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Elenco in ordine alfabetico delle domande di Notaio - quesiti di difficoltà alta

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Mario è debitore di una somma di denaro nei confronti di Paolo. Mario e Carlo convengono che quest'ultimo assuma il debito di Mario. In assenza di una dichiarazione liberatoria espressa da parte di Paolo, l'adesione di questi libera Mario nei confronti dello stesso?   Sì, solo se la liberazione di Mario costituisce condizione espressa della stipulazione fra Mario e Carlo
Mario ha venduto a termine a Luca titoli di credito soggetti a estrazione per premi o rimborsi, mediante contratto concluso anteriormente al giorno stabilito per l'inizio dell'estrazione. Durante la pendenza del termine a chi spettano i diritti e gli oneri derivanti dall'estrazione?   A Luca
Mario, Giorgio, Carlo e Giulio sono comproprietari, per quote uguali, di un fabbricato composto da sette unità immobiliari. Mario, per far fronte a rilevanti ed impreviste spese, si trova costretto a vendere la sua quota dell'intero fabbricato, riservandosi il diritto di riscattarla dall'acquirente Andrea entro i successivi cinque anni. Decorsi tre anni da tale vendita Giorgio intende chiedere la divisione giudiziale dell'intero fabbricato. In questo caso Giorgio dovrà proporre la domanda:   nei confronti di Mario, Carlo, Giulio e Andrea
Mario, vedovo, è recentemente deceduto ultranovantenne senza lasciare testamento. Egli aveva avuto tre figli, Remo, Tizio e Caio, di cui i primi due gli sono premorti; Remo aveva generato un solo figlio, premorto al padre ed al nonno, a nome Sempronio, il quale aveva avuto a sua volta un unico figlio, Calpurnio; Tizio aveva generato anch'egli un unico figlio, anch'egli premorto al padre ed al nonno, a nome Primo il quale aveva avuto tre figli a nome Terzo, Mevietto e Caietto. Tenuto conto che Caietto, il quale non ha avuto figli, è deceduto prima del padre dopo aver nominato erede universale la sua convivente Prima, l'eredità relitta da Mario spetterà:   un terzo a Caio, un terzo a Calpurnio e per l'altro terzo a Terzo e Mevietto
Mario, venditore, conclude con Giorgio, acquirente, una vendita su documenti avente per oggetto cose in viaggio tra Roma e Milano. Tra i documenti consegnati a Giorgio, tutti regolari, è compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto. Successivamente Giorgio viene a conoscenza che la merce, a causa di un incidente fortuito, era andata perduta dopo la consegna al vettore ma prima della conclusione del contratto di compravendita e della consegna dei documenti. In tal caso, tenuto conto che Mario, al tempo del contratto di compravendita era a conoscenza della perdita della merce ma l'aveva in mala fede taciuta, i rischi a cui si trova esposta la merce dal momento della consegna al vettore sono a carico:   di Mario
Martina ha venduto a termine a Sandra titoli di credito soggetti a estrazione per premi o rimborsi, mediante contratto concluso anteriormente al giorno stabilito per l'inizio dell'estrazione. Durante la pendenza del termine a chi spettano i diritti e gli oneri derivanti dall'estrazione?   A Sandra
Martino dona il suo unico immobile all'estranea Lucia che, trascorsi tre anni dalla trascrizione del proprio acquisto, lo vende a Sempronio, con atto regolarmente trascritto. Martino, dopo sei anni dalla donazione, muore e la sua successione si apre per legge in favore dell'unica figlia Tizia, che viene lesa nella quota di legittima; Tizia, nei termini, agisce in riduzione e trascrive la domanda giudiziale dopo dieci anni dall'apertura della successione. Nel caso prospettato:   La sentenza che accoglie la domanda di Tizia non pregiudica l'acquisto di Sempronio perchè la domanda giudiziale è trascritta dopo dieci anni dall'apertura della successione
Martino il giorno 12 novembre 2003 si è obbligato a pagare in contanti a Caio la somma di euro cinquemila al domicilio di quest'ultimo al termine di un mese convenuto a favore di entrambi. In questo caso il giorno nel quale Martino deve adempiere, in assenza di altre pattuizioni in proposito e in mancanza di usi diversi, è:   Lunedì 13 dicembre 2003, in quanto non festivo
Martino il giorno 7 ottobre 2003 si è obbligato a pagare in contanti a Filano la somma di euro tremila al domicilio di quest'ultimo, convenendo a favore di entrambi il termine di tre giorni. In questo caso il giorno in cui si deve adempiere, in assenza di altre pattuizioni in proposito e in mancanza di usi diversi, è:   Lunedì 11 ottobre 2003, in quanto non festivo
