottosuolo abbondanti riserve d'acqua, 100 volte superiori a quelle presenti in superficie.
Il continente più assetato della Terra giace su una distesa di abbondanti riserve idriche: quello che a prima vista sembrerebbe un crudele controsenso è il risultato di un importante studio scientifico pubblicato su Environmental Research Letters. In base a una ricerca del British Geological Survey e dello University College London, la prima ad analizzare il quantitativo complessivo di acqua presente nel sottosuolo africano, sotto alla superficie del continente ci sarebbero riserve idriche 100 volte superiori al volume di acqua presente esternamente. Secondo un importante studio basato su una ricerca del British Geological Survey e dello University College London, il continente più riarso della Terra, l'Africa, paradossalmente nasconde nel suo sottosuolo abbondanti riserve d'acqua, 100 volte superiori a quelle presenti in superficie.
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Il controllo domiciliare della glicemia nei soggetti diabetici è oggi reso possibile dall'uso di strisce reattive la cui lettura visiva (in mancanza di reflettometro portatile) fornisce risultati sufficientemente indicativi ai fini dell'aggiustamento terapeutico da parte del paziente stesso. Un errore in cui il paziente incorre comunemente è quello di sospendere il consueto trattamento con insulina poiché "salta i pasti" a causa della nausea e dell'inappetenza che accompagnano una malattia infettiva; ne consegue uno scompenso glicemico, talora con rischio di chetoacidosi. Tali episodi possono essere prevenuti istruendo opportunamente i pazienti diabetici sul comportamento da tenere nei casi di malattie non gravi, come l'influenza: assunzione di piccoli pasti frequenti, controllo della glicemia e della chetonuria a scadenze fisse, contatto con il medico. Solo una affermazione tra le seguenti NON è derivabile dalla lettura del testo: quale? È in fase di sperimentazione la possibilità di misurare la glicemia a domicilio mediante strisce reattive
Il controllo domiciliare della glicemia nei soggetti diabetici è oggi reso possibile dall'uso di strisce reattive la cui lettura visiva (in mancanza di reflettometro portatile) fornisce risultati sufficientemente indicativi ai fini dell'aggiustamento terapeutico da parte del paziente stesso. Un errore in cui il paziente incorre comunemente è quello di sospendere il consueto trattamento con insulina poiché "salta i pasti" a causa della nausea e dell'inappetenza che accompagnano una malattia infettiva; ne consegue uno scompenso glicemico, talora con rischio di chetoacidosi. Tali episodi possono essere prevenuti istruendo opportunamente i pazienti diabetici sul comportamento da tenere nei casi di malattie non gravi, come l'influenza: assunzione di piccoli pasti frequenti, controllo della glicemia e della chetonuria a scadenze fisse, contatto con il medico. Solo una affermazione tra le seguenti NON è derivabile dalla lettura del testo: quale? È in fase di sperimentazione la possibilità di misurare la glicemia a domicilio mediante strisce reattive
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Il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco assicura tutti gli interventi tecnici necessari al fine di salvaguardare l'incolumità delle persone e l'integrità dei beni, garantendo il soccorso non solo in occasione di incendi, ma anche di tutte quelle situazioni di emergenza quali ad esempio improvvisi o minaccianti crolli strutturali, frane, piene, alluvioni o situazioni di altra pubblica calamità. I vigili del fuoco hanno il compito di salvaguardare sia i beni materiali sia le vite umane in caso di incendi e altre situazioni di emergenza, come crolli di edifici, alluvioni o altre calamità pubbliche.
Il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco assicura tutti gli interventi tecnici necessari al fine di salvaguardare l'incolumità delle persone e l'integrità dei beni, garantendo il soccorso non solo in occasione di incendi, ma anche di tutte quelle situazioni di emergenza quali ad esempio improvvisi o minaccianti crolli strutturali, frane, piene, alluvioni o situazioni di altra pubblica calamità. I vigili del fuoco hanno il compito di salvaguardare sia i beni materiali sia le vite umane in caso di incendi e altre situazioni di emergenza, come crolli di edifici, alluvioni o altre calamità pubbliche.
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Il Cristianesimo, come prima il Giudaismo, condannava inequivocabilmente l'esposizione degli infanti e l'infanticidio. Non c'è dubbio che l'abbandono dei bambini indesiderati rimanesse una pratica comune nella società medioevale, ma fu sempre considerata un peccato. Nel mondo antico, l'esposizione dei bambini era una pratica ammessa e diffusa, anche tra le classi sociali più elevate. Il Cristianesimo, come prima il Giudaismo, condannava l'abbandono dei bambini e l'infanticidio. Nonostante fosse peccato, però, l'abbandono dei bambini non si estinse nel Medioevo. Nel mondo antico, invece, l'abbandono dei bambini era diffuso e ammesso anche nelle classi più elevate.
Il Cristianesimo, come prima il Giudaismo, condannava inequivocabilmente l'esposizione degli infanti e l'infanticidio. Non c'è dubbio che l'abbandono dei bambini indesiderati rimanesse una pratica comune nella società medioevale, ma fu sempre considerata un peccato. Nel mondo antico, l'esposizione dei bambini era una pratica ammessa e diffusa, anche tra le classi sociali più elevate. Il Cristianesimo, come prima il Giudaismo, condannava l'abbandono dei bambini e l'infanticidio. Nonostante fosse peccato, però, l'abbandono dei bambini non si estinse nel Medioevo. Nel mondo antico, invece, l'abbandono dei bambini era diffuso e ammesso anche nelle classi più elevate.
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Il direttore editoriale riveste un ruolo di importanza fondamentale: è l'ideatore della politica editoriale dell'intera casa editrice o di un settore specifico, è colui che determina l'orientamento strategico da seguire nel breve e nel medio termine. Figura carismatica, dotata di grande creatività, deve innanzitutto dar prova di una notevole forza di persuasione verso i diretti interlocutori (editore, direttori commerciali) per convincerli della necessità di investire nei suoi progetti, di sostenerli con adeguate operazioni promozionali e, dunque, di stanziare una certa somma di denaro che nel lungo termine darà i suoi frutti, sia sotto il profilo economico, sia di immagine di mercato. In una casa editrice, centrale è il ruolo del direttore editoriale, ossia dell'ideatore della politica editoriale generale o settoriale nel breve-medio termine. A lui si richiede carisma, creatività e forza di persuasione, perché è suo compito convincere l'editore e i direttori commerciali a finanziare le operazioni promozionali di sostegno ai suoi progetti, i quali poi ripagheranno l'azienda in termini economici o di immagine.
Il direttore editoriale riveste un ruolo di importanza fondamentale: è l'ideatore della politica editoriale dell'intera casa editrice o di un settore specifico, è colui che determina l'orientamento strategico da seguire nel breve e nel medio termine. Figura carismatica, dotata di grande creatività, deve innanzitutto dar prova di una notevole forza di persuasione verso i diretti interlocutori (editore, direttori commerciali) per convincerli della necessità di investire nei suoi progetti, di sostenerli con adeguate operazioni promozionali e, dunque, di stanziare una certa somma di denaro che nel lungo termine darà i suoi frutti, sia sotto il profilo economico, sia di immagine di mercato. In una casa editrice, centrale è il ruolo del direttore editoriale, ossia dell'ideatore della politica editoriale generale o settoriale nel breve-medio termine. A lui si richiede carisma, creatività e forza di persuasione, perché è suo compito convincere l'editore e i direttori commerciali a finanziare le operazioni promozionali di sostegno ai suoi progetti, i quali poi ripagheranno l'azienda in termini economici o di immagine.
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Il diritto soggettivo ha un proprio contenuto, formato da quelle che vengono dette le facoltà giuridiche e che sono semplici manifestazioni del diritto stesso. Nel linguaggio corrente a volte si usa il termine "diritto" anche quando si tratta di facoltà e si parla del diritto di usare, di godere ecc., che sono facoltà spettanti a chi ha un diritto di proprietà; ma inesattamente. Infatti le facoltà non hanno una vita indipendente da quella del diritto a cui ineriscono; non lo precedono, ma logicamente sono successive a quello. È frequente l'errore di confondere le facoltà insite in un diritto soggettivo con il diritto stesso. Si parla per esempio di diritto di usare, quando ciò è invece solo una facoltà connessa al diritto di proprietà. Le facoltà sono manifestazioni del diritto e non hanno vita indipendente da esso, ma lo seguono.
Il diritto soggettivo ha un proprio contenuto, formato da quelle che vengono dette le facoltà giuridiche e che sono semplici manifestazioni del diritto stesso. Nel linguaggio corrente a volte si usa il termine "diritto" anche quando si tratta di facoltà e si parla del diritto di usare, di godere ecc., che sono facoltà spettanti a chi ha un diritto di proprietà; ma inesattamente. Infatti le facoltà non hanno una vita indipendente da quella del diritto a cui ineriscono; non lo precedono, ma logicamente sono successive a quello. È frequente l'errore di confondere le facoltà insite in un diritto soggettivo con il diritto stesso. Si parla per esempio di diritto di usare, quando ciò è invece solo una facoltà connessa al diritto di proprietà. Le facoltà sono manifestazioni del diritto e non hanno vita indipendente da esso, ma lo seguono.
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Il dopoguerra in Gran Bretagna fu segnato da un evento in un certo modo sorprendente. Winston Churchill, il capo della nazione in guerra, uno dei dominatori della politica mondiale e degli accordi tra le grandi potenze, perse in modo clamoroso le elezioni del 5 luglio 1945. Churchill, che era stato a capo della Gran Bretagna durante la guerra e fra i più importanti statisti nel mondo intero, perse sorprendentemente le elezioni del 5 luglio 1945.
Il dopoguerra in Gran Bretagna fu segnato da un evento in un certo modo sorprendente. Winston Churchill, il capo della nazione in guerra, uno dei dominatori della politica mondiale e degli accordi tra le grandi potenze, perse in modo clamoroso le elezioni del 5 luglio 1945. Churchill, che era stato a capo della Gran Bretagna durante la guerra e fra i più importanti statisti nel mondo intero, perse sorprendentemente le elezioni del 5 luglio 1945.
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Il Duomo di Ancona è dedicato a San Ciriaco ed è la cattedrale metropolitana dell'arcidiocesi di Ancona- Osimo. È una chiesa medioevale in cui lo stile romanico si fonde con quello bizantino, evidente nella pianta e in molte decorazioni. Sorge in scenografica posizione alla sommità del colle Guasco, già occupata dall'Acropoli della città dorica, da dove domina tutta la città di Ancona e il suo Golfo. Già dal III secolo a.C. era presente nella zona un tempio dedicato ad Afrodite, come è stato accertato dai resti rinvenuti negli scavi del 1948. Del tempio si sapeva l'esistenza grazie alle testimonianze di Catullo e Giovenale e alla scena 58 della Colonna Traiana che lo riproduce. L'antico edificio ha una pianta che corrisponde a quella del transetto della chiesa attuale. La cattedrale metropolitana dell'arcidiocesi di Ancona- Osimo è dedicata a San Ciriaco. È una chiesa medioevale in cui coesistono lo stile romanico e quello bizantino. Sorge in cima al colle Guasco, dove un tempo vi era l'Acropoli. Già dal III secolo a.C. nella zona esisteva un tempio dedicato ad Afrodite, come accertato dagli scavi del 1948. Il tempio era conosciuto per le testimonianze di Catullo e Giovenale e una scena della Colonna Traiana che lo riproduce. Il transetto della chiesa attuale si sovrappone all'antico tempio.
Il Duomo di Ancona è dedicato a San Ciriaco ed è la cattedrale metropolitana dell'arcidiocesi di Ancona- Osimo. È una chiesa medioevale in cui lo stile romanico si fonde con quello bizantino, evidente nella pianta e in molte decorazioni. Sorge in scenografica posizione alla sommità del colle Guasco, già occupata dall'Acropoli della città dorica, da dove domina tutta la città di Ancona e il suo Golfo. Già dal III secolo a.C. era presente nella zona un tempio dedicato ad Afrodite, come è stato accertato dai resti rinvenuti negli scavi del 1948. Del tempio si sapeva l'esistenza grazie alle testimonianze di Catullo e Giovenale e alla scena 58 della Colonna Traiana che lo riproduce. L'antico edificio ha una pianta che corrisponde a quella del transetto della chiesa attuale. La cattedrale metropolitana dell'arcidiocesi di Ancona- Osimo è dedicata a San Ciriaco. È una chiesa medioevale in cui coesistono lo stile romanico e quello bizantino. Sorge in cima al colle Guasco, dove un tempo vi era l'Acropoli. Già dal III secolo a.C. nella zona esisteva un tempio dedicato ad Afrodite, come accertato dagli scavi del 1948. Il tempio era conosciuto per le testimonianze di Catullo e Giovenale e una scena della Colonna Traiana che lo riproduce. Il transetto della chiesa attuale si sovrappone all'antico tempio.
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Il filosofare moderno inizia con un consapevole ritorno allo stile razionale dei greci, con una critica religiosa a tutte le letture irrazionalistiche della Bibbia e con una critica politica a tutte le forme di dispotismo. Sono questi i tre elementi portanti del pensiero di Spinoza. Gli elementi portanti del pensiero di Spinoza, tipici dell'inizio della filosofia moderna, sono: lo stile razionale dei greci, la critica religiosa alla lettura irrazionale della Bibbia e quella politica ai dispotismi.
Il filosofare moderno inizia con un consapevole ritorno allo stile razionale dei greci, con una critica religiosa a tutte le letture irrazionalistiche della Bibbia e con una critica politica a tutte le forme di dispotismo. Sono questi i tre elementi portanti del pensiero di Spinoza. Gli elementi portanti del pensiero di Spinoza, tipici dell'inizio della filosofia moderna, sono: lo stile razionale dei greci, la critica religiosa alla lettura irrazionale della Bibbia e quella politica ai dispotismi.
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Il filosofo Dennet, ricordando quanto lord Acton scrisse in una lettera al vescovo Mandell Creighton del 1887 ("il potere corrompe, e il potere assoluto corrompe in modo assoluto"), sostiene che oggi abbiamo tutti un potere quasi assoluto in molti campi del sapere, ma non in tutti. E dato che questo cambia il rapporto tra quello che è facile e quello che è difficile, potrebbe corromperci tutti in un modo che non siamo in grado di prevedere. Il filosofo Dennet, ricordando una frase di lord Acton ("il potere corrompe, e il potere assoluto corrompe in modo assoluto"), sostiene che oggi abbiamo tutti un potere quasi assoluto in molti campi del sapere, ma non in tutti. E poiché ciò muta il rapporto tra ciò che è facile e ciò che è difficile, potrebbe corromperci tutti in un modo impossibile da prevedere.
Il filosofo Dennet, ricordando quanto lord Acton scrisse in una lettera al vescovo Mandell Creighton del 1887 ("il potere corrompe, e il potere assoluto corrompe in modo assoluto"), sostiene che oggi abbiamo tutti un potere quasi assoluto in molti campi del sapere, ma non in tutti. E dato che questo cambia il rapporto tra quello che è facile e quello che è difficile, potrebbe corromperci tutti in un modo che non siamo in grado di prevedere. Il filosofo Dennet, ricordando una frase di lord Acton ("il potere corrompe, e il potere assoluto corrompe in modo assoluto"), sostiene che oggi abbiamo tutti un potere quasi assoluto in molti campi del sapere, ma non in tutti. E poiché ciò muta il rapporto tra ciò che è facile e ciò che è difficile, potrebbe corromperci tutti in un modo impossibile da prevedere.
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Il filosofo inglese John Stuart Mill visse tra il 1806 e il 1873. Il padre, James Mill, economista e storico, era uno dei principali esponenti della corrente filosofico- politica dell'utilitarismo, che faceva capo a Jeremiah Bentham. L'educazione cui James Mill sottopose il figlio, ispirata appunto ai principi dell'utilitarismo, ebbe i tratti di un esperimento pedagogico per molti versi disumano: cominciò prestissimo (a cinque anni Mill leggeva il greco, a dodici era già, a detta di tutti, straordinariamente erudito), isolò il futuro filosofo dagli altri bambini e, a quanto pare, fu la causa di una profonda crisi spirituale che investì Mill verso i vent'anni. La "mental crisis" ebbe tra le sue conseguenze un nuovo atteggiamento critico di Mill verso l'utilitarismo: considerato fino ad allora un settario seguace del benthamismo, Mill iniziò un processo di revisione profonda di questa dottrina. L'educazione del filosofo britannico John Stuart Mill venne curata da suo padre James, sulla base di principi pedagogici ricavati dall'utilitarismo. Pur consentendo al giovane di sviluppare precocemente i suoi talenti, questo tirocinio fuori del comune fu probabilmente all'origine di una grave crisi spirituale di cui John soffrì verso i vent'anni.
Il filosofo inglese John Stuart Mill visse tra il 1806 e il 1873. Il padre, James Mill, economista e storico, era uno dei principali esponenti della corrente filosofico- politica dell'utilitarismo, che faceva capo a Jeremiah Bentham. L'educazione cui James Mill sottopose il figlio, ispirata appunto ai principi dell'utilitarismo, ebbe i tratti di un esperimento pedagogico per molti versi disumano: cominciò prestissimo (a cinque anni Mill leggeva il greco, a dodici era già, a detta di tutti, straordinariamente erudito), isolò il futuro filosofo dagli altri bambini e, a quanto pare, fu la causa di una profonda crisi spirituale che investì Mill verso i vent'anni. La "mental crisis" ebbe tra le sue conseguenze un nuovo atteggiamento critico di Mill verso l'utilitarismo: considerato fino ad allora un settario seguace del benthamismo, Mill iniziò un processo di revisione profonda di questa dottrina. L'educazione del filosofo britannico John Stuart Mill venne curata da suo padre James, sulla base di principi pedagogici ricavati dall'utilitarismo. Pur consentendo al giovane di sviluppare precocemente i suoi talenti, questo tirocinio fuori del comune fu probabilmente all'origine di una grave crisi spirituale di cui John soffrì verso i vent'anni.
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Il filosofo Metzinger afferma che stiamo appena cominciando a comprendere come Internet influisca sul senso del sé e lo faccia a un livello profondo e funzionale. La coscienza è il luogo dell'attenzione volontaria. Le informazioni coscienti sono quelle informazioni presenti nel nostro cervello verso le quali possiamo spostare la nostra attenzione. In quanto agenti attentivi, possiamo spostare la nostra attenzione e dirigere la nostra torcia interiore su un certo obiettivo. Secondo filosofo Metzinger siamo all'inizio del comprendere come Internet influisca sul senso del sé e lo faccia a un livello profondo e funzionale. La coscienza è il luogo dell'attenzione volontaria. Le informazioni coscienti sono informazioni presenti nel nostro cervello verso le quali possiamo spostare la nostra attenzione e dirigere la nostra torcia interiore su un certo obiettivo.
Il filosofo Metzinger afferma che stiamo appena cominciando a comprendere come Internet influisca sul senso del sé e lo faccia a un livello profondo e funzionale. La coscienza è il luogo dell'attenzione volontaria. Le informazioni coscienti sono quelle informazioni presenti nel nostro cervello verso le quali possiamo spostare la nostra attenzione. In quanto agenti attentivi, possiamo spostare la nostra attenzione e dirigere la nostra torcia interiore su un certo obiettivo. Secondo filosofo Metzinger siamo all'inizio del comprendere come Internet influisca sul senso del sé e lo faccia a un livello profondo e funzionale. La coscienza è il luogo dell'attenzione volontaria. Le informazioni coscienti sono informazioni presenti nel nostro cervello verso le quali possiamo spostare la nostra attenzione e dirigere la nostra torcia interiore su un certo obiettivo.
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Il fogliame del bosco degli ululoni era talmente fitto che a livello del terreno c'era sempre penombra, come al tramonto. Inoltre la visuale era resa ancor più precaria dalle nebbie che salivano costantemente dalle paludi e passavano a strati sottili davanti agli antichissimi alberi dalla nera scorza. Dal profondo della foresta provenivano lamentosi richiami di uccelli. Il bosco degli ululoni era sempre in penombra a livello del terreno a causa del fogliame fitto. Inoltre la nebbia proveniente dalle paludi rendeva difficile la visuale formando strati sottili tra gli antichi alberi dalla corteccia nera, mentre dal profondo della foresta venivano richiami lamentosi di uccelli.
Il fogliame del bosco degli ululoni era talmente fitto che a livello del terreno c'era sempre penombra, come al tramonto. Inoltre la visuale era resa ancor più precaria dalle nebbie che salivano costantemente dalle paludi e passavano a strati sottili davanti agli antichissimi alberi dalla nera scorza. Dal profondo della foresta provenivano lamentosi richiami di uccelli. Il bosco degli ululoni era sempre in penombra a livello del terreno a causa del fogliame fitto. Inoltre la nebbia proveniente dalle paludi rendeva difficile la visuale formando strati sottili tra gli antichi alberi dalla corteccia nera, mentre dal profondo della foresta venivano richiami lamentosi di uccelli.
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Il futurismo fu il primo movimento organico, in Italia, di "avanguardia", e la sua importanza storica sta proprio nell'avere elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutte le manifestazioni della vita. Perciò fu un fatto non solo letterario, ma artistico nel senso più largo della parola, esteso alla pittura, alla scultura, all'architettura, alla scenografia, al teatro e al cinema. L'importanza storica del futurismo, primo movimento italiano di "avanguardia", consiste nell'avere elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutti gli ambiti della vita: letteratura, pittura, scultura, architettura, scenografia, teatro e cinema.
Il futurismo fu il primo movimento organico, in Italia, di "avanguardia", e la sua importanza storica sta proprio nell'avere elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutte le manifestazioni della vita. Perciò fu un fatto non solo letterario, ma artistico nel senso più largo della parola, esteso alla pittura, alla scultura, all'architettura, alla scenografia, al teatro e al cinema. L'importanza storica del futurismo, primo movimento italiano di "avanguardia", consiste nell'avere elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutti gli ambiti della vita: letteratura, pittura, scultura, architettura, scenografia, teatro e cinema.
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Il futuro dittatore spagnolo Franco aveva vent'anni quando, nel 1912 arrivò in Africa. Vi trascorse più di dieci anni. La guerra coloniale divenne la grande esperienza formativa della sua giovinezza. Nel 1920 Franco contribuì alla formazione della legione straniera spagnola, formata da criminali graziati, veterani della guerra mondiale disadattati, gentaglia di ogni nazionalità che amava sfilare con le teste dei nemici infilzate sulle baionette. Nel 1912 Franco aveva vent'anni e non era ancora il dittatore della Spagna. Si recò in Africa, dove rimase per più di dieci anni, e visse lì quella che fu la grande esperienza formativa della sua giovinezza, la guerra coloniale. A ventotto anni collaborò alla formazione della legione straniera spagnola, composta da criminali condonati e veterani della seconda guerra mondiale problematici, persone poco raccomandabili di diverse nazionalità che amavano sfilare con le teste dei nemici infilzate sulle baionette.
Il futuro dittatore spagnolo Franco aveva vent'anni quando, nel 1912 arrivò in Africa. Vi trascorse più di dieci anni. La guerra coloniale divenne la grande esperienza formativa della sua giovinezza. Nel 1920 Franco contribuì alla formazione della legione straniera spagnola, formata da criminali graziati, veterani della guerra mondiale disadattati, gentaglia di ogni nazionalità che amava sfilare con le teste dei nemici infilzate sulle baionette. Nel 1912 Franco aveva vent'anni e non era ancora il dittatore della Spagna. Si recò in Africa, dove rimase per più di dieci anni, e visse lì quella che fu la grande esperienza formativa della sua giovinezza, la guerra coloniale. A ventotto anni collaborò alla formazione della legione straniera spagnola, composta da criminali condonati e veterani della seconda guerra mondiale problematici, persone poco raccomandabili di diverse nazionalità che amavano sfilare con le teste dei nemici infilzate sulle baionette.
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Il gelsomino, fiore molto amato nelle culture orientali, ha suggerito infiniti spunti a poeti e letterati. In Occidente la specie più nota è il Jasminum officinale, proveniente dalle Indie e conosciuta sin dai tempi antichi. Proprio tale specie risulta essere quella maggiormente ritratta dagli artisti. Poiché il gelsomino sboccia generalmente in maggio, il mese dedicato alla Vergine Maria, il fiore è stato associato all'immagine della Madre di Gesù. Il suo colore bianco ne evoca il candore e la purezza. Inoltre al gelsomino vengono spesso attribuite accezioni positive di grazia, eleganza e divino amore. In base a simile interpretazione lo si può riconoscere in mano a Gesù Bambino o in forma di ghirlanda sul capo degli angeli e dei santi. Il gelsomino è uno dei fiori che ha fornito infiniti spunti ai letterati. La specie maggiormente ritratta dagli artisti è il Jasminum officinale, nota fin dai tempi antichi e proveniente dalle Indie. Il gelsomino è stato associato all'immagine della Vergine Maria sia perché fiorisce in maggio, il mese a lei dedicato, sia perché il colore bianco ne ricorda la purezza. A questo fiore sono spesso attribuite caratteristiche positive.
Il gelsomino, fiore molto amato nelle culture orientali, ha suggerito infiniti spunti a poeti e letterati. In Occidente la specie più nota è il Jasminum officinale, proveniente dalle Indie e conosciuta sin dai tempi antichi. Proprio tale specie risulta essere quella maggiormente ritratta dagli artisti. Poiché il gelsomino sboccia generalmente in maggio, il mese dedicato alla Vergine Maria, il fiore è stato associato all'immagine della Madre di Gesù. Il suo colore bianco ne evoca il candore e la purezza. Inoltre al gelsomino vengono spesso attribuite accezioni positive di grazia, eleganza e divino amore. In base a simile interpretazione lo si può riconoscere in mano a Gesù Bambino o in forma di ghirlanda sul capo degli angeli e dei santi. Il gelsomino è uno dei fiori che ha fornito infiniti spunti ai letterati. La specie maggiormente ritratta dagli artisti è il Jasminum officinale, nota fin dai tempi antichi e proveniente dalle Indie. Il gelsomino è stato associato all'immagine della Vergine Maria sia perché fiorisce in maggio, il mese a lei dedicato, sia perché il colore bianco ne ricorda la purezza. A questo fiore sono spesso attribuite caratteristiche positive.
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Il ghiaccio dell'Artico, sciogliendosi, non riflette più la luce del sole e provoca l'aumento della temperatura dell'acqua e quindi nuovi scioglimenti. Secondo le autorità Usa, le dimensioni della calotta polare si sono ridotte a un livello record a luglio: 7,92 milioni di chilometri quadrati. L'allarme degli scienziati corrisponde al giubilo dei grandi armatori: certo, ci vorranno ancora una ventina d'anni prima che la via del Grande Nord possa diventare una rotta commerciale, facendo risparmiare alle navi, dirette a Tokyo da Rotterdam, 7 mila chilometri rispetto al passaggio per il Canale di Suez. Lo scioglimento dei ghiacci dell'Artico è fonte di preoccupazione per gli scienziati, mentre è motivo di soddisfazione per gli armatori, che vedono la possibilità di apertura di rotte commerciali più rapide.
Il ghiaccio dell'Artico, sciogliendosi, non riflette più la luce del sole e provoca l'aumento della temperatura dell'acqua e quindi nuovi scioglimenti. Secondo le autorità Usa, le dimensioni della calotta polare si sono ridotte a un livello record a luglio: 7,92 milioni di chilometri quadrati. L'allarme degli scienziati corrisponde al giubilo dei grandi armatori: certo, ci vorranno ancora una ventina d'anni prima che la via del Grande Nord possa diventare una rotta commerciale, facendo risparmiare alle navi, dirette a Tokyo da Rotterdam, 7 mila chilometri rispetto al passaggio per il Canale di Suez. Lo scioglimento dei ghiacci dell'Artico è fonte di preoccupazione per gli scienziati, mentre è motivo di soddisfazione per gli armatori, che vedono la possibilità di apertura di rotte commerciali più rapide.
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Il Giappone ha intenzione di tagliare i suoi contributi alle Nazioni Unite del 25% nei prossimi anni. I tagli sono motivati in parte dalla crescente crisi finanziaria del Paese. Altre sarebbero però le ragioni di tale decisione: la mancata rimozione, dalla Carta dell'ONU, della clausola che definisce il paese del Sol Levante come "ex-nemico", dopo quasi sessant'anni dalla seconda guerra mondiale e soprattutto la negazione al Giappone di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'intenzione giapponese di diminuire i contributi alle Nazioni Unite del 25% non deve essere imputata solamente alla crisi finanziaria, ma anche alla mancata rimozione, dalla Carta dell'ONU, della clausola che definisce il Giappone "ex-nemico", e, soprattutto, alla mancata concessione di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Giappone ha intenzione di tagliare i suoi contributi alle Nazioni Unite del 25% nei prossimi anni. I tagli sono motivati in parte dalla crescente crisi finanziaria del Paese. Altre sarebbero però le ragioni di tale decisione: la mancata rimozione, dalla Carta dell'ONU, della clausola che definisce il paese del Sol Levante come "ex-nemico", dopo quasi sessant'anni dalla seconda guerra mondiale e soprattutto la negazione al Giappone di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'intenzione giapponese di diminuire i contributi alle Nazioni Unite del 25% non deve essere imputata solamente alla crisi finanziaria, ma anche alla mancata rimozione, dalla Carta dell'ONU, della clausola che definisce il Giappone "ex-nemico", e, soprattutto, alla mancata concessione di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
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Il giornale è il più "vecchio" tra i media propriamente detti, ma non ha mai potuto vantare la diffusione e la popolarità dei suoi più giovani concorrenti elettronici, poiché richiede un certo livello di alfabetizzazione e anche un certo impegno intellettuale. Da periodiche analisi statistiche effettuate su campioni significativi risulta che i lettori abituali di almeno un quotidiano al giorno non raggiungono il 45%. Nonostante il giornale vanti la maggiore anzianità tra i mezzi di comunicazione, non ha mai raggiunto la diffusione dei moderni media elettronici poiché richiede un minimo di competenze e impegno; infatti meno del 45% di alcuni campioni statistici risulta leggere ogni giorno un quotidiano.
Il giornale è il più "vecchio" tra i media propriamente detti, ma non ha mai potuto vantare la diffusione e la popolarità dei suoi più giovani concorrenti elettronici, poiché richiede un certo livello di alfabetizzazione e anche un certo impegno intellettuale. Da periodiche analisi statistiche effettuate su campioni significativi risulta che i lettori abituali di almeno un quotidiano al giorno non raggiungono il 45%. Nonostante il giornale vanti la maggiore anzianità tra i mezzi di comunicazione, non ha mai raggiunto la diffusione dei moderni media elettronici poiché richiede un minimo di competenze e impegno; infatti meno del 45% di alcuni campioni statistici risulta leggere ogni giorno un quotidiano.
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Il golfo di Saint-Malo si apre sulla costa francese del canale della Manica e tra le penisole della Bretagna e di Cotentin. Lungo la costa bassa e sabbiosa si trova lo spuntone roccioso di Mont Saint-Michel, dominato da una celebre abbazia fortificata dell'XI secolo e collegato alla riva da una striscia di sabbia. Durante l'alta marea l'acqua avanza nella baia e Mont Saint- Michel si trasforma in un'isola. In questa zona, infatti, si verificano le maree più ampie d'Europa (fino a 15 m) perché le acque oceaniche si incuneano nel golfo senza trovar sbocco, e in parte risalgono anche lungo l'estuario della Rance. Il clima è complessivamente mite: grazie all'influsso della corrente del Golfo, ha una bassa escursione termica annua e le precipitazioni piuttosto limitate. Lo spuntone roccioso di Mont Saint-Michel, nel golfo di Saint-Malo, è dominato da un'abbazia fortificata risalente all'XI secolo ed è collegato alla riva da una striscia di sabbia. Durante l'alta marea Mont Saint-Michel si trasforma in un'isola, grazie alle maree più ampie d'Europa, che possono raggiungere 15 m. Grazie all'influsso della corrente del Golfo il clima è nel complesso mite, con una bassa escursione termica e precipitazioni piuttosto scarse.
Il golfo di Saint-Malo si apre sulla costa francese del canale della Manica e tra le penisole della Bretagna e di Cotentin. Lungo la costa bassa e sabbiosa si trova lo spuntone roccioso di Mont Saint-Michel, dominato da una celebre abbazia fortificata dell'XI secolo e collegato alla riva da una striscia di sabbia. Durante l'alta marea l'acqua avanza nella baia e Mont Saint- Michel si trasforma in un'isola. In questa zona, infatti, si verificano le maree più ampie d'Europa (fino a 15 m) perché le acque oceaniche si incuneano nel golfo senza trovar sbocco, e in parte risalgono anche lungo l'estuario della Rance. Il clima è complessivamente mite: grazie all'influsso della corrente del Golfo, ha una bassa escursione termica annua e le precipitazioni piuttosto limitate. Lo spuntone roccioso di Mont Saint-Michel, nel golfo di Saint-Malo, è dominato da un'abbazia fortificata risalente all'XI secolo ed è collegato alla riva da una striscia di sabbia. Durante l'alta marea Mont Saint-Michel si trasforma in un'isola, grazie alle maree più ampie d'Europa, che possono raggiungere 15 m. Grazie all'influsso della corrente del Golfo il clima è nel complesso mite, con una bassa escursione termica e precipitazioni piuttosto scarse.
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Il governo impone alle pubbliche amministrazioni, alle società interamente partecipate da enti pubblici o con prevalente capitale pubblico, nonché ai gestori di servizi pubblici, l'obbligo nei confronti dell'utenza di accettare i pagamenti a essi spettanti anche con l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. In pratica, la nuova norma dispone che i predetti soggetti debbano consentire all'utenza di utilizzare per i pagamenti, oltre al bonifico bancario o postale, anche le carte di debito, di credito, le carte prepagate ovvero, anche se questa possibilità è condizionata all'emissione di un apposito decreto, telefoni cellulari o altri supporti elettronici mobili. Le pubbliche amministrazioni, le società interamente o parzialmente a capitale pubblico e chi gestisce servizi pubblici dovranno accettare pagamenti eseguiti attraverso carte di debito, di credito, prepagate o anche, dopo l'emissione di un apposito decreto, transazioni eseguite con tecnologie informatiche o della comunicazione, cioè cellulari o altri supporti elettronici mobili.
Il governo impone alle pubbliche amministrazioni, alle società interamente partecipate da enti pubblici o con prevalente capitale pubblico, nonché ai gestori di servizi pubblici, l'obbligo nei confronti dell'utenza di accettare i pagamenti a essi spettanti anche con l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. In pratica, la nuova norma dispone che i predetti soggetti debbano consentire all'utenza di utilizzare per i pagamenti, oltre al bonifico bancario o postale, anche le carte di debito, di credito, le carte prepagate ovvero, anche se questa possibilità è condizionata all'emissione di un apposito decreto, telefoni cellulari o altri supporti elettronici mobili. Le pubbliche amministrazioni, le società interamente o parzialmente a capitale pubblico e chi gestisce servizi pubblici dovranno accettare pagamenti eseguiti attraverso carte di debito, di credito, prepagate o anche, dopo l'emissione di un apposito decreto, transazioni eseguite con tecnologie informatiche o della comunicazione, cioè cellulari o altri supporti elettronici mobili.
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Il Grand Canyon è un'immensa gola creata dal fiume Colorado nell'Arizona settentrionale. È lungo 446 chilometri circa, profondo fino a 1.600 metri e con una larghezza variabile dai 500 metri ai 27 chilometri. Per la maggior parte è incluso nel parco nazionale del Grand Canyon, uno dei primi parchi nazionali degli Stati Uniti. Il presidente Theodore Roosevelt amava molto l'area del Grand Canyon e la visitò diverse volte, per andare a caccia di puma e ammirare il paesaggio. Il Grand Canyon, una grandissima gola creata dal fiume Colorado nel Nord dell'Arizona, è lungo quasi 450 chilometri, profondo fino a 1.600 metri e largo dagli 0,5 a 27 chilometri. È incluso in gran parte nell'omonimo parco nazionale, e fu visitato diverse volte dal presidente Theodore Roosevelt che vi si recava per andare a caccia e ammirare la natura.
Il Grand Canyon è un'immensa gola creata dal fiume Colorado nell'Arizona settentrionale. È lungo 446 chilometri circa, profondo fino a 1.600 metri e con una larghezza variabile dai 500 metri ai 27 chilometri. Per la maggior parte è incluso nel parco nazionale del Grand Canyon, uno dei primi parchi nazionali degli Stati Uniti. Il presidente Theodore Roosevelt amava molto l'area del Grand Canyon e la visitò diverse volte, per andare a caccia di puma e ammirare il paesaggio. Il Grand Canyon, una grandissima gola creata dal fiume Colorado nel Nord dell'Arizona, è lungo quasi 450 chilometri, profondo fino a 1.600 metri e largo dagli 0,5 a 27 chilometri. È incluso in gran parte nell'omonimo parco nazionale, e fu visitato diverse volte dal presidente Theodore Roosevelt che vi si recava per andare a caccia e ammirare la natura.
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Il grande poeta latino Publio Ovidio Nasone nacque a Sulmona, in Abruzzo, il 20 marzo del 43 a.C., lo stesso anno in cui fu ucciso Cicerone. Apparteneva a una famiglia equestre (cioè della ricca classe sociale dei cavalieri), che lo fece studiare a Roma, dove Ovidio ricevette una raffinata educazione letteraria, distinguendosi particolarmente nell'eloquenza, tanto che avrebbe potuto divenire un famoso avvocato. Viceversa, prevalse ben presto in lui l'amore per la poesia, come dimostra il suo ingresso nel circolo letterario di Messalla Corvino, dove fece amicizia in particolare con Albio Tibullo. Si sposò due volte e subito divorziò; soltanto la terza moglie, Fabia, fu per lui una fedele e affettuosa compagna. Improvvisamente, nell'8 d.C., quando era all'apice della celebrità, Ovidio ricevette dall'imperatore Augusto l'ordine di lasciare Roma, per recarsi in esilio sul mar Nero a Tomi (oggi Costanza, in Romania): per noi non sono chiare le ragioni di quella punizione, ma pare probabile un coinvolgimento del poeta in uno scandalo di corte, nel quale sarebbe stata implicata la nipote di Augusto, Giulia Minore. Il poeta Ovidio, nato nel 43 a.C., apparteneva a una famiglia di rango equestre, che lo fece studiare a Roma. Lì Ovidio fu educato nelle lettere e si distinse in particolar modo nell'eloquenza. Pur potendo diventare un grande avvocato, egli scelse la strada della poesia ed entrò nel circolo letterario di Messalla Corvino. Nell'8 d.C., quando era al culmine della fama, il poeta fu esiliato da Augusto a Tomi, per ragioni che noi moderni non conosciamo con chiarezza. È probabile che Ovidio venne coinvolto in uno scandalo di corte insieme a Giulia Minore, nipote dell'imperatore.
Il grande poeta latino Publio Ovidio Nasone nacque a Sulmona, in Abruzzo, il 20 marzo del 43 a.C., lo stesso anno in cui fu ucciso Cicerone. Apparteneva a una famiglia equestre (cioè della ricca classe sociale dei cavalieri), che lo fece studiare a Roma, dove Ovidio ricevette una raffinata educazione letteraria, distinguendosi particolarmente nell'eloquenza, tanto che avrebbe potuto divenire un famoso avvocato. Viceversa, prevalse ben presto in lui l'amore per la poesia, come dimostra il suo ingresso nel circolo letterario di Messalla Corvino, dove fece amicizia in particolare con Albio Tibullo. Si sposò due volte e subito divorziò; soltanto la terza moglie, Fabia, fu per lui una fedele e affettuosa compagna. Improvvisamente, nell'8 d.C., quando era all'apice della celebrità, Ovidio ricevette dall'imperatore Augusto l'ordine di lasciare Roma, per recarsi in esilio sul mar Nero a Tomi (oggi Costanza, in Romania): per noi non sono chiare le ragioni di quella punizione, ma pare probabile un coinvolgimento del poeta in uno scandalo di corte, nel quale sarebbe stata implicata la nipote di Augusto, Giulia Minore. Il poeta Ovidio, nato nel 43 a.C., apparteneva a una famiglia di rango equestre, che lo fece studiare a Roma. Lì Ovidio fu educato nelle lettere e si distinse in particolar modo nell'eloquenza. Pur potendo diventare un grande avvocato, egli scelse la strada della poesia ed entrò nel circolo letterario di Messalla Corvino. Nell'8 d.C., quando era al culmine della fama, il poeta fu esiliato da Augusto a Tomi, per ragioni che noi moderni non conosciamo con chiarezza. È probabile che Ovidio venne coinvolto in uno scandalo di corte insieme a Giulia Minore, nipote dell'imperatore.
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Il karaté è un'arte marziale che nacque verso il 400 dopo Cristo in Giappone. Naturalmente, vi furono certamente contatti e collegamenti con altre arti affini di altri Paesi, in primo luogo la Cina. La leggenda dice però che il karaté, parola che letteralmente significa "mano vuota", cioè senz'armi, fu ideato dai monaci buddisti giapponesi a scopo di difesa dopo che un decreto dell'imperatore aveva vietato loro di portare armi. Essi crearono così un'arte in grado di trasformare gli arti del corpo umano in strumenti letali al pari delle armi più pericolose. Benché influenzato dalle arti marziali di altri Paesi, come la Cina, il karaté nacque in Giappone verso il 400 dopo Cristo. Si dice che, stante una proibizione dell'imperatore a portare armi, i monaci buddisti abbiano ideato il karaté, letteralmente "mano vuota", a scopo di difesa. Il risultato fu che il corpo umano si rivelò in grado di offendere al pari delle armi più letali.
Il karaté è un'arte marziale che nacque verso il 400 dopo Cristo in Giappone. Naturalmente, vi furono certamente contatti e collegamenti con altre arti affini di altri Paesi, in primo luogo la Cina. La leggenda dice però che il karaté, parola che letteralmente significa "mano vuota", cioè senz'armi, fu ideato dai monaci buddisti giapponesi a scopo di difesa dopo che un decreto dell'imperatore aveva vietato loro di portare armi. Essi crearono così un'arte in grado di trasformare gli arti del corpo umano in strumenti letali al pari delle armi più pericolose. Benché influenzato dalle arti marziali di altri Paesi, come la Cina, il karaté nacque in Giappone verso il 400 dopo Cristo. Si dice che, stante una proibizione dell'imperatore a portare armi, i monaci buddisti abbiano ideato il karaté, letteralmente "mano vuota", a scopo di difesa. Il risultato fu che il corpo umano si rivelò in grado di offendere al pari delle armi più letali.
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Il lavoro ha generato oggi anche una tossicodipendenza psico-sociale, propagando la funesta coincidenza tra lavoro e vita, ma in una relazione invertita: vivere per lavorare e non lavorare per vivere. Da qui la depressione di una società senza lavoro, che colpisce sia chi lo perde, sia chi non lo trova, ma molto spesso anche chi ce l'ha. Il lavoro al giorno d'oggi è causa anche di una sorta di tossicodipendenza psico- sociale: esiste una relazione malsana tra lavoro e vita, nella quale si vive per il lavoro e non viceversa. La società sta attraversando una crisi che colpisce i disoccupati ma spesso anche i lavoratori stessi.
Il lavoro ha generato oggi anche una tossicodipendenza psico-sociale, propagando la funesta coincidenza tra lavoro e vita, ma in una relazione invertita: vivere per lavorare e non lavorare per vivere. Da qui la depressione di una società senza lavoro, che colpisce sia chi lo perde, sia chi non lo trova, ma molto spesso anche chi ce l'ha. Il lavoro al giorno d'oggi è causa anche di una sorta di tossicodipendenza psico- sociale: esiste una relazione malsana tra lavoro e vita, nella quale si vive per il lavoro e non viceversa. La società sta attraversando una crisi che colpisce i disoccupati ma spesso anche i lavoratori stessi.
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Il leasing è ormai entrato in Italia a pieno titolo fra le operazioni economiche finanziarie correnti, quelle cioè note alla massa degli operatori economici (famiglie, imprese e pubblica amministrazione), che lo utilizzano in alternativa alle altre operazioni finanziarie disponibili nel mercato apprezzandone alcune caratteristiche particolari non riscontrabili in queste ultime. Il leasing si è così affermato dopo lunghi anni di rodaggio, nel corso dei quali sono stati chiariti molti dei dubbi di natura civilistica, fiscale e contabile che avevano rallentato il suo sviluppo. Superati alcuni problemi di incertezza nella disciplina legale, il leasing è oggi un'operazione finanziaria comune presso gli operatori economici e viene addirittura preferito per alcune caratteristiche uniche sue proprie.
Il leasing è ormai entrato in Italia a pieno titolo fra le operazioni economiche finanziarie correnti, quelle cioè note alla massa degli operatori economici (famiglie, imprese e pubblica amministrazione), che lo utilizzano in alternativa alle altre operazioni finanziarie disponibili nel mercato apprezzandone alcune caratteristiche particolari non riscontrabili in queste ultime. Il leasing si è così affermato dopo lunghi anni di rodaggio, nel corso dei quali sono stati chiariti molti dei dubbi di natura civilistica, fiscale e contabile che avevano rallentato il suo sviluppo. Superati alcuni problemi di incertezza nella disciplina legale, il leasing è oggi un'operazione finanziaria comune presso gli operatori economici e viene addirittura preferito per alcune caratteristiche uniche sue proprie.
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Il lessico amministrativo-burocratico ed economico- commerciale presenta due caratteristiche fondamentali, comuni a tutti e due i settori: la prima è di ordine quantitativo, la grande ricchezza di termini; la seconda è qualitativa, la tendenza alla brevità dei termini, e inoltre a fondere e sintetizzare in un unico elemento lessicale espressioni e locuzioni più complesse. Grande ricchezza di termini e tendenza alla loro brevità e a condensare espressioni complesse in un unico elemento lessicale sono le caratteristiche fondamentali, quantitativa e qualitativa, sia del lessico amministrativo- burocratico sia di quello economico-commerciale.
Il lessico amministrativo-burocratico ed economico- commerciale presenta due caratteristiche fondamentali, comuni a tutti e due i settori: la prima è di ordine quantitativo, la grande ricchezza di termini; la seconda è qualitativa, la tendenza alla brevità dei termini, e inoltre a fondere e sintetizzare in un unico elemento lessicale espressioni e locuzioni più complesse. Grande ricchezza di termini e tendenza alla loro brevità e a condensare espressioni complesse in un unico elemento lessicale sono le caratteristiche fondamentali, quantitativa e qualitativa, sia del lessico amministrativo- burocratico sia di quello economico-commerciale.
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Il libro sacro dell'Islam è il Corano, che contiene la rivelazione fatta da Allah a Maometto in lingua araba, in un periodo compreso tra il 610 e il 632. Inizialmente la rivelazione veniva imparata a memoria e recitata dal profeta ai suoi seguaci: dopo la sua morte furono i fedeli più vicini a lui a recitarla alla comunità musulmana. L'Islam accetta l'esistenza di altri 104 libri rivelati ma giudica perfetto e inimitabile solo il Corano. Il Corano conferisce alla lingua araba un prestigio senza eguali. Il testo è oggetto di recitazione e spiegazione e costituisce la fonte principale della morale e del diritto. Il libro sacro dell'Islam è il Corano, rivelato in lingua araba da Allah a Maometto tra il 610 e il 632. La rivelazione veniva inizialmente imparata a memoria ed era il profeta a recitarla ai suoi seguaci: dopo la sua morte furono i suoi fedeli più stretti a fare lo stesso. Pur accettando l'esistenza di altri 104 libri rivelati, l'Islam giudica perfetto e inimitabile solo il Corano: la lingua araba trae da ciò il suo prestigio ineguagliabile. Il Corano viene recitato e spiegato ed è, per i musulmani, la base del diritto e della morale.
Il libro sacro dell'Islam è il Corano, che contiene la rivelazione fatta da Allah a Maometto in lingua araba, in un periodo compreso tra il 610 e il 632. Inizialmente la rivelazione veniva imparata a memoria e recitata dal profeta ai suoi seguaci: dopo la sua morte furono i fedeli più vicini a lui a recitarla alla comunità musulmana. L'Islam accetta l'esistenza di altri 104 libri rivelati ma giudica perfetto e inimitabile solo il Corano. Il Corano conferisce alla lingua araba un prestigio senza eguali. Il testo è oggetto di recitazione e spiegazione e costituisce la fonte principale della morale e del diritto. Il libro sacro dell'Islam è il Corano, rivelato in lingua araba da Allah a Maometto tra il 610 e il 632. La rivelazione veniva inizialmente imparata a memoria ed era il profeta a recitarla ai suoi seguaci: dopo la sua morte furono i suoi fedeli più stretti a fare lo stesso. Pur accettando l'esistenza di altri 104 libri rivelati, l'Islam giudica perfetto e inimitabile solo il Corano: la lingua araba trae da ciò il suo prestigio ineguagliabile. Il Corano viene recitato e spiegato ed è, per i musulmani, la base del diritto e della morale.
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Il marketing è cambiato. Non altrettanto è avvenuto nelle aziende, o almeno non in tutte. E quindi tocca ora ai manager in posizione di più alta responsabilità accelerare il cambiamento. Anche se, come noto, non sono solo le aziende a dover cambiare. Insieme a loro, infatti, dovrebbe cambiare il modus operandi di molti attori dell'ecosistema di business, e quindi intermediari finanziari, analisti, policy maker, università e istituzioni. È cambiato il marketing, ma non tutte le aziende se ne sono rese conto. Deve quindi cambiare il modus operandi delle imprese e, con esso, auspicabilmente quello di altri attori dell'economia, cioè intermediari finanziari, analisti, policy maker, università e istituzioni.
Il marketing è cambiato. Non altrettanto è avvenuto nelle aziende, o almeno non in tutte. E quindi tocca ora ai manager in posizione di più alta responsabilità accelerare il cambiamento. Anche se, come noto, non sono solo le aziende a dover cambiare. Insieme a loro, infatti, dovrebbe cambiare il modus operandi di molti attori dell'ecosistema di business, e quindi intermediari finanziari, analisti, policy maker, università e istituzioni. È cambiato il marketing, ma non tutte le aziende se ne sono rese conto. Deve quindi cambiare il modus operandi delle imprese e, con esso, auspicabilmente quello di altri attori dell'economia, cioè intermediari finanziari, analisti, policy maker, università e istituzioni.
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Il meccanismo mediante il quale il nostro cervello riesce a discernere solo il suono a cui vuole prestare attenzione anche in un contesto affollato e rumoroso come una classe, un evento sportivo o un bar è chiamato dagli esperti "effetto cocktail party". Per indagare questo fenomeno alcuni ricercatori dell'Università della California (San Francisco) hanno monitorato l'attività del lobo temporale - sede della corteccia uditiva - nel cervello di tre pazienti affetti da epilessia. L'"effetto cocktail party" è il meccanismo con il quale il nostro cervello riesce a distinguere soltanto il suono a cui vuole prestare attenzione anche in un contesto rumoroso e affollato. Per indagare questo fenomeno alcuni ricercatori dell'Università della California (San Francisco) hanno monitorato l'attività del lobo temporale, in cui si trova la corteccia uditiva, nel cervello di tre pazienti affetti da epilessia.
Il meccanismo mediante il quale il nostro cervello riesce a discernere solo il suono a cui vuole prestare attenzione anche in un contesto affollato e rumoroso come una classe, un evento sportivo o un bar è chiamato dagli esperti "effetto cocktail party". Per indagare questo fenomeno alcuni ricercatori dell'Università della California (San Francisco) hanno monitorato l'attività del lobo temporale - sede della corteccia uditiva - nel cervello di tre pazienti affetti da epilessia. L'"effetto cocktail party" è il meccanismo con il quale il nostro cervello riesce a distinguere soltanto il suono a cui vuole prestare attenzione anche in un contesto rumoroso e affollato. Per indagare questo fenomeno alcuni ricercatori dell'Università della California (San Francisco) hanno monitorato l'attività del lobo temporale, in cui si trova la corteccia uditiva, nel cervello di tre pazienti affetti da epilessia.
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Il Mediterraneo come topos per riconsiderare le relazioni umane, come luogo di scambi culturali e sociali. Un'iniziativa che aspira al dialogo mostra, per la prima volta insieme, 18 artisti provenienti da Arabia, Israele, Egitto, Libano, Siria, Armenia. Si aggregano intorno all'idea di Mare Nostrum, per trattare temi di attualità come immigrazione, scontro Occidente-Oriente, conflitti politico-religiosi, guerra, con opere che non si celano dietro inutili boicottaggi, ma denunciano situazioni reali. Diciotto artisti provenienti da Arabia,Israele, Egitto, Libano, Siria, Armenia collaborano accomunati dalla visione del Mediterraneo come area di scambi socio-culturali, con lo scopo di trattare temi come immigrazione e conflitti.
Il Mediterraneo come topos per riconsiderare le relazioni umane, come luogo di scambi culturali e sociali. Un'iniziativa che aspira al dialogo mostra, per la prima volta insieme, 18 artisti provenienti da Arabia, Israele, Egitto, Libano, Siria, Armenia. Si aggregano intorno all'idea di Mare Nostrum, per trattare temi di attualità come immigrazione, scontro Occidente-Oriente, conflitti politico-religiosi, guerra, con opere che non si celano dietro inutili boicottaggi, ma denunciano situazioni reali. Diciotto artisti provenienti da Arabia,Israele, Egitto, Libano, Siria, Armenia collaborano accomunati dalla visione del Mediterraneo come area di scambi socio-culturali, con lo scopo di trattare temi come immigrazione e conflitti.
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Il mercato mondiale del libro manda segnali di tipo opposto, con una complementarietà di crisi e di successi commerciali. Non ha senso considerare l'editoria e i lettori "in genere", perché è evidente che ci sono diverse politiche editoriali e pubblici che rispondono alle sollecitazioni del mercato e alle dinamiche culturali con comportamenti variegati. Il mondo dell'editoria manda segnali ambigui: i successi commerciali si alternano alle delusioni; non si può più quindi considerare il lettore "in genere" perché il pubblico risponde diversamente alle diversificate sollecitazioni del mercato e alle dinamiche culturali.
Il mercato mondiale del libro manda segnali di tipo opposto, con una complementarietà di crisi e di successi commerciali. Non ha senso considerare l'editoria e i lettori "in genere", perché è evidente che ci sono diverse politiche editoriali e pubblici che rispondono alle sollecitazioni del mercato e alle dinamiche culturali con comportamenti variegati. Il mondo dell'editoria manda segnali ambigui: i successi commerciali si alternano alle delusioni; non si può più quindi considerare il lettore "in genere" perché il pubblico risponde diversamente alle diversificate sollecitazioni del mercato e alle dinamiche culturali.
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Il mesmerismo è la cura di malattie o disfunzioni varie secondo le teorie di Franz Anton Mesmer, medico tedesco del Settecento. Egli sosteneva che il corretto funzionamento dell'organismo umano è garantito dal flusso armonioso di un fluido fisico che lo attraversa e pensò che tale fluido si identificasse con la forza magnetica. Malattie e disfunzioni sarebbero perciò dovute a blocchi o difficoltà di scorrimento di questo flusso. Mesmer elaborò, su queste basi, un metodo di cura che consisteva nell'applicazione di calamite sulle parti del corpo supposte come causa del blocco. Franz Anston Mesmer, un medico tedesco del Settecento, sosteneva che le malattie e le disfunzioni dell'organismo umano fossero dovute a dei blocchi nello scorrimento del fluido fisico che attraversa il corpo garantendone il corretto funzionamento. Secondo Mesmer tale fluido era identificabile con la forza magnetica, e in conseguenza di tale ipotesi elaborò un metodo di cura (detto mesmerismo) che consisteva nell'applicazione di calamite su quelle parti del corpo in cui si supponeva ci fosse un blocco del flusso.
Il mesmerismo è la cura di malattie o disfunzioni varie secondo le teorie di Franz Anton Mesmer, medico tedesco del Settecento. Egli sosteneva che il corretto funzionamento dell'organismo umano è garantito dal flusso armonioso di un fluido fisico che lo attraversa e pensò che tale fluido si identificasse con la forza magnetica. Malattie e disfunzioni sarebbero perciò dovute a blocchi o difficoltà di scorrimento di questo flusso. Mesmer elaborò, su queste basi, un metodo di cura che consisteva nell'applicazione di calamite sulle parti del corpo supposte come causa del blocco. Franz Anston Mesmer, un medico tedesco del Settecento, sosteneva che le malattie e le disfunzioni dell'organismo umano fossero dovute a dei blocchi nello scorrimento del fluido fisico che attraversa il corpo garantendone il corretto funzionamento. Secondo Mesmer tale fluido era identificabile con la forza magnetica, e in conseguenza di tale ipotesi elaborò un metodo di cura (detto mesmerismo) che consisteva nell'applicazione di calamite su quelle parti del corpo in cui si supponeva ci fosse un blocco del flusso.
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Il modello dell'equilibrio economico generale di Walras è basato sull'analisi del comportamento del singolo operatore. Tuttavia, proprio perché comprende la totalità dei soggetti e dei mercati, esso definisce un equilibrio macroeconomico; per renderlo esplicito è sufficiente effettuare un'operazione di aggregazione: aggregazione di soggetti, e cioè sommatoria di tutte le domande e le offerte dei singoli per ottenere una domanda e un'offerta globale di ogni prodotto; aggregazione di mercati, e cioè sommatoria di tutte le domande e offerte di beni simili, per ottenere una domanda e un'offerta globale, ad esempio, di beni di consumo o di beni di investimento. Il modello dell'equilibrio economico generale di Walras analizza il comportamento di tutti i singoli operatori economici e dei mercati e quindi, aggregando le domande e i mercati, ottiene una domanda e un'offerta globale e con cui definisce un equilibro macroeconomico.
Il modello dell'equilibrio economico generale di Walras è basato sull'analisi del comportamento del singolo operatore. Tuttavia, proprio perché comprende la totalità dei soggetti e dei mercati, esso definisce un equilibrio macroeconomico; per renderlo esplicito è sufficiente effettuare un'operazione di aggregazione: aggregazione di soggetti, e cioè sommatoria di tutte le domande e le offerte dei singoli per ottenere una domanda e un'offerta globale di ogni prodotto; aggregazione di mercati, e cioè sommatoria di tutte le domande e offerte di beni simili, per ottenere una domanda e un'offerta globale, ad esempio, di beni di consumo o di beni di investimento. Il modello dell'equilibrio economico generale di Walras analizza il comportamento di tutti i singoli operatori economici e dei mercati e quindi, aggregando le domande e i mercati, ottiene una domanda e un'offerta globale e con cui definisce un equilibro macroeconomico.
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Il modo in cui il capitalismo tratta gli anziani è ben diverso da quello in cui tratta i giovani. Se il corpo giovanile è uno stupendo testimonial, anzi è il paradigma assoluto di ogni possibile messaggio pubblicitario, quello dell'anziano è invece il massimo dell'oscenità. Non si vendono prodotti con pance prominenti, seni cascanti e gambe smagrite. L'immaginario capitalistico sveste i giovani e copre gli anziani. Il capitalismo utilizza il corpo giovanile come testimonial pubblicitario, considerando osceno quello dell'anziano. Tratta il giovane e il vecchio in modi diversi, svestendo il primo e coprendo il secondo.
Il modo in cui il capitalismo tratta gli anziani è ben diverso da quello in cui tratta i giovani. Se il corpo giovanile è uno stupendo testimonial, anzi è il paradigma assoluto di ogni possibile messaggio pubblicitario, quello dell'anziano è invece il massimo dell'oscenità. Non si vendono prodotti con pance prominenti, seni cascanti e gambe smagrite. L'immaginario capitalistico sveste i giovani e copre gli anziani. Il capitalismo utilizza il corpo giovanile come testimonial pubblicitario, considerando osceno quello dell'anziano. Tratta il giovane e il vecchio in modi diversi, svestendo il primo e coprendo il secondo.
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Il mondo in cui viviamo si è fatto più largo grazie alla globalizzazione e più piccolo grazie alla tecnologia. Questi due fattori insieme hanno, come dice Luciano Gallino, messo in competizione 500 milioni di lavoratori dei Paesi industrializzati, ben pagati e i cui diritti sono tutelati, con un miliardo e mezzo di lavoratori dei Paesi emergenti, assai meno pagati e privi di diritti. Globalizzazione e tecnologia hanno, secondo L. Gallino, messo in competizione i lavoratori dei Paesi industrializzati con quelli dei Paesi in via di sviluppo. Ben pagati e tutelati i primi, molto più sfruttati e molto più numerosi i secondi.
Il mondo in cui viviamo si è fatto più largo grazie alla globalizzazione e più piccolo grazie alla tecnologia. Questi due fattori insieme hanno, come dice Luciano Gallino, messo in competizione 500 milioni di lavoratori dei Paesi industrializzati, ben pagati e i cui diritti sono tutelati, con un miliardo e mezzo di lavoratori dei Paesi emergenti, assai meno pagati e privi di diritti. Globalizzazione e tecnologia hanno, secondo L. Gallino, messo in competizione i lavoratori dei Paesi industrializzati con quelli dei Paesi in via di sviluppo. Ben pagati e tutelati i primi, molto più sfruttati e molto più numerosi i secondi.
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Il mostruoso essere bianco avanzava nella distesa di ghiaccio. Per quello che si poteva intravedere nella bufera di neve, era un gigantesco verme peloso, strisciante su molte zampe, lungo una ventina di metri. Attraverso la bufera di neve si poteva scorgere una figura bianca e mostruosa, lunga una ventina di metri e dalle sembianze di un verme peloso, che avanzava nella distesa di ghiaccio.
Il mostruoso essere bianco avanzava nella distesa di ghiaccio. Per quello che si poteva intravedere nella bufera di neve, era un gigantesco verme peloso, strisciante su molte zampe, lungo una ventina di metri. Attraverso la bufera di neve si poteva scorgere una figura bianca e mostruosa, lunga una ventina di metri e dalle sembianze di un verme peloso, che avanzava nella distesa di ghiaccio.
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Il moto delle cose, e cioè il processo storico che, dopo l'ultima guerra mondiale ha avuto in tutti i campi un'accelerazione non solo di sviluppo, ha portato a emergere fra i tanti contraddittori aspetti e fenomeni, taluni effimeri e vistosi, talaltri profondi e ignorati, due profili caratteristici che sembrano destinati a durare, e precisamente il profilo socio-economico che va sotto il nome di società di massa e l'esigenza di attivare provvidenze solidaristiche perché tale società possa essere protetta e secondata nella sua crescita. Dopo l'ultima guerra mondiale, la storia ha registrato un'accelerazione che ha fatto emergere molti fenomeni. a volte evidenti, a volte ignorati e a volte anche contraddittori. Due di essi sembrano aver acquisito stabilità: la società di massa e la necessità di provvidenze solidaristiche per proteggere quest'ultima e aiutarne la crescita.
Il moto delle cose, e cioè il processo storico che, dopo l'ultima guerra mondiale ha avuto in tutti i campi un'accelerazione non solo di sviluppo, ha portato a emergere fra i tanti contraddittori aspetti e fenomeni, taluni effimeri e vistosi, talaltri profondi e ignorati, due profili caratteristici che sembrano destinati a durare, e precisamente il profilo socio-economico che va sotto il nome di società di massa e l'esigenza di attivare provvidenze solidaristiche perché tale società possa essere protetta e secondata nella sua crescita. Dopo l'ultima guerra mondiale, la storia ha registrato un'accelerazione che ha fatto emergere molti fenomeni. a volte evidenti, a volte ignorati e a volte anche contraddittori. Due di essi sembrano aver acquisito stabilità: la società di massa e la necessità di provvidenze solidaristiche per proteggere quest'ultima e aiutarne la crescita.
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Il Municipio di Acquaformosa, nel cuore del Pollino, sarebbe destinato a scomparire, perché sta per scendere sotto la soglia dei mille abitanti, per essere inglobato al Comune più vicino con oltre mille abitanti. Ma il sindaco ha fatto in modo di rivitalizzare il paesino, offrendo la residenza entro le proprie mura a varie famiglie di profughi. Poco meno di trenta persone, in fuga da guerra o povertà, hanno contribuito a rimettere in moto un sistema socio- economico destinato al declino. Il paesino di Acquaformosa sarebbe stato inglobato al Comune più vicino se il sindaco non avesse offerto ospitalità ad alcune famiglie di profughi.
Il Municipio di Acquaformosa, nel cuore del Pollino, sarebbe destinato a scomparire, perché sta per scendere sotto la soglia dei mille abitanti, per essere inglobato al Comune più vicino con oltre mille abitanti. Ma il sindaco ha fatto in modo di rivitalizzare il paesino, offrendo la residenza entro le proprie mura a varie famiglie di profughi. Poco meno di trenta persone, in fuga da guerra o povertà, hanno contribuito a rimettere in moto un sistema socio- economico destinato al declino. Il paesino di Acquaformosa sarebbe stato inglobato al Comune più vicino se il sindaco non avesse offerto ospitalità ad alcune famiglie di profughi.
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Il museo archeologico nazionale della Lomellina di Vigevano ospita la ricca documentazione archeologica del territorio dalla preistoria al periodo altomedievale. Nella terza scuderia del Castello è aperta la sezione dedicata ai riti funerari. È presentata una scelta di corredi tombali dalla fine del II secolo a.C. al I secolo d.C. provenienti da località diverse della Lomellina (Valeggio, Tromello, Dorno, Zinasco, Vigevano). I corredi comprendono vasellame ceramico e vitreo, armi, elementi d'ornamento, strumenti di lavoro. Di particolare rilievo il materiale in vetro, abbondante e di elevata qualità. Il museo archeologico nazionale della Lomellina ospita la ricca documentazione archeologica del territorio dalla preistoria all'Alto Medio Evo. Nella terza scuderia del Castello di Vigevano è aperta la sezione dedicata ai riti funerari con una scelta di corredi tombali dalla fine del II secolo a.C. al I secolo d.C. provenienti da località diverse della Lomellina, comprendenti vasellame ceramico e vitreo, armi, elementi d'ornamento, strumenti di lavoro. Di particolare rilievo l'abbondante materiale in vetro di elevata qualità.
Il museo archeologico nazionale della Lomellina di Vigevano ospita la ricca documentazione archeologica del territorio dalla preistoria al periodo altomedievale. Nella terza scuderia del Castello è aperta la sezione dedicata ai riti funerari. È presentata una scelta di corredi tombali dalla fine del II secolo a.C. al I secolo d.C. provenienti da località diverse della Lomellina (Valeggio, Tromello, Dorno, Zinasco, Vigevano). I corredi comprendono vasellame ceramico e vitreo, armi, elementi d'ornamento, strumenti di lavoro. Di particolare rilievo il materiale in vetro, abbondante e di elevata qualità. Il museo archeologico nazionale della Lomellina ospita la ricca documentazione archeologica del territorio dalla preistoria all'Alto Medio Evo. Nella terza scuderia del Castello di Vigevano è aperta la sezione dedicata ai riti funerari con una scelta di corredi tombali dalla fine del II secolo a.C. al I secolo d.C. provenienti da località diverse della Lomellina, comprendenti vasellame ceramico e vitreo, armi, elementi d'ornamento, strumenti di lavoro. Di particolare rilievo l'abbondante materiale in vetro di elevata qualità.
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Il musicista Brian Eno ha notato che l'idea di esperto è cambiata. Un tempo "un esperto era una persona che aveva accesso a informazioni specialistiche. Oggi, dato che molte informazioni sono accessibili a tutti, un esperto è diventato una persona in grado di interpretare meglio le informazioni". Il musicista Brian Eno sostiene che un tempo "un esperto era una persona che aveva accesso a informazioni specialistiche. Oggi, dato che molte informazioni sono alla portata di tutti, un esperto è diventato una persona capace di interpretare meglio le informazioni.
Il musicista Brian Eno ha notato che l'idea di esperto è cambiata. Un tempo "un esperto era una persona che aveva accesso a informazioni specialistiche. Oggi, dato che molte informazioni sono accessibili a tutti, un esperto è diventato una persona in grado di interpretare meglio le informazioni". Il musicista Brian Eno sostiene che un tempo "un esperto era una persona che aveva accesso a informazioni specialistiche. Oggi, dato che molte informazioni sono alla portata di tutti, un esperto è diventato una persona capace di interpretare meglio le informazioni.
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Il neuroscienziato Sam Harris sostiene che cercando nel suo computer si è ricordato non solo quello che sapeva, ma anche quello che non sapeva. Ha dichiarato di non essere certo un patito del computer e di non essere iscritto a nessun social network, di non usare Twitter e di non caricare immagini su Flickr. Ma, se vuole rispondere alla domanda "conosci te stesso", deve andare a cercare su Internet. Il neuroscienziato Sam Harris sostiene che, cercando nel suo computer, si è ricordato non solo ciò che sapeva, ma anche ciò che non sapeva. Pur non essendo un patito del computer, se vuole rispondere alla domanda "conosci te stesso", deve andare a cercare su Internet.
Il neuroscienziato Sam Harris sostiene che cercando nel suo computer si è ricordato non solo quello che sapeva, ma anche quello che non sapeva. Ha dichiarato di non essere certo un patito del computer e di non essere iscritto a nessun social network, di non usare Twitter e di non caricare immagini su Flickr. Ma, se vuole rispondere alla domanda "conosci te stesso", deve andare a cercare su Internet. Il neuroscienziato Sam Harris sostiene che, cercando nel suo computer, si è ricordato non solo ciò che sapeva, ma anche ciò che non sapeva. Pur non essendo un patito del computer, se vuole rispondere alla domanda "conosci te stesso", deve andare a cercare su Internet.
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Il nome di Dylan Dog è stato ripreso dal poeta Dylan Thomas, ed era il nome che Tiziano Sclavi dava provvisoriamente a ogni suo personaggio prima di scegliere il vero nome da dargli. In questo caso però il nome rimase quello. La caratterizzazione grafica del personaggio dei fumetti Dylan Dog è ispirata all'attore Rupert Everett per richiesta dello stesso Sclavi, e l'ambientazione tipica è quella di Londra, dove il protagonista vive al numero 7 di Craven Road. Il nome della via è stato scelto in onore di Wes Craven, sceneggiatore e regista della popolare serie di film Nightmare. In realtà a Londra esistono diverse vie con questo nome, ma esiste una sola "Craven Road" nel centro cittadino, a Westminster (le altre sono piuttosto periferiche), e al civico 7 vi è un ristorante italiano chiamato "Bruno's Snack Bar", nel quale è attualmente in vendita un sandwich dal nome 'Dylan Dog'. Secondo quanto affermato da lui stesso in uno dei capitoli della sua storia, Dylan è alto 185 cm e ha 33 anni. Dylan Dog, personaggio dei fumetti inventato da Tiziano Sclavi, deve il suo nome al poeta Dylan Thomas, ed era così che Sclavi era solito chiamare i suoi personaggi prima di sceglierne il vero nome. Ma Dylan rimase Dylan. Alto 185 cm, ha 33 anni, secondo quanto lui stesso dice in uno dei capitoli della sua storia, e vive al numero 7 di Craven Road, a Londra (ambientazione tipica delle sue vicende). Sclavi scelse "craven" in onore dello sceneggiatore e regista della popolare serie inglese Nightmare, Wes Craven. Le Craven Road a Londra sono numerose ma solo una nel centro, a Westminster, mentre le altre si trovano in periferia. Il civico 7 è occupato dal ristorante italiano "Bruno's Snack Bar", nel quale è attualmente in vendita un sandwich dal nome 'Dylan Dog'. Il volto di Dylan e la sua caratterizzazione grafica è invece ispirata, per volere dello stesso Sclavi, all'attore americano Rupert Everett.
Il nome di Dylan Dog è stato ripreso dal poeta Dylan Thomas, ed era il nome che Tiziano Sclavi dava provvisoriamente a ogni suo personaggio prima di scegliere il vero nome da dargli. In questo caso però il nome rimase quello. La caratterizzazione grafica del personaggio dei fumetti Dylan Dog è ispirata all'attore Rupert Everett per richiesta dello stesso Sclavi, e l'ambientazione tipica è quella di Londra, dove il protagonista vive al numero 7 di Craven Road. Il nome della via è stato scelto in onore di Wes Craven, sceneggiatore e regista della popolare serie di film Nightmare. In realtà a Londra esistono diverse vie con questo nome, ma esiste una sola "Craven Road" nel centro cittadino, a Westminster (le altre sono piuttosto periferiche), e al civico 7 vi è un ristorante italiano chiamato "Bruno's Snack Bar", nel quale è attualmente in vendita un sandwich dal nome 'Dylan Dog'. Secondo quanto affermato da lui stesso in uno dei capitoli della sua storia, Dylan è alto 185 cm e ha 33 anni. Dylan Dog, personaggio dei fumetti inventato da Tiziano Sclavi, deve il suo nome al poeta Dylan Thomas, ed era così che Sclavi era solito chiamare i suoi personaggi prima di sceglierne il vero nome. Ma Dylan rimase Dylan. Alto 185 cm, ha 33 anni, secondo quanto lui stesso dice in uno dei capitoli della sua storia, e vive al numero 7 di Craven Road, a Londra (ambientazione tipica delle sue vicende). Sclavi scelse "craven" in onore dello sceneggiatore e regista della popolare serie inglese Nightmare, Wes Craven. Le Craven Road a Londra sono numerose ma solo una nel centro, a Westminster, mentre le altre si trovano in periferia. Il civico 7 è occupato dal ristorante italiano "Bruno's Snack Bar", nel quale è attualmente in vendita un sandwich dal nome 'Dylan Dog'. Il volto di Dylan e la sua caratterizzazione grafica è invece ispirata, per volere dello stesso Sclavi, all'attore americano Rupert Everett.
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Il nome e il prestigio dell'università non conta quanto il campo di studi. Insomma i grandi college di fama internazionale potrebbero diventare ancora più selettivi ma, spiega il report, il ritorno economico di una laurea dipende molto di più dalla materia di studio che dalla scelta della scuola. Non sorprende, infatti, che gli studenti di ingegneria e scienze informatiche guadagnino più di tutti. Gli ingegneri, inoltre, sono quelli che meno dipendendo da prestigio della loro scuola: i laureati di scuole meno selettive hanno un ritorno appena inferiore alla media. Pagano bene anche i titoli di studio in economia che rendono l'8,7% annuo, mentre i corsi delle facoltà umanistiche pagano evidenti dividendi intellettuali, ma alle volte hanno ritorni inferiori all'investimento iniziale. In sostanza gli studenti interessati a far fruttare al massimo il loro titolo di studio dovrebbero preoccuparsi meno del "rank" dalla loro università e passare più tempo sui libri di matematica. Il ritorno economico degli studi universitari dipende molto più dal campo di studi che dal prestigio dell'istituto presso cui gli studi sono stati effettuati. I titoli di studio in ingegneria, scienze informatiche ed economia sono quelli che promettono un maggiore guadagno economico, mentre le discipline umanistiche possono pagare dividendi addirittura inferiori all'investimento iniziale.
Il nome e il prestigio dell'università non conta quanto il campo di studi. Insomma i grandi college di fama internazionale potrebbero diventare ancora più selettivi ma, spiega il report, il ritorno economico di una laurea dipende molto di più dalla materia di studio che dalla scelta della scuola. Non sorprende, infatti, che gli studenti di ingegneria e scienze informatiche guadagnino più di tutti. Gli ingegneri, inoltre, sono quelli che meno dipendendo da prestigio della loro scuola: i laureati di scuole meno selettive hanno un ritorno appena inferiore alla media. Pagano bene anche i titoli di studio in economia che rendono l'8,7% annuo, mentre i corsi delle facoltà umanistiche pagano evidenti dividendi intellettuali, ma alle volte hanno ritorni inferiori all'investimento iniziale. In sostanza gli studenti interessati a far fruttare al massimo il loro titolo di studio dovrebbero preoccuparsi meno del "rank" dalla loro università e passare più tempo sui libri di matematica. Il ritorno economico degli studi universitari dipende molto più dal campo di studi che dal prestigio dell'istituto presso cui gli studi sono stati effettuati. I titoli di studio in ingegneria, scienze informatiche ed economia sono quelli che promettono un maggiore guadagno economico, mentre le discipline umanistiche possono pagare dividendi addirittura inferiori all'investimento iniziale.
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Il nostro habitus mentale, forgiato sulle acquisizioni dell'arte rinascimentale, impedisce altresì di percepire con la necessaria chiarezza come la pittura greca e romana sia stata costruita sulla base di ben differenti codici, nei quali non manca evidentemente l'illusione della profondità - sarebbe stato impossibile per gli artisti greci non avvertire il problema -, ma definita secondo altri criteri e con regole differenti. Influenzati dall'arte rinascimentale, noi fatichiamo a capire che la pittura greca e romana non era priva dell'idea di profondità, ma la rendeva con criteri e canoni diversi dai nostri.
Il nostro habitus mentale, forgiato sulle acquisizioni dell'arte rinascimentale, impedisce altresì di percepire con la necessaria chiarezza come la pittura greca e romana sia stata costruita sulla base di ben differenti codici, nei quali non manca evidentemente l'illusione della profondità - sarebbe stato impossibile per gli artisti greci non avvertire il problema -, ma definita secondo altri criteri e con regole differenti. Influenzati dall'arte rinascimentale, noi fatichiamo a capire che la pittura greca e romana non era priva dell'idea di profondità, ma la rendeva con criteri e canoni diversi dai nostri.
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Il Novecento vede il crollo della Russia zarista e degli altri due imperi multinazionali, quello austro-ungarico e quello ottomano, il compimento di altre aspirazioni nazionali, una nuova intensa stagione del costituzionalismo in molti Paesi, ma anche la sua crisi, con le lacerazioni e le convulsioni delle due guerre mondiali. È però anche il secolo in cui si affaccia un nuovo ideale di pacifica convivenza tra nazioni accomunate da valori civili e costituzionali comuni. Dopo il tentativo fallito della Società delle Nazioni, il cammino riprende alla fine della Seconda guerra mondiale. La grande novità è la nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (1945), la cui Carta è ispirata esplicitamente agli ideali di libertà, eguaglianza, democrazia, pace fra i popoli che rappresentano l'anima del costituzionalismo; e che, a differenza della Società delle Nazioni, riesce nel tempo a riunire praticamente tutti gli Stati della Terra (oggi i membri dell'organizzazione sono divenuti 191, dai 51 originari). È l'ONU che per la prima volta porta a livello internazionale e tendenzialmente universale i principi dei diritti umani, che costituiscono lo sviluppo di quelli affermati nelle dichiarazioni dei diritti della fine del Settecento, e ne fa oggetto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo proclamata dall'assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Nel Novecento si assiste al crollo degli imperi multinazionali, alla realizzazione di aspirazioni nazionali e alla nascita di una nuova stagione del costituzionalismo, seguita dalla sua crisi provocata dalle due guerre mondiali. È sempre nel Novecento che nasce un nuovo ideale di convivenza pacifica tra le nazioni, sulla base di valori civili e costituzionali comuni: nel 1945 si costituisce l'Organizzazione delle Nazioni Unite, che oggi riunisce praticamente tutti gli Stati della Terra. Per la prima volta l'ONU afferma i principi dei diritti umani a livello internazionale e universale e ne fa oggetto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proclamata nel 1948.
Il Novecento vede il crollo della Russia zarista e degli altri due imperi multinazionali, quello austro-ungarico e quello ottomano, il compimento di altre aspirazioni nazionali, una nuova intensa stagione del costituzionalismo in molti Paesi, ma anche la sua crisi, con le lacerazioni e le convulsioni delle due guerre mondiali. È però anche il secolo in cui si affaccia un nuovo ideale di pacifica convivenza tra nazioni accomunate da valori civili e costituzionali comuni. Dopo il tentativo fallito della Società delle Nazioni, il cammino riprende alla fine della Seconda guerra mondiale. La grande novità è la nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (1945), la cui Carta è ispirata esplicitamente agli ideali di libertà, eguaglianza, democrazia, pace fra i popoli che rappresentano l'anima del costituzionalismo; e che, a differenza della Società delle Nazioni, riesce nel tempo a riunire praticamente tutti gli Stati della Terra (oggi i membri dell'organizzazione sono divenuti 191, dai 51 originari). È l'ONU che per la prima volta porta a livello internazionale e tendenzialmente universale i principi dei diritti umani, che costituiscono lo sviluppo di quelli affermati nelle dichiarazioni dei diritti della fine del Settecento, e ne fa oggetto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo proclamata dall'assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Nel Novecento si assiste al crollo degli imperi multinazionali, alla realizzazione di aspirazioni nazionali e alla nascita di una nuova stagione del costituzionalismo, seguita dalla sua crisi provocata dalle due guerre mondiali. È sempre nel Novecento che nasce un nuovo ideale di convivenza pacifica tra le nazioni, sulla base di valori civili e costituzionali comuni: nel 1945 si costituisce l'Organizzazione delle Nazioni Unite, che oggi riunisce praticamente tutti gli Stati della Terra. Per la prima volta l'ONU afferma i principi dei diritti umani a livello internazionale e universale e ne fa oggetto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proclamata nel 1948.
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Il numero di parti gemellari è un fenomeno che quasi tutte le autorità sanitarie tengono d'occhio con attenzione. Diverse ricerche dimostrano che esiste una correlazione tra gravidanze plurime e indicatori negativi come per esempio i parti prematuri e le nascite di bambini sottopeso. Una delle prime spiegazioni è che le gravidanze plurime riguardano soprattutto le donne meno giovani; circa un terzo dei parti plurimi negli USA può essere infatti imputato all'aumento dell'età delle donne durante il parto mentre i restanti due terzi vengono attribuiti alla diffusione delle tecniche per contrastare l'infertilità, come la fecondazione in vitro e i trattamenti per aumentare l'ovulazione. Le autorità sanitarie tengono d'occhio il numero dei parti gemellari poiché questo si può correlare con indicatori negativi, come i parti prematuri. Sembra che le ragioni dei parti plurimi siano da ricondurre alla diffusione delle tecniche per contrastare l'infertilità e all'aumento dell'età in cui le donne rimangono incinte.
Il numero di parti gemellari è un fenomeno che quasi tutte le autorità sanitarie tengono d'occhio con attenzione. Diverse ricerche dimostrano che esiste una correlazione tra gravidanze plurime e indicatori negativi come per esempio i parti prematuri e le nascite di bambini sottopeso. Una delle prime spiegazioni è che le gravidanze plurime riguardano soprattutto le donne meno giovani; circa un terzo dei parti plurimi negli USA può essere infatti imputato all'aumento dell'età delle donne durante il parto mentre i restanti due terzi vengono attribuiti alla diffusione delle tecniche per contrastare l'infertilità, come la fecondazione in vitro e i trattamenti per aumentare l'ovulazione. Le autorità sanitarie tengono d'occhio il numero dei parti gemellari poiché questo si può correlare con indicatori negativi, come i parti prematuri. Sembra che le ragioni dei parti plurimi siano da ricondurre alla diffusione delle tecniche per contrastare l'infertilità e all'aumento dell'età in cui le donne rimangono incinte.
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Il palazzo Salina era attiguo alla Chiesa Madre. La sua breve facciata con sette finestre sulla piazza non lasciava supporre la sua smisuratezza, che si estendeva indietro per duecento metri; erano dei fabbricati in stili diversi, armoniosamente uniti, però, intorno a tre vastissimi cortili, e terminanti in un ampio giardino. La breve facciata del Palazzo Salina, attiguo alla Chiesa Madre, non lasciava supporre che esso potesse estendersi posteriormente per duecento metri tra fabbricati, cortili e giardino.
Il palazzo Salina era attiguo alla Chiesa Madre. La sua breve facciata con sette finestre sulla piazza non lasciava supporre la sua smisuratezza, che si estendeva indietro per duecento metri; erano dei fabbricati in stili diversi, armoniosamente uniti, però, intorno a tre vastissimi cortili, e terminanti in un ampio giardino. La breve facciata del Palazzo Salina, attiguo alla Chiesa Madre, non lasciava supporre che esso potesse estendersi posteriormente per duecento metri tra fabbricati, cortili e giardino.
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Il parchimetro fu inventato negli Stati Uniti, nel 1935, da Carl C. Magee. Avvocato, giornalista e presidente della Camera del Commercio di Oklahoma City, Magee lo brevettò come soluzione a quello che oggi chiamiamo "parcheggio selvaggio", un fenomeno che affliggeva la via principale della città, dove si affacciava la maggior parte dei negozi. I lavoratori di fabbriche e uffici lasciavano le auto parcheggiate di fronte alle vetrine per l'intera giornata, con conseguenti lamentele dei negozianti che vedevano diminuire i clienti proprio per la mancanza di parcheggio. Il primo parchimetro fu installato il 16 luglio 1935, e sulle pagine del suo giornale "The Oklahoma News", Magee lo definì uno strumento che tratta tutti allo stesso modo, certo che "alla gente sarebbe piaciuto". Alla gente non piacque affatto, ma ormai il dado era tratto, e le casse del comune si riempirono. In Italia i parchimetri arrivarono nei primi anni Ottanta e oggi, in tutto il mondo, ne esistono più di 5 milioni, di foggia e funzionamento diversi. Carl Magee, statunitense, inventò il parchimetro nel 1935 e lo brevettò per risolvere il problema del parcheggio selvaggio che affliggeva la sua città, Oklahoma City. Il primo fu installato il 16 luglio 1935 e non piacque ai cittadini, ma contribuì a riempire le casse del comune. All'inizio degli anni Ottanta furono installati i primi parchimetri in Italia e oggi nel mondo ne esistono oltre 5 milioni di tipo diverso.
Il parchimetro fu inventato negli Stati Uniti, nel 1935, da Carl C. Magee. Avvocato, giornalista e presidente della Camera del Commercio di Oklahoma City, Magee lo brevettò come soluzione a quello che oggi chiamiamo "parcheggio selvaggio", un fenomeno che affliggeva la via principale della città, dove si affacciava la maggior parte dei negozi. I lavoratori di fabbriche e uffici lasciavano le auto parcheggiate di fronte alle vetrine per l'intera giornata, con conseguenti lamentele dei negozianti che vedevano diminuire i clienti proprio per la mancanza di parcheggio. Il primo parchimetro fu installato il 16 luglio 1935, e sulle pagine del suo giornale "The Oklahoma News", Magee lo definì uno strumento che tratta tutti allo stesso modo, certo che "alla gente sarebbe piaciuto". Alla gente non piacque affatto, ma ormai il dado era tratto, e le casse del comune si riempirono. In Italia i parchimetri arrivarono nei primi anni Ottanta e oggi, in tutto il mondo, ne esistono più di 5 milioni, di foggia e funzionamento diversi. Carl Magee, statunitense, inventò il parchimetro nel 1935 e lo brevettò per risolvere il problema del parcheggio selvaggio che affliggeva la sua città, Oklahoma City. Il primo fu installato il 16 luglio 1935 e non piacque ai cittadini, ma contribuì a riempire le casse del comune. All'inizio degli anni Ottanta furono installati i primi parchimetri in Italia e oggi nel mondo ne esistono oltre 5 milioni di tipo diverso.
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Il Parco archeologico dell'antica Castel Seprio, in provincia di Varese, è costituito dai ruderi dell'omonimo insediamento fortificato e del suo borgo, nonché dalla poco distante bellissima chiesa di Santa Maria foris portas. Dello stesso "unicum" archeologico è il Monastero di Torba. Dichiarato il 26 giugno 2011 Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, il parco è stato istituito successivamente alla riscoperta del sito da parte di Gian Piero Bognetti negli anni Cinquanta. Gli scavi hanno evidenziato una frequentazione del luogo a partire dall'età prestorica e protostorica, con una necropoli dell'Età del ferro di matrice insubre presso l'attuale chiesa di S. Maria foris portas. La fondazione del castrum Sibrium sembra risalire al IV-V secolo in relazione a una linea difensiva contro le grandi migrazioni di popoli germanici. Il Parco archeologico di Castel Seprio comprende ruderi dell'omonimo insediamento, la chiesa di Santa Maria foris portas e il Monastero di Torba. Il parco, che dal 2011 è Patrimonio Unesco, è stato fondato dopo la riscoperta del sito negli anni Cinquanta. Gli scavi hanno rivelato una frequentazione del luogo in età prestorica e protostorica, con una necropoli. La fondazione del castrum Sibrium sembra risalire al IV-V secolo per difesa contro le grandi migrazioni germaniche.
Il Parco archeologico dell'antica Castel Seprio, in provincia di Varese, è costituito dai ruderi dell'omonimo insediamento fortificato e del suo borgo, nonché dalla poco distante bellissima chiesa di Santa Maria foris portas. Dello stesso "unicum" archeologico è il Monastero di Torba. Dichiarato il 26 giugno 2011 Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, il parco è stato istituito successivamente alla riscoperta del sito da parte di Gian Piero Bognetti negli anni Cinquanta. Gli scavi hanno evidenziato una frequentazione del luogo a partire dall'età prestorica e protostorica, con una necropoli dell'Età del ferro di matrice insubre presso l'attuale chiesa di S. Maria foris portas. La fondazione del castrum Sibrium sembra risalire al IV-V secolo in relazione a una linea difensiva contro le grandi migrazioni di popoli germanici. Il Parco archeologico di Castel Seprio comprende ruderi dell'omonimo insediamento, la chiesa di Santa Maria foris portas e il Monastero di Torba. Il parco, che dal 2011 è Patrimonio Unesco, è stato fondato dopo la riscoperta del sito negli anni Cinquanta. Gli scavi hanno rivelato una frequentazione del luogo in età prestorica e protostorica, con una necropoli. La fondazione del castrum Sibrium sembra risalire al IV-V secolo per difesa contro le grandi migrazioni germaniche.
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Il Parco archeologico di Pompei comunica che impiegherà richiedenti asilo (a titolo volontario e gratuito, tramite un'intesa con la Prefettura di Napoli) in attività sociali utili, così come fanno alla Reggia di Caserta. Il direttore Massimo Osanna lo reputa "un traguardo di civiltà e un'azione concreta: può mitigare il problema della ridistribuzione e dell'impiego sociale dei profughi che resterebbero nei centri di accoglienza senza stimoli concreti all'inserimento nella società". Il Museo archeologico regionale Salinas di Palermo ha coinvolto sette ragazzi nel carcere minorile Malaspina in dei corsi di restauro. La riflessione della direttrice Francesca Spatafora è una sintesi di molte delle esperienze oggi in corso nei musei italiani: "Abbiamo raccontato una storia antica ma attuale, una storia fatta di arrivi, di incontri, di mediazioni, di integrazione, suscitando un sincero interesse utile ad accorciare quelle distanze che oggi, a volte, alimentano intolleranze". Il Parco archeologico di Pompei, seguendo l'esempio della Reggia di Caserta, coinvolgerà alcuni richiedenti asilo in attività socialmente utili. Secondo il direttore Osanna si tratta di un'azione concreta per facilitare l'integrazione di queste persone. A Palermo, nel Museo archeologico regionale Salinas alcuni ragazzi del carcere minorile sono stati coinvolti in un corso di restauro. La direttrice Spatafora ribadisce l'importanza degli incontri e delle contaminazioni nella storia italiana e la necessità di ricordare tutto ciò per contrastare l'intolleranza.
Il Parco archeologico di Pompei comunica che impiegherà richiedenti asilo (a titolo volontario e gratuito, tramite un'intesa con la Prefettura di Napoli) in attività sociali utili, così come fanno alla Reggia di Caserta. Il direttore Massimo Osanna lo reputa "un traguardo di civiltà e un'azione concreta: può mitigare il problema della ridistribuzione e dell'impiego sociale dei profughi che resterebbero nei centri di accoglienza senza stimoli concreti all'inserimento nella società". Il Museo archeologico regionale Salinas di Palermo ha coinvolto sette ragazzi nel carcere minorile Malaspina in dei corsi di restauro. La riflessione della direttrice Francesca Spatafora è una sintesi di molte delle esperienze oggi in corso nei musei italiani: "Abbiamo raccontato una storia antica ma attuale, una storia fatta di arrivi, di incontri, di mediazioni, di integrazione, suscitando un sincero interesse utile ad accorciare quelle distanze che oggi, a volte, alimentano intolleranze". Il Parco archeologico di Pompei, seguendo l'esempio della Reggia di Caserta, coinvolgerà alcuni richiedenti asilo in attività socialmente utili. Secondo il direttore Osanna si tratta di un'azione concreta per facilitare l'integrazione di queste persone. A Palermo, nel Museo archeologico regionale Salinas alcuni ragazzi del carcere minorile sono stati coinvolti in un corso di restauro. La direttrice Spatafora ribadisce l'importanza degli incontri e delle contaminazioni nella storia italiana e la necessità di ricordare tutto ciò per contrastare l'intolleranza.
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Il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione per accordare un aiuto finanziario ed educativo alle donne che creano e guidano piccole e medie imprese. Inoltre, il Parlamento ha previsto delle misure per facilitare le donne sopra i 50 anni a continuare a lavorare o a ritornare al lavoro. Alle donne che creano e guidano piccole e medie imprese saranno accordati aiuti finanziari, grazie a una risoluzione adottata dal Parlamento Europeo. Sono inoltre previste facilitazioni per aiutare le donne con più di 50 anni a continuare a lavorare o a ritornare al lavoro.
Il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione per accordare un aiuto finanziario ed educativo alle donne che creano e guidano piccole e medie imprese. Inoltre, il Parlamento ha previsto delle misure per facilitare le donne sopra i 50 anni a continuare a lavorare o a ritornare al lavoro. Alle donne che creano e guidano piccole e medie imprese saranno accordati aiuti finanziari, grazie a una risoluzione adottata dal Parlamento Europeo. Sono inoltre previste facilitazioni per aiutare le donne con più di 50 anni a continuare a lavorare o a ritornare al lavoro.
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Il Parlamento ha l'ultima parola sulle spese a favore delle Regioni (Fondo europeo di sviluppo regionale), a favore della lotta contro la disoccupazione, in particolare dei giovani e delle donne (Fondo sociale europeo) e a favore dei programmi culturali e di istruzione (Erasmus, Socrates); raramente rinuncia ad aumentare tali spese, sempre entro i limiti di un massimale deciso insieme al Consiglio e alla Commissione. Il Parlamento decide definitivamente rispetto alle spese a favore delle Regioni, della lotta contro la disoccupazione, in particolare di giovani e donne, e dei programmi culturali e di istruzione. Raramente rinuncia all'aumento di queste spese, pur rimanendo nei limiti decisi con il Consiglio e la Commissione.
Il Parlamento ha l'ultima parola sulle spese a favore delle Regioni (Fondo europeo di sviluppo regionale), a favore della lotta contro la disoccupazione, in particolare dei giovani e delle donne (Fondo sociale europeo) e a favore dei programmi culturali e di istruzione (Erasmus, Socrates); raramente rinuncia ad aumentare tali spese, sempre entro i limiti di un massimale deciso insieme al Consiglio e alla Commissione. Il Parlamento decide definitivamente rispetto alle spese a favore delle Regioni, della lotta contro la disoccupazione, in particolare di giovani e donne, e dei programmi culturali e di istruzione. Raramente rinuncia all'aumento di queste spese, pur rimanendo nei limiti decisi con il Consiglio e la Commissione.
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Il piano di Pompeo per sconfiggere Cesare nella guerra del 49 a.C. era insieme semplice e geniale. Cesare sarebbe sceso per la penisola italica con una legione: affrontarlo era pericoloso. Meglio ritirarsi in Oriente, dove Pompeo aveva amici potenti. Là, avrebbe potuto trovare facilmente truppe e denaro. Nello stesso tempo, le forze di Spagna a lui fedeli avrebbero preso alle spalle l'esercito nemico. Purtroppo diversi luogotenenti di Pompeo non capirono il piano e lo compromisero. Pompeo preferì evitare uno scontro con Cesare in Italia e si ritirò in Oriente, per preparare truppe che, con il concorso di quelle spagnole, avrebbero schiacciato l'avversario nel mezzo. Ma le cose non andarono come previsto per via di errori dei suoi generali.
Il piano di Pompeo per sconfiggere Cesare nella guerra del 49 a.C. era insieme semplice e geniale. Cesare sarebbe sceso per la penisola italica con una legione: affrontarlo era pericoloso. Meglio ritirarsi in Oriente, dove Pompeo aveva amici potenti. Là, avrebbe potuto trovare facilmente truppe e denaro. Nello stesso tempo, le forze di Spagna a lui fedeli avrebbero preso alle spalle l'esercito nemico. Purtroppo diversi luogotenenti di Pompeo non capirono il piano e lo compromisero. Pompeo preferì evitare uno scontro con Cesare in Italia e si ritirò in Oriente, per preparare truppe che, con il concorso di quelle spagnole, avrebbero schiacciato l'avversario nel mezzo. Ma le cose non andarono come previsto per via di errori dei suoi generali.
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Il Piemonte è sicuramente una delle Regioni più interessanti dal punto di vista mineralogico. I granati della Val d'Ala, gli epidoti della Valle di Viù o le piriti di Brosso e Traversella, sono solo alcuni dei minerali caratteristici di questa regione e famosi in tutto il mondo per la loro bellezza. Campioni di questa Regione sono presenti nei musei di tutto il globo. L'uomo ha fin dall'antichità sfruttato queste ricchezze del sottosuolo. Dalle piriti delle miniere di Brosso già nel XIII secolo si produceva il ferro e gli abitanti della comunità locale facevano convivere le attività mineraria e metallurgica con quelle dell'agricoltura, della pastorizia e della silvicoltura. Granati, epidoti e piriti sono solo alcuni dei numerosi minerali del Piemonte, famosi in tutto il mondo e presenti in molti musei. L'uomo ha imparato a sfruttarli fin dall'antichità. Gli antichi abitanti di Brosso, affiancando le attività agro pastorali a quelle mineraria e metallurgica, producevano il ferro fin dal secolo XIII.
Il Piemonte è sicuramente una delle Regioni più interessanti dal punto di vista mineralogico. I granati della Val d'Ala, gli epidoti della Valle di Viù o le piriti di Brosso e Traversella, sono solo alcuni dei minerali caratteristici di questa regione e famosi in tutto il mondo per la loro bellezza. Campioni di questa Regione sono presenti nei musei di tutto il globo. L'uomo ha fin dall'antichità sfruttato queste ricchezze del sottosuolo. Dalle piriti delle miniere di Brosso già nel XIII secolo si produceva il ferro e gli abitanti della comunità locale facevano convivere le attività mineraria e metallurgica con quelle dell'agricoltura, della pastorizia e della silvicoltura. Granati, epidoti e piriti sono solo alcuni dei numerosi minerali del Piemonte, famosi in tutto il mondo e presenti in molti musei. L'uomo ha imparato a sfruttarli fin dall'antichità. Gli antichi abitanti di Brosso, affiancando le attività agro pastorali a quelle mineraria e metallurgica, producevano il ferro fin dal secolo XIII.
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Il poeta viveva in campagna fra i prati e i boschi; ma ogni mattina si recava nella grande città a molte miglia oltre i colli nella nebbia azzurra. E ogni sera faceva ritorno. E nella luce del crepuscolo i bambini e la gente gli si riunivano intorno a sentirgli narrare tutte le cose meravigliose che aveva visto quel giorno nei boschi, e lungo il fiume, e sulle vette dei colli. Ogni giorno il poeta si recava dalla campagna, dove viveva, nella grande città, oltrepassando molte miglia attraverso colli, prati e boschi. La sera, quando tornava, lo attorniavano adulti e bambini, a cui raccontava quello che aveva visto lungo il percorso.
Il poeta viveva in campagna fra i prati e i boschi; ma ogni mattina si recava nella grande città a molte miglia oltre i colli nella nebbia azzurra. E ogni sera faceva ritorno. E nella luce del crepuscolo i bambini e la gente gli si riunivano intorno a sentirgli narrare tutte le cose meravigliose che aveva visto quel giorno nei boschi, e lungo il fiume, e sulle vette dei colli. Ogni giorno il poeta si recava dalla campagna, dove viveva, nella grande città, oltrepassando molte miglia attraverso colli, prati e boschi. La sera, quando tornava, lo attorniavano adulti e bambini, a cui raccontava quello che aveva visto lungo il percorso.
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Il popolo finlandese, contrariamente agli altri popoli nordici, crede molto nel futuro dell'Unione Europea. Nel Paese si respira un'aria di ottimismo e di entusiasmo legati all'idea di essersi uniti ad altre centinaia di milioni di cittadini europei attraverso la moneta unica. Al fine di velocizzare la completa integrazione con la nuova moneta, tutti i negozi, le banche e i centri di smaltimento sono stati, inoltre, preventivamente riforniti di una quantità tale di euro che ha permesso ai cittadini di ricevere sempre il resto nella nuova moneta anche per pagamenti avvenuti ancora in marchi. I finlandesi, diversamente dagli altri popoli nordici, si stanno dimostrando entusiasti e fiduciosi sul futuro dell'Unione Europea. Il passaggio all'euro e l'integrazione con la nuova moneta sono stati favoriti facendo in modo che tutti i cittadini, anche pagando in marchi, potessero avere sempre il resto nella nuova moneta.
Il popolo finlandese, contrariamente agli altri popoli nordici, crede molto nel futuro dell'Unione Europea. Nel Paese si respira un'aria di ottimismo e di entusiasmo legati all'idea di essersi uniti ad altre centinaia di milioni di cittadini europei attraverso la moneta unica. Al fine di velocizzare la completa integrazione con la nuova moneta, tutti i negozi, le banche e i centri di smaltimento sono stati, inoltre, preventivamente riforniti di una quantità tale di euro che ha permesso ai cittadini di ricevere sempre il resto nella nuova moneta anche per pagamenti avvenuti ancora in marchi. I finlandesi, diversamente dagli altri popoli nordici, si stanno dimostrando entusiasti e fiduciosi sul futuro dell'Unione Europea. Il passaggio all'euro e l'integrazione con la nuova moneta sono stati favoriti facendo in modo che tutti i cittadini, anche pagando in marchi, potessero avere sempre il resto nella nuova moneta.
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Il potere è la capacità relazionale che permette a un attore sociale di influenzare asimmetricamente le decisioni di altri attori sociali in modo tale da favorire la volontà, gli interessi e i valori dell'attore che esercita il potere. Il potere è esercitato con mezzi di coercizione (o con la possibilità di ricorrervi) e/o con la costruzione di significato sulla base dei discorsi attraverso i quali gli attori sociali guidano la loro azione. Il potere è la capacità relazionale di un attore sociale di influenzare asimmetricamente le decisioni di altri attori sociali. La coercizione, la possibilità di ricorrervi e/o la costruzione di significato sulla base di discorsi che guidano le loro azioni, sono i mezzi con cui gli attori sociali esercitano il potere.
Il potere è la capacità relazionale che permette a un attore sociale di influenzare asimmetricamente le decisioni di altri attori sociali in modo tale da favorire la volontà, gli interessi e i valori dell'attore che esercita il potere. Il potere è esercitato con mezzi di coercizione (o con la possibilità di ricorrervi) e/o con la costruzione di significato sulla base dei discorsi attraverso i quali gli attori sociali guidano la loro azione. Il potere è la capacità relazionale di un attore sociale di influenzare asimmetricamente le decisioni di altri attori sociali. La coercizione, la possibilità di ricorrervi e/o la costruzione di significato sulla base di discorsi che guidano le loro azioni, sono i mezzi con cui gli attori sociali esercitano il potere.
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Il potere d'acquisto delle famiglie nel secondo trimestre del 2016 è aumentato dell'1,1% e del 2,9% su base annua. Una percentuale che rappresenta l'aumento più significativo a partire dal secondo trimestre del 2007. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell'1,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. Di conseguenza, anche la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, salendo al 9,6%. Secondo un'indagine Istat, nel 2016 è aumentato il potere d'acquisto delle famiglie consumatrici, da aprile a giugno del 1,1%, e del 2,9% considerando l'intero anno. L'incremento del secondo trimestre è il più alto a partire dallo stesso periodo di riferimento del 2007. Diversamente dal trimestre precedente per le famiglie sono aumentate le entrate (1,3%), i consumi (0,2%) e la tendenza al risparmio (+0,9%). Quest'ultima è salita al 9,6%.
Il potere d'acquisto delle famiglie nel secondo trimestre del 2016 è aumentato dell'1,1% e del 2,9% su base annua. Una percentuale che rappresenta l'aumento più significativo a partire dal secondo trimestre del 2007. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell'1,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. Di conseguenza, anche la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, salendo al 9,6%. Secondo un'indagine Istat, nel 2016 è aumentato il potere d'acquisto delle famiglie consumatrici, da aprile a giugno del 1,1%, e del 2,9% considerando l'intero anno. L'incremento del secondo trimestre è il più alto a partire dallo stesso periodo di riferimento del 2007. Diversamente dal trimestre precedente per le famiglie sono aumentate le entrate (1,3%), i consumi (0,2%) e la tendenza al risparmio (+0,9%). Quest'ultima è salita al 9,6%.
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Il pregiudizio è un atteggiamento mentale negativo; esattamente è un "giudizio detto prima", cioè prima della sufficiente e diretta conoscenza di qualcosa. Nel pregiudizio, chi più chi meno, cadiamo spesso tutti. Quante volte ci capita, ad esempio, di giudicare un avvenimento sportivo o politico, di scienza o medicina, senza la dovuta competenza? "Pregiudizio" significa letteralmente "giudizio detto prima", e per "prima" si intende prima di conoscere bene ciò di cui si sta parlando. È un atteggiamento mentale negativo in cui cadiamo frequentemente tutti, per esempio giudicando un avvenimento sportivo, politico, di scienza o di medicina.
Il pregiudizio è un atteggiamento mentale negativo; esattamente è un "giudizio detto prima", cioè prima della sufficiente e diretta conoscenza di qualcosa. Nel pregiudizio, chi più chi meno, cadiamo spesso tutti. Quante volte ci capita, ad esempio, di giudicare un avvenimento sportivo o politico, di scienza o medicina, senza la dovuta competenza? "Pregiudizio" significa letteralmente "giudizio detto prima", e per "prima" si intende prima di conoscere bene ciò di cui si sta parlando. È un atteggiamento mentale negativo in cui cadiamo frequentemente tutti, per esempio giudicando un avvenimento sportivo, politico, di scienza o di medicina.
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Il presupposto di base su cui si fonda lo sviluppo di comunità è che in tutte le comunità esistono risorse in persone (capitale uomo) e in natura (territorio) che sono sottovalorizzate. Esiste quindi un potenziale direttivo locale a cui si deve far appello in ogni processo di sviluppo. In ogni caso, lo sviluppo di comunità implica la reciproca integrazione di due forze: l'azione della comunità locale e il lavoro degli agenti esterni. Lo sviluppo di comunità implica l'integrazione tra l'azione della comunità locale, dove esistono sempre risorse in persone e in natura, sottovalorizzate, a cui far appello nei processi di sviluppo, e il lavoro degli agenti esterni.
Il presupposto di base su cui si fonda lo sviluppo di comunità è che in tutte le comunità esistono risorse in persone (capitale uomo) e in natura (territorio) che sono sottovalorizzate. Esiste quindi un potenziale direttivo locale a cui si deve far appello in ogni processo di sviluppo. In ogni caso, lo sviluppo di comunità implica la reciproca integrazione di due forze: l'azione della comunità locale e il lavoro degli agenti esterni. Lo sviluppo di comunità implica l'integrazione tra l'azione della comunità locale, dove esistono sempre risorse in persone e in natura, sottovalorizzate, a cui far appello nei processi di sviluppo, e il lavoro degli agenti esterni.
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Il primo che cercò di interpretare l'origine degli esseri viventi in chiave evolutiva fu il naturalista francese J.- B. Lamarck (1744-1829) che nel 1801 formulò la sua teoria fondata sul principio dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti: nel suo esempio più noto, lo studioso ipotizzava che le giraffe ancestrali avessero allungato progressivamente il collo per poter raggiungere le foglie sui rami più alti degli alberi. Generazione dopo generazione, sosteneva Lamarck, questo carattere si sarebbe trasmesso ai discendenti. La teoria di Lamarck, per quanto in una certa misura corretta, non era comunque in grado di rendere conto degli effettivi processi che causavano tali modificazioni. J.-B. Lamarck, all'inizio dell'800, formulò la sua teoria fondata sul principio dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti: egli sosteneva che il collo delle giraffe si fosse progressivamente allungato allo scopo di raggiungere i rami più alti degli alberi e che questo carattere si sarebbe poi trasmesso ai discendenti. Lamarck fu il primo a dare una spiegazione in chiave evolutiva dell'origine degli esseri viventi e la sua teoria, in una certa misura, risulta corretta.
Il primo che cercò di interpretare l'origine degli esseri viventi in chiave evolutiva fu il naturalista francese J.- B. Lamarck (1744-1829) che nel 1801 formulò la sua teoria fondata sul principio dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti: nel suo esempio più noto, lo studioso ipotizzava che le giraffe ancestrali avessero allungato progressivamente il collo per poter raggiungere le foglie sui rami più alti degli alberi. Generazione dopo generazione, sosteneva Lamarck, questo carattere si sarebbe trasmesso ai discendenti. La teoria di Lamarck, per quanto in una certa misura corretta, non era comunque in grado di rendere conto degli effettivi processi che causavano tali modificazioni. J.-B. Lamarck, all'inizio dell'800, formulò la sua teoria fondata sul principio dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti: egli sosteneva che il collo delle giraffe si fosse progressivamente allungato allo scopo di raggiungere i rami più alti degli alberi e che questo carattere si sarebbe poi trasmesso ai discendenti. Lamarck fu il primo a dare una spiegazione in chiave evolutiva dell'origine degli esseri viventi e la sua teoria, in una certa misura, risulta corretta.
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Il primo grande scontro marittimo della prima guerra punica avviene a Milazzo nel 260 a.C., dove la flotta romana, con al comando il console Caio Duilio, riporta la prima vittoria navale. In questa occasione si rivela fondamentale l'uso dei corvi, speciali ponti uncinati che tengono agganciate le navi nemiche consentendo il combattimento corpo a corpo, come in una battaglia terrestre. I corvi, un particolare tipo di ponte uncinato che serve per tenere agganciate le navi nemiche in modo da poter effettuare un corpo a corpo come in una battaglia terrestre, si rivelarono estremamente importanti nella prima battaglia marittima della prima guerra punica, avvenuta a Milazzo nel 260 a.C. e in cui la flotta romana, comandata dal console Caio Duilio, vinse lo scontro navale.
Il primo grande scontro marittimo della prima guerra punica avviene a Milazzo nel 260 a.C., dove la flotta romana, con al comando il console Caio Duilio, riporta la prima vittoria navale. In questa occasione si rivela fondamentale l'uso dei corvi, speciali ponti uncinati che tengono agganciate le navi nemiche consentendo il combattimento corpo a corpo, come in una battaglia terrestre. I corvi, un particolare tipo di ponte uncinato che serve per tenere agganciate le navi nemiche in modo da poter effettuare un corpo a corpo come in una battaglia terrestre, si rivelarono estremamente importanti nella prima battaglia marittima della prima guerra punica, avvenuta a Milazzo nel 260 a.C. e in cui la flotta romana, comandata dal console Caio Duilio, vinse lo scontro navale.
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Il problema del turismo culturale, che potrebbe costituire una grande ricchezza per Milano e che in realtà invece è praticamente inesistente, è stato recentemente sollevato, ancora una volta, dalle polemiche scatenate dal fatto che l'Accademia di Brera ha rifiutato di prestare a Mantova, in occasione di una mostra monografica sull'artista, il Cristo morto del Mantegna. Opera questa che i milanesi, ma anche i turisti, ignoravano fosse custodita, insieme ad altri gioielli di primissimo piano come Lo sposalizio della Vergine di Raffaello o la Pala Montefeltro di Piero della Francesca, nella pinacoteca lombarda. Le polemiche sorte a seguito del rifiuto da parte dell'Accademia di Brera di prestare a Mantova, in occasione di una mostra sull'artista, il Cristo morto del Mantegna, hanno riaperto il problema del turismo culturale a Milano e della ricchezza che esso potrebbe costituire per la città: i milanesi e i turisti, infatti, per lo più ignorano che nella pinacoteca sono conservate opere come lo Sposalizio della Vergine di Raffaello o la Pala di Montefeltro di Piero della Francesca.
Il problema del turismo culturale, che potrebbe costituire una grande ricchezza per Milano e che in realtà invece è praticamente inesistente, è stato recentemente sollevato, ancora una volta, dalle polemiche scatenate dal fatto che l'Accademia di Brera ha rifiutato di prestare a Mantova, in occasione di una mostra monografica sull'artista, il Cristo morto del Mantegna. Opera questa che i milanesi, ma anche i turisti, ignoravano fosse custodita, insieme ad altri gioielli di primissimo piano come Lo sposalizio della Vergine di Raffaello o la Pala Montefeltro di Piero della Francesca, nella pinacoteca lombarda. Le polemiche sorte a seguito del rifiuto da parte dell'Accademia di Brera di prestare a Mantova, in occasione di una mostra sull'artista, il Cristo morto del Mantegna, hanno riaperto il problema del turismo culturale a Milano e della ricchezza che esso potrebbe costituire per la città: i milanesi e i turisti, infatti, per lo più ignorano che nella pinacoteca sono conservate opere come lo Sposalizio della Vergine di Raffaello o la Pala di Montefeltro di Piero della Francesca.
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Il problema di comunicare correttamente con l'opinione pubblica per quanto riconosciuto è assolutamente sottovalutato o addirittura non capito da molte imprese e da tanti personaggi politici e sportivi. "I fatti parleranno da soli", ripeteva un importante uomo politico (...); e invece i fatti da soli non bastano affatto, per molteplici ragioni. Innanzitutto perché l'immagine percepita non si basa su singoli fatti sconnessi l'uno dall'altro, ma su tratti d'immagine la cui composizione definisce il profilo della personalità. "I fatti parleranno da soli": questa frase sintetizza il pensiero corrente sul problema della comunicazione. Si ritiene cioè che l'immagine - sia essa quella di un'azienda o di una personalità in vista - possa essere formata a partire da tratti disconnessi, quando invece ciò che viene percepito dalla pubblica opinione è la loro composizione.
Il problema di comunicare correttamente con l'opinione pubblica per quanto riconosciuto è assolutamente sottovalutato o addirittura non capito da molte imprese e da tanti personaggi politici e sportivi. "I fatti parleranno da soli", ripeteva un importante uomo politico (...); e invece i fatti da soli non bastano affatto, per molteplici ragioni. Innanzitutto perché l'immagine percepita non si basa su singoli fatti sconnessi l'uno dall'altro, ma su tratti d'immagine la cui composizione definisce il profilo della personalità. "I fatti parleranno da soli": questa frase sintetizza il pensiero corrente sul problema della comunicazione. Si ritiene cioè che l'immagine - sia essa quella di un'azienda o di una personalità in vista - possa essere formata a partire da tratti disconnessi, quando invece ciò che viene percepito dalla pubblica opinione è la loro composizione.
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Il problema di fondo è come si arriva a una definizione di intelligenza. Nei manuali di Psicologia Generale il capitolo sull'intelligenza non è in genere di aiuto a chi vuole arrivare a una definizione, perché gli studiosi non sono perfettamente d'accordo sulla natura dell'intelligenza e sulle sue componenti. Si può arrivare a un accordo e stabilire un'unità o un metodo di misura, cioè uno strumento cui tutti facciano riferimento come, per esempio, uno dei test di intelligenza. A questo punto diremo che intelligenza è per noi ciò che il test misura. Gli studiosi non sono del tutto concordi sulle componenti dell'intelligenza e sulla sua natura, cosicché i testi di Psicologia Generale non sono utili a chi cerca una definizione. È possibile però accordarsi, per esempio, su strumenti, unità e metodi di misura per farli diventare un riferimento comune.
Il problema di fondo è come si arriva a una definizione di intelligenza. Nei manuali di Psicologia Generale il capitolo sull'intelligenza non è in genere di aiuto a chi vuole arrivare a una definizione, perché gli studiosi non sono perfettamente d'accordo sulla natura dell'intelligenza e sulle sue componenti. Si può arrivare a un accordo e stabilire un'unità o un metodo di misura, cioè uno strumento cui tutti facciano riferimento come, per esempio, uno dei test di intelligenza. A questo punto diremo che intelligenza è per noi ciò che il test misura. Gli studiosi non sono del tutto concordi sulle componenti dell'intelligenza e sulla sua natura, cosicché i testi di Psicologia Generale non sono utili a chi cerca una definizione. È possibile però accordarsi, per esempio, su strumenti, unità e metodi di misura per farli diventare un riferimento comune.
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Il problema fondamentale del Canada è la scarsità di popolazione, dovuta principalmente all'asprezza dell'ambiente naturale. Ottawa, situata alla latitudine di Venezia, raggiunge nel periodo invernale anche i - 30 °C; e a Montréal la rimozione della neve rappresenta la spesa più alta del bilancio cittadino. Il problema è antico come la colonizzazione del Paese. Dopo la scoperta del territorio fatta da Cartier, fu Samuel de Champlain che cominciò veramente il popolamento del Canada a partire dall'attuale Nuova Scozia, fondando poi nel 1608 Québec e nel 1642 Montréal. Il Canada soffre di scarsità di popolazione. Questo fenomeno dipende in gran parte dalla rigidità del clima, che è ben illustrata per esempio dai -30 °C dell'inverno di Ottawa e dai problemi di rimozione della neve di Montréal. È così da sempre, a partire dalla scoperta del territorio fatta da Cartier, sino ai primi tentativi di popolamento da parte di Samuel de Champlain, fondatore di Québec e Montréal.
Il problema fondamentale del Canada è la scarsità di popolazione, dovuta principalmente all'asprezza dell'ambiente naturale. Ottawa, situata alla latitudine di Venezia, raggiunge nel periodo invernale anche i - 30 °C; e a Montréal la rimozione della neve rappresenta la spesa più alta del bilancio cittadino. Il problema è antico come la colonizzazione del Paese. Dopo la scoperta del territorio fatta da Cartier, fu Samuel de Champlain che cominciò veramente il popolamento del Canada a partire dall'attuale Nuova Scozia, fondando poi nel 1608 Québec e nel 1642 Montréal. Il Canada soffre di scarsità di popolazione. Questo fenomeno dipende in gran parte dalla rigidità del clima, che è ben illustrata per esempio dai -30 °C dell'inverno di Ottawa e dai problemi di rimozione della neve di Montréal. È così da sempre, a partire dalla scoperta del territorio fatta da Cartier, sino ai primi tentativi di popolamento da parte di Samuel de Champlain, fondatore di Québec e Montréal.
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Il processo contro Socrate (399 a.C.) per un'accusa di empietà, fu in realtà un processo "politico". Politico in senso specifico, perché si colpiva in lui l'ispiratore (o il presunto ispiratore) degli uomini risultati maggiormente nocivi alla città (Alcibiade e Crizia), ma anche politico in una accezione più vasta, in quanto il processo alle "idee" era di fatto un modo alquanto terroristico di esercitare un controllo sulle devianze. E appunto come maestro di devianza Socrate veniva processato. I cinquecento cittadini tirati a sorte che lo giudicarono vedevano in lui un disturbante critico del sistema politico vigente e, insieme, un empio negatore degli dèi e dunque delle basi etiche su cui poggiava la vita della comunità. I cittadini che giudicarono Socrate lo consideravano un contestatore che disturbava il sistema politico e che, criticando il sistema religioso, sconvolgeva le basi morali della società: ecco perché il processo a Socrate per accusa di empietà fu un processo "politico".
Il processo contro Socrate (399 a.C.) per un'accusa di empietà, fu in realtà un processo "politico". Politico in senso specifico, perché si colpiva in lui l'ispiratore (o il presunto ispiratore) degli uomini risultati maggiormente nocivi alla città (Alcibiade e Crizia), ma anche politico in una accezione più vasta, in quanto il processo alle "idee" era di fatto un modo alquanto terroristico di esercitare un controllo sulle devianze. E appunto come maestro di devianza Socrate veniva processato. I cinquecento cittadini tirati a sorte che lo giudicarono vedevano in lui un disturbante critico del sistema politico vigente e, insieme, un empio negatore degli dèi e dunque delle basi etiche su cui poggiava la vita della comunità. I cittadini che giudicarono Socrate lo consideravano un contestatore che disturbava il sistema politico e che, criticando il sistema religioso, sconvolgeva le basi morali della società: ecco perché il processo a Socrate per accusa di empietà fu un processo "politico".
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Il processo di continua ricerca e selezione reciproca di lavoratori e imprese comporta elevati costi. Da ciò nasce l'incentivo per alcuni agenti (intermediari) a costruire canali informativi specializzati, sopportando i relativi costi fissi e vendendo l'informazione a lavoratori e imprese. Tali intermediari possono avere natura pubblica o privata. Esistono infine canali informali, come i contatti con parenti, amici o conoscenti. I costi che può comportare la ricerca di un lavoro o la selezione di lavoratori ha incentivato la nascita di agenzie di intermediazione, pubbliche o private, che vendono informazioni ai lavoratori e alle imprese. In alternativa si può ricorrere a canali informali, come parenti, amici o conoscenti.
Il processo di continua ricerca e selezione reciproca di lavoratori e imprese comporta elevati costi. Da ciò nasce l'incentivo per alcuni agenti (intermediari) a costruire canali informativi specializzati, sopportando i relativi costi fissi e vendendo l'informazione a lavoratori e imprese. Tali intermediari possono avere natura pubblica o privata. Esistono infine canali informali, come i contatti con parenti, amici o conoscenti. I costi che può comportare la ricerca di un lavoro o la selezione di lavoratori ha incentivato la nascita di agenzie di intermediazione, pubbliche o private, che vendono informazioni ai lavoratori e alle imprese. In alternativa si può ricorrere a canali informali, come parenti, amici o conoscenti.
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Il progetto definitivo del museo della Shoah di Roma è stato approvato: un edificio di otto piani, quattro interrati, con tutti i nomi delle vittime dell'Olocausto in Italia. Firmato da Luca Zevi e Giorgio Tamburini, costerà più di 13 milioni e sorgerà vicino Roma. Analoghe strutture esistono già a Berlino, Parigi, Londra, Gerusalemme, Washington. Manca solo l'avvio della procedura per la gara d'appalto, ma nel bilancio del Comune manca la copertura di spesa. Il progetto per un museo della Shoah vicino a Roma per commemorare le vittime italiane è stato approvato. Il progetto prevede una struttura in cui vengano riportati tutti i nomi delle vittime dell'Olocausto in Italia e costerà più di 13 milioni di euro. Deve ancora però essere avviata la gara d'appalto e data la copertura di spesa, da parte del Comune.
Il progetto definitivo del museo della Shoah di Roma è stato approvato: un edificio di otto piani, quattro interrati, con tutti i nomi delle vittime dell'Olocausto in Italia. Firmato da Luca Zevi e Giorgio Tamburini, costerà più di 13 milioni e sorgerà vicino Roma. Analoghe strutture esistono già a Berlino, Parigi, Londra, Gerusalemme, Washington. Manca solo l'avvio della procedura per la gara d'appalto, ma nel bilancio del Comune manca la copertura di spesa. Il progetto per un museo della Shoah vicino a Roma per commemorare le vittime italiane è stato approvato. Il progetto prevede una struttura in cui vengano riportati tutti i nomi delle vittime dell'Olocausto in Italia e costerà più di 13 milioni di euro. Deve ancora però essere avviata la gara d'appalto e data la copertura di spesa, da parte del Comune.
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Il pubblico ministero è l'organo dello Stato la cui funzione principale è l'esercizio dell'azione penale. Possiamo cogliere lo spunto per ricordare come il sistema penale italiano segua il cosiddetto modello accusatorio, che prevede la netta separazione tra l'organo che promuove l'accusa e l'organo che giudica su di essa. Qualora i due organi dovessero coincidere, il modello sarebbe quello - così sinistramente famigerato - detto inquisitorio. Compito principale del pubblico ministero è l'esercizio dell'azione penale. I sistemi di tipo accusatorio, come quello italiano, prevedono la distinzione tra organo di accusa e organo di giudizio. Nei sistemi di tipo inquisitorio, invece, tali organi coincidono.
Il pubblico ministero è l'organo dello Stato la cui funzione principale è l'esercizio dell'azione penale. Possiamo cogliere lo spunto per ricordare come il sistema penale italiano segua il cosiddetto modello accusatorio, che prevede la netta separazione tra l'organo che promuove l'accusa e l'organo che giudica su di essa. Qualora i due organi dovessero coincidere, il modello sarebbe quello - così sinistramente famigerato - detto inquisitorio. Compito principale del pubblico ministero è l'esercizio dell'azione penale. I sistemi di tipo accusatorio, come quello italiano, prevedono la distinzione tra organo di accusa e organo di giudizio. Nei sistemi di tipo inquisitorio, invece, tali organi coincidono.
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Il razzismo contro i rom non riguarda solo alcune frange estremiste. I sondaggi Eurobarometro (2007, 2008) mostrano quanto diffusi siano i pregiudizi e gli stereotipi su questa minoranza. Il 77% dei cittadini europei ritiene uno svantaggio appartenere alla minoranza rom e il 24% troverebbe sconveniente avere come vicino di casa un rom. Tale dato sale al 47% in Italia e Repubblica Ceca, dove solo una persona su dieci afferma di non avere alcun problema ad abitare vicino a un rom. I dati della ricerca dell'Ispo condotta in Italia su commissione del ministero dell'Interno offrono un quadro ancora più preoccupante: gli italiani hanno un'immagine estremamente negativa dei rom: il 47% degli intervistati li vede prevalentemente come ladri, delinquenti e sfaccendati, il 35% lega la loro immagine ai campi nomadi, al degrado e alla sporcizia. Secondo i sondaggi Eurobarometro (2007, 2008) circa tre quarti dei cittadini europei ritengono che sia uno svantaggio appartenere all'etnia rom. Sembrerebbe che in Italia e in Repubblica Ceca le discriminazioni siano ancora più forti: il 47% degli intervistati di questi Paesi avrebbe problemi ad avere un rom come vicino di casa. I dati della ricerca Ispo condotta in Italia sono ancora più drastici: il 47% degli intervistati considera i rom come delinquenti e sfaticati e il 35% li associa a degrado e sporcizia.
Il razzismo contro i rom non riguarda solo alcune frange estremiste. I sondaggi Eurobarometro (2007, 2008) mostrano quanto diffusi siano i pregiudizi e gli stereotipi su questa minoranza. Il 77% dei cittadini europei ritiene uno svantaggio appartenere alla minoranza rom e il 24% troverebbe sconveniente avere come vicino di casa un rom. Tale dato sale al 47% in Italia e Repubblica Ceca, dove solo una persona su dieci afferma di non avere alcun problema ad abitare vicino a un rom. I dati della ricerca dell'Ispo condotta in Italia su commissione del ministero dell'Interno offrono un quadro ancora più preoccupante: gli italiani hanno un'immagine estremamente negativa dei rom: il 47% degli intervistati li vede prevalentemente come ladri, delinquenti e sfaccendati, il 35% lega la loro immagine ai campi nomadi, al degrado e alla sporcizia. Secondo i sondaggi Eurobarometro (2007, 2008) circa tre quarti dei cittadini europei ritengono che sia uno svantaggio appartenere all'etnia rom. Sembrerebbe che in Italia e in Repubblica Ceca le discriminazioni siano ancora più forti: il 47% degli intervistati di questi Paesi avrebbe problemi ad avere un rom come vicino di casa. I dati della ricerca Ispo condotta in Italia sono ancora più drastici: il 47% degli intervistati considera i rom come delinquenti e sfaticati e il 35% li associa a degrado e sporcizia.
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Il recente decreto legislativo n. 270 del 1999 sull'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, non diversamente da molte leggi speciali che negli ultimi anni hanno preso in considerazione, a particolari fini, il gruppo societario, ha ritenuto di dare una propria definizione del fenomeno, individuandolo nella presenza di vincoli di controllo tra imprese e accogliendo del "controllo" una nozione più ampia di quella contenuta nel codice civile. Al pari di altre leggi speciali rivolte al gruppo societario, anche il decreto legislativo n. 270/99 sull'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza contiene una propria definizione del controllo che è più ampia di quella recata dal codice civile. Esso è infatti definito come esistenza di vincoli di controllo tra le imprese.
Il recente decreto legislativo n. 270 del 1999 sull'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, non diversamente da molte leggi speciali che negli ultimi anni hanno preso in considerazione, a particolari fini, il gruppo societario, ha ritenuto di dare una propria definizione del fenomeno, individuandolo nella presenza di vincoli di controllo tra imprese e accogliendo del "controllo" una nozione più ampia di quella contenuta nel codice civile. Al pari di altre leggi speciali rivolte al gruppo societario, anche il decreto legislativo n. 270/99 sull'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza contiene una propria definizione del controllo che è più ampia di quella recata dal codice civile. Esso è infatti definito come esistenza di vincoli di controllo tra le imprese.
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Il reddito di una nazione è la somma dei redditi di tutti gli abitanti di quel Paese. Un Paese dove la maggior parte della gente è povera sarà dunque un Paese povero o un Paese a basso reddito. Ciò è vero anche se nel Paese vi sono alcune persone che sono ricche o anche molto ricche. Il fatto che in un Paese vi siano persone anche molto ricche, non significa che si tratta di un Paese ricco. Infatti, il reddito di una nazione è la somma dei redditi di tutti i suoi abitanti: se in maggioranza essi sono poveri, il Paese sarà a basso reddito.
Il reddito di una nazione è la somma dei redditi di tutti gli abitanti di quel Paese. Un Paese dove la maggior parte della gente è povera sarà dunque un Paese povero o un Paese a basso reddito. Ciò è vero anche se nel Paese vi sono alcune persone che sono ricche o anche molto ricche. Il fatto che in un Paese vi siano persone anche molto ricche, non significa che si tratta di un Paese ricco. Infatti, il reddito di una nazione è la somma dei redditi di tutti i suoi abitanti: se in maggioranza essi sono poveri, il Paese sarà a basso reddito.
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Il ricercatore Alexandre Castro-Caldas ha scoperto che le persone in grado di leggere hanno un rapporto tra i due emisferi del cervello diverso rispetto a quelle che non ne sono capaci: nelle prime una zona importante del corpo calloso è più spessa. Nelle persone che hanno imparato a leggere tardi il lobo occipitale elabora le informazioni più lentamente di quelle che hanno imparato da bambini. Castro-Caldas ha scoperto che chi sa leggere ha un rapporto tra i due emisferi del cervello diverso da chi non ne è capace: nel primo caso è più spessa una zona importante del corpo calloso. In chi ha imparato a leggere tardi l'occipitale elabora informazioni più lentamente di chi ha imparato da bambino.
Il ricercatore Alexandre Castro-Caldas ha scoperto che le persone in grado di leggere hanno un rapporto tra i due emisferi del cervello diverso rispetto a quelle che non ne sono capaci: nelle prime una zona importante del corpo calloso è più spessa. Nelle persone che hanno imparato a leggere tardi il lobo occipitale elabora le informazioni più lentamente di quelle che hanno imparato da bambini. Castro-Caldas ha scoperto che chi sa leggere ha un rapporto tra i due emisferi del cervello diverso da chi non ne è capace: nel primo caso è più spessa una zona importante del corpo calloso. In chi ha imparato a leggere tardi l'occipitale elabora informazioni più lentamente di chi ha imparato da bambino.
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Il riconoscimento dell'esistenza di autonomi e specifici diritti dei bambini è un fatto relativamente recente. La Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia è stata infatti sottoscritta soltanto nel 1989. Nell'Unione europea il tema è molto sentito: tutti gli Stati membri hanno ratificato tempestivamente la Convenzione e, soprattutto, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea sancisce esplicitamente i diritti del bambino come diritti fondamentali delle persone. Solo di recente sono stati riconosciuti specifici diritti dei bambini, tanto che la Convenzione sui diritti dell'infanzia è del 1989. L'Unione europea è molto sensibile al tema e nella Carta che sancisce i diritti fondamentali quelli dei bambini vengono riconosciuti come diritti fondamentali delle persone.
Il riconoscimento dell'esistenza di autonomi e specifici diritti dei bambini è un fatto relativamente recente. La Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia è stata infatti sottoscritta soltanto nel 1989. Nell'Unione europea il tema è molto sentito: tutti gli Stati membri hanno ratificato tempestivamente la Convenzione e, soprattutto, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea sancisce esplicitamente i diritti del bambino come diritti fondamentali delle persone. Solo di recente sono stati riconosciuti specifici diritti dei bambini, tanto che la Convenzione sui diritti dell'infanzia è del 1989. L'Unione europea è molto sensibile al tema e nella Carta che sancisce i diritti fondamentali quelli dei bambini vengono riconosciuti come diritti fondamentali delle persone.
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Il riconoscimento dell'esistenza di autonomi e specifici diritti dei bambini è un fatto relativamente recente. La Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia è stata infatti sottoscritta soltanto nel 1989. Nell'Unione Europea il tema è molto sentito: tutti gli Stati membri hanno ratificato tempestivamente la Convenzione e, soprattutto, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea sancisce esplicitamente i diritti del bambino come diritti fondamentali delle persone. Solo di recente sono stati riconosciuti specifici diritti dei bambini, tanto che la Convenzione sui diritti dell'infanzia è del 1989. L'Unione Europea è molto sensibile al tema, nella Carta che sancisce i diritti fondamentali quelli dei bambini vengono riconosciuti come diritti fondamentali delle persone.
Il riconoscimento dell'esistenza di autonomi e specifici diritti dei bambini è un fatto relativamente recente. La Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia è stata infatti sottoscritta soltanto nel 1989. Nell'Unione Europea il tema è molto sentito: tutti gli Stati membri hanno ratificato tempestivamente la Convenzione e, soprattutto, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea sancisce esplicitamente i diritti del bambino come diritti fondamentali delle persone. Solo di recente sono stati riconosciuti specifici diritti dei bambini, tanto che la Convenzione sui diritti dell'infanzia è del 1989. L'Unione Europea è molto sensibile al tema, nella Carta che sancisce i diritti fondamentali quelli dei bambini vengono riconosciuti come diritti fondamentali delle persone.
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Il rinnovamento della Chiesa avviato dal Concilio Vaticano II è stato avvertito e vissuto come speranza e come promessa sia dai cattolici, sia da parte di quanti, credenti e non credenti, vi hanno visto il segno di una più generale maturazione della società. Più di un aspetto di tale rinnovamento appartiene già alla storia, ma molti progetti riformatori attendono ancora una compiuta realizzazione e devono passare al vaglio di una difficile verifica nella vita comunitaria e nell'organizzazione istituzionale della Chiesa. Le speranze di un rinnovamento della Chiesa avvertite dai cattolici e quelle di un progresso della società, condivise anche da alcuni non credenti, che furono sollevate dal Concilio Vaticano II, sono oggi in parte realizzate e in parte attendono ancora, perché alcuni progetti hanno avuto compimento, mentre altri sono bloccati dalla necessità di difficili verifiche.
Il rinnovamento della Chiesa avviato dal Concilio Vaticano II è stato avvertito e vissuto come speranza e come promessa sia dai cattolici, sia da parte di quanti, credenti e non credenti, vi hanno visto il segno di una più generale maturazione della società. Più di un aspetto di tale rinnovamento appartiene già alla storia, ma molti progetti riformatori attendono ancora una compiuta realizzazione e devono passare al vaglio di una difficile verifica nella vita comunitaria e nell'organizzazione istituzionale della Chiesa. Le speranze di un rinnovamento della Chiesa avvertite dai cattolici e quelle di un progresso della società, condivise anche da alcuni non credenti, che furono sollevate dal Concilio Vaticano II, sono oggi in parte realizzate e in parte attendono ancora, perché alcuni progetti hanno avuto compimento, mentre altri sono bloccati dalla necessità di difficili verifiche.
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Il riscaldamento globale potrebbe provocare problemi alla salute dell'uomo a causa della proliferazione di microbi, batteri e alghe tossiche nei prossimi decenni. Gli esperti hanno già stabilito che le ondate di calore, i disastri naturali e la diffusione di malattie tropicali come la malaria provocheranno un aumento delle malattie e delle morti nella popolazione mondiale. Secondo gli esperti, il riscaldamento globale aumenterà le malattie e le morti nella popolazione mondiale a causa del proliferare nei prossimi decenni di microbi, batteri e alghe tossiche.
Il riscaldamento globale potrebbe provocare problemi alla salute dell'uomo a causa della proliferazione di microbi, batteri e alghe tossiche nei prossimi decenni. Gli esperti hanno già stabilito che le ondate di calore, i disastri naturali e la diffusione di malattie tropicali come la malaria provocheranno un aumento delle malattie e delle morti nella popolazione mondiale. Secondo gli esperti, il riscaldamento globale aumenterà le malattie e le morti nella popolazione mondiale a causa del proliferare nei prossimi decenni di microbi, batteri e alghe tossiche.
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Il riscaldamento globale sta facendo finora sentire i maggiori effetti alle latitudini più settentrionali del pianeta. A parte il noto fenomeno dello scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia e della riduzione della superficie coperta dalla banchisa nell'oceano Artico, ciò che preoccupa maggiormente è quanto sta avvenendo sulla terraferma in Siberia, Alaska e Canada. In particolare lo scioglimento del permafrost. Il permafrost è la parte superficiale del terreno permanentemente ghiacciato, duro come una roccia. Uno dei problemi è che il suolo, sgelando, diventa molle e fangoso e le abitazioni costruite sopra diventano instabili. Quello che preoccupa i climatologi è che il permafrost della tundra ha immagazzinato per millenni sotto forma ghiacciata enormi quantità di carbonio e di metano, che ora con il disgelo vengono rilasciati nell'atmosfera. Il riscaldamento globale sta causando un nuovo fenomeno pericoloso: lo scioglimento del permafrost in Siberia, Alaska e Canada. Sgelando, questo particolare tipo di terreno rende instabili le case costruite sopra e, ancora più preoccupante, rilascia enormi quantità di carbonio e metano, per millenni rimasti ghiacciati.
Il riscaldamento globale sta facendo finora sentire i maggiori effetti alle latitudini più settentrionali del pianeta. A parte il noto fenomeno dello scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia e della riduzione della superficie coperta dalla banchisa nell'oceano Artico, ciò che preoccupa maggiormente è quanto sta avvenendo sulla terraferma in Siberia, Alaska e Canada. In particolare lo scioglimento del permafrost. Il permafrost è la parte superficiale del terreno permanentemente ghiacciato, duro come una roccia. Uno dei problemi è che il suolo, sgelando, diventa molle e fangoso e le abitazioni costruite sopra diventano instabili. Quello che preoccupa i climatologi è che il permafrost della tundra ha immagazzinato per millenni sotto forma ghiacciata enormi quantità di carbonio e di metano, che ora con il disgelo vengono rilasciati nell'atmosfera. Il riscaldamento globale sta causando un nuovo fenomeno pericoloso: lo scioglimento del permafrost in Siberia, Alaska e Canada. Sgelando, questo particolare tipo di terreno rende instabili le case costruite sopra e, ancora più preoccupante, rilascia enormi quantità di carbonio e metano, per millenni rimasti ghiacciati.
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Il riscatto per l'imperatore. L'imperatore inca Atahualpa fu fatto prigioniero a Camajarca nel 1532 da Francisco Pizarro, il conquistatore spagnolo dell'impero inca, e promise di riempire una stanza d'oro e d'argento in cambio della propria vita. Davanti agli spagnoli cominciarono ad affluire metalli preziosi da tutte le terre: oggetti in oro e in argento prelevati da edifici religiosi e palazzi, comprese lastre d'oro dai templi. Tre spagnoli furono inviati nella capitale inca, Cuzco, per seguire la consegna del riscatto e al ritorno raccontarono di edifici coperti d'oro, di troni e fontane del prezioso metallo. L'abbondanza e i racconti contribuirono a far salire nei conquistadores la febbre dell'oro. Alla fine gli oggetti vennero fusi: si ottennero quasi 6 tonnellate d'oro e 12 d'argento che vennero in parte divise tra gli uomini di Pizarro e in parte inviate in Spagna. Ma l'immenso riscatto non comprò la libertà e Atahualpa fu condannato a morte dagli spagnoli. Francisco Pizarro, lo spagnolo che conquistò l'impero inca, nel 1532 ne fece prigioniero l'imperatore Atahualpa che offrì, in cambio della vita, una stanza piena d'oro e d'argento. Da tutto l'impero oggetti preziosi giunsero nella capitale Cuzco e dalla loro fusione si ottennero quasi 6 tonnellate d'oro e 12 d'argento, che vennero in parte inviate in Spagna e in parte divise tra i conquistadores sempre più assetati di ricchezze. Ma tutto questo non salvò l'imperatore che fu condannato a morte dagli spagnoli.
Il riscatto per l'imperatore. L'imperatore inca Atahualpa fu fatto prigioniero a Camajarca nel 1532 da Francisco Pizarro, il conquistatore spagnolo dell'impero inca, e promise di riempire una stanza d'oro e d'argento in cambio della propria vita. Davanti agli spagnoli cominciarono ad affluire metalli preziosi da tutte le terre: oggetti in oro e in argento prelevati da edifici religiosi e palazzi, comprese lastre d'oro dai templi. Tre spagnoli furono inviati nella capitale inca, Cuzco, per seguire la consegna del riscatto e al ritorno raccontarono di edifici coperti d'oro, di troni e fontane del prezioso metallo. L'abbondanza e i racconti contribuirono a far salire nei conquistadores la febbre dell'oro. Alla fine gli oggetti vennero fusi: si ottennero quasi 6 tonnellate d'oro e 12 d'argento che vennero in parte divise tra gli uomini di Pizarro e in parte inviate in Spagna. Ma l'immenso riscatto non comprò la libertà e Atahualpa fu condannato a morte dagli spagnoli. Francisco Pizarro, lo spagnolo che conquistò l'impero inca, nel 1532 ne fece prigioniero l'imperatore Atahualpa che offrì, in cambio della vita, una stanza piena d'oro e d'argento. Da tutto l'impero oggetti preziosi giunsero nella capitale Cuzco e dalla loro fusione si ottennero quasi 6 tonnellate d'oro e 12 d'argento, che vennero in parte inviate in Spagna e in parte divise tra i conquistadores sempre più assetati di ricchezze. Ma tutto questo non salvò l'imperatore che fu condannato a morte dagli spagnoli.
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Il ritorno della Repubblica Popolare Cinese (RPC) a una posizione di primo piano a livello globale segna una trasformazione strutturale del sistema internazionale che si riflette su tutta l'area del vicinato della RPC: Asia orientale, centrale, meridionale e pacifica. Macro-regione popolata da tre dei quattro paesi BRIC, quattro membri del G20 e quattro potenze nucleari, l'area di vicinato della Cina è percorsa da profonde fratture di carattere politico, economico e sociale. L'area del vicinato della Repubblica Popolare Cinese è una macro- regione popolata da tre dei quattro paesi BRIC, da quattro membri del G20 e da quattro potenze nucleari. Ma si tratta anche di un'area percorsa da fratture profonde di carattere politico, economico e sociale. La posizione di primo piano a livello globale, assunto dalla RPC, segna una trasformazione strutturale del sistema circostante e del sistema internazionale.
Il ritorno della Repubblica Popolare Cinese (RPC) a una posizione di primo piano a livello globale segna una trasformazione strutturale del sistema internazionale che si riflette su tutta l'area del vicinato della RPC: Asia orientale, centrale, meridionale e pacifica. Macro-regione popolata da tre dei quattro paesi BRIC, quattro membri del G20 e quattro potenze nucleari, l'area di vicinato della Cina è percorsa da profonde fratture di carattere politico, economico e sociale. L'area del vicinato della Repubblica Popolare Cinese è una macro- regione popolata da tre dei quattro paesi BRIC, da quattro membri del G20 e da quattro potenze nucleari. Ma si tratta anche di un'area percorsa da fratture profonde di carattere politico, economico e sociale. La posizione di primo piano a livello globale, assunto dalla RPC, segna una trasformazione strutturale del sistema circostante e del sistema internazionale.
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Il rosone della Cattedrale di Troia, in provincia di Foggia, al confine con la provincia campana di Benevento, si differenzia per una particolarità che lo rende unico al mondo: ha undici spicchi divisi da altrettante colonnine. Di solito i rosoni erano divisi in sei o dodici parti, più facili da realizzare. Tra le colonnine vi sono undici transenne triangolari traforate, ciascuna con un disegno geometrico diverso; fra le transenne e la giunzione delle arcate, vi sono altrettante griglie trilobate, anch'esse l'una diversa dall'altra. La Cattedrale di Troia, nel Foggiano, presenta un rosone unico al mondo perché ha undici spicchi, divisi da altrettante colonnine, invece degli abituali sei o dodici. I disegni geometrici che decorano le transenne tra le colonnine e le griglie tra le transenne e la giunzione delle arcate sono tutti diversi tra loro.
Il rosone della Cattedrale di Troia, in provincia di Foggia, al confine con la provincia campana di Benevento, si differenzia per una particolarità che lo rende unico al mondo: ha undici spicchi divisi da altrettante colonnine. Di solito i rosoni erano divisi in sei o dodici parti, più facili da realizzare. Tra le colonnine vi sono undici transenne triangolari traforate, ciascuna con un disegno geometrico diverso; fra le transenne e la giunzione delle arcate, vi sono altrettante griglie trilobate, anch'esse l'una diversa dall'altra. La Cattedrale di Troia, nel Foggiano, presenta un rosone unico al mondo perché ha undici spicchi, divisi da altrettante colonnine, invece degli abituali sei o dodici. I disegni geometrici che decorano le transenne tra le colonnine e le griglie tra le transenne e la giunzione delle arcate sono tutti diversi tra loro.
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Il rover Curiosity, grande come un moderno Suv e con il peso di oltre 1000 kg, in sei anni, da quando è arrivato sul pianeta rosso, ha percorso 19 km circa nel cratere Gale e ha rilevato una grande quantità di molecole organiche in pezzi di fango provenienti da quello che sembra proprio essere il fondo di un antico lago disseccato. La scoperta di composti organici pochi centimetri sotto la superficie di Marte esalta ovviamente le speranze che i prossimi rover, sia americani che europei, con i loro trapani molto più performanti, possano trovare giacimenti di composti organici complessi e forse anche i primi segni di presenze biologiche. Manca poco, parliamo del 2020. Approdato su Marte, in sei anni il rover Curiosity ha scoperto, grazie alle sue esplorazioni nel sottosuolo, tracce di particelle organiche forse provenienti da lago prosciugato. Ciò fa sperare nella scoperta di presenze biologiche e composti organici complessi nel prossimo futuro, quando rover più performanti si recheranno sul pianeta rosso.
Il rover Curiosity, grande come un moderno Suv e con il peso di oltre 1000 kg, in sei anni, da quando è arrivato sul pianeta rosso, ha percorso 19 km circa nel cratere Gale e ha rilevato una grande quantità di molecole organiche in pezzi di fango provenienti da quello che sembra proprio essere il fondo di un antico lago disseccato. La scoperta di composti organici pochi centimetri sotto la superficie di Marte esalta ovviamente le speranze che i prossimi rover, sia americani che europei, con i loro trapani molto più performanti, possano trovare giacimenti di composti organici complessi e forse anche i primi segni di presenze biologiche. Manca poco, parliamo del 2020. Approdato su Marte, in sei anni il rover Curiosity ha scoperto, grazie alle sue esplorazioni nel sottosuolo, tracce di particelle organiche forse provenienti da lago prosciugato. Ciò fa sperare nella scoperta di presenze biologiche e composti organici complessi nel prossimo futuro, quando rover più performanti si recheranno sul pianeta rosso.
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Il secolo V a.C. vede il trionfo della democrazia ateniese. È il secolo in cui per la prima volta si afferma nella sua pienezza il nuovo principio politico secondo il quale tutti i cittadini hanno il diritto di partecipare direttamente al governo dello Stato. Questo principio viene concretamente realizzato in misura tale da consegnare quest'epoca alla storia come modello esemplare di democrazia, cioè di quel sistema politico che è considerato l'invenzione più originale della civiltà greca. In Grecia questa fu, per molti aspetti, un'epoca di splendore; Atene divenne - per usare le parole di Pericle - «scuola della Grecia» e, si può dire, del mondo. Fu un periodo in cui grandi personalità di poeti, artisti, intellettuali provenienti da ogni luogo della Grecia trovarono ad Atene la loro patria spirituale: ciò che la cultura greca o, per meglio dire, ateniese produsse in questo periodo creativo influì in modo decisivo sulla civiltà successiva. Nel V secolo a.C. la democrazia ateniese conobbe il suo momento di massimo splendore: fu allora che si affermò per la prima volta il diritto di tutti i cittadini a partecipare direttamente al governo dello Stato. Tale principio si affermò in maniera così decisa e concreta che questo momento storico divenne esemplare per la democrazia, la creazione più originale della civiltà greca. Il V secolo a.C. fu un'epoca straordinaria per la Grecia e in particolare per Atene, dove si radunarono poeti, artisti e intellettuali, le cui opere influenzarono in modo decisivo la civiltà successiva.
Il secolo V a.C. vede il trionfo della democrazia ateniese. È il secolo in cui per la prima volta si afferma nella sua pienezza il nuovo principio politico secondo il quale tutti i cittadini hanno il diritto di partecipare direttamente al governo dello Stato. Questo principio viene concretamente realizzato in misura tale da consegnare quest'epoca alla storia come modello esemplare di democrazia, cioè di quel sistema politico che è considerato l'invenzione più originale della civiltà greca. In Grecia questa fu, per molti aspetti, un'epoca di splendore; Atene divenne - per usare le parole di Pericle - «scuola della Grecia» e, si può dire, del mondo. Fu un periodo in cui grandi personalità di poeti, artisti, intellettuali provenienti da ogni luogo della Grecia trovarono ad Atene la loro patria spirituale: ciò che la cultura greca o, per meglio dire, ateniese produsse in questo periodo creativo influì in modo decisivo sulla civiltà successiva. Nel V secolo a.C. la democrazia ateniese conobbe il suo momento di massimo splendore: fu allora che si affermò per la prima volta il diritto di tutti i cittadini a partecipare direttamente al governo dello Stato. Tale principio si affermò in maniera così decisa e concreta che questo momento storico divenne esemplare per la democrazia, la creazione più originale della civiltà greca. Il V secolo a.C. fu un'epoca straordinaria per la Grecia e in particolare per Atene, dove si radunarono poeti, artisti e intellettuali, le cui opere influenzarono in modo decisivo la civiltà successiva.
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Il Senato degli Stati Uniti ha detto no a ulteriori trivellazioni nei santuari naturali dell'Alaska, al di là del Circolo polare artico. Il Senato statunitense ha negato il permesso di trivellare ulteriormente le regioni artiche dell'Alaska.
Il Senato degli Stati Uniti ha detto no a ulteriori trivellazioni nei santuari naturali dell'Alaska, al di là del Circolo polare artico. Il Senato statunitense ha negato il permesso di trivellare ulteriormente le regioni artiche dell'Alaska.
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Il sentimento è una ragnatela, mentre i muscoli sono corde; se si volesse fare un raffronto, si devono intrecciare molte ragnatele fra di loro per raggiungere la forza di una corda. Nella creazione artistica avviene la stessa cosa. Per assoggettare il fisico di un attore, con i suoi volgari muscoli, al delicato sentimento, conviene in primo luogo intrecciare molti fili di sensazioni spirituali, di sentimenti, di reviviscenze dell'attore. Nella creazione artistica è il sentimento a far muovere i muscoli dell'attore: per assoggettare il suo fisico ai sentimenti bisogna intrecciarne molti, assieme a sensazioni spirituali e reviviscenze.
Il sentimento è una ragnatela, mentre i muscoli sono corde; se si volesse fare un raffronto, si devono intrecciare molte ragnatele fra di loro per raggiungere la forza di una corda. Nella creazione artistica avviene la stessa cosa. Per assoggettare il fisico di un attore, con i suoi volgari muscoli, al delicato sentimento, conviene in primo luogo intrecciare molti fili di sensazioni spirituali, di sentimenti, di reviviscenze dell'attore. Nella creazione artistica è il sentimento a far muovere i muscoli dell'attore: per assoggettare il suo fisico ai sentimenti bisogna intrecciarne molti, assieme a sensazioni spirituali e reviviscenze.
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Il sintagma è l'unità minima della frase. Può essere costituito da una parola oppure da un gruppo di parole che svolgono la medesima funzione e che possono anche appartenere a parti del discorso diverse. In ogni caso le parole di uno stesso sintagma formano un tutt'uno e nell'analisi logica non devono essere analizzate singolarmente. L'unità minima della frase si chiama sintagma e non è per forza costituito da una sola parola. Se è composto da più parole, esse possono anche riguardare parti del discorso diverse, ma devono svolgere la stessa funzione e formare un tutt'uno. L'analisi logica le analizza come un unico elemento.
Il sintagma è l'unità minima della frase. Può essere costituito da una parola oppure da un gruppo di parole che svolgono la medesima funzione e che possono anche appartenere a parti del discorso diverse. In ogni caso le parole di uno stesso sintagma formano un tutt'uno e nell'analisi logica non devono essere analizzate singolarmente. L'unità minima della frase si chiama sintagma e non è per forza costituito da una sola parola. Se è composto da più parole, esse possono anche riguardare parti del discorso diverse, ma devono svolgere la stessa funzione e formare un tutt'uno. L'analisi logica le analizza come un unico elemento.
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Il sistema di voto romano nei "comitia centuriata" sorprenderà molti lettori d'oggi. Il corpo elettorale, comprensivo dei soli maschi adulti, era suddiviso per classi di censo. Se ne contavano cinque, suddivise ciascuna in centurie, ma essendoci al vertice alcune centurie di molti ricchi e alla base una centuria di nullatenenti, si può dire che le classi fossero sette. Ogni centuria aveva a disposizione un voto e il voto della centuria era deciso dalla maggioranza dei suoi membri. Per dare il loro voto nei "comitia centuriata" i Romani erano suddivisi in classi di censo. Le classi, suddivise in centurie, erano di fatto sette. Ogni centuria aveva un voto, deciso dalla maggioranza dei propri membri.
Il sistema di voto romano nei "comitia centuriata" sorprenderà molti lettori d'oggi. Il corpo elettorale, comprensivo dei soli maschi adulti, era suddiviso per classi di censo. Se ne contavano cinque, suddivise ciascuna in centurie, ma essendoci al vertice alcune centurie di molti ricchi e alla base una centuria di nullatenenti, si può dire che le classi fossero sette. Ogni centuria aveva a disposizione un voto e il voto della centuria era deciso dalla maggioranza dei suoi membri. Per dare il loro voto nei "comitia centuriata" i Romani erano suddivisi in classi di censo. Le classi, suddivise in centurie, erano di fatto sette. Ogni centuria aveva un voto, deciso dalla maggioranza dei propri membri.
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Il sogno di addormentarsi oggi per risvegliarsi tra 10, 100, 1000 anni. Lo hanno raccontato film e romanzi di fantascienza. Ma alla cosa stanno lavorando anche i ricercatori. Quelli dell'azienda californiana 21st Century Medicine, per esempio, che sono riusciti per la prima volta a "scongelare" con successo il cervello di un coniglio, le cui cellule cerebrali, dopo essere state portate a temperature sotto zero, non presentano danni. È solo un primo risultato, ma abbastanza per accendere gli entusiasmi sulla possibilità di ibernare in futuro il cervello umano. I ricercatori di un'azienda californiana hanno scongelato con successo il cervello di un coniglio, le cui cellule, dopo essere state a temperature sotto zero, sembrano essere esenti da danni. Sembra un film o un libro di fantascienza, eppure è realtà, e apre alla possibilità di poter fare un giorno lo stesso con il cervello umano.
Il sogno di addormentarsi oggi per risvegliarsi tra 10, 100, 1000 anni. Lo hanno raccontato film e romanzi di fantascienza. Ma alla cosa stanno lavorando anche i ricercatori. Quelli dell'azienda californiana 21st Century Medicine, per esempio, che sono riusciti per la prima volta a "scongelare" con successo il cervello di un coniglio, le cui cellule cerebrali, dopo essere state portate a temperature sotto zero, non presentano danni. È solo un primo risultato, ma abbastanza per accendere gli entusiasmi sulla possibilità di ibernare in futuro il cervello umano. I ricercatori di un'azienda californiana hanno scongelato con successo il cervello di un coniglio, le cui cellule, dopo essere state a temperature sotto zero, sembrano essere esenti da danni. Sembra un film o un libro di fantascienza, eppure è realtà, e apre alla possibilità di poter fare un giorno lo stesso con il cervello umano.
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Il Sole probabilmente costituisce una delle fonti di energia del futuro. Per quanto concerne lo sfruttamento del calore solare come fonte energetica naturale, si utilizzano pannelli solari che, per mezzo di speciali generatori fotoelettrici, trasformano in energia il calore del sole. A differenza di altre fonti energetiche quella solare risulta ecosostenibile. L'energia solare è naturale e, a differenza di altre fonti energetiche, ecosostenibile, costituendo probabilmente una delle fonti di energia del futuro. Per sfruttare il calore solare e trasformarlo in energia sono necessari speciali generatori fotoelettrici, siti nei pannelli solari.
Il Sole probabilmente costituisce una delle fonti di energia del futuro. Per quanto concerne lo sfruttamento del calore solare come fonte energetica naturale, si utilizzano pannelli solari che, per mezzo di speciali generatori fotoelettrici, trasformano in energia il calore del sole. A differenza di altre fonti energetiche quella solare risulta ecosostenibile. L'energia solare è naturale e, a differenza di altre fonti energetiche, ecosostenibile, costituendo probabilmente una delle fonti di energia del futuro. Per sfruttare il calore solare e trasformarlo in energia sono necessari speciali generatori fotoelettrici, siti nei pannelli solari.
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Il superuomo del romanzo d'appendice, eccezionale per qualità intellettuali, morali ed economiche, è dotato di un alto senso della giustizia che lo porta a farsi giustiziere di tutti i soprusi e le malvagità che hanno colpito lui e gli altri; punisce i colpevoli tra atroci sofferenze, premia gli onesti, sostituendosi così alla giustizia divina, in quanto investito di un'alta missione da compiere. Nel romanzo d'appendice il superuomo è una sorta di giustiziere per sé e per gli altri, di grandi qualità intellettuali, morali ed economiche; investito da una missione da compiere, si sostituisce alla giustizia divina, punendo i colpevoli e premiando gli onesti.
Il superuomo del romanzo d'appendice, eccezionale per qualità intellettuali, morali ed economiche, è dotato di un alto senso della giustizia che lo porta a farsi giustiziere di tutti i soprusi e le malvagità che hanno colpito lui e gli altri; punisce i colpevoli tra atroci sofferenze, premia gli onesti, sostituendosi così alla giustizia divina, in quanto investito di un'alta missione da compiere. Nel romanzo d'appendice il superuomo è una sorta di giustiziere per sé e per gli altri, di grandi qualità intellettuali, morali ed economiche; investito da una missione da compiere, si sostituisce alla giustizia divina, punendo i colpevoli e premiando gli onesti.
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Il tasso di emigrazione intellettuale raggiunge in Italia livelli che dovrebbero preoccupare. Il mio ottimismo, tuttavia, non deriva dal fatto che i migliori troveranno in ogni caso la propria strada. Paradossalmente, deriva dal fatto che la troveranno sempre meno. Non è infatti pensabile che le migliaia di giovani che si recano all'estero ogni anno riusciranno a trovare una loro posizione, a dispetto della preparazione. I criteri si fanno sempre più selettivi, in concomitanza con la crisi economica e con il declino inesorabile dei finanziamenti pubblici all'istruzione superiore. Sono queste migliaia che porranno domande serie a un sistema politico e culturale non serio. Se sono ottimista circa le possibilità di superamento di un sistema politico e culturale inadeguato - quello che condanna ogni anno migliaia di giovani cervelli italiani a cercare lavoro all'estero - è perché la situazione non potrà tenere ancora molto a lungo. A causa della crisi economica, dei tagli all'istruzione e dell'aumento della selettività, persino i migliori avranno difficoltà a lavorare anche all'estero. Saranno allora questi giovani a forzare un cambiamento.
Il tasso di emigrazione intellettuale raggiunge in Italia livelli che dovrebbero preoccupare. Il mio ottimismo, tuttavia, non deriva dal fatto che i migliori troveranno in ogni caso la propria strada. Paradossalmente, deriva dal fatto che la troveranno sempre meno. Non è infatti pensabile che le migliaia di giovani che si recano all'estero ogni anno riusciranno a trovare una loro posizione, a dispetto della preparazione. I criteri si fanno sempre più selettivi, in concomitanza con la crisi economica e con il declino inesorabile dei finanziamenti pubblici all'istruzione superiore. Sono queste migliaia che porranno domande serie a un sistema politico e culturale non serio. Se sono ottimista circa le possibilità di superamento di un sistema politico e culturale inadeguato - quello che condanna ogni anno migliaia di giovani cervelli italiani a cercare lavoro all'estero - è perché la situazione non potrà tenere ancora molto a lungo. A causa della crisi economica, dei tagli all'istruzione e dell'aumento della selettività, persino i migliori avranno difficoltà a lavorare anche all'estero. Saranno allora questi giovani a forzare un cambiamento.
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Il teatro fu, dopo il tempio, la più schietta creazione che lo spirito greco trapiantò nelle sue colonie d'occidente e che trovò nella natura, nel gusto, nel costume della popolazione isolana e meridionale le condizioni più favorevoli per il suo acclimatamento. Non si trattò solo di accogliere sulle scene le opere dei grandi tragici e comici d'Atene, ma vi si recitarono le commedie dei poeti siculi greci e quelle farse fliaciche che attingevano il loro più gustoso sapore dalla commedia popolare, cosicché il teatro greco d'occidente ebbe una sua propria vitalità tale da innestarsi naturalmente al teatro osco e latino. Nelle colonie greche d'Italia, il teatro fiorì sia grazie agli insegnamenti della madrepatria sia grazie alla produzione locale, che fu particolarmente vivace, soprattutto sul versante comico. Il teatro greco d'occidente fu anche in grado di influenzare quello osco e latino.
Il teatro fu, dopo il tempio, la più schietta creazione che lo spirito greco trapiantò nelle sue colonie d'occidente e che trovò nella natura, nel gusto, nel costume della popolazione isolana e meridionale le condizioni più favorevoli per il suo acclimatamento. Non si trattò solo di accogliere sulle scene le opere dei grandi tragici e comici d'Atene, ma vi si recitarono le commedie dei poeti siculi greci e quelle farse fliaciche che attingevano il loro più gustoso sapore dalla commedia popolare, cosicché il teatro greco d'occidente ebbe una sua propria vitalità tale da innestarsi naturalmente al teatro osco e latino. Nelle colonie greche d'Italia, il teatro fiorì sia grazie agli insegnamenti della madrepatria sia grazie alla produzione locale, che fu particolarmente vivace, soprattutto sul versante comico. Il teatro greco d'occidente fu anche in grado di influenzare quello osco e latino.
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Il tema del mercato del controllo societario sembra particolarmente adatto a una metodologia di ricerca che si muova in ambito interdisciplinare: è questo uno dei terreni di indagine al cui interno giuristi ed economisti devono in parte abbandonare approcci troppo "municipalistici" e tentare di realizzare quello che, con un saggio di ormai molti anni fa, F. Caffé chiamava "il difficile incontro tra giuristi ed economisti". Infatti, il nostro ordinamento ha compiuto la scelta, analoga ad altri sistemi, di vincolare l'autonomia privata nella mobilità del controllo societario; il trasferimento del controllo non è in altri termini libero, ma deve seguire procedure "tipizzate" definite dalla legge. La scelta del legislatore italiano di non concedere assoluta libertà all'autonomia privata nella mobilità del controllo societario, ma di vincolare questa a procedure tipizzate, fa sì che si debbano in tema contemperare esigenze economiche e giuridiche, realizzando quell'approccio multidisciplinare preconizzato da F. Caffé.
Il tema del mercato del controllo societario sembra particolarmente adatto a una metodologia di ricerca che si muova in ambito interdisciplinare: è questo uno dei terreni di indagine al cui interno giuristi ed economisti devono in parte abbandonare approcci troppo "municipalistici" e tentare di realizzare quello che, con un saggio di ormai molti anni fa, F. Caffé chiamava "il difficile incontro tra giuristi ed economisti". Infatti, il nostro ordinamento ha compiuto la scelta, analoga ad altri sistemi, di vincolare l'autonomia privata nella mobilità del controllo societario; il trasferimento del controllo non è in altri termini libero, ma deve seguire procedure "tipizzate" definite dalla legge. La scelta del legislatore italiano di non concedere assoluta libertà all'autonomia privata nella mobilità del controllo societario, ma di vincolare questa a procedure tipizzate, fa sì che si debbano in tema contemperare esigenze economiche e giuridiche, realizzando quell'approccio multidisciplinare preconizzato da F. Caffé.
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Il termine "Sherpa" è entrato da tempo nell'uso comune, tanto da diventare sinonimo di "guida himalayana" e da essere usato anche in contesti diversissimi: ad esempio vengono detti "sherpa" (con la s minuscola) i funzionari che preparano i summit internazionali come il G8 e assistono i leader politici. Non tutti però sanno che gli Sherpa sono un piccolo gruppo etnico che condivide molte caratteristiche culturali, linguistiche e religiose con i vicini tibetani, che vivono subito a nord della loro regione. Circa 3.000 Sherpa abitano nelle zone ai piedi dell'Everest; il resto della popolazione, circa 20 mila persone, vive in una serie di villaggi più a sud. Gli Sherpa sono un'etnia di circa 20.000 persone, con una cultura simile a quella tibetana, che vive in piccola parte ai piedi dell'Everest e per la maggior parte in villaggi situati più a sud. Dal nome del loro popolo deriva il termine che indica la "guida himalayana" o altri tipi di ruoli di assistenza (ad esempio gli sherpa sono funzionari che preparano il G8).
Il termine "Sherpa" è entrato da tempo nell'uso comune, tanto da diventare sinonimo di "guida himalayana" e da essere usato anche in contesti diversissimi: ad esempio vengono detti "sherpa" (con la s minuscola) i funzionari che preparano i summit internazionali come il G8 e assistono i leader politici. Non tutti però sanno che gli Sherpa sono un piccolo gruppo etnico che condivide molte caratteristiche culturali, linguistiche e religiose con i vicini tibetani, che vivono subito a nord della loro regione. Circa 3.000 Sherpa abitano nelle zone ai piedi dell'Everest; il resto della popolazione, circa 20 mila persone, vive in una serie di villaggi più a sud. Gli Sherpa sono un'etnia di circa 20.000 persone, con una cultura simile a quella tibetana, che vive in piccola parte ai piedi dell'Everest e per la maggior parte in villaggi situati più a sud. Dal nome del loro popolo deriva il termine che indica la "guida himalayana" o altri tipi di ruoli di assistenza (ad esempio gli sherpa sono funzionari che preparano il G8).
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Il termine burocrazia, che deriva dal francese "bureau" (ufficio) e dal greco "kràtos" (potere), significa letteralmente "potere dell'ufficio" e, per estensione, il "potere dei funzionari". La parola fu coniata in Francia nella seconda metà del Settecento, con un significato chiaramente peggiorativo, per indicare polemicamente il peso crescente dei funzionari pubblici nella vita politica e sociale. Tale peso sembrava configurare una vera e propria forma di governo in qualche modo paragonabile alle forme classiche della monarchia, dell'aristocrazia e della democrazia. Il termine burocrazia, letteralmente "potere dell'ufficio", fu coniato in Francia nella seconda metà del Settecento con un'accezione negativa poiché con esso si indicava il peso crescente dei funzionari pubblici nella vita politica e sociale, il cui potere sembrava configurare una vera e propria forma di governo.
Il termine burocrazia, che deriva dal francese "bureau" (ufficio) e dal greco "kràtos" (potere), significa letteralmente "potere dell'ufficio" e, per estensione, il "potere dei funzionari". La parola fu coniata in Francia nella seconda metà del Settecento, con un significato chiaramente peggiorativo, per indicare polemicamente il peso crescente dei funzionari pubblici nella vita politica e sociale. Tale peso sembrava configurare una vera e propria forma di governo in qualche modo paragonabile alle forme classiche della monarchia, dell'aristocrazia e della democrazia. Il termine burocrazia, letteralmente "potere dell'ufficio", fu coniato in Francia nella seconda metà del Settecento con un'accezione negativa poiché con esso si indicava il peso crescente dei funzionari pubblici nella vita politica e sociale, il cui potere sembrava configurare una vera e propria forma di governo.
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Il termine criminologia attira su di sé almeno una parte di quell'oscura fascinazione che nella cultura occidentale si annette al fenomeno criminale e di cui si colgono incessantemente le manifestazioni nella vita quotidiana. L'inossidabile attrazione esercitata sul pubblico dalla letteratura e del cinema "gialli" non sono certo fenomeni nuovi; insolite e sorprendenti sono, semmai, le sembianze con cui tale sentimento, tanto diffuso quanto antico, tende a manifestarsi ai giorni nostri: lo spazio assolutamente smisurato che i media riservano alla cronaca "nera" e giudiziaria, le carovane di turisti sospinte verso i luoghi in cui sono stati perpetrati delitti di mafia, le lettere compiaciute e solidali inviate in carcere a noti assassini o serial killer. Se ben noto è il successo del genere "giallo" nella cultura occidentale, più recente è lo sviluppo di strani fenomeni come il turismo sui luoghi dei delitti o l'invio di lettere di sostegno ai criminali in carcere. Il fenomeno criminale suscita interesse, che ricade in parte anche sulla criminologia.
Il termine criminologia attira su di sé almeno una parte di quell'oscura fascinazione che nella cultura occidentale si annette al fenomeno criminale e di cui si colgono incessantemente le manifestazioni nella vita quotidiana. L'inossidabile attrazione esercitata sul pubblico dalla letteratura e del cinema "gialli" non sono certo fenomeni nuovi; insolite e sorprendenti sono, semmai, le sembianze con cui tale sentimento, tanto diffuso quanto antico, tende a manifestarsi ai giorni nostri: lo spazio assolutamente smisurato che i media riservano alla cronaca "nera" e giudiziaria, le carovane di turisti sospinte verso i luoghi in cui sono stati perpetrati delitti di mafia, le lettere compiaciute e solidali inviate in carcere a noti assassini o serial killer. Se ben noto è il successo del genere "giallo" nella cultura occidentale, più recente è lo sviluppo di strani fenomeni come il turismo sui luoghi dei delitti o l'invio di lettere di sostegno ai criminali in carcere. Il fenomeno criminale suscita interesse, che ricade in parte anche sulla criminologia.
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Il termine tecnocrazia, il cui "padre" è il conte di Saint-Simon, è una parola molto usata oggi in Italia, ma quasi sempre a sproposito, senza alcun rapporto veritiero con la realtà dell'ideologia tecnocratica, dottrina ben strutturata, con proprie linee portanti e modalità di interpretazione del mondo. Il termine tecnocrazia, che si deve a Saint-Simon, è spesso usato in Italia in modo improprio ma, nella realtà, identifica una dottrina alla cui base vi è una ben definita e chiara visione del mondo.
Il termine tecnocrazia, il cui "padre" è il conte di Saint-Simon, è una parola molto usata oggi in Italia, ma quasi sempre a sproposito, senza alcun rapporto veritiero con la realtà dell'ideologia tecnocratica, dottrina ben strutturata, con proprie linee portanti e modalità di interpretazione del mondo. Il termine tecnocrazia, che si deve a Saint-Simon, è spesso usato in Italia in modo improprio ma, nella realtà, identifica una dottrina alla cui base vi è una ben definita e chiara visione del mondo.
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Il tessuto sociale delle regioni settentrionali del Niger è fortemente segnato dall'emigrazione transfrontaliera. Sotto l'impulso di un tasso di disoccupazione galoppante e di una società che offre poche prospettive, gli "exodant" - così vengono chiamati da queste parti - si spingono al di là del deserto nel tentativo di offrire alle loro famiglie un'esistenza un po' più dignitosa. Si dirigono tutti nel Sud della Libia. L'emigrazione verso la Libia ha sempre costituito un ammortizzatore sociale per la regione più povera del Paese più povero del mondo. A causa della disoccupazione galoppante e della mancanza di prospettive, molti abitanti del Niger settentrionale, la regione più povera del mondo, decidono di emigrare in Libia. Questa emigrazione ha forti conseguenze sulla società nigeriana.
Il tessuto sociale delle regioni settentrionali del Niger è fortemente segnato dall'emigrazione transfrontaliera. Sotto l'impulso di un tasso di disoccupazione galoppante e di una società che offre poche prospettive, gli "exodant" - così vengono chiamati da queste parti - si spingono al di là del deserto nel tentativo di offrire alle loro famiglie un'esistenza un po' più dignitosa. Si dirigono tutti nel Sud della Libia. L'emigrazione verso la Libia ha sempre costituito un ammortizzatore sociale per la regione più povera del Paese più povero del mondo. A causa della disoccupazione galoppante e della mancanza di prospettive, molti abitanti del Niger settentrionale, la regione più povera del mondo, decidono di emigrare in Libia. Questa emigrazione ha forti conseguenze sulla società nigeriana.
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Il turismo si disegna nel territorio, che diventa ambiente e risorsa. Le attività debbono essere pianificate con rispetto per la tradizione e le vocazioni tenendo conto delle specificità, pur con un percorso culturale riconducibile a standard più ampi. Non può quindi ignorarsi il coinvolgimento delle comunità locali, da considerare protagoniste nelle ipotesi progettuali e nella gestione piuttosto che passive fruitrici soltanto di redditi marginali. Il turismo deve essere progettato nel territorio, ambiente-risorsa, pianificando le attività secondo canoni culturali standard e insieme specifici, nel rispetto delle tradizioni e delle vocazioni. Si devono pertanto coinvolgere le comunità locali, come attive protagoniste nella gestione dei progetti.
Il turismo si disegna nel territorio, che diventa ambiente e risorsa. Le attività debbono essere pianificate con rispetto per la tradizione e le vocazioni tenendo conto delle specificità, pur con un percorso culturale riconducibile a standard più ampi. Non può quindi ignorarsi il coinvolgimento delle comunità locali, da considerare protagoniste nelle ipotesi progettuali e nella gestione piuttosto che passive fruitrici soltanto di redditi marginali. Il turismo deve essere progettato nel territorio, ambiente-risorsa, pianificando le attività secondo canoni culturali standard e insieme specifici, nel rispetto delle tradizioni e delle vocazioni. Si devono pertanto coinvolgere le comunità locali, come attive protagoniste nella gestione dei progetti.
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Il valzer è una danza in tempo ternario nata alla fine del XVIII secolo. Diffuso inizialmente in Austria e nel sud della Germania, il valzer conquistò ben presto gran parte dell'Europa: dalla Francia (dove fu introdotto da Maria Antonietta) alla Russia, dall'Italia all'Inghilterra, diventando una danza internazionale. Il successo fu dovuto non solo al carattere fluente e orecchiabile della musica ma anche al fatto che per la prima volta la coppia di ballerini danzava abbracciata. Il valzer viennese conservò un andamento veloce e spigliato, mentre in Francia la nuova danza toccò la massima popolarità all'interno del genere operettistico, acquistando un carattere più languido e sentimentale. Il valzer fu introdotto in Francia da Maria Antonietta e fu in questo Paese che toccò la sua massima popolarità, inserendosi all'interno del genere operettistico e acquisendo un carattere maggiormente languido e sentimentale. Il valzer viennese invece, fedele alle origini, mantenne un andamento veloce e spigliato; questa danza in tempo ternario era, infatti, nata in Austria e nella parte meridionale della Germania nel XVIII secolo, ma divenne presto internazionale, diffondendosi dalla Francia alla Russia, e anche in Italia e Inghilterra. Tale diffusione si motiva non solo con il carattere fluente e orecchiabile della musica ma anche per il fatto che la coppia di ballerini danzava (per la prima volta!) abbracciata.
Il valzer è una danza in tempo ternario nata alla fine del XVIII secolo. Diffuso inizialmente in Austria e nel sud della Germania, il valzer conquistò ben presto gran parte dell'Europa: dalla Francia (dove fu introdotto da Maria Antonietta) alla Russia, dall'Italia all'Inghilterra, diventando una danza internazionale. Il successo fu dovuto non solo al carattere fluente e orecchiabile della musica ma anche al fatto che per la prima volta la coppia di ballerini danzava abbracciata. Il valzer viennese conservò un andamento veloce e spigliato, mentre in Francia la nuova danza toccò la massima popolarità all'interno del genere operettistico, acquistando un carattere più languido e sentimentale. Il valzer fu introdotto in Francia da Maria Antonietta e fu in questo Paese che toccò la sua massima popolarità, inserendosi all'interno del genere operettistico e acquisendo un carattere maggiormente languido e sentimentale. Il valzer viennese invece, fedele alle origini, mantenne un andamento veloce e spigliato; questa danza in tempo ternario era, infatti, nata in Austria e nella parte meridionale della Germania nel XVIII secolo, ma divenne presto internazionale, diffondendosi dalla Francia alla Russia, e anche in Italia e Inghilterra. Tale diffusione si motiva non solo con il carattere fluente e orecchiabile della musica ma anche per il fatto che la coppia di ballerini danzava (per la prima volta!) abbracciata.
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Il venditore si sforzerà di canalizzare l'attenzione del cliente sul prezzo relativo, cioè sul prezzo comparato al valore. Non parlerà d'altro che del contro valore che riceve il cliente. Se non può esimersi dal menzionare il prezzo, lo farà sempre in correlazione con il valore intrinseco della merce, al fine di non spaventare il cliente con il prezzo assoluto. Mostrate al cliente ciò che ottiene per il suo denaro. Chi vende deve portare l'attenzione dell'acquirente non sul prezzo assoluto, ma sul prezzo della merce messo in relazione con il suo valore, dando risalto a quanto il cliente otterrà in cambio del proprio denaro.
Il venditore si sforzerà di canalizzare l'attenzione del cliente sul prezzo relativo, cioè sul prezzo comparato al valore. Non parlerà d'altro che del contro valore che riceve il cliente. Se non può esimersi dal menzionare il prezzo, lo farà sempre in correlazione con il valore intrinseco della merce, al fine di non spaventare il cliente con il prezzo assoluto. Mostrate al cliente ciò che ottiene per il suo denaro. Chi vende deve portare l'attenzione dell'acquirente non sul prezzo assoluto, ma sul prezzo della merce messo in relazione con il suo valore, dando risalto a quanto il cliente otterrà in cambio del proprio denaro.
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Il vincolo paesaggistico è uno strumento previsto dalla legislazione italiana per tutelare gli immobili e le aree di maggior pregio paesaggistico. La finalità è quella di mitigare l'inserimento di opere edilizie e infrastrutture in questi spazi: non si preclude comunque del tutto la possibilità di costruire, ampliare ed edificare, ma tutto ciò va fatto secondo indicazioni e parametri tali che gli interventi non possano danneggiare il pregio paesaggistico e ambientale della zona, ma invece ne rispettino e ne preservino il valore. Per queste aree tutelate il Comune non è più l'unico ente preposto a decidere riguardo gli interventi edilizi: occorre l'autorizzazione paesaggistica rilasciata da enti gerarchicamente sovraordinati, come la Regione, su parere vincolante della Sovrintendenza ai Beni paesaggistici e ambientali. Alcune aree ed immobili in Italia sono sottoposti a vincolo paesaggistico, uno strumento regolato dal Comune coadiuvato da enti superiori, come la Regione su parere inderogabile della Sovrintendenza ai beni paesaggistici e ambientali. La finalità del vincolo è quella di controllare che l'eventuale inserimento di opere edilizie in queste zone rispetti i parametri volti alla preservazione del valore paesaggistico.
Il vincolo paesaggistico è uno strumento previsto dalla legislazione italiana per tutelare gli immobili e le aree di maggior pregio paesaggistico. La finalità è quella di mitigare l'inserimento di opere edilizie e infrastrutture in questi spazi: non si preclude comunque del tutto la possibilità di costruire, ampliare ed edificare, ma tutto ciò va fatto secondo indicazioni e parametri tali che gli interventi non possano danneggiare il pregio paesaggistico e ambientale della zona, ma invece ne rispettino e ne preservino il valore. Per queste aree tutelate il Comune non è più l'unico ente preposto a decidere riguardo gli interventi edilizi: occorre l'autorizzazione paesaggistica rilasciata da enti gerarchicamente sovraordinati, come la Regione, su parere vincolante della Sovrintendenza ai Beni paesaggistici e ambientali. Alcune aree ed immobili in Italia sono sottoposti a vincolo paesaggistico, uno strumento regolato dal Comune coadiuvato da enti superiori, come la Regione su parere inderogabile della Sovrintendenza ai beni paesaggistici e ambientali. La finalità del vincolo è quella di controllare che l'eventuale inserimento di opere edilizie in queste zone rispetti i parametri volti alla preservazione del valore paesaggistico.
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Immaginate una discarica grande più di due volte l'Italia, riempita con ogni tipo di pattumiera immaginabile. Fatto? Perfetto. Ora immaginatela mentre galleggia nel bel mezzo del Pacifico. No, non è un film dell'orrore a tema catastrofico-ambientale, ma una sommaria descrizione del Great Pacific Garbage Patch, meglio nota come l'Isola dei Rifiuti, un immenso ammasso di plastica e immondizia accumulato dalle correnti marine tra la California e le isole Hawaii. Considerata da anni una delle più grandi minacce all'ecosistema oceanico, questa incredibile discarica galleggiante non solo non accenna a ridursi, ma secondo le ultime ricerche si sta addirittura espandendo. Una delle principali minacce all'ecosistema oceanico è il Great Pacific Garbage Patch, o Isola dei Rifiuti, un ammasso di rifiuti accumulato dalle correnti marine nel Pacifico, tra la California e le isole Hawaii, la cui estensione supera il doppio di quella dell'Italia ed è tuttora in aumento.
Immaginate una discarica grande più di due volte l'Italia, riempita con ogni tipo di pattumiera immaginabile. Fatto? Perfetto. Ora immaginatela mentre galleggia nel bel mezzo del Pacifico. No, non è un film dell'orrore a tema catastrofico-ambientale, ma una sommaria descrizione del Great Pacific Garbage Patch, meglio nota come l'Isola dei Rifiuti, un immenso ammasso di plastica e immondizia accumulato dalle correnti marine tra la California e le isole Hawaii. Considerata da anni una delle più grandi minacce all'ecosistema oceanico, questa incredibile discarica galleggiante non solo non accenna a ridursi, ma secondo le ultime ricerche si sta addirittura espandendo. Una delle principali minacce all'ecosistema oceanico è il Great Pacific Garbage Patch, o Isola dei Rifiuti, un ammasso di rifiuti accumulato dalle correnti marine nel Pacifico, tra la California e le isole Hawaii, la cui estensione supera il doppio di quella dell'Italia ed è tuttora in aumento.
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In alcuni ambienti culturali si avverte il rischio di un indiscriminato progresso tecnologico; un progresso fine a se stesso finirebbe infatti per subordinare l'uomo alla tecnica. Il degrado ambientale, l'alienazione del mondo del lavoro, la stessa ricerca scientifica senza nessun controllo etico, sono alcuni degli argomenti utilizzati per avvalorare questa tesi. La proposta che viene da questi ambienti non è quella di un rifiuto della tecnologia ma quella di una sua subordinazione ai valori spirituali. In certi ambienti culturali, sottolineando una serie di problemi quali il degrado ambientale, l'alienazione del mondo del lavoro, la stessa ricerca scientifica senza nessun controllo etico, si denuciano i rischi di un progresso fine a se stesso; non si vuole con questo rifiutare la tecnologia ma subordinarla ai valori spirituali.
In alcuni ambienti culturali si avverte il rischio di un indiscriminato progresso tecnologico; un progresso fine a se stesso finirebbe infatti per subordinare l'uomo alla tecnica. Il degrado ambientale, l'alienazione del mondo del lavoro, la stessa ricerca scientifica senza nessun controllo etico, sono alcuni degli argomenti utilizzati per avvalorare questa tesi. La proposta che viene da questi ambienti non è quella di un rifiuto della tecnologia ma quella di una sua subordinazione ai valori spirituali. In certi ambienti culturali, sottolineando una serie di problemi quali il degrado ambientale, l'alienazione del mondo del lavoro, la stessa ricerca scientifica senza nessun controllo etico, si denuciano i rischi di un progresso fine a se stesso; non si vuole con questo rifiutare la tecnologia ma subordinarla ai valori spirituali.
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In base al bilancio effettuato dall'Exhibitor Relations, società di rilevamento dati di Los Angeles, il 2001 è stato d'oro per Hollywood: nei cinema degli Stati Uniti è stato venduto il 5 per cento di biglietti in più rispetto all'anno precedente, con un aumento degli incassi del 9 per cento. Più precisamente, gli incassi sono passati dai 7,7 miliardi di dollari del 2000 agli 8 miliardi e 350 milioni del 2001. In base al bilancio effettuato da una società di rilevamento dati di Los Angeles, nel 2001 è stato venduto negli Stati Uniti il 5 per cento di biglietti cinematografici in più rispetto all'anno precedente, con un aumento degli incassi del 9 per cento (da 7,7 miliardi di dollari a 8 miliardi e 350 milioni).
In base al bilancio effettuato dall'Exhibitor Relations, società di rilevamento dati di Los Angeles, il 2001 è stato d'oro per Hollywood: nei cinema degli Stati Uniti è stato venduto il 5 per cento di biglietti in più rispetto all'anno precedente, con un aumento degli incassi del 9 per cento. Più precisamente, gli incassi sono passati dai 7,7 miliardi di dollari del 2000 agli 8 miliardi e 350 milioni del 2001. In base al bilancio effettuato da una società di rilevamento dati di Los Angeles, nel 2001 è stato venduto negli Stati Uniti il 5 per cento di biglietti cinematografici in più rispetto all'anno precedente, con un aumento degli incassi del 9 per cento (da 7,7 miliardi di dollari a 8 miliardi e 350 milioni).
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In base alle informazioni ufficiali arrivate nella mattina di oggi, martedì 10 luglio, almeno 156 persone sono morte per le conseguenze delle forti piogge che ci sono state negli ultimi giorni in Giappone, soprattutto nella parte occidentale del Paese. Le persone sono morte in seguito a frane o agli allagamenti successivi alle piogge. Altre decine di persone risultano ancora disperse e due milioni di persone sono state fatte evacuare. Il primo ministro Shinzo Abe ha cancellato un viaggio di lavoro in Europa e in Medio Oriente per poter gestire la situazione. Il tempo ha iniziato a migliorare il 9 luglio e nei prossimi giorni non sono previste altre piogge intense. Le forti piogge che hanno colpito con particolare intensità le regioni occidentali del Giappone hanno causato già 156 vittime, soprattutto in seguito a frane o allagamenti. Molti sono i dispersi e gli sfollati. Fortunatamente il clima dovrebbe essere in miglioramento ma la situazione rimane grave: il primo ministro ha addirittura rimandato un viaggio di lavoro all'estero.
In base alle informazioni ufficiali arrivate nella mattina di oggi, martedì 10 luglio, almeno 156 persone sono morte per le conseguenze delle forti piogge che ci sono state negli ultimi giorni in Giappone, soprattutto nella parte occidentale del Paese. Le persone sono morte in seguito a frane o agli allagamenti successivi alle piogge. Altre decine di persone risultano ancora disperse e due milioni di persone sono state fatte evacuare. Il primo ministro Shinzo Abe ha cancellato un viaggio di lavoro in Europa e in Medio Oriente per poter gestire la situazione. Il tempo ha iniziato a migliorare il 9 luglio e nei prossimi giorni non sono previste altre piogge intense. Le forti piogge che hanno colpito con particolare intensità le regioni occidentali del Giappone hanno causato già 156 vittime, soprattutto in seguito a frane o allagamenti. Molti sono i dispersi e gli sfollati. Fortunatamente il clima dovrebbe essere in miglioramento ma la situazione rimane grave: il primo ministro ha addirittura rimandato un viaggio di lavoro all'estero.
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In Cambogia, uno tra i paesi più minati del mondo, un abitante ogni duecentotrenta ha perso una gamba o tutte e due per un incidente da mina. Ma, in fondo, loro sono quelli che ce l'hanno fatta a fuggire allo sterminio: sono, paradossalmente, i privilegiati. In Cambogia, a causa delle mine, un abitante su duecentotrenta ha perso almeno una gamba. Eppure questi sono paradossalmente dei privilegiati, perché sono sfuggiti allo sterminio.
In Cambogia, uno tra i paesi più minati del mondo, un abitante ogni duecentotrenta ha perso una gamba o tutte e due per un incidente da mina. Ma, in fondo, loro sono quelli che ce l'hanno fatta a fuggire allo sterminio: sono, paradossalmente, i privilegiati. In Cambogia, a causa delle mine, un abitante su duecentotrenta ha perso almeno una gamba. Eppure questi sono paradossalmente dei privilegiati, perché sono sfuggiti allo sterminio.
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In molti avranno vissuto la felicità di riuscire a dimagrire, anche in poco tempo e apparentemente senza troppi sforzi e poi, nel giro di altrettanto poco tempo, riprendere tutti i kg persi, spesso con anche gli interessi; si raggiunge un peso superiore a quello che si aveva in partenza, prima della dieta. Quanta frustrazione e delusione avvertite in questo processo? Affrontare un percorso dimagrante assieme a uno psicologo può aiutare a contrastare questo fenomeno che molto spesso diventa un circolo vizioso; si dimagrisce e si ingrassa nuovamente come uno yo-yo che continuamente sale e scende lungo lo spago. A volte può essere relativamente facile dimagrire velocemente, ma ci si ritrova poi, poco tempo dopo, a riprendere i kg persi e magari anche di più. Può instaurarsi un vero e proprio circolo vizioso, in cui questo processo è continuo e si passa costantemente dalla soddisfazione alla frustrazione e viceversa. Un modo per contrastarlo può essere quello di farsi affiancare da uno psicologo nel proprio percorso dimagrante.
In molti avranno vissuto la felicità di riuscire a dimagrire, anche in poco tempo e apparentemente senza troppi sforzi e poi, nel giro di altrettanto poco tempo, riprendere tutti i kg persi, spesso con anche gli interessi; si raggiunge un peso superiore a quello che si aveva in partenza, prima della dieta. Quanta frustrazione e delusione avvertite in questo processo? Affrontare un percorso dimagrante assieme a uno psicologo può aiutare a contrastare questo fenomeno che molto spesso diventa un circolo vizioso; si dimagrisce e si ingrassa nuovamente come uno yo-yo che continuamente sale e scende lungo lo spago. A volte può essere relativamente facile dimagrire velocemente, ma ci si ritrova poi, poco tempo dopo, a riprendere i kg persi e magari anche di più. Può instaurarsi un vero e proprio circolo vizioso, in cui questo processo è continuo e si passa costantemente dalla soddisfazione alla frustrazione e viceversa. Un modo per contrastarlo può essere quello di farsi affiancare da uno psicologo nel proprio percorso dimagrante.
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In molti gruppi di cacciatori-raccoglitori contemporanei le persone non si baciano: in alcuni di questi gruppi, tra cui la tribù brasiliana dei Mehinaku, l'atto di baciare è considerato addirittura rivoltante. Non lo si può dire con certezza, ma il fatto che negli attuali gruppi di cacciatori-raccoglitori le coppie non si bacino sulla bocca suggerisce che nemmeno i nostri antenati lo facessero e che questa pratica sia nata nelle società occidentali e poi si sia trasmessa di generazione in generazione. A sostegno di questa tesi c'è la sequenza di documentazioni storiche sull'atto di baciare: la più antica testimonianza del bacio sulla bocca risale a un testo in sanscrito, l'antica lingua indiana, di oltre 3.500 anni fa. In esso l'atto di baciarsi viene descritto come il respirare a vicenda l'anima dell'altro. Diversi elementi lasciano intendere che gli esseri umani originariamente non usassero baciarsi. Infatti in molte società di cacciatori-raccoglitori questo non avviene ancora oggi, e oltretutto le attestazioni storiche di questo comportamento compaiono solo 3.500 anni fa in un testo in sanscrito. Pare quindi che il bacio sia nato in occidente e si sia in seguito diffuso quasi universalmente tra gli uomini.
In molti gruppi di cacciatori-raccoglitori contemporanei le persone non si baciano: in alcuni di questi gruppi, tra cui la tribù brasiliana dei Mehinaku, l'atto di baciare è considerato addirittura rivoltante. Non lo si può dire con certezza, ma il fatto che negli attuali gruppi di cacciatori-raccoglitori le coppie non si bacino sulla bocca suggerisce che nemmeno i nostri antenati lo facessero e che questa pratica sia nata nelle società occidentali e poi si sia trasmessa di generazione in generazione. A sostegno di questa tesi c'è la sequenza di documentazioni storiche sull'atto di baciare: la più antica testimonianza del bacio sulla bocca risale a un testo in sanscrito, l'antica lingua indiana, di oltre 3.500 anni fa. In esso l'atto di baciarsi viene descritto come il respirare a vicenda l'anima dell'altro. Diversi elementi lasciano intendere che gli esseri umani originariamente non usassero baciarsi. Infatti in molte società di cacciatori-raccoglitori questo non avviene ancora oggi, e oltretutto le attestazioni storiche di questo comportamento compaiono solo 3.500 anni fa in un testo in sanscrito. Pare quindi che il bacio sia nato in occidente e si sia in seguito diffuso quasi universalmente tra gli uomini.
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In molti Paesi si discute del salario minimo come misura per rafforzare il potere d'acquisto dei lavoratori. In Germania, Regno Unito e Stati Uniti i politici hanno annunciato l'introduzione di un salario minimo nazionale o l'aumento del salario minimo esistente. Questa misura serve per ridare potere d'acquisto ai lavoratori e per correggere le disuguaglianze. In Europa il salario minimo nazionale esiste in molti Paesi e varia dai 173 euro al mese della Bulgaria, ai 1.921 euro mensili del Lussemburgo. Il salario minimo è una specie di ammortizzatore sociale, ma alcuni esperti mettono in dubbio la sua efficacia e temono che questa misura possa influire sul tasso di disoccupazione. È aperta in molti Paesi la discussione riguardo al salario minimo, una misura di equalizzazione sociale che aumenta il potere d'acquisto dei lavoratori. Non tutti sono favorevoli alla sua adozione: alcuni temono che possa avere un'influenza negativa sul tasso di disoccupazione.
In molti Paesi si discute del salario minimo come misura per rafforzare il potere d'acquisto dei lavoratori. In Germania, Regno Unito e Stati Uniti i politici hanno annunciato l'introduzione di un salario minimo nazionale o l'aumento del salario minimo esistente. Questa misura serve per ridare potere d'acquisto ai lavoratori e per correggere le disuguaglianze. In Europa il salario minimo nazionale esiste in molti Paesi e varia dai 173 euro al mese della Bulgaria, ai 1.921 euro mensili del Lussemburgo. Il salario minimo è una specie di ammortizzatore sociale, ma alcuni esperti mettono in dubbio la sua efficacia e temono che questa misura possa influire sul tasso di disoccupazione. È aperta in molti Paesi la discussione riguardo al salario minimo, una misura di equalizzazione sociale che aumenta il potere d'acquisto dei lavoratori. Non tutti sono favorevoli alla sua adozione: alcuni temono che possa avere un'influenza negativa sul tasso di disoccupazione.
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In natura tutti gli animali mangiano, ma non tutti si nutrono delle stesse cose. Si chiamano erbivori quelli che mangiano le piante, carnivori quelli che mangiano altri animali e onnivori quelli che mangiano gli uni e le altre. Succede spesso, poi, che chi mangia venga a sua volta mangiato: si hanno così delle catene alimentari. Si chiamano catene alimentari perché ogni creatura è collegata all'esistenza di altri esseri viventi dal suo bisogno di nutrirsi, come un anello di una catena è collegato agli altri. Il primo anello di una catena alimentare è sempre una pianta, il secondo è sempre un erbivoro e gli anelli seguenti, che possono essere uno o più di uno, sono dei carnivori. Ci sono sempre le piante all'origine di ogni catena alimentare perché solo le piante sono in grado di produrre cibo partendo da sostanze non viventi. Le piante producono cibo e per questo vengono chiamate produttori, mentre gli animali che consumano il cibo da esse prodotto vengono chiamati consumatori e la loro vita dipende da quella delle piante. Tutti gli animali mangiano e in base a ciò di cui si nutrono si possono suddividere in: erbivori, carnivori e onnivori. In natura si hanno delle catene alimentari in cui ogni animale è collegato agli altri esseri viventi dal suo bisogno di nutrirsi. All'inizio della catena ci sono sempre le piante (che vengono chiamate produttori), poi vengono gli erbivori e infine i carnivori. Gli animali sono detti consumatori e la loro vita dipende da quella delle piante.
In natura tutti gli animali mangiano, ma non tutti si nutrono delle stesse cose. Si chiamano erbivori quelli che mangiano le piante, carnivori quelli che mangiano altri animali e onnivori quelli che mangiano gli uni e le altre. Succede spesso, poi, che chi mangia venga a sua volta mangiato: si hanno così delle catene alimentari. Si chiamano catene alimentari perché ogni creatura è collegata all'esistenza di altri esseri viventi dal suo bisogno di nutrirsi, come un anello di una catena è collegato agli altri. Il primo anello di una catena alimentare è sempre una pianta, il secondo è sempre un erbivoro e gli anelli seguenti, che possono essere uno o più di uno, sono dei carnivori. Ci sono sempre le piante all'origine di ogni catena alimentare perché solo le piante sono in grado di produrre cibo partendo da sostanze non viventi. Le piante producono cibo e per questo vengono chiamate produttori, mentre gli animali che consumano il cibo da esse prodotto vengono chiamati consumatori e la loro vita dipende da quella delle piante. Tutti gli animali mangiano e in base a ciò di cui si nutrono si possono suddividere in: erbivori, carnivori e onnivori. In natura si hanno delle catene alimentari in cui ogni animale è collegato agli altri esseri viventi dal suo bisogno di nutrirsi. All'inizio della catena ci sono sempre le piante (che vengono chiamate produttori), poi vengono gli erbivori e infine i carnivori. Gli animali sono detti consumatori e la loro vita dipende da quella delle piante.
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In occasione dell'apertura a Stoccolma della Settimana mondiale dell'acqua alla quale partecipano 2.500 delegati provenienti da 130 nazioni, è stato dichiarato che entro il 2050, quando la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi di individui, servirà il doppio dell'acqua utilizzata attualmente per garantire la sicurezza alimentare della popolazione. Se rimangono le stesse attività agricole e i regimi alimentari attuali, se continua a crescere l'urbanizzazione, la quantità d'acqua necessaria per l'agricoltura, che oggi è di 7.130 chilometri cubici, aumenterà dal 70 al 90% per nutrire nove miliardi di persone entro il 2050. Poiché nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di individui, occorrerà il doppio dell'acqua usata oggi per garantire la sicurezza alimentare e tra il 70 e il 90% in più di acqua per il fabbisogno agricolo mantenendo i regimi alimentari attuali.
In occasione dell'apertura a Stoccolma della Settimana mondiale dell'acqua alla quale partecipano 2.500 delegati provenienti da 130 nazioni, è stato dichiarato che entro il 2050, quando la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi di individui, servirà il doppio dell'acqua utilizzata attualmente per garantire la sicurezza alimentare della popolazione. Se rimangono le stesse attività agricole e i regimi alimentari attuali, se continua a crescere l'urbanizzazione, la quantità d'acqua necessaria per l'agricoltura, che oggi è di 7.130 chilometri cubici, aumenterà dal 70 al 90% per nutrire nove miliardi di persone entro il 2050. Poiché nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di individui, occorrerà il doppio dell'acqua usata oggi per garantire la sicurezza alimentare e tra il 70 e il 90% in più di acqua per il fabbisogno agricolo mantenendo i regimi alimentari attuali.
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In occasione dell'Esposizione universale dell'industria e della tecnica di Parigi del 1889 (centenario della Rivoluzione francese) fu costruita la torre Eiffel. Alta 300 metri, doveva essere insieme un monumento al cammino verso la libertà e una celebrazione delle realizzazioni della moderna tecnologia. L'ingegnere Gustave Eiffel disegnò la torre come la confluenza di quattro iperboli. La torre Eiffel, disegnata dall'ingegnere Gustave Eiffel come la confluenza di quattro iperboli e alta 300 metri, fu costruita nel 1889, in occasione dell'Esposizione universale dell'industria e della tecnica di Parigi, come simbolo della libertà e della moderna tecnologia.
In occasione dell'Esposizione universale dell'industria e della tecnica di Parigi del 1889 (centenario della Rivoluzione francese) fu costruita la torre Eiffel. Alta 300 metri, doveva essere insieme un monumento al cammino verso la libertà e una celebrazione delle realizzazioni della moderna tecnologia. L'ingegnere Gustave Eiffel disegnò la torre come la confluenza di quattro iperboli. La torre Eiffel, disegnata dall'ingegnere Gustave Eiffel come la confluenza di quattro iperboli e alta 300 metri, fu costruita nel 1889, in occasione dell'Esposizione universale dell'industria e della tecnica di Parigi, come simbolo della libertà e della moderna tecnologia.
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In Occidente prevale la visione (distorta) del "sumo" come di una battaglia a base di pugni e spintoni tra due ciccioni nudi, con una strana acconciatura e delle strane cinture intorno alla vita: un'immagine spesso ridicola e (forse) dispregiativa. Perché naturalmente in questa antica disciplina atletica giapponese c'è molto di più. Per quale ragione, se no, persone intelligenti ed evolute impazzirebbero per questo sport, o vi si getterebbero anima e corpo per farne la carriera di una vita? La cosa positiva è che, essendo sempre più apprezzato anche all'estero e attirando agli incontri un numero crescente di turisti, il "sumo" comincia a essere compreso nelle sue sottigliezze anche da un pubblico internazionale più vasto. Il "sumo" non è solo una battaglia a base di pugni e spintoni tra due ciccioni nudi con una strana acconciatura e delle strane cinture intorno alla vita, come si usa superficialmente pensare in Occidente. È invece un'antica disciplina giapponese con diverse sfumature, molto seguita e praticata da persone intelligenti ed evolute. Fortunatamente negli ultimi tempi viene sempre più apprezzato - e quindi compreso - anche da un pubblico internazionale.
In Occidente prevale la visione (distorta) del "sumo" come di una battaglia a base di pugni e spintoni tra due ciccioni nudi, con una strana acconciatura e delle strane cinture intorno alla vita: un'immagine spesso ridicola e (forse) dispregiativa. Perché naturalmente in questa antica disciplina atletica giapponese c'è molto di più. Per quale ragione, se no, persone intelligenti ed evolute impazzirebbero per questo sport, o vi si getterebbero anima e corpo per farne la carriera di una vita? La cosa positiva è che, essendo sempre più apprezzato anche all'estero e attirando agli incontri un numero crescente di turisti, il "sumo" comincia a essere compreso nelle sue sottigliezze anche da un pubblico internazionale più vasto. Il "sumo" non è solo una battaglia a base di pugni e spintoni tra due ciccioni nudi con una strana acconciatura e delle strane cinture intorno alla vita, come si usa superficialmente pensare in Occidente. È invece un'antica disciplina giapponese con diverse sfumature, molto seguita e praticata da persone intelligenti ed evolute. Fortunatamente negli ultimi tempi viene sempre più apprezzato - e quindi compreso - anche da un pubblico internazionale.
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In ogni presentazione si nasconde un gioco retorico: non, tuttavia, perché si costruisca un discorso finalizzato alla persuasione, un testo che invita a leggere un altro testo attraverso un movimento seduttivo che agisce nel linguaggio, bensì in quanto si esibisce uno scarto. Uno scarto in virtù del quale un discorso vuole rappresentarne un altro, ma invece di presentarlo nella sua immediatezza, di illustrarlo con un gesto che lo consegni al lettore senza mediazioni, lo differisce e lo allontana, poiché sono diversi sia i suoi obiettivi sia il suo genere. Ogni presentazione nasconde un gioco retorico, che non risiede tanto nella sua natura persuasiva, nell'essere un testo che, mediante la seduzione del linguaggio, rimanda a un altro testo, quanto nell'istituire uno scarto. Il suo discorso non rappresenta direttamente, immediatamente per il lettore, un altro discorso, infatti, ma lo differisce e allontana nella diversità di generi e scopi.
In ogni presentazione si nasconde un gioco retorico: non, tuttavia, perché si costruisca un discorso finalizzato alla persuasione, un testo che invita a leggere un altro testo attraverso un movimento seduttivo che agisce nel linguaggio, bensì in quanto si esibisce uno scarto. Uno scarto in virtù del quale un discorso vuole rappresentarne un altro, ma invece di presentarlo nella sua immediatezza, di illustrarlo con un gesto che lo consegni al lettore senza mediazioni, lo differisce e lo allontana, poiché sono diversi sia i suoi obiettivi sia il suo genere. Ogni presentazione nasconde un gioco retorico, che non risiede tanto nella sua natura persuasiva, nell'essere un testo che, mediante la seduzione del linguaggio, rimanda a un altro testo, quanto nell'istituire uno scarto. Il suo discorso non rappresenta direttamente, immediatamente per il lettore, un altro discorso, infatti, ma lo differisce e allontana nella diversità di generi e scopi.
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In parte dell'Africa occidentale e orientale l'allevamento non viene praticato per il sostentamento della popolazione, ma serve a dimostrare il prestigio di una famiglia. Esso, infatti, ha un valore ostentatorio e costituisce il principale elemento di distinzione sociale. Il bestiame viene considerato "capitale vivo", che però impoverisce anziché arricchire, in quanto consuma risorse senza contribuire all'alimentazione della popolazione locale. In alcune zone dell'Africa occidentale e orientale la pratica dell'allevamento costituisce una forma di ostentazione di status sociale e non una fonte di sostentamento. Poiché il bestiame è considerato "capitale vivo" e principale elemento di distinzione sociale esso non viene utilizzato per l'alimentazione della popolazione. Così il bestiame consumando risorse impoverisce anziché arricchire la popolazione.
In parte dell'Africa occidentale e orientale l'allevamento non viene praticato per il sostentamento della popolazione, ma serve a dimostrare il prestigio di una famiglia. Esso, infatti, ha un valore ostentatorio e costituisce il principale elemento di distinzione sociale. Il bestiame viene considerato "capitale vivo", che però impoverisce anziché arricchire, in quanto consuma risorse senza contribuire all'alimentazione della popolazione locale. In alcune zone dell'Africa occidentale e orientale la pratica dell'allevamento costituisce una forma di ostentazione di status sociale e non una fonte di sostentamento. Poiché il bestiame è considerato "capitale vivo" e principale elemento di distinzione sociale esso non viene utilizzato per l'alimentazione della popolazione. Così il bestiame consumando risorse impoverisce anziché arricchire la popolazione.
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In passato la sola strada data a una donna per girare il mondo era fingersi uomo. Oggi le viaggiatrici per professione sono scienziate, giornaliste inviate, antropologhe. Donne che di continuo vanno e vengono da Paesi lontani, il più delle volte pericolosi. Attraversando i deserti e sfidando le intemperie. Viaggiano e, quando tornano a casa, raccontano e scrivono, forti, tra le altre cose, della potenza mediatica del loro essere, oltre che temerarie nomadi, donne. Mentre un tempo le donne potevano viaggiare per il mondo solo se travestite da uomo, oggi le scienziate, le giornaliste, le antropologhe viaggiano per professione spostandosi continuamente in Paesi lontani spesso pericolosi, affrontando luoghi inospitali e climi ostili: quando tornano raccontano e scrivono avvalendosi anche della loro forza di comunicazione come viaggiatrici coraggiose e come donne.
In passato la sola strada data a una donna per girare il mondo era fingersi uomo. Oggi le viaggiatrici per professione sono scienziate, giornaliste inviate, antropologhe. Donne che di continuo vanno e vengono da Paesi lontani, il più delle volte pericolosi. Attraversando i deserti e sfidando le intemperie. Viaggiano e, quando tornano a casa, raccontano e scrivono, forti, tra le altre cose, della potenza mediatica del loro essere, oltre che temerarie nomadi, donne. Mentre un tempo le donne potevano viaggiare per il mondo solo se travestite da uomo, oggi le scienziate, le giornaliste, le antropologhe viaggiano per professione spostandosi continuamente in Paesi lontani spesso pericolosi, affrontando luoghi inospitali e climi ostili: quando tornano raccontano e scrivono avvalendosi anche della loro forza di comunicazione come viaggiatrici coraggiose e come donne.
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In psicologia si definisce opportunismo l'atteggiamento di chi, mirando unicamente al proprio tornaconto, è disposto a rinunciare ai propri principi e alle proprie idee per aderire, in base alle circostanze, a quelli degli altri accettando compromessi più o meno onorevoli. Sovente è indice di insicurezza e debolezza interiore unite a un sostanziale scetticismo verso la possibilità di affermare con successo convinzioni personali. Chi è insicuro e debole interiormente e non crede di poter affermare con successo le proprie convinzioni può finire a comportarsi in modo opportunista. Per gli psicologi, infatti, l'opportunismo - ovvero l'atteggiamento di chi è disposto ad accettare compromessi anche poco onorevoli e a rinunciare ai propri principi e idee per aderire, a seconda dei casi, a quelli degli altri per un proprio tornaconto - è spesso indice di questo tipo di problemi.
In psicologia si definisce opportunismo l'atteggiamento di chi, mirando unicamente al proprio tornaconto, è disposto a rinunciare ai propri principi e alle proprie idee per aderire, in base alle circostanze, a quelli degli altri accettando compromessi più o meno onorevoli. Sovente è indice di insicurezza e debolezza interiore unite a un sostanziale scetticismo verso la possibilità di affermare con successo convinzioni personali. Chi è insicuro e debole interiormente e non crede di poter affermare con successo le proprie convinzioni può finire a comportarsi in modo opportunista. Per gli psicologi, infatti, l'opportunismo - ovvero l'atteggiamento di chi è disposto ad accettare compromessi anche poco onorevoli e a rinunciare ai propri principi e idee per aderire, a seconda dei casi, a quelli degli altri per un proprio tornaconto - è spesso indice di questo tipo di problemi.
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In quanto alle posizioni e ai gesti dei cantanti, e cioè a uno dei compiti dell'odierno regista, nel teatro italiano della metà dell'Ottocento erano regolati da un codice molto preciso, cioè l'aderenza al "vero" secondo regole convenzionali, senza alcuna intenzione di sovrapporre a quest'ipotetica verità una visione interpretativa. Ciascuna situazione, o stato d'animo, o reazione emotiva, aveva un suo preciso riferimento gestuale e fisionomico, modellato in sostanza sulla settecentesca teoria degli affetti: ansietà, afflizione, sdegno, preghiera ecc. Dovendo rendere sul palco le diverse reazioni emotive, i cantanti del teatro italiano della metà dell'Ottocento non potevano abbandonarsi all'interpretazione, ma piuttosto dovevano tenersi a un vero e proprio, e rigido, codice degli stati d'animo, che, in nome del "vero" e sulla base della settecentesca teoria degli affetti prevedeva quali fossero i gesti e le espressioni proprie di ogni singola reazione emotiva.
In quanto alle posizioni e ai gesti dei cantanti, e cioè a uno dei compiti dell'odierno regista, nel teatro italiano della metà dell'Ottocento erano regolati da un codice molto preciso, cioè l'aderenza al "vero" secondo regole convenzionali, senza alcuna intenzione di sovrapporre a quest'ipotetica verità una visione interpretativa. Ciascuna situazione, o stato d'animo, o reazione emotiva, aveva un suo preciso riferimento gestuale e fisionomico, modellato in sostanza sulla settecentesca teoria degli affetti: ansietà, afflizione, sdegno, preghiera ecc. Dovendo rendere sul palco le diverse reazioni emotive, i cantanti del teatro italiano della metà dell'Ottocento non potevano abbandonarsi all'interpretazione, ma piuttosto dovevano tenersi a un vero e proprio, e rigido, codice degli stati d'animo, che, in nome del "vero" e sulla base della settecentesca teoria degli affetti prevedeva quali fossero i gesti e le espressioni proprie di ogni singola reazione emotiva.
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In questi anni Picasso non esitò a prendersi libertà estreme con la figura umana; ciononostante, pur nella scompostezza dei corpi rappresentati, questi rimangono sempre riconoscibili. Ci sono nel quadro Il Bacio, come nell'Arlecchino del 1927 o nel Busto di donna con autoritratto del 1929 e soprattutto nello straziante Grande nudo con poltrona rossa, una violenza e un dinamismo, non solo nella composizione, ma anche nella scelta dei colori, finora sconosciuti all'opera di Picasso. Attorno al 1927-29, Picasso conferisce alla sua produzione artistica caratteri sinora del tutto inusuali. Il dinamismo e la violenza, non solo della composizione, ma persino dei colori, e la libera resa della figura umana di questo tempo trovano esempi nelle opere Il Bacio, Arlecchino, Busto di donna con autoritratto e Grande nudo con poltrona rossa.
In questi anni Picasso non esitò a prendersi libertà estreme con la figura umana; ciononostante, pur nella scompostezza dei corpi rappresentati, questi rimangono sempre riconoscibili. Ci sono nel quadro Il Bacio, come nell'Arlecchino del 1927 o nel Busto di donna con autoritratto del 1929 e soprattutto nello straziante Grande nudo con poltrona rossa, una violenza e un dinamismo, non solo nella composizione, ma anche nella scelta dei colori, finora sconosciuti all'opera di Picasso. Attorno al 1927-29, Picasso conferisce alla sua produzione artistica caratteri sinora del tutto inusuali. Il dinamismo e la violenza, non solo della composizione, ma persino dei colori, e la libera resa della figura umana di questo tempo trovano esempi nelle opere Il Bacio, Arlecchino, Busto di donna con autoritratto e Grande nudo con poltrona rossa.
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In realtà, gli spagnoli non erano particolarmente odiati in Italia, e meno nei territori da loro dominati. I governanti che il re di Spagna mandava erano proprietari terrieri per lo più castigliani, che rispettavano i diritti dei feudatari locali: che si appoggiassero ad essi, come era naturale data la loro estrazione sociale, fu forse il loro più grande difetto, nota Virgilio Titone. Essi governavano i domini italiani con la stessa mentalità chiusa con cui governavano i territori spagnoli e, naturalmente, con alquanti meno scrupoli. Non risulta un particolare odio in Italia verso gli spagnoli. Dove questi governavano, i governanti erano proprietari terrieri, generalmente castigliani, che si comportavano come avrebbero fatto in Spagna, anche se qui con meno scrupoli: rispettavano i diritti dei feudatari locali, a cui si appoggiavano.
In realtà, gli spagnoli non erano particolarmente odiati in Italia, e meno nei territori da loro dominati. I governanti che il re di Spagna mandava erano proprietari terrieri per lo più castigliani, che rispettavano i diritti dei feudatari locali: che si appoggiassero ad essi, come era naturale data la loro estrazione sociale, fu forse il loro più grande difetto, nota Virgilio Titone. Essi governavano i domini italiani con la stessa mentalità chiusa con cui governavano i territori spagnoli e, naturalmente, con alquanti meno scrupoli. Non risulta un particolare odio in Italia verso gli spagnoli. Dove questi governavano, i governanti erano proprietari terrieri, generalmente castigliani, che si comportavano come avrebbero fatto in Spagna, anche se qui con meno scrupoli: rispettavano i diritti dei feudatari locali, a cui si appoggiavano.
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In realtà, la famiglia è più un fatto sociale che un istituto organizzato dal diritto; per le sue stesse origini naturali essa sfugge alla disciplina del legislatore, al quale inoltre ragioni di ordine morale o considerazioni dettate da discrezione o da opportunità interdicono di prendere in considerazione quelle tra le relazioni familiari che non si manifestino pubblicamente. L'intima essenza della famiglia - come ha rilevato lo Jemolo - rimane sempre metagiuridica. La famiglia è un fenomeno sociale regolato dal diritto e non un istituto da quest'ultimo creato. Il legislatore non può prendere in considerazione altro che le relazioni familiari che si manifestano pubblicamente, non potendosi spingere - per ragioni morali o di discrezione o di opportunità - alle altre. La famiglia, come dice lo Jemolo, ha una natura ultima che va al di là del diritto.
In realtà, la famiglia è più un fatto sociale che un istituto organizzato dal diritto; per le sue stesse origini naturali essa sfugge alla disciplina del legislatore, al quale inoltre ragioni di ordine morale o considerazioni dettate da discrezione o da opportunità interdicono di prendere in considerazione quelle tra le relazioni familiari che non si manifestino pubblicamente. L'intima essenza della famiglia - come ha rilevato lo Jemolo - rimane sempre metagiuridica. La famiglia è un fenomeno sociale regolato dal diritto e non un istituto da quest'ultimo creato. Il legislatore non può prendere in considerazione altro che le relazioni familiari che si manifestano pubblicamente, non potendosi spingere - per ragioni morali o di discrezione o di opportunità - alle altre. La famiglia, come dice lo Jemolo, ha una natura ultima che va al di là del diritto.
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In seguito alla sempre maggior diffusione dell'agricoltura e all'insediamento delle comunità agricole in gruppi stanziali, gli agglomerati umani si andarono progressivamente ampliando. Nacque così la struttura sociale fondamentale di tutta la storia umana successiva, vale a dire la città. Questa innovazione fu di importanza incalcolabile tanto che, così come si parla di «rivoluzione agricola», si è parlato anche di «rivoluzione urbana», che condizionò per sempre la vita dell'umanità. Già nel 7000 a.C. troviamo attestati nel Vicino Oriente degli insediamenti che possono essere definiti città: Gerico in Palestina e Çatal Hüyük in Turchia. La loro struttura urbanistica è ricostruibile grazie agli scavi archeologici. Le case di Çatal Hüyük erano rettangolari, fatte con mattoni di argilla, rinforzate da strutture di legno e rivestite di gesso e possedevano focolari. Molte abitazioni erano vivacemente affrescate (con scene di caccia, leopardi e demoni alati) e alcune avevano probabilmente funzioni cultuali. Grazie alla diffusione dell'agricoltura e agli insediamenti stanziali, gli agglomerati umani si andarono ampliando: nacque così la città, un'innovazione che condizionò per sempre la vita dell'umanità. Nel Vicino Oriente gli insediamenti che possiamo definire città risalgono al 7000 a.C.: Gerico in Palestina e Çatal Hüyük in Turchia, la cui struttura urbanistica si può ricostruire con l'aiuto dell'archeologia. Le case di Çatal Hüyük erano in argilla, di forma rettangolare, rinforzate da elementi in legno e con rivestimenti di gesso. In molte abitazioni vi erano degli affreschi ed è probabile che alcune di esse avessero una funzione cultuale.
In seguito alla sempre maggior diffusione dell'agricoltura e all'insediamento delle comunità agricole in gruppi stanziali, gli agglomerati umani si andarono progressivamente ampliando. Nacque così la struttura sociale fondamentale di tutta la storia umana successiva, vale a dire la città. Questa innovazione fu di importanza incalcolabile tanto che, così come si parla di «rivoluzione agricola», si è parlato anche di «rivoluzione urbana», che condizionò per sempre la vita dell'umanità. Già nel 7000 a.C. troviamo attestati nel Vicino Oriente degli insediamenti che possono essere definiti città: Gerico in Palestina e Çatal Hüyük in Turchia. La loro struttura urbanistica è ricostruibile grazie agli scavi archeologici. Le case di Çatal Hüyük erano rettangolari, fatte con mattoni di argilla, rinforzate da strutture di legno e rivestite di gesso e possedevano focolari. Molte abitazioni erano vivacemente affrescate (con scene di caccia, leopardi e demoni alati) e alcune avevano probabilmente funzioni cultuali. Grazie alla diffusione dell'agricoltura e agli insediamenti stanziali, gli agglomerati umani si andarono ampliando: nacque così la città, un'innovazione che condizionò per sempre la vita dell'umanità. Nel Vicino Oriente gli insediamenti che possiamo definire città risalgono al 7000 a.C.: Gerico in Palestina e Çatal Hüyük in Turchia, la cui struttura urbanistica si può ricostruire con l'aiuto dell'archeologia. Le case di Çatal Hüyük erano in argilla, di forma rettangolare, rinforzate da elementi in legno e con rivestimenti di gesso. In molte abitazioni vi erano degli affreschi ed è probabile che alcune di esse avessero una funzione cultuale.
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In sintesi, lo Zen è uno dei prodotti scaturiti dalla mente cinese dopo il suo incontro con il pensiero indiano, giunto in Cina nel I secolo dopo Cristo attraverso la dottrina buddhista. Alcuni aspetti del buddhismo, nella forma in cui arrivò in Cina, non ricevettero una calorosa accoglienza da parte delle popolazioni del Regno di Mezzo: poco apprezzati, ad esempio, furono la propensione per una vita errabonda, il trascendentalismo, o la fuga dal mondo e la vocazione alla rinuncia. Al tempo stesso la profonda filosofia del buddhismo, la sua sottile dialettica, le sue analisi e le sue speculazioni penetranti infiammarono i pensatori cinesi, in particolare i taoisti. Nel I secolo dopo Cristo il buddhismo arrivò in Cina dall'India. Se alcuni aspetti di questa dottrina non vennero accettati facilmente dalle popolazioni cinesi (ad esempio la propensione per una vita errabonda, il trascendentalismo, la fuga dal mondo e la vocazione alla rinuncia), c'è da dire che appassionò i pensatori, in particolare i taoisti, per la sua filosofia e la sua dialettica. L'incontro tra pensiero indiano e pensiero cinese produsse, tra le altre cose, lo Zen.
In sintesi, lo Zen è uno dei prodotti scaturiti dalla mente cinese dopo il suo incontro con il pensiero indiano, giunto in Cina nel I secolo dopo Cristo attraverso la dottrina buddhista. Alcuni aspetti del buddhismo, nella forma in cui arrivò in Cina, non ricevettero una calorosa accoglienza da parte delle popolazioni del Regno di Mezzo: poco apprezzati, ad esempio, furono la propensione per una vita errabonda, il trascendentalismo, o la fuga dal mondo e la vocazione alla rinuncia. Al tempo stesso la profonda filosofia del buddhismo, la sua sottile dialettica, le sue analisi e le sue speculazioni penetranti infiammarono i pensatori cinesi, in particolare i taoisti. Nel I secolo dopo Cristo il buddhismo arrivò in Cina dall'India. Se alcuni aspetti di questa dottrina non vennero accettati facilmente dalle popolazioni cinesi (ad esempio la propensione per una vita errabonda, il trascendentalismo, la fuga dal mondo e la vocazione alla rinuncia), c'è da dire che appassionò i pensatori, in particolare i taoisti, per la sua filosofia e la sua dialettica. L'incontro tra pensiero indiano e pensiero cinese produsse, tra le altre cose, lo Zen.
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In successione di tempo l'"autunno caldo" produsse molteplici effetti nel mercato del lavoro. Gli aumenti salariali concentratisi soprattutto nell'ambito della grande industria determinarono una progressiva riduzione dei saggi di crescita dei posti di lavoro nei settori più moderni e, di conseguenza, un incremento proporzionale dell'occupazione nei comparti più tradizionali e nel pubblico impiego. Inoltre, in seguito all'aumento dei dipendenti dello Stato, venne delineandosi un conflitto non più latente nella ripartizione del reddito tra le maestranze dell'industria e il personale occupato nella pubblica amministrazione. Durante l'"autunno caldo", la crescita dei salari nella grande industria, riducendo il tasso di crescita dell'occupazione nei settori moderni, favorì l'espansione occupazionale nei settori più tradizionali e nel settore pubblico, creando i presupposti per un conflitto nella ripartizione del reddito tra i dipendenti della pubblica amministrazione e il personale dell'industria.
In successione di tempo l'"autunno caldo" produsse molteplici effetti nel mercato del lavoro. Gli aumenti salariali concentratisi soprattutto nell'ambito della grande industria determinarono una progressiva riduzione dei saggi di crescita dei posti di lavoro nei settori più moderni e, di conseguenza, un incremento proporzionale dell'occupazione nei comparti più tradizionali e nel pubblico impiego. Inoltre, in seguito all'aumento dei dipendenti dello Stato, venne delineandosi un conflitto non più latente nella ripartizione del reddito tra le maestranze dell'industria e il personale occupato nella pubblica amministrazione. Durante l'"autunno caldo", la crescita dei salari nella grande industria, riducendo il tasso di crescita dell'occupazione nei settori moderni, favorì l'espansione occupazionale nei settori più tradizionali e nel settore pubblico, creando i presupposti per un conflitto nella ripartizione del reddito tra i dipendenti della pubblica amministrazione e il personale dell'industria.
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In tutti i Paesi che hanno sistemi statistici affidabili, si nota un fatto assai interessante. Anno dopo anno, pur con oscillazioni dovute al caso, l'età media di morte si è spostata in avanti. Ciò è dovuto in parte a un fatto meramente statistico: il numero delle persone che diventano molto anziane è aumentato, un po' perché molte più persone superano la soglia di 90, 100 o più anni e un po' perché le popolazioni sono cresciute di numero. È perciò facile che il caso, operando invece che su 100 persone, su 1.000, 10.000 o 100.000, determini circostanze eccezionali che innalzano il record di longevità. In quei Paesi che hanno sistemi statistici affidabili si evidenzia anno dopo anno, pur con qualche oscillazione, un aumento della longevità. Questo è parzialmente spiegabile con un fatto statistico determinato sia da un maggior numero di persone molto anziane sia dall'incremento demografico. Dunque il caso, operando su più persone, innalza il record.
In tutti i Paesi che hanno sistemi statistici affidabili, si nota un fatto assai interessante. Anno dopo anno, pur con oscillazioni dovute al caso, l'età media di morte si è spostata in avanti. Ciò è dovuto in parte a un fatto meramente statistico: il numero delle persone che diventano molto anziane è aumentato, un po' perché molte più persone superano la soglia di 90, 100 o più anni e un po' perché le popolazioni sono cresciute di numero. È perciò facile che il caso, operando invece che su 100 persone, su 1.000, 10.000 o 100.000, determini circostanze eccezionali che innalzano il record di longevità. In quei Paesi che hanno sistemi statistici affidabili si evidenzia anno dopo anno, pur con qualche oscillazione, un aumento della longevità. Questo è parzialmente spiegabile con un fatto statistico determinato sia da un maggior numero di persone molto anziane sia dall'incremento demografico. Dunque il caso, operando su più persone, innalza il record.
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In tutti i sistemi politici si manifesta la corruzione politica, ma da alcune ricerche appare come non tutte le democrazie siano egualmente corrotte. Ai primi posti in termini di assenza di corruzione politica si trovano le democrazie scandinave, Danimarca compresa, e le democrazie anglosassoni (l'Italia occupa il trentaduesimo posto, poco sopra la Nigeria). I regimi non-democratici presentano un elevato livello di corruzione politica. La corruzione, contrariamente a opinioni diffuse ed errate, alligna anche nei regimi autoritari. Il problema della corruzione politica riguarda anche le democrazie, ma nelle classifiche internazionali, le democrazie dell'Europa del Nord risultano le meno corrotte. La corruzione politica è molto presente nei regimi autoritari che pure, secondo credenze diffuse, dovrebbero esserne esenti.
In tutti i sistemi politici si manifesta la corruzione politica, ma da alcune ricerche appare come non tutte le democrazie siano egualmente corrotte. Ai primi posti in termini di assenza di corruzione politica si trovano le democrazie scandinave, Danimarca compresa, e le democrazie anglosassoni (l'Italia occupa il trentaduesimo posto, poco sopra la Nigeria). I regimi non-democratici presentano un elevato livello di corruzione politica. La corruzione, contrariamente a opinioni diffuse ed errate, alligna anche nei regimi autoritari. Il problema della corruzione politica riguarda anche le democrazie, ma nelle classifiche internazionali, le democrazie dell'Europa del Nord risultano le meno corrotte. La corruzione politica è molto presente nei regimi autoritari che pure, secondo credenze diffuse, dovrebbero esserne esenti.
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In un celebre brano, Vitruvio si scaglia contro il gusto pittorico in voga nel momento in cui scrive, incurante della riproduzione mimetica del vero e indulgente ai capricci della fantasia a tal punto da privilegiare mostruosità, immagini non rispondenti a oggetti definiti o forme architettoniche sprovviste di concretezza strutturale, tutte figure che, a dispetto della squisita fattura, "non esistono, non possono esistere, non sono mai esistite". Nondimeno, il loro successo ha raggiunto vette tali che iudices cattivi e ottenebrati tacciano di incompetenza artistica l'eccellenza nell'arte. Non ama, Vitruvio, la pittura prevalente del suo tempo, dedita a creare immagini fantastiche e così lontane da quella riproduzione del vero che a lui pare la sola eccellenza artistica. Egli la biasima, insieme a quei cattivi critici che la esaltano e che disprezzano l'arte vera.
In un celebre brano, Vitruvio si scaglia contro il gusto pittorico in voga nel momento in cui scrive, incurante della riproduzione mimetica del vero e indulgente ai capricci della fantasia a tal punto da privilegiare mostruosità, immagini non rispondenti a oggetti definiti o forme architettoniche sprovviste di concretezza strutturale, tutte figure che, a dispetto della squisita fattura, "non esistono, non possono esistere, non sono mai esistite". Nondimeno, il loro successo ha raggiunto vette tali che iudices cattivi e ottenebrati tacciano di incompetenza artistica l'eccellenza nell'arte. Non ama, Vitruvio, la pittura prevalente del suo tempo, dedita a creare immagini fantastiche e così lontane da quella riproduzione del vero che a lui pare la sola eccellenza artistica. Egli la biasima, insieme a quei cattivi critici che la esaltano e che disprezzano l'arte vera.
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In un complesso funerario dell'Henan, gli scavi hanno rivelato oltre 1200 fosse sacrificali, gran parte delle quali contenevano resti umani. Un archeologo ha confidato di aver contato sessanta diverse tipologie di uccisioni rituali d'epoca Shang. Ma ha tenuto a sottolineare che si trattava di rituali, non di omicidi. Scavi effettuati nel complesso funerario dell'Henan hanno rivelato più di 1200 fosse, la maggior parte delle quali contenevano resti umani. Un archeologo dichiara di aver contato sessanta diversi tipi di uccisioni (rituali e non omicidi) di epoca Shang.
In un complesso funerario dell'Henan, gli scavi hanno rivelato oltre 1200 fosse sacrificali, gran parte delle quali contenevano resti umani. Un archeologo ha confidato di aver contato sessanta diverse tipologie di uccisioni rituali d'epoca Shang. Ma ha tenuto a sottolineare che si trattava di rituali, non di omicidi. Scavi effettuati nel complesso funerario dell'Henan hanno rivelato più di 1200 fosse, la maggior parte delle quali contenevano resti umani. Un archeologo dichiara di aver contato sessanta diversi tipi di uccisioni (rituali e non omicidi) di epoca Shang.
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In un piccolo slargo subito a sud della sede della Borsa di New York c'è una statua di bronzo alta quasi tre metri e mezzo che si chiama Charging bull, "toro alla carica". Il suo autore è Arturo Di Modica, uno scultore nato in Sicilia, che volle dare una risposta patriottica al crac della borsa del 1987 e la fece mettere vicino a Wall Street a sue spese e senza il permesso delle autorità. Di Modica la definì "un simbolo della forza del popolo americano". Dopo un po' il Comune la fece rimuovere, ma le proteste costrinsero le autorità a rimetterla al suo posto. E così è diventata il simbolo di Wall street. Vicino alla Borsa di New York c'è una statua di bronzo di quasi tre metri e mezzo: si tratta del "Charging bull" dello scultore Arturo di Modica. Di Modica la mise illegalmente nei pressi di Wall Street come "simbolo della forza del popolo americano" dopo il crac della borsa del 1987. Il Comune la rimosse ma la rimise al suo posto a seguito di proteste. Da allora è diventata il simbolo di Wall Street.
In un piccolo slargo subito a sud della sede della Borsa di New York c'è una statua di bronzo alta quasi tre metri e mezzo che si chiama Charging bull, "toro alla carica". Il suo autore è Arturo Di Modica, uno scultore nato in Sicilia, che volle dare una risposta patriottica al crac della borsa del 1987 e la fece mettere vicino a Wall Street a sue spese e senza il permesso delle autorità. Di Modica la definì "un simbolo della forza del popolo americano". Dopo un po' il Comune la fece rimuovere, ma le proteste costrinsero le autorità a rimetterla al suo posto. E così è diventata il simbolo di Wall street. Vicino alla Borsa di New York c'è una statua di bronzo di quasi tre metri e mezzo: si tratta del "Charging bull" dello scultore Arturo di Modica. Di Modica la mise illegalmente nei pressi di Wall Street come "simbolo della forza del popolo americano" dopo il crac della borsa del 1987. Il Comune la rimosse ma la rimise al suo posto a seguito di proteste. Da allora è diventata il simbolo di Wall Street.
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In una città "intelligente" le risorse disponibili sono amministrate in maniera ottimizzata al fine di garantire lo sviluppo urbano in numerosi settori. Definire una smart city non è semplice, si tratta di una definizione che racchiude un significato ben più profondo: per smart city non intendiamo solamente una città "hi-tech", bensì una realtà in cui sono gestite oculatamente e in modo intelligente le risorse energetiche, ambientali, economiche e non solo. Una smart city può essere definita tale, dunque, se vi è lo sviluppo organico dei fattori economici, infrastrutturali, ambientali, sociali e tecnologici. Una città smart non è solo tecnologica, ma è una realtà urbana in cui le risorse ambientali, economiche ed energetiche, sociali, infrastrutturali e tecnologiche sono gestite in modo intelligente e dunque ottimizzate per garantire lo sviluppo sinergico dei vari settori urbani.
In una città "intelligente" le risorse disponibili sono amministrate in maniera ottimizzata al fine di garantire lo sviluppo urbano in numerosi settori. Definire una smart city non è semplice, si tratta di una definizione che racchiude un significato ben più profondo: per smart city non intendiamo solamente una città "hi-tech", bensì una realtà in cui sono gestite oculatamente e in modo intelligente le risorse energetiche, ambientali, economiche e non solo. Una smart city può essere definita tale, dunque, se vi è lo sviluppo organico dei fattori economici, infrastrutturali, ambientali, sociali e tecnologici. Una città smart non è solo tecnologica, ma è una realtà urbana in cui le risorse ambientali, economiche ed energetiche, sociali, infrastrutturali e tecnologiche sono gestite in modo intelligente e dunque ottimizzate per garantire lo sviluppo sinergico dei vari settori urbani.
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In via generica il termine agnostico indica un atteggiamento concettuale con cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha, o non se ne può avere, sufficiente conoscenza. In senso stretto è l'astensione sul problema del divino. L'agnostico afferma cioè di non sapere la risposta, oppure afferma che non è umanamente conoscibile una risposta e che per questo non può esprimersi in modo certo sul problema esposto. Nello specifico questa posizione è solitamente assunta rispetto al problema della conoscenza di Dio. In forme del tutto secondarie e in disuso può anche riguardare l'etica, la politica o la società. Il termine agnostico indica un atteggiamento di rinuncia a esprimere un giudizio su un determinato problema, perché o non si hanno elementi sufficienti per farlo, o non si conosce la questione a sufficienza, o è impossibile avere certezze in merito. Si parla di agnosticismo soprattutto in relazione alla conoscenza di Dio, ma a volte anche nei campi dell'etica, della politica e della società.
In via generica il termine agnostico indica un atteggiamento concettuale con cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha, o non se ne può avere, sufficiente conoscenza. In senso stretto è l'astensione sul problema del divino. L'agnostico afferma cioè di non sapere la risposta, oppure afferma che non è umanamente conoscibile una risposta e che per questo non può esprimersi in modo certo sul problema esposto. Nello specifico questa posizione è solitamente assunta rispetto al problema della conoscenza di Dio. In forme del tutto secondarie e in disuso può anche riguardare l'etica, la politica o la società. Il termine agnostico indica un atteggiamento di rinuncia a esprimere un giudizio su un determinato problema, perché o non si hanno elementi sufficienti per farlo, o non si conosce la questione a sufficienza, o è impossibile avere certezze in merito. Si parla di agnosticismo soprattutto in relazione alla conoscenza di Dio, ma a volte anche nei campi dell'etica, della politica e della società.
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Incoraggiare i cittadini all'uso di forme alternative di trasporto diverse dalle autovetture private e invitare gli enti locali a introdurre e promuovere misure di trasporto sostenibile: è questo l'obiettivo della Settimana europea della mobilità che si svolge dal 16 al 22 settembre in numerose città italiane ed europee. Tra il 16 e il 22 settembre si svolge in numerose città europee la Settimana europea della mobilità, che ha come scopo quello di promuovere misure di trasporto sostenibile a livello locale e di incoraggiare i cittadini a usare mezzi di trasporto diversi dalle auto private.
Incoraggiare i cittadini all'uso di forme alternative di trasporto diverse dalle autovetture private e invitare gli enti locali a introdurre e promuovere misure di trasporto sostenibile: è questo l'obiettivo della Settimana europea della mobilità che si svolge dal 16 al 22 settembre in numerose città italiane ed europee. Tra il 16 e il 22 settembre si svolge in numerose città europee la Settimana europea della mobilità, che ha come scopo quello di promuovere misure di trasporto sostenibile a livello locale e di incoraggiare i cittadini a usare mezzi di trasporto diversi dalle auto private.
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Insegnare a leggere, a scrivere e a far di conto... Si diceva nei programmi didattici del 1955, e si ripete spesso che questa poteva essere la finalità della scuola. Ma non basta! Non basta, perché la scuola deve assicurare una formazione che, oltre ad essere ottimale e originale, sia integrale: occorre promuovere la formazione di tutte le dimensioni della personalità, da quella motoria a quella emotivo-affettiva, sociale, morale, linguistica. Tuttavia, una scuola che insegnasse davvero a leggere sarebbe già una grande scuola. Le finalità per cui è nata la scuola, illustrate nei programmi del 1955, erano di insegnare a leggere, scrivere e fare i conti. La scuola deve però dare una formazione più completa di queste tre abilità, forgiando la personalità in tutte le sue sfaccettature. Tuttavia, una scuola che insegni a leggere nel vero senso della parola vorrebbe già dir tanto.
Insegnare a leggere, a scrivere e a far di conto... Si diceva nei programmi didattici del 1955, e si ripete spesso che questa poteva essere la finalità della scuola. Ma non basta! Non basta, perché la scuola deve assicurare una formazione che, oltre ad essere ottimale e originale, sia integrale: occorre promuovere la formazione di tutte le dimensioni della personalità, da quella motoria a quella emotivo-affettiva, sociale, morale, linguistica. Tuttavia, una scuola che insegnasse davvero a leggere sarebbe già una grande scuola. Le finalità per cui è nata la scuola, illustrate nei programmi del 1955, erano di insegnare a leggere, scrivere e fare i conti. La scuola deve però dare una formazione più completa di queste tre abilità, forgiando la personalità in tutte le sue sfaccettature. Tuttavia, una scuola che insegni a leggere nel vero senso della parola vorrebbe già dir tanto.
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Insieme alla diffusione della stampa e alle grandi scoperte geografiche, l'evento che segna forse in modo più forte la nascita dell'Europa moderna è la Riforma luterana, che ruppe in maniera irreversibile l'unità della cristianità occidentale, sulla quale si era retto il mondo medievale. Nella Riforma e nelle sue vicende si intrecciano indissolubilmente elementi di ordine religioso, culturale e politico, con il venire alla luce di tensioni e spinte da tempo operanti nel corpo della Chiesa. Ma l'occasione che fece da detonatore fu la grande indulgenza tedesca del 1517. Formulata compiutamente nel XIV secolo, la dottrina delle indulgenze affermava che Gesù e i santi avevano creato un grande tesoro di indulgenze cui il papa e il suo clero potevano far accedere i peccatori, rimettendo loro le pene che dovevano scontare nel purgatorio La nascita dell'Europa moderna è segnata in modo particolare dalla diffusione della stampa, dalle grandi scoperte geografiche e soprattutto dalla Riforma di Lutero, che ruppe l'unità del mondo cristiano occidentale. Nella storia della Riforma si mescolano sia elementi di ordine religioso sia questioni culturali e politiche. Ma l'evento scatenante fu la grande indulgenza tedesca del 1517, figlia di quella dottrina delle indulgenze che prevedeva la remissione delle pene ai peccatori in virtù di un tesoro di indulgenze cui il papa e il clero potevano attingere.
Insieme alla diffusione della stampa e alle grandi scoperte geografiche, l'evento che segna forse in modo più forte la nascita dell'Europa moderna è la Riforma luterana, che ruppe in maniera irreversibile l'unità della cristianità occidentale, sulla quale si era retto il mondo medievale. Nella Riforma e nelle sue vicende si intrecciano indissolubilmente elementi di ordine religioso, culturale e politico, con il venire alla luce di tensioni e spinte da tempo operanti nel corpo della Chiesa. Ma l'occasione che fece da detonatore fu la grande indulgenza tedesca del 1517. Formulata compiutamente nel XIV secolo, la dottrina delle indulgenze affermava che Gesù e i santi avevano creato un grande tesoro di indulgenze cui il papa e il suo clero potevano far accedere i peccatori, rimettendo loro le pene che dovevano scontare nel purgatorio La nascita dell'Europa moderna è segnata in modo particolare dalla diffusione della stampa, dalle grandi scoperte geografiche e soprattutto dalla Riforma di Lutero, che ruppe l'unità del mondo cristiano occidentale. Nella storia della Riforma si mescolano sia elementi di ordine religioso sia questioni culturali e politiche. Ma l'evento scatenante fu la grande indulgenza tedesca del 1517, figlia di quella dottrina delle indulgenze che prevedeva la remissione delle pene ai peccatori in virtù di un tesoro di indulgenze cui il papa e il clero potevano attingere.
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Intorno al 3500 a.C. le città si moltiplicano in tutta la Mesopotamia, lungo le rive del Tigri e dell'Eufrate e sugli itinerari commerciali verso l'Asia minore, da cui s'importano metalli e pietre preziose. Centro della città è il tempio, elemento propulsore di innovazioni nella vita sociale. Meta di pellegrinaggi i templi, costruiti in mattoni crudi, si arricchiscono per le offerte e per i tributi imposti dalla casta sacerdotale. L'esplosione di intensa vitalità in questo periodo e in questa regione è testimoniata anche dal forte aumento della popolazione, come dimostrano gli scavi che in una città della bassa Mesopotamia hanno portato alla luce più di mille tombe con ricchi e artistici corredi funerari. Intorno al 3500 a.C. in Mesopotamia si formano molte città lungo il Tigri e l'Eufrate e sulle rotte commerciali per l'Asia Minore. Il tempio ne diviene il centro e l'elemento propulsore di innovazioni. I templi si arricchiscono per le offerte dei pellegrini e per i tributi richiesti dai sacerdoti. Il ritrovamento di numerose e ricche tombe testimonia anche il forte aumento della popolazione e l'intensa vitalità di questo periodo in Mesopotamia.
Intorno al 3500 a.C. le città si moltiplicano in tutta la Mesopotamia, lungo le rive del Tigri e dell'Eufrate e sugli itinerari commerciali verso l'Asia minore, da cui s'importano metalli e pietre preziose. Centro della città è il tempio, elemento propulsore di innovazioni nella vita sociale. Meta di pellegrinaggi i templi, costruiti in mattoni crudi, si arricchiscono per le offerte e per i tributi imposti dalla casta sacerdotale. L'esplosione di intensa vitalità in questo periodo e in questa regione è testimoniata anche dal forte aumento della popolazione, come dimostrano gli scavi che in una città della bassa Mesopotamia hanno portato alla luce più di mille tombe con ricchi e artistici corredi funerari. Intorno al 3500 a.C. in Mesopotamia si formano molte città lungo il Tigri e l'Eufrate e sulle rotte commerciali per l'Asia Minore. Il tempio ne diviene il centro e l'elemento propulsore di innovazioni. I templi si arricchiscono per le offerte dei pellegrini e per i tributi richiesti dai sacerdoti. Il ritrovamento di numerose e ricche tombe testimonia anche il forte aumento della popolazione e l'intensa vitalità di questo periodo in Mesopotamia.
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Intorno al II millennio a.C. i Greci possedevano un loro sistema di scrittura che scomparve circa mille anni dopo, quando la loro cultura venne distrutta in seguito alle invasioni doriche. Tre o quattro secoli più tardi, in Grecia si diffuse la scrittura fenicia. Non si sa da dove provengano questi caratteri, ritrovati su frammenti di argilla, ma è probabile che questo alfabeto derivi dalle trasformazioni successive di alcuni segni cuneiformi, o ancora più probabilmente dalla scrittura demotica dell'antico Egitto. I Greci possedevano un sistema di scrittura già nel II millennio a.C.; successivamente si diffuse la scrittura fenicia che, si pensa ,trae origine da segni cuneiformi o dalla scrittura demotica dell'antico Egitto.
Intorno al II millennio a.C. i Greci possedevano un loro sistema di scrittura che scomparve circa mille anni dopo, quando la loro cultura venne distrutta in seguito alle invasioni doriche. Tre o quattro secoli più tardi, in Grecia si diffuse la scrittura fenicia. Non si sa da dove provengano questi caratteri, ritrovati su frammenti di argilla, ma è probabile che questo alfabeto derivi dalle trasformazioni successive di alcuni segni cuneiformi, o ancora più probabilmente dalla scrittura demotica dell'antico Egitto. I Greci possedevano un sistema di scrittura già nel II millennio a.C.; successivamente si diffuse la scrittura fenicia che, si pensa ,trae origine da segni cuneiformi o dalla scrittura demotica dell'antico Egitto.
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Io credo che sia importante raccontare tutti i Paesi, uno per uno, e tutte le persone, una per una. Non credo che avrò vita per fare questo, ma cercherò di farlo perché tutto merita di essere narrato. Credo che le vite di tutti gli uomini meritino di essere in qualche modo ricordate, trasmesse. Questo è il compito che si devono assumere gli scrittori piccoli; gli scrittori grandi creano le grandi metafore, i capolavori; gli scrittori piccoli hanno il compito molto più modesto di raccontare, così come sono capaci, le persone che hanno conosciuto. Secondo chi scrive, tutti i luoghi e le storie meritano di essere narrate e tramandate. Farlo attraverso l'utilizzo di metafore esistenziali è compito dei grandi scrittori, mentre quelli più piccoli racconteranno delle persone che hanno conosciuto personalmente.
Io credo che sia importante raccontare tutti i Paesi, uno per uno, e tutte le persone, una per una. Non credo che avrò vita per fare questo, ma cercherò di farlo perché tutto merita di essere narrato. Credo che le vite di tutti gli uomini meritino di essere in qualche modo ricordate, trasmesse. Questo è il compito che si devono assumere gli scrittori piccoli; gli scrittori grandi creano le grandi metafore, i capolavori; gli scrittori piccoli hanno il compito molto più modesto di raccontare, così come sono capaci, le persone che hanno conosciuto. Secondo chi scrive, tutti i luoghi e le storie meritano di essere narrate e tramandate. Farlo attraverso l'utilizzo di metafore esistenziali è compito dei grandi scrittori, mentre quelli più piccoli racconteranno delle persone che hanno conosciuto personalmente.
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Io non ce la facevo più, ormai ero ridotto uno scheletro. Mi ricordo che ci mettemmo a raccattare con un bastone delle bucce di patata da dietro una cucina e le abbrustolimmo, nonostante fossero praticamente già ammuffite. Ma per noi era lo stesso. Persino alle ossa che trovavamo in giro ci attaccavamo. Le rompevamo a metà e poi succhiavamo quello che c'era ancora da succhiare. Se fossero ossa di cane o di altri animali, questo non lo so, l'importante per noi era sentire il sapore di qualcosa. Non ce la facevo più, ero ormai uno scheletro. Ricordo che abbrustolimmo delle bucce di patata raccattate con un bastone, anche se ammuffite: per noi era lo stesso. Ci attaccavamo persino alle ossa che trovavamo qua e là: dopo averle rotte a metà succhiavamo quello che ancora si poteva. Non so di quali animali fossero le ossa, l'importante era sentire il sapore di qualcosa.
Io non ce la facevo più, ormai ero ridotto uno scheletro. Mi ricordo che ci mettemmo a raccattare con un bastone delle bucce di patata da dietro una cucina e le abbrustolimmo, nonostante fossero praticamente già ammuffite. Ma per noi era lo stesso. Persino alle ossa che trovavamo in giro ci attaccavamo. Le rompevamo a metà e poi succhiavamo quello che c'era ancora da succhiare. Se fossero ossa di cane o di altri animali, questo non lo so, l'importante per noi era sentire il sapore di qualcosa. Non ce la facevo più, ero ormai uno scheletro. Ricordo che abbrustolimmo delle bucce di patata raccattate con un bastone, anche se ammuffite: per noi era lo stesso. Ci attaccavamo persino alle ossa che trovavamo qua e là: dopo averle rotte a metà succhiavamo quello che ancora si poteva. Non so di quali animali fossero le ossa, l'importante era sentire il sapore di qualcosa.
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Isaac Asimov disse che la ragione per cercare di spiegare la storia della scienza ai non scienziati è che nessuno può sentirsi veramente a proprio agio nel mondo moderno e valutare la natura dei suoi problemi - e le possibili soluzioni degli stessi - se non ha un'idea esatta di cosa faccia la scienza. Inoltre, l'iniziazione al meraviglioso mondo della scienza è fonte di grande soddisfazione estetica, di ispirazione per i giovani, di appagamento del desiderio di sapere e di un più profondo apprezzamento delle mirabili potenzialità e capacità della mente umana. Secondo Asimov, la conoscenza della storia della scienza è utile a tutti gli uomini perché aiuta a sentirsi più a proprio agio nel mondo, è fonte di ispirazione per i giovani e permette di apprezzare le capacità della mente umana.
Isaac Asimov disse che la ragione per cercare di spiegare la storia della scienza ai non scienziati è che nessuno può sentirsi veramente a proprio agio nel mondo moderno e valutare la natura dei suoi problemi - e le possibili soluzioni degli stessi - se non ha un'idea esatta di cosa faccia la scienza. Inoltre, l'iniziazione al meraviglioso mondo della scienza è fonte di grande soddisfazione estetica, di ispirazione per i giovani, di appagamento del desiderio di sapere e di un più profondo apprezzamento delle mirabili potenzialità e capacità della mente umana. Secondo Asimov, la conoscenza della storia della scienza è utile a tutti gli uomini perché aiuta a sentirsi più a proprio agio nel mondo, è fonte di ispirazione per i giovani e permette di apprezzare le capacità della mente umana.
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John Cage si vanta di aver introdotto il silenzio nella musica. "Io mi vantavo di aver introdotto l'ozio nell'arte", dice da qualche parte Marcel Duchamp. Il "grande ozio" di Marcel Duchamp ha sconvolto l'arte in maniera più radicale e duratura della sfrenata attività e produttività di un Picasso con le sue 50.000 opere. Duchamp pratica un rifiuto ostinato del lavoro e dei suoi ritmi, sostenendo, per esempio che "un'opera dev'essere prodotta lentamente" e di non poter lavorare per più di due ore al giorno. Con il suo rifiuto ostinato del lavoro e dei suoi ritmi e l'introduzione dell'"ozio" nell'arte, Marcel Duchamp ha sconvolto il mondo dell'arte più di quanto abbia fatto Picasso con le sue 50.000 opere.
John Cage si vanta di aver introdotto il silenzio nella musica. "Io mi vantavo di aver introdotto l'ozio nell'arte", dice da qualche parte Marcel Duchamp. Il "grande ozio" di Marcel Duchamp ha sconvolto l'arte in maniera più radicale e duratura della sfrenata attività e produttività di un Picasso con le sue 50.000 opere. Duchamp pratica un rifiuto ostinato del lavoro e dei suoi ritmi, sostenendo, per esempio che "un'opera dev'essere prodotta lentamente" e di non poter lavorare per più di due ore al giorno. Con il suo rifiuto ostinato del lavoro e dei suoi ritmi e l'introduzione dell'"ozio" nell'arte, Marcel Duchamp ha sconvolto il mondo dell'arte più di quanto abbia fatto Picasso con le sue 50.000 opere.
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Kate Winslet che posa nuda su un divano. La celebre scena di "Titanic", il pluripremiato film di James Cameron che è nuovamente nelle sale nella nuova versione 3D, sarà in parte censurata all'interno dei cinema cinesi. La scena di nudo non sarebbe idonea a "mantenere un armonioso ambiente etico sociale" all'interno della sala, e per questo è stato deciso di tagliare il seno di Rose. "Tenuto conto degli effetti vivaci 3D, temiamo che gli spettatori possano simulare il tocco con le mani e quindi interrompere la visione del film delle altre persone", questa è la giustificazione pubblicata dall'Amministrazione statale di Radio, Film e Televisione. La famosa scena del blasonato "Titanic" in cui la Winslet posa nuda sarà in parte censurata in Cina nella versione 3D del film. Il Paese ha preso questa decisione perché si ritiene che alcuni spettatori potrebbero essere spinti dalla tridimensionalità a simulare il tocco del seno di Rose, ostruendo così la visione al resto della platea.
Kate Winslet che posa nuda su un divano. La celebre scena di "Titanic", il pluripremiato film di James Cameron che è nuovamente nelle sale nella nuova versione 3D, sarà in parte censurata all'interno dei cinema cinesi. La scena di nudo non sarebbe idonea a "mantenere un armonioso ambiente etico sociale" all'interno della sala, e per questo è stato deciso di tagliare il seno di Rose. "Tenuto conto degli effetti vivaci 3D, temiamo che gli spettatori possano simulare il tocco con le mani e quindi interrompere la visione del film delle altre persone", questa è la giustificazione pubblicata dall'Amministrazione statale di Radio, Film e Televisione. La famosa scena del blasonato "Titanic" in cui la Winslet posa nuda sarà in parte censurata in Cina nella versione 3D del film. Il Paese ha preso questa decisione perché si ritiene che alcuni spettatori potrebbero essere spinti dalla tridimensionalità a simulare il tocco del seno di Rose, ostruendo così la visione al resto della platea.
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Kayelitsha è una distesa di baracche, la seconda baraccopoli più grande del Sudafrica, quella che negli ultimi anni è cresciuta di più. Ha raggiunto i cinquecentomila abitanti, il 50% dei quali ha meno di diciannove anni. Le nuove abitazioni si stanno mangiando gli ultimi lembi di terra ancora liberi, le lamiere sono arrivate fino al mare, fino alle dune che segnano l'unico confine obbligato di questa baraccopoli alle porte di Città del Capo. Qui la tubercolosi è la prima causa di morte. Una malattia che non si vede, non si sente, non fa più notizia, soprattutto in Occidente. Una malattia che uccide ancora un milione e mezzo di persone all'anno nel mondo, il 95% nei Paesi in via di sviluppo. Kayelitsha, coi suoi cinquecentomila abitanti, è la seconda baraccopoli più grande del Sudafrica. La prima causa di morte tra la sua popolazione è la tubercolosi. Questa malattia, quasi debellata nei Paesi sviluppati, miete ancora molte vittime nei Paesi più poveri del mondo, circa un milione e mezzo di persone all'anno.
Kayelitsha è una distesa di baracche, la seconda baraccopoli più grande del Sudafrica, quella che negli ultimi anni è cresciuta di più. Ha raggiunto i cinquecentomila abitanti, il 50% dei quali ha meno di diciannove anni. Le nuove abitazioni si stanno mangiando gli ultimi lembi di terra ancora liberi, le lamiere sono arrivate fino al mare, fino alle dune che segnano l'unico confine obbligato di questa baraccopoli alle porte di Città del Capo. Qui la tubercolosi è la prima causa di morte. Una malattia che non si vede, non si sente, non fa più notizia, soprattutto in Occidente. Una malattia che uccide ancora un milione e mezzo di persone all'anno nel mondo, il 95% nei Paesi in via di sviluppo. Kayelitsha, coi suoi cinquecentomila abitanti, è la seconda baraccopoli più grande del Sudafrica. La prima causa di morte tra la sua popolazione è la tubercolosi. Questa malattia, quasi debellata nei Paesi sviluppati, miete ancora molte vittime nei Paesi più poveri del mondo, circa un milione e mezzo di persone all'anno.
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L'11 luglio a Seveso, in Brianza, dall'industria chimica dell'Icmesa si alza una nube bianca. Un paio di giorni dopo, in seguito alla defogliazione delle piante e alla moria degli animali, scatta l'allarme e il 18 la zona viene fatta evacuare. Troppo tardi: la diossina provoca un brusco incremento dei tumori, molte donne partoriscono bimbi con malformazioni e centinaia di persone si ammalano di cloracne, una malattia della pelle. L'11 luglio in Brianza, a Seveso, dall'industria chimica Icmesa si alza una nube bianca. Le piante cominciano a perdere le foglie e gli animali a morire. Solo dopo una settimana la zona viene evacuata. La diossina fu causa di una crescita dei tumori, molte donne partorirono figli deformi e centinaia di persone si ammalarono di cloracne.
L'11 luglio a Seveso, in Brianza, dall'industria chimica dell'Icmesa si alza una nube bianca. Un paio di giorni dopo, in seguito alla defogliazione delle piante e alla moria degli animali, scatta l'allarme e il 18 la zona viene fatta evacuare. Troppo tardi: la diossina provoca un brusco incremento dei tumori, molte donne partoriscono bimbi con malformazioni e centinaia di persone si ammalano di cloracne, una malattia della pelle. L'11 luglio in Brianza, a Seveso, dall'industria chimica Icmesa si alza una nube bianca. Le piante cominciano a perdere le foglie e gli animali a morire. Solo dopo una settimana la zona viene evacuata. La diossina fu causa di una crescita dei tumori, molte donne partorirono figli deformi e centinaia di persone si ammalarono di cloracne.
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L'11 novembre, in occasione della festa di San Martino, nelle province di Napoli e di Salerno, secondo un'antica usanza, gli uomini offrono alle loro mogli un vassoio di torroncini come premio per la loro fedeltà e per evitare che li tradiscano. È probabile che questa usanza sia nata dal fatto che, in questa ricorrenza, nel mondo agricolo, si svolge la più importante fiera degli animali con corna come mucche, tori, buoi e capre. La fantasia popolare ha voluto vedere negli animali con le corna l'emblema dei mariti e ha trasformato il santo francese nel loro patrono. Nel giorno della festa di San Martino a Napoli e Salerno le mogli sono premiate dai mariti per la loro fedeltà - e per evitare che li tradiscano - con un vassoio di torroncini. Questo avviene probabilmente perché, nello stesso periodo, si tiene una grande fiera di animali con corna. La fantasia popolare li ha trasformati nel simbolo del tradimento.
L'11 novembre, in occasione della festa di San Martino, nelle province di Napoli e di Salerno, secondo un'antica usanza, gli uomini offrono alle loro mogli un vassoio di torroncini come premio per la loro fedeltà e per evitare che li tradiscano. È probabile che questa usanza sia nata dal fatto che, in questa ricorrenza, nel mondo agricolo, si svolge la più importante fiera degli animali con corna come mucche, tori, buoi e capre. La fantasia popolare ha voluto vedere negli animali con le corna l'emblema dei mariti e ha trasformato il santo francese nel loro patrono. Nel giorno della festa di San Martino a Napoli e Salerno le mogli sono premiate dai mariti per la loro fedeltà - e per evitare che li tradiscano - con un vassoio di torroncini. Questo avviene probabilmente perché, nello stesso periodo, si tiene una grande fiera di animali con corna. La fantasia popolare li ha trasformati nel simbolo del tradimento.
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L'8 maggio scorso il Financial Times pubblicò un articolo secondo cui Apple e Beats erano al lavoro per perfezionare un accordo di acquisizione da un valore di circa 3,2 miliardi di dollari. Le due società non confermarono né smentirono lo scoop del giornale, che si è rivelato corretto con l'annuncio ufficiale di Apple. La società acquisterà Beats per 3 miliardi di dollari attraverso un'operazione che prevede una transazione in denaro da 2,6 miliardi di dollari e la vendita di azioni Apple per 400 milioni di dollari. L'accordo dovrà essere approvato dall'autorità antitrust degli Stati Uniti, cosa che dovrebbe avvenire entro la fine del 2014. Come anticipato dal Financial Times, Apple, se le autorità antitrust degli USA daranno la loro approvazione, acquisterà Beats per 3 miliardi di dollari.
L'8 maggio scorso il Financial Times pubblicò un articolo secondo cui Apple e Beats erano al lavoro per perfezionare un accordo di acquisizione da un valore di circa 3,2 miliardi di dollari. Le due società non confermarono né smentirono lo scoop del giornale, che si è rivelato corretto con l'annuncio ufficiale di Apple. La società acquisterà Beats per 3 miliardi di dollari attraverso un'operazione che prevede una transazione in denaro da 2,6 miliardi di dollari e la vendita di azioni Apple per 400 milioni di dollari. L'accordo dovrà essere approvato dall'autorità antitrust degli Stati Uniti, cosa che dovrebbe avvenire entro la fine del 2014. Come anticipato dal Financial Times, Apple, se le autorità antitrust degli USA daranno la loro approvazione, acquisterà Beats per 3 miliardi di dollari.
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La "Duea Film" è la società di produzione dei fratelli Antonio e Pupi Avati, che nasce alla fine del 1983. È stata più volte definita "factory" da alcune fonti giornalistiche e si basa essenzialmente sulla solidarietà e la mancanza di rivalità tra i fratelli, che svolgono entrambi ruoli di regia, amministrazione e produzione. Antonio e Pupi Avati sono due fratelli, entrambi registi, amministratori e produttori. La loro società di produzione, la "Duea Film", è nata nel 1983 ed è stata diverse volte definita "factory" dai giornali. Funziona grazie alla solidarietà e alla mancanza di rivalità tra i due fratelli.
La "Duea Film" è la società di produzione dei fratelli Antonio e Pupi Avati, che nasce alla fine del 1983. È stata più volte definita "factory" da alcune fonti giornalistiche e si basa essenzialmente sulla solidarietà e la mancanza di rivalità tra i fratelli, che svolgono entrambi ruoli di regia, amministrazione e produzione. Antonio e Pupi Avati sono due fratelli, entrambi registi, amministratori e produttori. La loro società di produzione, la "Duea Film", è nata nel 1983 ed è stata diverse volte definita "factory" dai giornali. Funziona grazie alla solidarietà e alla mancanza di rivalità tra i due fratelli.
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La "Nuova oggettività" è stata un movimento artistico nato in Germania alla fine della prima guerra mondiale che coinvolse principalmente la pittura. In particolare, fu come reazione all'Espressionismo che alcuni artisti cercarono la rappresentazione della realtà senza trucco; questi artisti, disillusi e pieni di cinismo e di rassegnazione nel tragico dopoguerra tedesco, volevano osservare le cose concrete con amara acutezza e con una lucidità descrittiva quasi glaciale, usando l'arte come un'arma, come un freddo specchio teso alla società malata e corrotta. La Nuova oggettività si distingue tuttavia dal Realismo, in quanto conserva una certa componente emotiva, tipica della tradizione culturale tedesca. In Germania, come reazione all'Espressionismo, alcuni artisti decisero di ritornare a una rappresentazione oggettiva della realtà, senza trucco. Ne nacque un movimento artistico che coinvolse specialmente la pittura e che si sviluppò in Germania a partire dalla fine della prima guerra mondiale. Tale movimento fu infatti il prodotto della disillusione, del cinismo e del clima di tragica rassegnazione che regnava in Germania nel dopoguerra. Vittime di tale clima gli artisti osservando le cose con amara acutezza e descrivendole con glaciale lucidità, volevano usare l'arte come un'arma, come un freddo specchio che riflettesse la società corrotta e malata. A differenza del Realismo questa corrente, che prese il nome di "Nuova Oggettività", conserva una componente emotiva, tipica della tradizione culturale tedesca.
La "Nuova oggettività" è stata un movimento artistico nato in Germania alla fine della prima guerra mondiale che coinvolse principalmente la pittura. In particolare, fu come reazione all'Espressionismo che alcuni artisti cercarono la rappresentazione della realtà senza trucco; questi artisti, disillusi e pieni di cinismo e di rassegnazione nel tragico dopoguerra tedesco, volevano osservare le cose concrete con amara acutezza e con una lucidità descrittiva quasi glaciale, usando l'arte come un'arma, come un freddo specchio teso alla società malata e corrotta. La Nuova oggettività si distingue tuttavia dal Realismo, in quanto conserva una certa componente emotiva, tipica della tradizione culturale tedesca. In Germania, come reazione all'Espressionismo, alcuni artisti decisero di ritornare a una rappresentazione oggettiva della realtà, senza trucco. Ne nacque un movimento artistico che coinvolse specialmente la pittura e che si sviluppò in Germania a partire dalla fine della prima guerra mondiale. Tale movimento fu infatti il prodotto della disillusione, del cinismo e del clima di tragica rassegnazione che regnava in Germania nel dopoguerra. Vittime di tale clima gli artisti osservando le cose con amara acutezza e descrivendole con glaciale lucidità, volevano usare l'arte come un'arma, come un freddo specchio che riflettesse la società corrotta e malata. A differenza del Realismo questa corrente, che prese il nome di "Nuova Oggettività", conserva una componente emotiva, tipica della tradizione culturale tedesca.
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La bambina con il cappotto rosso s'affacciò timidamente alla porta della baracca. Nella lunga fila delle donne internate vide sua madre e cominciò a chiamarla piangendo. Ma la madre non poteva udirla perché dagli altoparlanti uscivano grida che, in tedesco, impartivano ordini. Sapeva che non poteva allontanarsi dall'uscio, ma istintivamente corse verso la donna che, riconoscendola, la prese tra le braccia e la baciò. In quell'istante si udì una raffica e la madre cadde nel fango tenendo ancora stretta la bimba ferita ma viva. Affacciandosi timidamente dalla baracca la bambina vide sua madre in fila con le altre internate. La chiamò piangendo, ma le voci dagli altoparlanti coprivano la sua. Corse istintivamente verso la madre che, riconosciutala, l'abbracciò baciandola, ma una raffica uccise la donna mentre ancora la teneva stretta.
La bambina con il cappotto rosso s'affacciò timidamente alla porta della baracca. Nella lunga fila delle donne internate vide sua madre e cominciò a chiamarla piangendo. Ma la madre non poteva udirla perché dagli altoparlanti uscivano grida che, in tedesco, impartivano ordini. Sapeva che non poteva allontanarsi dall'uscio, ma istintivamente corse verso la donna che, riconoscendola, la prese tra le braccia e la baciò. In quell'istante si udì una raffica e la madre cadde nel fango tenendo ancora stretta la bimba ferita ma viva. Affacciandosi timidamente dalla baracca la bambina vide sua madre in fila con le altre internate. La chiamò piangendo, ma le voci dagli altoparlanti coprivano la sua. Corse istintivamente verso la madre che, riconosciutala, l'abbracciò baciandola, ma una raffica uccise la donna mentre ancora la teneva stretta.
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La banca del tempo. Un'ora di giardinaggio in cambio di una di baby sitting. O della preparazione di una torta. La filosofia delle banche del tempo, associazioni basate sullo scambio di tempo fra gli aderenti, è molto semplice. Altrettanto elementare il funzionamento: chi vuole aprire un "conto" del tempo si iscrive, pagando una piccola quota e riceve un libretto di assegni, ciascuno dei quali ha il valore, per esempio, di un'ora. Si sceglie per quale tipo di attività dare disponibilità in base alle proprie competenze. Si va dalle lezioni di ricamo a quelle di informatica, dalla cura di animali domestici alla riparazione di un aspirapolvere. Per ogni ora ricevuta si cede un assegno, che viene recuperato quando si "regala" un'ora del proprio tempo svolgendo un servizio per un altro iscritto. Unici obblighi sono la gratuità delle prestazioni e il pareggio del tempo dato e ricevuto, per non "andare in rosso". Le banche del tempo sono associazioni basate sullo scambio di tempo tra gli aderenti che, in base alle proprie competenze, danno la propria disponibilità verso gli altri iscritti. Le prestazioni sono gratuite e bisogna pareggiare il tempo dato e ricevuto. All'iscrizione si ricevono degli assegni che valgono un determinato tempo e che vengono scambiati con le prestazioni fruite.
La banca del tempo. Un'ora di giardinaggio in cambio di una di baby sitting. O della preparazione di una torta. La filosofia delle banche del tempo, associazioni basate sullo scambio di tempo fra gli aderenti, è molto semplice. Altrettanto elementare il funzionamento: chi vuole aprire un "conto" del tempo si iscrive, pagando una piccola quota e riceve un libretto di assegni, ciascuno dei quali ha il valore, per esempio, di un'ora. Si sceglie per quale tipo di attività dare disponibilità in base alle proprie competenze. Si va dalle lezioni di ricamo a quelle di informatica, dalla cura di animali domestici alla riparazione di un aspirapolvere. Per ogni ora ricevuta si cede un assegno, che viene recuperato quando si "regala" un'ora del proprio tempo svolgendo un servizio per un altro iscritto. Unici obblighi sono la gratuità delle prestazioni e il pareggio del tempo dato e ricevuto, per non "andare in rosso". Le banche del tempo sono associazioni basate sullo scambio di tempo tra gli aderenti che, in base alle proprie competenze, danno la propria disponibilità verso gli altri iscritti. Le prestazioni sono gratuite e bisogna pareggiare il tempo dato e ricevuto. All'iscrizione si ricevono degli assegni che valgono un determinato tempo e che vengono scambiati con le prestazioni fruite.
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La battaglia di Varsavia del 1944 terminò con la vittoria dei Tedeschi e la distruzione di circa il 90% della città. È provato che i Sovietici diedero ordine alla resistenza polacca di insorgere, senza poi muoversi in suo aiuto. Essi diedero tempo ai Tedeschi di reprimere l'insurrezione nel sangue e di annientare completamente i partigiani polacchi. In questo modo, l'Armata Rossa dovette successivamente liberare la Polonia da sola, ma quello che trovò fu un Paese privato della sua classe dirigente e di una sua milizia: un Paese pronto quindi per essere annesso. Ordinando l'insurrezione dei partigiani polacchi nel 1944, senza poi muoversi in loro soccorso, i Sovietici fecero in modo che la resistenza polacca fosse annientata dai Tedeschi nella battaglia di Varsavia, città che venne distrutta per circa il 90%. Lo scopo era quello di privare la Polonia delle sue capacità di difesa e di prepararne l'annessione, dopo averla liberata.
La battaglia di Varsavia del 1944 terminò con la vittoria dei Tedeschi e la distruzione di circa il 90% della città. È provato che i Sovietici diedero ordine alla resistenza polacca di insorgere, senza poi muoversi in suo aiuto. Essi diedero tempo ai Tedeschi di reprimere l'insurrezione nel sangue e di annientare completamente i partigiani polacchi. In questo modo, l'Armata Rossa dovette successivamente liberare la Polonia da sola, ma quello che trovò fu un Paese privato della sua classe dirigente e di una sua milizia: un Paese pronto quindi per essere annesso. Ordinando l'insurrezione dei partigiani polacchi nel 1944, senza poi muoversi in loro soccorso, i Sovietici fecero in modo che la resistenza polacca fosse annientata dai Tedeschi nella battaglia di Varsavia, città che venne distrutta per circa il 90%. Lo scopo era quello di privare la Polonia delle sue capacità di difesa e di prepararne l'annessione, dopo averla liberata.
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La bicicletta è il mezzo preferito dagli olandesi di ogni età e strato sociale per recarsi al lavoro, a scuola, a fare la spesa, e naturalmente anche per fare escursioni: si valuta che la popolazione olandese percorra nel complesso non meno di 15 miliardi di chilometri all'anno. L'Olanda dispone di 32.000 km di piste ciclabili, poco meno della distanza del giro del mondo, su un Paese grande come due regioni italiane, distribuite in maniera omogenea su un territorio pianeggiante particolarmente favorevole, con città realizzate totalmente a misura di ciclista. Nei centri olandesi le biciclette godono infatti di agevolazioni particolari rispetto agli altri mezzi, per quanto riguarda innanzitutto la sicurezza, vero problema in Italia, nonché la presenza di corsie preferenziali, che rende gli spostamenti veloci e agevoli. Gli olandesi, per i loro spostamenti quotidiani in città e per le escursioni, prediligono la bicicletta sopra ogni altro mezzo, percorrendo almeno 15 miliardi di km in bici ogni anno. Grande come due regioni italiane, ma disposta su un territorio pianeggiante, l'Olanda ha 32.000 km di piste ciclabili e città a misura di ciclista, con agevolazioni che riguardano la sicurezza (vero problema italiano) ma anche la rapidità degli spostamenti, grazie a corsie riservate.
La bicicletta è il mezzo preferito dagli olandesi di ogni età e strato sociale per recarsi al lavoro, a scuola, a fare la spesa, e naturalmente anche per fare escursioni: si valuta che la popolazione olandese percorra nel complesso non meno di 15 miliardi di chilometri all'anno. L'Olanda dispone di 32.000 km di piste ciclabili, poco meno della distanza del giro del mondo, su un Paese grande come due regioni italiane, distribuite in maniera omogenea su un territorio pianeggiante particolarmente favorevole, con città realizzate totalmente a misura di ciclista. Nei centri olandesi le biciclette godono infatti di agevolazioni particolari rispetto agli altri mezzi, per quanto riguarda innanzitutto la sicurezza, vero problema in Italia, nonché la presenza di corsie preferenziali, che rende gli spostamenti veloci e agevoli. Gli olandesi, per i loro spostamenti quotidiani in città e per le escursioni, prediligono la bicicletta sopra ogni altro mezzo, percorrendo almeno 15 miliardi di km in bici ogni anno. Grande come due regioni italiane, ma disposta su un territorio pianeggiante, l'Olanda ha 32.000 km di piste ciclabili e città a misura di ciclista, con agevolazioni che riguardano la sicurezza (vero problema italiano) ma anche la rapidità degli spostamenti, grazie a corsie riservate.
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La biodiversità, ossia la varietà degli esseri viventi sulla Terra, è una ricchezza in gran parte ancora da scoprire. Delle 10 milioni di specie che si presume popolino il pianeta, oggi ne sono note circa due milioni e l'Italia è il Paese europeo con la maggiore biodiversità: oltre 57.000 specie animali e circa 9.000 specie botaniche. Ma da quando la vita è comparsa sulla Terra, sono state molte di più e molto diverse le specie succedutesi a popolarla. In natura, infatti, è sempre accaduto che, mentre nascono nuove specie, altre si estinguono (cioè scompaiono). Le ragioni sono varie: competizione con specie più robuste, minor adattamento all'ambiente, mutamenti del clima ecc. Ma oggi il processo di estinzione sta accelerando rapidamente per colpa delle attività umane che mettono a rischio un numero di specie sempre maggiore. Conservare la biodiversità significa non intaccare un grande patrimonio naturale che poi non saremmo più in grado di recuprare. La varietà degli esseri viventi che popolano la Terra è detta biodiversità. L'Italia, con le sue oltre 57.000 specie di animali e 9.000 specie di piante, è la Nazione europea che presenta la maggiore biodiversità,. Nel corso della storia del nostro pianeta sono state molte e diverse le specie che si sono succedute a popolarlo: mentre alcune si sono estinte, altre nuove sono nate. Il processo di estinzione ha varie cause, ma oggi ha subito un'accelerazione dovuta alle attività umane. È importante conservare la biodiversità, un patrimonio della natura che, una volta perduto, non potremmo più recuperare.
La biodiversità, ossia la varietà degli esseri viventi sulla Terra, è una ricchezza in gran parte ancora da scoprire. Delle 10 milioni di specie che si presume popolino il pianeta, oggi ne sono note circa due milioni e l'Italia è il Paese europeo con la maggiore biodiversità: oltre 57.000 specie animali e circa 9.000 specie botaniche. Ma da quando la vita è comparsa sulla Terra, sono state molte di più e molto diverse le specie succedutesi a popolarla. In natura, infatti, è sempre accaduto che, mentre nascono nuove specie, altre si estinguono (cioè scompaiono). Le ragioni sono varie: competizione con specie più robuste, minor adattamento all'ambiente, mutamenti del clima ecc. Ma oggi il processo di estinzione sta accelerando rapidamente per colpa delle attività umane che mettono a rischio un numero di specie sempre maggiore. Conservare la biodiversità significa non intaccare un grande patrimonio naturale che poi non saremmo più in grado di recuprare. La varietà degli esseri viventi che popolano la Terra è detta biodiversità. L'Italia, con le sue oltre 57.000 specie di animali e 9.000 specie di piante, è la Nazione europea che presenta la maggiore biodiversità,. Nel corso della storia del nostro pianeta sono state molte e diverse le specie che si sono succedute a popolarlo: mentre alcune si sono estinte, altre nuove sono nate. Il processo di estinzione ha varie cause, ma oggi ha subito un'accelerazione dovuta alle attività umane. È importante conservare la biodiversità, un patrimonio della natura che, una volta perduto, non potremmo più recuperare.
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La buona notizia è innanzitutto il clima: mai al di sotto dei 20°, mai superiore ai 33°, con i monsoni che soffiano tra novembre e febbraio solo nella costa est del Paese. Per il resto, la Malesia è una meta per tutto l'anno, eletta nella classifica del "New York Times" tra i 45 posti da visitare e da "Global Traveler" come fuga ideale per la bellezza degli arcipelaghi. Questo è l'anno della Malesia, e la riscoperta del Paese coincide con la nascita di nuovi itinerari, che si aggiungono a quelli tradizionali: la stessa Kuala Lumpur, collegata da oltre 30 compagnie aeree, mescola mercatini di peltro a mete da food blogger come il bar del Traders Hotel con vista sulle Petronas Twin Towers, le torri gemelle alte 452 metri, icone della città. Questo è l'anno della Malesia, eletta anche dal "New York Times" tra i 45 posti da visitare e da "Global Traveler" come fuga ideale per i suoi bellissimi arcipelaghi. La Malesia, con una temperatura massima di 33° e minima di 20° e monsoni solo in inverno sulla costa est, è una meta ideale tutto l'anno. Agli itinerari tradizionali se ne aggiungono di nuovi e non può mancare la capitale, con le sue iconiche Petronas Twin Towers, che offre attività per tutti i gusti ed è collegata da oltre 30 compagnie aeree.
La buona notizia è innanzitutto il clima: mai al di sotto dei 20°, mai superiore ai 33°, con i monsoni che soffiano tra novembre e febbraio solo nella costa est del Paese. Per il resto, la Malesia è una meta per tutto l'anno, eletta nella classifica del "New York Times" tra i 45 posti da visitare e da "Global Traveler" come fuga ideale per la bellezza degli arcipelaghi. Questo è l'anno della Malesia, e la riscoperta del Paese coincide con la nascita di nuovi itinerari, che si aggiungono a quelli tradizionali: la stessa Kuala Lumpur, collegata da oltre 30 compagnie aeree, mescola mercatini di peltro a mete da food blogger come il bar del Traders Hotel con vista sulle Petronas Twin Towers, le torri gemelle alte 452 metri, icone della città. Questo è l'anno della Malesia, eletta anche dal "New York Times" tra i 45 posti da visitare e da "Global Traveler" come fuga ideale per i suoi bellissimi arcipelaghi. La Malesia, con una temperatura massima di 33° e minima di 20° e monsoni solo in inverno sulla costa est, è una meta ideale tutto l'anno. Agli itinerari tradizionali se ne aggiungono di nuovi e non può mancare la capitale, con le sue iconiche Petronas Twin Towers, che offre attività per tutti i gusti ed è collegata da oltre 30 compagnie aeree.
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La canna da zucchero, il cotone e il tabacco furono le principali colture sulle quali si basò lo sviluppo della società e della civiltà negli Stati del Sud. Queste colture trovarono nel delta del Mississippi e lungo le sue rive più meridionali un terreno particolarmente adatto per svilupparsi. In un'agricoltura non meccanizzata esse richiedevano anche moltissima manodopera. Questo problema fu risolto all'inizio con l'importazione degli schiavi dall'Africa. Quando il Nord industriale e antischiavista vinse la Guerra di Secessione, negli Stati del Sud quattro milioni di neri si trovarono nominalmente liberi. Ma le loro condizioni di vita erano misere e il contesto sociale ostile: lungo il delta del Mississippi si costituì così una società fatta di contrasti che ancor oggi pesano sulla realtà americana. Nel delta e sulle rive del Mississippi si svilupparono le colture principali degli Stati del Sud: canna da zucchero, cotone e tabacco. La grande quantità di manodopera necessaria fu trovata con l'importazione di schiavi dall'Africa. Dopo la Guerra di Secessione, vinta dagli Stati del Nord industriali e antischiavisti, quattro milioni di ex schiavi neri si trovarono liberi ma poveri e osteggiati. Lungo il delta del Mississippi si formò quella società che con i suoi contrasti pesa ancora sulla realtà americana.
La canna da zucchero, il cotone e il tabacco furono le principali colture sulle quali si basò lo sviluppo della società e della civiltà negli Stati del Sud. Queste colture trovarono nel delta del Mississippi e lungo le sue rive più meridionali un terreno particolarmente adatto per svilupparsi. In un'agricoltura non meccanizzata esse richiedevano anche moltissima manodopera. Questo problema fu risolto all'inizio con l'importazione degli schiavi dall'Africa. Quando il Nord industriale e antischiavista vinse la Guerra di Secessione, negli Stati del Sud quattro milioni di neri si trovarono nominalmente liberi. Ma le loro condizioni di vita erano misere e il contesto sociale ostile: lungo il delta del Mississippi si costituì così una società fatta di contrasti che ancor oggi pesano sulla realtà americana. Nel delta e sulle rive del Mississippi si svilupparono le colture principali degli Stati del Sud: canna da zucchero, cotone e tabacco. La grande quantità di manodopera necessaria fu trovata con l'importazione di schiavi dall'Africa. Dopo la Guerra di Secessione, vinta dagli Stati del Nord industriali e antischiavisti, quattro milioni di ex schiavi neri si trovarono liberi ma poveri e osteggiati. Lungo il delta del Mississippi si formò quella società che con i suoi contrasti pesa ancora sulla realtà americana.
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La capacità dell'uomo enormemente accresciuta non solo di sfruttare la natura e di asservirla ai propri bisogni, ma anche di manipolarla e di deviarla dal suo corso, ha sollevato problemi di natura morale e giuridica (come quelli di cui si occupa la bio-etica), che richiedono, e ancora di più richiederanno in futuro, decisioni politiche che, essendo totalmente nuove rispetto a ogni altra decisione del passato, parrebbe non possano essere fatte rientrare, qualunque esse siano, nelle categorie tradizionali di destra e sinistra, sorte quando quei problemi non erano ancora stati posti all'attenzione dei movimenti politici. Le decisioni politiche imposte dalla nuova capacità dell'uomo di sfruttare la natura e persino di deviarla dal suo corso non possono essere ricomprese e ripartite nelle tradizionali categorie di destra e sinistra. Queste categorie, infatti, nacquero in un tempo in cui i nuovi problemi, di natura morale e giuridica, inerenti il rapporto con la natura, non si erano nemmeno posti.
La capacità dell'uomo enormemente accresciuta non solo di sfruttare la natura e di asservirla ai propri bisogni, ma anche di manipolarla e di deviarla dal suo corso, ha sollevato problemi di natura morale e giuridica (come quelli di cui si occupa la bio-etica), che richiedono, e ancora di più richiederanno in futuro, decisioni politiche che, essendo totalmente nuove rispetto a ogni altra decisione del passato, parrebbe non possano essere fatte rientrare, qualunque esse siano, nelle categorie tradizionali di destra e sinistra, sorte quando quei problemi non erano ancora stati posti all'attenzione dei movimenti politici. Le decisioni politiche imposte dalla nuova capacità dell'uomo di sfruttare la natura e persino di deviarla dal suo corso non possono essere ricomprese e ripartite nelle tradizionali categorie di destra e sinistra. Queste categorie, infatti, nacquero in un tempo in cui i nuovi problemi, di natura morale e giuridica, inerenti il rapporto con la natura, non si erano nemmeno posti.
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La capacità di fare grandi salti col pensiero è una dote comune a coloro che concepiscono per primi idee destinate al successo. Per solito questa dote si accompagna a una vasta cultura, mentalità multidisciplinare e a un ampio spettro di esperienze. Influenze familiari, modelli da imitare, viaggi e conoscenza di ambienti diversi sono elementi senza dubbio positivi, come lo sono i sistemi educativi e il modo in cui le diverse civiltà considerano la gioventù e la prospettiva futura. La dote di saper concepire idee di successo deriva da influenze familiari, da sistemi educativi e dal modo in cui le civiltà considerano i giovani, fattori che concorrono alla formazione di un'apertura mentale e culturale.
La capacità di fare grandi salti col pensiero è una dote comune a coloro che concepiscono per primi idee destinate al successo. Per solito questa dote si accompagna a una vasta cultura, mentalità multidisciplinare e a un ampio spettro di esperienze. Influenze familiari, modelli da imitare, viaggi e conoscenza di ambienti diversi sono elementi senza dubbio positivi, come lo sono i sistemi educativi e il modo in cui le diverse civiltà considerano la gioventù e la prospettiva futura. La dote di saper concepire idee di successo deriva da influenze familiari, da sistemi educativi e dal modo in cui le civiltà considerano i giovani, fattori che concorrono alla formazione di un'apertura mentale e culturale.
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La capacità di imprese e lavoratori di determinare prezzi e salari è il presupposto fondamentale del modello di concorrenza imperfetta: si assume che le imprese siano in grado di creare e sfruttare un proprio potere di mercato e che i lavoratori si approprino di parte della rendita dell'impresa grazie al loro potere contrattuale. Il presupposto fondamentale del modello di concorrenza imperfetta è che prezzi e salari siano determinati da imprese e lavoratori, le une sfruttando il proprio potere di mercato, gli altri il proprio potere contrattuale.
La capacità di imprese e lavoratori di determinare prezzi e salari è il presupposto fondamentale del modello di concorrenza imperfetta: si assume che le imprese siano in grado di creare e sfruttare un proprio potere di mercato e che i lavoratori si approprino di parte della rendita dell'impresa grazie al loro potere contrattuale. Il presupposto fondamentale del modello di concorrenza imperfetta è che prezzi e salari siano determinati da imprese e lavoratori, le une sfruttando il proprio potere di mercato, gli altri il proprio potere contrattuale.
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La capacità di leggere e scrivere è uno strumento cognitivo che cambia il modo in cui elaboriamo le informazioni. Grazie alla risonanza magnetica, gli psicologi hanno potuto confrontare il cervello di un gruppo di analfabeti e quello di un gruppo di persone alfabetizzate mentre svolgevano lo stesso compito. L'esperimento ha evidenziato differenze tra i due gruppi non solo durante la prova di lettura. La capacità di leggere e scrivere cambia il modo in cui elaboriamo le informazioni. Gli psicologi, grazie alla risonanza magnetica, hanno confrontato il cervello di analfabeti e quello di persone alfabetizzate mentre svolgevano lo stesso compito, evidenziando differenze tra i due gruppi non solo durante la prova di lettura.
La capacità di leggere e scrivere è uno strumento cognitivo che cambia il modo in cui elaboriamo le informazioni. Grazie alla risonanza magnetica, gli psicologi hanno potuto confrontare il cervello di un gruppo di analfabeti e quello di un gruppo di persone alfabetizzate mentre svolgevano lo stesso compito. L'esperimento ha evidenziato differenze tra i due gruppi non solo durante la prova di lettura. La capacità di leggere e scrivere cambia il modo in cui elaboriamo le informazioni. Gli psicologi, grazie alla risonanza magnetica, hanno confrontato il cervello di analfabeti e quello di persone alfabetizzate mentre svolgevano lo stesso compito, evidenziando differenze tra i due gruppi non solo durante la prova di lettura.
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La Cataria è una pianta erbacea vivace, di aspetto biancastro per una forte pelosità, e abbastanza ramificata. Ha fama di essere gradita ai gatti, come la Valeriana, e come questa ha virtù sedative dell'insonnia e dell'eccitazione nervosa. L'azione sedativa e antispasmodica è inoltre sfruttata per sedare i crampi allo stomaco e all'intestino, per regolare la fase mestruale e calmare la tensione e la fase dolorosa che talvolta la accompagnano. L'insonnia, l'eccitazione nervosa e alcuni dolori come i crampi allo stomaco e all'intestino o la regolarità e i dolori mestruali possono essere sedati con la Cataria, una pianta erbacea pelosa e ramificata che ha caratteristiche in comune con la Valeriana.
La Cataria è una pianta erbacea vivace, di aspetto biancastro per una forte pelosità, e abbastanza ramificata. Ha fama di essere gradita ai gatti, come la Valeriana, e come questa ha virtù sedative dell'insonnia e dell'eccitazione nervosa. L'azione sedativa e antispasmodica è inoltre sfruttata per sedare i crampi allo stomaco e all'intestino, per regolare la fase mestruale e calmare la tensione e la fase dolorosa che talvolta la accompagnano. L'insonnia, l'eccitazione nervosa e alcuni dolori come i crampi allo stomaco e all'intestino o la regolarità e i dolori mestruali possono essere sedati con la Cataria, una pianta erbacea pelosa e ramificata che ha caratteristiche in comune con la Valeriana.
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La causa scatenante della prima guerra punica è nota: i mercenari di Marte, detti Mamertini, si insediarono a Messina da dove iniziarono a saccheggiare il territorio cartaginese e greco in Sicilia. Sconfitti dai Siracusani, chiesero e ottennero aiuto proprio da Cartagine. Ma, poiché il presidio cartaginese inviato a Messina si stava trasformando in occupazione stabile, chiesero infine aiuto a Roma, che intervenne. I Mamertini, stabilitisi a Messina e dedicatisi al saccheggio delle terre greche e cartaginesi di Sicilia, furono sconfitti dai Siracusani e chiesero l'aiuto di Cartagine, salvo poi chiedere e ottenere quello di Roma contro quest'ultima. Questa fu la causa della prima guerra punica.
La causa scatenante della prima guerra punica è nota: i mercenari di Marte, detti Mamertini, si insediarono a Messina da dove iniziarono a saccheggiare il territorio cartaginese e greco in Sicilia. Sconfitti dai Siracusani, chiesero e ottennero aiuto proprio da Cartagine. Ma, poiché il presidio cartaginese inviato a Messina si stava trasformando in occupazione stabile, chiesero infine aiuto a Roma, che intervenne. I Mamertini, stabilitisi a Messina e dedicatisi al saccheggio delle terre greche e cartaginesi di Sicilia, furono sconfitti dai Siracusani e chiesero l'aiuto di Cartagine, salvo poi chiedere e ottenere quello di Roma contro quest'ultima. Questa fu la causa della prima guerra punica.
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La Cina è pronta ad aiutare l'Europa. Ma a due condizioni: che i Governi del Vecchio Continente riportino in equilibrio i loro conti pubblici e che Bruxelles riconosca al Dragone lo status di economia di mercato. "Siamo convinti che i paesi dell'Unione Europea saranno capaci di superare le loro difficoltà economiche e finanziarie e quindi siamo pronti a espandere i nostri investimenti in Europa", ha detto Wen Jiabao oggi a Dalian, inaugurando i lavori della versione cinese del World Economic Forum. Wen Jiabao ha dichiarato che la Cina è disposta ad aiutare l'Europa se i Governi riequilibreranno i loro conti pubblici e l'Unione Europea riconoscerà che la Cina è un'economia di mercato. Jiabao ha annunciato inoltre che ha fiducia nell'Unione Europea e che la Cina è disposta a espandere i suoi investimenti in Europa.
La Cina è pronta ad aiutare l'Europa. Ma a due condizioni: che i Governi del Vecchio Continente riportino in equilibrio i loro conti pubblici e che Bruxelles riconosca al Dragone lo status di economia di mercato. "Siamo convinti che i paesi dell'Unione Europea saranno capaci di superare le loro difficoltà economiche e finanziarie e quindi siamo pronti a espandere i nostri investimenti in Europa", ha detto Wen Jiabao oggi a Dalian, inaugurando i lavori della versione cinese del World Economic Forum. Wen Jiabao ha dichiarato che la Cina è disposta ad aiutare l'Europa se i Governi riequilibreranno i loro conti pubblici e l'Unione Europea riconoscerà che la Cina è un'economia di mercato. Jiabao ha annunciato inoltre che ha fiducia nell'Unione Europea e che la Cina è disposta a espandere i suoi investimenti in Europa.
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La città non aveva molto l'aspetto della capitale di una Nazione in guerra. C'erano dei segni, naturalmente, e Henry Faber, pedalando dalla stazione di Waterloo in direzione di Highgate li notò: mucchi di sacchetti di sabbia davanti agli edifici pubblici importanti, rifugi Anderson nei giardini suburbani, manifesti di propaganda sull'evacuazione e le precauzioni antiaeree. Sebbene la città non sembrasse la capitale di una nazione in guerra, Henry Faber ne notò i segni vedendo i mucchi di sacchetti di sabbia davanti agli edifici pubblici, i rifugi nei giardini e i manifesti informativi su evacuazioni e precauzioni antiaeree.
La città non aveva molto l'aspetto della capitale di una Nazione in guerra. C'erano dei segni, naturalmente, e Henry Faber, pedalando dalla stazione di Waterloo in direzione di Highgate li notò: mucchi di sacchetti di sabbia davanti agli edifici pubblici importanti, rifugi Anderson nei giardini suburbani, manifesti di propaganda sull'evacuazione e le precauzioni antiaeree. Sebbene la città non sembrasse la capitale di una nazione in guerra, Henry Faber ne notò i segni vedendo i mucchi di sacchetti di sabbia davanti agli edifici pubblici, i rifugi nei giardini e i manifesti informativi su evacuazioni e precauzioni antiaeree.
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La coesione economica e sociale dell'Unione è diventata uno degli obiettivi principali della costruzione europea. Essa punta a ridurre le disuguaglianze di ricchezza tra le Regioni, migliorare la situazione dell'occupazione, favorire lo sviluppo armonioso delle diverse regioni europee, proteggere e migliorare l'ambiente, in modo che tutti i cittadini europei beneficino dei vantaggi del grande mercato comunitario e dell'unione economica e monetaria. Per garantire a tutti i cittadini europei di beneficiare del mercato comunitario e dell'unione economica e monetaria, l'Unione ha tra gli obiettivi principali della costruzione europea la coesione economica e sociale, che tende a ridurre le disuguaglianze di ricchezza tra le regioni e a favorirne lo sviluppo armonico, migliorare l'occupazione, proteggere e migliorare l'ambiente.
La coesione economica e sociale dell'Unione è diventata uno degli obiettivi principali della costruzione europea. Essa punta a ridurre le disuguaglianze di ricchezza tra le Regioni, migliorare la situazione dell'occupazione, favorire lo sviluppo armonioso delle diverse regioni europee, proteggere e migliorare l'ambiente, in modo che tutti i cittadini europei beneficino dei vantaggi del grande mercato comunitario e dell'unione economica e monetaria. Per garantire a tutti i cittadini europei di beneficiare del mercato comunitario e dell'unione economica e monetaria, l'Unione ha tra gli obiettivi principali della costruzione europea la coesione economica e sociale, che tende a ridurre le disuguaglianze di ricchezza tra le regioni e a favorirne lo sviluppo armonico, migliorare l'occupazione, proteggere e migliorare l'ambiente.
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La cognizione del giudice ha per necessità due oggetti diversi: l'accertamento dei fatti e l'applicazione del diritto. La prima di queste operazioni ha carattere storico, perché ha lo scopo di scoprire la verità relativamente alle circostanze di fatto rilevanti per la causa; e il compito del giudice, in questa parte della sua fatica, non è sostanzialmente diverso da quello di qualunque persona che debba indagare intorno al modo come si siano svolti determinati avvenimenti. Il giudice opera accertando i fatti e applicando il diritto. La prima operazione prevede una normale ricostruzione storica degli accadimenti rilevanti ai fini della definizione della causa.
La cognizione del giudice ha per necessità due oggetti diversi: l'accertamento dei fatti e l'applicazione del diritto. La prima di queste operazioni ha carattere storico, perché ha lo scopo di scoprire la verità relativamente alle circostanze di fatto rilevanti per la causa; e il compito del giudice, in questa parte della sua fatica, non è sostanzialmente diverso da quello di qualunque persona che debba indagare intorno al modo come si siano svolti determinati avvenimenti. Il giudice opera accertando i fatti e applicando il diritto. La prima operazione prevede una normale ricostruzione storica degli accadimenti rilevanti ai fini della definizione della causa.
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La Commissione internazionale per l'ambiente e lo sviluppo, creata dall'ONU nel 1984 (...), nel rapporto finale (1987) è giunta alla conclusione che "la povertà è tra le cause e gli effetti maggiori del problema ambientale globale". L'accumulazione di un enorme debito con l'estero nel Terzo Mondo, oltre ad avere aumentato negli anni Ottanta e Novanta il divario tra Nord e Sud e ad avere creato gravi problemi e difficoltà per le banche creditrici, ha spinto alcuni governi, in particolare dell'America Latina, a politiche sregolate di incremento della produzione e di sfruttamento delle risorse naturali, che influiscono negativamente sull'equilibrio ecologico del pianeta. La povertà è causa e effetto del problema ambientale globale: questa la conclusione cui è giunta nel 1987 la Commissione internazionale per l'ambiente e lo sviluppo (ONU). Il Terzo Mondo ha accumulato un enorme debito con l'estero, cosa che negli anni Ottanta e Novanta ha aggravato il divario tra Nord e Sud, ha provocato serie difficoltà per le banche creditrici e ha spinto alcuni governi a sfruttare eccessivamente le risorse naturali, con conseguenze negative sull'equilibrio ecologico del pianeta.
La Commissione internazionale per l'ambiente e lo sviluppo, creata dall'ONU nel 1984 (...), nel rapporto finale (1987) è giunta alla conclusione che "la povertà è tra le cause e gli effetti maggiori del problema ambientale globale". L'accumulazione di un enorme debito con l'estero nel Terzo Mondo, oltre ad avere aumentato negli anni Ottanta e Novanta il divario tra Nord e Sud e ad avere creato gravi problemi e difficoltà per le banche creditrici, ha spinto alcuni governi, in particolare dell'America Latina, a politiche sregolate di incremento della produzione e di sfruttamento delle risorse naturali, che influiscono negativamente sull'equilibrio ecologico del pianeta. La povertà è causa e effetto del problema ambientale globale: questa la conclusione cui è giunta nel 1987 la Commissione internazionale per l'ambiente e lo sviluppo (ONU). Il Terzo Mondo ha accumulato un enorme debito con l'estero, cosa che negli anni Ottanta e Novanta ha aggravato il divario tra Nord e Sud, ha provocato serie difficoltà per le banche creditrici e ha spinto alcuni governi a sfruttare eccessivamente le risorse naturali, con conseguenze negative sull'equilibrio ecologico del pianeta.
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La comunicazione orale e la comunicazione scritta, pur avendo in comune quell'affascinante medium che è la parola, hanno obiettivi e tecniche diverse. Entrambe assolvono al compito di trasmettere eventi ed idee, di produrre conoscenze, di innescare pensieri: ma mentre la comunicazione scritta punta a offrire informazione, la comunicazione orale punta sulle immagini per dare identità a gesti e psicologie. Inoltre, mentre la comunicazione parlata provoca emozioni attraverso effetti fonici, la comunicazione scritta realizza emozioni attraverso effetti mentali. Vi sono differenze tra la comunicazione orale e quella scritta, al di là dell'identità del mezzo utilizzato, cioè la parola. La comunicazione scritta punta a dare informazione, quella orale a coinvolgere. Quest'ultima ricerca effetti fonici, mentre l'altra mira a far pensare.
La comunicazione orale e la comunicazione scritta, pur avendo in comune quell'affascinante medium che è la parola, hanno obiettivi e tecniche diverse. Entrambe assolvono al compito di trasmettere eventi ed idee, di produrre conoscenze, di innescare pensieri: ma mentre la comunicazione scritta punta a offrire informazione, la comunicazione orale punta sulle immagini per dare identità a gesti e psicologie. Inoltre, mentre la comunicazione parlata provoca emozioni attraverso effetti fonici, la comunicazione scritta realizza emozioni attraverso effetti mentali. Vi sono differenze tra la comunicazione orale e quella scritta, al di là dell'identità del mezzo utilizzato, cioè la parola. La comunicazione scritta punta a dare informazione, quella orale a coinvolgere. Quest'ultima ricerca effetti fonici, mentre l'altra mira a far pensare.
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La controffensiva della Bzura recò numerosi benefici a breve termine alle forze armate polacche: diede alle Armate Warsaw e Lublin il tempo di prepararsi alla difesa della capitale e distolse temporaneamente l'attenzione tedesca da Varsavia per circa una settimana. Dopo la guerra i comandanti tedeschi scrissero che l'attacco avrebbe avuto ancora maggiori conseguenze se fosse stato lanciato prima. Gli storici polacchi criticarono l'obiettivo centrale dell'attacco argomentando che avrebbe dovuto essere spostato più a est. La controffensiva della Bzura diede ai polacchi alcuni vantaggi nella difesa di Varsavia. Dopo la guerra, i comandanti tedeschi ammisero che sarebbe stata più efficace se lanciata prima. Gli storici polacchi invece giudicano che avrebbe dovuto essere portata più a est.
La controffensiva della Bzura recò numerosi benefici a breve termine alle forze armate polacche: diede alle Armate Warsaw e Lublin il tempo di prepararsi alla difesa della capitale e distolse temporaneamente l'attenzione tedesca da Varsavia per circa una settimana. Dopo la guerra i comandanti tedeschi scrissero che l'attacco avrebbe avuto ancora maggiori conseguenze se fosse stato lanciato prima. Gli storici polacchi criticarono l'obiettivo centrale dell'attacco argomentando che avrebbe dovuto essere spostato più a est. La controffensiva della Bzura diede ai polacchi alcuni vantaggi nella difesa di Varsavia. Dopo la guerra, i comandanti tedeschi ammisero che sarebbe stata più efficace se lanciata prima. Gli storici polacchi invece giudicano che avrebbe dovuto essere portata più a est.
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La Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali è stata elaborata nell'ambito del Consiglio d'Europa. Aperta alla firma a Roma il 4 novembre 1950, è entrata in vigore nel settembre del 1953. Nelle intenzioni dei suoi autori, si trattava di adottare le prime misure atte ad assicurare la garanzia collettiva di alcuni dei diritti previsti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948. La Convenzione, da una parte, enunciava una serie di diritti e libertà civili e politici e, d'altra parte, istituiva un sistema destinato a garantire il rispetto da parte degli Stati contraenti degli obblighi da essi assunti. Il Consiglio d'Europa ha elaborato una convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle libertà dell'uomo. La convenzione fu firmata a Roma nel 1950 ed entrò in vigore tre anni dopo. Si proponeva sia di assicurare a tutti alcuni dei diritti emanati nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, sia di mettere a punto un sistema che garantisse il rispetto degli stessi da parte degli Stati che avevano firmato la Convenzione.
La Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali è stata elaborata nell'ambito del Consiglio d'Europa. Aperta alla firma a Roma il 4 novembre 1950, è entrata in vigore nel settembre del 1953. Nelle intenzioni dei suoi autori, si trattava di adottare le prime misure atte ad assicurare la garanzia collettiva di alcuni dei diritti previsti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948. La Convenzione, da una parte, enunciava una serie di diritti e libertà civili e politici e, d'altra parte, istituiva un sistema destinato a garantire il rispetto da parte degli Stati contraenti degli obblighi da essi assunti. Il Consiglio d'Europa ha elaborato una convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle libertà dell'uomo. La convenzione fu firmata a Roma nel 1950 ed entrò in vigore tre anni dopo. Si proponeva sia di assicurare a tutti alcuni dei diritti emanati nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, sia di mettere a punto un sistema che garantisse il rispetto degli stessi da parte degli Stati che avevano firmato la Convenzione.
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La convivenza fra l'uomo e il gatto nella storia è uno scambio di reciproci servizi. L'uomo richiede al gatto di sbarazzarlo dai roditori in cantine e granai e dai topi che infestano le stive delle navi. Risale al X secolo il Codice delle Leggi del Galles che stabiliva il valore del gatto in funzione dell'età e delle qualità predatorie. Il gatto tigrato era il più apprezzato per le sue doti di cacciatore. Il gatto sorvegliava le riserve di grano nei monasteri e nelle abitazioni presso cui veniva scarsamente alimentato proprio per incrementare lo stimolo alla caccia. I viaggi del gatto sulle navi che trasportavano le merci da un continente all'altro furono anche un mezzo di diffusione delle razze. Fin dall'antichità l'uomo allevò il gatto per eliminare i roditori nelle cantine e nei granai e i topi nelle stive delle navi. Nel X secolo in Galles leggi precise stabilivano il valore di un gatto. Il gatto veniva scarsamente nutrito per indurlo a cacciare. La diffusione delle razze fu favorita anche dai viaggi delle navi dove era presente questo animale.
La convivenza fra l'uomo e il gatto nella storia è uno scambio di reciproci servizi. L'uomo richiede al gatto di sbarazzarlo dai roditori in cantine e granai e dai topi che infestano le stive delle navi. Risale al X secolo il Codice delle Leggi del Galles che stabiliva il valore del gatto in funzione dell'età e delle qualità predatorie. Il gatto tigrato era il più apprezzato per le sue doti di cacciatore. Il gatto sorvegliava le riserve di grano nei monasteri e nelle abitazioni presso cui veniva scarsamente alimentato proprio per incrementare lo stimolo alla caccia. I viaggi del gatto sulle navi che trasportavano le merci da un continente all'altro furono anche un mezzo di diffusione delle razze. Fin dall'antichità l'uomo allevò il gatto per eliminare i roditori nelle cantine e nei granai e i topi nelle stive delle navi. Nel X secolo in Galles leggi precise stabilivano il valore di un gatto. Il gatto veniva scarsamente nutrito per indurlo a cacciare. La diffusione delle razze fu favorita anche dai viaggi delle navi dove era presente questo animale.
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La corsa a produrre combustibili grazie alla bioingegneria ha raggiunto un nuovo traguardo. Un gruppo di ricerca della Rice University di Houston, nel Texas, ha appena pubblicato sull'edizione online di Nature i risultati dei propri esperimenti, con cui è riuscito a ottenere butanolo da un batterio. Il butanolo è un alcol che potrebbe essere utilizzato nei motori dei veicoli al posto della benzina, solo che è molto costoso e quindi serve piuttosto all'industria chimica. La bioingegneria ha fatto grandi progressi. Alcuni ricercatori texani sono riusciti a estrarre butanolo da un batterio. Questo alcol potrebbe essere utilizzato al posto della benzina, se non avesse un costo proibitivo. L'elevato prezzo ne fa quindi un elemento usato soprattutto in campo chimico.
La corsa a produrre combustibili grazie alla bioingegneria ha raggiunto un nuovo traguardo. Un gruppo di ricerca della Rice University di Houston, nel Texas, ha appena pubblicato sull'edizione online di Nature i risultati dei propri esperimenti, con cui è riuscito a ottenere butanolo da un batterio. Il butanolo è un alcol che potrebbe essere utilizzato nei motori dei veicoli al posto della benzina, solo che è molto costoso e quindi serve piuttosto all'industria chimica. La bioingegneria ha fatto grandi progressi. Alcuni ricercatori texani sono riusciti a estrarre butanolo da un batterio. Questo alcol potrebbe essere utilizzato al posto della benzina, se non avesse un costo proibitivo. L'elevato prezzo ne fa quindi un elemento usato soprattutto in campo chimico.
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La cosa che mi ha più colpito dialogando con i fratelli Tovo è la profondità delle loro riflessioni e la sofisticazione delle loro argomentazioni intellettuali. Non tanto e non solo perché è curioso trovare tanta ricchezza di conoscenza umanistica e tanta sensibilità artistica e filosofica in una piccola azienda meccanica della provincia vicentina, quanto perché questa pervade i processi decisionali, il linguaggio, il modello di gestione. Non ci si aspetterebbe di trovare al vertice di un'azienda meccanica del vicentino persone dotate di una splendida cultura umanistica, che proprio di essa fanno il cardine della loro gestione imprenditoriale. Così è per i fratelli Tovo.
La cosa che mi ha più colpito dialogando con i fratelli Tovo è la profondità delle loro riflessioni e la sofisticazione delle loro argomentazioni intellettuali. Non tanto e non solo perché è curioso trovare tanta ricchezza di conoscenza umanistica e tanta sensibilità artistica e filosofica in una piccola azienda meccanica della provincia vicentina, quanto perché questa pervade i processi decisionali, il linguaggio, il modello di gestione. Non ci si aspetterebbe di trovare al vertice di un'azienda meccanica del vicentino persone dotate di una splendida cultura umanistica, che proprio di essa fanno il cardine della loro gestione imprenditoriale. Così è per i fratelli Tovo.
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La cosca di Bagheria negli affari aveva un asse diretto con il Canada, attraverso contatti con il clan Rizzuto, poi interrotti per la guerra interna scoppiata a Toronto. Flamia ha descritto i traffici di stupefacenti e psicofarmaci, fornendo nuovo impulso alle inchieste dei carabinieri. E proprio in tale contesto si inserisce il duplice omicidio dello spagnolo Juan Ramon Fernadez e del portoghese Fernando Pimentel. I cadaveri carbonizzati dei due sono stati rinvenuti nel maggio dello scorso anno nelle campagne di Casteldaccia a pochi chilometri da Bagheria, su indicazione di un mafioso, Giuseppe Carbone, che ha iniziato a collaborare, autoaccusandosi di questo duplice delitto. Fernandez e Pimentel furono uccisi nell'ambito delle relazioni che la cosca di Bagheria intratteneva in Canada per il traffico di stupefacenti e psicofarmaci, tramite i Rizzuto. Flamia ha descritto questo commercio, mentre un altro pentito, Carbone, si è autoaccusato del duplice delitto.
La cosca di Bagheria negli affari aveva un asse diretto con il Canada, attraverso contatti con il clan Rizzuto, poi interrotti per la guerra interna scoppiata a Toronto. Flamia ha descritto i traffici di stupefacenti e psicofarmaci, fornendo nuovo impulso alle inchieste dei carabinieri. E proprio in tale contesto si inserisce il duplice omicidio dello spagnolo Juan Ramon Fernadez e del portoghese Fernando Pimentel. I cadaveri carbonizzati dei due sono stati rinvenuti nel maggio dello scorso anno nelle campagne di Casteldaccia a pochi chilometri da Bagheria, su indicazione di un mafioso, Giuseppe Carbone, che ha iniziato a collaborare, autoaccusandosi di questo duplice delitto. Fernandez e Pimentel furono uccisi nell'ambito delle relazioni che la cosca di Bagheria intratteneva in Canada per il traffico di stupefacenti e psicofarmaci, tramite i Rizzuto. Flamia ha descritto questo commercio, mentre un altro pentito, Carbone, si è autoaccusato del duplice delitto.
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La costa orientale, oltre il Capo di Buona Speranza, non sempre merita la cattiva reputazione di cui gode, dovuta al tempo stesso alla mediocrità dei mezzi impiegati per facilitare l'uso dei siti e al modo, in un certo senso assurdo, della loro scelta: "Nel periodo della conquista, se una potenza rivale si era insediata in un punto favorevole, occorreva stabilirsi un po' più lontano, anche se le condizioni di sbarco non erano le migliori. Sulla costa orientale lo sbriciolamento territoriale è stato minore: sono soltanto otto i paesi costieri dal Cairo al Capo contro i ventidue da Tangeri al Capo. Qui ognuno degli occupanti ha potuto sfruttare più razionalmente le possibilità esistenti. Ne è derivata l'apparizione di porti meno numerosi ma, in genere, più importanti e meglio attrezzati di quelli della costa occidentale.". Nonostante la cattiva reputazione, la costa orientale africana non è sempre così malvagia dal punto di vista dell'approdo delle navi. Anch'essa risente della generale povertà dei mezzi impiegati e del criterio assurdo della scelta degli scali, che nel periodo della conquista era spesso determinato da ragioni di concorrenza tra le potenze. Rispetto alla costa occidentale, quella orientale gode comunque di porti più importanti e meglio attrezzati, per quanto meno numerosi.
La costa orientale, oltre il Capo di Buona Speranza, non sempre merita la cattiva reputazione di cui gode, dovuta al tempo stesso alla mediocrità dei mezzi impiegati per facilitare l'uso dei siti e al modo, in un certo senso assurdo, della loro scelta: "Nel periodo della conquista, se una potenza rivale si era insediata in un punto favorevole, occorreva stabilirsi un po' più lontano, anche se le condizioni di sbarco non erano le migliori. Sulla costa orientale lo sbriciolamento territoriale è stato minore: sono soltanto otto i paesi costieri dal Cairo al Capo contro i ventidue da Tangeri al Capo. Qui ognuno degli occupanti ha potuto sfruttare più razionalmente le possibilità esistenti. Ne è derivata l'apparizione di porti meno numerosi ma, in genere, più importanti e meglio attrezzati di quelli della costa occidentale.". Nonostante la cattiva reputazione, la costa orientale africana non è sempre così malvagia dal punto di vista dell'approdo delle navi. Anch'essa risente della generale povertà dei mezzi impiegati e del criterio assurdo della scelta degli scali, che nel periodo della conquista era spesso determinato da ragioni di concorrenza tra le potenze. Rispetto alla costa occidentale, quella orientale gode comunque di porti più importanti e meglio attrezzati, per quanto meno numerosi.
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La Costituzione americana, che sarebbe divenuta un modello per la Rivoluzione francese e per le rivoluzioni liberali europee dell'Ottocento, era tutta permeata, come la Dichiarazione di Indipendenza del 1776, dello spirito dei filosofi illuministi: lo Stato, attraverso la costituzione, deve tutelare la libertà, la vita e la proprietà dei cittadini; il resto deve essere regolato da un libero contratto tra uomini liberi. Solo il popolo è sovrano, e solo il popolo può cambiare la costituzione. Garanzia fondamentale di tale libertà e sovranità popolare era la separazione dei poteri organizzati in tre corpi separati e indipendenti. La Costituzione americana, ispirata ai principi del pensiero illuministico, sarebbe stata presa come esempio da altri popoli. Essa infatti garantiva il rispetto dei diritti di ogni cittadino e sanciva la libertà e la sovranità popolare attraverso la separazione dei poteri dello Stato.
La Costituzione americana, che sarebbe divenuta un modello per la Rivoluzione francese e per le rivoluzioni liberali europee dell'Ottocento, era tutta permeata, come la Dichiarazione di Indipendenza del 1776, dello spirito dei filosofi illuministi: lo Stato, attraverso la costituzione, deve tutelare la libertà, la vita e la proprietà dei cittadini; il resto deve essere regolato da un libero contratto tra uomini liberi. Solo il popolo è sovrano, e solo il popolo può cambiare la costituzione. Garanzia fondamentale di tale libertà e sovranità popolare era la separazione dei poteri organizzati in tre corpi separati e indipendenti. La Costituzione americana, ispirata ai principi del pensiero illuministico, sarebbe stata presa come esempio da altri popoli. Essa infatti garantiva il rispetto dei diritti di ogni cittadino e sanciva la libertà e la sovranità popolare attraverso la separazione dei poteri dello Stato.
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La crescita generalizzata della partecipazione scolastica accompagnata da una contemporanea riduzione dei divari di istruzione non è un fenomeno che si osserva soltanto tra Paesi, ma può essere riscontrato anche all'interno dei singoli Paesi. Se prendiamo un campione rappresentativo di una popolazione e consideriamo i risultati scolastici individuali, possiamo calcolare gli anni medi di istruzione per ogni coorte di età, nonché la dispersione corrispondente. La riduzione dei divari di istruzione seguiti a una generalizzata crescita della partecipazione scolastica, è un fenomeno riscontrabile sia all'interno di un Paese sia tra Paesi. Per calcolare gli anni medi di istruzione per coorte di età e la dispersione corrispondente, bisogna prendere un campione rappresentativo della popolazione e considerarne i risultati scolastici.
La crescita generalizzata della partecipazione scolastica accompagnata da una contemporanea riduzione dei divari di istruzione non è un fenomeno che si osserva soltanto tra Paesi, ma può essere riscontrato anche all'interno dei singoli Paesi. Se prendiamo un campione rappresentativo di una popolazione e consideriamo i risultati scolastici individuali, possiamo calcolare gli anni medi di istruzione per ogni coorte di età, nonché la dispersione corrispondente. La riduzione dei divari di istruzione seguiti a una generalizzata crescita della partecipazione scolastica, è un fenomeno riscontrabile sia all'interno di un Paese sia tra Paesi. Per calcolare gli anni medi di istruzione per coorte di età e la dispersione corrispondente, bisogna prendere un campione rappresentativo della popolazione e considerarne i risultati scolastici.
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La crisi del caffè esercita un impatto rilevante anche sugli standard produttivi: nel tentativo di ridurre i costi di gestione molti piccoli produttori riducono gli standard di sicurezza nelle diverse fasi del processo di produzione contribuendo al degrado sociale e ambientale. I piccoli produttori di caffè diminuendo il livello di sicurezza nelle varie fasi del processo produttivo per ridurre i costi di gestione e contrastare la crisi, contribuiscono al degrado sociale e ambientale
La crisi del caffè esercita un impatto rilevante anche sugli standard produttivi: nel tentativo di ridurre i costi di gestione molti piccoli produttori riducono gli standard di sicurezza nelle diverse fasi del processo di produzione contribuendo al degrado sociale e ambientale. I piccoli produttori di caffè diminuendo il livello di sicurezza nelle varie fasi del processo produttivo per ridurre i costi di gestione e contrastare la crisi, contribuiscono al degrado sociale e ambientale
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La cultura giovanile americana si diffuse attraverso i dischi e le cassette, il cui più importante strumento promozionale, allora come prima e dopo, fu la vecchia radio. Si diffuse attraverso la distribuzione mondiale delle immagini; attraverso i contatti personali del turismo giovanile internazionale che portava in giro per il mondo gruppi ancora piccoli, ma sempre più folti e influenti, di ragazzi e ragazze in blue jeans; si diffuse attraverso la rete mondiale delle università, la cui capacità di rapida comunicazione internazionale divenne evidente negli anni '60. La diffusione della cultura giovanile americana avvenne innanzitutto attraverso la musica ma anche grazie al turismo internazionale giovanile; negli anni '60, poi, si diffuse grazie a una rapida comunicazione internazionale tra le università.
La cultura giovanile americana si diffuse attraverso i dischi e le cassette, il cui più importante strumento promozionale, allora come prima e dopo, fu la vecchia radio. Si diffuse attraverso la distribuzione mondiale delle immagini; attraverso i contatti personali del turismo giovanile internazionale che portava in giro per il mondo gruppi ancora piccoli, ma sempre più folti e influenti, di ragazzi e ragazze in blue jeans; si diffuse attraverso la rete mondiale delle università, la cui capacità di rapida comunicazione internazionale divenne evidente negli anni '60. La diffusione della cultura giovanile americana avvenne innanzitutto attraverso la musica ma anche grazie al turismo internazionale giovanile; negli anni '60, poi, si diffuse grazie a una rapida comunicazione internazionale tra le università.
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La decifrazione dei geroglifici e le prime grandi scoperte archeologiche resero inizialmente l'Egitto ancora più misterioso: gli europei erano affascinati da questo mondo che si schiudeva davanti ai loro occhi. Ben presto si affermò la convinzione che le origini della civilizzazione europea si trovassero lungo il Nilo. Lo spirito romantico dell'Europa occidentale del XIX secolo fu un perfetto ambasciatore per i monumenti egizi e per i miti e le leggende che li circondavano. Il fascino dell'antico Egitto attecchì facilmente nell'Europa del XIX secolo, favorito dal contemporaneo spirito romantico che vi spirava. I miti e le leggende, le scoperte archeologiche e persino la decifrazione dei geroglifici diedero all'Egitto un'aura di fascino e di mistero, al punto che si iniziò a credere a un'origine egizia per la civiltà europea.
La decifrazione dei geroglifici e le prime grandi scoperte archeologiche resero inizialmente l'Egitto ancora più misterioso: gli europei erano affascinati da questo mondo che si schiudeva davanti ai loro occhi. Ben presto si affermò la convinzione che le origini della civilizzazione europea si trovassero lungo il Nilo. Lo spirito romantico dell'Europa occidentale del XIX secolo fu un perfetto ambasciatore per i monumenti egizi e per i miti e le leggende che li circondavano. Il fascino dell'antico Egitto attecchì facilmente nell'Europa del XIX secolo, favorito dal contemporaneo spirito romantico che vi spirava. I miti e le leggende, le scoperte archeologiche e persino la decifrazione dei geroglifici diedero all'Egitto un'aura di fascino e di mistero, al punto che si iniziò a credere a un'origine egizia per la civiltà europea.
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La definizione del concetto di "Romanticismo" risulta ancor più complessa di quella di "Rinascimento" o di "Illuminismo" e sembra urtare contro ostacoli insormontabili che derivano dalla difficoltà di definirne adeguatamente l'ambito storiografico. Due sono le interpretazioni prevalenti: la prima identifica la nota qualificante del Romanticismo nell'esaltazione del sentimento, mentre per la seconda il Romanticismo è una temperie culturale che si riflette nella letteratura, nella filosofia, nella politica, nella pittura ecc. Il concetto di "Romanticismo" è di complessa definizione per via della difficoltà di definirne adeguatamente l'ambito storiografico. Secondo alcuni interpreti la nota qualificante del Romanticismo sarebbe l'esaltazione del sentimento, mentre altri lo ritengono una temperie culturale che si riflette in tutte le manifestazioni culturali.
La definizione del concetto di "Romanticismo" risulta ancor più complessa di quella di "Rinascimento" o di "Illuminismo" e sembra urtare contro ostacoli insormontabili che derivano dalla difficoltà di definirne adeguatamente l'ambito storiografico. Due sono le interpretazioni prevalenti: la prima identifica la nota qualificante del Romanticismo nell'esaltazione del sentimento, mentre per la seconda il Romanticismo è una temperie culturale che si riflette nella letteratura, nella filosofia, nella politica, nella pittura ecc. Il concetto di "Romanticismo" è di complessa definizione per via della difficoltà di definirne adeguatamente l'ambito storiografico. Secondo alcuni interpreti la nota qualificante del Romanticismo sarebbe l'esaltazione del sentimento, mentre altri lo ritengono una temperie culturale che si riflette in tutte le manifestazioni culturali.
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La delinquenza è una condotta sociale disadattata che si esprime nell'infrazione delle norme vigenti e delle regole condivise e che giunge talvolta a vere e proprie azioni criminose. Delinquenza e criminalità sono concetti relativi alla norma in vigore nel contesto sociale in cui si compie l'azione oggetto del giudizio etico, nonché all'epoca storica che può registrare un abbassamento o un innalzamento della soglia di tolleranza, per cui in ambito psicologico esistono modelli esplicativi del comportamento delinquente o criminale che spesso si discostano dal quadro teorico di riferimento. Essendo la delinquenza e la criminalità concetti relativi, in psicologia se ne hanno spiegazioni che facilmente si discostano dal quadro teorico di riferimento. Una definizione generica di delinquenza la descrive come una condotta sociale disadattata attraverso cui si infrangono le leggi e le regole condivise, che sfocia in alcuni casi nella vera e propria criminalità. Ma va tenuto conto del momento storico e del contesto sociale, poiché a seconda della contesto sociale il giudizio etico su una data azione può essere diverso, e a seconda del momento storico ci può essere più o meno tolleranza rispetto a certe azioni.
La delinquenza è una condotta sociale disadattata che si esprime nell'infrazione delle norme vigenti e delle regole condivise e che giunge talvolta a vere e proprie azioni criminose. Delinquenza e criminalità sono concetti relativi alla norma in vigore nel contesto sociale in cui si compie l'azione oggetto del giudizio etico, nonché all'epoca storica che può registrare un abbassamento o un innalzamento della soglia di tolleranza, per cui in ambito psicologico esistono modelli esplicativi del comportamento delinquente o criminale che spesso si discostano dal quadro teorico di riferimento. Essendo la delinquenza e la criminalità concetti relativi, in psicologia se ne hanno spiegazioni che facilmente si discostano dal quadro teorico di riferimento. Una definizione generica di delinquenza la descrive come una condotta sociale disadattata attraverso cui si infrangono le leggi e le regole condivise, che sfocia in alcuni casi nella vera e propria criminalità. Ma va tenuto conto del momento storico e del contesto sociale, poiché a seconda della contesto sociale il giudizio etico su una data azione può essere diverso, e a seconda del momento storico ci può essere più o meno tolleranza rispetto a certe azioni.
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La diffusione a livello mondiale del fondamentalismo sembra essere il segno distintivo della nostra epoca in cui, secondo Hurlington, il conflitto fra civiltà che vengono definite in termini religiosi si sostituisce ai conflitti politici ed economici registrati fino a oggi fra Stati strutturati in blocchi (conflitto Est-Ovest). In questo senso il fondamentalismo religioso è l'ideologia della nuova guerra fredda fra le concezioni del mondo di civiltà diverse. Secondo Hurlington, l'epoca presente è caratterizzata dalla sostituzione della contrapposizione politico- economica tra il blocco dell'Est e quello dell'Ovest con quella basata sulla religione. Questa nuova guerra fredda tra civiltà diverse è motivata dal fondamentalismo religioso.
La diffusione a livello mondiale del fondamentalismo sembra essere il segno distintivo della nostra epoca in cui, secondo Hurlington, il conflitto fra civiltà che vengono definite in termini religiosi si sostituisce ai conflitti politici ed economici registrati fino a oggi fra Stati strutturati in blocchi (conflitto Est-Ovest). In questo senso il fondamentalismo religioso è l'ideologia della nuova guerra fredda fra le concezioni del mondo di civiltà diverse. Secondo Hurlington, l'epoca presente è caratterizzata dalla sostituzione della contrapposizione politico- economica tra il blocco dell'Est e quello dell'Ovest con quella basata sulla religione. Questa nuova guerra fredda tra civiltà diverse è motivata dal fondamentalismo religioso.
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La discriminazione è affrontata tramite specifici interventi legislativi in un numero sempre più ampio di Paesi. La gamma di politiche che possono avere un impatto sulla riduzione della discriminazione nel mercato del lavoro è sicuramente molto ampia. Il primo sforzo legislativo è in genere volto a garantire pari opportunità a tutti i lavoratori e lavoratrici indipendentemente da genere, gruppo etnico o altre caratteristiche. Un numero sempre maggiore di Paesi interviene con specifici strumenti legislativi, per ridurre la discriminazione sul mercato del lavoro secondo genere, gruppo etnico o altre caratteristiche.
La discriminazione è affrontata tramite specifici interventi legislativi in un numero sempre più ampio di Paesi. La gamma di politiche che possono avere un impatto sulla riduzione della discriminazione nel mercato del lavoro è sicuramente molto ampia. Il primo sforzo legislativo è in genere volto a garantire pari opportunità a tutti i lavoratori e lavoratrici indipendentemente da genere, gruppo etnico o altre caratteristiche. Un numero sempre maggiore di Paesi interviene con specifici strumenti legislativi, per ridurre la discriminazione sul mercato del lavoro secondo genere, gruppo etnico o altre caratteristiche.
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La disponibilità di azoto è uno degli elementi ritenuti essenziali per la crescita delle foreste e i cianobatteri delle piante secolari riescono a fissarne il doppio rispetto ai batteri presenti nel muschio che tappezza il terreno. I cianobatteri delle piante secolari, a confronto con i batteri del muschio, riescono a fissare il doppio di azoto, uno degli elementi essenziali per la crescita delle foreste.
La disponibilità di azoto è uno degli elementi ritenuti essenziali per la crescita delle foreste e i cianobatteri delle piante secolari riescono a fissarne il doppio rispetto ai batteri presenti nel muschio che tappezza il terreno. I cianobatteri delle piante secolari, a confronto con i batteri del muschio, riescono a fissare il doppio di azoto, uno degli elementi essenziali per la crescita delle foreste.
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La disuguaglianza fra le potenzialità di profitto dei diversi settori dell'economia e fra le potenzialità di guadagno dei diversi tipi di lavoratori è una caratteristica basilare delle economie avanzate. Tuttavia gli ordini di grandezza che si evidenziano oggi sono tali da differenziare gli sviluppi attuali da quelli del periodo postbellico. Le economie avanzate si caratterizzano per la disuguaglianza fra le potenzialità di profitto dei diversi settori economici e le potenzialità di guadagno dei diversi tipi di lavoratori: gli ordini di grandezza odierni sono però diversi da quelli del dopoguerra.
La disuguaglianza fra le potenzialità di profitto dei diversi settori dell'economia e fra le potenzialità di guadagno dei diversi tipi di lavoratori è una caratteristica basilare delle economie avanzate. Tuttavia gli ordini di grandezza che si evidenziano oggi sono tali da differenziare gli sviluppi attuali da quelli del periodo postbellico. Le economie avanzate si caratterizzano per la disuguaglianza fra le potenzialità di profitto dei diversi settori economici e le potenzialità di guadagno dei diversi tipi di lavoratori: gli ordini di grandezza odierni sono però diversi da quelli del dopoguerra.
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La dottrina hitleriana esaltava il nazionalismo e la superiorità genetica - fisica e intellettuale - della razza ariana, di cui i tedeschi sarebbero stati i più puri rappresentanti. Hitler proclamava la necessità di assicurare al popolo tedesco lo "spazio vitale" che gli spettava mediante un vigoroso espansionismo verso oriente e soprattutto verso la Russia. Il Reich doveva tornare a essere una grande potenza planetaria e, in questo quadro, è evidente che il trattato di Versailles, ricordo bruciante della sconfitta militare della Germania nella prima guerra mondiale, doveva essere cancellato. Secondo Hitler una delle minacce più gravi alla purezza della razza ariana e all'integrità e alla potenza della Germania era l' "infezione ebraica". Questa concezione, sbandierata con ossessiva insistenza da Hitler e dagli altri leader nazisti, si tradusse fin dagli inizi in una serie di azioni persecutorie ai danni dei cittadini ebrei. Va subito precisato che i motivi razzisti celavano motivazioni di natura economica. Infatti la grande industria tedesca aveva bisogno di denaro e le banche erano in gran parte controllate da ebrei; inoltre molti proprietari terrieri che avevano ipotecato i loro beni avevano creditori ebrei, l'eliminazione degli ebrei avrebbe dunque risolto i problemi di entrambe queste categorie. Hitler esaltava il nazionalismo e la superiorità genetica della razza ariana, rappresentata dai tedeschi, nonché la necessità dell'espansione per garantire al popolo tedesco il suo "spazio vitale". La Germania doveva cancellare l'umiliante trattato di Versailles e tornare a essere una grande potenza mondiale. Secondo Hitler una gravissima minaccia per la razza ariana e la potenza tedesca era costituita dagli ebrei, che furono perseguitati fin dall'inizio. Le motivazioni razziste ne nascondevano altre di tipo economico: gli ebrei controllavano la maggior parte delle banche, da cui dipendeva l'industria tedesca, ed erano creditori di molti proprietari terrieri. Eliminare gli ebrei avrebbe avvantaggiato sia i proprietari terrieri sia le banche.
La dottrina hitleriana esaltava il nazionalismo e la superiorità genetica - fisica e intellettuale - della razza ariana, di cui i tedeschi sarebbero stati i più puri rappresentanti. Hitler proclamava la necessità di assicurare al popolo tedesco lo "spazio vitale" che gli spettava mediante un vigoroso espansionismo verso oriente e soprattutto verso la Russia. Il Reich doveva tornare a essere una grande potenza planetaria e, in questo quadro, è evidente che il trattato di Versailles, ricordo bruciante della sconfitta militare della Germania nella prima guerra mondiale, doveva essere cancellato. Secondo Hitler una delle minacce più gravi alla purezza della razza ariana e all'integrità e alla potenza della Germania era l' "infezione ebraica". Questa concezione, sbandierata con ossessiva insistenza da Hitler e dagli altri leader nazisti, si tradusse fin dagli inizi in una serie di azioni persecutorie ai danni dei cittadini ebrei. Va subito precisato che i motivi razzisti celavano motivazioni di natura economica. Infatti la grande industria tedesca aveva bisogno di denaro e le banche erano in gran parte controllate da ebrei; inoltre molti proprietari terrieri che avevano ipotecato i loro beni avevano creditori ebrei, l'eliminazione degli ebrei avrebbe dunque risolto i problemi di entrambe queste categorie. Hitler esaltava il nazionalismo e la superiorità genetica della razza ariana, rappresentata dai tedeschi, nonché la necessità dell'espansione per garantire al popolo tedesco il suo "spazio vitale". La Germania doveva cancellare l'umiliante trattato di Versailles e tornare a essere una grande potenza mondiale. Secondo Hitler una gravissima minaccia per la razza ariana e la potenza tedesca era costituita dagli ebrei, che furono perseguitati fin dall'inizio. Le motivazioni razziste ne nascondevano altre di tipo economico: gli ebrei controllavano la maggior parte delle banche, da cui dipendeva l'industria tedesca, ed erano creditori di molti proprietari terrieri. Eliminare gli ebrei avrebbe avvantaggiato sia i proprietari terrieri sia le banche.
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La droga è una sostanza che induce alterazioni psichiche e generalmente dipendenza. Il traffico degli stupefacenti, dominato da potenti organizzazioni criminali, forma un mercato mondiale con un giro d'affari stimato in 700 miliardi di dollari all'anno. Le droghe principali che alimentano questo commercio sono i derivati dell'oppio (eroina e morfina), della coca (cocaina) e della canapa indiana (hashish e marijuana). Le aree principali produttrici del papavero da oppio sono in Asia, soprattutto in Pakistan- Afghanistan e in Birmania-Laos-Thailandia (il cosiddetto Triangolo d'oro). La coca è invece coltivata in Sudamerica, soprattutto nei Paesi andini, in cui è spontanea: Bolivia, Perù e Colombia. La canapa indiana ha una diffusione molto più larga e generalizzata. La droga crea solitamente dipendenza e produce alterazioni psichiche, il traffico di questa sostanza è controllato da organizzazioni criminali e genera un ricchissimo giro d'affari. Le principali droghe in commercio sono l'eroina e la morfina, derivate dall'oppio, che viene prodotto in Asia; la cocaina, ottenuta dalla coca coltivata in Sudamerica; e infine l'hashish e la marijuana, derivati dalla canapa indiana.
La droga è una sostanza che induce alterazioni psichiche e generalmente dipendenza. Il traffico degli stupefacenti, dominato da potenti organizzazioni criminali, forma un mercato mondiale con un giro d'affari stimato in 700 miliardi di dollari all'anno. Le droghe principali che alimentano questo commercio sono i derivati dell'oppio (eroina e morfina), della coca (cocaina) e della canapa indiana (hashish e marijuana). Le aree principali produttrici del papavero da oppio sono in Asia, soprattutto in Pakistan- Afghanistan e in Birmania-Laos-Thailandia (il cosiddetto Triangolo d'oro). La coca è invece coltivata in Sudamerica, soprattutto nei Paesi andini, in cui è spontanea: Bolivia, Perù e Colombia. La canapa indiana ha una diffusione molto più larga e generalizzata. La droga crea solitamente dipendenza e produce alterazioni psichiche, il traffico di questa sostanza è controllato da organizzazioni criminali e genera un ricchissimo giro d'affari. Le principali droghe in commercio sono l'eroina e la morfina, derivate dall'oppio, che viene prodotto in Asia; la cocaina, ottenuta dalla coca coltivata in Sudamerica; e infine l'hashish e la marijuana, derivati dalla canapa indiana.
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La famiglia attuale ci si presenta come una famiglia fondata anzitutto per se stessa, per arricchire in primo luogo con la propria vita l'uomo e la donna, la coppia che essenzialmente la costituisce, obbedendo alla legge imperiosa delle reciproche nature che li chiama a completarsi, finché morte non li separi, vivendo senza posa un'attività di scambio che sfrutta totalmente le ricchezze dei loro due apporti; una famiglia costituita in piena libertà su un piano di uguaglianza di diritti e di reciprocità d'amore fra i coniugi, nella quale la parità non esclude una divisione di attribuzioni e di responsabilità. Attualmente, la famiglia appare costituita liberamente da un uomo e una donna, che la legge di natura chiama a vivere insieme. Essi danno origine alla famiglia liberamente e su un piano di parità dei diritti, anche se può esistere una distinzione di attribuzioni e responsabilità. In questa famiglia, essi si completano e si arricchiscono a vicenda, sfruttando i loro diversi apporti, continuamente e per tutta la vita.
La famiglia attuale ci si presenta come una famiglia fondata anzitutto per se stessa, per arricchire in primo luogo con la propria vita l'uomo e la donna, la coppia che essenzialmente la costituisce, obbedendo alla legge imperiosa delle reciproche nature che li chiama a completarsi, finché morte non li separi, vivendo senza posa un'attività di scambio che sfrutta totalmente le ricchezze dei loro due apporti; una famiglia costituita in piena libertà su un piano di uguaglianza di diritti e di reciprocità d'amore fra i coniugi, nella quale la parità non esclude una divisione di attribuzioni e di responsabilità. Attualmente, la famiglia appare costituita liberamente da un uomo e una donna, che la legge di natura chiama a vivere insieme. Essi danno origine alla famiglia liberamente e su un piano di parità dei diritti, anche se può esistere una distinzione di attribuzioni e responsabilità. In questa famiglia, essi si completano e si arricchiscono a vicenda, sfruttando i loro diversi apporti, continuamente e per tutta la vita.
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La famiglia moderna è oggigiorno in una situazione di crisi: si stanno mettendo in discussione i suoi lati positivi come pure la sua validità dall'interno della società occidentale e ciò avviene in modo più radicale tra i giovani. La validità e i lati positivi della famiglia oggi sono messi in discussione dall'interno della società occidentale, soprattutto tra i giovani.
La famiglia moderna è oggigiorno in una situazione di crisi: si stanno mettendo in discussione i suoi lati positivi come pure la sua validità dall'interno della società occidentale e ciò avviene in modo più radicale tra i giovani. La validità e i lati positivi della famiglia oggi sono messi in discussione dall'interno della società occidentale, soprattutto tra i giovani.
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La fede al dito fa ingrassare, sia che la si metta sia che la si tolga definitivamente. In base a uno studio dell'American Sociological Association effettuato su un campione di più di 10 mila persone, nei due anni dopo l'inizio o la fine di un matrimonio è più facile accumulare peso. Le più a rischio sono le donne appena sposate, che hanno, secondo le stime, il 33% di possibilità in più di ingrassare poco e il 48% di ingrassare molto. Sotto accusa il cambio di stile di vita e di abitudini alimentari. In base a uno studio dell'American Sociological Association, nei due anni dopo un matrimonio o un divorzio si è più predisposti ad aumentare di peso. Tale fenomeno è più frequente nelle donne appena sposate, che avrebbero il 33% di possibilità in più di ingrassare, e il 48% di ingrassare molto.
La fede al dito fa ingrassare, sia che la si metta sia che la si tolga definitivamente. In base a uno studio dell'American Sociological Association effettuato su un campione di più di 10 mila persone, nei due anni dopo l'inizio o la fine di un matrimonio è più facile accumulare peso. Le più a rischio sono le donne appena sposate, che hanno, secondo le stime, il 33% di possibilità in più di ingrassare poco e il 48% di ingrassare molto. Sotto accusa il cambio di stile di vita e di abitudini alimentari. In base a uno studio dell'American Sociological Association, nei due anni dopo un matrimonio o un divorzio si è più predisposti ad aumentare di peso. Tale fenomeno è più frequente nelle donne appena sposate, che avrebbero il 33% di possibilità in più di ingrassare, e il 48% di ingrassare molto.
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La filosofia è quella forma di sapere che sta dalla parte del generale e dell'universale, nel senso che lascia alle scienze naturali e alle scienze di tipo umanistico il compito di osservare, descrivere, registrare e catalogare tutte le singole sensazioni, tutti i fatti particolari e tutti i fenomeni individuali che succedono nel mondo e nella vita dell'uomo. Alla filosofia tocca invece il compito di scavare sotto la superficie delle cose, dar loro un posto nel mondo e un valore per la vita umana. Il compito di scavare sotto la superficie delle cose, di dar loro un posto nel mondo e un valore per la vita umana è riservato alla filosofia. Essa riguarda quindi il generale, l'universale. Al contrario le scienze naturali e umanistiche hanno il compito di entrare nel particolare, nelle singole sensazioni e nei fenomeni individuali per osservarli, descriverli, registrarli e catalogarli.
La filosofia è quella forma di sapere che sta dalla parte del generale e dell'universale, nel senso che lascia alle scienze naturali e alle scienze di tipo umanistico il compito di osservare, descrivere, registrare e catalogare tutte le singole sensazioni, tutti i fatti particolari e tutti i fenomeni individuali che succedono nel mondo e nella vita dell'uomo. Alla filosofia tocca invece il compito di scavare sotto la superficie delle cose, dar loro un posto nel mondo e un valore per la vita umana. Il compito di scavare sotto la superficie delle cose, di dar loro un posto nel mondo e un valore per la vita umana è riservato alla filosofia. Essa riguarda quindi il generale, l'universale. Al contrario le scienze naturali e umanistiche hanno il compito di entrare nel particolare, nelle singole sensazioni e nei fenomeni individuali per osservarli, descriverli, registrarli e catalogarli.
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La fine del XVIII secolo segna un momento di svolta per le riflessioni sulla maternità moderna: in questo periodo, infatti, nascono i primi reparti di maternità, in particolare in Francia e in Germania, che servono come scuole per una nuova figura professionale, quella dell'ostetrico, che inizia ad essere codificata e grazie alla quale il parto, la gravidanza e il puerperio si svolgono sotto gli occhi di medici e specialisti. Parallelamente, però, le donne iniziano a prendere parola pubblicamente per parlare della loro condizione subordinata di cui la maternità fa parte: proprio la Francia, infatti, è il luogo che unisce Mary Wollstonecraft e Olympe de Gouges e i loro scritti in difesa dei diritti della donna. Nel XVIII secolo le forme di pensare la maternità subiscono importanti cambiamenti. Da un lato, si assiste alla progressiva ospedalizzazione del parto e della gravidanza, specialmente in Francia e Germania. Dall'altro, le donne cominciano a rivendicare i loro diritti e criticare la condizione di subordinazione imposta loro dal sistema sociale anche a causa del loro ruolo riproduttivo.
La fine del XVIII secolo segna un momento di svolta per le riflessioni sulla maternità moderna: in questo periodo, infatti, nascono i primi reparti di maternità, in particolare in Francia e in Germania, che servono come scuole per una nuova figura professionale, quella dell'ostetrico, che inizia ad essere codificata e grazie alla quale il parto, la gravidanza e il puerperio si svolgono sotto gli occhi di medici e specialisti. Parallelamente, però, le donne iniziano a prendere parola pubblicamente per parlare della loro condizione subordinata di cui la maternità fa parte: proprio la Francia, infatti, è il luogo che unisce Mary Wollstonecraft e Olympe de Gouges e i loro scritti in difesa dei diritti della donna. Nel XVIII secolo le forme di pensare la maternità subiscono importanti cambiamenti. Da un lato, si assiste alla progressiva ospedalizzazione del parto e della gravidanza, specialmente in Francia e Germania. Dall'altro, le donne cominciano a rivendicare i loro diritti e criticare la condizione di subordinazione imposta loro dal sistema sociale anche a causa del loro ruolo riproduttivo.
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La folla tende sempre verso la persecuzione perché le cause naturali di ciò che la sconvolge, di ciò che la trasforma in turba, non possono interessarla. La folla, per definizione, cerca l'azione, ma non può agire sulle cause naturali. Cerca dunque una causa accessibile che sazi la sua brama di violenza. I membri della folla sono sempre persecutori in potenza, perché sognano di purgare la comunità dagli elementi impuri che la corrompono, dai traditori che la sovvertono. La folla non si interessa alle cause naturali di ciò che la sconvolge. Però cerca l'azione e la trova nella persecuzione, perché non potendo agire sulle cause naturali cerca una causa accessibile per saziare il suo desiderio di violenza. La folla, che sogna di ripulire la comunità da elementi impuri e da traditori che la minacciano, è sempre potenzialmente persecutrice.
La folla tende sempre verso la persecuzione perché le cause naturali di ciò che la sconvolge, di ciò che la trasforma in turba, non possono interessarla. La folla, per definizione, cerca l'azione, ma non può agire sulle cause naturali. Cerca dunque una causa accessibile che sazi la sua brama di violenza. I membri della folla sono sempre persecutori in potenza, perché sognano di purgare la comunità dagli elementi impuri che la corrompono, dai traditori che la sovvertono. La folla non si interessa alle cause naturali di ciò che la sconvolge. Però cerca l'azione e la trova nella persecuzione, perché non potendo agire sulle cause naturali cerca una causa accessibile per saziare il suo desiderio di violenza. La folla, che sogna di ripulire la comunità da elementi impuri e da traditori che la minacciano, è sempre potenzialmente persecutrice.
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La fondazione di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che nel 63 avanti Cristo i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma perché complici di Catilina, si rifugiarono in Valdelsa e vi costruirono due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano. Il primo documento storico che attesta il nome della Città è datato 30 agosto 929, quando Ugo di Provenza dona al vescovo di Volterra il monte chiamato della Torre "prope Sancto Geminiano adiacente". È probabile che il nome San Gimignano derivi proprio dal nome del vescovo di Modena. Anche in questo caso la leggenda narra che il santo, durante le invasioni barbariche, salvò la città dalla minaccia di Totila, apparendo miracolosamente sulle mura. La leggenda narra che furono i fratelli patrizi Muzio e Silvio, in fuga da Roma perché catiliniani, a fondare nel 63 a.C. San Gimignano. Un documento storico del 929 attesta per la prima volta il nome del borgo che, probabilmente, deriva dal vescovo di Modena che, secondo una leggenda, difese la città da Totila apparendo sulle mura.
La fondazione di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che nel 63 avanti Cristo i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma perché complici di Catilina, si rifugiarono in Valdelsa e vi costruirono due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano. Il primo documento storico che attesta il nome della Città è datato 30 agosto 929, quando Ugo di Provenza dona al vescovo di Volterra il monte chiamato della Torre "prope Sancto Geminiano adiacente". È probabile che il nome San Gimignano derivi proprio dal nome del vescovo di Modena. Anche in questo caso la leggenda narra che il santo, durante le invasioni barbariche, salvò la città dalla minaccia di Totila, apparendo miracolosamente sulle mura. La leggenda narra che furono i fratelli patrizi Muzio e Silvio, in fuga da Roma perché catiliniani, a fondare nel 63 a.C. San Gimignano. Un documento storico del 929 attesta per la prima volta il nome del borgo che, probabilmente, deriva dal vescovo di Modena che, secondo una leggenda, difese la città da Totila apparendo sulle mura.
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La Fossa delle Marianne è la più profonda depressione oceanica del mondo. Si trova a est delle isole delle Marianne tra Giappone, Filippine e Nuova Guinea. Questo luogo è reso inaccessibile dalla sua stessa natura visto che è profondo più di 10.000 metri sotto il livello del mare. Solo pochi sono riusciti ad arrivare fino in fondo, uno di loro è il regista James Cameron che nel 2012 ha compiuto l'impresa. Il regista canadese con il suo speciale sommergibile ha compiuto un viaggio in verticale di circa undici chilometri. La depressione oceanica più profonda del mondo si chiama Fossa delle Marianne. Questo luogo profondo più di 10.000 metri è estremamente inaccessibile, ma nel 2012 il regista canadese James Cameron è riuscito a visitarlo grazie ad uno speciale sommergibile.
La Fossa delle Marianne è la più profonda depressione oceanica del mondo. Si trova a est delle isole delle Marianne tra Giappone, Filippine e Nuova Guinea. Questo luogo è reso inaccessibile dalla sua stessa natura visto che è profondo più di 10.000 metri sotto il livello del mare. Solo pochi sono riusciti ad arrivare fino in fondo, uno di loro è il regista James Cameron che nel 2012 ha compiuto l'impresa. Il regista canadese con il suo speciale sommergibile ha compiuto un viaggio in verticale di circa undici chilometri. La depressione oceanica più profonda del mondo si chiama Fossa delle Marianne. Questo luogo profondo più di 10.000 metri è estremamente inaccessibile, ma nel 2012 il regista canadese James Cameron è riuscito a visitarlo grazie ad uno speciale sommergibile.
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La fotografia scattata dal Dipartimento del lavoro non lascia adito a dubbi: l'occupazione è ferma, con il settore privato che rallenta creando in agosto solo 17.000 posti di lavoro, il risultato peggiore da 18 mesi. Il settore pubblico continua a eliminare occupazione. E il risultato è - secondo gli analisti - "inquietante" la debolezza dell'economia nella prima metà dell'anno si sta trascinando nel terzo trimestre e in molti si chiedono se gli Stati Uniti siano già in recessione o stiano per scivolarci. Il fatto che negli Stati Uniti l'occupazione sia ferma sia nel settore privato, con soli 17.000 nuovi posti lavoro nel mese di agosto, sia nel settore pubblico in cui si eliminano posti di lavoro, è secondo gli analisti un dato preoccupante. Dato che la fragilità economica della prima metà dell'anno si sta trascinando anche nel terzo trimestre, molti iniziano a chiedersi se il Paese sia in recessione o se stia per entrarvi.
La fotografia scattata dal Dipartimento del lavoro non lascia adito a dubbi: l'occupazione è ferma, con il settore privato che rallenta creando in agosto solo 17.000 posti di lavoro, il risultato peggiore da 18 mesi. Il settore pubblico continua a eliminare occupazione. E il risultato è - secondo gli analisti - "inquietante" la debolezza dell'economia nella prima metà dell'anno si sta trascinando nel terzo trimestre e in molti si chiedono se gli Stati Uniti siano già in recessione o stiano per scivolarci. Il fatto che negli Stati Uniti l'occupazione sia ferma sia nel settore privato, con soli 17.000 nuovi posti lavoro nel mese di agosto, sia nel settore pubblico in cui si eliminano posti di lavoro, è secondo gli analisti un dato preoccupante. Dato che la fragilità economica della prima metà dell'anno si sta trascinando anche nel terzo trimestre, molti iniziano a chiedersi se il Paese sia in recessione o se stia per entrarvi.
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La globalizzazione - di cui, nella maggior parte dei casi, le migrazioni sono, al contempo, sintomo e conseguenza - non è, come vorrebbero alcuni, un evento o un fenomeno inedito, che caratterizzerebbe la contemporaneità a partire dall'ultimo decennio del XX secolo; si tratta, più propriamente, di una tendenza che si esprime, con andamento altalenante, lungo gli ultimi secoli della storia umana. La globalizzazione non è un fenomeno inedito che appartiene solo alla contemporaneità, ma è una tendenza altalenante già in corso da alcuni secoli e le migrazioni ne sono sia un sintomo sia una conseguenza.
La globalizzazione - di cui, nella maggior parte dei casi, le migrazioni sono, al contempo, sintomo e conseguenza - non è, come vorrebbero alcuni, un evento o un fenomeno inedito, che caratterizzerebbe la contemporaneità a partire dall'ultimo decennio del XX secolo; si tratta, più propriamente, di una tendenza che si esprime, con andamento altalenante, lungo gli ultimi secoli della storia umana. La globalizzazione non è un fenomeno inedito che appartiene solo alla contemporaneità, ma è una tendenza altalenante già in corso da alcuni secoli e le migrazioni ne sono sia un sintomo sia una conseguenza.
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La grande differenza d'età tra marito e moglie, che andò aumentando probabilmente fino all'XI secolo, poneva la madre a metà strada tra la generazione dei padri e quella dei figli. Era perciò nella posizione ideale per fare da mediatrice nei conflitti generazionali. Forse ancora più notevole fu il ruolo delle madri come depositarie della scienza sacra, dei canali attraverso i quali una parte significativa dell'eredità culturale passava dai vecchi ai giovani. La grande differenza d'età tra marito e moglie (in aumento fino all'undicesimo secolo) poneva la madre a metà strada tra la generazione dei padri e quella dei figli, nella posizione migliore per mediare i conflitti generazionali. Le madri furono anche custodi delle conoscenze religiose e dei canali attraverso cui buona parte dell'eredità culturale passava alle nuove generazioni.
La grande differenza d'età tra marito e moglie, che andò aumentando probabilmente fino all'XI secolo, poneva la madre a metà strada tra la generazione dei padri e quella dei figli. Era perciò nella posizione ideale per fare da mediatrice nei conflitti generazionali. Forse ancora più notevole fu il ruolo delle madri come depositarie della scienza sacra, dei canali attraverso i quali una parte significativa dell'eredità culturale passava dai vecchi ai giovani. La grande differenza d'età tra marito e moglie (in aumento fino all'undicesimo secolo) poneva la madre a metà strada tra la generazione dei padri e quella dei figli, nella posizione migliore per mediare i conflitti generazionali. Le madri furono anche custodi delle conoscenze religiose e dei canali attraverso cui buona parte dell'eredità culturale passava alle nuove generazioni.
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La grande Sophia Loren è universalmente riconosciuta tra le più celebri attrici della storia del cinema mondiale. Entrò a far parte della settima arte giovanissima e si impose ben presto, agli inizi degli anni Cinquanta, come sex symbol grazie al suo corpo da maggiorata. Ben presto la sua capacità attoriale superò la sua pur grande avvenenza fisica. Da Vittorio De Sica fu diretta in film come "La ciociara", che le valse l'Oscar come migliore attrice (il primo dato a un'attrice in un film non in lingua inglese), "Ieri, oggi, domani" e "Matrimonio all'italiana", per il quale ricevette una seconda candidatura all'Oscar. Durante la sua lunga carriera ha vinto 2 Oscar, 5 Golden Globe, un Leone d'oro, la Coppa Volpi a Venezia, un Prix d'interprétation féminine a Cannes, un Orso d'oro alla carriera a Berlino, un BAFTA, 9 David di Donatello (di cui quattro riconoscimenti speciali) e 3 Nastri d'argento. Nel 1999 l'American Film Institute ha inserito la Loren al ventunesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema. Sophia Loren è una delle più celebri attrici del cinema mondiale; cominciò giovanissima e divenne, fin dagli inizi degli anni Cinquanta un sex symbol, grazie al corpo da maggiorata. Ben presto si impose anche per la sua capacità attoriale. Da Vittorio De Sica venne diretta in film come "La ciociara", che le valse l'Oscar come migliore attrice, il primo dato a un'attrice in un film non in lingua inglese, "Ieri, oggi, domani" e "Matrimonio all'italiana", per il quale ricevette una seconda candidatura all'Oscar. Durante la sua lunga carriera ha vinto numerosissimi premi, e nel 1999 l'American Film Institute l'ha inserita al ventunesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema.
La grande Sophia Loren è universalmente riconosciuta tra le più celebri attrici della storia del cinema mondiale. Entrò a far parte della settima arte giovanissima e si impose ben presto, agli inizi degli anni Cinquanta, come sex symbol grazie al suo corpo da maggiorata. Ben presto la sua capacità attoriale superò la sua pur grande avvenenza fisica. Da Vittorio De Sica fu diretta in film come "La ciociara", che le valse l'Oscar come migliore attrice (il primo dato a un'attrice in un film non in lingua inglese), "Ieri, oggi, domani" e "Matrimonio all'italiana", per il quale ricevette una seconda candidatura all'Oscar. Durante la sua lunga carriera ha vinto 2 Oscar, 5 Golden Globe, un Leone d'oro, la Coppa Volpi a Venezia, un Prix d'interprétation féminine a Cannes, un Orso d'oro alla carriera a Berlino, un BAFTA, 9 David di Donatello (di cui quattro riconoscimenti speciali) e 3 Nastri d'argento. Nel 1999 l'American Film Institute ha inserito la Loren al ventunesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema. Sophia Loren è una delle più celebri attrici del cinema mondiale; cominciò giovanissima e divenne, fin dagli inizi degli anni Cinquanta un sex symbol, grazie al corpo da maggiorata. Ben presto si impose anche per la sua capacità attoriale. Da Vittorio De Sica venne diretta in film come "La ciociara", che le valse l'Oscar come migliore attrice, il primo dato a un'attrice in un film non in lingua inglese, "Ieri, oggi, domani" e "Matrimonio all'italiana", per il quale ricevette una seconda candidatura all'Oscar. Durante la sua lunga carriera ha vinto numerosissimi premi, e nel 1999 l'American Film Institute l'ha inserita al ventunesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema.
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La guerra da un lato spinse lo Stato a riconoscere le donne come una categoria speciale e accrebbe nelle donne stesse la consapevolezza dei propri interessi, dall'altro le divise ulteriormente, sul piano sia politico sia sociale. Migliaia di donne di classe media costituirono il personale volontario della Croce rossa, degli ospedali militari, dei servizi postali, delle cucine militari. (...) Le donne di classe operaia entrarono invece a migliaia nelle fabbriche; vicine all'antimilitarismo e al programma massimalista del Partito Socialista, riscoprirono il radicalismo paritario del femminismo di fine secolo, la rivendicazione del diritto di voto, della rappresentanza politica, dell'egualitarismo sociale. Durante la guerra migliaia di donne della classe media prestarono la loro opera di volontarie a supporto dei servizi militari o civili. Le donne operaie invece, entrate nelle fabbriche, presero contatto con le posizioni socialista e femminista e iniziarono a rivendicare il diritto di voto e l'egualitarismo sociale. La guerra, quindi, rese le donne più consapevoli, ma accentuò tra loro le divisioni politiche e sociali.
La guerra da un lato spinse lo Stato a riconoscere le donne come una categoria speciale e accrebbe nelle donne stesse la consapevolezza dei propri interessi, dall'altro le divise ulteriormente, sul piano sia politico sia sociale. Migliaia di donne di classe media costituirono il personale volontario della Croce rossa, degli ospedali militari, dei servizi postali, delle cucine militari. (...) Le donne di classe operaia entrarono invece a migliaia nelle fabbriche; vicine all'antimilitarismo e al programma massimalista del Partito Socialista, riscoprirono il radicalismo paritario del femminismo di fine secolo, la rivendicazione del diritto di voto, della rappresentanza politica, dell'egualitarismo sociale. Durante la guerra migliaia di donne della classe media prestarono la loro opera di volontarie a supporto dei servizi militari o civili. Le donne operaie invece, entrate nelle fabbriche, presero contatto con le posizioni socialista e femminista e iniziarono a rivendicare il diritto di voto e l'egualitarismo sociale. La guerra, quindi, rese le donne più consapevoli, ma accentuò tra loro le divisioni politiche e sociali.
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La guerra dei cent'anni fu un conflitto tra il Regno d'Inghilterra e il Regno di Francia che durò, non continuativamente, 116 anni - dal 1337 al 1453 - e che si concluse con l'espulsione degli Inglesi da tutti i territori continentali, fatta eccezione per la cittadina di Calais. La guerra ha una straordinaria importanza storica, tale da valere secondo alcuni storici come riferimento per la conclusione del Medioevo. Essa segnò l'apice delle tensioni tra Francia e Inghilterra, iniziate nell'XI secolo e finite nel 1815, dopo la sconfitta definitiva di Napoleone Bonaparte. La guerra dei Cent'anni fu un conflitto durato complessivamente (con alcune pause) 116 anni, dal 1337 al 1453, tra il Regno d'Inghilterra e quello di Francia, che si concluse con la vittoria di quest'ultima e l'estromissione degli Inglesi dal continente, ad eccezione della città di Calais. Di straordinaria importanza storica, il conflitto per alcuni storici segna addirittura la fine del Medioevo; esso segnò il punto più alto delle tensioni tra Francia e Inghilterra, che si protrassero dall'XI secolo al 1815, quando gli Inglesi sconfissero definitivamente Napoleone.
La guerra dei cent'anni fu un conflitto tra il Regno d'Inghilterra e il Regno di Francia che durò, non continuativamente, 116 anni - dal 1337 al 1453 - e che si concluse con l'espulsione degli Inglesi da tutti i territori continentali, fatta eccezione per la cittadina di Calais. La guerra ha una straordinaria importanza storica, tale da valere secondo alcuni storici come riferimento per la conclusione del Medioevo. Essa segnò l'apice delle tensioni tra Francia e Inghilterra, iniziate nell'XI secolo e finite nel 1815, dopo la sconfitta definitiva di Napoleone Bonaparte. La guerra dei Cent'anni fu un conflitto durato complessivamente (con alcune pause) 116 anni, dal 1337 al 1453, tra il Regno d'Inghilterra e quello di Francia, che si concluse con la vittoria di quest'ultima e l'estromissione degli Inglesi dal continente, ad eccezione della città di Calais. Di straordinaria importanza storica, il conflitto per alcuni storici segna addirittura la fine del Medioevo; esso segnò il punto più alto delle tensioni tra Francia e Inghilterra, che si protrassero dall'XI secolo al 1815, quando gli Inglesi sconfissero definitivamente Napoleone.