Martino, agendo in nome proprio ma per conto di Tizio di cui è mandatario, ha acquistato un bene immobile e non ha provveduto al ritrasferimento. In questa ipotesi, Tizio può rivendicare il bene immobile?   No
Martino, Caio e Filano, imprenditori, costituiscono in forma non societaria un consorzio con sede in Milano e con istituzione di un unico ufficio a Roma destinato a svolgere un'attività con i terzi. A Tizio viene attribuita la direzione, a Caio la rappresentanza. In questo caso il consorzio:   può essere convenuto in giudizio in persona di Tizio
Martino, Filano, Caio e Tizio sono creditori in solido in parti uguali verso Sempronio della somma di diciottomila euro. In forza di disposizione testamentaria, alla morte di Martino, Sempronio diventa suo erede universale. In tale ipotesi sussiste ancora il credito solidale di Filano, Caio e Tizio nei confronti di Sempronio?   Sì, per tredicimilacinquecento euro
Martino, Filano, Caio e Tizio sono debitori in solido in parti uguali verso Sempronio della somma di dodicimila euro. In forza di disposizione testamentaria, alla morte di Sempronio, Martino diventa suo erede universale. In tale ipotesi sussiste ancora il debito solidale di Filano, Caio e Tizio nei confronti di Martino?   Sì, per novemila euro
Martino, proprietario del fondo Tusculano, vende l'usufrutto su tale fondo a Caio per la durata di venti anni. L'anno successivo Caio dona il diritto di usufrutto sul fondo Tusculano al proprio fratello Tizio. Quattro anni dopo muore Caio, vedovo, il quale ha disposto con testamento olografo diseredando il proprio unico figlio Valerio, nominando erede universale l'amico Mevio e attribuendo l'usufrutto che gli spettava sul fondo Tusculano a Sempronio. Filano, il quale è interessato ad acquistare l'usufrutto del fondo Tusculano per la durata di dieci anni, un anno dopo la morte di Caio si presenta dal notaio per sapere a chi dovrà indirizzare la propria proposta. Il notaio gli risponderà che a poter disporre del diritto di usufrutto sul fondo Tusculano è:   Martino
Mevia dona la piena proprietà del fondo Tuscolano a favore di Caio, figlio della sorella Tizia, in riguardo del futuro matrimonio di Caio con Caia, la cui data di celebrazione è stata già fissata. Quindici giorni dopo le nozze, Caia muore in un incidente stradale, lasciando a sè superstiti quali unici eredi legittimi il marito Caio e il fratello Tizio, che tre giorni dopo accettano l'eredità. Una settimana dopo il funerale di Caia, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato a comprare con efficacia immediata la piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può fare acquistare a Sempronio tale diritto?   Caio
Mevio acquista da Sempronio un appartamento per il quale il venditore aveva ottenuto, all'epoca del suo acquisto, un mutuo da Tizio garantito da ipoteca di primo grado concessa da Caio su un cespite di sua proprietà. Mevio nell'atto di acquisto si accolla il debito residuo di Sempronio verso Tizio e quest'ultimo, presente alla stipula, aderisce alla stipulazione dichiarando espressamente di liberare il debitore originario Sempronio. In tal caso la garanzia ipotecaria:   si estingue, se Caio non consente espressamente a mantenerla
Mevio con lo stesso contratto ha venduto a Filano, per un solo e medesimo prezzo convenuto a corpo, il fondo rustico Corneliano della superficie dichiarata in atto di metri quadrati 25.000 e il fondo rustico Tuscolano della superficie dichiarata in atto di metri quadrati 35.000. I fondi hanno le medesime caratteristiche. Dopo la vendita è risultato che la superficie reale è maggiore di mq. 8.000 in un fondo e minore di mq. 4.000 nell'altro, rispetto a quelle dichiarate in contratto. Mevio e Filano si recano dal notaio chiedendogli quale sia la disciplina da applicare. Il notaio risponderà che:   si fa la compensazione fino alla debita concorrenza, con diritto al supplemento del prezzo a favore di Mevio, salva la facoltà di Filano di recedere dal contratto
Mevio dona la piena proprietà del fondo agricolo Tuscolano a Tizio, in riguardo del futuro matrimonio di quest'ultimo con Caia, la cui data di celebrazione è stata gia' fissata. Quindici giorni prima della data stabilita per le nozze, Caia muore, dopo aver istituito erede universale l'unico fratello Caio. Una settimana dopo l'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario da parte di Caio, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato all'acquisto con efficacia immediata della piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può vendere tale diritto?   Mevio
Mevio dona la piena proprietà del fondo Tuscolano a favore di Tizio, figlio della sorella Tizia, e di Caia, in riguardo del futuro matrimonio di Tizio con Caia, la cui data di celebrazione è stata già fissata. Quindici giorni dopo le nozze Caia muore, lasciando a sè superstiti quali unici eredi legittimi il marito Tizio e il fratello Caio, che tre giorni dopo accettano l'eredità. Una settimana dopo il funerale di Caia, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato all'acquisto con efficacia immediata della piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può vendere tale diritto?   Tizio e Caio
Mevio dona la piena proprietà del fondo Tuscolano a favore di Tizio, figlio della sorella Tizia, e di Caia, in riguardo del futuro matrimonio di Tizio con Caia, la cui data di celebrazione è stata già fissata. Quindici giorni dopo le nozze, Caia, che non ha discendenti nè ascendenti in vita, muore dopo aver istituito con testamento olografo unico erede il marito e aver legato i suoi diritti sul fondo Tuscolano, in parti uguali fra loro, al fratello Caio e a Mevio. Una settimana dopo il funerale di Caia, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato all'acquisto con efficacia immediata della piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può vendere tale diritto?   Tizio, Caio e Mevio
Mevio dona la piena proprietà del fondo Tuscolano a favore di Tizio, figlio della sorella Tizia, e di Caia, in riguardo del futuro matrimonio di Tizio con la stessa Caia, la cui data di celebrazione è stata già fissata. Quindici giorni dopo le nozze Caia, che ha un solo fratello di nome Caio e non ha discendenti nè ascendenti in vita, muore, dopo aver istituito con testamento olografo unici eredi, in parti uguali fra loro, il marito Tizio e Mevio, i quali accettano l'eredità. Una settimana dopo l'accettazione dell'eredità, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato all'acquisto con efficacia immediata della piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può vendere tale diritto?   Tizio e Mevio
Mevio dona la piena proprietà del fondo Tuscolano a favore di Tizio, figlio della sorella unilaterale Tizia, in riguardo del futuro matrimonio di Tizio con Caia, la cui data di celebrazione è stata già fissata. Quindici giorni prima della data stabilita per le nozze, Caia muore, dopo aver istituito, con testamento olografo, suoi unici eredi, in parti uguali fra loro, il fratello Caio e Tizio, i quali tre giorni dopo accettano l'eredità con beneficio di inventario. Una settimana dopo il funerale di Caia, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato all'acquisto con efficacia immediata della piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può vendere tale diritto?   Mevio
Mevio dona la piena proprietà del fondo Tuscolano a favore di Tizio, figlio della sorella unilaterale Tizia, in riguardo del futuro matrimonio di Tizio con Caia, la cui data di celebrazione è stata già fissata. Quindici giorni dopo le nozze Caia muore, lasciando a sè superstiti quali unici eredi legittimi il marito Tizio e il fratello Caio, che tre giorni dopo accettano l'eredità. Una settimana dopo il funerale di Caia, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato all'acquisto con efficacia immediata della piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può vendere tale diritto?   Tizio
Mevio è debitore di Sempronio di una somma di danaro e Caio ha costituito, a garanzia di tale debito, ipoteca sul proprio fondo Tusculano. Mevio assegna al suo creditore Sempronio un nuovo debitore, Tizio, il quale si obbliga verso il creditore al pagamento del debito; Sempronio libera espressamente Mevio dalla sua obbligazione. In tal caso la garanzia ipotecaria costituita sul fondo Tusculano:   si estingue, se Caio non consente espressamente a mantenerla
Mevio è debitore di Tizio di una somma di danaro e Sempronio ha costituito, a garanzia di tale debito, ipoteca sul proprio fondo Tusculano. Caio, senza esservi delegato da Mevio, ne assume il debito verso Tizio e quest'ultimo espressamente libera Mevio dalla sua obbligazione. In tal caso la garanzia ipotecaria costituita sul fondo Tusculano:   si estingue, se Sempronio non consente espressamente a mantenerla
Mevio è il nudo proprietario e Filano è l'usufruttuario di un importante immobile adibito a teatro e che è stato assicurato da Filano contro il rischio del perimento. L'edificio successivamente crolla e Mevio dichiara che intende ricostruirlo utilizzando l'indennità che è stata appena pagata dalla compagnia assicuratrice. In tal caso Filano:   non può opporsi