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La legge 180 è la prima e unica legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Prima della riforma dell'organizzazione dei servizi psichiatrici legata alla legge 180, i manicomi erano spesso significativamente connotati come luoghi di contenimento sociale. La legge 180 voleva anche essere un modo per modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati anche da strutture territoriali. La legge 180 costituì un modo per riformare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, imponendo la chiusura dei manicomi (luoghi che avevano acquisito un carattere di contenimento sociale), e regolamentando il trattamento sanitario obbligatorio. La legge 180, prima e unica legge quadro in materia, istituì anche i servizi pubblici di igiene mentale promuovendo un'assistenza basata sul pieno riconoscimento dei diritti dei pazienti e della loro necessità di avere una vita di qualità, e l'istituzione di servizi di cura territoriali.
La legge 180 è la prima e unica legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Prima della riforma dell'organizzazione dei servizi psichiatrici legata alla legge 180, i manicomi erano spesso significativamente connotati come luoghi di contenimento sociale. La legge 180 voleva anche essere un modo per modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati anche da strutture territoriali. La legge 180 costituì un modo per riformare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, imponendo la chiusura dei manicomi (luoghi che avevano acquisito un carattere di contenimento sociale), e regolamentando il trattamento sanitario obbligatorio. La legge 180, prima e unica legge quadro in materia, istituì anche i servizi pubblici di igiene mentale promuovendo un'assistenza basata sul pieno riconoscimento dei diritti dei pazienti e della loro necessità di avere una vita di qualità, e l'istituzione di servizi di cura territoriali.
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La legge permette di scomparire? Dipende. Bisogna infatti distinguere due situazioni: un caso riguarda chi si allontana da casa senza dare notizie di sé ed è maggiorenne, non ha parenti bisognosi, né coniuge, né figli che necessitano di mantenimento e tutela. Altro caso è quello di chi invece deve sostenere questi obblighi familiari. Nella prima eventualità, si può "scomparire" senza alcuna responsabilità penale (ovviamente se i genitori ritengono che la scomparsa lasci presumere altro, possono farne denuncia alla polizia). Se invece si è sposati con figli e li si abbandona senza dare notizie di sé e senza rispettare l'obbligo alimentare, oltre che civilmente si può essere responsabili penalmente. Nel caso di scomparsa di persona, per la legge bisogna distinguere due casi: chi si allontana da casa propria ed è maggiorenne senza obblighi verso i familiari, e chi invece ha delle responsabilità, come il mantenimento dei figli. Nel primo caso, se i familiari ritengono che la scomparsa sia voluta e non sporgono denuncia, la legge non ha nulla da imputare allo scomparso. Nel secondo caso invece si può essere perseguibili sia civilmente sia penalmente.
La legge permette di scomparire? Dipende. Bisogna infatti distinguere due situazioni: un caso riguarda chi si allontana da casa senza dare notizie di sé ed è maggiorenne, non ha parenti bisognosi, né coniuge, né figli che necessitano di mantenimento e tutela. Altro caso è quello di chi invece deve sostenere questi obblighi familiari. Nella prima eventualità, si può "scomparire" senza alcuna responsabilità penale (ovviamente se i genitori ritengono che la scomparsa lasci presumere altro, possono farne denuncia alla polizia). Se invece si è sposati con figli e li si abbandona senza dare notizie di sé e senza rispettare l'obbligo alimentare, oltre che civilmente si può essere responsabili penalmente. Nel caso di scomparsa di persona, per la legge bisogna distinguere due casi: chi si allontana da casa propria ed è maggiorenne senza obblighi verso i familiari, e chi invece ha delle responsabilità, come il mantenimento dei figli. Nel primo caso, se i familiari ritengono che la scomparsa sia voluta e non sporgono denuncia, la legge non ha nulla da imputare allo scomparso. Nel secondo caso invece si può essere perseguibili sia civilmente sia penalmente.
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La lettera anonima nasce da due desideri opposti: quello di svelare un segreto, e quello di mantenerlo. Pertanto essa dirà tutto ciò che deve dire, ma sempre e comunque tacerà, o nasconderà dietro un velo, l'essenziale (non solo l'identità del mittente, ma anche il suo vero scopo). Da un lato, quindi, la lettera anonima è un vero e proprio "istante di verità". Dall'altro, è un colossale esercizio di menzogna. La lettera anonima dice tutto ciò che deve dire, ma tace elementi essenziali quali l'identità del mittente e il suo vero scopo. Questo perché nasce dai due desideri opposti di svelare e contemporaneamente mantenere un segreto. La lettera anonima, quindi, è sia un "istante di verità", sia un esercizio di menzogna.
La lettera anonima nasce da due desideri opposti: quello di svelare un segreto, e quello di mantenerlo. Pertanto essa dirà tutto ciò che deve dire, ma sempre e comunque tacerà, o nasconderà dietro un velo, l'essenziale (non solo l'identità del mittente, ma anche il suo vero scopo). Da un lato, quindi, la lettera anonima è un vero e proprio "istante di verità". Dall'altro, è un colossale esercizio di menzogna. La lettera anonima dice tutto ciò che deve dire, ma tace elementi essenziali quali l'identità del mittente e il suo vero scopo. Questo perché nasce dai due desideri opposti di svelare e contemporaneamente mantenere un segreto. La lettera anonima, quindi, è sia un "istante di verità", sia un esercizio di menzogna.
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La lettura, così come la dedizione agli studi, non è una vocazione naturale che per una frazione irrisoria della popolazione. Per la maggior parte dei giovani, leggere e studiare costituisce un sacrificio, anche se molti, con il tempo, apprezzano sempre più i vantaggi di una solida cultura professionale e generale. Ma se non vi è nessuna differenza tra il laurearsi in un'ottima, severa università od ottenere un titolo di studio in molti atenei che andrebbero chiusi per attentato alla cultura nazionale - visto che poi il posto di lavoro sarà ottenuto grazie a strutture di supporto familiare e a reti di scambio di favori - non si vede perché i giovani dovrebbero optare per il sacrificio e l'impegno. Se non è la serietà degli studi universitari compiuti, ma le strutture di supporto familiare e di scambio di favori, a garantire il posto di lavoro, non ci si può aspettare che molti giovani scelgano di impegnarsi in studi difficili, ai quali peraltro già non li spinge l'inclinazione naturale.
La lettura, così come la dedizione agli studi, non è una vocazione naturale che per una frazione irrisoria della popolazione. Per la maggior parte dei giovani, leggere e studiare costituisce un sacrificio, anche se molti, con il tempo, apprezzano sempre più i vantaggi di una solida cultura professionale e generale. Ma se non vi è nessuna differenza tra il laurearsi in un'ottima, severa università od ottenere un titolo di studio in molti atenei che andrebbero chiusi per attentato alla cultura nazionale - visto che poi il posto di lavoro sarà ottenuto grazie a strutture di supporto familiare e a reti di scambio di favori - non si vede perché i giovani dovrebbero optare per il sacrificio e l'impegno. Se non è la serietà degli studi universitari compiuti, ma le strutture di supporto familiare e di scambio di favori, a garantire il posto di lavoro, non ci si può aspettare che molti giovani scelgano di impegnarsi in studi difficili, ai quali peraltro già non li spinge l'inclinazione naturale.
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La lotta alla malaria, a parte la continua ricerca di farmaci efficaci, punta di nuovo sul vettore: la zanzara. Prima si è provato ad eliminarla con insetticidi drastici inutili e nocivi per l'uomo. Poi si è pensato di creare zanzare immuni, geneticamente modificate. Successi in laboratorio, delusioni una volta che gli insetti ogm venivano liberati nell'ambiente. Ora sono stati creati maschi di zanzara sterili (non producono spermatozoi) capaci di «imbrogliare» le femmine, facendo loro credere di aver fecondato le loro uova. Questa tattica anti- riproduzione potrebbe realmente aiutare a controllare la diffusione della malaria. Dopo aver tentato di sconfiggere la malaria con diversi metodi, oggi si sono creati dei maschi di zanzara sterili che fanno credere alle femmine di aver fecondato le loro uova, senza farlo realmente. Questo potrebbe ridurre la diffusione della malaria.
La lotta alla malaria, a parte la continua ricerca di farmaci efficaci, punta di nuovo sul vettore: la zanzara. Prima si è provato ad eliminarla con insetticidi drastici inutili e nocivi per l'uomo. Poi si è pensato di creare zanzare immuni, geneticamente modificate. Successi in laboratorio, delusioni una volta che gli insetti ogm venivano liberati nell'ambiente. Ora sono stati creati maschi di zanzara sterili (non producono spermatozoi) capaci di «imbrogliare» le femmine, facendo loro credere di aver fecondato le loro uova. Questa tattica anti- riproduzione potrebbe realmente aiutare a controllare la diffusione della malaria. Dopo aver tentato di sconfiggere la malaria con diversi metodi, oggi si sono creati dei maschi di zanzara sterili che fanno credere alle femmine di aver fecondato le loro uova, senza farlo realmente. Questo potrebbe ridurre la diffusione della malaria.
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La Luna è stata il naturale obiettivo delle prime missioni spaziali sovietiche e americane. Data la sua vicinanza, era infatti l'unico corpo celeste che consentiva di programmare esplorazioni dirette da parte dell'uomo. I tempi necessari per viaggi di andata, ritorno e soggiorno spaziale rientrano infatti nei limiti sopportabili dal fisico dell'uomo. Per la vicinanza alla Terra e per essere la sua esplorazione a misura della sopportazione delle forze umane, la Luna è stata il naturale obiettivo delle prime missioni spaziali sovietiche e americane.
La Luna è stata il naturale obiettivo delle prime missioni spaziali sovietiche e americane. Data la sua vicinanza, era infatti l'unico corpo celeste che consentiva di programmare esplorazioni dirette da parte dell'uomo. I tempi necessari per viaggi di andata, ritorno e soggiorno spaziale rientrano infatti nei limiti sopportabili dal fisico dell'uomo. Per la vicinanza alla Terra e per essere la sua esplorazione a misura della sopportazione delle forze umane, la Luna è stata il naturale obiettivo delle prime missioni spaziali sovietiche e americane.
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La lunga fase di crescita demografica europea avviatasi alla fine del X secolo toccò il suo culmine intorno al 1300. Nel corso dei successivi quarant'anni la crescita divenne molto più debole o si arrestò del tutto, e si manifestò in molti casi una nuova tendenza alla diminuzione. Gli scarsi dati quantitativi esistenti trovano conferma indiretta in un fatto ben documentato e generale: i dissodamenti e le fondazioni di nuovi villaggi cominciarono in questo periodo a divenire sempre più rari e infine cessarono del tutto. Con gli 80-85 milioni di abitanti nel 1300- 1340, l'Europa sembrò allora avere raggiunto il massimo della popolazione compatibile con la tecnologia agricola e con i sistemi di produzione e distribuzione delle risorse in quel momento disponibili. Sarebbe bastata una fase di ripetuti cattivi raccolti, come in effetti accadde a partire dal 1315, per rompere l'equilibrio fra popolazione e risorse. Nel 1300 toccò il suo culmine la crescita demografica europea iniziata circa quattro secoli prima. Nei quarant'anni che seguirono, tale crescita conobbe una diminuzione o un totale arresto. Una conferma di questa tendenza è data dal fatto che in questo periodo diminuirono o cessarono i dissodamenti e le fondazioni di nuovi villaggi. Tra il 1300 e il 1340 l'Europa sembrava aver raggiunto, con i suoi 80-85 milioni di abitanti, la massima popolazione compatibile con la tecnologia agricola e le risorse disponibili in quell'epoca. La rottura dell'equilibrio tra risorse e popolazione avvenne a partire dal 1315, a causa dei cattivi raccolti.
La lunga fase di crescita demografica europea avviatasi alla fine del X secolo toccò il suo culmine intorno al 1300. Nel corso dei successivi quarant'anni la crescita divenne molto più debole o si arrestò del tutto, e si manifestò in molti casi una nuova tendenza alla diminuzione. Gli scarsi dati quantitativi esistenti trovano conferma indiretta in un fatto ben documentato e generale: i dissodamenti e le fondazioni di nuovi villaggi cominciarono in questo periodo a divenire sempre più rari e infine cessarono del tutto. Con gli 80-85 milioni di abitanti nel 1300- 1340, l'Europa sembrò allora avere raggiunto il massimo della popolazione compatibile con la tecnologia agricola e con i sistemi di produzione e distribuzione delle risorse in quel momento disponibili. Sarebbe bastata una fase di ripetuti cattivi raccolti, come in effetti accadde a partire dal 1315, per rompere l'equilibrio fra popolazione e risorse. Nel 1300 toccò il suo culmine la crescita demografica europea iniziata circa quattro secoli prima. Nei quarant'anni che seguirono, tale crescita conobbe una diminuzione o un totale arresto. Una conferma di questa tendenza è data dal fatto che in questo periodo diminuirono o cessarono i dissodamenti e le fondazioni di nuovi villaggi. Tra il 1300 e il 1340 l'Europa sembrava aver raggiunto, con i suoi 80-85 milioni di abitanti, la massima popolazione compatibile con la tecnologia agricola e le risorse disponibili in quell'epoca. La rottura dell'equilibrio tra risorse e popolazione avvenne a partire dal 1315, a causa dei cattivi raccolti.
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La maggioranza dei laureati ha, da sempre, più facilmente trovato lavoro in aziende piccole o piccolissime, in modo assai spesso legato a conoscenze personali e questo tipo di aziende garantisce forse non sempre la qualità delle occupazioni, ma sempre un discreto numero di opportunità anche in tempi di crisi. In particolare, oltre l'80% dei laureati lo scorso anno ha trovato lavoro nel settore terziario, contro un modesto 16% assunto nel settore industriale. La maggioranza dei laureati (l'anno scorso oltre l'80%) trova più facilmente lavoro presso aziende piccole o piccolissime del settore terziario, spesso grazie alle conoscenze personali. Tali aziende garantiscono infatti un discreto numero di opportunità anche in periodi di crisi, anche se non sempre la qualità delle occupazioni è elevata.
La maggioranza dei laureati ha, da sempre, più facilmente trovato lavoro in aziende piccole o piccolissime, in modo assai spesso legato a conoscenze personali e questo tipo di aziende garantisce forse non sempre la qualità delle occupazioni, ma sempre un discreto numero di opportunità anche in tempi di crisi. In particolare, oltre l'80% dei laureati lo scorso anno ha trovato lavoro nel settore terziario, contro un modesto 16% assunto nel settore industriale. La maggioranza dei laureati (l'anno scorso oltre l'80%) trova più facilmente lavoro presso aziende piccole o piccolissime del settore terziario, spesso grazie alle conoscenze personali. Tali aziende garantiscono infatti un discreto numero di opportunità anche in periodi di crisi, anche se non sempre la qualità delle occupazioni è elevata.
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La malattia diabetica comporta dei costi sociali assai elevati da un punto di vista dell'assistenza sanitaria connessa alla sua diffusione. I pazienti diabetici in Italia sono infatti assai numerosi e richiedono mediamente cure e medicinali assai costosi di cui lo Stato si fa in larga parte carico. Per queste ragioni, vengono investite notevoli risorse nella ricerca volta a prevenire e a ridurre la diffusione della malattia. L'elevato numero di pazienti diabetici in Italia, considerando il costo per lo Stato delle cure e dei medicinali di cui essi necessitano, comporta costi sociali assai elevati che giustificano i notevoli investimenti destinati alla prevenzione e al contenimento della diffusione della malattia.
La malattia diabetica comporta dei costi sociali assai elevati da un punto di vista dell'assistenza sanitaria connessa alla sua diffusione. I pazienti diabetici in Italia sono infatti assai numerosi e richiedono mediamente cure e medicinali assai costosi di cui lo Stato si fa in larga parte carico. Per queste ragioni, vengono investite notevoli risorse nella ricerca volta a prevenire e a ridurre la diffusione della malattia. L'elevato numero di pazienti diabetici in Italia, considerando il costo per lo Stato delle cure e dei medicinali di cui essi necessitano, comporta costi sociali assai elevati che giustificano i notevoli investimenti destinati alla prevenzione e al contenimento della diffusione della malattia.
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La mamma questa volta pianse. Forse non seppe trattenersi, non so, magari era in un momento di maggiore debolezza, comunque non fu come la prima volta, che aveva reagito quasi con indifferenza. A differenza della prima reazione quasi indifferente, la mamma questa volta pianse, forse perché non seppe trattenersi o perché era in un momento di maggiore debolezza.
La mamma questa volta pianse. Forse non seppe trattenersi, non so, magari era in un momento di maggiore debolezza, comunque non fu come la prima volta, che aveva reagito quasi con indifferenza. A differenza della prima reazione quasi indifferente, la mamma questa volta pianse, forse perché non seppe trattenersi o perché era in un momento di maggiore debolezza.
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La mattina del 24 marzo 1946 Alexandre Alekhine, detentore del titolo di campione del mondo di scacchi, venne trovato privo di vita nella sua stanza d'albergo, a Estoril. L'esame autoptico certificò che il decesso era avvenuto per asfissia, e che questa era stata provocata da un pezzo di carne conficcatosi nella laringe, escludendo qualsiasi altra ipotesi. La stampa portoghese pubblicò la versione ufficiale, e il caso fu rapidamente archiviato. Da allora, però, sulle cause di quella morte si sono moltiplicati sospetti e illazioni. Qualcuno ha insinuato che le foto del cadavere facevano pensare a una messinscena; qualcun altro si è chiesto come mai Alekhine stesse cenando nella sua stanza indossando un pesante cappotto, senza contare che il defunto aveva un passato di collaborazionista e che i sovietici lo giudicavano un traditore della patria. Nel 1946 il campione del mondo di scacchi Alekhine venne ritrovato morto nella sua stanza d'albergo. In seguito all'autopsia la morte fu attribuita al soffocamento accidentale dell'uomo durante la propria cena. Non tutti furono convinti da questa versione ufficiale: per prima cosa le circostanze dell'incidente erano alquanto dubbie, in secondo luogo l'uomo aveva molti nemici tra le autorità politiche russe.
La mattina del 24 marzo 1946 Alexandre Alekhine, detentore del titolo di campione del mondo di scacchi, venne trovato privo di vita nella sua stanza d'albergo, a Estoril. L'esame autoptico certificò che il decesso era avvenuto per asfissia, e che questa era stata provocata da un pezzo di carne conficcatosi nella laringe, escludendo qualsiasi altra ipotesi. La stampa portoghese pubblicò la versione ufficiale, e il caso fu rapidamente archiviato. Da allora, però, sulle cause di quella morte si sono moltiplicati sospetti e illazioni. Qualcuno ha insinuato che le foto del cadavere facevano pensare a una messinscena; qualcun altro si è chiesto come mai Alekhine stesse cenando nella sua stanza indossando un pesante cappotto, senza contare che il defunto aveva un passato di collaborazionista e che i sovietici lo giudicavano un traditore della patria. Nel 1946 il campione del mondo di scacchi Alekhine venne ritrovato morto nella sua stanza d'albergo. In seguito all'autopsia la morte fu attribuita al soffocamento accidentale dell'uomo durante la propria cena. Non tutti furono convinti da questa versione ufficiale: per prima cosa le circostanze dell'incidente erano alquanto dubbie, in secondo luogo l'uomo aveva molti nemici tra le autorità politiche russe.
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La mattina del 9 ottobre 1967 nel piccolo villaggio di La Higuera, nella Bolivia meridionale, Ernesto Che Guevara venne ucciso da una raffica di pallottole sparate da un sergente boliviano. Il "Che", cittadino della grande patria sudamericana, era già una grande leggenda che, a partire da quel giorno, divenne immensa. Il suo diario uscì nel luglio del 1968 e l'edizione italiana fu la prima al mondo. Il 9 ottobre 1967 Ernesto Che Guevara venne ucciso da una raffica di pallottole sparate da un sergente boliviano nella parte meridionale del Paese. Era già una leggenda, ma dopo la morte lo divenne ancor di più. Il suo diario uscì l'anno dopo e l'edizione italiana del libro fu la prima al mondo.
La mattina del 9 ottobre 1967 nel piccolo villaggio di La Higuera, nella Bolivia meridionale, Ernesto Che Guevara venne ucciso da una raffica di pallottole sparate da un sergente boliviano. Il "Che", cittadino della grande patria sudamericana, era già una grande leggenda che, a partire da quel giorno, divenne immensa. Il suo diario uscì nel luglio del 1968 e l'edizione italiana fu la prima al mondo. Il 9 ottobre 1967 Ernesto Che Guevara venne ucciso da una raffica di pallottole sparate da un sergente boliviano nella parte meridionale del Paese. Era già una leggenda, ma dopo la morte lo divenne ancor di più. Il suo diario uscì l'anno dopo e l'edizione italiana del libro fu la prima al mondo.
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La medicina contemporanea, insieme ai suoi successi, ha determinato una perdita della visione olistica della fisiologia umana, patrimonio invece delle medicine tradizionali. Nel rapporto specialistico con la salute, la diagnostica e la cura puntano alla soppressione dei sintomi trascurando le cause dei malesseri. Il problema dell'origine rimane irrisolto e rinviato in cambio di un temporaneo apparente benessere. La medicina contemporanea, al contrario delle medicine tradizionali, non prende in considerazione il corpo nella sua interezza. Diagnostica e cure specializzate puntano all'eliminazione dei sintomi, trascurandone le cause, che rimangono irrisolte e sono barattate con un temporaneo benessere, solo apparente.
La medicina contemporanea, insieme ai suoi successi, ha determinato una perdita della visione olistica della fisiologia umana, patrimonio invece delle medicine tradizionali. Nel rapporto specialistico con la salute, la diagnostica e la cura puntano alla soppressione dei sintomi trascurando le cause dei malesseri. Il problema dell'origine rimane irrisolto e rinviato in cambio di un temporaneo apparente benessere. La medicina contemporanea, al contrario delle medicine tradizionali, non prende in considerazione il corpo nella sua interezza. Diagnostica e cure specializzate puntano all'eliminazione dei sintomi, trascurandone le cause, che rimangono irrisolte e sono barattate con un temporaneo benessere, solo apparente.
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La metà dei ragazzini che utilizzano i siti di social network ha visto immagini che ritraevano loro amici con sostanze stupefacenti o sigarette e molti di loro al momento della visione erano tredicenni, se non più giovani. Il difficile quanto cruciale compito di guida dei genitori è ancora una volta enfatizzato dallo studio, dal quale emerge che è fondamentale che madre e padre facciano fronte compatto nei messaggi da dare ai figli, evitando pareri discordi di fronte alla prole. Il consiglio a mamma e papà è dunque di vigilare continuamente sui figli quando sono ancora in tenera età, a costo di essere invadenti e poco rispettosi della privacy. I genitori hanno il compito fondamentale di fare fronte compatto nei messaggi da dare ai figli fin dalla tenera età e di vigilare sull'utilizzo dei social network da parte dei figli, poiché molti di loro vedono immagini negative per la loro formazione.
La metà dei ragazzini che utilizzano i siti di social network ha visto immagini che ritraevano loro amici con sostanze stupefacenti o sigarette e molti di loro al momento della visione erano tredicenni, se non più giovani. Il difficile quanto cruciale compito di guida dei genitori è ancora una volta enfatizzato dallo studio, dal quale emerge che è fondamentale che madre e padre facciano fronte compatto nei messaggi da dare ai figli, evitando pareri discordi di fronte alla prole. Il consiglio a mamma e papà è dunque di vigilare continuamente sui figli quando sono ancora in tenera età, a costo di essere invadenti e poco rispettosi della privacy. I genitori hanno il compito fondamentale di fare fronte compatto nei messaggi da dare ai figli fin dalla tenera età e di vigilare sull'utilizzo dei social network da parte dei figli, poiché molti di loro vedono immagini negative per la loro formazione.
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La mitica figura dell'unicorno risale all'antichità, ed è conosciuta praticamente in tutto il mondo. La certezza della sua esistenza si è peraltro perpetuata nel tempo, rimanendo viva sino all'Ottocento. Le prime testimonianze dell'esistenza di questo animale risalgono allo storico greco Ctesia, originario di Cnido e vissuto tra il V e il IV secolo a.C., che nei suoi scritti sull'India racconta dell'esistenza in questo paese di un animale selvatico simile al cavallo, con un corno sulla fronte dalle straordinarie proprietà terapeutiche. Probabilmente si trattava del rinoceronte indiano, ma questa strana e misteriosa figura si insinua subito nell'immaginario collettivo assumendo le fattezza dell'unicorno. La religione cristiana ne fa un simbolo di purezza e castità e la sua effigie finisce per comparire nei bestiari medievali che ricordano le leggendarie qualità dell'animale, a cominciare dal potere del suo corno di scoprire e neutralizzare i veleni. L'unicorno viene quindi descritto come un essere piuttosto selvatico e ribelle, impossibile da catturare se non grazie a uno stratagemma. Secondo la tradizione l'animale può essere avvicinato solo da una vergine. I cacciatori allora lasciano una fanciulla sola in mezzo alla radura e si nascondono nei dintorni. L'animale scorge la ragazza, le si avvicina, e non appena si adagia sul suo grembo, addormentandosi, viene immediatamente catturato. Dall'antichità fino all'Ottocento si è creduto all'esistenza dell'unicorno, le cui prime testimonianze risalgono a Ctesia di Cnido, storico greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C. Ctesia narrava di un animale simile al cavallo che recava in fronte un corno dalle magnifiche proprietà terapeutiche: da questa descrizione prende forma l'unicorno. Nell'immaginario cristiano l'unicorno diventa simbolo di purezza e castità, si credeva inoltre che il suo corno avesse il potere di scoprire e rendere innocui i veleni. Questo leggendario animale era considerato di temperamento selvatico e, secondo la tradizione, poteva essere catturato solo grazie a una vergine, l'unica in grado di avvicinarlo.
La mitica figura dell'unicorno risale all'antichità, ed è conosciuta praticamente in tutto il mondo. La certezza della sua esistenza si è peraltro perpetuata nel tempo, rimanendo viva sino all'Ottocento. Le prime testimonianze dell'esistenza di questo animale risalgono allo storico greco Ctesia, originario di Cnido e vissuto tra il V e il IV secolo a.C., che nei suoi scritti sull'India racconta dell'esistenza in questo paese di un animale selvatico simile al cavallo, con un corno sulla fronte dalle straordinarie proprietà terapeutiche. Probabilmente si trattava del rinoceronte indiano, ma questa strana e misteriosa figura si insinua subito nell'immaginario collettivo assumendo le fattezza dell'unicorno. La religione cristiana ne fa un simbolo di purezza e castità e la sua effigie finisce per comparire nei bestiari medievali che ricordano le leggendarie qualità dell'animale, a cominciare dal potere del suo corno di scoprire e neutralizzare i veleni. L'unicorno viene quindi descritto come un essere piuttosto selvatico e ribelle, impossibile da catturare se non grazie a uno stratagemma. Secondo la tradizione l'animale può essere avvicinato solo da una vergine. I cacciatori allora lasciano una fanciulla sola in mezzo alla radura e si nascondono nei dintorni. L'animale scorge la ragazza, le si avvicina, e non appena si adagia sul suo grembo, addormentandosi, viene immediatamente catturato. Dall'antichità fino all'Ottocento si è creduto all'esistenza dell'unicorno, le cui prime testimonianze risalgono a Ctesia di Cnido, storico greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C. Ctesia narrava di un animale simile al cavallo che recava in fronte un corno dalle magnifiche proprietà terapeutiche: da questa descrizione prende forma l'unicorno. Nell'immaginario cristiano l'unicorno diventa simbolo di purezza e castità, si credeva inoltre che il suo corno avesse il potere di scoprire e rendere innocui i veleni. Questo leggendario animale era considerato di temperamento selvatico e, secondo la tradizione, poteva essere catturato solo grazie a una vergine, l'unica in grado di avvicinarlo.
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La mitragliatrice era l'arma caratteristica delle guerre coloniali. Essa fu usata in tutto il mondo per educare gli indigeni recalcitranti. Il culmine fu raggiunto con la battaglia di Omdurman del 1898. In quell'occasione gli inglesi persero solo 48 uomini, mentre sul campo rimasero più di 10.000 sudanesi, massacrati dalle mitragliatrici e dai fucili automatici britannici. Per incivilire gli indigeni, nelle guerre coloniali di tutto il mondo vennero usate le mitragliatrici. L'esempio più eclatante è quello della battaglia di Omdurman del 1898, in cui con mitragliatrici e fucili automatici vennero ammazzati più di 10.000 sudanesi, contro i solo 48 morti britannici.
La mitragliatrice era l'arma caratteristica delle guerre coloniali. Essa fu usata in tutto il mondo per educare gli indigeni recalcitranti. Il culmine fu raggiunto con la battaglia di Omdurman del 1898. In quell'occasione gli inglesi persero solo 48 uomini, mentre sul campo rimasero più di 10.000 sudanesi, massacrati dalle mitragliatrici e dai fucili automatici britannici. Per incivilire gli indigeni, nelle guerre coloniali di tutto il mondo vennero usate le mitragliatrici. L'esempio più eclatante è quello della battaglia di Omdurman del 1898, in cui con mitragliatrici e fucili automatici vennero ammazzati più di 10.000 sudanesi, contro i solo 48 morti britannici.
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La monumentale Karl-Marx-Allee, che si diparte da Alexanderplatz, è uno dei lasciti più imponenti di quella che era Berlino Est. Fu il primo viale socialista della DDR e motivo di grande orgoglio nazionale. Vi si trovavano appartamenti moderni per migliaia di persone e serviva anche da sfondo alle imponenti parate militari del regime. Fino ai primi anni Settanta era anche considerata la "Ku'damm dell'Est", in quanto fiancheggiata da negozi, caffè e ristoranti. Il recente restauro ha rivitalizzato questa arteria, oggi posta sotto tutela architettonica. L'imponente Karl- Marx-Allee, arteria che si diparte da Alexanderplatz, è una delle più monumentali eredità di Berlino Est. La Repubblica Democratica Tedesca la costruì come primo viale socialista, dove si trovavano moderni appartamenti e si svolgevano le parate militari. Fino agli inizi degli anni '70 era chiamata "Ku'damm dell'Est"; oggi, dopo un recente restauro, gode di tutela architettonica e di nuova vita.
La monumentale Karl-Marx-Allee, che si diparte da Alexanderplatz, è uno dei lasciti più imponenti di quella che era Berlino Est. Fu il primo viale socialista della DDR e motivo di grande orgoglio nazionale. Vi si trovavano appartamenti moderni per migliaia di persone e serviva anche da sfondo alle imponenti parate militari del regime. Fino ai primi anni Settanta era anche considerata la "Ku'damm dell'Est", in quanto fiancheggiata da negozi, caffè e ristoranti. Il recente restauro ha rivitalizzato questa arteria, oggi posta sotto tutela architettonica. L'imponente Karl- Marx-Allee, arteria che si diparte da Alexanderplatz, è una delle più monumentali eredità di Berlino Est. La Repubblica Democratica Tedesca la costruì come primo viale socialista, dove si trovavano moderni appartamenti e si svolgevano le parate militari. Fino agli inizi degli anni '70 era chiamata "Ku'damm dell'Est"; oggi, dopo un recente restauro, gode di tutela architettonica e di nuova vita.
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La Morgan Library è un complesso realizzato tra il 1850 e il 1906 dal magnate dell'acciaio Pierpont Morgan al fine di custodire una delle più ricche e preziose biblioteche del mondo. L'intervento di Renzo Piano prevede un cuore in acciaio di cinque piani collocato nel sottosuolo roccioso, per conservare e proteggere le rarità dell'istituto. A questa cassaforte inserita nelle viscere di Manhattan corrispondono, fuori terra, tre nuovi involucri in vetro, impostati intorno a una piazza coperta di collegamento tra gli edifici esistenti. Una cassaforte d'acciaio di cinque piani nel sottosuolo e, in superficie, tre nuove costruzioni di vetro, disposte intorno a una piazza coperta che collega tra loro gli edifici esistenti: ecco il nucleo del progetto di Renzo Piano per la Morgan Library, realizzata a Manhattan nella seconda metà del XIX secolo dall'omonimo magnate dell'acciaio per conservare una delle più preziose biblioteche del mondo.
La Morgan Library è un complesso realizzato tra il 1850 e il 1906 dal magnate dell'acciaio Pierpont Morgan al fine di custodire una delle più ricche e preziose biblioteche del mondo. L'intervento di Renzo Piano prevede un cuore in acciaio di cinque piani collocato nel sottosuolo roccioso, per conservare e proteggere le rarità dell'istituto. A questa cassaforte inserita nelle viscere di Manhattan corrispondono, fuori terra, tre nuovi involucri in vetro, impostati intorno a una piazza coperta di collegamento tra gli edifici esistenti. Una cassaforte d'acciaio di cinque piani nel sottosuolo e, in superficie, tre nuove costruzioni di vetro, disposte intorno a una piazza coperta che collega tra loro gli edifici esistenti: ecco il nucleo del progetto di Renzo Piano per la Morgan Library, realizzata a Manhattan nella seconda metà del XIX secolo dall'omonimo magnate dell'acciaio per conservare una delle più preziose biblioteche del mondo.
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La morte prematura impedì al piemontese Beppe Fenoglio (1922-1963) di sviluppare compiutamente la sua ricerca narrativa e stilistica, basata su esperienze autobiografiche e apprezzata da Vittoriani e Calvino. I racconti e i romanzi pubblicati in vita rinviano al paesaggio delle Langhe, nella doppia prospettiva della guerra partigiana (I ventitre giorni della città di Alba, 1952) e della miseria contadina (La malora, 1954). La guerra partigiana e le misere condizioni dei contadini sono i due temi, sullo sfondo delle Langhe, che Beppe Fenoglio sviluppò nella sua opera narrativa, apprezzata da Vittorini e Calvino, ma interrotta dalla morte precoce del suo autore.
La morte prematura impedì al piemontese Beppe Fenoglio (1922-1963) di sviluppare compiutamente la sua ricerca narrativa e stilistica, basata su esperienze autobiografiche e apprezzata da Vittoriani e Calvino. I racconti e i romanzi pubblicati in vita rinviano al paesaggio delle Langhe, nella doppia prospettiva della guerra partigiana (I ventitre giorni della città di Alba, 1952) e della miseria contadina (La malora, 1954). La guerra partigiana e le misere condizioni dei contadini sono i due temi, sullo sfondo delle Langhe, che Beppe Fenoglio sviluppò nella sua opera narrativa, apprezzata da Vittorini e Calvino, ma interrotta dalla morte precoce del suo autore.
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La Museologia è una disciplina che, assieme alla museografia, si occupa di musei. Il significato e il ruolo che si tende a attribuire a l'uno o a l'altro termine cambia con il variare del contesto e non è uniforme. La museologia è una disciplina giovane: è nata nel 1955, distaccandosi dalla già strutturata museografia settecentesca. Le due discipline si rivolgono allo studio del museo da due differenti angolazioni: mentre la museografia è l'insieme di tecniche e pratiche concernenti il funzionamento del museo, la museologia è lo studio del museo nelle sue funzioni essenziali: conservativa, scientifica, didattica. Per quanto riguarda l'Italia, la museologia si occupa del museo in quanto tale. Dunque oggetto della museologia sono la storia dei musei, gli aspetti conservativi e quelli afferenti al patrimonio. La museologia e la museografia sono due discipline che si occupano dello studio del museo sotto due aspetti di vista differenti, l'una occupandosi delle funzioni essenziali del museo e l'altra degli aspetti più tecnici relativi al suo funzionamento.
La Museologia è una disciplina che, assieme alla museografia, si occupa di musei. Il significato e il ruolo che si tende a attribuire a l'uno o a l'altro termine cambia con il variare del contesto e non è uniforme. La museologia è una disciplina giovane: è nata nel 1955, distaccandosi dalla già strutturata museografia settecentesca. Le due discipline si rivolgono allo studio del museo da due differenti angolazioni: mentre la museografia è l'insieme di tecniche e pratiche concernenti il funzionamento del museo, la museologia è lo studio del museo nelle sue funzioni essenziali: conservativa, scientifica, didattica. Per quanto riguarda l'Italia, la museologia si occupa del museo in quanto tale. Dunque oggetto della museologia sono la storia dei musei, gli aspetti conservativi e quelli afferenti al patrimonio. La museologia e la museografia sono due discipline che si occupano dello studio del museo sotto due aspetti di vista differenti, l'una occupandosi delle funzioni essenziali del museo e l'altra degli aspetti più tecnici relativi al suo funzionamento.
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La netta distinzione tra mente e corpo che caratterizza la metafisica dualista di Cartesio rendeva il tema delle emozioni molto delicato. I sentimenti, sia quelli "travolgenti" come l'amore e il terrore, sia quelli più sottili come la nostalgia, non offrono forse l'evidenza di uno stretto collegamento tra la dimensione spirituale e quella fisica? Alla confutazione di questa obiezione il filosofo dedicò uno specifico saggio: "Le passioni dell'anima". "Le passioni dell'anima" è un testo in cui Cartesio controbatte all'obiezione secondo cui non è possibile che mente e corpo siano totalmente distinti, com'è evidente quando si provano alcuni sentimenti, come l'amore, il terrore e la nostalgia. La metafisica dualista del filosofo, infatti, teorizzava la netta separazione tra dimensione spirituale e fisica.
La netta distinzione tra mente e corpo che caratterizza la metafisica dualista di Cartesio rendeva il tema delle emozioni molto delicato. I sentimenti, sia quelli "travolgenti" come l'amore e il terrore, sia quelli più sottili come la nostalgia, non offrono forse l'evidenza di uno stretto collegamento tra la dimensione spirituale e quella fisica? Alla confutazione di questa obiezione il filosofo dedicò uno specifico saggio: "Le passioni dell'anima". "Le passioni dell'anima" è un testo in cui Cartesio controbatte all'obiezione secondo cui non è possibile che mente e corpo siano totalmente distinti, com'è evidente quando si provano alcuni sentimenti, come l'amore, il terrore e la nostalgia. La metafisica dualista del filosofo, infatti, teorizzava la netta separazione tra dimensione spirituale e fisica.
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La Norvegia sfida freddo, neve e lunghe notti invernali puntando sulle due ruote e lanciando - prima al mondo - le autostrade per biciclette. Oslo investirà 8 miliardi di corone (quasi un miliardo di euro), per costruire una ragnatela di larghissime piste ciclabili a due corsie che collegheranno i centri di nove città con i paesi dell'hinterland. L'obiettivo è doppio: garantire la massima sicurezza ai pendolari che vogliono recarsi a lavorare su due ruote e consentire loro di farlo nel modo più rapido possibile. La capitale norvegese ha deciso di investire quasi un miliardo di euro nella costruzione di una rete di ampie piste ciclabili che colleghino i centri di nove città con le loro periferie. È la prima volta che una Nazione decide di fare questo tipo di investimento. Lo scopo è agevolare chi vuole utilizzare le due ruote per recarsi al lavoro, consentendogli di farlo nel modo più rapido e sicuro possibile.
La Norvegia sfida freddo, neve e lunghe notti invernali puntando sulle due ruote e lanciando - prima al mondo - le autostrade per biciclette. Oslo investirà 8 miliardi di corone (quasi un miliardo di euro), per costruire una ragnatela di larghissime piste ciclabili a due corsie che collegheranno i centri di nove città con i paesi dell'hinterland. L'obiettivo è doppio: garantire la massima sicurezza ai pendolari che vogliono recarsi a lavorare su due ruote e consentire loro di farlo nel modo più rapido possibile. La capitale norvegese ha deciso di investire quasi un miliardo di euro nella costruzione di una rete di ampie piste ciclabili che colleghino i centri di nove città con le loro periferie. È la prima volta che una Nazione decide di fare questo tipo di investimento. Lo scopo è agevolare chi vuole utilizzare le due ruote per recarsi al lavoro, consentendogli di farlo nel modo più rapido e sicuro possibile.
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La nostra Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e come singolo e come partecipe alle formazioni sociali nelle quali si svolge la sua personalità. Il riconoscimento e la garanzia costituzionale vanno, dunque, ai diritti inviolabili che l'individuo può far valere sia nei confronti dei poteri pubblici e privati, a lui estranei, sia nei confronti di formazioni sociali nelle quali egli svolga la sua personalità. I diritti inviolabili dell'uomo sono riconosciuti e garantiti dalla Costituzione italiana sia con riguardo alla singola persona, sia con riguardo alle formazioni sociali nelle quali essa è inserita. La persona può dunque pretendere il rispetto di questi diritti non solo da parte di ogni potere pubblico o privato, ma anche di quelle stesse formazioni sociali di cui è parte.
La nostra Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e come singolo e come partecipe alle formazioni sociali nelle quali si svolge la sua personalità. Il riconoscimento e la garanzia costituzionale vanno, dunque, ai diritti inviolabili che l'individuo può far valere sia nei confronti dei poteri pubblici e privati, a lui estranei, sia nei confronti di formazioni sociali nelle quali egli svolga la sua personalità. I diritti inviolabili dell'uomo sono riconosciuti e garantiti dalla Costituzione italiana sia con riguardo alla singola persona, sia con riguardo alle formazioni sociali nelle quali essa è inserita. La persona può dunque pretendere il rispetto di questi diritti non solo da parte di ogni potere pubblico o privato, ma anche di quelle stesse formazioni sociali di cui è parte.
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La notizia di oggi è che troppe radiografie ai denti moltiplicano il rischio di cancro al cervello. L'informazione appare sulla rivista "Cancer": ricercatori americani invitano a utilizzare i raggi X con cautela. Il pericolo di ammalarsi di meningioma, la forma più comune di tumore cerebrale primario negli Stati Uniti, responsabile di un terzo di tutti i casi, è particolarmente alto per chi in passato è stato sottoposto a un gran numero di radiografie ai denti, una o più all'anno. E aumenta ulteriormente, fino a quintuplicare, se il "bombardamento" è stato subito da bambini. Secondo la rivista "Cancer", troppe radiografie ai denti fanno aumentare il rischio di cancro al cervello. Alcuni ricercatori americani invitano infatti a fare un uso limitato dei raggi X, poiché il rischio di meningioma, il tumore cerebrale primario più diffuso negli Stati Uniti, è elevatissimo se si è stati sottoposti a molte radiografie ai denti, ancora di più se il "bombardamento" di raggi è avvenuto durante l'infanzia.
La notizia di oggi è che troppe radiografie ai denti moltiplicano il rischio di cancro al cervello. L'informazione appare sulla rivista "Cancer": ricercatori americani invitano a utilizzare i raggi X con cautela. Il pericolo di ammalarsi di meningioma, la forma più comune di tumore cerebrale primario negli Stati Uniti, responsabile di un terzo di tutti i casi, è particolarmente alto per chi in passato è stato sottoposto a un gran numero di radiografie ai denti, una o più all'anno. E aumenta ulteriormente, fino a quintuplicare, se il "bombardamento" è stato subito da bambini. Secondo la rivista "Cancer", troppe radiografie ai denti fanno aumentare il rischio di cancro al cervello. Alcuni ricercatori americani invitano infatti a fare un uso limitato dei raggi X, poiché il rischio di meningioma, il tumore cerebrale primario più diffuso negli Stati Uniti, è elevatissimo se si è stati sottoposti a molte radiografie ai denti, ancora di più se il "bombardamento" di raggi è avvenuto durante l'infanzia.
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La nuova legge ha introdotto delle norme finalizzate a ridurre il rischio di utilizzo abusivo dell'istituto dell'associazione in partecipazione. La riforma prevede, infatti, che il rapporto di associazione in partecipazione con apporto di lavoro da parte degli associati sia da considerarsi un rapporto di lavoro subordinato quando il numero degli associati in una medesima attività lavorativa sia in numero superiore a tre, indipendentemente dal numero degli associanti, con l'unica eccezione nel caso in cui gli associati siano legati da particolari vincoli con l'associante come coniuge, parente entro il terzo grado o affine entro il secondo. La riforma ha lo scopo di combattere l'abusivismo legato all'uso dell'associazione in partecipazione. In particolare stabilisce che, nel caso vi sia un rapporto di lavoro da parte di più di tre associati, questo sia definibile come subordinato, a meno che non si tratti di coniugi, parenti fino al terzo grado o affini fino al secondo.
La nuova legge ha introdotto delle norme finalizzate a ridurre il rischio di utilizzo abusivo dell'istituto dell'associazione in partecipazione. La riforma prevede, infatti, che il rapporto di associazione in partecipazione con apporto di lavoro da parte degli associati sia da considerarsi un rapporto di lavoro subordinato quando il numero degli associati in una medesima attività lavorativa sia in numero superiore a tre, indipendentemente dal numero degli associanti, con l'unica eccezione nel caso in cui gli associati siano legati da particolari vincoli con l'associante come coniuge, parente entro il terzo grado o affine entro il secondo. La riforma ha lo scopo di combattere l'abusivismo legato all'uso dell'associazione in partecipazione. In particolare stabilisce che, nel caso vi sia un rapporto di lavoro da parte di più di tre associati, questo sia definibile come subordinato, a meno che non si tratti di coniugi, parenti fino al terzo grado o affini fino al secondo.
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La nuova opera di Marie Chouinard è ispirata alle visioni surreali di Hieronymus Bosch nel 500° anno dalla morte. La coreografa quebecchese reinterpreta in tre atti il grande racconto allegorico del trittico più famoso e ambizioso "Il giardino delle delizie", visibile al Museo del Prado di Madrid e costituito da una tavola centrale e da due pannelli laterali. Il mondo prima della creazione degli animali, la nascita di Eva, ovvero il primo peccato; la raffigurazione del giardino delle delizie, cioè dei peccati carnali e il castigo dell'Inferno, raffigurato come un incubo mostruoso. Un'opera pittorica dalla forte carica erotica che Chouinard sceglie per far vivere attraverso i movimenti dei suoi danzatori l'umanità e le sensazioni che emergono dal dipinto. La coreografa quebecchese Marie Chouinard porta in scena un'opera ispirata al "Giardino delle delizie" di Hieronymus Bosch a 500 anni dalla morte del pittore. Il dipinto, conservato al Prado di Madrid, consta di tre tavole che raffigurano il mondo prima della creazione degli animali, la nascita di Eva e il primo peccato, il giardino delle delizie (i peccati carnali) e il castigo dell'Inferno. La coreografia punta, sfruttando la carica erotica del dipinto, a trasmettere l'umanità e le sensazioni suscitate dalla visione dell'opera.
La nuova opera di Marie Chouinard è ispirata alle visioni surreali di Hieronymus Bosch nel 500° anno dalla morte. La coreografa quebecchese reinterpreta in tre atti il grande racconto allegorico del trittico più famoso e ambizioso "Il giardino delle delizie", visibile al Museo del Prado di Madrid e costituito da una tavola centrale e da due pannelli laterali. Il mondo prima della creazione degli animali, la nascita di Eva, ovvero il primo peccato; la raffigurazione del giardino delle delizie, cioè dei peccati carnali e il castigo dell'Inferno, raffigurato come un incubo mostruoso. Un'opera pittorica dalla forte carica erotica che Chouinard sceglie per far vivere attraverso i movimenti dei suoi danzatori l'umanità e le sensazioni che emergono dal dipinto. La coreografa quebecchese Marie Chouinard porta in scena un'opera ispirata al "Giardino delle delizie" di Hieronymus Bosch a 500 anni dalla morte del pittore. Il dipinto, conservato al Prado di Madrid, consta di tre tavole che raffigurano il mondo prima della creazione degli animali, la nascita di Eva e il primo peccato, il giardino delle delizie (i peccati carnali) e il castigo dell'Inferno. La coreografia punta, sfruttando la carica erotica del dipinto, a trasmettere l'umanità e le sensazioni suscitate dalla visione dell'opera.
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La nuova versione di "Nel nome del padre" - che accompagnerà il suo autore Marco Bellocchio alla consegna del Leone d'Oro alla Carriera, il 9 settembre - subito dopo la Mostra del cinema di Venezia sarà distribuita da Cinecittà Luce in forma di evento, in un tour nelle principali sale cinematografiche italiane. Non si tratta di un restauro, ma di una nuova opera, un singolare "director's cut" che, per la prima volta, dura meno dell'originale del 1971: 90 minuti anziché 105. Una nuova versione di "Nel nome del padre" uscirà nelle sale cinematografiche italiane. Cinecittà Luce distribuirà il film di Marco Bellocchio dopo la sua premiazione con il Leone d'Oro alla Carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, il 9 settembre. Il "director's cut" del film durerà meno dell'originale: 90 minuti contro i 105 del 1971.
La nuova versione di "Nel nome del padre" - che accompagnerà il suo autore Marco Bellocchio alla consegna del Leone d'Oro alla Carriera, il 9 settembre - subito dopo la Mostra del cinema di Venezia sarà distribuita da Cinecittà Luce in forma di evento, in un tour nelle principali sale cinematografiche italiane. Non si tratta di un restauro, ma di una nuova opera, un singolare "director's cut" che, per la prima volta, dura meno dell'originale del 1971: 90 minuti anziché 105. Una nuova versione di "Nel nome del padre" uscirà nelle sale cinematografiche italiane. Cinecittà Luce distribuirà il film di Marco Bellocchio dopo la sua premiazione con il Leone d'Oro alla Carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, il 9 settembre. Il "director's cut" del film durerà meno dell'originale: 90 minuti contro i 105 del 1971.
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La parola "Bon-sai" (spesso pronunciata erroneamente bonzai o banzai) è un termine giapponese che, tradotto letteralmente, significa "piantato in un vaso". Questa forma d'arte deriva da un'antica pratica orticola cinese, parte della quale è stata poi rivista sotto l'influenza del buddismo zen giapponese. Viene praticata da più di mille anni. L'obiettivo finale della coltivazione di un Bonsai è quello di creare una rappresentazione miniaturizzata, ma realistica della natura nella forma di un albero. I Bonsai non sono piante geneticamente nane, infatti, tutte le specie di alberi possono essere utilizzate per la coltivazione. L'arte del "Bon-sai" (termine giapponese il cui significato è "piantato in un vaso") si prefigge di ricreare in miniatura una rappresentazione realistica della natura utilizzando la forma di un albero. Le piante di Bonsai non sono quindi geneticamente nane ma, in condizioni normali, utilizzabili per la coltivazione.
La parola "Bon-sai" (spesso pronunciata erroneamente bonzai o banzai) è un termine giapponese che, tradotto letteralmente, significa "piantato in un vaso". Questa forma d'arte deriva da un'antica pratica orticola cinese, parte della quale è stata poi rivista sotto l'influenza del buddismo zen giapponese. Viene praticata da più di mille anni. L'obiettivo finale della coltivazione di un Bonsai è quello di creare una rappresentazione miniaturizzata, ma realistica della natura nella forma di un albero. I Bonsai non sono piante geneticamente nane, infatti, tutte le specie di alberi possono essere utilizzate per la coltivazione. L'arte del "Bon-sai" (termine giapponese il cui significato è "piantato in un vaso") si prefigge di ricreare in miniatura una rappresentazione realistica della natura utilizzando la forma di un albero. Le piante di Bonsai non sono quindi geneticamente nane ma, in condizioni normali, utilizzabili per la coltivazione.
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La parola "doping" è un prestito inglese tipico del linguaggio sportivo. Il doping è la somministrazione illecita di sostanze eccitanti estranee all'organismo oppure di sostanze fisiologiche fatte assumere in quantità anomale. Con l'uso delle sostanze dopanti gli atleti intendono migliorare le loro prestazioni. Per migliorare la loro performance, gli atleti assumono alcune sostanze secondo una pratica illegale nota con il termine inglese "doping". Le sostanze assunte possono anche essere fisiologiche, ma assunte in quantità anomale.
La parola "doping" è un prestito inglese tipico del linguaggio sportivo. Il doping è la somministrazione illecita di sostanze eccitanti estranee all'organismo oppure di sostanze fisiologiche fatte assumere in quantità anomale. Con l'uso delle sostanze dopanti gli atleti intendono migliorare le loro prestazioni. Per migliorare la loro performance, gli atleti assumono alcune sostanze secondo una pratica illegale nota con il termine inglese "doping". Le sostanze assunte possono anche essere fisiologiche, ma assunte in quantità anomale.
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La percezione dei nostri schemi culturali non è ostacolata solo dalla difficoltà a riconoscere ciò che per noi è consueto, abituale, ovvio, ma è addirittura bloccata da una sorta di "autocensura" che è l'etnocentrismo: il voler credere che ciò che ci caratterizza è migliore di ciò che caratterizza gli altri. Questo etnocentrismo talvolta ci impedisce di mettere in luce ciò che ci dispiace della cultura alla quale siamo legati anche affettivamente. Dobbiamo sempre tener presente che quello che per noi è ovvio non è tale in comunità diverse. L'etnocentrismo è una specie di "autocensura" che agisce ostacolando la percezione dei nostri schemi culturali e ci fa credere che le nostre caratteristiche siano migliori di quelle degli altri, impedendoci di vedere ciò che non ci piace della cultura alla quale siamo legati affettivamente. Occorre invece ricordare che ciò che è ovvio per noi non sempre lo è in altre comunità.
La percezione dei nostri schemi culturali non è ostacolata solo dalla difficoltà a riconoscere ciò che per noi è consueto, abituale, ovvio, ma è addirittura bloccata da una sorta di "autocensura" che è l'etnocentrismo: il voler credere che ciò che ci caratterizza è migliore di ciò che caratterizza gli altri. Questo etnocentrismo talvolta ci impedisce di mettere in luce ciò che ci dispiace della cultura alla quale siamo legati anche affettivamente. Dobbiamo sempre tener presente che quello che per noi è ovvio non è tale in comunità diverse. L'etnocentrismo è una specie di "autocensura" che agisce ostacolando la percezione dei nostri schemi culturali e ci fa credere che le nostre caratteristiche siano migliori di quelle degli altri, impedendoci di vedere ciò che non ci piace della cultura alla quale siamo legati affettivamente. Occorre invece ricordare che ciò che è ovvio per noi non sempre lo è in altre comunità.
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La perdita di valore del lavoro in Occidente è cominciata negli anni `80, ma le cause del fenomeno avevano le loro radici già nel decennio precedente, quando tecnologie, organizzazione della produzione e del commercio e mutamenti politici avevano cominciato a intrecciarsi inestricabilmente per dar vita a quel fenomeno che abbiamo chiamato globalizzazione. Le origini della globalizzazione si rintracciano negli anni `70 in un insieme di fattori che comprende tecnologie, organizzazione della produzione e del commercio e mutamenti politici. Nel decennio successivo, essa è all'origine della perdita di valore del lavoro in Occidente.
La perdita di valore del lavoro in Occidente è cominciata negli anni `80, ma le cause del fenomeno avevano le loro radici già nel decennio precedente, quando tecnologie, organizzazione della produzione e del commercio e mutamenti politici avevano cominciato a intrecciarsi inestricabilmente per dar vita a quel fenomeno che abbiamo chiamato globalizzazione. Le origini della globalizzazione si rintracciano negli anni `70 in un insieme di fattori che comprende tecnologie, organizzazione della produzione e del commercio e mutamenti politici. Nel decennio successivo, essa è all'origine della perdita di valore del lavoro in Occidente.
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La pesca con i cormorani ha avuto origine sulle sponde dei fiumi giapponesi e cinesi a partire dal 960 a.C. I cormorani, essendo abili pescatori, vengono addestrati a catturare i pesci e a "risputarli" nelle ceste dei pescatori, dato che il pescatore ha legato con cura un laccio legato al collo che non permette all'uccello di ingerire i pesci più grandi. Oggi però questa pesca si è arrestata tantissimo, sopravvivendo soltanto grazie al circuito turistico con cui i pescatori riescono a fare affari. La pesca industriale è infatti una ghigliottina per tutti i metodi di pesca tradizionali. Originaria della Cina e del Giappone, l'antica tecnica della pesca con i cormorani, consistente nell'addestrare questi uccelli a catturare i pesci e a riportarli nella cesta dei pescatori, privandoli della possibilità di ingerire i pesci più grandi, è oggi messa in crisi dalla pesca industriale e la sua sopravvivenza si deve solo al turismo, per il quale essa rappresenta un'attrazione.
La pesca con i cormorani ha avuto origine sulle sponde dei fiumi giapponesi e cinesi a partire dal 960 a.C. I cormorani, essendo abili pescatori, vengono addestrati a catturare i pesci e a "risputarli" nelle ceste dei pescatori, dato che il pescatore ha legato con cura un laccio legato al collo che non permette all'uccello di ingerire i pesci più grandi. Oggi però questa pesca si è arrestata tantissimo, sopravvivendo soltanto grazie al circuito turistico con cui i pescatori riescono a fare affari. La pesca industriale è infatti una ghigliottina per tutti i metodi di pesca tradizionali. Originaria della Cina e del Giappone, l'antica tecnica della pesca con i cormorani, consistente nell'addestrare questi uccelli a catturare i pesci e a riportarli nella cesta dei pescatori, privandoli della possibilità di ingerire i pesci più grandi, è oggi messa in crisi dalla pesca industriale e la sua sopravvivenza si deve solo al turismo, per il quale essa rappresenta un'attrazione.
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La più antica manifestazione sportiva organizzata con tempi e regole precisi è rappresentata dai Giochi Olimpici dell'antica Grecia, che si basavano essenzialmente sulle specialità dell'atletica leggera: il fatto che si chiamassero "giochi" sta a indicare il prevalente aspetto ludico che ha caratterizzato la nascita delle prime manifestazioni sportive. I Giochi Olimpici dell'antica Grecia rappresentano il più antico esempio di evento sportivo organizzato. Nei primi Giochi, basati soprattutto sull'atletica leggera, l'aspetto ludico era prevalente.
La più antica manifestazione sportiva organizzata con tempi e regole precisi è rappresentata dai Giochi Olimpici dell'antica Grecia, che si basavano essenzialmente sulle specialità dell'atletica leggera: il fatto che si chiamassero "giochi" sta a indicare il prevalente aspetto ludico che ha caratterizzato la nascita delle prime manifestazioni sportive. I Giochi Olimpici dell'antica Grecia rappresentano il più antico esempio di evento sportivo organizzato. Nei primi Giochi, basati soprattutto sull'atletica leggera, l'aspetto ludico era prevalente.
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La plastica che non inquina. Sacchetti di plastica che infestano il mare? Presto potrebbe non essere più un problema, grazie a un nuovo "bio-materiale" che, immerso nell'acqua (ma non solo quella salata), si scioglie in circa 40 giorni. Questa nuova plastica, completamente biodegradabile, è rivoluzionaria per due motivi: oltre a essere "digerita" dall'ambiente, viene prodotta non a partire da sostanze commestibili (come mais o altri cereali di alcune bioplastiche concorrenti), ma dagli scarti di lavorazioni agricole. I suoi ideatori sono M. Astorri e G. Cicognani. La materia prima per ottenerla è una plastica naturale che viene accumulata da alcuni tipi di batteri che si nutrono con sughi di scarto della barbabietola da zucchero. La sostanza viene dapprima estratta ed essiccata e, dopo un opportuno trattamento, diventa un materiale resistente, flessibile e stampabile, ideale per applicazioni commerciali. Alla fine del suo ciclo diventa appetibile per altri batteri che popolano fiumi e mari e, in un arco di tempo tra i dieci e i quaranta giorni, viene decomposta e scompare. Entro il 2013 dovrebbe cominciare la produzione industriale. M. Astorri e G. Cicognani hanno ideato un bio-materiale prodotto a partire da scarti di lavorazioni agricole. La materia prima è prodotta da batteri che si nutrono con sughi di scarto della barbabietola da zucchero e, con trattamenti opportuni, se ne ricava un materiale adatto ad applicazioni commerciali perché resistente, flessibile e stampabile. Immerso nell'acqua dolce o salata la bio-plastica viene attaccata da altri batteri che, al massimo in 40 giorni, la decompongono completamente. La produzione industriale dovrebbe cominciare entro il 2013.
La plastica che non inquina. Sacchetti di plastica che infestano il mare? Presto potrebbe non essere più un problema, grazie a un nuovo "bio-materiale" che, immerso nell'acqua (ma non solo quella salata), si scioglie in circa 40 giorni. Questa nuova plastica, completamente biodegradabile, è rivoluzionaria per due motivi: oltre a essere "digerita" dall'ambiente, viene prodotta non a partire da sostanze commestibili (come mais o altri cereali di alcune bioplastiche concorrenti), ma dagli scarti di lavorazioni agricole. I suoi ideatori sono M. Astorri e G. Cicognani. La materia prima per ottenerla è una plastica naturale che viene accumulata da alcuni tipi di batteri che si nutrono con sughi di scarto della barbabietola da zucchero. La sostanza viene dapprima estratta ed essiccata e, dopo un opportuno trattamento, diventa un materiale resistente, flessibile e stampabile, ideale per applicazioni commerciali. Alla fine del suo ciclo diventa appetibile per altri batteri che popolano fiumi e mari e, in un arco di tempo tra i dieci e i quaranta giorni, viene decomposta e scompare. Entro il 2013 dovrebbe cominciare la produzione industriale. M. Astorri e G. Cicognani hanno ideato un bio-materiale prodotto a partire da scarti di lavorazioni agricole. La materia prima è prodotta da batteri che si nutrono con sughi di scarto della barbabietola da zucchero e, con trattamenti opportuni, se ne ricava un materiale adatto ad applicazioni commerciali perché resistente, flessibile e stampabile. Immerso nell'acqua dolce o salata la bio-plastica viene attaccata da altri batteri che, al massimo in 40 giorni, la decompongono completamente. La produzione industriale dovrebbe cominciare entro il 2013.
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La politica agricola comune (PAC) è storicamente la più dotata delle politiche comunitarie. Difatti in questo settore il trasferimento di competenze dagli Stati membri verso l'Unione europea è particolarmente marcato; l'Unione si fa carico di una quota preminente del finanziamento dell'agricoltura europea, anche se globalmente la percentuale delle spese agricole sul bilancio totale dell'Unione è in questi ultimi anni diminuita, a causa del forte sviluppo delle altre politiche comunitarie e della volontà politica di stabilizzare la spesa agricola. Il marcato trasferimento di competenze dagli Stati verso l'Unione testimonia che la PAC (politica agricola europea) è, storicamente, la più dotata tra le politiche europee; l'Unione finanzia in gran parte l'agricoltura europea, anche se negli ultimi anni ha diminuito gli stanziamenti verso questo settore a causa del contemporaneo sviluppo di altre politiche e della volontà di stabilizzare le spese agricole.
La politica agricola comune (PAC) è storicamente la più dotata delle politiche comunitarie. Difatti in questo settore il trasferimento di competenze dagli Stati membri verso l'Unione europea è particolarmente marcato; l'Unione si fa carico di una quota preminente del finanziamento dell'agricoltura europea, anche se globalmente la percentuale delle spese agricole sul bilancio totale dell'Unione è in questi ultimi anni diminuita, a causa del forte sviluppo delle altre politiche comunitarie e della volontà politica di stabilizzare la spesa agricola. Il marcato trasferimento di competenze dagli Stati verso l'Unione testimonia che la PAC (politica agricola europea) è, storicamente, la più dotata tra le politiche europee; l'Unione finanzia in gran parte l'agricoltura europea, anche se negli ultimi anni ha diminuito gli stanziamenti verso questo settore a causa del contemporaneo sviluppo di altre politiche e della volontà di stabilizzare le spese agricole.
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La Pop Art viene oggi considerata come una vera e propria base teorica della Street Art, anche se le differenze restano marcate. Nel primo caso infatti l'artista propone i propri lavori al proprio pubblico di riferimento. Il discorso s'inverte completamente nel caso della Street Art, in cui l'artista s'impossessa del luogo pubblico, imponendo l'atto comunicativo e artistico all'osservatore senza un'effettiva possibilità di scelta. Quest'ultima è un'espressione artistica che prende forma nelle strade, sui muri e nelle stazioni. Talvolta vengono predisposti anche degli spazi espressamente dedicati, ma spesso questa forma di manifestazione artistica si realizza attraverso atti illegali, e in effetti, ancora oggi, il confine tra quello che viene considerato vandalismo e arte, rimane una linea molto sottile. La Street art impone l'atto comunicativo anche a chi non lo vuole vedere, poiché prende forma nei luoghi pubblici. È proprio l'atteggiamento nei confronti del pubblico a decretarne una delle differenze sostanziali con la Pop art, che tuttavia può esserne considerata la base teorica. La sua tipologia di realizzazione, che talvolta avviene nell'illegalità, rende difficile distinguerla dagli atti di vandalismo.
La Pop Art viene oggi considerata come una vera e propria base teorica della Street Art, anche se le differenze restano marcate. Nel primo caso infatti l'artista propone i propri lavori al proprio pubblico di riferimento. Il discorso s'inverte completamente nel caso della Street Art, in cui l'artista s'impossessa del luogo pubblico, imponendo l'atto comunicativo e artistico all'osservatore senza un'effettiva possibilità di scelta. Quest'ultima è un'espressione artistica che prende forma nelle strade, sui muri e nelle stazioni. Talvolta vengono predisposti anche degli spazi espressamente dedicati, ma spesso questa forma di manifestazione artistica si realizza attraverso atti illegali, e in effetti, ancora oggi, il confine tra quello che viene considerato vandalismo e arte, rimane una linea molto sottile. La Street art impone l'atto comunicativo anche a chi non lo vuole vedere, poiché prende forma nei luoghi pubblici. È proprio l'atteggiamento nei confronti del pubblico a decretarne una delle differenze sostanziali con la Pop art, che tuttavia può esserne considerata la base teorica. La sua tipologia di realizzazione, che talvolta avviene nell'illegalità, rende difficile distinguerla dagli atti di vandalismo.
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La popolazione primitiva delle giraffe era varia, cioè formata da individui con il collo corto, altri con il collo medio, altri ancora con il collo lungo. Fino a quando le giraffe trovarono da brucare l'erba dei prati, queste diversità erano senza importanza, ma quando l'erba cominciò a scarseggiare si innescò una lotta per la sopravvivenza dovuta alla competizione per la ricerca di cibo. Le giraffe con il collo più lungo, capaci di raggiungere le foglie più alte degli alberi, potevano nutrirsi, quindi sopravvivere più a lungo e lasciare discendenza con quelle caratteristiche, mentre le altre specie andarono lentamente estinguendosi. Il fatto che i colli più lunghi determinavano un vantaggio in quel determinato ambiente portò, in un tempo molto lungo, all'affermazione di popolazioni di giraffe con il collo lungo, come quelle attuali. Nel corso della preistoria vivevano giraffe con differenti caratteristiche fisiche, in particolare esistevano giraffe a collo lungo, medio e corto. La sopravvivenza delle giraffe a collo lungo fu determinata da un mutamento nelle condizioni ambientali: quando l'erba da brucare cominciò a scarseggiare e ad essere disponibile solo il fogliame in cima agli alberi, questa tipologia di giraffe riuscì a nutrirsi e quindi sopravvivere e riprodursi. Ciò determinò, nel lungo periodo, l'estinzione delle altre popolazioni di giraffe.
La popolazione primitiva delle giraffe era varia, cioè formata da individui con il collo corto, altri con il collo medio, altri ancora con il collo lungo. Fino a quando le giraffe trovarono da brucare l'erba dei prati, queste diversità erano senza importanza, ma quando l'erba cominciò a scarseggiare si innescò una lotta per la sopravvivenza dovuta alla competizione per la ricerca di cibo. Le giraffe con il collo più lungo, capaci di raggiungere le foglie più alte degli alberi, potevano nutrirsi, quindi sopravvivere più a lungo e lasciare discendenza con quelle caratteristiche, mentre le altre specie andarono lentamente estinguendosi. Il fatto che i colli più lunghi determinavano un vantaggio in quel determinato ambiente portò, in un tempo molto lungo, all'affermazione di popolazioni di giraffe con il collo lungo, come quelle attuali. Nel corso della preistoria vivevano giraffe con differenti caratteristiche fisiche, in particolare esistevano giraffe a collo lungo, medio e corto. La sopravvivenza delle giraffe a collo lungo fu determinata da un mutamento nelle condizioni ambientali: quando l'erba da brucare cominciò a scarseggiare e ad essere disponibile solo il fogliame in cima agli alberi, questa tipologia di giraffe riuscì a nutrirsi e quindi sopravvivere e riprodursi. Ciò determinò, nel lungo periodo, l'estinzione delle altre popolazioni di giraffe.
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La posizione storica dell'Angelico è stata davvero controversa, si è parlato di un "ultimo pittore mistico", o invece di primo e acuto erede di Masaccio. Ma la completa opposizione di pareri non dovrà tanto sorprendere, quanto avvertire di una difficoltà, diciamo pure anche sottilità, dei problemi posti da questo candido frate. Gli errori della critica non possono essere mai madornali. La critica ha sperimentato posizioni contrapposte nell'interpretazione dell'Angelico: ultimo pittore mistico o primo erede di Masaccio? Ma ciò non deriva da un limite della critica, quanto dalla complessità dei problemi posti da questo pittore.
La posizione storica dell'Angelico è stata davvero controversa, si è parlato di un "ultimo pittore mistico", o invece di primo e acuto erede di Masaccio. Ma la completa opposizione di pareri non dovrà tanto sorprendere, quanto avvertire di una difficoltà, diciamo pure anche sottilità, dei problemi posti da questo candido frate. Gli errori della critica non possono essere mai madornali. La critica ha sperimentato posizioni contrapposte nell'interpretazione dell'Angelico: ultimo pittore mistico o primo erede di Masaccio? Ma ciò non deriva da un limite della critica, quanto dalla complessità dei problemi posti da questo pittore.
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La pratica di adoperare le identità di bambini morti ebbe inizio negli anni Sessanta presso la Metropolitan Police di Londra. Fino a pochissimo tempo fa era considerata parte integrante e legittima del mestiere di agente infiltrato. Consisteva nel prendere il nome di un bambino da una lapide o da un registro e costruirvi attorno quella che la polizia chiamava una leggenda. Gli agenti infiltrati della Metropolitan Police di Londra cominciarono negli anni Sessanta a usare le identità di bambini morti. Prendevano il nome da una lapide o da un registro e vi costruivano attorno una storia fittizia. Tutto ciò era considerato parte del lavoro di questi agenti, quindi legittimo.
La pratica di adoperare le identità di bambini morti ebbe inizio negli anni Sessanta presso la Metropolitan Police di Londra. Fino a pochissimo tempo fa era considerata parte integrante e legittima del mestiere di agente infiltrato. Consisteva nel prendere il nome di un bambino da una lapide o da un registro e costruirvi attorno quella che la polizia chiamava una leggenda. Gli agenti infiltrati della Metropolitan Police di Londra cominciarono negli anni Sessanta a usare le identità di bambini morti. Prendevano il nome da una lapide o da un registro e vi costruivano attorno una storia fittizia. Tutto ciò era considerato parte del lavoro di questi agenti, quindi legittimo.
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La presenza delle assistenti familiari ci accompagnerà ancora per lunghi anni. Lo dicono la demografia, una rete dei servizi ancora pesantemente carente, la propensione ancora diffusa verso questa soluzione. Nonostante la crisi e la perdita di potere d'acquisto delle famiglie, il lavoro privato di cura tiene. Forse più opaco, certamente più sommerso, ma tiene. Ma, lo sappiamo, badare non basta. Non basta in quanto ogni intervento puramente individuale finisce per rivelarsi incompleto, un solitario scontrarsi con infinite difficoltà. Non basta perché ci vuole competenza e cura nell'assistere un anziano non autosufficiente. Non basta perché la domanda d'aiuto riguarda anche famiglie e familiari caregiver. I limiti del lavoro privato di cura possono essere superati, occorre volerlo fare. Il lavoro privato di cura (le assistenti familiari) tiene nonostante la crisi. Inoltre demografia, servizi carenti e propensione della gente dicono che tale opzione durerà ancora per anni. Ma l'intervento individuale risulta incompleto e difficoltoso. L'assistenza dell'anziano non autosufficiente richiede competenze, e anche i familiari necessitano di aiuto. Bisogna quindi voler superare i limiti del lavoro privato di cura.
La presenza delle assistenti familiari ci accompagnerà ancora per lunghi anni. Lo dicono la demografia, una rete dei servizi ancora pesantemente carente, la propensione ancora diffusa verso questa soluzione. Nonostante la crisi e la perdita di potere d'acquisto delle famiglie, il lavoro privato di cura tiene. Forse più opaco, certamente più sommerso, ma tiene. Ma, lo sappiamo, badare non basta. Non basta in quanto ogni intervento puramente individuale finisce per rivelarsi incompleto, un solitario scontrarsi con infinite difficoltà. Non basta perché ci vuole competenza e cura nell'assistere un anziano non autosufficiente. Non basta perché la domanda d'aiuto riguarda anche famiglie e familiari caregiver. I limiti del lavoro privato di cura possono essere superati, occorre volerlo fare. Il lavoro privato di cura (le assistenti familiari) tiene nonostante la crisi. Inoltre demografia, servizi carenti e propensione della gente dicono che tale opzione durerà ancora per anni. Ma l'intervento individuale risulta incompleto e difficoltoso. L'assistenza dell'anziano non autosufficiente richiede competenze, e anche i familiari necessitano di aiuto. Bisogna quindi voler superare i limiti del lavoro privato di cura.
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La presenza sui social è ritenuta di tale importanza che molte banche hanno deciso di formare personale per la sola gestione delle attività nel mondo social. Buona parte di loro è impegnata a rispondere ai commenti lasciati sulla fan page della banca. Per questa attività, altri istituti hanno scelto di affidarsi a società esterne specializzate. In questi casi la struttura di contact center può essere coinvolta per validare alcune risposte. Le banche ormai, riconoscendone l'importanza, si confrontano con i social. Alcune scelgono di affidarne la gestione a personale interno, altre a strutture esterne.
La presenza sui social è ritenuta di tale importanza che molte banche hanno deciso di formare personale per la sola gestione delle attività nel mondo social. Buona parte di loro è impegnata a rispondere ai commenti lasciati sulla fan page della banca. Per questa attività, altri istituti hanno scelto di affidarsi a società esterne specializzate. In questi casi la struttura di contact center può essere coinvolta per validare alcune risposte. Le banche ormai, riconoscendone l'importanza, si confrontano con i social. Alcune scelgono di affidarne la gestione a personale interno, altre a strutture esterne.
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La prima apparizione di Iron Man a fumetti risale al 1963, per mano dei creatori Stan Lee e Larry Lieber. L'idea è interessante e per certi versi rivoluzionaria per quanto riguarda il mondo dei supereroi. Iron Man non è infatti altro che Antony Edward Stark (detto Tony), un ragazzo prodigio e genialoide divenuto rapidamente magnate nella creazione di armi sempre più sofisticate da fornire all'esercito americano. (...) Tony, quindi, a differenza degli altri supereroi, non ha subito modificazioni genetiche o strane contaminazioni. Non ha poteri, non può scomporre il corpo a piacimento. Iron Man, eroe dei fumetti creato da Stan Lee e Larry Lieber nel 1963, è un personaggio rivoluzionario, per certi aspetti, rispetto ad altri supereroi: infatti non ha poteri, non è il risultato di mutamenti genetici, né può smembrarsi a suo piacimento. È Tony, Antony Edward Stark, un ragazzo bizzarro e intelligente, abilissimo nel creare armi di grande precisione per l'esercito americano.
La prima apparizione di Iron Man a fumetti risale al 1963, per mano dei creatori Stan Lee e Larry Lieber. L'idea è interessante e per certi versi rivoluzionaria per quanto riguarda il mondo dei supereroi. Iron Man non è infatti altro che Antony Edward Stark (detto Tony), un ragazzo prodigio e genialoide divenuto rapidamente magnate nella creazione di armi sempre più sofisticate da fornire all'esercito americano. (...) Tony, quindi, a differenza degli altri supereroi, non ha subito modificazioni genetiche o strane contaminazioni. Non ha poteri, non può scomporre il corpo a piacimento. Iron Man, eroe dei fumetti creato da Stan Lee e Larry Lieber nel 1963, è un personaggio rivoluzionario, per certi aspetti, rispetto ad altri supereroi: infatti non ha poteri, non è il risultato di mutamenti genetici, né può smembrarsi a suo piacimento. È Tony, Antony Edward Stark, un ragazzo bizzarro e intelligente, abilissimo nel creare armi di grande precisione per l'esercito americano.
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La prima attività in cui si sviluppò il sistema di produzione basato sulla fabbrica fu quella cotoniera, la cui produzione aumentò enormemente grazie a vari fattori fra i quali: i costi limitati delle nuove tecnologie, la possibilità di alti profitti, la disponibilita di manodopera a basso costo, l'espansione del mercato. Il sistema di fabbrica comportò la trasformazione del lavoratore in operaio, inserito in una crescente divisione del lavoro e soggetto a condizioni durissime. La semplificazione del processo produttivo, rese possibile inoltre, soprattutto nell'industria tessile, l'impiego di donne e bambini. Il sistema di produzione della fabbrica cominciò nell'ambito cotoniero dove portò con il basso costo della tecnologia e della manodopera, gli alti profitti e l'espansione del mercato, ad un notevole aumento della produzione. Il lavoratore diventò operaio e vennero impiegati donne e bambini: la loro vita era durissima.
La prima attività in cui si sviluppò il sistema di produzione basato sulla fabbrica fu quella cotoniera, la cui produzione aumentò enormemente grazie a vari fattori fra i quali: i costi limitati delle nuove tecnologie, la possibilità di alti profitti, la disponibilita di manodopera a basso costo, l'espansione del mercato. Il sistema di fabbrica comportò la trasformazione del lavoratore in operaio, inserito in una crescente divisione del lavoro e soggetto a condizioni durissime. La semplificazione del processo produttivo, rese possibile inoltre, soprattutto nell'industria tessile, l'impiego di donne e bambini. Il sistema di produzione della fabbrica cominciò nell'ambito cotoniero dove portò con il basso costo della tecnologia e della manodopera, gli alti profitti e l'espansione del mercato, ad un notevole aumento della produzione. Il lavoratore diventò operaio e vennero impiegati donne e bambini: la loro vita era durissima.
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La prima cronaca di guerra che descrive le bombe in azione risale al 1207. Essa mette un accento particolare su ciò che più tardi venne chiamato "effetto sul morale" o "effetto terrore". Quando le bombe esplodevano, "i nemici all'attacco, terrorizzati, perdevano completamente la ragione, e uomini e cavalli fuggivano via più veloci che potevano". È del 1207 la prima cronaca di guerra che descrive le bombe in azione. Così parlava delle conseguenze di un'esplosione: "i nemici all'attacco, terrorizzati, perdevano completamente la ragione, e uomini e cavalli fuggivano via più veloci che potevano". Si tratta di ciò che più avanti venne chiamato "effetto sul morale" o "effetto terrore".
La prima cronaca di guerra che descrive le bombe in azione risale al 1207. Essa mette un accento particolare su ciò che più tardi venne chiamato "effetto sul morale" o "effetto terrore". Quando le bombe esplodevano, "i nemici all'attacco, terrorizzati, perdevano completamente la ragione, e uomini e cavalli fuggivano via più veloci che potevano". È del 1207 la prima cronaca di guerra che descrive le bombe in azione. Così parlava delle conseguenze di un'esplosione: "i nemici all'attacco, terrorizzati, perdevano completamente la ragione, e uomini e cavalli fuggivano via più veloci che potevano". Si tratta di ciò che più avanti venne chiamato "effetto sul morale" o "effetto terrore".
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La prima rivoluzione industriale alla fine del XVIII secolo aveva posto le premesse per un radicale mutamento del sistema produttivo e quindi della stessa struttura della società occidentale. Mentre nel settore agricolo le innovazioni dovute al progresso tecnico ebbero un'affermazione limitata, con la seconda rivoluzione industriale, risalente al primo ventennio del XIX secolo, l'evoluzione tecnologica trovò vasta applicazione nel settore manifatturiero. La prima rivoluzione industriale alla fine del XVIII secolo aveva dato inizio a un radicale mutamento del sistema produttivo e della struttura sociale della civiltà occidentale. Con la seconda rivoluzione industriale, risalente al primo ventennio del XIX secolo, mentre le innovazioni prodotte dal progresso tecnico ebbero un'affermazione limitata nel settore agricolo, esse trovarono invece vasta applicazione in quello manifatturiero.
La prima rivoluzione industriale alla fine del XVIII secolo aveva posto le premesse per un radicale mutamento del sistema produttivo e quindi della stessa struttura della società occidentale. Mentre nel settore agricolo le innovazioni dovute al progresso tecnico ebbero un'affermazione limitata, con la seconda rivoluzione industriale, risalente al primo ventennio del XIX secolo, l'evoluzione tecnologica trovò vasta applicazione nel settore manifatturiero. La prima rivoluzione industriale alla fine del XVIII secolo aveva dato inizio a un radicale mutamento del sistema produttivo e della struttura sociale della civiltà occidentale. Con la seconda rivoluzione industriale, risalente al primo ventennio del XIX secolo, mentre le innovazioni prodotte dal progresso tecnico ebbero un'affermazione limitata nel settore agricolo, esse trovarono invece vasta applicazione in quello manifatturiero.
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La raccolta del Museo Diocesano Tridentino di Trento propone confronti tra cristiani, ebrei, musulmani e molto altro. La direttrice Domenica Primerano spiega: "Fino al 30 aprile abbiamo la mostra fotografica di Carla Iacono 'Re-velation' che fa capire come il velo sia una tradizione anche cattolica. Abbiamo avuto numerose scuole a farci visita, ma reazioni durissime da siti di estrema destra e su Facebook. Un museo deve smontare pregiudizi. In quelli ecclesiastici resta fondante il dialogo interculturale e interreligioso, senza mirare solo ad altre culture altrimenti sarebbe una nuova ghettizzazione". A pochi chilometri il MART, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ha attuato diversi progetti didattici con le cooperative che gestiscono i centri profughi. La direttrice del Museo Diocesano Tridentino di Trento racconta come la mostra fotografica di Carla Iacono, incentrata - come anche il nome "Re- velation" suggerisce - sull'uso del velo nella tradizione cattolica, abbia suscitato forti polemiche. Lei stessa ribadisce che i musei devono lavorare per la conoscenza, contro i pregiudizi. Questo museo non è il solo nel territorio trentino a scegliere di occuparsi di differenze culturali e sociali.
La raccolta del Museo Diocesano Tridentino di Trento propone confronti tra cristiani, ebrei, musulmani e molto altro. La direttrice Domenica Primerano spiega: "Fino al 30 aprile abbiamo la mostra fotografica di Carla Iacono 'Re-velation' che fa capire come il velo sia una tradizione anche cattolica. Abbiamo avuto numerose scuole a farci visita, ma reazioni durissime da siti di estrema destra e su Facebook. Un museo deve smontare pregiudizi. In quelli ecclesiastici resta fondante il dialogo interculturale e interreligioso, senza mirare solo ad altre culture altrimenti sarebbe una nuova ghettizzazione". A pochi chilometri il MART, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ha attuato diversi progetti didattici con le cooperative che gestiscono i centri profughi. La direttrice del Museo Diocesano Tridentino di Trento racconta come la mostra fotografica di Carla Iacono, incentrata - come anche il nome "Re- velation" suggerisce - sull'uso del velo nella tradizione cattolica, abbia suscitato forti polemiche. Lei stessa ribadisce che i musei devono lavorare per la conoscenza, contro i pregiudizi. Questo museo non è il solo nel territorio trentino a scegliere di occuparsi di differenze culturali e sociali.
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La ragione del fallimento di Pirro è strategica e va cercata nel progressivo esaurirsi delle sue forze migliori; in particolare nella quasi totale scomparsa delle fanterie scelte che aveva portato con sé dall'Epiro. Le truppe di élite impegnate a Benevento sembrano infatti essere state composte ormai in prevalenza di Italici, provvisti di un armamento inadeguato al combattimento in ordine chiuso; così quella che le legioni costrinsero infine a cedere il campo non era più, o almeno non era più integralmente, una falange di tipo macedone. Pirro dovette colmare i vuoti aperti nel suo esercito con gli Italici, il cui armamento risultava però inadatto all'inserimento nella falange. Ciò provocò lo stanziamento di quest'ultima e la sua sconfitta a Benevento contro le legioni romane.
La ragione del fallimento di Pirro è strategica e va cercata nel progressivo esaurirsi delle sue forze migliori; in particolare nella quasi totale scomparsa delle fanterie scelte che aveva portato con sé dall'Epiro. Le truppe di élite impegnate a Benevento sembrano infatti essere state composte ormai in prevalenza di Italici, provvisti di un armamento inadeguato al combattimento in ordine chiuso; così quella che le legioni costrinsero infine a cedere il campo non era più, o almeno non era più integralmente, una falange di tipo macedone. Pirro dovette colmare i vuoti aperti nel suo esercito con gli Italici, il cui armamento risultava però inadatto all'inserimento nella falange. Ciò provocò lo stanziamento di quest'ultima e la sua sconfitta a Benevento contro le legioni romane.
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La realizzazione di un progetto editoriale è sempre un lavoro di équipe. La figure professionali che intervengono, non sono, a rigore, rigidamente distinte l'una dall'altra. Ne è prova la compresenza di più ruoli in un unico soggetto nelle piccole case editrici. Alle maggiori dimensioni dell'azienda corrisponde tuttavia anche una maggior mole di lavoro ed è questa la ragione fondamentale per cui, per portare a buon fine tutti i progetti editoriali in corso, si ricorre a professionisti incaricati di svolgere prevalentemente una specifica funzione. Nelle realizzazione di un progetto editoriale si richiedono professionalità diverse, che nelle case editrici piccole possono anche essere riunite nella stessa persona. Se però l'azienda ha dimensioni maggiori, la maggior mole di lavoro spinge a dividere le competenze tra diversi professionisti.
La realizzazione di un progetto editoriale è sempre un lavoro di équipe. La figure professionali che intervengono, non sono, a rigore, rigidamente distinte l'una dall'altra. Ne è prova la compresenza di più ruoli in un unico soggetto nelle piccole case editrici. Alle maggiori dimensioni dell'azienda corrisponde tuttavia anche una maggior mole di lavoro ed è questa la ragione fondamentale per cui, per portare a buon fine tutti i progetti editoriali in corso, si ricorre a professionisti incaricati di svolgere prevalentemente una specifica funzione. Nelle realizzazione di un progetto editoriale si richiedono professionalità diverse, che nelle case editrici piccole possono anche essere riunite nella stessa persona. Se però l'azienda ha dimensioni maggiori, la maggior mole di lavoro spinge a dividere le competenze tra diversi professionisti.
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La Regione Veneto, con una società di consulenza ambientale, la Envicon, ha sperimentato, per due anni e due milioni di chilometri percorsi tra Mestre e il Lido, un additivo a base di bioetanolo - si chiama Magigas D7 - sugli autobus diesel dell'Azienda dei trasporti di Venezia e il risultato è stato a dir poco clamoroso: le PM10 sono diminuite del 60%, il monossido di carbonio del 40% e i consumi e la CO2 correlati del 10%. La sperimentazione ha riguardato circa ottanta mezzi, ma se l'Azienda usasse l'additivo su tutti i trecento autobus "stagionati" che ha in circolazione risparmierebbe (aprano bene le orecchie gli uffici della ragioneria...) circa duecentomila euro all'anno. La Regione Veneto, con la Envicon, società di consulenza ambientale, ha sperimentato per due anni e due milioni di chilometri percorsi tra Mestre e il Lido, l'additivo a base di bioetanolo Magigas D7 sugli autobus diesel dell'Azienda dei trasporti di Venezia e il risultato è stato clamoroso: le PM10 sono diminuite del 60%, il monossido di carbonio del 40% e i consumi e la CO2 correlati del 10%. La sperimentazione ha riguardato circa ottanta mezzi, ma se l'Azienda usasse l'additivo su tutti i trecento autobus "stagionati" che ha in circolazione risparmierebbe circa duecentomila euro all'anno.
La Regione Veneto, con una società di consulenza ambientale, la Envicon, ha sperimentato, per due anni e due milioni di chilometri percorsi tra Mestre e il Lido, un additivo a base di bioetanolo - si chiama Magigas D7 - sugli autobus diesel dell'Azienda dei trasporti di Venezia e il risultato è stato a dir poco clamoroso: le PM10 sono diminuite del 60%, il monossido di carbonio del 40% e i consumi e la CO2 correlati del 10%. La sperimentazione ha riguardato circa ottanta mezzi, ma se l'Azienda usasse l'additivo su tutti i trecento autobus "stagionati" che ha in circolazione risparmierebbe (aprano bene le orecchie gli uffici della ragioneria...) circa duecentomila euro all'anno. La Regione Veneto, con la Envicon, società di consulenza ambientale, ha sperimentato per due anni e due milioni di chilometri percorsi tra Mestre e il Lido, l'additivo a base di bioetanolo Magigas D7 sugli autobus diesel dell'Azienda dei trasporti di Venezia e il risultato è stato clamoroso: le PM10 sono diminuite del 60%, il monossido di carbonio del 40% e i consumi e la CO2 correlati del 10%. La sperimentazione ha riguardato circa ottanta mezzi, ma se l'Azienda usasse l'additivo su tutti i trecento autobus "stagionati" che ha in circolazione risparmierebbe circa duecentomila euro all'anno.
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La ricerca non si ferma e con lei la speranza che un giorno il tumore possa essere guarito. Il barlume per chi soffre di questo male terribile arriva dall'ospedale di Pescara, dove nel laboratorio di ricerca del Dipartimento di medicina trasfusionale un'équipe di medici ha scoperto una nuova cellula staminale "bipotente", capace di produrre allo stesso tempo le cellule del sangue e quelle endoteliali che costituiscono e vanno a formare i vasi, le arterie e i capillari. Questa scoperta potrebbe dare la possibilità di sviluppare nuove terapie e creare nuovi farmaci capaci di inibire o far regredire un processo tumorale. All'ospedale di Pescara è stata condotta una ricerca importante, che ha portato alla scoperta di una nuova potente cellula staminale in grado di produrre sia cellule del sangue che endoteliali; queste ultime formano vasi, arterie e capillari. La nuova cellula potrebbe dare la possibilità di mettere a punto farmaci e terapie che blocchino o facciano regredire i tumori.
La ricerca non si ferma e con lei la speranza che un giorno il tumore possa essere guarito. Il barlume per chi soffre di questo male terribile arriva dall'ospedale di Pescara, dove nel laboratorio di ricerca del Dipartimento di medicina trasfusionale un'équipe di medici ha scoperto una nuova cellula staminale "bipotente", capace di produrre allo stesso tempo le cellule del sangue e quelle endoteliali che costituiscono e vanno a formare i vasi, le arterie e i capillari. Questa scoperta potrebbe dare la possibilità di sviluppare nuove terapie e creare nuovi farmaci capaci di inibire o far regredire un processo tumorale. All'ospedale di Pescara è stata condotta una ricerca importante, che ha portato alla scoperta di una nuova potente cellula staminale in grado di produrre sia cellule del sangue che endoteliali; queste ultime formano vasi, arterie e capillari. La nuova cellula potrebbe dare la possibilità di mettere a punto farmaci e terapie che blocchino o facciano regredire i tumori.
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La riflessione apertasi al momento dei primi grandi successi di Quentin Tarantino ha portato gli autori cinematografici italiani a sostenere che i coloriti, verbosi e incalzanti dialoghi dei film del regista italoamericano fossero gli scarti dei dialoghi del cinema di casa nostra. Le battute tagliate nel nostro cinema in fase di sceneggiatura perché ritenute superflue o ridondanti sarebbero il succo di molte scene tarantiniane. Quando Quentin Tarantino iniziò ad avere successo si aprì una riflessione intorno ai dialoghi dei suoi film. Gli autori cinematografici italiani arrivarono a sostenere che corrispondessero alle battute che in fase di sceneggiatura venivano scartate in film prodotti nel nostro paese.
La riflessione apertasi al momento dei primi grandi successi di Quentin Tarantino ha portato gli autori cinematografici italiani a sostenere che i coloriti, verbosi e incalzanti dialoghi dei film del regista italoamericano fossero gli scarti dei dialoghi del cinema di casa nostra. Le battute tagliate nel nostro cinema in fase di sceneggiatura perché ritenute superflue o ridondanti sarebbero il succo di molte scene tarantiniane. Quando Quentin Tarantino iniziò ad avere successo si aprì una riflessione intorno ai dialoghi dei suoi film. Gli autori cinematografici italiani arrivarono a sostenere che corrispondessero alle battute che in fase di sceneggiatura venivano scartate in film prodotti nel nostro paese.
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La Rivoluzione industriale fu anche una "rivoluzione energetica", perché il carbone soppiantò la legna come principale fonte di energia. Grazie alla combustione del carbone e al perfezionamento della macchina a vapore si produsse energia meccanica capace di fare funzionare le prime macchine industriali e, successivamente, i primi mezzi di trasporto a vapore. La Rivoluzione industriale sostituì alla legna, come fonte di energia, il carbone; il suo uso nella macchina a vapore, consentì la produzione dell'energia meccanica in grado di azionare le prime macchine industriali e i primi mezzi di trasporto.
La Rivoluzione industriale fu anche una "rivoluzione energetica", perché il carbone soppiantò la legna come principale fonte di energia. Grazie alla combustione del carbone e al perfezionamento della macchina a vapore si produsse energia meccanica capace di fare funzionare le prime macchine industriali e, successivamente, i primi mezzi di trasporto a vapore. La Rivoluzione industriale sostituì alla legna, come fonte di energia, il carbone; il suo uso nella macchina a vapore, consentì la produzione dell'energia meccanica in grado di azionare le prime macchine industriali e i primi mezzi di trasporto.
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La rivoluzione russa del 1917 determinò un profondo cambiamento del sistema socio-economico e in particolare agricolo. Dapprima si procedette all'esproprio dei latifondi aristocratici e alla distribuzione delle terre ai contadini, poi, nel 1928, si attuò una collettivizzazione delle terre. La rivoluzione russa provocò un mutamento del sistema socio- economico del Paese: nel campo agricolo si passò dall'esproprio dei latifondi aristocratici alla distribuzione delle terre ai contadini e, infine, alla collettivizzazione.
La rivoluzione russa del 1917 determinò un profondo cambiamento del sistema socio-economico e in particolare agricolo. Dapprima si procedette all'esproprio dei latifondi aristocratici e alla distribuzione delle terre ai contadini, poi, nel 1928, si attuò una collettivizzazione delle terre. La rivoluzione russa provocò un mutamento del sistema socio- economico del Paese: nel campo agricolo si passò dall'esproprio dei latifondi aristocratici alla distribuzione delle terre ai contadini e, infine, alla collettivizzazione.
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La rotta artica potrebbe rimanere aperta per mesi. A causa dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacci, la rotta polare potrebbe diventare navigabile. Le imbarcazioni potrebbero quindi viaggiare non solo costeggiando Russia e Canada, ma anche sulla rotta centrale. Il cambiamento renderà il viaggio tra Europa e Asia più corto di quello tradizionale, attraverso il canale di Suez. Il vantaggio per il Nordamerica, invece, è meno marcato. A causa dell'aumento della temperatura terrestre e al conseguente scioglimento dei ghiacci, la rotta artica potrebbe diventare navigabile, permettendo, grazie alla rotta centrale, un accorciamento delle rotte, soprattutto per i viaggi tra Europa e Asia.
La rotta artica potrebbe rimanere aperta per mesi. A causa dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacci, la rotta polare potrebbe diventare navigabile. Le imbarcazioni potrebbero quindi viaggiare non solo costeggiando Russia e Canada, ma anche sulla rotta centrale. Il cambiamento renderà il viaggio tra Europa e Asia più corto di quello tradizionale, attraverso il canale di Suez. Il vantaggio per il Nordamerica, invece, è meno marcato. A causa dell'aumento della temperatura terrestre e al conseguente scioglimento dei ghiacci, la rotta artica potrebbe diventare navigabile, permettendo, grazie alla rotta centrale, un accorciamento delle rotte, soprattutto per i viaggi tra Europa e Asia.
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La scala Mercalli si basa sugli effetti prodotti sulla popolazione e sugli edifici dal sisma e comprende 12 gradi di intensità. È definita una scala empirica e qualitativa perché è influenzata dalle caratteristiche dell'ambiente. Infatti due terremoti, che liberino la stessa quantità di energia, vengono valutati di intensità diversa se si verificano uno in una città densamente popolata, l'altro in un deserto. La scala Richter misura, con una grandezza fisica detta magnitudo, la forza del terremoto. Si tratta di una scala quantitativa, in quanto risulta indipendente dalle caratteristiche ambientali ed è stata costruita valutando dati quantitativi come l'ampiezza delle onde sismiche registrate dai sismografi. A differenza della scala Mercalli, non esiste un valore massimo assoluto. La scala Mercalli e la scala Richter sono due sistemi per misurare l'intensità o la forza dei terremoti. La principale differenza tra le due risiede nelle modalità di misurazione: la scala Mercalli è definita qualitativa perché molta attenzione è posta sugli effetti del terremoto, che possono variare molto in ambienti diversi; la scala Richter misura invece dati quantitativi di tipo fisico (per esempio l'ampiezza delle onde sismiche) indipendenti dalle caratteristiche dell'ambiente. Un'altra differenza importante è che la scala Mercalli prevede 12 livelli di intensità mentre la scala Richter non prevede un valore massimo.
La scala Mercalli si basa sugli effetti prodotti sulla popolazione e sugli edifici dal sisma e comprende 12 gradi di intensità. È definita una scala empirica e qualitativa perché è influenzata dalle caratteristiche dell'ambiente. Infatti due terremoti, che liberino la stessa quantità di energia, vengono valutati di intensità diversa se si verificano uno in una città densamente popolata, l'altro in un deserto. La scala Richter misura, con una grandezza fisica detta magnitudo, la forza del terremoto. Si tratta di una scala quantitativa, in quanto risulta indipendente dalle caratteristiche ambientali ed è stata costruita valutando dati quantitativi come l'ampiezza delle onde sismiche registrate dai sismografi. A differenza della scala Mercalli, non esiste un valore massimo assoluto. La scala Mercalli e la scala Richter sono due sistemi per misurare l'intensità o la forza dei terremoti. La principale differenza tra le due risiede nelle modalità di misurazione: la scala Mercalli è definita qualitativa perché molta attenzione è posta sugli effetti del terremoto, che possono variare molto in ambienti diversi; la scala Richter misura invece dati quantitativi di tipo fisico (per esempio l'ampiezza delle onde sismiche) indipendenti dalle caratteristiche dell'ambiente. Un'altra differenza importante è che la scala Mercalli prevede 12 livelli di intensità mentre la scala Richter non prevede un valore massimo.
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La scarsità di precipitazioni nella meseta, nel sud-est e in Andalusia, rende necessaria nella Spagna secca l'irrigazione, più facile sulle coste, in presenza dei corsi inferiori dei fiumi, che sulla meseta. Questo spiega anche che la parte centrale della penisola sia la meno popolata. Un'unica città, tranne Madrid, la cui importanza deriva esclusivamente da ragioni storico- politiche, supera nella meseta i centomila abitanti: Valladolid. Ciò contribuisce a spiegare le tendenze centrifughe della storia iberica, come la restaurazione del Portogallo nel 1640 e il separatismo catalano. Una generale scarsità di acqua nella meseta fa sì che il centro della penisola iberica sia la sua parte meno popolata - solo Madrid e Valladolid sono città grandi. E ciò ha avuto un ruolo nel determinare le tendenze autonomistiche di aree della penisola, come quella portoghese e quella catalana.
La scarsità di precipitazioni nella meseta, nel sud-est e in Andalusia, rende necessaria nella Spagna secca l'irrigazione, più facile sulle coste, in presenza dei corsi inferiori dei fiumi, che sulla meseta. Questo spiega anche che la parte centrale della penisola sia la meno popolata. Un'unica città, tranne Madrid, la cui importanza deriva esclusivamente da ragioni storico- politiche, supera nella meseta i centomila abitanti: Valladolid. Ciò contribuisce a spiegare le tendenze centrifughe della storia iberica, come la restaurazione del Portogallo nel 1640 e il separatismo catalano. Una generale scarsità di acqua nella meseta fa sì che il centro della penisola iberica sia la sua parte meno popolata - solo Madrid e Valladolid sono città grandi. E ciò ha avuto un ruolo nel determinare le tendenze autonomistiche di aree della penisola, come quella portoghese e quella catalana.
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La scimmia è sempre stata considerata negativamente proprio perché sembra una sorta di caricatura umana. I bestiari medievali l'associano alla figura del diavolo e del male, sottolineandone il carattere dispettoso e frivolo. Nell'iconografia medievale la sua immagine ha evocato in particolare quella dell'eresia e dell'idolatria, talvolta rappresentata come un uomo che adora una scimmia. Inoltre, nella raffigurazione dei cinque sensi, il gusto può essere rappresentato come una scimmia che sta assaporando dei frutti, mentre in quella degli umori può alludere al temperamento sanguigno. In base alla visione per cui l'artista imita la natura, la scimmia è stata talvolta utilizzata proprio come emblema della pittura e della scultura e ritratta mentre è intenta a dipingere una figura femminile o a scolpire una statua. Gradatamente questa immagine caricaturale ha finito per comprendere anche altre attività dell'uomo e l'animale è stato raffigurato mentre suona strumenti musicali, intento a giocare a carte o in altre attitudini tipicamente umane. La considerazione negativa della scimmia è dovuta al fatto che questo animale appare come una specie di caricatura umana. Nel Medioevo essa era associata al diavolo, al maligno, all'eresia e all'idolatria. La scimmia compare sia nella rappresentazione dei cinque sensi, tra i quali simboleggia il gusto, sia in quella degli umori, dove allude al temperamento sanguigno. Questo animale così simile all'uomo viene talvolta utilizzato come emblema della pittura e della scultura, sulla base di un'idea imitativa dell'arte. L'aspetto caricaturale della scimmia ha portato a raffigurarla spesso mentre svolge attività tipicamente umane.
La scimmia è sempre stata considerata negativamente proprio perché sembra una sorta di caricatura umana. I bestiari medievali l'associano alla figura del diavolo e del male, sottolineandone il carattere dispettoso e frivolo. Nell'iconografia medievale la sua immagine ha evocato in particolare quella dell'eresia e dell'idolatria, talvolta rappresentata come un uomo che adora una scimmia. Inoltre, nella raffigurazione dei cinque sensi, il gusto può essere rappresentato come una scimmia che sta assaporando dei frutti, mentre in quella degli umori può alludere al temperamento sanguigno. In base alla visione per cui l'artista imita la natura, la scimmia è stata talvolta utilizzata proprio come emblema della pittura e della scultura e ritratta mentre è intenta a dipingere una figura femminile o a scolpire una statua. Gradatamente questa immagine caricaturale ha finito per comprendere anche altre attività dell'uomo e l'animale è stato raffigurato mentre suona strumenti musicali, intento a giocare a carte o in altre attitudini tipicamente umane. La considerazione negativa della scimmia è dovuta al fatto che questo animale appare come una specie di caricatura umana. Nel Medioevo essa era associata al diavolo, al maligno, all'eresia e all'idolatria. La scimmia compare sia nella rappresentazione dei cinque sensi, tra i quali simboleggia il gusto, sia in quella degli umori, dove allude al temperamento sanguigno. Questo animale così simile all'uomo viene talvolta utilizzato come emblema della pittura e della scultura, sulla base di un'idea imitativa dell'arte. L'aspetto caricaturale della scimmia ha portato a raffigurarla spesso mentre svolge attività tipicamente umane.
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La scorsa primavera il dibattito pubblico sull'eccessiva magrezza delle modelle ha diviso l'industria della moda tra quelli che chiedono il rispetto di alcuni parametri e quelli che non vedono alcun problema, come Stefano Gabbana, che ha detto alla rivista "Women's Wear Daily": «Dietro le quinte vedo sempre le modelle che mangiano, a volte anche più di me». Ma la decisione della settimana della moda di Madrid di non ammettere sulle sue passerelle modelle con un indice di massa corporea troppo basso, non è bastata a chiudere la questione. Ora il governo italiano e la Camera nazionale della moda hanno annunciato una campagna contro l'anoressia e «un manifesto di autoregolamentazione». La decisione spagnola di impedire di sfilare alle modelle con indice di massa corporea troppo basso non chiude il dibattito che aveva diviso gli operatori della moda sull'eccessiva magrezza delle modelle, centrato sulla necessità di rispettare o meno alcuni parametri fisiologici. Sono infatti attesi i provvedimenti delle autorità italiane in materia.
La scorsa primavera il dibattito pubblico sull'eccessiva magrezza delle modelle ha diviso l'industria della moda tra quelli che chiedono il rispetto di alcuni parametri e quelli che non vedono alcun problema, come Stefano Gabbana, che ha detto alla rivista "Women's Wear Daily": «Dietro le quinte vedo sempre le modelle che mangiano, a volte anche più di me». Ma la decisione della settimana della moda di Madrid di non ammettere sulle sue passerelle modelle con un indice di massa corporea troppo basso, non è bastata a chiudere la questione. Ora il governo italiano e la Camera nazionale della moda hanno annunciato una campagna contro l'anoressia e «un manifesto di autoregolamentazione». La decisione spagnola di impedire di sfilare alle modelle con indice di massa corporea troppo basso non chiude il dibattito che aveva diviso gli operatori della moda sull'eccessiva magrezza delle modelle, centrato sulla necessità di rispettare o meno alcuni parametri fisiologici. Sono infatti attesi i provvedimenti delle autorità italiane in materia.
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La scuola e i grandi club di calcio si sono trovati insieme per combattere la violenza negli stadi e diffondere fra i ragazzi la cultura sportiva attraverso il rispetto dell'altro. È il senso dell'iniziativa realizzata in collaborazione dal ministero dell'Istruzione e dal Consorzio San Siro 2000. All'atto pratico, il progetto è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado e prevede un ciclo di convegni, un inno creato apposta per l'occasione, un concorso per ideare il logo dell'iniziativa e anche la possibilità per gruppi di studenti tifosi di squadre diverse di assistere insieme allo stadio alla partita dei loro giocatori del cuore. Il ministero dell'Istruzione e il Consorzio San Siro 2000 sono i promotori di un progetto rivolto agli studenti per diffondere la cultura sportiva fra i ragazzi attraverso il rispetto dell'altro, allo scopo di combattere la violenza negli stadi.
La scuola e i grandi club di calcio si sono trovati insieme per combattere la violenza negli stadi e diffondere fra i ragazzi la cultura sportiva attraverso il rispetto dell'altro. È il senso dell'iniziativa realizzata in collaborazione dal ministero dell'Istruzione e dal Consorzio San Siro 2000. All'atto pratico, il progetto è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado e prevede un ciclo di convegni, un inno creato apposta per l'occasione, un concorso per ideare il logo dell'iniziativa e anche la possibilità per gruppi di studenti tifosi di squadre diverse di assistere insieme allo stadio alla partita dei loro giocatori del cuore. Il ministero dell'Istruzione e il Consorzio San Siro 2000 sono i promotori di un progetto rivolto agli studenti per diffondere la cultura sportiva fra i ragazzi attraverso il rispetto dell'altro, allo scopo di combattere la violenza negli stadi.
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La seconda fase delle lotte afroamericane si aprì attorno alla metà degli anni Sessanta, quando il movimento contro la segregazione e per i diritti civili, che era stato fino ad allora circoscritto al sud, si estese ai grandi ghetti metropolitani di tutto il Paese e passò dalla pratica della non-violenza alla sollevazione violenta di massa. La transizione si definì nel biennio 1963-1964. Nel 1963-1964 si aprì una seconda fase delle lotte afroamericane. Il movimento contro la segregazione e per i diritti civili, fino ad allora circoscritto al sud, si estese ai grandi ghetti metropolitani di tutto il Paese e si passò dalla non- violenza alla sollevazione violenta.
La seconda fase delle lotte afroamericane si aprì attorno alla metà degli anni Sessanta, quando il movimento contro la segregazione e per i diritti civili, che era stato fino ad allora circoscritto al sud, si estese ai grandi ghetti metropolitani di tutto il Paese e passò dalla pratica della non-violenza alla sollevazione violenta di massa. La transizione si definì nel biennio 1963-1964. Nel 1963-1964 si aprì una seconda fase delle lotte afroamericane. Il movimento contro la segregazione e per i diritti civili, fino ad allora circoscritto al sud, si estese ai grandi ghetti metropolitani di tutto il Paese e si passò dalla non- violenza alla sollevazione violenta.
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La seconda guerra mondiale avrà un andamento diverso rispetto al conflitto precedente: non sarà più prevalentemente un affare di eserciti e di soldati, ma una tragedia subita soprattutto dai civili. Le deportazioni di massa, lo sterminio scientifico di razze e di oppositori politici, le stragi di rappresaglia, le bombe atomiche, svelano senza infingimenti il volto della guerra e lasciano pochi margini alla celebrazione delle singole patrie. In questo caso quel che a posteriori appare opportuno ricordare è soprattutto l'orrore di quanto è successo e il valore positivo di chi si è posto nel ruolo di oppositore e di resistente. La seconda guerra mondiale segna un punto di rottura rispetto ai conflitti precedenti per via del sistematico coinvolgimento della popolazione civile negli orrori della guerra. Tutti gli stati nazionali si sono macchiati di crimini atroci e solo gli individui che si sono opposti alla guerra possono essere celebrati senza riserve.
La seconda guerra mondiale avrà un andamento diverso rispetto al conflitto precedente: non sarà più prevalentemente un affare di eserciti e di soldati, ma una tragedia subita soprattutto dai civili. Le deportazioni di massa, lo sterminio scientifico di razze e di oppositori politici, le stragi di rappresaglia, le bombe atomiche, svelano senza infingimenti il volto della guerra e lasciano pochi margini alla celebrazione delle singole patrie. In questo caso quel che a posteriori appare opportuno ricordare è soprattutto l'orrore di quanto è successo e il valore positivo di chi si è posto nel ruolo di oppositore e di resistente. La seconda guerra mondiale segna un punto di rottura rispetto ai conflitti precedenti per via del sistematico coinvolgimento della popolazione civile negli orrori della guerra. Tutti gli stati nazionali si sono macchiati di crimini atroci e solo gli individui che si sono opposti alla guerra possono essere celebrati senza riserve.
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La setta degli Esseni, che rappresenta uno dei gruppi più originali all'interno del giudaismo, può essere paragonata a un ordine monastico: i suoi membri praticavano la comunione dei beni, osservavano il celibato e seguivano una regola di vita molto rigida. Coloro che si avvicinavano alla setta essenica venivano ammessi definitivamente nella comunità solo dopo un periodo di prova. Gli altri giudei erano considerati impuri dagli Esseni, che si ritenevano il solo autentico Israele. La comunione dei beni, il celibato e la rigidità della regola di vita rendono paragonabile la setta giudaica degli Esseni a un ordine monastico. Per essere ammessi tra gli Esseni, che si ritenevano il solo autentico Israele, i neofiti dovevano sottoporsi a un periodo di prova.
La setta degli Esseni, che rappresenta uno dei gruppi più originali all'interno del giudaismo, può essere paragonata a un ordine monastico: i suoi membri praticavano la comunione dei beni, osservavano il celibato e seguivano una regola di vita molto rigida. Coloro che si avvicinavano alla setta essenica venivano ammessi definitivamente nella comunità solo dopo un periodo di prova. Gli altri giudei erano considerati impuri dagli Esseni, che si ritenevano il solo autentico Israele. La comunione dei beni, il celibato e la rigidità della regola di vita rendono paragonabile la setta giudaica degli Esseni a un ordine monastico. Per essere ammessi tra gli Esseni, che si ritenevano il solo autentico Israele, i neofiti dovevano sottoporsi a un periodo di prova.
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La signora Avis Lardner era proprio l'ultima persona che si sarebbe potuta credere capace di commettere un omicidio. Vedova del grande ed eroico astronauta, dotata di spirito filantropico, era collezionista d'arte, di un'ospitalità straordinaria e, per consenso unanime, un'artista. Ma soprattutto era la persona più gentile e umana che si potesse immaginare. La signora Lardner non sembrava proprio capace di uccidere, non solo perché era la vedova di un eroico astronauta, una filantropa, una collezionista d'arte, una persona ospitale e un'artista, ma soprattutto perché era gentile e umana.
La signora Avis Lardner era proprio l'ultima persona che si sarebbe potuta credere capace di commettere un omicidio. Vedova del grande ed eroico astronauta, dotata di spirito filantropico, era collezionista d'arte, di un'ospitalità straordinaria e, per consenso unanime, un'artista. Ma soprattutto era la persona più gentile e umana che si potesse immaginare. La signora Lardner non sembrava proprio capace di uccidere, non solo perché era la vedova di un eroico astronauta, una filantropa, una collezionista d'arte, una persona ospitale e un'artista, ma soprattutto perché era gentile e umana.
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La signora Lardner riceveva una generosa pensione, che aveva saputo gestire saggiamente. A un'età ormai avanzata, era considerevolmente ricca. La sua casa era un'esposizione, un museo vero e proprio, che conteneva una collezione non vasta, ma estremamente selezionata, di oggetti ingemmati di straordinaria bellezza. L'anziana signora Lardner, avendo saputo ben gestire la sua pensione, era ricca, e nella sua casa simile a un museo esponeva una selezionata collezione di bellissimi oggetti ingemmati.
La signora Lardner riceveva una generosa pensione, che aveva saputo gestire saggiamente. A un'età ormai avanzata, era considerevolmente ricca. La sua casa era un'esposizione, un museo vero e proprio, che conteneva una collezione non vasta, ma estremamente selezionata, di oggetti ingemmati di straordinaria bellezza. L'anziana signora Lardner, avendo saputo ben gestire la sua pensione, era ricca, e nella sua casa simile a un museo esponeva una selezionata collezione di bellissimi oggetti ingemmati.
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La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore. Il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal. Egli, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand Tour del 1817, ne diede una prima descrizione che riportò nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio". La formulazione scientifica come tale della sindrome di Stendhal, sebbene numerosi casi fossero stati riscontrati dalla prima metà del XIX secolo, è stata proposta nel 1989, quando fu analizzata in un libro dalla psichiatra Graziella Magherini, che ne osservò e descrisse più di 100 casi fra i visitatori del capoluogo toscano. Un'affezione psicosomatica che colpisce coloro che sono messi al cospetto di opere d'arte di eccezionale bellezza, specialmente se ospitate in spazi limitati, fu denominata sindrome di Stendhal dal nome del celebre scrittore francese. Tale sindrome provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazione; è una malattia piuttosto rara che fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore e che colpisce principalmente persone molto sensibili. Colpì Stendhal durante il suo Grand Tour del 1817, ed egli ne diede una prima descrizione nel suo libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio". Ma fu la psichiatra Graziella Magherini che per prima l'analizzò in un libro, osservando e descrivendo più di cento casi tra i visitatori del capoluogo toscano (per questo fu anche chiamata sindrome di Firenze), nonostante i primi casi fossero stati riscontrati dalla prima metà del XIX secolo.
La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore. Il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal. Egli, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand Tour del 1817, ne diede una prima descrizione che riportò nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio". La formulazione scientifica come tale della sindrome di Stendhal, sebbene numerosi casi fossero stati riscontrati dalla prima metà del XIX secolo, è stata proposta nel 1989, quando fu analizzata in un libro dalla psichiatra Graziella Magherini, che ne osservò e descrisse più di 100 casi fra i visitatori del capoluogo toscano. Un'affezione psicosomatica che colpisce coloro che sono messi al cospetto di opere d'arte di eccezionale bellezza, specialmente se ospitate in spazi limitati, fu denominata sindrome di Stendhal dal nome del celebre scrittore francese. Tale sindrome provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazione; è una malattia piuttosto rara che fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore e che colpisce principalmente persone molto sensibili. Colpì Stendhal durante il suo Grand Tour del 1817, ed egli ne diede una prima descrizione nel suo libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio". Ma fu la psichiatra Graziella Magherini che per prima l'analizzò in un libro, osservando e descrivendo più di cento casi tra i visitatori del capoluogo toscano (per questo fu anche chiamata sindrome di Firenze), nonostante i primi casi fossero stati riscontrati dalla prima metà del XIX secolo.
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La sintassi non l'hanno inventata i grammatici, anche se per colpa loro potrebbe rischiare di morire; è instrinseca al pensiero, è lo stesso snodarsi del pensiero, anzi, quando riesce limpido e conseguente. Del pari, le parole non le hanno inventate i puristi e i filologi: esse ci son giunte con un loro significato, che è quello che è, un loro tono e peso: possiamo sì, se sappiamo farlo, attribuir loro sensi diversi, ma solo in piena consapevolezza e responsabilità. Quando, invece, i più non sanno quel che fanno. Una lingua non è una creazione artificiale, ma il prodotto delle cose. La sintassi non è altro che la forma del pensiero logico e chiaro. Le parole sono dotate di un significato e una connotazione loro. Si può attribuire loro un senso diverso solo con piena cognizione, ma non è quello che fanno i più.
La sintassi non l'hanno inventata i grammatici, anche se per colpa loro potrebbe rischiare di morire; è instrinseca al pensiero, è lo stesso snodarsi del pensiero, anzi, quando riesce limpido e conseguente. Del pari, le parole non le hanno inventate i puristi e i filologi: esse ci son giunte con un loro significato, che è quello che è, un loro tono e peso: possiamo sì, se sappiamo farlo, attribuir loro sensi diversi, ma solo in piena consapevolezza e responsabilità. Quando, invece, i più non sanno quel che fanno. Una lingua non è una creazione artificiale, ma il prodotto delle cose. La sintassi non è altro che la forma del pensiero logico e chiaro. Le parole sono dotate di un significato e una connotazione loro. Si può attribuire loro un senso diverso solo con piena cognizione, ma non è quello che fanno i più.
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La società egizia era organizzata in un sistema di classi: si potrebbe ben dire che l'immagine della piramide, tipica dell'architettura egizia, ne rappresenta simbolicamente la struttura stessa, anche se non era impossibile il passaggio dall'una all'altra classe sociale. Al vertice stava il sovrano, il quale prese il nome di faraone; egli era considerato un'autentica figura divina e non soltanto il rappresentante del dio sulla Terra: per giustificarne il potere assoluto, si sosteneva che il faraone fosse il figlio del dio Osiride- Ra (ossia il Sole) e dio egli stesso. In Egitto trovò dunque il suo primo sviluppo una forma di potere che comparirà anche in altri momenti della storia del Vicino Oriente (e sarà invece estranea all'esperienza politica dei greci e dei romani): la teocrazia, cioè «il governo di un re-dio» sotto cui vivono i sudditi, i quali, di qualunque condizione sociale siano, sono considerati comunque un possesso del sovrano. Fin dalle origini, il cardine della politica egizia fu il principio della legittimità: dopo la morte di un faraone il potere passava al figlio, e poi ancora al figlio del figlio. La storia egizia è così scandita dal susseguirsi di varie dinastie, che nel complesso furono trenta, per un totale di centinaia di sovrani a noi noti. La società egizia era organizzata secondo un sistema piramidale di classi sociali al cui vertice stava il faraone che, oltre a essere il sovrano e il rappresentante di dio sulla Terra, era egli stesso una figura divina, in quanto figlio del dio Osiride-Ra. In Egitto si sviluppò dunque per la prima volta la teocrazia, cioè «il governo di un re-dio», i cui sudditi sono considerati di proprietà del sovrano, indipendentemente dalla classe sociale alla quale appartengono. Nella politica egizia vigeva il principio di legittimità: il potere del faraone passava di padre in figlio e così la storia dell'Egitto è scandita dalla successione di dinastie, che in totale ammontano a trenta.
La società egizia era organizzata in un sistema di classi: si potrebbe ben dire che l'immagine della piramide, tipica dell'architettura egizia, ne rappresenta simbolicamente la struttura stessa, anche se non era impossibile il passaggio dall'una all'altra classe sociale. Al vertice stava il sovrano, il quale prese il nome di faraone; egli era considerato un'autentica figura divina e non soltanto il rappresentante del dio sulla Terra: per giustificarne il potere assoluto, si sosteneva che il faraone fosse il figlio del dio Osiride- Ra (ossia il Sole) e dio egli stesso. In Egitto trovò dunque il suo primo sviluppo una forma di potere che comparirà anche in altri momenti della storia del Vicino Oriente (e sarà invece estranea all'esperienza politica dei greci e dei romani): la teocrazia, cioè «il governo di un re-dio» sotto cui vivono i sudditi, i quali, di qualunque condizione sociale siano, sono considerati comunque un possesso del sovrano. Fin dalle origini, il cardine della politica egizia fu il principio della legittimità: dopo la morte di un faraone il potere passava al figlio, e poi ancora al figlio del figlio. La storia egizia è così scandita dal susseguirsi di varie dinastie, che nel complesso furono trenta, per un totale di centinaia di sovrani a noi noti. La società egizia era organizzata secondo un sistema piramidale di classi sociali al cui vertice stava il faraone che, oltre a essere il sovrano e il rappresentante di dio sulla Terra, era egli stesso una figura divina, in quanto figlio del dio Osiride-Ra. In Egitto si sviluppò dunque per la prima volta la teocrazia, cioè «il governo di un re-dio», i cui sudditi sono considerati di proprietà del sovrano, indipendentemente dalla classe sociale alla quale appartengono. Nella politica egizia vigeva il principio di legittimità: il potere del faraone passava di padre in figlio e così la storia dell'Egitto è scandita dalla successione di dinastie, che in totale ammontano a trenta.
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La società industriale è caratterizzata dal disprezzo per la natura come pure per tutte le cose che non siano prodotte a macchina e per tutte le popolazioni che non siano di costruttori di macchine, vale a dire i gruppi etnici non bianchi, con le eccezioni, di recente acquisizione, del Giappone e della Cina. La gente è oggi attratta da quanto è meccanico, dalla macchina possente, da ciò che è senza vita. Ciò che attrae le persone, oggi, è ciò che non ha vita, è meccanico. Tutto ciò che è invece natura o che non è prodotto a macchina è disprezzato dalla società industriale. Essa, allo stesso modo, disprezza anche tutte le popolazioni che non costruiscono macchine (cioè tutte le popolazioni non bianche, con le recenti eccezioni di Cina e Giappone).
La società industriale è caratterizzata dal disprezzo per la natura come pure per tutte le cose che non siano prodotte a macchina e per tutte le popolazioni che non siano di costruttori di macchine, vale a dire i gruppi etnici non bianchi, con le eccezioni, di recente acquisizione, del Giappone e della Cina. La gente è oggi attratta da quanto è meccanico, dalla macchina possente, da ciò che è senza vita. Ciò che attrae le persone, oggi, è ciò che non ha vita, è meccanico. Tutto ciò che è invece natura o che non è prodotto a macchina è disprezzato dalla società industriale. Essa, allo stesso modo, disprezza anche tutte le popolazioni che non costruiscono macchine (cioè tutte le popolazioni non bianche, con le recenti eccezioni di Cina e Giappone).
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La sociologia assunse un orientamento pragmatico che l'avrebbe portata oltre i confini accademici, ossia oltre le tradizionali funzioni d'insegnamento, descrizione e analisi della società, arrivando a influenzare considerevolmente il corso della storia sudafricana dell'ultimo secolo. Infatti, la sociologia ha da sempre alimentato dibattiti e azioni dei gruppi che compongono il Paese, principalmente boeri, britannici e popoli locali, i quali hanno sperimentato considerevoli conflitti e tensioni durante la loro compresenza sul territorio sudafricano. In Sudafrica dibattiti e azioni dei gruppi che compongono il Paese e che sperimentarono conflitti notevoli per la compresenza sul territorio sudafricano sono da sempre promossi dalla sociologia. La sociologia, assunto un orientamento pragmatico che le permise di oltrepassare i muri dell'accademia, riuscì a impattare notevolmente sulle vicende del Sudafrica dell'ultimo secolo.
La sociologia assunse un orientamento pragmatico che l'avrebbe portata oltre i confini accademici, ossia oltre le tradizionali funzioni d'insegnamento, descrizione e analisi della società, arrivando a influenzare considerevolmente il corso della storia sudafricana dell'ultimo secolo. Infatti, la sociologia ha da sempre alimentato dibattiti e azioni dei gruppi che compongono il Paese, principalmente boeri, britannici e popoli locali, i quali hanno sperimentato considerevoli conflitti e tensioni durante la loro compresenza sul territorio sudafricano. In Sudafrica dibattiti e azioni dei gruppi che compongono il Paese e che sperimentarono conflitti notevoli per la compresenza sul territorio sudafricano sono da sempre promossi dalla sociologia. La sociologia, assunto un orientamento pragmatico che le permise di oltrepassare i muri dell'accademia, riuscì a impattare notevolmente sulle vicende del Sudafrica dell'ultimo secolo.
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La sosta a pagamento è una delle cause che hanno portato molti automobilisti a diventare motociclisti. Pochi parcheggi e sempre più a pagamento. Questo il cocktail che avvelena gli italiani al volante. Le strisce blu spesso non rispettano il rapporto di congruità tra aree a sosta libera e a sosta tariffata e a volte vengono poste anche dove non si dovrebbe proprio parcheggiare. Secondo i Comuni si tratta di uno strumento che serve a dissuadere dal prendere l'auto e non di un mezzo per fare cassa. Se funzionassero i mezzi pubblici, magari! Molti automobilisti sono diventati motociclisti per la scarsità di parcheggi e l'aumento di quelli a pagamento posti anche dove non si dovrebbe parcheggiare e senza tener conto del rapporto con le aree libere. Se i mezzi pubblici funzionassero la sosta tariffata dissuaderebbe dall'uso dell'auto, ma per ora sembra solo un mezzo per fare cassa.
La sosta a pagamento è una delle cause che hanno portato molti automobilisti a diventare motociclisti. Pochi parcheggi e sempre più a pagamento. Questo il cocktail che avvelena gli italiani al volante. Le strisce blu spesso non rispettano il rapporto di congruità tra aree a sosta libera e a sosta tariffata e a volte vengono poste anche dove non si dovrebbe proprio parcheggiare. Secondo i Comuni si tratta di uno strumento che serve a dissuadere dal prendere l'auto e non di un mezzo per fare cassa. Se funzionassero i mezzi pubblici, magari! Molti automobilisti sono diventati motociclisti per la scarsità di parcheggi e l'aumento di quelli a pagamento posti anche dove non si dovrebbe parcheggiare e senza tener conto del rapporto con le aree libere. Se i mezzi pubblici funzionassero la sosta tariffata dissuaderebbe dall'uso dell'auto, ma per ora sembra solo un mezzo per fare cassa.
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La sostanziale diversità degli Impressionisti rispetto a ogni altra forma di pittura risiede nel diverso modo che essi hanno di porsi in rapporto con la realtà esterna. Essi si rendono conto (e qui sta la grandezza della loro intuizione) che tutto ciò che percepiamo attraverso gli occhi continua di fatto al di là del nostro campo visivo. Ecco dunque spiegata, nei loro dipinti, la quasi totale abolizione della prospettiva geometrica. Non è più ammesso imprigionare gli spazi della rappresentazione pittorica nella ristretta visione del reticolo prospettico: sarebbe come tentare di inscatolare qualcosa che per definizione deve essere libero e naturale e che comunque si estende anche al di là dei limiti fisici di un dipinto. Per questi motivi nella trasposizione della realtà sulla tela nulla potrà più essere definito con un disegno netto e meticoloso. Gli Impressionisti sono consapevoli che ciò che percepiamo con gli occhi va oltre il nostro campo visivo: è un'intuizione enorme che li distingue nettamente rispetto a tutte le altre forme pittoriche. Ne deriva che essi rifiutano di costringere gli spazi nel reticolo prospettico e di definire, nelle loro opere, la realtà con un disegno netto.
La sostanziale diversità degli Impressionisti rispetto a ogni altra forma di pittura risiede nel diverso modo che essi hanno di porsi in rapporto con la realtà esterna. Essi si rendono conto (e qui sta la grandezza della loro intuizione) che tutto ciò che percepiamo attraverso gli occhi continua di fatto al di là del nostro campo visivo. Ecco dunque spiegata, nei loro dipinti, la quasi totale abolizione della prospettiva geometrica. Non è più ammesso imprigionare gli spazi della rappresentazione pittorica nella ristretta visione del reticolo prospettico: sarebbe come tentare di inscatolare qualcosa che per definizione deve essere libero e naturale e che comunque si estende anche al di là dei limiti fisici di un dipinto. Per questi motivi nella trasposizione della realtà sulla tela nulla potrà più essere definito con un disegno netto e meticoloso. Gli Impressionisti sono consapevoli che ciò che percepiamo con gli occhi va oltre il nostro campo visivo: è un'intuizione enorme che li distingue nettamente rispetto a tutte le altre forme pittoriche. Ne deriva che essi rifiutano di costringere gli spazi nel reticolo prospettico e di definire, nelle loro opere, la realtà con un disegno netto.
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La spazzatura non è un problema solamente "terrestre" ma crea parecchie difficoltà anche nello spazio. Per sbarazzarsi dei rifiuti celesti un gruppo di ricerca del Laboratorio di robotica spaziale della Seconda facoltà di ingegneria di Forlì-Cesena (Università di Bologna) ha messo a punto una speciale schiuma spray poliuretanica che spruzzata sui detriti spaziali si gonfia fino a 10 volte, si solidifica e appesantisce l'oggetto, che esce così dall'orbita e precipita venendo poi naturalmente bruciato una volta entrato in atmosfera. Il progetto "REDEMPTION" (Removal of Debris using material with phase transition - Ionospherical tests) è stato scelto dall'ESA insieme ad altri sette per una fase di sperimentazione a bordo di un razzo sonda che sarà lanciato nel marzo 2012. Il progetto "REDEMPTION" della Seconda Facoltà di Ingegneria di Forlì-Cesena (Università di Bologna) prevede l'utilizzo di una speciale schiuma spray poliuretanica che, gonfiandosi e solidificandosi, appesantirà i detriti spaziali che usciranno dall'orbita e saranno bruciati al contatto con l'atmosfera. Verrà sperimentato nel marzo 2012 su un razzo sonda.
La spazzatura non è un problema solamente "terrestre" ma crea parecchie difficoltà anche nello spazio. Per sbarazzarsi dei rifiuti celesti un gruppo di ricerca del Laboratorio di robotica spaziale della Seconda facoltà di ingegneria di Forlì-Cesena (Università di Bologna) ha messo a punto una speciale schiuma spray poliuretanica che spruzzata sui detriti spaziali si gonfia fino a 10 volte, si solidifica e appesantisce l'oggetto, che esce così dall'orbita e precipita venendo poi naturalmente bruciato una volta entrato in atmosfera. Il progetto "REDEMPTION" (Removal of Debris using material with phase transition - Ionospherical tests) è stato scelto dall'ESA insieme ad altri sette per una fase di sperimentazione a bordo di un razzo sonda che sarà lanciato nel marzo 2012. Il progetto "REDEMPTION" della Seconda Facoltà di Ingegneria di Forlì-Cesena (Università di Bologna) prevede l'utilizzo di una speciale schiuma spray poliuretanica che, gonfiandosi e solidificandosi, appesantirà i detriti spaziali che usciranno dall'orbita e saranno bruciati al contatto con l'atmosfera. Verrà sperimentato nel marzo 2012 su un razzo sonda.
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La specificità che rende la Libera Università di Bolzano unica in Europa è il suo trilinguismo. L'insegnamento avviene in inglese, italiano e tedesco, più o meno un terzo per ogni lingua. Gli studenti, al momento dell'iscrizione, devono conoscere almeno due delle tre lingue. Per imparare la terza, studenti e professori hanno tre anni di tempo. Questo sistema ha favorito una forte internazionalizzazione dei docenti e ha portato a Bolzano studenti da 63 Paesi. L'anno scorso i presidi delle cinque facoltà erano di cinque madrelingue diverse. Per accedere alla Libera Università di Bolzano è necessario conoscere almeno due delle tre lingue usate per le attività didattiche, mentre la terza deve essere appresa nel corso degli studi. Questo plurilinguismo ha favorito la formazione di un corpo docente composito e internazionale.
La specificità che rende la Libera Università di Bolzano unica in Europa è il suo trilinguismo. L'insegnamento avviene in inglese, italiano e tedesco, più o meno un terzo per ogni lingua. Gli studenti, al momento dell'iscrizione, devono conoscere almeno due delle tre lingue. Per imparare la terza, studenti e professori hanno tre anni di tempo. Questo sistema ha favorito una forte internazionalizzazione dei docenti e ha portato a Bolzano studenti da 63 Paesi. L'anno scorso i presidi delle cinque facoltà erano di cinque madrelingue diverse. Per accedere alla Libera Università di Bolzano è necessario conoscere almeno due delle tre lingue usate per le attività didattiche, mentre la terza deve essere appresa nel corso degli studi. Questo plurilinguismo ha favorito la formazione di un corpo docente composito e internazionale.
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La speranza che tutti i fenomeni naturali possano essere spiegati in termini di materia, di forze fondamentali e di variazioni continue è più esile di quanto si creda; ciò vale per buona parte della fisica e per alcuni aspetti della chimica, mentre è molto meno vero per la chimica organica e per la biochimica. Non tutti i fenomeni naturali possono essere spiegati in termini di materia, di forze fondamentali e di variazioni continue soprattutto per quanto riguarda la chimica organica e la biochimica.
La speranza che tutti i fenomeni naturali possano essere spiegati in termini di materia, di forze fondamentali e di variazioni continue è più esile di quanto si creda; ciò vale per buona parte della fisica e per alcuni aspetti della chimica, mentre è molto meno vero per la chimica organica e per la biochimica. Non tutti i fenomeni naturali possono essere spiegati in termini di materia, di forze fondamentali e di variazioni continue soprattutto per quanto riguarda la chimica organica e la biochimica.
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La spesa media destinata dagli italiani alle vacanze estive è di 744 euro a persona, di cui oltre 1/3 è destinato alla tavola, superando quella per l'alloggio. È quanto afferma un'analisi della Coldiretti, evidenziando un calo complessivo dei costi del 7% favorito anche dalla diffusione dell'online. Il 32% dei vacanzieri, infatti, ha prenotato sui siti delle strutture recettive, mentre il 17% si è affidato a siti specializzati lasciandosi guidare anche dai giudizi degli altri ospiti. Secondo la Coldiretti, oltre il 34% del budget è destinato a consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. Un'indagine della Coldiretti mostra che in Italia vi è un calo generale del 7% dei costi destinati alle vacanze in virtù del diffondersi delle prenotazioni online, sia sui siti delle strutture che sui siti specializzati. Del budget destinato alla vacanza, le percentuali mostrano che gli italiani prediligono il cibo piuttosto che l'alloggio, a cui destinano meno budget rispetto alla tavola.
La spesa media destinata dagli italiani alle vacanze estive è di 744 euro a persona, di cui oltre 1/3 è destinato alla tavola, superando quella per l'alloggio. È quanto afferma un'analisi della Coldiretti, evidenziando un calo complessivo dei costi del 7% favorito anche dalla diffusione dell'online. Il 32% dei vacanzieri, infatti, ha prenotato sui siti delle strutture recettive, mentre il 17% si è affidato a siti specializzati lasciandosi guidare anche dai giudizi degli altri ospiti. Secondo la Coldiretti, oltre il 34% del budget è destinato a consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. Un'indagine della Coldiretti mostra che in Italia vi è un calo generale del 7% dei costi destinati alle vacanze in virtù del diffondersi delle prenotazioni online, sia sui siti delle strutture che sui siti specializzati. Del budget destinato alla vacanza, le percentuali mostrano che gli italiani prediligono il cibo piuttosto che l'alloggio, a cui destinano meno budget rispetto alla tavola.
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La spesa militare dell'India nel 2010 è stata di 41,3 miliardi, più 2,8 rispetto all'anno precedente e un aumento del 54% nel decennio. Come per la Cina, la crescita economica generale coinvolge anche le spese militari. Nel bilancio ufficiale non vengono comprese le spese della difesa civile e delle forze paramilitari impegnate a contrastare i ribelli maoisti "Nakaliti" che combattono in difesa dei contadini nelle zone più povere del Paese. Molte le pressioni sulla sicurezza per il Kashmir e il conseguente conflitto col Pakistan. Di pari passo con la crescita economica generale, nel 2010 la spesa militare dell'India è aumentata di 2,8 miliardi rispetto all'anno precedente, raggiungendo così i 41,3 miliardi e registrando un aumento del 54% nel decennio. Nel bilancio non sono conteggiate le spese per la difesa civile e i paramilitari che contrastano i "Nakaliti", un gruppo di ribelli maoisti che difendono i contadini. Il problema della sicurezza è molto sentito in India, anche a causa del Kashmir e del Pakistan.
La spesa militare dell'India nel 2010 è stata di 41,3 miliardi, più 2,8 rispetto all'anno precedente e un aumento del 54% nel decennio. Come per la Cina, la crescita economica generale coinvolge anche le spese militari. Nel bilancio ufficiale non vengono comprese le spese della difesa civile e delle forze paramilitari impegnate a contrastare i ribelli maoisti "Nakaliti" che combattono in difesa dei contadini nelle zone più povere del Paese. Molte le pressioni sulla sicurezza per il Kashmir e il conseguente conflitto col Pakistan. Di pari passo con la crescita economica generale, nel 2010 la spesa militare dell'India è aumentata di 2,8 miliardi rispetto all'anno precedente, raggiungendo così i 41,3 miliardi e registrando un aumento del 54% nel decennio. Nel bilancio non sono conteggiate le spese per la difesa civile e i paramilitari che contrastano i "Nakaliti", un gruppo di ribelli maoisti che difendono i contadini. Il problema della sicurezza è molto sentito in India, anche a causa del Kashmir e del Pakistan.
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La stagione, per ora, è stata clemente sul fronte neve che ancora non si è vista cadere sulle guglie del Duomo ma, nonostante questo, la pioggia non ha dato tregua al capoluogo lombardo. Il problema per i motociclisti non è quello di restare asciutti, quanto il fondo stradale, sottoposto a stress notevoli, aggravati dall'intensità delle precipitazioni. La situazione è estesa a tutte le zone della città, da Viale Certosa a Monte Napoleone, da Moscova a Lotto e insidia i conducenti che ogni giorno affrontano il traffico urbano. Già normalmente questo è intenso, ma i rischi vengono aggravati dalla presenza di avvallamenti e buche in grado di mettere in difficoltà la quasi totalità dei veicoli circolanti. Quest'inverno, nonostante non abbia ancora nevicato, il fondo stradale rappresenta un pericolo per i motociclisti, e non solo, in tutte le zone della città di Milano, dato che la forte e persistente pioggia ha creato molte buche e avvallamenti.
La stagione, per ora, è stata clemente sul fronte neve che ancora non si è vista cadere sulle guglie del Duomo ma, nonostante questo, la pioggia non ha dato tregua al capoluogo lombardo. Il problema per i motociclisti non è quello di restare asciutti, quanto il fondo stradale, sottoposto a stress notevoli, aggravati dall'intensità delle precipitazioni. La situazione è estesa a tutte le zone della città, da Viale Certosa a Monte Napoleone, da Moscova a Lotto e insidia i conducenti che ogni giorno affrontano il traffico urbano. Già normalmente questo è intenso, ma i rischi vengono aggravati dalla presenza di avvallamenti e buche in grado di mettere in difficoltà la quasi totalità dei veicoli circolanti. Quest'inverno, nonostante non abbia ancora nevicato, il fondo stradale rappresenta un pericolo per i motociclisti, e non solo, in tutte le zone della città di Milano, dato che la forte e persistente pioggia ha creato molte buche e avvallamenti.
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La storia del gatto delle foreste norvegesi è ricca di leggende legate al popolo dei Vichinghi. Si narra, infatti, che questo antico popolo usasse tenere in casa i gatti dei boschi vicini alle loro abitazioni e che li portasse sulle navi, durante i viaggi, come cacciatori di topi. Alcune leggende norvegesi raccontano che Freyja, dea dell'amore e della fertilità, vagasse per il mondo su un carro trainato da due grossi gatti dal pelo lungo cercando il suo consorte, e che anche Thor, dio del tuono, fu sottoposto a una prova di forza che consisteva nel sollevare un grosso gatto. Il gatto delle foreste norvegesi è legato a diverse leggende tipiche del popolo dei Vichinghi. Sembra che questo popolo tenesse in casa i gatti che vivevano nei boschi vicini alle abitazioni e li portasse con sé durante i viaggi per mare per scacciare i topi. Il gatto è presente anche in una leggenda sulla dea dell'amore e della fertilità, come trainatore del suo carro, e in una leggenda sul dio del tuono, come animale che il dio dovette sollevare come prova di forza.
La storia del gatto delle foreste norvegesi è ricca di leggende legate al popolo dei Vichinghi. Si narra, infatti, che questo antico popolo usasse tenere in casa i gatti dei boschi vicini alle loro abitazioni e che li portasse sulle navi, durante i viaggi, come cacciatori di topi. Alcune leggende norvegesi raccontano che Freyja, dea dell'amore e della fertilità, vagasse per il mondo su un carro trainato da due grossi gatti dal pelo lungo cercando il suo consorte, e che anche Thor, dio del tuono, fu sottoposto a una prova di forza che consisteva nel sollevare un grosso gatto. Il gatto delle foreste norvegesi è legato a diverse leggende tipiche del popolo dei Vichinghi. Sembra che questo popolo tenesse in casa i gatti che vivevano nei boschi vicini alle abitazioni e li portasse con sé durante i viaggi per mare per scacciare i topi. Il gatto è presente anche in una leggenda sulla dea dell'amore e della fertilità, come trainatore del suo carro, e in una leggenda sul dio del tuono, come animale che il dio dovette sollevare come prova di forza.
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La storia del Paese e del sistema di istruzione dimostrano che a lottare per la fine dell'apartheid e per la giustizia sociale in generale non sono stati soltanto gli intellettuali già affermati, ma anche giovani studenti. Sfortunatamente, a differenza degli scioperi, nonostante la rivolta studentesca sia stata più drammatica e abbia avuto risposte governative più violente, e nonostante questi giovani provenissero dalla classe lavoratrice, essa non ha mai attratto sufficiente interesse degli accademici, con la conseguenza che gli studi sulle idee e le azioni dei giovani non sono mai stati prominenti. Nonostante la rivolta studentesca sia stata più drammatica degli scioperi, gli studi sul pensiero e sulle azioni dei giovani non sono mai stati predominanti. Anche se appartenenti alla classe lavoratrice e oggetto di maggior repressione governativa, gli studenti e le loro vicende non hanno interessato a sufficienza gli accademici. Eppure anche questi giovani lottarono per la fine dell'apartheid.
La storia del Paese e del sistema di istruzione dimostrano che a lottare per la fine dell'apartheid e per la giustizia sociale in generale non sono stati soltanto gli intellettuali già affermati, ma anche giovani studenti. Sfortunatamente, a differenza degli scioperi, nonostante la rivolta studentesca sia stata più drammatica e abbia avuto risposte governative più violente, e nonostante questi giovani provenissero dalla classe lavoratrice, essa non ha mai attratto sufficiente interesse degli accademici, con la conseguenza che gli studi sulle idee e le azioni dei giovani non sono mai stati prominenti. Nonostante la rivolta studentesca sia stata più drammatica degli scioperi, gli studi sul pensiero e sulle azioni dei giovani non sono mai stati predominanti. Anche se appartenenti alla classe lavoratrice e oggetto di maggior repressione governativa, gli studenti e le loro vicende non hanno interessato a sufficienza gli accademici. Eppure anche questi giovani lottarono per la fine dell'apartheid.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto.
La storia della scrittura è antica quanto quella dell'umanità. Da sempre l'uomo ha sentito l'esigenza di registrare le proprie conoscenze e di trasmetterle ai posteri. Il metodo più semplice di tutti è la scrittura figurata. La storia della scrittura è antica come l'uomo, da sempre interessato a trasmettere le proprie conoscenze ai posteri, a partire dalla forma di scrittura più semplice: quella figurata.
La storia della scrittura è antica quanto quella dell'umanità. Da sempre l'uomo ha sentito l'esigenza di registrare le proprie conoscenze e di trasmetterle ai posteri. Il metodo più semplice di tutti è la scrittura figurata. La storia della scrittura è antica come l'uomo, da sempre interessato a trasmettere le proprie conoscenze ai posteri, a partire dalla forma di scrittura più semplice: quella figurata.
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La storia d'immigrazione della Germania è cominciata attorno agli anni sessanta. Inizialmente il dibattito degli anni sessanta e settanta ha enfatizzato la concezione del "lavoratore ospite", di cui si prevedeva il rientro nel Paese d'origine dopo un periodo più o meno lungo. Gli anni novanta invece hanno visto un crescente riconoscimento della stabilizzazione degli immigrati. Negli ultimi 50 anni la loro composizione etnica ha subito una notevole trasformazione. I Paesi dai quali la forza lavoro migrante proviene sono cambiati: i Paesi dell'Europa sudorientale (ex Jugoslavia e Turchia) hanno sostituito quelli dell'Europa del sud (Italia, Grecia, Spagna e poi Portogallo). A partire dalla seconda metà degli anni ottanta gli immigrati dall'Africa e dall'Asia costituiscono una porzione consistente del totale degli stranieri. La Germania ha avuto le prime ondate di immigrazione solo negli anni sessanta. Inizialmente il modello predominante era quello del lavoratore ospite, il quale poteva risiedere nel Paese solo per un periodo limitato, solo più tardi è stata accettata la stabilizzazione della popolazione immigrata. Non solo il modello politico ma anche la composizione etnica è cambiata notevolmente: inizialmente i migranti provenivano dal Sud dell'Europa, in seguito dall'Europa sudorientale, e solo negli ultimi decenni una buona fetta dei migranti proviene da Paesi extraeuropei.
La storia d'immigrazione della Germania è cominciata attorno agli anni sessanta. Inizialmente il dibattito degli anni sessanta e settanta ha enfatizzato la concezione del "lavoratore ospite", di cui si prevedeva il rientro nel Paese d'origine dopo un periodo più o meno lungo. Gli anni novanta invece hanno visto un crescente riconoscimento della stabilizzazione degli immigrati. Negli ultimi 50 anni la loro composizione etnica ha subito una notevole trasformazione. I Paesi dai quali la forza lavoro migrante proviene sono cambiati: i Paesi dell'Europa sudorientale (ex Jugoslavia e Turchia) hanno sostituito quelli dell'Europa del sud (Italia, Grecia, Spagna e poi Portogallo). A partire dalla seconda metà degli anni ottanta gli immigrati dall'Africa e dall'Asia costituiscono una porzione consistente del totale degli stranieri. La Germania ha avuto le prime ondate di immigrazione solo negli anni sessanta. Inizialmente il modello predominante era quello del lavoratore ospite, il quale poteva risiedere nel Paese solo per un periodo limitato, solo più tardi è stata accettata la stabilizzazione della popolazione immigrata. Non solo il modello politico ma anche la composizione etnica è cambiata notevolmente: inizialmente i migranti provenivano dal Sud dell'Europa, in seguito dall'Europa sudorientale, e solo negli ultimi decenni una buona fetta dei migranti proviene da Paesi extraeuropei.
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La storiografia antica prende in esame avvenimenti importanti e degni di ricordo, o che essa ritiene tali, secondo principi, scopi, interessi, gusti che sono spesso assai dissimili fra di loro perché variano secondo l'ambito sociale entro cui l'opera storica nasce, secondo il pubblico al quale si rivolge, secondo il modulo storiografico entro il quale l'opera si colloca. Non è neppure detto che quanto per gli antichi è oggetto di storia lo sia anche per noi e viceversa. La storiografia antica era mossa da motivazioni molto diverse, che hanno variamente influenzato quanto essa ha deciso di conservare. Quelle motivazioni inoltre non necessariamente coincidono con quelle moderne.
La storiografia antica prende in esame avvenimenti importanti e degni di ricordo, o che essa ritiene tali, secondo principi, scopi, interessi, gusti che sono spesso assai dissimili fra di loro perché variano secondo l'ambito sociale entro cui l'opera storica nasce, secondo il pubblico al quale si rivolge, secondo il modulo storiografico entro il quale l'opera si colloca. Non è neppure detto che quanto per gli antichi è oggetto di storia lo sia anche per noi e viceversa. La storiografia antica era mossa da motivazioni molto diverse, che hanno variamente influenzato quanto essa ha deciso di conservare. Quelle motivazioni inoltre non necessariamente coincidono con quelle moderne.
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La struttura teorica dell'analisi marxiana fu elaborata per comprendere le leggi di movimento del capitalismo. Il movimento del capitalismo, tuttavia, è nient'altro che il processo di sviluppo economico in presenza di molteplici centri di decisione dell'investimento. Diventa allora una questione interessante chiedersi quanto della struttura teorica di Marx si applichi ai problemi di sviluppo economico in generale, e quanto sia limitato soltanto a quegli aspetti che discendono dalla condizione, teoricamente contingente, di decisioni di investimento decentrate. Bisogna chiedersi quanto della struttura teorica di Marx si possa applicare allo sviluppo economico in generale e quanto al solo capitalismo, inteso come momento contingente della storia, per spiegare il quale essa fu formulata.
La struttura teorica dell'analisi marxiana fu elaborata per comprendere le leggi di movimento del capitalismo. Il movimento del capitalismo, tuttavia, è nient'altro che il processo di sviluppo economico in presenza di molteplici centri di decisione dell'investimento. Diventa allora una questione interessante chiedersi quanto della struttura teorica di Marx si applichi ai problemi di sviluppo economico in generale, e quanto sia limitato soltanto a quegli aspetti che discendono dalla condizione, teoricamente contingente, di decisioni di investimento decentrate. Bisogna chiedersi quanto della struttura teorica di Marx si possa applicare allo sviluppo economico in generale e quanto al solo capitalismo, inteso come momento contingente della storia, per spiegare il quale essa fu formulata.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto.
La sua casa era aperta al pubblico. Gli oggetti non erano assicurati e non erano state prese le consuete misure di sicurezza. Non ce n'era bisogno, dal momento che la signora Lardner teneva alle sue dipendenze una folta schiera di robot servitori, ognuno dei quali poteva essere messo a guardia di un pezzo della raccolta, eseguendo il suo compito con imperturbabile concentrazione, inattaccabile onestà e imbattibile efficienza. Grazie all'onestà e all'efficienza dei robot servitori della signora Lardner, ognuno dei quali poteva essere messo a guardia di un pezzo della sua collezione la sua casa poteva restare aperta al pubblico, senza che gli oggetti fossero assicurati e vi fossero altre misure di sicurezza.
La sua casa era aperta al pubblico. Gli oggetti non erano assicurati e non erano state prese le consuete misure di sicurezza. Non ce n'era bisogno, dal momento che la signora Lardner teneva alle sue dipendenze una folta schiera di robot servitori, ognuno dei quali poteva essere messo a guardia di un pezzo della raccolta, eseguendo il suo compito con imperturbabile concentrazione, inattaccabile onestà e imbattibile efficienza. Grazie all'onestà e all'efficienza dei robot servitori della signora Lardner, ognuno dei quali poteva essere messo a guardia di un pezzo della sua collezione la sua casa poteva restare aperta al pubblico, senza che gli oggetti fossero assicurati e vi fossero altre misure di sicurezza.
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La sua famiglia sembra quella di ogni "buona" tradizione americana. Eppure qualcosa non funziona. Forse per via della "vacuità", come egli stesso la definisce, che caratterizza le persone che lo circondano, o forse per l'incomunicabilità con il mondo esterno, che lo porta a prediligere le escursioni nel cimitero vicino a casa ai giochi con i coetanei. Nonostante egli appartenga a una buona famiglia tradizionale americana, qualcosa non va. Forse, a causa della vacuità delle persone che ha intorno, oppure alla sua difficoltà di comunicare con il mondo esterno.
La sua famiglia sembra quella di ogni "buona" tradizione americana. Eppure qualcosa non funziona. Forse per via della "vacuità", come egli stesso la definisce, che caratterizza le persone che lo circondano, o forse per l'incomunicabilità con il mondo esterno, che lo porta a prediligere le escursioni nel cimitero vicino a casa ai giochi con i coetanei. Nonostante egli appartenga a una buona famiglia tradizionale americana, qualcosa non va. Forse, a causa della vacuità delle persone che ha intorno, oppure alla sua difficoltà di comunicare con il mondo esterno.
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La teoria della relatività ristretta nacque dall'osservazione che, per passare da un sistema inerziale a un altro, le leggi dell'elettromagnetismo non si trasformano correttamente quando si applicano le trasformazioni di Galileo. Lorentz formulò una serie di equazioni che, sostituite alle trasformazioni di Galileo, consentono una corretta trasformazione delle equazioni dell'elettrodinamica nel passaggio da un sistema di riferimento all'altro. L'osservazione che le leggi dell'elettromagnetismo non si trasformano in modo corretto applicando le trasformazioni galileiane nel passaggio da un sistema inerziale a un altro ha dato origine alla teoria della relatività ristretta. Le equazioni formulate da Lorentz, al contrario delle trasformazioni galileiane, consentono un passaggio corretto in tal senso.
La teoria della relatività ristretta nacque dall'osservazione che, per passare da un sistema inerziale a un altro, le leggi dell'elettromagnetismo non si trasformano correttamente quando si applicano le trasformazioni di Galileo. Lorentz formulò una serie di equazioni che, sostituite alle trasformazioni di Galileo, consentono una corretta trasformazione delle equazioni dell'elettrodinamica nel passaggio da un sistema di riferimento all'altro. L'osservazione che le leggi dell'elettromagnetismo non si trasformano in modo corretto applicando le trasformazioni galileiane nel passaggio da un sistema inerziale a un altro ha dato origine alla teoria della relatività ristretta. Le equazioni formulate da Lorentz, al contrario delle trasformazioni galileiane, consentono un passaggio corretto in tal senso.
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La Tomba delle Anatre di Veio, risalente al 680-670 a.C., è forse la più antica delle tombe etrusche a camera dipinte. Il suo nome deriva dalla decorazione pittorica che orna la parete della sepoltura: sopra un fregio continuo a fasce parallele è raffigurata una teoria di piccole anatre. I corpi dei volatili, fortemente stilizzati, sono alternativamente dipinti a colore pieno e a tratteggio, secondo uno stile ricollegabile alla produzione italo-geometrica e con puntuali confronti nella decorazione della ceramica. Infatti gli artisti che si occupavano di queste pitture provenivano dalle botteghe dedite alla produzione vascolare. La Tomba delle Anatre a Veio, forse la più antica delle tombe etrusche dipinte, risale al principio del VII secolo a.C. Deve il suo nome alla serie di piccole anatre che decora la parete della sepoltura. Il tratteggio e il colore pieno si alternano nella campitura dei corpi dei volatili, che appaiono molto stilizzati: la decorazione pittorica si presta a confronti con lo stile italo-geometrico e con quello usato per la ceramica. Questo perché i pittori che affrescavano le tombe provenivano dalle botteghe dei vasai.
La Tomba delle Anatre di Veio, risalente al 680-670 a.C., è forse la più antica delle tombe etrusche a camera dipinte. Il suo nome deriva dalla decorazione pittorica che orna la parete della sepoltura: sopra un fregio continuo a fasce parallele è raffigurata una teoria di piccole anatre. I corpi dei volatili, fortemente stilizzati, sono alternativamente dipinti a colore pieno e a tratteggio, secondo uno stile ricollegabile alla produzione italo-geometrica e con puntuali confronti nella decorazione della ceramica. Infatti gli artisti che si occupavano di queste pitture provenivano dalle botteghe dedite alla produzione vascolare. La Tomba delle Anatre a Veio, forse la più antica delle tombe etrusche dipinte, risale al principio del VII secolo a.C. Deve il suo nome alla serie di piccole anatre che decora la parete della sepoltura. Il tratteggio e il colore pieno si alternano nella campitura dei corpi dei volatili, che appaiono molto stilizzati: la decorazione pittorica si presta a confronti con lo stile italo-geometrico e con quello usato per la ceramica. Questo perché i pittori che affrescavano le tombe provenivano dalle botteghe dei vasai.
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La Torre del Mangia si trova in piazza del Campo a Siena; è la torre civica del palazzo Comunale. È tra le torri antiche italiane più alte (la terza, dopo il Torrazzo di Cremona alto 112 metri, e la Torre degli Asinelli di Bologna alta 97,2 metri), arrivando a 88 metri all'altezza degli ultimi merli. Secondo quanto scritto da Ranuccio Bianchi Bandinelli, la Torre del Mangia, pur partendo da una levatura del terreno più bassa, raggiunge la stessa altezza del campanile del Duomo di Siena, questo per simboleggiare il raggiunto equilibrio tra il potere celeste e quello terreno, senza che nessuno dei due superi e si imponga sull'altro. A Siena, in piazza del Campo, sorge la torre civica chiamata Torre del Mangia: coi suoi 88 metri è tra le torri antiche italiane più alte (superata solo dal Torrazzo di Cremona e dalla Torre degli Asinelli di Bologna). La Torre del Mangia, pur partendo da una quota più bassa, raggiunge la medesima altezza del campanile del Duomo di Siena, per simboleggiare il raggiunto equilibrio tra il potere celeste e quello terreno.
La Torre del Mangia si trova in piazza del Campo a Siena; è la torre civica del palazzo Comunale. È tra le torri antiche italiane più alte (la terza, dopo il Torrazzo di Cremona alto 112 metri, e la Torre degli Asinelli di Bologna alta 97,2 metri), arrivando a 88 metri all'altezza degli ultimi merli. Secondo quanto scritto da Ranuccio Bianchi Bandinelli, la Torre del Mangia, pur partendo da una levatura del terreno più bassa, raggiunge la stessa altezza del campanile del Duomo di Siena, questo per simboleggiare il raggiunto equilibrio tra il potere celeste e quello terreno, senza che nessuno dei due superi e si imponga sull'altro. A Siena, in piazza del Campo, sorge la torre civica chiamata Torre del Mangia: coi suoi 88 metri è tra le torri antiche italiane più alte (superata solo dal Torrazzo di Cremona e dalla Torre degli Asinelli di Bologna). La Torre del Mangia, pur partendo da una quota più bassa, raggiunge la medesima altezza del campanile del Duomo di Siena, per simboleggiare il raggiunto equilibrio tra il potere celeste e quello terreno.
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La tradizione teatrale occidentale trova le sue origini storiche nella tragedia e nella commedia, entrambe legate al culto di Dioniso e ai più antichi riti di fertilità. Se la tragedia affronta i grandi temi mitologici e gli eterni interrogativi della vita umana, la commedia ruota attorno agli avvenimenti politici, sociali e culturali del tempo. Le origini storiche della tradizione teatrale occidentale vanno rintracciate nella tragedia e nella commedia legate al culto di Dioniso e agli antichi riti di fertilità. La tragedia si occupa di temi mitologici ed esistenziali, la commedia degli aspetti politici, sociali e culturali del tempo.
La tradizione teatrale occidentale trova le sue origini storiche nella tragedia e nella commedia, entrambe legate al culto di Dioniso e ai più antichi riti di fertilità. Se la tragedia affronta i grandi temi mitologici e gli eterni interrogativi della vita umana, la commedia ruota attorno agli avvenimenti politici, sociali e culturali del tempo. Le origini storiche della tradizione teatrale occidentale vanno rintracciate nella tragedia e nella commedia legate al culto di Dioniso e agli antichi riti di fertilità. La tragedia si occupa di temi mitologici ed esistenziali, la commedia degli aspetti politici, sociali e culturali del tempo.
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La traumatica esperienza della depressione degli anni Trenta e la guerra diedero origine a una nuova ideologia, nella quale avevano la precedenza il raggiungimento della piena occupazione e la giustizia sociale attraverso un intervento attivo da parte del governo. Per raggiungere tali obiettivi era necessario che l'economia operasse a piena capacità, che i governi attenuassero le recessioni cicliche che avrebbero potuto verificarsi e, infine, che si sviluppasse una strategia di crescita di lungo periodo tale da consentire un'espansione ininterrotta dei benefici economici, che sarebbero potuti essere distribuiti attraverso lo Stato assistenziale. La chiave di volta di tutto fu l'economia mista. La depressione degli anni Trenta e la guerra originarono un'ideologia che privilegiava la piena occupazione e la giustizia sociale con l'intervento attivo del governo. L'economia mista fu il modo per raggiungere tali obiettivi. I governi dovevano attenuare le eventuali recessioni cicliche, l'economia operare a piena capacità e una strategia di crescita a lungo termine doveva consentire l'espansione dei benefici economici da distribuire attraverso lo Stato assistenziale.
La traumatica esperienza della depressione degli anni Trenta e la guerra diedero origine a una nuova ideologia, nella quale avevano la precedenza il raggiungimento della piena occupazione e la giustizia sociale attraverso un intervento attivo da parte del governo. Per raggiungere tali obiettivi era necessario che l'economia operasse a piena capacità, che i governi attenuassero le recessioni cicliche che avrebbero potuto verificarsi e, infine, che si sviluppasse una strategia di crescita di lungo periodo tale da consentire un'espansione ininterrotta dei benefici economici, che sarebbero potuti essere distribuiti attraverso lo Stato assistenziale. La chiave di volta di tutto fu l'economia mista. La depressione degli anni Trenta e la guerra originarono un'ideologia che privilegiava la piena occupazione e la giustizia sociale con l'intervento attivo del governo. L'economia mista fu il modo per raggiungere tali obiettivi. I governi dovevano attenuare le eventuali recessioni cicliche, l'economia operare a piena capacità e una strategia di crescita a lungo termine doveva consentire l'espansione dei benefici economici da distribuire attraverso lo Stato assistenziale.
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La VDW, federazione degli scienziati tedeschi, e la IALANA, associazione internazionale giuristi contro le armi nucleari, consegneranno a Berlino il premio Whistleblower 2011 alla fonte anonima del video pubblicato da Wikileaks il 5 aprile 2010: "Collateral murder". Il video, girato da un elicottero Apache con visione del mirino di un'arma, mostra la brutalità e disumanità della guerra moderna. Soldati statunitensi, in un sobborgo di Nuova Baghdad, uccidono indiscriminatamente dei civili tra cui due giornalisti Reuters, Saeed Chmagh e Namir Noor Eldeen. Due bambini vengono feriti. Un'associazione di scienziati tedeschi e una internazionale di giuristi contro le armi nucleari consegneranno il premio Whistleblower all'anonimo che ha pubblicato su Wikileaks il video "Collateral Murder". La clip, attraverso un mirino, mostra la brutalità della guerra di oggi e si concentra su soldati americani che, in un sobborgo di Baghdad, uccidono civili e feriscono bambini.
La VDW, federazione degli scienziati tedeschi, e la IALANA, associazione internazionale giuristi contro le armi nucleari, consegneranno a Berlino il premio Whistleblower 2011 alla fonte anonima del video pubblicato da Wikileaks il 5 aprile 2010: "Collateral murder". Il video, girato da un elicottero Apache con visione del mirino di un'arma, mostra la brutalità e disumanità della guerra moderna. Soldati statunitensi, in un sobborgo di Nuova Baghdad, uccidono indiscriminatamente dei civili tra cui due giornalisti Reuters, Saeed Chmagh e Namir Noor Eldeen. Due bambini vengono feriti. Un'associazione di scienziati tedeschi e una internazionale di giuristi contro le armi nucleari consegneranno il premio Whistleblower all'anonimo che ha pubblicato su Wikileaks il video "Collateral Murder". La clip, attraverso un mirino, mostra la brutalità della guerra di oggi e si concentra su soldati americani che, in un sobborgo di Baghdad, uccidono civili e feriscono bambini.
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La vita comoda piace a tutti, ma è proprio questa accettazione generale e acritica che va interrogata per comprendere i cambiamenti epocali indotti dall'imperante ipertecnologia. Prepotentemente entrata nella nostra routine quotidiana, la comodità è diventata non solo uno stile di vita ma anche un modo di conoscere che ha plasmato la cultura materiale e gli stessi modelli valutativi. Si configura dunque come un fatto sociale totale che ci consente di indagare la cesura antropologica che ha dato vita a una forma inedita di umanità: l'"Homo comfort". La comodità è ormai per noi quotidiana e non solo come stile di vita, ma anche come modo di conoscere. È in questo senso un fatto sociale totale che ci permette di analizzare una nuova forma di umanità, l'"Homo comfort". Non è possibile, infatti, accettare in modo generale e acritico il fatto che la vita comoda piaccia a tutti, si tratta di rendersi conto dei cambiamenti epocali indotti dalla dilagante ipertecnologia.
La vita comoda piace a tutti, ma è proprio questa accettazione generale e acritica che va interrogata per comprendere i cambiamenti epocali indotti dall'imperante ipertecnologia. Prepotentemente entrata nella nostra routine quotidiana, la comodità è diventata non solo uno stile di vita ma anche un modo di conoscere che ha plasmato la cultura materiale e gli stessi modelli valutativi. Si configura dunque come un fatto sociale totale che ci consente di indagare la cesura antropologica che ha dato vita a una forma inedita di umanità: l'"Homo comfort". La comodità è ormai per noi quotidiana e non solo come stile di vita, ma anche come modo di conoscere. È in questo senso un fatto sociale totale che ci permette di analizzare una nuova forma di umanità, l'"Homo comfort". Non è possibile, infatti, accettare in modo generale e acritico il fatto che la vita comoda piaccia a tutti, si tratta di rendersi conto dei cambiamenti epocali indotti dalla dilagante ipertecnologia.
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La vita dell'uomo, dalla nascita alla morte e in tutti i momenti del suo svolgimento, si attua attraverso una serie infinita di relazioni o rapporti, posti in essere con altri uomini. Né, a ben pensare, può avvenire diversamente: unus homo nullus homo, dicevano gli antichi, mentre i filosofi moderni ci diranno che il nostro "esserci" e già un "con-esserci". L'affermazione che l'uomo è un essere politico, cioè naturalmente destinato alla vita associata, è una verità acquisita. L'inevitabile inserimento dell'uomo in una comunità ha fatto sin dall'antichità comprendere che l'uomo, per tutto il corso della sua vita, deve relazionarsi con gli altri.
La vita dell'uomo, dalla nascita alla morte e in tutti i momenti del suo svolgimento, si attua attraverso una serie infinita di relazioni o rapporti, posti in essere con altri uomini. Né, a ben pensare, può avvenire diversamente: unus homo nullus homo, dicevano gli antichi, mentre i filosofi moderni ci diranno che il nostro "esserci" e già un "con-esserci". L'affermazione che l'uomo è un essere politico, cioè naturalmente destinato alla vita associata, è una verità acquisita. L'inevitabile inserimento dell'uomo in una comunità ha fatto sin dall'antichità comprendere che l'uomo, per tutto il corso della sua vita, deve relazionarsi con gli altri.
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La vita può essere vissuta in due modi: come calcolo o come poesia. L'uomo ha due polarità al proprio interno: quella calcolatrice, cui si devono la scienza, gli affari e la politica; e quella non calcolatrice, responsabile della poesia, della scultura e della musica. Queste due polarità non sono mai state collegate, continuano ad avere esistenze separate; di conseguenza l'uomo è rimasto immensamente povero e scisso. Queste due polarità vanno connesse tra loro. La mancata connessione tra le due polarità umane - quella calcolatrice e quella non calcolatrice - è la causa delle caratteristiche dell'uomo di essere povero e scisso. Il collegamento tra queste due parti, cui si devono da un lato la scienza, gli affari e la politica e dall'altro la scultura, la musica e la poesia, è la soluzione.
La vita può essere vissuta in due modi: come calcolo o come poesia. L'uomo ha due polarità al proprio interno: quella calcolatrice, cui si devono la scienza, gli affari e la politica; e quella non calcolatrice, responsabile della poesia, della scultura e della musica. Queste due polarità non sono mai state collegate, continuano ad avere esistenze separate; di conseguenza l'uomo è rimasto immensamente povero e scisso. Queste due polarità vanno connesse tra loro. La mancata connessione tra le due polarità umane - quella calcolatrice e quella non calcolatrice - è la causa delle caratteristiche dell'uomo di essere povero e scisso. Il collegamento tra queste due parti, cui si devono da un lato la scienza, gli affari e la politica e dall'altro la scultura, la musica e la poesia, è la soluzione.
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La vita sociale del lupo è un esempio di cooperazione familiare che diventa l'unità efficiente della caccia. Il branco è guidato dalla coppia dominante: un maschio e una femmina; il resto del branco è formato da cuccioli, giovani e adulti imparentati con questi. La gerarchia di gruppo fa sì che, quando uno o entrambi i capi muoiono o restano feriti, quelli che vengono secondi per rango prendono il comando. La lupa è una madre attenta e sollecita; i piccoli trascorrono settimane a lottare e giocare tra loro, imparando così quelle mosse e posizioni che da adulti caratterizzeranno le abitudini della famiglia. Normalmente il branco è composto da circa venti individui, ma d'inverno si uniscono anche più branchi a formare gruppi di cinquanta e più lupi, che possono efficacemente cacciare anche grosse prede. Nella vita sociale dei lupi la cooperazione familiare diventa l'unità efficiente della caccia. La coppia dominate guida un branco, normalmente di venti elementi, formato da cuccioli e da giovani e adulti tra loro imparentati. In caso di morte o ferimento dei capi, essi vengono sostituiti in base alla gerarchia del gruppo. La lupa è una buona madre. I piccoli imparano le abitudini della famiglia con il gioco e la lotta. In inverno più gruppi si uniscono e cacciano meglio.
La vita sociale del lupo è un esempio di cooperazione familiare che diventa l'unità efficiente della caccia. Il branco è guidato dalla coppia dominante: un maschio e una femmina; il resto del branco è formato da cuccioli, giovani e adulti imparentati con questi. La gerarchia di gruppo fa sì che, quando uno o entrambi i capi muoiono o restano feriti, quelli che vengono secondi per rango prendono il comando. La lupa è una madre attenta e sollecita; i piccoli trascorrono settimane a lottare e giocare tra loro, imparando così quelle mosse e posizioni che da adulti caratterizzeranno le abitudini della famiglia. Normalmente il branco è composto da circa venti individui, ma d'inverno si uniscono anche più branchi a formare gruppi di cinquanta e più lupi, che possono efficacemente cacciare anche grosse prede. Nella vita sociale dei lupi la cooperazione familiare diventa l'unità efficiente della caccia. La coppia dominate guida un branco, normalmente di venti elementi, formato da cuccioli e da giovani e adulti tra loro imparentati. In caso di morte o ferimento dei capi, essi vengono sostituiti in base alla gerarchia del gruppo. La lupa è una buona madre. I piccoli imparano le abitudini della famiglia con il gioco e la lotta. In inverno più gruppi si uniscono e cacciano meglio.
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La vita sulla Terra potrebbe essersi manifestata 300 milioni di anni prima di quanto finora pensato, ossia 4,1 miliardi di anni fa: poco dopo la formazione del pianeta, avvenuta 4,54 miliardi di anni fa, e prima del grande bombardamento di meteoriti avvenuto 3,9 miliardi di anni fa. L'ipotesi è di un gruppo di ricercatori dell'Università della California a Los Angeles e della Stanford University che - come si legge in un articolo pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences" - hanno trovato tracce di un accumulo di carbonio di probabile origine biologica all'interno di alcuni zirconi risalenti a un periodo compreso fra 3,8 e 4,38 miliardi di anni fa. La vita sulla Terra potrebbe esser nata 300 milioni di anni prima di quanto finora pensato, ossia 4,1 miliardi di anni fa. L'ipotesi è di un gruppo di ricercatori dell'Università della California a Los Angeles e della Stanford University che hanno trovato tracce di un accumulo di carbonio di probabile origine biologica all'interno di alcuni zirconi risalenti a un periodo compreso fra 3,8 e 4,38 miliardi di anni fa.
La vita sulla Terra potrebbe essersi manifestata 300 milioni di anni prima di quanto finora pensato, ossia 4,1 miliardi di anni fa: poco dopo la formazione del pianeta, avvenuta 4,54 miliardi di anni fa, e prima del grande bombardamento di meteoriti avvenuto 3,9 miliardi di anni fa. L'ipotesi è di un gruppo di ricercatori dell'Università della California a Los Angeles e della Stanford University che - come si legge in un articolo pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences" - hanno trovato tracce di un accumulo di carbonio di probabile origine biologica all'interno di alcuni zirconi risalenti a un periodo compreso fra 3,8 e 4,38 miliardi di anni fa. La vita sulla Terra potrebbe esser nata 300 milioni di anni prima di quanto finora pensato, ossia 4,1 miliardi di anni fa. L'ipotesi è di un gruppo di ricercatori dell'Università della California a Los Angeles e della Stanford University che hanno trovato tracce di un accumulo di carbonio di probabile origine biologica all'interno di alcuni zirconi risalenti a un periodo compreso fra 3,8 e 4,38 miliardi di anni fa.
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L'abbandono dei cani, oltre ad essere un gesto incivile e un reato - perseguito in Italia con l'arresto fino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro - rappresenta la causa primaria del randagismo. Il fenomeno del randagismo implica importanti conseguenze dal punto di vista igienico, sanitario e sociale. Basti pensare ai numerosi incidenti stradali causati dal vagabondare di animali randagi e alle possibili patologie da questi trasmesse al bestiame e all'uomo. Contrastare quindi l'abbandono dei cani è l'obiettivo della campagna 2011 di sensibilizzazione lanciata dal Ministero della Salute. L'abbandono dei cani, al centro di una campagna di sensibilizzazione promossa dal ministero della Salute, è una delle principali cause del randagismo, problema che ha gravi conseguenze sul piano igienico, sanitario e sociale, se si pensa ai molti incidenti stradali causati dagli animali randagi e alle possibili patologie trasmesse al bestiame e all'uomo. È punibile con l'arresto fino a un anno o un'ammenda fino a 10 mila euro.
L'abbandono dei cani, oltre ad essere un gesto incivile e un reato - perseguito in Italia con l'arresto fino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro - rappresenta la causa primaria del randagismo. Il fenomeno del randagismo implica importanti conseguenze dal punto di vista igienico, sanitario e sociale. Basti pensare ai numerosi incidenti stradali causati dal vagabondare di animali randagi e alle possibili patologie da questi trasmesse al bestiame e all'uomo. Contrastare quindi l'abbandono dei cani è l'obiettivo della campagna 2011 di sensibilizzazione lanciata dal Ministero della Salute. L'abbandono dei cani, al centro di una campagna di sensibilizzazione promossa dal ministero della Salute, è una delle principali cause del randagismo, problema che ha gravi conseguenze sul piano igienico, sanitario e sociale, se si pensa ai molti incidenti stradali causati dagli animali randagi e alle possibili patologie trasmesse al bestiame e all'uomo. È punibile con l'arresto fino a un anno o un'ammenda fino a 10 mila euro.
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L'abbazia di Fiastra sorge nella bassa valle del Chienti, nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia, e rappresenta il più importante edificio monastico delle Marche. Di uno stile di transizione dal romanico al gotico, rispecchia in pieno l'influsso cistercense di sapore lombardo. Già nel 971 sembra sorgesse sul luogo una chiesetta. Il vasto territorio, compreso tra il fiume Chienti e il Fiastra, fu donato nel 1142 dal duca di Spoleto Guarniero II all'abate Bruno, guida dei monaci cistercensi, e a un gruppo di dodici monaci, per lo più francesi, provenienti dall'Abbazia di Chiaravalle di Milano, affinché vi edificassero un complesso abbaziale. Già alla fine dello stesso anno i monaci iniziarono la costruzione dell'Abbazia, con materiale proveniente dai resti della vicina città romana di Urbs Salvia, distrutta dai Visigoti nel 408-409, e allo stesso tempo iniziarono una lunga opera di bonifica del boscoso territorio, allora paludoso e infestato da belve feroci. Nel 1142 il Duca di Spoleto Guarniero II donò un vasto territorio tra il Chienti e il Fiastra a dodici monaci cistercensi per lo più francesi, provenienti dall'abbazia di Chiaravalle di Milano, affinché vi edificassero un complesso abbaziale. I monaci iniziarono subito la costruzione dell'abbazia, con materiale proveniente dai resti della vicina città romana di Urbs Salvia, distrutta dai Visigoti nel 408-409. L'abbazia, con uno stile tra romanico e gotico, rispecchia l'influsso cistercense lombardo e sorge dove forse già nel 971 sorgeva una chiesetta.
L'abbazia di Fiastra sorge nella bassa valle del Chienti, nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia, e rappresenta il più importante edificio monastico delle Marche. Di uno stile di transizione dal romanico al gotico, rispecchia in pieno l'influsso cistercense di sapore lombardo. Già nel 971 sembra sorgesse sul luogo una chiesetta. Il vasto territorio, compreso tra il fiume Chienti e il Fiastra, fu donato nel 1142 dal duca di Spoleto Guarniero II all'abate Bruno, guida dei monaci cistercensi, e a un gruppo di dodici monaci, per lo più francesi, provenienti dall'Abbazia di Chiaravalle di Milano, affinché vi edificassero un complesso abbaziale. Già alla fine dello stesso anno i monaci iniziarono la costruzione dell'Abbazia, con materiale proveniente dai resti della vicina città romana di Urbs Salvia, distrutta dai Visigoti nel 408-409, e allo stesso tempo iniziarono una lunga opera di bonifica del boscoso territorio, allora paludoso e infestato da belve feroci. Nel 1142 il Duca di Spoleto Guarniero II donò un vasto territorio tra il Chienti e il Fiastra a dodici monaci cistercensi per lo più francesi, provenienti dall'abbazia di Chiaravalle di Milano, affinché vi edificassero un complesso abbaziale. I monaci iniziarono subito la costruzione dell'abbazia, con materiale proveniente dai resti della vicina città romana di Urbs Salvia, distrutta dai Visigoti nel 408-409. L'abbazia, con uno stile tra romanico e gotico, rispecchia l'influsso cistercense lombardo e sorge dove forse già nel 971 sorgeva una chiesetta.
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L'accentramento e il decentramento in genere (e di conseguenza anche l'accentramento e il decentramento amministrativi) non sono istituti giuridici univoci, ma formule contenenti principi e tendenze, modi di essere di un apparato politico o amministrativo. L'accentramento e il decentramento amministrativo non costituiscono istituti giuridici univoci ma esprimono la tendenza di un apparato.
L'accentramento e il decentramento in genere (e di conseguenza anche l'accentramento e il decentramento amministrativi) non sono istituti giuridici univoci, ma formule contenenti principi e tendenze, modi di essere di un apparato politico o amministrativo. L'accentramento e il decentramento amministrativo non costituiscono istituti giuridici univoci ma esprimono la tendenza di un apparato.
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L'accezione negativa della pigrizia non è scontata. Non va sottovalutato che un'attività tipica del pigro come l'oziare, storicamente, è attribuibile al ricco, a chi se lo può felicemente permettere. Già i Greci celebravano l'ozio collegandolo soprattutto alle classi aristocratiche e dominanti, così come i Romani indicavano con il termine "otium" un periodo libero dagli affari pubblici o politici in cui ci si poteva dedicare a un'occupazione che riguardasse lo studio o il soddisfacimento dei propri impegni domestici o della cura del proprio patrimonio. Insomma ai fatti propri. La pigrizia non è necessariamente qualcosa di negativo: in passato, anzi, l'ozio veniva celebrato come tempo da usare per se stessi e chi se lo poteva permettere erano i ricchi e i potenti. È il caso, ad esempio, delle antiche civiltà greca e romana.
L'accezione negativa della pigrizia non è scontata. Non va sottovalutato che un'attività tipica del pigro come l'oziare, storicamente, è attribuibile al ricco, a chi se lo può felicemente permettere. Già i Greci celebravano l'ozio collegandolo soprattutto alle classi aristocratiche e dominanti, così come i Romani indicavano con il termine "otium" un periodo libero dagli affari pubblici o politici in cui ci si poteva dedicare a un'occupazione che riguardasse lo studio o il soddisfacimento dei propri impegni domestici o della cura del proprio patrimonio. Insomma ai fatti propri. La pigrizia non è necessariamente qualcosa di negativo: in passato, anzi, l'ozio veniva celebrato come tempo da usare per se stessi e chi se lo poteva permettere erano i ricchi e i potenti. È il caso, ad esempio, delle antiche civiltà greca e romana.
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L'acconciatura per gli antichi Egizi era importante dopo la morte tanto quanto in vita. Lo dimostra una ricerca dell'Università di Manchester pubblicata sulla rivista Journal of Archeological Sciences. Esaminando 18 mummie di entrambi i sessi, risalenti a un periodo compreso tra i 3500 e i 2300 anni fa, gli studiosi hanno dedotto che i cadaveri venivano pettinati e acconciati con un "gel" a base di grasso animale, durante le procedure per preparare il corpo all'aldilà. Secondo gli esperti questa sostanza veniva utilizzata anche in vita per sistemare le capigliature. Secondo una ricerca dell'Università di Manchester, pubblicata sul Journal of Archeological Sciences, gli antichi egizi pettinavano e acconciavano con un "gel" i capelli dei defunti. Esaminando 18 mummie di entrambi i sessi risalenti a 3500-2300 anni fa, si è scoperto che usavano la stessa sostanza a base di grasso animale che usavano anche in vita.