Mevio è il nudo proprietario e Filano è l'usufruttuario di un importante immobile adibito a teatro e che è stato assicurato da Filano contro il rischio del perimento. L'edificio successivamente perisce per un disastroso crollo e Mevio lo ricostruisce utilizzando una somma maggiore dell'indennità che è stata pagata dalla compagnia assicuratrice. In tal caso l'usufrutto:   Si trasferisce sul nuovo edificio ed è limitato in proporzione dell'ammontare della somma conseguita come indennità, spettante in usufrutto
Mevio e Tizio, proprietari in parti uguali del fondo Corneliano, hanno realizzato sullo stesso, dal marzo 1990 al gennaio 1991, una villetta, utilizzando materiale di proprietà di Filano, il quale ne era a conoscenza fin dall'inizio dei lavori. Essendosi prospettata l'opportunità di vendere la villetta a Sempronio, con esclusione del terreno su cui essa insiste, Tizio, Mevio e Filano, ritenendosi tutti proprietari, si recano con Sempronio dal notaio Romolo Romani il quale, richiesto di ricevere il relativo atto, risponderà che:   la vendita dovrà essere conclusa da Tizio e Mevio, entrambi proprietari della villetta, e da Sempronio
Mevio il giorno 27 ottobre 2002 si è obbligato a pagare in contanti a Martino la somma di euro diecimila al domicilio di quest'ultimo al termine di un mese, convenuto a favore di entrambi. In questo caso il termine, in assenza di altre pattuizioni in proposito, e tenuto conto che il giorno di scadenza dell'obbligazione non è festivo, scade:   Sabato 27 novembre 2002
Mevio, Caio, Filano e Sempronio sono comproprietari, per quote uguali, di un fabbricato composto da sette unità immobiliari. Caio, per far fronte a rilevanti ed impreviste spese, si trova costretto a vendere la sua quota dell'intero fabbricato, riservandosi il diritto di riscattarla dall'acquirente Tizio entro i successivi cinque anni. Decorsi tre anni da tale vendita Filano intende chiedere la divisione giudiziale dell'intero fabbricato. In questo caso Filano dovrà proporre la domanda:   nei confronti di Caio, Mevio, Sempronio e Tizio
Mevio, con testamento olografo, lega al figlio Filano un appartamento in Roma, ma prima di morire lo vende in piena proprietà alla cara amica Calpurnia per il prezzo di trecentomila euro di cui centomila euro pagate e duecentomila euro da pagare in cinque anni a rate. Al momento della pubblicazione del predetto testamento olografo, il legatario Filano chiede al Notaio se il legato in proprio favore è ancora valido ed efficace, tenuto conto che Calpurnia non ha ancora pagato l'intero prezzo. Il notaio risponderà che:   L'alienazione dell'appartamento, anche nel caso in cui il prezzo sia dilazionato, comporta, fatta salva la prova di una diversa volontà del testatore, la revoca del legato anche quando l'alienazione è annullabile per cause diverse dai vizi del consenso
Mevio, dona, riservandone l'usufrutto per la durata di vent'anni a proprio vantaggio, il fondo Tuscolano a favore di Tizio e di Caia, in riguardo del futuro matrimonio degli stessi, la cui data di celebrazione è stata fissata per l'anno seguente. Quindici giorni dopo le nozze, Caia, che non ha discendenti nè ascendenti in vita e ha un solo fratello di nome Caio, muore, dopo aver istituito, con testamento olografo, unici eredi, in parti uguali fra loro, il marito Tizio e Caio, i quali tre giorni dopo accettano l'eredità. Una settimana dopo il funerale di Caia, Sempronio fa sapere a Tizio di essere interessato a comprare con efficacia immediata la piena proprietà dell'intero fondo Tuscolano; chi può far acquistare tale diritto a Sempronio?   Tizio, Caio e Mevio
Mevio, in regime di comunione legale con Tizia, ha costituito con Caio, celibe, una società a responsabilità limitata che non è proprietaria di immobili e ora intende cedere la propria quota a Sempronio, in comunione legale con Filana. Perché l'atto sia valido è necessario e sufficiente:   L'intervento di Mevio e Sempronio
Mevio, Martino e Sempronio sono creditori in solido nei confronti di Tizio di una somma di denaro. Questi effettua una transazione con il solo Mevio. In questo caso:   la transazione non ha effetto nei confronti di Martino e Sempronio, se questi non dichiarano di volerne profittare