L'acconciatura per gli antichi Egizi era importante dopo la morte tanto quanto in vita. Lo dimostra una ricerca dell'Università di Manchester pubblicata sulla rivista Journal of Archeological Sciences. Esaminando 18 mummie di entrambi i sessi, risalenti a un periodo compreso tra i 3500 e i 2300 anni fa, gli studiosi hanno dedotto che i cadaveri venivano pettinati e acconciati con un "gel" a base di grasso animale, durante le procedure per preparare il corpo all'aldilà. Secondo gli esperti questa sostanza veniva utilizzata anche in vita per sistemare le capigliature. Secondo una ricerca dell'Università di Manchester, pubblicata sul Journal of Archeological Sciences, gli antichi egizi pettinavano e acconciavano con un "gel" i capelli dei defunti. Esaminando 18 mummie di entrambi i sessi risalenti a 3500-2300 anni fa, si è scoperto che usavano la stessa sostanza a base di grasso animale che usavano anche in vita.
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L'adozione di una nuova tecnologia può avvenire in contesti molto diversi: regolare commercio (come l'arrivo del transistor in Giappone dagli Stati Uniti nel 1954), spionaggio (come i bachi da seta, esportati clandestinamente dall'Oriente nel 552), emigrazione (la diffusione dei tessuti e dei vetri francesi in Europa dopo l'espulsione di 200.000 ugonotti nel 1685), e guerra. Un esempio di quest'ultimo tipo fu il trasferimento della tecnica cinese di fabbricazione della carta verso l'Islam, avvenuto quando gli arabi sconfissero i cinesi nella battaglia del fiume Talsa nel 751: essi trovarono alcuni cartai tra i prigionieri, se li portarono a Samarcanda e iniziarono a fabbricare la carta. Una nuova tecnologia può essere adottata in situazioni molto diverse, tramite il commercio, lo spionaggio, l'emigrazione, la guerra: così nell'VIII secolo gli arabi, sconfitti i cinesi e imprigionati alcuni cartai, impararono a fabbricare la carta.
L'adozione di una nuova tecnologia può avvenire in contesti molto diversi: regolare commercio (come l'arrivo del transistor in Giappone dagli Stati Uniti nel 1954), spionaggio (come i bachi da seta, esportati clandestinamente dall'Oriente nel 552), emigrazione (la diffusione dei tessuti e dei vetri francesi in Europa dopo l'espulsione di 200.000 ugonotti nel 1685), e guerra. Un esempio di quest'ultimo tipo fu il trasferimento della tecnica cinese di fabbricazione della carta verso l'Islam, avvenuto quando gli arabi sconfissero i cinesi nella battaglia del fiume Talsa nel 751: essi trovarono alcuni cartai tra i prigionieri, se li portarono a Samarcanda e iniziarono a fabbricare la carta. Una nuova tecnologia può essere adottata in situazioni molto diverse, tramite il commercio, lo spionaggio, l'emigrazione, la guerra: così nell'VIII secolo gli arabi, sconfitti i cinesi e imprigionati alcuni cartai, impararono a fabbricare la carta.
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L'Africa, più di ogni altro continente, fu preda dei colonialisti. Fu conquistata da Inglesi, Olandesi, Tedeschi, Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Belgi e Francesi. Tutti i colonizzatori praticarono la tratta degli schiavi, considerando gli africani poco più che animali. Uomini e donne sradicati dalla propria terra furono anche esibiti in zoo umani un po' ovunque in Europa. L'Africa fu il continente più predato dai colonizzatori inglesi, olandesi, tedeschi, italiani, spagnoli, portoghesi, belgi e francesi. Gli indigeni erano venduti dai colonizzatori come schiavi e magari anche esibiti in zoo umani in giro per l'Europa, alla stregua di animali.
L'Africa, più di ogni altro continente, fu preda dei colonialisti. Fu conquistata da Inglesi, Olandesi, Tedeschi, Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Belgi e Francesi. Tutti i colonizzatori praticarono la tratta degli schiavi, considerando gli africani poco più che animali. Uomini e donne sradicati dalla propria terra furono anche esibiti in zoo umani un po' ovunque in Europa. L'Africa fu il continente più predato dai colonizzatori inglesi, olandesi, tedeschi, italiani, spagnoli, portoghesi, belgi e francesi. Gli indigeni erano venduti dai colonizzatori come schiavi e magari anche esibiti in zoo umani in giro per l'Europa, alla stregua di animali.
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L'agricoltura biodinamica nasce nel 1924 dal pensiero del filosofo austriaco Rudolf Steiner e si basa su una complessa teoria che nel campo dell'agricoltura propone un'azienda in relazione con l'ambiente circostante, con la Terra intera e infine con i pianeti e le costellazioni. Nulla deve essere considerato per se stesso, ma tutti gli elementi vanno visti come interconnessi in una complessità di relazioni che travalicano gli aspetti puramente casuali. Per i biodinamici "una pianta è un organismo vivente così come il sistema humus-terreno, il compost, l'animale, l'azienda agricola, il pianeta, il sistema planetario... L'agricoltura biodinamica è un metodo che porta l'agricoltore a essere creatore di un organismo aziendale denso di vita e diffusore di prodotti sani e di vitalità". Attualmente in Italia vi sono 300 aziende agricole certificate e Franco Pedrini, agricoltore presidente dell'Associazione per l'agricoltura biodinamica, spiega la differenza tra l'agricoltura biologica e quella biodinamica. Quest'ultima, a differenza dell'altra, considera l'azienda agricola come un organismo autosufficiente in cui nulla dovrebbe provenire dall'esterno, nel senso che per la concimazione, la produzione di semi e piantine ecc. tutto deve essere autoprodotto. Dall'azienda biodinamica escono solo i prodotti agricoli trasformati. Nel 1924 dalle teorie di R. Steiner nacque l'agricoltura biodinamica che considera l'azienda agricola come un organismo in relazione con il contesto ambientale, la Terra e il sistema planetario. Tutti gli elementi naturali sono in stretta relazione per formare un organismo. In Italia vi sono 300 aziende agricole biodinamiche in cui tutto viene autoprodotto e dalle quali escono solo prodotti agricoli trasformati. L'Associazione per l'agricoltura biodinamica presieduta da Franco Pedrini riunisce gli agricoltori italiani che la praticano.
L'agricoltura biodinamica nasce nel 1924 dal pensiero del filosofo austriaco Rudolf Steiner e si basa su una complessa teoria che nel campo dell'agricoltura propone un'azienda in relazione con l'ambiente circostante, con la Terra intera e infine con i pianeti e le costellazioni. Nulla deve essere considerato per se stesso, ma tutti gli elementi vanno visti come interconnessi in una complessità di relazioni che travalicano gli aspetti puramente casuali. Per i biodinamici "una pianta è un organismo vivente così come il sistema humus-terreno, il compost, l'animale, l'azienda agricola, il pianeta, il sistema planetario... L'agricoltura biodinamica è un metodo che porta l'agricoltore a essere creatore di un organismo aziendale denso di vita e diffusore di prodotti sani e di vitalità". Attualmente in Italia vi sono 300 aziende agricole certificate e Franco Pedrini, agricoltore presidente dell'Associazione per l'agricoltura biodinamica, spiega la differenza tra l'agricoltura biologica e quella biodinamica. Quest'ultima, a differenza dell'altra, considera l'azienda agricola come un organismo autosufficiente in cui nulla dovrebbe provenire dall'esterno, nel senso che per la concimazione, la produzione di semi e piantine ecc. tutto deve essere autoprodotto. Dall'azienda biodinamica escono solo i prodotti agricoli trasformati. Nel 1924 dalle teorie di R. Steiner nacque l'agricoltura biodinamica che considera l'azienda agricola come un organismo in relazione con il contesto ambientale, la Terra e il sistema planetario. Tutti gli elementi naturali sono in stretta relazione per formare un organismo. In Italia vi sono 300 aziende agricole biodinamiche in cui tutto viene autoprodotto e dalle quali escono solo prodotti agricoli trasformati. L'Associazione per l'agricoltura biodinamica presieduta da Franco Pedrini riunisce gli agricoltori italiani che la praticano.
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L'agricoltura estensiva viene praticata su grandi appezzamenti di terreno, ma l'utilizzo di macchinari e tecnologie moderni è meno diffuso e talvolta le tecniche di lavorazione sono ancora manuali. Le principali conseguenze sono la bassa produttività e il numero relativamente elevato di persone occupate nelle lavorazioni, ma anche un minore sfruttamento dei terreni, che possono così conservarsi fertili più a lungo. Nel passato l'agricoltura estensiva era diffusa soprattutto nei latifondi appartenenti a grandi proprietari terrieri, che davano in gestione i loro terreni ai contadini. L'agricoltura estensiva è una tecnica di coltivazione poco meccanizzata che si pratica su vasti terreni. Il risultato è che i terreni hanno una bassa produttività, ma si conservano fertili più a lungo, e i lavoratori impiegati in questa attività sono numerosi. In passato l'agricoltura estensiva era molto diffusa nei latifondi, gestiti dai contadini per conto dei proprietari.
L'agricoltura estensiva viene praticata su grandi appezzamenti di terreno, ma l'utilizzo di macchinari e tecnologie moderni è meno diffuso e talvolta le tecniche di lavorazione sono ancora manuali. Le principali conseguenze sono la bassa produttività e il numero relativamente elevato di persone occupate nelle lavorazioni, ma anche un minore sfruttamento dei terreni, che possono così conservarsi fertili più a lungo. Nel passato l'agricoltura estensiva era diffusa soprattutto nei latifondi appartenenti a grandi proprietari terrieri, che davano in gestione i loro terreni ai contadini. L'agricoltura estensiva è una tecnica di coltivazione poco meccanizzata che si pratica su vasti terreni. Il risultato è che i terreni hanno una bassa produttività, ma si conservano fertili più a lungo, e i lavoratori impiegati in questa attività sono numerosi. In passato l'agricoltura estensiva era molto diffusa nei latifondi, gestiti dai contadini per conto dei proprietari.
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L'agricoltura intensiva è diffusa soprattutto nelle pianure, dove il territorio regolare favorisce l'uso di macchinari su grandi superfici. È un'agricoltura "industriale", che mira a ottenere il più alto rendimento dai terreni coltivati e la massima efficienza della produzione; per questo scopo, oltre all'elevata meccanizzazione, utilizza concimi e fertilizzanti chimici, pesticidi per combattere malattie delle specie coltivate, diserbanti per eliminare le specie vegetali indesiderate. Si tratta di un'agricoltura che sfrutta molto il terreno e che provoca la riduzione della biodiversità vegetale (sia delle colture sia delle specie spontanee) e di quella animale. L'agricoltura intensiva, tipica delle pianure, coltiva grandi superfici con l'utilizzo di macchinari. Si tratta di un'agricoltura che mira al massimo rendimento dei terreni e alla massima produzione e per questo fa ampio uso di prodotti chimici. Questa tecnica di coltivazione riduce la biodiversità animale e vegetale e sfrutta intensamente il terreno.
L'agricoltura intensiva è diffusa soprattutto nelle pianure, dove il territorio regolare favorisce l'uso di macchinari su grandi superfici. È un'agricoltura "industriale", che mira a ottenere il più alto rendimento dai terreni coltivati e la massima efficienza della produzione; per questo scopo, oltre all'elevata meccanizzazione, utilizza concimi e fertilizzanti chimici, pesticidi per combattere malattie delle specie coltivate, diserbanti per eliminare le specie vegetali indesiderate. Si tratta di un'agricoltura che sfrutta molto il terreno e che provoca la riduzione della biodiversità vegetale (sia delle colture sia delle specie spontanee) e di quella animale. L'agricoltura intensiva, tipica delle pianure, coltiva grandi superfici con l'utilizzo di macchinari. Si tratta di un'agricoltura che mira al massimo rendimento dei terreni e alla massima produzione e per questo fa ampio uso di prodotti chimici. Questa tecnica di coltivazione riduce la biodiversità animale e vegetale e sfrutta intensamente il terreno.
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L'agricoltura moderna si differenzia rispetto all'agricoltura tradizionale dell'inizio dell'età moderna sia nel tipo di prodotti coltivati che nel tipo di bestiame allevato, sia nelle fonti di energia, negli utensili e macchinari usati che nella dimensione e nell'organizzazione della produzione. Ma le differenze fondamentali sono innanzitutto nella capacità dell'agricoltura moderna di aumentare la produzione sostenendo un tasso di crescita molto alto, e in secondo luogo la assai maggiore produttività della terra e del lavoro. L'agricoltura moderna, rispetto a quella tradizionale dell'inizio dell'età moderna, riesce ad aumentare la produzione sostenendo un tasso di crescita molto alto. Inoltre, porta a una maggiore produttività della terra e del lavoro. Altre differenze, meno rilevanti, tra i due tipi di agricoltura riguardano poi i prodotti coltivati, il bestiame allevato, le fonti di energia, gli attrezzi e macchinari e la dimensione e l'organizzazione della produzione.
L'agricoltura moderna si differenzia rispetto all'agricoltura tradizionale dell'inizio dell'età moderna sia nel tipo di prodotti coltivati che nel tipo di bestiame allevato, sia nelle fonti di energia, negli utensili e macchinari usati che nella dimensione e nell'organizzazione della produzione. Ma le differenze fondamentali sono innanzitutto nella capacità dell'agricoltura moderna di aumentare la produzione sostenendo un tasso di crescita molto alto, e in secondo luogo la assai maggiore produttività della terra e del lavoro. L'agricoltura moderna, rispetto a quella tradizionale dell'inizio dell'età moderna, riesce ad aumentare la produzione sostenendo un tasso di crescita molto alto. Inoltre, porta a una maggiore produttività della terra e del lavoro. Altre differenze, meno rilevanti, tra i due tipi di agricoltura riguardano poi i prodotti coltivati, il bestiame allevato, le fonti di energia, gli attrezzi e macchinari e la dimensione e l'organizzazione della produzione.
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L'alchimia è il complesso di conoscenze pratiche (metallurgiche, farmaceutiche, ecc.), filosofiche ed esoteriche che, sviluppatosi nel mondo arabo e in Europa nel Medioevo, propugnò, tra l'altro, la trasmutabilità dei metalli vili in oro; la sua fine si colloca al termine del Rinascimento, con il sorgere del metodo sperimentale nelle scienze e il declino delle pratiche magiche. L'alchimia si è sviluppata nel mondo arabo e in Europa nel Medioevo e ha visto la sua fine al termine del Rinascimento. È un complesso di conoscenze pratiche, filosofiche ed esoteriche che, tra le altre cose, si impegnava nella trasformazione dei metalli vili in oro. Venne superata con il sorgere del metodo sperimentale nelle scienze e il declino delle pratiche magiche.
L'alchimia è il complesso di conoscenze pratiche (metallurgiche, farmaceutiche, ecc.), filosofiche ed esoteriche che, sviluppatosi nel mondo arabo e in Europa nel Medioevo, propugnò, tra l'altro, la trasmutabilità dei metalli vili in oro; la sua fine si colloca al termine del Rinascimento, con il sorgere del metodo sperimentale nelle scienze e il declino delle pratiche magiche. L'alchimia si è sviluppata nel mondo arabo e in Europa nel Medioevo e ha visto la sua fine al termine del Rinascimento. È un complesso di conoscenze pratiche, filosofiche ed esoteriche che, tra le altre cose, si impegnava nella trasformazione dei metalli vili in oro. Venne superata con il sorgere del metodo sperimentale nelle scienze e il declino delle pratiche magiche.
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L'alcol, con l'eccezione di alcuni Paesi musulmani, è diffuso in tutte le classi sociali, le professioni e le culture. Ma tra un Paese e l'altro ci sono differenze (e anche parecchie sorprese). Per esempio, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in nessuna nazione le donne bevono così tanto come in Zambia e il 41% di loro almeno una volta alla settimana beve fino a ubriacarsi (il dato però riguarda soltanto chi ha già dichiarato di aver bevuto almeno una volta negli ultimi 12 mesi). Negli Stati Uniti sono soltanto il 3% (anche se sono molte di più le donne che dichiarano di bere). L'alcol è diffuso quasi ovunque ma i dati sul suo consumo variano molto da un Paese all'altro. Secondo i dati dell'OMS lo Zambia è lo stato in cui le donne bevono di più.
L'alcol, con l'eccezione di alcuni Paesi musulmani, è diffuso in tutte le classi sociali, le professioni e le culture. Ma tra un Paese e l'altro ci sono differenze (e anche parecchie sorprese). Per esempio, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in nessuna nazione le donne bevono così tanto come in Zambia e il 41% di loro almeno una volta alla settimana beve fino a ubriacarsi (il dato però riguarda soltanto chi ha già dichiarato di aver bevuto almeno una volta negli ultimi 12 mesi). Negli Stati Uniti sono soltanto il 3% (anche se sono molte di più le donne che dichiarano di bere). L'alcol è diffuso quasi ovunque ma i dati sul suo consumo variano molto da un Paese all'altro. Secondo i dati dell'OMS lo Zambia è lo stato in cui le donne bevono di più.
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L'ambiente di lavoro costituisce l'oggetto di una normativa amministrativa e penale diretta a garantire la salute dei lavoratori addetti ad attività particolarmente rischiose e che, in taluni ordinamenti, impone alle imprese l'adozione di sistemi generali di controlli preventivi. Una normativa amministrativa e penale garantisce la salute dei lavoratori nell'ambiente di lavoro fino a imporre alle imprese l'adozione di misure preventive sulla sicurezza.
L'ambiente di lavoro costituisce l'oggetto di una normativa amministrativa e penale diretta a garantire la salute dei lavoratori addetti ad attività particolarmente rischiose e che, in taluni ordinamenti, impone alle imprese l'adozione di sistemi generali di controlli preventivi. Una normativa amministrativa e penale garantisce la salute dei lavoratori nell'ambiente di lavoro fino a imporre alle imprese l'adozione di misure preventive sulla sicurezza.
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L'America Latina, sebbene ricca di risorse naturali, comprende alcuni tra i Paesi meno sviluppati del mondo. Concorrono a ciò la sovrappopolazione, gli squilibri nella distribuzione delle ricchezze, l'incapacità e la corruzione delle classi dirigenti dei Paesi stessi: situazioni che favorirono le ingerenze dell'URSS e la penetrazione del comunismo. Inoltre, l'instabilità socio politica ha fatto sorgere molti regimi di tipo militare-conservatore che, dopo aver sedato le turbolenze nei rispettivi Paesi, si sono dimostrati incapaci a gestirne i problemi e ad avviare il progresso delle popolazioni. Alcuni tra i Paesi meno sviluppati del mondo si trovano in America Latina a causa della sovrappopolazione, degli squilibri nella distribuzione delle ricchezze e della corruzione delle classi dirigenti. L'instabilità socio politica ha favorito l'instaurarsi di regimi militari conservatori incapaci di gestire i problemi e avviare lo sviluppo.
L'America Latina, sebbene ricca di risorse naturali, comprende alcuni tra i Paesi meno sviluppati del mondo. Concorrono a ciò la sovrappopolazione, gli squilibri nella distribuzione delle ricchezze, l'incapacità e la corruzione delle classi dirigenti dei Paesi stessi: situazioni che favorirono le ingerenze dell'URSS e la penetrazione del comunismo. Inoltre, l'instabilità socio politica ha fatto sorgere molti regimi di tipo militare-conservatore che, dopo aver sedato le turbolenze nei rispettivi Paesi, si sono dimostrati incapaci a gestirne i problemi e ad avviare il progresso delle popolazioni. Alcuni tra i Paesi meno sviluppati del mondo si trovano in America Latina a causa della sovrappopolazione, degli squilibri nella distribuzione delle ricchezze e della corruzione delle classi dirigenti. L'instabilità socio politica ha favorito l'instaurarsi di regimi militari conservatori incapaci di gestire i problemi e avviare lo sviluppo.
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L'amministrazione di Buenos Aires, capitale dell'Argentina, è impegnata da diversi anni a promuovere campagne che incoraggino gli abitanti della città a usare la bicicletta. Nel 2010 era stata lanciata la campagna "Eco Bici", che includeva una rete di 800 biciclette pubbliche, 32 stazioni in cui recuperarle e oltre 100 chilometri di piste ciclabili. Da allora a Buenos Aires l'uso delle bici come mezzo di trasporto urbano è aumentato di sei volte, raggiungendo la cifra di 2 milioni di ciclisti. A Buenos Aires dal 2010 a oggi l'uso delle biciclette come mezzo di trasporto urbano è aumentato di sei volte; l'amministrazione si è impegnata a sensibilizzare i cittadini e, grazie alla campagna "Eco Bici", ha creato una rete di 800 bici pubbliche con le quali muoversi in città.
L'amministrazione di Buenos Aires, capitale dell'Argentina, è impegnata da diversi anni a promuovere campagne che incoraggino gli abitanti della città a usare la bicicletta. Nel 2010 era stata lanciata la campagna "Eco Bici", che includeva una rete di 800 biciclette pubbliche, 32 stazioni in cui recuperarle e oltre 100 chilometri di piste ciclabili. Da allora a Buenos Aires l'uso delle bici come mezzo di trasporto urbano è aumentato di sei volte, raggiungendo la cifra di 2 milioni di ciclisti. A Buenos Aires dal 2010 a oggi l'uso delle biciclette come mezzo di trasporto urbano è aumentato di sei volte; l'amministrazione si è impegnata a sensibilizzare i cittadini e, grazie alla campagna "Eco Bici", ha creato una rete di 800 bici pubbliche con le quali muoversi in città.
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L'amore fraterno è un amore tra esseri simili; ma, in realtà, anche tra simili che non sono sempre "simili": infatti, poiché siamo tutti esseri umani, siamo tutti bisognosi di aiuto. Ma questo bisogno di aiuto non significa che uno è indifeso e l'altro è potente. La debolezza è una condizione transitoria; la capacità di stare ritto e camminare con i propri piedi è lo stato normale e permanente. L'amore fraterno è un amore tra simili, che talvolta possono trovarsi in una condizione di diversità transitoria, dovuta al bisogno di aiuto di uno dei due.
L'amore fraterno è un amore tra esseri simili; ma, in realtà, anche tra simili che non sono sempre "simili": infatti, poiché siamo tutti esseri umani, siamo tutti bisognosi di aiuto. Ma questo bisogno di aiuto non significa che uno è indifeso e l'altro è potente. La debolezza è una condizione transitoria; la capacità di stare ritto e camminare con i propri piedi è lo stato normale e permanente. L'amore fraterno è un amore tra simili, che talvolta possono trovarsi in una condizione di diversità transitoria, dovuta al bisogno di aiuto di uno dei due.
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Lanciata in pompa magna nel luglio 2010 con tre ministri e un sindaco ad annunciare il suo prossimo rilancio, la Grande Brera langue. Senza i soldi per i restauri che avrebbero dovuto farne il fiore all'occhiello dell'Expo 2015 e con il tetto che fa acqua al punto da mettere a rischio i suoi capolavori più preziosi, persino il celeberrimo Sposalizio della Vergine di Raffaello, che due mesi fa, rivela all'ANSA un tecnico della Uil, è stato tolto appena in tempo dalla parete bagnata dalle infiltrazioni. L'episodio è documentato da una serie di foto e da un filmato realizzato dalla Uil dei beni culturali, che ora lancia un appello al ministro Galan, perché intervenga subito, istituendo con un decreto la Soprintendenza speciale di Milano. Lanciata nel luglio del 2010 come futuro gioiello dell'Expo 2015, con sindaco e tre ministri a sponsorizzarla, la Grande Brera è bloccata, priva dei fondi necessari per il restauro urgente di cui necessita. Addirittura il tetto fa piovere acqua sopra i capolavori al suo interno; persino lo Sposalizio della Vergine di Raffaello è in pericolo, per fortuna spostato due mesi fa dalla parete danneggiata dalle infiltrazioni. Tutto è stato fotografato e filmato dalla Uil dei beni culturali, che chiede al ministro Galan una Sopraintendenza speciale di Milano.
Lanciata in pompa magna nel luglio 2010 con tre ministri e un sindaco ad annunciare il suo prossimo rilancio, la Grande Brera langue. Senza i soldi per i restauri che avrebbero dovuto farne il fiore all'occhiello dell'Expo 2015 e con il tetto che fa acqua al punto da mettere a rischio i suoi capolavori più preziosi, persino il celeberrimo Sposalizio della Vergine di Raffaello, che due mesi fa, rivela all'ANSA un tecnico della Uil, è stato tolto appena in tempo dalla parete bagnata dalle infiltrazioni. L'episodio è documentato da una serie di foto e da un filmato realizzato dalla Uil dei beni culturali, che ora lancia un appello al ministro Galan, perché intervenga subito, istituendo con un decreto la Soprintendenza speciale di Milano. Lanciata nel luglio del 2010 come futuro gioiello dell'Expo 2015, con sindaco e tre ministri a sponsorizzarla, la Grande Brera è bloccata, priva dei fondi necessari per il restauro urgente di cui necessita. Addirittura il tetto fa piovere acqua sopra i capolavori al suo interno; persino lo Sposalizio della Vergine di Raffaello è in pericolo, per fortuna spostato due mesi fa dalla parete danneggiata dalle infiltrazioni. Tutto è stato fotografato e filmato dalla Uil dei beni culturali, che chiede al ministro Galan una Sopraintendenza speciale di Milano.
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L'animalismo è parte del più complessivo movimento per la difesa dell'ambiente e del pianeta, che da subito si organizza globalmente. Le due principali organizzazioni mondiali sono "Friends of the Earth", fondata da David Bower nel '69 e oggi diffusa in 74 Paesi, che sollecita un cambio radicale nelle scelte politiche e sociali e "Greenpeace", fondata nel '72 da attivisti canadesi e americani, oggi diffusa in più di 40 Paesi. L'animalismo, parte del movimento per la difesa dell'ambiente e del pianeta, si organizza da subito globalmente. Sono due le principali organizzazioni: la più radicale "Friends of the Earth", fondata da David Bower nel '69, oggi presente in 74 Paesi e "Greenpeace", fondata nel '72 da attivisti canadesi e americani, oggi diffusa in più di 40 Paesi.
L'animalismo è parte del più complessivo movimento per la difesa dell'ambiente e del pianeta, che da subito si organizza globalmente. Le due principali organizzazioni mondiali sono "Friends of the Earth", fondata da David Bower nel '69 e oggi diffusa in 74 Paesi, che sollecita un cambio radicale nelle scelte politiche e sociali e "Greenpeace", fondata nel '72 da attivisti canadesi e americani, oggi diffusa in più di 40 Paesi. L'animalismo, parte del movimento per la difesa dell'ambiente e del pianeta, si organizza da subito globalmente. Sono due le principali organizzazioni: la più radicale "Friends of the Earth", fondata da David Bower nel '69, oggi presente in 74 Paesi e "Greenpeace", fondata nel '72 da attivisti canadesi e americani, oggi diffusa in più di 40 Paesi.
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L'appalto è stato vinto da un'associazione di imprese con capofila la ditta Itinera, che appartiene al gruppo Gavio. E proprio la holding Gavio possiede anche il 37% delle quote societarie della Sitav (società che gestisce la A32 e il tunnel del Frejus), come primo socio privato di maggioranza. Itinera, ditta capofila dell'associazione di imprese che ha vinto l'appalto, appartiene alla holding Gavio, la quale è anche primo socio privato di maggioranza, con il 37% delle quote societarie, della Sitav, che gestisce la A32 e il tunnel del Frejus.
L'appalto è stato vinto da un'associazione di imprese con capofila la ditta Itinera, che appartiene al gruppo Gavio. E proprio la holding Gavio possiede anche il 37% delle quote societarie della Sitav (società che gestisce la A32 e il tunnel del Frejus), come primo socio privato di maggioranza. Itinera, ditta capofila dell'associazione di imprese che ha vinto l'appalto, appartiene alla holding Gavio, la quale è anche primo socio privato di maggioranza, con il 37% delle quote societarie, della Sitav, che gestisce la A32 e il tunnel del Frejus.
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L'Appia, regina viarum e prima strada recante il nome di un magistrato, ebbe una funzione militare ma al tempo stesso politico-economica. Essa è il primo esempio di una pratica di modifiche territoriali, in cui il reticolo viario si sovrappone su antichi percorsi commerciali, allargandone le potenzialità e formando nuovi equilibri. Strade italiche come la Valeria o la Clodia seguivano gli antichi percorsi viari italici: la stessa Appia mostrava di reinterpretare i rapporti topografici tra gli antichi centri mantenendo gli interessi locali, ma al tempo stesso introducendo la presenza di Roma, fulcro del sistema viario. La via Appia ebbe un'importante funzione insieme militare e politico- economica. Essa è il primo esempio di una pratica che porterà a reinterpretare il tradizionale reticolo viario in funzione di Roma, inserita in esso come fulcro.
L'Appia, regina viarum e prima strada recante il nome di un magistrato, ebbe una funzione militare ma al tempo stesso politico-economica. Essa è il primo esempio di una pratica di modifiche territoriali, in cui il reticolo viario si sovrappone su antichi percorsi commerciali, allargandone le potenzialità e formando nuovi equilibri. Strade italiche come la Valeria o la Clodia seguivano gli antichi percorsi viari italici: la stessa Appia mostrava di reinterpretare i rapporti topografici tra gli antichi centri mantenendo gli interessi locali, ma al tempo stesso introducendo la presenza di Roma, fulcro del sistema viario. La via Appia ebbe un'importante funzione insieme militare e politico- economica. Essa è il primo esempio di una pratica che porterà a reinterpretare il tradizionale reticolo viario in funzione di Roma, inserita in esso come fulcro.
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L'approccio educativo alla famiglia vede il sostegno alla genitorialità come un'importante strategia per aiutare i genitori a essere più competenti nella gestione delle relazioni che li coinvolgono, e questo sembra essere vero soprattutto se ciò avviene in setting non stigmatizzanti come per esempio la propria casa o centri per le famiglie, dove l'intervento può essere mirato sulla singolarità di ogni famiglia, sui bisogni e le risorse di ogni genitore, sul suo stile di vita, nel pieno rispetto della sua storia familiare, della sua cultura e dei suoi propri valori. Il sostegno alla genitorialità è uno strumento per educare le famiglie centrato sui loro bisogni, sulle loro risorse, sulla loro cultura e sul loro stile, che consente di rendere i genitori più capaci di gestire le relazioni interne alla famiglia. I luoghi privilegiati per questo tipo di intervento sono i centri per le famiglie o le stesse abitazioni delle famiglie, in quanto permettono una maggiore attenzione alla singolarità di ogni nucleo familiare.
L'approccio educativo alla famiglia vede il sostegno alla genitorialità come un'importante strategia per aiutare i genitori a essere più competenti nella gestione delle relazioni che li coinvolgono, e questo sembra essere vero soprattutto se ciò avviene in setting non stigmatizzanti come per esempio la propria casa o centri per le famiglie, dove l'intervento può essere mirato sulla singolarità di ogni famiglia, sui bisogni e le risorse di ogni genitore, sul suo stile di vita, nel pieno rispetto della sua storia familiare, della sua cultura e dei suoi propri valori. Il sostegno alla genitorialità è uno strumento per educare le famiglie centrato sui loro bisogni, sulle loro risorse, sulla loro cultura e sul loro stile, che consente di rendere i genitori più capaci di gestire le relazioni interne alla famiglia. I luoghi privilegiati per questo tipo di intervento sono i centri per le famiglie o le stesse abitazioni delle famiglie, in quanto permettono una maggiore attenzione alla singolarità di ogni nucleo familiare.
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L'armistizio dell'otto settembre 1943 provocò lo sbandamento dell'esercito italiano. Immediatamente i tedeschi cercarono di porre rimedio alla situazione, prima catturando i nostri militari e, successivamente, cercando di inquadrarli nei loro reparti. La successiva proclamazione della Repubblica sociale non cambiò molto la situazione. In seguito all'armistizio dell'otto settembre 1943 si verificò un vero e proprio sbandamento dell'esercito italiano: i tedeschi reagirono prima catturandoli e poi inquadrandoli nei loro reparti. La situazione rimase inalterata anche con la proclamazione della Repubblica sociale.
L'armistizio dell'otto settembre 1943 provocò lo sbandamento dell'esercito italiano. Immediatamente i tedeschi cercarono di porre rimedio alla situazione, prima catturando i nostri militari e, successivamente, cercando di inquadrarli nei loro reparti. La successiva proclamazione della Repubblica sociale non cambiò molto la situazione. In seguito all'armistizio dell'otto settembre 1943 si verificò un vero e proprio sbandamento dell'esercito italiano: i tedeschi reagirono prima catturandoli e poi inquadrandoli nei loro reparti. La situazione rimase inalterata anche con la proclamazione della Repubblica sociale.
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L'arte del ritratto è un genere artistico equivoco che nasce da una forte spinta sentimentale o ideologica, ma si realizza più attraverso una tecnica che con un'intuizione formale. Non in tutte le civiltà l'arte del ritratto fiorisce e non in tutti i momenti di una stessa civiltà. In genere, il ritratto realistico, fisionomico e caratterizzante un preciso individuo è sempre frutto di una civiltà urbana, profondamente politicizzata, con una classe sociale dominante legata a una propria tradizione e largamente fornita di mezzi. L'arte del ritratto è, generalmente, un prodotto di alcune civiltà urbane, ove una classe eminente, politicizzata e ricca, si serve di questo strumento affidandogli l'espressione dei propri valori. Sorretta da impulsi ideali, è tuttavia più attraverso la tecnica, che non la libera creazione, che quest'arte, non senza una certa contraddizione, si attua.
L'arte del ritratto è un genere artistico equivoco che nasce da una forte spinta sentimentale o ideologica, ma si realizza più attraverso una tecnica che con un'intuizione formale. Non in tutte le civiltà l'arte del ritratto fiorisce e non in tutti i momenti di una stessa civiltà. In genere, il ritratto realistico, fisionomico e caratterizzante un preciso individuo è sempre frutto di una civiltà urbana, profondamente politicizzata, con una classe sociale dominante legata a una propria tradizione e largamente fornita di mezzi. L'arte del ritratto è, generalmente, un prodotto di alcune civiltà urbane, ove una classe eminente, politicizzata e ricca, si serve di questo strumento affidandogli l'espressione dei propri valori. Sorretta da impulsi ideali, è tuttavia più attraverso la tecnica, che non la libera creazione, che quest'arte, non senza una certa contraddizione, si attua.
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L'arte di estrarre dai vegetali le loro componenti aromatiche (oli essenziali ed essenze) e di utilizzarle a fini curativi è molto antica, ma solo nel 1936 il chimico francese René Maurice Gattefossé pubblicò un libro intitolato "Aromathérapie". Con questa parola, allora nuova, l'autore descriveva le modalità con le quali, attraverso l'uso degli oli essenziali, si potevano curare e prevenire diverse malattie. Le essenze profumate sono fabbricate dalle piante per varie ragioni: per allontanare altri vegetali competitivi nei loro confronti, per difendersi dai parassiti, per attrarre insetti impollinatori, per poterle utilizzare a fini energetici, ecc. Gli oli essenziali sono ottenuti per estrazione delle parti aromatiche delle piante (foglie, semi, corteccia, buccia dei frutti, ecc.). L'estrazione è generalmente effettuata in corrente di vapore mediante l'impiego di un distillatore. Talvolta si effettua la spremitura meccanica delle bucce, come nel caso degli agrumi. Le piante producono le essenze profumate per proprie esigenze vitali. Fin dall'antichità l'uomo le ha utilizzate per curarsi, ma solo nel 1936 il chimico Gattefossé nel libro "Aromathérapie" descrisse le modalità per curare e prevenire alcune malattie con l'uso degli oli essenziali estratti dalle parti aromatiche delle piante con un distillatore o con la spremitura delle bucce.
L'arte di estrarre dai vegetali le loro componenti aromatiche (oli essenziali ed essenze) e di utilizzarle a fini curativi è molto antica, ma solo nel 1936 il chimico francese René Maurice Gattefossé pubblicò un libro intitolato "Aromathérapie". Con questa parola, allora nuova, l'autore descriveva le modalità con le quali, attraverso l'uso degli oli essenziali, si potevano curare e prevenire diverse malattie. Le essenze profumate sono fabbricate dalle piante per varie ragioni: per allontanare altri vegetali competitivi nei loro confronti, per difendersi dai parassiti, per attrarre insetti impollinatori, per poterle utilizzare a fini energetici, ecc. Gli oli essenziali sono ottenuti per estrazione delle parti aromatiche delle piante (foglie, semi, corteccia, buccia dei frutti, ecc.). L'estrazione è generalmente effettuata in corrente di vapore mediante l'impiego di un distillatore. Talvolta si effettua la spremitura meccanica delle bucce, come nel caso degli agrumi. Le piante producono le essenze profumate per proprie esigenze vitali. Fin dall'antichità l'uomo le ha utilizzate per curarsi, ma solo nel 1936 il chimico Gattefossé nel libro "Aromathérapie" descrisse le modalità per curare e prevenire alcune malattie con l'uso degli oli essenziali estratti dalle parti aromatiche delle piante con un distillatore o con la spremitura delle bucce.
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L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che colpisce in particolare le articolazioni, ma spesso coinvolge cute, occhi, polmoni, cuore, reni e peggiora progressivamente se non si interviene subito. Provoca dolore e gonfiore a mani, piedi, dita, ginocchia, gomiti e collo. Il processo infiammatorio causa l'erosione e la graduale distruzione della cartilagine e può arrivare fino all'osso. L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica a carattere progressivo che colpisce soprattutto le articolazioni e che si manifesta con dolore e gonfiore a mani, piedi, dita, ginocchia, gomiti e collo causando lentamente l'erosione delle cartilagini.
L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che colpisce in particolare le articolazioni, ma spesso coinvolge cute, occhi, polmoni, cuore, reni e peggiora progressivamente se non si interviene subito. Provoca dolore e gonfiore a mani, piedi, dita, ginocchia, gomiti e collo. Il processo infiammatorio causa l'erosione e la graduale distruzione della cartilagine e può arrivare fino all'osso. L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica a carattere progressivo che colpisce soprattutto le articolazioni e che si manifesta con dolore e gonfiore a mani, piedi, dita, ginocchia, gomiti e collo causando lentamente l'erosione delle cartilagini.
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L'aspetto più appariscente della vita economica europea del Cinquecento è un'inflazione intensa e prolungata, chiamata dagli storici rivoluzione dei prezzi. Dapprima essa fu attribuita al massiccio e subitaneo arrivo di notevoli quantità di metalli preziosi dal Nuovo Mondo appena scoperto e conquistato. Poi la ricerca storica rilevò che il processo inflativo aveva preso avvio già nel secondo Quattrocento, per continuare fino ai primi decenni del secolo XVII. Si è fatta strada una spiegazione diversa, fondata sull'idea che la causa della "rivoluzione dei prezzi" stia nello sviluppo demografico dell'epoca. Secondo le più recenti teorie, l'aumento della popolazione sarebbe alla base della massiccia inflazione europea tra la seconda metà del Quattrocento e i primi decenni del Seicento. In precedenza si riteneva che essa, definita la "rivoluzione dei prezzi", fosse stata causata dalla massiccia importazione di materie prime preziose conseguente alla scoperta dell'America.
L'aspetto più appariscente della vita economica europea del Cinquecento è un'inflazione intensa e prolungata, chiamata dagli storici rivoluzione dei prezzi. Dapprima essa fu attribuita al massiccio e subitaneo arrivo di notevoli quantità di metalli preziosi dal Nuovo Mondo appena scoperto e conquistato. Poi la ricerca storica rilevò che il processo inflativo aveva preso avvio già nel secondo Quattrocento, per continuare fino ai primi decenni del secolo XVII. Si è fatta strada una spiegazione diversa, fondata sull'idea che la causa della "rivoluzione dei prezzi" stia nello sviluppo demografico dell'epoca. Secondo le più recenti teorie, l'aumento della popolazione sarebbe alla base della massiccia inflazione europea tra la seconda metà del Quattrocento e i primi decenni del Seicento. In precedenza si riteneva che essa, definita la "rivoluzione dei prezzi", fosse stata causata dalla massiccia importazione di materie prime preziose conseguente alla scoperta dell'America.
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L'atteggiamento dei giovani nei confronti del libro e della lettura è analizzato dagli esperti con grande interesse per vari motivi: l'esigenza di far conoscere alle nuove generazioni la ricchezza del patrimonio culturale; la rimozione delle cause di disaffezione che allontanano i giovani dai libri; la ricerca delle possibili forme di incentivazione del libro; la promozione di iniziative scolastiche ed extrascolastiche per richiamare l'attenzione dei giovani sulla lettura. Gli esperti indagano sull'atteggiamento dei giovani nei confronti della lettura per quattro ragioni: trasmettere il patrimonio culturale, rimuovere le cause della lontananza dalla lettura, ricercare i modi per incentivarla, individuare iniziative per richiamare l'attenzione dei giovani sulla lettura.
L'atteggiamento dei giovani nei confronti del libro e della lettura è analizzato dagli esperti con grande interesse per vari motivi: l'esigenza di far conoscere alle nuove generazioni la ricchezza del patrimonio culturale; la rimozione delle cause di disaffezione che allontanano i giovani dai libri; la ricerca delle possibili forme di incentivazione del libro; la promozione di iniziative scolastiche ed extrascolastiche per richiamare l'attenzione dei giovani sulla lettura. Gli esperti indagano sull'atteggiamento dei giovani nei confronti della lettura per quattro ragioni: trasmettere il patrimonio culturale, rimuovere le cause della lontananza dalla lettura, ricercare i modi per incentivarla, individuare iniziative per richiamare l'attenzione dei giovani sulla lettura.
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L'attività bancaria è sempre stata per sua natura un'attività connessa all'assunzione, alla gestione all'intermediazione del rischio, nelle sue molteplici forme. Le stesse funzioni con le quali tradizionalmente l'attività della banca è stata identificata (la funzione di mobilizzazione del risparmio, la funzione di intermediazione creditizia, la funzione monetaria) implicano, per l'interposizione fra unità di surplus e unità in deficit di fondi, l'assunzione e la trasformazione di rischi di credito, di mercato, di liquidità. L'attenzione alla gestione integrata dei rischi nella banca è cresciuta tuttavia in misura estremamente significativa nel corso degli ultimi quindici anni per l'effetto congiunto della trasformazione del contesto in cui le banche si sono trovate a operare. Connaturale all'attività bancaria è l'assunzione del rischio e la sua gestione e intermediazione. La banca infatti si pone quale intermediaria tra chi ha surplus e chi deficit di denaro e quindi, per le funzioni che svolge, si trova esposta ai rischi di credito, di mercato e di liquidità. Da sempre, la gestione di questi rischi concerne le banche, ma recentemente essa ha acquistato maggiore importanza, a causa della trasformazione del contesto operazionale.
L'attività bancaria è sempre stata per sua natura un'attività connessa all'assunzione, alla gestione all'intermediazione del rischio, nelle sue molteplici forme. Le stesse funzioni con le quali tradizionalmente l'attività della banca è stata identificata (la funzione di mobilizzazione del risparmio, la funzione di intermediazione creditizia, la funzione monetaria) implicano, per l'interposizione fra unità di surplus e unità in deficit di fondi, l'assunzione e la trasformazione di rischi di credito, di mercato, di liquidità. L'attenzione alla gestione integrata dei rischi nella banca è cresciuta tuttavia in misura estremamente significativa nel corso degli ultimi quindici anni per l'effetto congiunto della trasformazione del contesto in cui le banche si sono trovate a operare. Connaturale all'attività bancaria è l'assunzione del rischio e la sua gestione e intermediazione. La banca infatti si pone quale intermediaria tra chi ha surplus e chi deficit di denaro e quindi, per le funzioni che svolge, si trova esposta ai rischi di credito, di mercato e di liquidità. Da sempre, la gestione di questi rischi concerne le banche, ma recentemente essa ha acquistato maggiore importanza, a causa della trasformazione del contesto operazionale.
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L'attività bancaria di questi ultimi anni, anche nel nostro Paese, è interessata da un profondo processo di cambiamento che, con vario grado di intensità, si esprime nell'innovazione tecnologica, nella diversificazione dei prodotti finanziari, nella definizione di nuovi assetti organizzativi e che trova riferimento e spesso stimolo in un rinnovato quadro normativo ispirato a una crescente deregulation. La gestione della banca necessita ancor più, rispetto al passato, di criteri di imprenditorialità, al fine di cogliere le opportunità e fronteggiare le difficoltà del complesso mercato dell'intermediazione creditizia e finanziaria in cui si innalza il livello di competizione interna e internazionale. Negli ultimi anni, l'attività bancaria ha subito un profondo cambiamento, passante per l'innovazione tecnologica, la diversificazione dei prodotti finanziari e la definizione di nuovi assetti organizzativi, e altresì dovuto a un quadro normativo più ispirato alla deregulation. La gestione della banca necessita di maggiori criteri di imprenditorialità per gestire opportunità e rischi di un mercato dell'intermediazione creditizia e finanziaria ove maggiore è la concorrenza.
L'attività bancaria di questi ultimi anni, anche nel nostro Paese, è interessata da un profondo processo di cambiamento che, con vario grado di intensità, si esprime nell'innovazione tecnologica, nella diversificazione dei prodotti finanziari, nella definizione di nuovi assetti organizzativi e che trova riferimento e spesso stimolo in un rinnovato quadro normativo ispirato a una crescente deregulation. La gestione della banca necessita ancor più, rispetto al passato, di criteri di imprenditorialità, al fine di cogliere le opportunità e fronteggiare le difficoltà del complesso mercato dell'intermediazione creditizia e finanziaria in cui si innalza il livello di competizione interna e internazionale. Negli ultimi anni, l'attività bancaria ha subito un profondo cambiamento, passante per l'innovazione tecnologica, la diversificazione dei prodotti finanziari e la definizione di nuovi assetti organizzativi, e altresì dovuto a un quadro normativo più ispirato alla deregulation. La gestione della banca necessita di maggiori criteri di imprenditorialità per gestire opportunità e rischi di un mercato dell'intermediazione creditizia e finanziaria ove maggiore è la concorrenza.
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L'attività fisica - in particolare gli sport aerobici come corsa e bicicletta, ma anche più semplicemente i lavori domestici e il giardinaggio - rappresenta un toccasana per la salute psichica: un maxi-studio su ben 1,2 milioni di individui mostra che la pratica di esercizio fisico riduce del 43% le giornate di scarso benessere mentale, contrassegnate da stress, umore depresso e problemi emotivi. Ma attenzione alle 'dosi': lo studio mostra chiaramente che l'eccesso di pratica sportiva peggiora il benessere psichico, e non bisogna mai superare le 3-5 volte a settimana, per non più di 45 minuti a seduta. Altro fattore chiave per trarre benessere per la mente dalla pratica sportiva è farla in compagnia: meglio quindi gli sport di squadra o che comunque prevedano lo stare insieme. Uno studio condotto su più di un milione di individui dimostra che l'attività fisica, meglio se praticata in compagnia, è un rimedio per il malessere mentale, perché riduce sensibilmente le giornate caratterizzate da stress e quelle in cui è difficile gestire l'umore e l'emotività. Ma senza esagerare: un eccesso di pratica sportiva porta a risultati opposti.
L'attività fisica - in particolare gli sport aerobici come corsa e bicicletta, ma anche più semplicemente i lavori domestici e il giardinaggio - rappresenta un toccasana per la salute psichica: un maxi-studio su ben 1,2 milioni di individui mostra che la pratica di esercizio fisico riduce del 43% le giornate di scarso benessere mentale, contrassegnate da stress, umore depresso e problemi emotivi. Ma attenzione alle 'dosi': lo studio mostra chiaramente che l'eccesso di pratica sportiva peggiora il benessere psichico, e non bisogna mai superare le 3-5 volte a settimana, per non più di 45 minuti a seduta. Altro fattore chiave per trarre benessere per la mente dalla pratica sportiva è farla in compagnia: meglio quindi gli sport di squadra o che comunque prevedano lo stare insieme. Uno studio condotto su più di un milione di individui dimostra che l'attività fisica, meglio se praticata in compagnia, è un rimedio per il malessere mentale, perché riduce sensibilmente le giornate caratterizzate da stress e quelle in cui è difficile gestire l'umore e l'emotività. Ma senza esagerare: un eccesso di pratica sportiva porta a risultati opposti.
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L'Atto Unico è il nome del trattato internazionale che aveva come obiettivo la realizzazione del mercato unico delle merci, del lavoro e dei capitali nei 12 Paesi della comunità. Nel 1986, l'Atto unico è stato ratificato dai 12 parlamenti nazionali ed è diventato, per ciascuno di quei Paesi, legge dello Stato. Una legge della Repubblica Italiana, importante per questi motivi, ha dato nuovo impulso al processo di integrazione europea perché le nazioni della Comunità hanno stabilito di coordinare le loro politiche economiche. A questo proposito è stata fondamentale la creazione di una nuova istituzione: il Consiglio europeo, formato dai Capi di Governo degli Stati della Comunità, che si riunisce almeno due volte l'anno, e si è affiancato alla Commissione Europea rendendola più autorevole. Per realizzare il mercato unico di merci, lavoro e capitali, nel 1986, è stato ratificato l'Atto Unico tra dodici Paesi europei che hanno deciso di coordinare la loro politica economica. Per questo fondamentale è stata l'istituzione del Consiglio europeo, formato dai Capi di Stato della Comunità, che dà più autorevolezza alla Commissione Europea.
L'Atto Unico è il nome del trattato internazionale che aveva come obiettivo la realizzazione del mercato unico delle merci, del lavoro e dei capitali nei 12 Paesi della comunità. Nel 1986, l'Atto unico è stato ratificato dai 12 parlamenti nazionali ed è diventato, per ciascuno di quei Paesi, legge dello Stato. Una legge della Repubblica Italiana, importante per questi motivi, ha dato nuovo impulso al processo di integrazione europea perché le nazioni della Comunità hanno stabilito di coordinare le loro politiche economiche. A questo proposito è stata fondamentale la creazione di una nuova istituzione: il Consiglio europeo, formato dai Capi di Governo degli Stati della Comunità, che si riunisce almeno due volte l'anno, e si è affiancato alla Commissione Europea rendendola più autorevole. Per realizzare il mercato unico di merci, lavoro e capitali, nel 1986, è stato ratificato l'Atto Unico tra dodici Paesi europei che hanno deciso di coordinare la loro politica economica. Per questo fondamentale è stata l'istituzione del Consiglio europeo, formato dai Capi di Stato della Comunità, che dà più autorevolezza alla Commissione Europea.
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L'attuale fase dell'economia mondiale è caratterizzata da significative discontinuità rispetto ai periodi precedenti e da assetti radicalmente nuovi. Queste circostanze divengono particolarmente evidenti se si esamina l'impatto della globalizzazione sull'organizzazione territoriale dell'attività economica e sull'organizzazione del potere politico. Esaminando l'impatto della globalizzazione sull'organizzazione territoriale dell'attività economica e del potere politico, diventa evidente che in questo momento l'economia mondiale è discontinua rispetto a periodi precedenti e nuova rispetto agli assetti.
L'attuale fase dell'economia mondiale è caratterizzata da significative discontinuità rispetto ai periodi precedenti e da assetti radicalmente nuovi. Queste circostanze divengono particolarmente evidenti se si esamina l'impatto della globalizzazione sull'organizzazione territoriale dell'attività economica e sull'organizzazione del potere politico. Esaminando l'impatto della globalizzazione sull'organizzazione territoriale dell'attività economica e del potere politico, diventa evidente che in questo momento l'economia mondiale è discontinua rispetto a periodi precedenti e nuova rispetto agli assetti.
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L'attualità della Costituzione italiana non si misura sul metro di ciò che nella società cambia ed è soggetto a cambiare: essa tende proprio a segnare ciò che resta e deve restare. In questo senso, la nostra Costituzione sta attraversando oggi, forse, la prova più delicata. Nata in un contesto storico e politico determinato, ha espresso tendenze e ideali di grande respiro, ponendosi come base per un'Italia pienamente inserita nella tradizione dei Paesi democratici. Ha svolto, da allora, la sua funzione stabilizzante e unificante, accompagnando un paese in crescita impetuosa sotto il profilo economico e dell'istruzione; ha retto momenti di tensione anche gravi, sul piano politico- parlamentare e sul piano della vita sociale e istituzionale (basti pensare all'epoca del terrorismo interno negli anni Settanta). Oggi la generazione che ha voluto e ha scritto la Costituzione è al tramonto o è già tramontata. La maggioranza dei cittadini è costituita da persone nate quando la Costituzione era già in vigore. Di più, le esperienze politiche collettive da cui essa è nata, i partiti come li conoscevamo fino a venti anni fa, sono scomparsi. È cambiato il mondo, è cambiata l'Italia. Nuove idee, nuovi criteri di aggregazione, nuovi stili politici, nuove modalità di formazione e di ricerca del consenso politico, si sono imposti. Ma le idee di fondo che costituiscono il patrimonio costituzionale non sono passate. La Costituzione italiana, che stabilisce ciò che resta e deve restare, attraversa oggi la sua fase più delicata. Al momento della sua nascita, la Costituzione si è posta come base per l'inserimento dell'Italia nella tradizione dei Paesi democratici. Ha poi accompagnato un Paese in crescita sotto diversi profili e ha resistito a gravi momenti di tensione sul piano politico, sociale e istituzionale. Oggi la maggior parte dei cittadini è nata quando la Costituzione era già in vigore, mentre le forze politiche che l'hanno vista nascere sono scomparse. L'Italia, così come il mondo intero, ha conosciuto grandissimi cambiamenti dal punto di vista politico, ma le idee che la Costituzione custodisce sono ancora attuali.
L'attualità della Costituzione italiana non si misura sul metro di ciò che nella società cambia ed è soggetto a cambiare: essa tende proprio a segnare ciò che resta e deve restare. In questo senso, la nostra Costituzione sta attraversando oggi, forse, la prova più delicata. Nata in un contesto storico e politico determinato, ha espresso tendenze e ideali di grande respiro, ponendosi come base per un'Italia pienamente inserita nella tradizione dei Paesi democratici. Ha svolto, da allora, la sua funzione stabilizzante e unificante, accompagnando un paese in crescita impetuosa sotto il profilo economico e dell'istruzione; ha retto momenti di tensione anche gravi, sul piano politico- parlamentare e sul piano della vita sociale e istituzionale (basti pensare all'epoca del terrorismo interno negli anni Settanta). Oggi la generazione che ha voluto e ha scritto la Costituzione è al tramonto o è già tramontata. La maggioranza dei cittadini è costituita da persone nate quando la Costituzione era già in vigore. Di più, le esperienze politiche collettive da cui essa è nata, i partiti come li conoscevamo fino a venti anni fa, sono scomparsi. È cambiato il mondo, è cambiata l'Italia. Nuove idee, nuovi criteri di aggregazione, nuovi stili politici, nuove modalità di formazione e di ricerca del consenso politico, si sono imposti. Ma le idee di fondo che costituiscono il patrimonio costituzionale non sono passate. La Costituzione italiana, che stabilisce ciò che resta e deve restare, attraversa oggi la sua fase più delicata. Al momento della sua nascita, la Costituzione si è posta come base per l'inserimento dell'Italia nella tradizione dei Paesi democratici. Ha poi accompagnato un Paese in crescita sotto diversi profili e ha resistito a gravi momenti di tensione sul piano politico, sociale e istituzionale. Oggi la maggior parte dei cittadini è nata quando la Costituzione era già in vigore, mentre le forze politiche che l'hanno vista nascere sono scomparse. L'Italia, così come il mondo intero, ha conosciuto grandissimi cambiamenti dal punto di vista politico, ma le idee che la Costituzione custodisce sono ancora attuali.
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L'Auditel è una divinità. I suoi responsi sono dogmi. Come Eurinomo, il genio infernale che sbrana la carne dei morti lasciando solo lo scheletro, così l'Auditel ogni giorno si spolpa qualche conduttore, qualche telegiornalista o soubrette. Per placarlo, gli aruspici Direttori di rete, oltre a vittime umane, immolano soprattutto il buon senso. Anche i critici televisivi più esigenti, di fronte ai sacri dati, chinano il capo: non c'è TV senza ascolto. Il dio Auditel proclama verità di fede incontestabili; è un genio infernale e malefico che distrugge quotidianamente qualche personaggio televisivo: in nome di questo infernale meccanismo, i direttori di rete sacrificano la ragionevolezza e i critici televisivi si inchinano.
L'Auditel è una divinità. I suoi responsi sono dogmi. Come Eurinomo, il genio infernale che sbrana la carne dei morti lasciando solo lo scheletro, così l'Auditel ogni giorno si spolpa qualche conduttore, qualche telegiornalista o soubrette. Per placarlo, gli aruspici Direttori di rete, oltre a vittime umane, immolano soprattutto il buon senso. Anche i critici televisivi più esigenti, di fronte ai sacri dati, chinano il capo: non c'è TV senza ascolto. Il dio Auditel proclama verità di fede incontestabili; è un genio infernale e malefico che distrugge quotidianamente qualche personaggio televisivo: in nome di questo infernale meccanismo, i direttori di rete sacrificano la ragionevolezza e i critici televisivi si inchinano.
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L'aumento della conflittualità sindacale non sembra affatto correlato all'aumento delle disuguaglianze tra livelli di reddito. Non sono affatto i lavoratori più poveri a far registrare i tassi di conflittualità più elevata, a scioperare non sono quasi mai gli irregolari, i precari o i sotto-protetti, ma dipendenti delle imprese maggiori. Anche in questo il mondo del lavoro italiano manifesta la spaccatura che lo attraversa: da una parte circa 9 milioni di lavoratori ben visibili, protetti dalla legge, dal contratto collettivo e dal sindacato; dall'altra circa 7 milioni pressoché invisibili, protetti poco o nulla, che non hanno voce ad alcun tavolo negoziale. La crescita delle diseguaglianze di reddito non appare direttamente correlata alle agitazioni sindacali: anche in Italia si nota una spaccatura, per cui gli scioperi sono partecipati più dai 9 milioni di lavoratori protetti dal contratto collettivo e dal sindacato che dai 7 milioni di precari, irregolari e con nessuna rappresentanza ai tavoli negoziali.
L'aumento della conflittualità sindacale non sembra affatto correlato all'aumento delle disuguaglianze tra livelli di reddito. Non sono affatto i lavoratori più poveri a far registrare i tassi di conflittualità più elevata, a scioperare non sono quasi mai gli irregolari, i precari o i sotto-protetti, ma dipendenti delle imprese maggiori. Anche in questo il mondo del lavoro italiano manifesta la spaccatura che lo attraversa: da una parte circa 9 milioni di lavoratori ben visibili, protetti dalla legge, dal contratto collettivo e dal sindacato; dall'altra circa 7 milioni pressoché invisibili, protetti poco o nulla, che non hanno voce ad alcun tavolo negoziale. La crescita delle diseguaglianze di reddito non appare direttamente correlata alle agitazioni sindacali: anche in Italia si nota una spaccatura, per cui gli scioperi sono partecipati più dai 9 milioni di lavoratori protetti dal contratto collettivo e dal sindacato che dai 7 milioni di precari, irregolari e con nessuna rappresentanza ai tavoli negoziali.
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L'aumento della speranza di vita non solo allontana la pensione, ma la rende meno ricca. Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di ieri del decreto 15 maggio 2018 del ministero del Lavoro di concerto con quello dell'Economia, sono stati ufficializzati i coefficienti di trasformazione da applicare alla parte contributiva degli assegni che verranno liquidati nel 2019 e nel 2020. E i moltiplicatori sono meno generosi di quelli del triennio 2016-2018. Il coefficiente trasforma in pensione il montante previdenziale accumulato dal lavoratore ed è più conveniente per chi si ritira dal lavoro con un'età maggiore. Sono stati resi noti i valori che concorrono al calcolo della pensione con metodo contributivo per il biennio 2019-2020. Rispetto al triennio precedente le pensioni saranno meno ricche, i nuovi coefficienti trasformano in pensione il capitale che il lavoratore ha accumulato nel corso degli anni lavorativi, rendendole di fatto più cospicue per quei lavoratori che si ritirano in età più avanzata.
L'aumento della speranza di vita non solo allontana la pensione, ma la rende meno ricca. Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di ieri del decreto 15 maggio 2018 del ministero del Lavoro di concerto con quello dell'Economia, sono stati ufficializzati i coefficienti di trasformazione da applicare alla parte contributiva degli assegni che verranno liquidati nel 2019 e nel 2020. E i moltiplicatori sono meno generosi di quelli del triennio 2016-2018. Il coefficiente trasforma in pensione il montante previdenziale accumulato dal lavoratore ed è più conveniente per chi si ritira dal lavoro con un'età maggiore. Sono stati resi noti i valori che concorrono al calcolo della pensione con metodo contributivo per il biennio 2019-2020. Rispetto al triennio precedente le pensioni saranno meno ricche, i nuovi coefficienti trasformano in pensione il capitale che il lavoratore ha accumulato nel corso degli anni lavorativi, rendendole di fatto più cospicue per quei lavoratori che si ritirano in età più avanzata.
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L'Australia e la Nuova Zelanda appartengono al gruppo dei Paesi sviluppati ad alto reddito del mondo. La qualità della vita è decisamente buona, e secondo l'Indice di sviluppo umano la Nuova Zelanda si colloca al nono posto, mentre l'Australia è al quattordicesimo. Entrambi i Paesi non hanno grossi problemi di tensioni sociali o gravi conflitti etnici, come avviene per esempio negli Stati Uniti, né forti problemi di spazio, come per esempio accade in Giappone, e nemmeno preoccupanti problemi economici (elevata disoccupazione, ecc.), come alcuni Stati dell'Unione Europea. Le città, pur essendo moderne metropoli, sono ancora a misura d'uomo, tranquille, poco inquinate e dotate di servizi molto efficienti. Le bellezze naturali sono poi veramente sorprendenti. L'Australia e la Nuova Zelanda si collocano tra i Paesi del mondo ad alto reddito, nei quali la qualità della vita è elevata. In entrambi i Paesi non vi sono problemi di tensioni sociali o conflitti etnici, né si riscontrano seri problemi economici come la disoccupazione. Le città sono moderne, efficienti, ma ancora a misura d'uomo, mentre le bellezze naturali sono eccezionali.
L'Australia e la Nuova Zelanda appartengono al gruppo dei Paesi sviluppati ad alto reddito del mondo. La qualità della vita è decisamente buona, e secondo l'Indice di sviluppo umano la Nuova Zelanda si colloca al nono posto, mentre l'Australia è al quattordicesimo. Entrambi i Paesi non hanno grossi problemi di tensioni sociali o gravi conflitti etnici, come avviene per esempio negli Stati Uniti, né forti problemi di spazio, come per esempio accade in Giappone, e nemmeno preoccupanti problemi economici (elevata disoccupazione, ecc.), come alcuni Stati dell'Unione Europea. Le città, pur essendo moderne metropoli, sono ancora a misura d'uomo, tranquille, poco inquinate e dotate di servizi molto efficienti. Le bellezze naturali sono poi veramente sorprendenti. L'Australia e la Nuova Zelanda si collocano tra i Paesi del mondo ad alto reddito, nei quali la qualità della vita è elevata. In entrambi i Paesi non vi sono problemi di tensioni sociali o conflitti etnici, né si riscontrano seri problemi economici come la disoccupazione. Le città sono moderne, efficienti, ma ancora a misura d'uomo, mentre le bellezze naturali sono eccezionali.
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L'avanzata del digitale fa cambiare volto alle filiali e modifica profondamente la struttura delle banche. Poiché cresce il numero delle persone che svolge regolarmente attività in Rete, si amplia anche la platea di chi usa i servizi bancari digitali: nel 2016, secondo l'ultimo rapporto di Abi Lab, il 54% dei correntisti italiani - quindi più di uno su due - ha svolto operazioni dispositive e informative con l'Internet banking. Il digitale trionfa in tutti i campi e il mondo bancario non resta indietro: nel 2016, secondo Abi Lab, più della metà dei correntisti italiani svolge attività bancarie in Rete. Ciò comporta trasformazioni nello stesso modo di fare banca.
L'avanzata del digitale fa cambiare volto alle filiali e modifica profondamente la struttura delle banche. Poiché cresce il numero delle persone che svolge regolarmente attività in Rete, si amplia anche la platea di chi usa i servizi bancari digitali: nel 2016, secondo l'ultimo rapporto di Abi Lab, il 54% dei correntisti italiani - quindi più di uno su due - ha svolto operazioni dispositive e informative con l'Internet banking. Il digitale trionfa in tutti i campi e il mondo bancario non resta indietro: nel 2016, secondo Abi Lab, più della metà dei correntisti italiani svolge attività bancarie in Rete. Ciò comporta trasformazioni nello stesso modo di fare banca.
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L'aye-aye è un primate nativo del Madagascar. Il primo a descriverlo fu, nel 1775, lo zoologo tedesco Schreiber; verso la metà del XIX secolo la scoperta fu confermata dal naturalista inglese Richard Owen. L'aye-aye vive nella zona costiera orientale del Madagascar, nella foresta pluviale oltre i 700 m d'altitudine: lo si trova sempre più spesso nelle piantagioni, sia a causa della distruzione dell'habitat di questa specie, sia poiché qui gli animali trovano con facilità il cibo. L'aye-aye non è facilissimo da avvistare; alcuni fra i luoghi migliori per incontrarlo sono i Parchi nazionali o le Riserve, dove numerosi individui furono trasferiti quando la specie fu "riscoperta" nel 1961. Si tratta di un animale unico nel suo genere, con caratteristiche comuni coi primati e i roditori, al punto che i primi zoologi europei scambiarono questo animale per una specie di scoiattolo gigante che aveva abitudini ipogee e si nutriva di lombrichi, che infilzava col lungo dito medio, e come tale lo classificarono. L'aye-aye è un primate che vive nella foresta pluviale della zona costiera orientale del Madagascar. Descritto per la prima volta nel 1775 dal tedesco Schreiber, fu poi avvistato alla metà del XIX secolo dall'inglese Owen. Oggi lo si trova spesso nelle piantagioni per la maggior facilità di trovare cibo e perché il suo habitat sta scomparendo. L'aye-aye è avvistabile nei Parchi nazionali o nelle Riserve, dove fu trasferito quando fu "riscoperto" nel 1961. I primi zoologi europei lo scambiarono per uno scoiattolo gigante con abitudini ipogee e che si nutriva di lombrichi, infilzati col lungo dito medio.
L'aye-aye è un primate nativo del Madagascar. Il primo a descriverlo fu, nel 1775, lo zoologo tedesco Schreiber; verso la metà del XIX secolo la scoperta fu confermata dal naturalista inglese Richard Owen. L'aye-aye vive nella zona costiera orientale del Madagascar, nella foresta pluviale oltre i 700 m d'altitudine: lo si trova sempre più spesso nelle piantagioni, sia a causa della distruzione dell'habitat di questa specie, sia poiché qui gli animali trovano con facilità il cibo. L'aye-aye non è facilissimo da avvistare; alcuni fra i luoghi migliori per incontrarlo sono i Parchi nazionali o le Riserve, dove numerosi individui furono trasferiti quando la specie fu "riscoperta" nel 1961. Si tratta di un animale unico nel suo genere, con caratteristiche comuni coi primati e i roditori, al punto che i primi zoologi europei scambiarono questo animale per una specie di scoiattolo gigante che aveva abitudini ipogee e si nutriva di lombrichi, che infilzava col lungo dito medio, e come tale lo classificarono. L'aye-aye è un primate che vive nella foresta pluviale della zona costiera orientale del Madagascar. Descritto per la prima volta nel 1775 dal tedesco Schreiber, fu poi avvistato alla metà del XIX secolo dall'inglese Owen. Oggi lo si trova spesso nelle piantagioni per la maggior facilità di trovare cibo e perché il suo habitat sta scomparendo. L'aye-aye è avvistabile nei Parchi nazionali o nelle Riserve, dove fu trasferito quando fu "riscoperto" nel 1961. I primi zoologi europei lo scambiarono per uno scoiattolo gigante con abitudini ipogee e che si nutriva di lombrichi, infilzati col lungo dito medio.
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Le acque fluviali e marine vengono inquinate soprattutto dalle città, dove ogni giorno milioni e milioni di persone utilizzano acqua potabile per la pulizia e l'igiene personale, restituendola ai fiumi e al mare carica di sostanze organiche e chimiche. Nei Paesi poveri del Sud, poiché mancano acquedotti e fognature, i fiumi, i laghi e gli stagni servono sia da fonte di acqua potabile sia da scarico di tutti i rifiuti umani. Si reputa che l'80% delle malattie che colpiscono il Terzo Mondo sia causato dall'acqua inquinata. Nelle città sviluppate del Nord, invece, l'inquinamento domestico è controllato per mezzo dei sistemi fognari; anche se poi tutto finisce nei fiumi, nei laghi e nel mare, insieme agli scarichi industriali e agricoli. Le città inquinano le acque di fiumi e mari con lo scarico di acqua usata per la pulizia e l'igiene personale, piena di sostanze organiche e chimiche. Nel Sud povero i fiumi, i mari e gli stagni forniscono acqua potabile e sono anche scarico dei rifiuti umani; nel Terzo Mondo l'80% delle malattie dipende dall'acqua inquinata. Nel Nord sviluppato l'inquinamento domestico viene controllato con le fogne, ma poi tutto finisce nei fiumi, laghi e mari, insieme agli scarichi industriali e agricoli.
Le acque fluviali e marine vengono inquinate soprattutto dalle città, dove ogni giorno milioni e milioni di persone utilizzano acqua potabile per la pulizia e l'igiene personale, restituendola ai fiumi e al mare carica di sostanze organiche e chimiche. Nei Paesi poveri del Sud, poiché mancano acquedotti e fognature, i fiumi, i laghi e gli stagni servono sia da fonte di acqua potabile sia da scarico di tutti i rifiuti umani. Si reputa che l'80% delle malattie che colpiscono il Terzo Mondo sia causato dall'acqua inquinata. Nelle città sviluppate del Nord, invece, l'inquinamento domestico è controllato per mezzo dei sistemi fognari; anche se poi tutto finisce nei fiumi, nei laghi e nel mare, insieme agli scarichi industriali e agricoli. Le città inquinano le acque di fiumi e mari con lo scarico di acqua usata per la pulizia e l'igiene personale, piena di sostanze organiche e chimiche. Nel Sud povero i fiumi, i mari e gli stagni forniscono acqua potabile e sono anche scarico dei rifiuti umani; nel Terzo Mondo l'80% delle malattie dipende dall'acqua inquinata. Nel Nord sviluppato l'inquinamento domestico viene controllato con le fogne, ma poi tutto finisce nei fiumi, laghi e mari, insieme agli scarichi industriali e agricoli.
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Le acque sotterranee rappresentano lo 0,6% dell'acqua del globo terrestre. Quando piove l'acqua non assorbita dai vegetali penetra nel suolo, scende verso il basso finché trova una superficie impermeabile. L'acqua di tale zona costituisce una falda acquifera, il cui limite superiore è chiamato superficie freatica. Le acque sotterranee (lo 0,6% dell'acqua terrestre) si formano in seguito alla penetrazione dell'acqua piovana nel suolo, la quale, quando incontra una superficie impermeabile, dà origine a una falda acquifera, il cui limite superiore è detto superficie freatica.
Le acque sotterranee rappresentano lo 0,6% dell'acqua del globo terrestre. Quando piove l'acqua non assorbita dai vegetali penetra nel suolo, scende verso il basso finché trova una superficie impermeabile. L'acqua di tale zona costituisce una falda acquifera, il cui limite superiore è chiamato superficie freatica. Le acque sotterranee (lo 0,6% dell'acqua terrestre) si formano in seguito alla penetrazione dell'acqua piovana nel suolo, la quale, quando incontra una superficie impermeabile, dà origine a una falda acquifera, il cui limite superiore è detto superficie freatica.
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Le armi chimiche sono sostanzialmente dei veleni. E, in quanto veleni, la loro storia si perde nella notte dei tempi. Quando nel settembre del 1947 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decide di considerare gli ordigni nucleari tra le "armi di distruzione di massa", il triste elenco comprende diversi tipi di gas tossici, già largamente usati durante la prima guerra mondiale. Essendo di fatto dei veleni, in quanto tali le armi chimiche hanno una storia molto antica. Quando il Consiglio di Sicurezza dell'ONU decise di includere le armi nucleari tra quelle di distruzione di massa, l'elenco contava già un certo numero di gas tossici, utilizzati non occasionalmente durante il primo conflitto mondiale.
Le armi chimiche sono sostanzialmente dei veleni. E, in quanto veleni, la loro storia si perde nella notte dei tempi. Quando nel settembre del 1947 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decide di considerare gli ordigni nucleari tra le "armi di distruzione di massa", il triste elenco comprende diversi tipi di gas tossici, già largamente usati durante la prima guerra mondiale. Essendo di fatto dei veleni, in quanto tali le armi chimiche hanno una storia molto antica. Quando il Consiglio di Sicurezza dell'ONU decise di includere le armi nucleari tra quelle di distruzione di massa, l'elenco contava già un certo numero di gas tossici, utilizzati non occasionalmente durante il primo conflitto mondiale.
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Le arti marziali non sono compatibili con la formazione cristiana dei bambini e con la fede degli adulti. Ne è convinto il vescovo di Glyfada, che ha espresso l'anatema della Chiesa Ortodossa contro lo ju-jitsu (pratica introdotta in alcune scuole greche) e in generale contro tutte le discipline basate su filosofie orientali, yoga compreso. Lo yoga, lo ju-jitsu e in generale tutte le discipline che si basano su filosofie orientali sono state condannate dal vescovo greco ortodosso di Glyfada, in quanto in contrasto con i principi della religione cristiana.
Le arti marziali non sono compatibili con la formazione cristiana dei bambini e con la fede degli adulti. Ne è convinto il vescovo di Glyfada, che ha espresso l'anatema della Chiesa Ortodossa contro lo ju-jitsu (pratica introdotta in alcune scuole greche) e in generale contro tutte le discipline basate su filosofie orientali, yoga compreso. Lo yoga, lo ju-jitsu e in generale tutte le discipline che si basano su filosofie orientali sono state condannate dal vescovo greco ortodosso di Glyfada, in quanto in contrasto con i principi della religione cristiana.
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Le cause principali della desertificazione sono quattro: eccessivo sfruttamento del suolo, disboscamento, pascolo intensivo, mancanza di irrigazione. Per arrestare l'avanzata del deserto, che ha colpito tutti i continenti, basterebbero 2,4 miliardi di dollari l'anno; ma gli aiuti internazionali raramente vengono destinati a questo scopo. Un altro problema grave per l'agricoltura è l'erosione. Ogni anno, miliardi di tonnellate di terreno fertile vengono dilavate dalle acque o portati via dal vento. La desertificazione è un fenomeno che riguarda tutti i continenti e dipende dallo sfruttamento eccessivo del suolo, dal disboscamento, dal pascolo intensivo e dalla mancanza di irrigazione. Per contrastarla basterebbero 2,4 miliardi di dollari l'anno, raramente destinati a questo scopo. Un altro problema è l'erosione, che ogni anno causa la perdita di miliardi di tonnellate di terreno fertile.
Le cause principali della desertificazione sono quattro: eccessivo sfruttamento del suolo, disboscamento, pascolo intensivo, mancanza di irrigazione. Per arrestare l'avanzata del deserto, che ha colpito tutti i continenti, basterebbero 2,4 miliardi di dollari l'anno; ma gli aiuti internazionali raramente vengono destinati a questo scopo. Un altro problema grave per l'agricoltura è l'erosione. Ogni anno, miliardi di tonnellate di terreno fertile vengono dilavate dalle acque o portati via dal vento. La desertificazione è un fenomeno che riguarda tutti i continenti e dipende dallo sfruttamento eccessivo del suolo, dal disboscamento, dal pascolo intensivo e dalla mancanza di irrigazione. Per contrastarla basterebbero 2,4 miliardi di dollari l'anno, raramente destinati a questo scopo. Un altro problema è l'erosione, che ogni anno causa la perdita di miliardi di tonnellate di terreno fertile.
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Le Cinque Terre sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure situato nel territorio della provincia di La Spezia, nel quale si trovano cinque borghi, da ovest verso est: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Dal 1997 fanno parte della lista dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco. L'opera dell'uomo, nei secoli, ha modellato il territorio costruendo i famosi terrazzamenti sui declivi a mare, dovuti alla particolare tecnica agricola tesa a sfruttare, per quanto possibile, i terreni posti in forte pendenza; ne ha fatto così uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria. Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore sono i borghi in Provincia di La Spezia che costituiscono le Cinque Terre. Il loro territorio è caratterizzato da una costa frastagliata e dai terrazzamenti costruiti dall'uomo per coltivare in forte pendenza. Dal 1997 fanno parte dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco.
Le Cinque Terre sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure situato nel territorio della provincia di La Spezia, nel quale si trovano cinque borghi, da ovest verso est: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Dal 1997 fanno parte della lista dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco. L'opera dell'uomo, nei secoli, ha modellato il territorio costruendo i famosi terrazzamenti sui declivi a mare, dovuti alla particolare tecnica agricola tesa a sfruttare, per quanto possibile, i terreni posti in forte pendenza; ne ha fatto così uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria. Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore sono i borghi in Provincia di La Spezia che costituiscono le Cinque Terre. Il loro territorio è caratterizzato da una costa frastagliata e dai terrazzamenti costruiti dall'uomo per coltivare in forte pendenza. Dal 1997 fanno parte dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco.
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Le città non possono essere autosufficienti. Esse, infatti, vivono solo grazie a un flusso ininterrotto di rifornimenti provenienti dall'esterno; dalla campagna circostante, per esempio, possono arrivare le verdure fresche e un po' di frutta. Ma la provenienza di gran parte delle risorse ha un raggio continentale o mondiale: pensiamo alle migliaia di chilometri di gasdotti che portano il metano dalla Siberia all'Europa, alla frutta tropicale o al pesce degli oceani. Se dall'esterno entrano nelle città energia, materiali da costruzione e beni alimentari, verso l'esterno devono necessariamente fluire miliardi di tonnellate di rifiuti solidi, gassosi e liquidi prodotti ogni giorno. Le città vengono costantemente rifornite dall'esterno: in piccola parte dalle campagne vicine, molto di più da zone lontane, persino da altri continenti. Materie prime, energia, alimenti fluiscono verso di esse; per contro, ne escono miliardi di tonnellate di ogni genere di rifiuto.
Le città non possono essere autosufficienti. Esse, infatti, vivono solo grazie a un flusso ininterrotto di rifornimenti provenienti dall'esterno; dalla campagna circostante, per esempio, possono arrivare le verdure fresche e un po' di frutta. Ma la provenienza di gran parte delle risorse ha un raggio continentale o mondiale: pensiamo alle migliaia di chilometri di gasdotti che portano il metano dalla Siberia all'Europa, alla frutta tropicale o al pesce degli oceani. Se dall'esterno entrano nelle città energia, materiali da costruzione e beni alimentari, verso l'esterno devono necessariamente fluire miliardi di tonnellate di rifiuti solidi, gassosi e liquidi prodotti ogni giorno. Le città vengono costantemente rifornite dall'esterno: in piccola parte dalle campagne vicine, molto di più da zone lontane, persino da altri continenti. Materie prime, energia, alimenti fluiscono verso di esse; per contro, ne escono miliardi di tonnellate di ogni genere di rifiuto.
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Le condizioni di equilibrio risultano semplificate: nel modello più semplice, che comprende soltanto due mercati (il mercato dei beni di consumo e quello dei beni di investimento), la condizione di equilibrio, in virtù della Legge di Walras, sarà addirittura una sola, l'uguaglianza fra risparmi e investimenti; se aggiungiamo il mercato della moneta e i mercati diventano tre, le condizioni di equilibrio saranno due e così via. La Legge di Walras consente di ridurre le condizioni di equilibrio: una nel modello costituito dal mercato dei beni di consumo e da quello dei beni di investimento, due nel modello che comprende anche il mercato della moneta.
Le condizioni di equilibrio risultano semplificate: nel modello più semplice, che comprende soltanto due mercati (il mercato dei beni di consumo e quello dei beni di investimento), la condizione di equilibrio, in virtù della Legge di Walras, sarà addirittura una sola, l'uguaglianza fra risparmi e investimenti; se aggiungiamo il mercato della moneta e i mercati diventano tre, le condizioni di equilibrio saranno due e così via. La Legge di Walras consente di ridurre le condizioni di equilibrio: una nel modello costituito dal mercato dei beni di consumo e da quello dei beni di investimento, due nel modello che comprende anche il mercato della moneta.
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Le condizioni di vita e di lavoro dei contadini meridionali non migliorarono dopo l'unificazione: già sotto i Borboni le terre di proprietà dello stato erano state vendute ai proprietari terrieri, privando così i contadini dei pochi benefici, come il pascolo e la raccolta della legna, che ancora conservavano. L'unificazione con il nord non aveva portato alla tanto attesa distribuzione delle terre, anzi aveva aggravato con nuove tasse le già misere condizioni di vita. I contadini iniziarono a opporsi al nuovo regno e cercarono di ostacolarlo organizzandosi in bande che stavano al riparo nei boschi e nelle zone più impervie di montagna, inaccessibili ai tutori dell'ordine e dove potevano contare sull'appoggio della popolazione, e partivano poi per azioni di disturbo contro la guardia nazionale. Solitamente le bande erano di modeste dimensioni, ma alcune arrivarono a comprendere più di quattrocento persone, armate di fucili militari conquistati in combattimenti vittoriosi o, più spesso, della doppietta di caccia. L'esercito governativo represse duramente i briganti: più di tredicimila furono catturati e uccisi. Dopo l'approvazione della legge Pica del 1863, che dava ampio potere alle forze militari, i processi si svolsero più rapidamente e le condanne furono ancora più severe. Con l'unificazione dell'Italia i contadini meridionali non ottennero l'attesa distribuzione delle terre mentre nuove tasse peggiorarono le loro misere condizioni. Iniziarono quindi a opporsi al nuovo regno organizzandosi in bande che si nascondevano dove i soldati non potevano arrivare e compiendo azioni di disturbo contro la guardia nazionale. Solo alcune bande raggiunsero grandi dimensioni. I briganti erano armati con fucili sottratti ai militari o con doppiette da caccia e furono duramente repressi. Nel 1863 fu approvata la legge Pica che rese i processi più rapidi e le pene più severe: oltre 13000 briganti furono catturati e uccisi.
Le condizioni di vita e di lavoro dei contadini meridionali non migliorarono dopo l'unificazione: già sotto i Borboni le terre di proprietà dello stato erano state vendute ai proprietari terrieri, privando così i contadini dei pochi benefici, come il pascolo e la raccolta della legna, che ancora conservavano. L'unificazione con il nord non aveva portato alla tanto attesa distribuzione delle terre, anzi aveva aggravato con nuove tasse le già misere condizioni di vita. I contadini iniziarono a opporsi al nuovo regno e cercarono di ostacolarlo organizzandosi in bande che stavano al riparo nei boschi e nelle zone più impervie di montagna, inaccessibili ai tutori dell'ordine e dove potevano contare sull'appoggio della popolazione, e partivano poi per azioni di disturbo contro la guardia nazionale. Solitamente le bande erano di modeste dimensioni, ma alcune arrivarono a comprendere più di quattrocento persone, armate di fucili militari conquistati in combattimenti vittoriosi o, più spesso, della doppietta di caccia. L'esercito governativo represse duramente i briganti: più di tredicimila furono catturati e uccisi. Dopo l'approvazione della legge Pica del 1863, che dava ampio potere alle forze militari, i processi si svolsero più rapidamente e le condanne furono ancora più severe. Con l'unificazione dell'Italia i contadini meridionali non ottennero l'attesa distribuzione delle terre mentre nuove tasse peggiorarono le loro misere condizioni. Iniziarono quindi a opporsi al nuovo regno organizzandosi in bande che si nascondevano dove i soldati non potevano arrivare e compiendo azioni di disturbo contro la guardia nazionale. Solo alcune bande raggiunsero grandi dimensioni. I briganti erano armati con fucili sottratti ai militari o con doppiette da caccia e furono duramente repressi. Nel 1863 fu approvata la legge Pica che rese i processi più rapidi e le pene più severe: oltre 13000 briganti furono catturati e uccisi.
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Le contraddizioni della società borghese rappresentano la base oggettiva della rivoluzione del proletariato, il quale, impadronendosi del potere politico, dà avvio alla trasformazione globale della vecchia società, attuando il passaggio dal capitalismo al comunismo. Di conseguenza, il proletariato, nella prospettiva di Marx, appare investito di una specifica missione storico-universale. Infatti, mentre le fratture rivoluzionarie del passato si traducevano nel trionfo di un nuovo modo di produrre e di distribuire la proprietà e in una nuova egemonia di classe, la rivoluzione comunista non abolisce soltanto un tipo particolare di proprietà, di divisione del lavoro e di dominio di classe, ma cancella ogni forma di proprietà privata, di divisione del lavoro e di dominio di classe, dando origine a un'epoca nuova nella storia del mondo. Lo strumento tecnico della trasformazione rivoluzionaria è la socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio che, passando dalle mani dei privati a quelli della comunità, pongono fine al fenomeno del plusvalore e dello sfruttamento di classe. La rivoluzione del proletariato poggia sulla base delle contraddizioni della società borghese. Nella prospettiva di Marx, il proletariato è investito di uno specifico compito storico-universale: infatti, attuando il passaggio dal capitalismo al comunismo, la rivoluzione comunista cancellerà ogni forma di proprietà privata, di divisione del lavoro e di dominio di classe, dando vita a un'epoca del tutto nuovo nella storia mondiale. La trasformazione rivoluzionaria avverrà attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio, che diventeranno di proprietà della comunità.
Le contraddizioni della società borghese rappresentano la base oggettiva della rivoluzione del proletariato, il quale, impadronendosi del potere politico, dà avvio alla trasformazione globale della vecchia società, attuando il passaggio dal capitalismo al comunismo. Di conseguenza, il proletariato, nella prospettiva di Marx, appare investito di una specifica missione storico-universale. Infatti, mentre le fratture rivoluzionarie del passato si traducevano nel trionfo di un nuovo modo di produrre e di distribuire la proprietà e in una nuova egemonia di classe, la rivoluzione comunista non abolisce soltanto un tipo particolare di proprietà, di divisione del lavoro e di dominio di classe, ma cancella ogni forma di proprietà privata, di divisione del lavoro e di dominio di classe, dando origine a un'epoca nuova nella storia del mondo. Lo strumento tecnico della trasformazione rivoluzionaria è la socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio che, passando dalle mani dei privati a quelli della comunità, pongono fine al fenomeno del plusvalore e dello sfruttamento di classe. La rivoluzione del proletariato poggia sulla base delle contraddizioni della società borghese. Nella prospettiva di Marx, il proletariato è investito di uno specifico compito storico-universale: infatti, attuando il passaggio dal capitalismo al comunismo, la rivoluzione comunista cancellerà ogni forma di proprietà privata, di divisione del lavoro e di dominio di classe, dando vita a un'epoca del tutto nuovo nella storia mondiale. La trasformazione rivoluzionaria avverrà attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio, che diventeranno di proprietà della comunità.
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Le corporazioni delle arti e mestieri erano delle associazioni create a partire dal XII secolo in molte città italiane ed europee per regolamentare e tutelare le attività degli appartenenti a una stessa categoria professionale. Il regime corporativo non si diffuse ovunque secondo le medesime modalità e nello stesso arco di tempo: nelle città europee più strettamente vincolate alle autorità imperiali le corporazioni si costituirono solo per iniziativa del potere signorile; nelle Fiandre, nonostante la grande vivacità degli scambi commerciali già dalla fine del '200, alcune città non possedevano associazioni di questo tipo. Le corporazioni furono create dal XII secolo in svariate città europee a tutela di tutti coloro che esercitavano la stessa professione. La diffusione di questa pratica fu diversa nei tempi e nelle modalità. Ad esempio in certe città furono istituite solo per volere di un'autorità signorile, nelle Fiandre invece le corporazioni non erano diffuse ovunque nonostante il fiorente commercio.
Le corporazioni delle arti e mestieri erano delle associazioni create a partire dal XII secolo in molte città italiane ed europee per regolamentare e tutelare le attività degli appartenenti a una stessa categoria professionale. Il regime corporativo non si diffuse ovunque secondo le medesime modalità e nello stesso arco di tempo: nelle città europee più strettamente vincolate alle autorità imperiali le corporazioni si costituirono solo per iniziativa del potere signorile; nelle Fiandre, nonostante la grande vivacità degli scambi commerciali già dalla fine del '200, alcune città non possedevano associazioni di questo tipo. Le corporazioni furono create dal XII secolo in svariate città europee a tutela di tutti coloro che esercitavano la stessa professione. La diffusione di questa pratica fu diversa nei tempi e nelle modalità. Ad esempio in certe città furono istituite solo per volere di un'autorità signorile, nelle Fiandre invece le corporazioni non erano diffuse ovunque nonostante il fiorente commercio.
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Le culture egemoni della società occidentale (cattolica, marxista, liberale) sono state convintamente accomunate dall'esaltazione e dalla glorificazione del lavoro, non solo come attività, ma come valore fondante. Nelle costituzioni politiche, ma anche nelle liturgie religiose e nei proverbi popolari, il lavoro è stato proposto come riscatto e consolazione dalla schiavitù e dalle ineguaglianze. Le culture egemoni in Occidente (cattolica, marxista e liberale) avevano in comune l'esaltazione e la glorificazione del lavoro, visto come valore fondante. Costituzioni politiche, liturgie religiose e proverbi presentano il lavoro come riscatto e consolazione dalla schiavitù e dalle ineguaglianze.
Le culture egemoni della società occidentale (cattolica, marxista, liberale) sono state convintamente accomunate dall'esaltazione e dalla glorificazione del lavoro, non solo come attività, ma come valore fondante. Nelle costituzioni politiche, ma anche nelle liturgie religiose e nei proverbi popolari, il lavoro è stato proposto come riscatto e consolazione dalla schiavitù e dalle ineguaglianze. Le culture egemoni in Occidente (cattolica, marxista e liberale) avevano in comune l'esaltazione e la glorificazione del lavoro, visto come valore fondante. Costituzioni politiche, liturgie religiose e proverbi presentano il lavoro come riscatto e consolazione dalla schiavitù e dalle ineguaglianze.
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Le difficoltà dei rapporti tra diritto penale e criminologia si manifestano già nella distinzione, tutt'altro che nominalistica, tra crimine e reato, gli oggetti rispettivi della criminologia e del diritto penale secondo le più accreditate definizioni di queste due discipline. Certo, occorre prendere atto di come spesso il termine "crimine" e il termine "reato" vengano usati in modo interscambiabile nei testi di criminologia. Ciò non avviene nelle opere della dottrina penalistica, dove la nozione di "reato", pietra angolare del diritto penale, non può che risentire della rigorosa formalizzazione a essa riservata dalla legge, la fonte esclusiva cui, secondo la Costituzione, compete la determinazione dei fatti cui essa può venire applicata. La scienza penalistica e quella criminologica presentano difficoltà nei rapporti già a partire dai concetti che si ritengono essere alla base di ciascuna. Se per la prima si tratta del reato, per il quale la Costituzione indica nella legge la sola fonte di determinazione, per la seconda si tratta invece del crimine, che peraltro viene spesso impiegato nei testi di criminologia proprio come sinonimo di reato.
Le difficoltà dei rapporti tra diritto penale e criminologia si manifestano già nella distinzione, tutt'altro che nominalistica, tra crimine e reato, gli oggetti rispettivi della criminologia e del diritto penale secondo le più accreditate definizioni di queste due discipline. Certo, occorre prendere atto di come spesso il termine "crimine" e il termine "reato" vengano usati in modo interscambiabile nei testi di criminologia. Ciò non avviene nelle opere della dottrina penalistica, dove la nozione di "reato", pietra angolare del diritto penale, non può che risentire della rigorosa formalizzazione a essa riservata dalla legge, la fonte esclusiva cui, secondo la Costituzione, compete la determinazione dei fatti cui essa può venire applicata. La scienza penalistica e quella criminologica presentano difficoltà nei rapporti già a partire dai concetti che si ritengono essere alla base di ciascuna. Se per la prima si tratta del reato, per il quale la Costituzione indica nella legge la sola fonte di determinazione, per la seconda si tratta invece del crimine, che peraltro viene spesso impiegato nei testi di criminologia proprio come sinonimo di reato.
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Le donne di Pompei ricevevano una certa istruzione, come di regola nel mondo romano e romanizzato. Secondo alcuni studi (anche se la verifica di simili dati è molto difficile), circa il venti per cento delle donne della città sapeva leggere e scrivere, e si ritiene che questa percentuale coincidesse sostanzialmente con quella delle donne appartenenti alle famiglie più in vista. Ma nel mondo romano l'istruzione femminile non era privilegio delle classi alte, e non era limitata solo alla cultura di base. Anche se le informazioni sono frammentarie, sappiamo che nel IV secolo a.C. esisteva già un sistema di istruzione "pubblica", originariamente impartita con ogni probabilità da maestri itineranti, e che questo sistema si consolidò nel III secolo. Sappiamo anche che a queste scuole accedevano sia ragazzi sia ragazze le cui famiglie non potevano permettersi di pagare un precettore (come usavano fare le famiglie più ricche). A Pompei, come accadeva nel mondo romano e romanizzato, le donne ricevevano un'istruzione; il venti per cento di loro sapeva leggere e scrivere, secondo i dati forniti da alcuni studi. Probabilmente si trattava di donne di famiglie illustri, anche se i Romani non riservavano l'istruzione solo alle donne delle classi alte. Già nel IV secolo a.C. esistevano scuole "pubbliche" alle quali avevano accesso ragazzi e ragazze le cui famiglie non potevano permettersi un precettore.
Le donne di Pompei ricevevano una certa istruzione, come di regola nel mondo romano e romanizzato. Secondo alcuni studi (anche se la verifica di simili dati è molto difficile), circa il venti per cento delle donne della città sapeva leggere e scrivere, e si ritiene che questa percentuale coincidesse sostanzialmente con quella delle donne appartenenti alle famiglie più in vista. Ma nel mondo romano l'istruzione femminile non era privilegio delle classi alte, e non era limitata solo alla cultura di base. Anche se le informazioni sono frammentarie, sappiamo che nel IV secolo a.C. esisteva già un sistema di istruzione "pubblica", originariamente impartita con ogni probabilità da maestri itineranti, e che questo sistema si consolidò nel III secolo. Sappiamo anche che a queste scuole accedevano sia ragazzi sia ragazze le cui famiglie non potevano permettersi di pagare un precettore (come usavano fare le famiglie più ricche). A Pompei, come accadeva nel mondo romano e romanizzato, le donne ricevevano un'istruzione; il venti per cento di loro sapeva leggere e scrivere, secondo i dati forniti da alcuni studi. Probabilmente si trattava di donne di famiglie illustri, anche se i Romani non riservavano l'istruzione solo alle donne delle classi alte. Già nel IV secolo a.C. esistevano scuole "pubbliche" alle quali avevano accesso ragazzi e ragazze le cui famiglie non potevano permettersi un precettore.
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Le droghe possono creare dipendenza, delinquenza e altre piaghe sociali, ma presentano anche un altro aspetto negativo relativamente sconosciuto: consumano un sacco di risorse, in termini di acqua, energia, suolo. Le droghe, oltre a creare dipendenza, delinquenza e altri problemi sociali, comportano anche un notevole spreco di risorse naturali.
Le droghe possono creare dipendenza, delinquenza e altre piaghe sociali, ma presentano anche un altro aspetto negativo relativamente sconosciuto: consumano un sacco di risorse, in termini di acqua, energia, suolo. Le droghe, oltre a creare dipendenza, delinquenza e altri problemi sociali, comportano anche un notevole spreco di risorse naturali.
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Le emissioni legate alle attività antropiche stanno accelerando la fusione dei ghiacci, influenzano le abitudini migratorie degli animali, intensificano il rischio di incendi. E c'è di più: uno studio basato su 40 anni di rilevazioni satellitari fornisce per la prima volta conferma del fatto che gli esseri umani sono riusciti ad alterare il ciclo naturale delle stagioni, e che gli effetti del riscaldamento globale si estendono fino alla troposfera, la regione più bassa dell'atmosfera terrestre (dal suolo a 10-15 km di quota). Uno studio basato su 40 anni di dati satellitari dimostra che gli esseri umani, con le loro emissioni, sono riusciti ad alterare il corso naturale delle stagioni e a influenzare la bassa atmosfera. Il progressivo aumento delle temperature sta provocando squilibri nel mondo della natura.
Le emissioni legate alle attività antropiche stanno accelerando la fusione dei ghiacci, influenzano le abitudini migratorie degli animali, intensificano il rischio di incendi. E c'è di più: uno studio basato su 40 anni di rilevazioni satellitari fornisce per la prima volta conferma del fatto che gli esseri umani sono riusciti ad alterare il ciclo naturale delle stagioni, e che gli effetti del riscaldamento globale si estendono fino alla troposfera, la regione più bassa dell'atmosfera terrestre (dal suolo a 10-15 km di quota). Uno studio basato su 40 anni di dati satellitari dimostra che gli esseri umani, con le loro emissioni, sono riusciti ad alterare il corso naturale delle stagioni e a influenzare la bassa atmosfera. Il progressivo aumento delle temperature sta provocando squilibri nel mondo della natura.
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Le emozioni e i sentimenti mutano continuamente nel tempo come espressione del continuo adattamento dell'individuo che reagisce agli stimoli ricevuti dall'ambiente sociale. Le emozioni divengono un fattore patologico quando: un'emozione diventa eccessiva o carente; un'emozione domina sull'altra; il libero fluire delle emozioni risulta ostacolato, ostruito. Adattandosi continuamente all'ambiente sociale, l'individuo è attraversato da emozioni e sentimenti in costante mutamento. A volte, le emozioni diventano un fattore patologico: è il caso di emozioni eccessive o carenti, di emozioni che ne sovrastano altre e di emozioni represse, bloccate.
Le emozioni e i sentimenti mutano continuamente nel tempo come espressione del continuo adattamento dell'individuo che reagisce agli stimoli ricevuti dall'ambiente sociale. Le emozioni divengono un fattore patologico quando: un'emozione diventa eccessiva o carente; un'emozione domina sull'altra; il libero fluire delle emozioni risulta ostacolato, ostruito. Adattandosi continuamente all'ambiente sociale, l'individuo è attraversato da emozioni e sentimenti in costante mutamento. A volte, le emozioni diventano un fattore patologico: è il caso di emozioni eccessive o carenti, di emozioni che ne sovrastano altre e di emozioni represse, bloccate.
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Le famiglie piemontesi e torinesi spendono di più e risparmiano di meno, rivelandosi particolarmente spendaccione nel settore delle nuove tecnologie. Una vera e propria mutazione genetica, che rivoluziona il cliché del piemontese oculato e previdente, quella rilevata dall'Osservatorio della Soldo, società specializzata nel credito al consumo, che ha presentato ieri i risultati dell'annuale ricerca. La società Soldo, specializzata nel credito al consumo, ha rilevato che le famiglie piemontesi e torinesi, contravvenendo alle proprie tradizioni di oculati risparmiatori, spendono di più, soprattutto nel settore delle nuove tecnologie.
Le famiglie piemontesi e torinesi spendono di più e risparmiano di meno, rivelandosi particolarmente spendaccione nel settore delle nuove tecnologie. Una vera e propria mutazione genetica, che rivoluziona il cliché del piemontese oculato e previdente, quella rilevata dall'Osservatorio della Soldo, società specializzata nel credito al consumo, che ha presentato ieri i risultati dell'annuale ricerca. La società Soldo, specializzata nel credito al consumo, ha rilevato che le famiglie piemontesi e torinesi, contravvenendo alle proprie tradizioni di oculati risparmiatori, spendono di più, soprattutto nel settore delle nuove tecnologie.
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Le finalità del metodo "Outward Bound" sono evidentemente quelle di proporre un percorso di apprendimento dalla realtà, ma in situazioni-limite che esigono un completo coinvolgimento (anche fisico) del soggetto e in condizioni inabituali assolutamente non familiari, tali da richiedere al soggetto stesso l'utilizzazione di tutte le sue risorse, la ricerca e la sperimentazione attiva in assenza di punti di riferimento stabili e rassicuranti. Il metodo "Outward Bound" propone un percorso per apprendere dalla realtà in situazioni- limite e sconosciute, che coinvolgono completamente il soggetto e richiedono l'uso di tutte le sue risorse e la sperimentazione attiva, senza punti di riferimento rassicuranti.
Le finalità del metodo "Outward Bound" sono evidentemente quelle di proporre un percorso di apprendimento dalla realtà, ma in situazioni-limite che esigono un completo coinvolgimento (anche fisico) del soggetto e in condizioni inabituali assolutamente non familiari, tali da richiedere al soggetto stesso l'utilizzazione di tutte le sue risorse, la ricerca e la sperimentazione attiva in assenza di punti di riferimento stabili e rassicuranti. Il metodo "Outward Bound" propone un percorso per apprendere dalla realtà in situazioni- limite e sconosciute, che coinvolgono completamente il soggetto e richiedono l'uso di tutte le sue risorse e la sperimentazione attiva, senza punti di riferimento rassicuranti.
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Le guerre del XXI secolo appaiono molto diverse da quelle dei secoli precedenti, con i militari che varcavano frontiere e si fronteggiavano in carneficine che ammettevano codici e regole d'onore. Oggi le guerre sono preventive, a bassa intensità, non sono dichiarate, o se lo sono, hanno obiettivi chiaramente di facciata. Le guerre del XXI secolo sono preventive, a bassa intensità, spesso non dichiarate e con obiettivi di facciata. Sono molto diverse da quelle dei secoli passati, in cui i militari varcavano una frontiera e combattevano secondo codici e regole d'onore.
Le guerre del XXI secolo appaiono molto diverse da quelle dei secoli precedenti, con i militari che varcavano frontiere e si fronteggiavano in carneficine che ammettevano codici e regole d'onore. Oggi le guerre sono preventive, a bassa intensità, non sono dichiarate, o se lo sono, hanno obiettivi chiaramente di facciata. Le guerre del XXI secolo sono preventive, a bassa intensità, spesso non dichiarate e con obiettivi di facciata. Sono molto diverse da quelle dei secoli passati, in cui i militari varcavano una frontiera e combattevano secondo codici e regole d'onore.
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Le macro politiche neoliberiste proposte, finanziate e in parte implementate da organismi internazionali - Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Organizzazione Mondiale del Commercio - in voga negli anni Novanta, non solo in Africa, hanno colpito duramente i sistemi educativi africani e sudafricani. I piani strutturali di aggiustamento o di adeguamento strutturale, come furono chiamate queste politiche, hanno avuto un effetto dirompente sulle università e le scienze sociali sembrano essere le più colpite, grazie alla loro caratteristica di non generare immediati e consistenti benefici economici, tanto richiesti dalle suddette politiche. I sistemi educativi africani e sudafricani sono stati colpiti dalle macro politiche neoliberiste degli anni Novanta. Chiamate piani di adeguamento o aggiustamento strutturale e finanziate e in parte implementate da organismi internazionali come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio, tali politiche hanno penalizzato gravemente le università e soprattutto le scienze sociali, che non generano i rapidi e cospicui benefici economici richiesti.
Le macro politiche neoliberiste proposte, finanziate e in parte implementate da organismi internazionali - Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Organizzazione Mondiale del Commercio - in voga negli anni Novanta, non solo in Africa, hanno colpito duramente i sistemi educativi africani e sudafricani. I piani strutturali di aggiustamento o di adeguamento strutturale, come furono chiamate queste politiche, hanno avuto un effetto dirompente sulle università e le scienze sociali sembrano essere le più colpite, grazie alla loro caratteristica di non generare immediati e consistenti benefici economici, tanto richiesti dalle suddette politiche. I sistemi educativi africani e sudafricani sono stati colpiti dalle macro politiche neoliberiste degli anni Novanta. Chiamate piani di adeguamento o aggiustamento strutturale e finanziate e in parte implementate da organismi internazionali come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio, tali politiche hanno penalizzato gravemente le università e soprattutto le scienze sociali, che non generano i rapidi e cospicui benefici economici richiesti.
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Le mantidi religiose, originarie dell'Africa, si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale e all'Asia minore. L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato dal cannibalismo post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine, necessarie a una rapida produzione di uova; prova ne sia che la femmina d'allevamento, essendo ben nutrita, sovente "risparmia" il maschio. Si nutrono di mosche, grilli e altri piccoli insetti. Il cannibalismo post- nuziale delle mantidi religiose, originarie dell'Africa ma diffuse anche in Asia minore e nell'Europa meridionale, consiste nel fatto che la femmina, dopo o durante l'accoppiamento, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. La prova del fatto che tale comportamento sia in realtà dovuto al bisogno della femmina di procurarsi le proteine necessarie a una rapida produzione delle uova è costituita dal fatto che le femmine d'allevamento, ben nutrite, tendono a risparmiare i maschi. Mangiano mosche, grilli e piccoli insetti.
Le mantidi religiose, originarie dell'Africa, si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale e all'Asia minore. L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato dal cannibalismo post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine, necessarie a una rapida produzione di uova; prova ne sia che la femmina d'allevamento, essendo ben nutrita, sovente "risparmia" il maschio. Si nutrono di mosche, grilli e altri piccoli insetti. Il cannibalismo post- nuziale delle mantidi religiose, originarie dell'Africa ma diffuse anche in Asia minore e nell'Europa meridionale, consiste nel fatto che la femmina, dopo o durante l'accoppiamento, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. La prova del fatto che tale comportamento sia in realtà dovuto al bisogno della femmina di procurarsi le proteine necessarie a una rapida produzione delle uova è costituita dal fatto che le femmine d'allevamento, ben nutrite, tendono a risparmiare i maschi. Mangiano mosche, grilli e piccoli insetti.
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Le miniere di Brosso rimasero feudo dei conti San Martino di Castellamonte fin quasi alla fine del XIV secolo. Un documento del 5 gennaio 1244 ci fornisce le prime notizie insieme a un ordinamento delle miniere. Gli abitanti della Valle di Brosso non tolleravano la tirannia e i diritti di sfruttamento vantati dai feudatari, e cercarono sempre di svincolarsi dai gravosi tributi imposti. La rivolta dei Tuchini del 1386 diede un grande scossone al dominio feudale nel Canavese. Questa ribellione popolare ebbe inizio a Brosso e rappresentò per la Valle un punto di taglio con la fase storica precedente. I nobili canavesani si diedero in spontanea dedizione ai conti di Savoia, che nel 1448 dichiararono libera la coltivazione delle miniere di ferro, riservandosi i diritti per i minerali d'oro e d'argento. Risalgono al 1244 le prime notizie sulle miniere di Brosso, che furono feudo dei San Martino di Castellamonte fin quasi alla fine del secolo XIV. I Brossesi cercarono sempre di liberarsi dai tributi da questi imposti. Nel 1386 ebbe inizio a Brosso la rivolta dei Tuchini che spinse i nobili a sottomettersi ai Savoia. Questi nel 1448 resero libera la coltivazione delle miniere, riservandosi i diritti per i minerali d'oro e d'argento.
Le miniere di Brosso rimasero feudo dei conti San Martino di Castellamonte fin quasi alla fine del XIV secolo. Un documento del 5 gennaio 1244 ci fornisce le prime notizie insieme a un ordinamento delle miniere. Gli abitanti della Valle di Brosso non tolleravano la tirannia e i diritti di sfruttamento vantati dai feudatari, e cercarono sempre di svincolarsi dai gravosi tributi imposti. La rivolta dei Tuchini del 1386 diede un grande scossone al dominio feudale nel Canavese. Questa ribellione popolare ebbe inizio a Brosso e rappresentò per la Valle un punto di taglio con la fase storica precedente. I nobili canavesani si diedero in spontanea dedizione ai conti di Savoia, che nel 1448 dichiararono libera la coltivazione delle miniere di ferro, riservandosi i diritti per i minerali d'oro e d'argento. Risalgono al 1244 le prime notizie sulle miniere di Brosso, che furono feudo dei San Martino di Castellamonte fin quasi alla fine del secolo XIV. I Brossesi cercarono sempre di liberarsi dai tributi da questi imposti. Nel 1386 ebbe inizio a Brosso la rivolta dei Tuchini che spinse i nobili a sottomettersi ai Savoia. Questi nel 1448 resero libera la coltivazione delle miniere, riservandosi i diritti per i minerali d'oro e d'argento.
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Le minoranze etniche e religiose tendono a polarizzare contro di sé le maggioranze. Vi è in questo un criterio di selezione vittimaria certamente proprio a ogni società, ma transculturale nel suo principio. Non c'è, quasi, società che non sottometta le proprie minoranze, i propri gruppi mal integrati o anche semplicemente distinti, a certe forme di discriminazione se non di persecuzione. Minoranze etniche e religiose tendono a catalizzare contro di sé le maggioranze. Questo è un criterio di selezione delle vittime che riguarda ogni società ed è transculturale. Quasi non esiste società che non discrimini o perseguiti le proprie minoranze, i propri gruppi male integrati o distinti.
Le minoranze etniche e religiose tendono a polarizzare contro di sé le maggioranze. Vi è in questo un criterio di selezione vittimaria certamente proprio a ogni società, ma transculturale nel suo principio. Non c'è, quasi, società che non sottometta le proprie minoranze, i propri gruppi mal integrati o anche semplicemente distinti, a certe forme di discriminazione se non di persecuzione. Minoranze etniche e religiose tendono a catalizzare contro di sé le maggioranze. Questo è un criterio di selezione delle vittime che riguarda ogni società ed è transculturale. Quasi non esiste società che non discrimini o perseguiti le proprie minoranze, i propri gruppi male integrati o distinti.
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Le origini della filosofia greca, e quindi dell'intero pensiero occidentale, sono misteriose. Secondo la tradizione erudita la filosofia nasce con Talete e Anassimandro. Le sue origini più lontane sono state cercate, nell'Ottocento, in favolosi contatti con le culture orientali, con il pensiero egiziano e quello indiano. Per questa via non si è potuto accertare nulla, e ci si è accontentati di stabilire analogie e parallelismi. La tradizione erudita sostiene che la filosofia del pensiero occidentale nasce con Talete e Anassimandro e nell'Ottocento si è pensato di far risalire le sue origini più lontane nel contatto con alcune culture orientali come quella egiziana e quella indiana. Nonostante possibili analogie e parallelismi, in realtà quest'idea non si è potuta confermare e le origini della filosofia greca rimangono sconosciute.
Le origini della filosofia greca, e quindi dell'intero pensiero occidentale, sono misteriose. Secondo la tradizione erudita la filosofia nasce con Talete e Anassimandro. Le sue origini più lontane sono state cercate, nell'Ottocento, in favolosi contatti con le culture orientali, con il pensiero egiziano e quello indiano. Per questa via non si è potuto accertare nulla, e ci si è accontentati di stabilire analogie e parallelismi. La tradizione erudita sostiene che la filosofia del pensiero occidentale nasce con Talete e Anassimandro e nell'Ottocento si è pensato di far risalire le sue origini più lontane nel contatto con alcune culture orientali come quella egiziana e quella indiana. Nonostante possibili analogie e parallelismi, in realtà quest'idea non si è potuta confermare e le origini della filosofia greca rimangono sconosciute.
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Le origini della matematica sono da ricondurre con tutta probabilità a ragioni pratiche: la necessità di contare gli oggetti e di tenere a mente il conto. Tutto poteva servire per riferirsi e operare su quelle entità astratte che sono i numeri: le dita delle mani e dei piedi, piccoli intagli sui bastoni, nodi di cordicelle, sassolini ecc. In quanto strumenti, certo con funzioni diverse rispetto a quelle di una lancia, un piccone o un falcetto, anche i numeri sono stati per l'uomo oggetti utili al gioco dell'intelligenza, nel senso che egli, fin dalle origini, ha cercato in essi qualche interesse ludico. Questa è un'ulteriore conferma dell'esigenza naturale del gioco. È probabile che la matematica trovi origine da ragioni pratiche. Una volta, però, scoperte quelle entità astratte che sono i numeri, l'uomo se ne è servito anche per giocare, così confermando come sia naturale l'impulso al gioco.
Le origini della matematica sono da ricondurre con tutta probabilità a ragioni pratiche: la necessità di contare gli oggetti e di tenere a mente il conto. Tutto poteva servire per riferirsi e operare su quelle entità astratte che sono i numeri: le dita delle mani e dei piedi, piccoli intagli sui bastoni, nodi di cordicelle, sassolini ecc. In quanto strumenti, certo con funzioni diverse rispetto a quelle di una lancia, un piccone o un falcetto, anche i numeri sono stati per l'uomo oggetti utili al gioco dell'intelligenza, nel senso che egli, fin dalle origini, ha cercato in essi qualche interesse ludico. Questa è un'ulteriore conferma dell'esigenza naturale del gioco. È probabile che la matematica trovi origine da ragioni pratiche. Una volta, però, scoperte quelle entità astratte che sono i numeri, l'uomo se ne è servito anche per giocare, così confermando come sia naturale l'impulso al gioco.
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Le origini della storia di Atene si perdono nella nebbia di un passato remotissimo, di cui niente è sicuro e definitivo, mentre è probabile che nei miti e nelle tradizioni abbiano acquisito una forma chiara e definitiva antichi eventi storici dimenticati. In ogni caso, durante gli scavi sulle pendici e ai piedi dell'Acropoli sono stati rinvenuti resti che dimostrano che l'area fu abitata già in età neolitica (IV millennio a.C.). I ritrovamenti della prima e della media Età del Bronzo sono numerosi e rivelano costruzioni sull'Acropoli e insediamenti sulle pendici. La storia di Atene inizia in epoche antichissime e quel che conosciamo con certezza è quasi niente, per quanto sia probabile che eventi storici reali, ma ormai persi, siano entrati a far parte dei miti. Gli scavi relativi all'Acropoli hanno comunque rivelato resti di insediamenti dell'età neolitica (IV millennio a.C.) e della prima e media Età del Bronzo.
Le origini della storia di Atene si perdono nella nebbia di un passato remotissimo, di cui niente è sicuro e definitivo, mentre è probabile che nei miti e nelle tradizioni abbiano acquisito una forma chiara e definitiva antichi eventi storici dimenticati. In ogni caso, durante gli scavi sulle pendici e ai piedi dell'Acropoli sono stati rinvenuti resti che dimostrano che l'area fu abitata già in età neolitica (IV millennio a.C.). I ritrovamenti della prima e della media Età del Bronzo sono numerosi e rivelano costruzioni sull'Acropoli e insediamenti sulle pendici. La storia di Atene inizia in epoche antichissime e quel che conosciamo con certezza è quasi niente, per quanto sia probabile che eventi storici reali, ma ormai persi, siano entrati a far parte dei miti. Gli scavi relativi all'Acropoli hanno comunque rivelato resti di insediamenti dell'età neolitica (IV millennio a.C.) e della prima e media Età del Bronzo.
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Le patologie di territorio e città sono frutto di una bulimia edificatoria che produce disagio sociale, inquinamento atmosferico e variazioni climatiche. La risposta è l'architettura sostenibile che, si dice, consuma sempre meno energia. In realtà un edificio sostenibile continua a consumare suolo, materie prime ed energia. La vera domanda è quindi più radicale: per restituire benessere bisogna costruire edifici sostenibili o bisogna smettere di costruire? Le malattie della città e del territorio sono causate dall'eccesso di costruzione di edifici, che produce disagio sociale, inquinamento atmosferico e variazioni climatiche. La risposta non può essere l'architettura sostenibile, perché anche un edificio sostenibile continua a consumare suolo, materie prime ed energia. Forse la soluzione sta nello smettere di costruire?
Le patologie di territorio e città sono frutto di una bulimia edificatoria che produce disagio sociale, inquinamento atmosferico e variazioni climatiche. La risposta è l'architettura sostenibile che, si dice, consuma sempre meno energia. In realtà un edificio sostenibile continua a consumare suolo, materie prime ed energia. La vera domanda è quindi più radicale: per restituire benessere bisogna costruire edifici sostenibili o bisogna smettere di costruire? Le malattie della città e del territorio sono causate dall'eccesso di costruzione di edifici, che produce disagio sociale, inquinamento atmosferico e variazioni climatiche. La risposta non può essere l'architettura sostenibile, perché anche un edificio sostenibile continua a consumare suolo, materie prime ed energia. Forse la soluzione sta nello smettere di costruire?
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Le più recenti ricerche sull'archeologia vesuviana si sono sempre di più rivolte allo studio non di singole classi di materiali ma dei contesti di rinvenimento. È questa una linea di ricerca, infatti, che consente di sfruttare un aspetto, forse il più importante, delle grandi potenzialità della scoperta delle città vesuviane. Il poter esaminare congiuntamente gli oggetti di un sito, nel loro insieme originario in uso in un preciso momento, contestualmente alle caratteristiche del luogo stesso e di uno specifico edificio consente la ricostruzione di una concreta realtà sociale. La tendenza attuale dell'archeologia vesuviana è quella di concentrarsi non su singole classi di materiali, ma sui contesti di rinvenimento. Ciò consente di sfruttare le potenzialità del rinvenimento delle città vesuviane, perché offre la visione di tutti gli oggetti presenti contemporaneamente nello stesso luogo e permette quindi di ricostruire la concreta realtà sociale.
Le più recenti ricerche sull'archeologia vesuviana si sono sempre di più rivolte allo studio non di singole classi di materiali ma dei contesti di rinvenimento. È questa una linea di ricerca, infatti, che consente di sfruttare un aspetto, forse il più importante, delle grandi potenzialità della scoperta delle città vesuviane. Il poter esaminare congiuntamente gli oggetti di un sito, nel loro insieme originario in uso in un preciso momento, contestualmente alle caratteristiche del luogo stesso e di uno specifico edificio consente la ricostruzione di una concreta realtà sociale. La tendenza attuale dell'archeologia vesuviana è quella di concentrarsi non su singole classi di materiali, ma sui contesti di rinvenimento. Ciò consente di sfruttare le potenzialità del rinvenimento delle città vesuviane, perché offre la visione di tutti gli oggetti presenti contemporaneamente nello stesso luogo e permette quindi di ricostruire la concreta realtà sociale.
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Le Pmi italiane non fanno innovazione? Non è vero. Anzi, anche nei periodi di crisi si sforzano di trovare nuove soluzioni. Forse sono gli strumenti di indagine tradizionali che non sanno cogliere quanto avviene al loro interno. Così si scopre che negli ultimi due anni un terzo delle aziende manifatturiere sotto i 20 dipendenti ha introdotto almeno un elemento di innovazione. Lo sostiene una ricerca condotta da Fondazione Impresa, effettuata su un campione di 600 Pmi sparse su tutto il territorio, delle quali il 29,3% ha risposto in modo affermativo. Secondo uno studio realizzato su 600 aziende, non è affatto vero che le Pmi italiane non sono innovative. Infatti, negli ultimi due anni, un terzo delle aziende manifatturiere con meno di 20 dipendenti ha introdotto qualcosa di innovativo. Sono quindi probabilmente gli strumenti di analisi che non colgono le innovazioni portate all'interno delle aziende.
Le Pmi italiane non fanno innovazione? Non è vero. Anzi, anche nei periodi di crisi si sforzano di trovare nuove soluzioni. Forse sono gli strumenti di indagine tradizionali che non sanno cogliere quanto avviene al loro interno. Così si scopre che negli ultimi due anni un terzo delle aziende manifatturiere sotto i 20 dipendenti ha introdotto almeno un elemento di innovazione. Lo sostiene una ricerca condotta da Fondazione Impresa, effettuata su un campione di 600 Pmi sparse su tutto il territorio, delle quali il 29,3% ha risposto in modo affermativo. Secondo uno studio realizzato su 600 aziende, non è affatto vero che le Pmi italiane non sono innovative. Infatti, negli ultimi due anni, un terzo delle aziende manifatturiere con meno di 20 dipendenti ha introdotto qualcosa di innovativo. Sono quindi probabilmente gli strumenti di analisi che non colgono le innovazioni portate all'interno delle aziende.
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Le prime forme evidenti dell'esistenza di un "movimento beat" si verificano a Milano nel 1965. Un gruppo di "capelloni" prende in affitto un negozio di viale Montenero e lo trasforma in un luogo di incontro. Stampa con il ciclostile e con tecniche molto creative un proprio giornale che inizialmente si chiamerà "Mondo beat" e che successivamente cambierà spesso nome ("Urlo beat", "Grido beat") per sfuggire alle leggi sulla stampa. Il "movimento beat" manifesta la sua esistenza a Milano nel 1965, quando un gruppo di "capelloni" affitta un negozio in viale Montenero per farci un luogo d'incontro. Questo gruppo stampa col ciclostile e con tecniche molto creative un giornale, "Mondo beat", che cambierà nome ("Urlo beat", "Grido beat") per eludere le leggi sulla stampa.
Le prime forme evidenti dell'esistenza di un "movimento beat" si verificano a Milano nel 1965. Un gruppo di "capelloni" prende in affitto un negozio di viale Montenero e lo trasforma in un luogo di incontro. Stampa con il ciclostile e con tecniche molto creative un proprio giornale che inizialmente si chiamerà "Mondo beat" e che successivamente cambierà spesso nome ("Urlo beat", "Grido beat") per sfuggire alle leggi sulla stampa. Il "movimento beat" manifesta la sua esistenza a Milano nel 1965, quando un gruppo di "capelloni" affitta un negozio in viale Montenero per farci un luogo d'incontro. Questo gruppo stampa col ciclostile e con tecniche molto creative un giornale, "Mondo beat", che cambierà nome ("Urlo beat", "Grido beat") per eludere le leggi sulla stampa.
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Le prime opere per orchestra di Schubert sono scritte sotto l'influsso di Mozart, tanto che, sebbene il materiale melodico e armonico sia diversissimo da quello mozartiano, il suono del complesso orchestrale, in un lavoro come la `Sinfonia n. 5', non è molto diverso da quello che ascoltiamo nelle musiche dell'ultimo periodo mozartiano. Schubert scrive le sue prime opere per orchestra sotto l'influsso di Mozart: il suono del complesso orchestrale, ad esempio nella `Sinfonia n. 5', è vicino a quello delle composizioni dell'ultimo Mozart, da cui differisce tuttavia notevolmente per melodia e armonia.
Le prime opere per orchestra di Schubert sono scritte sotto l'influsso di Mozart, tanto che, sebbene il materiale melodico e armonico sia diversissimo da quello mozartiano, il suono del complesso orchestrale, in un lavoro come la `Sinfonia n. 5', non è molto diverso da quello che ascoltiamo nelle musiche dell'ultimo periodo mozartiano. Schubert scrive le sue prime opere per orchestra sotto l'influsso di Mozart: il suono del complesso orchestrale, ad esempio nella `Sinfonia n. 5', è vicino a quello delle composizioni dell'ultimo Mozart, da cui differisce tuttavia notevolmente per melodia e armonia.
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Le regioni, che nel Regno d'Italia erano solo espressioni geografiche, furono riconosciute come entità amministrative nel 1948 dalla Costituzione, anche se quelle a statuto ordinario entrarono in funzione solo nel 1970. I loro confini ricalcavano quelli delle precedenti province, ma non era chiaro come aggregarle: il primo progetto (1946) prevedeva di distribuirle in 22 regioni (le 20 attuali più il Salento scorporato dalla Puglia, e la Lunezia, da Parma al mare); poi nel 1948 si optò per 19 (mancava il Molise allora abbinato all'Abruzzo). E non sempre le province riflettevano realtà omogenee dal punto di vista storico culturale o economico; così dagli anni Novanta vari comuni hanno contestato la provincia, e quindi la regione, di riferimento. A Cortina, per esempio, un referendum ha detto sì al divorzio da Belluno per "sposare" Bolzano, passando dal Veneto al Trentino. Nel 1948 la Costituzione ha riconosciuto le regioni come entità amministrative, ma solo nel 1970 sono entrate in funzione quelle a statuto ordinario. Anche se i confini ricalcavano quelli delle province esistenti si pose il problema della loro aggregazione e si fecero più progetti: quello del 1946 ne prevedeva 22, ma nel 1948 ne furono create 19 e oggi sono 20. Il problema dell'omogeneità storico-culturale ha portato vari Comuni a contestare la Regione d'appartenenza.
Le regioni, che nel Regno d'Italia erano solo espressioni geografiche, furono riconosciute come entità amministrative nel 1948 dalla Costituzione, anche se quelle a statuto ordinario entrarono in funzione solo nel 1970. I loro confini ricalcavano quelli delle precedenti province, ma non era chiaro come aggregarle: il primo progetto (1946) prevedeva di distribuirle in 22 regioni (le 20 attuali più il Salento scorporato dalla Puglia, e la Lunezia, da Parma al mare); poi nel 1948 si optò per 19 (mancava il Molise allora abbinato all'Abruzzo). E non sempre le province riflettevano realtà omogenee dal punto di vista storico culturale o economico; così dagli anni Novanta vari comuni hanno contestato la provincia, e quindi la regione, di riferimento. A Cortina, per esempio, un referendum ha detto sì al divorzio da Belluno per "sposare" Bolzano, passando dal Veneto al Trentino. Nel 1948 la Costituzione ha riconosciuto le regioni come entità amministrative, ma solo nel 1970 sono entrate in funzione quelle a statuto ordinario. Anche se i confini ricalcavano quelli delle province esistenti si pose il problema della loro aggregazione e si fecero più progetti: quello del 1946 ne prevedeva 22, ma nel 1948 ne furono create 19 e oggi sono 20. Il problema dell'omogeneità storico-culturale ha portato vari Comuni a contestare la Regione d'appartenenza.
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Le ricerche condotte da Maurizio Seracini all'interno di Palazzo Vecchio, a Firenze, sembrano confermare che dietro l'affresco "La Battaglia di Marciano" di Giorgio Vasari, nel Salone dei Cinquecento, si cela affettivamente un dipinto di Leonardo da Vinci. La prova? Arriva dalla "Gioconda". Il più importante dei frammenti rinvenuti dal lavoro dell'équipe di Seracini dietro il dipinto vasariano è stato analizzato con un microscopio elettronico a scansione ed è risultato praticamente identico al pigmento usato nella patina bruna della "Gioconda" e del "San Giovanni Battista". Si tratta di un nero realizzato con Terra d'ombra (un pigmento inorganico detto anche Terra d'Umbria) e manganese miscelati con ferro. Ma il rapporto con il ferro è "anomalo". Si tratta di un unicum leonardesco, quasi una firma del genio toscano, utilizzato anche per dipingere la "Gioconda". Le ricerche di Maurizio Seracini a Palazzo Vecchio, Firenze, confermerebbero che nel Salone dei Cinquecento, dietro l'affresco di Giorgio Vasari "La Battaglia di Marciano", è veramente nascosto un dipinto di Leonardo da Vinci. Uno dei frammenti provenienti dall'affresco, analizzato con un microscopio elettronico a scansione, è risultato uguale al pigmento usato nella patina bruna della "Gioconda" e del "San Giovanni Battista": un nero realizzato con Terra d'ombra e manganese miscelati con ferro in un rapporto usato solo da Leonardo.
Le ricerche condotte da Maurizio Seracini all'interno di Palazzo Vecchio, a Firenze, sembrano confermare che dietro l'affresco "La Battaglia di Marciano" di Giorgio Vasari, nel Salone dei Cinquecento, si cela affettivamente un dipinto di Leonardo da Vinci. La prova? Arriva dalla "Gioconda". Il più importante dei frammenti rinvenuti dal lavoro dell'équipe di Seracini dietro il dipinto vasariano è stato analizzato con un microscopio elettronico a scansione ed è risultato praticamente identico al pigmento usato nella patina bruna della "Gioconda" e del "San Giovanni Battista". Si tratta di un nero realizzato con Terra d'ombra (un pigmento inorganico detto anche Terra d'Umbria) e manganese miscelati con ferro. Ma il rapporto con il ferro è "anomalo". Si tratta di un unicum leonardesco, quasi una firma del genio toscano, utilizzato anche per dipingere la "Gioconda". Le ricerche di Maurizio Seracini a Palazzo Vecchio, Firenze, confermerebbero che nel Salone dei Cinquecento, dietro l'affresco di Giorgio Vasari "La Battaglia di Marciano", è veramente nascosto un dipinto di Leonardo da Vinci. Uno dei frammenti provenienti dall'affresco, analizzato con un microscopio elettronico a scansione, è risultato uguale al pigmento usato nella patina bruna della "Gioconda" e del "San Giovanni Battista": un nero realizzato con Terra d'ombra e manganese miscelati con ferro in un rapporto usato solo da Leonardo.
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Le riduzioni gesuite furono piccoli nuclei cittadini in cui erano strutturate le missioni gesuitiche soprattutto del Paraguay, frutto della strategia missionaria della Compagnia di Gesù consistente nella realizzazione di centri ("reducciones de indios") per l'evangelizzazione delle popolazioni indigene dell'America Meridionale. Lo scopo delle Missioni fu quello di creare una società con i benefici e le caratteristiche della cosiddetta società cristiana europea, però priva dei vizi e degli aspetti negativi. Le missioni della Compagnia di Gesù, soprattutto nell'odierno Paraguay, erano strutturate in piccoli centri chiamati "riduzioni gesuite", in cui avveniva un'opera di evangelizzazione delle popolazioni locali, e in cui i gesuiti si prefiggevano di creare società cristiane depurate però dagli aspetti negativi presenti in quelle europee.
Le riduzioni gesuite furono piccoli nuclei cittadini in cui erano strutturate le missioni gesuitiche soprattutto del Paraguay, frutto della strategia missionaria della Compagnia di Gesù consistente nella realizzazione di centri ("reducciones de indios") per l'evangelizzazione delle popolazioni indigene dell'America Meridionale. Lo scopo delle Missioni fu quello di creare una società con i benefici e le caratteristiche della cosiddetta società cristiana europea, però priva dei vizi e degli aspetti negativi. Le missioni della Compagnia di Gesù, soprattutto nell'odierno Paraguay, erano strutturate in piccoli centri chiamati "riduzioni gesuite", in cui avveniva un'opera di evangelizzazione delle popolazioni locali, e in cui i gesuiti si prefiggevano di creare società cristiane depurate però dagli aspetti negativi presenti in quelle europee.
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Le rivoluzioni del 1848 acuirono il bisogno di modernizzazione dei grandi Imperi dell'Est europeo, che rinnovarono i loro sforzi in questa direzione. A causa degli ormai vistosi successi economici britannici, belgi e in parte francesi, i tentativi di riformare dall'alto le strutture socio-economiche ebbero ora al loro centro lo sforzo di dotarsi di un apparato industriale in grado di competere, almeno in alcuni settori chiave, con quello degli avversari. Gli Imperi dell'Est furono indotti dalle rivoluzioni del 1848 a uno sforzo di modernizzazione per competere con britannici, belgi e francesi, i cui successi economici erano vistosi. Tentarono quindi una riforma dall'alto delle strutture socio-economiche, in particolare dotandosi di un apparato industriale competitivo in alcuni settori chiave.
Le rivoluzioni del 1848 acuirono il bisogno di modernizzazione dei grandi Imperi dell'Est europeo, che rinnovarono i loro sforzi in questa direzione. A causa degli ormai vistosi successi economici britannici, belgi e in parte francesi, i tentativi di riformare dall'alto le strutture socio-economiche ebbero ora al loro centro lo sforzo di dotarsi di un apparato industriale in grado di competere, almeno in alcuni settori chiave, con quello degli avversari. Gli Imperi dell'Est furono indotti dalle rivoluzioni del 1848 a uno sforzo di modernizzazione per competere con britannici, belgi e francesi, i cui successi economici erano vistosi. Tentarono quindi una riforma dall'alto delle strutture socio-economiche, in particolare dotandosi di un apparato industriale competitivo in alcuni settori chiave.
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Le scritture alfabetiche naturali non rappresentano mai fedelmente i foni o i fonemi della lingua corrispondente; e questa sfasatura è accentuata dall'evoluzione della lingua parlata, in genere molto più veloce del corrispettivo adeguamento della scrittura. In alcune lingue (come lo spagnolo, il polacco, l'ungherese, il finnico, il turco e lo stesso italiano) la corrispondenza tra grafia e pronuncia è abbastanza soddisfacente. In altre (come il francese e l'inglese) c'è una divaricazione molto forte. Foni e fonemi di una lingua non trovano mai un'esatta rappresentazione nelle scritture alfabetiche naturali. La divergenza è accresciuta dalla maggior velocità di evoluzione del parlato rispetto allo scritto. Determinate lingue presentano un buon livello di corrispondenza tra scritto e parlato, altre di meno.
Le scritture alfabetiche naturali non rappresentano mai fedelmente i foni o i fonemi della lingua corrispondente; e questa sfasatura è accentuata dall'evoluzione della lingua parlata, in genere molto più veloce del corrispettivo adeguamento della scrittura. In alcune lingue (come lo spagnolo, il polacco, l'ungherese, il finnico, il turco e lo stesso italiano) la corrispondenza tra grafia e pronuncia è abbastanza soddisfacente. In altre (come il francese e l'inglese) c'è una divaricazione molto forte. Foni e fonemi di una lingua non trovano mai un'esatta rappresentazione nelle scritture alfabetiche naturali. La divergenza è accresciuta dalla maggior velocità di evoluzione del parlato rispetto allo scritto. Determinate lingue presentano un buon livello di corrispondenza tra scritto e parlato, altre di meno.
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Le spezie, conosciute dai Cinesi sin dal 3000 a.C., erano di uso corrente nel bacino del Mediterraneo presso le più antiche civiltà sin dai tempi più remoti. (...) Molto apprezzate dai Romani in epoca imperiale, servivano anche per usi non alimentari, quali offerte propiziatorie per le divinità nei rituali e durante lo svolgimento dei cerimoniali religiosi, ovvero in medicina per i loro poteri medicamentosi, nonché nella vita quotidiana, per le preparazioni a uso cosmetico, come profumi, unguenti, balsami, creme. Le spezie, note ai Cinesi fin dal 3000 a.C., erano comunemente usate presso le civiltà più antiche mediterranee. Nell'età imperiale i Romani, che le gradivano molto, le utilizzavano anche come offerte rituali propiziatorie, in medicina per le loro proprietà curative; erano d'uso comune come ingredienti di cosmetici.
Le spezie, conosciute dai Cinesi sin dal 3000 a.C., erano di uso corrente nel bacino del Mediterraneo presso le più antiche civiltà sin dai tempi più remoti. (...) Molto apprezzate dai Romani in epoca imperiale, servivano anche per usi non alimentari, quali offerte propiziatorie per le divinità nei rituali e durante lo svolgimento dei cerimoniali religiosi, ovvero in medicina per i loro poteri medicamentosi, nonché nella vita quotidiana, per le preparazioni a uso cosmetico, come profumi, unguenti, balsami, creme. Le spezie, note ai Cinesi fin dal 3000 a.C., erano comunemente usate presso le civiltà più antiche mediterranee. Nell'età imperiale i Romani, che le gradivano molto, le utilizzavano anche come offerte rituali propiziatorie, in medicina per le loro proprietà curative; erano d'uso comune come ingredienti di cosmetici.
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Le startup innovative rappresentano quasi il 3% delle società di capitali costituite in Italia negli ultimi cinque anni e ancora attive. Il capitale sociale sottoscritto complessivamente dalle startup raggiunge i 521,6 milioni di euro nel secondo trimestre (+5% sul trimestre precedente), in media 55.523 euro a impresa. Per quanto riguarda i settori di attività, il 71,7% fornisce servizi alle imprese e, in particolare, prevalgono la produzione di software e consulenza informatica (33%), l'attività di R&S (13%), e l'attività dei servizi d'informazione (9,2%). Il 18,8% opera invece nel manifatturiero e il 4% nel commercio. Negli ultimi cinque anni le aziende, ancora attive, che si sono lanciate sul mercato sull'onda di un'idea innovativa in Italia costituiscono circa il 3% delle società di capitali. Il loro investimento complessivo di capitale aumenta del 5% nel secondo trimestre dell'anno. La grande maggioranza delle startup offre servizi alle imprese, meno del 20% opera nella manifattura e solo il 4% nel commercio.
Le startup innovative rappresentano quasi il 3% delle società di capitali costituite in Italia negli ultimi cinque anni e ancora attive. Il capitale sociale sottoscritto complessivamente dalle startup raggiunge i 521,6 milioni di euro nel secondo trimestre (+5% sul trimestre precedente), in media 55.523 euro a impresa. Per quanto riguarda i settori di attività, il 71,7% fornisce servizi alle imprese e, in particolare, prevalgono la produzione di software e consulenza informatica (33%), l'attività di R&S (13%), e l'attività dei servizi d'informazione (9,2%). Il 18,8% opera invece nel manifatturiero e il 4% nel commercio. Negli ultimi cinque anni le aziende, ancora attive, che si sono lanciate sul mercato sull'onda di un'idea innovativa in Italia costituiscono circa il 3% delle società di capitali. Il loro investimento complessivo di capitale aumenta del 5% nel secondo trimestre dell'anno. La grande maggioranza delle startup offre servizi alle imprese, meno del 20% opera nella manifattura e solo il 4% nel commercio.
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Le statistiche te lo ripetono, ma l'incredulità resta. Per quanto giri e osservi, è impossibile convincerti che i tedeschi costituiscano il primo gruppo etnico degli Stati Uniti, più degli inglesi, più degli irlandesi. Vedi i segni dei neri, le tracce degli italiani, l'influenza dei messicani, l'impronta degli irlandesi, la matrice inglese, l'orma francese nei cajun della Luisiana, ma l'influsso tedesco sembra evaporato. I tedeschi sono il primo gruppo etnico degli Stati Uniti, benché non sia facile convincersene. Infatti si possono vedere segni, tracce, influenze, impronte, orme di altri gruppi etnici, ma l'influsso tedesco sembra non esserci più.
Le statistiche te lo ripetono, ma l'incredulità resta. Per quanto giri e osservi, è impossibile convincerti che i tedeschi costituiscano il primo gruppo etnico degli Stati Uniti, più degli inglesi, più degli irlandesi. Vedi i segni dei neri, le tracce degli italiani, l'influenza dei messicani, l'impronta degli irlandesi, la matrice inglese, l'orma francese nei cajun della Luisiana, ma l'influsso tedesco sembra evaporato. I tedeschi sono il primo gruppo etnico degli Stati Uniti, benché non sia facile convincersene. Infatti si possono vedere segni, tracce, influenze, impronte, orme di altri gruppi etnici, ma l'influsso tedesco sembra non esserci più.
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Le Terme di Diocleziano probabilmente sono le più grandi terme del mondo romano (13 ettari), per la cui costruzione furono necessari otto anni: il risultato fu un'opera grandiosa. L'impianto subì nei secoli un periodo d'abbandono, che si concluse nel 1561, quando Pio IV decise di trasformare una parte delle terme nella basilica della Madonna degli Angeli. Il Museo è preceduto da un'area verde, dove sono stati collocati elementi architettonici e stele funerarie, dall'età repubblicana fino alla fine dell'Impero. Per otto anni si protrasse la costruzione delle Terme di Diocleziano, forse le più estese del mondo romano. Dopo un secolare abbandono, nel 1561 Pio IV decise di trasformarne una parte nella basilica della Madonna degli Angeli. Nell'area antistante il Museo si trovano reperti dall'età della Repubblica alla fine dell'Impero.
Le Terme di Diocleziano probabilmente sono le più grandi terme del mondo romano (13 ettari), per la cui costruzione furono necessari otto anni: il risultato fu un'opera grandiosa. L'impianto subì nei secoli un periodo d'abbandono, che si concluse nel 1561, quando Pio IV decise di trasformare una parte delle terme nella basilica della Madonna degli Angeli. Il Museo è preceduto da un'area verde, dove sono stati collocati elementi architettonici e stele funerarie, dall'età repubblicana fino alla fine dell'Impero. Per otto anni si protrasse la costruzione delle Terme di Diocleziano, forse le più estese del mondo romano. Dopo un secolare abbandono, nel 1561 Pio IV decise di trasformarne una parte nella basilica della Madonna degli Angeli. Nell'area antistante il Museo si trovano reperti dall'età della Repubblica alla fine dell'Impero.
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Le Trade Unions sono delle organizzazioni operaie inglesi. Questi primi sindacati hanno origine dalle società di mutuo soccorso ammesse per legge nel 1793. Ritenute illegali dal governo inglese che adotta una serie di provvedimenti restrittivi per reprimere ogni forma di rivendicazione operaia, furono oggetto di violente repressioni. I primi sindacati, le Trade Unions (organizzazioni operaie inglesi), furono oggetto di violente repressioni da parte del governo inglese che, adottando una serie di misure restrittive per reprimere ogni forma di rivendicazione operaia, le aveva dichiarate illegali. Esse avevano avuto origine dalle società di mutuo soccorso che erano invece divenute legali nel 1793.
Le Trade Unions sono delle organizzazioni operaie inglesi. Questi primi sindacati hanno origine dalle società di mutuo soccorso ammesse per legge nel 1793. Ritenute illegali dal governo inglese che adotta una serie di provvedimenti restrittivi per reprimere ogni forma di rivendicazione operaia, furono oggetto di violente repressioni. I primi sindacati, le Trade Unions (organizzazioni operaie inglesi), furono oggetto di violente repressioni da parte del governo inglese che, adottando una serie di misure restrittive per reprimere ogni forma di rivendicazione operaia, le aveva dichiarate illegali. Esse avevano avuto origine dalle società di mutuo soccorso che erano invece divenute legali nel 1793.
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Le variazioni della popolazione sono dovute alle nascite, alle morti e alle migrazioni. Combinando questi elementi si ottiene la popolazione totale. Specie in Europa e nei territori in cui prevale la popolazione d'origine europea, si registra una continua diminuzione delle nascite. La mortalità infantile è ancora assai elevata in alcune popolazioni anche se i relativi indici vanno rapidamente abbassandosi. I cambiamenti numerici della popolazione dipendono anche dalle migrazioni. Vari Paesi europei, la cui popolazione fino alla fine del XIX secolo aumentava con ritmo assai più rapido che negli altri continenti, contribuirono a incrementare la popolazione di quei continenti. Dalla prima metà del XIX secolo fino al 1930 circa, le grandi migrazioni intercontinentali trapiantarono in meno di cento anni milioni di persone da un capo all'altro del globo. Quale delle seguenti informazioni NON è contenuta nel testo precedente? Fino al 1930 la popolazione europea è cresciuta più di quella degli altri continenti
Le variazioni della popolazione sono dovute alle nascite, alle morti e alle migrazioni. Combinando questi elementi si ottiene la popolazione totale. Specie in Europa e nei territori in cui prevale la popolazione d'origine europea, si registra una continua diminuzione delle nascite. La mortalità infantile è ancora assai elevata in alcune popolazioni anche se i relativi indici vanno rapidamente abbassandosi. I cambiamenti numerici della popolazione dipendono anche dalle migrazioni. Vari Paesi europei, la cui popolazione fino alla fine del XIX secolo aumentava con ritmo assai più rapido che negli altri continenti, contribuirono a incrementare la popolazione di quei continenti. Dalla prima metà del XIX secolo fino al 1930 circa, le grandi migrazioni intercontinentali trapiantarono in meno di cento anni milioni di persone da un capo all'altro del globo. Quale delle seguenti informazioni NON è contenuta nel testo precedente? Fino al 1930 la popolazione europea è cresciuta più di quella degli altri continenti
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Leandro Fernandez de Moratin (1760-1828) è il maggior rappresentante di una tarda generazione neoclassica, e specificamente del tardo teatro neoclassico spagnolo. Il teatro del Settecento, dopo il progressivo esaurimento della vecchia scuola calderoniana e i perloppiù infelici tentativi neoclassici (tra i quali sono da collocare le opere teatrali di Moratin padre), aveva avuto un solo rappresentante che ancora ci dice qualcosa: Ramon de la Cruz (1731- 94), continuatore di quel genero chico che aveva avuto numerose e apprezzabili manifestazioni, anche dopo gli entremeses cervantini. Esauritasi la scuola di Calderon, il teatro settecentesco spagnolo non abbonda di manifestazioni eccelse. Salviamo Ramon de la Cruz (1731-94) che si mosse all'interno di quel genero chico ben difeso da molti; e poi giungiamo a Leandro Fernandez de Moratin (1760-1828), che è un tardo neoclassico al di sopra degli altri, tra i quali suo padre stesso.
Leandro Fernandez de Moratin (1760-1828) è il maggior rappresentante di una tarda generazione neoclassica, e specificamente del tardo teatro neoclassico spagnolo. Il teatro del Settecento, dopo il progressivo esaurimento della vecchia scuola calderoniana e i perloppiù infelici tentativi neoclassici (tra i quali sono da collocare le opere teatrali di Moratin padre), aveva avuto un solo rappresentante che ancora ci dice qualcosa: Ramon de la Cruz (1731- 94), continuatore di quel genero chico che aveva avuto numerose e apprezzabili manifestazioni, anche dopo gli entremeses cervantini. Esauritasi la scuola di Calderon, il teatro settecentesco spagnolo non abbonda di manifestazioni eccelse. Salviamo Ramon de la Cruz (1731-94) che si mosse all'interno di quel genero chico ben difeso da molti; e poi giungiamo a Leandro Fernandez de Moratin (1760-1828), che è un tardo neoclassico al di sopra degli altri, tra i quali suo padre stesso.
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L'economia dell'Impero Romano, come quelle di tutte le civiltà antiche, poggiava sull'agricoltura. La maggior parte della popolazione lavorava nei campi e il possesso di terra era considerato la vera ricchezza, ma questi ultimi non sono argomenti decisivi per supportare l'affermazione di partenza. È però stato dimostrato che effettivamente una percentuale significativa del prodotto interno lordo veniva dall'agricoltura. Il fatto che la maggior parte della popolazione dell'Impero Romano lavorasse nei campi e che il possesso di terra fosse percepito come la vera ricchezza non basta da solo a dimostrare che l'economia dell'Impero fosse essenzialmente agricola. È però certo che gran parte del prodotto interno lordo veniva dall'agricoltura.
L'economia dell'Impero Romano, come quelle di tutte le civiltà antiche, poggiava sull'agricoltura. La maggior parte della popolazione lavorava nei campi e il possesso di terra era considerato la vera ricchezza, ma questi ultimi non sono argomenti decisivi per supportare l'affermazione di partenza. È però stato dimostrato che effettivamente una percentuale significativa del prodotto interno lordo veniva dall'agricoltura. Il fatto che la maggior parte della popolazione dell'Impero Romano lavorasse nei campi e che il possesso di terra fosse percepito come la vera ricchezza non basta da solo a dimostrare che l'economia dell'Impero fosse essenzialmente agricola. È però certo che gran parte del prodotto interno lordo veniva dall'agricoltura.
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L'emigrazione ha le sue radici nelle trasformazioni strutturali che conseguono all'incorporazione del Paese di origine nell'economia di mercato globale. Con il passare del tempo, si forma un complesso sistema di reti relazionali e di istituzioni informali, che sostiene i flussi migratori e facilita la mobilità internazionale. Ma, oggi, gli Stati economicamente più forti sono fortemente impegnati al fine di controllare e limitare i movimenti internazionali di popolazione. Prima del 1914, invece, non esistevano praticamente controlli. L'integrazione di un Paese nell'economia di mercato globale e le trasformazioni strutturali che ne conseguono stanno all'origine dell'emigrazione, sostenuta e facilitata nel tempo anche dalla formazione di un complesso sistema di reti relazionali, che oggi, diversamente da quanto accadeva prima del 1914, gli Stati più forti economicamente cercano di limitare e contenere.
L'emigrazione ha le sue radici nelle trasformazioni strutturali che conseguono all'incorporazione del Paese di origine nell'economia di mercato globale. Con il passare del tempo, si forma un complesso sistema di reti relazionali e di istituzioni informali, che sostiene i flussi migratori e facilita la mobilità internazionale. Ma, oggi, gli Stati economicamente più forti sono fortemente impegnati al fine di controllare e limitare i movimenti internazionali di popolazione. Prima del 1914, invece, non esistevano praticamente controlli. L'integrazione di un Paese nell'economia di mercato globale e le trasformazioni strutturali che ne conseguono stanno all'origine dell'emigrazione, sostenuta e facilitata nel tempo anche dalla formazione di un complesso sistema di reti relazionali, che oggi, diversamente da quanto accadeva prima del 1914, gli Stati più forti economicamente cercano di limitare e contenere.
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L'energia prodotta dai corsi d'acqua copre una percentuale piuttosto bassa del fabbisogno energetico mondiale; essa rappresenta poco più del 6% dell'energia primaria complessivamente consumata e il 21% dell'intera energia elettrica prodotta. Ma bisogna considerare che si tratta di energia pregiata e per di più con un rendimento sempre più elevato (intorno all'80%), il che rende non trascurabile la sua importanza economica. I Paesi che hanno produzione e consumi sensibili di energia idroelettrica sono pochi: Giappone, Nuova Zelanda, Svizzera, Paesi scandinavi e pochi altri. In Italia il ruolo dell'energia idroelettrica è stato molto importante dalla metà degli anni Venti fino agli anni Cinquanta del XX secolo; in quel periodo essa costituiva una percentuale variante tra il 20 e il 40% dell'energia totale consumata nel nostro Paese. Attualmente, invece, l'energia idroelettrica rappresenta circa il 16% del consumo totale italiano, non perché le centrali idroelettriche siano state abbandonate, ma perché il consumo energetico è notevolmente aumentato in tutti i settori, mentre le possibilità di realizzare nuovi impianti idroelettrici sono limitate. L'energia idroelettrica, pur coprendo una percentuale piuttosto bassa del fabbisogno energetico mondiale, rappresenta una tipologia di energia pregiata e con un rendimento elevato. Tali caratteristiche la rendono importante dal punto di vista economico, anche se sono ancora pochi i Paesi che hanno produzione e consumi sensibili di energia idroelettrica. In Italia l'energia prodotta dai corsi d'acqua è stata molto importante dalla metà degli anni Venti del Novecento fino agli anni Cinquanta, mentre oggi rappresenta solo il 16% del consumo energetico totale degli italiani.
L'energia prodotta dai corsi d'acqua copre una percentuale piuttosto bassa del fabbisogno energetico mondiale; essa rappresenta poco più del 6% dell'energia primaria complessivamente consumata e il 21% dell'intera energia elettrica prodotta. Ma bisogna considerare che si tratta di energia pregiata e per di più con un rendimento sempre più elevato (intorno all'80%), il che rende non trascurabile la sua importanza economica. I Paesi che hanno produzione e consumi sensibili di energia idroelettrica sono pochi: Giappone, Nuova Zelanda, Svizzera, Paesi scandinavi e pochi altri. In Italia il ruolo dell'energia idroelettrica è stato molto importante dalla metà degli anni Venti fino agli anni Cinquanta del XX secolo; in quel periodo essa costituiva una percentuale variante tra il 20 e il 40% dell'energia totale consumata nel nostro Paese. Attualmente, invece, l'energia idroelettrica rappresenta circa il 16% del consumo totale italiano, non perché le centrali idroelettriche siano state abbandonate, ma perché il consumo energetico è notevolmente aumentato in tutti i settori, mentre le possibilità di realizzare nuovi impianti idroelettrici sono limitate. L'energia idroelettrica, pur coprendo una percentuale piuttosto bassa del fabbisogno energetico mondiale, rappresenta una tipologia di energia pregiata e con un rendimento elevato. Tali caratteristiche la rendono importante dal punto di vista economico, anche se sono ancora pochi i Paesi che hanno produzione e consumi sensibili di energia idroelettrica. In Italia l'energia prodotta dai corsi d'acqua è stata molto importante dalla metà degli anni Venti del Novecento fino agli anni Cinquanta, mentre oggi rappresenta solo il 16% del consumo energetico totale degli italiani.
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L'enigma della materia che forma l'universo visibile intero è stato probabilmente sciolto da un'equipe internazionale di ricercatori. L'astrofisica moderna pensa che solo il 5% dell'universo sia composto dalla materia che possiamo vedere, il nostro Sole, la Terra, Marte e così via sono fatti di barioni, ma in tutto questa materia che vediamo assomma a un ridicolo 5%, rispetto poi a un 25% che è aggiudicato alla cosiddetta materia oscura, della cui esistenza siamo sufficientemente certi ma che siamo lontani dal trovare, mentre addirittura il 70% dell'universo sarebbe composto dalla cosiddetta energia oscura, sulla cui esistenza alcuni dissentono. Solo in minima parte, per il 5%, l'universo è costituito da materia visibile, mentre per 1/4 è costituito di materia oscura e per il 70% consterebbe di energia oscura. Gli astrofisici moderni concordano sull'esistenza della materia oscura ma non su quella dell'energia oscura.
L'enigma della materia che forma l'universo visibile intero è stato probabilmente sciolto da un'equipe internazionale di ricercatori. L'astrofisica moderna pensa che solo il 5% dell'universo sia composto dalla materia che possiamo vedere, il nostro Sole, la Terra, Marte e così via sono fatti di barioni, ma in tutto questa materia che vediamo assomma a un ridicolo 5%, rispetto poi a un 25% che è aggiudicato alla cosiddetta materia oscura, della cui esistenza siamo sufficientemente certi ma che siamo lontani dal trovare, mentre addirittura il 70% dell'universo sarebbe composto dalla cosiddetta energia oscura, sulla cui esistenza alcuni dissentono. Solo in minima parte, per il 5%, l'universo è costituito da materia visibile, mentre per 1/4 è costituito di materia oscura e per il 70% consterebbe di energia oscura. Gli astrofisici moderni concordano sull'esistenza della materia oscura ma non su quella dell'energia oscura.
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L'Enigma della Sfinge è il primo enigma della storia di cui si abbia documentazione: veniva posto dalla Sfinge all'ingresso della città di Tebe ai passanti e chi non era in grado di risolverlo veniva divorato dal mostro. La Sfinge della mitologia greca, diversa da quella della mitologia egiziana, aveva volto femminile, petto, zampe e coda di leone ed era dotata di ali: spedita dalla dea Era per punire Tebe, la Sfinge si insediò sopra una rupe che dominava la città da dove poneva a tutti i passanti il suo enigma. La forma più conosciuta con la quale è giunto a noi è più o meno la seguente: "Qual è l'animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre?" Edipo, che si trovò a passare per quella strada, al quesito della Sfinge rispose l'Uomo: da piccolo cammina gattoni, da grande cammina su due gambe e da vecchio cammina con il bastone. La Sfinge, infuriata, si gettò dalla montagna, uccidendosi, e il popolo di Tebe portò Edipo in trionfo per le vie della città. Il primo enigma della storia di cui si abbia documentazione è giunto fino a noi più o meno in questa forma: "Qual è l'animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre?". Tale enigma veniva posto dalla Sfinge ai passanti che volevano varcare l'ingresso della città di Tebe, chi non rispondeva correttamente veniva divorato. Essa aveva volto di donna, petto, zampe e coda di leone e ali, e la sua presenza sulla rupe che dominava la città era stata voluta da Era, decisa a punire Tebe. Edipo, passando di là, risolse l'enigma rispondendo che l'animale in questione era l'uomo, che da piccolo gattona, da grande cammina su due gambe e da vecchio usa il bastone. La Sfinge a quel punto si uccise gettandosi dalla montagna mentre Edipo fu portato in trionfo dal popolo tebano.
L'Enigma della Sfinge è il primo enigma della storia di cui si abbia documentazione: veniva posto dalla Sfinge all'ingresso della città di Tebe ai passanti e chi non era in grado di risolverlo veniva divorato dal mostro. La Sfinge della mitologia greca, diversa da quella della mitologia egiziana, aveva volto femminile, petto, zampe e coda di leone ed era dotata di ali: spedita dalla dea Era per punire Tebe, la Sfinge si insediò sopra una rupe che dominava la città da dove poneva a tutti i passanti il suo enigma. La forma più conosciuta con la quale è giunto a noi è più o meno la seguente: "Qual è l'animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre?" Edipo, che si trovò a passare per quella strada, al quesito della Sfinge rispose l'Uomo: da piccolo cammina gattoni, da grande cammina su due gambe e da vecchio cammina con il bastone. La Sfinge, infuriata, si gettò dalla montagna, uccidendosi, e il popolo di Tebe portò Edipo in trionfo per le vie della città. Il primo enigma della storia di cui si abbia documentazione è giunto fino a noi più o meno in questa forma: "Qual è l'animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre?". Tale enigma veniva posto dalla Sfinge ai passanti che volevano varcare l'ingresso della città di Tebe, chi non rispondeva correttamente veniva divorato. Essa aveva volto di donna, petto, zampe e coda di leone e ali, e la sua presenza sulla rupe che dominava la città era stata voluta da Era, decisa a punire Tebe. Edipo, passando di là, risolse l'enigma rispondendo che l'animale in questione era l'uomo, che da piccolo gattona, da grande cammina su due gambe e da vecchio usa il bastone. La Sfinge a quel punto si uccise gettandosi dalla montagna mentre Edipo fu portato in trionfo dal popolo tebano.
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L'enorme quantità di testimonianze lasciate dalle persone comuni, dai subalterni costretti alla guerra, ha finito con il determinare una "questione storiografica". Analizzando queste fonti "si sceglie infatti di ricostruire e raccontare la storia generale non solo con i grandi blocchi monolitici di carte istituzionali e diplomatiche, ma anche con miniature di vita costituite dalle esperienze dei singoli individui". Un approccio che è in grado di rivelare "i dettagli dei grandi eventi, attraverso le sfumature di tante storie reali e vissute". Gorgolini ha imboccato questo percorso prima con un saggio sulle memorie autobiografiche di soldati marchigiani impegnati nelle due grandi guerre del Novecento, poi con la rilettura del diario di un fante del primo conflitto mondiale. Gorgolini nelle sue opere storiografiche ha deciso di seguire un approccio che valorizza non solo la storia dei grandi eventi istituzionali o diplomatici, ma che utilizza soprattutto le testimonianze lasciate dalle persone comuni. In questo modo l'autore tratteggia le vite quotidiane, ricche di dettagli, di chi ha vissuto questi eminenti fatti storici sulla propria pelle.
L'enorme quantità di testimonianze lasciate dalle persone comuni, dai subalterni costretti alla guerra, ha finito con il determinare una "questione storiografica". Analizzando queste fonti "si sceglie infatti di ricostruire e raccontare la storia generale non solo con i grandi blocchi monolitici di carte istituzionali e diplomatiche, ma anche con miniature di vita costituite dalle esperienze dei singoli individui". Un approccio che è in grado di rivelare "i dettagli dei grandi eventi, attraverso le sfumature di tante storie reali e vissute". Gorgolini ha imboccato questo percorso prima con un saggio sulle memorie autobiografiche di soldati marchigiani impegnati nelle due grandi guerre del Novecento, poi con la rilettura del diario di un fante del primo conflitto mondiale. Gorgolini nelle sue opere storiografiche ha deciso di seguire un approccio che valorizza non solo la storia dei grandi eventi istituzionali o diplomatici, ma che utilizza soprattutto le testimonianze lasciate dalle persone comuni. In questo modo l'autore tratteggia le vite quotidiane, ricche di dettagli, di chi ha vissuto questi eminenti fatti storici sulla propria pelle.
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L'esistenza di un legame tra processi di globalizzazione e migrazioni non è una correlazione stabile e univoca, come troppo spesso si tende a credere. Basti pensare alle migrazioni abitualmente definite "forzate" (e, specialmente, a quelle provocate da conflitti o da violazioni gravi e diffuse dei diritti umani fondamentali), le quali tendono spesso a verificarsi proprio in fasi che potremmo definire di "de-globalizzazione", ossia di chiusura nazionalistica (oppure operata su base etnica, religiosa, o di altra natura) e riduzione delle interazioni pacifiche tra società ed economie nazionali. Non è corretto ritenere che la globalizzazione e le migrazioni siano legate da un rapporto stabile e univoco perché vi sono migrazioni che si verificano proprio in fasi di chiusura nazionalistica o in seguito a conflitti interni, come accade per le cosiddette migrazioni "forzate" provocate da diffuse violazioni dei diritti umani.
L'esistenza di un legame tra processi di globalizzazione e migrazioni non è una correlazione stabile e univoca, come troppo spesso si tende a credere. Basti pensare alle migrazioni abitualmente definite "forzate" (e, specialmente, a quelle provocate da conflitti o da violazioni gravi e diffuse dei diritti umani fondamentali), le quali tendono spesso a verificarsi proprio in fasi che potremmo definire di "de-globalizzazione", ossia di chiusura nazionalistica (oppure operata su base etnica, religiosa, o di altra natura) e riduzione delle interazioni pacifiche tra società ed economie nazionali. Non è corretto ritenere che la globalizzazione e le migrazioni siano legate da un rapporto stabile e univoco perché vi sono migrazioni che si verificano proprio in fasi di chiusura nazionalistica o in seguito a conflitti interni, come accade per le cosiddette migrazioni "forzate" provocate da diffuse violazioni dei diritti umani.
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L'espressione industrial design si riferisce alla progettazione intesa a dare forma d'arte a oggetti di produzione industriale. L'industrial design tende a considerarsi un ambito di ricerca autonoma e non solo una funzione di marketing. Le origini del disegno industriale risalgono all'inizio dell'Ottocento, ma furono tuttavia alcuni protagonisti del movimento inglese Arts and Crafts i primi a riconoscere le possibilità artistiche della produzione di serie. L'industrial design, espressione con cui si indica la progettazione che vuole dare forma d'arte a oggetti prodotti industrialmente, nasce all'inizio dell'Ottocento, anche se i primi a ravvisare le possibilità artistiche della produzione di serie furono alcuni protagonisti del movimento Arts and Crafts. Oggi, il disegno industriale si considera un ambito di ricerca autonoma e non solo una funzione di marketing.
L'espressione industrial design si riferisce alla progettazione intesa a dare forma d'arte a oggetti di produzione industriale. L'industrial design tende a considerarsi un ambito di ricerca autonoma e non solo una funzione di marketing. Le origini del disegno industriale risalgono all'inizio dell'Ottocento, ma furono tuttavia alcuni protagonisti del movimento inglese Arts and Crafts i primi a riconoscere le possibilità artistiche della produzione di serie. L'industrial design, espressione con cui si indica la progettazione che vuole dare forma d'arte a oggetti prodotti industrialmente, nasce all'inizio dell'Ottocento, anche se i primi a ravvisare le possibilità artistiche della produzione di serie furono alcuni protagonisti del movimento Arts and Crafts. Oggi, il disegno industriale si considera un ambito di ricerca autonoma e non solo una funzione di marketing.
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Li chiamano, con un acronimo inglese, Neet. Sono i giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né all'università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. Nel nostro Paese sono oltre due milioni, il 21,2 per cento della popolazione nazionale di riferimento: un esercito immobile di nuovi analfabeti lavorativi. Che ha perso il treno dell'istruzione, che scivola verso i confini del mercato occupazionale, che rischia di non contribuire mai al sistema previdenziale. E pesa come un macigno sulla ripresa economica italiana. In Italia i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano, né seguono corsi di formazione costituiscono circa il 21% della popolazione di riferimento. Sono definiti "neet" usando un acronimo anglosassone o analfabeti lavorativi, una generazione immobile che pesa sull'economia del Paese.
Li chiamano, con un acronimo inglese, Neet. Sono i giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né all'università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. Nel nostro Paese sono oltre due milioni, il 21,2 per cento della popolazione nazionale di riferimento: un esercito immobile di nuovi analfabeti lavorativi. Che ha perso il treno dell'istruzione, che scivola verso i confini del mercato occupazionale, che rischia di non contribuire mai al sistema previdenziale. E pesa come un macigno sulla ripresa economica italiana. In Italia i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano, né seguono corsi di formazione costituiscono circa il 21% della popolazione di riferimento. Sono definiti "neet" usando un acronimo anglosassone o analfabeti lavorativi, una generazione immobile che pesa sull'economia del Paese.
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L'iconografia dei Mesi è legata alla rappresentazione del calendario e dello zodiaco. A ogni mese corrispondono un pianeta e una divinità celeste, i cui influssi si manifestano sulla natura e sui diversi temperamenti umani. Attraverso la raffigurazione dei Mesi, i miniaturisti medievali hanno offerto uno straordinario spaccato della società feudale, soffermandosi sulla descrizione dei costumi dell'epoca, degli svaghi dei nobili e dei lavori agricoli, scanditi dai cicli della natura e dall'alternarsi delle stagioni. L'aratura, la semina, la preparazione del burro, la fienagione e la mietitura del grano, la vendemmia e la raccolta invernale della legna - ricostruiti attraverso la descrizione realistica del mondo contadino - si alternano a una visione allegorica della società cortese e dei suoi passatempi preferiti: il banchetto, il torneo, i corteggiamenti, il corteo nuziale e la caccia con il falcone. In epoca rinascimentale, la raffigurazione dei Mesi offre lo spunto per una grandiosa ripresa di motivi e simboli profani, tratti in prevalenza dalla cultura classica. L'iconografia dei Mesi è legata al calendario e allo zodiaco: a ogni mese vengono assegnati un pianeta e una divinità celeste, che manifesta i propri influssi sulla natura e sui diversi caratteri umani. La rappresentazione dei Mesi nelle miniature medievali ha offerto un ritratto della società feudale, attraverso la descrizione dei costumi del tempo, dei passatempi dei nobili e dei lavori agricoli scanditi dalle stagioni. Le varie attività legate ai lavori dei campi si alternano alla visione allegorica della società delle corti e dei suoi svaghi. Durante il Rinascimento la raffigurazione dei Mesi ha dato lo spunto per una ripresa di motivi e simboli tratti principalmente dalla cultura classica.
L'iconografia dei Mesi è legata alla rappresentazione del calendario e dello zodiaco. A ogni mese corrispondono un pianeta e una divinità celeste, i cui influssi si manifestano sulla natura e sui diversi temperamenti umani. Attraverso la raffigurazione dei Mesi, i miniaturisti medievali hanno offerto uno straordinario spaccato della società feudale, soffermandosi sulla descrizione dei costumi dell'epoca, degli svaghi dei nobili e dei lavori agricoli, scanditi dai cicli della natura e dall'alternarsi delle stagioni. L'aratura, la semina, la preparazione del burro, la fienagione e la mietitura del grano, la vendemmia e la raccolta invernale della legna - ricostruiti attraverso la descrizione realistica del mondo contadino - si alternano a una visione allegorica della società cortese e dei suoi passatempi preferiti: il banchetto, il torneo, i corteggiamenti, il corteo nuziale e la caccia con il falcone. In epoca rinascimentale, la raffigurazione dei Mesi offre lo spunto per una grandiosa ripresa di motivi e simboli profani, tratti in prevalenza dalla cultura classica. L'iconografia dei Mesi è legata al calendario e allo zodiaco: a ogni mese vengono assegnati un pianeta e una divinità celeste, che manifesta i propri influssi sulla natura e sui diversi caratteri umani. La rappresentazione dei Mesi nelle miniature medievali ha offerto un ritratto della società feudale, attraverso la descrizione dei costumi del tempo, dei passatempi dei nobili e dei lavori agricoli scanditi dalle stagioni. Le varie attività legate ai lavori dei campi si alternano alla visione allegorica della società delle corti e dei suoi svaghi. Durante il Rinascimento la raffigurazione dei Mesi ha dato lo spunto per una ripresa di motivi e simboli tratti principalmente dalla cultura classica.
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L'idea di trapiantare in Italia il sistema sanitario di tipo americano, in sostituzione del nostro Servizio Sanitario Nazionale, trova sostenitori sempre più numerosi. Le potenzialità della medicina statunitense, la sua eccellenza sul piano scientifico ed i suoi progressi sul piano tecnico sono fuori discussione. Sono invece discutibili altri aspetti e le notizie che giungono dagli Stati Uniti, infatti, dimostrano almeno due cose. La prima è che negli Stati Uniti i costi del sistema sanitario tendono a crescere molto più velocemente rispetto ai paesi europei e che molto maggiore, rispetto ai paesi europei, è negli Stati Uniti la quota di ricchezza nazionale che viene drenata verso i consumi sanitari e sottratta agli investimenti produttivi. La seconda cosa è che l'asserita capacità del libero mercato di assicurare, insieme con un'alta qualità dei servizi offerti, una equità del sistema sul piano umano e sociale, è spesso falsa. Dalla lettura del brano si evidenzia che: negli Stati Uniti la percentuale del prodotto nazionale lordo investito nei consumi sanitari è più consistente che in Europa
L'idea di trapiantare in Italia il sistema sanitario di tipo americano, in sostituzione del nostro Servizio Sanitario Nazionale, trova sostenitori sempre più numerosi. Le potenzialità della medicina statunitense, la sua eccellenza sul piano scientifico ed i suoi progressi sul piano tecnico sono fuori discussione. Sono invece discutibili altri aspetti e le notizie che giungono dagli Stati Uniti, infatti, dimostrano almeno due cose. La prima è che negli Stati Uniti i costi del sistema sanitario tendono a crescere molto più velocemente rispetto ai paesi europei e che molto maggiore, rispetto ai paesi europei, è negli Stati Uniti la quota di ricchezza nazionale che viene drenata verso i consumi sanitari e sottratta agli investimenti produttivi. La seconda cosa è che l'asserita capacità del libero mercato di assicurare, insieme con un'alta qualità dei servizi offerti, una equità del sistema sul piano umano e sociale, è spesso falsa. Dalla lettura del brano si evidenzia che: negli Stati Uniti la percentuale del prodotto nazionale lordo investito nei consumi sanitari è più consistente che in Europa
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L'immaginazione dell'attore ha la caratteristica di avvicinare a sé la vita altrui, adattandola, riscontrando peculiarità, affinità e caratteristiche emozionanti; essa sa creare una vita fittizia, secondo i dettami del proprio gusto, una vita emozionante, bella, ricca di contenuto interiore. L'attore, grazie all'immaginazione, riadattando a sé la vita altrui secondo il proprio gusto, sa creare una vita fittizia, ricca di contenuto interiore.
L'immaginazione dell'attore ha la caratteristica di avvicinare a sé la vita altrui, adattandola, riscontrando peculiarità, affinità e caratteristiche emozionanti; essa sa creare una vita fittizia, secondo i dettami del proprio gusto, una vita emozionante, bella, ricca di contenuto interiore. L'attore, grazie all'immaginazione, riadattando a sé la vita altrui secondo il proprio gusto, sa creare una vita fittizia, ricca di contenuto interiore.
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L'imperatore Adriano impiegò cinque anni a costruirlo. Dal 122 al 127 dopo Cristo. Oggi, diciannove secoli dopo, la sua opera potrebbe finire in rovina. I britannici stanno infatti per dichiarare forfait: non ci sono più soldi per mantenere il monumentale muro, alto sei metri e largo tre, che doveva dividere l'impero romano dai barbari. Sono finiti i fondi per restaurare e valorizzare il Vallo di Adriano, una delle più importanti attrazioni culturali dell'Inghilterra, capace di portare nei suoi 11 musei sparpagliati lungo i 117 chilometri della barriera oltre un milione di turisti a stagione. Tanti. Ma non abbastanza. Così un altro pezzo di storia rischia di naufragare per via della crisi. E questa volta non in Italia, ma Oltremanica. Non è solo l'Italia a perdere pezzi di storia a causa della crisi: la Gran Bretagna ha finito i fondi per restaurare e mantenere il Vallo di Adriano, il muro costruito dall'imperatore Adriano tra il 122 e il 127 d.C. per proteggere i confini dell'impero dai barbari e che oggi, con i suoi 117 km di lunghezza, attira oltre un milione di turisti a stagione.
L'imperatore Adriano impiegò cinque anni a costruirlo. Dal 122 al 127 dopo Cristo. Oggi, diciannove secoli dopo, la sua opera potrebbe finire in rovina. I britannici stanno infatti per dichiarare forfait: non ci sono più soldi per mantenere il monumentale muro, alto sei metri e largo tre, che doveva dividere l'impero romano dai barbari. Sono finiti i fondi per restaurare e valorizzare il Vallo di Adriano, una delle più importanti attrazioni culturali dell'Inghilterra, capace di portare nei suoi 11 musei sparpagliati lungo i 117 chilometri della barriera oltre un milione di turisti a stagione. Tanti. Ma non abbastanza. Così un altro pezzo di storia rischia di naufragare per via della crisi. E questa volta non in Italia, ma Oltremanica. Non è solo l'Italia a perdere pezzi di storia a causa della crisi: la Gran Bretagna ha finito i fondi per restaurare e mantenere il Vallo di Adriano, il muro costruito dall'imperatore Adriano tra il 122 e il 127 d.C. per proteggere i confini dell'impero dai barbari e che oggi, con i suoi 117 km di lunghezza, attira oltre un milione di turisti a stagione.
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L'impero americano incontra l'Islam sotto forma di petrolio. Ma va posta un'ovvia premessa, in termini di civiltà. Il petrolio è un bene dell'Islam, ma è diventato un bene economico perché l'Occidente si è industrializzato. Giaceva inerte nel sottosuolo, fino a quando la rivoluzione industriale non si sviluppò nella seconda metà dell'Ottocento. L'impero americano incontra l'Islam a causa del petrolio, che giaceva inerte nel sottosuolo dei Paesi islamici. È diventato un bene economico perché l'Occidente si è industrializzato nella seconda metà del diciannovesimo secolo.
L'impero americano incontra l'Islam sotto forma di petrolio. Ma va posta un'ovvia premessa, in termini di civiltà. Il petrolio è un bene dell'Islam, ma è diventato un bene economico perché l'Occidente si è industrializzato. Giaceva inerte nel sottosuolo, fino a quando la rivoluzione industriale non si sviluppò nella seconda metà dell'Ottocento. L'impero americano incontra l'Islam a causa del petrolio, che giaceva inerte nel sottosuolo dei Paesi islamici. È diventato un bene economico perché l'Occidente si è industrializzato nella seconda metà del diciannovesimo secolo.
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L'importanza degli argomenti trattati in questo libro non ha bisogno di giustificazioni. Molto si è scritto sul paganesimo, e ancora di più sul cristianesimo primitivo, ma mentre le rispettive credenze e filosofie e la reciproca considerazione sono state oggetto di ottimi raffronti, non esiste, per quanto ne so, un libro che contrapponga la pratica dell'uno a quella dell'altro nel contesto della vita civile. Ogni libro finisce con l'imporre la propria misura, e anche se il mio è lungo, io simpatizzo con quel lettore che l'avrebbe desiderato ancora più lungo, onde rendere giustizia ai suoi temi. In questo libro mi dedicherò a un tema importante, cioè quello del raffronto tra la pratica del paganesimo e del cristianesimo primitivo sul piano della vita civile. È, questo, un tema inedito, pur non mancando studi di buon livello sui patrimoni ideali delle due religioni e sul modo in cui l'una avvertiva l'altra. Sarà un libro lungo, ma ringrazio i lettori che l'avrebbero voluto ancora più completo.
L'importanza degli argomenti trattati in questo libro non ha bisogno di giustificazioni. Molto si è scritto sul paganesimo, e ancora di più sul cristianesimo primitivo, ma mentre le rispettive credenze e filosofie e la reciproca considerazione sono state oggetto di ottimi raffronti, non esiste, per quanto ne so, un libro che contrapponga la pratica dell'uno a quella dell'altro nel contesto della vita civile. Ogni libro finisce con l'imporre la propria misura, e anche se il mio è lungo, io simpatizzo con quel lettore che l'avrebbe desiderato ancora più lungo, onde rendere giustizia ai suoi temi. In questo libro mi dedicherò a un tema importante, cioè quello del raffronto tra la pratica del paganesimo e del cristianesimo primitivo sul piano della vita civile. È, questo, un tema inedito, pur non mancando studi di buon livello sui patrimoni ideali delle due religioni e sul modo in cui l'una avvertiva l'altra. Sarà un libro lungo, ma ringrazio i lettori che l'avrebbero voluto ancora più completo.
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L'impostazione alternativa (e originaria) della macroeconomia si trova presso gli economisti classici (Adam Smith, David Ricardo, Thomas R. Malthus), nel pensiero di Marx, e in una serie di autori successivi, da Knut Wicksell, a Joseph Schumpeter, a John Maynard Keynes. Tutti costoro hanno in comune l'idea che la macroeconomia debba studiare non già il comportamento del singolo individuo, ma quello dei gruppi che compongono la società e ne determinano la struttura. Vi è una diversa e più autentica impostazione della macroeconomia, quella classica di economisti come Smith, Ricardo e Malthus, oppure di Marx o di studiosi più recenti, secondo la quale la macroeconomia non deve studiare il comportamento del singolo individuo, ma quello dei gruppi che compongono e individuano la struttura della società.
L'impostazione alternativa (e originaria) della macroeconomia si trova presso gli economisti classici (Adam Smith, David Ricardo, Thomas R. Malthus), nel pensiero di Marx, e in una serie di autori successivi, da Knut Wicksell, a Joseph Schumpeter, a John Maynard Keynes. Tutti costoro hanno in comune l'idea che la macroeconomia debba studiare non già il comportamento del singolo individuo, ma quello dei gruppi che compongono la società e ne determinano la struttura. Vi è una diversa e più autentica impostazione della macroeconomia, quella classica di economisti come Smith, Ricardo e Malthus, oppure di Marx o di studiosi più recenti, secondo la quale la macroeconomia non deve studiare il comportamento del singolo individuo, ma quello dei gruppi che compongono e individuano la struttura della società.
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L'impulso a scrivere la storia è determinato dalla necessità che ogni popolo civile sente di conoscere il proprio passato e di farne oggetto di riflessione, per raccogliere quanto più possibile delle esperienze già vissute e proiettarle sul presente e sul futuro onde acquisire una migliore coscienza delle proprie possibilità. Lo studio della storia serve così a dare un preciso significato ai costumi, alle tradizioni, alle istituzioni politiche e sociali, alle stesse ideologie, a tutto ciò, in poche parole, che forma il tessuto stesso della nostra vita di tutti i giorni. È propria dei popoli civili l'esigenza di conoscere il proprio passato, così da poter interpretare il presente e anche indirizzare il futuro. Da qui, nasce lo studio della storia.
L'impulso a scrivere la storia è determinato dalla necessità che ogni popolo civile sente di conoscere il proprio passato e di farne oggetto di riflessione, per raccogliere quanto più possibile delle esperienze già vissute e proiettarle sul presente e sul futuro onde acquisire una migliore coscienza delle proprie possibilità. Lo studio della storia serve così a dare un preciso significato ai costumi, alle tradizioni, alle istituzioni politiche e sociali, alle stesse ideologie, a tutto ciò, in poche parole, che forma il tessuto stesso della nostra vita di tutti i giorni. È propria dei popoli civili l'esigenza di conoscere il proprio passato, così da poter interpretare il presente e anche indirizzare il futuro. Da qui, nasce lo studio della storia.
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Lincoln non aveva esperienza militare: e molti scrittori si sono affrettati a porre questo in rilievo, talora con tono critico, talaltra con dileggio. A parte il fatto che una esperienza specialistica delle cose militari non è richiesta al capo dello Stato (per questo egli deve rivolgersi ai suoi consulenti tecnici), vi sono perlomeno altrettanti autorevoli studiosi i quali, esaminando con molta maggior acutezza il pensiero del grande Presidente, si sono resi conto che egli aveva ben chiari i fini che si trattava di raggiungere ed era ampiamente dotato di un acuto senso del rapporto tra politica e guerra. Coloro che pongono in rilievo che Lincoln non aveva esperienza militare o che addirittura lo dileggiano per questo, non considerano che un capo di Stato non deve essere necessariamente uno specialista di guerra. Ma Lincoln aveva inoltre idee chiare su cosa la guerra dovesse conseguire e su come essa si raccordasse con la politica.
Lincoln non aveva esperienza militare: e molti scrittori si sono affrettati a porre questo in rilievo, talora con tono critico, talaltra con dileggio. A parte il fatto che una esperienza specialistica delle cose militari non è richiesta al capo dello Stato (per questo egli deve rivolgersi ai suoi consulenti tecnici), vi sono perlomeno altrettanti autorevoli studiosi i quali, esaminando con molta maggior acutezza il pensiero del grande Presidente, si sono resi conto che egli aveva ben chiari i fini che si trattava di raggiungere ed era ampiamente dotato di un acuto senso del rapporto tra politica e guerra. Coloro che pongono in rilievo che Lincoln non aveva esperienza militare o che addirittura lo dileggiano per questo, non considerano che un capo di Stato non deve essere necessariamente uno specialista di guerra. Ma Lincoln aveva inoltre idee chiare su cosa la guerra dovesse conseguire e su come essa si raccordasse con la politica.
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Linda Stone, ex manager di Apple, ha detto: "Quando non c'era Internet, andavo più spesso in biblioteca e facevo più telefonate. Leggevo più libri, ma il mio punto di vista era più ristretto ed ero meno informata. Camminavo di più, andavo di più in bicicletta e giocavo più spesso. Facevo anche l'amore più spesso. Più ho conosciuto e amato la rete, più la tensione tra la mia vita fisica e quella virtuale è aumentata. Il contrasto tra la mia vita online e quella offline mi ha fatto apprezzare di nuovo i piaceri del mondo fisico". Linda Stone, ex manager di Apple, ha detto che prima di Internet, andava spesso in biblioteca e faceva più telefonate. Leggeva più libri, ma il suo punto di vista era più ristretto ed era meno informata. Più ha conosciuto e amato la rete, più la tensione tra la vita fisica e quella virtuale è aumentata, tale contrasto le ha fatto apprezzare di nuovo i piaceri del mondo fisico.
Linda Stone, ex manager di Apple, ha detto: "Quando non c'era Internet, andavo più spesso in biblioteca e facevo più telefonate. Leggevo più libri, ma il mio punto di vista era più ristretto ed ero meno informata. Camminavo di più, andavo di più in bicicletta e giocavo più spesso. Facevo anche l'amore più spesso. Più ho conosciuto e amato la rete, più la tensione tra la mia vita fisica e quella virtuale è aumentata. Il contrasto tra la mia vita online e quella offline mi ha fatto apprezzare di nuovo i piaceri del mondo fisico". Linda Stone, ex manager di Apple, ha detto che prima di Internet, andava spesso in biblioteca e faceva più telefonate. Leggeva più libri, ma il suo punto di vista era più ristretto ed era meno informata. Più ha conosciuto e amato la rete, più la tensione tra la vita fisica e quella virtuale è aumentata, tale contrasto le ha fatto apprezzare di nuovo i piaceri del mondo fisico.
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L'indice 'spia' sull'andamento economico continua a registrare flessioni, segnalando il proseguimento dell'attuale fase di contenimento dei ritmi di crescita economica. Lo rileva l'Istat nell'ultima nota mensile. In questa fase, spiega, si rafforza la crescita dell'economia statunitense mentre si conferma il rallentamento di quella dell'area euro. E, sottolinea, anche in Italia l'economia decelera, condizionata dal contributo negativo della domanda estera netta. Anche in Italia, similmente a quanto accade in area euro, rallentano i ritmi di crescita anche in virtù del calo della domanda estera. Lo rileva l'Istat sulla base dell'indice anticipatore dell'andamento economico che allo stesso tempo rileva una crescita dell'economia statunitense.
L'indice 'spia' sull'andamento economico continua a registrare flessioni, segnalando il proseguimento dell'attuale fase di contenimento dei ritmi di crescita economica. Lo rileva l'Istat nell'ultima nota mensile. In questa fase, spiega, si rafforza la crescita dell'economia statunitense mentre si conferma il rallentamento di quella dell'area euro. E, sottolinea, anche in Italia l'economia decelera, condizionata dal contributo negativo della domanda estera netta. Anche in Italia, similmente a quanto accade in area euro, rallentano i ritmi di crescita anche in virtù del calo della domanda estera. Lo rileva l'Istat sulla base dell'indice anticipatore dell'andamento economico che allo stesso tempo rileva una crescita dell'economia statunitense.
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L'industria molitoria è in difficoltà di approvvigionamento per una forte riduzione dei volumi produttivi europei, e un raccolto di frumento tenero italiano insoddisfacente in alcune aree produttive per quantità e qualità. Lo segnala, in una nota, Italmopa, Associazione Industriali Mugnai d'Italia. Nel dettaglio, secondo la fotografia fornita dai mugnai italiani, la produzione di frumento tenero registra, nel 2018, una forte contrazione dei volumi produttivi nell'Europa del Nord e nell'Europa centrale, a seguito delle condizioni climatiche sfavorevoli verificatesi negli ultimi mesi. E il raccolto nazionale, anche esso in riduzione, presenta inoltre alcune criticità, riconducibili a problemi di natura sanitaria. L'Italmopa segnala una situazione di difficoltà per l'industria di macinazione dei cereali. Cattive condizioni climatiche hanno decretato nel 2018 una diminuzione della produzione di grano tenero nel nord e centro Europa, e nel nostro Paese si registrano, oltre una riduzione del raccolto, anche problemi di natura sanitaria.
L'industria molitoria è in difficoltà di approvvigionamento per una forte riduzione dei volumi produttivi europei, e un raccolto di frumento tenero italiano insoddisfacente in alcune aree produttive per quantità e qualità. Lo segnala, in una nota, Italmopa, Associazione Industriali Mugnai d'Italia. Nel dettaglio, secondo la fotografia fornita dai mugnai italiani, la produzione di frumento tenero registra, nel 2018, una forte contrazione dei volumi produttivi nell'Europa del Nord e nell'Europa centrale, a seguito delle condizioni climatiche sfavorevoli verificatesi negli ultimi mesi. E il raccolto nazionale, anche esso in riduzione, presenta inoltre alcune criticità, riconducibili a problemi di natura sanitaria. L'Italmopa segnala una situazione di difficoltà per l'industria di macinazione dei cereali. Cattive condizioni climatiche hanno decretato nel 2018 una diminuzione della produzione di grano tenero nel nord e centro Europa, e nel nostro Paese si registrano, oltre una riduzione del raccolto, anche problemi di natura sanitaria.
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L'industrializzazione ha causato lo spostamento e la concentrazione della popolazione e, di conseguenza, profonde modificazioni territoriali: si assiste così all'incremento degli spazi usati per l'insediamento e all'aumento del fabbisogno idrico e alimentare, che a sua volta fa crescere la domanda di terra coltivabile. Con l'industrializzazione si sono verificate sensibili modificazioni del territorio, dovute allo spostamento e alla concentrazione della popolazione: sono aumentati sia il fabbisogno di acqua e quello alimentare, il quale a sua volta produce una maggiore domanda di terra coltivabile, sia gli spazi usati per l'insediamento.
L'industrializzazione ha causato lo spostamento e la concentrazione della popolazione e, di conseguenza, profonde modificazioni territoriali: si assiste così all'incremento degli spazi usati per l'insediamento e all'aumento del fabbisogno idrico e alimentare, che a sua volta fa crescere la domanda di terra coltivabile. Con l'industrializzazione si sono verificate sensibili modificazioni del territorio, dovute allo spostamento e alla concentrazione della popolazione: sono aumentati sia il fabbisogno di acqua e quello alimentare, il quale a sua volta produce una maggiore domanda di terra coltivabile, sia gli spazi usati per l'insediamento.
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L'influenza principale di Internet sul nostro modo di pensare si rivelerà solo quando agirà sull'ambiente culturale, non solo sul comportamento dei singoli utenti. Non vivremo abbastanza per vedere che uso farà l'umanità di un mezzo di condivisione economico, istantaneo e globale (globale sia nel senso di "a disposizione di tutti" sia nel senso della sua diffusione geografica). Quello che sarà di noi non conta, ma saranno importanti le regole che stabiliremo. L'influenza di Internet sul nostro modo di pensare si rivelerà solo quando agirà sull'ambiente culturale, non solo sul comportamento dei singoli utenti. La nostra generazione non vedrà che uso farà l'umanità di un mezzo economico, istantaneo e globale. Quello che sarà di noi non conta. Saranno importanti le regole che stabiliremo.
L'influenza principale di Internet sul nostro modo di pensare si rivelerà solo quando agirà sull'ambiente culturale, non solo sul comportamento dei singoli utenti. Non vivremo abbastanza per vedere che uso farà l'umanità di un mezzo di condivisione economico, istantaneo e globale (globale sia nel senso di "a disposizione di tutti" sia nel senso della sua diffusione geografica). Quello che sarà di noi non conta, ma saranno importanti le regole che stabiliremo. L'influenza di Internet sul nostro modo di pensare si rivelerà solo quando agirà sull'ambiente culturale, non solo sul comportamento dei singoli utenti. La nostra generazione non vedrà che uso farà l'umanità di un mezzo economico, istantaneo e globale. Quello che sarà di noi non conta. Saranno importanti le regole che stabiliremo.
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L'ingresso dell'Open Source nel mercato è, secondo alcuni osservatori, una delle conseguenze della cosiddetta "convergenza tecnologica", uno slogan ormai divenuto quasi un paradigma dell'era dell'informazione: l'avvicinamento e sinergia di varie tecnologie, precedentemente ritenute estranee, studiate e sviluppate in ambiti separati. Dinanzi a queste trasformazioni spesso estremamente rapide, la creazione di standard aperti ha creato un varco nella "guerra di tutti contro tutti" del cosiddetto "libero mercato": "cooperate on standards, compete on solution" (cooperare sugli standard, competere sulle soluzioni), è il motto della IBM, una delle principali imprese coinvolte. Uno degli slogan dell'era dell'informazione è la cosiddetta "convergenza tecnologica": l'avvicinamento e l'utilizzo combinato di varie tecnologie in precedenza sviluppate separatamente. Questo, secondo alcuni osservatori, ha portato all'ingresso dell'Open Source nel mercato. Il fatto che il motto della IBM, una delle principali imprese coinvolte nella "guerra di tutti contro tutti" del "libero mercato", sia "cooperate on standards, compete on solution" (cooperare sugli standard, competere sulle soluzioni) è una delle conseguenze di tali rapide trasformazioni e della creazione di standard aperti.
L'ingresso dell'Open Source nel mercato è, secondo alcuni osservatori, una delle conseguenze della cosiddetta "convergenza tecnologica", uno slogan ormai divenuto quasi un paradigma dell'era dell'informazione: l'avvicinamento e sinergia di varie tecnologie, precedentemente ritenute estranee, studiate e sviluppate in ambiti separati. Dinanzi a queste trasformazioni spesso estremamente rapide, la creazione di standard aperti ha creato un varco nella "guerra di tutti contro tutti" del cosiddetto "libero mercato": "cooperate on standards, compete on solution" (cooperare sugli standard, competere sulle soluzioni), è il motto della IBM, una delle principali imprese coinvolte. Uno degli slogan dell'era dell'informazione è la cosiddetta "convergenza tecnologica": l'avvicinamento e l'utilizzo combinato di varie tecnologie in precedenza sviluppate separatamente. Questo, secondo alcuni osservatori, ha portato all'ingresso dell'Open Source nel mercato. Il fatto che il motto della IBM, una delle principali imprese coinvolte nella "guerra di tutti contro tutti" del "libero mercato", sia "cooperate on standards, compete on solution" (cooperare sugli standard, competere sulle soluzioni) è una delle conseguenze di tali rapide trasformazioni e della creazione di standard aperti.
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L'insegnamento di una lingua straniera è obbligatorio in tutti i Paesi Europei, salvo in Irlanda e in Scozia. Globalmente l'inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo e il russo coprono il 95% dell'offerta formativa, con una nettissima predominanza dell'inglese: gli allievi che imparano questa lingua sono quasi il 90%. Nei Paesi in cui si insegna una seconda lingua straniera, le lingue più studiate sono il francese (studiato globalmente dal 40% degli allievi e presente soprattutto in Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Romania e Bulgaria) e il tedesco (preferito da un altro 40%, concentrato nei Paesi scandinavi e, a Est, in Repubblica ceca e in Slovacchia, Ungheria, Polonia e Slovenia). In quasi tutti i Paesi Europei è obbligatorio l'insegnamento di una lingua straniera e nel 90% dei casi viene scelto l'inglese. Vi sono Paesi in cui è insegnata una seconda lingua straniera e le più diffuse sono il francese e il tedesco.
L'insegnamento di una lingua straniera è obbligatorio in tutti i Paesi Europei, salvo in Irlanda e in Scozia. Globalmente l'inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo e il russo coprono il 95% dell'offerta formativa, con una nettissima predominanza dell'inglese: gli allievi che imparano questa lingua sono quasi il 90%. Nei Paesi in cui si insegna una seconda lingua straniera, le lingue più studiate sono il francese (studiato globalmente dal 40% degli allievi e presente soprattutto in Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Romania e Bulgaria) e il tedesco (preferito da un altro 40%, concentrato nei Paesi scandinavi e, a Est, in Repubblica ceca e in Slovacchia, Ungheria, Polonia e Slovenia). In quasi tutti i Paesi Europei è obbligatorio l'insegnamento di una lingua straniera e nel 90% dei casi viene scelto l'inglese. Vi sono Paesi in cui è insegnata una seconda lingua straniera e le più diffuse sono il francese e il tedesco.
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L'integrazione globale dei mercati finanziari dipende dalla formazione di una molteplicità di legami, che essa stessa alimenta, fra i centri finanziari coinvolti. Gli esempi più chiari di tali legami sono i circuiti multinazionali di aziende affiliate e consociate, tipici delle grandi imprese operanti nell'industria manifatturiera e nel settore dei servizi specializzati. I circuiti multinazionali di aziende, manifatturiere e del settore dei servizi specializzati, affiliate e consociate sono chiari esempi di come l'integrazione globale dei mercati finanziari dipenda dalla formazione di legami molteplici fra i centri finanziari coinvolti, che sono alimentati dall'integrazione stessa.
L'integrazione globale dei mercati finanziari dipende dalla formazione di una molteplicità di legami, che essa stessa alimenta, fra i centri finanziari coinvolti. Gli esempi più chiari di tali legami sono i circuiti multinazionali di aziende affiliate e consociate, tipici delle grandi imprese operanti nell'industria manifatturiera e nel settore dei servizi specializzati. I circuiti multinazionali di aziende, manifatturiere e del settore dei servizi specializzati, affiliate e consociate sono chiari esempi di come l'integrazione globale dei mercati finanziari dipenda dalla formazione di legami molteplici fra i centri finanziari coinvolti, che sono alimentati dall'integrazione stessa.
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L'interesse degli storici nazionali e anche di quelli di Oltralpe si appuntò sull'origine e sullo sviluppo dei comuni cittadini come complesso di istituzioni pubbliche, la cui origine venne in vari modi riconosciuta e rivendicata e ciò in rapporto al gruppo etnico cui apparteneva lo storico, alla sua mentalità e alla sua formazione culturale. L'epoca del comune cittadino diventò perciò il terreno su cui si batterono i diversi nazionalismi, ciascuno riconoscendo nel fenomeno comunale l'influsso del proprio popolo e delle proprie antiche istituzioni. Gli storici italiani e quelli francesi hanno variamente rivendicato al proprio popolo di appartenenza l'origine dei comuni, sulla spinta di impulsi nazionalistici che assumevano la propria cultura a determinante del fenomeno comunale.
L'interesse degli storici nazionali e anche di quelli di Oltralpe si appuntò sull'origine e sullo sviluppo dei comuni cittadini come complesso di istituzioni pubbliche, la cui origine venne in vari modi riconosciuta e rivendicata e ciò in rapporto al gruppo etnico cui apparteneva lo storico, alla sua mentalità e alla sua formazione culturale. L'epoca del comune cittadino diventò perciò il terreno su cui si batterono i diversi nazionalismi, ciascuno riconoscendo nel fenomeno comunale l'influsso del proprio popolo e delle proprie antiche istituzioni. Gli storici italiani e quelli francesi hanno variamente rivendicato al proprio popolo di appartenenza l'origine dei comuni, sulla spinta di impulsi nazionalistici che assumevano la propria cultura a determinante del fenomeno comunale.
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L'introduzione del suffragio universale maschile (1911) segnò l'apice della politica interna di Giolitti, tesa all'avvicinamento delle masse lavoratrici alla vita politica. La nazionalizzazione delle ferrovie fu anch'essa voluta da Giolitti ma le opposizioni a tale provvedimento lo costrinsero a dimettersi dal suo primo mandato. Il punto più alto della politica interna di Giolitti, il cui obiettivo era l'avvicinamento delle masse lavoratrici alla vita politica, fu l'introduzione, nel 1911, del suffragio universale maschile. Nazionalizzò anche le ferrovie, ma questo provvedimento lo costrinse a dimettersi dal suo primo mandato.
L'introduzione del suffragio universale maschile (1911) segnò l'apice della politica interna di Giolitti, tesa all'avvicinamento delle masse lavoratrici alla vita politica. La nazionalizzazione delle ferrovie fu anch'essa voluta da Giolitti ma le opposizioni a tale provvedimento lo costrinsero a dimettersi dal suo primo mandato. Il punto più alto della politica interna di Giolitti, il cui obiettivo era l'avvicinamento delle masse lavoratrici alla vita politica, fu l'introduzione, nel 1911, del suffragio universale maschile. Nazionalizzò anche le ferrovie, ma questo provvedimento lo costrinse a dimettersi dal suo primo mandato.
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L'invasione sovietica dell'Afghanistan ha provocato un riesame fondamentale dei punti di vista dell'Alleanza Atlantica a proposito delle relazioni tra Est e Ovest. Quali che fossero le speranze di moderazione che il processo di distensione aveva fatto sorgere, tali speranze sono state rimesse in discussione dall'invasione militare sovietica diretta, perpetrata ai danni di un Paese neutrale e non allineato del Terzo Mondo. Questa azione stava a dimostrare che l'Unione Sovietica dava alla distensione un significato molto restrittivo. Il verificarsi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan ha ridimensionato le aspettative che l'Alleanza Atlantica aveva nutrito nei confronti del processo di distensione, dimostrando per contro che a esso l'URSS conferiva una portata limitata.
L'invasione sovietica dell'Afghanistan ha provocato un riesame fondamentale dei punti di vista dell'Alleanza Atlantica a proposito delle relazioni tra Est e Ovest. Quali che fossero le speranze di moderazione che il processo di distensione aveva fatto sorgere, tali speranze sono state rimesse in discussione dall'invasione militare sovietica diretta, perpetrata ai danni di un Paese neutrale e non allineato del Terzo Mondo. Questa azione stava a dimostrare che l'Unione Sovietica dava alla distensione un significato molto restrittivo. Il verificarsi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan ha ridimensionato le aspettative che l'Alleanza Atlantica aveva nutrito nei confronti del processo di distensione, dimostrando per contro che a esso l'URSS conferiva una portata limitata.
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L'inventore statunitense Robert Fulton, che nel 1800 realizzò il Nautilus, il primo sottomarino di effettiva utilità pratica, alla propria morte lasciò incompiuto il progetto di un altro natante subacqueo, alla cui realizzazione stava lavorando da anni. Spinta da cento uomini che azionavano una ruota a pale, l'imbarcazione lunga 24 metri, avrebbe dovuto navigare con il ponte a fior d'acqua, mentre un marinaio, legato in coperta, indicava la rotta. Approfittando della notte, la nave avrebbe dovuto accostare le unità nemiche e affondarle con cannoni subacquei. Robert Fulton, che nel 1880 aveva realizzato il primo sottomarino di effettiva utilità, il Nautilus, morì lasciando incompiuto un progetto per un natante a cui stava lavorando da anni. L'inventore americano voleva realizzare un'imbarcazione lunga 24 metri, spinta da cento uomini che azionavano una ruota a pale, e che avrebbe dovuto navigare con il ponte a fior d'acqua, con un marinaio legato in coperta a indicare la rotta. La nave, navigando di notte, avrebbe dovuto accostare le unità nemiche e affondarle con cannoni subacquei.
L'inventore statunitense Robert Fulton, che nel 1800 realizzò il Nautilus, il primo sottomarino di effettiva utilità pratica, alla propria morte lasciò incompiuto il progetto di un altro natante subacqueo, alla cui realizzazione stava lavorando da anni. Spinta da cento uomini che azionavano una ruota a pale, l'imbarcazione lunga 24 metri, avrebbe dovuto navigare con il ponte a fior d'acqua, mentre un marinaio, legato in coperta, indicava la rotta. Approfittando della notte, la nave avrebbe dovuto accostare le unità nemiche e affondarle con cannoni subacquei. Robert Fulton, che nel 1880 aveva realizzato il primo sottomarino di effettiva utilità, il Nautilus, morì lasciando incompiuto un progetto per un natante a cui stava lavorando da anni. L'inventore americano voleva realizzare un'imbarcazione lunga 24 metri, spinta da cento uomini che azionavano una ruota a pale, e che avrebbe dovuto navigare con il ponte a fior d'acqua, con un marinaio legato in coperta a indicare la rotta. La nave, navigando di notte, avrebbe dovuto accostare le unità nemiche e affondarle con cannoni subacquei.
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L'iperico è una pianta erbacea utilizzata fin dall'antichità da Ippocrate, Dioscoride e Galeno soprattutto come unguento per ustioni, ferite e dolori del nervo sciatico. Nel 1500 Paracelso le attribuì proprietà curative secondo la teoria per cui la struttura forata delle foglie e il fatto che la pianta si colora di rosso come il sangue, la rendono adatta a curare le ferite. Strofinando i fiori tra le dita, queste si coloreranno di rosso. A questa caratteristica è legata una delle leggende che si narrano su questa erbacea quasi miracolosa. Si dice che l'iperico sia nato dal sangue di San Giovanni quando fu decapitato per volere di Salomè. Tutt'oggi si crede che l'iperico nasca spontaneamente in luoghi dove sono avvenuti eventi molto dolorosi o violenti. Leggenda vuole che l'iperico sia nato dal sangue di San Giovanni quando fu decapitato per volere di Salomè e tutt'oggi la credenza è che nasca spontaneamente dove sono avvenuti eventi dolorosi o violenti. Il legame di questa pianta con il sangue è determinato dal colore rosso di cui si tinge e di cui si tingono le dita se se ne strofinano i fiori. Viene usata fin dai tempi di Ippocrate, Dioscoride e Galeno per lenire ustioni, ferite e dolori del nervo sciatico. Anche Paracelso, nel 1500, studiandone la struttura e il colore la reputò adatta a curare le ferite.
L'iperico è una pianta erbacea utilizzata fin dall'antichità da Ippocrate, Dioscoride e Galeno soprattutto come unguento per ustioni, ferite e dolori del nervo sciatico. Nel 1500 Paracelso le attribuì proprietà curative secondo la teoria per cui la struttura forata delle foglie e il fatto che la pianta si colora di rosso come il sangue, la rendono adatta a curare le ferite. Strofinando i fiori tra le dita, queste si coloreranno di rosso. A questa caratteristica è legata una delle leggende che si narrano su questa erbacea quasi miracolosa. Si dice che l'iperico sia nato dal sangue di San Giovanni quando fu decapitato per volere di Salomè. Tutt'oggi si crede che l'iperico nasca spontaneamente in luoghi dove sono avvenuti eventi molto dolorosi o violenti. Leggenda vuole che l'iperico sia nato dal sangue di San Giovanni quando fu decapitato per volere di Salomè e tutt'oggi la credenza è che nasca spontaneamente dove sono avvenuti eventi dolorosi o violenti. Il legame di questa pianta con il sangue è determinato dal colore rosso di cui si tinge e di cui si tingono le dita se se ne strofinano i fiori. Viene usata fin dai tempi di Ippocrate, Dioscoride e Galeno per lenire ustioni, ferite e dolori del nervo sciatico. Anche Paracelso, nel 1500, studiandone la struttura e il colore la reputò adatta a curare le ferite.
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L'isola di North Sentinel è abitata da una tribù indigena, i sentinelesi, la cui popolazione conta tra i 50 e i 500 individui. Questa tribù è la più isolata al mondo, nel tempo ha avuto sporadici nonché rari contatti con altre popolazioni esterne. I sentinelesi tengono a distanza gli stranieri con una pioggia di frecce pronte a scagliarsi contro chiunque invada il loro territorio. Il loro isolamento li ha resi "la società più vulnerabile al mondo", così li ha definiti un'organizzazione che si occupa dei diritti dei popoli indigeni, perché non hanno difese immunitarie verso le malattie più comuni per noi. L'isola di North Sentinel è abitata da una tribù che conta tra i 50 e i 500 individui. Questo gruppo umano è il più isolato del mondo e ha avuto pochissimi contatti con l'esterno: chi si avvicina al suo territorio viene subito attaccato. Ciò li rende molto vulnerabili perché non hanno sviluppato le difese immunitarie su cui gli altri popoli possono contare.
L'isola di North Sentinel è abitata da una tribù indigena, i sentinelesi, la cui popolazione conta tra i 50 e i 500 individui. Questa tribù è la più isolata al mondo, nel tempo ha avuto sporadici nonché rari contatti con altre popolazioni esterne. I sentinelesi tengono a distanza gli stranieri con una pioggia di frecce pronte a scagliarsi contro chiunque invada il loro territorio. Il loro isolamento li ha resi "la società più vulnerabile al mondo", così li ha definiti un'organizzazione che si occupa dei diritti dei popoli indigeni, perché non hanno difese immunitarie verso le malattie più comuni per noi. L'isola di North Sentinel è abitata da una tribù che conta tra i 50 e i 500 individui. Questo gruppo umano è il più isolato del mondo e ha avuto pochissimi contatti con l'esterno: chi si avvicina al suo territorio viene subito attaccato. Ciò li rende molto vulnerabili perché non hanno sviluppato le difese immunitarie su cui gli altri popoli possono contare.
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L'Italia era uscita dalla guerra e dal fascismo attraverso la Resistenza partigiana. Una parte dei combattenti avrebbe voluto proseguire la lotta armata per passare dalla liberazione alla rivoluzione, ma questa componente era stata scaricata dal Pci, che aveva optato per un patto costituzionale con gli industriali per garantire la ripresa economica e produttiva, dentro il sistema dei partiti e nel rispetto delle sfere di influenza stabilite dalle due superpotenze, Usa e Urss. L'Italia uscì dalla guerra e dal fascismo attraverso la Resistenza. Parte dei combattenti avrebbe voluto trasformare la guerra di liberazione in rivoluzione, ma il Pci preferì stringere un patto costituzionale con gli industriali per garantire la ripresa del Paese dentro il sistema dei partiti e nel rispetto delle sfere di influenza stabilite da Usa e Urss.
L'Italia era uscita dalla guerra e dal fascismo attraverso la Resistenza partigiana. Una parte dei combattenti avrebbe voluto proseguire la lotta armata per passare dalla liberazione alla rivoluzione, ma questa componente era stata scaricata dal Pci, che aveva optato per un patto costituzionale con gli industriali per garantire la ripresa economica e produttiva, dentro il sistema dei partiti e nel rispetto delle sfere di influenza stabilite dalle due superpotenze, Usa e Urss. L'Italia uscì dalla guerra e dal fascismo attraverso la Resistenza. Parte dei combattenti avrebbe voluto trasformare la guerra di liberazione in rivoluzione, ma il Pci preferì stringere un patto costituzionale con gli industriali per garantire la ripresa del Paese dentro il sistema dei partiti e nel rispetto delle sfere di influenza stabilite da Usa e Urss.
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Lo raccontavano persino i viennesi che il loro piatto più tipico, la Wiener Schnitzel, era figlio della cotoletta alla milanese, portata dalla capitale del Lombardo-Veneto alla capitale austriaca dal maresciallo Radetzky. Le guide austriache raccontavano che Vienna aveva fagocitato e fatto propri i migliori cibi delle varie parti dell'impero: il gulasch dall'Ungheria, le palacinke dai Balcani, e quindi anche la cotoletta da Milano. Ci sarebbe persino una lettera in cui il maresciallo magnificherebbe le doti della cotoletta. Invece non c'è niente di vero, la lettera non esiste, e se mai la cotoletta fosse davvero andata da Milano a Vienna, certo non lo ha fatto sulle punte delle baionette di Radetzky. Radetzky - in Italia dal 1831 al 1857 - non poteva aver trasmesso ai viennesi questa preparazione, per il semplice motivo che la conoscevano già. A Vienna si raccontava che il più tipico piatto austriaco, la Wiener Schnitzel, altro non era che una derivazione della cotoletta alla milanese, importata nella capitale dell'impero austro- ungarico da Radetzky, così come altre specialità (gulasch, palacinka) erano arrivate da altre zone dell'impero. Nonostante la diceria su una presunta lettera scritta da Radetzky e contenente riferimenti alla cotoletta, è impossibile che la cotoletta sia arrivata a Vienna grazie a lui, giacché nel periodo in cui il maresciallo era a Milano (1831-57), i viennesi la conoscevano già.
Lo raccontavano persino i viennesi che il loro piatto più tipico, la Wiener Schnitzel, era figlio della cotoletta alla milanese, portata dalla capitale del Lombardo-Veneto alla capitale austriaca dal maresciallo Radetzky. Le guide austriache raccontavano che Vienna aveva fagocitato e fatto propri i migliori cibi delle varie parti dell'impero: il gulasch dall'Ungheria, le palacinke dai Balcani, e quindi anche la cotoletta da Milano. Ci sarebbe persino una lettera in cui il maresciallo magnificherebbe le doti della cotoletta. Invece non c'è niente di vero, la lettera non esiste, e se mai la cotoletta fosse davvero andata da Milano a Vienna, certo non lo ha fatto sulle punte delle baionette di Radetzky. Radetzky - in Italia dal 1831 al 1857 - non poteva aver trasmesso ai viennesi questa preparazione, per il semplice motivo che la conoscevano già. A Vienna si raccontava che il più tipico piatto austriaco, la Wiener Schnitzel, altro non era che una derivazione della cotoletta alla milanese, importata nella capitale dell'impero austro- ungarico da Radetzky, così come altre specialità (gulasch, palacinka) erano arrivate da altre zone dell'impero. Nonostante la diceria su una presunta lettera scritta da Radetzky e contenente riferimenti alla cotoletta, è impossibile che la cotoletta sia arrivata a Vienna grazie a lui, giacché nel periodo in cui il maresciallo era a Milano (1831-57), i viennesi la conoscevano già.
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Lo scetticismo non è, in effetti, l'accettazione della sconfitta, ma il margine di sicurezza, di elasticità, per cui la sconfitta - già prevista, già ragionata - non diventa definitiva e mortale. Lo scetticismo è salutare. È il miglior antidoto per il fanatismo. Impedisce cioè di assumere idee, credenze e speranze con quella certezza che finisce con l'uccidere l'altrui libertà e la nostra... Lo scetticismo io lo vedo, dunque, come la valvola di sicurezza della ragione. E così il pessimismo. Essere scettici non significa accettare le sconfitte, bensì metterle in conto senza considerarle irrisolvibili. Essere scettici significa anche non rischiare di diventare fanatici e imporre così le proprie idee agli altri. Lo scetticismo è quindi, come il pessimismo, uno strumento che garantisce alla ragione di non venire meno.
Lo scetticismo non è, in effetti, l'accettazione della sconfitta, ma il margine di sicurezza, di elasticità, per cui la sconfitta - già prevista, già ragionata - non diventa definitiva e mortale. Lo scetticismo è salutare. È il miglior antidoto per il fanatismo. Impedisce cioè di assumere idee, credenze e speranze con quella certezza che finisce con l'uccidere l'altrui libertà e la nostra... Lo scetticismo io lo vedo, dunque, come la valvola di sicurezza della ragione. E così il pessimismo. Essere scettici non significa accettare le sconfitte, bensì metterle in conto senza considerarle irrisolvibili. Essere scettici significa anche non rischiare di diventare fanatici e imporre così le proprie idee agli altri. Lo scetticismo è quindi, come il pessimismo, uno strumento che garantisce alla ragione di non venire meno.
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Lo sciopero è l'astensione collettiva dal lavoro, non necessariamente promossa dai sindacati. Importante è che la Costituzione lo qualifichi come diritto, dopo che durante il regime fascista esso era vietato. La menzione delle leggi che "regolano" lo sciopero è intesa nel senso che queste leggi possono disciplinare solo le modalità dello sciopero (per esempio, limitandolo in taluni servizi essenziali o reprimendo talune forme abnormi di sciopero, come quello a singhiozzo o a scacchiera). Vietato dal regime fascista, lo sciopero, ossia l'astensione collettiva dal lavoro, è un diritto nella Costituzione. Le leggi possono tuttavia imporgli alcuni limiti.
Lo sciopero è l'astensione collettiva dal lavoro, non necessariamente promossa dai sindacati. Importante è che la Costituzione lo qualifichi come diritto, dopo che durante il regime fascista esso era vietato. La menzione delle leggi che "regolano" lo sciopero è intesa nel senso che queste leggi possono disciplinare solo le modalità dello sciopero (per esempio, limitandolo in taluni servizi essenziali o reprimendo talune forme abnormi di sciopero, come quello a singhiozzo o a scacchiera). Vietato dal regime fascista, lo sciopero, ossia l'astensione collettiva dal lavoro, è un diritto nella Costituzione. Le leggi possono tuttavia imporgli alcuni limiti.
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Lo scrittore, fino alla fine dell'Ottocento, si riteneva onnisciente: competeva, come ha scritto François Mauriac, con Dio, nel conoscere tutti gli elementi delle storie che raccontava-inventava (e quindi nel trasmetterne la conoscenza al lettore). Lo scrittore moderno è più cauto: ha acquisito un'umiltà congetturale che gli suggerisce di non avere pretese di ricognizioni-rappresentazioni esaustive. Un tempo si ricostruivano affreschi ambientali o d'epoca con attenzione anche ai dettagli di costume o scenografici, oppure si costruivano ritratti a tutto tondo di tutti i personaggi di una vicenda, maggiori o minori che fossero; tutte le narrazioni offrivano storie globali; ogni storia narrativa doveva mimare la Storia. Fino alla fine dell'Ottocento, gli scrittori cercavano di elaborare quadri esaustivi delle epoche o dei personaggi considerati. I loro racconti volevano dare conto della Storia. Essi, come ha osservato François Mauriac, rivaleggiavano con Dio nell'esaustività delle loro rappresentazioni. Oggi, c'è più cautela, più umiltà.
Lo scrittore, fino alla fine dell'Ottocento, si riteneva onnisciente: competeva, come ha scritto François Mauriac, con Dio, nel conoscere tutti gli elementi delle storie che raccontava-inventava (e quindi nel trasmetterne la conoscenza al lettore). Lo scrittore moderno è più cauto: ha acquisito un'umiltà congetturale che gli suggerisce di non avere pretese di ricognizioni-rappresentazioni esaustive. Un tempo si ricostruivano affreschi ambientali o d'epoca con attenzione anche ai dettagli di costume o scenografici, oppure si costruivano ritratti a tutto tondo di tutti i personaggi di una vicenda, maggiori o minori che fossero; tutte le narrazioni offrivano storie globali; ogni storia narrativa doveva mimare la Storia. Fino alla fine dell'Ottocento, gli scrittori cercavano di elaborare quadri esaustivi delle epoche o dei personaggi considerati. I loro racconti volevano dare conto della Storia. Essi, come ha osservato François Mauriac, rivaleggiavano con Dio nell'esaustività delle loro rappresentazioni. Oggi, c'è più cautela, più umiltà.
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Lo sfruttamento dei minori incontra un terreno favorevole nel mondo del lavoro, in attività lecite e illecite; il fenomeno non è legato esclusivamente a situazioni di povertà (minori che lavorano per aiutare le famiglie), ma è dovuto anche ad altre motivazioni: insuccesso scolastico, desiderio di indipendenza, disinteresse familiare rispetto alla scuola, interesse a migliorare il tenore di vita. Le cifre riguardanti il fenomeno non sono note, ma si può valutarne la consistenza, analizzando il numero degli abbandoni scolastici; si calcola che siano circa 400.000 i ragazzi dai 6 ai 12 anni che abbandonano l'obbligo. Sono varie le motivazioni alla base dello sfruttamento dei minori (povertà, insuccesso scolastico ecc.), che sono impegnati in attività sia lecite sia illecite, in una misura non nota, ma stimabile sulla base dei dati relativi all'abbandono scolastico.
Lo sfruttamento dei minori incontra un terreno favorevole nel mondo del lavoro, in attività lecite e illecite; il fenomeno non è legato esclusivamente a situazioni di povertà (minori che lavorano per aiutare le famiglie), ma è dovuto anche ad altre motivazioni: insuccesso scolastico, desiderio di indipendenza, disinteresse familiare rispetto alla scuola, interesse a migliorare il tenore di vita. Le cifre riguardanti il fenomeno non sono note, ma si può valutarne la consistenza, analizzando il numero degli abbandoni scolastici; si calcola che siano circa 400.000 i ragazzi dai 6 ai 12 anni che abbandonano l'obbligo. Sono varie le motivazioni alla base dello sfruttamento dei minori (povertà, insuccesso scolastico ecc.), che sono impegnati in attività sia lecite sia illecite, in una misura non nota, ma stimabile sulla base dei dati relativi all'abbandono scolastico.
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Lo slogan della nuova scuola, della nuova didattica, della nuova pedagogia è: imparare a imparare! Ma imparare a imparare non basta! Perché il problema non è solo quello di imparare ad imparare, che pure costituisce una necessità dei nostri giorni, ma è soprattutto quello di sentire la gioia di imparare a imparare. Imparare può essere pericoloso. È pericoloso imparare tutto quello che si offre, perché si offrono cose che è meglio non imparare. È meglio non imparare a usare la droga. È meglio non imparare a sorpassare in curva. È meglio non imparare a odiare coloro che la pensano diversamente da noi. La nuova didattica sembra essere improntata sul motto "imparare a imparare", espressione calzante ma riduttiva, in quanto non esprime l'importanza della gioia che si deve provare mentre si impara ad apprendere. Inoltre a volte si possono imparare cose sbagliate, come non rispettare le regole o non tollerare chi ha opinioni diverse dalle nostre.
Lo slogan della nuova scuola, della nuova didattica, della nuova pedagogia è: imparare a imparare! Ma imparare a imparare non basta! Perché il problema non è solo quello di imparare ad imparare, che pure costituisce una necessità dei nostri giorni, ma è soprattutto quello di sentire la gioia di imparare a imparare. Imparare può essere pericoloso. È pericoloso imparare tutto quello che si offre, perché si offrono cose che è meglio non imparare. È meglio non imparare a usare la droga. È meglio non imparare a sorpassare in curva. È meglio non imparare a odiare coloro che la pensano diversamente da noi. La nuova didattica sembra essere improntata sul motto "imparare a imparare", espressione calzante ma riduttiva, in quanto non esprime l'importanza della gioia che si deve provare mentre si impara ad apprendere. Inoltre a volte si possono imparare cose sbagliate, come non rispettare le regole o non tollerare chi ha opinioni diverse dalle nostre.
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Lo spettacolo delle elezioni presidenziali americane ci ha abituato a vedere i candidati circondati da uno stuolo di consulenti che provengono dai più influenti pensatoi, i "think tank", ma anche lobbysti e "spin doctors". Nel luccichio di democrazia che circonda l'evento, descritto con termini guerreschi come scontro o sfida, sfugge che i due candidati appartengono spesso alle stesse organizzazioni, per esempio sia Kerry che Bush alla "Skull and Bones", la potente loggia massonica nata all'interno dell'università di Yale. Durante le elezioni presidenziali americane i candidati sono circondati da consulenti dei "think thank", da lobbysti e da "spin doctors". Nonostante si tratti di un evento democratico, di una sfida, spesso i candidati appartengono alle stesse organizzazioni, come Kerry e Bush, che facevano entrambi parte di una loggia massonica nata all'università di Yale.
Lo spettacolo delle elezioni presidenziali americane ci ha abituato a vedere i candidati circondati da uno stuolo di consulenti che provengono dai più influenti pensatoi, i "think tank", ma anche lobbysti e "spin doctors". Nel luccichio di democrazia che circonda l'evento, descritto con termini guerreschi come scontro o sfida, sfugge che i due candidati appartengono spesso alle stesse organizzazioni, per esempio sia Kerry che Bush alla "Skull and Bones", la potente loggia massonica nata all'interno dell'università di Yale. Durante le elezioni presidenziali americane i candidati sono circondati da consulenti dei "think thank", da lobbysti e da "spin doctors". Nonostante si tratti di un evento democratico, di una sfida, spesso i candidati appartengono alle stesse organizzazioni, come Kerry e Bush, che facevano entrambi parte di una loggia massonica nata all'università di Yale.
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Lo Stato italiano si occupa dell'ambiente attraverso i vari Ministeri e attraverso gli Enti locali (Regioni, Province, Comuni). Purtroppo a volte manca il coordinamento tra i vari organismi e gli interventi sul territorio arrivano spesso in ritardo. Per programmare e attuare gli interventi di protezione ambientale su tutto il territorio nazionale, nel 1986 è stato istituito il ministero dell'Ambiente. Le leggi italiane più importanti per la difesa dell'ambiente sono: la Legge Merli (1976) e la Legge Galasso (1985). La prima disciplina gli scarichi di ogni tipo, in particolare quelli industriali e civili. La seconda disciplina la costruzione di nuove opere nelle zone di particolare interesse paesaggistico. In Italia si occupano di ambiente vari Ministeri e gli Enti locali. Per supplire alla mancanza di coordinamento tra i diversi organismi che si occupano di ambiente, nel 1986 è stato istituito il ministero dell'Ambiente per attuare interventi sul territorio nazionale. Le principali leggi che disciplinano i diversi tipi di scarichi e la costruzione delle opere in zone di particolare interesse sono la Legge Merli e la Legge Galasso.
Lo Stato italiano si occupa dell'ambiente attraverso i vari Ministeri e attraverso gli Enti locali (Regioni, Province, Comuni). Purtroppo a volte manca il coordinamento tra i vari organismi e gli interventi sul territorio arrivano spesso in ritardo. Per programmare e attuare gli interventi di protezione ambientale su tutto il territorio nazionale, nel 1986 è stato istituito il ministero dell'Ambiente. Le leggi italiane più importanti per la difesa dell'ambiente sono: la Legge Merli (1976) e la Legge Galasso (1985). La prima disciplina gli scarichi di ogni tipo, in particolare quelli industriali e civili. La seconda disciplina la costruzione di nuove opere nelle zone di particolare interesse paesaggistico. In Italia si occupano di ambiente vari Ministeri e gli Enti locali. Per supplire alla mancanza di coordinamento tra i diversi organismi che si occupano di ambiente, nel 1986 è stato istituito il ministero dell'Ambiente per attuare interventi sul territorio nazionale. Le principali leggi che disciplinano i diversi tipi di scarichi e la costruzione delle opere in zone di particolare interesse sono la Legge Merli e la Legge Galasso.
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Lo storico Livio condusse una esistenza tranquilla e regolare. Essa non offre molto materiale per un biografo né induce alla tentazione di fare ricerche o di lavorare di fantasia. Sebbene Livio fosse un classico già ai suoi tempi, sfuggì al destino di Virgilio i cui scritti divennero preda della esegesi dotta e furono vagliati diligentemente alla ricerca di indizi e allusioni: ma questo è comunque un vantaggio. La nostra comprensione dell'opera dello storico Livio è facilitata dall'assenza di eccessive speculazioni e voli di fantasia su di essa, nonché sulla sua vita privata, assolutamente tranquilla; e questo, nonostante che quell'opera fosse considerata un classico già ai suoi tempi. Ben diverso fu il caso di Virgilio.
Lo storico Livio condusse una esistenza tranquilla e regolare. Essa non offre molto materiale per un biografo né induce alla tentazione di fare ricerche o di lavorare di fantasia. Sebbene Livio fosse un classico già ai suoi tempi, sfuggì al destino di Virgilio i cui scritti divennero preda della esegesi dotta e furono vagliati diligentemente alla ricerca di indizi e allusioni: ma questo è comunque un vantaggio. La nostra comprensione dell'opera dello storico Livio è facilitata dall'assenza di eccessive speculazioni e voli di fantasia su di essa, nonché sulla sua vita privata, assolutamente tranquilla; e questo, nonostante che quell'opera fosse considerata un classico già ai suoi tempi. Ben diverso fu il caso di Virgilio.
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Lo studio delle lingue e delle letterature straniere si fonda in larga misura su due strumenti tradizionali: la grammatica e la storia letteraria. Mentre è ormai sentito il bisogno di andare oltre il metodo esclusivamente grammaticale, trasferito di peso dallo studio delle lingue morte, l'uso della storia letteraria è ancora dominante. Anche in questo caso, si tratta in genere di un trasferimento di strumenti utilizzati in altre situazioni: le storie letterarie sono usate dai nativi per studiare la letteratura della loro lingua di cultura. Grammatica e storia letteraria tradizionalmente sono sempre state poste alla base dello studio delle lingue e letterature straniere. Oggi, il metodo esclusivamente grammaticale - ereditato dallo studio delle lingue morte - è in via di superamento. Non così quello della storia letteraria, imitato dai processi di apprendimento della propria lingua di appartenenza.
Lo studio delle lingue e delle letterature straniere si fonda in larga misura su due strumenti tradizionali: la grammatica e la storia letteraria. Mentre è ormai sentito il bisogno di andare oltre il metodo esclusivamente grammaticale, trasferito di peso dallo studio delle lingue morte, l'uso della storia letteraria è ancora dominante. Anche in questo caso, si tratta in genere di un trasferimento di strumenti utilizzati in altre situazioni: le storie letterarie sono usate dai nativi per studiare la letteratura della loro lingua di cultura. Grammatica e storia letteraria tradizionalmente sono sempre state poste alla base dello studio delle lingue e letterature straniere. Oggi, il metodo esclusivamente grammaticale - ereditato dallo studio delle lingue morte - è in via di superamento. Non così quello della storia letteraria, imitato dai processi di apprendimento della propria lingua di appartenenza.
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L'omeopatia è un controverso metodo terapeutico alternativo, i cui principi teorici sono stati formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII secolo. Allo stato attuale, nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di valore riconosciuto ha potuto dimostrare che l'omeopatia presenti per una qualsiasi malattia un'efficacia clinica che sia superiore all'effetto placebo. L'omeopatia, la cui efficacia terapeutica non è ancora stata provata e può essere dal punto di vista scientifico considerata un placebo, rappresenta un metodo terapeutico alternativo molto discusso. Il medico tedesco Samuel Hahnemann ne formulò i principi teorici verso la fine del XVIII secolo.
L'omeopatia è un controverso metodo terapeutico alternativo, i cui principi teorici sono stati formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII secolo. Allo stato attuale, nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di valore riconosciuto ha potuto dimostrare che l'omeopatia presenti per una qualsiasi malattia un'efficacia clinica che sia superiore all'effetto placebo. L'omeopatia, la cui efficacia terapeutica non è ancora stata provata e può essere dal punto di vista scientifico considerata un placebo, rappresenta un metodo terapeutico alternativo molto discusso. Il medico tedesco Samuel Hahnemann ne formulò i principi teorici verso la fine del XVIII secolo.
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L'ondata di maltempo che ha interessato la primavera è agli sgoccioli: domani un ultimo colpo di coda con violenti temporali al Centro-Nord, poi sarà caldo africano, a causa dell'anticiclone "Hannibal" che farà salire le temperature di 12-13 gradi. Da stanotte i temporali colpiranno le regioni nord-occidentali e domani saranno in trasferimento al resto del Nord, del centro e parte della Sardegna. Ci saranno raffiche di vento e locali grandinate. La neve cadrà a quote basse sulle Alpi, addirittura tra gli 800 e i mille metri, quote praticamente invernali. Il maltempo primaverile sta per finire: da dopodomani l'anticiclone "Hannibal" porterà un rialzo delle temperature. Ma dobbiamo aspettare ancora un giorno: i temporali si abbatteranno da stanotte su Nord, centro e Sardegna, con vento e grandinate. Sulle Alpi nevicherà fra gli 800 e i mille metri, come se fossimo in inverno.
L'ondata di maltempo che ha interessato la primavera è agli sgoccioli: domani un ultimo colpo di coda con violenti temporali al Centro-Nord, poi sarà caldo africano, a causa dell'anticiclone "Hannibal" che farà salire le temperature di 12-13 gradi. Da stanotte i temporali colpiranno le regioni nord-occidentali e domani saranno in trasferimento al resto del Nord, del centro e parte della Sardegna. Ci saranno raffiche di vento e locali grandinate. La neve cadrà a quote basse sulle Alpi, addirittura tra gli 800 e i mille metri, quote praticamente invernali. Il maltempo primaverile sta per finire: da dopodomani l'anticiclone "Hannibal" porterà un rialzo delle temperature. Ma dobbiamo aspettare ancora un giorno: i temporali si abbatteranno da stanotte su Nord, centro e Sardegna, con vento e grandinate. Sulle Alpi nevicherà fra gli 800 e i mille metri, come se fossimo in inverno.
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L'ondata rivoluzionaria del 1830 fu molto più seria di quella del 1820. Essa segna infatti la sconfitta definitiva del potere aristocratico da parte della borghesia nell'Europa occidentale. Nei cinquant'anni successivi la classe dirigente sarebbe stata la grande borghesia dei banchieri, dei grossi industriali e talvolta degli alti funzionari statali, accettata da un'aristocrazia che si teneva in disparte o si rassegnava ad adottare una politica precipuamente borghese. L'ondata rivoluzionaria del 1830 fu più seria di quella del 1820: in Europa occidentale determinò la sconfitta finale dell'aristocrazia da parte della borghesia. Nel cinquantennio seguente i grandi banchieri, i grossi industriali e gli alti funzionari furono la nuova classe dirigente. L'aristocrazia si fece da parte o accettò una politica di stampo borghese.
L'ondata rivoluzionaria del 1830 fu molto più seria di quella del 1820. Essa segna infatti la sconfitta definitiva del potere aristocratico da parte della borghesia nell'Europa occidentale. Nei cinquant'anni successivi la classe dirigente sarebbe stata la grande borghesia dei banchieri, dei grossi industriali e talvolta degli alti funzionari statali, accettata da un'aristocrazia che si teneva in disparte o si rassegnava ad adottare una politica precipuamente borghese. L'ondata rivoluzionaria del 1830 fu più seria di quella del 1820: in Europa occidentale determinò la sconfitta finale dell'aristocrazia da parte della borghesia. Nel cinquantennio seguente i grandi banchieri, i grossi industriali e gli alti funzionari furono la nuova classe dirigente. L'aristocrazia si fece da parte o accettò una politica di stampo borghese.
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L'opera di Adam Smith ebbe una profonda influenza, non soltanto in Gran Bretagna, ma quasi in ogni parte del mondo occidentale. Fu in parte responsabile di alcuni radicali cambiamenti nelle politiche commerciali dei governi, sebbene la sua influenza non possa essere misurata giacché i tempi si muovevano nella direzione delle sue tesi. La sua influenza sul pensiero scientifico, così come sul carattere e la qualità delle discussioni pubbliche su questioni economiche, non può essere posta in dubbio. Il pensiero di Adam Smith influenzò in enorme misura quasi tutto il mondo occidentale e, anche se è difficile valutarne appieno la portata pratica, fu al centro delle opere degli studiosi, delle discussioni pubbliche sull'economia e persino di nuovi corsi delle politiche commerciali di alcune nazioni.
L'opera di Adam Smith ebbe una profonda influenza, non soltanto in Gran Bretagna, ma quasi in ogni parte del mondo occidentale. Fu in parte responsabile di alcuni radicali cambiamenti nelle politiche commerciali dei governi, sebbene la sua influenza non possa essere misurata giacché i tempi si muovevano nella direzione delle sue tesi. La sua influenza sul pensiero scientifico, così come sul carattere e la qualità delle discussioni pubbliche su questioni economiche, non può essere posta in dubbio. Il pensiero di Adam Smith influenzò in enorme misura quasi tutto il mondo occidentale e, anche se è difficile valutarne appieno la portata pratica, fu al centro delle opere degli studiosi, delle discussioni pubbliche sull'economia e persino di nuovi corsi delle politiche commerciali di alcune nazioni.
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L'orecchio è l'organo più intelligente del corpo umano. Per questo dev'essere messo nelle condizioni di decidere. "Curioso che in Italia giustamente non si possa più fumare in nessun bar, ma in compenso sia impossibile trovare un locale senza musica di sottofondo o senza suonerie". Le parole sono del direttore d'orchestra Daniel Barenboim. Di certo gli piacerebbe scoprire l'Osteria di Rubbiara, nella campagna di Modena. "Osteria con diritto di vitto e alloggio" che risale all'Ottocento e dove, fin dal 1991, non ci si siede al tavolo a gustare i piatti semplici della tradizione, se prima non si lascia il cellulare dentro una cassettiera di legno all'ingresso. Il direttore d'orchestra Barenboim si esprime sarcasticamente sull'onnipresenza di suoni e suonerie nei locali pubblici, non oggetto di particolari divieti, a differenza del fumo, ormai giustamente proibito in tutti gli esercizi pubblici. Sicuramente apprezzerebbe un'antica osteria in Emilia Romagna che propone cibo e alloggio e in cui da anni è vietato introdurre cellulari in sala.
L'orecchio è l'organo più intelligente del corpo umano. Per questo dev'essere messo nelle condizioni di decidere. "Curioso che in Italia giustamente non si possa più fumare in nessun bar, ma in compenso sia impossibile trovare un locale senza musica di sottofondo o senza suonerie". Le parole sono del direttore d'orchestra Daniel Barenboim. Di certo gli piacerebbe scoprire l'Osteria di Rubbiara, nella campagna di Modena. "Osteria con diritto di vitto e alloggio" che risale all'Ottocento e dove, fin dal 1991, non ci si siede al tavolo a gustare i piatti semplici della tradizione, se prima non si lascia il cellulare dentro una cassettiera di legno all'ingresso. Il direttore d'orchestra Barenboim si esprime sarcasticamente sull'onnipresenza di suoni e suonerie nei locali pubblici, non oggetto di particolari divieti, a differenza del fumo, ormai giustamente proibito in tutti gli esercizi pubblici. Sicuramente apprezzerebbe un'antica osteria in Emilia Romagna che propone cibo e alloggio e in cui da anni è vietato introdurre cellulari in sala.
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L'origano è diventato sinonimo di buona salute. Una ricerca effettuata dal Dipartimento dell'Agricoltura statunitense ha mostrato che questa erba ha un alto contenuto di antiossidanti, più di molti altri cibi conosciuti. Gli antiossidanti sono una classe di composti che previene i danni provocati dall'eccesso di radicali liberi, generati da molti agenti nocivi come i pesticidi, il fumo o lo smog. Dallo studio è emerso che l'origano ha un'attività antiossidante 42 volte superiore a quella della mela, 30 volte quella della patata e 12 volte quella dell'arancia. L'origano ha un elevato contenuto di antiossidanti, molto maggiore rispetto ad altri cibi come la mela, l'arancia o la patata. Si tratta quindi di un'erba benefica per la salute, dal momento che gli antiossidanti consentono di prevenire i danni provocati dai radicali liberi, generati da molti agenti nocivi come i pesticidi, il fumo e lo smog.
L'origano è diventato sinonimo di buona salute. Una ricerca effettuata dal Dipartimento dell'Agricoltura statunitense ha mostrato che questa erba ha un alto contenuto di antiossidanti, più di molti altri cibi conosciuti. Gli antiossidanti sono una classe di composti che previene i danni provocati dall'eccesso di radicali liberi, generati da molti agenti nocivi come i pesticidi, il fumo o lo smog. Dallo studio è emerso che l'origano ha un'attività antiossidante 42 volte superiore a quella della mela, 30 volte quella della patata e 12 volte quella dell'arancia. L'origano ha un elevato contenuto di antiossidanti, molto maggiore rispetto ad altri cibi come la mela, l'arancia o la patata. Si tratta quindi di un'erba benefica per la salute, dal momento che gli antiossidanti consentono di prevenire i danni provocati dai radicali liberi, generati da molti agenti nocivi come i pesticidi, il fumo e lo smog.
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Lubiana è la capitale della Repubblica Slovena fin dall'indipendenza (1991). Adagiata sul piccolo fiume Ljubljanica, presenta un interessante centro storico in stile barocco e Art Nouveau. L'architettura della città, ricca di case col tetto a punta, risente molto dell'influenza della vicina Austria. La città è divisa in 17 circoscrizioni e ha 33 frazioni. Situata nel centro del Paese, possiede una popolazione di circa 287.200 abitanti. Lubiana è considerata il cuore culturale, scientifico, economico, politico e amministrativo della Slovenia. Nel corso della sua storia è stata influenzata dalla sua posizione geografica, all'incrocio della cultura tedesca, slava e latina. Alcuni fattori che contribuiscono alla sua florida situazione economica sono la presenza di collegamenti viari, la concentrazione di industrie e istituti di ricerca scientifica. Lubiana, capitale della Slovenia e suo cuore culturale, scientifico, economico, politico e amministrativo, sorge sul fiume Ljubljanica e ha una popolazione di quasi 300.000 abitanti. Ha un centro storico in stile barocco e Art Nouveau. L'architettura della città risente molto dell'influenza della vicina Austria. Nel corso della sua storia è stata influenzata dal fatto di essere all'incrocio delle culture tedesca, slava e latina. Collegamenti viari e la concentrazione di industrie e istituti di ricerca scientifica contribuiscono alla sua florida economia.
Lubiana è la capitale della Repubblica Slovena fin dall'indipendenza (1991). Adagiata sul piccolo fiume Ljubljanica, presenta un interessante centro storico in stile barocco e Art Nouveau. L'architettura della città, ricca di case col tetto a punta, risente molto dell'influenza della vicina Austria. La città è divisa in 17 circoscrizioni e ha 33 frazioni. Situata nel centro del Paese, possiede una popolazione di circa 287.200 abitanti. Lubiana è considerata il cuore culturale, scientifico, economico, politico e amministrativo della Slovenia. Nel corso della sua storia è stata influenzata dalla sua posizione geografica, all'incrocio della cultura tedesca, slava e latina. Alcuni fattori che contribuiscono alla sua florida situazione economica sono la presenza di collegamenti viari, la concentrazione di industrie e istituti di ricerca scientifica. Lubiana, capitale della Slovenia e suo cuore culturale, scientifico, economico, politico e amministrativo, sorge sul fiume Ljubljanica e ha una popolazione di quasi 300.000 abitanti. Ha un centro storico in stile barocco e Art Nouveau. L'architettura della città risente molto dell'influenza della vicina Austria. Nel corso della sua storia è stata influenzata dal fatto di essere all'incrocio delle culture tedesca, slava e latina. Collegamenti viari e la concentrazione di industrie e istituti di ricerca scientifica contribuiscono alla sua florida economia.
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Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia l'8 settembre del 1474, primo di dieci fratelli. Suo padre Niccolò, di nobile famiglia, faceva parte della corte del duca Ercole I d'Este ed era comandante del presidio militare degli Estensi a Reggio Emilia. Ludovico dapprima intraprese, per volontà del padre, degli studi di legge a Ferrara, ma li abbandonò dopo poco tempo per concentrarsi pienamente sugli studi umanistici sotto la guida del monaco agostiniano Gregorio da Spoleto. Ariosto seguì nel frattempo studi di filosofia presso l'Università di Ferrara, appassionandosi così anche alla poesia in volgare. Il fatto che il padre fosse funzionario della corte degli Estensi, gli permise, fin dalla giovane età, di avere contatti con il mondo della corte, luogo della sua formazione letteraria e umanistica. Ludovico Ariosto nacque l'8 Settembre del 1474, a Reggio Emilia, primo di dieci fratelli. Il padre, Niccolò, era comandante del presidio militare a Reggio Emilia della famiglia del duca Ercole I d'Este, presso cui era a corte. Ludovico studiò prima legge a Ferrara, per volere di Niccolò, poi seguì quelli umanistici sotto Gregorio da Spoleto, monaco agostiniano. Studiò anche filosofia all'Università di Ferrara, sviluppando una passione per la poesia in volgare. Ebbe molti contatti con il mondo della corte, luogo di formazione letteraria e umanistica, proprio grazie al padre.
Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia l'8 settembre del 1474, primo di dieci fratelli. Suo padre Niccolò, di nobile famiglia, faceva parte della corte del duca Ercole I d'Este ed era comandante del presidio militare degli Estensi a Reggio Emilia. Ludovico dapprima intraprese, per volontà del padre, degli studi di legge a Ferrara, ma li abbandonò dopo poco tempo per concentrarsi pienamente sugli studi umanistici sotto la guida del monaco agostiniano Gregorio da Spoleto. Ariosto seguì nel frattempo studi di filosofia presso l'Università di Ferrara, appassionandosi così anche alla poesia in volgare. Il fatto che il padre fosse funzionario della corte degli Estensi, gli permise, fin dalla giovane età, di avere contatti con il mondo della corte, luogo della sua formazione letteraria e umanistica. Ludovico Ariosto nacque l'8 Settembre del 1474, a Reggio Emilia, primo di dieci fratelli. Il padre, Niccolò, era comandante del presidio militare a Reggio Emilia della famiglia del duca Ercole I d'Este, presso cui era a corte. Ludovico studiò prima legge a Ferrara, per volere di Niccolò, poi seguì quelli umanistici sotto Gregorio da Spoleto, monaco agostiniano. Studiò anche filosofia all'Università di Ferrara, sviluppando una passione per la poesia in volgare. Ebbe molti contatti con il mondo della corte, luogo di formazione letteraria e umanistica, proprio grazie al padre.
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Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia nel 1474 e studiò discipline giuridiche a Ferrara, ma i suoi interessi erano indirizzati alla poesia, che coltivò sotto la guida di ottimi maestri. Dopo la morte del padre entrò al servizio del duca Alfonso d'Este e poi del cardinale Ippolito con l'incarico di segretario. Il suo poema, l'"Orlando furioso", venne pubblicato per la prima volta nel 1516. Negli anni successivi scrisse le "Satire" e pubblicò diverse commedie, oltre a lavorare alla rielaborazione del suo poema, che apparve in versione definitiva nel 1532, pochi mesi prima della morte dell'autore. Ludovico Ariosto nacque nel 1474 a Reggio Emilia, compì studi giuridici a Ferrara ma coltivò anche la poesia, suo vero interesse. Dopo la morte del padre si impiegò al servizio della casa d'Este con la mansione di segretario e nel 1516 pubblicò per la prima volta l'"Orlando furioso", il suo poema. In seguito scrisse le "Satire" e pubblicò diverse commedie, lavorò anche alla rielaborazione dell'"Orlando furioso", la cui versione definitiva venne pubblicata nel 1532.
Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia nel 1474 e studiò discipline giuridiche a Ferrara, ma i suoi interessi erano indirizzati alla poesia, che coltivò sotto la guida di ottimi maestri. Dopo la morte del padre entrò al servizio del duca Alfonso d'Este e poi del cardinale Ippolito con l'incarico di segretario. Il suo poema, l'"Orlando furioso", venne pubblicato per la prima volta nel 1516. Negli anni successivi scrisse le "Satire" e pubblicò diverse commedie, oltre a lavorare alla rielaborazione del suo poema, che apparve in versione definitiva nel 1532, pochi mesi prima della morte dell'autore. Ludovico Ariosto nacque nel 1474 a Reggio Emilia, compì studi giuridici a Ferrara ma coltivò anche la poesia, suo vero interesse. Dopo la morte del padre si impiegò al servizio della casa d'Este con la mansione di segretario e nel 1516 pubblicò per la prima volta l'"Orlando furioso", il suo poema. In seguito scrisse le "Satire" e pubblicò diverse commedie, lavorò anche alla rielaborazione dell'"Orlando furioso", la cui versione definitiva venne pubblicata nel 1532.
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Lui parlava di musica, libertà e desiderio. La sua famiglia lo ricorderà con nove colonne di granito, marmi, stucchi, fontane. E con qualche pietra in vendita a un paio di centinaia di dollari. Suonerà ancora Jimi Hendrix, nel cimitero di Greenwood a Seattle, immortalato in una statua completa di chitarra, proprio come a Woodstock. Nato nel 1942, morto nel 1970: non basta più una lapide per la rockstar. Troppo poco per i pellegrinaggi dei fan, troppo poco per il business dei memorial days. Per onorarlo nel trentesimo anniversario della morte i suoi parenti hanno deciso di costruire un enorme mausoleo nel cimitero dove già riposa. E di vendere i frantumi della tomba vecchia a 150 dollari l'uno e i blocchi di granito che avanzeranno nella costruzione della nuova a 250. Nel cimitero di Greenwood, a Seattle, dove riposa Jimi Hendrix, la cui musica parlava di libertà e desiderio, i parenti, nel trentennale della sua morte, hanno deciso di far erigere in suo onore un nuovo mausoleo e una statua completa di chitarra, mettendo in vendita per 150 dollari i resti della sua vecchia tomba e per 250 gli avanzi della nuova, come omaggio ai fan e al business dei memorial days.
Lui parlava di musica, libertà e desiderio. La sua famiglia lo ricorderà con nove colonne di granito, marmi, stucchi, fontane. E con qualche pietra in vendita a un paio di centinaia di dollari. Suonerà ancora Jimi Hendrix, nel cimitero di Greenwood a Seattle, immortalato in una statua completa di chitarra, proprio come a Woodstock. Nato nel 1942, morto nel 1970: non basta più una lapide per la rockstar. Troppo poco per i pellegrinaggi dei fan, troppo poco per il business dei memorial days. Per onorarlo nel trentesimo anniversario della morte i suoi parenti hanno deciso di costruire un enorme mausoleo nel cimitero dove già riposa. E di vendere i frantumi della tomba vecchia a 150 dollari l'uno e i blocchi di granito che avanzeranno nella costruzione della nuova a 250. Nel cimitero di Greenwood, a Seattle, dove riposa Jimi Hendrix, la cui musica parlava di libertà e desiderio, i parenti, nel trentennale della sua morte, hanno deciso di far erigere in suo onore un nuovo mausoleo e una statua completa di chitarra, mettendo in vendita per 150 dollari i resti della sua vecchia tomba e per 250 gli avanzi della nuova, come omaggio ai fan e al business dei memorial days.
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L'umanità potrebbe non sopravvivere a un Armageddon, ma il suo sapere sì, grazie a un disco in vetro di quarzo grande poco più di un pollice e sottile quanto un vetrino da microscopio che riesce a immagazzinare una grossa quantità di dati digitali per millenni, resistendo perfino a temperature che superano i mille gradi centigradi. Si tratta di un'evoluzione della tecnologia sviluppata da ricercatori dell'Università di Southampton e ribattezzata col nome di "memoria di Superman" per la somiglianza con i cristalli utilizzati dal supereroe per archiviare informazioni. Alcuni ricercatori dell'università del Southampton hanno sviluppato una nuova tecnologia, chiamata "memoria di Superman", che consente di registrare su un piccolissimo e sottilissimo disco di quarzo, capace di sopportare temperature superiori ai mille gradi, una grossa quantità di dati digitali per millenni, cosicché il sapere dell'umanità potrebbe sopravvivere alla sua stessa esistenza.
L'umanità potrebbe non sopravvivere a un Armageddon, ma il suo sapere sì, grazie a un disco in vetro di quarzo grande poco più di un pollice e sottile quanto un vetrino da microscopio che riesce a immagazzinare una grossa quantità di dati digitali per millenni, resistendo perfino a temperature che superano i mille gradi centigradi. Si tratta di un'evoluzione della tecnologia sviluppata da ricercatori dell'Università di Southampton e ribattezzata col nome di "memoria di Superman" per la somiglianza con i cristalli utilizzati dal supereroe per archiviare informazioni. Alcuni ricercatori dell'università del Southampton hanno sviluppato una nuova tecnologia, chiamata "memoria di Superman", che consente di registrare su un piccolissimo e sottilissimo disco di quarzo, capace di sopportare temperature superiori ai mille gradi, una grossa quantità di dati digitali per millenni, cosicché il sapere dell'umanità potrebbe sopravvivere alla sua stessa esistenza.
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Lunghe code d'attesa, file ai check-in, ritardi in arrivo e in partenza. A volte frequentare gli aeroporti diventa un incubo, ma in alcuni terminal è sempre un piacere. Architetture contemporanee, decorazioni superlusso o minimal, intrattenimenti vari, da cinema e teatri a giardini con le farfalle. Nella lista stilata dalla rivista "Time", i 10 Terminal che ogni passeggero sogna un giorno di "visitare". Al primo posto c'è il gigantesco Changi International Airport di Singapore, un vero e proprio parco giochi. In seconda battuta il terminal di Bilbao, disegnato dal visionario Santiago Calatrava. Terzo un grande classico: il JFK di New York che, nonostante il passare degli anni, continua ad avere il suo fascino. A causa dei ritardi, delle code e del check-in, a volte l'aeroporto può essere un'esperienza da dimenticare. Fanno eccezione alcuni terminal che, grazie all'attenzione verso il cliente e all'ambiente piacevole, rendono gradevole l'attesa e l'esperienza del passeggero. In particolare, la rivista "Time" ha pubblicato una top 10 capitanata dall'International Airport di Singapore, seguito dall'aeroporto di Bilbao, opera di Calatrava, e dal sempreverde JFK di New York.
Lunghe code d'attesa, file ai check-in, ritardi in arrivo e in partenza. A volte frequentare gli aeroporti diventa un incubo, ma in alcuni terminal è sempre un piacere. Architetture contemporanee, decorazioni superlusso o minimal, intrattenimenti vari, da cinema e teatri a giardini con le farfalle. Nella lista stilata dalla rivista "Time", i 10 Terminal che ogni passeggero sogna un giorno di "visitare". Al primo posto c'è il gigantesco Changi International Airport di Singapore, un vero e proprio parco giochi. In seconda battuta il terminal di Bilbao, disegnato dal visionario Santiago Calatrava. Terzo un grande classico: il JFK di New York che, nonostante il passare degli anni, continua ad avere il suo fascino. A causa dei ritardi, delle code e del check-in, a volte l'aeroporto può essere un'esperienza da dimenticare. Fanno eccezione alcuni terminal che, grazie all'attenzione verso il cliente e all'ambiente piacevole, rendono gradevole l'attesa e l'esperienza del passeggero. In particolare, la rivista "Time" ha pubblicato una top 10 capitanata dall'International Airport di Singapore, seguito dall'aeroporto di Bilbao, opera di Calatrava, e dal sempreverde JFK di New York.
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L'Unione Astronomica Internazionale (IAU) divide il cielo in 88 costellazioni ufficiali con confini precisi, di modo che ogni punto della sfera celeste appartenga a una e una sola costellazione. Le costellazioni visibili dalle latitudini settentrionali sono basate principalmente su quelle della tradizione dell'antica Grecia, e i loro nomi richiamano figure mitologiche come Pegaso o Ercole; quelle visibili dall'emisfero australe sono state invece battezzate in età illuministica e i loro nomi sono spesso legati a invenzioni del tempo, come l'orologio o il microscopio. Le costellazioni visibili nell'emisfero settentrionale hanno nomi di figure mitologiche, come Pegaso o Ercole, appartenenti alla tradizione della Grecia antica, mentre nell'emisfero australe, dove il battesimo delle costellazioni risale all'era illuministica, queste sono chiamate con i nomi delle invenzioni caratterizzanti l'epoca, come orologio o microscopio. Ogni costellazione, delle 88 in cui il cielo è stato diviso dall'IAU (Unione Astronomica internazionale), ha confini precisi, cosicché ogni punto della sfera celeste appartiene a una e una sola costellazione.
L'Unione Astronomica Internazionale (IAU) divide il cielo in 88 costellazioni ufficiali con confini precisi, di modo che ogni punto della sfera celeste appartenga a una e una sola costellazione. Le costellazioni visibili dalle latitudini settentrionali sono basate principalmente su quelle della tradizione dell'antica Grecia, e i loro nomi richiamano figure mitologiche come Pegaso o Ercole; quelle visibili dall'emisfero australe sono state invece battezzate in età illuministica e i loro nomi sono spesso legati a invenzioni del tempo, come l'orologio o il microscopio. Le costellazioni visibili nell'emisfero settentrionale hanno nomi di figure mitologiche, come Pegaso o Ercole, appartenenti alla tradizione della Grecia antica, mentre nell'emisfero australe, dove il battesimo delle costellazioni risale all'era illuministica, queste sono chiamate con i nomi delle invenzioni caratterizzanti l'epoca, come orologio o microscopio. Ogni costellazione, delle 88 in cui il cielo è stato diviso dall'IAU (Unione Astronomica internazionale), ha confini precisi, cosicché ogni punto della sfera celeste appartiene a una e una sola costellazione.
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Luoghi ed epoca della domesticazione del gatto sono ancora incerti. Il dubbio fra Persia ed Egitto è legittimato dal ritrovamento di resti fossili a Gerico e nella valle dell'Indo. L'epoca più probabile si fa risalire a circa 4000 anni fa. In Egitto probabilmente la sedentarietà dell'uomo e lo sviluppo dell'agricoltura lungo le rive del Nilo indusse il gatto ad avvicinarsi alle abitazioni, attirato dalle prede nascoste nei campi e nei granai. Gradualmente iniziò a tollerare la presenza di altre specie, dominando la sua paura, e si trasformò anche dal punto di vista fisico, abbandonando il suo mimetismo ormai divenuto inutile, lontano dalla savana. I geroglifici descrivono la sua integrazione nella case egizie. Essendo stati rinvenuti in più siti resti fossili di gatto, non si sa se la sua domesticazione sia avvenuta in Persia o in Egitto. L'epoca risale forse a 4000 anni fa quando il gatto fu attratto dalle prede nascoste presso le abitazioni dell'uomo divenuto sedentario e agricoltore lungo le rive del Nilo. Superata la sua paura e perso anche l'ormai inutile mimetismo, s'integrò nelle case, come ci mostrano i geroglifici.
Luoghi ed epoca della domesticazione del gatto sono ancora incerti. Il dubbio fra Persia ed Egitto è legittimato dal ritrovamento di resti fossili a Gerico e nella valle dell'Indo. L'epoca più probabile si fa risalire a circa 4000 anni fa. In Egitto probabilmente la sedentarietà dell'uomo e lo sviluppo dell'agricoltura lungo le rive del Nilo indusse il gatto ad avvicinarsi alle abitazioni, attirato dalle prede nascoste nei campi e nei granai. Gradualmente iniziò a tollerare la presenza di altre specie, dominando la sua paura, e si trasformò anche dal punto di vista fisico, abbandonando il suo mimetismo ormai divenuto inutile, lontano dalla savana. I geroglifici descrivono la sua integrazione nella case egizie. Essendo stati rinvenuti in più siti resti fossili di gatto, non si sa se la sua domesticazione sia avvenuta in Persia o in Egitto. L'epoca risale forse a 4000 anni fa quando il gatto fu attratto dalle prede nascoste presso le abitazioni dell'uomo divenuto sedentario e agricoltore lungo le rive del Nilo. Superata la sua paura e perso anche l'ormai inutile mimetismo, s'integrò nelle case, come ci mostrano i geroglifici.
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L'uomo che diede avvio al movimento della Riforma tedesca, Martin Lutero, era un monaco agostiniano addottorato in teologia e divenuto professore dell'Università di Wittenberg: un dotto quindi, ma un dotto che conservava nella sua personalità e nel suo temperamento tracce profonde della sua origine popolana e della sua formazione clericale. Martin Lutero, il monaco agostiniano artefice della Riforma tedesca, era un personaggio dotto (laureato in teologia e professore universitario), che conservava però evidenti tracce dell'origine popolana e della formazione clericale.
L'uomo che diede avvio al movimento della Riforma tedesca, Martin Lutero, era un monaco agostiniano addottorato in teologia e divenuto professore dell'Università di Wittenberg: un dotto quindi, ma un dotto che conservava nella sua personalità e nel suo temperamento tracce profonde della sua origine popolana e della sua formazione clericale. Martin Lutero, il monaco agostiniano artefice della Riforma tedesca, era un personaggio dotto (laureato in teologia e professore universitario), che conservava però evidenti tracce dell'origine popolana e della formazione clericale.
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L'uomo della strada ancora oggi identifica erroneamente la nascita della disco music con il film del 1977 "La febbre del sabato sera" e la relativa celeberrima colonna sonora dei Bee Gees. Mai un fenomeno musicale e di costume è stato indagato e studiato così sommariamente e al contempo reso oggetto di critiche talmente efferate e totali. Per altri generi la situazione appare differente. I più pensano, sbagliando, che la disco music sia nata con il film del 1977 "La febbre del sabato sera", con la colonna sonora dei Bee Gees. La disco music, a differenza di altri generi, è stata studiata e indagata in maniera superficiale, eppure criticata molto aspramente.
L'uomo della strada ancora oggi identifica erroneamente la nascita della disco music con il film del 1977 "La febbre del sabato sera" e la relativa celeberrima colonna sonora dei Bee Gees. Mai un fenomeno musicale e di costume è stato indagato e studiato così sommariamente e al contempo reso oggetto di critiche talmente efferate e totali. Per altri generi la situazione appare differente. I più pensano, sbagliando, che la disco music sia nata con il film del 1977 "La febbre del sabato sera", con la colonna sonora dei Bee Gees. La disco music, a differenza di altri generi, è stata studiata e indagata in maniera superficiale, eppure criticata molto aspramente.
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L'uso della musica a scopi terapeutici è documentato in numerose civiltà dal mondo antico a oggi, prevalentemente all'interno di un modello di pensiero magico-religioso o sciamanico. Il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa solo all'inizio del secolo XVIII: il primo trattato di musicoterapia risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby. Secondo quest'ultimo, la musica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le proprie emozioni, di mostrare o comunicare i propri sentimenti o stati d'animo attraverso il linguaggio non- verbale. La musicoterapia si è sviluppata come disciplina scientifica all'inizio del XVIII secolo, nonostante l'uso della musica a scopi terapeutici fosse già diffuso in tempi antichissimi nel modello di pensiero magico-religioso dello sciamanesimo e in numerose altre civiltà, dal mondo antico a oggi. Fu il medico e musicista londinese Richard Brockiesby a scrivere, nella prima metà del 1700, il primo trattato di musicoterapia. Secondo tale autore, il malato può accedere, attraverso la musica, all'espressione delle proprie emozioni e a una loro migliore percezione, la musica lo aiuterebbe dunque nel mostrare e comunicare i propri sentimenti e stati d'animo attraverso un linguaggio non-verbale.
L'uso della musica a scopi terapeutici è documentato in numerose civiltà dal mondo antico a oggi, prevalentemente all'interno di un modello di pensiero magico-religioso o sciamanico. Il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa solo all'inizio del secolo XVIII: il primo trattato di musicoterapia risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby. Secondo quest'ultimo, la musica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le proprie emozioni, di mostrare o comunicare i propri sentimenti o stati d'animo attraverso il linguaggio non- verbale. La musicoterapia si è sviluppata come disciplina scientifica all'inizio del XVIII secolo, nonostante l'uso della musica a scopi terapeutici fosse già diffuso in tempi antichissimi nel modello di pensiero magico-religioso dello sciamanesimo e in numerose altre civiltà, dal mondo antico a oggi. Fu il medico e musicista londinese Richard Brockiesby a scrivere, nella prima metà del 1700, il primo trattato di musicoterapia. Secondo tale autore, il malato può accedere, attraverso la musica, all'espressione delle proprie emozioni e a una loro migliore percezione, la musica lo aiuterebbe dunque nel mostrare e comunicare i propri sentimenti e stati d'animo attraverso un linguaggio non-verbale.
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Marc Bloch diceva che la vera storia è quella universale, nel senso che ogni singola storia va interpretata come una parte del moto storico generale, sia perché la storia è creazione dell'uomo come svolgimento graduale e globale di tutte le possibilità che sono insite in lui in quanto inserito in una determinata società, sia perché ogni tentativo di cercare l'unità nella storia può solo metter capo al soggetto della storia stessa, ossia all'uomo, nella sua precipua qualità di componente ed espressione di un gruppo sociale. Interrogandosi su cosa sia la vera storia, Bloch conclude che ogni singola storia è una parte della storia universale e dovrà essere considerata come attuazione delle possibilità insite nell'uomo che sia parte di una società. È poi l'uomo sociale il soggetto della storia, dunque colui che a essa conferisce un'unità.
Marc Bloch diceva che la vera storia è quella universale, nel senso che ogni singola storia va interpretata come una parte del moto storico generale, sia perché la storia è creazione dell'uomo come svolgimento graduale e globale di tutte le possibilità che sono insite in lui in quanto inserito in una determinata società, sia perché ogni tentativo di cercare l'unità nella storia può solo metter capo al soggetto della storia stessa, ossia all'uomo, nella sua precipua qualità di componente ed espressione di un gruppo sociale. Interrogandosi su cosa sia la vera storia, Bloch conclude che ogni singola storia è una parte della storia universale e dovrà essere considerata come attuazione delle possibilità insite nell'uomo che sia parte di una società. È poi l'uomo sociale il soggetto della storia, dunque colui che a essa conferisce un'unità.
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Mario Nardi è il prototipo di come dovrebbe essere (e vorremmo che fosse) l'imprenditore italiano. Di terza generazione, giovane, internazionale, competente, coraggioso e soprattutto strenuamente dedicato a far prosperare la propria impresa, Pietro Fiorentini S.p.A. Mario è così anche perché ha fatto del lean thinking non solo il modello produttivo della propria impresa, ma anche il sistema di management, la cultura aziendale e, perché no, una filosofia di vita. Mario Nardi sembra accentrare le caratteristiche dell'imprenditore ideale: di tradizione familiare imprenditoriale, ma giovane; internazionale e competente; interamente volto al bene dell'impresa, la Pietro Fiorentini S.p.A. Mario ha elevato il lean thinking a supremo valore aziendale e persino personale.
Mario Nardi è il prototipo di come dovrebbe essere (e vorremmo che fosse) l'imprenditore italiano. Di terza generazione, giovane, internazionale, competente, coraggioso e soprattutto strenuamente dedicato a far prosperare la propria impresa, Pietro Fiorentini S.p.A. Mario è così anche perché ha fatto del lean thinking non solo il modello produttivo della propria impresa, ma anche il sistema di management, la cultura aziendale e, perché no, una filosofia di vita. Mario Nardi sembra accentrare le caratteristiche dell'imprenditore ideale: di tradizione familiare imprenditoriale, ma giovane; internazionale e competente; interamente volto al bene dell'impresa, la Pietro Fiorentini S.p.A. Mario ha elevato il lean thinking a supremo valore aziendale e persino personale.
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Mediante il procedimento di qualificazione, un contratto può essere ricondotto a un tipo legale, e così sottoposto alla sua disciplina. Può invece essere considerato atipico: ma ciò non significa che non si possa individuare ugualmente una disciplina, perché possono essere richiamati contemporaneamente - e lo vedremo - segmenti di disciplina di più tipi legali. Se un contratto può essere ricondotto a un tipo legale, ricade sotto la disciplina di questo. Altrimenti viene detto atipico e la sua disciplina si ricava, per segmenti, da più tipi legali.
Mediante il procedimento di qualificazione, un contratto può essere ricondotto a un tipo legale, e così sottoposto alla sua disciplina. Può invece essere considerato atipico: ma ciò non significa che non si possa individuare ugualmente una disciplina, perché possono essere richiamati contemporaneamente - e lo vedremo - segmenti di disciplina di più tipi legali. Se un contratto può essere ricondotto a un tipo legale, ricade sotto la disciplina di questo. Altrimenti viene detto atipico e la sua disciplina si ricava, per segmenti, da più tipi legali.
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Mentre lo sciacallo è in sostanza un animale selvatico stanziale e si nutre principalmente di carogne di animali, il lupo è un predatore quasi puro e nella caccia, specialmente quando si tratta di selvaggina grossa, deve poter contare sulla solidarietà dei compagni di branco. Per soddisfare la sue notevoli esigenze alimentari, un branco di lupi è costretto a superare grandi distanze. Lo sciacallo è un animale stanziale che si nutre soprattutto di carogne, mentre il lupo è un predatore che si muove in branco. La solidarietà interna al branco è fondamentale, soprattutto nella caccia a selvaggina grossa. Un branco di lupi copre grandi distanze per soddisfare le proprie esigenze alimentari.
Mentre lo sciacallo è in sostanza un animale selvatico stanziale e si nutre principalmente di carogne di animali, il lupo è un predatore quasi puro e nella caccia, specialmente quando si tratta di selvaggina grossa, deve poter contare sulla solidarietà dei compagni di branco. Per soddisfare la sue notevoli esigenze alimentari, un branco di lupi è costretto a superare grandi distanze. Lo sciacallo è un animale stanziale che si nutre soprattutto di carogne, mentre il lupo è un predatore che si muove in branco. La solidarietà interna al branco è fondamentale, soprattutto nella caccia a selvaggina grossa. Un branco di lupi copre grandi distanze per soddisfare le proprie esigenze alimentari.
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Mentre nei primi decenni del XVI secolo l'area magrebina era stata oggetto di tentativi di penetrazione politica da parte della Spagna, nella seconda metà del secolo la pirateria vi si installò stabilmente. Due greci convertiti all'islam, noti come i fratelli Barbarossa, si impadronirono di Algeri nel 1516, e poi nel 1529 ne conseguirono il pieno dominio espugnando il fortino che gli spagnoli avevano costruito su un'isola davanti al porto. Nel 1551 Tripoli fu conquistata da Dragut, uno dei pochi pirati a essere turco e musulmano di nascita; nel 1574 cadde anche Tunisi, dove fino ad allora avevano regnato degli emiri che si appoggiavano alla Spagna. Queste città costiere divennero covi di pirati e vi si ammassò un gran numero di europei catturati sulle navi, trattenuti come schiavi e costretti a lavorare. Nella seconda metà del Cinquecento la Spagna fu estromessa dall'area del Magreb per opera di pirati di fede islamica. I Fratelli Barbarossa conquistarono definitivamente Algeri nel 1529, Dragut si installò a Tripoli nel 1551 e in seguito fu la volta di Tunisi. Così questa costa del Mediterraneo divenne roccaforte della pirateria e molti cristiani vi si trovarono costretti in schiavitù.
Mentre nei primi decenni del XVI secolo l'area magrebina era stata oggetto di tentativi di penetrazione politica da parte della Spagna, nella seconda metà del secolo la pirateria vi si installò stabilmente. Due greci convertiti all'islam, noti come i fratelli Barbarossa, si impadronirono di Algeri nel 1516, e poi nel 1529 ne conseguirono il pieno dominio espugnando il fortino che gli spagnoli avevano costruito su un'isola davanti al porto. Nel 1551 Tripoli fu conquistata da Dragut, uno dei pochi pirati a essere turco e musulmano di nascita; nel 1574 cadde anche Tunisi, dove fino ad allora avevano regnato degli emiri che si appoggiavano alla Spagna. Queste città costiere divennero covi di pirati e vi si ammassò un gran numero di europei catturati sulle navi, trattenuti come schiavi e costretti a lavorare. Nella seconda metà del Cinquecento la Spagna fu estromessa dall'area del Magreb per opera di pirati di fede islamica. I Fratelli Barbarossa conquistarono definitivamente Algeri nel 1529, Dragut si installò a Tripoli nel 1551 e in seguito fu la volta di Tunisi. Così questa costa del Mediterraneo divenne roccaforte della pirateria e molti cristiani vi si trovarono costretti in schiavitù.
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Mentre nel resto del continente la sociologia non fu introdotta prima del periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, in Sudafrica fece la sua comparsa già nei primissimi anni del 1900 e si istituzionalizzò negli anni Trenta come disciplina accademica. Il processo fu opera di psicologi, antropologi e filosofi locali che avevano studiato in Europa. La disciplina riscosse immediato successo in virtù del suo utilizzo pratico nel campo delle politiche sociali tese a sollevare le condizioni di vita dei bianchi boeri caduti in condizioni di estrema povertà dopo la loro sconfitta nella seconda guerra anglo-boera (1899- 1902). Mentre nel resto del continente la sociologia non arrivò che subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, in Sudafrica comparve già all'inizio del Novecento, diventando disciplina accademica negli anni Trenta. Si affermò fin da subito grazie al suo concreto contributo alle politiche sociali adibite a migliorare le condizioni dei bianchi boeri caduti in miseria dopo aver perso la seconda guerra anglo- boera.
Mentre nel resto del continente la sociologia non fu introdotta prima del periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, in Sudafrica fece la sua comparsa già nei primissimi anni del 1900 e si istituzionalizzò negli anni Trenta come disciplina accademica. Il processo fu opera di psicologi, antropologi e filosofi locali che avevano studiato in Europa. La disciplina riscosse immediato successo in virtù del suo utilizzo pratico nel campo delle politiche sociali tese a sollevare le condizioni di vita dei bianchi boeri caduti in condizioni di estrema povertà dopo la loro sconfitta nella seconda guerra anglo-boera (1899- 1902). Mentre nel resto del continente la sociologia non arrivò che subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, in Sudafrica comparve già all'inizio del Novecento, diventando disciplina accademica negli anni Trenta. Si affermò fin da subito grazie al suo concreto contributo alle politiche sociali adibite a migliorare le condizioni dei bianchi boeri caduti in miseria dopo aver perso la seconda guerra anglo- boera.
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Miguel è un ragazzino senza gambe. Per attirare l'attenzione della gente che passa veloce accanto alla stazione "Gare du Nord", a Bucarest, fa l'equilibrista sollevandosi sulle braccia. Vive nelle fogne della capitale della Romania insieme ad altri giovani e giovanissimi che tutti cercano di evitare e far finta che non esistano. Vicino alla stazione della capitale rumena c'è Miguel, ragazzino privo di arti inferiori, che si esibisce mettendosi in equilibrio sulle braccia. Assieme ad altri ragazzini anche più giovani di lui, popola le fogne di Bucarest nell'indifferenza generale.
Miguel è un ragazzino senza gambe. Per attirare l'attenzione della gente che passa veloce accanto alla stazione "Gare du Nord", a Bucarest, fa l'equilibrista sollevandosi sulle braccia. Vive nelle fogne della capitale della Romania insieme ad altri giovani e giovanissimi che tutti cercano di evitare e far finta che non esistano. Vicino alla stazione della capitale rumena c'è Miguel, ragazzino privo di arti inferiori, che si esibisce mettendosi in equilibrio sulle braccia. Assieme ad altri ragazzini anche più giovani di lui, popola le fogne di Bucarest nell'indifferenza generale.
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Mio padre viveva, la maggior parte del tempo, lontano. Veniva a Procida per qualche giorno e poi ripartiva, certe volte rimanendo assente per intere stagioni. A fare la somma dei suoi rari e brevi soggiorni nell'isola, alla fine dell'anno, si sarebbe trovato che, su dodici mesi, egli forse ne aveva passati due a Procida, con me. Così, io trascorrevo quasi tutti i miei giorni in assoluta solitudine; e questa solitudine, cominciata per me nella prima infanzia (con la partenza del mio balio Silvestro), mi pareva la mia condizione naturale. Consideravo ogni soggiorno di mio padre sull'isola come una grazia straordinaria da parte di lui, una concessione particolare, della quale ero superbo. Mio padre viveva perlopiù lontano da Procida: ci veniva per qualche giorno, ripartiva, non tornava per intere stagioni. Passava forse in tutto un paio di mesi l'anno con me nell'isola, perciò ero quasi sempre del tutto solo: la solitudine mi sembrava la mia condizione naturale perché vivevo solo da quando ero molto piccolo. Ero fiero quando mio padre si fermava sull'isola: mi sembrava un suo regalo speciale, un privilegio eccezionale.
Mio padre viveva, la maggior parte del tempo, lontano. Veniva a Procida per qualche giorno e poi ripartiva, certe volte rimanendo assente per intere stagioni. A fare la somma dei suoi rari e brevi soggiorni nell'isola, alla fine dell'anno, si sarebbe trovato che, su dodici mesi, egli forse ne aveva passati due a Procida, con me. Così, io trascorrevo quasi tutti i miei giorni in assoluta solitudine; e questa solitudine, cominciata per me nella prima infanzia (con la partenza del mio balio Silvestro), mi pareva la mia condizione naturale. Consideravo ogni soggiorno di mio padre sull'isola come una grazia straordinaria da parte di lui, una concessione particolare, della quale ero superbo. Mio padre viveva perlopiù lontano da Procida: ci veniva per qualche giorno, ripartiva, non tornava per intere stagioni. Passava forse in tutto un paio di mesi l'anno con me nell'isola, perciò ero quasi sempre del tutto solo: la solitudine mi sembrava la mia condizione naturale perché vivevo solo da quando ero molto piccolo. Ero fiero quando mio padre si fermava sull'isola: mi sembrava un suo regalo speciale, un privilegio eccezionale.
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Molte aziende hanno introdotto negli ultimi anni schemi di partecipazione economica per i dipendenti. In sostanza, tali schemi prevedono meccanismi che legano la retribuzione individuale dei dipendenti alla performance aziendale. Si possono utilizzare diversi indicatori di performance, ma l'indicatore prevalente sono i profitti aziendali. Una possibile interpretazione di questi accordi è che si tratti di sistemi volti a incentivare l'attività produttiva dei dipendenti. In molte aziende negli ultimi anni sono stati introdotti schemi di partecipazione economica per i dipendenti. Questi schemi dovrebbero incentivare l'attività produttiva dei dipendenti mediante meccanismi che legano la retribuzione individuale alla performance aziendale. L'indicatore di performance più usato è quello legato ai profitti aziendali.
Molte aziende hanno introdotto negli ultimi anni schemi di partecipazione economica per i dipendenti. In sostanza, tali schemi prevedono meccanismi che legano la retribuzione individuale dei dipendenti alla performance aziendale. Si possono utilizzare diversi indicatori di performance, ma l'indicatore prevalente sono i profitti aziendali. Una possibile interpretazione di questi accordi è che si tratti di sistemi volti a incentivare l'attività produttiva dei dipendenti. In molte aziende negli ultimi anni sono stati introdotti schemi di partecipazione economica per i dipendenti. Questi schemi dovrebbero incentivare l'attività produttiva dei dipendenti mediante meccanismi che legano la retribuzione individuale alla performance aziendale. L'indicatore di performance più usato è quello legato ai profitti aziendali.
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Molti contatti corporei sono utilizzati per comunicare sentimenti o stati d'animo: dalle carezze alle strette di mano, dagli abbracci al solletico, dalle pacche sulle spalle al "ganascino". Per i bambini piccoli toccare è il più importante dei mezzi di comunicazione: fino all'età di 10-12 anni essi continuano a toccare i loro genitori. Le carezze, le strette di mano, gli abbracci, il solletico, persino le pacche sulle spalle sono contatti corporei utilizzati per comunicare stati d'animo e sentimenti. Toccare è il più importante mezzo di comunicazione per i bambini piccoli.
Molti contatti corporei sono utilizzati per comunicare sentimenti o stati d'animo: dalle carezze alle strette di mano, dagli abbracci al solletico, dalle pacche sulle spalle al "ganascino". Per i bambini piccoli toccare è il più importante dei mezzi di comunicazione: fino all'età di 10-12 anni essi continuano a toccare i loro genitori. Le carezze, le strette di mano, gli abbracci, il solletico, persino le pacche sulle spalle sono contatti corporei utilizzati per comunicare stati d'animo e sentimenti. Toccare è il più importante mezzo di comunicazione per i bambini piccoli.
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Molti pensano che l'epidemia dilagante di fake news sia dovuta al fatto che tendiamo a leggere e a condividere prevalentemente ciò che conferma le nostre vedute. Uno studio condotto su oltre 3.000 persone suggerisce però anche un'altra possibile risposta. L'essere umano è maestro nel fare economia: ove possibile tendiamo a risparmiare risorse, anche quando si tratta "soltanto" di pensare. Il pensiero automatico è veloce, richiede il minimo sforzo e permette di utilizzare le nostre limitate risorse mentali in altri compiti. Queste scorciatoie possono essere utili in alcune situazioni, ma l'altra faccia della medaglia è la maggiore facilità di cadere in eccessive semplificazioni, inscatolati nei pregiudizi. Se ci facciamo adescare dalle fake news non è tanto perché esse confermano le nostre opinioni, quanto per una tendenza fisiologica a risparmiare risorse mentali. Così facendo rischiamo però di rimanere intrappolati in semplificazioni e pregiudizi. Questo è quanto affermato da uno studio condotto su oltre 3000 individui.
Molti pensano che l'epidemia dilagante di fake news sia dovuta al fatto che tendiamo a leggere e a condividere prevalentemente ciò che conferma le nostre vedute. Uno studio condotto su oltre 3.000 persone suggerisce però anche un'altra possibile risposta. L'essere umano è maestro nel fare economia: ove possibile tendiamo a risparmiare risorse, anche quando si tratta "soltanto" di pensare. Il pensiero automatico è veloce, richiede il minimo sforzo e permette di utilizzare le nostre limitate risorse mentali in altri compiti. Queste scorciatoie possono essere utili in alcune situazioni, ma l'altra faccia della medaglia è la maggiore facilità di cadere in eccessive semplificazioni, inscatolati nei pregiudizi. Se ci facciamo adescare dalle fake news non è tanto perché esse confermano le nostre opinioni, quanto per una tendenza fisiologica a risparmiare risorse mentali. Così facendo rischiamo però di rimanere intrappolati in semplificazioni e pregiudizi. Questo è quanto affermato da uno studio condotto su oltre 3000 individui.
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Molti ricercatori hanno valutato la frequenza di tumori in relazione all'esposizione residenziale a campi di frequenza bassi (da apparecchi elettrici o linee dell'alta tensione), ma i risultati nel complesso sono difficili da interpretare: una associazione significativa tra esposizione e malattia non è sempre presente né a maggiore esposizione corrisponde maggiore frequenza di casi. I risultati della valutazione compiuta da ricercatori in relazione alla frequenza di tumori dovuta a esposizione residenziale a campi di frequenza bassi, sono di difficile interpretazione poiché non sempre emerge una significativa associazione tra esposizione e malattia e, inoltre, a maggiore esposizione non corrisponde maggiore incidenza.
Molti ricercatori hanno valutato la frequenza di tumori in relazione all'esposizione residenziale a campi di frequenza bassi (da apparecchi elettrici o linee dell'alta tensione), ma i risultati nel complesso sono difficili da interpretare: una associazione significativa tra esposizione e malattia non è sempre presente né a maggiore esposizione corrisponde maggiore frequenza di casi. I risultati della valutazione compiuta da ricercatori in relazione alla frequenza di tumori dovuta a esposizione residenziale a campi di frequenza bassi, sono di difficile interpretazione poiché non sempre emerge una significativa associazione tra esposizione e malattia e, inoltre, a maggiore esposizione non corrisponde maggiore incidenza.
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Molti ricercatori hanno valutato la frequenza di tumori in relazione all'esposizione residenziale a campi di frequenza bassi (da apparecchi elettrici o linee dell'alta tensione), ma i risultati nel complesso sono difficili da interpretare: un'associazione significativa tra esposizione e malattia non è sempre presente né a maggiore esposizione corrisponde maggiore frequenza di casi. I risultati della valutazione compiuta da ricercatori sulla frequenza di tumori, correlata all'esposizione residenziale a campi di frequenza bassi sono di difficile interpretazione, poiché non sempre emerge una significativa associazione tra esposizione, né tra esposizione e maggiore incidenza.
Molti ricercatori hanno valutato la frequenza di tumori in relazione all'esposizione residenziale a campi di frequenza bassi (da apparecchi elettrici o linee dell'alta tensione), ma i risultati nel complesso sono difficili da interpretare: un'associazione significativa tra esposizione e malattia non è sempre presente né a maggiore esposizione corrisponde maggiore frequenza di casi. I risultati della valutazione compiuta da ricercatori sulla frequenza di tumori, correlata all'esposizione residenziale a campi di frequenza bassi sono di difficile interpretazione, poiché non sempre emerge una significativa associazione tra esposizione, né tra esposizione e maggiore incidenza.
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Molti sono gli aeroporti che come dissuasori per gli uccelli che invadono le piste utilizzano rapaci appositamente addestrati. E' così atavica infatti la paura degli uccelli (gli altri) nei confronti dei loro pericolosissimi consimili, che basta la sagoma per terrorizzarli e indurli a sgomberare. Colombi, piccioni, ma anche aironi, costituiscono infatti una minaccia per la sicurezza degli aeroporti e per la funzionalità dei reattori. Anche Torino Caselle ha da molti anni il suo particolare stormo di pronto intervento. Si tratta di falchi pellegrini, sacri, poiane di Harris, pazientemente preparati dai loro falconieri per scacciare gli indesiderati pennuti. Uccelli comunque più fortunati di molti consimili, perché questi falchi addestrati generalmente non uccidono le loro prede ma si limitano, una volta eseguito il compito, a presentarsi al falconiere per la giusta ricompensa. Gli uccelli temono i loro simili rapaci: oggi, sfruttando le loro reazioni, molti aeroporti, usano rapaci addestrati per allontanare gli uccelli che minacciano la sicurezza delle piste e la funzionalità dei reattori. Anche a Torino Caselle falchi pellegrini, sacri e poiane di Harris sono addestrati per scacciare colombi, piccioni e aironi. I rapaci, tuttavia, non uccidono le loro prede poiché sono abituati a non divorarle, ma a ricevere una ricompensa dal falconiere.
Molti sono gli aeroporti che come dissuasori per gli uccelli che invadono le piste utilizzano rapaci appositamente addestrati. E' così atavica infatti la paura degli uccelli (gli altri) nei confronti dei loro pericolosissimi consimili, che basta la sagoma per terrorizzarli e indurli a sgomberare. Colombi, piccioni, ma anche aironi, costituiscono infatti una minaccia per la sicurezza degli aeroporti e per la funzionalità dei reattori. Anche Torino Caselle ha da molti anni il suo particolare stormo di pronto intervento. Si tratta di falchi pellegrini, sacri, poiane di Harris, pazientemente preparati dai loro falconieri per scacciare gli indesiderati pennuti. Uccelli comunque più fortunati di molti consimili, perché questi falchi addestrati generalmente non uccidono le loro prede ma si limitano, una volta eseguito il compito, a presentarsi al falconiere per la giusta ricompensa. Gli uccelli temono i loro simili rapaci: oggi, sfruttando le loro reazioni, molti aeroporti, usano rapaci addestrati per allontanare gli uccelli che minacciano la sicurezza delle piste e la funzionalità dei reattori. Anche a Torino Caselle falchi pellegrini, sacri e poiane di Harris sono addestrati per scacciare colombi, piccioni e aironi. I rapaci, tuttavia, non uccidono le loro prede poiché sono abituati a non divorarle, ma a ricevere una ricompensa dal falconiere.
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Moltissimi degli operai degli stabilimenti di Foxconn provengono dalla campagna e hanno origini contadine; essi sono alloggiati in enormi dormitori, che sono fondamentali per l'organizzazione del lavoro. Questi dormitori sono "il prolungamento della catena di montaggio": rigidamente controllati e organizzati con il fine di non fare socializzare gli operai tra loro - la direzione non colloca nella stessa stanza persone che provengono dalla stessa regione della Cina o che lavorano nello stesso reparto. Questa strategia di atomizzazione delle relazioni tra gli operai è considerata dai ricercatori come una delle cause della "disperazione", manifestata dagli operai anche durante le interviste, che potrebbe aver causato i suicidi. Gli operai di Foxconn che arrivano dalla campagna sono alloggiati in dormitori che, con la loro fisionomia, rafforzano il tipo di organizzazione del lavoro. Infatti, i dormitori sono pensati in modo da prevenire ogni possibilità di socializzazione. Questo contribuisce al processo di alienazione e alla disperazione che ha portato a casi di suicidio.
Moltissimi degli operai degli stabilimenti di Foxconn provengono dalla campagna e hanno origini contadine; essi sono alloggiati in enormi dormitori, che sono fondamentali per l'organizzazione del lavoro. Questi dormitori sono "il prolungamento della catena di montaggio": rigidamente controllati e organizzati con il fine di non fare socializzare gli operai tra loro - la direzione non colloca nella stessa stanza persone che provengono dalla stessa regione della Cina o che lavorano nello stesso reparto. Questa strategia di atomizzazione delle relazioni tra gli operai è considerata dai ricercatori come una delle cause della "disperazione", manifestata dagli operai anche durante le interviste, che potrebbe aver causato i suicidi. Gli operai di Foxconn che arrivano dalla campagna sono alloggiati in dormitori che, con la loro fisionomia, rafforzano il tipo di organizzazione del lavoro. Infatti, i dormitori sono pensati in modo da prevenire ogni possibilità di socializzazione. Questo contribuisce al processo di alienazione e alla disperazione che ha portato a casi di suicidio.
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Momenti di paura sul treno Frecciarossa 9530 Roma- Milano. Un uomo di nazionalità romena, che viaggiava senza biglietto, scoperto dal personale Fs, ha preso in ostaggio una donna puntandole un coltello sotto la gola e intimando a passeggeri e personale ferroviario di allontanarsi. La vicenda, per fortuna, si è conclusa senza conseguenze, perché l'uomo si è arreso e, una volta che il treno è arrivato nella vicina stazione di Bologna, è stato ammanettato dalla polizia ferroviaria, precedentemente avvertita. L'uomo ha minacciato la passeggera per circa 15 minuti, ma senza fare alcuna richiesta precisa, mentre la carrozza n. 11 era ormai vuota, salvo la presenza di due controllori che assistevano alla scena mantenendosi a distanza ma pronti a intervenire. Trovato senza biglietto sul Frecciarossa Roma- Milano numero 9530, un romeno, colto dai controllori senza biglietto, ha puntato il coltello alla gola di una donna intimando a tutti di allontanarsi. Una volta arreso, la polizia ferroviaria lo ha arrestato alla stazione di Bologna. La minaccia è durata circa 15 minuti, ma non ha avanzato alcun tipo di richiesta; la carrozza su cui è avvenuta l'aggressione, la numero 11, era vuota, a parte la presenza di due controllori pronti a intervenire.
Momenti di paura sul treno Frecciarossa 9530 Roma- Milano. Un uomo di nazionalità romena, che viaggiava senza biglietto, scoperto dal personale Fs, ha preso in ostaggio una donna puntandole un coltello sotto la gola e intimando a passeggeri e personale ferroviario di allontanarsi. La vicenda, per fortuna, si è conclusa senza conseguenze, perché l'uomo si è arreso e, una volta che il treno è arrivato nella vicina stazione di Bologna, è stato ammanettato dalla polizia ferroviaria, precedentemente avvertita. L'uomo ha minacciato la passeggera per circa 15 minuti, ma senza fare alcuna richiesta precisa, mentre la carrozza n. 11 era ormai vuota, salvo la presenza di due controllori che assistevano alla scena mantenendosi a distanza ma pronti a intervenire. Trovato senza biglietto sul Frecciarossa Roma- Milano numero 9530, un romeno, colto dai controllori senza biglietto, ha puntato il coltello alla gola di una donna intimando a tutti di allontanarsi. Una volta arreso, la polizia ferroviaria lo ha arrestato alla stazione di Bologna. La minaccia è durata circa 15 minuti, ma non ha avanzato alcun tipo di richiesta; la carrozza su cui è avvenuta l'aggressione, la numero 11, era vuota, a parte la presenza di due controllori pronti a intervenire.
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Monitoraggio delle prenotazioni verso l'Italia: il 74 per cento dei tour operator indica un segno positivo rispetto al 2017, solo il 6 per cento parla di calo. Boom di crescita dagli Usa (più 20 per cento), e in generale dai principali bacini d'origine dei flussi in arrivo. Toscana la meta che piace di più. Non solo viaggi di massa: enogastronomia e outdoor le tendenze. La maggior parte degli operatori turistici registra un aumento delle prenotazioni verso il nostro Paese rispetto al 2017, in particolare dagli Stati Uniti. La tipologia di turismo che si affianca a quello di massa privilegia le escursioni all'aria aperta e la riscoperta di prodotti e vini locali.
Monitoraggio delle prenotazioni verso l'Italia: il 74 per cento dei tour operator indica un segno positivo rispetto al 2017, solo il 6 per cento parla di calo. Boom di crescita dagli Usa (più 20 per cento), e in generale dai principali bacini d'origine dei flussi in arrivo. Toscana la meta che piace di più. Non solo viaggi di massa: enogastronomia e outdoor le tendenze. La maggior parte degli operatori turistici registra un aumento delle prenotazioni verso il nostro Paese rispetto al 2017, in particolare dagli Stati Uniti. La tipologia di turismo che si affianca a quello di massa privilegia le escursioni all'aria aperta e la riscoperta di prodotti e vini locali.
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Negli anni Cinquanta Milano aveva 1.100.000 abitanti e il suo hinterland poco più. I quartieri operai e popolari erano relativamente vicini al centro cittadino, spesso le stesse fabbriche erano una componente del quartiere. La vita si svolgeva tutta tra i cortili delle case di ringhiera e la strada. Il tempo vissuto si dipanava nei bar, nei cinema rionali e nelle balere. Negli anni Cinquanta Milano contava 1.100.000 abitanti e il suo hinterland poco più. I quartieri operai non erano lontani dal centro e le fabbriche erano spesso nei quartieri. La vita si svolgeva tra i cortili, le strade, i bar, i cinema rionali e le balere.
Negli anni Cinquanta Milano aveva 1.100.000 abitanti e il suo hinterland poco più. I quartieri operai e popolari erano relativamente vicini al centro cittadino, spesso le stesse fabbriche erano una componente del quartiere. La vita si svolgeva tutta tra i cortili delle case di ringhiera e la strada. Il tempo vissuto si dipanava nei bar, nei cinema rionali e nelle balere. Negli anni Cinquanta Milano contava 1.100.000 abitanti e il suo hinterland poco più. I quartieri operai non erano lontani dal centro e le fabbriche erano spesso nei quartieri. La vita si svolgeva tra i cortili, le strade, i bar, i cinema rionali e le balere.
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Negli anni Settanta conservatori e laburisti avvicendatisi al potere in Gran Bretagna si trovarono alle prese con due questioni importantissime: la crisi petrolifera e monetaria che aggravò tutte le difficoltà correnti del Paese, generando disoccupazione e conflittualità sociale da una parte e dall'altra lo scoppio di una vera e propria guerra civile tra cattolici e protestanti nell'Ulster. L'intervento dell'esercito inglese peggiorò la situazione. Conservatori e laburisti britannici negli anni Settanta dovettero affrontare due problemi: la crisi monetaria e petrolifera e la guerra civile tra cattolici e protestanti nell'Ulster.
Negli anni Settanta conservatori e laburisti avvicendatisi al potere in Gran Bretagna si trovarono alle prese con due questioni importantissime: la crisi petrolifera e monetaria che aggravò tutte le difficoltà correnti del Paese, generando disoccupazione e conflittualità sociale da una parte e dall'altra lo scoppio di una vera e propria guerra civile tra cattolici e protestanti nell'Ulster. L'intervento dell'esercito inglese peggiorò la situazione. Conservatori e laburisti britannici negli anni Settanta dovettero affrontare due problemi: la crisi monetaria e petrolifera e la guerra civile tra cattolici e protestanti nell'Ulster.
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Negli anni Settanta e Ottanta, anche in Italia le trasformazioni del quadro politico furono strettamente connesse alla crisi economica e alle strategie "anticicliche" messe in atto per superarla. L'aumento del prezzo del petrolio avviò infatti una spirale inflattiva senza precedenti, che erose le pensioni e i salari e costrinse lo Stato a contrarre debiti con l'estero per garantire l'approvvigionamento dei prodotti petroliferi e degli altri beni di consumo, anch'essi notevolmente rincarati. Lo Stato sembrò in più di un'occasione sull'orlo della bancarotta: anche se ciò non avvenne, le difficoltà economiche si tradussero in un aumento della disoccupazione e del carico fiscale per i redditi da lavoro dipendente, in una contrazione spesso grave dei consumi familiari per le fasce sociali più deboli (pensionati, braccianti, lavoratori precari). Come sul piano economico, anche sul piano sociale la crisi determinò l'insorgere di una serie di fenomeni precedentemente sconosciuti: l'emarginazione sociale dei giovani in cerca di lavoro nelle grandi metropoli, soprattutto nel sud; lo sviluppo della malavita organizzata con il suo seguito di rapine, sequestri di persona e delitti, l'esplodere del nuovo mercato delle droghe pesanti. Le trasformazioni politiche nell'Italia degli anni Settanta e Ottanta furono molto legate alla crisi economica e alle strategie per superarla: l'aumento del prezzo del petrolio ebbe un effetto negativo su salari e pensioni e costrinse lo Stato a contrarre debiti con l'estero per procurarsi il petrolio e gli altri beni di consumo. Anche se l'Italia evitò la bancarotta, la crisi economica portò un aumento della disoccupazione e del carico fiscale per i lavoratori dipendenti e una grave riduzione dei consumi familiari per le fasce più deboli. Sul piano sociale la crisi provocò l'emarginazione dei giovani disoccupati, soprattutto nel sud, lo sviluppo della malavita organizzata e l'esplosione del mercato delle droghe pesanti.
Negli anni Settanta e Ottanta, anche in Italia le trasformazioni del quadro politico furono strettamente connesse alla crisi economica e alle strategie "anticicliche" messe in atto per superarla. L'aumento del prezzo del petrolio avviò infatti una spirale inflattiva senza precedenti, che erose le pensioni e i salari e costrinse lo Stato a contrarre debiti con l'estero per garantire l'approvvigionamento dei prodotti petroliferi e degli altri beni di consumo, anch'essi notevolmente rincarati. Lo Stato sembrò in più di un'occasione sull'orlo della bancarotta: anche se ciò non avvenne, le difficoltà economiche si tradussero in un aumento della disoccupazione e del carico fiscale per i redditi da lavoro dipendente, in una contrazione spesso grave dei consumi familiari per le fasce sociali più deboli (pensionati, braccianti, lavoratori precari). Come sul piano economico, anche sul piano sociale la crisi determinò l'insorgere di una serie di fenomeni precedentemente sconosciuti: l'emarginazione sociale dei giovani in cerca di lavoro nelle grandi metropoli, soprattutto nel sud; lo sviluppo della malavita organizzata con il suo seguito di rapine, sequestri di persona e delitti, l'esplodere del nuovo mercato delle droghe pesanti. Le trasformazioni politiche nell'Italia degli anni Settanta e Ottanta furono molto legate alla crisi economica e alle strategie per superarla: l'aumento del prezzo del petrolio ebbe un effetto negativo su salari e pensioni e costrinse lo Stato a contrarre debiti con l'estero per procurarsi il petrolio e gli altri beni di consumo. Anche se l'Italia evitò la bancarotta, la crisi economica portò un aumento della disoccupazione e del carico fiscale per i lavoratori dipendenti e una grave riduzione dei consumi familiari per le fasce più deboli. Sul piano sociale la crisi provocò l'emarginazione dei giovani disoccupati, soprattutto nel sud, lo sviluppo della malavita organizzata e l'esplosione del mercato delle droghe pesanti.
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Negli stessi anni in cui si consumava la tragedia degli Cheyenne meridionali, i loro confratelli del nord cercarono di difendere la loro patria e la loro indipendenza combattendo a fianco dei Lakota in tutte le guerre da questi affrontate per conservare la Colline Nere e le vaste e ricche praterie estese fra il fiume Powder e lo Yellowstone, delimitate come loro riserva permanente in base a una direttiva del presidente degli Stati Uniti Ulysses Grant. Gli Cheyenne del nord, cercando di difendere patria e indipendenza, combatterono a fianco dei Lakota per conservare le Colline Nere e le praterie tra il fiume Powder e lo Yellowstone.
Negli stessi anni in cui si consumava la tragedia degli Cheyenne meridionali, i loro confratelli del nord cercarono di difendere la loro patria e la loro indipendenza combattendo a fianco dei Lakota in tutte le guerre da questi affrontate per conservare la Colline Nere e le vaste e ricche praterie estese fra il fiume Powder e lo Yellowstone, delimitate come loro riserva permanente in base a una direttiva del presidente degli Stati Uniti Ulysses Grant. Gli Cheyenne del nord, cercando di difendere patria e indipendenza, combatterono a fianco dei Lakota per conservare le Colline Nere e le praterie tra il fiume Powder e lo Yellowstone.
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Negli ultimi anni il Giappone è diventato una meta turistica di massa: dagli otto milioni di visitatori stranieri registrati nel 2010, si è passati ai quasi venti del 2015. Ormai è abbastanza comune incontrare orde di turisti che percorrono le strade di città come Tokyo, Kyoto e Osaka, ma lo stesso accade anche in località fuori mano, in ristoranti un tempo frequentati solo dalla clientela locale e in luoghi in precedenza evitati. È peraltro dai tempi del post seconda guerra mondiale che l'economia giapponese conosce una rapida crescita e rispetto alla produzione ed esportazione di automobili e articoli elettronici il turismo diventa una fonte di valuta estera importante. Da dopo la seconda guerra mondiale l'economia giapponese conosce una rapida ascesa e il turismo diventa una fonte di valuta estera importante rispetto al mercato di automobili e articoli elettronici. Negli ultimi anni, poi, il turismo in Giappone è diventato di massa (in cinque anni, dal 2010 al 2015, si è passati da otto milioni di turisti stranieri a quasi venti) e non riguarda solo città come Tokyo, Kyoto e Osaka, ma anche località fuori mano e luoghi prima evitati, compresi ristoranti un tempo frequentati solo da giapponesi.
Negli ultimi anni il Giappone è diventato una meta turistica di massa: dagli otto milioni di visitatori stranieri registrati nel 2010, si è passati ai quasi venti del 2015. Ormai è abbastanza comune incontrare orde di turisti che percorrono le strade di città come Tokyo, Kyoto e Osaka, ma lo stesso accade anche in località fuori mano, in ristoranti un tempo frequentati solo dalla clientela locale e in luoghi in precedenza evitati. È peraltro dai tempi del post seconda guerra mondiale che l'economia giapponese conosce una rapida crescita e rispetto alla produzione ed esportazione di automobili e articoli elettronici il turismo diventa una fonte di valuta estera importante. Da dopo la seconda guerra mondiale l'economia giapponese conosce una rapida ascesa e il turismo diventa una fonte di valuta estera importante rispetto al mercato di automobili e articoli elettronici. Negli ultimi anni, poi, il turismo in Giappone è diventato di massa (in cinque anni, dal 2010 al 2015, si è passati da otto milioni di turisti stranieri a quasi venti) e non riguarda solo città come Tokyo, Kyoto e Osaka, ma anche località fuori mano e luoghi prima evitati, compresi ristoranti un tempo frequentati solo da giapponesi.
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Negli ultimi anni le istituzioni creditizie hanno avvertito con crescente intensità l'esigenza di analizzare gli effetti indotti dalla variabilità dei tassi di interesse sulle condizioni aziendali di redditività e su quelle di liquidità e di solvibilità. Tale esigenza trova giustificazione nell'accentuata volatilità dei tassi di interesse, indotta principalmente dai recenti mutamenti registrati nelle politiche monetarie dei principali Paesi industrializzati, che hanno utilizzato in misura crescente lo strumento dei tassi di interesse per il controllo degli aggregati monetari. Da alcuni anni le istituzioni creditizie monitorano le conseguenze prodotte dalla variabilità dei tassi di interesse sulle condizioni di redditività, liquidità e solvibilità delle aziende. Questi tassi risentono infatti di un'accresciuta volatilità, indotta principalmente da modifiche della politica monetaria dei principali Paesi industrializzati, che si sono sempre più serviti di questi tassi per il controllo degli aggregati monetari.
Negli ultimi anni le istituzioni creditizie hanno avvertito con crescente intensità l'esigenza di analizzare gli effetti indotti dalla variabilità dei tassi di interesse sulle condizioni aziendali di redditività e su quelle di liquidità e di solvibilità. Tale esigenza trova giustificazione nell'accentuata volatilità dei tassi di interesse, indotta principalmente dai recenti mutamenti registrati nelle politiche monetarie dei principali Paesi industrializzati, che hanno utilizzato in misura crescente lo strumento dei tassi di interesse per il controllo degli aggregati monetari. Da alcuni anni le istituzioni creditizie monitorano le conseguenze prodotte dalla variabilità dei tassi di interesse sulle condizioni di redditività, liquidità e solvibilità delle aziende. Questi tassi risentono infatti di un'accresciuta volatilità, indotta principalmente da modifiche della politica monetaria dei principali Paesi industrializzati, che si sono sempre più serviti di questi tassi per il controllo degli aggregati monetari.
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Negli ultimi anni, il dibattito pubblico italiano in materia di migrazioni internazionali si è concentrato ossessivamente sulla questione della "crisi dei rifugiati" e la domanda principale di molti politici è stata "come impedire ai migranti di arrivare in Italia". Invece quasi completamente assente dal dibattito pubblico è la questione della nuova emigrazione italiana, cresciuta in maniera importante negli anni della crisi economica e della recessione. Secondo l'Istat nel 2008 partirono poco meno di 40.000 cittadini italiani, con un saldo negativo di 7.500 persone, questa cifra è cresciuta costantemente fino al 2016, quando sono partiti quasi 115.000 cittadini italiani, con un saldo negativo di 76.000 individui. Nel 2017 c'è una leggera inversione di tendenza, ma il saldo negativo è ancora attorno alle 70.000 unità. In Italia il dibattito pubblico sulle migrazioni si è focalizzato moltissimo sulla cosiddetta "crisi dei rifugiati" cioè sull'arrivo in Italia di migranti provenienti da altri Paesi, poco si parla invece dell'emigrazione italiana all'estero. Stando ai dati Istat, questo fenomeno è cresciuto negli anni della crisi economica: se nel 2008 circa 40.000 cittadini italiani lasciarono il Paese, nel 2016 questo numero sale a 115.000. Tuttavia nel 2017 l'emigrazione di cittadini italiani ha registrato una leggera flessione.
Negli ultimi anni, il dibattito pubblico italiano in materia di migrazioni internazionali si è concentrato ossessivamente sulla questione della "crisi dei rifugiati" e la domanda principale di molti politici è stata "come impedire ai migranti di arrivare in Italia". Invece quasi completamente assente dal dibattito pubblico è la questione della nuova emigrazione italiana, cresciuta in maniera importante negli anni della crisi economica e della recessione. Secondo l'Istat nel 2008 partirono poco meno di 40.000 cittadini italiani, con un saldo negativo di 7.500 persone, questa cifra è cresciuta costantemente fino al 2016, quando sono partiti quasi 115.000 cittadini italiani, con un saldo negativo di 76.000 individui. Nel 2017 c'è una leggera inversione di tendenza, ma il saldo negativo è ancora attorno alle 70.000 unità. In Italia il dibattito pubblico sulle migrazioni si è focalizzato moltissimo sulla cosiddetta "crisi dei rifugiati" cioè sull'arrivo in Italia di migranti provenienti da altri Paesi, poco si parla invece dell'emigrazione italiana all'estero. Stando ai dati Istat, questo fenomeno è cresciuto negli anni della crisi economica: se nel 2008 circa 40.000 cittadini italiani lasciarono il Paese, nel 2016 questo numero sale a 115.000. Tuttavia nel 2017 l'emigrazione di cittadini italiani ha registrato una leggera flessione.
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Negli ultimi mesi si è fatto molto chiasso sulla crisi delle compagnie aeree. Negli Stati Uniti, dove sembra che per essere una vera compagnia aerea bisogna avere al proprio attivo almeno un fallimento, la Us Airways sta cercando di acquisire il controllo della Delta Air Lines (che naturalmente è fallita). Perfino le vere bancarotte, come quelle europee della Swissair e della Sabena, del 2001, non sono sembrate un grande problema. Nel giro di poco tempo le due aziende sono rinate con i nomi di Swiss e Sn Brussels Airlines, e grazie alla sigla Sn la nuova Sabena ha potuto continuare a usare lo stesso codice. Ultimamente si è parlato molto della crisi delle compagnie aeree. Ormai, infatti, sembra che per essere considerate "vere" compagnie aeree sia necessario aver affrontato almeno un fallimento. Ne sono esempio i casi di bancarotta di Swiss Air e Sabena, entrambe rinate come se nulla fosse successo.
Negli ultimi mesi si è fatto molto chiasso sulla crisi delle compagnie aeree. Negli Stati Uniti, dove sembra che per essere una vera compagnia aerea bisogna avere al proprio attivo almeno un fallimento, la Us Airways sta cercando di acquisire il controllo della Delta Air Lines (che naturalmente è fallita). Perfino le vere bancarotte, come quelle europee della Swissair e della Sabena, del 2001, non sono sembrate un grande problema. Nel giro di poco tempo le due aziende sono rinate con i nomi di Swiss e Sn Brussels Airlines, e grazie alla sigla Sn la nuova Sabena ha potuto continuare a usare lo stesso codice. Ultimamente si è parlato molto della crisi delle compagnie aeree. Ormai, infatti, sembra che per essere considerate "vere" compagnie aeree sia necessario aver affrontato almeno un fallimento. Ne sono esempio i casi di bancarotta di Swiss Air e Sabena, entrambe rinate come se nulla fosse successo.
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Negli ultimi sessant'anni l'India ha portato a termine il più grande passaggio di poteri della storia mondiale. Per oltre 5 mila anni le caste inferiori erano rimaste escluse da qualsivoglia potere politico. Oggi questo Paese, che è per l'82 per cento hindu, ha un primo ministro sikh, un presidente donna, un ministro della Giustizia dalit (ex `intoccabile'). In India per più di 5 mila anni le caste inferiori sono state escluse da qualunque potere politico; negli ultimi sessant'anni questo Paese ha effettuato il massimo passaggio di poteri della storia mondiale. Infatti oggi in India, che per l'82 per cento è hindu, il primo ministro è sikh, il presidente è donna, il ministro della Giustizia è dalit (ex `intoccabile').
Negli ultimi sessant'anni l'India ha portato a termine il più grande passaggio di poteri della storia mondiale. Per oltre 5 mila anni le caste inferiori erano rimaste escluse da qualsivoglia potere politico. Oggi questo Paese, che è per l'82 per cento hindu, ha un primo ministro sikh, un presidente donna, un ministro della Giustizia dalit (ex `intoccabile'). In India per più di 5 mila anni le caste inferiori sono state escluse da qualunque potere politico; negli ultimi sessant'anni questo Paese ha effettuato il massimo passaggio di poteri della storia mondiale. Infatti oggi in India, che per l'82 per cento è hindu, il primo ministro è sikh, il presidente è donna, il ministro della Giustizia è dalit (ex `intoccabile').
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Negli ultimi trent'anni del XVIII secolo, il 70% dei libri furono pubblicati anonimi; e, nei primi trenta del XIX secolo, il 50%. Il periodo corrisponde all'inizio della grande stagione del romanzo inglese e la scelta dell'anonimato o del falso nome non è politica. Prendiamo Charlotte Brontë. Pubblicò "Jane Eyre" come Currer Bell. Poteva essere il nome di un uomo o di una donna: impossibile distinguere. Ma era quello che lei voleva: essere giudicata come artista - per quello che scriveva - e non per quello che era, una maestrina di provincia. Nel periodo della nascita del grande romanzo inglese, tra gli ultimi decenni del XVIII secolo e i primi del XIX, i libri furono pubblicati anonimi o con uno pseudonimo in rilevanti percentuali: così Charlotte Brontë pubblicò "Jane Eyre" con il nome di Currer Bell, che non conteneva indicazioni di genere. Voleva infatti essere giudicata come artista, non come maestrina di provincia.
Negli ultimi trent'anni del XVIII secolo, il 70% dei libri furono pubblicati anonimi; e, nei primi trenta del XIX secolo, il 50%. Il periodo corrisponde all'inizio della grande stagione del romanzo inglese e la scelta dell'anonimato o del falso nome non è politica. Prendiamo Charlotte Brontë. Pubblicò "Jane Eyre" come Currer Bell. Poteva essere il nome di un uomo o di una donna: impossibile distinguere. Ma era quello che lei voleva: essere giudicata come artista - per quello che scriveva - e non per quello che era, una maestrina di provincia. Nel periodo della nascita del grande romanzo inglese, tra gli ultimi decenni del XVIII secolo e i primi del XIX, i libri furono pubblicati anonimi o con uno pseudonimo in rilevanti percentuali: così Charlotte Brontë pubblicò "Jane Eyre" con il nome di Currer Bell, che non conteneva indicazioni di genere. Voleva infatti essere giudicata come artista, non come maestrina di provincia.
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Nei confronti delle azioni positive vi sono state reazioni contrastanti negli ordinamenti europei e anche interpretazioni non univoche della Corte di Giustizia. Molti le hanno contestate in nome di un principio di rigida uguaglianza formale, altri le ritengono legittime solo se limitate nel tempo e dotate di flessibilità. Oggetto di contestazione sono soprattutto le "quote" da riservarsi alle donne nell'accesso al lavoro, alla formazione professionale e alle liste elettorali. Gli ordinamenti europei e anche la Corte di Giustizia hanno accolto in modo contrastante le azioni positive. La critica maggiore deriva dal fatto che esse contrastano con il principio di uguaglianza formale, soprattutto in riferimento alle quote riservate alle donne nell'accesso al lavoro, alla formazione professionale e alle liste elettorali.
Nei confronti delle azioni positive vi sono state reazioni contrastanti negli ordinamenti europei e anche interpretazioni non univoche della Corte di Giustizia. Molti le hanno contestate in nome di un principio di rigida uguaglianza formale, altri le ritengono legittime solo se limitate nel tempo e dotate di flessibilità. Oggetto di contestazione sono soprattutto le "quote" da riservarsi alle donne nell'accesso al lavoro, alla formazione professionale e alle liste elettorali. Gli ordinamenti europei e anche la Corte di Giustizia hanno accolto in modo contrastante le azioni positive. La critica maggiore deriva dal fatto che esse contrastano con il principio di uguaglianza formale, soprattutto in riferimento alle quote riservate alle donne nell'accesso al lavoro, alla formazione professionale e alle liste elettorali.
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Nei Paesi mediorientali e nordafricani il dromedario rappresenta una risorsa unica ed è per questo che viene allevato sia per essere mangiato sia per trasportare i pesi nel deserto, dato che sopporta carichi fino a seicento chili. La resistenza del dromedario non è dovuta, come molti pensano, alla capacità di immagazzinare maggiori quantità di acqua rispetto ad altri animali, ma a quella di poter perdere fino a circa il 30 per cento dell'acqua corporea senza particolari conseguenze per l'organismo. Nei Paesi mediorientali e nordafricani il dromedario è allevato sia per mangiarne la carne sia come mezzo di trasporto poiché sopporta carichi fino a seicento chili. La sua resistenza è dovuta non tanto alla capacità di immagazzinare acqua quanto alla capacità di sopportare la perdita fino al 30 per cento dell'acqua corporea senza subire danni fisici.
Nei Paesi mediorientali e nordafricani il dromedario rappresenta una risorsa unica ed è per questo che viene allevato sia per essere mangiato sia per trasportare i pesi nel deserto, dato che sopporta carichi fino a seicento chili. La resistenza del dromedario non è dovuta, come molti pensano, alla capacità di immagazzinare maggiori quantità di acqua rispetto ad altri animali, ma a quella di poter perdere fino a circa il 30 per cento dell'acqua corporea senza particolari conseguenze per l'organismo. Nei Paesi mediorientali e nordafricani il dromedario è allevato sia per mangiarne la carne sia come mezzo di trasporto poiché sopporta carichi fino a seicento chili. La sua resistenza è dovuta non tanto alla capacità di immagazzinare acqua quanto alla capacità di sopportare la perdita fino al 30 per cento dell'acqua corporea senza subire danni fisici.
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Nei Paesi sviluppati il terziario è il principale settore economico. Il processo di terziarizzazione è stato particolarmente veloce negli ultimi decenni, dal momento che l'aumento del reddito medio e del tempo libero a disposizione ha determinato una forte richiesta di servizi per le famiglie, i singoli e la collettività. Nei Paesi sviluppati il terziario costituisce il principale settore economico, cresciuto velocemente negli ultimi decenni in conseguenza della forte richiesta di servizi da parte della collettività, dovuta all'aumento del reddito medio e del tempo libero.
Nei Paesi sviluppati il terziario è il principale settore economico. Il processo di terziarizzazione è stato particolarmente veloce negli ultimi decenni, dal momento che l'aumento del reddito medio e del tempo libero a disposizione ha determinato una forte richiesta di servizi per le famiglie, i singoli e la collettività. Nei Paesi sviluppati il terziario costituisce il principale settore economico, cresciuto velocemente negli ultimi decenni in conseguenza della forte richiesta di servizi da parte della collettività, dovuta all'aumento del reddito medio e del tempo libero.
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Nei primi anni del Novecento, un gruppo di donne decise a imbracciare la macchina da presa sfidò benpensanti e conformisti per i temi e la vivacità con cui trattò le sue opere. Queste registe furono anticipatrici di un gusto che successivamente si è diffuso nella cinematografia mondiale: il neorealismo, il surrealismo e il film noir traggono le loro radici proprio da queste intrepide pioniere. Agli inizi del secolo scorso, un gruppo di registe decise di girare film rivoluzionari sia nei temi sia nella trattazione. Queste pioniere anticiparono e ispirarono correnti fondamentali della cinematografia mondiale quali neorealismo, surrealismo e film noir.
Nei primi anni del Novecento, un gruppo di donne decise a imbracciare la macchina da presa sfidò benpensanti e conformisti per i temi e la vivacità con cui trattò le sue opere. Queste registe furono anticipatrici di un gusto che successivamente si è diffuso nella cinematografia mondiale: il neorealismo, il surrealismo e il film noir traggono le loro radici proprio da queste intrepide pioniere. Agli inizi del secolo scorso, un gruppo di registe decise di girare film rivoluzionari sia nei temi sia nella trattazione. Queste pioniere anticiparono e ispirarono correnti fondamentali della cinematografia mondiale quali neorealismo, surrealismo e film noir.
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Nel 1632 Galileo Galilei pubblicò il `Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo', in cui presentava, in modo scientifico e con un atteggiamento neutrale, le due opposte teorie: quella eliocentrica e quella geocentrica. In forma di dialogo egli vi dimostrava l'insensatezza delle posizione dei tradizionalisti in contrapposizione con la validità del metodo e dell'atteggiamento dei personaggi incaricati di esporre la rivoluzionaria teoria eliocentrica di Copernico ma il tribunale dell'Inquisizione condannò l'autore all'abiura delle proprie tesi e al carcere formale perpetuo. Nel 1632 Galileo Galilei pubblicò il `Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo', scritto con atteggiamento scientifico e neutrale. Vi metteva a confronto le posizioni dei tradizionalisti e la teoria eliocentrica di Copernico, dimostrando la validità di quest'ultima. Il Tribunale dell'Inquisizione lo condannò per questo all'abiura delle proprie tesi e al carcere formale perpetuo.
Nel 1632 Galileo Galilei pubblicò il `Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo', in cui presentava, in modo scientifico e con un atteggiamento neutrale, le due opposte teorie: quella eliocentrica e quella geocentrica. In forma di dialogo egli vi dimostrava l'insensatezza delle posizione dei tradizionalisti in contrapposizione con la validità del metodo e dell'atteggiamento dei personaggi incaricati di esporre la rivoluzionaria teoria eliocentrica di Copernico ma il tribunale dell'Inquisizione condannò l'autore all'abiura delle proprie tesi e al carcere formale perpetuo. Nel 1632 Galileo Galilei pubblicò il `Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo', scritto con atteggiamento scientifico e neutrale. Vi metteva a confronto le posizioni dei tradizionalisti e la teoria eliocentrica di Copernico, dimostrando la validità di quest'ultima. Il Tribunale dell'Inquisizione lo condannò per questo all'abiura delle proprie tesi e al carcere formale perpetuo.
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Nel 1669 fu fondata a Torino la Reale Accademia di Savoia, il primo istituto di istruzione militare al mondo. Aperta inizialmente solo ai nobili, essa ammise poi anche i borghesi e vide la nascita di altre istituzioni consimili, destinate a formare personale di rango diverso delle forze armate. In particolare, la Scuola di Fanteria di Modena ottenne a sua volta nel 1923 il rango di Accademia e, dopo che entrambi gli istituti furono sciolti nel 1943, fu soltanto la Scuola di Modena ad essere ricostituita. Essa è così oggi l'unica Accademia dell'Esercito. La Reale Accademia di Savoia di Torino fu la prima scuola militare al mondo. Fondata nel 1669 e aperta inizialmente solo ai nobili, venne poi affiancata da altre istituzioni consimili tra cui quella di Modena che, nel 1923, divenne anch'essa Accademia. Quest'ultima è oggi l'unica Accademia dell'Esercito, essendo la sola a essere stata ricostituita dopo lo scioglimento nel 1943.
Nel 1669 fu fondata a Torino la Reale Accademia di Savoia, il primo istituto di istruzione militare al mondo. Aperta inizialmente solo ai nobili, essa ammise poi anche i borghesi e vide la nascita di altre istituzioni consimili, destinate a formare personale di rango diverso delle forze armate. In particolare, la Scuola di Fanteria di Modena ottenne a sua volta nel 1923 il rango di Accademia e, dopo che entrambi gli istituti furono sciolti nel 1943, fu soltanto la Scuola di Modena ad essere ricostituita. Essa è così oggi l'unica Accademia dell'Esercito. La Reale Accademia di Savoia di Torino fu la prima scuola militare al mondo. Fondata nel 1669 e aperta inizialmente solo ai nobili, venne poi affiancata da altre istituzioni consimili tra cui quella di Modena che, nel 1923, divenne anch'essa Accademia. Quest'ultima è oggi l'unica Accademia dell'Esercito, essendo la sola a essere stata ricostituita dopo lo scioglimento nel 1943.
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Nel 1852 prendeva il potere in Francia Napoleone III che inaugurò una politica estera coloniale più aggressiva e prendendo pretesto dall'uccisione di alcuni missionari francesi e spagnoli inviò nel 1865 la nave da battaglia Catinat a bombardare Da-nang. In Francia il barone Drenier dichiarò con grande enfasi: "L'Europa, vale a dire la civiltà, è in marcia contro l'Asia che rappresenta la barbarie; essa colpisce da ogni lato queste vecchie Nazioni sommerse dal dispotismo più avvilente". Nell'ambito di una aggressiva politica coloniale intrapresa alla metà del XIX secolo, Napoleone III sfruttò l'uccisione di alcuni missionari per ordinare il bombardamento di Da- nang. Non mancarono le voci entusiastiche di supporto, che vollero presentare l'episodio come una guerra tra Europa e Asia, ovvero, a loro modo di vedere, tra civiltà e barbarie.
Nel 1852 prendeva il potere in Francia Napoleone III che inaugurò una politica estera coloniale più aggressiva e prendendo pretesto dall'uccisione di alcuni missionari francesi e spagnoli inviò nel 1865 la nave da battaglia Catinat a bombardare Da-nang. In Francia il barone Drenier dichiarò con grande enfasi: "L'Europa, vale a dire la civiltà, è in marcia contro l'Asia che rappresenta la barbarie; essa colpisce da ogni lato queste vecchie Nazioni sommerse dal dispotismo più avvilente". Nell'ambito di una aggressiva politica coloniale intrapresa alla metà del XIX secolo, Napoleone III sfruttò l'uccisione di alcuni missionari per ordinare il bombardamento di Da- nang. Non mancarono le voci entusiastiche di supporto, che vollero presentare l'episodio come una guerra tra Europa e Asia, ovvero, a loro modo di vedere, tra civiltà e barbarie.
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Nel 1920 l'Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Tra il 1870 e il 1915 sei milioni di italiani si erano trasferiti definitivamente all'estero. Interrotta dalla guerra, l'emigrazione riprese massicciamente subito dopo. Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Francia ospitava un milione di italiani, pari a un terzo della propria popolazione straniera. Nel 1920 l'Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Incominciata già nella seconda metà dell'Ottocento, la massiccia emigrazione fu interrotta dalla prima guerra mondiale ma riprese subito dopo. In Francia, ad esempio, alla vigilia della seconda guerra mondiale si trovavano un milione di italiani: un terzo degli stranieri ospitati.
Nel 1920 l'Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Tra il 1870 e il 1915 sei milioni di italiani si erano trasferiti definitivamente all'estero. Interrotta dalla guerra, l'emigrazione riprese massicciamente subito dopo. Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Francia ospitava un milione di italiani, pari a un terzo della propria popolazione straniera. Nel 1920 l'Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Incominciata già nella seconda metà dell'Ottocento, la massiccia emigrazione fu interrotta dalla prima guerra mondiale ma riprese subito dopo. In Francia, ad esempio, alla vigilia della seconda guerra mondiale si trovavano un milione di italiani: un terzo degli stranieri ospitati.
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Nel 1921, con Antonio Gramsci, Ignazio Silone fonda il Partito Comunista, alla vigilia degli Anni Trenta se ne distacca poiché non condivide l'adesione allo stalinismo. Si rifugia in Svizzera ove compone le sue prime opere. Rientrato in Italia nel 1944, avvia un'accesa polemica anticomunista, in seguito ampiamente strumentalizzata dalle forze più conservatrici. Con Gramsci, Ignazio Silone fonda, nel 1921, il Partito Comunista, da cui uscì poco prima degli Anni Trenta non condividendo l'adesione allo stalinismo. Rifugiatosi in Svizzera, compone le sue prime opere. La sua polemica anticomunista, al suo ritorno in Italia, verrà strumentalizzata dalle forze conservatrici.
Nel 1921, con Antonio Gramsci, Ignazio Silone fonda il Partito Comunista, alla vigilia degli Anni Trenta se ne distacca poiché non condivide l'adesione allo stalinismo. Si rifugia in Svizzera ove compone le sue prime opere. Rientrato in Italia nel 1944, avvia un'accesa polemica anticomunista, in seguito ampiamente strumentalizzata dalle forze più conservatrici. Con Gramsci, Ignazio Silone fonda, nel 1921, il Partito Comunista, da cui uscì poco prima degli Anni Trenta non condividendo l'adesione allo stalinismo. Rifugiatosi in Svizzera, compone le sue prime opere. La sua polemica anticomunista, al suo ritorno in Italia, verrà strumentalizzata dalle forze conservatrici.
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Nel 1931 i jaina in India erano solo 1.252.105, per la maggior parte facoltosi commercianti, banchieri e mercanti, stabiliti nelle maggiori città, e questa prospera comunità laica manteneva un importantissimo gruppo interno di asceti assai progrediti e straordinariamente austeri, costituito sia di monaci sia di monache. Ma un tempo i jaina erano numerosi, e le loro dottrine hanno avuto una parte importante nella storia del pensiero indiano. Per molti secoli, infatti, il Jainismo prosperò fianco a fianco con l'Induismo ortodosso, raggiungendo il suo massimo sviluppo nel V secolo d.C. Un tempo il Jainismo era molto diffuso in India, al fianco dell'Induismo ortodosso. Il suo periodo di massimo sviluppo fu tra il 400 e il 500 d.C e le sue dottrine sono state significative per il pensiero indiano. Ma nella prima metà del '900 il numero dei jaina si era ridotto a poco più di un milione, costituito soprattutto di ricchi commercianti, banchieri e mercanti, stabiliti nelle maggiori città. Essi mantenevano un importantissimo gruppo interno di monaci e monache particolarmente progrediti e austeri.
Nel 1931 i jaina in India erano solo 1.252.105, per la maggior parte facoltosi commercianti, banchieri e mercanti, stabiliti nelle maggiori città, e questa prospera comunità laica manteneva un importantissimo gruppo interno di asceti assai progrediti e straordinariamente austeri, costituito sia di monaci sia di monache. Ma un tempo i jaina erano numerosi, e le loro dottrine hanno avuto una parte importante nella storia del pensiero indiano. Per molti secoli, infatti, il Jainismo prosperò fianco a fianco con l'Induismo ortodosso, raggiungendo il suo massimo sviluppo nel V secolo d.C. Un tempo il Jainismo era molto diffuso in India, al fianco dell'Induismo ortodosso. Il suo periodo di massimo sviluppo fu tra il 400 e il 500 d.C e le sue dottrine sono state significative per il pensiero indiano. Ma nella prima metà del '900 il numero dei jaina si era ridotto a poco più di un milione, costituito soprattutto di ricchi commercianti, banchieri e mercanti, stabiliti nelle maggiori città. Essi mantenevano un importantissimo gruppo interno di monaci e monache particolarmente progrediti e austeri.
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Nel 1945 il conservatore Winston Churchill, che aveva guidato la Gran Bretagna durante la guerra, fu sconfitto dai laburisti. Essi rimasero al governo fino al 1951 e avviarono un programma di ampie riforme sociali, istituendo un avanzato sistema pensionistico e sanitario e investendo molto denaro nel campo delle infrastrutture necessarie alla ricostruzione (scuole, ospedali, strade ecc). La Gran Bretagna del dopoguerra inaugurava così il modello del cosiddetto stato sociale (welfare state), che negli anni a venire si sarebbe affermato, pur se in misure diverse, in quasi tutti i Paesi occidentali. Secondo questo modello politico, lo Stato deve avere come compito fondamentale quello di assicurare a tutti i cittadini un grado minimo di benessere, e per questo deve impegnarsi direttamente nel campo della scuola, della sanità, delle pensioni e dell'assistenza. Naturalmente, per assicurare tutto ciò, lo Stato chiede ai cittadini di compiere dei sacrifici, aumentando il prelievo fiscale, cioè le imposte, che tuttavia vengono ridistribuite alla popolazione sotto forma di servizi erogati gratuitamente dagli enti pubblici. Dal 1945 al 1951 in Gran Bretagna governarono i laburisti che diedero avvio a un programma di grandi riforme sociali, istituendo un avanzato sistema pensionistico e sanitario e investendo molto nelle infrastrutture. In questo modo la Gran Bretagna inaugurava il modello del welfare state, che successivamente si sarebbe affermato in quasi tutti i Paesi occidentali. Tale modello intende garantire a tutti i cittadini un livello minimo di benessere e spesso richiede un aumento delle imposte, che però vengono ridistribuite alla popolazione sotto forma di servizi forniti gratuitamente dagli enti pubblici.
Nel 1945 il conservatore Winston Churchill, che aveva guidato la Gran Bretagna durante la guerra, fu sconfitto dai laburisti. Essi rimasero al governo fino al 1951 e avviarono un programma di ampie riforme sociali, istituendo un avanzato sistema pensionistico e sanitario e investendo molto denaro nel campo delle infrastrutture necessarie alla ricostruzione (scuole, ospedali, strade ecc). La Gran Bretagna del dopoguerra inaugurava così il modello del cosiddetto stato sociale (welfare state), che negli anni a venire si sarebbe affermato, pur se in misure diverse, in quasi tutti i Paesi occidentali. Secondo questo modello politico, lo Stato deve avere come compito fondamentale quello di assicurare a tutti i cittadini un grado minimo di benessere, e per questo deve impegnarsi direttamente nel campo della scuola, della sanità, delle pensioni e dell'assistenza. Naturalmente, per assicurare tutto ciò, lo Stato chiede ai cittadini di compiere dei sacrifici, aumentando il prelievo fiscale, cioè le imposte, che tuttavia vengono ridistribuite alla popolazione sotto forma di servizi erogati gratuitamente dagli enti pubblici. Dal 1945 al 1951 in Gran Bretagna governarono i laburisti che diedero avvio a un programma di grandi riforme sociali, istituendo un avanzato sistema pensionistico e sanitario e investendo molto nelle infrastrutture. In questo modo la Gran Bretagna inaugurava il modello del welfare state, che successivamente si sarebbe affermato in quasi tutti i Paesi occidentali. Tale modello intende garantire a tutti i cittadini un livello minimo di benessere e spesso richiede un aumento delle imposte, che però vengono ridistribuite alla popolazione sotto forma di servizi forniti gratuitamente dagli enti pubblici.
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Nel 1960 venne eletto presidente degli Stati Uniti il democratico John Fitzgerald Kennedy. Egli si era presentato alla nazione con un programma basato sui principi dell'uguaglianza e della lotta contro la discriminazione razziale, l'ingiustizia sociale e la miseria. Per questo egli incontrò un ampio consenso fra i giovani, i lavoratori e gli ambienti progressisti, mentre suscitò l'opposizione dei ceti conservatori. Meno lineari furono le sue scelte di politica estera: da un lato, infatti, egli avviò i primi accordi economici con la Russia sovietica mostrando una nuova disponibilità al dialogo; ma dall'altro estese i programmi militari statunitensi e non esitò a scendere apertamente in conflitto con l'Urss quando se ne verificò l'occasione. Nel 1963, dopo soli tre anni di presidenza, Kennedy venne ucciso in un attentato le cui responsabilità non sono del tutto chiarite neppure oggi: forse egli fu vittima di un accordo fra la criminalità organizzata e le forze più reazionarie della compagine statale. Il democratico John Fitzgerald Kennedy fu eletto presidente degli Usa nel 1960. Il suo programma, fondato sull'uguaglianza e sulla lotta contro le ingiustizie sociali, trovò largo consenso fra i giovani e gli ambienti progressisti, mentre fu osteggiato dai conservatori. In politica estera seguì un percorso meno lineare: si mostrò disponibile al dialogo con l'Urss, ma, all'occasione, non evitò il conflitto con i sovietici e inoltre estese i programmi militari statunitensi. Kennedy fu assassinato nel 1963, ma le ragioni dell'attentato restano ancora oscure.
Nel 1960 venne eletto presidente degli Stati Uniti il democratico John Fitzgerald Kennedy. Egli si era presentato alla nazione con un programma basato sui principi dell'uguaglianza e della lotta contro la discriminazione razziale, l'ingiustizia sociale e la miseria. Per questo egli incontrò un ampio consenso fra i giovani, i lavoratori e gli ambienti progressisti, mentre suscitò l'opposizione dei ceti conservatori. Meno lineari furono le sue scelte di politica estera: da un lato, infatti, egli avviò i primi accordi economici con la Russia sovietica mostrando una nuova disponibilità al dialogo; ma dall'altro estese i programmi militari statunitensi e non esitò a scendere apertamente in conflitto con l'Urss quando se ne verificò l'occasione. Nel 1963, dopo soli tre anni di presidenza, Kennedy venne ucciso in un attentato le cui responsabilità non sono del tutto chiarite neppure oggi: forse egli fu vittima di un accordo fra la criminalità organizzata e le forze più reazionarie della compagine statale. Il democratico John Fitzgerald Kennedy fu eletto presidente degli Usa nel 1960. Il suo programma, fondato sull'uguaglianza e sulla lotta contro le ingiustizie sociali, trovò largo consenso fra i giovani e gli ambienti progressisti, mentre fu osteggiato dai conservatori. In politica estera seguì un percorso meno lineare: si mostrò disponibile al dialogo con l'Urss, ma, all'occasione, non evitò il conflitto con i sovietici e inoltre estese i programmi militari statunitensi. Kennedy fu assassinato nel 1963, ma le ragioni dell'attentato restano ancora oscure.
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Nel 1963 i muri di Atene vengono riempiti di tante Z tracciate di nascosto: Z sta per "zei" (vive). È il medico e deputato Lambrakis, assassinato dai sicari dei colonnelli a Salonicco, che continua a vivere per il movimento pacifista greco. Da "Z. Anatomia di un crimine politico", libro che racconta la vicenda dell'omicidio di Lambrakis, scritto dall'esule greco Vassilis Vassilikos, è stato tratto da Costa-Gavras anche un film dal titolo "Z. L'orgia del potere". Nel 1963 sui muri di Atene compaiono tante Z. Z sta per "zei", cioè "vive". Sono scritte che i militanti pacifisti greci dedicano al medico e deputato Lambrakis, assassinato dai sicari dei colonnelli a Salonicco. Il libro "Z. Anatomia di un crimine politico", scritto dell'esule greco Vassilikos, parla della vicenda. Costa- Gavras ne ha tratto un film, "Z. L'orgia del potere".
Nel 1963 i muri di Atene vengono riempiti di tante Z tracciate di nascosto: Z sta per "zei" (vive). È il medico e deputato Lambrakis, assassinato dai sicari dei colonnelli a Salonicco, che continua a vivere per il movimento pacifista greco. Da "Z. Anatomia di un crimine politico", libro che racconta la vicenda dell'omicidio di Lambrakis, scritto dall'esule greco Vassilis Vassilikos, è stato tratto da Costa-Gavras anche un film dal titolo "Z. L'orgia del potere". Nel 1963 sui muri di Atene compaiono tante Z. Z sta per "zei", cioè "vive". Sono scritte che i militanti pacifisti greci dedicano al medico e deputato Lambrakis, assassinato dai sicari dei colonnelli a Salonicco. Il libro "Z. Anatomia di un crimine politico", scritto dell'esule greco Vassilikos, parla della vicenda. Costa- Gavras ne ha tratto un film, "Z. L'orgia del potere".
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Nel 1974 Ern Rubik insegnava design degli interni presso l'Accademia di arti applicate di Budapest e, durante la preparazione di una lezione, gli venne in mente il meccanismo di quello che poi sarebbe diventato il "cubo di Rubik". Voleva creare un sistema che permettesse di muovere sezioni indipendenti di un cubo, senza doverlo per forza smontare e rimontare ogni volta e trovò la soluzione realizzando un cubo le cui facce erano formate da sezioni diverse, agganciate al centro da un meccanismo interno, che potevano essere mischiate tra loro. Solo quando scompose il cubo la prima volta e cercò poi di ricomporlo Rubik si rese conto di avere inventato un rompicapo. Il cubo di Rubik fu inventato da un professore di design degli interni. Nel tentativo di elaborare un sistema che permettesse di muovere sezioni di un cubo senza smontarlo e rimontarlo, scoprì di aver inventato un rompicapo.
Nel 1974 Ern Rubik insegnava design degli interni presso l'Accademia di arti applicate di Budapest e, durante la preparazione di una lezione, gli venne in mente il meccanismo di quello che poi sarebbe diventato il "cubo di Rubik". Voleva creare un sistema che permettesse di muovere sezioni indipendenti di un cubo, senza doverlo per forza smontare e rimontare ogni volta e trovò la soluzione realizzando un cubo le cui facce erano formate da sezioni diverse, agganciate al centro da un meccanismo interno, che potevano essere mischiate tra loro. Solo quando scompose il cubo la prima volta e cercò poi di ricomporlo Rubik si rese conto di avere inventato un rompicapo. Il cubo di Rubik fu inventato da un professore di design degli interni. Nel tentativo di elaborare un sistema che permettesse di muovere sezioni di un cubo senza smontarlo e rimontarlo, scoprì di aver inventato un rompicapo.
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Nel 1992 a Rio de Janeiro gli Stati membri dell'ONU hanno partecipato alla Conferenza Sviluppo e Ambiente, in cui è stata individuata una serie di obiettivi economici, sociali, culturali e ambientali, capaci di favorire uno sviluppo sostenibile. Questa la definizione data in quella sede: "lo sviluppo sostenibile è la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri". Alla Conferenza Sviluppo e Ambiente, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, l'ONU ha definito gli obiettivi per favorire lo sviluppo sostenibile, definendolo la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future.
Nel 1992 a Rio de Janeiro gli Stati membri dell'ONU hanno partecipato alla Conferenza Sviluppo e Ambiente, in cui è stata individuata una serie di obiettivi economici, sociali, culturali e ambientali, capaci di favorire uno sviluppo sostenibile. Questa la definizione data in quella sede: "lo sviluppo sostenibile è la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri". Alla Conferenza Sviluppo e Ambiente, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, l'ONU ha definito gli obiettivi per favorire lo sviluppo sostenibile, definendolo la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future.
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Nel 1993, pochi anni dopo la caduta del muro di Berlino, e prima che Internet registrasse applicazioni genuinamente commerciali, i mercati erano decisamente meno competitivi, e anche il termine globalizzazione - coniato da Theodore Levitt esattamente dieci anni prima (1983) - non aveva ancora modificato il focus del Marketing Management: impresa e prodotto erano le parole centrali. Era già in circolazione il termine "globalizzazione" (inventato da T. Levitt), ma nel 1993 il Marketing Management non aveva subito scosse e continuava a mettere al centro parole come impresa e prodotto. Internet non aveva ancora sviluppato applicazioni marcatamente commerciali e i mercati erano meno competitivi.
Nel 1993, pochi anni dopo la caduta del muro di Berlino, e prima che Internet registrasse applicazioni genuinamente commerciali, i mercati erano decisamente meno competitivi, e anche il termine globalizzazione - coniato da Theodore Levitt esattamente dieci anni prima (1983) - non aveva ancora modificato il focus del Marketing Management: impresa e prodotto erano le parole centrali. Era già in circolazione il termine "globalizzazione" (inventato da T. Levitt), ma nel 1993 il Marketing Management non aveva subito scosse e continuava a mettere al centro parole come impresa e prodotto. Internet non aveva ancora sviluppato applicazioni marcatamente commerciali e i mercati erano meno competitivi.
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Nel 2000 è stata aperta a Torino, in soli dodici metri quadrati, una libreria specializzata in testi sull'Asia e dell'Asia Orientale (Cina e Giappone in particolare, ma anche Corea, Sud-Est Asiatico, Mongolia). Ora si è notevolmente allargata, grazie al riscontro commerciale delle scelte fatte, ed è diventata, anche grazie a una interessante newsletter, il punto di riferimento di un'utenza non esclusivamente locale. A Torino vi è una libreria specializzata in testi sull'Asia e dell'Asia Orientale. Partita in un piccolo ambiente, ora è si è allargata grazie al successo commerciale dei titoli scelti, ed è frequentata da lettori non esclusivamente locali, grazie anche a un'interessante newsletter.
Nel 2000 è stata aperta a Torino, in soli dodici metri quadrati, una libreria specializzata in testi sull'Asia e dell'Asia Orientale (Cina e Giappone in particolare, ma anche Corea, Sud-Est Asiatico, Mongolia). Ora si è notevolmente allargata, grazie al riscontro commerciale delle scelte fatte, ed è diventata, anche grazie a una interessante newsletter, il punto di riferimento di un'utenza non esclusivamente locale. A Torino vi è una libreria specializzata in testi sull'Asia e dell'Asia Orientale. Partita in un piccolo ambiente, ora è si è allargata grazie al successo commerciale dei titoli scelti, ed è frequentata da lettori non esclusivamente locali, grazie anche a un'interessante newsletter.
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Nel 330 avviene lo spostamento della capitale dell'impero da Roma a Bisanzio, poi ribattezzata Costantinopoli, che sancisce definitivamente una realtà già evidente dai tempi di Diocleziano. Roma ha perso il ruolo di capitale e l'Italia è ridotta a una delle 12 diocesi in cui è diviso l'impero. La nuova capitale, invece, si trova nella parte orientale dell'impero, da tempo divenuta economicamente più vitale rispetto a quella occidentale. Nel 330 Roma perde il ruolo di capitale dell'impero e viene scelta come nuova capitale Bisanzio, ribattezzata poi Costantinopoli, sancendo definitivamente quanto già riscontrabile dall'età di Diocleziano: la parte orientale dell'impero è ormai economicamente più rilevante e attiva di quella occidentale e l'Italia è ridotta a essere solo una delle 12 diocesi in cui è diviso l'impero.
Nel 330 avviene lo spostamento della capitale dell'impero da Roma a Bisanzio, poi ribattezzata Costantinopoli, che sancisce definitivamente una realtà già evidente dai tempi di Diocleziano. Roma ha perso il ruolo di capitale e l'Italia è ridotta a una delle 12 diocesi in cui è diviso l'impero. La nuova capitale, invece, si trova nella parte orientale dell'impero, da tempo divenuta economicamente più vitale rispetto a quella occidentale. Nel 330 Roma perde il ruolo di capitale dell'impero e viene scelta come nuova capitale Bisanzio, ribattezzata poi Costantinopoli, sancendo definitivamente quanto già riscontrabile dall'età di Diocleziano: la parte orientale dell'impero è ormai economicamente più rilevante e attiva di quella occidentale e l'Italia è ridotta a essere solo una delle 12 diocesi in cui è diviso l'impero.
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Nel 480 a.C. l'esercito persiano attraversò il Bosforo mentre una grande flotta costeggiava la Grecia per un attacco via mare e per assicurare i rifornimenti. I greci organizzarono una linea di resistenza a nord di Atene; un contingente spartano bloccò il passo delle Termopili, mentre la flotta si schierò in uno stretto antistante, l'Artemisio. Il contingente spartano, al comando del re Leonida, era formato da soli trecento opliti: un numero ridicolmente esiguo. In realtà gli spartani volevano ritirarsi nel Peloponneso, dove avrebbero potuto bloccare meglio l'avanzata nemica; fare questo però significava perdere l'alleanza di Atene e con essa la guerra. D'altra parte, essi giudicarono troppo rischioso impegnare il loro esercito così lontano da casa; sorge quindi il sospetto che Leonida e i suoi fossero stati sacrificati a una logica politica più che militare. Essi combatterono con tale eroismo da entrare nella leggenda e dissipare ogni dubbio sulle intenzioni degli spartani: decisero di portare sino in fondo la guerra e riuscirono a fermare l'esercito nemico per tre giorni, poi, accerchiati, rifiutarono la resa e caddero sino all'ultimo uomo. Per resistere all'attacco persiano, nel 480 a.C., i greci organizzarono la linea difensiva a nord di Atene: agli spartani toccò la difesa del passo delle Termopili, mentre la flotta venne schierata nello stretto dell'Artemisio. Gli spartani avrebbero preferito ritirarsi nel Peloponneso, dove potevano fermare più facilmente l'avanzata dei persiani. Tuttavia non volevano perdere l'alleanza di Atene e così inviarono a difendere le Termopili un contingente di trecento opliti, un numero davvero esiguo, al comando del re Leonida. I trecento soldati caddero fino all'ultimo uomo dopo una strenua resistenza, dando prova di grande eroismo e dissipando ogni dubbio sulle intenzioni degli spartani.
Nel 480 a.C. l'esercito persiano attraversò il Bosforo mentre una grande flotta costeggiava la Grecia per un attacco via mare e per assicurare i rifornimenti. I greci organizzarono una linea di resistenza a nord di Atene; un contingente spartano bloccò il passo delle Termopili, mentre la flotta si schierò in uno stretto antistante, l'Artemisio. Il contingente spartano, al comando del re Leonida, era formato da soli trecento opliti: un numero ridicolmente esiguo. In realtà gli spartani volevano ritirarsi nel Peloponneso, dove avrebbero potuto bloccare meglio l'avanzata nemica; fare questo però significava perdere l'alleanza di Atene e con essa la guerra. D'altra parte, essi giudicarono troppo rischioso impegnare il loro esercito così lontano da casa; sorge quindi il sospetto che Leonida e i suoi fossero stati sacrificati a una logica politica più che militare. Essi combatterono con tale eroismo da entrare nella leggenda e dissipare ogni dubbio sulle intenzioni degli spartani: decisero di portare sino in fondo la guerra e riuscirono a fermare l'esercito nemico per tre giorni, poi, accerchiati, rifiutarono la resa e caddero sino all'ultimo uomo. Per resistere all'attacco persiano, nel 480 a.C., i greci organizzarono la linea difensiva a nord di Atene: agli spartani toccò la difesa del passo delle Termopili, mentre la flotta venne schierata nello stretto dell'Artemisio. Gli spartani avrebbero preferito ritirarsi nel Peloponneso, dove potevano fermare più facilmente l'avanzata dei persiani. Tuttavia non volevano perdere l'alleanza di Atene e così inviarono a difendere le Termopili un contingente di trecento opliti, un numero davvero esiguo, al comando del re Leonida. I trecento soldati caddero fino all'ultimo uomo dopo una strenua resistenza, dando prova di grande eroismo e dissipando ogni dubbio sulle intenzioni degli spartani.
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Nel 632 Maometto morì, lasciando in eredità la nuova dottrina islamica. Alla morte del profeta, tutte le sue concezioni religiose vennero ordinate e raccolte in un libro sacro, il Corano, diviso in 114 capitoli. Improntata a un rigoroso monoteismo, che afferma l'esistenza dell'unico Dio, Allah, rivelatosi tramite alcuni profeti, la nuova religione vieta ogni raffigurazione della divinità. Dopo la morte di Maometto avvenuta nel 632, le sue concezioni religiose vennero raccolte e ordinate nei 114 capitoli che compongono il libro sacro della nuova dottrina islamica, il Corano. Rigorosamente monoteista, la nuova religione afferma l'esistenza di un unico Dio, rivelatosi attraverso i profeti, e vieta ogni rappresentazione della divinità.
Nel 632 Maometto morì, lasciando in eredità la nuova dottrina islamica. Alla morte del profeta, tutte le sue concezioni religiose vennero ordinate e raccolte in un libro sacro, il Corano, diviso in 114 capitoli. Improntata a un rigoroso monoteismo, che afferma l'esistenza dell'unico Dio, Allah, rivelatosi tramite alcuni profeti, la nuova religione vieta ogni raffigurazione della divinità. Dopo la morte di Maometto avvenuta nel 632, le sue concezioni religiose vennero raccolte e ordinate nei 114 capitoli che compongono il libro sacro della nuova dottrina islamica, il Corano. Rigorosamente monoteista, la nuova religione afferma l'esistenza di un unico Dio, rivelatosi attraverso i profeti, e vieta ogni rappresentazione della divinità.
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Nel 64 d.C., quando un violento incendio divampato improvvisamente bruciò la città di Roma distruggendo interi quartieri, si sparse la voce che l'autore del disastro fosse stato Nerone. A quel punto l'ira popolare minacciò di travolgere l'imperatore, che per difendersi accusò i cristiani di essere stati gli autori dell'incendio. Le vittime della persecuzione che ne seguì vennero date in pasto alle belve nei circhi, oppure crocifisse o bruciate vive. Durante quei giorni terribili trovarono la morte anche gli apostoli Pietro e Paolo. Gli apostoli Pietro e Paolo trovarono la morte nei giorni terribili della persecuzione dei cristiani che seguì il violento incendio che distrusse interi quartieri di Roma nel 64 d.C: l'imperatore Nerone, infatti, accusato di essere l'autore del disastro, per evitare che l'ira del popolo lo travolgesse, si difese dall'accusa additando i cristiani come gli autori dell'incendio. Le vittime della persecuzione che ivi si scatenò vennero crocifisse, bruciate vive o date in pasto alle belve nei circhi.
Nel 64 d.C., quando un violento incendio divampato improvvisamente bruciò la città di Roma distruggendo interi quartieri, si sparse la voce che l'autore del disastro fosse stato Nerone. A quel punto l'ira popolare minacciò di travolgere l'imperatore, che per difendersi accusò i cristiani di essere stati gli autori dell'incendio. Le vittime della persecuzione che ne seguì vennero date in pasto alle belve nei circhi, oppure crocifisse o bruciate vive. Durante quei giorni terribili trovarono la morte anche gli apostoli Pietro e Paolo. Gli apostoli Pietro e Paolo trovarono la morte nei giorni terribili della persecuzione dei cristiani che seguì il violento incendio che distrusse interi quartieri di Roma nel 64 d.C: l'imperatore Nerone, infatti, accusato di essere l'autore del disastro, per evitare che l'ira del popolo lo travolgesse, si difese dall'accusa additando i cristiani come gli autori dell'incendio. Le vittime della persecuzione che ivi si scatenò vennero crocifisse, bruciate vive o date in pasto alle belve nei circhi.
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Nel campo delle arti figurative, il problema centrale del futurismo era la rappresentazione del movimento, l'espressione della dimensione temporale: per questo vennero adottate delle tecniche adeguate allo scopo, consistenti per esempio nel ripetere più volte, in un quadro, la stessa figura per dare l'idea del moto. I futuristi rinnovarono le tematiche della pittura dedicandosi alla rappresentazione della realtà contemporanea. Nelle arti figurative il futurismo cercò di rappresentare il movimento e la dimensione temporale con tecniche particolari, ad esempio riproducendo più volte in un quadro la stessa figura. I futuristi inserirono nuove tematiche nella pittura, mediante la raffigurazione di realtà coeve.
Nel campo delle arti figurative, il problema centrale del futurismo era la rappresentazione del movimento, l'espressione della dimensione temporale: per questo vennero adottate delle tecniche adeguate allo scopo, consistenti per esempio nel ripetere più volte, in un quadro, la stessa figura per dare l'idea del moto. I futuristi rinnovarono le tematiche della pittura dedicandosi alla rappresentazione della realtà contemporanea. Nelle arti figurative il futurismo cercò di rappresentare il movimento e la dimensione temporale con tecniche particolari, ad esempio riproducendo più volte in un quadro la stessa figura. I futuristi inserirono nuove tematiche nella pittura, mediante la raffigurazione di realtà coeve.
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Nel clima culturale della tarda antichità sia le donne cristiane sia le donne pagane e le loro famiglie d'origine attribuivano un valore sorprendentemente scarso al matrimonio e alla procreazione di figli. Le donne nubili erano in grado di mantenersi da sole, all'interno e all'esterno di comunità religiose. Il matrimonio a quel tempo non era l'unica carriera possibile per le donne, né il valore dominante nella loro vita. Nella tarda antichità le donne pagane e quelle cristiane, unitamente alle loro famiglie di provenienza, non davano importanza al matrimonio e alla procreazione. Le donne nubili erano autosufficienti all'interno e all'esterno di comunità religiose. A quel tempo il matrimonio non era la sola carriera auspicabile, né un valore imprescindibile.
Nel clima culturale della tarda antichità sia le donne cristiane sia le donne pagane e le loro famiglie d'origine attribuivano un valore sorprendentemente scarso al matrimonio e alla procreazione di figli. Le donne nubili erano in grado di mantenersi da sole, all'interno e all'esterno di comunità religiose. Il matrimonio a quel tempo non era l'unica carriera possibile per le donne, né il valore dominante nella loro vita. Nella tarda antichità le donne pagane e quelle cristiane, unitamente alle loro famiglie di provenienza, non davano importanza al matrimonio e alla procreazione. Le donne nubili erano autosufficienti all'interno e all'esterno di comunità religiose. A quel tempo il matrimonio non era la sola carriera auspicabile, né un valore imprescindibile.
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Nel documento intitolato "Patto per la crescita in Europa", il capo di Stato francese, Hollande, delinea alcune proposte per rilanciare l'economia dell'UE, in particolare tramite alcuni "grandi cantieri", dal digitale alle fonti energetiche rinnovabili: "Alcune misure di crescita a effetto rapido, nella misura di 120 miliardi di euro, dovrebbero essere decise dal Consiglio europeo di giugno", scrive Hollande. "Dovrebbero essere sviluppate entro la fine dell'anno con la creazione, in particolare, di una tassa sulle transazioni finanziarie accompagnata da misure in favore dell'occupazione, soprattutto in favore dei giovani". I 120 miliardi proverrebbero da tre fonti: dai fondi europei strutturali dell'UE, 55 miliardi, dalla Banca europea degli investimenti altri 60 miliardi, 4,5 miliardi infine grazie ai "project bonds". Con il "Patto per la crescita in Europa", il presidente francese Hollande avanza proposte per il rilancio dell'economia dell'UE, soprattutto tramite alcuni "grandi cantieri", dal digitale alle fonti energetiche rinnovabili. Misure di crescita a effetto rapido (per circa 120 miliardi) dovrebbero essere decise dal Consiglio europeo di giugno per essere sviluppate entro l'anno con una tassa sulle transazioni finanziarie e misure in favore dell'occupazione soprattutto giovanile. Dei 120 miliardi, 55 proverrebbero dai fondi europei strutturali dell'UE, 60 dalla Banca europea degli investimenti e 4,5 grazie ai "project bonds".
Nel documento intitolato "Patto per la crescita in Europa", il capo di Stato francese, Hollande, delinea alcune proposte per rilanciare l'economia dell'UE, in particolare tramite alcuni "grandi cantieri", dal digitale alle fonti energetiche rinnovabili: "Alcune misure di crescita a effetto rapido, nella misura di 120 miliardi di euro, dovrebbero essere decise dal Consiglio europeo di giugno", scrive Hollande. "Dovrebbero essere sviluppate entro la fine dell'anno con la creazione, in particolare, di una tassa sulle transazioni finanziarie accompagnata da misure in favore dell'occupazione, soprattutto in favore dei giovani". I 120 miliardi proverrebbero da tre fonti: dai fondi europei strutturali dell'UE, 55 miliardi, dalla Banca europea degli investimenti altri 60 miliardi, 4,5 miliardi infine grazie ai "project bonds". Con il "Patto per la crescita in Europa", il presidente francese Hollande avanza proposte per il rilancio dell'economia dell'UE, soprattutto tramite alcuni "grandi cantieri", dal digitale alle fonti energetiche rinnovabili. Misure di crescita a effetto rapido (per circa 120 miliardi) dovrebbero essere decise dal Consiglio europeo di giugno per essere sviluppate entro l'anno con una tassa sulle transazioni finanziarie e misure in favore dell'occupazione soprattutto giovanile. Dei 120 miliardi, 55 proverrebbero dai fondi europei strutturali dell'UE, 60 dalla Banca europea degli investimenti e 4,5 grazie ai "project bonds".
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Nel I e II secolo a.C. Ostia e Pozzuoli si divisero il compito del vettovagliamento di Roma; Pozzuoli, porto del commercio mediterraneo, centro esso stesso di attività industriale e sbocco del ricco retroterra campano, aveva su Ostia il vantaggio di assicurare alle navi onerarie un carico di merce per il ritorno. Ma tra Pozzuoli e Roma il percorso era lungo e oneroso; fallito pertanto l'audace tentativo di Nerone di scavare un canale navigabile tra Pozzuoli e il Tevere, prima il malsicuro porto di Claudio e poi il porto di Traiano, scavato entro terra, assicurarono a Ostia il primato del commercio marittimo con Roma. Ostia e Pozzuoli erano, nel I e II secolo a.C., i porti che garantivano il vettovagliamento di Roma. Pozzuoli, sbocco dei ricchi centri produttivi campani, offriva il vantaggio di assicurare alle navi un carico anche per il viaggio di ritorno. Ma i collegamenti per via di terra tra essa e Roma erano difficili e pertanto, fallito il progetto di collegarla via canale con il Tevere, fu Ostia a divenire il principale porto di Roma.
Nel I e II secolo a.C. Ostia e Pozzuoli si divisero il compito del vettovagliamento di Roma; Pozzuoli, porto del commercio mediterraneo, centro esso stesso di attività industriale e sbocco del ricco retroterra campano, aveva su Ostia il vantaggio di assicurare alle navi onerarie un carico di merce per il ritorno. Ma tra Pozzuoli e Roma il percorso era lungo e oneroso; fallito pertanto l'audace tentativo di Nerone di scavare un canale navigabile tra Pozzuoli e il Tevere, prima il malsicuro porto di Claudio e poi il porto di Traiano, scavato entro terra, assicurarono a Ostia il primato del commercio marittimo con Roma. Ostia e Pozzuoli erano, nel I e II secolo a.C., i porti che garantivano il vettovagliamento di Roma. Pozzuoli, sbocco dei ricchi centri produttivi campani, offriva il vantaggio di assicurare alle navi un carico anche per il viaggio di ritorno. Ma i collegamenti per via di terra tra essa e Roma erano difficili e pertanto, fallito il progetto di collegarla via canale con il Tevere, fu Ostia a divenire il principale porto di Roma.
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Nel linguaggio politico occupa un posto molto rilevante, oltre alla metafora spaziale, quella temporale, che permette di distinguere gli innovatori dai conservatori, i progressisti dai tradizionalisti, coloro che guardano al sole dell'avvenire da coloro che procedono guidati dalla inestinguibile luce che viene dal passato. Non è detto che la metafora spaziale, che ha dato origine alla coppia destra- sinistra, non possa coincidere, in uno dei suoi significati più frequenti, con quella temporale. Una metafora frequente del linguaggio politico è di tipo temporale: distingue i progressisti dai tradizionalisti, ovvero chi si ispira guardando in avanti da chi lo fa guardando all'indietro. Ve ne è poi un'altra di tipo spaziale: sinistra e destra. Le due metafore possono, almeno in parte, coincidere.
Nel linguaggio politico occupa un posto molto rilevante, oltre alla metafora spaziale, quella temporale, che permette di distinguere gli innovatori dai conservatori, i progressisti dai tradizionalisti, coloro che guardano al sole dell'avvenire da coloro che procedono guidati dalla inestinguibile luce che viene dal passato. Non è detto che la metafora spaziale, che ha dato origine alla coppia destra- sinistra, non possa coincidere, in uno dei suoi significati più frequenti, con quella temporale. Una metafora frequente del linguaggio politico è di tipo temporale: distingue i progressisti dai tradizionalisti, ovvero chi si ispira guardando in avanti da chi lo fa guardando all'indietro. Ve ne è poi un'altra di tipo spaziale: sinistra e destra. Le due metafore possono, almeno in parte, coincidere.
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Nel luglio del 1984 alcuni scienziati trovarono a Nairobi uno scheletro di "Homo erectus" ben conservato risalente a 1.600.000 anni fa. Lo scheletro apparteneva a un individuo dell'altezza di 1,82 metri. Le sue ossa furono ritrovate in una palude. Esse erano, per dimensione e per forma, come quelle di un uomo moderno. Sotto le ossa fu trovato materiale vulcanico derivante da un'eruzione avvenuta 1.650.000 anni fa. Quale delle seguenti affermazioni può essere ricavata dal testo su riportato? L'uomo ha raggiunto le sue dimensioni attuali più di 1.500.000 anni fa
Nel luglio del 1984 alcuni scienziati trovarono a Nairobi uno scheletro di "Homo erectus" ben conservato risalente a 1.600.000 anni fa. Lo scheletro apparteneva a un individuo dell'altezza di 1,82 metri. Le sue ossa furono ritrovate in una palude. Esse erano, per dimensione e per forma, come quelle di un uomo moderno. Sotto le ossa fu trovato materiale vulcanico derivante da un'eruzione avvenuta 1.650.000 anni fa. Quale delle seguenti affermazioni può essere ricavata dal testo su riportato? L'uomo ha raggiunto le sue dimensioni attuali più di 1.500.000 anni fa
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Nel momento di associazione di idee sembra essere favorito lo stile intuitivo rispetto a quello sistematico, lo stile impulsivo rispetto a quello riflessivo e, al tempo stesso, essi vengono sollecitati negli allievi di tendenza opposta. Nel momento di interazione per la progettazione della mappa dei saperi del gruppo, vengono invece favoriti e sollecitati gli stili opposti prima citati. Gli allievi impulsivi e intuitivi sono favoriti nel momento di associazione di idee e stimolano quelli sistematici e riflessivi. Nella fase di costruzione della mappa dei saperi del gruppo sono invece questi ultimi a essere favoriti e a stimolare gli altri.
Nel momento di associazione di idee sembra essere favorito lo stile intuitivo rispetto a quello sistematico, lo stile impulsivo rispetto a quello riflessivo e, al tempo stesso, essi vengono sollecitati negli allievi di tendenza opposta. Nel momento di interazione per la progettazione della mappa dei saperi del gruppo, vengono invece favoriti e sollecitati gli stili opposti prima citati. Gli allievi impulsivi e intuitivi sono favoriti nel momento di associazione di idee e stimolano quelli sistematici e riflessivi. Nella fase di costruzione della mappa dei saperi del gruppo sono invece questi ultimi a essere favoriti e a stimolare gli altri.
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Nel mondo greco, almeno sin dal VI secolo a.C., c'erano sempre state delle scuole in cui si impartivano i primi rudimenti del sapere, e i sofisti avevano molto contribuito a far capire l'importanza dell'istruzione superiore. In epoca ellenistica si diffuse un sistema organico d'istruzione, perché l'insegnamento doveva avere due funzioni vitali: assicurare che i giovani apprendessero la cultura greca degli antenati e rispondere alle necessità culturali di un mondo più fluido e più individualistico. Per rispondere alle necessità culturali di un mondo più fluido e individualistico, senza dimenticare la cultura degli antenati, in età ellenistica si sviluppò un sistema organico di istruzione. È in buona parte grazie ai sofisti che si era compresa l'importanza dell'istruzione superiore, mentre già dal VI secolo a.C. esistevano in Grecia scuole in cui si impartivano solo i primi rudimenti del sapere.
Nel mondo greco, almeno sin dal VI secolo a.C., c'erano sempre state delle scuole in cui si impartivano i primi rudimenti del sapere, e i sofisti avevano molto contribuito a far capire l'importanza dell'istruzione superiore. In epoca ellenistica si diffuse un sistema organico d'istruzione, perché l'insegnamento doveva avere due funzioni vitali: assicurare che i giovani apprendessero la cultura greca degli antenati e rispondere alle necessità culturali di un mondo più fluido e più individualistico. Per rispondere alle necessità culturali di un mondo più fluido e individualistico, senza dimenticare la cultura degli antenati, in età ellenistica si sviluppò un sistema organico di istruzione. È in buona parte grazie ai sofisti che si era compresa l'importanza dell'istruzione superiore, mentre già dal VI secolo a.C. esistevano in Grecia scuole in cui si impartivano solo i primi rudimenti del sapere.
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Nel mondo greco-romano o ellenistico l'antica religione tradizionale pagana era ormai sorpassata presso gli ambienti colti. In tali ambienti fra il I e il III sec. avanti Cristo presero piede alcune dottrine di varia origine che presentavano tuttavia molti tratti in comune. In base a esse si credeva generalmente nell'esistenza di un Essere Supremo, denominato in vari modi, da cui emanavano altri esseri divini, uno dipendente e subordinato all'altro. Fra I e III sec. a.C. negli ambienti colti del mondo greco-romano o ellenistico, abbandonata ormai la religione pagana tradizionale, si diffusero dottrine che affermavano l'esistenza di un Essere Supremo, da cui discendevano altri esseri divini subordinati l'uno all'altro.
Nel mondo greco-romano o ellenistico l'antica religione tradizionale pagana era ormai sorpassata presso gli ambienti colti. In tali ambienti fra il I e il III sec. avanti Cristo presero piede alcune dottrine di varia origine che presentavano tuttavia molti tratti in comune. In base a esse si credeva generalmente nell'esistenza di un Essere Supremo, denominato in vari modi, da cui emanavano altri esseri divini, uno dipendente e subordinato all'altro. Fra I e III sec. a.C. negli ambienti colti del mondo greco-romano o ellenistico, abbandonata ormai la religione pagana tradizionale, si diffusero dottrine che affermavano l'esistenza di un Essere Supremo, da cui discendevano altri esseri divini subordinati l'uno all'altro.
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Nel mondo romano dei primi secoli si trovavano ovunque degli schiavi: nei campi, nelle botteghe, nelle officine e negli uffici. I ricchi ne mantenevano delle centinaia o delle migliaia. Bisognava essere ben povero per non possederne almeno uno. L'Europa dei tempi moderni invece, se si esclude qualche rara eccezione, non ha conosciuto sul proprio territorio la schiavitù. Nel mondo romano dei primi secoli i ricchi possedevano centinaia o migliaia di schiavi. Questi lavoravano nei campi, nelle botteghe, nelle officine e negli uffici. L'Europa dei tempi moderni invece, escludendo qualche rara eccezione, non ha conosciuto tale fenomeno.
Nel mondo romano dei primi secoli si trovavano ovunque degli schiavi: nei campi, nelle botteghe, nelle officine e negli uffici. I ricchi ne mantenevano delle centinaia o delle migliaia. Bisognava essere ben povero per non possederne almeno uno. L'Europa dei tempi moderni invece, se si esclude qualche rara eccezione, non ha conosciuto sul proprio territorio la schiavitù. Nel mondo romano dei primi secoli i ricchi possedevano centinaia o migliaia di schiavi. Questi lavoravano nei campi, nelle botteghe, nelle officine e negli uffici. L'Europa dei tempi moderni invece, escludendo qualche rara eccezione, non ha conosciuto tale fenomeno.
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Nel pensiero strategico l'assenza di movimento è potenzialmente nociva. L'equilibrio statico non appartiene al regno della natura, i cui ritmi sono regolati dall'interazione continua e trasformatrice dello yin e dello yang. La volontà di irrigidire una situazione, col pretesto che essa è soddisfacente per uno dei protagonisti, è come pretendere di restare giovani in eterno o voler dominare senza interruzioni, o credere che un impero è immortale solo perché i suoi contemporanei non immaginano una possibile alternativa oppure si accontentano. La trasformazione è insita nella natura: così come assurdo sarebbe sperare che una situazione duri in eterno, si deve comprendere quanto sia pericolosa, ai fini strategici, l'assenza di movimento.
Nel pensiero strategico l'assenza di movimento è potenzialmente nociva. L'equilibrio statico non appartiene al regno della natura, i cui ritmi sono regolati dall'interazione continua e trasformatrice dello yin e dello yang. La volontà di irrigidire una situazione, col pretesto che essa è soddisfacente per uno dei protagonisti, è come pretendere di restare giovani in eterno o voler dominare senza interruzioni, o credere che un impero è immortale solo perché i suoi contemporanei non immaginano una possibile alternativa oppure si accontentano. La trasformazione è insita nella natura: così come assurdo sarebbe sperare che una situazione duri in eterno, si deve comprendere quanto sia pericolosa, ai fini strategici, l'assenza di movimento.
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Nel periodo 2006-2011, la raccolta dei giochi è più che raddoppiata passando da 35,2 a 79,9 miliardi. Una montagna di denaro che è uscita dalle tasche dei cittadini e si è trasformata in attivo di bilancio di un'industria che non sente la crisi, anzi, con la crisi cresce. Se analizziamo i dati, per ogni euro speso tornano indietro come vincite circa 80 centesimi. A fare la parte del leone nella bisca legalizzata nazionale sono gli apparecchi elettronici con un fatturato che l'anno scorso ha sfiorato i 45 miliardi e ha reso più di 9 miliardi a chi le gestisce. Complessivamente, la spesa dei giocatori al netto delle vincite è stata di oltre 18 miliardi. Un'enormità che quest'anno crescerà ancora a dispetto della crisi economica. Nel periodo 2006-2011, la raccolta dei giochi è passata da 35,2 a 79,9 miliardi. Denaro che, sborsato dai cittadini, si è trasformato in attivo di bilancio di un'industria che non sente la crisi, anzi: con la crisi cresce. Secondo i dati, per ogni euro speso tornano indietro come vincite circa 80 centesimi. Il maggior fatturato l'hanno fatto gli apparecchi elettronici sfiorando i 45 miliardi e rendendo più di 9 miliardi ai gestori. Complessivamente, la spesa dei giocatori al netto delle vincite è stata di oltre 18 miliardi. Cifra che quest'anno crescerà nonostante la crisi economica.
Nel periodo 2006-2011, la raccolta dei giochi è più che raddoppiata passando da 35,2 a 79,9 miliardi. Una montagna di denaro che è uscita dalle tasche dei cittadini e si è trasformata in attivo di bilancio di un'industria che non sente la crisi, anzi, con la crisi cresce. Se analizziamo i dati, per ogni euro speso tornano indietro come vincite circa 80 centesimi. A fare la parte del leone nella bisca legalizzata nazionale sono gli apparecchi elettronici con un fatturato che l'anno scorso ha sfiorato i 45 miliardi e ha reso più di 9 miliardi a chi le gestisce. Complessivamente, la spesa dei giocatori al netto delle vincite è stata di oltre 18 miliardi. Un'enormità che quest'anno crescerà ancora a dispetto della crisi economica. Nel periodo 2006-2011, la raccolta dei giochi è passata da 35,2 a 79,9 miliardi. Denaro che, sborsato dai cittadini, si è trasformato in attivo di bilancio di un'industria che non sente la crisi, anzi: con la crisi cresce. Secondo i dati, per ogni euro speso tornano indietro come vincite circa 80 centesimi. Il maggior fatturato l'hanno fatto gli apparecchi elettronici sfiorando i 45 miliardi e rendendo più di 9 miliardi ai gestori. Complessivamente, la spesa dei giocatori al netto delle vincite è stata di oltre 18 miliardi. Cifra che quest'anno crescerà nonostante la crisi economica.
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Nel pieno di una bufera economica, i credenti sono più felici di chi non professa alcuna religione. A sostenerlo è un'indagine della storica società di sondaggi americana Gallup, che ha realizzato interviste in 150 Paesi. Quando la congiuntura economica è negativa e gli indicatori del benessere vanno a picco, chi si dichiara credente conserva un livello di fiducia e una positività maggiori rispetto agli atei e a chi non segue alcun "credo". Le situazioni difficili condurrebbero le persone ad essere più religiose, e quando le condizioni sociali sono più critiche le persone più religiose sono più serene. Secondo la società di sondaggi Gallup, le situazioni difficili spingono le persone a essere più religiose e, nei periodi di crisi economica, i credenti conservano un maggiore ottimismo e una maggior serenità e fiducia rispetto agli atei e ai non credenti.
Nel pieno di una bufera economica, i credenti sono più felici di chi non professa alcuna religione. A sostenerlo è un'indagine della storica società di sondaggi americana Gallup, che ha realizzato interviste in 150 Paesi. Quando la congiuntura economica è negativa e gli indicatori del benessere vanno a picco, chi si dichiara credente conserva un livello di fiducia e una positività maggiori rispetto agli atei e a chi non segue alcun "credo". Le situazioni difficili condurrebbero le persone ad essere più religiose, e quando le condizioni sociali sono più critiche le persone più religiose sono più serene. Secondo la società di sondaggi Gallup, le situazioni difficili spingono le persone a essere più religiose e, nei periodi di crisi economica, i credenti conservano un maggiore ottimismo e una maggior serenità e fiducia rispetto agli atei e ai non credenti.
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Nel Regno Unito un'azienda su sette è stata creata da imprenditori immigrati, scrive il "Financial Times". Il primo studio basato sui dati ufficiali delle origini dei titolari di un'impresa rivela che circa mezzo milione di persone provenienti da 155 paesi - soprattutto Irlanda, India e Germania - ha avviato attività che genera un giro d'affari di almeno un milione di sterline, creando il 14% dei posti di lavoro totali. Nonostante le maggiori difficoltà ad accedere ai finanziamenti e le barriere linguistiche e culturali, il 17,2% degli immigrati ha creato un'azienda, contro il 10,4% dei britannici. Il "Financial Times" rivela che un'azienda britannica su 7 è stata creata da imprenditori immigrati. Mezzo milione di persone provenienti da 155 paesi (in testa Irlanda, India e Germania) hanno avviato imprese che generano un giro d'affari di almeno un milione di sterline e occupano il 14% della forza lavoro. Nonostante le difficoltà ad accedere al credito e le barriere linguistiche e culturali, gli imprenditori sono il 17,2% tra gli immigrati e solo il 10,4% tra i britannici.
Nel Regno Unito un'azienda su sette è stata creata da imprenditori immigrati, scrive il "Financial Times". Il primo studio basato sui dati ufficiali delle origini dei titolari di un'impresa rivela che circa mezzo milione di persone provenienti da 155 paesi - soprattutto Irlanda, India e Germania - ha avviato attività che genera un giro d'affari di almeno un milione di sterline, creando il 14% dei posti di lavoro totali. Nonostante le maggiori difficoltà ad accedere ai finanziamenti e le barriere linguistiche e culturali, il 17,2% degli immigrati ha creato un'azienda, contro il 10,4% dei britannici. Il "Financial Times" rivela che un'azienda britannica su 7 è stata creata da imprenditori immigrati. Mezzo milione di persone provenienti da 155 paesi (in testa Irlanda, India e Germania) hanno avviato imprese che generano un giro d'affari di almeno un milione di sterline e occupano il 14% della forza lavoro. Nonostante le difficoltà ad accedere al credito e le barriere linguistiche e culturali, gli imprenditori sono il 17,2% tra gli immigrati e solo il 10,4% tra i britannici.
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Nel romanzo Siddartha di Hermann Hesse, Siddartha è il figlio di un bramino, ovvero di un sacerdote induista, che con l'amico Govinda, studia con fervore la dottrina del padre ma, non trovando la pace nell'esercizio rigoroso della dottrina brahminica, decide di allontanarsi dalla casa paterna con il devoto Govinda, per seguire i Samana (mistici puri). Siddartha è un romanzo di Hermann Hesse in cui si narra la storia del giovane figlio di un sacerdote induista, che pur studiando con fervore, assieme all'amico Govinda la dottrina brahminica del padre, non riesce a raggiungere la pace. Siddartha decide quindi di seguire i Samana (mistici puri) e accompagnato dal fedele Govinda si allontana dalla casa paterna.
Nel romanzo Siddartha di Hermann Hesse, Siddartha è il figlio di un bramino, ovvero di un sacerdote induista, che con l'amico Govinda, studia con fervore la dottrina del padre ma, non trovando la pace nell'esercizio rigoroso della dottrina brahminica, decide di allontanarsi dalla casa paterna con il devoto Govinda, per seguire i Samana (mistici puri). Siddartha è un romanzo di Hermann Hesse in cui si narra la storia del giovane figlio di un sacerdote induista, che pur studiando con fervore, assieme all'amico Govinda la dottrina brahminica del padre, non riesce a raggiungere la pace. Siddartha decide quindi di seguire i Samana (mistici puri) e accompagnato dal fedele Govinda si allontana dalla casa paterna.
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Nel romanzo viene riservato ampio spazio alla descrizione dei luoghi e al significato che essi veicolano. Il mare rappresenta uno spazio in grado di offrire libertà e serenità a chi lo attraversa; Marcel vi trova il proprio equilibrio e la propria ragione di vita. Ma è anche il luogo in cui i suoi sogni rischiano di infrangersi: la furia del mare, infatti, lo allontana da Giorgiette e mette in pericolo la sua stessa vita. E poi le isole. L'isola deserta nella quale il forte e coraggioso capitano si ritrova, in seguito al tremendo naufragio che lo scaraventa in mare aperto, è un luogo desolato e pericoloso dove è costretto a trascorrere diversi giorni prima di riacquistare le forze e poter costruire una zattera che lo metta in salvo. Un luogo in cui il desiderio e l'amore per Giorgette aumentano di giorno in giorno, dando al comandante un motivo per sopravvivere. L'altra isola è Ulis, meraviglioso luogo lontano da tutto ma non dagli affetti cari: lì vive Lara, l'amica ritrovata di Giorgiette; e sarà lì che la stessa Giorgiette riabbraccerà il suo amore, Marcel. Il romanzo contiene numerose descrizioni di luoghi che non sono affatto auto-referenziali, ma veicolano profondi significati. Il mare simbolizza sia il desiderio di libertà di Marcel che il rischio di perdere tutto. Le isole descritte nel racconto hanno significati diversi: la prima è un'isola deserta che rappresenta desolazione e lontananza dagli affetti; l'isola di Ulis è invece un luogo di gioia in cui il protagonista potrà finalmente riabbracciare la sua amata.
Nel romanzo viene riservato ampio spazio alla descrizione dei luoghi e al significato che essi veicolano. Il mare rappresenta uno spazio in grado di offrire libertà e serenità a chi lo attraversa; Marcel vi trova il proprio equilibrio e la propria ragione di vita. Ma è anche il luogo in cui i suoi sogni rischiano di infrangersi: la furia del mare, infatti, lo allontana da Giorgiette e mette in pericolo la sua stessa vita. E poi le isole. L'isola deserta nella quale il forte e coraggioso capitano si ritrova, in seguito al tremendo naufragio che lo scaraventa in mare aperto, è un luogo desolato e pericoloso dove è costretto a trascorrere diversi giorni prima di riacquistare le forze e poter costruire una zattera che lo metta in salvo. Un luogo in cui il desiderio e l'amore per Giorgette aumentano di giorno in giorno, dando al comandante un motivo per sopravvivere. L'altra isola è Ulis, meraviglioso luogo lontano da tutto ma non dagli affetti cari: lì vive Lara, l'amica ritrovata di Giorgiette; e sarà lì che la stessa Giorgiette riabbraccerà il suo amore, Marcel. Il romanzo contiene numerose descrizioni di luoghi che non sono affatto auto-referenziali, ma veicolano profondi significati. Il mare simbolizza sia il desiderio di libertà di Marcel che il rischio di perdere tutto. Le isole descritte nel racconto hanno significati diversi: la prima è un'isola deserta che rappresenta desolazione e lontananza dagli affetti; l'isola di Ulis è invece un luogo di gioia in cui il protagonista potrà finalmente riabbracciare la sua amata.
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Nel salone centrale del Complesso del Vittoriano, fino al 3 maggio, è in corso la mostra "Armenia. Il popolo dell'Arca", un focus su un territorio dalla cultura plurisecolare in occasione del centenario del terribile genocidio che contò quasi due milioni di morti e che tutt'oggi, fatto davvero stupefacente, non viene riconosciuto dalla Turchia. Curata dall'Unione Armeni d'Italia, con la consulenza di Vartan Karapetian e la collaborazione di istituzioni culturali sia armene sia italiane, la mostra si articola in sette sezioni ricche di una cinquantina di opere tra reperti archeologici, codici miniati, tele e stampe, oreficerie, documenti e altro. Una mostra sui diversi aspetti della cultura armena sarà visitabile fino al 3 maggio al Complesso del Vittoriano. L'evento si svolge in concomitanza con il centesimo anniversario del genocidio che subì questo popolo e che tutt'oggi non è ancora stato riconosciuto dalla Turchia. La mostra è curata da un'associazione di armeni residenti in Italia in collaborazione con un consulente e varie istituzioni culturali.
Nel salone centrale del Complesso del Vittoriano, fino al 3 maggio, è in corso la mostra "Armenia. Il popolo dell'Arca", un focus su un territorio dalla cultura plurisecolare in occasione del centenario del terribile genocidio che contò quasi due milioni di morti e che tutt'oggi, fatto davvero stupefacente, non viene riconosciuto dalla Turchia. Curata dall'Unione Armeni d'Italia, con la consulenza di Vartan Karapetian e la collaborazione di istituzioni culturali sia armene sia italiane, la mostra si articola in sette sezioni ricche di una cinquantina di opere tra reperti archeologici, codici miniati, tele e stampe, oreficerie, documenti e altro. Una mostra sui diversi aspetti della cultura armena sarà visitabile fino al 3 maggio al Complesso del Vittoriano. L'evento si svolge in concomitanza con il centesimo anniversario del genocidio che subì questo popolo e che tutt'oggi non è ancora stato riconosciuto dalla Turchia. La mostra è curata da un'associazione di armeni residenti in Italia in collaborazione con un consulente e varie istituzioni culturali.
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Nel Sistema Solare la Terra è il pianeta della vita, di una vita così multiforme e duttile e tenace da adattarsi anche alle condizioni più difficili. La vita è peraltro limitata a una fascia ristretta (biosfera) con uno spessore verticale inferiore ai 19 km, che va dalla vetta più alta alla fossa oceanica più profonda. La massima densità di vita non si trova a questi estremi, ma nelle zone intermedie: la vita acquatica si svolge praticamente in prossimità della superficie degli oceani, mentre sulla terraferma la fascia più densamente popolata va dalla cima degli alberi ad appena qualche metro sotto il suolo. Pianeta della vita, la Terra ospita una vita in grado di adattarsi anche alle situazioni più difficili. La vita si concentra invero in una fascia verticale (detta biosfera) di nemmeno 19 km, che si estende dalle cime più alte alle fosse oceaniche. È poi nella fascia intermedia di questa - tra la cima degli alberi e pochi metri sotto il suolo o la superficie marina - che si registra la maggior densità di vita.
Nel Sistema Solare la Terra è il pianeta della vita, di una vita così multiforme e duttile e tenace da adattarsi anche alle condizioni più difficili. La vita è peraltro limitata a una fascia ristretta (biosfera) con uno spessore verticale inferiore ai 19 km, che va dalla vetta più alta alla fossa oceanica più profonda. La massima densità di vita non si trova a questi estremi, ma nelle zone intermedie: la vita acquatica si svolge praticamente in prossimità della superficie degli oceani, mentre sulla terraferma la fascia più densamente popolata va dalla cima degli alberi ad appena qualche metro sotto il suolo. Pianeta della vita, la Terra ospita una vita in grado di adattarsi anche alle situazioni più difficili. La vita si concentra invero in una fascia verticale (detta biosfera) di nemmeno 19 km, che si estende dalle cime più alte alle fosse oceaniche. È poi nella fascia intermedia di questa - tra la cima degli alberi e pochi metri sotto il suolo o la superficie marina - che si registra la maggior densità di vita.
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Nel teatro musicale italiano intorno alla metà dell'Ottocento non esisteva la figura del moderno regista e la realizzazione scenica di un'opera era guidata in generale dal poeta di teatro, che spesso era anche l'autore del libretto dell'opera rappresentata, nelle vesti di "direttore di scena". La frequente coincidenza nella stessa persona del poeta e del direttore di scena era determinata dal fatto che la messa in scena consisteva soprattutto nell'accertarsi che le scene e i costumi fossero consoni all'epoca in cui era ambientata la vicenda e che venissero rispettate le didascalie del libretto, a volte molto dettagliate. Non si prevedeva un regista alla maniera dei tempi odierni, nel teatro musicale della metà dell'Ottocento, ma un poeta di teatro, che fungeva da direttore di scena e, spesso, era anche l'autore del libretto. Suoi compiti erano la cura dell'ambientazione storica e quella del rispetto delle didascalie del libretto.
Nel teatro musicale italiano intorno alla metà dell'Ottocento non esisteva la figura del moderno regista e la realizzazione scenica di un'opera era guidata in generale dal poeta di teatro, che spesso era anche l'autore del libretto dell'opera rappresentata, nelle vesti di "direttore di scena". La frequente coincidenza nella stessa persona del poeta e del direttore di scena era determinata dal fatto che la messa in scena consisteva soprattutto nell'accertarsi che le scene e i costumi fossero consoni all'epoca in cui era ambientata la vicenda e che venissero rispettate le didascalie del libretto, a volte molto dettagliate. Non si prevedeva un regista alla maniera dei tempi odierni, nel teatro musicale della metà dell'Ottocento, ma un poeta di teatro, che fungeva da direttore di scena e, spesso, era anche l'autore del libretto. Suoi compiti erano la cura dell'ambientazione storica e quella del rispetto delle didascalie del libretto.
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Nel tempo la statistica si è evoluta in due rami principali: la statistica descrittiva e la statistica inferenziale. La differenziazione tra il descrivere e il fare inferenza è negli obiettivi, ovvero si vuole analizzare i dati raccolti per offrire una fotografia dei rispondenti o si vuole, attraverso l'analisi dei dati raccolti, stimare il livello di alcune variabili nella popolazione di riferimento. Nell'ottica inferenziale la statistica propone metodi di raccolta per accumulare informazioni su un insieme ridotto di osservazioni e le sintesi per descrivere questo insieme o per inferire caratteristiche degli insiemi più vasti e generali a cui questo insieme appartiene. La statistica si divide in due rami: la statistica descrittiva, che punta a fotografare la situazione indagata, e quella inferenziale, che punta ad analizzare dati di un insieme ridotto di osservazioni per descriverlo o inferire caratteristiche degli insiemi più vasti a cui questo appartiene.
Nel tempo la statistica si è evoluta in due rami principali: la statistica descrittiva e la statistica inferenziale. La differenziazione tra il descrivere e il fare inferenza è negli obiettivi, ovvero si vuole analizzare i dati raccolti per offrire una fotografia dei rispondenti o si vuole, attraverso l'analisi dei dati raccolti, stimare il livello di alcune variabili nella popolazione di riferimento. Nell'ottica inferenziale la statistica propone metodi di raccolta per accumulare informazioni su un insieme ridotto di osservazioni e le sintesi per descrivere questo insieme o per inferire caratteristiche degli insiemi più vasti e generali a cui questo insieme appartiene. La statistica si divide in due rami: la statistica descrittiva, che punta a fotografare la situazione indagata, e quella inferenziale, che punta ad analizzare dati di un insieme ridotto di osservazioni per descriverlo o inferire caratteristiche degli insiemi più vasti a cui questo appartiene.
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Nel trattato `Della tirannide' Vittorio Alfieri definisce la tirannide come ogni monarchia che metta il sovrano al di sopra delle leggi. Egli critica anche l'ideale settecentesco del dispotismo illuminato che tende ad addormentare i popoli velando la brutalità del potere. Meglio è, per Alfieri, la tirannide estrema che suscita il gesto eroico dell'uomo libero e, provocando l'insurrezione, porta alla conquista della libertà. Vittorio Alfieri scrisse il trattato `Della tirannide'. Tirannide è ogni monarchia in cui il sovrano è al di sopra delle leggi, ma è preferibile una tirannide estrema al dispotismo illuminato. Infatti il potere brutale spinge l'uomo a rendersi libero ribellandosi.
Nel trattato `Della tirannide' Vittorio Alfieri definisce la tirannide come ogni monarchia che metta il sovrano al di sopra delle leggi. Egli critica anche l'ideale settecentesco del dispotismo illuminato che tende ad addormentare i popoli velando la brutalità del potere. Meglio è, per Alfieri, la tirannide estrema che suscita il gesto eroico dell'uomo libero e, provocando l'insurrezione, porta alla conquista della libertà. Vittorio Alfieri scrisse il trattato `Della tirannide'. Tirannide è ogni monarchia in cui il sovrano è al di sopra delle leggi, ma è preferibile una tirannide estrema al dispotismo illuminato. Infatti il potere brutale spinge l'uomo a rendersi libero ribellandosi.
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Nel Trecento i rimedi della medicina spaziavano dall'empirismo e dal buon senso fino alla magia, facendo poca distinzione tra gli uni e l'altra. Sebbene la Chiesa avesse vietato le ricerche di anatomia e di fisiologia nonché la dissezione dei cadaveri, l'anatomia classica di Galeno, derivata dai trattati arabi, veniva mantenuta in vita con lezioni che si tenevano privatamente. Talora il bisogno di conoscenza sapeva sfidare la Chiesa: nel 1340, Montpellier autorizzò un corso di anatomia ogni due anni, che durava diversi giorni. Un chirurgo sezionava un cadavere mentre un dottore in medicina faceva lezione. La medicina nel Trecento, pur adottando pratiche empiriche o magiche, continuò a seguire l'anatomia classica di Galeno. Essa non rinunciò alla ricerca: benché la Chiesa proibisse gli studi di anatomia e di fisiologia e la dissezione dei cadaveri, medici e chirurghi tenevano lezioni di anatomia sia private sia autorizzate.
Nel Trecento i rimedi della medicina spaziavano dall'empirismo e dal buon senso fino alla magia, facendo poca distinzione tra gli uni e l'altra. Sebbene la Chiesa avesse vietato le ricerche di anatomia e di fisiologia nonché la dissezione dei cadaveri, l'anatomia classica di Galeno, derivata dai trattati arabi, veniva mantenuta in vita con lezioni che si tenevano privatamente. Talora il bisogno di conoscenza sapeva sfidare la Chiesa: nel 1340, Montpellier autorizzò un corso di anatomia ogni due anni, che durava diversi giorni. Un chirurgo sezionava un cadavere mentre un dottore in medicina faceva lezione. La medicina nel Trecento, pur adottando pratiche empiriche o magiche, continuò a seguire l'anatomia classica di Galeno. Essa non rinunciò alla ricerca: benché la Chiesa proibisse gli studi di anatomia e di fisiologia e la dissezione dei cadaveri, medici e chirurghi tenevano lezioni di anatomia sia private sia autorizzate.
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Nel villaggio agricolo di Kowalewo Pomorskie, in Polonia, è nato un vitello a due teste che è spirato dopo alcune ore di agonia. L'annuncio è stato fatto dalla veterinaria locale Karolina Szarowska, che ha pubblicato sui social network le immagini dell'animale mutante. La professionista è stata chiamata dal contadino proprietario della mucca incinta, accortosi delle sue notevoli difficoltà durante il travaglio. Fortunatamente la madre è sopravvissuta grazie all'intervento della donna, ma il suo piccolo con due teste ha resistito solo qualche ora durante notte; la mattina seguente è stato trovato estremamente debole ed è morto poco dopo. In un villaggio rurale polacco è nato, e morto poche ore dopo, un vitello bicefalo. Il fatto è stato reso noto sui social dalla veterinaria locale che ha assistito al parto. Quest'ultima è stata chiamata dal proprietario della mucca gravida la quale, visibilmente sofferente durante il travaglio, è fortunatamente sopravvissuta al parto.
Nel villaggio agricolo di Kowalewo Pomorskie, in Polonia, è nato un vitello a due teste che è spirato dopo alcune ore di agonia. L'annuncio è stato fatto dalla veterinaria locale Karolina Szarowska, che ha pubblicato sui social network le immagini dell'animale mutante. La professionista è stata chiamata dal contadino proprietario della mucca incinta, accortosi delle sue notevoli difficoltà durante il travaglio. Fortunatamente la madre è sopravvissuta grazie all'intervento della donna, ma il suo piccolo con due teste ha resistito solo qualche ora durante notte; la mattina seguente è stato trovato estremamente debole ed è morto poco dopo. In un villaggio rurale polacco è nato, e morto poche ore dopo, un vitello bicefalo. Il fatto è stato reso noto sui social dalla veterinaria locale che ha assistito al parto. Quest'ultima è stata chiamata dal proprietario della mucca gravida la quale, visibilmente sofferente durante il travaglio, è fortunatamente sopravvissuta al parto.
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Nella comune opinione Sciascia è soprattutto ricordato come lo scrittore che in alcuni suoi romanzi di successo ha parlato della mafia e ha imposto questo problema all'attenzione nazionale; ciò è vero, ma è anche un giudizio limitativo della produzione di Sciascia narratore e saggista, di una latitudine che va ben oltre questo tema, comunque centrale. A correzione dell'anzidetta, parziale definizione si potrebbe allora dire che Sciascia nella sua varia e ricca produzione non ha fatto altro che studiare, indagare, approfondire il passato e il presente della sua Sicilia (...) convinto che la "sicilianità" è ben più che un'appartenenza geografica: è un'identità umana, un modo di sentire la vita, una concezione del mondo. Sciascia è comunemente conosciuto come uno scrittore che con i suoi romanzi ha imposto all'attenzione degli Italiani il problema della mafia, tema certo centrale nella sua opera, che però è di più vasto orizzonte. In realtà egli ha sempre approfonditamente scritto sulla sua Sicilia: per lui infatti la "sicilianità" più che un'appartenenza geografica è un'identità umana, una concezione della vita e del mondo.
Nella comune opinione Sciascia è soprattutto ricordato come lo scrittore che in alcuni suoi romanzi di successo ha parlato della mafia e ha imposto questo problema all'attenzione nazionale; ciò è vero, ma è anche un giudizio limitativo della produzione di Sciascia narratore e saggista, di una latitudine che va ben oltre questo tema, comunque centrale. A correzione dell'anzidetta, parziale definizione si potrebbe allora dire che Sciascia nella sua varia e ricca produzione non ha fatto altro che studiare, indagare, approfondire il passato e il presente della sua Sicilia (...) convinto che la "sicilianità" è ben più che un'appartenenza geografica: è un'identità umana, un modo di sentire la vita, una concezione del mondo. Sciascia è comunemente conosciuto come uno scrittore che con i suoi romanzi ha imposto all'attenzione degli Italiani il problema della mafia, tema certo centrale nella sua opera, che però è di più vasto orizzonte. In realtà egli ha sempre approfonditamente scritto sulla sua Sicilia: per lui infatti la "sicilianità" più che un'appartenenza geografica è un'identità umana, una concezione della vita e del mondo.
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Nella famosa battaglia campale di Crécy 12 mila inglesi, comandati da Edoardo III, detto il Principe Nero, riuscirono a sconfiggere 40 mila uomini al servizio del re di Francia, Filippo VI. La netta vittoria degli Inglesi dipese dall'intreccio di due fattori: l'adozione del temibile longbow, l'arco lungo che possedeva un volume di tiro e una gittata molto superiori a quelli della tradizionale balestra; un violento scroscio di pioggia che trasformò il campo di battaglia in una distesa di fango. L'utilizzo del longbow, l'arco lungo con potenza di lancio molto superiore rispetto alla balestra, determinò a Crécy, su un campo reso fangoso da un acquazzone, la vittoria di Edoardo III d'Inghilterra, sia pur con un esercito molto inferiore di numero, contro Filippo VI di Francia.
Nella famosa battaglia campale di Crécy 12 mila inglesi, comandati da Edoardo III, detto il Principe Nero, riuscirono a sconfiggere 40 mila uomini al servizio del re di Francia, Filippo VI. La netta vittoria degli Inglesi dipese dall'intreccio di due fattori: l'adozione del temibile longbow, l'arco lungo che possedeva un volume di tiro e una gittata molto superiori a quelli della tradizionale balestra; un violento scroscio di pioggia che trasformò il campo di battaglia in una distesa di fango. L'utilizzo del longbow, l'arco lungo con potenza di lancio molto superiore rispetto alla balestra, determinò a Crécy, su un campo reso fangoso da un acquazzone, la vittoria di Edoardo III d'Inghilterra, sia pur con un esercito molto inferiore di numero, contro Filippo VI di Francia.
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Nella felicità, uno dei principali cambiamenti biologici sta nella maggiore attività di un centro cerebrale che inibisce i sentimenti negativi e aumenta la disponibilità di energia, insieme all'inibizione dei centri che generano pensieri angosciosi. Tuttavia, a parte uno stato di quiescenza che consente all'organismo di riprendersi più rapidamente dall'attivazione biologica causata da emozioni sconvolgenti, non si riscontrano particolari cambiamenti fisiologici. Questa configurazione offre all'organismo un generale riposo, e lo rende non solo disponibile ed entusiasta nei riguardi di qualunque compito esso debba intraprendere, ma anche pronto a battersi per gli obiettivi più diversi. La felicità produce solo limitati cambiamenti fisiologici in una persona, mentre ne genera di maggiori sul piano biologico. Qui si nota l'inibizione dei fenomeni che stanno alla base dei sentimenti negativi e angosciosi e l'aumento della disponibilità di energia. L'organismo ottiene così uno stato di riposo e di più facile recupero, e anche una maggior propensione all'attività, per compiti e obiettivi di vario tipo.
Nella felicità, uno dei principali cambiamenti biologici sta nella maggiore attività di un centro cerebrale che inibisce i sentimenti negativi e aumenta la disponibilità di energia, insieme all'inibizione dei centri che generano pensieri angosciosi. Tuttavia, a parte uno stato di quiescenza che consente all'organismo di riprendersi più rapidamente dall'attivazione biologica causata da emozioni sconvolgenti, non si riscontrano particolari cambiamenti fisiologici. Questa configurazione offre all'organismo un generale riposo, e lo rende non solo disponibile ed entusiasta nei riguardi di qualunque compito esso debba intraprendere, ma anche pronto a battersi per gli obiettivi più diversi. La felicità produce solo limitati cambiamenti fisiologici in una persona, mentre ne genera di maggiori sul piano biologico. Qui si nota l'inibizione dei fenomeni che stanno alla base dei sentimenti negativi e angosciosi e l'aumento della disponibilità di energia. L'organismo ottiene così uno stato di riposo e di più facile recupero, e anche una maggior propensione all'attività, per compiti e obiettivi di vario tipo.
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Nella filosofia epicurea la fisica ha lo scopo di liberare gli uomini dal timore dell'intervento di forze divine nella loro esistenza, dimostrando come il mondo possa essere spiegato senza ricorrere a cause soprannaturali. La fisica epicurea si presenta dunque con due principali caratteristiche: il materialismo, che esclude la presenza nel mondo di ogni principio spirituale; e il meccanicismo, che si avvale unicamente del movimento dei corpi per fornire spiegazioni sul mondo. La fisica costituisce una parte fondamentale della dottrina epicurea: essa intende liberare gli uomini dal timore degli dei attraverso una spiegazione del mondo che non ricorra a cause soprannaturali. La fisica epicurea è caratterizzata dal materialismo, che nega l'esistenza di un principio spirituale, e dal meccanicismo, che fornisce spiegazioni sul mondo avvalendosi unicamente dello studio dei movimento dei corpi.
Nella filosofia epicurea la fisica ha lo scopo di liberare gli uomini dal timore dell'intervento di forze divine nella loro esistenza, dimostrando come il mondo possa essere spiegato senza ricorrere a cause soprannaturali. La fisica epicurea si presenta dunque con due principali caratteristiche: il materialismo, che esclude la presenza nel mondo di ogni principio spirituale; e il meccanicismo, che si avvale unicamente del movimento dei corpi per fornire spiegazioni sul mondo. La fisica costituisce una parte fondamentale della dottrina epicurea: essa intende liberare gli uomini dal timore degli dei attraverso una spiegazione del mondo che non ricorra a cause soprannaturali. La fisica epicurea è caratterizzata dal materialismo, che nega l'esistenza di un principio spirituale, e dal meccanicismo, che fornisce spiegazioni sul mondo avvalendosi unicamente dello studio dei movimento dei corpi.
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Nella gerarchia delle cose importanti della vita i giovani mettono al primo posto gli aspetti legati alla sfera più privata e intima della persona: famiglia, amore, amicizia, mentre i valori dell'impegno - sia esso sociale, religioso o politico - si pongono in coda. Un atteggiamento molto diffuso è quello di una certa chiusura verso il sociale, che segnala senza dubbio malessere esistenziale. Tra le cose più importanti della vita per i giovani vi è la sfera privata e intima, mentre i valori dell'impegno sociale, politico e religioso occupano un posto secondario. Verso il sociale vi è una diffusa chiusura, spia di un malessere esistenziale.
Nella gerarchia delle cose importanti della vita i giovani mettono al primo posto gli aspetti legati alla sfera più privata e intima della persona: famiglia, amore, amicizia, mentre i valori dell'impegno - sia esso sociale, religioso o politico - si pongono in coda. Un atteggiamento molto diffuso è quello di una certa chiusura verso il sociale, che segnala senza dubbio malessere esistenziale. Tra le cose più importanti della vita per i giovani vi è la sfera privata e intima, mentre i valori dell'impegno sociale, politico e religioso occupano un posto secondario. Verso il sociale vi è una diffusa chiusura, spia di un malessere esistenziale.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto.
Nella guerra fredda si fronteggiavano due opposti modelli politici, economici e culturali: da una parte vi era il modello americano, fondato sui valori della democrazia, del capitalismo e della libera iniziativa individuale; dall'altro quello sovietico, i cui capisaldi teorici erano il socialismo e l'idea della superiorità dello Stato sui singoli cittadini. L'aspetto ideologico ebbe quindi un ruolo centrale nell'opposizione fra i due blocchi, e portò entrambe le parti a mettere in atto un'intensa propaganda contro il "nemico" da combattere. Già nel 1947 il presidente degli Stati Uniti Truman, in un discorso al Congresso degli Usa, aveva esposto i principi-base di questa guerra ideologica. Due tipi di società, a suo parere, si fronteggiavano dopo il conflitto mondiale: le società libere, fondate sulle libertà individuali e sul libero mercato, e le società fondate sul "terrore e sull'oppressione" di una minoranza (il Partito comunista). Gli Usa, secondo Truman, avevano il dovere di aiutare gli Stati che intendevano resistere al modo sovietico di concepire la vita pubblica e i rapporti tra le persone. Durante la guerra fredda l'aspetto ideologico ebbe un ruolo centrale nell'opposizione tra il blocco americano e il blocco sovietico e portò entrambe le parti a diffondere un'intensa propaganda contro l'avversario. Il modello sovietico si fondava sul socialismo e sulla superiorità dello Stato sul singolo, mentre quello americano sulla democrazia, il capitalismo e la libera iniziativa. Secondo il presidente americano Truman, lo scontro era tra due diversi tipi di società: quelle libere e quelle oppresse da una minoranza (il Partito comunista). Secondo il presidente, gli Usa dovevano aiutare tutti gli Stati che si opponevano al modello sovietico.
Nella guerra fredda si fronteggiavano due opposti modelli politici, economici e culturali: da una parte vi era il modello americano, fondato sui valori della democrazia, del capitalismo e della libera iniziativa individuale; dall'altro quello sovietico, i cui capisaldi teorici erano il socialismo e l'idea della superiorità dello Stato sui singoli cittadini. L'aspetto ideologico ebbe quindi un ruolo centrale nell'opposizione fra i due blocchi, e portò entrambe le parti a mettere in atto un'intensa propaganda contro il "nemico" da combattere. Già nel 1947 il presidente degli Stati Uniti Truman, in un discorso al Congresso degli Usa, aveva esposto i principi-base di questa guerra ideologica. Due tipi di società, a suo parere, si fronteggiavano dopo il conflitto mondiale: le società libere, fondate sulle libertà individuali e sul libero mercato, e le società fondate sul "terrore e sull'oppressione" di una minoranza (il Partito comunista). Gli Usa, secondo Truman, avevano il dovere di aiutare gli Stati che intendevano resistere al modo sovietico di concepire la vita pubblica e i rapporti tra le persone. Durante la guerra fredda l'aspetto ideologico ebbe un ruolo centrale nell'opposizione tra il blocco americano e il blocco sovietico e portò entrambe le parti a diffondere un'intensa propaganda contro l'avversario. Il modello sovietico si fondava sul socialismo e sulla superiorità dello Stato sul singolo, mentre quello americano sulla democrazia, il capitalismo e la libera iniziativa. Secondo il presidente americano Truman, lo scontro era tra due diversi tipi di società: quelle libere e quelle oppresse da una minoranza (il Partito comunista). Secondo il presidente, gli Usa dovevano aiutare tutti gli Stati che si opponevano al modello sovietico.
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Nella loro collezione, secondo i documenti analizzati da Silvia Danesi Squarzina e dal suo staff, si contavano circa 600 quadri (15 solo di Caravaggio) e quasi 2.000 opere d'arte antica. Dei quadri, alcuni vennero acquistati sul mercato, altri, ed è qui il punto, vennero direttamente commissionati ai più anticonformisti pittori barocchi, invitati a trarre insegnamento dalle altre opere già presenti nel palazzo. Si può facilmente capire come la collezione sia stata una vera e propria Accademia per l'arte, e i suoi proprietari i principali maestri. La collezione studiata dallo staff di Silvia Squarzina comprendeva circa 600 quadri (di cui 15 del Caravaggio) e quasi 2.000 opere d'arte antica, configurandosi così come una vera e propria "Accademia per l'arte" del suo tempo. Alcuni quadri furono acquistati dai proprietari sul mercato mentre altri vennero commissionati direttamente ai più anticonformisti pittori dell'età barocca.
Nella loro collezione, secondo i documenti analizzati da Silvia Danesi Squarzina e dal suo staff, si contavano circa 600 quadri (15 solo di Caravaggio) e quasi 2.000 opere d'arte antica. Dei quadri, alcuni vennero acquistati sul mercato, altri, ed è qui il punto, vennero direttamente commissionati ai più anticonformisti pittori barocchi, invitati a trarre insegnamento dalle altre opere già presenti nel palazzo. Si può facilmente capire come la collezione sia stata una vera e propria Accademia per l'arte, e i suoi proprietari i principali maestri. La collezione studiata dallo staff di Silvia Squarzina comprendeva circa 600 quadri (di cui 15 del Caravaggio) e quasi 2.000 opere d'arte antica, configurandosi così come una vera e propria "Accademia per l'arte" del suo tempo. Alcuni quadri furono acquistati dai proprietari sul mercato mentre altri vennero commissionati direttamente ai più anticonformisti pittori dell'età barocca.
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Nella nostra epoca così confusa, è naturale cercare conforto e insegnamento nell'esperienza dello Stato imperiale romano. Non esistono analogie nel campo economico, sociale e politico, ma in quello della strategia militare sono riconoscibili delle interessanti somiglianze. Le basi della strategia romana in epoca imperiale non si fondavano su una tecnologia oggi antiquata, bensì su un concetto che anche noi condividiamo. Per i Romani, infatti, come per noi, i due requisiti essenziali di una società in evoluzione erano una sicura base materiale e un'adeguata sicurezza. La confusione del mondo attuale spinge a cercare conforto nell'esperienza dello Stato imperiale romano. Se l'economia, la società e la politica erano diverse dalle nostre, altrettanto non è la strategia militare, dove il pensiero dei Romani, con la ricerca di una sicura base materiale e di un'adeguata sicurezza, è ancora attuale.
Nella nostra epoca così confusa, è naturale cercare conforto e insegnamento nell'esperienza dello Stato imperiale romano. Non esistono analogie nel campo economico, sociale e politico, ma in quello della strategia militare sono riconoscibili delle interessanti somiglianze. Le basi della strategia romana in epoca imperiale non si fondavano su una tecnologia oggi antiquata, bensì su un concetto che anche noi condividiamo. Per i Romani, infatti, come per noi, i due requisiti essenziali di una società in evoluzione erano una sicura base materiale e un'adeguata sicurezza. La confusione del mondo attuale spinge a cercare conforto nell'esperienza dello Stato imperiale romano. Se l'economia, la società e la politica erano diverse dalle nostre, altrettanto non è la strategia militare, dove il pensiero dei Romani, con la ricerca di una sicura base materiale e di un'adeguata sicurezza, è ancora attuale.
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Nella prefettura di Tochigi, a nordest di Tokyo, decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case per sfuggire alle inondazioni causate dal passaggio del tifone Etau. Nelle alluvioni sette persone sono morte e più di venti sono rimaste ferite. I soccorritori sono al lavoro per trovare i dispersi e portare in salvo chi è rimasto bloccato. Secondo i meteorologi locali, le piogge torrenziali che hanno colpito il centro e il nordest del Paese sono insolite per la zona in questo periodo dell'anno. A seguito delle inondazioni causate dal passaggio del tifone Etau, la popolazione di Tochigi, vicino a Tokyo, è stata evacuata. Il fenomeno meteorologico in corso è atipico, secondo i meteorologi locali. Nonostante i soccorritori siano attivi nella zona colpita, ci sono stati alcuni morti e molti feriti.
Nella prefettura di Tochigi, a nordest di Tokyo, decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case per sfuggire alle inondazioni causate dal passaggio del tifone Etau. Nelle alluvioni sette persone sono morte e più di venti sono rimaste ferite. I soccorritori sono al lavoro per trovare i dispersi e portare in salvo chi è rimasto bloccato. Secondo i meteorologi locali, le piogge torrenziali che hanno colpito il centro e il nordest del Paese sono insolite per la zona in questo periodo dell'anno. A seguito delle inondazioni causate dal passaggio del tifone Etau, la popolazione di Tochigi, vicino a Tokyo, è stata evacuata. Il fenomeno meteorologico in corso è atipico, secondo i meteorologi locali. Nonostante i soccorritori siano attivi nella zona colpita, ci sono stati alcuni morti e molti feriti.
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Nella primavera del 1941 si verificò una serie di misteriose esplosioni nella fabbrica della Dupont, che produceva coloranti sintetici. Il chimico di Harward Louis Fieser fu incaricato di indagarne le cause e scoprì, più o meno per caso, che il divinilacetilene, in presenza di combustione, si trasforma in un intruglio appiccicoso dotato di una straordinaria capacità adesiva. Il divinilacetilene, in presenza di combustione, si trasforma in un intruglio appiccicoso dotato di una straordinaria capacità adesiva. Lo scoprì, più o meno per caso, un chimico di Harward, Louis Fieser, nella primavera del 1941. Era stato incaricato di indagare le cause di una serie di misteriose esplosioni verificatesi nella fabbrica di Dupont, dove si producevano coloranti sintetici.
Nella primavera del 1941 si verificò una serie di misteriose esplosioni nella fabbrica della Dupont, che produceva coloranti sintetici. Il chimico di Harward Louis Fieser fu incaricato di indagarne le cause e scoprì, più o meno per caso, che il divinilacetilene, in presenza di combustione, si trasforma in un intruglio appiccicoso dotato di una straordinaria capacità adesiva. Il divinilacetilene, in presenza di combustione, si trasforma in un intruglio appiccicoso dotato di una straordinaria capacità adesiva. Lo scoprì, più o meno per caso, un chimico di Harward, Louis Fieser, nella primavera del 1941. Era stato incaricato di indagare le cause di una serie di misteriose esplosioni verificatesi nella fabbrica di Dupont, dove si producevano coloranti sintetici.
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Nella prospettiva dell'equilibrio economico generale di Walras, la macroeconomia si presenta come una mera semplificazione della microeconomia. Infatti, l'analisi della miriade di soggetti viene sostituita con quella di pochi soggetti tipici: il consumatore, l'imprenditore, il settore pubblico, il settore estero. Analogamente, l'analisi della miriade di mercati viene sostituita con quella di pochi grandi mercati: mercato dei beni di consumo, dei beni di investimento, del lavoro, della moneta, dei titoli. Nella prospettiva dell'equilibrio economico generale di Walras, la microeconomia studia una miriade di soggetti e di mercati, mentre la macroeconomia è semplicemente una sua semplificazione perché studia pochi soggetti modello (es.: settore pubblico o settore estero) o pochi grandi mercati (es.: mercato dei beni di consumo o dei titoli).
Nella prospettiva dell'equilibrio economico generale di Walras, la macroeconomia si presenta come una mera semplificazione della microeconomia. Infatti, l'analisi della miriade di soggetti viene sostituita con quella di pochi soggetti tipici: il consumatore, l'imprenditore, il settore pubblico, il settore estero. Analogamente, l'analisi della miriade di mercati viene sostituita con quella di pochi grandi mercati: mercato dei beni di consumo, dei beni di investimento, del lavoro, della moneta, dei titoli. Nella prospettiva dell'equilibrio economico generale di Walras, la microeconomia studia una miriade di soggetti e di mercati, mentre la macroeconomia è semplicemente una sua semplificazione perché studia pochi soggetti modello (es.: settore pubblico o settore estero) o pochi grandi mercati (es.: mercato dei beni di consumo o dei titoli).
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Nella scultura del I secolo d.C. si nota il progressivo affermarsi della tendenza realistica ed espressionistica dell'arte popolare romana nel lento, incerto, affrancamento della scultura ufficiale dai canoni del classicismo augusteo, cui tornerà invece a ispirarsi, nella prima metà del II secolo, l'arte adrianea. Tale tendenza, ancora latente sotto Tiberio, come dimostrano la ritrattistica imperiale e i rilievi della base di una colossale statua dell'imperatore eretta a Pozzuoli nel 30 d.C. (...) si rivela invece già chiaramente nella ritrattistica imperiale di Caligola e di Claudio. L'arte popolare romana nel I secolo d.C. tende al realismo e all'espressionismo, abbandonando il classicismo, a cui pure tornerà nella prima metà del II secolo d.C. Questa tendenza è ancora incerta sotto Tiberio, ma manifesta sotto Caligola e Claudio.
Nella scultura del I secolo d.C. si nota il progressivo affermarsi della tendenza realistica ed espressionistica dell'arte popolare romana nel lento, incerto, affrancamento della scultura ufficiale dai canoni del classicismo augusteo, cui tornerà invece a ispirarsi, nella prima metà del II secolo, l'arte adrianea. Tale tendenza, ancora latente sotto Tiberio, come dimostrano la ritrattistica imperiale e i rilievi della base di una colossale statua dell'imperatore eretta a Pozzuoli nel 30 d.C. (...) si rivela invece già chiaramente nella ritrattistica imperiale di Caligola e di Claudio. L'arte popolare romana nel I secolo d.C. tende al realismo e all'espressionismo, abbandonando il classicismo, a cui pure tornerà nella prima metà del II secolo d.C. Questa tendenza è ancora incerta sotto Tiberio, ma manifesta sotto Caligola e Claudio.
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Nella struttura della grafite è stata trovata una sovrabbondanza di carbonio-12 che è tipica dei materiali di origine organica ed è dovuta al fatto che alcuni enzimi cellulari fissano di preferenza quell'isotopo, mentre faticano a interagire con l'altro. Il rapporto isotopico osservato potrebbe però derivare da processi non biologici, ma un tale meccanismo dovrebbe essere incredibilmente complicato e improbabile. Per questo la migliore conferma della sua origine microbiologica sarebbe la scoperta di altre inclusioni dello stesso tipo in zirconi altrettanto antichi. Nella grafite è stata trovata una sovrabbondanza di carbonio-12 che è tipica dei materiali di origine organica, anche se esso potrebbe essere derivato da improbabili processi inorganici. Per confermare tale ipotesi, è necessario rintracciare e analizzare altra grafite inclusa in zirconi coevi.
Nella struttura della grafite è stata trovata una sovrabbondanza di carbonio-12 che è tipica dei materiali di origine organica ed è dovuta al fatto che alcuni enzimi cellulari fissano di preferenza quell'isotopo, mentre faticano a interagire con l'altro. Il rapporto isotopico osservato potrebbe però derivare da processi non biologici, ma un tale meccanismo dovrebbe essere incredibilmente complicato e improbabile. Per questo la migliore conferma della sua origine microbiologica sarebbe la scoperta di altre inclusioni dello stesso tipo in zirconi altrettanto antichi. Nella grafite è stata trovata una sovrabbondanza di carbonio-12 che è tipica dei materiali di origine organica, anche se esso potrebbe essere derivato da improbabili processi inorganici. Per confermare tale ipotesi, è necessario rintracciare e analizzare altra grafite inclusa in zirconi coevi.
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Nella sua "Autobiografia", riconsiderando nella vecchiaia il periodo, così significativo per lui, tra i ventinove e i trentasei anni, Jung scriverà: "Freud è stata la prima persona veramente importante che ho incontrato. Nessun'altra delle mie conoscenze poteva misurarsi con lui. Nel suo atteggiamento non vi era nulla di triviale. Lo trovavo straordinariamente intelligente, penetrante e notevole sotto tutti i punti di vista". Per Jung fu particolarmente significativo il periodo tra i ventinove e i trentasei anni. Quando lo racconta nella sua "Autobiografia", scritta in tarda età, parla anche dell'importanza che ha avuto per lui l'incontro con Freud, e l'ottima opinione che ne ebbe.
Nella sua "Autobiografia", riconsiderando nella vecchiaia il periodo, così significativo per lui, tra i ventinove e i trentasei anni, Jung scriverà: "Freud è stata la prima persona veramente importante che ho incontrato. Nessun'altra delle mie conoscenze poteva misurarsi con lui. Nel suo atteggiamento non vi era nulla di triviale. Lo trovavo straordinariamente intelligente, penetrante e notevole sotto tutti i punti di vista". Per Jung fu particolarmente significativo il periodo tra i ventinove e i trentasei anni. Quando lo racconta nella sua "Autobiografia", scritta in tarda età, parla anche dell'importanza che ha avuto per lui l'incontro con Freud, e l'ottima opinione che ne ebbe.
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Nell'annunciare alle autorità e alla stampa l'inizio dei corsi della nuova Università nel novembre 1902, Ferdinando Bocconi sostenne che la nuova istituzione veniva a soddisfare un'elevata esigenza dei tempi perché i protagonisti della vita commerciale, industriale e bancaria non potevano più accontentarsi di una preparazione di carattere prevalentemente professionale e pratico, che era propria delle scuole speciali esistenti. Era invece necessaria una più completa e profonda preparazione dei giovani alla soluzione dei problemi dell'economia, alla valutazione dei fenomeni economici e delle leggi che li governavano. Nell'annuncio con il quale, nel 1902, informava dell'avvio dei corsi dell'Università, Bocconi affermò che essa rispondeva all'elevata esigenza di dotare i protagonisti della vita commerciale, industriale e bancaria di una preparazione migliore di quella, prevalentemente pratica, impartita dalle scuole speciali. La nuova istituzione si sarebbe occupata anche dell'approccio ai fenomeni economici generali.
Nell'annunciare alle autorità e alla stampa l'inizio dei corsi della nuova Università nel novembre 1902, Ferdinando Bocconi sostenne che la nuova istituzione veniva a soddisfare un'elevata esigenza dei tempi perché i protagonisti della vita commerciale, industriale e bancaria non potevano più accontentarsi di una preparazione di carattere prevalentemente professionale e pratico, che era propria delle scuole speciali esistenti. Era invece necessaria una più completa e profonda preparazione dei giovani alla soluzione dei problemi dell'economia, alla valutazione dei fenomeni economici e delle leggi che li governavano. Nell'annuncio con il quale, nel 1902, informava dell'avvio dei corsi dell'Università, Bocconi affermò che essa rispondeva all'elevata esigenza di dotare i protagonisti della vita commerciale, industriale e bancaria di una preparazione migliore di quella, prevalentemente pratica, impartita dalle scuole speciali. La nuova istituzione si sarebbe occupata anche dell'approccio ai fenomeni economici generali.
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Nelle distrofie muscolari, come è ben noto, i muscoli si danneggiano e deperiscono. Un gruppo di ricerca dell'Università di Padova, che lavora in ambito di medicina rigenerativa, grazie ai finanziamenti della Fondazione Città della Speranza e di Telethon, è recentemente riuscito a ricostruire un muscolo sul modello animale e si ritiene che, con il medesimo procedimento, anche un muscolo danneggiato possa essere ricomposto in modo ottimale. Grazie ai finanziamenti della Fondazione Città della Speranza e di Telethon, i ricercatori dell'Università di Padova sono riusciti a ricostruire un muscolo sul modello animale. Con lo stesso procedimento si pensa di poter ricomporre anche i muscoli danneggiati dalla distrofia muscolare.
Nelle distrofie muscolari, come è ben noto, i muscoli si danneggiano e deperiscono. Un gruppo di ricerca dell'Università di Padova, che lavora in ambito di medicina rigenerativa, grazie ai finanziamenti della Fondazione Città della Speranza e di Telethon, è recentemente riuscito a ricostruire un muscolo sul modello animale e si ritiene che, con il medesimo procedimento, anche un muscolo danneggiato possa essere ricomposto in modo ottimale. Grazie ai finanziamenti della Fondazione Città della Speranza e di Telethon, i ricercatori dell'Università di Padova sono riusciti a ricostruire un muscolo sul modello animale. Con lo stesso procedimento si pensa di poter ricomporre anche i muscoli danneggiati dalla distrofia muscolare.
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Nelle formulazioni di Chomsky in merito a una teoria del linguaggio, come una teoria della creatività linguistica ovvero delle capacità sottostanti il comportamento linguistico (dunque teoria della mente), la "competenza" non è altro che la conoscenza che il parlante-ascoltatore ha della sua lingua: distinta in tal senso dall'"esecuzione", come uso della lingua in situazioni concrete. Secondo la teoria del linguaggio di Chomsky, che è una teoria delle capacità sottostanti il comportamento linguistico, la "competenza" è conoscenza della lingua e non l'uso di questa in situazioni concrete ("esecuzione").
Nelle formulazioni di Chomsky in merito a una teoria del linguaggio, come una teoria della creatività linguistica ovvero delle capacità sottostanti il comportamento linguistico (dunque teoria della mente), la "competenza" non è altro che la conoscenza che il parlante-ascoltatore ha della sua lingua: distinta in tal senso dall'"esecuzione", come uso della lingua in situazioni concrete. Secondo la teoria del linguaggio di Chomsky, che è una teoria delle capacità sottostanti il comportamento linguistico, la "competenza" è conoscenza della lingua e non l'uso di questa in situazioni concrete ("esecuzione").
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Nelle mani di esseri intelligenti come noi, una quantità di sufficiente energia ci consentirebbe di "conquistare il mondo": pertanto i Buchi neri presentano l'affascinante prerogativa di aiutarci in questa impresa. Ci si presenta così il problema se sia meglio rischiare un destino peggiore della morte nella ferrea stretta di un orizzonte degli eventi o se prepararci spiritualmente all'estinzione a causa della nostra impossibilità di saziare il vorace appetito di energia che assilla il genere umano. I Buchi neri potrebbero costituire una fonte di quell'energia di cui l'essere umano è costantemente affamato. Essi dunque ci pongono il dilemma se sia meglio rischiare un terribile destino nel tentativo di servirsi di essi o rassegnarsi a spegnersi per l'impossibilità di disporre di sempre nuove energie.
Nelle mani di esseri intelligenti come noi, una quantità di sufficiente energia ci consentirebbe di "conquistare il mondo": pertanto i Buchi neri presentano l'affascinante prerogativa di aiutarci in questa impresa. Ci si presenta così il problema se sia meglio rischiare un destino peggiore della morte nella ferrea stretta di un orizzonte degli eventi o se prepararci spiritualmente all'estinzione a causa della nostra impossibilità di saziare il vorace appetito di energia che assilla il genere umano. I Buchi neri potrebbero costituire una fonte di quell'energia di cui l'essere umano è costantemente affamato. Essi dunque ci pongono il dilemma se sia meglio rischiare un terribile destino nel tentativo di servirsi di essi o rassegnarsi a spegnersi per l'impossibilità di disporre di sempre nuove energie.
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Nelle pozze di roccia della scogliera marina vivono molti animali, tra i quali il paguro, che ha la singolare abitudine di nascondere il proprio addome nei gusci vuoti di littorine, trochidi e nucelle. Contrariamente agli altri crostacei, il paguro ha solo le parti anteriori del corpo protette da una rigida corazza chitinosa, mentre la parte posteriore è molle quasi quanto una lumaca. Man mano che cresce ha bisogno di conchiglie più grandi. Per accertasi che la nuova probabile dimora sia della forma e delle dimensioni adatte, la fa rotolare, la volta e la rivolta battendola accuratamente con le chele e le antenne. Quando è finalmente soddisfatto, vi entra aiutandosi con le appendici falciformi del suo addome. Il paguro vive nelle pozze della scogliera marina. Avendo solo la parte anteriore del corpo protetta da una corazza, questo crostaceo protegge il suo addome molle nascondendolo nei gusci vuoti delle conchiglie. Quando cresce deve trovare conchiglie più grandi che cerca con grande cura e in cui entra aiutandosi con le appendici falciformi dell'addome.
Nelle pozze di roccia della scogliera marina vivono molti animali, tra i quali il paguro, che ha la singolare abitudine di nascondere il proprio addome nei gusci vuoti di littorine, trochidi e nucelle. Contrariamente agli altri crostacei, il paguro ha solo le parti anteriori del corpo protette da una rigida corazza chitinosa, mentre la parte posteriore è molle quasi quanto una lumaca. Man mano che cresce ha bisogno di conchiglie più grandi. Per accertasi che la nuova probabile dimora sia della forma e delle dimensioni adatte, la fa rotolare, la volta e la rivolta battendola accuratamente con le chele e le antenne. Quando è finalmente soddisfatto, vi entra aiutandosi con le appendici falciformi del suo addome. Il paguro vive nelle pozze della scogliera marina. Avendo solo la parte anteriore del corpo protetta da una corazza, questo crostaceo protegge il suo addome molle nascondendolo nei gusci vuoti delle conchiglie. Quando cresce deve trovare conchiglie più grandi che cerca con grande cura e in cui entra aiutandosi con le appendici falciformi dell'addome.
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Nelle ultime settimane il prezzo del petrolio ha subito diverse oscillazioni a causa dell'insicurezza dei mercati, dovuta ai nuovi segnali della crisi economica, e dei fermenti che interessano alcuni Paesi grandi esportatori di combustibili fossili. La progressiva conquista di Tripoli e la prospettiva di riattivare le esportazioni di petrolio dalla Libia hanno fatto scendere in poche ore i prezzi al barile. Il Brent, uno dei riferimenti per stabilire il prezzo del petrolio, è diminuito sensibilmente per buona parte della giornata per poi recuperare qualcosa nelle ultime ore. È a 107,25 dollari al barile per gli ordinativi di ottobre, in flessione di 1,25 dollari. L'instabilità del prezzo del petrolio risente dell'insicurezza dei mercati e dalla situazione incerta dei Paesi esportatori, infatti è sceso di 1,25 dollari al barile quando si è aperta la prospettiva di riattivare le esportazioni dalla Libia.
Nelle ultime settimane il prezzo del petrolio ha subito diverse oscillazioni a causa dell'insicurezza dei mercati, dovuta ai nuovi segnali della crisi economica, e dei fermenti che interessano alcuni Paesi grandi esportatori di combustibili fossili. La progressiva conquista di Tripoli e la prospettiva di riattivare le esportazioni di petrolio dalla Libia hanno fatto scendere in poche ore i prezzi al barile. Il Brent, uno dei riferimenti per stabilire il prezzo del petrolio, è diminuito sensibilmente per buona parte della giornata per poi recuperare qualcosa nelle ultime ore. È a 107,25 dollari al barile per gli ordinativi di ottobre, in flessione di 1,25 dollari. L'instabilità del prezzo del petrolio risente dell'insicurezza dei mercati e dalla situazione incerta dei Paesi esportatori, infatti è sceso di 1,25 dollari al barile quando si è aperta la prospettiva di riattivare le esportazioni dalla Libia.
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Nell'Italia di questi anni, pare che la sincerità, tradizionalmente considerata una virtù, abbia un nuovo nemico, la riflessione, e che sia diventata la cara sorella della faciloneria e della supponenza. Bisogna sempre essere sinceri, ma prima bisogna educarsi a pensare, dubitando almeno un poco che ogni nostro prurito sia una verità assoluta da proclamare in pubblico. In questi anni in Italia si ritiene che "sincerità" significhi la possibilità di poter dire sempre ciò che si pensa, senza dubitare che non sempre si deve proclamare un pensiero senza aver riflettuto.
Nell'Italia di questi anni, pare che la sincerità, tradizionalmente considerata una virtù, abbia un nuovo nemico, la riflessione, e che sia diventata la cara sorella della faciloneria e della supponenza. Bisogna sempre essere sinceri, ma prima bisogna educarsi a pensare, dubitando almeno un poco che ogni nostro prurito sia una verità assoluta da proclamare in pubblico. In questi anni in Italia si ritiene che "sincerità" significhi la possibilità di poter dire sempre ciò che si pensa, senza dubitare che non sempre si deve proclamare un pensiero senza aver riflettuto.
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Nello scetticismo morale si afferma che ragione e passione hanno gli stessi diritti. Nessuna è più buona o cattiva dell'altra. Non esistono ragioni o principi morali validi per tutti. Eventuali conflitti tra ragione e passione si risolvono di volta in volta a seconda delle opinioni soggettive e delle circostanze pratiche. Lo scetticismo morale considera valide in egual modo ragione e passione. Non esistendo ragioni o principi morali universali, nel momento in cui ci siano dei conflitti tra ragione e passione saranno d'aiuto piuttosto opinioni soggettive e valutazione delle circostanze.
Nello scetticismo morale si afferma che ragione e passione hanno gli stessi diritti. Nessuna è più buona o cattiva dell'altra. Non esistono ragioni o principi morali validi per tutti. Eventuali conflitti tra ragione e passione si risolvono di volta in volta a seconda delle opinioni soggettive e delle circostanze pratiche. Lo scetticismo morale considera valide in egual modo ragione e passione. Non esistendo ragioni o principi morali universali, nel momento in cui ci siano dei conflitti tra ragione e passione saranno d'aiuto piuttosto opinioni soggettive e valutazione delle circostanze.
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Nello Stato di Fantàsia il governo sta cercando di aumentare il prodotto interno lordo per evitare che i prolungati problemi dell'economia sfocino in una grave recessione. Tra le diverse misure adottabili, è stato deciso di diminuire le tasse, in maniera da lasciare maggior reddito disponibile per l'investimento privato. Certo, ciò provocherà una diminuzione della spesa pubblica e quindi una contrazione della domanda pubblica, ma questo danno sarà più che compensato dai vantaggi. Per aumentare il prodotto interno lordo e prevenire una crisi economica, il governo di Fantàsia ridurrà le tasse, così da incrementare l'investimento privato. Ciò provocherà anche una negativa riduzione della spesa pubblica, ma i vantaggi ottenuti in termini di prodotto interno lordo saranno decisamente superiori.
Nello Stato di Fantàsia il governo sta cercando di aumentare il prodotto interno lordo per evitare che i prolungati problemi dell'economia sfocino in una grave recessione. Tra le diverse misure adottabili, è stato deciso di diminuire le tasse, in maniera da lasciare maggior reddito disponibile per l'investimento privato. Certo, ciò provocherà una diminuzione della spesa pubblica e quindi una contrazione della domanda pubblica, ma questo danno sarà più che compensato dai vantaggi. Per aumentare il prodotto interno lordo e prevenire una crisi economica, il governo di Fantàsia ridurrà le tasse, così da incrementare l'investimento privato. Ciò provocherà anche una negativa riduzione della spesa pubblica, ma i vantaggi ottenuti in termini di prodotto interno lordo saranno decisamente superiori.
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Nello sviluppare la pellicola è di importanza vitale permettere alle varie soluzioni di agire uniformemente sulla emulsione, nella giusta sequenza, e in un periodo di tempo e a una temperatura che daranno il grado di sviluppo, di fissaggio e di lavaggio richiesti. Per ottenere il grado di sviluppo, fissaggio e lavaggio richiesti sviluppando una pellicola è necessario far agire uniformemente, in giusta sequenza, nel tempo e alla temperatura adeguati, le soluzioni sulle emulsioni.
Nello sviluppare la pellicola è di importanza vitale permettere alle varie soluzioni di agire uniformemente sulla emulsione, nella giusta sequenza, e in un periodo di tempo e a una temperatura che daranno il grado di sviluppo, di fissaggio e di lavaggio richiesti. Per ottenere il grado di sviluppo, fissaggio e lavaggio richiesti sviluppando una pellicola è necessario far agire uniformemente, in giusta sequenza, nel tempo e alla temperatura adeguati, le soluzioni sulle emulsioni.
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Nell'ottobre del 1805 la flotta francese venne completamente distrutta di fronte a Trafalgar (nei pressi dello stretto di Gibiliterra) da quella comandata dall'ammiraglio inglese Nelson. Questa seconda sconfitta navale (che faceva seguito a quella di Abukir) dimostrò che la Francia non era in grado di competere con la Gran Bretagna nel dominio dei mari e indusse Napoleone a rinunciare al progetto d'invasione dell'Inghilterra attraverso il canale della Manica. Nell'ottobre del 1805, di fronte a Trafalgar, la flotta francese venne distrutta da quella inglese comandata dall'ammiraglio Nelson. Questa seconda sconfitta navale subita dalla Francia, incapace di competere con la Gran Bretagna nel dominio dei mari, indusse Napoleone a rinunciare al progetto d'invadere l'Inghilterra attraverso la Manica.
Nell'ottobre del 1805 la flotta francese venne completamente distrutta di fronte a Trafalgar (nei pressi dello stretto di Gibiliterra) da quella comandata dall'ammiraglio inglese Nelson. Questa seconda sconfitta navale (che faceva seguito a quella di Abukir) dimostrò che la Francia non era in grado di competere con la Gran Bretagna nel dominio dei mari e indusse Napoleone a rinunciare al progetto d'invasione dell'Inghilterra attraverso il canale della Manica. Nell'ottobre del 1805, di fronte a Trafalgar, la flotta francese venne distrutta da quella inglese comandata dall'ammiraglio Nelson. Questa seconda sconfitta navale subita dalla Francia, incapace di competere con la Gran Bretagna nel dominio dei mari, indusse Napoleone a rinunciare al progetto d'invadere l'Inghilterra attraverso la Manica.
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Nell'ottobre del 1963, dal fianco del Monte Toc - nelle Prealpi Bellunesi - si staccò una gigantesca frana che precipitò a valle, entro l'invaso del lago creato da una grande diga costruita alcuni anni prima per sbarrare il corso del torrente Vajont (un affluente del Piave). L'immane ondata prodotta dal materiale franato scavalcò la diga e sommerse il paese di Longarone e altri villaggi vicini: le vittime furono oltre 2000. La gravità dell'evento consiste non solo nel numero dei morti e nell'entità dei danni causati, ma anche e soprattutto nella superficialità con cui furono considerati i rischi connessi con la costruzione della diga. Durante i lavori ci fu chi mise in guardia dal pericolo di frane, ma i rapporti non furono trasmessi alle autorità competenti; inoltre il volume d'acqua dell'invaso venne triplicato rispetto ai progetti iniziali, creando le premesse per una tragedia puntualmente verificatasi. La tragedia del Vajont, che causò oltre 2000 vittime, fu provocata da un'enorme frana che si riversò all'interno del lago creato dalla diga costruita per sbarrare il corso del torrente Vajont. I rischi che la costruzione della diga comportava furono considerati in modo superficiale, ignorando chi aveva segnalato il pericolo di frane. La sottovalutazione dei rischi non fa che aumentare la gravità del disastro del Vajont.
Nell'ottobre del 1963, dal fianco del Monte Toc - nelle Prealpi Bellunesi - si staccò una gigantesca frana che precipitò a valle, entro l'invaso del lago creato da una grande diga costruita alcuni anni prima per sbarrare il corso del torrente Vajont (un affluente del Piave). L'immane ondata prodotta dal materiale franato scavalcò la diga e sommerse il paese di Longarone e altri villaggi vicini: le vittime furono oltre 2000. La gravità dell'evento consiste non solo nel numero dei morti e nell'entità dei danni causati, ma anche e soprattutto nella superficialità con cui furono considerati i rischi connessi con la costruzione della diga. Durante i lavori ci fu chi mise in guardia dal pericolo di frane, ma i rapporti non furono trasmessi alle autorità competenti; inoltre il volume d'acqua dell'invaso venne triplicato rispetto ai progetti iniziali, creando le premesse per una tragedia puntualmente verificatasi. La tragedia del Vajont, che causò oltre 2000 vittime, fu provocata da un'enorme frana che si riversò all'interno del lago creato dalla diga costruita per sbarrare il corso del torrente Vajont. I rischi che la costruzione della diga comportava furono considerati in modo superficiale, ignorando chi aveva segnalato il pericolo di frane. La sottovalutazione dei rischi non fa che aumentare la gravità del disastro del Vajont.
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Nell'Ottocento si attribuivano all'Ortica le proprietà di frenare le emorragie, aumentare la secrezione lattea, diminuire il tasso di glucosio nel sangue, ma ciò non è stato completamente dimostrato. È comunque una pianta ricca di principi azotati, amminoacidi e proteine, sali minerali e vitamine, che ne fanno un alimento dietetico di grande importanza, sfruttato solo nell'alimentazione degli animali. Pur non essendo state dimostrate le proprietà per cui l'Ortica era famosa nel XIX secolo, si sa che è una pianta piena di sostanze utili. Non viene però utilizzata nell'alimentazione umana, ma solo in quella animale.
Nell'Ottocento si attribuivano all'Ortica le proprietà di frenare le emorragie, aumentare la secrezione lattea, diminuire il tasso di glucosio nel sangue, ma ciò non è stato completamente dimostrato. È comunque una pianta ricca di principi azotati, amminoacidi e proteine, sali minerali e vitamine, che ne fanno un alimento dietetico di grande importanza, sfruttato solo nell'alimentazione degli animali. Pur non essendo state dimostrate le proprietà per cui l'Ortica era famosa nel XIX secolo, si sa che è una pianta piena di sostanze utili. Non viene però utilizzata nell'alimentazione umana, ma solo in quella animale.
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Nessun bosco di conifere è completo senza i suoi gruppi di rapaci notturni, in particolare di civette. La più piccola civetta reperibile in queste foreste è la civetta nana euroasiatica, che ha l'abitudine di formare un legame di coppia permanente. Nidifica nelle cavità abbandonate dal picchio verde e, mentre la femmina cova le uova, il maschio è in giro a caccia di roditori e di uccellini per nutrirla. La femmina pulisce il nido gettando via escrementi e avanzi del cibo che si ammucchiano ai piedi dell'albero segnalando la presenza della coppia. Le civette nane sono abili nel canto e gli uccellini di cui vanno a caccia si radunano assieme, non appena sentono il suo richiamo, per assalirla e allontanarla. Nei boschi di conifere vivono sempre rapaci notturni, il più piccolo dei quali è la civetta nana euroasiatica. Essa forma una coppia permanente e fa il nido nelle cavità degli alberi. Il maschio procura il cibo e la femmina cura la pulizia. Gli uccellini che la civetta caccia quando ne sentono il canto si radunano per difendersi attaccandola.
Nessun bosco di conifere è completo senza i suoi gruppi di rapaci notturni, in particolare di civette. La più piccola civetta reperibile in queste foreste è la civetta nana euroasiatica, che ha l'abitudine di formare un legame di coppia permanente. Nidifica nelle cavità abbandonate dal picchio verde e, mentre la femmina cova le uova, il maschio è in giro a caccia di roditori e di uccellini per nutrirla. La femmina pulisce il nido gettando via escrementi e avanzi del cibo che si ammucchiano ai piedi dell'albero segnalando la presenza della coppia. Le civette nane sono abili nel canto e gli uccellini di cui vanno a caccia si radunano assieme, non appena sentono il suo richiamo, per assalirla e allontanarla. Nei boschi di conifere vivono sempre rapaci notturni, il più piccolo dei quali è la civetta nana euroasiatica. Essa forma una coppia permanente e fa il nido nelle cavità degli alberi. Il maschio procura il cibo e la femmina cura la pulizia. Gli uccellini che la civetta caccia quando ne sentono il canto si radunano per difendersi attaccandola.
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Nessuno di noi vuol morire, ma la morte è con noi a prescindere dalla nostra volontà; purtroppo non abbiamo ancora scoperto come evitarla. Tutte le cose viventi cominciano a morire appena nate: nessuno può sfuggire a questa legge inesorabile, anzi si potrebbe dire che l'inesorabilità della morte è una particolarità della vita stessa. Comunque, possiamo ancora sperare di riuscire a trovare la ricetta per l'immortalità, come hanno cercato di fare gli alchimisti del passato, con risultati purtroppo inferiori agli sforzi profusi. Per i viventi, l'inesorabilità della morte è una legge di natura, che prescinde dalla volontà. Ogni essere vivente inizia a morire non appena nasce. Al massimo può restare la speranza di trovare la ricetta per l'immortalità, cercata senza successo dagli alchimisti del passato.
Nessuno di noi vuol morire, ma la morte è con noi a prescindere dalla nostra volontà; purtroppo non abbiamo ancora scoperto come evitarla. Tutte le cose viventi cominciano a morire appena nate: nessuno può sfuggire a questa legge inesorabile, anzi si potrebbe dire che l'inesorabilità della morte è una particolarità della vita stessa. Comunque, possiamo ancora sperare di riuscire a trovare la ricetta per l'immortalità, come hanno cercato di fare gli alchimisti del passato, con risultati purtroppo inferiori agli sforzi profusi. Per i viventi, l'inesorabilità della morte è una legge di natura, che prescinde dalla volontà. Ogni essere vivente inizia a morire non appena nasce. Al massimo può restare la speranza di trovare la ricetta per l'immortalità, cercata senza successo dagli alchimisti del passato.
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Noi non riusciamo ad acquisire che una conoscenza molto parziale degli eventi che effettivamente eserciteranno un influsso sul corso della nostra vita e sul nostro destino. Vi sono innumerevoli altri eventi - se così possiamo chiamarli - che a noi si accostano e tuttavia svaniscono, senza produrre alcun risultato concreto o senza neppure rivelare la loro presenza, con un raggio o un'ombra che cada sulla nostra mente. Se mai potessimo conoscere tutte le vicissitudini della nostra sorte, la vita sarebbe troppo gravida di speranze e timori, di esaltazioni e delusioni per concederci un'ora sola di serenità. Riusciamo ad avere una conoscenza solo molto parziale degli eventi che influenzeranno la nostra vita, mentre moltissimi altri ci passano accanto senza produrre alcun effetto. Se potessimo conoscere tutti gli eventi del nostro destino, la nostra vita sarebbe troppo carica di speranze e delusioni, timori ed esaltazioni, per riuscire a vivere tranquillamente.
Noi non riusciamo ad acquisire che una conoscenza molto parziale degli eventi che effettivamente eserciteranno un influsso sul corso della nostra vita e sul nostro destino. Vi sono innumerevoli altri eventi - se così possiamo chiamarli - che a noi si accostano e tuttavia svaniscono, senza produrre alcun risultato concreto o senza neppure rivelare la loro presenza, con un raggio o un'ombra che cada sulla nostra mente. Se mai potessimo conoscere tutte le vicissitudini della nostra sorte, la vita sarebbe troppo gravida di speranze e timori, di esaltazioni e delusioni per concederci un'ora sola di serenità. Riusciamo ad avere una conoscenza solo molto parziale degli eventi che influenzeranno la nostra vita, mentre moltissimi altri ci passano accanto senza produrre alcun effetto. Se potessimo conoscere tutti gli eventi del nostro destino, la nostra vita sarebbe troppo carica di speranze e delusioni, timori ed esaltazioni, per riuscire a vivere tranquillamente.
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Noi parliamo di "istinto" quando un'azione coordinata a uno scopo viene eseguita senza che colui che la esegue ne sappia il perché; quando si ripresentano certe circostanze, si mette in azione dentro di noi un meccanismo e noi operiamo come se un intelletto a noi estraneo presiedesse alla nostra azione. Noi parliamo anche di "conoscenza istintiva" quando riusciamo a dare un giudizio senza saperne il come. In fondo, non c'è azione o conoscenza scevra dall'istinto, giacché una parte del processo cade sempre nell'incosciente; vi sono però sempre differenze graduali. Quanto più la coscienza dell'individuo prende parte alla conoscenza e all'azione, tanto più l'individuo è evoluto, tanto più egli è individualizzato, differenziato. Nessun processo di azione o di conoscenza è totalmente slegato dall'istinto, ma un individuo è evoluto, e quindi individualizzato e differenziato, in modo direttamente proporzionale a quanto la sua coscienza prende il sopravvento sulla parte istintiva. Si definisce istintiva un'azione che si esegue senza saperne il perché, come se non si fosse noi stessi a metterla in atto. Si parla invece di "conoscenza istintiva" quando diamo un giudizio senza saperne il come.
Noi parliamo di "istinto" quando un'azione coordinata a uno scopo viene eseguita senza che colui che la esegue ne sappia il perché; quando si ripresentano certe circostanze, si mette in azione dentro di noi un meccanismo e noi operiamo come se un intelletto a noi estraneo presiedesse alla nostra azione. Noi parliamo anche di "conoscenza istintiva" quando riusciamo a dare un giudizio senza saperne il come. In fondo, non c'è azione o conoscenza scevra dall'istinto, giacché una parte del processo cade sempre nell'incosciente; vi sono però sempre differenze graduali. Quanto più la coscienza dell'individuo prende parte alla conoscenza e all'azione, tanto più l'individuo è evoluto, tanto più egli è individualizzato, differenziato. Nessun processo di azione o di conoscenza è totalmente slegato dall'istinto, ma un individuo è evoluto, e quindi individualizzato e differenziato, in modo direttamente proporzionale a quanto la sua coscienza prende il sopravvento sulla parte istintiva. Si definisce istintiva un'azione che si esegue senza saperne il perché, come se non si fosse noi stessi a metterla in atto. Si parla invece di "conoscenza istintiva" quando diamo un giudizio senza saperne il come.
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Non è da un secolo che nel mondo civilizzato si svolge, senza che sia stato subito avvertito, un processo di perdita di concentrazione e di altezza spirituale, di dispersione, di spreco irrimediabile di valori spirituali. Nel XIX secolo in pochi lo hanno notato. L'intero XX secolo, invece, tanto riuscito nella tecnica, ma psicologicamente precipitoso, per varie vie ha lavorato a svilire la cultura. È da ben oltre un secolo che il mondo civilizzato è colpito da un processo di perdita, di dispersione e di spreco di valori spirituali. Nell'Ottocento solo pochi se ne sono resi conto; per tutto il secolo successivo invece si è attuato in vari modi uno svilimento della cultura.
Non è da un secolo che nel mondo civilizzato si svolge, senza che sia stato subito avvertito, un processo di perdita di concentrazione e di altezza spirituale, di dispersione, di spreco irrimediabile di valori spirituali. Nel XIX secolo in pochi lo hanno notato. L'intero XX secolo, invece, tanto riuscito nella tecnica, ma psicologicamente precipitoso, per varie vie ha lavorato a svilire la cultura. È da ben oltre un secolo che il mondo civilizzato è colpito da un processo di perdita, di dispersione e di spreco di valori spirituali. Nell'Ottocento solo pochi se ne sono resi conto; per tutto il secolo successivo invece si è attuato in vari modi uno svilimento della cultura.
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Non è facile spiegare che cosa sia deficienza mentale. Si potrebbe dire: è ciò che sta fra l'imbecillità e lo stato normale, tuttavia la difficoltà sta per l'appunto nel delimitare la deficienza mentale dallo stato normale. Per designare quest'ultimo non abbiamo un'unica parola appropriata. Nella vita comune sono in uso i termini contrapposti "intelligente" e "stupido". Intelligente è colui che è capace di ben discernere; allo stupido, invece, fa difetto la facoltà della critica. In pratica non si dovrebbe fare una differenza essenziale fra la stupidità e le forme leggere di deficienza mentale. Non si obietti che la stupidità può rientrare nel normale mentre la deficienza mentale rientra già tra le forme di malattia, poiché questa contrapposizione di termini è usata volgarmente mal a proposito. Va fatta una distinzione tra deficienza mentale, stupidità e intelligenza. Intelligente è colui che sa ben discernere, stupido colui che non ha facoltà di critica. Per quanto riguarda la deficienza mentale, la definizione è più difficile, perché non è semplice il confine tra questa e lo stato normale. Comunemente si usa contrapporre a sproposito stupidità e deficienza mentale dicendo che la prima rientra nel normale mentre la seconda è una malattia. Si può invece dire che non c'è gran differenza tra stupidità e forme leggere di deficienza mentale.
Non è facile spiegare che cosa sia deficienza mentale. Si potrebbe dire: è ciò che sta fra l'imbecillità e lo stato normale, tuttavia la difficoltà sta per l'appunto nel delimitare la deficienza mentale dallo stato normale. Per designare quest'ultimo non abbiamo un'unica parola appropriata. Nella vita comune sono in uso i termini contrapposti "intelligente" e "stupido". Intelligente è colui che è capace di ben discernere; allo stupido, invece, fa difetto la facoltà della critica. In pratica non si dovrebbe fare una differenza essenziale fra la stupidità e le forme leggere di deficienza mentale. Non si obietti che la stupidità può rientrare nel normale mentre la deficienza mentale rientra già tra le forme di malattia, poiché questa contrapposizione di termini è usata volgarmente mal a proposito. Va fatta una distinzione tra deficienza mentale, stupidità e intelligenza. Intelligente è colui che sa ben discernere, stupido colui che non ha facoltà di critica. Per quanto riguarda la deficienza mentale, la definizione è più difficile, perché non è semplice il confine tra questa e lo stato normale. Comunemente si usa contrapporre a sproposito stupidità e deficienza mentale dicendo che la prima rientra nel normale mentre la seconda è una malattia. Si può invece dire che non c'è gran differenza tra stupidità e forme leggere di deficienza mentale.
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Non c'è peggior modo di salutare che dire "salve", parola che, di per sé fredda e sgraziata, viene quasi sempre gettata, più che detta, con svogliatezza e noncuranza: il "salve" esclude ogni possibile amabilità ed è significativo che sia diventato, dopo il "ciao", il saluto italiano più diffuso. Il "salve" degli ambienti giovanili e di lavoro sottintende repulsione per la socialità, l'indisponibilità al dialogo e all'amicizia, avvertendo: c'è un muro, ci vai a sbattere. Meglio ritrarsi. È significativo che "salve", parola priva di grazia e di calore, sia il saluto italiano più diffuso dopo il "ciao". Dire "salve" è il modo peggiore di salutare perché scoraggia ogni contatto amichevole; viene buttato lì senza cura per erigere una barriera, per segnalare ostilità al dialogo.
Non c'è peggior modo di salutare che dire "salve", parola che, di per sé fredda e sgraziata, viene quasi sempre gettata, più che detta, con svogliatezza e noncuranza: il "salve" esclude ogni possibile amabilità ed è significativo che sia diventato, dopo il "ciao", il saluto italiano più diffuso. Il "salve" degli ambienti giovanili e di lavoro sottintende repulsione per la socialità, l'indisponibilità al dialogo e all'amicizia, avvertendo: c'è un muro, ci vai a sbattere. Meglio ritrarsi. È significativo che "salve", parola priva di grazia e di calore, sia il saluto italiano più diffuso dopo il "ciao". Dire "salve" è il modo peggiore di salutare perché scoraggia ogni contatto amichevole; viene buttato lì senza cura per erigere una barriera, per segnalare ostilità al dialogo.
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Non esiste assolutamente nulla di cui gli autori, i poeti, non cantino e non dicano. In questo senso le poesie, contrariamente alla maggioranza delle prose, sono onnivore. In generale si distinguono inoltre per la brevità; le poesie in dimensione di romanzo sono piuttosto un'eccezione. Ne conseguono ridotti tempi di lettura. Contrariamente alla maggior parte delle prose, le poesie fanno proprio ogni argomento: non esiste nulla di cui i poeti non cantino. Generalmente una caratteristica delle poesie è la brevità, perciò i tempi di lettura sono ridotti.
Non esiste assolutamente nulla di cui gli autori, i poeti, non cantino e non dicano. In questo senso le poesie, contrariamente alla maggioranza delle prose, sono onnivore. In generale si distinguono inoltre per la brevità; le poesie in dimensione di romanzo sono piuttosto un'eccezione. Ne conseguono ridotti tempi di lettura. Contrariamente alla maggior parte delle prose, le poesie fanno proprio ogni argomento: non esiste nulla di cui i poeti non cantino. Generalmente una caratteristica delle poesie è la brevità, perciò i tempi di lettura sono ridotti.
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Non esistono scelte politiche neutre. Ogni scelta in campo sociale, economico, tecnologico, ambientale, distribuisce in modo diverso vantaggi e svantaggi. Credere in un governo di tecnici che organizzi al meglio per tutti lo sviluppo economico o sociale della società richiede una fiducia nel soprannaturale. Ogni scelta in campo sociale, economico, tecnologico e ambientale distribuisce in modo diverso vantaggi e svantaggi. Credere che un governo di tecnici possa portare benefici economici o sociali a tutti e al meglio è credere al soprannaturale.
Non esistono scelte politiche neutre. Ogni scelta in campo sociale, economico, tecnologico, ambientale, distribuisce in modo diverso vantaggi e svantaggi. Credere in un governo di tecnici che organizzi al meglio per tutti lo sviluppo economico o sociale della società richiede una fiducia nel soprannaturale. Ogni scelta in campo sociale, economico, tecnologico e ambientale distribuisce in modo diverso vantaggi e svantaggi. Credere che un governo di tecnici possa portare benefici economici o sociali a tutti e al meglio è credere al soprannaturale.
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Non punte di lance, ma strumenti e utensili per la vita di ogni giorno: questa la funzione delle migliaia di punte di ossidiana presenti sull'isola di Pasqua, che ne riscrivono la storia. La civiltà Rapa Nui non sarebbe dunque stata sconvolta da guerre scatenate dalla mancanza di cibo, come finora creduto, ma avrebbe vissuto bene fino all'arrivo degli europei. Lo sostengono i ricercatori della Binghamton University di New York. Le migliaia di punte di ossidiana ritrovate sull'isola di Pasqua non sarebbero armi, bensì strumenti di uso quotidiano. La civiltà Rapa Nui dunque non si è estinta a causa di guerre scatenate dalla carenza di cibo, come si pensava finora, ma era ancora fiorente all'arrivo degli europei. Questa la teoria di alcuni ricercatori della Binghamton University.
Non punte di lance, ma strumenti e utensili per la vita di ogni giorno: questa la funzione delle migliaia di punte di ossidiana presenti sull'isola di Pasqua, che ne riscrivono la storia. La civiltà Rapa Nui non sarebbe dunque stata sconvolta da guerre scatenate dalla mancanza di cibo, come finora creduto, ma avrebbe vissuto bene fino all'arrivo degli europei. Lo sostengono i ricercatori della Binghamton University di New York. Le migliaia di punte di ossidiana ritrovate sull'isola di Pasqua non sarebbero armi, bensì strumenti di uso quotidiano. La civiltà Rapa Nui dunque non si è estinta a causa di guerre scatenate dalla carenza di cibo, come si pensava finora, ma era ancora fiorente all'arrivo degli europei. Questa la teoria di alcuni ricercatori della Binghamton University.
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Non sempre gli scrittori riescono a conservare il distacco dalla propria opera né tutto fila liscio nella trasposizione cinematografica: un esempio notevole è il film "Shining" di Stanley Kubrick. Chi non ricorda la magistrale interpretazione di Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance? Eppure Stephen King è stato del tutto in disaccordo con la lettura del suo best-seller da parte del regista, che aveva sottolineato l'aspetto soprannaturale come causa della paranoia omicida, mentre l'autore la attribuisce all'alcolismo del protagonista. A tal punto discorde da averne concesso un adattamento televisivo durante il quale appare con gran gusto, come d'altronde accade spesso nei film tratti dai suoi romanzi. Stephen King, autore di "Shining", è un esempio di come per uno scrittore sia difficile mantenere il distacco dalla propria opera quando ne è fatta una trasposizione cinematografica: nonostante la grande interpretazione di Jack Nicholson, che interpretava Jack Torrance nel film di Kubrick, King non fu d'accordo con la lettura del regista secondo cui la paranoia omicida del protagonista era causata da aspetti soprannaturali. Per lo scrittore era infatti dovuta all'alcolismo. Fu tanto il disaccordo dell'autore che concesse poi di farne un adattamento televisivo a cui, invece, partecipò.
Non sempre gli scrittori riescono a conservare il distacco dalla propria opera né tutto fila liscio nella trasposizione cinematografica: un esempio notevole è il film "Shining" di Stanley Kubrick. Chi non ricorda la magistrale interpretazione di Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance? Eppure Stephen King è stato del tutto in disaccordo con la lettura del suo best-seller da parte del regista, che aveva sottolineato l'aspetto soprannaturale come causa della paranoia omicida, mentre l'autore la attribuisce all'alcolismo del protagonista. A tal punto discorde da averne concesso un adattamento televisivo durante il quale appare con gran gusto, come d'altronde accade spesso nei film tratti dai suoi romanzi. Stephen King, autore di "Shining", è un esempio di come per uno scrittore sia difficile mantenere il distacco dalla propria opera quando ne è fatta una trasposizione cinematografica: nonostante la grande interpretazione di Jack Nicholson, che interpretava Jack Torrance nel film di Kubrick, King non fu d'accordo con la lettura del regista secondo cui la paranoia omicida del protagonista era causata da aspetti soprannaturali. Per lo scrittore era infatti dovuta all'alcolismo. Fu tanto il disaccordo dell'autore che concesse poi di farne un adattamento televisivo a cui, invece, partecipò.
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Non s'era mai vista una creatura più allegra di lui. Tutto ciò che vedeva intorno lo interessava e lo animava gioiosamente. Mirava esilarato i fili della pioggia fuori della finestra, come fossero coriandoli e stelle filanti multicolori. E se, come accade, la luce solare, arrivando indiretta al soffitto, vi portava, riflesso in ombre, il movimento mattiniero della strada, lui ci si appassionava senza stancarsene: come assistesse a uno spettacolo straordinario di giocolieri cinesi che si dava apposta per lui. Era una creatura estremamente allegra e osservava con entusiasmo le gocce di pioggia scorrere sui vetri della finestra e le ombre di chi si muoveva nella strada proiettate sul soffitto.
Non s'era mai vista una creatura più allegra di lui. Tutto ciò che vedeva intorno lo interessava e lo animava gioiosamente. Mirava esilarato i fili della pioggia fuori della finestra, come fossero coriandoli e stelle filanti multicolori. E se, come accade, la luce solare, arrivando indiretta al soffitto, vi portava, riflesso in ombre, il movimento mattiniero della strada, lui ci si appassionava senza stancarsene: come assistesse a uno spettacolo straordinario di giocolieri cinesi che si dava apposta per lui. Era una creatura estremamente allegra e osservava con entusiasmo le gocce di pioggia scorrere sui vetri della finestra e le ombre di chi si muoveva nella strada proiettate sul soffitto.
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Non si hanno esplicite testimonianze, in epoca storica o anche preistorica, di un uso del sistema binario da parte di popoli antichi. Si può supporre che ne costituisca una esile traccia la presenza del "duale" in alcune lingue, come ad esempio il greco antico. Il "duale" è il numero che si contrappone al singolare e al plurale e che si riferisce a un'azione compiuta da una coppia di persone o cose. Nasce dalla presenza in natura di coppie di elementi (due orecchi, due occhi, due braccia, due gemelli, maschio e femmina ecc.). Non ci sono vere prove che i popoli antichi abbiano utilizzato il sistema binario, anche se si potrebbe pensare che una sia l'esistenza del "duale" in alcune lingue, come il greco antico. Il duale è un numero di persona, distinto dal singolare e dal plurale, impiegato per designare le azioni compiute da coppie di entità, come per esempio gli occhi o le braccia.
Non si hanno esplicite testimonianze, in epoca storica o anche preistorica, di un uso del sistema binario da parte di popoli antichi. Si può supporre che ne costituisca una esile traccia la presenza del "duale" in alcune lingue, come ad esempio il greco antico. Il "duale" è il numero che si contrappone al singolare e al plurale e che si riferisce a un'azione compiuta da una coppia di persone o cose. Nasce dalla presenza in natura di coppie di elementi (due orecchi, due occhi, due braccia, due gemelli, maschio e femmina ecc.). Non ci sono vere prove che i popoli antichi abbiano utilizzato il sistema binario, anche se si potrebbe pensare che una sia l'esistenza del "duale" in alcune lingue, come il greco antico. Il duale è un numero di persona, distinto dal singolare e dal plurale, impiegato per designare le azioni compiute da coppie di entità, come per esempio gli occhi o le braccia.
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Non si intende più la socializzazione come un processo unilaterale in cui l'adulto onnipotente modella a suo piacimento bambini passivi, ma come un processo fondato sulla natura specifica della relazione fra adulto e bambino. Ciò vale anche per i neonati che sono in grado, entro certi limiti, di controllare il tipo, la quantità e il ritmo degli stimoli provenienti dai loro interlocutori. La socializzazione dei bambini viene ora intesa come un processo legato alla natura della loro relazione con l'adulto, non solo come un modellamento passivo del bambino da parte dell'adulto. Addirittura i neonati possono in parte controllare gli stimoli provenienti dai loro interlocutori.
Non si intende più la socializzazione come un processo unilaterale in cui l'adulto onnipotente modella a suo piacimento bambini passivi, ma come un processo fondato sulla natura specifica della relazione fra adulto e bambino. Ciò vale anche per i neonati che sono in grado, entro certi limiti, di controllare il tipo, la quantità e il ritmo degli stimoli provenienti dai loro interlocutori. La socializzazione dei bambini viene ora intesa come un processo legato alla natura della loro relazione con l'adulto, non solo come un modellamento passivo del bambino da parte dell'adulto. Addirittura i neonati possono in parte controllare gli stimoli provenienti dai loro interlocutori.
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Non solo le maree: la Luna è capace di stregare anche la pioggia. La forza di gravità del nostro satellite fa infatti sentire i suoi effetti non solo provocando "oscillazioni" dei livelli dei mari, ma anche influenzando la quantità di pioggia. A rilevare per la prima volta questo effetto, una variazione quasi impercettibile dell'1%, è uno studio realizzato dall'Università di Washington. Uno studio dell'Università di Washington ha scoperto che la Luna, con la sua forza di gravità, è in grado di influenzare non solo le maree, ma anche la quantità delle precipitazioni piovose, seppure si tratti di una variazione minima, di un punto percentuale.
Non solo le maree: la Luna è capace di stregare anche la pioggia. La forza di gravità del nostro satellite fa infatti sentire i suoi effetti non solo provocando "oscillazioni" dei livelli dei mari, ma anche influenzando la quantità di pioggia. A rilevare per la prima volta questo effetto, una variazione quasi impercettibile dell'1%, è uno studio realizzato dall'Università di Washington. Uno studio dell'Università di Washington ha scoperto che la Luna, con la sua forza di gravità, è in grado di influenzare non solo le maree, ma anche la quantità delle precipitazioni piovose, seppure si tratti di una variazione minima, di un punto percentuale.
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Non vi è nessun sistema politico giusto in senso assoluto. Il valore di un sistema politico va giudicato dal modo di promuovere e valorizzare al massimo le forze della Nazione. Ma assolutamente errato è ogni sistema che soffochi le iniziative creatrici e annienti quelle qualità, che al posto giusto potrebbero divenire storicamente importanti, e che impedisca di compiere azioni necessarie, perché certi circoli ne sono irritati. Un sistema politico non è mai giusto in sé. È giusto quando valorizza le qualità della nazione ed è sbagliato quando le soffoca e quando impedisce di fare ciò che è necessario.
Non vi è nessun sistema politico giusto in senso assoluto. Il valore di un sistema politico va giudicato dal modo di promuovere e valorizzare al massimo le forze della Nazione. Ma assolutamente errato è ogni sistema che soffochi le iniziative creatrici e annienti quelle qualità, che al posto giusto potrebbero divenire storicamente importanti, e che impedisca di compiere azioni necessarie, perché certi circoli ne sono irritati. Un sistema politico non è mai giusto in sé. È giusto quando valorizza le qualità della nazione ed è sbagliato quando le soffoca e quando impedisce di fare ciò che è necessario.
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Non vi è sistema più sicuro per avere delusioni che porsi obiettivi impossibili, non c'è critica più ingiusta quindi di quella che si fonda sull'attribuire obiettivi che nessuno si era posto. Per il semplice motivo che nessuno li voleva e nessuno potrebbe mai conseguirli. È ingiusta la critica derivante dall'assegnazione di mete fuori dalla portata delle proprie capacità, poiché per definizione non è possibile perseguire obiettivi impossibili. Perciò nessuno se li pone e, quando succede, ne derivano sicuramente delusioni.
Non vi è sistema più sicuro per avere delusioni che porsi obiettivi impossibili, non c'è critica più ingiusta quindi di quella che si fonda sull'attribuire obiettivi che nessuno si era posto. Per il semplice motivo che nessuno li voleva e nessuno potrebbe mai conseguirli. È ingiusta la critica derivante dall'assegnazione di mete fuori dalla portata delle proprie capacità, poiché per definizione non è possibile perseguire obiettivi impossibili. Perciò nessuno se li pone e, quando succede, ne derivano sicuramente delusioni.
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Nonostante la crisi economico-finanziaria che prosegue dal 2008 si continua a investire sui dispositivi di sicurezza, a detrimento di altri settori della vita sociale, come il welfare e i servizi di pubblica utilità. Se l'ossessione securitaria proseguirà, si accentuerà la polarizzazione tra grandi masse di persone soggette a insicurezze e disordini crescenti e minoranze potenti e protette in enclave ben difese. La crisi economico- finanziaria che prosegue dal 2008 ha insegnato poco: si continua a investire in sicurezza invece che nel welfare e nei servizi di pubblica utilità. Continuando così, l'umanità si dividerà tra una maggioranza di persone soggette a insicurezze e disordini crescenti ed élite protette in luoghi ben difesi.
Nonostante la crisi economico-finanziaria che prosegue dal 2008 si continua a investire sui dispositivi di sicurezza, a detrimento di altri settori della vita sociale, come il welfare e i servizi di pubblica utilità. Se l'ossessione securitaria proseguirà, si accentuerà la polarizzazione tra grandi masse di persone soggette a insicurezze e disordini crescenti e minoranze potenti e protette in enclave ben difese. La crisi economico- finanziaria che prosegue dal 2008 ha insegnato poco: si continua a investire in sicurezza invece che nel welfare e nei servizi di pubblica utilità. Continuando così, l'umanità si dividerà tra una maggioranza di persone soggette a insicurezze e disordini crescenti ed élite protette in luoghi ben difesi.
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Nonostante la tecnologia stia facendo passi da gigante in tutti i campi, tutti i sistemi di trasduzione esistenti sono caratterizzati, oltre che da una bassissima efficienza, dal doversi scontrare con un principio fisico che sostiene come, al ridursi della frequenza, il mantenimento di una pressione sonora costante comporta lo spostamento di masse d'aria sempre maggiori. I notevoli progressi della tecnologia non consentono ai sistemi di trasduzione esistenti, caratterizzati da una bassissima efficienza, di sottrarsi alle conseguenze del principio fisico per cui, al ridursi della frequenza, mantenere una pressione sonora costante comporta lo spostamento di masse d'aria sempre maggiori.
Nonostante la tecnologia stia facendo passi da gigante in tutti i campi, tutti i sistemi di trasduzione esistenti sono caratterizzati, oltre che da una bassissima efficienza, dal doversi scontrare con un principio fisico che sostiene come, al ridursi della frequenza, il mantenimento di una pressione sonora costante comporta lo spostamento di masse d'aria sempre maggiori. I notevoli progressi della tecnologia non consentono ai sistemi di trasduzione esistenti, caratterizzati da una bassissima efficienza, di sottrarsi alle conseguenze del principio fisico per cui, al ridursi della frequenza, mantenere una pressione sonora costante comporta lo spostamento di masse d'aria sempre maggiori.
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Nonostante sia 2.547 metri più bassa di quella dell'Everest, il punto più lontano dal centro della Terra è la cima del monte Chimborazo (6.310 metri), in Ecuador. Ciò è dovuto allo schiacciamento del nostro pianeta in corrispondenza dei poli a causa della rotazione terrestre. La sommità di questo vulcano, che è anche la montagna più alta delle Ande ecuadoriane, dista infatti 6.384,4 chilometri dal centro della Terra, 2,1 chilometri in più della vetta himalayana. I primi a conquistare la cima del Chimborazo, nel 1880, furono Edward Whymper e i fratelli italiani Louis e Jean- Antoine Carrel. La cima del monte Chimborazo (6.310 metri), il più alto delle Ande ecuadoriane, è il punto più lontano dal centro della Terra. La sommità di questo vulcano dista infatti 6.384,4 chilometri dal centro della Terra e i primi a conquistarne la vetta furono Edward Whymper e i fratelli Louis e Jean-Antoine Carrel.
Nonostante sia 2.547 metri più bassa di quella dell'Everest, il punto più lontano dal centro della Terra è la cima del monte Chimborazo (6.310 metri), in Ecuador. Ciò è dovuto allo schiacciamento del nostro pianeta in corrispondenza dei poli a causa della rotazione terrestre. La sommità di questo vulcano, che è anche la montagna più alta delle Ande ecuadoriane, dista infatti 6.384,4 chilometri dal centro della Terra, 2,1 chilometri in più della vetta himalayana. I primi a conquistare la cima del Chimborazo, nel 1880, furono Edward Whymper e i fratelli italiani Louis e Jean- Antoine Carrel. La cima del monte Chimborazo (6.310 metri), il più alto delle Ande ecuadoriane, è il punto più lontano dal centro della Terra. La sommità di questo vulcano dista infatti 6.384,4 chilometri dal centro della Terra e i primi a conquistarne la vetta furono Edward Whymper e i fratelli Louis e Jean-Antoine Carrel.
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Oggi i body scanner non compaiono nella lista di apparecchiature che gli aeroporti europei possono utilizzare per garantire la sicurezza dell'aviazione. Ma in Germania, Italia, Francia e Finlandia gli scanner sono attualmente in fase di test, mentre l'Inghilterra e l'Olanda li hanno già introdotti (sempre come test) negli scali più importanti, come Heathrow (Londra), dove la tecnologia prescelta si basa sui raggi X. Per garantire la sicurezza dell'aviazione negli aeroporti europei non si possono ancora utilizzare i body scanner. In alcuni Paesi però, per esempio in Germania, Italia e Francia, sono utilizzati in fase di test. A Londra la tecnologia scelta, sempre come test, si basa sui raggi X.
Oggi i body scanner non compaiono nella lista di apparecchiature che gli aeroporti europei possono utilizzare per garantire la sicurezza dell'aviazione. Ma in Germania, Italia, Francia e Finlandia gli scanner sono attualmente in fase di test, mentre l'Inghilterra e l'Olanda li hanno già introdotti (sempre come test) negli scali più importanti, come Heathrow (Londra), dove la tecnologia prescelta si basa sui raggi X. Per garantire la sicurezza dell'aviazione negli aeroporti europei non si possono ancora utilizzare i body scanner. In alcuni Paesi però, per esempio in Germania, Italia e Francia, sono utilizzati in fase di test. A Londra la tecnologia scelta, sempre come test, si basa sui raggi X.
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Oggi la tv in 3D ha fatto quel salto di qualità che la rende un acquisto sensato per chi vuole condire l'intrattenimento casalingo di effetti speciali. I produttori da una parte hanno corretto il tiro sistemando ciò che non andava, dall'altra hanno capito che la terza dimensione non è l'unico motivo dell'acquisto, ma solo uno dei tanti che giustifica una spesa tanto importante. Così hanno infarcito le loro proposte di applicazioni, giochi, opzioni per le videochiamate, processori degni di un computer, con tanto di hard disk di bordo per registrare i programmi. Per rendere accattivante l'acquisto di un televisore a 3D, e giustificare l'alto costo, i produttori hanno apportato miglioramenti tecnologici e hanno aggiunto altre funzioni e processori degni di un computer.
Oggi la tv in 3D ha fatto quel salto di qualità che la rende un acquisto sensato per chi vuole condire l'intrattenimento casalingo di effetti speciali. I produttori da una parte hanno corretto il tiro sistemando ciò che non andava, dall'altra hanno capito che la terza dimensione non è l'unico motivo dell'acquisto, ma solo uno dei tanti che giustifica una spesa tanto importante. Così hanno infarcito le loro proposte di applicazioni, giochi, opzioni per le videochiamate, processori degni di un computer, con tanto di hard disk di bordo per registrare i programmi. Per rendere accattivante l'acquisto di un televisore a 3D, e giustificare l'alto costo, i produttori hanno apportato miglioramenti tecnologici e hanno aggiunto altre funzioni e processori degni di un computer.
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Ogni anno nel mondo l'inquinamento dell'aria uccide sette milioni di persone. Secondo un nuovo rapporto pubblicato il 25 marzo dall'Organizzazione mondiale della sanità, l'inquinamento atmosferico è ormai il principale rischio ambientale per la salute, e viene associato a un decesso ogni otto. Le regioni più colpite sono il Sudest asiatico e il Pacifico occidentale, con 5,9 milioni di decessi. In oltre metà dei casi la causa sono i fumi prodotti dai fornelli e dalle stufe di casa. L'Oms ha stimato che, nel 2012, 4,3 milioni di persone sono morte per gli inquinanti presenti nell'aria degli ambienti domestici, e 3,7 milioni per la contaminazione dell'aria esterna (e di questi, circa il 90 per cento viveva in paesi in via di sviluppo). Secondo un recente rapporto dell'Oms, l'inquinamento atmosferico è, tra tutti i fattori ambientali, quello più dannoso per la salute dell'uomo. Le zone più colpite si trovano nel Sudest Asiatico e nel Pacifico occidentale e, nella maggior parte dei casi, gli inquinanti sono prodotti da fornelli e stufe presenti negli ambienti domestici.
Ogni anno nel mondo l'inquinamento dell'aria uccide sette milioni di persone. Secondo un nuovo rapporto pubblicato il 25 marzo dall'Organizzazione mondiale della sanità, l'inquinamento atmosferico è ormai il principale rischio ambientale per la salute, e viene associato a un decesso ogni otto. Le regioni più colpite sono il Sudest asiatico e il Pacifico occidentale, con 5,9 milioni di decessi. In oltre metà dei casi la causa sono i fumi prodotti dai fornelli e dalle stufe di casa. L'Oms ha stimato che, nel 2012, 4,3 milioni di persone sono morte per gli inquinanti presenti nell'aria degli ambienti domestici, e 3,7 milioni per la contaminazione dell'aria esterna (e di questi, circa il 90 per cento viveva in paesi in via di sviluppo). Secondo un recente rapporto dell'Oms, l'inquinamento atmosferico è, tra tutti i fattori ambientali, quello più dannoso per la salute dell'uomo. Le zone più colpite si trovano nel Sudest Asiatico e nel Pacifico occidentale e, nella maggior parte dei casi, gli inquinanti sono prodotti da fornelli e stufe presenti negli ambienti domestici.
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Oltre a Norvegia e Scozia, tra i maggiori produttori al mondo di salmone c'è anche il Cile. Questi tre Paesi riforniscono soprattutto Giappone, nord America e Unione Europea. E sono proprio i consumatori del vecchio continente che più di tutti apprezzano il salmone affumicato, più ancora di quello fresco. Comodo da preparare (basta aprire la confezione ed è pronto) e di sicura "presenza scenica" a tavola, è perfetto per fare bella figura con gli ospiti senza troppa fatica. Ma non è tutto oro quello che luccica. Il salmone affumicato è pur sempre crudo e il rischio di contaminazione batterica è molto elevato. I maggiori produttori al mondo di salmone sono Norvegia, Scozia e Cile. Coloro che apprezzano maggiormente il salmone affumicato sono invece gli abitanti del vecchio continente. Si tratta di un prodotto di facile preparazione e di sicura "presenza scenica" a tavola anche se, essendo crudo, presenta un elevato rischio di contaminazione batterica.
Oltre a Norvegia e Scozia, tra i maggiori produttori al mondo di salmone c'è anche il Cile. Questi tre Paesi riforniscono soprattutto Giappone, nord America e Unione Europea. E sono proprio i consumatori del vecchio continente che più di tutti apprezzano il salmone affumicato, più ancora di quello fresco. Comodo da preparare (basta aprire la confezione ed è pronto) e di sicura "presenza scenica" a tavola, è perfetto per fare bella figura con gli ospiti senza troppa fatica. Ma non è tutto oro quello che luccica. Il salmone affumicato è pur sempre crudo e il rischio di contaminazione batterica è molto elevato. I maggiori produttori al mondo di salmone sono Norvegia, Scozia e Cile. Coloro che apprezzano maggiormente il salmone affumicato sono invece gli abitanti del vecchio continente. Si tratta di un prodotto di facile preparazione e di sicura "presenza scenica" a tavola anche se, essendo crudo, presenta un elevato rischio di contaminazione batterica.
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Oltre che nelle rappresentanze collettive, le grandi imprese si fanno sentire con i gruppi di pressione: per esempio le quattro principali società del biotech - Sygenta, Monsanto, Bayer, Pioneer (Dupont) - fanno parte dell'ESA (Associazione Europea delle Sementi) e dell'Associazione europea della bioindustria, che auspicano normative europee più morbide sull'etichettatura dei prodotti Ogm e sulla "convivenza" tra coltivazioni tradizionali e geneticamente modificate. Le grandi imprese si fanno sentire sia nelle rappresentanze collettive, sia con i gruppi di pressione, come, per esempio, l'Associazione Europea delle Sementi e l'Associazione Europea della Bioindustria, di cui fanno parte le principali società del biotech, che hanno il fine di ottenere normative più morbide riguardo l'etichettatura e la coltivazione di prodotti Ogm.
Oltre che nelle rappresentanze collettive, le grandi imprese si fanno sentire con i gruppi di pressione: per esempio le quattro principali società del biotech - Sygenta, Monsanto, Bayer, Pioneer (Dupont) - fanno parte dell'ESA (Associazione Europea delle Sementi) e dell'Associazione europea della bioindustria, che auspicano normative europee più morbide sull'etichettatura dei prodotti Ogm e sulla "convivenza" tra coltivazioni tradizionali e geneticamente modificate. Le grandi imprese si fanno sentire sia nelle rappresentanze collettive, sia con i gruppi di pressione, come, per esempio, l'Associazione Europea delle Sementi e l'Associazione Europea della Bioindustria, di cui fanno parte le principali società del biotech, che hanno il fine di ottenere normative più morbide riguardo l'etichettatura e la coltivazione di prodotti Ogm.
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Originariamente la poesia epica era composta e trasmessa oralmente da aedi e rapsodi. Si trattava di cantastorie girovaghi, che recitavano le proprie o altrui composizioni in occasioni pubbliche, per lo più banchetti, come testimonia l'Odissea di Omero nell'episodio di Ulisse alla corte dei Feaci (canto VIII). Proprio a Omero, la cui figura storica è ancora oggetto di indagine critica, la tradizione fa risalire la raccolta e l'elaborazione del patrimonio orale in lingua greca, attraverso la stesura di due opere, l'Iliade e l'Odissea, entrambe divise (in epoca successiva) in 24 libri. I due poemi, anche se redatti in età più tarda, rievocano valori e l'ambiente della civiltà micenea: il primo narra alcuni episodi dell'ultimo anno di guerra dei Greci, impegnati nell'assedio di Troia (Ilio), e si conclude con il duello tra Achille ed Ettore e la morte di quest'ultimo; il secondo canta, alla fine della guerra di Troia, il lungo viaggio di ritorno di Ulisse (Odisseo) in patria, l'isola di Itaca, e la sua lotta contro i proci che ne avevano invaso la casa. La poesia epica in origine era composta e trasmessa da cantastorie girovaghi che recitavano le composizioni proprie o di altri in occasioni pubbliche. La stesura dell'Iliade e dell'Odissea, che costituiscono un'elaborazione e una raccolta del patrimonio orale in lingua greca, è attribuita a Omero. I due poemi, anche se composti più tardi, sono ambientati in età micenea: l'Iliade tratta alcuni episodi dell'ultimo anno della guerra di Troia; l'Odissea invece racconta il viaggio di ritorno di Ulisse in patria e la sua lotta con i proci.
Originariamente la poesia epica era composta e trasmessa oralmente da aedi e rapsodi. Si trattava di cantastorie girovaghi, che recitavano le proprie o altrui composizioni in occasioni pubbliche, per lo più banchetti, come testimonia l'Odissea di Omero nell'episodio di Ulisse alla corte dei Feaci (canto VIII). Proprio a Omero, la cui figura storica è ancora oggetto di indagine critica, la tradizione fa risalire la raccolta e l'elaborazione del patrimonio orale in lingua greca, attraverso la stesura di due opere, l'Iliade e l'Odissea, entrambe divise (in epoca successiva) in 24 libri. I due poemi, anche se redatti in età più tarda, rievocano valori e l'ambiente della civiltà micenea: il primo narra alcuni episodi dell'ultimo anno di guerra dei Greci, impegnati nell'assedio di Troia (Ilio), e si conclude con il duello tra Achille ed Ettore e la morte di quest'ultimo; il secondo canta, alla fine della guerra di Troia, il lungo viaggio di ritorno di Ulisse (Odisseo) in patria, l'isola di Itaca, e la sua lotta contro i proci che ne avevano invaso la casa. La poesia epica in origine era composta e trasmessa da cantastorie girovaghi che recitavano le composizioni proprie o di altri in occasioni pubbliche. La stesura dell'Iliade e dell'Odissea, che costituiscono un'elaborazione e una raccolta del patrimonio orale in lingua greca, è attribuita a Omero. I due poemi, anche se composti più tardi, sono ambientati in età micenea: l'Iliade tratta alcuni episodi dell'ultimo anno della guerra di Troia; l'Odissea invece racconta il viaggio di ritorno di Ulisse in patria e la sua lotta con i proci.
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Ottenuto per la prima volta in orbita, sulla Stazione Spaziale Internazionale, il quinto stato della materia, distinto da quello liquido, solido, gassoso e dal plasma: è una nuova forma della materia possibile solo a temperature estreme, vicine allo zero assoluto, ed è costituita da super-atomi che si comportano come onde anziché come particelle. È stato possibile ottenerlo grazie all'esperimento Cold Atom Laboratory (Cal) della Nasa, basato su uno strumento delle dimensioni di un frigorifero che può essere azionato anche da Terra, nel quale sono stati utilizzati atomi di rubidio. Tramite un'apparecchiatura comandabile da Terra che usa atomi di rubidio, un laboratorio della Nasa ha ottenuto nello spazio il quinto stato della materia, possibile solo ad una temperatura vicina allo zero assoluto. Diversamente dagli stati della materia conosciuti, nel nuovo stato gli atomi si comportano come onde e non come particelle.
Ottenuto per la prima volta in orbita, sulla Stazione Spaziale Internazionale, il quinto stato della materia, distinto da quello liquido, solido, gassoso e dal plasma: è una nuova forma della materia possibile solo a temperature estreme, vicine allo zero assoluto, ed è costituita da super-atomi che si comportano come onde anziché come particelle. È stato possibile ottenerlo grazie all'esperimento Cold Atom Laboratory (Cal) della Nasa, basato su uno strumento delle dimensioni di un frigorifero che può essere azionato anche da Terra, nel quale sono stati utilizzati atomi di rubidio. Tramite un'apparecchiatura comandabile da Terra che usa atomi di rubidio, un laboratorio della Nasa ha ottenuto nello spazio il quinto stato della materia, possibile solo ad una temperatura vicina allo zero assoluto. Diversamente dagli stati della materia conosciuti, nel nuovo stato gli atomi si comportano come onde e non come particelle.
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Ovidio, durante la sua giovinezza, compose un poemetto dal titolo "Ars amatoria" che si presenta come un trattato scritto per insegnare ai lettori le tecniche dell'amore. Quest'opera è composta da tre libri: il primo insegna agli uomini come conquistare le donne, il secondo come rafforzare l'amore e farlo durare nel tempo, il terzo si rivolge alle donne e insegna loro come rispondere al corteggiamento. Ovidio, da giovane, compose l'"Ars amatoria", un poemetto scritto per insegnare ai lettori le tecniche dell'amore. Il trattato si presenta in tre libri: il primo è rivolto agli uomini, il secondo spiega come rafforzare l'amore e farlo durare nel tempo, il terzo si rivolge alle donne.
Ovidio, durante la sua giovinezza, compose un poemetto dal titolo "Ars amatoria" che si presenta come un trattato scritto per insegnare ai lettori le tecniche dell'amore. Quest'opera è composta da tre libri: il primo insegna agli uomini come conquistare le donne, il secondo come rafforzare l'amore e farlo durare nel tempo, il terzo si rivolge alle donne e insegna loro come rispondere al corteggiamento. Ovidio, da giovane, compose l'"Ars amatoria", un poemetto scritto per insegnare ai lettori le tecniche dell'amore. Il trattato si presenta in tre libri: il primo è rivolto agli uomini, il secondo spiega come rafforzare l'amore e farlo durare nel tempo, il terzo si rivolge alle donne.
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Pagare le tasse dà piacere, che ci crediate o no. Ad affermarlo è Bill Harbaugh, dell'Università dell'Oregon (Usa), che ha condotto uno studio sull'impatto a livello cerebrale dell'esborso di denaro, sia obbligatorio (le tasse, appunto) sia volontario (come la beneficenza). Sorprendente il risultato: quando paghiamo le tasse si "accendono" le stesse aree del cervello che sono attive quando gustiamo una fetta di torta o chiacchieriamo con un amico. Lo scienziato e il suo gruppo di ricerca hanno preso a campione 19 studentesse universitarie e hanno dato loro 100 dollari a testa da spendere in una serie di attività: tra queste, il pagamento di una a caso tra 60 tasse proposte con l'esperimento. Gli strumenti di controllo hanno mostrato che all'esborso corrispondeva un'iperattività di due aree cerebrali normalmente coinvolte quando viene soddisfatto un bisogno primario, come il nutrirsi. Secondo Bill Harbaugh, dell'Università dell'Oregon (Usa), pagare le tasse procura piacere, perché attiva in noi le stesse aree cerebrali che si "accendono" quando mangiamo una fetta di torta o chiacchieriamo con un amico. La scoperta è stata fatta attraverso un campione di 19 studentesse universitarie che avevano a disposizione 100 dollari da spendere in una serie di attività tra cui, appunto, pagare alcune imposte.
Pagare le tasse dà piacere, che ci crediate o no. Ad affermarlo è Bill Harbaugh, dell'Università dell'Oregon (Usa), che ha condotto uno studio sull'impatto a livello cerebrale dell'esborso di denaro, sia obbligatorio (le tasse, appunto) sia volontario (come la beneficenza). Sorprendente il risultato: quando paghiamo le tasse si "accendono" le stesse aree del cervello che sono attive quando gustiamo una fetta di torta o chiacchieriamo con un amico. Lo scienziato e il suo gruppo di ricerca hanno preso a campione 19 studentesse universitarie e hanno dato loro 100 dollari a testa da spendere in una serie di attività: tra queste, il pagamento di una a caso tra 60 tasse proposte con l'esperimento. Gli strumenti di controllo hanno mostrato che all'esborso corrispondeva un'iperattività di due aree cerebrali normalmente coinvolte quando viene soddisfatto un bisogno primario, come il nutrirsi. Secondo Bill Harbaugh, dell'Università dell'Oregon (Usa), pagare le tasse procura piacere, perché attiva in noi le stesse aree cerebrali che si "accendono" quando mangiamo una fetta di torta o chiacchieriamo con un amico. La scoperta è stata fatta attraverso un campione di 19 studentesse universitarie che avevano a disposizione 100 dollari da spendere in una serie di attività tra cui, appunto, pagare alcune imposte.
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Panacea è il nome che venne dato a una pianta medicinale a cui i Greci e i Latini attribuivano proprietà curative straordinarie per ogni malattia. In senso più ampio, la parola si applica oggi a un rimedio che offre una soluzione a qualunque tipo di problema. Oggi si chiama "panacea" un rimedio valido per qualsiasi tipo di problema. Nelle culture greca e romana indicava una pianta medicinale con cui venivano curate tutte le malattie.
Panacea è il nome che venne dato a una pianta medicinale a cui i Greci e i Latini attribuivano proprietà curative straordinarie per ogni malattia. In senso più ampio, la parola si applica oggi a un rimedio che offre una soluzione a qualunque tipo di problema. Oggi si chiama "panacea" un rimedio valido per qualsiasi tipo di problema. Nelle culture greca e romana indicava una pianta medicinale con cui venivano curate tutte le malattie.
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Parlando di "foni" e "fonemi" facciamo delle astrazioni rispetto ai suoni reali. Ciascuno di noi pronuncia un fono in modo diverso dagli altri parlanti (in dipendenza di differenti caratteristiche fisiche: stato dei denti, forma del palato ecc.) e anche in modo diverso a seconda delle proprie condizioni fisico- psichiche (chi è emozionato "si mangia le parole"), tanto che dal modo di articolare - oltre che dall'intonazione, dal ritmo, dalle pause ecc. - possiamo arguire se il nostro interlocutore sia assonnato, irritato, depresso, eccitato, allegro, triste e via dicendo. I concetti di fono e fonema sono astrazioni rispetto ai suoni reali. Questi ultimi variano soggettivamente, non solo in dipendenza di determinate condizioni fisiche ma anche degli stati d'animo.
Parlando di "foni" e "fonemi" facciamo delle astrazioni rispetto ai suoni reali. Ciascuno di noi pronuncia un fono in modo diverso dagli altri parlanti (in dipendenza di differenti caratteristiche fisiche: stato dei denti, forma del palato ecc.) e anche in modo diverso a seconda delle proprie condizioni fisico- psichiche (chi è emozionato "si mangia le parole"), tanto che dal modo di articolare - oltre che dall'intonazione, dal ritmo, dalle pause ecc. - possiamo arguire se il nostro interlocutore sia assonnato, irritato, depresso, eccitato, allegro, triste e via dicendo. I concetti di fono e fonema sono astrazioni rispetto ai suoni reali. Questi ultimi variano soggettivamente, non solo in dipendenza di determinate condizioni fisiche ma anche degli stati d'animo.
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Parlare di complessità e riconoscere in che cosa essa consista sono due operazioni nettamente distinte tra loro e differenti, e in ogni caso la prima non conduce automaticamente alla seconda: riconoscere la complessità significa ricorrere a un pensiero complesso nel senso di nuove categorie del tutto differenti da quelle utilizzate nel riconoscimento dei caratteri delle fasi o dei periodi "precedenti la complessità". Per riconoscere la complessità è necessario utilizzare categorie differenti da quelle utilizzate nel riconoscimento delle fasi "precedenti la complessità". In altre parole, parlare di complessità è un'operazione distinta, che non necessariamente conduce al suo riconoscimento.
Parlare di complessità e riconoscere in che cosa essa consista sono due operazioni nettamente distinte tra loro e differenti, e in ogni caso la prima non conduce automaticamente alla seconda: riconoscere la complessità significa ricorrere a un pensiero complesso nel senso di nuove categorie del tutto differenti da quelle utilizzate nel riconoscimento dei caratteri delle fasi o dei periodi "precedenti la complessità". Per riconoscere la complessità è necessario utilizzare categorie differenti da quelle utilizzate nel riconoscimento delle fasi "precedenti la complessità". In altre parole, parlare di complessità è un'operazione distinta, che non necessariamente conduce al suo riconoscimento.
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Parte il progetto per la ricerca dei resti di Miguel de Cervantes Saavedra, autore del don Chisciotte della Mancia, morto nella capitale spagnola nel 1616 e sulla cui ultima dimora è buio pesto. Nella sua avventurosa esistenza, Cervantes passò anche cinque anni in Italia, prima presso i duchi Acquaviva di Atri (Teramo), poi alla corte napoletana. La missione scientifica ha avuto una gestazione lunga circa quattro anni; è coordinata da Fernando de Prada e vi partecipano il Municipio di Madrid e l'Accademia reale spagnola. L'intento è di trovare la tomba e "offrirla" alla comunità internazionale in occasione dei 400 anni dalla morte del "padre" della lingua spagnola. Per la Spagna sarebbe anche un punto d'onore, perché finora non si hanno tracce delle tombe di quattro personaggi che la magnificarono nel "Siglo de oro": oltre allo stesso Cervantes, Diego Velázquez, Calderón de la Barca e Lopez de Vega. Dopo circa quattro anni di gestazione, parte una missione scientifica coordinata da Fernando de Prada, alla ricerca dei resti di Miguel de Cervantes Saavedra, autore del don Chisciotte della Mancia. Di lui si sa che ebbe una vita avventurosa, durante la quale trascorse anche cinque anni in Italia, e che morì a Madrid nel 1616. La Spagna vuole trovare la sua tomba per offrirla al mondo in occasione dei 400 anni dalla morte e perché sarebbe un punto d'onore, dato che non si sa nulla neanche dei resti di altri tre grandi della stessa epoca di Cervantes: Diego Velázquez, Calderón de la Barca e Lopez de Vega.
Parte il progetto per la ricerca dei resti di Miguel de Cervantes Saavedra, autore del don Chisciotte della Mancia, morto nella capitale spagnola nel 1616 e sulla cui ultima dimora è buio pesto. Nella sua avventurosa esistenza, Cervantes passò anche cinque anni in Italia, prima presso i duchi Acquaviva di Atri (Teramo), poi alla corte napoletana. La missione scientifica ha avuto una gestazione lunga circa quattro anni; è coordinata da Fernando de Prada e vi partecipano il Municipio di Madrid e l'Accademia reale spagnola. L'intento è di trovare la tomba e "offrirla" alla comunità internazionale in occasione dei 400 anni dalla morte del "padre" della lingua spagnola. Per la Spagna sarebbe anche un punto d'onore, perché finora non si hanno tracce delle tombe di quattro personaggi che la magnificarono nel "Siglo de oro": oltre allo stesso Cervantes, Diego Velázquez, Calderón de la Barca e Lopez de Vega. Dopo circa quattro anni di gestazione, parte una missione scientifica coordinata da Fernando de Prada, alla ricerca dei resti di Miguel de Cervantes Saavedra, autore del don Chisciotte della Mancia. Di lui si sa che ebbe una vita avventurosa, durante la quale trascorse anche cinque anni in Italia, e che morì a Madrid nel 1616. La Spagna vuole trovare la sua tomba per offrirla al mondo in occasione dei 400 anni dalla morte e perché sarebbe un punto d'onore, dato che non si sa nulla neanche dei resti di altri tre grandi della stessa epoca di Cervantes: Diego Velázquez, Calderón de la Barca e Lopez de Vega.
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Pegaso è una figura della mitologia greca. È il più famoso dei cavalli alati. Secondo il mito, nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Perseo tagliò il collo della Medusa. Secondo un'altra versione, Pegaso sarebbe balzato direttamente fuori dal collo tagliato della Medusa. Animale selvaggio e libero, Pegaso viene inizialmente utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fino all'Olimpo. Grazie alle briglie avute in dono da Atena, viene successivamente addomesticato da Bellerofonte, che se ne serve come cavalcatura per uccidere la Chimera. Dopo la morte dell'eroe, avvenuta per essere caduto da Pegaso, il cavallo alato ritorna tra gli dei. Terminate le sue imprese, Pegaso prende il volo verso la parte più alta del cielo e si trasforma in una nube di stelle scintillanti che hanno formato una costellazione. Il più famoso dei cavalli alati, Pegaso, è una figura mitologica greca. Nato, secondo il mito, dal terreno bagnato dal sangue sgorgato dal collo della Medusa, quando Perseo le tagliò la testa, oppure, secondo un'altra versione del mito, balzato fuori direttamente dal collo reciso della Medusa, il suo compito iniziale fu trasportare le folgori di Zeus all'Olimpo. Animale selvaggio e libero venne poi addomesticato da Bellerofonte, grazie a delle briglie donate da Atena. Bellerofonte cavalcò Pegaso per uccidere la Chimera, ma cadde dal cavallo alato e morì. Pegaso ritornò tra gli dei, fino a che, terminate le sue imprese, spiccò il volo verso gli astri per trasformarsi in costellazione.
Pegaso è una figura della mitologia greca. È il più famoso dei cavalli alati. Secondo il mito, nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Perseo tagliò il collo della Medusa. Secondo un'altra versione, Pegaso sarebbe balzato direttamente fuori dal collo tagliato della Medusa. Animale selvaggio e libero, Pegaso viene inizialmente utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fino all'Olimpo. Grazie alle briglie avute in dono da Atena, viene successivamente addomesticato da Bellerofonte, che se ne serve come cavalcatura per uccidere la Chimera. Dopo la morte dell'eroe, avvenuta per essere caduto da Pegaso, il cavallo alato ritorna tra gli dei. Terminate le sue imprese, Pegaso prende il volo verso la parte più alta del cielo e si trasforma in una nube di stelle scintillanti che hanno formato una costellazione. Il più famoso dei cavalli alati, Pegaso, è una figura mitologica greca. Nato, secondo il mito, dal terreno bagnato dal sangue sgorgato dal collo della Medusa, quando Perseo le tagliò la testa, oppure, secondo un'altra versione del mito, balzato fuori direttamente dal collo reciso della Medusa, il suo compito iniziale fu trasportare le folgori di Zeus all'Olimpo. Animale selvaggio e libero venne poi addomesticato da Bellerofonte, grazie a delle briglie donate da Atena. Bellerofonte cavalcò Pegaso per uccidere la Chimera, ma cadde dal cavallo alato e morì. Pegaso ritornò tra gli dei, fino a che, terminate le sue imprese, spiccò il volo verso gli astri per trasformarsi in costellazione.
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Per accedere al mondo dell'editoria è innanzitutto necessaria un'attitudine personale verso i libri e un'inclinazione umanistica di fondo. In secondo luogo, la formazione scolastica non può prescindere da una istruzione superiore, preferibilmente universitaria, meglio ancora se affiancata dalla conoscenza di una lingua straniera, dalla capacità di utilizzo degli strumenti informatici e da una cultura del settore editoriale. Per inserirsi nel mondo dell'editoria occorre la propensione per i libri e per la cultura umanistica. Occorre una buona dose di istruzione. Non può mancare la conoscenza di una lingua straniera e degli strumenti informatici. Serve, infine, una cultura editoriale.
Per accedere al mondo dell'editoria è innanzitutto necessaria un'attitudine personale verso i libri e un'inclinazione umanistica di fondo. In secondo luogo, la formazione scolastica non può prescindere da una istruzione superiore, preferibilmente universitaria, meglio ancora se affiancata dalla conoscenza di una lingua straniera, dalla capacità di utilizzo degli strumenti informatici e da una cultura del settore editoriale. Per inserirsi nel mondo dell'editoria occorre la propensione per i libri e per la cultura umanistica. Occorre una buona dose di istruzione. Non può mancare la conoscenza di una lingua straniera e degli strumenti informatici. Serve, infine, una cultura editoriale.
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Per adesso, molti risultati sperimentali portano a pensare che la musica - intesa come insieme di suoni e di ritmi, gradevole al nostro orecchio e prodotto per diletto - sia un'attività puramente umana; pare inoltre che nessun altro animale sia capace di goderne come noi, nemmeno i primati, e quindi, men che meno, i topi di Hamelin. Ma le indagini scientifiche mostrano anche che certe strutture anatomiche e certe abilità ci accomunano ai membri di altre specie. In più, l'antropologia e l'archeologia raccontano che in tutte le culture umane esiste la musica, da decine di migliaia di anni e forse dall'inizio della nostra storia. Ci sono indicazioni per credere che la musica - insieme di suoni prodotto per diletto - sia un fenomeno unicamente umano. Qualche indicazione in senso diverso potrebbe però venire dall'osservazione che determinate strutture anatomiche e determinate abilità si osservano anche in altre specie viventi. In più, la musica ha forse fatto la sua apparizione sin dagli albori della storia dell'uomo.
Per adesso, molti risultati sperimentali portano a pensare che la musica - intesa come insieme di suoni e di ritmi, gradevole al nostro orecchio e prodotto per diletto - sia un'attività puramente umana; pare inoltre che nessun altro animale sia capace di goderne come noi, nemmeno i primati, e quindi, men che meno, i topi di Hamelin. Ma le indagini scientifiche mostrano anche che certe strutture anatomiche e certe abilità ci accomunano ai membri di altre specie. In più, l'antropologia e l'archeologia raccontano che in tutte le culture umane esiste la musica, da decine di migliaia di anni e forse dall'inizio della nostra storia. Ci sono indicazioni per credere che la musica - insieme di suoni prodotto per diletto - sia un fenomeno unicamente umano. Qualche indicazione in senso diverso potrebbe però venire dall'osservazione che determinate strutture anatomiche e determinate abilità si osservano anche in altre specie viventi. In più, la musica ha forse fatto la sua apparizione sin dagli albori della storia dell'uomo.
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Per comprendere il funzionamento del sistema economico, dobbiamo chiederci quali sono le condizioni necessarie affinché la sua struttura si perpetui nel tempo, senza degenerare ed estinguersi. Una volta accertate queste condizioni di riproduzione, possiamo dedurne il comportamento che devono tenere i singoli (lavoratori, consumatori, imprese) affinché la struttura considerata continui a esistere. Comprese quali sono le condizioni necessarie perché la struttura del sistema economico si perpetui nel tempo, si può desumere il comportamento che i singoli devono rispettare per non far venir meno queste condizioni.
Per comprendere il funzionamento del sistema economico, dobbiamo chiederci quali sono le condizioni necessarie affinché la sua struttura si perpetui nel tempo, senza degenerare ed estinguersi. Una volta accertate queste condizioni di riproduzione, possiamo dedurne il comportamento che devono tenere i singoli (lavoratori, consumatori, imprese) affinché la struttura considerata continui a esistere. Comprese quali sono le condizioni necessarie perché la struttura del sistema economico si perpetui nel tempo, si può desumere il comportamento che i singoli devono rispettare per non far venir meno queste condizioni.
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Per i romani la necessità primaria si strade larghe e sicure era determinata dagli spostamenti degli eserciti. Nel 312 a.C. Appio Claudio Cieco diede inizio, con la via Appia, alla costruzione di quella formidabile rete stradale che avrebbe consentito ai romani di espandersi alla conquista del mondo e di diffondere la loro civiltà. Se è vero che le strade romane erano numerose, è anche vero che risultavano disagevoli da percorrere. I viaggi erano quindi faticosi e spesso estenuanti, a causa della lentezza dei mezzi di trasporto. Tuttavia ai romani piaceva molto viaggiare; essi si recavano volentieri anche lontano dalla loro terra d'origine. Se la distanza da percorrere era elevata, preferivano viaggiare per mare, altrimenti utilizzavano numerosi tipi di veicoli da trasporto, ideati e costruiti in funzione alle esigenze più diverse. I romani avevano bisogno di strade ampie e sicure per gli spostamenti degli eserciti. Grazie a una complessa ed efficace rete stradale, iniziata con la costruzione della via Appia, essi riuscirono a conquistare il mondo e a diffondere la loro civiltà. Nonostante i viaggi fossero lunghi ed estenuanti, i romani amavano molto viaggiare: se il viaggio era lungo, preferivano viaggiare per mare, altrimenti utilizzavano un veicolo da trasporto.
Per i romani la necessità primaria si strade larghe e sicure era determinata dagli spostamenti degli eserciti. Nel 312 a.C. Appio Claudio Cieco diede inizio, con la via Appia, alla costruzione di quella formidabile rete stradale che avrebbe consentito ai romani di espandersi alla conquista del mondo e di diffondere la loro civiltà. Se è vero che le strade romane erano numerose, è anche vero che risultavano disagevoli da percorrere. I viaggi erano quindi faticosi e spesso estenuanti, a causa della lentezza dei mezzi di trasporto. Tuttavia ai romani piaceva molto viaggiare; essi si recavano volentieri anche lontano dalla loro terra d'origine. Se la distanza da percorrere era elevata, preferivano viaggiare per mare, altrimenti utilizzavano numerosi tipi di veicoli da trasporto, ideati e costruiti in funzione alle esigenze più diverse. I romani avevano bisogno di strade ampie e sicure per gli spostamenti degli eserciti. Grazie a una complessa ed efficace rete stradale, iniziata con la costruzione della via Appia, essi riuscirono a conquistare il mondo e a diffondere la loro civiltà. Nonostante i viaggi fossero lunghi ed estenuanti, i romani amavano molto viaggiare: se il viaggio era lungo, preferivano viaggiare per mare, altrimenti utilizzavano un veicolo da trasporto.
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Per il resto dell'Italia settentrionale, gli anni fra il 90 e l'80 a.C. ebbero un'importanza fondamentale. Dopo l'invasione dei Cimbri, si era percepita la necessità di rendere più sicura l'occupazione romana, che era in pericolo se non veniva disposta una migliore organizzazione. La legge di Pompeo Strabone, con la quale veniva esteso il diritto latino a tutta l'Italia settentrionale, creava città con regime latino in tutta l'area a settentrione dell'Appennino e anche a settentrione del Po. A causa del pericolo scaturito dall'invasione dei Cimbri, i Romani compresero che per rendere stabile la loro occupazione dell'Italia settentrionale avrebbero dovuto dare a questa un'organizzazione migliore. L'area, tra il 90 e l'80 a.C., andò pertanto incontro a una profonda trasformazione, perché, grazie a una legge di Pompeo Strabone, le fu esteso il diritto latino, cosicché vi risultò una serie di città di regime latino.
Per il resto dell'Italia settentrionale, gli anni fra il 90 e l'80 a.C. ebbero un'importanza fondamentale. Dopo l'invasione dei Cimbri, si era percepita la necessità di rendere più sicura l'occupazione romana, che era in pericolo se non veniva disposta una migliore organizzazione. La legge di Pompeo Strabone, con la quale veniva esteso il diritto latino a tutta l'Italia settentrionale, creava città con regime latino in tutta l'area a settentrione dell'Appennino e anche a settentrione del Po. A causa del pericolo scaturito dall'invasione dei Cimbri, i Romani compresero che per rendere stabile la loro occupazione dell'Italia settentrionale avrebbero dovuto dare a questa un'organizzazione migliore. L'area, tra il 90 e l'80 a.C., andò pertanto incontro a una profonda trasformazione, perché, grazie a una legge di Pompeo Strabone, le fu esteso il diritto latino, cosicché vi risultò una serie di città di regime latino.
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Per illuminare il soggetto è necessaria una sorgente luminosa, sia essa il sole, una lampada o anche una candela. Ricordate che "fotografare" significa "scrivere con la luce". La luce, che colpisce il soggetto e lo sfondo, è riflessa in tutte le direzioni, e solo alcuni di questi raggi luminosi passeranno attraverso l'obiettivo, per formare l'immagine. Se il soggetto è colorato, anche i raggi riflessi saranno colorati. Fotografare è come scrivere con la luce, infatti l'immagine viene formata dai raggi di luce che rimbalzano sul soggetto (se colorato, anche i raggi saranno colorati) e che poi passano attraverso l'obiettivo. La sorgente luminosa può essere di ogni tipo: il sole, una lampada, una candela.
Per illuminare il soggetto è necessaria una sorgente luminosa, sia essa il sole, una lampada o anche una candela. Ricordate che "fotografare" significa "scrivere con la luce". La luce, che colpisce il soggetto e lo sfondo, è riflessa in tutte le direzioni, e solo alcuni di questi raggi luminosi passeranno attraverso l'obiettivo, per formare l'immagine. Se il soggetto è colorato, anche i raggi riflessi saranno colorati. Fotografare è come scrivere con la luce, infatti l'immagine viene formata dai raggi di luce che rimbalzano sul soggetto (se colorato, anche i raggi saranno colorati) e che poi passano attraverso l'obiettivo. La sorgente luminosa può essere di ogni tipo: il sole, una lampada, una candela.
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Per inserirsi e crescere in azienda nel modo migliore è importante capire dall'inizio che cosa le imprese vogliono dai giovani neoassunti. A volte, di fatto, è già nei primi mesi di lavoro che una persona si crea la propria immagine aziendale, di giovane particolarmente sveglio e intraprendente piuttosto che "normale" in senso riduttivo. Sicuramente le aziende richiedono ai giovani una solida base tecnico/culturale e la capacità di rispettare le "regole aziendali". Per inserirsi al meglio nel lavoro, è importante che il neoassunto capisca subito ciò che gli viene richiesto dando così una buona immagine di sé. In particolare, essere svegli e intraprendenti, dotati di una solida base tecnico/culturale e rispettosi delle "regole aziendali" è ciò che le aziende chiedono ai giovani.
Per inserirsi e crescere in azienda nel modo migliore è importante capire dall'inizio che cosa le imprese vogliono dai giovani neoassunti. A volte, di fatto, è già nei primi mesi di lavoro che una persona si crea la propria immagine aziendale, di giovane particolarmente sveglio e intraprendente piuttosto che "normale" in senso riduttivo. Sicuramente le aziende richiedono ai giovani una solida base tecnico/culturale e la capacità di rispettare le "regole aziendali". Per inserirsi al meglio nel lavoro, è importante che il neoassunto capisca subito ciò che gli viene richiesto dando così una buona immagine di sé. In particolare, essere svegli e intraprendenti, dotati di una solida base tecnico/culturale e rispettosi delle "regole aziendali" è ciò che le aziende chiedono ai giovani.
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Per la chiarissima coscienza ch'egli aveva della nullità della propria opera, egli non si gloriava del passato, però, come nella vita così anche nell'arte, egli credeva di trovarsi ancora sempre nel periodo di preparazione, riguardandosi nel suo più segreto interno come una potente macchina geniale in costruzione, non ancora in attività. Poiché era assolutamente conscio della nullità della propria opera, egli non si vantava del passato. Credeva di trovarsi sempre in una fase di preparazione: guardando dentro di sé vedeva una macchina ancora in costruzione.
Per la chiarissima coscienza ch'egli aveva della nullità della propria opera, egli non si gloriava del passato, però, come nella vita così anche nell'arte, egli credeva di trovarsi ancora sempre nel periodo di preparazione, riguardandosi nel suo più segreto interno come una potente macchina geniale in costruzione, non ancora in attività. Poiché era assolutamente conscio della nullità della propria opera, egli non si vantava del passato. Credeva di trovarsi sempre in una fase di preparazione: guardando dentro di sé vedeva una macchina ancora in costruzione.
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Per la gioia di golosi di ogni età, a Milano ha aperto i battenti da qualche settimana "Il paradiso del tiramisù", il primo esercizio in Italia dedicato esclusivamente al dolce italiano più amato e diffuso al mondo. Dolce dal successo senza confini, da New York a Tokyo, da Cape Town a Rio de Janeiro, il tiramisù è presente nei menu di moltissimi ristoranti di tutto il globo. Una ghiottoneria di origine italiana, che nella sua versione classica è - come da un recente sondaggio condotto da una nota rivista "per golosi" - il dessert più richiesto nella categoria "dolci al cucchiaio". Il dolce viene qui servito nella sua versione classica e nelle tante varianti come quello alla Nutella, alle noci, alla fragola, al cocco e, seguendo le stagioni, con ogni altro tipo di frutta di stagione. A Milano ha aperto un locale, "Il paradiso del tiramisù", completamente dedicato a questo dolce italiano, noto in tutto il mondo e presente nel menu di moltissimi ristoranti. Il più amato dei dolci al cucchiaio è qui servito, oltre che nella versione classica, anche in moltissime altre varianti, da quello alla Nutella a quello alla frutta di stagione.
Per la gioia di golosi di ogni età, a Milano ha aperto i battenti da qualche settimana "Il paradiso del tiramisù", il primo esercizio in Italia dedicato esclusivamente al dolce italiano più amato e diffuso al mondo. Dolce dal successo senza confini, da New York a Tokyo, da Cape Town a Rio de Janeiro, il tiramisù è presente nei menu di moltissimi ristoranti di tutto il globo. Una ghiottoneria di origine italiana, che nella sua versione classica è - come da un recente sondaggio condotto da una nota rivista "per golosi" - il dessert più richiesto nella categoria "dolci al cucchiaio". Il dolce viene qui servito nella sua versione classica e nelle tante varianti come quello alla Nutella, alle noci, alla fragola, al cocco e, seguendo le stagioni, con ogni altro tipo di frutta di stagione. A Milano ha aperto un locale, "Il paradiso del tiramisù", completamente dedicato a questo dolce italiano, noto in tutto il mondo e presente nel menu di moltissimi ristoranti. Il più amato dei dolci al cucchiaio è qui servito, oltre che nella versione classica, anche in moltissime altre varianti, da quello alla Nutella a quello alla frutta di stagione.
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Per la maggior parte le aziende, abituate a comunicare con i mezzi tradizionali, si trovano impreparate ad affrontare il Web. Un po' per diffidenza, un po' per incompetenza o per mancanza di audacia, scelgono semplicemente di adattare la comunicazione tradizionale al Web, che invece ha modi e grammatiche proprie. Accade così che la maggior parte dei siti d'imprese italiane appaia come la trasposizione fedele delle brochure cartacee, degli spot televisivi, delle campagne stampa. La maggior parte delle aziende non sfrutta appieno le potenzialità comunicative del Web e si limita a trasferirvi le tradizionali grammatiche comunicative, senza elaborare quelle specifiche di questo mezzo.
Per la maggior parte le aziende, abituate a comunicare con i mezzi tradizionali, si trovano impreparate ad affrontare il Web. Un po' per diffidenza, un po' per incompetenza o per mancanza di audacia, scelgono semplicemente di adattare la comunicazione tradizionale al Web, che invece ha modi e grammatiche proprie. Accade così che la maggior parte dei siti d'imprese italiane appaia come la trasposizione fedele delle brochure cartacee, degli spot televisivi, delle campagne stampa. La maggior parte delle aziende non sfrutta appieno le potenzialità comunicative del Web e si limita a trasferirvi le tradizionali grammatiche comunicative, senza elaborare quelle specifiche di questo mezzo.
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Per la prima volta l'Africa è all'avanguardia nel campo della tecnologia. E lo è grazie a una società keniana, la Safaricom, che ha lanciato con enorme successo, con 12 milioni di utenti registrati dal 2007, M-Pesa (dove "M" sta per "mobile" e "pesa" significa, in lingua swahili, "denaro"), il più esteso servizio di banca via telefono cellulare del pianeta. I precedenti, che esistevano finora in alcuni Paesi come il Giappone, erano infatti più limitati. I cittadini africani che si sono registrati al servizio possono recarsi in uno dei 19 mila sportelli M-Pesa del Paese con il loro cellulare, e lì versare il denaro sul loro conto telefonico o inviarlo, sempre via cellulare, sul conto di un altro cellulare iscritto al servizio. Una soluzione semplice che in futuro, speriamo, potrà essere applicata anche nei Paesi più ricchi. M-Pesa (che significa "denaro mobile") è il servizio di banca via telefono cellulare più esteso della Terra. Lanciato dalla società keniana Safaricom, dal 2007 a oggi ha 12 milioni di utenti registrati che possono, da uno dei 19.000 sportelli M-pesa, versare il denaro via cellulare sul proprio conto telefonico o su quello di altri utenti.
Per la prima volta l'Africa è all'avanguardia nel campo della tecnologia. E lo è grazie a una società keniana, la Safaricom, che ha lanciato con enorme successo, con 12 milioni di utenti registrati dal 2007, M-Pesa (dove "M" sta per "mobile" e "pesa" significa, in lingua swahili, "denaro"), il più esteso servizio di banca via telefono cellulare del pianeta. I precedenti, che esistevano finora in alcuni Paesi come il Giappone, erano infatti più limitati. I cittadini africani che si sono registrati al servizio possono recarsi in uno dei 19 mila sportelli M-Pesa del Paese con il loro cellulare, e lì versare il denaro sul loro conto telefonico o inviarlo, sempre via cellulare, sul conto di un altro cellulare iscritto al servizio. Una soluzione semplice che in futuro, speriamo, potrà essere applicata anche nei Paesi più ricchi. M-Pesa (che significa "denaro mobile") è il servizio di banca via telefono cellulare più esteso della Terra. Lanciato dalla società keniana Safaricom, dal 2007 a oggi ha 12 milioni di utenti registrati che possono, da uno dei 19.000 sportelli M-pesa, versare il denaro via cellulare sul proprio conto telefonico o su quello di altri utenti.
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Per la seconda volta in poche settimane un gruppo di scienziati ha annunciato di avere usato la clonazione per creare cellule staminali partendo dal tessuto di un adulto e non da un feto. I ricercatori hanno clonato un embrione da una donna di 32 anni affetta da diabete, per poi estrarre da esso delle cellule staminali che sono state inserite in un nuovo embrione capace di produrre insulina. La speranza degli scienziati è quella di usare la tecnica per curare il diabete senza rischiare che il corpo del paziente rigetti le cellule. Un gruppo di scienziati ha clonato un embrione a partire dal tessuto di una donna diabetica; dall'embrione sono poi state estratte delle cellule staminali che sono state inserite in un nuovo embrione capace di produrre insulina: gli scienziati sperano così di curare il diabete di un paziente senza rischi di rigetto.
Per la seconda volta in poche settimane un gruppo di scienziati ha annunciato di avere usato la clonazione per creare cellule staminali partendo dal tessuto di un adulto e non da un feto. I ricercatori hanno clonato un embrione da una donna di 32 anni affetta da diabete, per poi estrarre da esso delle cellule staminali che sono state inserite in un nuovo embrione capace di produrre insulina. La speranza degli scienziati è quella di usare la tecnica per curare il diabete senza rischiare che il corpo del paziente rigetti le cellule. Un gruppo di scienziati ha clonato un embrione a partire dal tessuto di una donna diabetica; dall'embrione sono poi state estratte delle cellule staminali che sono state inserite in un nuovo embrione capace di produrre insulina: gli scienziati sperano così di curare il diabete di un paziente senza rischi di rigetto.
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Per lavoro part-time si intende un lavoro a orario ridotto rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. Sempre più diffuso soprattutto tra le donne, consente di conciliare l'attività lavorativa con le esigenze familiari o personali e garantisce diritti uguali a quelli dei dipendenti a tempo pieno. Il lavoro interinale è invece una forma di lavoro temporaneo in cui il lavoratore viene assunto da un'azienda che lo "presta" per un tempo determinato ad altre imprese perché svolga le mansioni richieste. Con un impiego part- time - sempre più diffuso soprattutto fra le donne - si hanno gli stessi diritti dei lavoratori a tempo pieno, ma con meno ore di lavoro o, quindi, più tempo per la famiglia e per se stessi. Diverso è il lavoro interinale, in cui le figure coinvolte diventano tre: il lavoratore, che ha un contratto con un'azienda, la quale lo manda a lavorare temporaneamente per un'altra impresa.
Per lavoro part-time si intende un lavoro a orario ridotto rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. Sempre più diffuso soprattutto tra le donne, consente di conciliare l'attività lavorativa con le esigenze familiari o personali e garantisce diritti uguali a quelli dei dipendenti a tempo pieno. Il lavoro interinale è invece una forma di lavoro temporaneo in cui il lavoratore viene assunto da un'azienda che lo "presta" per un tempo determinato ad altre imprese perché svolga le mansioni richieste. Con un impiego part- time - sempre più diffuso soprattutto fra le donne - si hanno gli stessi diritti dei lavoratori a tempo pieno, ma con meno ore di lavoro o, quindi, più tempo per la famiglia e per se stessi. Diverso è il lavoro interinale, in cui le figure coinvolte diventano tre: il lavoratore, che ha un contratto con un'azienda, la quale lo manda a lavorare temporaneamente per un'altra impresa.
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Per potersi chiamare giornale, un foglio deve avere quattro requisiti: essere stampato, apparire con una periodicità regolare, venir diffuso fra il pubblico, raccogliere notizie e commenti sui fatti del giorno. Solo nel Cinquecento apparvero i primi giornali, in seguito all'invenzione della stampa, alla creazione di un rudimentale servizio di posta e a una più larga diffusione della cultura. Un giornale è tale se ha quattro requisiti: essere stampato, avere periodicità regolare e diffusione pubblica, raccogliere notizie commentate sui fatti quotidiani. Solo nel Cinquecento, dopo l'invenzione della stampa, la creazione di un servizio postale e una maggiore diffusione della cultura apparvero i primi giornali.
Per potersi chiamare giornale, un foglio deve avere quattro requisiti: essere stampato, apparire con una periodicità regolare, venir diffuso fra il pubblico, raccogliere notizie e commenti sui fatti del giorno. Solo nel Cinquecento apparvero i primi giornali, in seguito all'invenzione della stampa, alla creazione di un rudimentale servizio di posta e a una più larga diffusione della cultura. Un giornale è tale se ha quattro requisiti: essere stampato, avere periodicità regolare e diffusione pubblica, raccogliere notizie commentate sui fatti quotidiani. Solo nel Cinquecento, dopo l'invenzione della stampa, la creazione di un servizio postale e una maggiore diffusione della cultura apparvero i primi giornali.
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Per qualcuno alzarsi la mattina non è un problema; per qualcun altro invece è un'autentica impresa. Se siete di quelli che quando suona la sveglia restano sotto il piumone a sognare di essere in vacanza e riescono a trascinarsi giù dal letto a fatica, solo dopo aver spento la suoneria per tre o quattro volte di fila, allora dovreste approfondire il concetto giapponese di "ikigai". A volte l'"ikigai" viene proprio definito "il motivo per cui alzarsi la mattina": in pratica è ciò che vi fornisce una motivazione esistenziale o, per dirla in altre parole, ciò che accresce la vostra fame di vita e vi fa accogliere di buon grado l'arrivo di ogni nuova giornata. Nella cultura giapponese esiste un concetto, l'"ikigai", che può risultare molto utile per alzarsi dal letto la mattina. Si tratta in effetti di qualcosa che fornisce una motivazione esistenziale, la voglia di vivere e di affrontare ogni nuovo giorno.
Per qualcuno alzarsi la mattina non è un problema; per qualcun altro invece è un'autentica impresa. Se siete di quelli che quando suona la sveglia restano sotto il piumone a sognare di essere in vacanza e riescono a trascinarsi giù dal letto a fatica, solo dopo aver spento la suoneria per tre o quattro volte di fila, allora dovreste approfondire il concetto giapponese di "ikigai". A volte l'"ikigai" viene proprio definito "il motivo per cui alzarsi la mattina": in pratica è ciò che vi fornisce una motivazione esistenziale o, per dirla in altre parole, ciò che accresce la vostra fame di vita e vi fa accogliere di buon grado l'arrivo di ogni nuova giornata. Nella cultura giapponese esiste un concetto, l'"ikigai", che può risultare molto utile per alzarsi dal letto la mattina. Si tratta in effetti di qualcosa che fornisce una motivazione esistenziale, la voglia di vivere e di affrontare ogni nuovo giorno.
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Per quanto ne sappiamo, nell'antica Grecia e nell'antica Roma i baci erano soprattutto scambiati tra gli uomini e non con un significato sessuale o romantico, ma per mostrare rispetto e ammirazione. Però nelle poesie di Catullo - il poeta latino famoso soprattutto per "Odi et amo" - si parla di baci e lì hanno una funzione sessuale. L'aspetto romantico dei baci compare più tardi nella letteratura dei Paesi europei e sembra aver avuto origine nell'ideale dell'amore cortese medievale. In questo contesto erano descritti soprattutto i baci tra amanti sfortunati che non potevano stare insieme - ad esempio Paolo e Francesca nella Commedia di Dante - e per questo il bacio diversamente dall'atto sessuale era un simbolo di amore vero, diverso da quello dei matrimoni combinati, e spirituale. Anticamente i baci non erano un gesto romantico ma un modo per dimostrare rispetto tra persone di sesso maschile. La prima attestazione letteraria del bacio in relazione alla sessualità si ha con Catullo, mentre il bacio romantico si diffuse in epoca medievale grazie agli ideali dell'amor cortese. In questa epoca il bacio veniva infatti considerato un gesto di amore libero e puro, contrapposto all'atto sessuale "obbligatorio" all'interno dei matrimoni combinati.
Per quanto ne sappiamo, nell'antica Grecia e nell'antica Roma i baci erano soprattutto scambiati tra gli uomini e non con un significato sessuale o romantico, ma per mostrare rispetto e ammirazione. Però nelle poesie di Catullo - il poeta latino famoso soprattutto per "Odi et amo" - si parla di baci e lì hanno una funzione sessuale. L'aspetto romantico dei baci compare più tardi nella letteratura dei Paesi europei e sembra aver avuto origine nell'ideale dell'amore cortese medievale. In questo contesto erano descritti soprattutto i baci tra amanti sfortunati che non potevano stare insieme - ad esempio Paolo e Francesca nella Commedia di Dante - e per questo il bacio diversamente dall'atto sessuale era un simbolo di amore vero, diverso da quello dei matrimoni combinati, e spirituale. Anticamente i baci non erano un gesto romantico ma un modo per dimostrare rispetto tra persone di sesso maschile. La prima attestazione letteraria del bacio in relazione alla sessualità si ha con Catullo, mentre il bacio romantico si diffuse in epoca medievale grazie agli ideali dell'amor cortese. In questa epoca il bacio veniva infatti considerato un gesto di amore libero e puro, contrapposto all'atto sessuale "obbligatorio" all'interno dei matrimoni combinati.
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Per quanto possano essere impressionanti i risultati della terapia ipnotica, bisogna pronunciare una parola di ammonimento: non è una panacea miracolosa. L'ipnosi non realizzerà nulla che non possano realizzare anche altri approcci terapeutici; si limiterà ad agire più velocemente. Nonostante i risultati impressionanti, la terapia ipnotica non fa miracoli: essa non produce effetti che non possano essere prodotti anche da altre terapie; richiede però meno tempo.
Per quanto possano essere impressionanti i risultati della terapia ipnotica, bisogna pronunciare una parola di ammonimento: non è una panacea miracolosa. L'ipnosi non realizzerà nulla che non possano realizzare anche altri approcci terapeutici; si limiterà ad agire più velocemente. Nonostante i risultati impressionanti, la terapia ipnotica non fa miracoli: essa non produce effetti che non possano essere prodotti anche da altre terapie; richiede però meno tempo.
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Per riqualificazione energetica dell'edificio (o retrofit energetico dell'edificio) si intendono tutte le operazioni, tecnologiche e gestionali, atte al conferimento di una nuova (prima inesistente) o superiore (prima inadeguata) qualità prestazionale alle costruzioni esistenti dal punto di vista dell'efficienza energetica, volte cioè alla razionalizzazione dei flussi energetici che intercorrono tra sistema edificio (involucro e impianti) e ambiente esterno. In generale, gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente sono finalizzati a migliorare il comfort degli ambienti interni e a contenere i consumi di energia. Con "riqualificazione energetica" di un edificio si intendono tutti i tipi di lavori che mirano ad aumentane l'efficienza energetica, ovvero a razionalizzare i flussi di scambio di energia fra l'edificio e l'ambiente a esso esterno. Questi interventi generalmente migliorano il comfort degli ambienti interni, oltre a limitare il consumo energetico degli edifici.
Per riqualificazione energetica dell'edificio (o retrofit energetico dell'edificio) si intendono tutte le operazioni, tecnologiche e gestionali, atte al conferimento di una nuova (prima inesistente) o superiore (prima inadeguata) qualità prestazionale alle costruzioni esistenti dal punto di vista dell'efficienza energetica, volte cioè alla razionalizzazione dei flussi energetici che intercorrono tra sistema edificio (involucro e impianti) e ambiente esterno. In generale, gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente sono finalizzati a migliorare il comfort degli ambienti interni e a contenere i consumi di energia. Con "riqualificazione energetica" di un edificio si intendono tutti i tipi di lavori che mirano ad aumentane l'efficienza energetica, ovvero a razionalizzare i flussi di scambio di energia fra l'edificio e l'ambiente a esso esterno. Questi interventi generalmente migliorano il comfort degli ambienti interni, oltre a limitare il consumo energetico degli edifici.
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Per tutelare i diritti soggettivi, il processo civile si avvale del processo di cognizione, che può essere di mero accertamento, se l'attore si limita a chiedere l'accertamento dell'esistenza e del modo di essere del diritto soggettivo; di condanna, se l'attore oltre all'accertamento chiede al giudice la condanna del convenuto alla reintegrazione del diritto soggettivo affermato come leso o violato; o, infine, costitutivo se con la propria domanda l'attore promuove un'azione costitutiva, cioè rivolta a ottenere dal giudice un provvedimento di costituzione, modificazione o estinzione di un rapporto giuridico. Il processo civile tutela i diritti soggettivi attraverso il processo di cognizione che, in base alla richiesta dell'attore, può essere di accertamento dell'esistenza del diritto, di condanna del convenuto al ripristino del diritto violato, o costitutivo, qualora si voglia costituire, modificare o estinguere un rapporto giuridico.
Per tutelare i diritti soggettivi, il processo civile si avvale del processo di cognizione, che può essere di mero accertamento, se l'attore si limita a chiedere l'accertamento dell'esistenza e del modo di essere del diritto soggettivo; di condanna, se l'attore oltre all'accertamento chiede al giudice la condanna del convenuto alla reintegrazione del diritto soggettivo affermato come leso o violato; o, infine, costitutivo se con la propria domanda l'attore promuove un'azione costitutiva, cioè rivolta a ottenere dal giudice un provvedimento di costituzione, modificazione o estinzione di un rapporto giuridico. Il processo civile tutela i diritti soggettivi attraverso il processo di cognizione che, in base alla richiesta dell'attore, può essere di accertamento dell'esistenza del diritto, di condanna del convenuto al ripristino del diritto violato, o costitutivo, qualora si voglia costituire, modificare o estinguere un rapporto giuridico.
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Per tutti gli anni Novanta - periodo in cui si è iniziato ad affrontare in Italia il tema delle migrazioni forzate - l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati si è basata su interventi autonomi di singole ONG e associazioni, soprattutto a livello locale e tendenzialmente senza alcuna forma di coordinamento o rete. Non esistevano degli standard comuni e prevalevano attività mirate soprattutto all'accoglienza materiale, intesa come mera fornitura di vitto, alloggio e vestiario. Quello che in modo brutale è stato definito da ICS come "l'albergaggio dei rifugiati". I beneficiari dell'accoglienza erano unicamente degli assistiti, destinatari di azioni di carità, pubblica o privata che fosse. Il tema delle migrazioni forzate si è cominciato ad affrontare in Italia negli anni Novanta, quando ancora non c'erano forme di coordinamento o rete e mancavano standard comuni. Si svolgevano attività autonome e mirate di singole associazioni e ONG, soprattutto a livello locale, che consistevano prevalentemente nella fornitura di vitto, alloggio e vestiario. I richiedenti asilo risultavano essere solo beneficiari di assistenza e carità pubblica e privata, quello che ICS definì "l'albergaggio dei rifugiati".
Per tutti gli anni Novanta - periodo in cui si è iniziato ad affrontare in Italia il tema delle migrazioni forzate - l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati si è basata su interventi autonomi di singole ONG e associazioni, soprattutto a livello locale e tendenzialmente senza alcuna forma di coordinamento o rete. Non esistevano degli standard comuni e prevalevano attività mirate soprattutto all'accoglienza materiale, intesa come mera fornitura di vitto, alloggio e vestiario. Quello che in modo brutale è stato definito da ICS come "l'albergaggio dei rifugiati". I beneficiari dell'accoglienza erano unicamente degli assistiti, destinatari di azioni di carità, pubblica o privata che fosse. Il tema delle migrazioni forzate si è cominciato ad affrontare in Italia negli anni Novanta, quando ancora non c'erano forme di coordinamento o rete e mancavano standard comuni. Si svolgevano attività autonome e mirate di singole associazioni e ONG, soprattutto a livello locale, che consistevano prevalentemente nella fornitura di vitto, alloggio e vestiario. I richiedenti asilo risultavano essere solo beneficiari di assistenza e carità pubblica e privata, quello che ICS definì "l'albergaggio dei rifugiati".
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Per tutto l'Ottocento i giudizi su Maria Antonietta furono fortemente condizionati da due opposti stereotipi: quello creato dalla Restaurazione che l'ha idealizzata come regina martire, occultando dietro un velo di pudore e di rispetto quanto poteva apparire in contraddizione con la sua icona sacrale; e quello della sovrana indegna a cui andavano imputate responsabilità gravissime costruito dalla storiografia repubblicana e antimonarchica. Maria Antonietta fu oggetto di opposti giudizi stereotipati, per tutto l'Ottocento: la Restaurazione la esaltò come regina martire velando con rispettoso pudore gli aspetti contrastanti con questa immagine, la storiografia repubblicana e antimonarchica la giudicò indegna sovrana accusandola di gravissime responsabilità.
Per tutto l'Ottocento i giudizi su Maria Antonietta furono fortemente condizionati da due opposti stereotipi: quello creato dalla Restaurazione che l'ha idealizzata come regina martire, occultando dietro un velo di pudore e di rispetto quanto poteva apparire in contraddizione con la sua icona sacrale; e quello della sovrana indegna a cui andavano imputate responsabilità gravissime costruito dalla storiografia repubblicana e antimonarchica. Maria Antonietta fu oggetto di opposti giudizi stereotipati, per tutto l'Ottocento: la Restaurazione la esaltò come regina martire velando con rispettoso pudore gli aspetti contrastanti con questa immagine, la storiografia repubblicana e antimonarchica la giudicò indegna sovrana accusandola di gravissime responsabilità.
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Però sulla sua lastra tombale alla Minerva di Roma, è scritto di non dare tanta gloria al pittore perché fu un novello Apelle, ma perché di carità esemplare; e probabilmente l'Angelico nei suoi ultimissimi anni produsse poco (rifiutò l'affrescatura del coro del Duomo di Prato), perché preso dai suoi doveri di priore del convento di Fiesole. In quel Rinascimento dove l'ideale della gloria civile si sostituiva a quello della salvezza celeste, anche questo fu un richiamo del Medioevo, un'eccezione. L'Angelico era estraneo al Rinascimento che si apriva e ai suoi ideali civili. Era, piuttosto, ancora un uomo del Medioevo, periodo nel quale avevano maggiore importanza i valori legati alla religione. Negli ultimi anni della sua vita tralasciò infatti la pittura per dedicarsi alla cura del convento di cui era priore. E anche sulla sua lastra tombale, sta scritto di non lodare la di lui sublime arte, quanto la carità.
Però sulla sua lastra tombale alla Minerva di Roma, è scritto di non dare tanta gloria al pittore perché fu un novello Apelle, ma perché di carità esemplare; e probabilmente l'Angelico nei suoi ultimissimi anni produsse poco (rifiutò l'affrescatura del coro del Duomo di Prato), perché preso dai suoi doveri di priore del convento di Fiesole. In quel Rinascimento dove l'ideale della gloria civile si sostituiva a quello della salvezza celeste, anche questo fu un richiamo del Medioevo, un'eccezione. L'Angelico era estraneo al Rinascimento che si apriva e ai suoi ideali civili. Era, piuttosto, ancora un uomo del Medioevo, periodo nel quale avevano maggiore importanza i valori legati alla religione. Negli ultimi anni della sua vita tralasciò infatti la pittura per dedicarsi alla cura del convento di cui era priore. E anche sulla sua lastra tombale, sta scritto di non lodare la di lui sublime arte, quanto la carità.
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Pescare non è un hobby, è una malattia. Il vero pescatore si riconosce da come racconta. Se mentre descrive un luccio di sei etti si esalta, allarga le braccia e salta per tutta la stanza, non è un vero pescatore. Ma se balbetta per la commozione, una lacrima gli scende dall'occhio e un bigattino gli sale lungo la manica, ecco il nostro uomo. I veri pescatori sono soli con la loro malattia. Il vero pescatore, per cui pescare è una malattia, quando racconta balbetta per la commozione, una lacrima gli scende dall'occhio e un bigattino gli sale lungo la manica. Non è un vero pescatore chi, per descrivere un luccio di sei etti, si esalta, allarga le braccia e salta.
Pescare non è un hobby, è una malattia. Il vero pescatore si riconosce da come racconta. Se mentre descrive un luccio di sei etti si esalta, allarga le braccia e salta per tutta la stanza, non è un vero pescatore. Ma se balbetta per la commozione, una lacrima gli scende dall'occhio e un bigattino gli sale lungo la manica, ecco il nostro uomo. I veri pescatori sono soli con la loro malattia. Il vero pescatore, per cui pescare è una malattia, quando racconta balbetta per la commozione, una lacrima gli scende dall'occhio e un bigattino gli sale lungo la manica. Non è un vero pescatore chi, per descrivere un luccio di sei etti, si esalta, allarga le braccia e salta.
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Petrolio e gas non sono le sole risorse minacciate di esaurimento. Abituati da qualche generazione a vivere in un'economia urbana, lontana dall'agricoltura, trascuriamo la scarsità delle terre coltivabili. Abituati a vederla scorrere quasi gratis - e pulita - dai nostri rubinetti, dimentichiamo che nel mondo intero l'acqua è preziosa, rara, e in diminuzione. La terra e l'acqua sono fonti di potenziali conflitti almeno quanto il greggio. Noi non ci curiamo della scarsità di terre coltivabili perché siamo abituati a vivere in un'economia urbana separata dall'agricoltura; dimentichiamo che l'acqua, che abbiamo a disposizione a poco prezzo e pulita, è preziosa e sempre più rara. Ma terra e acqua sono fattori di possibili guerre quanto il petrolio che, insieme al gas, non è quindi l'unica risorsa in via di esaurimento.
Petrolio e gas non sono le sole risorse minacciate di esaurimento. Abituati da qualche generazione a vivere in un'economia urbana, lontana dall'agricoltura, trascuriamo la scarsità delle terre coltivabili. Abituati a vederla scorrere quasi gratis - e pulita - dai nostri rubinetti, dimentichiamo che nel mondo intero l'acqua è preziosa, rara, e in diminuzione. La terra e l'acqua sono fonti di potenziali conflitti almeno quanto il greggio. Noi non ci curiamo della scarsità di terre coltivabili perché siamo abituati a vivere in un'economia urbana separata dall'agricoltura; dimentichiamo che l'acqua, che abbiamo a disposizione a poco prezzo e pulita, è preziosa e sempre più rara. Ma terra e acqua sono fattori di possibili guerre quanto il petrolio che, insieme al gas, non è quindi l'unica risorsa in via di esaurimento.
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Più che nei monumenti, la vita di Pompei si rispecchia nella casa. Con la naturale evoluzione del suo abitato nell'età preromana, con il nuovo costume determinato dall'avvento della colonia romana e infine con il suo improvviso seppellimento e arresto di ogni rinascita, Pompei, unica fra tutte le città del mondo antico, ci consente di seguire l'evoluzione della casa attraverso più secoli di vita, il che non è possibile fare con altrettanta sicurezza e coerente documentazione nelle città del mondo greco e nelle altre regioni dell'Impero. Pompei è un caso unico tra le città dell'antichità. Le diverse fasi della sua storia sono testimoniate dalle sue case. Al tempo stesso, essa ci documenta l'evoluzione della casa nei secoli.
Più che nei monumenti, la vita di Pompei si rispecchia nella casa. Con la naturale evoluzione del suo abitato nell'età preromana, con il nuovo costume determinato dall'avvento della colonia romana e infine con il suo improvviso seppellimento e arresto di ogni rinascita, Pompei, unica fra tutte le città del mondo antico, ci consente di seguire l'evoluzione della casa attraverso più secoli di vita, il che non è possibile fare con altrettanta sicurezza e coerente documentazione nelle città del mondo greco e nelle altre regioni dell'Impero. Pompei è un caso unico tra le città dell'antichità. Le diverse fasi della sua storia sono testimoniate dalle sue case. Al tempo stesso, essa ci documenta l'evoluzione della casa nei secoli.
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Piet Mondrian (Amersfoort, 7 marzo 1872 - New York, 1º febbraio 1944), è stato un pittore olandese fondatore, assieme a Theo van Doesburg, del gruppo di pittori (detti "neoplasticisti") De Stijl, dal nome della rivista De Stijl. Nonostante siano molto famosi, anche se spesso imitati e banalizzati, i quadri di Mondrian dimostrano una complessità che smentisce la loro apparente semplicità. I quadri "non rappresentativi", per cui è conosciuto e che consistono in linee perpendicolari e campiture di colore geometriche in colori primari (rosso, giallo, blu) col bianco, il nero o il grigio, sono in effetti il risultato di una continua ricerca di equilibrio e perfezione formale, evoluta stilisticamente nel corso di tutta la sua vita. Mondrian cominciò a produrre quadri "a griglia" verso la fine del '19 e, già nel '20, cominciò ad apparire lo stile per cui sarebbe divenuto famoso. Piet Mondrian (1872 - 1944) fu un pittore olandese, fondatore assieme a Theo van Doesburg del gruppo De Stijl. Pur essendo molto famosi e spesso imitati, i quadri di Mondrian sono complessi e per nulla semplici come possono apparire. I suoi quadri consistono in linee perpendicolari e campiture di colore geometriche in colori primari col bianco, il nero o il grigio, e sono in effetti il risultato di una continua ricerca di equilibrio e perfezione. Mondrian cominciò a produrre quadri "a griglia" verso la fine del '19 per produrre già nel 1920 quadri con il suo stile particolare.
Piet Mondrian (Amersfoort, 7 marzo 1872 - New York, 1º febbraio 1944), è stato un pittore olandese fondatore, assieme a Theo van Doesburg, del gruppo di pittori (detti "neoplasticisti") De Stijl, dal nome della rivista De Stijl. Nonostante siano molto famosi, anche se spesso imitati e banalizzati, i quadri di Mondrian dimostrano una complessità che smentisce la loro apparente semplicità. I quadri "non rappresentativi", per cui è conosciuto e che consistono in linee perpendicolari e campiture di colore geometriche in colori primari (rosso, giallo, blu) col bianco, il nero o il grigio, sono in effetti il risultato di una continua ricerca di equilibrio e perfezione formale, evoluta stilisticamente nel corso di tutta la sua vita. Mondrian cominciò a produrre quadri "a griglia" verso la fine del '19 e, già nel '20, cominciò ad apparire lo stile per cui sarebbe divenuto famoso. Piet Mondrian (1872 - 1944) fu un pittore olandese, fondatore assieme a Theo van Doesburg del gruppo De Stijl. Pur essendo molto famosi e spesso imitati, i quadri di Mondrian sono complessi e per nulla semplici come possono apparire. I suoi quadri consistono in linee perpendicolari e campiture di colore geometriche in colori primari col bianco, il nero o il grigio, e sono in effetti il risultato di una continua ricerca di equilibrio e perfezione. Mondrian cominciò a produrre quadri "a griglia" verso la fine del '19 per produrre già nel 1920 quadri con il suo stile particolare.
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Pioniere delle tavole che riempiono oggi le piste è l'ingegnere statunitense Sherman Poppen, che nel 1965 inventò per le figlie lo "snurfer", dalla combinazione di "snow" (neve) e "surfer"(navigatore). Lo snurfer di Poppen, costruito artigianalmente unendo due sci e applicando in punta una corda per favorire equilibrio e controllo nelle curve, era utilizzabile solo sulla neve fresca. Leggermente modificato fu venduto come giocattolo con grande successo (più di mezzo milione di pezzi venduti). Da gioco per bimbi lo snowboard diventò un divertimento per ragazzi spericolati, attratti dall'idea di "surfare" sulla neve. Fra gli appassionati si ricordano Jake Burton (che aggiunse gli attacchi), Dimitrije Milovich e Tom Sims, che negli anni 70 svilupparono lo snurfer fino allo snowboard con attacchi diagonali di oggi. La diffusione della tavola è stata rapida: nel 1985 si tennero in Europa i primi campionati mondiali e nel 1998 a Nagano, in Giappone, lo snowboard fu consacrato sport olimpico. L'americano Sherman Poppen costruì artigianalmente nel 1965 lo snurfer unendo due sci e applicandovi in punta una corda per favorire equilibrio e controllo nelle curve. Ebbe molto successo come giocattolo, ma presto divenne un divertimento per ragazzi che volevano "surfare" sulla neve. Burton vi aggiunse gli attacchi, Milovich e Sims negli anni 70 lo svilupparono fino al modello con attacchi diagonali. I primi campionati mondiali di questo sport si tennero nel 1985 in Europa e nel 1998 comparve nelle Olimpiadi di Nagano.
Pioniere delle tavole che riempiono oggi le piste è l'ingegnere statunitense Sherman Poppen, che nel 1965 inventò per le figlie lo "snurfer", dalla combinazione di "snow" (neve) e "surfer"(navigatore). Lo snurfer di Poppen, costruito artigianalmente unendo due sci e applicando in punta una corda per favorire equilibrio e controllo nelle curve, era utilizzabile solo sulla neve fresca. Leggermente modificato fu venduto come giocattolo con grande successo (più di mezzo milione di pezzi venduti). Da gioco per bimbi lo snowboard diventò un divertimento per ragazzi spericolati, attratti dall'idea di "surfare" sulla neve. Fra gli appassionati si ricordano Jake Burton (che aggiunse gli attacchi), Dimitrije Milovich e Tom Sims, che negli anni 70 svilupparono lo snurfer fino allo snowboard con attacchi diagonali di oggi. La diffusione della tavola è stata rapida: nel 1985 si tennero in Europa i primi campionati mondiali e nel 1998 a Nagano, in Giappone, lo snowboard fu consacrato sport olimpico. L'americano Sherman Poppen costruì artigianalmente nel 1965 lo snurfer unendo due sci e applicandovi in punta una corda per favorire equilibrio e controllo nelle curve. Ebbe molto successo come giocattolo, ma presto divenne un divertimento per ragazzi che volevano "surfare" sulla neve. Burton vi aggiunse gli attacchi, Milovich e Sims negli anni 70 lo svilupparono fino al modello con attacchi diagonali. I primi campionati mondiali di questo sport si tennero nel 1985 in Europa e nel 1998 comparve nelle Olimpiadi di Nagano.
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Platone ne "La Repubblica" traccia il suo pensiero di città e società ideale: una città circolare, di misura controllata, divisa per parti disposte intorno a un centro dedicato alla cultura. In questo modo la città evita le diseguaglianze, è democratica. La città ininterrotta, diffusa, dispersa tipica della devastazione del territorio italiano è la più estrema antitesi dell'utopia platoniana. Platone ne "La Repubblica" delinea il suo ideale di città: circolare, di misura controllata, con un centro dedicato alla cultura. Questo per avere una città democratica, senza diseguaglianze. Esattamente il contrario della città ininterrotta, diffusa e dispersa che caratterizza l'Italia.
Platone ne "La Repubblica" traccia il suo pensiero di città e società ideale: una città circolare, di misura controllata, divisa per parti disposte intorno a un centro dedicato alla cultura. In questo modo la città evita le diseguaglianze, è democratica. La città ininterrotta, diffusa, dispersa tipica della devastazione del territorio italiano è la più estrema antitesi dell'utopia platoniana. Platone ne "La Repubblica" delinea il suo ideale di città: circolare, di misura controllata, con un centro dedicato alla cultura. Questo per avere una città democratica, senza diseguaglianze. Esattamente il contrario della città ininterrotta, diffusa e dispersa che caratterizza l'Italia.
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Poco più di cent'anni fa, alla fine dell'Ottocento, la fisica era una scienza matura e piuttosto compiaciuta di se stessa. Per alcuni studiosi, non restava molto da scoprire: andava solo chiarito qualche dettaglio secondario nel grande quadro della natura. Esisteva un ordine razionale delle cose: l'universo funzionava come una macchina, retto dalle forze newtoniane. A fondamento della materia c'erano gli atomi, indivisibili per definizione, secondo l'etimologia greca della parola. Ma poi i ricercatori cominciarono a fare le scoperte più bizzarre: raggi X, raggi gamma, un misterioso fenomeno chiamato radioattività. Il fisico inglese J.J. Thomson scoprì l'elettrone. L'atomo, quindi, non era veramente indivisibile, ma era formato da diversi componenti. Poteva forse, secondo l'immagine proposta da Thomson, essere descritto come un pudding, con gli elettroni annidati come chicchi di uvetta? No. Nel 1911 Ernest Rutheford annunciò che l'atomo è costituito in massima parte da uno spazio vuoto e che la sua massa è concentrata in un minuscolo nucleo, intorno al quale orbitano gli elettroni. Da allora, la fisica fu sconvolta da una rivoluzione dopo l'altra. Alla fine dell'Ottocento molti studiosi ritenevano che non restasse molto da scoprire in campo fisico: l'universo, simile a una macchina, si reggeva su forze newtoniane, mentre a fondamento della materia c'erano gli atomi indivisibili. Ma in seguito i ricercatori compirono curiose scoperte: raggi X e gamma, la radioattività. Thomson scoprì l'elettrone, dimostrando così che l'atomo era formato da diversi componenti. Rutheford, nel 1911, spiegò che la massa dell'atomo, costituito in massima parte da uno spazio vuoto, si concentra in un nucleo minuscolo, intorno al quale orbitano gli elettroni. Da allora seguirono numerose rivoluzioni nella fisica.
Poco più di cent'anni fa, alla fine dell'Ottocento, la fisica era una scienza matura e piuttosto compiaciuta di se stessa. Per alcuni studiosi, non restava molto da scoprire: andava solo chiarito qualche dettaglio secondario nel grande quadro della natura. Esisteva un ordine razionale delle cose: l'universo funzionava come una macchina, retto dalle forze newtoniane. A fondamento della materia c'erano gli atomi, indivisibili per definizione, secondo l'etimologia greca della parola. Ma poi i ricercatori cominciarono a fare le scoperte più bizzarre: raggi X, raggi gamma, un misterioso fenomeno chiamato radioattività. Il fisico inglese J.J. Thomson scoprì l'elettrone. L'atomo, quindi, non era veramente indivisibile, ma era formato da diversi componenti. Poteva forse, secondo l'immagine proposta da Thomson, essere descritto come un pudding, con gli elettroni annidati come chicchi di uvetta? No. Nel 1911 Ernest Rutheford annunciò che l'atomo è costituito in massima parte da uno spazio vuoto e che la sua massa è concentrata in un minuscolo nucleo, intorno al quale orbitano gli elettroni. Da allora, la fisica fu sconvolta da una rivoluzione dopo l'altra. Alla fine dell'Ottocento molti studiosi ritenevano che non restasse molto da scoprire in campo fisico: l'universo, simile a una macchina, si reggeva su forze newtoniane, mentre a fondamento della materia c'erano gli atomi indivisibili. Ma in seguito i ricercatori compirono curiose scoperte: raggi X e gamma, la radioattività. Thomson scoprì l'elettrone, dimostrando così che l'atomo era formato da diversi componenti. Rutheford, nel 1911, spiegò che la massa dell'atomo, costituito in massima parte da uno spazio vuoto, si concentra in un nucleo minuscolo, intorno al quale orbitano gli elettroni. Da allora seguirono numerose rivoluzioni nella fisica.
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Poiché Socrate non ha lasciato scritti, è risultato sempre arduo ricostruire il suo pensiero affidandosi alle testimonianze dei suoi contemporanei. Oggi, gli studiosi considerano fondamentali le testimonianze riportate nei dialoghi platonici integrate con le opere di Aristotele. Le commedie di Aristofane sono invece considerate poco attendibili, perché destinate alla polemica contro la sofistica. È complicato ricostruire il pensiero di Socrate, in mancanza di suoi scritti e basandosi solo sulle testimonianze dei suoi contemporanei. Tra queste, fondamentali, sono quelle contenute nei dialoghi di Platone e nelle opere di Aristotele. Poco attendibili sono invece le commedie di Aristofane.
Poiché Socrate non ha lasciato scritti, è risultato sempre arduo ricostruire il suo pensiero affidandosi alle testimonianze dei suoi contemporanei. Oggi, gli studiosi considerano fondamentali le testimonianze riportate nei dialoghi platonici integrate con le opere di Aristotele. Le commedie di Aristofane sono invece considerate poco attendibili, perché destinate alla polemica contro la sofistica. È complicato ricostruire il pensiero di Socrate, in mancanza di suoi scritti e basandosi solo sulle testimonianze dei suoi contemporanei. Tra queste, fondamentali, sono quelle contenute nei dialoghi di Platone e nelle opere di Aristotele. Poco attendibili sono invece le commedie di Aristofane.
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Popper ha sentito in modo particolare l'influenza della teoria darwiniana dell'evoluzione, come si vede specialmente in "Objective Knowledge", che ha come sottotitolo "An Evolutionary Approach". Popper, influenzato da Darwin, ha scritto un libro intitolato "Objective Knowledge", che ha come sottotitolo "An Evolutionary Approach".
Popper ha sentito in modo particolare l'influenza della teoria darwiniana dell'evoluzione, come si vede specialmente in "Objective Knowledge", che ha come sottotitolo "An Evolutionary Approach". Popper, influenzato da Darwin, ha scritto un libro intitolato "Objective Knowledge", che ha come sottotitolo "An Evolutionary Approach".
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Possiamo distinguere grossomodo i due grandi settori nei quali il sociologo professionale esplica la propria attività: da un lato l'ambito di intervento centrale e quantitativamente più consistente dato dalle politiche sociali, dall'altro un insieme piuttosto composito di settori diversi tra loro - nei quali la professionalità del sociologo si è sviluppata in modo estremamente eterogeneo (sia quantitativamente che qualitativamente) - che vanno dall'area delle comunicazioni di massa all'intervento organizzativo (con relative diramazioni nella formazione), dal marketing alla comunicazione d'impresa, dalla pianificazione territoriale alla programmazione economica. Il sociologo professionale può lavorare in diversi settori. Il principale è quello delle politiche sociali, ma esistono anche altri ambiti, nei quali la professione si è sviluppata quantitativamente e qualitativamente in modo differente: comunicazione di massa, intervento organizzativo, marketing, comunicazione d'impresa, pianificazione territoriale e programmazione economica.
Possiamo distinguere grossomodo i due grandi settori nei quali il sociologo professionale esplica la propria attività: da un lato l'ambito di intervento centrale e quantitativamente più consistente dato dalle politiche sociali, dall'altro un insieme piuttosto composito di settori diversi tra loro - nei quali la professionalità del sociologo si è sviluppata in modo estremamente eterogeneo (sia quantitativamente che qualitativamente) - che vanno dall'area delle comunicazioni di massa all'intervento organizzativo (con relative diramazioni nella formazione), dal marketing alla comunicazione d'impresa, dalla pianificazione territoriale alla programmazione economica. Il sociologo professionale può lavorare in diversi settori. Il principale è quello delle politiche sociali, ma esistono anche altri ambiti, nei quali la professione si è sviluppata quantitativamente e qualitativamente in modo differente: comunicazione di massa, intervento organizzativo, marketing, comunicazione d'impresa, pianificazione territoriale e programmazione economica.
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Prima di Freud si riteneva comunemente che la psiche si identificasse con la coscienza. Il medico viennese afferma invece che la maggior parte della vita mentale si svolge fuori della coscienza e che l'inconscio non costituisce il limite inferiore del conscio, ma la realtà abissale primaria di cui il conscio (simile alla punta di un iceberg) è solo la manifestazione visibile. Tant'è vero che l'inconscio viene eletto, dalla psicoanalisi, a punto di vista privilegiato da cui osservare l'uomo. Freud divide l'inconscio in due zone. La prima comprende l'insieme di ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono, in virtù di uno sforzo dell'attenzione, divenire consci. Tale è il «preconscio». La seconda zona comprende quegli elementi psichici stabilmente inconsci che sono mantenuti tali da una forza specifica - la cosiddetta «rimozione» - che può venir superata solo in virtù di tecniche apposite. Ma se l'inconscio, in senso stretto e caratteristicamente freudiano, coincide con il rimosso, quali sono le vie per superare le resistenze che ne sbarrano l'accesso alla coscienza? Per un certo periodo, Freud pensò di usare l'ipnosi. Ma la scarsa efficacia di quest'ultima lo indusse ben presto a elaborare un nuovo metodo: quello delle cosiddette «associazioni libere». Freud fu il primo ad affermare che la maggior parte della vita mentale si svolge al di fuori della coscienza e che l'inconscio è una realtà abissale primaria di cui il conscio non è che la manifestazione visibile. Come osservatorio privilegiato per l'osservazione dell'uomo, la psicoanalisi elegge proprio l'inconscio, che Freud divide in due zone: la prima è il «preconscio», che comprende i ricordi momentaneamente inconsci; la seconda comprende invece gli elementi della psiche stabilmente inconsci, mantenuti tali dalla «rimozione». Per accedere all'inconscio Freud utilizzò dapprima la tecnica dell'ipnosi, e poi quella delle «associazioni libere».
Prima di Freud si riteneva comunemente che la psiche si identificasse con la coscienza. Il medico viennese afferma invece che la maggior parte della vita mentale si svolge fuori della coscienza e che l'inconscio non costituisce il limite inferiore del conscio, ma la realtà abissale primaria di cui il conscio (simile alla punta di un iceberg) è solo la manifestazione visibile. Tant'è vero che l'inconscio viene eletto, dalla psicoanalisi, a punto di vista privilegiato da cui osservare l'uomo. Freud divide l'inconscio in due zone. La prima comprende l'insieme di ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono, in virtù di uno sforzo dell'attenzione, divenire consci. Tale è il «preconscio». La seconda zona comprende quegli elementi psichici stabilmente inconsci che sono mantenuti tali da una forza specifica - la cosiddetta «rimozione» - che può venir superata solo in virtù di tecniche apposite. Ma se l'inconscio, in senso stretto e caratteristicamente freudiano, coincide con il rimosso, quali sono le vie per superare le resistenze che ne sbarrano l'accesso alla coscienza? Per un certo periodo, Freud pensò di usare l'ipnosi. Ma la scarsa efficacia di quest'ultima lo indusse ben presto a elaborare un nuovo metodo: quello delle cosiddette «associazioni libere». Freud fu il primo ad affermare che la maggior parte della vita mentale si svolge al di fuori della coscienza e che l'inconscio è una realtà abissale primaria di cui il conscio non è che la manifestazione visibile. Come osservatorio privilegiato per l'osservazione dell'uomo, la psicoanalisi elegge proprio l'inconscio, che Freud divide in due zone: la prima è il «preconscio», che comprende i ricordi momentaneamente inconsci; la seconda comprende invece gli elementi della psiche stabilmente inconsci, mantenuti tali dalla «rimozione». Per accedere all'inconscio Freud utilizzò dapprima la tecnica dell'ipnosi, e poi quella delle «associazioni libere».
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Primitivi modelli di ascensore, messi in funzione a mano o tramite animali, erano già in uso addirittura nel Medioevo. Ma bisogna aspettare la metà del XIX secolo per vedere il primo vero ascensore in azione. È nel 1853 che l'americano Eisha Graves Otis compie una dimostrazione pubblica del suo ascensore, azionato da un motore a vapore dotato di un dispositivo di sicurezza che ne impediva la caduta in caso di rottura di un cavo. Verso la fine del secolo, a partire dal 1880, si giungerà alla produzione dei primi ascensori elettrici, ad opera dell'inventore tedesco Werner von Siemens. L'ascensore elettrico fu inventato dal tedesco Werner von Siemens e messo in produzione verso la fine del XIX secolo, nel 1880. Ma i primi modelli di ascensore erano addirittura in uso nel Medioevo, e usavano come forza motrice la mano umana o gli animali, mentre la prima dimostrazione pubblica di un ascensore azionato da un motore a vapore fu fatta nel 1853. L'inventore di tale ascensore fu l'americano Eisha Graves Otis, che lo aveva dotato di un dispositivo di sicurezza che serviva a impedirne la caduta in caso di rottura di un cavo.
Primitivi modelli di ascensore, messi in funzione a mano o tramite animali, erano già in uso addirittura nel Medioevo. Ma bisogna aspettare la metà del XIX secolo per vedere il primo vero ascensore in azione. È nel 1853 che l'americano Eisha Graves Otis compie una dimostrazione pubblica del suo ascensore, azionato da un motore a vapore dotato di un dispositivo di sicurezza che ne impediva la caduta in caso di rottura di un cavo. Verso la fine del secolo, a partire dal 1880, si giungerà alla produzione dei primi ascensori elettrici, ad opera dell'inventore tedesco Werner von Siemens. L'ascensore elettrico fu inventato dal tedesco Werner von Siemens e messo in produzione verso la fine del XIX secolo, nel 1880. Ma i primi modelli di ascensore erano addirittura in uso nel Medioevo, e usavano come forza motrice la mano umana o gli animali, mentre la prima dimostrazione pubblica di un ascensore azionato da un motore a vapore fu fatta nel 1853. L'inventore di tale ascensore fu l'americano Eisha Graves Otis, che lo aveva dotato di un dispositivo di sicurezza che serviva a impedirne la caduta in caso di rottura di un cavo.
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Pripyat, è uno dei luoghi più radioattivi della terra, trovandosi a pochi chilometri da Chernobyl, luogo tristemente noto per il disastro nucleare del 1986. La cittadina è ormai un luogo abbandonato, una città fantasma in lento deterioramento. È vietato entrarvi per questioni di sicurezza, ma se siete in possesso di un permesso speciale delle guardie armate vi scorteranno all'interno per un tour da brividi. Vicino a Chernobyl, luogo reso tristemente celebre dall'incidente nucleare del 1986, c'è una piccola città di nome Pripyat. Quest'ultima ha un tasso di radioattività tra i più alti del mondo ed è pertanto stata abbandonata dai suoi abitanti. È possibile accedervi, rigorosamente accompagnati, solo se in possesso di un permesso speciale.
Pripyat, è uno dei luoghi più radioattivi della terra, trovandosi a pochi chilometri da Chernobyl, luogo tristemente noto per il disastro nucleare del 1986. La cittadina è ormai un luogo abbandonato, una città fantasma in lento deterioramento. È vietato entrarvi per questioni di sicurezza, ma se siete in possesso di un permesso speciale delle guardie armate vi scorteranno all'interno per un tour da brividi. Vicino a Chernobyl, luogo reso tristemente celebre dall'incidente nucleare del 1986, c'è una piccola città di nome Pripyat. Quest'ultima ha un tasso di radioattività tra i più alti del mondo ed è pertanto stata abbandonata dai suoi abitanti. È possibile accedervi, rigorosamente accompagnati, solo se in possesso di un permesso speciale.
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Psiche è una principessa tanto bella da suscitare l'invidia di Venere, la quale chiede al figlio Amore di farla innamorare dell'uomo più abietto di tutti. Ma Amore si invaghisce di lei e, di nascosto, la conduce nel suo palazzo. Psiche può incontrarlo solo di notte e deve impegnarsi a non tentare di vedere il suo viso, altrimenti lo perderà. Psiche racconta del suo amore alle sorelle le quali, invidiose della sua fortuna, le insinuano il dubbio che lo sposo sia così misterioso perché, in realtà, è bruttissimo. Quella notte Psiche, dopo che Amore si è addormentato, accende un lume e, di nascosto, ne guarda il viso. Ma una goccia di olio caldo cade sul viso di Amore, che si sveglia. Psiche può così contemplare per un attimo tutta la bellezza di Amore, il quale però sparisce per sempre. Venere, gelosa della bellezza di Psiche, decide di punirla incaricando Amore, suo figlio, di farla innamorare dell'uomo più abietto del mondo. Ma Amore si innamora lui stesso della giovane. Così i due si vedono furtivamente nel segreto delle tenebre, senza mai guardarsi in volto. A causa delle sorelle gelose, Psiche comincia a dubitare delle fattezze dell'amato e decide di spiarlo accendendo un lume. Nel momento stesso in cui ha la possibilità di contemplare il bell'aspetto del suo amato, Amore si sveglia e sparisce.
Psiche è una principessa tanto bella da suscitare l'invidia di Venere, la quale chiede al figlio Amore di farla innamorare dell'uomo più abietto di tutti. Ma Amore si invaghisce di lei e, di nascosto, la conduce nel suo palazzo. Psiche può incontrarlo solo di notte e deve impegnarsi a non tentare di vedere il suo viso, altrimenti lo perderà. Psiche racconta del suo amore alle sorelle le quali, invidiose della sua fortuna, le insinuano il dubbio che lo sposo sia così misterioso perché, in realtà, è bruttissimo. Quella notte Psiche, dopo che Amore si è addormentato, accende un lume e, di nascosto, ne guarda il viso. Ma una goccia di olio caldo cade sul viso di Amore, che si sveglia. Psiche può così contemplare per un attimo tutta la bellezza di Amore, il quale però sparisce per sempre. Venere, gelosa della bellezza di Psiche, decide di punirla incaricando Amore, suo figlio, di farla innamorare dell'uomo più abietto del mondo. Ma Amore si innamora lui stesso della giovane. Così i due si vedono furtivamente nel segreto delle tenebre, senza mai guardarsi in volto. A causa delle sorelle gelose, Psiche comincia a dubitare delle fattezze dell'amato e decide di spiarlo accendendo un lume. Nel momento stesso in cui ha la possibilità di contemplare il bell'aspetto del suo amato, Amore si sveglia e sparisce.
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Pur essendo un ambiente decisamente ostile, le dune sabbiose ospitano molti animali. Oltre a ragni e insetti, vi si trova la lucertola agile, che ha bisogno del calore delle distese sabbiose per deporre le uova. I conigli selvatici considerano le dune un ambiente vantaggioso, perché oltre a essere facili da scavare, offrono una quantità di piante commestibili. Le volpoche, anatre selvatiche dalle lucide piume bianche, nere e fulve, per nidificare utilizzano le vecchie tane dei conigli e per cibarsi frugano lungo le rive durante la bassa marea alla ricerca di molluschi e vermi. Molti uccelli vi nidificano e i ricci e le volpi per nutrirsi fanno razzie nei nidi e per ripararsi usano le tane dei conigli. Molti animali vivono sulle dune sabbiose di cui sfruttano le caratteristiche. Vi troviamo ragni, insetti e la lucertola, che sfrutta il calore della sabbia per deporre le uova. I conigli vi trovano cibo e facile riparo. Le volpoche nidificano nelle tane dei conigli e trovano cibo lungo la riva del mare, mentre ricci e volpi fanno razzie nei nidi degli uccelli che sulle dune nidificano e si riparano nelle tane dei conigli.
Pur essendo un ambiente decisamente ostile, le dune sabbiose ospitano molti animali. Oltre a ragni e insetti, vi si trova la lucertola agile, che ha bisogno del calore delle distese sabbiose per deporre le uova. I conigli selvatici considerano le dune un ambiente vantaggioso, perché oltre a essere facili da scavare, offrono una quantità di piante commestibili. Le volpoche, anatre selvatiche dalle lucide piume bianche, nere e fulve, per nidificare utilizzano le vecchie tane dei conigli e per cibarsi frugano lungo le rive durante la bassa marea alla ricerca di molluschi e vermi. Molti uccelli vi nidificano e i ricci e le volpi per nutrirsi fanno razzie nei nidi e per ripararsi usano le tane dei conigli. Molti animali vivono sulle dune sabbiose di cui sfruttano le caratteristiche. Vi troviamo ragni, insetti e la lucertola, che sfrutta il calore della sabbia per deporre le uova. I conigli vi trovano cibo e facile riparo. Le volpoche nidificano nelle tane dei conigli e trovano cibo lungo la riva del mare, mentre ricci e volpi fanno razzie nei nidi degli uccelli che sulle dune nidificano e si riparano nelle tane dei conigli.
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Qin Shi Huang è stato il primo imperatore della Cina ed è colui che ha dato il via alla costruzione della celeberrima Grande Muraglia Cinese. Alla sua morte venne sepolto in un mausoleo circondato da un esercito di 8.000 statue di guerrieri in terracotta, destinate a servirlo e proteggerlo nell'aldilà. L'esercito di terracotta è stato inserito nel Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco ed è sotto la protezione del governo cinese. Nel sepolcro del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, noto per avere intrapreso la costruzione della Grande Muraglia, si trova un corredo funerario di 8.000 statue raffiguranti dei guerrieri il cui compito era quello di servire e proteggere il re nella vita dopo la morte. Questa meravigliosa opera d'arte è considerata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.
Qin Shi Huang è stato il primo imperatore della Cina ed è colui che ha dato il via alla costruzione della celeberrima Grande Muraglia Cinese. Alla sua morte venne sepolto in un mausoleo circondato da un esercito di 8.000 statue di guerrieri in terracotta, destinate a servirlo e proteggerlo nell'aldilà. L'esercito di terracotta è stato inserito nel Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco ed è sotto la protezione del governo cinese. Nel sepolcro del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, noto per avere intrapreso la costruzione della Grande Muraglia, si trova un corredo funerario di 8.000 statue raffiguranti dei guerrieri il cui compito era quello di servire e proteggere il re nella vita dopo la morte. Questa meravigliosa opera d'arte è considerata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.
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Qual è la posizione esatta della perduta isola di Atlantide? Molti indizi conducono a Santorini, nell'arcipelago delle Cicladi. Il documentario "Atlantide ritrovata" cerca di trovare una risposta confrontando l'attuale aspetto dell'isola con la descrizione di Atlantide che fece Platone. "Atlantide ritrovata" è un documentario che, analizzando l'isola greca di Santorini nella sua conformazione odierna, cerca di capire se possa corrispondere alla posizione esatta di Atlantide. Per farlo si avvale anche della descrizione che ne fece Platone.
Qual è la posizione esatta della perduta isola di Atlantide? Molti indizi conducono a Santorini, nell'arcipelago delle Cicladi. Il documentario "Atlantide ritrovata" cerca di trovare una risposta confrontando l'attuale aspetto dell'isola con la descrizione di Atlantide che fece Platone. "Atlantide ritrovata" è un documentario che, analizzando l'isola greca di Santorini nella sua conformazione odierna, cerca di capire se possa corrispondere alla posizione esatta di Atlantide. Per farlo si avvale anche della descrizione che ne fece Platone.
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Qualche anno fa lessi la storia di Stephen Glass, giovanissima penna del New Republic. Un articolo di Forbes svelò che la maggior parte della cose che aveva scritto era falsa. Glass prima cercò di giustificarsi arrampicandosi sugli specchi, poi mentendo ancora, e infine ammise che sì effettivamente quello che aveva scritto era una montagna di fandonie, per reggere le quali aveva prodotto pagine e pagine di note apparentemente fondate, falsi biglietti da visita, falsi messaggi, lettere e fax che dichiarava di aver ricevuto dalle sue fonti; creato siti web finti, finte caselle postali, carte di credito personalizzate e intere "fanzine". Un articolo di Forbes rivelò che le storie raccontate da Stephen Glass, un giovane giornalista del New Republic, erano false. Glass cerco di difendersi dalle accuse. Ma infine cedette e rivelò come avesse falsificato prove e informazioni.
Qualche anno fa lessi la storia di Stephen Glass, giovanissima penna del New Republic. Un articolo di Forbes svelò che la maggior parte della cose che aveva scritto era falsa. Glass prima cercò di giustificarsi arrampicandosi sugli specchi, poi mentendo ancora, e infine ammise che sì effettivamente quello che aveva scritto era una montagna di fandonie, per reggere le quali aveva prodotto pagine e pagine di note apparentemente fondate, falsi biglietti da visita, falsi messaggi, lettere e fax che dichiarava di aver ricevuto dalle sue fonti; creato siti web finti, finte caselle postali, carte di credito personalizzate e intere "fanzine". Un articolo di Forbes rivelò che le storie raccontate da Stephen Glass, un giovane giornalista del New Republic, erano false. Glass cerco di difendersi dalle accuse. Ma infine cedette e rivelò come avesse falsificato prove e informazioni.
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Qualche volta la fisica teorica sembra magia pura: quando gli scienziati riescono a prevedere l'esistenza di qualcosa che nessuno aveva mai osservato prima, e neppure sospettato potesse esistere. Due esempi di questa capacità del pensiero scientifico sono le predizioni dell'esistenza di Nettuno e dell'esistenza delle onde elettromagnetiche. Due esempi della capacità del pensiero scientifico di prevedere l'esistenza di qualcosa mai sospettato prima sono le previsioni dell'esistenza di Nettuno e delle onde elettromagnetiche.
Qualche volta la fisica teorica sembra magia pura: quando gli scienziati riescono a prevedere l'esistenza di qualcosa che nessuno aveva mai osservato prima, e neppure sospettato potesse esistere. Due esempi di questa capacità del pensiero scientifico sono le predizioni dell'esistenza di Nettuno e dell'esistenza delle onde elettromagnetiche. Due esempi della capacità del pensiero scientifico di prevedere l'esistenza di qualcosa mai sospettato prima sono le previsioni dell'esistenza di Nettuno e delle onde elettromagnetiche.
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Quando analizzano il mercato del lavoro, gli operatori economici (siano essi imprenditori, sindacalisti o politici) sono normalmente interessati all'evoluzione di due grandezze fondamentali: la disponibilità di posti di lavoro e il livello medio delle retribuzioni a essi associate. Per l'economista ciò equivale allo studio delle retribuzioni reali e dell'occupazione. Ciò che per l'economista equivale allo studio delle retribuzioni reali e dell'occupazione è per gli altri operatori economici l'interesse che essi hanno per l'evoluzione delle retribuzioni e la disponibilità di posti di lavoro.
Quando analizzano il mercato del lavoro, gli operatori economici (siano essi imprenditori, sindacalisti o politici) sono normalmente interessati all'evoluzione di due grandezze fondamentali: la disponibilità di posti di lavoro e il livello medio delle retribuzioni a essi associate. Per l'economista ciò equivale allo studio delle retribuzioni reali e dell'occupazione. Ciò che per l'economista equivale allo studio delle retribuzioni reali e dell'occupazione è per gli altri operatori economici l'interesse che essi hanno per l'evoluzione delle retribuzioni e la disponibilità di posti di lavoro.
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Quando Dante aveva dodici anni, nel 1277, fu concordato il suo matrimonio con Gemma, figlia di messer Manetto Donati, che successivamente sposò all'età di vent'anni. Contrarre matrimoni in età così precoce era abbastanza comune a quell'epoca; lo si faceva con una cerimonia importante, che richiedeva atti formali sottoscritti davanti ad un notaio. La famiglia a cui Gemma apparteneva - i Donati - era una delle più importanti nella Firenze tardo-medievale e in seguito divenne il punto di riferimento per lo schieramento politico opposto a quello del poeta, i guelfi neri. Dante sposò Gemma Donati, la cui famiglia sarebbe in seguito divenuta punto di riferimento per lo schieramento politico opposto a quello del poeta, all'età di vent'anni, ma il loro matrimonio venne deciso quando il ragazzo aveva dodici anni. Le famiglie, secondo l'usanza dell'epoca, dovevano impegnarsi formalmente davanti a un notaio nel corso di un'importante cerimonia.
Quando Dante aveva dodici anni, nel 1277, fu concordato il suo matrimonio con Gemma, figlia di messer Manetto Donati, che successivamente sposò all'età di vent'anni. Contrarre matrimoni in età così precoce era abbastanza comune a quell'epoca; lo si faceva con una cerimonia importante, che richiedeva atti formali sottoscritti davanti ad un notaio. La famiglia a cui Gemma apparteneva - i Donati - era una delle più importanti nella Firenze tardo-medievale e in seguito divenne il punto di riferimento per lo schieramento politico opposto a quello del poeta, i guelfi neri. Dante sposò Gemma Donati, la cui famiglia sarebbe in seguito divenuta punto di riferimento per lo schieramento politico opposto a quello del poeta, all'età di vent'anni, ma il loro matrimonio venne deciso quando il ragazzo aveva dodici anni. Le famiglie, secondo l'usanza dell'epoca, dovevano impegnarsi formalmente davanti a un notaio nel corso di un'importante cerimonia.
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Quando diciamo che gli antidepressivi non euforizzano le persone normali, diciamo sostanzialmente una bugia, nella misura in cui molte persone considerate normali vivono probabilmente condizioni psichiche del tutto contigue a quelle patologiche e dunque potenzialmente sensibili agli effetti (quali che siano) degli antidepressivi. Non è esatto dire che gli antidepressivi non euforizzano le persone normali, dato che la condizione psichica di molte di queste può essere vicina alla patologia, e sono quindi potenzialmente sensibili.
Quando diciamo che gli antidepressivi non euforizzano le persone normali, diciamo sostanzialmente una bugia, nella misura in cui molte persone considerate normali vivono probabilmente condizioni psichiche del tutto contigue a quelle patologiche e dunque potenzialmente sensibili agli effetti (quali che siano) degli antidepressivi. Non è esatto dire che gli antidepressivi non euforizzano le persone normali, dato che la condizione psichica di molte di queste può essere vicina alla patologia, e sono quindi potenzialmente sensibili.
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Quando due persone interagiscono, lo stato d'animo viene trasferito dall'individuo che esprime i sentimenti in modo più efficace, a quello più passivo. Alcune persone, tuttavia, sono particolarmente suscettibili al contagio emozionale; la loro sensibilità innata rende più facile l'innesco del loro sistema nervoso autonomo (un marker dell'attività emozionale). Questa labilità sembra rendere costoro più facilmente impressionabili; si tratta di persone che possono commuoversi fino alle lacrime per un annuncio pubblicitario sentimentale, o che si sentono incoraggiate da una rapida chiacchierata con un tipo allegro (un'interazione che potrebbe anche renderli più empatici, dal momento che costoro vengono facilmente toccati dai sentimenti altrui). Generalmente, il contagio emozionale ve nella direzione che lega un soggetto capace di esprimere efficacemente i propri sentimenti a quello più passivo. Vi sono però persone che sono più predisposte a esso, in quanto il loro sistema nervoso viene più facilmente attivato - per esempio da un messaggio sentimentale o un'allegra chiacchierata -, e che dunque risultano più impressionabili ed eventualmente più empatiche.
Quando due persone interagiscono, lo stato d'animo viene trasferito dall'individuo che esprime i sentimenti in modo più efficace, a quello più passivo. Alcune persone, tuttavia, sono particolarmente suscettibili al contagio emozionale; la loro sensibilità innata rende più facile l'innesco del loro sistema nervoso autonomo (un marker dell'attività emozionale). Questa labilità sembra rendere costoro più facilmente impressionabili; si tratta di persone che possono commuoversi fino alle lacrime per un annuncio pubblicitario sentimentale, o che si sentono incoraggiate da una rapida chiacchierata con un tipo allegro (un'interazione che potrebbe anche renderli più empatici, dal momento che costoro vengono facilmente toccati dai sentimenti altrui). Generalmente, il contagio emozionale ve nella direzione che lega un soggetto capace di esprimere efficacemente i propri sentimenti a quello più passivo. Vi sono però persone che sono più predisposte a esso, in quanto il loro sistema nervoso viene più facilmente attivato - per esempio da un messaggio sentimentale o un'allegra chiacchierata -, e che dunque risultano più impressionabili ed eventualmente più empatiche.
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Quando il breve pasto fu terminato, andai a sedermi davanti alla porta, con il cuore stretto dalla malinconia del triste paesaggio, in preda a quello sconforto che prende a volte i viaggiatori in certe sere tristi, in certi luoghi desolati. Pare che tutto stia per finire, l'esistenza e l'universo. Si percepisce a un tratto l'orribile tristezza della vita, l'isolamento di tutti, la nullità di ogni cosa, e la nera solitudine del cuore che si culla e s'inganna da sé con sogni, sino alla morte. In certe sere tristi, in luoghi desolati, a volte lo sconforto prende i viaggiatori: sembra che la vita e l'universo stiano per finire, di colpo si colgono la tristezza della vita, l'isolamento, l'inconsistenza di ogni cosa, la solitudine del cuore che gode nell'illudersi sognando fino alla morte. Quello stesso sconforto mi strinse il cuore per la malinconia del paesaggio triste quando, dopo il pasto, mi sedetti davanti alla porta.
Quando il breve pasto fu terminato, andai a sedermi davanti alla porta, con il cuore stretto dalla malinconia del triste paesaggio, in preda a quello sconforto che prende a volte i viaggiatori in certe sere tristi, in certi luoghi desolati. Pare che tutto stia per finire, l'esistenza e l'universo. Si percepisce a un tratto l'orribile tristezza della vita, l'isolamento di tutti, la nullità di ogni cosa, e la nera solitudine del cuore che si culla e s'inganna da sé con sogni, sino alla morte. In certe sere tristi, in luoghi desolati, a volte lo sconforto prende i viaggiatori: sembra che la vita e l'universo stiano per finire, di colpo si colgono la tristezza della vita, l'isolamento, l'inconsistenza di ogni cosa, la solitudine del cuore che gode nell'illudersi sognando fino alla morte. Quello stesso sconforto mi strinse il cuore per la malinconia del paesaggio triste quando, dopo il pasto, mi sedetti davanti alla porta.
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Quando si parla di vino biologico si fa riferimento alla riduzione degli interventi della chimica sia in vigneto che in cantina, alla certificazione del prodotto e alle tecniche di lavorazione secondo il regolamento europeo. Il vino biologico si presenta ai consumatori con un marchio di qualità universalmente identificabile che consiste nella soppressione delle sostanze chimiche e la limitazione dei solfiti, nonché la scelta di norme di coltura biologiche che prevengano gli attacchi parassitari in maniera naturale. In sostanza, i vini biologici cercano di conciliare la salvaguardia dell'ambiente con la genuinità dei cibi che consumiamo. Il vino biologico è riconoscibile da un marchio di qualità che certifica le specifiche tecniche di lavorazione secondo il regolamento Eu, ossia una produzione che ne riduca la chimica in vigneto e in cantina, che ne sopprima le sostanze chimiche e ne limiti i solfiti all'interno e che prediliga tecniche di coltura biologiche nella prevenzione degli attacchi parassitari.
Quando si parla di vino biologico si fa riferimento alla riduzione degli interventi della chimica sia in vigneto che in cantina, alla certificazione del prodotto e alle tecniche di lavorazione secondo il regolamento europeo. Il vino biologico si presenta ai consumatori con un marchio di qualità universalmente identificabile che consiste nella soppressione delle sostanze chimiche e la limitazione dei solfiti, nonché la scelta di norme di coltura biologiche che prevengano gli attacchi parassitari in maniera naturale. In sostanza, i vini biologici cercano di conciliare la salvaguardia dell'ambiente con la genuinità dei cibi che consumiamo. Il vino biologico è riconoscibile da un marchio di qualità che certifica le specifiche tecniche di lavorazione secondo il regolamento Eu, ossia una produzione che ne riduca la chimica in vigneto e in cantina, che ne sopprima le sostanze chimiche e ne limiti i solfiti all'interno e che prediliga tecniche di coltura biologiche nella prevenzione degli attacchi parassitari.
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Quando un raggio di luce attraversa obliquamente un blocco di vetro con lati non paralleli, per esempio un prisma, ne emerge modificando la propria direzione di propagazione. Una lente convergente determina effetti ottici analoghi a quelli dovuti a una serie di prismi. L'inclinazione subita dai raggi luminosi è tanto maggiore quanto più la loro "zona" di incidenza procede dal centro verso la periferia, cioè man mano che va diminuendo il parallelismo delle superfici di vetro. In questo modo un raggio di luce riflesso da un punto su un soggetto viene portato a convergere in un punto del fuoco. Un raggio di luce che attraversa un prisma, cioè un blocco di vetro con i lati non paralleli, ne esce modificando la propria direzione. Le lenti convergenti funzionano come una serie di prismi, e l'inclinazione dei raggi che le attraversano varia con il diminuire del parallelismo tra le due superfici di vetro. Così i raggi di luce convergono nel punto del fuoco.
Quando un raggio di luce attraversa obliquamente un blocco di vetro con lati non paralleli, per esempio un prisma, ne emerge modificando la propria direzione di propagazione. Una lente convergente determina effetti ottici analoghi a quelli dovuti a una serie di prismi. L'inclinazione subita dai raggi luminosi è tanto maggiore quanto più la loro "zona" di incidenza procede dal centro verso la periferia, cioè man mano che va diminuendo il parallelismo delle superfici di vetro. In questo modo un raggio di luce riflesso da un punto su un soggetto viene portato a convergere in un punto del fuoco. Un raggio di luce che attraversa un prisma, cioè un blocco di vetro con i lati non paralleli, ne esce modificando la propria direzione. Le lenti convergenti funzionano come una serie di prismi, e l'inclinazione dei raggi che le attraversano varia con il diminuire del parallelismo tra le due superfici di vetro. Così i raggi di luce convergono nel punto del fuoco.
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Quando uscì "E non disse nemmeno una parola", la critica fu pressoché unanime nel ravvisare in questo libro non solo il raggiungimento più maturo fin lì toccato da Böll, ma uno dei libri di più sicura qualità artistica espressi dall'Europa del dopoguerra. Le recensioni fioccarono a decine, subito, e anche molto oltre i confini della Germania: ci si accorse dell'importanza del romanzo in Italia e in Olanda, in Francia e nell'URSS, negli Stati Uniti e in Svezia. Alla sua uscita, il libro di Böll "E non disse nemmeno una parola" fu accolto unanimemente dalla critica in modo positivo. Fu considerato l'opera più compiuta dell'autore fino a quel momento e in generale uno dei libri migliori dell'Europa del dopoguerra. Fu recensito subito largamente, non solo in Germania, ma anche in altri Paesi europei, in URSS e negli Stati Uniti.
Quando uscì "E non disse nemmeno una parola", la critica fu pressoché unanime nel ravvisare in questo libro non solo il raggiungimento più maturo fin lì toccato da Böll, ma uno dei libri di più sicura qualità artistica espressi dall'Europa del dopoguerra. Le recensioni fioccarono a decine, subito, e anche molto oltre i confini della Germania: ci si accorse dell'importanza del romanzo in Italia e in Olanda, in Francia e nell'URSS, negli Stati Uniti e in Svezia. Alla sua uscita, il libro di Böll "E non disse nemmeno una parola" fu accolto unanimemente dalla critica in modo positivo. Fu considerato l'opera più compiuta dell'autore fino a quel momento e in generale uno dei libri migliori dell'Europa del dopoguerra. Fu recensito subito largamente, non solo in Germania, ma anche in altri Paesi europei, in URSS e negli Stati Uniti.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto.
Quarant'anni fa un professore di psicologia di Stanford riunì nei locali dell'università un gruppo di 24 studenti per un esperimento sui comportamenti umani, destinato a passare alla storia. Per due settimane metà dei volontari avrebbe assunto il ruolo di carceriere; all'altra parte toccava la parte del detenuto. Lo scopo era dimostrare che violenze e vessazioni sono frutto del contesto in cui vivono carcerieri e carcerati, e non tratti della personalità. Un esperimento sui comportamenti umani condotto quarant'anni fa nell'università di Stanford volle dimostrare che è il contesto delle carceri a generare violenza e non la personalità di carcerieri e carcerati.
Quarant'anni fa un professore di psicologia di Stanford riunì nei locali dell'università un gruppo di 24 studenti per un esperimento sui comportamenti umani, destinato a passare alla storia. Per due settimane metà dei volontari avrebbe assunto il ruolo di carceriere; all'altra parte toccava la parte del detenuto. Lo scopo era dimostrare che violenze e vessazioni sono frutto del contesto in cui vivono carcerieri e carcerati, e non tratti della personalità. Un esperimento sui comportamenti umani condotto quarant'anni fa nell'università di Stanford volle dimostrare che è il contesto delle carceri a generare violenza e non la personalità di carcerieri e carcerati.
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Quattordici isole, 57 ponti, tanto verde, una sola città. Definita da molti la "Venezia del Nord", Stoccolma è uno dei luoghi più incantevoli e vivibili d'Europa. Qui si è realizzato il perfetto sviluppo cittadino sostenibile, con ampi parchi cittadini e mezzi pubblici efficientissimi (compresi i battelli che attraversano i canali), in una realtà urbana poco più grande della città di Torino dove è possibile spostarsi in bicicletta senza alcuna difficoltà. È per questo che qualche anno fa Stoccolma ha potuto fregiarsi del titolo di Capitale più ecologica d'Europa. Considerata da molti la "Venezia del Nord", perché sorge su 14 isole e può vantare 57 ponti, Stoccolma è una delle città più vivibili d'Europa grazie agli ampi parchi e alla grande efficienza dei mezzi pubblici, oltre che alla facilità nello spostarsi in bicicletta. Per questo, qualche anno fa, è stata anche eletta Capitale più ecologica d'Europa.
Quattordici isole, 57 ponti, tanto verde, una sola città. Definita da molti la "Venezia del Nord", Stoccolma è uno dei luoghi più incantevoli e vivibili d'Europa. Qui si è realizzato il perfetto sviluppo cittadino sostenibile, con ampi parchi cittadini e mezzi pubblici efficientissimi (compresi i battelli che attraversano i canali), in una realtà urbana poco più grande della città di Torino dove è possibile spostarsi in bicicletta senza alcuna difficoltà. È per questo che qualche anno fa Stoccolma ha potuto fregiarsi del titolo di Capitale più ecologica d'Europa. Considerata da molti la "Venezia del Nord", perché sorge su 14 isole e può vantare 57 ponti, Stoccolma è una delle città più vivibili d'Europa grazie agli ampi parchi e alla grande efficienza dei mezzi pubblici, oltre che alla facilità nello spostarsi in bicicletta. Per questo, qualche anno fa, è stata anche eletta Capitale più ecologica d'Europa.
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Quello dell'alimentazione è uno dei problemi principali, nell'ambito dell'organizzazione delle prime missioni umane su Marte. Gli esperti della Nasa hanno calcolato che per nutrire un solo astronauta nell'arco dei 5 anni previsti per il viaggio spaziale, occorrerebbero 3175 chili di cibo. Per ovviare a questa necessità gli scienziati stanno pensando a un orto interno all'astronave che permetta all'equipaggio di coltivare cibi sani migliorando al contempo l'aria all'interno dell'abitacolo (poiché i vegetali assorbirebbero CO2 ). Gli ortaggi candidati - poiché richiedono minori cure - sono per ora spinaci, carote, pomodori, peperoni, fragole, cavolo e porri. Andare su Marte coltivando un orto dentro l'astronave. Questa è la soluzione a cui stanno pensando gli esperti per ovviare il problema dell'alimentazione nel lungo viaggio di una possibile spedizione su Marte. La Nasa calcola infatti che, per affrontare un viaggio lungo 5 anni, occorrerebbero 3175 kg di cibo. Ecco dunque l'idea dell'orto, che assorbirebbe anche CO2 migliorando l'aria dell'abitacolo. Per ora si pensa a spinaci, carote, pomodori, peperoni, fragole, cavolo e porri. Richiedono infatti minori attenzioni.
Quello dell'alimentazione è uno dei problemi principali, nell'ambito dell'organizzazione delle prime missioni umane su Marte. Gli esperti della Nasa hanno calcolato che per nutrire un solo astronauta nell'arco dei 5 anni previsti per il viaggio spaziale, occorrerebbero 3175 chili di cibo. Per ovviare a questa necessità gli scienziati stanno pensando a un orto interno all'astronave che permetta all'equipaggio di coltivare cibi sani migliorando al contempo l'aria all'interno dell'abitacolo (poiché i vegetali assorbirebbero CO2 ). Gli ortaggi candidati - poiché richiedono minori cure - sono per ora spinaci, carote, pomodori, peperoni, fragole, cavolo e porri. Andare su Marte coltivando un orto dentro l'astronave. Questa è la soluzione a cui stanno pensando gli esperti per ovviare il problema dell'alimentazione nel lungo viaggio di una possibile spedizione su Marte. La Nasa calcola infatti che, per affrontare un viaggio lungo 5 anni, occorrerebbero 3175 kg di cibo. Ecco dunque l'idea dell'orto, che assorbirebbe anche CO2 migliorando l'aria dell'abitacolo. Per ora si pensa a spinaci, carote, pomodori, peperoni, fragole, cavolo e porri. Richiedono infatti minori attenzioni.
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Quindici milioni di giapponesi vivono al di sotto della cosiddetta soglia di povertà, cioè hanno a disposizione un reddito che è inferiore alla metà di quello medio nazionale. I più diseredati di loro non possiedono neppure una casa: meno numerosi che a New York o a Londra, i senzatetto giapponesi vivono di preferenza nei sotterranei della metropolitana, la più pulita del mondo, senza un graffito o una carta per terra. Anche i barboni di Tokyo sono i più puliti e i più ordinati del mondo. Con grandi scatoloni di cartone si fanno delle vere e proprie abitazioni, spesso allineate l'una accanto all'altra. Talvolta vi sono anche scatoloni comuni in cui si pranza o si beve il sakè. Ci sono scatoloni arredati con quadri e foto alle pareti, scaffali per i libri, un fornellino per cucinare. Questi emarginati del ricco Giappone (le autorità dicono "qualche centinaio, non di più") vivono con dignità la loro condizione. Non chiedono mai l'elemosina, si arrangiano con qualche lavoretto. Al di sotto della soglia di povertà vivono quindici milioni di giapponesi, quelli di loro che non hanno una casa vivono preferibilmente nei sotterranei della metropolitana, la più pulita del mondo. I senzatetto giapponesi vivono con grande dignità, fanno piccoli lavori e non chiedono mai l'elemosina. I barboni di Tokyo, i più puliti e ordinati del mondo, vivono in abitazioni fatte con scatoloni di cartone, allineati e arredati, spesso usati per mangiare e bere insieme.
Quindici milioni di giapponesi vivono al di sotto della cosiddetta soglia di povertà, cioè hanno a disposizione un reddito che è inferiore alla metà di quello medio nazionale. I più diseredati di loro non possiedono neppure una casa: meno numerosi che a New York o a Londra, i senzatetto giapponesi vivono di preferenza nei sotterranei della metropolitana, la più pulita del mondo, senza un graffito o una carta per terra. Anche i barboni di Tokyo sono i più puliti e i più ordinati del mondo. Con grandi scatoloni di cartone si fanno delle vere e proprie abitazioni, spesso allineate l'una accanto all'altra. Talvolta vi sono anche scatoloni comuni in cui si pranza o si beve il sakè. Ci sono scatoloni arredati con quadri e foto alle pareti, scaffali per i libri, un fornellino per cucinare. Questi emarginati del ricco Giappone (le autorità dicono "qualche centinaio, non di più") vivono con dignità la loro condizione. Non chiedono mai l'elemosina, si arrangiano con qualche lavoretto. Al di sotto della soglia di povertà vivono quindici milioni di giapponesi, quelli di loro che non hanno una casa vivono preferibilmente nei sotterranei della metropolitana, la più pulita del mondo. I senzatetto giapponesi vivono con grande dignità, fanno piccoli lavori e non chiedono mai l'elemosina. I barboni di Tokyo, i più puliti e ordinati del mondo, vivono in abitazioni fatte con scatoloni di cartone, allineati e arredati, spesso usati per mangiare e bere insieme.
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Rapid City, nel South Dakota, è uno degli infiniti piccoli centri della sconfinata pianura americana, che inizia dagli Appalachi e termina 3.000 km più a ovest, alle pendici delle Montagne Rocciose. Carino, ordinato, accogliente, e fortunatissimo nella sua ubicazione tanto da essere conosciuto con il nome di "Città più patriottica d'America" grazie alla sua vicinanza al Mount Rushmore National Memorial (che si raggiunge in circa 45 minuti di auto), posto nel cuore delle splendide Black Hills, ricche di aree e spazi che meritano una sosta. E come se non bastasse la città è benedetta anche dalla vicinanza al Badlands National Park e al Minuteman Missile Historic Site, risultando quindi una delle mete turistiche estive (d'inverno il clima è eccessivamente rigido) più gettonate. Rapid City è un'accogliente cittadina nel cuore della pianura americana, situata in South Dakota. Conosciuta anche con il nome di "città più patriottica d'America", è una meta turistica estiva molto gettonata perché luogo ideale per raggiungere in breve tempo il Mount Rushmore National Memorial, il Badlands National Park e il Minuteman Missile Historic Site.
Rapid City, nel South Dakota, è uno degli infiniti piccoli centri della sconfinata pianura americana, che inizia dagli Appalachi e termina 3.000 km più a ovest, alle pendici delle Montagne Rocciose. Carino, ordinato, accogliente, e fortunatissimo nella sua ubicazione tanto da essere conosciuto con il nome di "Città più patriottica d'America" grazie alla sua vicinanza al Mount Rushmore National Memorial (che si raggiunge in circa 45 minuti di auto), posto nel cuore delle splendide Black Hills, ricche di aree e spazi che meritano una sosta. E come se non bastasse la città è benedetta anche dalla vicinanza al Badlands National Park e al Minuteman Missile Historic Site, risultando quindi una delle mete turistiche estive (d'inverno il clima è eccessivamente rigido) più gettonate. Rapid City è un'accogliente cittadina nel cuore della pianura americana, situata in South Dakota. Conosciuta anche con il nome di "città più patriottica d'America", è una meta turistica estiva molto gettonata perché luogo ideale per raggiungere in breve tempo il Mount Rushmore National Memorial, il Badlands National Park e il Minuteman Missile Historic Site.
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Raramente un periodo storico è stato tanto drammatico per l'Italia e tanto ricco di avvenimenti dolorosi quanto il quinquennio 1940-1945: il Paese è passato attraverso una guerra combattuta e persa in alleanza con la Germania, un armistizio e un cambio di alleanze, una guerra civile. Nel corso di questi sconvolgimenti, tuttavia, l'Italia è riuscita a riconquistare la libertà e la democrazia, avviandosi a un periodo di viva passione politica e civile e di notevole sviluppo economico. Proprio nel quinquennio 1940-1945, sconvolto da vicende drammatiche e dolorose per l'Italia, il nostro Paese riuscì a riconquistare libertà, democrazia e ad avviarsi a uno sviluppo economico.
Raramente un periodo storico è stato tanto drammatico per l'Italia e tanto ricco di avvenimenti dolorosi quanto il quinquennio 1940-1945: il Paese è passato attraverso una guerra combattuta e persa in alleanza con la Germania, un armistizio e un cambio di alleanze, una guerra civile. Nel corso di questi sconvolgimenti, tuttavia, l'Italia è riuscita a riconquistare la libertà e la democrazia, avviandosi a un periodo di viva passione politica e civile e di notevole sviluppo economico. Proprio nel quinquennio 1940-1945, sconvolto da vicende drammatiche e dolorose per l'Italia, il nostro Paese riuscì a riconquistare libertà, democrazia e ad avviarsi a uno sviluppo economico.
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Recentemente è stato sostenuto che, siccome il concetto di sinistra ha ridotto drasticamente la propria capacità connotativa tanto che dirsi di sinistra è oggi una delle espressioni meno verificabili del vocabolario politico, la vecchia coppia potrebbe opportunamente essere sostituita da quest'altra: progressisti- conservatori. Ma vi è stato anche chi, in modo più radicale, ha respinto ogni perseverante visione dicotomica sostenendo che anche quest'ultima dicotomia è una delle tante "baggianate" in politichese, da cui bisogna liberarsi per formare d'ora innanzi nuove aggregazioni non in base a posizioni ma in base a problemi. Secondo un'opinione, il concetto di sinistra ha perso di significato, cosicché l'antica diade destra-sinistra dovrebbe essere sostituita da quella progressisti-conservatori. Una diversa e più estrema posizione ritiene invece che anche quest'ultima sia priva di senso e che le nuove linee di demarcazione della politica si devono formare non su concetti spaziali, ma attorno ai problemi concreti.
Recentemente è stato sostenuto che, siccome il concetto di sinistra ha ridotto drasticamente la propria capacità connotativa tanto che dirsi di sinistra è oggi una delle espressioni meno verificabili del vocabolario politico, la vecchia coppia potrebbe opportunamente essere sostituita da quest'altra: progressisti- conservatori. Ma vi è stato anche chi, in modo più radicale, ha respinto ogni perseverante visione dicotomica sostenendo che anche quest'ultima dicotomia è una delle tante "baggianate" in politichese, da cui bisogna liberarsi per formare d'ora innanzi nuove aggregazioni non in base a posizioni ma in base a problemi. Secondo un'opinione, il concetto di sinistra ha perso di significato, cosicché l'antica diade destra-sinistra dovrebbe essere sostituita da quella progressisti-conservatori. Una diversa e più estrema posizione ritiene invece che anche quest'ultima sia priva di senso e che le nuove linee di demarcazione della politica si devono formare non su concetti spaziali, ma attorno ai problemi concreti.
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Recenti studi hanno dimostrato che pensare il futuro diventa impossibile senza la memoria del passato, perché i circuiti della mente che permettono di veleggiare tra i ricordi sono gli stessi che dipingono gli scenari del domani. D'altra parte il passato non è solo un residuo che naturalmente permane, ma viene continuamente progettato e riprogettato da ogni presente, similmente a come vengono delineati i giorni a venire. È impossibile pensare al futuro se non si ha memoria del passato. Ma nella mente dell'uomo il passato non è solo qualcosa di inerte che permane, perché è sottoposto a sua volta, al pari del futuro, a una continua attività di risistemazione.
Recenti studi hanno dimostrato che pensare il futuro diventa impossibile senza la memoria del passato, perché i circuiti della mente che permettono di veleggiare tra i ricordi sono gli stessi che dipingono gli scenari del domani. D'altra parte il passato non è solo un residuo che naturalmente permane, ma viene continuamente progettato e riprogettato da ogni presente, similmente a come vengono delineati i giorni a venire. È impossibile pensare al futuro se non si ha memoria del passato. Ma nella mente dell'uomo il passato non è solo qualcosa di inerte che permane, perché è sottoposto a sua volta, al pari del futuro, a una continua attività di risistemazione.
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Regione Lombardia stabilisce (legge n. 16 del 25 maggio 2015) che la raccolta dei funghi è gratuita su tutto il territorio regionale. Tuttavia, per tutelare la biodiversità, il patrimonio boschivo e valorizzare le risorse naturali, i comuni compresi nel territorio delle Comunità Montane e gli Enti gestori dei Parchi situati al di fuori del territorio delle Comunità montane, possono richiedere il pagamento di un contributo (giornaliero 5 euro, settimanale 10 euro, mensile 20 euro, annuale 30 euro). Le nuove regole stabiliscono che i Comuni, esclusivamente in forma associata, tramite le Comunità montane, possono regolamentare la raccolta, prevedendo dei pagamenti a fine di compensazione ambientale e le eventuali esenzioni secondo le modalità ed i limiti definititi dai "Provvedimenti attuativi per la raccolta dei funghi epigei in Lombardia". La Regione Lombardia, mediante una nuova regolamentazione, ha reso la raccolta funghi gratuita su tutto il suo territorio regionale, lasciando la facoltà ai Comuni nelle zone delle Comunità montane e agli Enti che gestiscono i Parchi al di fuori di tale cerchia, di richiedere un contributo in denaro. I comuni possono stabilire esenzioni ma solo in forma associata e tramite le Comunità montane. L'obiettivo è salvaguardare la biodiversità e il patrimonio boschivo di queste aree.
Regione Lombardia stabilisce (legge n. 16 del 25 maggio 2015) che la raccolta dei funghi è gratuita su tutto il territorio regionale. Tuttavia, per tutelare la biodiversità, il patrimonio boschivo e valorizzare le risorse naturali, i comuni compresi nel territorio delle Comunità Montane e gli Enti gestori dei Parchi situati al di fuori del territorio delle Comunità montane, possono richiedere il pagamento di un contributo (giornaliero 5 euro, settimanale 10 euro, mensile 20 euro, annuale 30 euro). Le nuove regole stabiliscono che i Comuni, esclusivamente in forma associata, tramite le Comunità montane, possono regolamentare la raccolta, prevedendo dei pagamenti a fine di compensazione ambientale e le eventuali esenzioni secondo le modalità ed i limiti definititi dai "Provvedimenti attuativi per la raccolta dei funghi epigei in Lombardia". La Regione Lombardia, mediante una nuova regolamentazione, ha reso la raccolta funghi gratuita su tutto il suo territorio regionale, lasciando la facoltà ai Comuni nelle zone delle Comunità montane e agli Enti che gestiscono i Parchi al di fuori di tale cerchia, di richiedere un contributo in denaro. I comuni possono stabilire esenzioni ma solo in forma associata e tramite le Comunità montane. L'obiettivo è salvaguardare la biodiversità e il patrimonio boschivo di queste aree.
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Ricaricare un'auto elettrica con energia a costo zero, riutilizzando una risorsa che altrimenti andrebbe sprecata. È il sogno di ogni convinto ecologista e ora è una realtà grazie al progetto Train2Car gestito, a Madrid, dalla metropolitana della capitale spagnola e finanziato dal programma INNpacto 2011 del Ministero dell'Economia e della Competitività. Grazie a un particolare punto di ricarica, che è stato battezzato "Metrolinera" (termine mutuato da "gasolinera", distributore in spagnolo) gli automobilisti madrileni che guidano un'auto elettrica possono ora fare il pieno nei giorni feriali, dalle 8 alle 21, senza alcun costo e sfruttando l'energia elettrica recuperata dai convogli della Metro durante i rallentamenti e le frenate. Il sogno ecologista di un'auto elettrica a costo zero è ora realtà a Madrid dove, grazie al progetto Train2Car, gestito dalla metropolitana della città con fondi erogati dal Ministero dell'Economia e della Competitività grazie al progetto INNpacto 2011, l'energia elettrica recuperata durante rallentamenti e frenate dei treni della metropolitana può essere usata per caricare le auto elettriche a costo zero. Il rifornimento si può fare nei giorni feriali dalle 8 alle 21 in un punto di ricarica detto "Metrolinera" (dal nome spagnolo del distributore di benzina: gasolinera).
Ricaricare un'auto elettrica con energia a costo zero, riutilizzando una risorsa che altrimenti andrebbe sprecata. È il sogno di ogni convinto ecologista e ora è una realtà grazie al progetto Train2Car gestito, a Madrid, dalla metropolitana della capitale spagnola e finanziato dal programma INNpacto 2011 del Ministero dell'Economia e della Competitività. Grazie a un particolare punto di ricarica, che è stato battezzato "Metrolinera" (termine mutuato da "gasolinera", distributore in spagnolo) gli automobilisti madrileni che guidano un'auto elettrica possono ora fare il pieno nei giorni feriali, dalle 8 alle 21, senza alcun costo e sfruttando l'energia elettrica recuperata dai convogli della Metro durante i rallentamenti e le frenate. Il sogno ecologista di un'auto elettrica a costo zero è ora realtà a Madrid dove, grazie al progetto Train2Car, gestito dalla metropolitana della città con fondi erogati dal Ministero dell'Economia e della Competitività grazie al progetto INNpacto 2011, l'energia elettrica recuperata durante rallentamenti e frenate dei treni della metropolitana può essere usata per caricare le auto elettriche a costo zero. Il rifornimento si può fare nei giorni feriali dalle 8 alle 21 in un punto di ricarica detto "Metrolinera" (dal nome spagnolo del distributore di benzina: gasolinera).
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Ricoperto da foreste pluviali, il Gabon era un tempo popolato dai babongo, cacciatori pigmei. Oggi la maggioranza bantu si ripartisce il territorio con una quarantina di altri gruppi etnici: galoa, nkomi, irungu con comunità fang e kwele nel Nord e piccoli gruppi punu e nzabi nel Sud. Nelle zone più remote del Paese sopravvivono etnie primitive come i baka e i babongo pigmei. Narra un mito dei pigmei che in certe epoche "Dio si mette in cammino per andare a trovare il Sole, rianimarlo e dargli vigore". Ciò avviene quando le nubi invadono il cielo da tutte le parti, accumulandosi a poco a poco fino a coprirlo tutto. Quel segno annuncia la stagione delle piogge. Secondo un mito dei pigmei del Gabon, Dio va in cerca del Sole per rinvigorirlo quando le nubi invadono il cielo: inizia la stagione delle piogge. Le foreste pluviali si stendono sul Gabon, un tempo abitato dai babongo, cacciatori pigmei, oggi popolato in maggioranza dai bantu e da una quarantina di altri gruppi etnici; gli antichi babongo sopravvivono nelle zone più isolate.
Ricoperto da foreste pluviali, il Gabon era un tempo popolato dai babongo, cacciatori pigmei. Oggi la maggioranza bantu si ripartisce il territorio con una quarantina di altri gruppi etnici: galoa, nkomi, irungu con comunità fang e kwele nel Nord e piccoli gruppi punu e nzabi nel Sud. Nelle zone più remote del Paese sopravvivono etnie primitive come i baka e i babongo pigmei. Narra un mito dei pigmei che in certe epoche "Dio si mette in cammino per andare a trovare il Sole, rianimarlo e dargli vigore". Ciò avviene quando le nubi invadono il cielo da tutte le parti, accumulandosi a poco a poco fino a coprirlo tutto. Quel segno annuncia la stagione delle piogge. Secondo un mito dei pigmei del Gabon, Dio va in cerca del Sole per rinvigorirlo quando le nubi invadono il cielo: inizia la stagione delle piogge. Le foreste pluviali si stendono sul Gabon, un tempo abitato dai babongo, cacciatori pigmei, oggi popolato in maggioranza dai bantu e da una quarantina di altri gruppi etnici; gli antichi babongo sopravvivono nelle zone più isolate.
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Ridere fa bene come fare sport o come i farmaci anti colesterolo. Che l'ottimismo fosse un'arma vincente nella vita lo si è sempre saputo ma ora si aggiunge un tassello in più nella comprensione del delicato equilibrio fra mente e corpo. È la prima volta che una ricerca, condotta dall'Università del Maryland e presentata al Congresso europeo di Cardiologia che si apre oggi a Parigi, il più grande evento scientifico europeo con la presenza di 30.000 medici, riesce a misurare l'impatto del buonumore sulla salute. Perché gli effetti siano visibili l'ilarità deve essere piena, non un sorriso o un ghigno, ma il risultato di un vero momento, quanto mai sano, di divertimento. Una risata che per gli amanti delle statistiche si potrebbe quantificare in almeno 15 secondi, perché tanto serve per provocare nell'organismo quel beneficio necessario a fare la differenza. E per avere un beneficio ottimale nell'arco di una giornata sarebbe necessario ridere 15 minuti. Ridere fa bene sul serio. Una ricerca condotta dall'Università del Maryland e presentata al Congresso europeo di Cardiologia in programma da oggi a Parigi, ha misurato che l'impatto di una risata sulla salute. Una risata di almeno 15 secondi, una risata piena indice di un divertimento vero e proprio, incide in maniera importante sulla salute dell'organismo. La quantità necessaria di risate in una giornata per avere un ritorno ottimale sulla salute è invece di 15 minuti.
Ridere fa bene come fare sport o come i farmaci anti colesterolo. Che l'ottimismo fosse un'arma vincente nella vita lo si è sempre saputo ma ora si aggiunge un tassello in più nella comprensione del delicato equilibrio fra mente e corpo. È la prima volta che una ricerca, condotta dall'Università del Maryland e presentata al Congresso europeo di Cardiologia che si apre oggi a Parigi, il più grande evento scientifico europeo con la presenza di 30.000 medici, riesce a misurare l'impatto del buonumore sulla salute. Perché gli effetti siano visibili l'ilarità deve essere piena, non un sorriso o un ghigno, ma il risultato di un vero momento, quanto mai sano, di divertimento. Una risata che per gli amanti delle statistiche si potrebbe quantificare in almeno 15 secondi, perché tanto serve per provocare nell'organismo quel beneficio necessario a fare la differenza. E per avere un beneficio ottimale nell'arco di una giornata sarebbe necessario ridere 15 minuti. Ridere fa bene sul serio. Una ricerca condotta dall'Università del Maryland e presentata al Congresso europeo di Cardiologia in programma da oggi a Parigi, ha misurato che l'impatto di una risata sulla salute. Una risata di almeno 15 secondi, una risata piena indice di un divertimento vero e proprio, incide in maniera importante sulla salute dell'organismo. La quantità necessaria di risate in una giornata per avere un ritorno ottimale sulla salute è invece di 15 minuti.
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Rientrato in patria all'indomani dell'indipendenza, e divenuto docente all'università di Nairobi, Ngugi si rende presto conto che le promesse di libertà sbandierate al momento dell'indipendenza sotto il simbolo dell'"uhuru" sono lungi dall'essere praticate nel Kenya indipendente e neo-coloniale governato dai successori dei lealisti e non dei ribelli nazionalisti. Dopo l'indipendenza, Ngugi torna in patria come docente universitario, ma presto capisce che le promesse di libertà sono state tradite dal governo neo-coloniale e lealista.
Rientrato in patria all'indomani dell'indipendenza, e divenuto docente all'università di Nairobi, Ngugi si rende presto conto che le promesse di libertà sbandierate al momento dell'indipendenza sotto il simbolo dell'"uhuru" sono lungi dall'essere praticate nel Kenya indipendente e neo-coloniale governato dai successori dei lealisti e non dei ribelli nazionalisti. Dopo l'indipendenza, Ngugi torna in patria come docente universitario, ma presto capisce che le promesse di libertà sono state tradite dal governo neo-coloniale e lealista.
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Riflettendo sulle varie esperienze statali dell'Europa orientale dal 1789 in poi, lo storico István Deák ha pessimisticamente concluso che tutti i governi, sia gli Imperi del passato che gli Stati nazionali emersi dalla disgregazione dell'Impero Ottomano e poi dalla prima guerra mondiale, sia infine gli Stati comunisti, hanno fallito in quasi tutti i loro scopi, tranne che nella "purificazione etnica", cui non è mai mancato l'appoggio popolare. Lo storico István Deák conclude che tutti i governi dell'Europa orientale a partire dal 1789, ovvero gli Imperi, gli Stati emersi dalla disgregazione dell'Impero Ottomano e dalla prima guerra mondiale, nonché quelli comunisti, hanno fallito nei loro scopi tranne che nella "purificazione etnica", che ha sempre avuto l'appoggio popolare.
Riflettendo sulle varie esperienze statali dell'Europa orientale dal 1789 in poi, lo storico István Deák ha pessimisticamente concluso che tutti i governi, sia gli Imperi del passato che gli Stati nazionali emersi dalla disgregazione dell'Impero Ottomano e poi dalla prima guerra mondiale, sia infine gli Stati comunisti, hanno fallito in quasi tutti i loro scopi, tranne che nella "purificazione etnica", cui non è mai mancato l'appoggio popolare. Lo storico István Deák conclude che tutti i governi dell'Europa orientale a partire dal 1789, ovvero gli Imperi, gli Stati emersi dalla disgregazione dell'Impero Ottomano e dalla prima guerra mondiale, nonché quelli comunisti, hanno fallito nei loro scopi tranne che nella "purificazione etnica", che ha sempre avuto l'appoggio popolare.
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Roma ebbe la sua prima cinta di mura fin dall'epoca dei re: se ne attribuisce la costruzione a uno dei re etruschi, a Servio Tullio, autore, secondo la tradizione, del primo impianto urbanistico dopo la Roma quadrata del Palatino e settimonziale dei sette villaggi; ma anche agli altri re etruschi, Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo, si attribuisce la costruzione di un aggere che comportava l'elevazione di un muro di difesa. E, nonostante le riserve di moderni studiosi, sarebbe invero assai singolare se, venendo quei re dalle città fortificate dell'Etruria meridionale, e dovendo consolidare il loro straniero dominio, avessero lasciato la nuova città, che si veniva estendendo fra i colli e le interposte valli, senza alcuna difesa. Nonostante i dubbi di alcuni studiosi, sembra attendibile la tradizione quando riconnette la costruzione delle prime mura di Roma ai suoi re etruschi. Essi erano infatti originari di città che già possedevano cinte murarie ed è quindi logico che quei sovrani le facessero costruire anche nella Roma in espansione su cui vennero a regnare.
Roma ebbe la sua prima cinta di mura fin dall'epoca dei re: se ne attribuisce la costruzione a uno dei re etruschi, a Servio Tullio, autore, secondo la tradizione, del primo impianto urbanistico dopo la Roma quadrata del Palatino e settimonziale dei sette villaggi; ma anche agli altri re etruschi, Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo, si attribuisce la costruzione di un aggere che comportava l'elevazione di un muro di difesa. E, nonostante le riserve di moderni studiosi, sarebbe invero assai singolare se, venendo quei re dalle città fortificate dell'Etruria meridionale, e dovendo consolidare il loro straniero dominio, avessero lasciato la nuova città, che si veniva estendendo fra i colli e le interposte valli, senza alcuna difesa. Nonostante i dubbi di alcuni studiosi, sembra attendibile la tradizione quando riconnette la costruzione delle prime mura di Roma ai suoi re etruschi. Essi erano infatti originari di città che già possedevano cinte murarie ed è quindi logico che quei sovrani le facessero costruire anche nella Roma in espansione su cui vennero a regnare.
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Ross, dando voce alle sue paure più segrete, sospettava che i giacimenti di diamanti si fossero esauriti, trasformando Zjni in una città fantasma, come tanti altri insediamenti minerari nella storia. Elliot pensava che gli abitanti fossero stati sterminati da una pestilenza o da qualche altra epidemia. Munro disse che secondo lui la responsabilità era dei gorilla. Ross, temeva che Zjni fosse diventata una città fantasma perché sospettava che i suoi giacimenti di diamanti fossero esauriti; Elliot pensava che gli abitanti fossero stati sterminati da qualche malattia; Murno invece disse che la colpa era dei gorilla.
Ross, dando voce alle sue paure più segrete, sospettava che i giacimenti di diamanti si fossero esauriti, trasformando Zjni in una città fantasma, come tanti altri insediamenti minerari nella storia. Elliot pensava che gli abitanti fossero stati sterminati da una pestilenza o da qualche altra epidemia. Munro disse che secondo lui la responsabilità era dei gorilla. Ross, temeva che Zjni fosse diventata una città fantasma perché sospettava che i suoi giacimenti di diamanti fossero esauriti; Elliot pensava che gli abitanti fossero stati sterminati da qualche malattia; Murno invece disse che la colpa era dei gorilla.
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Save the Children, il più grande movimento internazionale indipendente per la difesa e la protezione dei diritti dei bambini, ha diffuso una classifica, risultato del nono rapporto sullo stato delle madri e dei bambini nel mondo. Leggendolo si apprende che l'Italia è al primo posto su 146 Paesi per quanto riguarda il benessere dei bambini, ma al 19° rispetto alle condizioni delle mamme, assieme a stati come Botswana, Benin, Nepal. Nel mondo - rivela Save the Children - duecento milioni di bambini non hanno accesso alle cure di base, mentre 26 mila bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno. Duecento milioni di bambini nel mondo non possono ricevere le cure minime indispensabili e ogni giorno ne muoiono 26 mila sotto i 5 anni: è uno dei dati del nuovo rapporto sulle condizioni di madri e bambini nel mondo, stilato da Save the Children, organizzazione internazionale indipendente. L'Italia è al primo posto su 146 Paesi per la tutela dei bambini, ma solo al 19° per la condizione delle madri.
Save the Children, il più grande movimento internazionale indipendente per la difesa e la protezione dei diritti dei bambini, ha diffuso una classifica, risultato del nono rapporto sullo stato delle madri e dei bambini nel mondo. Leggendolo si apprende che l'Italia è al primo posto su 146 Paesi per quanto riguarda il benessere dei bambini, ma al 19° rispetto alle condizioni delle mamme, assieme a stati come Botswana, Benin, Nepal. Nel mondo - rivela Save the Children - duecento milioni di bambini non hanno accesso alle cure di base, mentre 26 mila bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno. Duecento milioni di bambini nel mondo non possono ricevere le cure minime indispensabili e ogni giorno ne muoiono 26 mila sotto i 5 anni: è uno dei dati del nuovo rapporto sulle condizioni di madri e bambini nel mondo, stilato da Save the Children, organizzazione internazionale indipendente. L'Italia è al primo posto su 146 Paesi per la tutela dei bambini, ma solo al 19° per la condizione delle madri.
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Scegliendo di scrivere un romanzo autobiografico l'autore decide di condividere coi suoi lettori alcuni momenti della propria vita, mettendo a nudo anima e sentimenti, ponendo l'accento sulla propria personalità, riscoprendosi così agli occhi di chi lo legge e lo attraversa. Così facendo, Carlo Buttari scava nel suo passato, tramite due modalità, opposte ma complementari: l'occhio critico ed esterno dello scrittore che narra e quello interno di colui che, rivivendo il proprio trascorso, riscopre le gioie e i dolori vissuti, mostrando in tal modo la parte più sensibile di sé. Un viaggio interiore in cui l'autore racconta con dovizia di particolari la storia della sua vita, portandoci attraverso il suo percorso di crescita non tanto fisico ma soprattutto emotivo. Nel suo romanzo autobiografico Carlo Buttari si lascia guidare da due tendenze diverse ma complementari: da un lato, svela al lettore la sua personalità e i suoi sentimenti più intimi; dall'altro riesamina con occhio lucido e dovizia di particolari il suo percorso di vita.
Scegliendo di scrivere un romanzo autobiografico l'autore decide di condividere coi suoi lettori alcuni momenti della propria vita, mettendo a nudo anima e sentimenti, ponendo l'accento sulla propria personalità, riscoprendosi così agli occhi di chi lo legge e lo attraversa. Così facendo, Carlo Buttari scava nel suo passato, tramite due modalità, opposte ma complementari: l'occhio critico ed esterno dello scrittore che narra e quello interno di colui che, rivivendo il proprio trascorso, riscopre le gioie e i dolori vissuti, mostrando in tal modo la parte più sensibile di sé. Un viaggio interiore in cui l'autore racconta con dovizia di particolari la storia della sua vita, portandoci attraverso il suo percorso di crescita non tanto fisico ma soprattutto emotivo. Nel suo romanzo autobiografico Carlo Buttari si lascia guidare da due tendenze diverse ma complementari: da un lato, svela al lettore la sua personalità e i suoi sentimenti più intimi; dall'altro riesamina con occhio lucido e dovizia di particolari il suo percorso di vita.
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Scegliere tra i due razionalismi, il costruttivistico e il critico, influisce sulle risposte politiche, giacché cambia gli interrogativi politici. Il costruttivista si chiederà quale sia il governo ottimo, e cercherà il governante migliore. Il critico popperiano si chiederà invece come cautelarsi per evitare che ci danneggi troppo un governante inetto o maligno, il quale, a dispetto delle nostre precauzioni, riesca a prendere il potere. Il razionalismo costruttivistico e quello critico si differenziano in ambito politico perché partono da interrogativi differenti: il primo cercherà il governante migliore, il secondo penserà a limitare il danno di un governante incapace o cattivo.
Scegliere tra i due razionalismi, il costruttivistico e il critico, influisce sulle risposte politiche, giacché cambia gli interrogativi politici. Il costruttivista si chiederà quale sia il governo ottimo, e cercherà il governante migliore. Il critico popperiano si chiederà invece come cautelarsi per evitare che ci danneggi troppo un governante inetto o maligno, il quale, a dispetto delle nostre precauzioni, riesca a prendere il potere. Il razionalismo costruttivistico e quello critico si differenziano in ambito politico perché partono da interrogativi differenti: il primo cercherà il governante migliore, il secondo penserà a limitare il danno di un governante incapace o cattivo.
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Scopo principale della normativa in materia di pesca è la conservazione del patrimonio ittico autoctono nelle sue diverse specie. In tale contesto viene stabilito per la maggior parte delle specie un periodo di divieto a tutela della stagione riproduttiva. Inoltre viene definita una misura minima tale da garantire ad ogni individuo il raggiungimento della maturità sessuale e con essa la possibilità di riprodursi. Per alcune specie, considerato il loro elevato valore naturalistico, vige il divieto assoluto di pesca. Durante la stagione riproduttiva vige il divieto di pesca per la maggior parte delle specie ittiche, mentre per quelle considerate di alto valore naturalistico vige il divieto assoluto. La normativa prescrive anche il rispetto delle misure minime per i pesci pescati. Lo scopo è tutelare il patrimonio ittico locale.
Scopo principale della normativa in materia di pesca è la conservazione del patrimonio ittico autoctono nelle sue diverse specie. In tale contesto viene stabilito per la maggior parte delle specie un periodo di divieto a tutela della stagione riproduttiva. Inoltre viene definita una misura minima tale da garantire ad ogni individuo il raggiungimento della maturità sessuale e con essa la possibilità di riprodursi. Per alcune specie, considerato il loro elevato valore naturalistico, vige il divieto assoluto di pesca. Durante la stagione riproduttiva vige il divieto di pesca per la maggior parte delle specie ittiche, mentre per quelle considerate di alto valore naturalistico vige il divieto assoluto. La normativa prescrive anche il rispetto delle misure minime per i pesci pescati. Lo scopo è tutelare il patrimonio ittico locale.
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Scrisse Cavour: "Se domani io entrassi in lotta con Garibaldi, è possibile che avrei per me la maggior parte dei vecchi diplomatici, ma l'opinione pubblica europea sarebbe contro di me, e l'opinione pubblica avrebbe ragione. Poiché Garibaldi ha reso all'Italia i più grandi servigi che un uomo potesse renderle: ha dato agli italiani fiducia in se stessi; ha provato all'Europa che gli italiani sapevano battersi e morire sui campi di battaglia per riconquistare una patria". Garibaldi, secondo Cavour, avrebbe il meritato sostegno dai popoli europei. Egli infatti ha rigenerato moralmente gli italiani, la cui causa Cavour stesso preferisce al possibile consenso dei vecchi diplomatici ai quali Cavour è inviso.
Scrisse Cavour: "Se domani io entrassi in lotta con Garibaldi, è possibile che avrei per me la maggior parte dei vecchi diplomatici, ma l'opinione pubblica europea sarebbe contro di me, e l'opinione pubblica avrebbe ragione. Poiché Garibaldi ha reso all'Italia i più grandi servigi che un uomo potesse renderle: ha dato agli italiani fiducia in se stessi; ha provato all'Europa che gli italiani sapevano battersi e morire sui campi di battaglia per riconquistare una patria". Garibaldi, secondo Cavour, avrebbe il meritato sostegno dai popoli europei. Egli infatti ha rigenerato moralmente gli italiani, la cui causa Cavour stesso preferisce al possibile consenso dei vecchi diplomatici ai quali Cavour è inviso.
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Scriveva sul suo quaderno come se prendesse appunti, e invece costruiva racconti di una pagina o due, fatti di descrizioni meticolose tenute insieme a formare una trama fine, che rivelava tutti i suoi particolari solo a guardarla molto da vicino. Sembrava prendesse appunti, e invece scriveva brevi racconti dalla trama sottile, i cui particolari richiedevano attenzione per essere notati.
Scriveva sul suo quaderno come se prendesse appunti, e invece costruiva racconti di una pagina o due, fatti di descrizioni meticolose tenute insieme a formare una trama fine, che rivelava tutti i suoi particolari solo a guardarla molto da vicino. Sembrava prendesse appunti, e invece scriveva brevi racconti dalla trama sottile, i cui particolari richiedevano attenzione per essere notati.
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Se è vero che le emozioni ci hanno guidato con saggezza nel lungo cammino dell'evoluzione, è altrettanto vero che le nuove realtà legate alla civilizzazione sono sorte così velocemente che l'evoluzione - un processo molto lento - non può più tenere il passo. A pensarci bene, le prime leggi e le prime affermazioni dell'etica - il Codice di Hammurabi, i Dieci Comandamenti degli Ebrei, gli editti dell'imperatore Ashoka - possono essere interpretati come tanti tentativi di imbrigliare, sottomettere e addomesticare la vita emozionale. Come scrisse Freud nel suo "Disagio della civiltà", la società umana ha dovuto affermarsi partendo da uno stadio nel quale non esistevano regole per arginare le ondate travolgenti degli eccessi emozionali, allora troppo liberi di manifestarsi. L'essere umano è stato guidato nel suo percorso evolutivo dalle emozioni. Esse però, come rileva Freud, erano in antico talmente libere nelle loro manifestazioni, che è stato necessario imbrigliarle con l'etica e con le leggi. In termini più recenti, però, non sono state in grado di tenere il passo con il molto più rapido sviluppo umano dovuto alla civilizzazione.
Se è vero che le emozioni ci hanno guidato con saggezza nel lungo cammino dell'evoluzione, è altrettanto vero che le nuove realtà legate alla civilizzazione sono sorte così velocemente che l'evoluzione - un processo molto lento - non può più tenere il passo. A pensarci bene, le prime leggi e le prime affermazioni dell'etica - il Codice di Hammurabi, i Dieci Comandamenti degli Ebrei, gli editti dell'imperatore Ashoka - possono essere interpretati come tanti tentativi di imbrigliare, sottomettere e addomesticare la vita emozionale. Come scrisse Freud nel suo "Disagio della civiltà", la società umana ha dovuto affermarsi partendo da uno stadio nel quale non esistevano regole per arginare le ondate travolgenti degli eccessi emozionali, allora troppo liberi di manifestarsi. L'essere umano è stato guidato nel suo percorso evolutivo dalle emozioni. Esse però, come rileva Freud, erano in antico talmente libere nelle loro manifestazioni, che è stato necessario imbrigliarle con l'etica e con le leggi. In termini più recenti, però, non sono state in grado di tenere il passo con il molto più rapido sviluppo umano dovuto alla civilizzazione.
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Se 7,5 milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno è naturale che farli dormire bene, circondati dal silenzio più ovattato e protetto, sia un business in crescita. Antesignani sono stati i "Relais du silence", dove le strutture (oggi 180 nel mondo) sono tanto più stellate quanto più garantiscono un'immersione nella pace indisturbata. Per l'estate 2018 l'Austria si candida come centro del "power sleeping" e, fra le molte proposte, spicca quella di un eco-resort dove vige l'interdizione al traffico, dove le camere sono insonorizzate e rivestite di profumato legno di cirmolo, che avrebbe il potere di rallentare il battito cardiaco. Pionieri di un nuovo business nel settore alberghiero, i "Relais du silence" nascono con l'obiettivo di favorire un'immersione nella quiete per tutti coloro che soffrono di disturbi del sonno. L'Austria spicca in questo settore grazie alle sue proposte per l'estate 2018, tra cui una struttura interdetta al traffico ed insonorizzata.
Se 7,5 milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno è naturale che farli dormire bene, circondati dal silenzio più ovattato e protetto, sia un business in crescita. Antesignani sono stati i "Relais du silence", dove le strutture (oggi 180 nel mondo) sono tanto più stellate quanto più garantiscono un'immersione nella pace indisturbata. Per l'estate 2018 l'Austria si candida come centro del "power sleeping" e, fra le molte proposte, spicca quella di un eco-resort dove vige l'interdizione al traffico, dove le camere sono insonorizzate e rivestite di profumato legno di cirmolo, che avrebbe il potere di rallentare il battito cardiaco. Pionieri di un nuovo business nel settore alberghiero, i "Relais du silence" nascono con l'obiettivo di favorire un'immersione nella quiete per tutti coloro che soffrono di disturbi del sonno. L'Austria spicca in questo settore grazie alle sue proposte per l'estate 2018, tra cui una struttura interdetta al traffico ed insonorizzata.
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Se ci si limita a presentare la macroeconomia come una versione semplificata della microeconomia, la conseguenza inevitabile è che la macroeconomia scompare per lasciare il posto alla microeconomia come fondamento dell'analisi economica. Va detto subito che è proprio questo l'approccio alla macroeconomia oggi dominante. La maggioranza degli studiosi accetta infatti l'impostazione neoclassica che, in omaggio all'individualismo metodologico, pone alla base della teoria economica l'analisi del comportamento individuale. L'approccio alla macroeconomia attualmente dominante è quello dettato dall'impostazione neoclassica che pone, come fondamento della teoria economica, l'analisi del comportamento individuale e, di conseguenza, il fondamento dell'analisi economica diventa la microeconomia, soppiantando la macroeconomia che ne rappresenta una versione semplificata.
Se ci si limita a presentare la macroeconomia come una versione semplificata della microeconomia, la conseguenza inevitabile è che la macroeconomia scompare per lasciare il posto alla microeconomia come fondamento dell'analisi economica. Va detto subito che è proprio questo l'approccio alla macroeconomia oggi dominante. La maggioranza degli studiosi accetta infatti l'impostazione neoclassica che, in omaggio all'individualismo metodologico, pone alla base della teoria economica l'analisi del comportamento individuale. L'approccio alla macroeconomia attualmente dominante è quello dettato dall'impostazione neoclassica che pone, come fondamento della teoria economica, l'analisi del comportamento individuale e, di conseguenza, il fondamento dell'analisi economica diventa la microeconomia, soppiantando la macroeconomia che ne rappresenta una versione semplificata.
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Se Giuseppe Verdi è passato alla storia per le sue composizioni, pochi sanno che un altro tipo di celebrità lo riguarda in campo gastronomico: quella delle sue ricette per la cottura della spalla di San Secondo. Si tratta di un salume emiliano derivante dalla scapola del maiale, da mangiare preferibilmente cotto. Pochi sanno che Verdi è noto anche per le sue ricette per la cottura della spalla di San Secondo, un salume emiliano derivante dalla scapola del maiale.
Se Giuseppe Verdi è passato alla storia per le sue composizioni, pochi sanno che un altro tipo di celebrità lo riguarda in campo gastronomico: quella delle sue ricette per la cottura della spalla di San Secondo. Si tratta di un salume emiliano derivante dalla scapola del maiale, da mangiare preferibilmente cotto. Pochi sanno che Verdi è noto anche per le sue ricette per la cottura della spalla di San Secondo, un salume emiliano derivante dalla scapola del maiale.
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Se guardiamo oltre i testi dei loro moralisti, possiamo vedere che la vita dei cristiani non era poi così "ritirata" come implicava Gibbon. Essi continuavano a militare nell'esercito, ad andare ai matrimoni e alle feste dei pagani e a godersi i giochi e gli spettacoli del circo. La storia delle persecuzioni ci rivela comunità pagane che potevano facilmente identificare le loro persone sospette, anche se trovavano più difficile catturarle prima che scappassero o si nascondessero. Sebbene si sia scritto diversamente, i cristiani non vivevano separati dai pagani, ma continuavano a condividere la loro vita pubblica e privata. Così, quando scoppiava una persecuzione, erano facilmente individuabili, anche se non altrettanto facilmente arrestabili.
Se guardiamo oltre i testi dei loro moralisti, possiamo vedere che la vita dei cristiani non era poi così "ritirata" come implicava Gibbon. Essi continuavano a militare nell'esercito, ad andare ai matrimoni e alle feste dei pagani e a godersi i giochi e gli spettacoli del circo. La storia delle persecuzioni ci rivela comunità pagane che potevano facilmente identificare le loro persone sospette, anche se trovavano più difficile catturarle prima che scappassero o si nascondessero. Sebbene si sia scritto diversamente, i cristiani non vivevano separati dai pagani, ma continuavano a condividere la loro vita pubblica e privata. Così, quando scoppiava una persecuzione, erano facilmente individuabili, anche se non altrettanto facilmente arrestabili.
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Se il Signore manda la manna dal cielo gratis, ma in quantità limitata, il suo prezzo non sarà zero: il P sarà dato dall'intersezione tra le curve della domanda e dell'offerta. D'altro canto, se costasse 50 milioni iscrivere l'inno nazionale sulla capocchia di uno spillo, ma non ci fosse alcuna domanda di simile merce, essa semplicemente non verrebbe prodotta e se anche lo fosse non si potrebbe vendere a 50 milioni (lasciamo al gusto del lettore stabilire cosa sarebbe il prezzo di mercato di un bene inesistente). Una cosa gratis, come la manna dal cielo, può avere un prezzo e una cosa costosa da produrre può non averlo, perché nessuno è disposto a pagarlo. Il prezzo dipende infatti dall'incontro della curva della domanda e di quella dell'offerta.
Se il Signore manda la manna dal cielo gratis, ma in quantità limitata, il suo prezzo non sarà zero: il P sarà dato dall'intersezione tra le curve della domanda e dell'offerta. D'altro canto, se costasse 50 milioni iscrivere l'inno nazionale sulla capocchia di uno spillo, ma non ci fosse alcuna domanda di simile merce, essa semplicemente non verrebbe prodotta e se anche lo fosse non si potrebbe vendere a 50 milioni (lasciamo al gusto del lettore stabilire cosa sarebbe il prezzo di mercato di un bene inesistente). Una cosa gratis, come la manna dal cielo, può avere un prezzo e una cosa costosa da produrre può non averlo, perché nessuno è disposto a pagarlo. Il prezzo dipende infatti dall'incontro della curva della domanda e di quella dell'offerta.
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Se la realtà appare caotica, assurda, labirintica, il compito dell'intelligenza di chi si propone di narrarla è arrivare a una ricostruzione impeccabile. Da qui deriva l'intreccio inevitabile fra ordine e disordine: la realtà sembra dilatarsi a dismisura, sfuggendo all'indagine dello scrittore che la insegue, animato dallo sforzo disperato, ma doveroso di inquadrare e capire. Ogni più minuto dettaglio ha la sua importanza; l'investigazione deve svolgersi su tempi lunghi, non arrestarsi a un presente in sé poco significativo. Da qui deriva la spinta concatenatoria, centrifuga, indagatoria della prosa di Gadda. Gadda, nella sua prosa, si propone come obiettivo quello di cercare, attraverso una lunga e faticosa investigazione, di dare ordine a una realtà che appare confusa e caotica.
Se la realtà appare caotica, assurda, labirintica, il compito dell'intelligenza di chi si propone di narrarla è arrivare a una ricostruzione impeccabile. Da qui deriva l'intreccio inevitabile fra ordine e disordine: la realtà sembra dilatarsi a dismisura, sfuggendo all'indagine dello scrittore che la insegue, animato dallo sforzo disperato, ma doveroso di inquadrare e capire. Ogni più minuto dettaglio ha la sua importanza; l'investigazione deve svolgersi su tempi lunghi, non arrestarsi a un presente in sé poco significativo. Da qui deriva la spinta concatenatoria, centrifuga, indagatoria della prosa di Gadda. Gadda, nella sua prosa, si propone come obiettivo quello di cercare, attraverso una lunga e faticosa investigazione, di dare ordine a una realtà che appare confusa e caotica.
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Se la storia letteraria è da concepire come un aspetto della storia in generale, e da questa non deve essere avulsa, è chiaro che essa obbedisce meno che la storia senza aggettivi ai mutamenti di vertice della società, anche nel caso della Spagna grande potenza, così stretta intorno al suo re, e condizionata dalla sua personalità e dalla sua politica. Pur dovendosi considerare la storia letteraria come un aspetto della storia generale, rispetto a quest'ultima essa risente di meno dei mutamenti di vertice della società, persino nel caso della potenza spagnola, stretta attorno al re e da esso condizionata.
Se la storia letteraria è da concepire come un aspetto della storia in generale, e da questa non deve essere avulsa, è chiaro che essa obbedisce meno che la storia senza aggettivi ai mutamenti di vertice della società, anche nel caso della Spagna grande potenza, così stretta intorno al suo re, e condizionata dalla sua personalità e dalla sua politica. Pur dovendosi considerare la storia letteraria come un aspetto della storia generale, rispetto a quest'ultima essa risente di meno dei mutamenti di vertice della società, persino nel caso della potenza spagnola, stretta attorno al re e da esso condizionata.
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Se le scatole nere si trovano vicino alla coda degli aerei, ci sarà pure un motivo. È infatti questa la parte che risulta meno danneggiata negli incidenti, ed è quindi in coda che si trovano i posti più sicuri. Ricerche dell'aviazione militare inglese hanno inoltre dimostrato che disporre le poltrone dei passeggeri in senso contrario alla direzione di volo permetterebbe di salvare più vite. La parte dell'aereo che risulta essere la più sicura in caso di incidente è quella posteriore. È qui infatti che si trovano le scatole nere. Inoltre, in base a ricerche dell'aviazione militare inglese, se le poltrone dei passeggeri fossero rivolte in senso opposto a quello di marcia, si potrebbero salvare più vite.
Se le scatole nere si trovano vicino alla coda degli aerei, ci sarà pure un motivo. È infatti questa la parte che risulta meno danneggiata negli incidenti, ed è quindi in coda che si trovano i posti più sicuri. Ricerche dell'aviazione militare inglese hanno inoltre dimostrato che disporre le poltrone dei passeggeri in senso contrario alla direzione di volo permetterebbe di salvare più vite. La parte dell'aereo che risulta essere la più sicura in caso di incidente è quella posteriore. È qui infatti che si trovano le scatole nere. Inoltre, in base a ricerche dell'aviazione militare inglese, se le poltrone dei passeggeri fossero rivolte in senso opposto a quello di marcia, si potrebbero salvare più vite.
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Se qualcuno riesce a essere così forte, il mondo può solamente ucciderlo per spezzarlo, e naturalmente lo fa. Non c'è nessuno che il mondo non spezzi, molti poi si rafforzano nel punto dove sono stati spezzati. Quelli che non si spezzano altrimenti, il mondo li uccide. Con imparzialità uccide chi ha troppa forza nella bontà o nella gentilezza o nel coraggio; e se non sei di questi ucciderà pure te, siine certo; ma con minor fretta. Il mondo uccide prima i buoni, i gentili e i coraggiosi, poi, comunque, gli altri, a meno che non si spezzino prima. Tutti quindi, anche i più forti, vengono uccisi o spezzati, salvo poi rafforzarsi dove sono stati colpiti.
Se qualcuno riesce a essere così forte, il mondo può solamente ucciderlo per spezzarlo, e naturalmente lo fa. Non c'è nessuno che il mondo non spezzi, molti poi si rafforzano nel punto dove sono stati spezzati. Quelli che non si spezzano altrimenti, il mondo li uccide. Con imparzialità uccide chi ha troppa forza nella bontà o nella gentilezza o nel coraggio; e se non sei di questi ucciderà pure te, siine certo; ma con minor fretta. Il mondo uccide prima i buoni, i gentili e i coraggiosi, poi, comunque, gli altri, a meno che non si spezzino prima. Tutti quindi, anche i più forti, vengono uccisi o spezzati, salvo poi rafforzarsi dove sono stati colpiti.
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Se siete tra quelli che spesso si girano verso il proprio smartphone convinti di averlo sentito squillare, allora soffrite di una nuova sindrome che adesso è diventata una malattia riconosciuta. Si chiama ringxiety, che significa letteralmente ansia da squillo telefonico. È una patologia medica studiata da Daniel Kruger e Jaikob Djerf dell'università del Michigan e che colpisce chi sente suonare il proprio telefono, quando in realtà non è così. La ringxiety è una sindrome ora ufficialmente riconosciuta come patologia medica e analizzata da due studiosi dell'università del Michigan; colpisce i soggetti che sono convinti di aver sentito squillare il loro smartphone anche quando non è così.
Se siete tra quelli che spesso si girano verso il proprio smartphone convinti di averlo sentito squillare, allora soffrite di una nuova sindrome che adesso è diventata una malattia riconosciuta. Si chiama ringxiety, che significa letteralmente ansia da squillo telefonico. È una patologia medica studiata da Daniel Kruger e Jaikob Djerf dell'università del Michigan e che colpisce chi sente suonare il proprio telefono, quando in realtà non è così. La ringxiety è una sindrome ora ufficialmente riconosciuta come patologia medica e analizzata da due studiosi dell'università del Michigan; colpisce i soggetti che sono convinti di aver sentito squillare il loro smartphone anche quando non è così.
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Se teniamo conto che, nel processo di metamorfosi proprio dell'adolescenza, le trasformazioni del corpo occupano uno spazio e un peso grandissimi, è normale che le preoccupazioni fisiche siano numerose e frequenti. Esse possono finire con l'incidere anche sulla psiche, originando tensioni, angosce e paure. È allora frequente che l'adolescente somatizzi le sue difficoltà. Data la centralità della trasformazione del corpo nell'adolescenza, in questa età le preoccupazioni per il fisico sono numerose e frequenti e possono originare tensioni, angosce e paure, scatenando anche delle somatizzazioni.
Se teniamo conto che, nel processo di metamorfosi proprio dell'adolescenza, le trasformazioni del corpo occupano uno spazio e un peso grandissimi, è normale che le preoccupazioni fisiche siano numerose e frequenti. Esse possono finire con l'incidere anche sulla psiche, originando tensioni, angosce e paure. È allora frequente che l'adolescente somatizzi le sue difficoltà. Data la centralità della trasformazione del corpo nell'adolescenza, in questa età le preoccupazioni per il fisico sono numerose e frequenti e possono originare tensioni, angosce e paure, scatenando anche delle somatizzazioni.
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Se un agente estraneo penetra all'interno del corpo umano, quest'ultimo mette in atto una serie di reazioni che hanno uno scopo prevalentemente difensivo e che tendono a eliminare l'agente che le ha provocate. In tali reazioni, il sistema immunitario gioca un ruolo centrale, tanto che si parla di "risposta immunitaria". Nel caso dei trapianti d'organo realizzati per la cura di alcune malattie, si cerca di ostacolare tale "risposta" immunitaria, che tenderebbe a "rigettare" l'organo trapiantato. Il corpo umano, se invaso da un agente estraneo, reagisce con una risposta difensiva che mira a eliminare l'agente stesso. Tale risposta, denominata "immunitaria" per il ruolo centrale svolto dal sistema immunitario, viene ostacolata nel caso dei trapianti d'organo per evitare che quest'ultimo venga "rigettato".
Se un agente estraneo penetra all'interno del corpo umano, quest'ultimo mette in atto una serie di reazioni che hanno uno scopo prevalentemente difensivo e che tendono a eliminare l'agente che le ha provocate. In tali reazioni, il sistema immunitario gioca un ruolo centrale, tanto che si parla di "risposta immunitaria". Nel caso dei trapianti d'organo realizzati per la cura di alcune malattie, si cerca di ostacolare tale "risposta" immunitaria, che tenderebbe a "rigettare" l'organo trapiantato. Il corpo umano, se invaso da un agente estraneo, reagisce con una risposta difensiva che mira a eliminare l'agente stesso. Tale risposta, denominata "immunitaria" per il ruolo centrale svolto dal sistema immunitario, viene ostacolata nel caso dei trapianti d'organo per evitare che quest'ultimo venga "rigettato".
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Se un soggetto abilitato gestisce un patrimonio per conto terzi, può avvalersi di intermediari esteri? Per rispondere bisogna verificare se nella disciplina di riferimento vi siano disposizioni contrarie. L'esame dimostra come non si rinvengano prese di posizione negative esplicite da parte del legislatore e come, anzi, i meccanismi previsti ben si adattino anche all'intervento di intermediari esteri. Di più, vi sono taluni elementi impliciti che fanno ritenere che il legislatore avesse considerato questa possibilità. L'esame della disciplina legislativa non evidenzia l'esistenza di ostacoli alla possibilità che un soggetto abilitato a gestire patrimoni per conto terzi possa avvalersi di intermediari esteri. Vi sono, anzi, elementi impliciti che legittimano il contrario.
Se un soggetto abilitato gestisce un patrimonio per conto terzi, può avvalersi di intermediari esteri? Per rispondere bisogna verificare se nella disciplina di riferimento vi siano disposizioni contrarie. L'esame dimostra come non si rinvengano prese di posizione negative esplicite da parte del legislatore e come, anzi, i meccanismi previsti ben si adattino anche all'intervento di intermediari esteri. Di più, vi sono taluni elementi impliciti che fanno ritenere che il legislatore avesse considerato questa possibilità. L'esame della disciplina legislativa non evidenzia l'esistenza di ostacoli alla possibilità che un soggetto abilitato a gestire patrimoni per conto terzi possa avvalersi di intermediari esteri. Vi sono, anzi, elementi impliciti che legittimano il contrario.
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Se uno studioso vuol delineare il quadro di una società moderna in tutti i suoi aspetti, può esservi poco di quanto ha bisogno di sapere che egli non sia in grado di scoprire, anche se può restare ancora molto che non saprà comprendere. Per la storia della Grecia e di Roma, moltissimo semplicemente è inconoscibile. Di una società moderna si può scoprire quasi tutto, anche se poi non necessariamente tutto si può capire. Ma molto della storia della Grecia e di Roma è inconoscibile.
Se uno studioso vuol delineare il quadro di una società moderna in tutti i suoi aspetti, può esservi poco di quanto ha bisogno di sapere che egli non sia in grado di scoprire, anche se può restare ancora molto che non saprà comprendere. Per la storia della Grecia e di Roma, moltissimo semplicemente è inconoscibile. Di una società moderna si può scoprire quasi tutto, anche se poi non necessariamente tutto si può capire. Ma molto della storia della Grecia e di Roma è inconoscibile.
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Se vi trovate a sedere in una stanza buia (una camera obscura), in cui la luce penetri attraverso una piccola fessura, provenendo per esempio da un giardino molto illuminato, potrete vedere proiettata sulla parete di fronte l'immagine di quello stesso giardino. È da questo principio, già noto oltre un millennio fa, che derivano tutte le nostre sofisticate fotocamere. Il principio delle fotocamere è noto da almeno mille anni: se ci si trova in una camera obscura dove una piccola fessura lascia entrare della luce, questa proietterà sulla parete di fronte l'immagine di ciò che si trova all'esterno.
Se vi trovate a sedere in una stanza buia (una camera obscura), in cui la luce penetri attraverso una piccola fessura, provenendo per esempio da un giardino molto illuminato, potrete vedere proiettata sulla parete di fronte l'immagine di quello stesso giardino. È da questo principio, già noto oltre un millennio fa, che derivano tutte le nostre sofisticate fotocamere. Il principio delle fotocamere è noto da almeno mille anni: se ci si trova in una camera obscura dove una piccola fessura lascia entrare della luce, questa proietterà sulla parete di fronte l'immagine di ciò che si trova all'esterno.
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Se, in questo caos della nostra formazione, cerchiamo di scoprire chi abbia avuto più occasioni di raggiungere la conoscenza dell'uomo, dobbiamo constatare che si tratta proprio di persone che hanno mantenuto intensi rapporti di relazione, sviluppando contatti con i propri simili, ossia di ottimisti o almeno di pessimisti contingenti non ancora frustrati dalla rassegnazione. Il semplice contatto umano non è però sufficiente: esso deve essere integrato dall'esperienza. La conoscenza dell'uomo può essere raggiunta più facilmente da chi ha intrecciato più relazioni sociali e si è mostrato più ottimista o comunque non totalmente rassegnato alla realtà. Il contatto con i propri simili deve però essere accompagnato dall'esperienza.
Se, in questo caos della nostra formazione, cerchiamo di scoprire chi abbia avuto più occasioni di raggiungere la conoscenza dell'uomo, dobbiamo constatare che si tratta proprio di persone che hanno mantenuto intensi rapporti di relazione, sviluppando contatti con i propri simili, ossia di ottimisti o almeno di pessimisti contingenti non ancora frustrati dalla rassegnazione. Il semplice contatto umano non è però sufficiente: esso deve essere integrato dall'esperienza. La conoscenza dell'uomo può essere raggiunta più facilmente da chi ha intrecciato più relazioni sociali e si è mostrato più ottimista o comunque non totalmente rassegnato alla realtà. Il contatto con i propri simili deve però essere accompagnato dall'esperienza.
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Sebbene il lavoro part-time in quanto "cerniera" tra attività lavorativa e carichi familiari svolga nel suo complesso un ruolo positivo sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il suo peso è controverso e comunque molto variabile da Paese a Paese: di per sé, senza altre forme di sostegno sociale, non determina un aumento dell'occupazione. Ad esso peraltro sono connessi rischi di segregazione e di bassi salari, per cui le donne più istruite scelgono in genere il "full time" anche in presenza di figli. Il part-time, pur permettendo una maggiore conciliazione tra attività lavorativa e carichi familiari, di per sé non è in grado di aumentare l'occupazione femminile, tanto più che a esso si accompagnano spesso bassi salari e rischi di segregazione, per cui le donne più istruite, anche qualora abbiano figli, scelgono il tempo pieno.
Sebbene il lavoro part-time in quanto "cerniera" tra attività lavorativa e carichi familiari svolga nel suo complesso un ruolo positivo sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il suo peso è controverso e comunque molto variabile da Paese a Paese: di per sé, senza altre forme di sostegno sociale, non determina un aumento dell'occupazione. Ad esso peraltro sono connessi rischi di segregazione e di bassi salari, per cui le donne più istruite scelgono in genere il "full time" anche in presenza di figli. Il part-time, pur permettendo una maggiore conciliazione tra attività lavorativa e carichi familiari, di per sé non è in grado di aumentare l'occupazione femminile, tanto più che a esso si accompagnano spesso bassi salari e rischi di segregazione, per cui le donne più istruite, anche qualora abbiano figli, scelgono il tempo pieno.
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Sebbene sia indubitabile una riduzione delle distanze fra uomini e donne sul mercato del lavoro, perdura un sistema di disuguaglianze, che si manifesta chiaramente nel fenomeno della segregazione orizzontale e verticale dell'occupazione femminile. Le lavoratrici sono sovrarappresentate in alcuni settori e professioni (sanità, servizi sociali, istruzione, servizi alle imprese, ristorazione, attività del tempo libero, pubblico impiego), considerati meno prestigiosi oppure meno remunerativi dal punto di vista economico, o meno dotati di potere e autorità, oppure ritenuti più adatti a una donna. Le perduranti diseguaglianze fra donne e uomini nel mercato del lavoro si manifestano chiaramente nel fenomeno della segregazione orizzontale e verticale dell'occupazione femminile, che significa una maggiore presenza delle donne in quei settori e professioni meno remunerati, meno prestigiosi, meno dotati di potere e autorità o considerati più adatti a una donna.
Sebbene sia indubitabile una riduzione delle distanze fra uomini e donne sul mercato del lavoro, perdura un sistema di disuguaglianze, che si manifesta chiaramente nel fenomeno della segregazione orizzontale e verticale dell'occupazione femminile. Le lavoratrici sono sovrarappresentate in alcuni settori e professioni (sanità, servizi sociali, istruzione, servizi alle imprese, ristorazione, attività del tempo libero, pubblico impiego), considerati meno prestigiosi oppure meno remunerativi dal punto di vista economico, o meno dotati di potere e autorità, oppure ritenuti più adatti a una donna. Le perduranti diseguaglianze fra donne e uomini nel mercato del lavoro si manifestano chiaramente nel fenomeno della segregazione orizzontale e verticale dell'occupazione femminile, che significa una maggiore presenza delle donne in quei settori e professioni meno remunerati, meno prestigiosi, meno dotati di potere e autorità o considerati più adatti a una donna.
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Secondo gli ultimi dati pubblicati dal governo, il Giappone ha raggiunto a marzo il più grosso deficit nella bilancia commerciale della sua storia. La bilancia commerciale è la differenza tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni e in Giappone ammonta a 100 miliardi di euro, il quadruplo del valore di marzo 2013. Questo significa che il Giappone importa beni per un valore superiore rispetto al valore dei beni che esporta. Si tratta di uno "straziante cambiamento strutturale", scrive il Financial Times, per un Paese che un tempo era considerato uno dei più grandi esportatori del pianeta. Il Giappone, considerato in passato uno dei più grandi esportatori del Mondo, secondo i dati pubblicati dal governo, a marzo 2014 ha raggiunto il più alto livello di deficit nella bilancia commerciale della sua storia.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal governo, il Giappone ha raggiunto a marzo il più grosso deficit nella bilancia commerciale della sua storia. La bilancia commerciale è la differenza tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni e in Giappone ammonta a 100 miliardi di euro, il quadruplo del valore di marzo 2013. Questo significa che il Giappone importa beni per un valore superiore rispetto al valore dei beni che esporta. Si tratta di uno "straziante cambiamento strutturale", scrive il Financial Times, per un Paese che un tempo era considerato uno dei più grandi esportatori del pianeta. Il Giappone, considerato in passato uno dei più grandi esportatori del Mondo, secondo i dati pubblicati dal governo, a marzo 2014 ha raggiunto il più alto livello di deficit nella bilancia commerciale della sua storia.
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Secondo i ricercatori, i risultati indicano che il DNA neandertaliano rimasto nei genomi delle popolazioni attuali probabilmente garantì alcuni vantaggi adattativi decine di migliaia di anni fa, quando l'Homo sapiens, proveniente dall'Africa, migrò in Eurasia, dove trovò un ambiente molto diverso per il tipo di patogeni presenti e per la quantità dell'esposizione solare. Tuttavia molti di questi tratti non sono più vantaggiosi nell'ambiente attuale. La presenza nel genoma delle popolazioni attuali di DNA neandertaliano garantì, secondo i ricercatori, un vantaggio adattativo all'Homo sapiens quando, migrando dall'Africa in Eurasia, si trovò ad affrontare un ambiente assai diverso, per il tipo di agenti patogeni presenti e quantità di esposizione solare, ma molti di questi tratti ora non sono più utili.
Secondo i ricercatori, i risultati indicano che il DNA neandertaliano rimasto nei genomi delle popolazioni attuali probabilmente garantì alcuni vantaggi adattativi decine di migliaia di anni fa, quando l'Homo sapiens, proveniente dall'Africa, migrò in Eurasia, dove trovò un ambiente molto diverso per il tipo di patogeni presenti e per la quantità dell'esposizione solare. Tuttavia molti di questi tratti non sono più vantaggiosi nell'ambiente attuale. La presenza nel genoma delle popolazioni attuali di DNA neandertaliano garantì, secondo i ricercatori, un vantaggio adattativo all'Homo sapiens quando, migrando dall'Africa in Eurasia, si trovò ad affrontare un ambiente assai diverso, per il tipo di agenti patogeni presenti e quantità di esposizione solare, ma molti di questi tratti ora non sono più utili.
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Secondo il neuroscienziato olandese Michel Ferrari, all'origine dei quadri cubisti di Picasso ci sarebbe stata l'emicrania: volti tagliati in verticale e particolari del volto sproporzionati sono infatti il frutto delle visioni "spezzate" dei malati di aura visiva, una patologia di cui Picasso probabilmente soffriva, come anche De Chirico. Picasso era inoltre dislessico, un disturbo la cui principale manifestazione consiste nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. I quadri cubisti di Picasso, i volti tagliati in verticale e con dei particolari sproporzionati, sarebbero, secondo il neuroscienziato danese Michel Ferrari, il frutto delle visioni "spezzate" dei malati di aura visiva, una forma di emicrania che l'artista condivideva con De Chirico. Picasso era anche dislessico, cioè aveva difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce.
Secondo il neuroscienziato olandese Michel Ferrari, all'origine dei quadri cubisti di Picasso ci sarebbe stata l'emicrania: volti tagliati in verticale e particolari del volto sproporzionati sono infatti il frutto delle visioni "spezzate" dei malati di aura visiva, una patologia di cui Picasso probabilmente soffriva, come anche De Chirico. Picasso era inoltre dislessico, un disturbo la cui principale manifestazione consiste nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. I quadri cubisti di Picasso, i volti tagliati in verticale e con dei particolari sproporzionati, sarebbero, secondo il neuroscienziato danese Michel Ferrari, il frutto delle visioni "spezzate" dei malati di aura visiva, una forma di emicrania che l'artista condivideva con De Chirico. Picasso era anche dislessico, cioè aveva difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce.
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Secondo il Rapporto 2002 sull'e-family, la dotazione elettronica media della famiglia italiana, nella penisola non si ferma la rivoluzione tecnologica. Un numero sempre più alto di persone è corso nel 2002 ad acquistare e a usare telefonini, personal computer, Dvd, collocando il nostro Paese fra i primi nel mondo per diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione. Secondo il Rapporto 2002 sull'e-family, la dotazione elettronica media della famiglia italiana, il nostro Paese si colloca tra i primi nel mondo per la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, grazie all'incremento degli acquisti e dell'uso di telefonini, personal computer e Dvd.
Secondo il Rapporto 2002 sull'e-family, la dotazione elettronica media della famiglia italiana, nella penisola non si ferma la rivoluzione tecnologica. Un numero sempre più alto di persone è corso nel 2002 ad acquistare e a usare telefonini, personal computer, Dvd, collocando il nostro Paese fra i primi nel mondo per diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione. Secondo il Rapporto 2002 sull'e-family, la dotazione elettronica media della famiglia italiana, il nostro Paese si colloca tra i primi nel mondo per la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, grazie all'incremento degli acquisti e dell'uso di telefonini, personal computer e Dvd.
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Secondo la definizione di Burrough (1986), il GIS è composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale, associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. Il sistema informativo geografico o GIS può essere visto come una forma di DBMS (Database Management System, Sistema di Gestione di basi di dati), in grado di gestire dati geografici. Il GIS è composto da una serie di strumenti software per elaborare e visualizzare dati spaziali, associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche.
Secondo la definizione di Burrough (1986), il GIS è composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale, associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. Il sistema informativo geografico o GIS può essere visto come una forma di DBMS (Database Management System, Sistema di Gestione di basi di dati), in grado di gestire dati geografici. Il GIS è composto da una serie di strumenti software per elaborare e visualizzare dati spaziali, associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche.
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Secondo la dottrina di Diderot la sola guida dell'uomo è la ragione, essa non può che attenersi al metodo dello scetticismo radicale: i dubbi che la ragione avanza, in ogni campo del sapere, non possono che risultare benefici. Il filosofo illuminista ammette che le potenzialità della ragione sono limitate, ma è convinto che l'uomo non abbia utilizzato nel modo migliore nemmeno le modeste potenzialità in suo possesso. Diderot considera la ragione la sola guida dell'uomo e lo scetticismo radicale il metodo che le è proprio. Egli riconosce che la ragione ha dei limiti, ma pensa che l'uomo non abbia utilizzato al meglio nemmeno le modeste potenzialità di cui dispone.
Secondo la dottrina di Diderot la sola guida dell'uomo è la ragione, essa non può che attenersi al metodo dello scetticismo radicale: i dubbi che la ragione avanza, in ogni campo del sapere, non possono che risultare benefici. Il filosofo illuminista ammette che le potenzialità della ragione sono limitate, ma è convinto che l'uomo non abbia utilizzato nel modo migliore nemmeno le modeste potenzialità in suo possesso. Diderot considera la ragione la sola guida dell'uomo e lo scetticismo radicale il metodo che le è proprio. Egli riconosce che la ragione ha dei limiti, ma pensa che l'uomo non abbia utilizzato al meglio nemmeno le modeste potenzialità di cui dispone.
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Secondo la leggenda Alberto da Giussano alla guida della Compagnia della Morte, un corpo scelto di 900 cavalieri, ebbe un ruolo decisivo nella battaglia di Legnano, il 29 maggio 1176, tra l'esercito dell'imperatore Federico I "Barbarossa" e la Lega dei comuni lombardi. Entrando in scena in difesa del "carroccio" - un carro con le insegne cittadine che fungeva da punto di riferimento per i combattenti, ideato nel 1037 da Ariberto da Intimiano, arcivescovo di Milano, e poi adottato in molti eserciti dell'alta Italia - quando la fanteria lombarda era in grave difficoltà, riuscì a ribaltare le sorti della battaglia. In realtà nessuna cronaca della battaglia né alcuno storico locale contemporaneo ai fatti cita Alberto da Giussano. Il primo a parlarne, ma solo due secoli dopo, fu un frate domenicano, Galvano Fiamma. Oggi si sa che negli archivi storici il nome risulta davvero, ma delle sue gesta non ci sono riscontri né fonti attendibili. Al punto che alcuni storici indicano il vero condottiero della Lega Lombarda in quella battaglia in Guido da Landriano (un comune del Pavese) che all'epoca era console di Milano e rettore della Lega. Nella battaglia di Legnano del 29 maggio 1176, vinta dalla Lega lombarda contro l'imperatore Federico I "Barbarossa", secondo la leggenda fu decisivo l'intervento di Alberto da Giussano alla guida dei 900 cavalieri della Compagnia della Morte. Difendendo il carroccio, punto di riferimento dei combattenti che era stato ideato nel 1037 dall'arcivescovo di Milano, portò alla vittoria l'esercito dei Comuni. Ma delle sue gesta non vi sono fonti attendibili anche se negli archivi vi è il suo nome. Il primo a parlarne fu, due secoli dopo i fatti, il frate Galvano Fiamma. Secondo gli storici il vero condottiero della battaglia di Legnano fu Guido da Landriano, console di Milano e rettore della Lega.
Secondo la leggenda Alberto da Giussano alla guida della Compagnia della Morte, un corpo scelto di 900 cavalieri, ebbe un ruolo decisivo nella battaglia di Legnano, il 29 maggio 1176, tra l'esercito dell'imperatore Federico I "Barbarossa" e la Lega dei comuni lombardi. Entrando in scena in difesa del "carroccio" - un carro con le insegne cittadine che fungeva da punto di riferimento per i combattenti, ideato nel 1037 da Ariberto da Intimiano, arcivescovo di Milano, e poi adottato in molti eserciti dell'alta Italia - quando la fanteria lombarda era in grave difficoltà, riuscì a ribaltare le sorti della battaglia. In realtà nessuna cronaca della battaglia né alcuno storico locale contemporaneo ai fatti cita Alberto da Giussano. Il primo a parlarne, ma solo due secoli dopo, fu un frate domenicano, Galvano Fiamma. Oggi si sa che negli archivi storici il nome risulta davvero, ma delle sue gesta non ci sono riscontri né fonti attendibili. Al punto che alcuni storici indicano il vero condottiero della Lega Lombarda in quella battaglia in Guido da Landriano (un comune del Pavese) che all'epoca era console di Milano e rettore della Lega. Nella battaglia di Legnano del 29 maggio 1176, vinta dalla Lega lombarda contro l'imperatore Federico I "Barbarossa", secondo la leggenda fu decisivo l'intervento di Alberto da Giussano alla guida dei 900 cavalieri della Compagnia della Morte. Difendendo il carroccio, punto di riferimento dei combattenti che era stato ideato nel 1037 dall'arcivescovo di Milano, portò alla vittoria l'esercito dei Comuni. Ma delle sue gesta non vi sono fonti attendibili anche se negli archivi vi è il suo nome. Il primo a parlarne fu, due secoli dopo i fatti, il frate Galvano Fiamma. Secondo gli storici il vero condottiero della battaglia di Legnano fu Guido da Landriano, console di Milano e rettore della Lega.
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Secondo l'annuale report di Yahoo! sulle "Tendenze della Rete", la top ten del 2007 vede i navigatori nostrani impegnati non tanto a digitare l'immancabile parola "sex", almeno secondo il rapporto, quanto piuttosto a cercare informazioni su previsioni del tempo e astri. Al secondo posto viene la ricerca di amicizie attraverso le chat. Tre cose che, a pensarci bene, non sono poi nemmeno così lontane tra loro, visto il sempre crescente bisogno di amici e divertimento. Non sorprende che i navigatori italiani nel 2007 abbiano preferito cercare on-line informazioni meteorologiche, amicizie in chat e previsioni sugli astri, come riferito dal report annuale sulla Rete di Yahoo!, considerato il crescente bisogno di socializzazione e divertimento.
Secondo l'annuale report di Yahoo! sulle "Tendenze della Rete", la top ten del 2007 vede i navigatori nostrani impegnati non tanto a digitare l'immancabile parola "sex", almeno secondo il rapporto, quanto piuttosto a cercare informazioni su previsioni del tempo e astri. Al secondo posto viene la ricerca di amicizie attraverso le chat. Tre cose che, a pensarci bene, non sono poi nemmeno così lontane tra loro, visto il sempre crescente bisogno di amici e divertimento. Non sorprende che i navigatori italiani nel 2007 abbiano preferito cercare on-line informazioni meteorologiche, amicizie in chat e previsioni sugli astri, come riferito dal report annuale sulla Rete di Yahoo!, considerato il crescente bisogno di socializzazione e divertimento.
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Secondo l'Eurispes il bisogno immediato di liquidità e le condizioni di accesso al credito restrittive fanno sì che l'8,5% degli intervistati dichiari di preferire la vendita del proprio oro, piuttosto che fare ricorso a un prestito in banca. Moderni banchi dei pegni, più comodi perché richiedono meno formalità e pagano di più, gestiti privatamente e spesso in contesti opachi. Perché l'oro venduto dalle famiglie disperate è solo una parte del business. L'altro è quello della criminalità organizzata attirata da un business ad alta redditività. Secondo Eurispes l'8,5% degli intervistati preferisce, per bisogno di liquidità e per le restrittive condizioni di accesso al credito, vendere il proprio oro, per evitare il ricorso a un prestito bancario. Moderni banchi dei pegni, pagano di più e con meno formalità, gestiti privatamente e spesso in contesti opachi. L'oro venduto dalle famiglie è solo una parte del business. L'altro è quello della criminalità organizzata attirata da un business ad alta redditività.
Secondo l'Eurispes il bisogno immediato di liquidità e le condizioni di accesso al credito restrittive fanno sì che l'8,5% degli intervistati dichiari di preferire la vendita del proprio oro, piuttosto che fare ricorso a un prestito in banca. Moderni banchi dei pegni, più comodi perché richiedono meno formalità e pagano di più, gestiti privatamente e spesso in contesti opachi. Perché l'oro venduto dalle famiglie disperate è solo una parte del business. L'altro è quello della criminalità organizzata attirata da un business ad alta redditività. Secondo Eurispes l'8,5% degli intervistati preferisce, per bisogno di liquidità e per le restrittive condizioni di accesso al credito, vendere il proprio oro, per evitare il ricorso a un prestito bancario. Moderni banchi dei pegni, pagano di più e con meno formalità, gestiti privatamente e spesso in contesti opachi. L'oro venduto dalle famiglie è solo una parte del business. L'altro è quello della criminalità organizzata attirata da un business ad alta redditività.
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Secondo lo Shoe Report, l'86% degli imprenditori del settore calzaturiero ha metabolizzato la crisi economica riuscendo a mantenere, sia pure faticosamente, le posizioni anche nei momenti peggiori del mercato. A detta degli esperti, però, i timori non sono ancora fugati e la situazione resta seria. Nei primi due mesi del 2012 le quotazioni in Borsa di aziende importanti come Salvatore Ferragamo, Geox, Tod's e Prada hanno fatto comunque registrare, per ciò che riguarda gli accessori, incrementi incoraggianti. Tra le ultime novità si segnala l'ingresso delle calzature sul web. Lo ha varato il gruppo Yoox. Si tratta del primo e-shop dedicato esclusivamente alle scarpe e si chiama Shoescribe.com. Saranno circa cento i marchi internazionali presenti con nomi di punta del Made in Italy affiancati da aziende di ricerca. Il collegamento iniziale toccherà un centinaio di Paesi del mondo. Benché permangano i timori per la crisi, l' 86% degli imprenditori calzaturieri italiani ha mantenuto le posizioni sul mercato. Le maggiori aziende italiane nel settore degli accessori hanno registrato buoni incrementi in Borsa nel primo bimestre 2012. Il gruppo Yoox ha creato Shoescribe.com, il primo e-shop dedicato solo alle scarpe, che toccherà un centinaio di Paesi con circa cento marchi tra cui nomi eccellenti del Made in Italy.
Secondo lo Shoe Report, l'86% degli imprenditori del settore calzaturiero ha metabolizzato la crisi economica riuscendo a mantenere, sia pure faticosamente, le posizioni anche nei momenti peggiori del mercato. A detta degli esperti, però, i timori non sono ancora fugati e la situazione resta seria. Nei primi due mesi del 2012 le quotazioni in Borsa di aziende importanti come Salvatore Ferragamo, Geox, Tod's e Prada hanno fatto comunque registrare, per ciò che riguarda gli accessori, incrementi incoraggianti. Tra le ultime novità si segnala l'ingresso delle calzature sul web. Lo ha varato il gruppo Yoox. Si tratta del primo e-shop dedicato esclusivamente alle scarpe e si chiama Shoescribe.com. Saranno circa cento i marchi internazionali presenti con nomi di punta del Made in Italy affiancati da aziende di ricerca. Il collegamento iniziale toccherà un centinaio di Paesi del mondo. Benché permangano i timori per la crisi, l' 86% degli imprenditori calzaturieri italiani ha mantenuto le posizioni sul mercato. Le maggiori aziende italiane nel settore degli accessori hanno registrato buoni incrementi in Borsa nel primo bimestre 2012. Il gruppo Yoox ha creato Shoescribe.com, il primo e-shop dedicato solo alle scarpe, che toccherà un centinaio di Paesi con circa cento marchi tra cui nomi eccellenti del Made in Italy.
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Secondo molti studiosi, prima ancora che in ambito strumentale e prima delle rivoluzioni idiomatiche prodotte dai singoli musicisti, il jazz moderno sarebbe nato dalla sensibilità, autorevolezza, profonda passionalità e ricchezza di riferimenti del canto di Billie Holiday. Tanto la vita di questa grandissima interprete afroamericana fu all'insegna di una costante lotta contro emarginazione, segregazione e discriminazione (ma anche segnata da disperazione e fragilità emotiva, retaggio di una tormentata adolescenza), quanto fu incantevole, duttile ed evocativa la vocalità di "Lady Day" (come veniva affettuosamente chiamata da Lester Young). La duttile vocalità, ricca di riferimenti musicali, di Billie Holiday, grandissima interprete afroamericana, e la sua sensibilità e passionalità profonda secondo molti studiosi avrebbero dato origine al jazz moderno; la sua tenacia si manifestò anche nella lotta contro la segregazione e la discriminazione.
Secondo molti studiosi, prima ancora che in ambito strumentale e prima delle rivoluzioni idiomatiche prodotte dai singoli musicisti, il jazz moderno sarebbe nato dalla sensibilità, autorevolezza, profonda passionalità e ricchezza di riferimenti del canto di Billie Holiday. Tanto la vita di questa grandissima interprete afroamericana fu all'insegna di una costante lotta contro emarginazione, segregazione e discriminazione (ma anche segnata da disperazione e fragilità emotiva, retaggio di una tormentata adolescenza), quanto fu incantevole, duttile ed evocativa la vocalità di "Lady Day" (come veniva affettuosamente chiamata da Lester Young). La duttile vocalità, ricca di riferimenti musicali, di Billie Holiday, grandissima interprete afroamericana, e la sua sensibilità e passionalità profonda secondo molti studiosi avrebbero dato origine al jazz moderno; la sua tenacia si manifestò anche nella lotta contro la segregazione e la discriminazione.
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Secondo Murdock nessuna società è mai riuscita a trovare un sostituto della famiglia nucleare, un nucleo così economico sotto il profilo sociale e così efficace quanto a funzionalità. Eppure, sono una minoranza le società che riconoscono in maniera esclusiva la famiglia nucleare; nella maggior parte delle società umane troviamo infatti altri tipi di famiglia, come le famiglie poligamiche o le famiglie estese. Secondo Murdock anche questi modelli sono descrivibili attraverso la famiglia nucleare poiché questa struttura interviene in maniera costitutiva e riconoscibile in ogni altro tipo di famiglia più ampio e composito. La famiglia nucleare è dunque una sorta di atomo sociale che può presentarsi come unità separata oppure può, aggregandosi ad altri atomi, formare delle molecole. Secondo Murdock ogni tipo di famiglia è descrivibile come una famiglia nucleare o come un aggregato di famiglie nucleari. La famiglia nucleare è una struttura molto economica ed efficace.
Secondo Murdock nessuna società è mai riuscita a trovare un sostituto della famiglia nucleare, un nucleo così economico sotto il profilo sociale e così efficace quanto a funzionalità. Eppure, sono una minoranza le società che riconoscono in maniera esclusiva la famiglia nucleare; nella maggior parte delle società umane troviamo infatti altri tipi di famiglia, come le famiglie poligamiche o le famiglie estese. Secondo Murdock anche questi modelli sono descrivibili attraverso la famiglia nucleare poiché questa struttura interviene in maniera costitutiva e riconoscibile in ogni altro tipo di famiglia più ampio e composito. La famiglia nucleare è dunque una sorta di atomo sociale che può presentarsi come unità separata oppure può, aggregandosi ad altri atomi, formare delle molecole. Secondo Murdock ogni tipo di famiglia è descrivibile come una famiglia nucleare o come un aggregato di famiglie nucleari. La famiglia nucleare è una struttura molto economica ed efficace.
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Secondo un recente rapporto del ministero della terra e delle risorse, quasi il 60 per cento delle acque sotterranee cinesi è inquinato. Nel 44 per cento dei 4.778 siti esaminati dallo studio la qualità delle acque era "relativamente bassa" e nel 15,7 per cento "molto bassa", cioè non utilizzabile per il consumo umano nemmeno se trattata negli impianti di depurazione. Secondo Xinhua circa un terzo delle risorse idriche della Cina viene dal sottosuolo, e solo il tre per cento delle falde nelle aree urbane è ritenuto pulito. Un recente rapporto ha analizzato la qualità delle acque sotterranee cinesi: il 59,7% dei 4.778 siti esaminati presenta una qualità dell'acqua relativamente o molto bassa. Circa 1/3 delle risorse idriche della Cina viene dal sottosuolo.
Secondo un recente rapporto del ministero della terra e delle risorse, quasi il 60 per cento delle acque sotterranee cinesi è inquinato. Nel 44 per cento dei 4.778 siti esaminati dallo studio la qualità delle acque era "relativamente bassa" e nel 15,7 per cento "molto bassa", cioè non utilizzabile per il consumo umano nemmeno se trattata negli impianti di depurazione. Secondo Xinhua circa un terzo delle risorse idriche della Cina viene dal sottosuolo, e solo il tre per cento delle falde nelle aree urbane è ritenuto pulito. Un recente rapporto ha analizzato la qualità delle acque sotterranee cinesi: il 59,7% dei 4.778 siti esaminati presenta una qualità dell'acqua relativamente o molto bassa. Circa 1/3 delle risorse idriche della Cina viene dal sottosuolo.
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Secondo un team di ricercatori del Mit, a scoraggiarci e renderci pessimisti è di una precisa area del cervello: il nucleo caudato. È qui, spiegano gli scienziati che si può rintracciare la "culla del pessimismo". Lo studio fa parte di un progetto di ricerca sui circuiti che controllano le emozioni, in particolare quelli legati alle analisi di costi e benefici delle scelte. I ricercatori in laboratorio hanno osservato che la stimolazione del nucleo caudato nei topolini creava un effetto paralizzante, offuscando la loro capacità di prendere decisioni. Una condizione che dura anche il giorno successivo alla stimolazione. Il passo successivo dello studio sarà valutare, attraverso la risonanza magnetica funzionale, l'attività del nucleo caudato in individui che soffrono di depressione e stati d'ansia, nella speranza di capirne l'origine e di sviluppare nuovi possibili trattamenti. I ricercatori del Mit, nella cornice di un progetto di ricerca sui circuiti che controllano le emozioni, hanno scoperto che la stimolazione del nucleo caudato nelle cavie ne offusca la capacità di prendere decisioni, conducendo a una sorta di pessimismo. L'obiettivo sarà poi capire il ruolo del nucleo caudato nella depressione e negli attacchi d'ansia al fine di comprenderne l'origine e valutare nuovi trattamenti.
Secondo un team di ricercatori del Mit, a scoraggiarci e renderci pessimisti è di una precisa area del cervello: il nucleo caudato. È qui, spiegano gli scienziati che si può rintracciare la "culla del pessimismo". Lo studio fa parte di un progetto di ricerca sui circuiti che controllano le emozioni, in particolare quelli legati alle analisi di costi e benefici delle scelte. I ricercatori in laboratorio hanno osservato che la stimolazione del nucleo caudato nei topolini creava un effetto paralizzante, offuscando la loro capacità di prendere decisioni. Una condizione che dura anche il giorno successivo alla stimolazione. Il passo successivo dello studio sarà valutare, attraverso la risonanza magnetica funzionale, l'attività del nucleo caudato in individui che soffrono di depressione e stati d'ansia, nella speranza di capirne l'origine e di sviluppare nuovi possibili trattamenti. I ricercatori del Mit, nella cornice di un progetto di ricerca sui circuiti che controllano le emozioni, hanno scoperto che la stimolazione del nucleo caudato nelle cavie ne offusca la capacità di prendere decisioni, conducendo a una sorta di pessimismo. L'obiettivo sarà poi capire il ruolo del nucleo caudato nella depressione e negli attacchi d'ansia al fine di comprenderne l'origine e valutare nuovi trattamenti.
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Secondo una ricerca elaborata da AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica), l'anno scorso in Italia c'è stata una diminuzione del 3,7% dei consumi alimentari convenzionali, ma la crescita del biologico ha sfiorato il 9%. L'Italia ha inoltre conquistato la leadership in Europa per le esportazioni di prodotti biologici, che valgono oltre un miliardo di euro. L'associazione AIAB ha rilevato che lo scorso anno, in Italia, i consumi alimentari convenzionali sono diminuiti del 3,7%, mentre il biologico è cresciuto di circa il 9%. Il nostro paese è inoltre leader europeo per quanto riguarda le esportazioni di prodotti bio, che valgono più di un milardo di euro.
Secondo una ricerca elaborata da AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica), l'anno scorso in Italia c'è stata una diminuzione del 3,7% dei consumi alimentari convenzionali, ma la crescita del biologico ha sfiorato il 9%. L'Italia ha inoltre conquistato la leadership in Europa per le esportazioni di prodotti biologici, che valgono oltre un miliardo di euro. L'associazione AIAB ha rilevato che lo scorso anno, in Italia, i consumi alimentari convenzionali sono diminuiti del 3,7%, mentre il biologico è cresciuto di circa il 9%. Il nostro paese è inoltre leader europeo per quanto riguarda le esportazioni di prodotti bio, che valgono più di un milardo di euro.
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Secondo una teoria, gli eserciti dell'antichità prima di ogni battaglia si fronteggiavano a lungo scambiandosi invettive e minacce prima di ingaggiare il combattimento effettivo. Diventano così credibili le fonti letterarie antiche che parlano di battaglie protrattesi per molte ore o addirittura giorni, mentre è di esperienza comune che un uomo può sostenere uno scontro fisico soltanto per un tempo molto limitato. Le battaglie dovevano quindi dividersi in due fasi: un lungo confronto a distanza e poi una mischia più breve, per quanto sanguinosa. La corretta interpretazione da dare alle fonti antiche che parlano di battaglie durate molte ore o giorni sembra essere quella che divide le battaglie in due fasi: la prima, quella dello scontro verbale e la seconda, quella dell'effettivo confronto armato.
Secondo una teoria, gli eserciti dell'antichità prima di ogni battaglia si fronteggiavano a lungo scambiandosi invettive e minacce prima di ingaggiare il combattimento effettivo. Diventano così credibili le fonti letterarie antiche che parlano di battaglie protrattesi per molte ore o addirittura giorni, mentre è di esperienza comune che un uomo può sostenere uno scontro fisico soltanto per un tempo molto limitato. Le battaglie dovevano quindi dividersi in due fasi: un lungo confronto a distanza e poi una mischia più breve, per quanto sanguinosa. La corretta interpretazione da dare alle fonti antiche che parlano di battaglie durate molte ore o giorni sembra essere quella che divide le battaglie in due fasi: la prima, quella dello scontro verbale e la seconda, quella dell'effettivo confronto armato.
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Secondo uno studio del Brien Holden Vision Institute, le persone che soffrono di miopia saliranno da 2 miliardi a 5 miliardi entro trent'anni, di cui 1 miliardo in forma grave. Per ovviare al problema, si consiglia di sottoporre i figli a check-up regolari, aumentare il tempo trascorso all'aria aperta e limitare le sessioni di fronte a uno schermo; raccomandata anche una dieta ricca di betacarotene, omega-3 e antiossidanti. Secondo uno studio, i miopi passeranno da 2 a 5 miliardi nel giro di trent'anni, e 1 miliardo di loro sarà da ritenersi grave. Per contrastare il problema, bisognerebbe tenersi controllati sin dall'infanzia, passare tempo all'aperto, limitando quello trascorso al computer o alla TV, e avere una dieta ricca di antiossidanti, betacarotene e omega-3.
Secondo uno studio del Brien Holden Vision Institute, le persone che soffrono di miopia saliranno da 2 miliardi a 5 miliardi entro trent'anni, di cui 1 miliardo in forma grave. Per ovviare al problema, si consiglia di sottoporre i figli a check-up regolari, aumentare il tempo trascorso all'aria aperta e limitare le sessioni di fronte a uno schermo; raccomandata anche una dieta ricca di betacarotene, omega-3 e antiossidanti. Secondo uno studio, i miopi passeranno da 2 a 5 miliardi nel giro di trent'anni, e 1 miliardo di loro sarà da ritenersi grave. Per contrastare il problema, bisognerebbe tenersi controllati sin dall'infanzia, passare tempo all'aperto, limitando quello trascorso al computer o alla TV, e avere una dieta ricca di antiossidanti, betacarotene e omega-3.
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Sembra che, in generale, i dinosauri avessero più o meno l'intelligenza dei rettili attuali, diciamo di un coccodrillo. C'erano tuttavia delle eccezioni: circa 15 milioni di anni prima dell'estinzione apparvero dei piccoli dinosauri che avevano un cervello molto sviluppato. Potevano essere forse cinque o sei volte più intelligenti degli altri. Ma non ebbero il tempo di svilupparsi ulteriormente. Erano carnivori, e probabilmente erano più intelligenti anche dei mammiferi che esistevano a quel tempo sulla Terra. Vivevano nei delta del Canada e nella Mongolia. È probabile che i dinosauri avessero un grado di intelligenza simile a quella dei rettili odierni. Alcuni piccoli carnivori comparsi circa 15 milioni di anni prima dell'estinzione dei dinosauri e viventi nei delta del Canada e nella Mongolia erano tuttavia, a giudicare dalle dimensioni dei loro cervelli, più intelligenti dei loro simili e anche dei mammiferi a loro contemporanei.
Sembra che, in generale, i dinosauri avessero più o meno l'intelligenza dei rettili attuali, diciamo di un coccodrillo. C'erano tuttavia delle eccezioni: circa 15 milioni di anni prima dell'estinzione apparvero dei piccoli dinosauri che avevano un cervello molto sviluppato. Potevano essere forse cinque o sei volte più intelligenti degli altri. Ma non ebbero il tempo di svilupparsi ulteriormente. Erano carnivori, e probabilmente erano più intelligenti anche dei mammiferi che esistevano a quel tempo sulla Terra. Vivevano nei delta del Canada e nella Mongolia. È probabile che i dinosauri avessero un grado di intelligenza simile a quella dei rettili odierni. Alcuni piccoli carnivori comparsi circa 15 milioni di anni prima dell'estinzione dei dinosauri e viventi nei delta del Canada e nella Mongolia erano tuttavia, a giudicare dalle dimensioni dei loro cervelli, più intelligenti dei loro simili e anche dei mammiferi a loro contemporanei.
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Sembra davvero che un limite del fumetto sia quello di non poter raccontare la cronaca. Compito solitamente affidato alla vignetta satirica, fumetto sui generis che, però, quando ci riesce, commenta e non racconta. Il fumetto è il prodotto di lunga e laboriosa lavorazione, come il cartone animato e talvolta ancor più del cinema: quando si arriva a finire l'opera, i tempi, le notizie, i fatti del mondo sono bell'e che cambiati. È opinione diffusa che il fumetto non possa raccontare i fatti di cronaca, compito meglio svolto dalla vignetta, che del fumetto è una forma particolare ma che più che raccontare commenta. Infatti la realizzazione di un fumetto vero e proprio è lenta e complessa, a volte più di quella di un cartone o di un film, al punto che, una volta terminato, i fatti e le notizie di cui narra sono ormai superati.
Sembra davvero che un limite del fumetto sia quello di non poter raccontare la cronaca. Compito solitamente affidato alla vignetta satirica, fumetto sui generis che, però, quando ci riesce, commenta e non racconta. Il fumetto è il prodotto di lunga e laboriosa lavorazione, come il cartone animato e talvolta ancor più del cinema: quando si arriva a finire l'opera, i tempi, le notizie, i fatti del mondo sono bell'e che cambiati. È opinione diffusa che il fumetto non possa raccontare i fatti di cronaca, compito meglio svolto dalla vignetta, che del fumetto è una forma particolare ma che più che raccontare commenta. Infatti la realizzazione di un fumetto vero e proprio è lenta e complessa, a volte più di quella di un cartone o di un film, al punto che, una volta terminato, i fatti e le notizie di cui narra sono ormai superati.
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Sembra proprio che si debba considerare ormai priva di ogni credibilità la figura tradizionale dell'Ariosto celebrato, con indebita violenza, come personaggio non solo sedentario e contemplativo, ma anche furbescamente sornione, scettico e magari epicureo. È invece definitivamente accreditata, in luogo di quell'immagine svagata e pigramente oziosa, quella, ben più completa e complessa, di un Ariosto attento e sagace osservatore della realtà del suo tempo, seriamente implicato in essa. Non pare più soddisfacente l'immagine tradizionale dell'Ariosto, cioè quella di un personaggio ozioso, contemplativo, magari anche sornione ed epicureo. Oggi lo si vede maggiormente come un acuto osservatore del mondo del suo tempo, nel quale era assai coinvolto.
Sembra proprio che si debba considerare ormai priva di ogni credibilità la figura tradizionale dell'Ariosto celebrato, con indebita violenza, come personaggio non solo sedentario e contemplativo, ma anche furbescamente sornione, scettico e magari epicureo. È invece definitivamente accreditata, in luogo di quell'immagine svagata e pigramente oziosa, quella, ben più completa e complessa, di un Ariosto attento e sagace osservatore della realtà del suo tempo, seriamente implicato in essa. Non pare più soddisfacente l'immagine tradizionale dell'Ariosto, cioè quella di un personaggio ozioso, contemplativo, magari anche sornione ed epicureo. Oggi lo si vede maggiormente come un acuto osservatore del mondo del suo tempo, nel quale era assai coinvolto.
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Senza i grandi elettori, non sarebbe possibile nominare il presidente degli Stati Uniti. Sono i 538 super delegati, infatti, a scegliere ogni quattro anni il nuovo inquilino della Casa Bianca. Il capo di Stato Usa è nominato il primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre dai grandi elettori, (435 deputati, 100 senatori e 3 scelti da Washington Dc) espressi dai 50 Stati in proporzione alla popolazione: la California che ha 38,8 milioni di abitanti ne assegna 55, mentre l'Alaska, dove vivono appena 736mila persone, o altri Stati che si estendono per migliaia di chilometri ne possono schierare solo 3. Vince chi ottiene almeno 270 voti elettorali. Tranne che in Nebraska e in Maine, dove vige un sistema proporzionale, negli altri Stati chi vince anche di un solo voto popolare conquista l'intero pacchetto di grandi elettori. Il presidente degli Usa è nominato dai grandi elettori, in tutto 538 ed espressi dai 50 Stati in base alla propria dimensione demografica. Per arrivare alla Casa Bianca è necessario che il candidato riesca ad ottenere almeno 270 voti. In 48 stati su 50 vige il sistema maggioritario: il candidato che prende anche solo un voto in più degli altri si porta a casa tutti i seggi espressi dallo Stat, solo in Nebraska e in Maine, vige un sistema di tipo proporzionale.
Senza i grandi elettori, non sarebbe possibile nominare il presidente degli Stati Uniti. Sono i 538 super delegati, infatti, a scegliere ogni quattro anni il nuovo inquilino della Casa Bianca. Il capo di Stato Usa è nominato il primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre dai grandi elettori, (435 deputati, 100 senatori e 3 scelti da Washington Dc) espressi dai 50 Stati in proporzione alla popolazione: la California che ha 38,8 milioni di abitanti ne assegna 55, mentre l'Alaska, dove vivono appena 736mila persone, o altri Stati che si estendono per migliaia di chilometri ne possono schierare solo 3. Vince chi ottiene almeno 270 voti elettorali. Tranne che in Nebraska e in Maine, dove vige un sistema proporzionale, negli altri Stati chi vince anche di un solo voto popolare conquista l'intero pacchetto di grandi elettori. Il presidente degli Usa è nominato dai grandi elettori, in tutto 538 ed espressi dai 50 Stati in base alla propria dimensione demografica. Per arrivare alla Casa Bianca è necessario che il candidato riesca ad ottenere almeno 270 voti. In 48 stati su 50 vige il sistema maggioritario: il candidato che prende anche solo un voto in più degli altri si porta a casa tutti i seggi espressi dallo Stat, solo in Nebraska e in Maine, vige un sistema di tipo proporzionale.
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Shanghai è il centro culturale più vivace della Cina, con scuole e università di alto prestigio. Ospita inoltre importanti attività commerciali e manifatturiere. Qui si respira un'aria un po' europea, perché la città rimase per circa un secolo (dal 1843 al 1942) sotto il controllo degli inglesi e dei francesi, che da lì esportavano materie prime verso il nostro continente: soprattutto lungo il Bund, la via che costeggia lo Huangpu (il fiume che attraversa la città), palazzi, alberghi e uffici hanno un aspetto decisamente europeo. Il forte sviluppo economico della Cina degli ultimi anni ha portato con sé anche una trasformazione radicale di molte zone della città, che si sono riempite di grattacieli altissimi e moderni, come è avvenuto in molte altre metropoli dell'Estremo Oriente. Questa modernizzazione ha determinato anche l'eliminazione dei quartieri più vecchi e più poveri e la costruzione di una rete di grandi strade interne alla città, vere e proprie sopraelevate autostradali simili a quelle delle grandi metropoli americane. Shanghai insomma mostra, più di tutte le altre città cinesi, il volto della Cina moderna. La città di Shangai è uno dei centri culturali e commerciali più importanti della Cina. Qui si avverte l'influenza europea, dovuta al controllo degli inglesi e dei francesi sulla città che durò per circa un secolo e ha lasciato evidenti tracce architettoniche soprattutto lungo il Bund. Molte zone della città si sono trasformate a causa del recente sviluppo economico della Cina: sono stati eliminati i quartieri più poveri e costruiti grattacieli e grandi strade interne alla città.
Shanghai è il centro culturale più vivace della Cina, con scuole e università di alto prestigio. Ospita inoltre importanti attività commerciali e manifatturiere. Qui si respira un'aria un po' europea, perché la città rimase per circa un secolo (dal 1843 al 1942) sotto il controllo degli inglesi e dei francesi, che da lì esportavano materie prime verso il nostro continente: soprattutto lungo il Bund, la via che costeggia lo Huangpu (il fiume che attraversa la città), palazzi, alberghi e uffici hanno un aspetto decisamente europeo. Il forte sviluppo economico della Cina degli ultimi anni ha portato con sé anche una trasformazione radicale di molte zone della città, che si sono riempite di grattacieli altissimi e moderni, come è avvenuto in molte altre metropoli dell'Estremo Oriente. Questa modernizzazione ha determinato anche l'eliminazione dei quartieri più vecchi e più poveri e la costruzione di una rete di grandi strade interne alla città, vere e proprie sopraelevate autostradali simili a quelle delle grandi metropoli americane. Shanghai insomma mostra, più di tutte le altre città cinesi, il volto della Cina moderna. La città di Shangai è uno dei centri culturali e commerciali più importanti della Cina. Qui si avverte l'influenza europea, dovuta al controllo degli inglesi e dei francesi sulla città che durò per circa un secolo e ha lasciato evidenti tracce architettoniche soprattutto lungo il Bund. Molte zone della città si sono trasformate a causa del recente sviluppo economico della Cina: sono stati eliminati i quartieri più poveri e costruiti grattacieli e grandi strade interne alla città.
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Si è ora generalmente d'accordo sul fatto che il fenomeno della telecinesi è geneticamente recessivo: ma nel modo opposto all'emofilia (una volta chiamata "il male dei re") in cui il gene è recessivo nella donna, che è solo portatrice, ma si manifesta nei figli maschi. E si manifesta solo nel caso che un maschio emofiliaco sposi una donna portatrice del gene recessivo. Va chiarito che il gene dell'emofilia può essere recessivo, non manifesto, anche nel maschio, come parte del suo patrimonio genetico; ma se costui sposa una donna con lo stesso gene latente, il risultato sarà che i figli maschi avranno l'emofilia. Il gene dell'emofilia è recessivo nella donna, che può solo essere portatrice. Anche nell'uomo il gene può essere recessivo e non manifesto. Si manifesta però nei figli maschi nel caso in cui i genitori siano un maschio emofiliaco e una donna portatrice del gene recessivo. Anche la telecinesi è geneticamente recessiva, ma in un modo opposto all'emofilia.
Si è ora generalmente d'accordo sul fatto che il fenomeno della telecinesi è geneticamente recessivo: ma nel modo opposto all'emofilia (una volta chiamata "il male dei re") in cui il gene è recessivo nella donna, che è solo portatrice, ma si manifesta nei figli maschi. E si manifesta solo nel caso che un maschio emofiliaco sposi una donna portatrice del gene recessivo. Va chiarito che il gene dell'emofilia può essere recessivo, non manifesto, anche nel maschio, come parte del suo patrimonio genetico; ma se costui sposa una donna con lo stesso gene latente, il risultato sarà che i figli maschi avranno l'emofilia. Il gene dell'emofilia è recessivo nella donna, che può solo essere portatrice. Anche nell'uomo il gene può essere recessivo e non manifesto. Si manifesta però nei figli maschi nel caso in cui i genitori siano un maschio emofiliaco e una donna portatrice del gene recessivo. Anche la telecinesi è geneticamente recessiva, ma in un modo opposto all'emofilia.
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Si è soliti attribuire la paternità del karate nella sua forma moderna a Bodhidharma, un monaco buddhista che lo avrebbe introdotto in Cina all'epoca della dinastia Sung (420-479). Tuttavia molti studiosi non sono d'accordo con questa attribuzione e la considerano frutto della fantasia popolare. Nonostante il disaccordo di molti studiosi, tradizionalmente l'elaborazione della forma moderna del karate viene attribuita al monaco buddhista Bodhidharma, che lo avrebbe introdotto in Cina al tempo della dinastia Sung (420-479).
Si è soliti attribuire la paternità del karate nella sua forma moderna a Bodhidharma, un monaco buddhista che lo avrebbe introdotto in Cina all'epoca della dinastia Sung (420-479). Tuttavia molti studiosi non sono d'accordo con questa attribuzione e la considerano frutto della fantasia popolare. Nonostante il disaccordo di molti studiosi, tradizionalmente l'elaborazione della forma moderna del karate viene attribuita al monaco buddhista Bodhidharma, che lo avrebbe introdotto in Cina al tempo della dinastia Sung (420-479).
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Si chiamano alloctone e sono le specie non originarie delle nostre terre, trasportate intenzionalmente o meno dall'uomo. Sono invasive e una minaccia per la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi, con alti costi economici e impatti sulla nostra vita e sulla nostra salute. In Europa, negli ultimi trent'anni, secondo recenti studi, il loro numero sarebbe cresciuto del 76%, con una spesa per i Paesi di oltre 12 miliardi di euro l'anno. Le specie non originarie delle nostre zone (trasportate dall'uomo, a volte volontariamente) sono chiamate alloctone e minacciano la biodiversità e l'equilibrio del nostro ecosistema, oltre ad avere impatto sulla nostra salute. Sembra che siano la causa di una spesa di più di 12 miliardi annui per i Paesi europei, e che siano aumentate del 76% in soli trent'anni.
Si chiamano alloctone e sono le specie non originarie delle nostre terre, trasportate intenzionalmente o meno dall'uomo. Sono invasive e una minaccia per la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi, con alti costi economici e impatti sulla nostra vita e sulla nostra salute. In Europa, negli ultimi trent'anni, secondo recenti studi, il loro numero sarebbe cresciuto del 76%, con una spesa per i Paesi di oltre 12 miliardi di euro l'anno. Le specie non originarie delle nostre zone (trasportate dall'uomo, a volte volontariamente) sono chiamate alloctone e minacciano la biodiversità e l'equilibrio del nostro ecosistema, oltre ad avere impatto sulla nostra salute. Sembra che siano la causa di una spesa di più di 12 miliardi annui per i Paesi europei, e che siano aumentate del 76% in soli trent'anni.
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Si dice che è una "babele" o una "Babilonia" un luogo o una situazione che presenta una grande confusione o un notevole disordine. Questo modo di dire trae origine dal racconto biblico presentato nel libro della Genesi in cui si dice che, dopo il diluvio universale, i Babilonesi cominciarono a edificare un tempio dedicato al loro dio Marduk: sarebbe stata una torre altissima, la cui punta sarebbe arrivata fino al cielo. Il progetto dei Babilonesi sembrò però a Javhè un atto di presunzione e una sfida alla propria grandezza ed egli decise di impedire la realizzazione dell'opera, rendendo diverse le lingue parlate dagli operai che edificavano la torre. La confusione che ne seguì fu così grande che essi interruppero i lavori. Per questo la città prese il nome di Babele, il cui termine deriva dall'ebraico "Balal", che significa "confondere". Si racconta, nella Genesi, che dopo il diluvio universale i Babilonesi iniziarono a costruire una torre alta fino al cielo come tempio per il loro dio Marduk. I lavori furono però interrotti dall'intervento di Javhè che, offeso e contrariato dal progetto, rese impossibile il dialogo tra i costruttori. La città prese quindi il nome di Babele, dall'ebraico "Balal", "confondere" e ancora oggi si definisce "babele" o "Babilonia" una situazione o un luogo caratterizzati da grande confusione.
Si dice che è una "babele" o una "Babilonia" un luogo o una situazione che presenta una grande confusione o un notevole disordine. Questo modo di dire trae origine dal racconto biblico presentato nel libro della Genesi in cui si dice che, dopo il diluvio universale, i Babilonesi cominciarono a edificare un tempio dedicato al loro dio Marduk: sarebbe stata una torre altissima, la cui punta sarebbe arrivata fino al cielo. Il progetto dei Babilonesi sembrò però a Javhè un atto di presunzione e una sfida alla propria grandezza ed egli decise di impedire la realizzazione dell'opera, rendendo diverse le lingue parlate dagli operai che edificavano la torre. La confusione che ne seguì fu così grande che essi interruppero i lavori. Per questo la città prese il nome di Babele, il cui termine deriva dall'ebraico "Balal", che significa "confondere". Si racconta, nella Genesi, che dopo il diluvio universale i Babilonesi iniziarono a costruire una torre alta fino al cielo come tempio per il loro dio Marduk. I lavori furono però interrotti dall'intervento di Javhè che, offeso e contrariato dal progetto, rese impossibile il dialogo tra i costruttori. La città prese quindi il nome di Babele, dall'ebraico "Balal", "confondere" e ancora oggi si definisce "babele" o "Babilonia" una situazione o un luogo caratterizzati da grande confusione.
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Si dice che quando Archimede Pitagorico esclamò "Eureka!" fosse nudo nella vasca da bagno: l'idea ispiratrice del principio che avrebbe rivoluzionato la fisica dei fluidi gli venne infatti mentre si accingeva a lavarsi. Che le grandi intuizioni arrivino sempre nei momenti in cui non si è particolarmente concentrati su quel problema specifico è cosa risaputa. Ma il motivo all'origine di questo fatto non era ancora del tutto chiaro. Ora uno studio statunitense suggerisce che non siano tanto i momenti di pausa a favorire la creatività e l'ingegno, quanto i momenti in cui lasciamo che la nostra mente vaghi, mentre abbiamo la netta sensazione di perdere del tempo. Lo studio potrebbe far luce su uno dei misteri irrisolti riguardo al funzionamento della mente: perché ci deconcentriamo? Dal punto di vista evolutivo infatti, questo comportamento tipicamente umano è controproducente perché compromette le performance fisiche e mentali degli individui: se l'evoluzione ha permesso al cervello di sviluppare questo meccanismo, potrebbe essere proprio perché permette di lasciar spazio alle intuizioni più creative. Si sa che le grandi intuizioni arrivano nei momenti in cui non si è molto concentrati su quel problema specifico, come accadde, secondo la tradizione, ad Archimede con l'intuizione sulla fisica dei fluidi, ma il motivo di questo fatto non era ancora del tutto chiaro. Ora uno studio statunitense suggerisce che la creatività e l'ingegno siano effettivamente favoriti dai momenti di divagazione, quelli che paiono una perdita di tempo. Scopo dello studio è capire perché ci deconcentriamo - un comportamento tipicamente umano che compromette le performance fisiche e mentali. Se l'evoluzione ha permesso al cervello di sviluppare questo meccanismo, forse è perché esso permette di lasciar spazio alle intuizioni più creative.
Si dice che quando Archimede Pitagorico esclamò "Eureka!" fosse nudo nella vasca da bagno: l'idea ispiratrice del principio che avrebbe rivoluzionato la fisica dei fluidi gli venne infatti mentre si accingeva a lavarsi. Che le grandi intuizioni arrivino sempre nei momenti in cui non si è particolarmente concentrati su quel problema specifico è cosa risaputa. Ma il motivo all'origine di questo fatto non era ancora del tutto chiaro. Ora uno studio statunitense suggerisce che non siano tanto i momenti di pausa a favorire la creatività e l'ingegno, quanto i momenti in cui lasciamo che la nostra mente vaghi, mentre abbiamo la netta sensazione di perdere del tempo. Lo studio potrebbe far luce su uno dei misteri irrisolti riguardo al funzionamento della mente: perché ci deconcentriamo? Dal punto di vista evolutivo infatti, questo comportamento tipicamente umano è controproducente perché compromette le performance fisiche e mentali degli individui: se l'evoluzione ha permesso al cervello di sviluppare questo meccanismo, potrebbe essere proprio perché permette di lasciar spazio alle intuizioni più creative. Si sa che le grandi intuizioni arrivano nei momenti in cui non si è molto concentrati su quel problema specifico, come accadde, secondo la tradizione, ad Archimede con l'intuizione sulla fisica dei fluidi, ma il motivo di questo fatto non era ancora del tutto chiaro. Ora uno studio statunitense suggerisce che la creatività e l'ingegno siano effettivamente favoriti dai momenti di divagazione, quelli che paiono una perdita di tempo. Scopo dello studio è capire perché ci deconcentriamo - un comportamento tipicamente umano che compromette le performance fisiche e mentali. Se l'evoluzione ha permesso al cervello di sviluppare questo meccanismo, forse è perché esso permette di lasciar spazio alle intuizioni più creative.
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Si potrebbe dire che Obama è il primo presidente dell'era Internet. E questo è certo. Ma non è stato Internet a spingere Obama alla presidenza, quanto un largo movimento sociale, che ha trovato in Internet la possibilità di connessione. La campagna di Obama ha trasformato completamente il modo di fare politica, per la capacità di connettere le persone grazie a Internet e di integrare quindi le tradizionali forme di organizzazione delle persone a livello di comunità con quelle in rete, particolarmente in due ambiti: raccolta fondi e circolazione di informazioni. Grazie a Internet, un movimento sociale ha portato Obama alla presidenza, sfruttando le potenzialità delle rete in particolare per quel che riguarda la raccolta di fondi e la circolazione di notizie. Obama ha rivoluzionato il modo di fare politica. Egli è il primo presidente dell'era Internet.
Si potrebbe dire che Obama è il primo presidente dell'era Internet. E questo è certo. Ma non è stato Internet a spingere Obama alla presidenza, quanto un largo movimento sociale, che ha trovato in Internet la possibilità di connessione. La campagna di Obama ha trasformato completamente il modo di fare politica, per la capacità di connettere le persone grazie a Internet e di integrare quindi le tradizionali forme di organizzazione delle persone a livello di comunità con quelle in rete, particolarmente in due ambiti: raccolta fondi e circolazione di informazioni. Grazie a Internet, un movimento sociale ha portato Obama alla presidenza, sfruttando le potenzialità delle rete in particolare per quel che riguarda la raccolta di fondi e la circolazione di notizie. Obama ha rivoluzionato il modo di fare politica. Egli è il primo presidente dell'era Internet.
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Si può interpretare il regno normanno di Sicilia come una dominazione militare in via di sviluppo in senso statale: si avrà così modo di intendere la funzione centrale che in esso mantenne, nonostante l'emergente e cospicuo apparato regio, l'istituzione feudale. Fu infatti la gerarchia delle fedeltà vassallatiche la struttura di quel regno come dominazione militare: del regno cioè nel suo significato originario, procedente dalla conquista. Il regno normanno di Sicilia fu una dominazione militare in via di sviluppo statale. Ciò spiega il ruolo determinante sempre mantenuto in esso dall'istituto vassallatico, nonostante la formazione di un cospicuo apparato regio. Il regno procedeva infatti da una conquista militare.
Si può interpretare il regno normanno di Sicilia come una dominazione militare in via di sviluppo in senso statale: si avrà così modo di intendere la funzione centrale che in esso mantenne, nonostante l'emergente e cospicuo apparato regio, l'istituzione feudale. Fu infatti la gerarchia delle fedeltà vassallatiche la struttura di quel regno come dominazione militare: del regno cioè nel suo significato originario, procedente dalla conquista. Il regno normanno di Sicilia fu una dominazione militare in via di sviluppo statale. Ciò spiega il ruolo determinante sempre mantenuto in esso dall'istituto vassallatico, nonostante la formazione di un cospicuo apparato regio. Il regno procedeva infatti da una conquista militare.
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Si ritiene che soltanto i grandi poeti abbiano uno spiccato senso della lingua. E che la letteratura sia appannaggio di una non meglio precisata élite culturale. È davvero così? Se il rimanere fissi nelle proprie convinzioni costringe l'interlocutore a parlare con il muro, per una volta è il caso di assecondarlo. Lungo la periferia di Brindisi, Genova e tante altre città, nel tratto lieve di edifici abbandonati e non negli scarabocchi vandalici che infestano le vie del centro, è possibile ammirare le frasi di autori anonimi, inconsapevoli di sciorinare invenzioni linguistiche e temi filosofici che rasentano la genialità. Non sono solo i poeti e gli acculturati a padroneggiare la lingua e la letteratura. Basta guardare le scritte sui muri in alcune città come Brindisi o Genova per scoprire giochi di parole e sentenze filosofiche di autori anonimi. Scrivono senza rendersi conto della loro genialità e si distinguono dai vandali che scarabocchiano i muri anche perché non scelgono le vie centrali come loro, ma prediligono gli edifici abbandonati delle periferie.
Si ritiene che soltanto i grandi poeti abbiano uno spiccato senso della lingua. E che la letteratura sia appannaggio di una non meglio precisata élite culturale. È davvero così? Se il rimanere fissi nelle proprie convinzioni costringe l'interlocutore a parlare con il muro, per una volta è il caso di assecondarlo. Lungo la periferia di Brindisi, Genova e tante altre città, nel tratto lieve di edifici abbandonati e non negli scarabocchi vandalici che infestano le vie del centro, è possibile ammirare le frasi di autori anonimi, inconsapevoli di sciorinare invenzioni linguistiche e temi filosofici che rasentano la genialità. Non sono solo i poeti e gli acculturati a padroneggiare la lingua e la letteratura. Basta guardare le scritte sui muri in alcune città come Brindisi o Genova per scoprire giochi di parole e sentenze filosofiche di autori anonimi. Scrivono senza rendersi conto della loro genialità e si distinguono dai vandali che scarabocchiano i muri anche perché non scelgono le vie centrali come loro, ma prediligono gli edifici abbandonati delle periferie.
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Si trattò di un tentativo destinato ad arrestarsi alle prime difficoltà. Di troppo, infatti, l'ambizioso progetto sormontava le capacità del Tasso, già tecnicamente e culturalmente provveduto ma nutrito appena d'esperienze letterarie e solo animato da un ingenuo vagheggiamento eroico. Gli mancava ancora quel complesso d'affetti e di convinzioni, quella maturità e profondità di motivi interiori, che avrebbero potuto assicurare all'opera salda architettura, durata narrativa, ricchezza e varietà di temi, e soprattutto un autentico centro ispiratore. Sebbene già provvisto di un sufficiente livello tecnico e culturale, il Tasso non riuscì a terminare il suo progetto. Gli mancava, prima di tutto, un vero centro ispiratore, che avrebbe conferito all'opera robustezza di struttura e di temi.
Si trattò di un tentativo destinato ad arrestarsi alle prime difficoltà. Di troppo, infatti, l'ambizioso progetto sormontava le capacità del Tasso, già tecnicamente e culturalmente provveduto ma nutrito appena d'esperienze letterarie e solo animato da un ingenuo vagheggiamento eroico. Gli mancava ancora quel complesso d'affetti e di convinzioni, quella maturità e profondità di motivi interiori, che avrebbero potuto assicurare all'opera salda architettura, durata narrativa, ricchezza e varietà di temi, e soprattutto un autentico centro ispiratore. Sebbene già provvisto di un sufficiente livello tecnico e culturale, il Tasso non riuscì a terminare il suo progetto. Gli mancava, prima di tutto, un vero centro ispiratore, che avrebbe conferito all'opera robustezza di struttura e di temi.
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Si tratta probabilmente della più straordinaria scoperta scientifica dell'anno, sia per il contenuto sia per le circostanze: un gruppo internazionale di antropologi ha trovato più di 1.500 fossili, tra ossa e denti, appartenenti a una quindicina di individui di una specie inedita, con sembianze a metà tra l'australopiteco e l'Homo sapiens. L'Homo malesi, chiamato così da una parola che in lingua sotho vuol dire stella, è stato trovato nelle grotte di "Rising Star" (Stella Nascente), in Sud Africa. In Sud Africa, gli antropologi hanno ritrovato più di 1.500 fossili appartenenti a individui di una specie finora sconosciuta, che si colloca a metà tra l'australopiteco e l'Homo sapiens. Il nome di Homo malesi le è stato attribuito ispirandosi al nome della grotta in cui è stato effettuato questo importantissimo ritrovamento.
Si tratta probabilmente della più straordinaria scoperta scientifica dell'anno, sia per il contenuto sia per le circostanze: un gruppo internazionale di antropologi ha trovato più di 1.500 fossili, tra ossa e denti, appartenenti a una quindicina di individui di una specie inedita, con sembianze a metà tra l'australopiteco e l'Homo sapiens. L'Homo malesi, chiamato così da una parola che in lingua sotho vuol dire stella, è stato trovato nelle grotte di "Rising Star" (Stella Nascente), in Sud Africa. In Sud Africa, gli antropologi hanno ritrovato più di 1.500 fossili appartenenti a individui di una specie finora sconosciuta, che si colloca a metà tra l'australopiteco e l'Homo sapiens. Il nome di Homo malesi le è stato attribuito ispirandosi al nome della grotta in cui è stato effettuato questo importantissimo ritrovamento.
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Sia nel Nord sia soprattutto nel Sud del mondo, sono le donne che pagano le conseguenze più alte della povertà perché non esiste ancora parità fra i sessi. Per esempio, i loro guadagni medi sono ovunque più bassi di quelli degli uomini e il loro carico di lavoro è ovunque più alto perché esse si prendono anche cura della casa e dei figli. Nel Sud del mondo la cura della casa comprende anche la raccolta della legna e l'approvvigionamento dell'acqua. Infine, le donne devono pensare anche all'orto e talvolta anche alla stessa coltivazione dei campi. Ovunque nel mondo, le conseguenze più gravi della povertà ricadono sulle donne, poiché non esiste ancora parità tra i sessi. Le donne guadagnano mediamente meno degli uomini e hanno carichi di lavoro maggiori, considerando la cura della casa e dei figli. Nel Sud del mondo le donne si occupano anche della raccolta della legna e dell'approvvigionamento dell'acqua, oltre che dell'orto e in alcuni casi della coltivazione dei campi.
Sia nel Nord sia soprattutto nel Sud del mondo, sono le donne che pagano le conseguenze più alte della povertà perché non esiste ancora parità fra i sessi. Per esempio, i loro guadagni medi sono ovunque più bassi di quelli degli uomini e il loro carico di lavoro è ovunque più alto perché esse si prendono anche cura della casa e dei figli. Nel Sud del mondo la cura della casa comprende anche la raccolta della legna e l'approvvigionamento dell'acqua. Infine, le donne devono pensare anche all'orto e talvolta anche alla stessa coltivazione dei campi. Ovunque nel mondo, le conseguenze più gravi della povertà ricadono sulle donne, poiché non esiste ancora parità tra i sessi. Le donne guadagnano mediamente meno degli uomini e hanno carichi di lavoro maggiori, considerando la cura della casa e dei figli. Nel Sud del mondo le donne si occupano anche della raccolta della legna e dell'approvvigionamento dell'acqua, oltre che dell'orto e in alcuni casi della coltivazione dei campi.
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Siamo abituati a pensare all'Australia attraverso gli stereotipi di una terra bigotta, retrograda, vagamente xenofoba e pedantemente timorata di Dio. Cliché fuori luogo, soprattutto a Melbourne. Per cominciare, è l'unica metropoli australiana a non avere alle spalle una colonia penale, ma un sogno multinazionale: la fondarono migliaia di cercatori giunti da tutto il mondo per partecipare alla corsa all'oro. Era il 1835: mezzo secolo dopo Melbourne era la città più prospera del Paese, fiumi di soldi passavano di mano in mano, e non importava di che colore fossero le mani, né quale dio si volgessero a pregare. Arretratezza, bigottismo, xenofobia sono i luoghi comuni con cui pensiamo abitualmente all'Australia: sono stereotipi inopportuni specialmente per Melbourne, l'unica metropoli nata non come colonia penale, ma per opera di migliaia di cercatori d'oro di molte nazioni diverse. Cinquant'anni dopo la sua nascita, le floride attività economiche della città, la più ricca del Paese, davano ricchezza a persone di ogni colore e di ogni religione.
Siamo abituati a pensare all'Australia attraverso gli stereotipi di una terra bigotta, retrograda, vagamente xenofoba e pedantemente timorata di Dio. Cliché fuori luogo, soprattutto a Melbourne. Per cominciare, è l'unica metropoli australiana a non avere alle spalle una colonia penale, ma un sogno multinazionale: la fondarono migliaia di cercatori giunti da tutto il mondo per partecipare alla corsa all'oro. Era il 1835: mezzo secolo dopo Melbourne era la città più prospera del Paese, fiumi di soldi passavano di mano in mano, e non importava di che colore fossero le mani, né quale dio si volgessero a pregare. Arretratezza, bigottismo, xenofobia sono i luoghi comuni con cui pensiamo abitualmente all'Australia: sono stereotipi inopportuni specialmente per Melbourne, l'unica metropoli nata non come colonia penale, ma per opera di migliaia di cercatori d'oro di molte nazioni diverse. Cinquant'anni dopo la sua nascita, le floride attività economiche della città, la più ricca del Paese, davano ricchezza a persone di ogni colore e di ogni religione.
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Siamo ormai maniaci delle password, innalziamo firewall per non far entrare nessuno nei nostri computer e ci preoccupiamo (ma non tanto) per la privacy su Facebook. Ma cosa dire delle finestre? No, non quelle di Windows, ma quelle superfici vetrate che racchiudono i nostri uffici. Da fuori permettono di vedere tutto ciò che passa sul nostro schermo e talvolta non serve nemmeno un binocolo. Per averne una prova basta farsi un giro nelle nostre città o nei centri direzionali dove troviamo dati sensibili esposti alla mercé di tutti su brillanti schermi da 25 pollici. L'allarme è partito da Londra e in particolare dalla City, il suo centro finanziario. In alcuni tratti di strada sono stati rilevati oltre 150 display ben visibili dall'esterno. Dalla City di Londra arriva un nuovo allarme sicurezza per la nostra privacy informatica: nonostante password, firewall e misure per la protezione della privacy su Facebook, i nostri schermi di lavoro a 25 pollici sono alla mercé di tutti a causa delle finestre degli uffici, che spesso sono ben visibili da fuori anche senza binocoli (a Londra, in alcuni tratti di strada, ne hanno contati oltre 150!).
Siamo ormai maniaci delle password, innalziamo firewall per non far entrare nessuno nei nostri computer e ci preoccupiamo (ma non tanto) per la privacy su Facebook. Ma cosa dire delle finestre? No, non quelle di Windows, ma quelle superfici vetrate che racchiudono i nostri uffici. Da fuori permettono di vedere tutto ciò che passa sul nostro schermo e talvolta non serve nemmeno un binocolo. Per averne una prova basta farsi un giro nelle nostre città o nei centri direzionali dove troviamo dati sensibili esposti alla mercé di tutti su brillanti schermi da 25 pollici. L'allarme è partito da Londra e in particolare dalla City, il suo centro finanziario. In alcuni tratti di strada sono stati rilevati oltre 150 display ben visibili dall'esterno. Dalla City di Londra arriva un nuovo allarme sicurezza per la nostra privacy informatica: nonostante password, firewall e misure per la protezione della privacy su Facebook, i nostri schermi di lavoro a 25 pollici sono alla mercé di tutti a causa delle finestre degli uffici, che spesso sono ben visibili da fuori anche senza binocoli (a Londra, in alcuni tratti di strada, ne hanno contati oltre 150!).
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Sicuramente il tema del rispetto reciproco è centrale in ogni rapporto; ma se esso diviene ancor più sensibile in quella specifica, inevitabilmente diseguale, relazione che vede protagonisti insegnante e allievo, tale delicatezza risulta anche più accentuata nell'insegnamento dello yoga. Questa disciplina, infatti, vede coinvolto nella relazione ogni aspetto dell'essere umano, da quello fisico a quelli intellettuale ed emotivo. La complessità delle dinamiche che, in conseguenza di ciò, si instaurano richiede dunque un alto livello di vigilanza circa il rispetto dei confini soggettivi di ciascuno. Sotto questo profilo, un elemento importante da prendere preliminarmente in considerazione, specie in relazione al ruolo dell'insegnante, è la seduzione. Poiché nello yoga sono coinvolti tutti gli aspetti dell'essere umano (fisico, intellettuale ed emotivo) è bene avere un'attenzione particolare nella relazione insegnante-allievo. Tale relazione è complessa in ogni ambito, ma a maggior ragione in questa disciplina, dove occorre una costante vigilanza per rispettare i confini soggettivi di ciascuno. Uno dei rischi, ad esempio, è quello della seduzione, soprattutto da parte dell'insegnante nei confronti dell'allievo.
Sicuramente il tema del rispetto reciproco è centrale in ogni rapporto; ma se esso diviene ancor più sensibile in quella specifica, inevitabilmente diseguale, relazione che vede protagonisti insegnante e allievo, tale delicatezza risulta anche più accentuata nell'insegnamento dello yoga. Questa disciplina, infatti, vede coinvolto nella relazione ogni aspetto dell'essere umano, da quello fisico a quelli intellettuale ed emotivo. La complessità delle dinamiche che, in conseguenza di ciò, si instaurano richiede dunque un alto livello di vigilanza circa il rispetto dei confini soggettivi di ciascuno. Sotto questo profilo, un elemento importante da prendere preliminarmente in considerazione, specie in relazione al ruolo dell'insegnante, è la seduzione. Poiché nello yoga sono coinvolti tutti gli aspetti dell'essere umano (fisico, intellettuale ed emotivo) è bene avere un'attenzione particolare nella relazione insegnante-allievo. Tale relazione è complessa in ogni ambito, ma a maggior ragione in questa disciplina, dove occorre una costante vigilanza per rispettare i confini soggettivi di ciascuno. Uno dei rischi, ad esempio, è quello della seduzione, soprattutto da parte dell'insegnante nei confronti dell'allievo.
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Sin dall'antichità all'immagine del cigno è legata quella della musica, in quanto si diceva che, prima di morire, l'animale si abbandonasse a un canto struggente e dolcissimo. Nonostante questa credenza sia stata successivamente smentita da Plinio il Vecchio, l'animale è stato quindi associato ad Apollo e alle Muse, in particolare a Erato, che presiedeva alla poesia e alla musica amorosa. Secondo i mitografi rinascimentali il candido colore dell'animale richiama la luce del giorno e del sole e si contrappone al corvo, simbolo della notte. Per questo motivo talvolta il carro di Apollo può essere trainato da cigni. Anche Venere ha come attributo il cigno, che talvolta conduce il suo carro accompagnando chi si abbandona ai piaceri dell'amore. In alcuni bestiari medievali l'animale viene giudicato negativamente poiché, in contrapposizione al candore delle sue piume, la sua carne è nera. Per tale motivo è simbolo dell'ipocrisia. Fin dai tempi antichi il cigno è legato alla musica perché si diceva che, prima di morire, emettesse un canto meraviglioso. Per questo è stato associato ad Apollo, alle Muse e, in particolare, a Erato, la musa della poesia e della musica d'amore. Nel Rinascimento il cigno, in quanto simbolo del sole e del giorno, è stato contrapposto al corvo, che rappresentava la notte. A volte il cigno è l'animale che traina il carro di Apollo o quello di Venere, dea dell'amore. In alcuni bestiari del Medioevo questo volatile è invece considerato emblema dell'ipocrisia perché la sua carne è nera, in contrapposizione al bianco delle sue piume.
Sin dall'antichità all'immagine del cigno è legata quella della musica, in quanto si diceva che, prima di morire, l'animale si abbandonasse a un canto struggente e dolcissimo. Nonostante questa credenza sia stata successivamente smentita da Plinio il Vecchio, l'animale è stato quindi associato ad Apollo e alle Muse, in particolare a Erato, che presiedeva alla poesia e alla musica amorosa. Secondo i mitografi rinascimentali il candido colore dell'animale richiama la luce del giorno e del sole e si contrappone al corvo, simbolo della notte. Per questo motivo talvolta il carro di Apollo può essere trainato da cigni. Anche Venere ha come attributo il cigno, che talvolta conduce il suo carro accompagnando chi si abbandona ai piaceri dell'amore. In alcuni bestiari medievali l'animale viene giudicato negativamente poiché, in contrapposizione al candore delle sue piume, la sua carne è nera. Per tale motivo è simbolo dell'ipocrisia. Fin dai tempi antichi il cigno è legato alla musica perché si diceva che, prima di morire, emettesse un canto meraviglioso. Per questo è stato associato ad Apollo, alle Muse e, in particolare, a Erato, la musa della poesia e della musica d'amore. Nel Rinascimento il cigno, in quanto simbolo del sole e del giorno, è stato contrapposto al corvo, che rappresentava la notte. A volte il cigno è l'animale che traina il carro di Apollo o quello di Venere, dea dell'amore. In alcuni bestiari del Medioevo questo volatile è invece considerato emblema dell'ipocrisia perché la sua carne è nera, in contrapposizione al bianco delle sue piume.
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Sintesi e precisione: queste le regole fondamentali a cui attenersi per inviare un curriculum in linea con lo strumento. Quindi, a meno che non ci sia già un questionario (format) da compilare, specifico per candidarsi, suggerisco di inviare una e-mail indicando chiaramente l'oggetto. Quindi scrivere il curriculum (magari in allegato), ma prestare attenzione alla leggibilità su video, il tutto con estrema sintesi. Per scrivere un curriculum ci vogliono sintesi e precisione. Se non è previsto un modello (format) si può inviare una e-mail con oggetto specificato e curriculum in allegato, curando che il testo sia leggibile a video.
Sintesi e precisione: queste le regole fondamentali a cui attenersi per inviare un curriculum in linea con lo strumento. Quindi, a meno che non ci sia già un questionario (format) da compilare, specifico per candidarsi, suggerisco di inviare una e-mail indicando chiaramente l'oggetto. Quindi scrivere il curriculum (magari in allegato), ma prestare attenzione alla leggibilità su video, il tutto con estrema sintesi. Per scrivere un curriculum ci vogliono sintesi e precisione. Se non è previsto un modello (format) si può inviare una e-mail con oggetto specificato e curriculum in allegato, curando che il testo sia leggibile a video.
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Situato sulla costiera amalfitana, il centro di Minori ha restituito, lungo la strada S. Lucia, i resti di una villa romana, in parte inglobata nelle cantine dei moderni edifici sovrastanti. La villa, in origine molto estesa, presentava un "viridarium" (giardino) con piscina centrale e portici laterali, intorno al quale si sviluppavano gli ambienti residenziali; a nord era posta la sala tricliniare, dotata di letti e di una fontana- ninfeo la cui acqua veniva incanalata in tubature sotterranee per raggiungere la piscina del "viridarium". Del piano superiore della villa nulla sopravvive se non una scala d'accesso sul lato ovest. Nel centro di Minori, sulla costiera amalfitana, si sono rinvenuti i resti di una villa romana, molto ampia in origine, in parte situata nelle cantine di edifici moderni. Del suo piano superiore rimane solo una scala a ovest. Intorno al giardino della villa, che aveva una piscina e portici, si trovavano i locali d'abitazione; a nord c'era la sala tricliniare: da una fontana-ninfeo l'acqua alimentava la piscina attraverso tubature sotterranee.
Situato sulla costiera amalfitana, il centro di Minori ha restituito, lungo la strada S. Lucia, i resti di una villa romana, in parte inglobata nelle cantine dei moderni edifici sovrastanti. La villa, in origine molto estesa, presentava un "viridarium" (giardino) con piscina centrale e portici laterali, intorno al quale si sviluppavano gli ambienti residenziali; a nord era posta la sala tricliniare, dotata di letti e di una fontana- ninfeo la cui acqua veniva incanalata in tubature sotterranee per raggiungere la piscina del "viridarium". Del piano superiore della villa nulla sopravvive se non una scala d'accesso sul lato ovest. Nel centro di Minori, sulla costiera amalfitana, si sono rinvenuti i resti di una villa romana, molto ampia in origine, in parte situata nelle cantine di edifici moderni. Del suo piano superiore rimane solo una scala a ovest. Intorno al giardino della villa, che aveva una piscina e portici, si trovavano i locali d'abitazione; a nord c'era la sala tricliniare: da una fontana-ninfeo l'acqua alimentava la piscina attraverso tubature sotterranee.
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Sledwaya era una città piena di case strane, in cui accadevano cose strane, ma la casa dell'accalappiastreghe municipale Malfrosto era la più strana di tutte, e le cose che accadevano lì erano stranissime. Era stata costruita in tempi remoti in cima a una collina, e ora troneggiava sulla città come un nido d'aquila. Da lassù si poteva vedere tutta Sledwaya e non c'era un solo luogo in città cui fosse risparmiata la vista dell'orrido maniero: monito costante dell'onnipotenza dell'accalappiastreghe. La casa dell'accalappiastreghe municipale Malfrosto era la più strana di Sledwaya e sorgeva in cima a una collina dalla quale si poteva vedere tutta la città e tutta la città poteva vederla, a monito del potere dell'accalappiastreghe.
Sledwaya era una città piena di case strane, in cui accadevano cose strane, ma la casa dell'accalappiastreghe municipale Malfrosto era la più strana di tutte, e le cose che accadevano lì erano stranissime. Era stata costruita in tempi remoti in cima a una collina, e ora troneggiava sulla città come un nido d'aquila. Da lassù si poteva vedere tutta Sledwaya e non c'era un solo luogo in città cui fosse risparmiata la vista dell'orrido maniero: monito costante dell'onnipotenza dell'accalappiastreghe. La casa dell'accalappiastreghe municipale Malfrosto era la più strana di Sledwaya e sorgeva in cima a una collina dalla quale si poteva vedere tutta la città e tutta la città poteva vederla, a monito del potere dell'accalappiastreghe.
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So che mi accusano di superbia, e forse di misantropia, o di pazzia. Tali accuse (che punirò al momento giusto) sono ridicole. È vero che non esco di casa, ma è anche vero che le porte (il cui numero è infinito) restano aperte giorno e notte agli uomini e agli animali. Entri chi vuole. Non troverà qui lussi donneschi né la splendida pompa dei palazzi, ma la quiete e la solitudine. Mi si accusa di superbia, di misantropia o di pazzia: accuse ridicole, che punirò al momento giusto. Sì, non esco di casa, ma le infinite porte sono sempre aperte: chi vuole entrare, uomo o animale, troverà quiete e solitudine, non il lusso femminile né il fasto magnifico dei palazzi.
So che mi accusano di superbia, e forse di misantropia, o di pazzia. Tali accuse (che punirò al momento giusto) sono ridicole. È vero che non esco di casa, ma è anche vero che le porte (il cui numero è infinito) restano aperte giorno e notte agli uomini e agli animali. Entri chi vuole. Non troverà qui lussi donneschi né la splendida pompa dei palazzi, ma la quiete e la solitudine. Mi si accusa di superbia, di misantropia o di pazzia: accuse ridicole, che punirò al momento giusto. Sì, non esco di casa, ma le infinite porte sono sempre aperte: chi vuole entrare, uomo o animale, troverà quiete e solitudine, non il lusso femminile né il fasto magnifico dei palazzi.
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società europea verso la fine del secolo XI segnò il passaggio dai comportamenti rozzi e feroci dei primi signori feudali verso usanze meno cruente e costumi più gentili. Questa tendenza fu rafforzata dall'istituzione politico-sociale della cavalleria con le sue regole morali: coraggio, lealtà, disinteresse, difesa dei deboli. Cambiò anche la destinazione del castello, che, alle funzioni originarie di luogo di difesa e centro militare, aggiunse anche quella di abitazione confortevole del signore e della sua corte. Quando non c'era guerra, i signori e i cavalieri trascorrevano il loro tempo dedicandosi ad attività sportive, specialmente la caccia e i tornei, ma anche ad altre più spirituali, come la poesia e la narrativa. In questa società nacque la poesia cavalleresco-cortese che si accompagnò alla musica ed ebbe tra i suoi promotori grandi signori feudali. Verso la fine del secolo XI nella società europea i modi di vita cambiarono e si passò a usanze meno cruente e a costumi più gentili. Le nobili regole morali della cavalleria rafforzarono questa tendenza a superare i costumi dei primi signori feudali. Anche il castello, da luogo di difesa e centro militare, divenne anche abitazione confortevole del signore e della corte. Qui in tempo di pace ci si dedicava alla caccia e ai tornei, alla poesia e alla narrativa. Nacquero così la poesia cavalleresco- cortese e la sua musica, promosse anche da grandi signori feudali.
società europea verso la fine del secolo XI segnò il passaggio dai comportamenti rozzi e feroci dei primi signori feudali verso usanze meno cruente e costumi più gentili. Questa tendenza fu rafforzata dall'istituzione politico-sociale della cavalleria con le sue regole morali: coraggio, lealtà, disinteresse, difesa dei deboli. Cambiò anche la destinazione del castello, che, alle funzioni originarie di luogo di difesa e centro militare, aggiunse anche quella di abitazione confortevole del signore e della sua corte. Quando non c'era guerra, i signori e i cavalieri trascorrevano il loro tempo dedicandosi ad attività sportive, specialmente la caccia e i tornei, ma anche ad altre più spirituali, come la poesia e la narrativa. In questa società nacque la poesia cavalleresco-cortese che si accompagnò alla musica ed ebbe tra i suoi promotori grandi signori feudali. Verso la fine del secolo XI nella società europea i modi di vita cambiarono e si passò a usanze meno cruente e a costumi più gentili. Le nobili regole morali della cavalleria rafforzarono questa tendenza a superare i costumi dei primi signori feudali. Anche il castello, da luogo di difesa e centro militare, divenne anche abitazione confortevole del signore e della corte. Qui in tempo di pace ci si dedicava alla caccia e ai tornei, alla poesia e alla narrativa. Nacquero così la poesia cavalleresco- cortese e la sua musica, promosse anche da grandi signori feudali.
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Sono gli anziani a trainare i consumi. Per la prima volta in Italia la spesa per consumi delle coppie con un capofamiglia anziano (di 65 anni e oltre) è superiore (e non di poco: circa 1.200 euro in più all'anno) rispetto a quella delle coppie con a capo un giovane di 18-34 anni. E negli anni della crisi (2009-2014) gli anziani che vivono soli hanno aumentato la spesa per consumi del 4,7 per cento in termini reali, mentre quella dei single è andata a picco (-12,4 per cento), così come la spesa media delle famiglie italiane nell'insieme (-11,8 per cento). Lo sostiene il rapporto del Censis "Il buon valore della longevità". Secondo il Censis, all'interno di un drastico calo della spesa media delle famiglie italiane e di quella dei single di tutte le età, la spesa dei nuclei familiari "anziani" ha superato per la prima volta quella delle coppie giovani, aiutando così i consumi.
Sono gli anziani a trainare i consumi. Per la prima volta in Italia la spesa per consumi delle coppie con un capofamiglia anziano (di 65 anni e oltre) è superiore (e non di poco: circa 1.200 euro in più all'anno) rispetto a quella delle coppie con a capo un giovane di 18-34 anni. E negli anni della crisi (2009-2014) gli anziani che vivono soli hanno aumentato la spesa per consumi del 4,7 per cento in termini reali, mentre quella dei single è andata a picco (-12,4 per cento), così come la spesa media delle famiglie italiane nell'insieme (-11,8 per cento). Lo sostiene il rapporto del Censis "Il buon valore della longevità". Secondo il Censis, all'interno di un drastico calo della spesa media delle famiglie italiane e di quella dei single di tutte le età, la spesa dei nuclei familiari "anziani" ha superato per la prima volta quella delle coppie giovani, aiutando così i consumi.
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Sono molto riconoscente al governo di aver pensato a me per il Senato e la prego di esprimere a chi di dovere questa mia sincera gratitudine; ma non posso accettare. Sono un rappresentante della vecchia classe, inevitabilmente compromesso col regime borbonico, e ad esso legato dai vincoli della decenza in mancanza di quelli dell'affetto. Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d'illusioni; e che cosa se ne farebbe il Senato di me, di un legislatore inesperto cui manca la facoltà d'ingannare sé stesso, questo requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri? Sono grato per la vostra proposta per il Senato, ma non posso accettare, per diverse ragioni: sono troppo compromesso con il regime borbonico; appartengo a una generazione di passaggio e, per questo, sono a disagio nel vecchio e nel nuovo sistema; sono un legislatore inesperto e per di più disilluso, quindi mi manca il requisito essenziale per chi deve guidare gli altri.
Sono molto riconoscente al governo di aver pensato a me per il Senato e la prego di esprimere a chi di dovere questa mia sincera gratitudine; ma non posso accettare. Sono un rappresentante della vecchia classe, inevitabilmente compromesso col regime borbonico, e ad esso legato dai vincoli della decenza in mancanza di quelli dell'affetto. Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo d'illusioni; e che cosa se ne farebbe il Senato di me, di un legislatore inesperto cui manca la facoltà d'ingannare sé stesso, questo requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri? Sono grato per la vostra proposta per il Senato, ma non posso accettare, per diverse ragioni: sono troppo compromesso con il regime borbonico; appartengo a una generazione di passaggio e, per questo, sono a disagio nel vecchio e nel nuovo sistema; sono un legislatore inesperto e per di più disilluso, quindi mi manca il requisito essenziale per chi deve guidare gli altri.
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Sono stati trovati nella Repubblica Dominicana due pezzi di ambra che contengono un fiore della specie "Strychnos electri". Secondo "Nature Plants", potrebbero risalire a un periodo compreso tra i 15 e i 45 milioni di anni fa. La pianta appartiene al gruppo degli asteridi, attualmente molto diffuso. Gli asteridi sono una famiglia di piante, oggi molto diffusa, di cui fa parte il fiore della specie "Strychnos electri". Questo fiore è stato riconosciuto in due pezzi di ambra trovati nella Repubblica Dominicana che, secondo "Nature Plants" risalgono a più di 10 milioni di anni fa.
Sono stati trovati nella Repubblica Dominicana due pezzi di ambra che contengono un fiore della specie "Strychnos electri". Secondo "Nature Plants", potrebbero risalire a un periodo compreso tra i 15 e i 45 milioni di anni fa. La pianta appartiene al gruppo degli asteridi, attualmente molto diffuso. Gli asteridi sono una famiglia di piante, oggi molto diffusa, di cui fa parte il fiore della specie "Strychnos electri". Questo fiore è stato riconosciuto in due pezzi di ambra trovati nella Repubblica Dominicana che, secondo "Nature Plants" risalgono a più di 10 milioni di anni fa.
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Sosteneva Thomas S. Eliot, forse la più acuta mente critica del Novecento assieme a Walter Benjamin, che i poeti immaturi imitano e quelli maturi rubano; e Dick sicuramente non si faceva tanti problemi ad allungare la mano. Quando doveva costruire i suoi romanzi e i suoi racconti, in special modo questi ultimi, sgraffignava idee, soluzioni tecniche, brandelli narrativi, trovate, dovunque: sia nei testi che aveva già scritto, sia nelle opere altrui. E poi con questi materiali di risulta costruiva opere forse non sempre perfette, ma assolutamente inconfondibili. Nella creazione dei suoi inconfondibili romanzi e, soprattutto, racconti, Dick prendeva idee, soluzioni tecniche, brandelli narrativi e trovate da testi che aveva già scritto o da opere di altri. D'altronde, come sosteneva Thomas S. Eliot, è segno della maturità di un poeta rubare in questo modo.
Sosteneva Thomas S. Eliot, forse la più acuta mente critica del Novecento assieme a Walter Benjamin, che i poeti immaturi imitano e quelli maturi rubano; e Dick sicuramente non si faceva tanti problemi ad allungare la mano. Quando doveva costruire i suoi romanzi e i suoi racconti, in special modo questi ultimi, sgraffignava idee, soluzioni tecniche, brandelli narrativi, trovate, dovunque: sia nei testi che aveva già scritto, sia nelle opere altrui. E poi con questi materiali di risulta costruiva opere forse non sempre perfette, ma assolutamente inconfondibili. Nella creazione dei suoi inconfondibili romanzi e, soprattutto, racconti, Dick prendeva idee, soluzioni tecniche, brandelli narrativi e trovate da testi che aveva già scritto o da opere di altri. D'altronde, come sosteneva Thomas S. Eliot, è segno della maturità di un poeta rubare in questo modo.
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Spesso ci si accorge della buca troppo tardi e il danno è inevitabile, ma, che si tratti di una gomma bucata o di una vera e propria caduta, le associazioni di motociclisti e consumatori (Adico, Codacons) esortano gli utenti della strada a fare ricorso all'ente locale proprietario del tratto stradale. La procedura prevede l'intervento delle autorità per accertare il fatto e una successiva richiesta di risarcimento avanzata presso l'amministrazione competente. Necessaria la presenza di materiale (verbale, fotografie, testimonianze) che provi la mancanza di appropriate soluzioni di segnalazione del pericolo. In seguito, l'ente preposto procederà con una polizza di responsabilità civile verso terzi. Per fare ricorso all'ente locale nel caso di danni o incidenti dovuti a una buca sulla strada, come consigliato da associazioni di motociclisti e consumatori, è necessario che le autorità accertino l'accaduto, che si chieda un risarcimento all'amministrazione di competenza e che si provi la mancata segnalazione del pericolo.
Spesso ci si accorge della buca troppo tardi e il danno è inevitabile, ma, che si tratti di una gomma bucata o di una vera e propria caduta, le associazioni di motociclisti e consumatori (Adico, Codacons) esortano gli utenti della strada a fare ricorso all'ente locale proprietario del tratto stradale. La procedura prevede l'intervento delle autorità per accertare il fatto e una successiva richiesta di risarcimento avanzata presso l'amministrazione competente. Necessaria la presenza di materiale (verbale, fotografie, testimonianze) che provi la mancanza di appropriate soluzioni di segnalazione del pericolo. In seguito, l'ente preposto procederà con una polizza di responsabilità civile verso terzi. Per fare ricorso all'ente locale nel caso di danni o incidenti dovuti a una buca sulla strada, come consigliato da associazioni di motociclisti e consumatori, è necessario che le autorità accertino l'accaduto, che si chieda un risarcimento all'amministrazione di competenza e che si provi la mancata segnalazione del pericolo.
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Spesso i risparmiatori sono convinti che le obbligazioni siano un investimento "sicuro", privo di qualsiasi tipo di rischio. Purtroppo, a loro spese, i piccoli investitori (quelli che nel gergo bancario vengono definiti come "retail") hanno appreso che così non è. Per gli investitori alle prime armi il rendimento di un'obbligazione è il classico specchietto per le allodole. Maggiore è la percentuale che si ottiene dal bond, più alte sono le attrattive di puntare i propri risparmi su quel titolo. I piccoli investitori ("retail") sono di frequente abbacinati dal rendimento offerto da un bond e, confidando nella sicurezza delle obbligazioni, investono su di esso i loro risparmi. Ma è un errore spesso pagato caro.
Spesso i risparmiatori sono convinti che le obbligazioni siano un investimento "sicuro", privo di qualsiasi tipo di rischio. Purtroppo, a loro spese, i piccoli investitori (quelli che nel gergo bancario vengono definiti come "retail") hanno appreso che così non è. Per gli investitori alle prime armi il rendimento di un'obbligazione è il classico specchietto per le allodole. Maggiore è la percentuale che si ottiene dal bond, più alte sono le attrattive di puntare i propri risparmi su quel titolo. I piccoli investitori ("retail") sono di frequente abbacinati dal rendimento offerto da un bond e, confidando nella sicurezza delle obbligazioni, investono su di esso i loro risparmi. Ma è un errore spesso pagato caro.
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Spesso si sente dire fra gli "addetti ai lavori" che un bravo formatore deve essere in grado di insegnare qualsiasi cosa. In realtà questa affermazione paradossale vuole semplicemente mettere in guardia sul fatto che la conoscenza approfondita di un argomento non implica necessariamente la capacità di insegnarlo; così come, per converso, il possedere doti sviluppate di comunicatore non è sufficiente a trasmettere vera conoscenza se si è privi di una preparazione di base consolidata in un settore specifico. La capacità di comunicare e la conoscenza approfondita di un argomento, possedute separatamente, non sono sufficienti per essere un buon formatore se manca rispettivamente la capacità di insegnare e una solida preparazione di base in un settore specifico.
Spesso si sente dire fra gli "addetti ai lavori" che un bravo formatore deve essere in grado di insegnare qualsiasi cosa. In realtà questa affermazione paradossale vuole semplicemente mettere in guardia sul fatto che la conoscenza approfondita di un argomento non implica necessariamente la capacità di insegnarlo; così come, per converso, il possedere doti sviluppate di comunicatore non è sufficiente a trasmettere vera conoscenza se si è privi di una preparazione di base consolidata in un settore specifico. La capacità di comunicare e la conoscenza approfondita di un argomento, possedute separatamente, non sono sufficienti per essere un buon formatore se manca rispettivamente la capacità di insegnare e una solida preparazione di base in un settore specifico.
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Spicca a Torino, tra laboratori di letteratura araba con egiziane e italiane e un pluriennale rapporto con le associazioni cinesi, il MAO Museo d'Arte Orientale, diretto dall'antropologo Marco Biscione: "Oltre all'altissimo livello delle nostre sale, vogliamo dare un'esperienza diversa di Oriente come parte della nostra vita quotidiana. È un cambio di paradigma. I pionieri sono stati i musei etnografici come il Pigorini di Roma". "Oggi il MAO per noi è come una casa. È un rapporto trasparente, sincero, di aiuto reciproco e di dialogo", esclama soddisfatto Chen Ming, presidente dell'Associazione Nuova Generazione Italo-Cinese. Il MAO, Museo di Arte Orientale di Torino, diretto da Marco Biscione, non solo può contare su esposizioni e opere di grande qualità, ma anche su delle attività di tipo innovativo che puntano, nella cornice della percezione dell'Oriente in Italia, ad un nuovo modello di interazione con la cultura orientale e ad un confronto con le comunità immigrate, come quella cinese ed egiziana.
Spicca a Torino, tra laboratori di letteratura araba con egiziane e italiane e un pluriennale rapporto con le associazioni cinesi, il MAO Museo d'Arte Orientale, diretto dall'antropologo Marco Biscione: "Oltre all'altissimo livello delle nostre sale, vogliamo dare un'esperienza diversa di Oriente come parte della nostra vita quotidiana. È un cambio di paradigma. I pionieri sono stati i musei etnografici come il Pigorini di Roma". "Oggi il MAO per noi è come una casa. È un rapporto trasparente, sincero, di aiuto reciproco e di dialogo", esclama soddisfatto Chen Ming, presidente dell'Associazione Nuova Generazione Italo-Cinese. Il MAO, Museo di Arte Orientale di Torino, diretto da Marco Biscione, non solo può contare su esposizioni e opere di grande qualità, ma anche su delle attività di tipo innovativo che puntano, nella cornice della percezione dell'Oriente in Italia, ad un nuovo modello di interazione con la cultura orientale e ad un confronto con le comunità immigrate, come quella cinese ed egiziana.
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Stella Horan vive da dodici anni a Parrish, un grazioso sobborgo di San Diego. Ha l'aspetto di una californiana tipica: porta camicie stampate a colori vivaci e occhiali da sole color ambra; ha i capelli biondi striati di scuro; guida una lucida Volkswagen marrone con una decalcomania di Smile sul tappo della benzina e una bandierina ecologica verde appesa sul lunotto posteriore. Suo marito è funzionario nella filiale di Parrish della Bank of America; suo figlio e sua figlia sono i classici ragazzini californiani, permanentemente abbronzati. Stella Horan vive a Parrish, un sobborgo di San Diego, nella cui filiale della Bank of America lavora il marito. I suoi figli, da classici ragazzini californiani, sono sempre abbronzati. Anche lei appare come una tipica Californiana: ha camicie di colori vivaci, occhiali da sole, capelli biondi con striature scure, una lucida Volkswagen con una bandierina ecologica sul lunotto.
Stella Horan vive da dodici anni a Parrish, un grazioso sobborgo di San Diego. Ha l'aspetto di una californiana tipica: porta camicie stampate a colori vivaci e occhiali da sole color ambra; ha i capelli biondi striati di scuro; guida una lucida Volkswagen marrone con una decalcomania di Smile sul tappo della benzina e una bandierina ecologica verde appesa sul lunotto posteriore. Suo marito è funzionario nella filiale di Parrish della Bank of America; suo figlio e sua figlia sono i classici ragazzini californiani, permanentemente abbronzati. Stella Horan vive a Parrish, un sobborgo di San Diego, nella cui filiale della Bank of America lavora il marito. I suoi figli, da classici ragazzini californiani, sono sempre abbronzati. Anche lei appare come una tipica Californiana: ha camicie di colori vivaci, occhiali da sole, capelli biondi con striature scure, una lucida Volkswagen con una bandierina ecologica sul lunotto.
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Su Puccini, musicista fra i più popolari e rappresentati, è stato scritto tanto. Tantissimo, troppo. Si è osannato l'artista, sezionato, analizzato e talvolta condannato l'uomo, come mai è stato fatto per altri musicisti. E uomo, prima di tutto e sempre, con le sue miserie e le sue grandezze, fu Puccini. Uomo di ieri come del nostro tempo ("nevrotico borghese" lo definì Moravia sul "Corriere" nel 1976), fragile, insicuro, moderno, anche per quelle sue passioni, forti, vitali: la velocità, l'amore, le armi, i soldi, il successo. Puccini è stato sempre prima di tutto uomo, con le sue debolezze e i suoi pregi. Su di lui si è scritto molto, anche troppo: osannato come artista, a volte condannato come uomo. Uomo del suo tempo ma anche del nostro: fragile, insicuro, appassionato, amante della velocità, dell'amore, del successo.
Su Puccini, musicista fra i più popolari e rappresentati, è stato scritto tanto. Tantissimo, troppo. Si è osannato l'artista, sezionato, analizzato e talvolta condannato l'uomo, come mai è stato fatto per altri musicisti. E uomo, prima di tutto e sempre, con le sue miserie e le sue grandezze, fu Puccini. Uomo di ieri come del nostro tempo ("nevrotico borghese" lo definì Moravia sul "Corriere" nel 1976), fragile, insicuro, moderno, anche per quelle sue passioni, forti, vitali: la velocità, l'amore, le armi, i soldi, il successo. Puccini è stato sempre prima di tutto uomo, con le sue debolezze e i suoi pregi. Su di lui si è scritto molto, anche troppo: osannato come artista, a volte condannato come uomo. Uomo del suo tempo ma anche del nostro: fragile, insicuro, appassionato, amante della velocità, dell'amore, del successo.
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Sul versante dei pagamenti il Governo propone un'estensione del ricorso a strumenti tracciabili rendendo obbligatori per le pubbliche amministrazioni, per gli enti erogatori di servizi pubblici, per imprese e professionisti l'adozione di procedure che consentano all'utenza di regolare le singole transazioni, almeno con la carta di debito. Sotto questo profilo la prima misura messa in campo dal Governo è prevista nel d.l. 158/2012 ("Decreto Sanità") con cui si impone che il pagamento di prestazioni sanitarie di qualsiasi importo a enti o aziende del sevizio sanitario debba essere fatto con mezzi di pagamento tracciabili. Il "Decreto Sanità" del 2012, che impone modalità di pagamento elettronico per tutte le prestazioni sanitarie, rientra in un più ampio progetto governativo di estensione dell'uso di strumenti di pagamento tracciabile per regolare le transazioni tra utenti e fornitori di servizi pubblici o privati.
Sul versante dei pagamenti il Governo propone un'estensione del ricorso a strumenti tracciabili rendendo obbligatori per le pubbliche amministrazioni, per gli enti erogatori di servizi pubblici, per imprese e professionisti l'adozione di procedure che consentano all'utenza di regolare le singole transazioni, almeno con la carta di debito. Sotto questo profilo la prima misura messa in campo dal Governo è prevista nel d.l. 158/2012 ("Decreto Sanità") con cui si impone che il pagamento di prestazioni sanitarie di qualsiasi importo a enti o aziende del sevizio sanitario debba essere fatto con mezzi di pagamento tracciabili. Il "Decreto Sanità" del 2012, che impone modalità di pagamento elettronico per tutte le prestazioni sanitarie, rientra in un più ampio progetto governativo di estensione dell'uso di strumenti di pagamento tracciabile per regolare le transazioni tra utenti e fornitori di servizi pubblici o privati.
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Sulle piste da sci italiane il casco si è sempre più diffuso a partire dal 2003, quando venne reso obbligatorio per i minori di 14 anni. Da allora, sempre più adulti hanno deciso di indossarlo. Una dotazione che ha senza dubbio contribuito ad aumentare la sicurezza passiva (riducendo del 20% le lesioni gravi), ma che non ha determinato una diminuzione dei casi mortali. Verrebbe da pensare che l'utilizzo del casco (e delle protezioni in generale) regali quella sensazione di eccessiva sicurezza che induce comportamenti pericolosi. Ecco che troppo spesso ci si lancia a velocità eccessiva sulle piste affollate, oppure si affrontano tratti fuoripista disseminati di alberi, pietre e quant'altro, senza valutare correttamente i rischi che si corrono. Con l'obbligatorietà del casco sulle piste da sci per i minori di 14 anni, scattata nel 2003, sempre più adulti hanno cominciato a usare questo tipo di protezione. In questo modo si sono ridotti del 20% gli incidenti con conseguenze gravi, ma non le morti. Si pensa che ciò sia dovuto alla sensazione di sicurezza che porta a sottostimare la pericolosità di alcuni comportamenti rischiosi, come le discese ad alta velocità o l'affrontare fuoripista.
Sulle piste da sci italiane il casco si è sempre più diffuso a partire dal 2003, quando venne reso obbligatorio per i minori di 14 anni. Da allora, sempre più adulti hanno deciso di indossarlo. Una dotazione che ha senza dubbio contribuito ad aumentare la sicurezza passiva (riducendo del 20% le lesioni gravi), ma che non ha determinato una diminuzione dei casi mortali. Verrebbe da pensare che l'utilizzo del casco (e delle protezioni in generale) regali quella sensazione di eccessiva sicurezza che induce comportamenti pericolosi. Ecco che troppo spesso ci si lancia a velocità eccessiva sulle piste affollate, oppure si affrontano tratti fuoripista disseminati di alberi, pietre e quant'altro, senza valutare correttamente i rischi che si corrono. Con l'obbligatorietà del casco sulle piste da sci per i minori di 14 anni, scattata nel 2003, sempre più adulti hanno cominciato a usare questo tipo di protezione. In questo modo si sono ridotti del 20% gli incidenti con conseguenze gravi, ma non le morti. Si pensa che ciò sia dovuto alla sensazione di sicurezza che porta a sottostimare la pericolosità di alcuni comportamenti rischiosi, come le discese ad alta velocità o l'affrontare fuoripista.
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Superato l'ultimo checkpoint di Dahr El Baydar, la Bekaa libanese ti accoglie velata da un manto di nebbia. Luogo di passaggio per popolazioni nomadi fino all'inizio del Novecento, teatro di conflitto durante la lunga e sanguinosa guerra civile, oggi la regione è sede di ottime aziende vinicole e coltivazioni di frutta e verdura. In questa area vivono la maggior parte dei rifugiati siriani, più di 350 mila sui 990 mila totali nel piccolo Paese levantino. La Bekaa è una regione attraversata per lungo tempo da popolazioni nomadi, in seguito è stata colpita dalla guerra civile e al giorno d'oggi ha una fiorente economia agricola. Recentemente vi si sono insediati moltissimi rifugiati siriani, circa 350 mila.
Superato l'ultimo checkpoint di Dahr El Baydar, la Bekaa libanese ti accoglie velata da un manto di nebbia. Luogo di passaggio per popolazioni nomadi fino all'inizio del Novecento, teatro di conflitto durante la lunga e sanguinosa guerra civile, oggi la regione è sede di ottime aziende vinicole e coltivazioni di frutta e verdura. In questa area vivono la maggior parte dei rifugiati siriani, più di 350 mila sui 990 mila totali nel piccolo Paese levantino. La Bekaa è una regione attraversata per lungo tempo da popolazioni nomadi, in seguito è stata colpita dalla guerra civile e al giorno d'oggi ha una fiorente economia agricola. Recentemente vi si sono insediati moltissimi rifugiati siriani, circa 350 mila.
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Sussistono ottimi motivi per prendere sul serio i Buchi neri quale possibile fonte di energia, poiché il genere umano sta rapidamente esaurendo i suoi combustibili chimici sulla Terra. Anche non tenendo in considerazione l'enorme aumento demografico che comporta una domanda sempre crescente, l'uomo avrà esaurito la sua riserva di combustibile fossile in meno di un secolo. Il rapido esaurirsi delle riserve di combustibili chimici, previsto entro meno di un secolo, spinge a considerare la possibilità di guardare ai Buchi neri come a una nuova fonte di energia.
Sussistono ottimi motivi per prendere sul serio i Buchi neri quale possibile fonte di energia, poiché il genere umano sta rapidamente esaurendo i suoi combustibili chimici sulla Terra. Anche non tenendo in considerazione l'enorme aumento demografico che comporta una domanda sempre crescente, l'uomo avrà esaurito la sua riserva di combustibile fossile in meno di un secolo. Il rapido esaurirsi delle riserve di combustibili chimici, previsto entro meno di un secolo, spinge a considerare la possibilità di guardare ai Buchi neri come a una nuova fonte di energia.
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Tacito osserva che tra i Germani lo sposo portava una dote alla sposa, e non la sposa allo sposo, com'era l'usanza romana del tempo. Questa contro-dote o donazione alla sposa è un'usanza comune nei matrimoni altomedievali. La legge franca fa uso (travisandone però il significato) del termine "dos" per designare questa contro-dote. Tra i Germani, osserva Tacito, era lo sposo a portare una dote alla sposa, contrariamente all'usanza romana. Questa contro-dote è prassi comune nell'Alto Medioevo. La legge franca la chiama "dos", travisandone il significato.
Tacito osserva che tra i Germani lo sposo portava una dote alla sposa, e non la sposa allo sposo, com'era l'usanza romana del tempo. Questa contro-dote o donazione alla sposa è un'usanza comune nei matrimoni altomedievali. La legge franca fa uso (travisandone però il significato) del termine "dos" per designare questa contro-dote. Tra i Germani, osserva Tacito, era lo sposo a portare una dote alla sposa, contrariamente all'usanza romana. Questa contro-dote è prassi comune nell'Alto Medioevo. La legge franca la chiama "dos", travisandone il significato.
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Tanto innanzi si era spinta in que' secoli oscuri la civiltà etrusca, alla quale se non contrastavano più tardi Roma nascente da un lato, dall'altra le invasioni de' Galli, chi sa quale influenza avrebbero gli Etruschi esercitata sull'incivilmento europeo. La civiltà etrusca si era spinta talmente avanti, che avrebbe avuto chissà quale influenza sul processo di civilizzazione dell'Europa se non fosse stata contrastata dal sorgere di Roma da un lato e dalle invasioni galliche dall'altro.
Tanto innanzi si era spinta in que' secoli oscuri la civiltà etrusca, alla quale se non contrastavano più tardi Roma nascente da un lato, dall'altra le invasioni de' Galli, chi sa quale influenza avrebbero gli Etruschi esercitata sull'incivilmento europeo. La civiltà etrusca si era spinta talmente avanti, che avrebbe avuto chissà quale influenza sul processo di civilizzazione dell'Europa se non fosse stata contrastata dal sorgere di Roma da un lato e dalle invasioni galliche dall'altro.
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Temevo di vedere quel mostro, ma temevo ancor più che potesse vederlo Enrico. Dopo averlo pregato quindi di aspettare qualche minuto in fondo alle scale, mi precipitai verso la mia stanza. Prima che me ne rendessi conto, avevo già la mano sulla maniglia della porta. Allora mi arrestai, e un freddo brivido mi corse per le ossa. Aprii l'uscio violentemente, come fanno i bambini quando si immaginano che uno spettro li attenda dall'altra parte; ma nulla apparve. Temevo di vedere quel mostro, ma ancor di più avevo paura che Enrico lo vedesse, perciò lo pregai di aspettare in fondo alle scale e corsi d'impeto verso la mia stanza. Con la mano già sulla maniglia della porta mi fermai. Un brivido freddo mi percorse le ossa. Aprii l'uscio con violenza, come un bambino che immagina che dietro ci sia uno spettro che lo aspetta, ma non apparve nulla.
Temevo di vedere quel mostro, ma temevo ancor più che potesse vederlo Enrico. Dopo averlo pregato quindi di aspettare qualche minuto in fondo alle scale, mi precipitai verso la mia stanza. Prima che me ne rendessi conto, avevo già la mano sulla maniglia della porta. Allora mi arrestai, e un freddo brivido mi corse per le ossa. Aprii l'uscio violentemente, come fanno i bambini quando si immaginano che uno spettro li attenda dall'altra parte; ma nulla apparve. Temevo di vedere quel mostro, ma ancor di più avevo paura che Enrico lo vedesse, perciò lo pregai di aspettare in fondo alle scale e corsi d'impeto verso la mia stanza. Con la mano già sulla maniglia della porta mi fermai. Un brivido freddo mi percorse le ossa. Aprii l'uscio con violenza, come un bambino che immagina che dietro ci sia uno spettro che lo aspetta, ma non apparve nulla.
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Tenere il piede in due scarpe? Meglio evitare. Un paio di calzature importate dall'estero su due proviene dalla Cina e contiene sostanze nocive per la salute. È quanto emerge da un'indagine condotta dal sistema d'informazione rapida Rapex, che ha lanciato l'allarme: nei negozi delle chinatown diffuse in molte città d'Italia la vendita di scarpe è alle stelle, grazie ai prezzi bassissimi che ammazzano la concorrenza nostrana, ma che procurano danni ai nostri piedi. La metà delle calzature d'importazione in Italia è made in PRC, secondo un'indagine a cura di "Rapex". I prezzi molto contenuti delle scarpe cinesi ne hanno fatto schizzare alle stelle le vendite nel nostro Paese, ma sembra che le scarpe made in China contengano sostanze dannose per la salute.
Tenere il piede in due scarpe? Meglio evitare. Un paio di calzature importate dall'estero su due proviene dalla Cina e contiene sostanze nocive per la salute. È quanto emerge da un'indagine condotta dal sistema d'informazione rapida Rapex, che ha lanciato l'allarme: nei negozi delle chinatown diffuse in molte città d'Italia la vendita di scarpe è alle stelle, grazie ai prezzi bassissimi che ammazzano la concorrenza nostrana, ma che procurano danni ai nostri piedi. La metà delle calzature d'importazione in Italia è made in PRC, secondo un'indagine a cura di "Rapex". I prezzi molto contenuti delle scarpe cinesi ne hanno fatto schizzare alle stelle le vendite nel nostro Paese, ma sembra che le scarpe made in China contengano sostanze dannose per la salute.
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Tensione a livelli di guardia tra le due Coree. Quella del Sud si prepara a svolgere tre giorni di esercitazioni militari nel Mar del Giappone: una chiara minaccia al governo del Nord. Le manovre in programma fino a venerdì - che arrivano dopo quelle appena concluse dei giorni scorsi - si terranno nelle acque a un centinaio di chilometri di distanza dal confine marittimo tra i due Paesi. Vi prenderanno parte sei navi ed elicotteri, ha reso noto un portavoce dell'esercito. La tensione fra Corea del Nord e Corea del Sud torna a crescere dopo l'annuncio che quest'ultima prevede tre giorni di esercitazioni militari nel Mar del Giappone, a soli cento chilometri dal confine fra i due Paesi, con il coinvolgimento di navi ed elicotteri.
Tensione a livelli di guardia tra le due Coree. Quella del Sud si prepara a svolgere tre giorni di esercitazioni militari nel Mar del Giappone: una chiara minaccia al governo del Nord. Le manovre in programma fino a venerdì - che arrivano dopo quelle appena concluse dei giorni scorsi - si terranno nelle acque a un centinaio di chilometri di distanza dal confine marittimo tra i due Paesi. Vi prenderanno parte sei navi ed elicotteri, ha reso noto un portavoce dell'esercito. La tensione fra Corea del Nord e Corea del Sud torna a crescere dopo l'annuncio che quest'ultima prevede tre giorni di esercitazioni militari nel Mar del Giappone, a soli cento chilometri dal confine fra i due Paesi, con il coinvolgimento di navi ed elicotteri.
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Teulié sosteneva l'adozione di un sistema coscrizionale ispirato a quello francese del 5 agosto 1798. Secondo il suo progetto dovevano divenire soggetti alla leva tutti i cittadini celibi dell'età tra i 18 e i 36 anni, tra i quali si sarebbero estratti pubblicamente a sorte 20.000 uomini, con esclusione dei figli unici, dei vedovi con prole e degli inabili fisicamente, e con la possibilità di rimpiazzo. Teulié auspicava un sistema di reclutamento simile a quello francese del 5 agosto 1798, in cui divenivano soggetti alla leva tutti i cittadini celibi tra 18 e 36 anni, tra i quali si sarebbero estratti pubblicamente a sorte 20.000 uomini, con l'esclusione di figli unici, vedovi con figli e disabili. Tale sistema prevedeva la possibilità di rimpiazzo.
Teulié sosteneva l'adozione di un sistema coscrizionale ispirato a quello francese del 5 agosto 1798. Secondo il suo progetto dovevano divenire soggetti alla leva tutti i cittadini celibi dell'età tra i 18 e i 36 anni, tra i quali si sarebbero estratti pubblicamente a sorte 20.000 uomini, con esclusione dei figli unici, dei vedovi con prole e degli inabili fisicamente, e con la possibilità di rimpiazzo. Teulié auspicava un sistema di reclutamento simile a quello francese del 5 agosto 1798, in cui divenivano soggetti alla leva tutti i cittadini celibi tra 18 e 36 anni, tra i quali si sarebbero estratti pubblicamente a sorte 20.000 uomini, con l'esclusione di figli unici, vedovi con figli e disabili. Tale sistema prevedeva la possibilità di rimpiazzo.
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Thomas Robert Malthus (1766-1834) pubblicava anonimo nel 1798 il suo "Saggio sulla popolazione", che ristampava nel 1803 in una seconda edizione accresciuta e modificata. Il suo punto di partenza è la considerazione del rapporto tra l'accrescimento della popolazione e l'accrescimento dei mezzi di sussistenza. Malthus osservò che la popolazione tende a crescere secondo una progressione geometrica (2-4- 8 ecc.) cioè raddoppiandosi ogni venticinque anni, mentre i mezzi di sussistenza tendono a crescere secondo una progressione aritmetica (1-2-3 ecc.). Lo squilibrio che così si determina tra popolazione e mezzi di sussistenza può essere, secondo Malthus, eliminato in due modi: in primo luogo attraverso la miseria e il vizio, che diminuiscono e falcidiano la popolazione; in secondo luogo attraverso il controllo preventivo delle nascite. Evidentemente il progresso della società umana consiste nel sostituire, quanto più è possibile, il controllo repressivo con il controllo preventivo: nell'impedire l'accrescersi eccessivo della popolazione mediante quello che egli chiama il "il ritegno morale", cioè "con l'astenersi dal matrimonio per motivi prudenziali e con una condotta strettamente morale durante il periodo di questa astinenza". Nel suo "Saggio sulla popolazione" del 1798 Malthus considera il rapporto tra la crescita della popolazione e quella dei mezzi di sussistenza, riscontrando che la popolazione cresce tendenzialmente secondo una progressione geometrica, mentre i mezzi di sussistenza secondo una aritmetica. Secondo Malthus lo squilibrio prodotto da questa differenza del ritmo di crescita può essere eliminato attraverso la miseria e il vizio, che diminuiscono la popolazione, oppure con il controllo preventivo delle nascite, attuabile attraverso l'astinenza dal matrimonio e una ferrea condotta morale per impedire l'accrescersi eccessivo della popolazione.
Thomas Robert Malthus (1766-1834) pubblicava anonimo nel 1798 il suo "Saggio sulla popolazione", che ristampava nel 1803 in una seconda edizione accresciuta e modificata. Il suo punto di partenza è la considerazione del rapporto tra l'accrescimento della popolazione e l'accrescimento dei mezzi di sussistenza. Malthus osservò che la popolazione tende a crescere secondo una progressione geometrica (2-4- 8 ecc.) cioè raddoppiandosi ogni venticinque anni, mentre i mezzi di sussistenza tendono a crescere secondo una progressione aritmetica (1-2-3 ecc.). Lo squilibrio che così si determina tra popolazione e mezzi di sussistenza può essere, secondo Malthus, eliminato in due modi: in primo luogo attraverso la miseria e il vizio, che diminuiscono e falcidiano la popolazione; in secondo luogo attraverso il controllo preventivo delle nascite. Evidentemente il progresso della società umana consiste nel sostituire, quanto più è possibile, il controllo repressivo con il controllo preventivo: nell'impedire l'accrescersi eccessivo della popolazione mediante quello che egli chiama il "il ritegno morale", cioè "con l'astenersi dal matrimonio per motivi prudenziali e con una condotta strettamente morale durante il periodo di questa astinenza". Nel suo "Saggio sulla popolazione" del 1798 Malthus considera il rapporto tra la crescita della popolazione e quella dei mezzi di sussistenza, riscontrando che la popolazione cresce tendenzialmente secondo una progressione geometrica, mentre i mezzi di sussistenza secondo una aritmetica. Secondo Malthus lo squilibrio prodotto da questa differenza del ritmo di crescita può essere eliminato attraverso la miseria e il vizio, che diminuiscono la popolazione, oppure con il controllo preventivo delle nascite, attuabile attraverso l'astinenza dal matrimonio e una ferrea condotta morale per impedire l'accrescersi eccessivo della popolazione.
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Tomizo Yamaguchi è l'attuale titolare e capo della famosa Suetomi, che dal 1893 produce pasticceria per la cerimonia del tè e altre occasioni importanti. Prendiamo i dolci a forma di fiore: per Yamaguchi devono avere tutti aspetto e sfumature lievemente diversi, e questo non perché i pasticcieri non siano in grado di riprodurre ogni volta la stessa forma, ma perché ogni pezzo viene lavorato apposta così. In natura esistono forse due fiori uguali? Il presupposto su cui si fonda l'industria moderna è invece che ogni prodotto deve uscire con caratteristiche il più possibile costanti. In campo automobilistico, per spostare l'esempio, le componenti elettroniche e meccaniche, sfornate a decine di migliaia, devono risultare perfettamente identiche per ottemperare alle regole dell'industria di precisione. L'industria moderna è un'industria di precisione: si basa sull'idea che ogni prodotto debba uscire con caratteristiche il più possibile costanti. Un esempio su tutti è quello delle automobili, costruite con componenti che vengono realizzate in grandi quantità esattamente identiche l'una all'altra. Non è questa, invece, la filosofia di Tomizo Yamaguchi, attuale titolare e capo della famosa Suetomi, azienda che dal 1893 produce pasticceria per occasioni importanti come la cerimonia del tè. Da lui vengono prodotti, ad esempio, dolci a forma di fiore appositamente tutti diversi l'uno dall'altro.
Tomizo Yamaguchi è l'attuale titolare e capo della famosa Suetomi, che dal 1893 produce pasticceria per la cerimonia del tè e altre occasioni importanti. Prendiamo i dolci a forma di fiore: per Yamaguchi devono avere tutti aspetto e sfumature lievemente diversi, e questo non perché i pasticcieri non siano in grado di riprodurre ogni volta la stessa forma, ma perché ogni pezzo viene lavorato apposta così. In natura esistono forse due fiori uguali? Il presupposto su cui si fonda l'industria moderna è invece che ogni prodotto deve uscire con caratteristiche il più possibile costanti. In campo automobilistico, per spostare l'esempio, le componenti elettroniche e meccaniche, sfornate a decine di migliaia, devono risultare perfettamente identiche per ottemperare alle regole dell'industria di precisione. L'industria moderna è un'industria di precisione: si basa sull'idea che ogni prodotto debba uscire con caratteristiche il più possibile costanti. Un esempio su tutti è quello delle automobili, costruite con componenti che vengono realizzate in grandi quantità esattamente identiche l'una all'altra. Non è questa, invece, la filosofia di Tomizo Yamaguchi, attuale titolare e capo della famosa Suetomi, azienda che dal 1893 produce pasticceria per occasioni importanti come la cerimonia del tè. Da lui vengono prodotti, ad esempio, dolci a forma di fiore appositamente tutti diversi l'uno dall'altro.
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Topolino (Mickey Mouse) è un personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati creato nel 1928 da Walt Disney e Ub Iwerks. Topolino è un topo antropomorfo che veste pantaloni rossi, una maglietta azzurra, grandi scarpe gialle e guanti bianchi. È uno dei cartoni animati più conosciuti al mondo ed è l'icona stessa della Walt Disney Company, il più grande conglomerato mediatico al mondo in termini di fatturato annuo. Il suo debutto avvenne il 18 novembre 1928 al Colony Theatre di New York, nel cortometraggio "Steamboat Willie" (anche se il primo cortometraggio in assoluto in cui compare Topolino è "L'aereo impazzito"). "Steamboat Willie" è un'opera vagamente ispirata a "Io...e il ciclone" del grande Buster Keaton, attore del film muto allora assai in auge. Il cartone, proiettato insieme al film "Gang War", colpì gli spettatori più di quest'ultimo, a causa della presenza del sonoro. Topolino (Mickey Mouse) è un topo antropomorfo, personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati creato nel 1928 da Walt Disney. È uno dei cartoni animati più conosciuti al mondo e il suo debutto avvenne il 18 novembre 1928 al Colony Theatre di New York, nel cortometraggio "Steamboat Willie" (anche se il primo cortometraggio prodotto in cui compare Topolino è "L'aereo impazzito"), un'opera vagamente ispirata a "Io...e il ciclone" di Buster Keaton, attore allora assai noto. Tale cartone colpì gli spettatori a causa della presenza del sonoro.
Topolino (Mickey Mouse) è un personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati creato nel 1928 da Walt Disney e Ub Iwerks. Topolino è un topo antropomorfo che veste pantaloni rossi, una maglietta azzurra, grandi scarpe gialle e guanti bianchi. È uno dei cartoni animati più conosciuti al mondo ed è l'icona stessa della Walt Disney Company, il più grande conglomerato mediatico al mondo in termini di fatturato annuo. Il suo debutto avvenne il 18 novembre 1928 al Colony Theatre di New York, nel cortometraggio "Steamboat Willie" (anche se il primo cortometraggio in assoluto in cui compare Topolino è "L'aereo impazzito"). "Steamboat Willie" è un'opera vagamente ispirata a "Io...e il ciclone" del grande Buster Keaton, attore del film muto allora assai in auge. Il cartone, proiettato insieme al film "Gang War", colpì gli spettatori più di quest'ultimo, a causa della presenza del sonoro. Topolino (Mickey Mouse) è un topo antropomorfo, personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati creato nel 1928 da Walt Disney. È uno dei cartoni animati più conosciuti al mondo e il suo debutto avvenne il 18 novembre 1928 al Colony Theatre di New York, nel cortometraggio "Steamboat Willie" (anche se il primo cortometraggio prodotto in cui compare Topolino è "L'aereo impazzito"), un'opera vagamente ispirata a "Io...e il ciclone" di Buster Keaton, attore allora assai noto. Tale cartone colpì gli spettatori a causa della presenza del sonoro.
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Tornare a riconoscere il valore sociale del lavoro è la prima missione di una classe politica che sappia davvero interpretare la novità del XXI secolo, e ricostruirne il valore economico è il progetto più moderno del quale possa dotarsi. È già successo altre volte nella storia, in Italia sessant'anni fa, con il primo articolo della Costituzione repubblicana. E ogni volta che il lavoro è stato messo al centro, che sia stato da San Benedetto, da Calvino o dalle costituzioni, ne è sempre seguita una fase di progresso civile ed economico e di conquiste di libertà. Valorizzare il ruolo economico e sociale del lavoro è la sfida del XXI secolo che attende la classe politica. Quando ciò è stato fatto, ne è sempre seguita un'età di progresso economico e spirituale.
Tornare a riconoscere il valore sociale del lavoro è la prima missione di una classe politica che sappia davvero interpretare la novità del XXI secolo, e ricostruirne il valore economico è il progetto più moderno del quale possa dotarsi. È già successo altre volte nella storia, in Italia sessant'anni fa, con il primo articolo della Costituzione repubblicana. E ogni volta che il lavoro è stato messo al centro, che sia stato da San Benedetto, da Calvino o dalle costituzioni, ne è sempre seguita una fase di progresso civile ed economico e di conquiste di libertà. Valorizzare il ruolo economico e sociale del lavoro è la sfida del XXI secolo che attende la classe politica. Quando ciò è stato fatto, ne è sempre seguita un'età di progresso economico e spirituale.
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Tra i pensatori radicali, un posto di primo piano spetta a Giuseppe Mazzini (1805-1872), che dedicò tutta la sua vita all'organizzazione di movimenti rivoluzionari in Italia e in Europa. Per Mazzini, a differenza dei moderati, la rivolta contro il dominio straniero e contro il potere assoluto doveva avere come obiettivo la libertà di tutto il popolo e di tutti i popoli. Il popolo assume così per la prima volta un'importanza particolare e diventa per Mazzini "il primo elemento delle rivoluzioni". Secondo Mazzini, le moltitudini oppresse dall'aristocrazia e immiserite dalle tasse sempre più pesanti volevano cambiare le loro condizioni di vita. I rivoluzionari, facendo una continua opera educativa e predicando l'uguaglianza, dovevano saper coinvolgere il popolo e fargli capire che la rivoluzione nazionale avrebbe potuto migliorare le sue condizioni di vita. Giuseppe Mazzini, che dedicò l'intera esistenza a organizzare i movimenti rivoluzionari in Italia e in Europa, fu uno dei più importanti pensatori radicali. Secondo Mazzini, l'obiettivo della lotta contro le dominazioni straniere e l'assolutismo doveva essere la libertà di tutti i popoli e di tutto il popolo, da lui considerato la base delle rivoluzioni. Il compito dei rivoluzionari era quello di coinvolgere il popolo, attraverso l'educazione e la predicazione dell'uguaglianza, e di fargli capire che la rivoluzione nazionale avrebbe cambiato in meglio le sue condizioni di vita.
Tra i pensatori radicali, un posto di primo piano spetta a Giuseppe Mazzini (1805-1872), che dedicò tutta la sua vita all'organizzazione di movimenti rivoluzionari in Italia e in Europa. Per Mazzini, a differenza dei moderati, la rivolta contro il dominio straniero e contro il potere assoluto doveva avere come obiettivo la libertà di tutto il popolo e di tutti i popoli. Il popolo assume così per la prima volta un'importanza particolare e diventa per Mazzini "il primo elemento delle rivoluzioni". Secondo Mazzini, le moltitudini oppresse dall'aristocrazia e immiserite dalle tasse sempre più pesanti volevano cambiare le loro condizioni di vita. I rivoluzionari, facendo una continua opera educativa e predicando l'uguaglianza, dovevano saper coinvolgere il popolo e fargli capire che la rivoluzione nazionale avrebbe potuto migliorare le sue condizioni di vita. Giuseppe Mazzini, che dedicò l'intera esistenza a organizzare i movimenti rivoluzionari in Italia e in Europa, fu uno dei più importanti pensatori radicali. Secondo Mazzini, l'obiettivo della lotta contro le dominazioni straniere e l'assolutismo doveva essere la libertà di tutti i popoli e di tutto il popolo, da lui considerato la base delle rivoluzioni. Il compito dei rivoluzionari era quello di coinvolgere il popolo, attraverso l'educazione e la predicazione dell'uguaglianza, e di fargli capire che la rivoluzione nazionale avrebbe cambiato in meglio le sue condizioni di vita.
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Tra i protagonisti dei cambiamenti delle strutture familiari e degli equilibri che si determinano al loro interno vi sono sicuramente le giovani donne, non solo per la scelta di posticipare l'uscita dalla famiglia, ma anche per il forte investimento in formazione e la crescente volontà di ingresso nel mercato del lavoro che le caratterizza negli anni recenti. Sicuramente le giovani donne sono, tra gli altri, protagoniste dei cambiamenti e dei nuovi equilibri delle strutture familiari per le seguenti ragioni: l'uscita posticipata dalla famiglia, l'investimento in formazione e negli ultimi anni la volontà di entrare nel mercato del lavoro.
Tra i protagonisti dei cambiamenti delle strutture familiari e degli equilibri che si determinano al loro interno vi sono sicuramente le giovani donne, non solo per la scelta di posticipare l'uscita dalla famiglia, ma anche per il forte investimento in formazione e la crescente volontà di ingresso nel mercato del lavoro che le caratterizza negli anni recenti. Sicuramente le giovani donne sono, tra gli altri, protagoniste dei cambiamenti e dei nuovi equilibri delle strutture familiari per le seguenti ragioni: l'uscita posticipata dalla famiglia, l'investimento in formazione e negli ultimi anni la volontà di entrare nel mercato del lavoro.
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Tra le altre qualità, era per il suo modo di lavorare veloce e preciso, controllando tutto, che Thian apprezzava Pastor. Eppure non aveva un debole per i giovani, e meno ancora per i figli di papà. Thian, nonostante non amasse i giovani e ancor meno i figli di papà, apprezzava Pastor, per il suo modo preciso e veloce di lavorare.
Tra le altre qualità, era per il suo modo di lavorare veloce e preciso, controllando tutto, che Thian apprezzava Pastor. Eppure non aveva un debole per i giovani, e meno ancora per i figli di papà. Thian, nonostante non amasse i giovani e ancor meno i figli di papà, apprezzava Pastor, per il suo modo preciso e veloce di lavorare.
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Tra le lobby storiche c'è l'AMA, che nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale è riuscita a impedire che venisse istituita qualsiasi forma di assistenza pubblica. Grazie alla sua forza economica, con l'appoggio del Partito Repubblicano e di altre lobby di industriali e di assicurazioni private, l'AMA ha condotto campagne per convincere la maggioranza degli americani che l'assistenza sanitaria pubblica avrebbe portato al socialismo, come in Europa. L'AMA è una lobby storica che, con l'appoggio del Partito Repubblicano e di altre lobby, industriali e assicurative, dopo la seconda guerra mondiale ha impedito l'istituzione di una qualsiasi forma di assistenza sanitaria pubblica, convincendo gli americani che questa avrebbe portato al socialismo.
Tra le lobby storiche c'è l'AMA, che nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale è riuscita a impedire che venisse istituita qualsiasi forma di assistenza pubblica. Grazie alla sua forza economica, con l'appoggio del Partito Repubblicano e di altre lobby di industriali e di assicurazioni private, l'AMA ha condotto campagne per convincere la maggioranza degli americani che l'assistenza sanitaria pubblica avrebbe portato al socialismo, come in Europa. L'AMA è una lobby storica che, con l'appoggio del Partito Repubblicano e di altre lobby, industriali e assicurative, dopo la seconda guerra mondiale ha impedito l'istituzione di una qualsiasi forma di assistenza sanitaria pubblica, convincendo gli americani che questa avrebbe portato al socialismo.
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Tra le persone che studiano queste cose, c'è un ampio consenso sul fatto che nelle società in cui vige una maggiore parità tra i sessi tutti sono più felici e più sani: non solo le donne, come si può facilmente immaginare, ma anche gli uomini. È stato inoltre scoperto che nelle società più paritarie sia le donne sia gli uomini dormono anche meglio. Per quanto riguarda i genitori, questo è dovuto al fatto di poter condividere il peso di alzarsi in piena notte per calmare un bambino che piange, o di aspettare fino a mezzanotte che un adolescente torni a casa. Non solo, come è noto tra gli studiosi dell'argomento, nelle società in cui c'è una maggiore parità tra i sessi sia le donne che gli uomini sono più felici e più sani, ma dormono anche meglio. Nel caso di coppie con figli, questo avviene perché mamma e papà possono spartire equamente gli impegni familiari notturni.
Tra le persone che studiano queste cose, c'è un ampio consenso sul fatto che nelle società in cui vige una maggiore parità tra i sessi tutti sono più felici e più sani: non solo le donne, come si può facilmente immaginare, ma anche gli uomini. È stato inoltre scoperto che nelle società più paritarie sia le donne sia gli uomini dormono anche meglio. Per quanto riguarda i genitori, questo è dovuto al fatto di poter condividere il peso di alzarsi in piena notte per calmare un bambino che piange, o di aspettare fino a mezzanotte che un adolescente torni a casa. Non solo, come è noto tra gli studiosi dell'argomento, nelle società in cui c'è una maggiore parità tra i sessi sia le donne che gli uomini sono più felici e più sani, ma dormono anche meglio. Nel caso di coppie con figli, questo avviene perché mamma e papà possono spartire equamente gli impegni familiari notturni.
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Tre fattori contribuiscono a farci vedere il mondo colorato: una sorgente a luce bianca, come il sole o le lampade al tungsteno; materiali che riflettono alcune lunghezze d'onda e ne assorbono altre, ragion per cui appaiono così colorati; infine, la capacità dell'occhio umano di percepire alcune bande di lunghezza d'onda, come colori particolari. Possiamo vedere i colori grazie a tre fattori: la luce bianca (per esempio il sole), i materiali che riflettono lunghezze d'onda diverse e appaiono quindi colorati, e la capacità dell'occhio di percepire alcune bande di lunghezze d'onda come colori.
Tre fattori contribuiscono a farci vedere il mondo colorato: una sorgente a luce bianca, come il sole o le lampade al tungsteno; materiali che riflettono alcune lunghezze d'onda e ne assorbono altre, ragion per cui appaiono così colorati; infine, la capacità dell'occhio umano di percepire alcune bande di lunghezza d'onda, come colori particolari. Possiamo vedere i colori grazie a tre fattori: la luce bianca (per esempio il sole), i materiali che riflettono lunghezze d'onda diverse e appaiono quindi colorati, e la capacità dell'occhio di percepire alcune bande di lunghezze d'onda come colori.
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Trenitalia ha aggiudicato a Hitachi Rail Italy un accordo quadro per la fornitura di 135 nuovi treni regionali a trazione diesel-elettrica attraverso una gara europea per un importo a base d'asta di 1,6 miliardi di euro. I nuovi treni - che entreranno in esercizio a partire dal 2021 - saranno costruiti negli stabilimenti italiani dove sono già in produzione i nuovi treni Rock (il costruttore è sempre Hitachi) ad alta capacità di trasporto, con ricadute positive sul piano dell'occupazione. Il nuovo accordo quadro si aggiunge agli investimenti già attivati da Trenitalia per la fornitura dei nuovi 500 treni del trasporto regionale Rock e Pop (in quest'ultimo caso il costruttore è Alstom), già in produzione, per i quali è previsto un investimento economico complessivo di 4,3 miliardi di euro, che inizieranno a circolare già dalla primavera del 2019. Nella cornice di una gara europea, Trenitalia ha assegnato ad Hitachi, già impegnata nella costruzione di nuovi treni Rock, la commessa di 135 nuovi treni regionali a trazione diesel-elettrica. Oltre a questi, 500 sono i treni regionali già in produzione per conto di Hitachi e Alstom (Rock e Pop), che circoleranno dal 2019, mentre quelli diesel- elettrici dal 2021. Buono l'impatto sull'occupazione italiana.
Trenitalia ha aggiudicato a Hitachi Rail Italy un accordo quadro per la fornitura di 135 nuovi treni regionali a trazione diesel-elettrica attraverso una gara europea per un importo a base d'asta di 1,6 miliardi di euro. I nuovi treni - che entreranno in esercizio a partire dal 2021 - saranno costruiti negli stabilimenti italiani dove sono già in produzione i nuovi treni Rock (il costruttore è sempre Hitachi) ad alta capacità di trasporto, con ricadute positive sul piano dell'occupazione. Il nuovo accordo quadro si aggiunge agli investimenti già attivati da Trenitalia per la fornitura dei nuovi 500 treni del trasporto regionale Rock e Pop (in quest'ultimo caso il costruttore è Alstom), già in produzione, per i quali è previsto un investimento economico complessivo di 4,3 miliardi di euro, che inizieranno a circolare già dalla primavera del 2019. Nella cornice di una gara europea, Trenitalia ha assegnato ad Hitachi, già impegnata nella costruzione di nuovi treni Rock, la commessa di 135 nuovi treni regionali a trazione diesel-elettrica. Oltre a questi, 500 sono i treni regionali già in produzione per conto di Hitachi e Alstom (Rock e Pop), che circoleranno dal 2019, mentre quelli diesel- elettrici dal 2021. Buono l'impatto sull'occupazione italiana.
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Trovarsi in macchina sul lago di Garda con qualcuno che non ci è nato può essere spiazzante. Perché se il gardesano doc resta una sfinge di fronte al susseguirsi di insegne e cartelli scritti in tedesco, l'altro potrebbe lecitamente farsi venire qualche dubbio. Il gardesano no, perché sa che i tedeschi, sul suo lago, sono a casa: ci sono e sono tanti e d'estate molti di più. I tedeschi sul lago di Garda sono talmente presenti, soprattutto d'estate, che le insegne e i cartelli sulla strada sono scritti nella loro lingua. I gardesani ci sono abituati e non ci fanno caso, ma per qualcuno che viene da fuori può sembrare strano.
Trovarsi in macchina sul lago di Garda con qualcuno che non ci è nato può essere spiazzante. Perché se il gardesano doc resta una sfinge di fronte al susseguirsi di insegne e cartelli scritti in tedesco, l'altro potrebbe lecitamente farsi venire qualche dubbio. Il gardesano no, perché sa che i tedeschi, sul suo lago, sono a casa: ci sono e sono tanti e d'estate molti di più. I tedeschi sul lago di Garda sono talmente presenti, soprattutto d'estate, che le insegne e i cartelli sulla strada sono scritti nella loro lingua. I gardesani ci sono abituati e non ci fanno caso, ma per qualcuno che viene da fuori può sembrare strano.
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Tutta la speculazione indiana è volta alla ricerca di una via di salvezza dalla realtà esistenziale, concepita come dolorosa, che condanna l'individuo a vivere un perpetuo ciclo costituito da nascita, vita, morte, successiva rinascita, esistenza, e così via, in una successione senza fine, in cui rimane solo lo spazio per una pena infinita e un greve dolore. Nel pensiero indiano è costantemente presente l'aspirazione alla liberazione, all'affrancamento da questo perverso ciclo, chiamato "samsara". La filosofia indiana si basa sull'idea di un continuo, infinito ciclo di nascita, vita, morte, rinascita e così via ("samsara"), cui l'essere umano è dolorosamente condannato. La ricerca è quella di una via di liberazione da questa realtà esistenziale.
Tutta la speculazione indiana è volta alla ricerca di una via di salvezza dalla realtà esistenziale, concepita come dolorosa, che condanna l'individuo a vivere un perpetuo ciclo costituito da nascita, vita, morte, successiva rinascita, esistenza, e così via, in una successione senza fine, in cui rimane solo lo spazio per una pena infinita e un greve dolore. Nel pensiero indiano è costantemente presente l'aspirazione alla liberazione, all'affrancamento da questo perverso ciclo, chiamato "samsara". La filosofia indiana si basa sull'idea di un continuo, infinito ciclo di nascita, vita, morte, rinascita e così via ("samsara"), cui l'essere umano è dolorosamente condannato. La ricerca è quella di una via di liberazione da questa realtà esistenziale.
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Tutti i Paesi europei, anche quelli schierati a fianco degli Stati Uniti, erano usciti in qualche modo sconfitti dalla Seconda guerra mondiale: la Germania era un cumulo di rovine; Francia e Gran Bretagna stavano per perdere i rispettivi imperi coloniali; l'Italia si lasciava alle spalle un ventennio di dittatura che l'aveva allontanata dalle potenze democratiche dell'Occidente. Quando fu chiaro che la guerra fredda avrebbe diviso in due il continente, gli inglesi ritennero che non si potesse ripetere l'errore commesso nel 1919 a Versailles; che, in altre parole, i vinti non dovessero essere emarginati e puniti. Era più importante, per Churchill, lottare compatti contro il comunismo piuttosto che preoccuparsi di un'eventuale rinascita della potenza tedesca. Anche gli americani incoraggiarono la collaborazione fra i Paesi dell'Europa occidentale: gli aiuti del piano Marshall confermarono la volontà statunitense di contribuire alla ricostruzione di tutti gli Stati posti al di fuori del controllo sovietico, indipendentemente dal fatto che avessero combattuto o meno a fianco degli Alleati. Alla fine della seconda guerra mondiale tutti i Paesi europei, anche quelli che si erano alleati con gli Stati Uniti, risultarono sconfitti, ciascuno a modo suo. Nel momento in cui apparve chiaro che la guerra fredda avrebbe diviso il continente in due, gli inglesi si guardarono bene dal commettere l'errore di emarginare e punire i vinti, come era successo nel 1919 a Versailles: la cosa più importante era lottare tutti uniti contro il comunismo. Anche gli americani incoraggiarono la collaborazione tra gli Stati dell'Europa occidentale attraverso il piano Marshall, che fornì aiuti per la ricostruzione a tutti i Paesi non controllati dai sovietici.
Tutti i Paesi europei, anche quelli schierati a fianco degli Stati Uniti, erano usciti in qualche modo sconfitti dalla Seconda guerra mondiale: la Germania era un cumulo di rovine; Francia e Gran Bretagna stavano per perdere i rispettivi imperi coloniali; l'Italia si lasciava alle spalle un ventennio di dittatura che l'aveva allontanata dalle potenze democratiche dell'Occidente. Quando fu chiaro che la guerra fredda avrebbe diviso in due il continente, gli inglesi ritennero che non si potesse ripetere l'errore commesso nel 1919 a Versailles; che, in altre parole, i vinti non dovessero essere emarginati e puniti. Era più importante, per Churchill, lottare compatti contro il comunismo piuttosto che preoccuparsi di un'eventuale rinascita della potenza tedesca. Anche gli americani incoraggiarono la collaborazione fra i Paesi dell'Europa occidentale: gli aiuti del piano Marshall confermarono la volontà statunitense di contribuire alla ricostruzione di tutti gli Stati posti al di fuori del controllo sovietico, indipendentemente dal fatto che avessero combattuto o meno a fianco degli Alleati. Alla fine della seconda guerra mondiale tutti i Paesi europei, anche quelli che si erano alleati con gli Stati Uniti, risultarono sconfitti, ciascuno a modo suo. Nel momento in cui apparve chiaro che la guerra fredda avrebbe diviso il continente in due, gli inglesi si guardarono bene dal commettere l'errore di emarginare e punire i vinti, come era successo nel 1919 a Versailles: la cosa più importante era lottare tutti uniti contro il comunismo. Anche gli americani incoraggiarono la collaborazione tra gli Stati dell'Europa occidentale attraverso il piano Marshall, che fornì aiuti per la ricostruzione a tutti i Paesi non controllati dai sovietici.
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Tutto ciò che in questo romanzo è romanzesco lo è in quanto rievocazione del romanzo. Se io dessi corpo a ciò che qui è solo potenziale, e cioè inventassi la scrittura necessaria a fare di questa storia un oggetto, una macchina narrativa che funziona da sola nell'immaginazione del lettore, dovrei per forza accettare quella convenzionalità che è in fondo giuoco. Non è voglia più di giuocare (davvero, fino in fondo, cioè applicandomi con la più totale serietà); e per questo mi sono accontentato di narrare come ho narrato. Ho scelto di scrivere il romanzo senza applicarmi seriamente, perché non voglio accettare la convenzione per cui, dando corpo a ciò che ho scritto, che è solo potenziale, questa storia diverrebbe oggetto, macchina narrativa che funziona da sola nell'immaginario del lettore.
Tutto ciò che in questo romanzo è romanzesco lo è in quanto rievocazione del romanzo. Se io dessi corpo a ciò che qui è solo potenziale, e cioè inventassi la scrittura necessaria a fare di questa storia un oggetto, una macchina narrativa che funziona da sola nell'immaginazione del lettore, dovrei per forza accettare quella convenzionalità che è in fondo giuoco. Non è voglia più di giuocare (davvero, fino in fondo, cioè applicandomi con la più totale serietà); e per questo mi sono accontentato di narrare come ho narrato. Ho scelto di scrivere il romanzo senza applicarmi seriamente, perché non voglio accettare la convenzione per cui, dando corpo a ciò che ho scritto, che è solo potenziale, questa storia diverrebbe oggetto, macchina narrativa che funziona da sola nell'immaginario del lettore.
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Ugo Foscolo nacque nel 1778 a Zante, una delle isole Ionie, da madre greca. Per tali origini egli si sentì profondamente legato alla civiltà classica e suo erede ideale. L'isola natìa rimase sempre nella sua memoria come simbolo di serenità, bellezza e fecondità e fu cantata più volte nella sua poesia. Alla morte del padre, la famiglia conobbe gravi difficoltà economiche e si trasferì a Venezia dove il poeta studiò e scrisse le sue prime opere diventando famoso. Entusiasta della Rivoluzione francese, prese posizioni libertarie per le quali dovette lasciare Venezia. Quando Napoleone venne in Italia si arruolò nelle truppe della Repubblica Cispadana e dedicò un'ode al generale. Ma quando questi cedette la repubblica veneta all'Austria il poeta subì un trauma che segnò profondamente la sua esistenza. Nato nel 1778 a Zante da madre greca, Foscolo si sentì legato alla civiltà classica e cantò spesso l'isola natìa. Trasferitosi a Venezia vi studiò e divenne famoso con le sue prime opere, ma dovette presto lasciare la città per aver preso posizioni libertarie ispirate dalla Rivoluzione francese. L'entusiasmo per Napoleone lo spinse a dedicargli una poesia e ad arruolarsi nelle truppe della Repubblica Cispadana, ma la delusione per la cessione di Venezia all'Austria lo segnò profondamente.
Ugo Foscolo nacque nel 1778 a Zante, una delle isole Ionie, da madre greca. Per tali origini egli si sentì profondamente legato alla civiltà classica e suo erede ideale. L'isola natìa rimase sempre nella sua memoria come simbolo di serenità, bellezza e fecondità e fu cantata più volte nella sua poesia. Alla morte del padre, la famiglia conobbe gravi difficoltà economiche e si trasferì a Venezia dove il poeta studiò e scrisse le sue prime opere diventando famoso. Entusiasta della Rivoluzione francese, prese posizioni libertarie per le quali dovette lasciare Venezia. Quando Napoleone venne in Italia si arruolò nelle truppe della Repubblica Cispadana e dedicò un'ode al generale. Ma quando questi cedette la repubblica veneta all'Austria il poeta subì un trauma che segnò profondamente la sua esistenza. Nato nel 1778 a Zante da madre greca, Foscolo si sentì legato alla civiltà classica e cantò spesso l'isola natìa. Trasferitosi a Venezia vi studiò e divenne famoso con le sue prime opere, ma dovette presto lasciare la città per aver preso posizioni libertarie ispirate dalla Rivoluzione francese. L'entusiasmo per Napoleone lo spinse a dedicargli una poesia e ad arruolarsi nelle truppe della Repubblica Cispadana, ma la delusione per la cessione di Venezia all'Austria lo segnò profondamente.
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Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (1883 - 1957), è stato un poeta e scrittore italiano. Umberto Saba nacque a Trieste il 9 marzo del 1883, figlio di un agente di commercio, appartenente a una nobile famiglia veneziana, e di un'ebrea triestina. Visse un'infanzia malinconica, tormentata dalla perdita della madre. Venne allevato per tre anni dalla balia slovena Gioseffa Gabrovich Schobar, detta "Peppa" che, avendo perso un figlio, riversò sul piccolo Umberto tutto il suo affetto che il bambino ricambiò, tanto da considerarla, come egli stesso scrisse, "madre di gioia". Sarà in suo onore, e in onore delle radici ebraiche materne, che il poeta sceglierà lo pseudonimo di Saba che in ebraico significa "nonno" o, più in generale, "anziano". Umberto Poli, in arte Umberto Saba, nacque a Trieste nel 1883. La sua infanzia fu triste e tormentata dalla perdita della madre. Venne, però, allevato per tre anni dalla balia slovena, che lo accudì come un figlio. Il suo pseudonimo è stato da lui scelto in onore delle due donne.
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (1883 - 1957), è stato un poeta e scrittore italiano. Umberto Saba nacque a Trieste il 9 marzo del 1883, figlio di un agente di commercio, appartenente a una nobile famiglia veneziana, e di un'ebrea triestina. Visse un'infanzia malinconica, tormentata dalla perdita della madre. Venne allevato per tre anni dalla balia slovena Gioseffa Gabrovich Schobar, detta "Peppa" che, avendo perso un figlio, riversò sul piccolo Umberto tutto il suo affetto che il bambino ricambiò, tanto da considerarla, come egli stesso scrisse, "madre di gioia". Sarà in suo onore, e in onore delle radici ebraiche materne, che il poeta sceglierà lo pseudonimo di Saba che in ebraico significa "nonno" o, più in generale, "anziano". Umberto Poli, in arte Umberto Saba, nacque a Trieste nel 1883. La sua infanzia fu triste e tormentata dalla perdita della madre. Venne, però, allevato per tre anni dalla balia slovena, che lo accudì come un figlio. Il suo pseudonimo è stato da lui scelto in onore delle due donne.
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Un "duomo sottomarino" che emette gas nel Golfo di Napoli, a metà strada tra i vulcani attivi dei Campi Flegrei e il Vesuvio. La scoperta durante una campagna oceanografica coordinata da Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e Università di Firenze e pubblicata sulla rivista Scientific Reports. Il 'rigonfiamento' potrebbe precedere, dicono gli scienziati, la formazione di vulcani ma al momento non rappresenta alcun pericolo, pur trovandosi ad appena cinque chilometri dal porto e a 2,5 dall'area di Posillipo. Nel Golfo di Napoli, a pochi chilometri dal porto e dall'area di Posillipo, è stato rinvenuto un rigonfiamento che potrebbe preludere alla formazione di vulcani ma, poiché al momento si riscontra solamente una risalita di gas, il fenomeno non rappresenta secondo gli scienziati alcun pericolo.
Un "duomo sottomarino" che emette gas nel Golfo di Napoli, a metà strada tra i vulcani attivi dei Campi Flegrei e il Vesuvio. La scoperta durante una campagna oceanografica coordinata da Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e Università di Firenze e pubblicata sulla rivista Scientific Reports. Il 'rigonfiamento' potrebbe precedere, dicono gli scienziati, la formazione di vulcani ma al momento non rappresenta alcun pericolo, pur trovandosi ad appena cinque chilometri dal porto e a 2,5 dall'area di Posillipo. Nel Golfo di Napoli, a pochi chilometri dal porto e dall'area di Posillipo, è stato rinvenuto un rigonfiamento che potrebbe preludere alla formazione di vulcani ma, poiché al momento si riscontra solamente una risalita di gas, il fenomeno non rappresenta secondo gli scienziati alcun pericolo.
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Un "ransomware" è un "malware" in grado di bloccare un computer e tenere in ostaggio i dati fino a quando l'utente non paga un riscatto ai cracker produttori del virus. E dai dati diffusi dalle varie compagnie di sicurezza informatica, si può dire con ragionevole certezza che i "ransomware" stiano diventando un vero e proprio business sporco. Secondo Neuman, docente di sicurezza informatica alla University of Southern California, quello dei "ransomware" è il nuovo modo che utilizzano gli hacker per monetizzare i loro attacchi, aggiungendo che la maggior parte di questi "malware" sono destinati a macchine Windows, perché è l'architettura dominante. Sono soprattutto le macchine che utilizzano il sistema operativo Windows a essere colpite dal "ransomware", un "malware" utilizzato dagli hacker per monetizzare i propri attacchi e capace di bloccare il computer tenendo in ostaggio i dati fino a quando l'utente non paga un riscatto ai cracker produttori del virus.
Un "ransomware" è un "malware" in grado di bloccare un computer e tenere in ostaggio i dati fino a quando l'utente non paga un riscatto ai cracker produttori del virus. E dai dati diffusi dalle varie compagnie di sicurezza informatica, si può dire con ragionevole certezza che i "ransomware" stiano diventando un vero e proprio business sporco. Secondo Neuman, docente di sicurezza informatica alla University of Southern California, quello dei "ransomware" è il nuovo modo che utilizzano gli hacker per monetizzare i loro attacchi, aggiungendo che la maggior parte di questi "malware" sono destinati a macchine Windows, perché è l'architettura dominante. Sono soprattutto le macchine che utilizzano il sistema operativo Windows a essere colpite dal "ransomware", un "malware" utilizzato dagli hacker per monetizzare i propri attacchi e capace di bloccare il computer tenendo in ostaggio i dati fino a quando l'utente non paga un riscatto ai cracker produttori del virus.
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Un cane in cui scorra prevalentemente sangue di lupo, nonostante la sua incommensurabile fedeltà e il suo attaccamento, non è mai del tutto sottomesso. Se lo abbandonate muore, ma voi potete crepare senza ottenere da lui una reale ubbidienza; io perlomeno non vi sono mai riuscito, forse vi potrà riuscire un allevatore migliore. Un cane in cui scorra in prevalenza sangue di lupo, anche se fedele e affezionato, non sarà mai del tutto sottomesso: potrebbe morire se lo abbandonate, ma per quanto possiate fare non otterrete mai da lui una reale ubbidienza.
Un cane in cui scorra prevalentemente sangue di lupo, nonostante la sua incommensurabile fedeltà e il suo attaccamento, non è mai del tutto sottomesso. Se lo abbandonate muore, ma voi potete crepare senza ottenere da lui una reale ubbidienza; io perlomeno non vi sono mai riuscito, forse vi potrà riuscire un allevatore migliore. Un cane in cui scorra in prevalenza sangue di lupo, anche se fedele e affezionato, non sarà mai del tutto sottomesso: potrebbe morire se lo abbandonate, ma per quanto possiate fare non otterrete mai da lui una reale ubbidienza.
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Un complice quasi perfetto. Incensurato, insospettabile e scaltrissimo. Chi l'avrebbe mai detto che un gatto potesse diventare un criminale? Eppure è successo in Brasile. Quello che sembrava un innocuo felino era stato addestrato per aiutare i detenuti nella prigione di Alagoas, nel Nordest del Brasile, a evadere. Il gatto è stato colto in flagrante mentre trasportava cellulari, lime e strumenti per scavare gallerie, tutti attaccati al suo corpo. Per il felino si prospetta una condanna paradossale: verrà scarcerato dalla prigione. In una prigione nel Nordest del Brasile è stato scoperto un gatto che era stato addestrato per portare ai detenuti svariati oggetti che li potessero aiutare nei loro tentativi di evasione. Telefoni, lime e arnesi per scavare gallerie venivano attaccati al suo corpo. Ora, ironia della sorte, la condanna per il felino sarà nientemeno che la scarcerazione.
Un complice quasi perfetto. Incensurato, insospettabile e scaltrissimo. Chi l'avrebbe mai detto che un gatto potesse diventare un criminale? Eppure è successo in Brasile. Quello che sembrava un innocuo felino era stato addestrato per aiutare i detenuti nella prigione di Alagoas, nel Nordest del Brasile, a evadere. Il gatto è stato colto in flagrante mentre trasportava cellulari, lime e strumenti per scavare gallerie, tutti attaccati al suo corpo. Per il felino si prospetta una condanna paradossale: verrà scarcerato dalla prigione. In una prigione nel Nordest del Brasile è stato scoperto un gatto che era stato addestrato per portare ai detenuti svariati oggetti che li potessero aiutare nei loro tentativi di evasione. Telefoni, lime e arnesi per scavare gallerie venivano attaccati al suo corpo. Ora, ironia della sorte, la condanna per il felino sarà nientemeno che la scarcerazione.
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Un dispositivo ideato dagli ingegneri della University of Wisconsin-Madison (USA) raccoglie l'energia meccanica dei nostri passi e la trasforma in energia elettrica. Gli elettrodi saranno posizionati all'interno della suola delle scarpe e raccoglieranno 10 watt di energia a ogni passo, che potranno essere utilizzati per ricaricare mp3, cellulari, laptop. Lo studio pubblicato su Nature Communications promette una maggiore efficienza energetica rispetto a tutti i tentativi finora effettuati in questo campo. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, mp3, cellulari e laptop potranno essere ricaricati camminando, grazie a un dispositivo applicabile all'interno della suola delle scarpe, inventato dagli ingegneri della University of Wisconsin- Madison (USA), in grado di trasformare l'energia meccanica dei nostri passi in energia elettrica, in un rapporto pari a 10 watt per passo.
Un dispositivo ideato dagli ingegneri della University of Wisconsin-Madison (USA) raccoglie l'energia meccanica dei nostri passi e la trasforma in energia elettrica. Gli elettrodi saranno posizionati all'interno della suola delle scarpe e raccoglieranno 10 watt di energia a ogni passo, che potranno essere utilizzati per ricaricare mp3, cellulari, laptop. Lo studio pubblicato su Nature Communications promette una maggiore efficienza energetica rispetto a tutti i tentativi finora effettuati in questo campo. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, mp3, cellulari e laptop potranno essere ricaricati camminando, grazie a un dispositivo applicabile all'interno della suola delle scarpe, inventato dagli ingegneri della University of Wisconsin- Madison (USA), in grado di trasformare l'energia meccanica dei nostri passi in energia elettrica, in un rapporto pari a 10 watt per passo.
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Un esperimento di psicologia mostra una scimmia costretta a trovare cibo in scatole di un dato colore, mescolate ad altre di colori diversi. Si giunge a un momento in cui il numero degli errori diminuisce senza che la scimmia possegga ancora la piena soluzione del problema. Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare del cibo in scatole di un determinato colore, mescolate ad altre di diverso colore, incomincia ad attivare dinamiche di risoluzione del problema senza averne ancora piena consapevolezza.
Un esperimento di psicologia mostra una scimmia costretta a trovare cibo in scatole di un dato colore, mescolate ad altre di colori diversi. Si giunge a un momento in cui il numero degli errori diminuisce senza che la scimmia possegga ancora la piena soluzione del problema. Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare del cibo in scatole di un determinato colore, mescolate ad altre di diverso colore, incomincia ad attivare dinamiche di risoluzione del problema senza averne ancora piena consapevolezza.
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Un fenomeno interessante fra lingua e dialetti riguarda gli scrittori e la lingua della letteratura. Gli scrittori italiani si sono spesso trovati nella condizione di dover rappresentare realtà umane in cui non l'italiano letterario, ma il dialetto era la vera lingua della comunicazione reale. Gli scrittori italiani hanno spesso utilizzato il dialetto per rappresentare realtà umane nelle quali si usava il dialetto nella comunicazione reale.
Un fenomeno interessante fra lingua e dialetti riguarda gli scrittori e la lingua della letteratura. Gli scrittori italiani si sono spesso trovati nella condizione di dover rappresentare realtà umane in cui non l'italiano letterario, ma il dialetto era la vera lingua della comunicazione reale. Gli scrittori italiani hanno spesso utilizzato il dialetto per rappresentare realtà umane nelle quali si usava il dialetto nella comunicazione reale.
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Un gruppo di scienziati dell'università di Saint Louis ha dimostrato che ballare il tango può risultare molto utile per contrastare la perdita di equilibrio provocata dal morbo di Parkinson: dopo aver fatto partecipare un gruppo di malati a venti ore di lezioni di tango e un altro gruppo a sedute di ginnastica della stessa durata, hanno appurato infatti che tutti i pazienti avevano migliorato le proprie capacità motorie, ma per quanto riguarda l'equilibrio vero e proprio i ballerini avevano fatto più progressi rispetto ai ginnasti. Da uno studio riguardante gli individui affetti dal morbo di Parkinson è stato rilevato che il tango a differenza della ginnastica consente non solo un parziale recupero delle capacità motorie ma contrasta anche la perdita dell'equilibrio. Un gruppo di scienziati dell'università di Saint Louis, infatti, dopo aver selezionato due campioni di malati, ha sottoposto l'uno a venti ore di lezioni di tango e l'altro a lezioni di ginnastica della stessa durata: al termine delle sedute i pazienti che avevano seguito le lezioni di ballo mostravano maggiori progressi rispetto agli altri nell'equilibrio.
Un gruppo di scienziati dell'università di Saint Louis ha dimostrato che ballare il tango può risultare molto utile per contrastare la perdita di equilibrio provocata dal morbo di Parkinson: dopo aver fatto partecipare un gruppo di malati a venti ore di lezioni di tango e un altro gruppo a sedute di ginnastica della stessa durata, hanno appurato infatti che tutti i pazienti avevano migliorato le proprie capacità motorie, ma per quanto riguarda l'equilibrio vero e proprio i ballerini avevano fatto più progressi rispetto ai ginnasti. Da uno studio riguardante gli individui affetti dal morbo di Parkinson è stato rilevato che il tango a differenza della ginnastica consente non solo un parziale recupero delle capacità motorie ma contrasta anche la perdita dell'equilibrio. Un gruppo di scienziati dell'università di Saint Louis, infatti, dopo aver selezionato due campioni di malati, ha sottoposto l'uno a venti ore di lezioni di tango e l'altro a lezioni di ginnastica della stessa durata: al termine delle sedute i pazienti che avevano seguito le lezioni di ballo mostravano maggiori progressi rispetto agli altri nell'equilibrio.
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Un numero sempre maggiore di giovani, e in particolare coloro che provengono da una formazione di carattere umanistico, guardano all'editoria come a uno spazio lavorativo privilegiato. Gli editori, d'altra parte, non sono disposti a "formare" il personale che assumono, poiché ciò comporterebbe una perdita di tempo, e richiedono una soglia di ingresso elevata che consenta loro di gestire in modo flessibile la collocazione della persona all'interno del processo produttivo. Si vuole dunque personale qualificato, capace di orientarsi nel settore su più fronti con una certa autonomia decisionale. I giovani dotati di formazione umanistica considerano, nella ricerca del lavoro, l'editoria come uno sbocco adeguato. Tuttavia, gli editori non sono propensi a spendere tempo per formare personale del tutto inesperto e preferiscono lavoratori già qualificati, dotati di flessibilità di capacità decisionale.
Un numero sempre maggiore di giovani, e in particolare coloro che provengono da una formazione di carattere umanistico, guardano all'editoria come a uno spazio lavorativo privilegiato. Gli editori, d'altra parte, non sono disposti a "formare" il personale che assumono, poiché ciò comporterebbe una perdita di tempo, e richiedono una soglia di ingresso elevata che consenta loro di gestire in modo flessibile la collocazione della persona all'interno del processo produttivo. Si vuole dunque personale qualificato, capace di orientarsi nel settore su più fronti con una certa autonomia decisionale. I giovani dotati di formazione umanistica considerano, nella ricerca del lavoro, l'editoria come uno sbocco adeguato. Tuttavia, gli editori non sono propensi a spendere tempo per formare personale del tutto inesperto e preferiscono lavoratori già qualificati, dotati di flessibilità di capacità decisionale.
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Un organismo ibrido è prodotto da genitori di specie differenti. In natura possono esserci ibridi tra animali, ma molto più frequenti sono quelli tra le piante. Tali ibridi a volte sono in grado di adattarsi al luogo in cui crescono meglio delle piante dalle quali hanno avuto origine, tuttavia essi sono spesso sterili perché i cromosomi, non avendo omologhi, non possono appaiarsi durante la meiosi, procedimento necessario per la produzione di gameti funzionali. Organismi nati da genitori di specie diverse sono detti ibridi. Tali ibridi, che avvengono con più frequenza tra le piante che tra gli animali, si distinguono a volte per la loro capacità di adattamento, ma spesso non possono riprodursi.
Un organismo ibrido è prodotto da genitori di specie differenti. In natura possono esserci ibridi tra animali, ma molto più frequenti sono quelli tra le piante. Tali ibridi a volte sono in grado di adattarsi al luogo in cui crescono meglio delle piante dalle quali hanno avuto origine, tuttavia essi sono spesso sterili perché i cromosomi, non avendo omologhi, non possono appaiarsi durante la meiosi, procedimento necessario per la produzione di gameti funzionali. Organismi nati da genitori di specie diverse sono detti ibridi. Tali ibridi, che avvengono con più frequenza tra le piante che tra gli animali, si distinguono a volte per la loro capacità di adattamento, ma spesso non possono riprodursi.
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Un patto segreto tra i vertici di due colossi mondiali del farmaco, solo in apparenza concorrenti, per fare spendere centinaia di milioni in più al Servizio sanitario nazionale. In ballo la competizione tra due prodotti per la cura degli occhi: uno costa 1.400 euro, l'altro soltanto quindici e secondo i medici è comunque efficace. Ma - stando ai risultati di una lunga inchiesta dell'Autorità garante per la concorrenza - le industrie rivali si sono mosse insieme per spingere il farmaco più costoso e gettare pessima luce su quello low cost. Lo hanno fatto, come si evince da alcuni atti riservati, condividendo strategie di mercato, mettendo a punto veri e propri piani di disinformazione, "sabotando" studi scientifici indipendenti, pagando medici e opinion leader per imporre il medicinale più caro. Due colossi mondiali del farmaco si sono segretamente accordati per lucrare a spese del Servizio sanitario nazionale, spingendo un farmaco oftalmico che costa 1.400 euro e sabotandone uno, altrettanto efficace, che si può acquistare per soli 15 euro. Questo grazie a precise strategie di mercato, disinformazione, sabotaggio di studi scientifici indipendenti e corruzione di medici e opinion leader.
Un patto segreto tra i vertici di due colossi mondiali del farmaco, solo in apparenza concorrenti, per fare spendere centinaia di milioni in più al Servizio sanitario nazionale. In ballo la competizione tra due prodotti per la cura degli occhi: uno costa 1.400 euro, l'altro soltanto quindici e secondo i medici è comunque efficace. Ma - stando ai risultati di una lunga inchiesta dell'Autorità garante per la concorrenza - le industrie rivali si sono mosse insieme per spingere il farmaco più costoso e gettare pessima luce su quello low cost. Lo hanno fatto, come si evince da alcuni atti riservati, condividendo strategie di mercato, mettendo a punto veri e propri piani di disinformazione, "sabotando" studi scientifici indipendenti, pagando medici e opinion leader per imporre il medicinale più caro. Due colossi mondiali del farmaco si sono segretamente accordati per lucrare a spese del Servizio sanitario nazionale, spingendo un farmaco oftalmico che costa 1.400 euro e sabotandone uno, altrettanto efficace, che si può acquistare per soli 15 euro. Questo grazie a precise strategie di mercato, disinformazione, sabotaggio di studi scientifici indipendenti e corruzione di medici e opinion leader.
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Un piano per la ricostituzione del patrimonio olivicolo del Salento, flagellato dalla Xylella negli ultimi anni, mirato soprattutto a sostenere i piccoli produttori, è lo strumento al quale stanno lavorando alcuni europarlamentari italiani con l'obiettivo di un intervento immediato per eliminare le piante infette, fonte di inoculo del batterio, ed avviare il reimpianto con varietà tolleranti e resistenti alla Xylella. Il piano si basa su una nuova misura, costruita ad hoc, da inserire come variazione del Piano di sviluppo rurale nazionale (Psrn 2014-2020), e sarà finanziata dall'Unione Europea, dallo Stato italiano e dalle Regioni interessate ad arginare la Xylella. Quest'ultime contribuiranno "in proporzione alle superfici olivicole presenti nei loro territori". È in atto una nuova misura, come variazione al Psrn 2014-2020, per la ricostituzione del complesso olivicolo del Salento, flagellato da un batterio delle piante. Il piano è volto alla sostituzione delle piante infette con varietà resistenti al batterio, ed è in sostegno dei piccoli produttori, dato che sarà finanziato dall'Europa, dallo Stato e dalle Regioni in proporzione alle distese di ulivi presenti sul loro territorio.
Un piano per la ricostituzione del patrimonio olivicolo del Salento, flagellato dalla Xylella negli ultimi anni, mirato soprattutto a sostenere i piccoli produttori, è lo strumento al quale stanno lavorando alcuni europarlamentari italiani con l'obiettivo di un intervento immediato per eliminare le piante infette, fonte di inoculo del batterio, ed avviare il reimpianto con varietà tolleranti e resistenti alla Xylella. Il piano si basa su una nuova misura, costruita ad hoc, da inserire come variazione del Piano di sviluppo rurale nazionale (Psrn 2014-2020), e sarà finanziata dall'Unione Europea, dallo Stato italiano e dalle Regioni interessate ad arginare la Xylella. Quest'ultime contribuiranno "in proporzione alle superfici olivicole presenti nei loro territori". È in atto una nuova misura, come variazione al Psrn 2014-2020, per la ricostituzione del complesso olivicolo del Salento, flagellato da un batterio delle piante. Il piano è volto alla sostituzione delle piante infette con varietà resistenti al batterio, ed è in sostegno dei piccoli produttori, dato che sarà finanziato dall'Europa, dallo Stato e dalle Regioni in proporzione alle distese di ulivi presenti sul loro territorio.
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Un proverbio cinese consiglia: per avere qualche speranza di sconfiggere un nemico potente bisogna innanzitutto disorientarlo, isolarlo e quindi condurlo su un terreno favorevole. Nella cultura strategica della Cina antica, forza e debolezza sono considerate svincolate dalla natura dei combattenti e dipendenti dalla situazione in cui costoro si trovano. Non si è codardi o coraggiosi in sé e per sé, sono le circostanze nelle quali ci troviamo a renderci tali. Secondo il pensiero cinese, nessuno è forte o debole in sé. Lo si è in relazione alle circostanze. Per affrontare un nemico potente, pertanto, bisogna disorientarlo e portarlo su un terreno a sé favorevole.
Un proverbio cinese consiglia: per avere qualche speranza di sconfiggere un nemico potente bisogna innanzitutto disorientarlo, isolarlo e quindi condurlo su un terreno favorevole. Nella cultura strategica della Cina antica, forza e debolezza sono considerate svincolate dalla natura dei combattenti e dipendenti dalla situazione in cui costoro si trovano. Non si è codardi o coraggiosi in sé e per sé, sono le circostanze nelle quali ci troviamo a renderci tali. Secondo il pensiero cinese, nessuno è forte o debole in sé. Lo si è in relazione alle circostanze. Per affrontare un nemico potente, pertanto, bisogna disorientarlo e portarlo su un terreno a sé favorevole.
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Un romanzo autocosciente è quello che ostenta sistematicamente le proprie condizioni di artificio e così facendo scandaglia la problematica relazione tra verosimiglianza, artificio e realtà. Un romanzo pienamente autocosciente è quello in cui, dall'inizio alla fine, per mezzo dello stile, del punto di vista narrativo, dei nomi e delle parole imposte ai personaggi, del disegno della narrazione, della natura dei personaggi e di ciò che capita loro, vi è uno sforzo coerente di trasmettere l'impressione che il mondo narrativo è una costruzione dell'autore costituita su uno sfondo di tradizioni e convenzioni letterarie. Un romanzo autocosciente manifesta con sistematicità come il mondo narrativo sia una costruzione dell'autore; così facendo l'autore affronta nel suo romanzo la problematica relazione tra verosimiglianza, artificio e realtà.
Un romanzo autocosciente è quello che ostenta sistematicamente le proprie condizioni di artificio e così facendo scandaglia la problematica relazione tra verosimiglianza, artificio e realtà. Un romanzo pienamente autocosciente è quello in cui, dall'inizio alla fine, per mezzo dello stile, del punto di vista narrativo, dei nomi e delle parole imposte ai personaggi, del disegno della narrazione, della natura dei personaggi e di ciò che capita loro, vi è uno sforzo coerente di trasmettere l'impressione che il mondo narrativo è una costruzione dell'autore costituita su uno sfondo di tradizioni e convenzioni letterarie. Un romanzo autocosciente manifesta con sistematicità come il mondo narrativo sia una costruzione dell'autore; così facendo l'autore affronta nel suo romanzo la problematica relazione tra verosimiglianza, artificio e realtà.
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Un tempo gli Innu vivevano, nomadi, a Nitassinan. Poi arrivarono gli europei e un esploratore portoghese, Gaspar Corte-Real, che nel 1501 catturò molti nativi e li ridusse in schiavitù. Da allora Nitassinan si chiama Labrador, che vuol dire "Terra fonte di forza lavoro". I coloni continuarono ad affluire fino all'inizio del Novecento. Nel frattempo le compagnie minerarie avevano scoperto che il Labrador è ricco di materie prime e gli Innu, che per due millenni avevano vissuto come cacciatori nomadi, all'inizio degli anni Cinquanta furono costretti a diventare stanziali. Con l'arrivo dell'esploratore portoghese Gaspar Corte- Real nel 1501 e degli europei, la cui colonizzazione continuò fino all'inizio del XX secolo, e in seguito con la scoperta dell'abbondanza di materie prime nel Labrador, gli Innu sono stati prima ridotti in schiavitù e poi costretti a diventare stanziali.
Un tempo gli Innu vivevano, nomadi, a Nitassinan. Poi arrivarono gli europei e un esploratore portoghese, Gaspar Corte-Real, che nel 1501 catturò molti nativi e li ridusse in schiavitù. Da allora Nitassinan si chiama Labrador, che vuol dire "Terra fonte di forza lavoro". I coloni continuarono ad affluire fino all'inizio del Novecento. Nel frattempo le compagnie minerarie avevano scoperto che il Labrador è ricco di materie prime e gli Innu, che per due millenni avevano vissuto come cacciatori nomadi, all'inizio degli anni Cinquanta furono costretti a diventare stanziali. Con l'arrivo dell'esploratore portoghese Gaspar Corte- Real nel 1501 e degli europei, la cui colonizzazione continuò fino all'inizio del XX secolo, e in seguito con la scoperta dell'abbondanza di materie prime nel Labrador, gli Innu sono stati prima ridotti in schiavitù e poi costretti a diventare stanziali.
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Un tempo il matrimonio morganatico (ossia quello fra un sovrano e una persona non di sangue reale) era chiamato "de la main gauche", espressione francese che significa "della mano sinistra". Questo perché il re o il principe, offriva alla propria sposa, inferiore di grado, appunto la mano sinistra, invece della destra, come di norma avviene. Quanto al termine morganatico, esso derivò dal tedesco "Morgengabe" ("dono del mattino"), denominazione d'una tradizione medievale per la quale ogni uomo dopo la prima notte di nozze, faceva un regalo alla sua sposa. Nei matrimoni morganatici, il sovrano, dovendo escludere dalla successione tanto la moglie quanto i figli che fossero nati, assegnava loro una donazione, regolata dall'esplicito patto che non avrebbero avuto altri diritti sul suo patrimonio. Quando un sovrano prendeva in sposa una persona che non era di sangue reale la loro unione era definita con l'espressione francese "de la main gauche", ovvero della mano sinistra. Ciò si riferiva al fatto che il sovrano offriva alla sposa durante le nozze la sua mano sinistra in luogo della destra. Tale matrimonio è denominato morganatico, dal tedesco "Morgengabe" ("dono del mattino") e tale definizione trae origine da una tradizione medievale secondo la quale ogni uomo faceva un dono alla sua sposa dopo la prima notte di nozze. Tale regalo, nei matrimoni morganatici, assolveva al patto esplicito in base al quale il sovrano non avrebbe concesso la successione al trono o altro diritto sui suoi beni alla sposa o alla sua progenie.
Un tempo il matrimonio morganatico (ossia quello fra un sovrano e una persona non di sangue reale) era chiamato "de la main gauche", espressione francese che significa "della mano sinistra". Questo perché il re o il principe, offriva alla propria sposa, inferiore di grado, appunto la mano sinistra, invece della destra, come di norma avviene. Quanto al termine morganatico, esso derivò dal tedesco "Morgengabe" ("dono del mattino"), denominazione d'una tradizione medievale per la quale ogni uomo dopo la prima notte di nozze, faceva un regalo alla sua sposa. Nei matrimoni morganatici, il sovrano, dovendo escludere dalla successione tanto la moglie quanto i figli che fossero nati, assegnava loro una donazione, regolata dall'esplicito patto che non avrebbero avuto altri diritti sul suo patrimonio. Quando un sovrano prendeva in sposa una persona che non era di sangue reale la loro unione era definita con l'espressione francese "de la main gauche", ovvero della mano sinistra. Ciò si riferiva al fatto che il sovrano offriva alla sposa durante le nozze la sua mano sinistra in luogo della destra. Tale matrimonio è denominato morganatico, dal tedesco "Morgengabe" ("dono del mattino") e tale definizione trae origine da una tradizione medievale secondo la quale ogni uomo faceva un dono alla sua sposa dopo la prima notte di nozze. Tale regalo, nei matrimoni morganatici, assolveva al patto esplicito in base al quale il sovrano non avrebbe concesso la successione al trono o altro diritto sui suoi beni alla sposa o alla sua progenie.
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Un video animato per celebrare i 65 anni dalla nascita di Freddie Mercury. È l'omaggio di Google al cantante dei Queen scomparso nel '91. Basta cliccare sul logo del motore di ricerca e partono le note di "Don't stop me now'", celebre brano del gruppo britannico. Mercury appare nei costumi indossati nelle sue performance. Prima è impegnato al pianoforte con gli altri membri della band, tra il delirio delle fan, poi finisce nello spazio cavalcando una tigre e a bordo di una navicella. Appare anche come Superman e nei panni della casalinga vestiti nel video di "I want to break free". Malato di Aids, Mercury si spense a 45 anni a seguito di una broncopolmonite. Google celebra Freddy Mercury. A 65 anni dalla nascita del celebre cantante dei Queen, il motore di ricerca gli dedica il proprio logo oggi. Cliccando su di esso, infatti, partiranno le note di "Don't stop me now", con Mercury che appare nei costumi indossati ai concerti del gruppo. Dalle immagini al pianoforte al cantante che cavalca una tigre nello spazio, poi a bordo di un'astronave e vestito da Superman e da casalinga, come nel video di "I want to break free". Morì a soli 45 anni di broncopolmonite, successivamente alla contrazione dell'Aids.
Un video animato per celebrare i 65 anni dalla nascita di Freddie Mercury. È l'omaggio di Google al cantante dei Queen scomparso nel '91. Basta cliccare sul logo del motore di ricerca e partono le note di "Don't stop me now'", celebre brano del gruppo britannico. Mercury appare nei costumi indossati nelle sue performance. Prima è impegnato al pianoforte con gli altri membri della band, tra il delirio delle fan, poi finisce nello spazio cavalcando una tigre e a bordo di una navicella. Appare anche come Superman e nei panni della casalinga vestiti nel video di "I want to break free". Malato di Aids, Mercury si spense a 45 anni a seguito di una broncopolmonite. Google celebra Freddy Mercury. A 65 anni dalla nascita del celebre cantante dei Queen, il motore di ricerca gli dedica il proprio logo oggi. Cliccando su di esso, infatti, partiranno le note di "Don't stop me now", con Mercury che appare nei costumi indossati ai concerti del gruppo. Dalle immagini al pianoforte al cantante che cavalca una tigre nello spazio, poi a bordo di un'astronave e vestito da Superman e da casalinga, come nel video di "I want to break free". Morì a soli 45 anni di broncopolmonite, successivamente alla contrazione dell'Aids.
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Una "sentenza storica" è stata emessa dal Tribunale di Cagliari: è stata definita così dai legali la decisione di condannare il Ministero della Difesa a risarcire la famiglia Melis con 584 mila euro, per la morte del figlio Valery, colpito dal linfoma di Hodgkin dopo una missione militare in Kosovo. I giudici del capoluogo sardo hanno ritenuto non solo altamente probabile il legame tra l'esposizione a elevate concentrazioni di uranio impoverito e la malattia contratta dal ragazzo, ma hanno riconosciuto l'Esercito italiano colpevole per aver taciuto sulle conseguenze di quel tipo di contaminazione, pur essendone a conoscenza. Il tribunale di Cagliari ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire la famiglia Melis con più di 500 mila euro per la scomparsa del figlio a causa di un linfoma contratto a seguito di una missione in Kosovo. È stato stabilito il nesso fra la malattia e l'uranio impoverito, cui è stato esposto il soldato, e l'Esercito italiano è stato ritenuto colpevole per aver taciuto su questo legame.
Una "sentenza storica" è stata emessa dal Tribunale di Cagliari: è stata definita così dai legali la decisione di condannare il Ministero della Difesa a risarcire la famiglia Melis con 584 mila euro, per la morte del figlio Valery, colpito dal linfoma di Hodgkin dopo una missione militare in Kosovo. I giudici del capoluogo sardo hanno ritenuto non solo altamente probabile il legame tra l'esposizione a elevate concentrazioni di uranio impoverito e la malattia contratta dal ragazzo, ma hanno riconosciuto l'Esercito italiano colpevole per aver taciuto sulle conseguenze di quel tipo di contaminazione, pur essendone a conoscenza. Il tribunale di Cagliari ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire la famiglia Melis con più di 500 mila euro per la scomparsa del figlio a causa di un linfoma contratto a seguito di una missione in Kosovo. È stato stabilito il nesso fra la malattia e l'uranio impoverito, cui è stato esposto il soldato, e l'Esercito italiano è stato ritenuto colpevole per aver taciuto su questo legame.
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Una cosa è parlare di come e quando Picasso ha impiegato e impiega modi cubisti per esprimersi, e altra cosa è parlare del periodo, dal 1907 al 1915, in cui egli ha elaborato e applicato, prevalentemente se non esclusivamente, tale sistema linguistico. Tuttavia, i due argomenti sono strettamente collegati, interdipendenti. Per "dire le cose nel modo che gli sembra più naturale", Picasso ha inventato nuovi modi di espressione, o ne ha interpretati altri di artisti e culture diverse, pronto sempre a cambiarli secondo le esigenze del motivo o dell'idea da esprimere. La storia dell'elaborazione dei canoni cubisti da parte di Picasso merita di essere distinta dall'analisi del loro impiego, pur essendo gli argomenti inevitabilmente collegati. È tra il 1907 e il 1915 che Picasso elabora il suo metodo espressivo, teso a "dire le cose nel modo che gli sembra più naturale", inventando e attingendo da esperienze altrui in una libera ricerca di forme che meglio si adattino al concetto del momento.
Una cosa è parlare di come e quando Picasso ha impiegato e impiega modi cubisti per esprimersi, e altra cosa è parlare del periodo, dal 1907 al 1915, in cui egli ha elaborato e applicato, prevalentemente se non esclusivamente, tale sistema linguistico. Tuttavia, i due argomenti sono strettamente collegati, interdipendenti. Per "dire le cose nel modo che gli sembra più naturale", Picasso ha inventato nuovi modi di espressione, o ne ha interpretati altri di artisti e culture diverse, pronto sempre a cambiarli secondo le esigenze del motivo o dell'idea da esprimere. La storia dell'elaborazione dei canoni cubisti da parte di Picasso merita di essere distinta dall'analisi del loro impiego, pur essendo gli argomenti inevitabilmente collegati. È tra il 1907 e il 1915 che Picasso elabora il suo metodo espressivo, teso a "dire le cose nel modo che gli sembra più naturale", inventando e attingendo da esperienze altrui in una libera ricerca di forme che meglio si adattino al concetto del momento.
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Una delle attrazioni artistiche e turistiche dell'Italia è il celebre affresco che orna la villa romana detta dei Misteri, a Pompei: circa un secolo dopo la sua scoperta, è ancora la più bella, la più grande e la meglio conservata delle pitture antiche, che ci fa intravedere che cosa dovesse essere la grande pittura greca, della quale non resta quasi nulla. Meraviglia d'Italia, l'affresco della villa dei Misteri di Pompei è la più bella, la più grande e la meglio conservata delle pitture antiche. Essa getta qualche luce sulla pittura greca, della quale quasi nulla è rimasto.
Una delle attrazioni artistiche e turistiche dell'Italia è il celebre affresco che orna la villa romana detta dei Misteri, a Pompei: circa un secolo dopo la sua scoperta, è ancora la più bella, la più grande e la meglio conservata delle pitture antiche, che ci fa intravedere che cosa dovesse essere la grande pittura greca, della quale non resta quasi nulla. Meraviglia d'Italia, l'affresco della villa dei Misteri di Pompei è la più bella, la più grande e la meglio conservata delle pitture antiche. Essa getta qualche luce sulla pittura greca, della quale quasi nulla è rimasto.
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Una delle opere più interessanti di Chrétien è il suo primo romanzo, "Erec ed Enide", che racconta le avventure di un cavaliere di re Artù tra i meno noti, Erec, e della sua sposa. Il romanzo pare costruito per affrontare e risolvere un problema scottante per la coscienza del tempo: quello del rapporto tra l'amore e il valore cavalleresco, quanto a dire la vita sociale del cavaliere. "Erec ed Enide" è il primo romanzo di Chrétien. Racconta le avventure di un cavaliere di re Artù e della sua sposa. Il romanzo affronta un problema scottante per l'epoca: il rapporto tra l'amore e il valore cavalleresco, cioè la vita sociale del cavaliere.
Una delle opere più interessanti di Chrétien è il suo primo romanzo, "Erec ed Enide", che racconta le avventure di un cavaliere di re Artù tra i meno noti, Erec, e della sua sposa. Il romanzo pare costruito per affrontare e risolvere un problema scottante per la coscienza del tempo: quello del rapporto tra l'amore e il valore cavalleresco, quanto a dire la vita sociale del cavaliere. "Erec ed Enide" è il primo romanzo di Chrétien. Racconta le avventure di un cavaliere di re Artù e della sua sposa. Il romanzo affronta un problema scottante per l'epoca: il rapporto tra l'amore e il valore cavalleresco, cioè la vita sociale del cavaliere.
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Una delle tendenze di fine secolo è stata la perdita progressiva di ruolo degli Stati nazionali in un mondo sempre più dominato da un'economia globalizzata. Il processo è stato fortemente accelerato anche dalla rottura dell'equilibrio bipolare seguito all'implosione dell'URSS. Se fino al crollo dell'Unione Sovietica la maggior parte dei richiedenti asilo fuggiva da regimi dittatoriali e situazioni di repressione politica, oggi tra le principali ragioni degli esodi vi sono i numerosi conflitti armati che sono andati moltiplicandosi negli ultimi anni. Sul finire del secolo, in un contesto in cui l'economia globalizzata si impone sempre più, gli Stati nazionali hanno perso progressivamente di ruolo, processo velocizzato dalla fine dell'equilibrio bipolare con l'implosione dell'URSS. Fino ad allora la maggioranza dei richiedenti asilo scappava da dittature, mentre oggi, ci sono i conflitti armati tra i motivi più frequenti degli esodi.
Una delle tendenze di fine secolo è stata la perdita progressiva di ruolo degli Stati nazionali in un mondo sempre più dominato da un'economia globalizzata. Il processo è stato fortemente accelerato anche dalla rottura dell'equilibrio bipolare seguito all'implosione dell'URSS. Se fino al crollo dell'Unione Sovietica la maggior parte dei richiedenti asilo fuggiva da regimi dittatoriali e situazioni di repressione politica, oggi tra le principali ragioni degli esodi vi sono i numerosi conflitti armati che sono andati moltiplicandosi negli ultimi anni. Sul finire del secolo, in un contesto in cui l'economia globalizzata si impone sempre più, gli Stati nazionali hanno perso progressivamente di ruolo, processo velocizzato dalla fine dell'equilibrio bipolare con l'implosione dell'URSS. Fino ad allora la maggioranza dei richiedenti asilo scappava da dittature, mentre oggi, ci sono i conflitti armati tra i motivi più frequenti degli esodi.
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Una frase come "il Sole è quadrato" è grammaticalmente corretta, ma contraddittoria nei confronti dell'esperienza comune, e pertanto scarsamente accettabile da un parlante che la giudichi nel suo isolamento; essa può diventare legittima se giudicata nel contesto, per esempio in quello del commento a un disegno di un bambino che abbia rappresentato il Sole con quella forma. Sebbene contrastante con l'esperienza comune, la frase "il Sole è quadrato" può divenire accettabile se utilizzata in un contesto particolare come quello del commento al disegno di un bambino che abbia rappresentato il Sole con quella forma.
Una frase come "il Sole è quadrato" è grammaticalmente corretta, ma contraddittoria nei confronti dell'esperienza comune, e pertanto scarsamente accettabile da un parlante che la giudichi nel suo isolamento; essa può diventare legittima se giudicata nel contesto, per esempio in quello del commento a un disegno di un bambino che abbia rappresentato il Sole con quella forma. Sebbene contrastante con l'esperienza comune, la frase "il Sole è quadrato" può divenire accettabile se utilizzata in un contesto particolare come quello del commento al disegno di un bambino che abbia rappresentato il Sole con quella forma.
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Una frotta di gente, che a mano a mano diventava folla, s'era intanto raccolta davanti al portone. I curiosi, di fuori, spingevano, mentre gli sgomenti rinculavano dalla soglia e pigiavano in mezzo gli ansiosi che volevano vedere che cosa stesse accadendo in quell'androne. Lo domandavano a me, come a uno che lo dovesse sapere, forse perché il mio volto non esprimeva né la curiosità, né l'ansia, né lo sgomento che erano in loro. Intanto davanti al portone si era assembrato un gruppo di persone che un po' alla volta diventava folla. Dall'esterno i curiosi spingevano, mentre gli spaventati arretravano schiacciando nel mezzo gli ansiosi che volevano vedere che cosa stesse accadendo: lo chiedevano a me come se lo dovessi sapere, forse perché sul mio volto non si manifestavano la curiosità, l'ansia, lo spavento che loro provavano.
Una frotta di gente, che a mano a mano diventava folla, s'era intanto raccolta davanti al portone. I curiosi, di fuori, spingevano, mentre gli sgomenti rinculavano dalla soglia e pigiavano in mezzo gli ansiosi che volevano vedere che cosa stesse accadendo in quell'androne. Lo domandavano a me, come a uno che lo dovesse sapere, forse perché il mio volto non esprimeva né la curiosità, né l'ansia, né lo sgomento che erano in loro. Intanto davanti al portone si era assembrato un gruppo di persone che un po' alla volta diventava folla. Dall'esterno i curiosi spingevano, mentre gli spaventati arretravano schiacciando nel mezzo gli ansiosi che volevano vedere che cosa stesse accadendo: lo chiedevano a me come se lo dovessi sapere, forse perché sul mio volto non si manifestavano la curiosità, l'ansia, lo spavento che loro provavano.
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Una lente divergente disperde i raggi di luce e quindi non è in grado di formare immagine alcuna, né sulla pellicola, né su un vetro smerigliato. Eppure, se noi osserviamo un soggetto attraverso una simile lente, osserviamo un'immagine più piccola, ma diritta. Di qui si spiega l'adozione di lenti divergenti nella costruzione di mirini ottici o a visione diretta. Pur non potendo formare alcuna immagine, perché disperde i raggi di luce, la lente divergente viene usata per costruire mirini ottici o a visione diretta, poiché permette di osservare le immagini più piccole, ma diritte.
Una lente divergente disperde i raggi di luce e quindi non è in grado di formare immagine alcuna, né sulla pellicola, né su un vetro smerigliato. Eppure, se noi osserviamo un soggetto attraverso una simile lente, osserviamo un'immagine più piccola, ma diritta. Di qui si spiega l'adozione di lenti divergenti nella costruzione di mirini ottici o a visione diretta. Pur non potendo formare alcuna immagine, perché disperde i raggi di luce, la lente divergente viene usata per costruire mirini ottici o a visione diretta, poiché permette di osservare le immagini più piccole, ma diritte.
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Una lontra scivola in acqua dalla sponda di un fiume. Non appena s'immerge, i lunghi peli protettivi del suo manto si bagnano, appiattendosi sopra il morbido sottopelo, che resta pressoché asciutto. Quando nuota tutto il corpo ondeggia con movimenti morbidi, fluenti e pieni di grazia; i corti e robusti arti remano agilmente, anche grazie ai piedi palmati, mentre la coda appiattita funge da timone. Le lontre cacciano dal tramonto all'alba in particolare anguille, trote e un gran numero di granchi. Quando una lontra scivola nel fiume solo i lunghi peli protettivi del suo manto si bagnano, mentre il sottopelo resta quasi asciutto. I movimenti del corpo che nuota sono aggraziati e la coda funge da timone, mentre i corti arti dalle dita palmate remano agilmente. La lontra di notte caccia pesci e granchi.
Una lontra scivola in acqua dalla sponda di un fiume. Non appena s'immerge, i lunghi peli protettivi del suo manto si bagnano, appiattendosi sopra il morbido sottopelo, che resta pressoché asciutto. Quando nuota tutto il corpo ondeggia con movimenti morbidi, fluenti e pieni di grazia; i corti e robusti arti remano agilmente, anche grazie ai piedi palmati, mentre la coda appiattita funge da timone. Le lontre cacciano dal tramonto all'alba in particolare anguille, trote e un gran numero di granchi. Quando una lontra scivola nel fiume solo i lunghi peli protettivi del suo manto si bagnano, mentre il sottopelo resta quasi asciutto. I movimenti del corpo che nuota sono aggraziati e la coda funge da timone, mentre i corti arti dalle dita palmate remano agilmente. La lontra di notte caccia pesci e granchi.
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Una mela al giorno? Meglio una fragola, anzi 37, per mantenersi in buona salute. La fisetina, un flavonoide contenuto nella frutta e particolarmente abbondante nelle fragole, protegge infatti da un ampio spettro di malanni, riduce le complicanze del diabete, rafforza la memoria e sembra avere benefici su molti organi del nostro corpo. Lo conferma uno studio del Salk Institute for Biological Studies (USA) pubblicato sulla rivista "Plos One". Per ora la sostanza si è manifestata utile nel combattere le complicazioni renali in modelli animali affetti da diabete di tipo 1. Per assumerne una quantità rilevante per la salute non bastano, tuttavia, poche fragole: occorre consumarne almeno 37, dicono gli esperti. Le fragole sono piene di fisetina, un flavonoide della frutta che protegge da diverse malattie, rafforza la memoria e contrasta il diabete, oltre a dare beneficio a molte altre parti del corpo. Lo rivela uno studio del Salk Institute for Biological Studies (USA), pubblicato su "Plos One". La fisetina si è rivelata utile nel contrastare i problemi renali relativi al diabete di tipo 1 negli animali, ma per avere risultati concreti bisogna assumere il flavonoide nella quantità presente in 37 fragole.
Una mela al giorno? Meglio una fragola, anzi 37, per mantenersi in buona salute. La fisetina, un flavonoide contenuto nella frutta e particolarmente abbondante nelle fragole, protegge infatti da un ampio spettro di malanni, riduce le complicanze del diabete, rafforza la memoria e sembra avere benefici su molti organi del nostro corpo. Lo conferma uno studio del Salk Institute for Biological Studies (USA) pubblicato sulla rivista "Plos One". Per ora la sostanza si è manifestata utile nel combattere le complicazioni renali in modelli animali affetti da diabete di tipo 1. Per assumerne una quantità rilevante per la salute non bastano, tuttavia, poche fragole: occorre consumarne almeno 37, dicono gli esperti. Le fragole sono piene di fisetina, un flavonoide della frutta che protegge da diverse malattie, rafforza la memoria e contrasta il diabete, oltre a dare beneficio a molte altre parti del corpo. Lo rivela uno studio del Salk Institute for Biological Studies (USA), pubblicato su "Plos One". La fisetina si è rivelata utile nel contrastare i problemi renali relativi al diabete di tipo 1 negli animali, ma per avere risultati concreti bisogna assumere il flavonoide nella quantità presente in 37 fragole.
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Una piccola tartaruga marina segue la via dei suoi antenati lungo uno dei più straordinari viaggi del mondo naturale. Nata su una spiaggia della Florida, segue la Corrente del Golfo fino ai ghiacci del nord e nuota attraverso l'Atlantico del Nord, fino all'Africa, per poi fare ritorno alla spiaggia su cui è nata a deporre le proprie uova. Lungo il tragitto, non mancano le scoperte - l'oceano sta attraversando profondi cambiamenti provocati dallo scioglimento dei ghiacci - e le difficoltà: solo una tartaruga marina su mille riesce a sopravvivere a questo incredibile viaggio. Lo straordinario viaggio della tartaruga marina comincia in Florida e, attraverso un lungo percorso che la porta dal polo all'Africa, si conclude con il ritorno sulla spiaggia in cui è nata, per deporvi le uova. Le difficoltà che incontra sono tali che solo una tartaruga su mille riesce a sopravvivere al viaggio.
Una piccola tartaruga marina segue la via dei suoi antenati lungo uno dei più straordinari viaggi del mondo naturale. Nata su una spiaggia della Florida, segue la Corrente del Golfo fino ai ghiacci del nord e nuota attraverso l'Atlantico del Nord, fino all'Africa, per poi fare ritorno alla spiaggia su cui è nata a deporre le proprie uova. Lungo il tragitto, non mancano le scoperte - l'oceano sta attraversando profondi cambiamenti provocati dallo scioglimento dei ghiacci - e le difficoltà: solo una tartaruga marina su mille riesce a sopravvivere a questo incredibile viaggio. Lo straordinario viaggio della tartaruga marina comincia in Florida e, attraverso un lungo percorso che la porta dal polo all'Africa, si conclude con il ritorno sulla spiaggia in cui è nata, per deporvi le uova. Le difficoltà che incontra sono tali che solo una tartaruga su mille riesce a sopravvivere al viaggio.
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Una recente ricerca della Oxford University ha calcolato che diminuendo il consumo di carne e prodotti animali (latte e uova) a 25 e a 11 chili l'anno si eviterebbero rispettivamente 32.352 e 45.361 morti l'anno nel solo Regno Unito. Il dossier "Healthy Planet Eating", commissionato dall'associazione Amici della Terra, rivela come la carne lavorata (insaccati e simili) sia ancora più dannosa per la salute rispetto a quella fresca, ma come invece non ci sia alcuna differenza dal punto di vista salutistico tra carne rossa (manzo, maiale, agnello), carne bianca (pollo) e pesce, perché tutta la carne degli animali d'allevamento intensivo è diventata negli ultimi decenni sempre più grassa, vale a dire contiene sempre più grassi saturi e colesterolo e sempre meno proteine. Così sempre più persone optano per la transizione da un regime dietetico che contempla l'assunzione di carne a uno che ne fa completamente a meno. Una ricerca dell'Oxford University ha calcolato che nel Regno unito, riducendo il consumo di carne a 25 kg l'anno e il consumo di prodotti derivati da animali come latte e uova a 11 kg si eviterebbero 32.352 e 45.361 morti all'anno. Il dossier "Healthy Planet Eating", su commissione di Amici della Terra, ha rivelato quanto la carne sia dannosa, specialmente quella lavorata per insaccati, mentre non c'è differenza per la salute umana tra carne bianca, rossa e pesce. Questo tipo di carni infatti è sempre più povero di proteine e sempre più ricco di grassi saturi e colesterolo. Così sempre più persone virano verso una dieta che faccia a meno della carne.
Una recente ricerca della Oxford University ha calcolato che diminuendo il consumo di carne e prodotti animali (latte e uova) a 25 e a 11 chili l'anno si eviterebbero rispettivamente 32.352 e 45.361 morti l'anno nel solo Regno Unito. Il dossier "Healthy Planet Eating", commissionato dall'associazione Amici della Terra, rivela come la carne lavorata (insaccati e simili) sia ancora più dannosa per la salute rispetto a quella fresca, ma come invece non ci sia alcuna differenza dal punto di vista salutistico tra carne rossa (manzo, maiale, agnello), carne bianca (pollo) e pesce, perché tutta la carne degli animali d'allevamento intensivo è diventata negli ultimi decenni sempre più grassa, vale a dire contiene sempre più grassi saturi e colesterolo e sempre meno proteine. Così sempre più persone optano per la transizione da un regime dietetico che contempla l'assunzione di carne a uno che ne fa completamente a meno. Una ricerca dell'Oxford University ha calcolato che nel Regno unito, riducendo il consumo di carne a 25 kg l'anno e il consumo di prodotti derivati da animali come latte e uova a 11 kg si eviterebbero 32.352 e 45.361 morti all'anno. Il dossier "Healthy Planet Eating", su commissione di Amici della Terra, ha rivelato quanto la carne sia dannosa, specialmente quella lavorata per insaccati, mentre non c'è differenza per la salute umana tra carne bianca, rossa e pesce. Questo tipo di carni infatti è sempre più povero di proteine e sempre più ricco di grassi saturi e colesterolo. Così sempre più persone virano verso una dieta che faccia a meno della carne.
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Una ricchezza che solo nel secolo scorso ha svelato le sue potenzialità benché appartenga da sempre alla civiltà peruviana è l'alpaca. Questo animale, che appartiene alla famiglia dei camelidi, come il cammello, il lama, la vigogna e il guanaco, è stato addomesticato per la carne, il latte, la pelliccia e la lana. Il suo vello foltissimo, capace di difenderlo dal freddo delle grandi altitudini, è sempre servito per lo stesso scopo anche all'uomo. Dal vello dell'alpaca i pastori andini hanno sempre ricavato un filato morbidissimo e lucido dal quale sapevano produrre al telaio scialli, coperte, indumenti di grande bellezza per disegni e accostamenti di colore. Ma il mondo conobbe questa lana straordinaria solo grazie a un inglese, che negli anni Venti cominciò a produrla e commercializzarla. Solo nel secolo scorso l'alpaca ha svelato le sue potenzialità, quando un inglese diffuse nel mondo la sua lana straordinaria. L'alpaca è un camelide che fu addomesticato per la carne, il latte, la pelliccia e la lana già dalle antiche popolazioni del Perù. Il suo vello foltissimo che lo protegge dal freddo delle grandi altitudini è stato usato dai popoli andini per lo stesso scopo. I pastori hanno sempre ricavato dalla sua pelliccia un filato lucido e morbidissimo con cui sapevano produrre al telaio scialli, coperte e indumenti bellissimi per disegni e accostamenti di colore.
Una ricchezza che solo nel secolo scorso ha svelato le sue potenzialità benché appartenga da sempre alla civiltà peruviana è l'alpaca. Questo animale, che appartiene alla famiglia dei camelidi, come il cammello, il lama, la vigogna e il guanaco, è stato addomesticato per la carne, il latte, la pelliccia e la lana. Il suo vello foltissimo, capace di difenderlo dal freddo delle grandi altitudini, è sempre servito per lo stesso scopo anche all'uomo. Dal vello dell'alpaca i pastori andini hanno sempre ricavato un filato morbidissimo e lucido dal quale sapevano produrre al telaio scialli, coperte, indumenti di grande bellezza per disegni e accostamenti di colore. Ma il mondo conobbe questa lana straordinaria solo grazie a un inglese, che negli anni Venti cominciò a produrla e commercializzarla. Solo nel secolo scorso l'alpaca ha svelato le sue potenzialità, quando un inglese diffuse nel mondo la sua lana straordinaria. L'alpaca è un camelide che fu addomesticato per la carne, il latte, la pelliccia e la lana già dalle antiche popolazioni del Perù. Il suo vello foltissimo che lo protegge dal freddo delle grandi altitudini è stato usato dai popoli andini per lo stesso scopo. I pastori hanno sempre ricavato dalla sua pelliccia un filato lucido e morbidissimo con cui sapevano produrre al telaio scialli, coperte e indumenti bellissimi per disegni e accostamenti di colore.
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Una ricerca britannica pubblicata dal "The Guardian" ha cercato di scoprire, tra 2.000 lettori, quali siano i libri meno letti e più citati dagli amanti della letteratura. Oltre il 60% degli intervistati ha confermato che più di una volta ha mentito sulla lettura di romanzi classici. Spesso, per ingannare i propri interlocutori, il falso lettore si è affidato all'adattamento cinematografico del libro oppure ha consultato su internet la trama del romanzo. C'è infine uno sparuto gruppo di persone (il 3% degli intervistati), che ha persino confessato di nascondere all'interno dei tomi che hanno fatto la storia della letteratura mondiale, riviste di basso profilo. Il libro più citato e meno letto è "1984" di George Orwell, segnalato da oltre il 26% degli intervistati. Alle sue spalle si piazza un altro monumento della letteratura, "Guerra e Pace", il lungo romanzo di Lev Tolstoij (19%) ambientato in Russia durante il periodo napoleonico. Al terzo posto si ferma "Grandi Speranze" di Charles Dickens (18%). Il "Guardian" ha condotto una ricerca su 2.000 lettori per scoprire quali libri siano più citati ma meno letti. Più del 60% dei lettori ha confessato di aver mentito più di una volta sulla lettura di romanzi classici, ricorrendo alla visione delle riduzioni cinematografiche o a internet. Il 3% di loro ha persino confessato di nascondere riviste di basso profilo dentro i volumi di capolavori letterari. La classifica dei tre libri più citati e meno letti vede al primo posto "1984" di George Orwell (oltre il 26% degli intervistati), seguito da "Guerra e Pace" di Lev Tolstoij (19%) e da "Grandi Speranze" di Charles Dickens (18%).
Una ricerca britannica pubblicata dal "The Guardian" ha cercato di scoprire, tra 2.000 lettori, quali siano i libri meno letti e più citati dagli amanti della letteratura. Oltre il 60% degli intervistati ha confermato che più di una volta ha mentito sulla lettura di romanzi classici. Spesso, per ingannare i propri interlocutori, il falso lettore si è affidato all'adattamento cinematografico del libro oppure ha consultato su internet la trama del romanzo. C'è infine uno sparuto gruppo di persone (il 3% degli intervistati), che ha persino confessato di nascondere all'interno dei tomi che hanno fatto la storia della letteratura mondiale, riviste di basso profilo. Il libro più citato e meno letto è "1984" di George Orwell, segnalato da oltre il 26% degli intervistati. Alle sue spalle si piazza un altro monumento della letteratura, "Guerra e Pace", il lungo romanzo di Lev Tolstoij (19%) ambientato in Russia durante il periodo napoleonico. Al terzo posto si ferma "Grandi Speranze" di Charles Dickens (18%). Il "Guardian" ha condotto una ricerca su 2.000 lettori per scoprire quali libri siano più citati ma meno letti. Più del 60% dei lettori ha confessato di aver mentito più di una volta sulla lettura di romanzi classici, ricorrendo alla visione delle riduzioni cinematografiche o a internet. Il 3% di loro ha persino confessato di nascondere riviste di basso profilo dentro i volumi di capolavori letterari. La classifica dei tre libri più citati e meno letti vede al primo posto "1984" di George Orwell (oltre il 26% degli intervistati), seguito da "Guerra e Pace" di Lev Tolstoij (19%) e da "Grandi Speranze" di Charles Dickens (18%).
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Una rivoluzionaria struttura artificiale di nanotubi di carbonio realizzata dai ricercatori della University of Texas di Dallas si comporta proprio come un muscolo umano. Il dispositivo è costituito da una serie di filamenti intrecciati tra loro e immersi nella cera e, secondo Marcio Lima, coordinatore dell'équipe di ricercatori, è in grado di muovere oggetti pesanti con grande forza e velocità. In gergo, i materiali di questo tipo sono detti attuatori: sono in grado di convertire calore, luce o energia elettrica in movimenti di torsione e trazione. I ricercatori dell'Università del Texas di Dallas hanno realizzato un dispositivo rivoluzionario costituito da una struttura artificiale di nanotubi di carbonio intrecciati tra loro e immersi nella cera che, sollecitati con luce o calore, si contraggono e si torcono proprio come i muscoli umani riuscendo a muovere oggetti pesanti con forza e velocità.
Una rivoluzionaria struttura artificiale di nanotubi di carbonio realizzata dai ricercatori della University of Texas di Dallas si comporta proprio come un muscolo umano. Il dispositivo è costituito da una serie di filamenti intrecciati tra loro e immersi nella cera e, secondo Marcio Lima, coordinatore dell'équipe di ricercatori, è in grado di muovere oggetti pesanti con grande forza e velocità. In gergo, i materiali di questo tipo sono detti attuatori: sono in grado di convertire calore, luce o energia elettrica in movimenti di torsione e trazione. I ricercatori dell'Università del Texas di Dallas hanno realizzato un dispositivo rivoluzionario costituito da una struttura artificiale di nanotubi di carbonio intrecciati tra loro e immersi nella cera che, sollecitati con luce o calore, si contraggono e si torcono proprio come i muscoli umani riuscendo a muovere oggetti pesanti con forza e velocità.
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Una valutazione delle qualità storiche di Livio è ostacolata dalla sorte che ci ha tramandato solo un quarto della sua grande opera. Ciò che è sopravvissuto è particolarmente vulnerabile alla critica. Nella prima deca, l'autore abbandona la leggenda solo per immergersi nel romanzo. Consapevole della sua condizione, Livio non ha un principio o un metodo che lo guidi: non ve n'erano di disponibili. La perdita di gran parte dell'opera di Livio rende difficile valutare le qualità di storico di questi. Nella prima deca, Livio si muove tra leggenda e romanzo. Non ha - e non poteva avere per carenza di modelli - un canone espositivo.
Una valutazione delle qualità storiche di Livio è ostacolata dalla sorte che ci ha tramandato solo un quarto della sua grande opera. Ciò che è sopravvissuto è particolarmente vulnerabile alla critica. Nella prima deca, l'autore abbandona la leggenda solo per immergersi nel romanzo. Consapevole della sua condizione, Livio non ha un principio o un metodo che lo guidi: non ve n'erano di disponibili. La perdita di gran parte dell'opera di Livio rende difficile valutare le qualità di storico di questi. Nella prima deca, Livio si muove tra leggenda e romanzo. Non ha - e non poteva avere per carenza di modelli - un canone espositivo.
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Una volta alla settimana, il giovedì sera, la famiglia Raquin riceveva: accendevano la lampada grande della sala da pranzo e mettevano al fuoco il bollitore con l'acqua per il the. Era un grande avvenimento. Quella sera di giovedì staccandosi dalle altre era entrata nelle abitudini della famiglia come un'orgia borghese folle di allegria: si andava a letto alle undici. Per la famiglia Raquin il giovedì era un giorno speciale: la sera accendevano la lampada grande della sala da pranzo, preparavano il the e ricevevano visite. Era un avvenimento eccezionale della settimana, e andavano a letto alle undici.
Una volta alla settimana, il giovedì sera, la famiglia Raquin riceveva: accendevano la lampada grande della sala da pranzo e mettevano al fuoco il bollitore con l'acqua per il the. Era un grande avvenimento. Quella sera di giovedì staccandosi dalle altre era entrata nelle abitudini della famiglia come un'orgia borghese folle di allegria: si andava a letto alle undici. Per la famiglia Raquin il giovedì era un giorno speciale: la sera accendevano la lampada grande della sala da pranzo, preparavano il the e ricevevano visite. Era un avvenimento eccezionale della settimana, e andavano a letto alle undici.
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Una volta il famoso investitore americano Warren Buffett ha detto che abbattere i fratelli Wright durante il loro primo volo sarebbe stato un ottimo investimento. Negli oltre cent'anni che sono passati da quel primo tuffo nei cieli, il bilancio delle linee aeree è stato sempre in rosso. Ma c'è qualcosa nell'aviazione commerciale che va oltre gli aspetti economici. In nessun altro settore esistono compagnie definite "di bandiera" che perfino i paesi più microscopici sembrano dover possedere. Quando faceva parte dei Mothers of Invention, Frank Zappa disse che un Paese non è un paese se non ha una compagnia aerea e una birra. Ma aggiungeva che anche una squadra di calcio e qualche arma nucleare non guastano. Dal primo volo dei fratelli Wright sono passati più di cento anni e da allora il bilancio delle linee aeree è stato sempre in rosso. Eppure, a prescindere dall'economia, non ci sono altri settori che vantano compagnie "di bandiera", anche nei paesi più piccoli, come disse una volta anche Frank Zappa
Una volta il famoso investitore americano Warren Buffett ha detto che abbattere i fratelli Wright durante il loro primo volo sarebbe stato un ottimo investimento. Negli oltre cent'anni che sono passati da quel primo tuffo nei cieli, il bilancio delle linee aeree è stato sempre in rosso. Ma c'è qualcosa nell'aviazione commerciale che va oltre gli aspetti economici. In nessun altro settore esistono compagnie definite "di bandiera" che perfino i paesi più microscopici sembrano dover possedere. Quando faceva parte dei Mothers of Invention, Frank Zappa disse che un Paese non è un paese se non ha una compagnia aerea e una birra. Ma aggiungeva che anche una squadra di calcio e qualche arma nucleare non guastano. Dal primo volo dei fratelli Wright sono passati più di cento anni e da allora il bilancio delle linee aeree è stato sempre in rosso. Eppure, a prescindere dall'economia, non ci sono altri settori che vantano compagnie "di bandiera", anche nei paesi più piccoli, come disse una volta anche Frank Zappa
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Un'ampia corrente della teologia liberale ha interpretato il battesimo di Gesù come un'esperienza vocazionale: qui Egli che fino a quel momento aveva condotto una vita del tutto normale nella provincia di Galilea, avrebbe fatto un'esperienza sconvolgente; qui avrebbe raggiunto la consapevolezza di uno speciale rapporto con Dio e della sua missione religiosa. Ma niente di ciò si trova nei testi. Per quanto colta sia la veste che si può dare a questa teoria, essa è più riconducibile al genere del romanzo su Gesù che alla vera interpretazione dei testi. Non pochi teologi liberali interpretano il battesimo di Gesù come un'esperienza vocazionale, che rende quest'uomo consapevole del suo rapporto con Dio e della sua missione e ne sconvolge la tranquilla esistenza. Ma questa sembra piuttosto una ricostruzione romanzesca, non legittimata dai testi.
Un'ampia corrente della teologia liberale ha interpretato il battesimo di Gesù come un'esperienza vocazionale: qui Egli che fino a quel momento aveva condotto una vita del tutto normale nella provincia di Galilea, avrebbe fatto un'esperienza sconvolgente; qui avrebbe raggiunto la consapevolezza di uno speciale rapporto con Dio e della sua missione religiosa. Ma niente di ciò si trova nei testi. Per quanto colta sia la veste che si può dare a questa teoria, essa è più riconducibile al genere del romanzo su Gesù che alla vera interpretazione dei testi. Non pochi teologi liberali interpretano il battesimo di Gesù come un'esperienza vocazionale, che rende quest'uomo consapevole del suo rapporto con Dio e della sua missione e ne sconvolge la tranquilla esistenza. Ma questa sembra piuttosto una ricostruzione romanzesca, non legittimata dai testi.
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Un'astuta specie di vespa parassita, la "Dinocampus coccinellae", durante il suo sviluppo larvale trasforma ignare coccinelle in guardiane "zombie" del proprio bozzolo. Il meccanismo crudele è stato attentamente analizzato da alcuni istituti di ricerca francesi in collaborazione con l'Università di Montréal, in Canada. Le femmine di questa vespa depositano un uovo nell'addome delle coccinelle della specie Coleomegilla maculata. Durante lo sviluppo larvale, che dura una ventina di giorni, la larva si nutre dei tessuti interni dell'ospite, lasciandola viva. Quindi fuoriesce dall'addome della sventurata, sempre senza ucciderla, e tesse un bozzolo fra le sue zampe. In questo modo la coccinella, parzialmente paralizzata, sarà obbligata a proteggere con il proprio corpo la vespa dai predatori fino al completamento del suo sviluppo. Incredibilmente, una coccinella su quattro è in grado di riprendere una vita normale una volta liberata dalla sua "aguzzina". Alcuni istituti di ricerca francesi e l'Università di Montréal hanno studiato il comportamento di una vespa parassita che deposita un uovo nell'addome delle coccinelle della specie Coleomegilla maculata. Senza uccidere l'ospite la larva della vespa si nutre dei suoi tessuti e dopo 20 giorni esce dall'addome e tesse un bozzolo fra le sue zampe paralizzandola parzialmente. La vespa sarà protetta dalla coccinella, che rimane in vita, fino al completo sviluppo. È stato verificato che una coccinella su quattro riprende una vita normale una volta liberata dalla parassita.
Un'astuta specie di vespa parassita, la "Dinocampus coccinellae", durante il suo sviluppo larvale trasforma ignare coccinelle in guardiane "zombie" del proprio bozzolo. Il meccanismo crudele è stato attentamente analizzato da alcuni istituti di ricerca francesi in collaborazione con l'Università di Montréal, in Canada. Le femmine di questa vespa depositano un uovo nell'addome delle coccinelle della specie Coleomegilla maculata. Durante lo sviluppo larvale, che dura una ventina di giorni, la larva si nutre dei tessuti interni dell'ospite, lasciandola viva. Quindi fuoriesce dall'addome della sventurata, sempre senza ucciderla, e tesse un bozzolo fra le sue zampe. In questo modo la coccinella, parzialmente paralizzata, sarà obbligata a proteggere con il proprio corpo la vespa dai predatori fino al completamento del suo sviluppo. Incredibilmente, una coccinella su quattro è in grado di riprendere una vita normale una volta liberata dalla sua "aguzzina". Alcuni istituti di ricerca francesi e l'Università di Montréal hanno studiato il comportamento di una vespa parassita che deposita un uovo nell'addome delle coccinelle della specie Coleomegilla maculata. Senza uccidere l'ospite la larva della vespa si nutre dei suoi tessuti e dopo 20 giorni esce dall'addome e tesse un bozzolo fra le sue zampe paralizzandola parzialmente. La vespa sarà protetta dalla coccinella, che rimane in vita, fino al completo sviluppo. È stato verificato che una coccinella su quattro riprende una vita normale una volta liberata dalla parassita.
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Unico Paese a non essere direttamente coinvolto nei bombardamenti del secondo conflitto mondiale, gli Stati Uniti avevano tratto grandi vantaggi economici dalla guerra, potenziando enormemente l'industria pesante e sviluppando rapporti commerciali sempre più stretti con l'Europa. Gli anni del dopoguerra furono quindi per gli Usa un periodo di intenso sviluppo economico: i redditi e i consumi aumentarono, la disoccupazione si ridusse e fra la popolazione si diffuse un generale senso di progresso e di benessere. In realtà tutto l'Occidente, nel corso degli anni Cinquanta, compì un grande balzo in avanti dal punto di vista economico: grazie agli aiuti del piano Marshall, in pochi anni fu possibile realizzare la ricostruzione dell'Europa e migliorare notevolmente le condizioni di vita dei cittadini. Beni di consumo come il televisore, l'auto, il frigorifero, la lavatrice divennero una realtà quotidiana per milioni di famiglie; tanti figli di operai ebbero accesso all'istruzione superiore, e il benessere diffuso spinse un numero crescente di individui a occuparsi di sport, di divertimenti, di politica. Gli Stati Uniti conobbero un intenso sviluppo economico nel dopoguerra, anche grazie ai vantaggi economici ottenuti con la guerra stessa: si verificarono un aumento dei redditi, la diminuzione della disoccupazione e la diffusione di un generale senso di benessere tra la popolazione. Ma gli anni Cinquanta furono un periodo di crescita economica per tutto l'Occidente: l'Europa fu ricostruita grazie al piano Marshall e i cittadini migliorarono le loro condizioni di vita. Si diffusero numerosi beni di consumo; l'istruzione superiore divenne accessibile anche ai figli degli operai e il benessere consentì alle persone di dedicarsi agli svaghi.
Unico Paese a non essere direttamente coinvolto nei bombardamenti del secondo conflitto mondiale, gli Stati Uniti avevano tratto grandi vantaggi economici dalla guerra, potenziando enormemente l'industria pesante e sviluppando rapporti commerciali sempre più stretti con l'Europa. Gli anni del dopoguerra furono quindi per gli Usa un periodo di intenso sviluppo economico: i redditi e i consumi aumentarono, la disoccupazione si ridusse e fra la popolazione si diffuse un generale senso di progresso e di benessere. In realtà tutto l'Occidente, nel corso degli anni Cinquanta, compì un grande balzo in avanti dal punto di vista economico: grazie agli aiuti del piano Marshall, in pochi anni fu possibile realizzare la ricostruzione dell'Europa e migliorare notevolmente le condizioni di vita dei cittadini. Beni di consumo come il televisore, l'auto, il frigorifero, la lavatrice divennero una realtà quotidiana per milioni di famiglie; tanti figli di operai ebbero accesso all'istruzione superiore, e il benessere diffuso spinse un numero crescente di individui a occuparsi di sport, di divertimenti, di politica. Gli Stati Uniti conobbero un intenso sviluppo economico nel dopoguerra, anche grazie ai vantaggi economici ottenuti con la guerra stessa: si verificarono un aumento dei redditi, la diminuzione della disoccupazione e la diffusione di un generale senso di benessere tra la popolazione. Ma gli anni Cinquanta furono un periodo di crescita economica per tutto l'Occidente: l'Europa fu ricostruita grazie al piano Marshall e i cittadini migliorarono le loro condizioni di vita. Si diffusero numerosi beni di consumo; l'istruzione superiore divenne accessibile anche ai figli degli operai e il benessere consentì alle persone di dedicarsi agli svaghi.
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Uno dei dati più citati da chi sostiene che gli stranieri compiono più reati degli italiani riguarda la composizione della popolazione carceraria. Negli ultimi anni più o meno un terzo delle persone detenute nelle prigioni italiane è stabilmente di origine straniera, soprattutto extracomunitaria. Uno studio del 2016 di Francesco Palazzo, docente di Diritto penale all'università di Firenze, afferma però di considerare tale dato come fuorviante per analizzare il rapporto fra immigrazione e criminalità. Il motivo è semplice: i detenuti italiani possono accedere molto più facilmente a forme di pena alternativa rispetto agli stranieri. Anche se negli ultimi anni più o meno un terzo dei carcerati italiani sono di origine straniera (spesso extracomunitaria), non significa che gli stranieri compiono più reati degli italiani. È quanto si deduce da uno studio del 2016 di Francesco Palazzo, docente di Diritto penale all'università di Firenze: in realtà la composizione della popolazione carceraria non può essere usata per analizzare il rapporto tra immigrazione e criminalità perché i detenuti italiani possono accedere molto più facilmente a forme di pena alternativa rispetto agli stranieri.
Uno dei dati più citati da chi sostiene che gli stranieri compiono più reati degli italiani riguarda la composizione della popolazione carceraria. Negli ultimi anni più o meno un terzo delle persone detenute nelle prigioni italiane è stabilmente di origine straniera, soprattutto extracomunitaria. Uno studio del 2016 di Francesco Palazzo, docente di Diritto penale all'università di Firenze, afferma però di considerare tale dato come fuorviante per analizzare il rapporto fra immigrazione e criminalità. Il motivo è semplice: i detenuti italiani possono accedere molto più facilmente a forme di pena alternativa rispetto agli stranieri. Anche se negli ultimi anni più o meno un terzo dei carcerati italiani sono di origine straniera (spesso extracomunitaria), non significa che gli stranieri compiono più reati degli italiani. È quanto si deduce da uno studio del 2016 di Francesco Palazzo, docente di Diritto penale all'università di Firenze: in realtà la composizione della popolazione carceraria non può essere usata per analizzare il rapporto tra immigrazione e criminalità perché i detenuti italiani possono accedere molto più facilmente a forme di pena alternativa rispetto agli stranieri.
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Uno dei principali problemi del vino italiano è l'incapacità di comunicare. È un segmento che a livello collegiale comunica poco, lascia molto al below-to line e all'iniziativa singola e privata. Il vino soffre uno schema un po' troppo tradizionale per autopromuoversi. Inoltre, spesso comunica a un target di "supernicchia", trascurando la maggioranza. Dobbiamo state attenti a come parlare al consumatore, altrimenti rischiamo che questi perda interesse. Ci deve essere una comunicazione differenziata per i vari target. Il vino italiano soffre di un'incapacità a comunicare. La sua comunicazione si può infatti descrivere come scarsa, disorganica e troppo tradizionale. Anziché alla maggioranza del mercato, essa spesso si rivolge a target di supernicchia. Deve invece riscoprire i mezzi per suscitare l'interesse del consumatore, anche attraverso l'uso di linguaggi differenziati.
Uno dei principali problemi del vino italiano è l'incapacità di comunicare. È un segmento che a livello collegiale comunica poco, lascia molto al below-to line e all'iniziativa singola e privata. Il vino soffre uno schema un po' troppo tradizionale per autopromuoversi. Inoltre, spesso comunica a un target di "supernicchia", trascurando la maggioranza. Dobbiamo state attenti a come parlare al consumatore, altrimenti rischiamo che questi perda interesse. Ci deve essere una comunicazione differenziata per i vari target. Il vino italiano soffre di un'incapacità a comunicare. La sua comunicazione si può infatti descrivere come scarsa, disorganica e troppo tradizionale. Anziché alla maggioranza del mercato, essa spesso si rivolge a target di supernicchia. Deve invece riscoprire i mezzi per suscitare l'interesse del consumatore, anche attraverso l'uso di linguaggi differenziati.
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Uno studio genetico colloca l'origine dei cani in Asia centrale. Sembra che il processo di domesticazione sia cominciato circa 15.000 anni fa, in un'area tra Nepal e Mongolia. Da lì i discendenti dei lupi si sono diffusi nel resto dell'Asia e in tutto il mondo. Uno studio, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, ha considerato i dati genetici di 5.392 cani, compresi 549 randagi, che vivevano vicino ai villaggi e ai piccoli centri. Laura Shannon e colleghi hanno scoperto che i cani dell'Asia orientale, del Vietnam, dell'India e dell'Asia sud-occidentale, per esempio dell'Afghanistan, mostrano caratteristiche del DNA che fanno supporre una vicinanza al luogo della loro domesticazione. Uno studio coordinato da Laura Shannon colloca la domesticazione canina in Asia circa 15.000 anni fa. L'analisi delle caratteristiche genetiche di migliaia di cani fa supporre che quelli asiatici siano rimasti nelle vicinanze del luogo della prima domesticazione.
Uno studio genetico colloca l'origine dei cani in Asia centrale. Sembra che il processo di domesticazione sia cominciato circa 15.000 anni fa, in un'area tra Nepal e Mongolia. Da lì i discendenti dei lupi si sono diffusi nel resto dell'Asia e in tutto il mondo. Uno studio, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, ha considerato i dati genetici di 5.392 cani, compresi 549 randagi, che vivevano vicino ai villaggi e ai piccoli centri. Laura Shannon e colleghi hanno scoperto che i cani dell'Asia orientale, del Vietnam, dell'India e dell'Asia sud-occidentale, per esempio dell'Afghanistan, mostrano caratteristiche del DNA che fanno supporre una vicinanza al luogo della loro domesticazione. Uno studio coordinato da Laura Shannon colloca la domesticazione canina in Asia circa 15.000 anni fa. L'analisi delle caratteristiche genetiche di migliaia di cani fa supporre che quelli asiatici siano rimasti nelle vicinanze del luogo della prima domesticazione.
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Venne poi, a partire dalla metà dell'anno 1809, l'ondata delle insorgenze contadine provocata dall'entrata in vigore, prevista per il 1° luglio, del nuovo pesante sistema di dazi al consumo sul frumento, del vino e altri generi di prima necessità, che aggravava ulteriormente le pesanti condizioni di vita delle popolazione rurali, già stremate dal fiscalismo ed esasperate dalla leva. A metà del 1809 ci furono rivolte contadine scatenate dall'entrata in vigore, il primo luglio, di un sistema di imposte sul consumo di frumento, vino e altri generi di prima necessità, che peggiorava le condizioni di vita delle popolazioni rurali, già oberate dal fisco ed esasperate dalla leva.
Venne poi, a partire dalla metà dell'anno 1809, l'ondata delle insorgenze contadine provocata dall'entrata in vigore, prevista per il 1° luglio, del nuovo pesante sistema di dazi al consumo sul frumento, del vino e altri generi di prima necessità, che aggravava ulteriormente le pesanti condizioni di vita delle popolazione rurali, già stremate dal fiscalismo ed esasperate dalla leva. A metà del 1809 ci furono rivolte contadine scatenate dall'entrata in vigore, il primo luglio, di un sistema di imposte sul consumo di frumento, vino e altri generi di prima necessità, che peggiorava le condizioni di vita delle popolazioni rurali, già oberate dal fisco ed esasperate dalla leva.
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Viene il sospetto che il Comitato per il Nobel in questo caso abbia preso un abbaglio e lo stesso Kary Mullis teme un pentimento, tanto che in chiusura tiene a rassicurare gli autorevoli componenti del Comitato: "È vero, sono una mina vagante, e avete corso il rischio che screditassi la vostra rispettabile istituzione, ma penso che non vi pentirete della vostra scelta". E davvero c'è poco spazio per pentimenti perché, tra tante scoperte premiate con il Nobel, quella di Mullis, relativa alla tecnica di replicazione di segmenti di DNA detta PCR, è una delle più importanti, limpide e incontrovertibili, tanto che il premio gli è stato dato insolitamente in fretta, quando - come egli stesso confessa - "ero ancora abbastanza giovane per godermelo". Nonostante la sua relativamente giovane età (che ha rischiato di screditare l'autorevolezza del Comitato che assegna il premio), Kary Mullis è stato insignito del premio Nobel per la scoperta di una tecnica di replicazione di segmenti del DNA chiamata PCR. L'importanza di tale scoperta è un fatto limpido e incontrovertibile e per questo la scelta del Comitato che ha premiato Mullis (che si definì "una mina vagante") è pienamente giustificata.
Viene il sospetto che il Comitato per il Nobel in questo caso abbia preso un abbaglio e lo stesso Kary Mullis teme un pentimento, tanto che in chiusura tiene a rassicurare gli autorevoli componenti del Comitato: "È vero, sono una mina vagante, e avete corso il rischio che screditassi la vostra rispettabile istituzione, ma penso che non vi pentirete della vostra scelta". E davvero c'è poco spazio per pentimenti perché, tra tante scoperte premiate con il Nobel, quella di Mullis, relativa alla tecnica di replicazione di segmenti di DNA detta PCR, è una delle più importanti, limpide e incontrovertibili, tanto che il premio gli è stato dato insolitamente in fretta, quando - come egli stesso confessa - "ero ancora abbastanza giovane per godermelo". Nonostante la sua relativamente giovane età (che ha rischiato di screditare l'autorevolezza del Comitato che assegna il premio), Kary Mullis è stato insignito del premio Nobel per la scoperta di una tecnica di replicazione di segmenti del DNA chiamata PCR. L'importanza di tale scoperta è un fatto limpido e incontrovertibile e per questo la scelta del Comitato che ha premiato Mullis (che si definì "una mina vagante") è pienamente giustificata.
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Visto da lontano potrebbe sembrare l'ennesimo giubbotto da donna di pelle nera. Invece se provate a toccarlo (senza il permesso della persona che lo indossa) può capitarvi qualcosa di molto spiacevole: una scarica elettrica vi colpisce istantaneamente. Si tratta della "No-contact Jacket", l'ultimo ritrovato in tema di difesa personale messo a punto dal Massachusetts Institute of Technology di Boston. Per la difesa personale è stato messo a punto dal Massachusetts Institute of Technology di Boston un giubbotto, apparentemente simile a un normale giubbotto da donna, che colpisce con una scarica elettrica chi prova a toccarlo senza il permesso di chi lo indossa.
Visto da lontano potrebbe sembrare l'ennesimo giubbotto da donna di pelle nera. Invece se provate a toccarlo (senza il permesso della persona che lo indossa) può capitarvi qualcosa di molto spiacevole: una scarica elettrica vi colpisce istantaneamente. Si tratta della "No-contact Jacket", l'ultimo ritrovato in tema di difesa personale messo a punto dal Massachusetts Institute of Technology di Boston. Per la difesa personale è stato messo a punto dal Massachusetts Institute of Technology di Boston un giubbotto, apparentemente simile a un normale giubbotto da donna, che colpisce con una scarica elettrica chi prova a toccarlo senza il permesso di chi lo indossa.
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Visto il regime particolarmente restrittivo imposto dalle autorità statunitensi al commercio degli analgesici-più, gli americani con un debole per l'analgesia spinta guardano sempre più spesso oltre confine: verso nord, in Canada, dove oltre ad analgesici spinti "over the counter" (cioè senza prescrizione) sarà presto possibile trovare lo spray a base di marijuana. Ma soprattutto verso sud: le cittadine messicane di Tijuana e Nogales si sono infatti guadagnate la reputazione di meta privilegiata per i viaggi di importazione illegale degli analgesici e delle cosiddette "smart drugs". A causa delle restrizioni imposte negli Stati Uniti al commercio degli analgesici-più, gli americani cercano questi tipi di medicinali in Canada, dove non occorre la prescrizione, o nelle città messicane di Tijuana e Nogales, note mete per l'importazione illegale di alcuni di farmaci e "smart drugs".
Visto il regime particolarmente restrittivo imposto dalle autorità statunitensi al commercio degli analgesici-più, gli americani con un debole per l'analgesia spinta guardano sempre più spesso oltre confine: verso nord, in Canada, dove oltre ad analgesici spinti "over the counter" (cioè senza prescrizione) sarà presto possibile trovare lo spray a base di marijuana. Ma soprattutto verso sud: le cittadine messicane di Tijuana e Nogales si sono infatti guadagnate la reputazione di meta privilegiata per i viaggi di importazione illegale degli analgesici e delle cosiddette "smart drugs". A causa delle restrizioni imposte negli Stati Uniti al commercio degli analgesici-più, gli americani cercano questi tipi di medicinali in Canada, dove non occorre la prescrizione, o nelle città messicane di Tijuana e Nogales, note mete per l'importazione illegale di alcuni di farmaci e "smart drugs".
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Volete mettere in imbarazzo un economista? Volete contrastarne la probabile sicumera? Chiedetegli a bruciapelo di definire esattamente la materia economica, l'oggetto della sua scienza. Ed egli annasperà. Tutti sanno intuitivamente distinguere ciò che appartiene all'economia e ciò che non le appartiene. Ma non sanno con pari facilità spiegare il perché della distinzione, non sanno mettere la logica al posto dell'intuito. È difficile, per un economista, definire logicamente la materia economica. Se intuitivamente sa distinguere ciò che è relativo all'economia e ciò che non lo è, lo metterebbe in difficoltà doverlo spiegare razionalmente.
Volete mettere in imbarazzo un economista? Volete contrastarne la probabile sicumera? Chiedetegli a bruciapelo di definire esattamente la materia economica, l'oggetto della sua scienza. Ed egli annasperà. Tutti sanno intuitivamente distinguere ciò che appartiene all'economia e ciò che non le appartiene. Ma non sanno con pari facilità spiegare il perché della distinzione, non sanno mettere la logica al posto dell'intuito. È difficile, per un economista, definire logicamente la materia economica. Se intuitivamente sa distinguere ciò che è relativo all'economia e ciò che non lo è, lo metterebbe in difficoltà doverlo spiegare razionalmente.
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Volterra, celebre per l'estrazione e la lavorazione dell'alabastro, conserva un notevole centro storico di origine etrusca (di questa epoca rimangono la Porta all'Arco; la Porta Diana, che conserva i blocchi degli stipiti; gran parte della cinta muraria; l'Acropoli, dove sono presenti le fondamenta di due templi, vari edifici e alcune cisterne; numerosissimi ipogei utilizzati per la sepoltura dei defunti), rovine romane (un teatro a emiciclo) e edifici medievali come la Cattedrale, la Fortezza Medicea e il Palazzo dei Priori sull'omonima piazza. Volterra faceva parte della confederazione etrusca, detta dodecapoli etrusca. Il re e gran sacerdote era detto lucumone. Il nome della città etrusca è ben leggibile nella serie di monete conservate al Museo Guarnacci. In latino la città assunse il nome di Volaterrae, dal quale deriva l'attuale. Volterra, celebre per l'alabastro, ha un notevole centro di origine etrusca (dell'epoca rimangono la Porta all'Arco, la Porta Diana, l'Acropoli e numerosissimi ipogei per la sepoltura dei defunti), rovine romane e alcuni edifici medievali (la Cattedrale, la Fortezza Medicea e il Palazzo dei Priori). Volterra faceva parte della dodecapoli etrusca. Il re era detto lucumone. Il nome della città etrusca è ben leggibile nella serie di monete conservate al Museo Guarnacci. In latino la città assunse il nome di Volaterrae.
Volterra, celebre per l'estrazione e la lavorazione dell'alabastro, conserva un notevole centro storico di origine etrusca (di questa epoca rimangono la Porta all'Arco; la Porta Diana, che conserva i blocchi degli stipiti; gran parte della cinta muraria; l'Acropoli, dove sono presenti le fondamenta di due templi, vari edifici e alcune cisterne; numerosissimi ipogei utilizzati per la sepoltura dei defunti), rovine romane (un teatro a emiciclo) e edifici medievali come la Cattedrale, la Fortezza Medicea e il Palazzo dei Priori sull'omonima piazza. Volterra faceva parte della confederazione etrusca, detta dodecapoli etrusca. Il re e gran sacerdote era detto lucumone. Il nome della città etrusca è ben leggibile nella serie di monete conservate al Museo Guarnacci. In latino la città assunse il nome di Volaterrae, dal quale deriva l'attuale. Volterra, celebre per l'alabastro, ha un notevole centro di origine etrusca (dell'epoca rimangono la Porta all'Arco, la Porta Diana, l'Acropoli e numerosissimi ipogei per la sepoltura dei defunti), rovine romane e alcuni edifici medievali (la Cattedrale, la Fortezza Medicea e il Palazzo dei Priori). Volterra faceva parte della dodecapoli etrusca. Il re era detto lucumone. Il nome della città etrusca è ben leggibile nella serie di monete conservate al Museo Guarnacci. In latino la città assunse il nome di Volaterrae.
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Vorrei che tu tenessi conto, nel consigliarmi, che il protagonista di questo romanzo è quello che è e, a parte le analogie della sua storia con la mia, o con la nostra analogie ambientali o psicologiche che sono puri involucri esistenziali, utili a dare concretezza a ciò che accade nel loro interno esso mi è ripugnante: ho passato un lungo periodo della mia vita in sua compagnia, e mi riuscirebbe molto faticoso ricominciare da capo per un periodo che sarebbe presumibilmente ancora più lungo. Il protagonista del romanzo mi ripugna, a parte per le analogie ambientali e psicologiche con la mia e la nostra storia. Dunque vorrei che tenessi conto di questo nel consigliarmi: ho già passato molto tempo con lui e non desidero passarne dell'altro.
Vorrei che tu tenessi conto, nel consigliarmi, che il protagonista di questo romanzo è quello che è e, a parte le analogie della sua storia con la mia, o con la nostra analogie ambientali o psicologiche che sono puri involucri esistenziali, utili a dare concretezza a ciò che accade nel loro interno esso mi è ripugnante: ho passato un lungo periodo della mia vita in sua compagnia, e mi riuscirebbe molto faticoso ricominciare da capo per un periodo che sarebbe presumibilmente ancora più lungo. Il protagonista del romanzo mi ripugna, a parte per le analogie ambientali e psicologiche con la mia e la nostra storia. Dunque vorrei che tenessi conto di questo nel consigliarmi: ho già passato molto tempo con lui e non desidero passarne dell'altro.
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Vostro fratello o vostra sorella hanno avuto un ictus? Se la risposta è affermativa, sappiate che il rischio di essere colpiti da tale patologia aumenta del 60% se i familiari ne sono stati affetti prima dei 55 anni: è quanto emerso da uno studio condotto in Svezia. Per determinare il rischio di ictus, il team di ricercatori ha esaminato l'influenza dell'età, del sesso e della storia clinica familiare. Inoltre, altri due elementi sembrano supportare tale studio: la debolezza dei vasi cerebrali e uno stile di vita poco sano. Stando a uno studio di un team di ricercatori svedesi, se si ha un fratello o una sorella colpiti da ictus prima dei 55 anni, il rischio di esserne colpiti aumenta del 60%. Oltre alla familiarità, all'età e al sesso, incidono notevolmente sul rischio di ictus anche la debolezza dei vasi cerebrali e lo stile di vita.
Vostro fratello o vostra sorella hanno avuto un ictus? Se la risposta è affermativa, sappiate che il rischio di essere colpiti da tale patologia aumenta del 60% se i familiari ne sono stati affetti prima dei 55 anni: è quanto emerso da uno studio condotto in Svezia. Per determinare il rischio di ictus, il team di ricercatori ha esaminato l'influenza dell'età, del sesso e della storia clinica familiare. Inoltre, altri due elementi sembrano supportare tale studio: la debolezza dei vasi cerebrali e uno stile di vita poco sano. Stando a uno studio di un team di ricercatori svedesi, se si ha un fratello o una sorella colpiti da ictus prima dei 55 anni, il rischio di esserne colpiti aumenta del 60%. Oltre alla familiarità, all'età e al sesso, incidono notevolmente sul rischio di ictus anche la debolezza dei vasi cerebrali e lo stile di vita.
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Walker sostiene che il sonno abbia subito una forte evoluzione negli anni a causa di fattori prettamente culturali. Nel 1942 meno dell'8% della popolazione, in Europa e negli Stati Uniti, sopravviveva con 6 ore di sonno o meno a notte. Nel 2017, una persona su due dorme 6 ore o meno di 6 ore per notte. Supermercati aperti 24h/24h, lavori straordinari, più programmi televisivi, più conoscenze da dover acquisire, trasporti pubblici attivi tutta la notte, discoteche aperte ogni sera in cui ballare fino a tarda mattina, droghe che ci consentono di mantenere ritmi più serrati: "sono tutti nemici del sonno", dice Walker. La società ci tiene così tanto impegnati che dormire diventa superfluo. Negli anni '40, in Europa e negli Stati Uniti, la maggior parte della popolazione dormiva più di 6 ore a notte, nel 2017 solo la metà. Secondo Walker tale evoluzione è dovuta principalmente a fattori sociali e culturali, dai supermercati aperti 24h/24h, alle discoteche aperte tutta la notte, al consumo di droghe.
Walker sostiene che il sonno abbia subito una forte evoluzione negli anni a causa di fattori prettamente culturali. Nel 1942 meno dell'8% della popolazione, in Europa e negli Stati Uniti, sopravviveva con 6 ore di sonno o meno a notte. Nel 2017, una persona su due dorme 6 ore o meno di 6 ore per notte. Supermercati aperti 24h/24h, lavori straordinari, più programmi televisivi, più conoscenze da dover acquisire, trasporti pubblici attivi tutta la notte, discoteche aperte ogni sera in cui ballare fino a tarda mattina, droghe che ci consentono di mantenere ritmi più serrati: "sono tutti nemici del sonno", dice Walker. La società ci tiene così tanto impegnati che dormire diventa superfluo. Negli anni '40, in Europa e negli Stati Uniti, la maggior parte della popolazione dormiva più di 6 ore a notte, nel 2017 solo la metà. Secondo Walker tale evoluzione è dovuta principalmente a fattori sociali e culturali, dai supermercati aperti 24h/24h, alle discoteche aperte tutta la notte, al consumo di droghe.
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Wikipedia costituisce uno degli esempi di diffusione di conoscenze a livello planetario - anche nel caso di Wikipedia, come recenti studi hanno mostrato, il tasso di errore non è superiore al tasso di errori presente in togate enciclopedie - di cui l'intellettuale professionale non ha capito l'importanza. Ancor più impressionante è l'incapacità di vedere le potenzialità del mezzo per la ricerca umanistica avanzata, quella, per intenderci, che nessuno vuole più pubblicare. Wikipedia è uno strumento, non peggiore quanto a precisione rispetto ad altri, di diffusione universale del sapere. Molti non ne hanno ancora capito l'enorme potenzialità, legata alla capacità di divulgare quella cultura umanistica avanzata che ormai non interessa più agli editori.
Wikipedia costituisce uno degli esempi di diffusione di conoscenze a livello planetario - anche nel caso di Wikipedia, come recenti studi hanno mostrato, il tasso di errore non è superiore al tasso di errori presente in togate enciclopedie - di cui l'intellettuale professionale non ha capito l'importanza. Ancor più impressionante è l'incapacità di vedere le potenzialità del mezzo per la ricerca umanistica avanzata, quella, per intenderci, che nessuno vuole più pubblicare. Wikipedia è uno strumento, non peggiore quanto a precisione rispetto ad altri, di diffusione universale del sapere. Molti non ne hanno ancora capito l'enorme potenzialità, legata alla capacità di divulgare quella cultura umanistica avanzata che ormai non interessa più agli editori.
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Zurigo non è solo la brillante metropoli finanziaria o l'austera capitale della Riforma protestante di Huldrych Zwingli. I manifesti nelle strade, le pubblicità sui tram, le vetrine delle librerie che festeggiano il Dadaismo, ci ricordano che la prima città elvetica per grandezza ha anche un'anima ribelle, come il movimento creato un secolo fa al Cabaret Voltaire da Tristan Tzara, Hugo Ball, Hans Harp e altri artisti. Zurigo, metropoli finanziaria nonché città simbolo della Riforma protestante di Zwingli, ha altresì un'anima artistica ribelle. Infatti è sufficiente passeggiare per le sue vie per ricordarsi che proprio qui, cent'anni fa, è nato il Dadaismo grazie a Tristan Tzara, Hugo Ball, Hans Harp e altri artisti.
Zurigo non è solo la brillante metropoli finanziaria o l'austera capitale della Riforma protestante di Huldrych Zwingli. I manifesti nelle strade, le pubblicità sui tram, le vetrine delle librerie che festeggiano il Dadaismo, ci ricordano che la prima città elvetica per grandezza ha anche un'anima ribelle, come il movimento creato un secolo fa al Cabaret Voltaire da Tristan Tzara, Hugo Ball, Hans Harp e altri artisti. Zurigo, metropoli finanziaria nonché città simbolo della Riforma protestante di Zwingli, ha altresì un'anima artistica ribelle. Infatti è sufficiente passeggiare per le sue vie per ricordarsi che proprio qui, cent'anni fa, è nato il Dadaismo grazie a Tristan Tzara, Hugo Ball, Hans Harp e altri artisti.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto in base ai criteri seguenti: · chiarezza: la rielaborazione deve esprimere chiaramente e completamente l'argomentazione principale del testo; · essenzialità: la rielaborazione deve evitare ridondanze e argomentazioni secondarie o subordinate e non può riportare informazioni addizionali o diverse da quelle contenute nel testo; · somiglianza: la rielaborazione deve contenere tutti i principali concetti espressi nel testo. La comunicazione elettronica ha dato origine, per le proprie peculiarità, a nuovi ambiti e nuove modalità d'uso della lingua caratterizzati fondamentalmente dalla coesistenza, oltre che di aspetti di concezione del messaggio tipici alcuni dello scritto e altri del parlato, di tratti linguistici tradizionalmente ascritti alcuni a varietà formali e altri a varietà informali. È interessante osservare, in questa varietà di lingua, la variazione di registro, ossia della variazione in dipendenza dal grado di formalità o informalità della situazione comunicativa, e più in generale la variazione diafasica, ovvero della variazione attraverso le situazioni comunicative. Nella lingua usata nella comunicazione elettronica coesistono tratti solitamente ascritti a varietà formali e altri a varietà informali; è quindi interessante osservarne la variazione diafasica.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto in base ai criteri seguenti: · chiarezza: la rielaborazione deve esprimere chiaramente e completamente l'argomentazione principale del testo; · essenzialità: la rielaborazione deve evitare ridondanze e argomentazioni secondarie o subordinate e non può riportare informazioni addizionali o diverse da quelle contenute nel testo; · somiglianza: la rielaborazione deve contenere tutti i principali concetti espressi nel testo. Solitamente, quando per avventura si coricava sul fianco sinistro, Kees non dormiva di un sonno tranquillo. In preda a un senso di oppressione, respirava a sobbalzi, si agitava, gemeva, così da svegliare la signora Popinga, la quale d'autorità gli faceva riprendere una posizione più propizia. Ebbene, quella notte aveva dormito sul fianco sinistro e non ricordava un solo brutto sogno. Meglio ancora: lui, che al mattino stentava a tornare in sé, ritrovò immediatamente, da un istante all'altro, una completa lucidità. Diversamente dal solito, quando si svegliò dopo aver dormito sul fianco sinistro, quella mattina Kees si accorse di aver avuto un sonno tranquillo e ritrovò immediatamente la lucidità. Di regola, invece, quando dormiva in quella posizione si agitava parecchio, svegliando la signora Popinga, che gli faceva trovare una posizione più confortevole.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto in base ai criteri seguenti: · chiarezza: la rielaborazione deve esprimere chiaramente e completamente l'argomentazione principale del testo; · essenzialità: la rielaborazione deve evitare ridondanze e argomentazioni secondarie o subordinate e non può riportare informazioni addizionali o diverse da quelle contenute nel testo; · somiglianza: la rielaborazione deve contenere tutti i principali concetti espressi nel testo. Nutrite con foglie raccolte nei dintorni della centrale nucleare di Fukushima, tra i 16 e i 20 mesi dopo l'esplosione, le farfalle blu "Zizeeria maha" hanno un più alto tasso di mortalità e di malformazioni. Le foglie avevano livelli di radiazioni inferiori alla soglia fissata per il consumo umano. I risultati sugli insetti non sono direttamente applicabili agli esseri umani, scrive Bmc Evolutionary Biology. Bmc Evolutionary Biology riporta il risultato di uno studio secondo cui alcune farfalle blu della specie "Zizeeria maha", nutrite con foglie provenienti dalla zona della centrale nucleare di Fukushima tra i 16 e i 20 mesi dopo l'esplosione, hanno un più alto tasso di mortalità e di malformazioni. Il tasso di radioattività delle foglie era inferiore a quello considerato nocivo per l'uomo, e i risultati non sono applicabili all'uomo.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto in base ai criteri seguenti: · chiarezza: la rielaborazione deve esprimere chiaramente e completamente l'argomentazione principale del testo; · essenzialità: la rielaborazione deve evitare ridondanze e argomentazioni secondarie o subordinate e non può riportare informazioni addizionali o diverse da quelle contenute nel testo; · somiglianza: la rielaborazione deve contenere tutti i principali concetti espressi nel testo. Dal momento della sua scoperta, quasi cinque secoli fa, la Patagonia ha avuto stretti rapporti con l'Italia. È stato infatti un italiano, Antonio Pigafetta, autore del diario di bordo della spedizione di Magellano, ad avventurarsi per primo nell'esplorazione della regione e a descrivere per la prima volta gli indigeni che, per l'imponente stazza fisica, vennero chiamati "patagoni", cioè uomini dai grandi piedi. Italiani sono stati anche alcuni esploratori successivi, come il tenente di vascello Giacomo Bove, che nel 1881 comandò un'importante spedizione geografica che si spinse fino alla Terra del Fuoco. È stata poi la volta, all'inizio del Novecento, di alcuni missionari salesiani, come Giuseppe Fagnano e Alberto Maria De Agostani, che presero le difese degli indios, sterminati dai nuovi coloni. Nel corso del Novecento molti italiani sono emigrati in Patagonia e vi hanno impiantato attività economiche, legate in particolare alle due principali risorse della regione, il petrolio e l'allevamento ovino. La Patagonia ha intrattenuto stretti rapporti con l'Italia fin dalla sua scoperta: fu infatti un italiano, Antonio Pigafetta, il primo a esplorare la regione e a descriverne gli abitanti, chiamati "patagoni". Successivamente altri esploratori italiani hanno raggiunto questo territorio: Giacomo Bove nel 1881 e i salesiani Giuseppe Fagnano e Alberto Maria De Agostani all'inizio del Novecento. Nel corso del secolo scorso la Patagonia ha accolto molti emigranti italiani, che hanno avviato lì delle attività economiche.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto in base ai criteri seguenti: · chiarezza: la rielaborazione deve esprimere chiaramente e completamente l'argomentazione principale del testo; · essenzialità: la rielaborazione deve evitare ridondanze e argomentazioni secondarie o subordinate e non può riportare informazioni addizionali o diverse da quelle contenute nel testo; · somiglianza: la rielaborazione deve contenere tutti i principali concetti espressi nel testo. I talebani sono un gruppo politico che attualmente controlla i due terzi del territorio dell'Afghanistan e la capitale, Kabul. Si definiscono "studenti di teologia islamica", e hanno imposto, alla parte del Paese che controllano, leggi e comportamenti rigidissimi in nome di alcuni principi religiosi tratti dal Corano, il libro sacro dei musulmani. Quando hanno preso il potere, in nome dell'integralismo religioso, hanno distrutto alcuni simboli dell'Occidente, come i televisori, hanno chiuso i cinematografi e tutti i luoghi di divertimento, come le discoteche. Le pene per chi trasgredisce sono molto severe; è stato addirittura istituito il Ministero dei vizi e delle virtù, che condanna a morte o alla tortura chi viola alcuni principi di comportamento. La legge dei talebani esclude le donne dalla vita politica e sociale. Alle donne è proibito uscire per strada se non accompagnate dal marito o da un parente stretto, è proibito parlare, ridere e farsi fotografare in pubblico, non possono andare a scuola né lavorare fuori casa, non possono far rumore con i tacchi delle scarpe e usare le calze bianche, considerate un richiamo sessuale, non possono infine usare lo smalto per le unghie, pena la mutilazione delle dita. I talebani controllano i due terzi dell'Afghanistan e la città di Kabul e hanno imposto in questi territori leggi rigide secondo alcuni principi tratti dal Corano. In nome dell'integralismo religioso hanno chiuso tutti i luoghi di divertimento e distrutto i simboli dell'Occidente. Chi trasgredisce alcune regole di comportamento è sottoposto a pene molto severe. Le donne sono completamente escluse dalla vita politica e sociale e sottoposte a norme estremamente restrittive: ad esempio non possono parlare né ridere in pubblico, andare a scuola o lavorare fuori casa, e nemmeno uscire per strada se non accompagnate da un parente.
- Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il Individuare l'alternativa che meglio sintetizza il contenuto del testo proposto in base ai criteri seguenti: · chiarezza: la rielaborazione deve esprimere chiaramente e completamente l'argomentazione principale del testo; · essenzialità: la rielaborazione deve evitare ridondanze e argomentazioni secondarie o subordinate e non può riportare informazioni addizionali o diverse da quelle contenute nel testo; · somiglianza: la rielaborazione deve contenere tutti i principali concetti espressi nel testo. Nel periodo tra le due guerre mondiali, l'India fu uno dei Paesi che si opposero al colonialismo inglese; il capo del movimento per l'indipendenza fu una personalità straordinaria, il Mahatma (grande anima) Gandhi, il quale riuscì a raggiungere l'obiettivo della libertà, che rivolte violente non avevano potuto realizzare, grazie a una nuovissima forma di lotta: la non violenza. Gandhi riuscì a persuadere la popolazione a una campagna di non-violenza; sostenitore delle tradizioni del proprio Paese, convinse i contadini e gli artigiani a riprendere a filare con l'antico arcolaio e a boicottare i tessuti inglesi. Tra le due guerre, a capo del movimento per l'indipendenza indiana si pose Gandhi, che riuscì a ottenere la libertà grazie a una nuova forma di lotta: la non-violenza. A sostegno delle tradizioni del suo Paese, egli convinse i contadini e gli artigiani a tessere in autonomia boicottando i tessuti inglesi.