Mevio, morto di recente, aveva stipulato con la compagnia di assicurazione "Alfa s.p.a." una polizza assicurativa sulla propria vita a favore del nipote Filano e, con testamento olografo, ha nominato erede universale Tizio. Mevio conduceva in locazione un grande deposito di proprietà della stessa "Alfa s.p.a." e per i due mesi precedenti alla sua morte non aveva pagato il canone di locazione dovuto. La suddetta compagnia di assicurazione potrà opporre a Filano:   esclusivamente le eccezioni fondate sul contratto stipulato da Mevio sulla propria vita a favore di Filano, ma non quelle fondate sul rapporto di locazione
Mevio, Plinio e Caio, comproprietari di un'antica casa padronale il primo in ragione di undici ventesimi e gli altri due in ragione di quattro ventesimi ciascuno, intendono delegare al solo Plinio l'amministrazione ordinaria della casa stessa. A tal fine si recano dal notaio e gli chiedono se è sufficiente il loro consenso, in quanto Quarto, altro comproprietario in ragione di un ventesimo, non è d'accordo sulla scelta dell'amministratore. Il notaio risponderà che:   l'amministrazione ordinaria della cosa comune può essere delegata a Plinio anche senza il consenso di Quarto, in quanto Mevio, Plinio e Caio rappresentano la maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle loro quote
Mevio, proprietario del fondo Corneliano, ha realizzato sullo stesso, dal marzo 1990 al gennaio 1991, una villetta, utilizzando materiale di proprietà di Tizio, il quale ne era a conoscenza fin dall'inizio dei lavori. Essendosi prospettata l'opportunità di vendere la villetta a Sempronio, con esclusione del terreno su cui essa insiste, Tizio e Mevio, ritenendosi entrambi proprietari, si recano con Sempronio dal notaio Romolo Romani il quale, richiesto di ricevere il relativo atto, risponderà che:   la vendita dovrà essere conclusa da Mevio e Sempronio
Mevio, proprietario del fondo Tusculano, vende l'usufrutto su tale fondo a Caio per la durata di venti anni. L'anno successivo Caio dona il diritto di usufrutto sul fondo Tusculano al proprio fratello Martino. Quattro anni dopo muore Caio, vedovo, il quale aveva già da tempo disposto con testamento olografo diseredando il proprio unico figlio Valerio, nominando erede universale l'amico Tizio e attribuendo l'usufrutto che gli spettava sul fondo Tusculano a Sempronio. Filano, il quale è interessato ad acquistare l'usufrutto del fondo Tusculano per la durata di dieci anni, un anno dopo la morte di Caio si presenta dal notaio per sapere a chi dovrà indirizzare la propria proposta. Il notaio gli risponderà che a poter disporre del diritto di usufrutto sul fondo Tusculano è:   Mevio
Mevio, proprietario del fondo Tusculano, vende l'usufrutto su tale fondo a Caio per la durata di venti anni. Quattro anni dopo muore Caio, vedovo, il quale ha disposto con testamento olografo diseredando il proprio unico figlio Valerio, nominando erede universale l'amico Tizio e attribuendo l'usufrutto che gli spettava sul fondo Tusculano a Sempronio. Filano, il quale è interessato ad acquistare l'usufrutto del fondo Tusculano per la durata di dieci anni, un anno dopo la morte di Caio, si presenta dal notaio per sapere a chi dovrà indirizzare la propria proposta. Il notaio gli risponderà che a poter disporre del diritto di usufrutto sul fondo Tusculano è:   Mevio
Mevio, vedovo e padre di tre figli a nome Tizio, Tizione e Tizietto, è stato istituito erede universale dal suo amico Caio. Prima di aver potuto accettare l'eredità, però, Mevio muore e dei suoi figli soltanto Tizio vuole accettare l'eredità sia del padre che di Caio, mentre Tizione e Tizietto vogliono accettare soltanto l'eredità del padre ma intendono rinunziare a quella di Caio. In questo caso:   Tizione e Tizietto rimarranno estranei all'eredità di Caio di cui Tizio acquisterà tutti i diritti
Mevio, vedovo, è recentemente deceduto ultranovantenne senza lasciare testamento. Egli aveva avuto tre figli, Mario, Remo e Tizio, di cui i primi due gli sono premorti; Mario aveva generato un solo figlio, premorto al padre ed al nonno, a nome Caio, il quale aveva avuto a sua volta un unico figlio, Filano; Remo aveva generato anch'egli un unico figlio, anch'egli premorto al padre ed al nonno, a nome Calpurnio il quale aveva avuto tre figli a nome Tizietto, Caietto e Mevietto. Tenuto conto che Mevietto, il quale non ha avuto figli, è deceduto prima del padre dopo aver nominato erede universale la sua convivente Calpurnia, l'eredità relitta da Mevio spetterà:   un terzo a Tizio, un terzo a Filano e per l'altro terzo a Tizietto e Caietto
Mevio, vedovo, è recentemente deceduto ultranovantenne senza lasciare testamento. Gli unici suoi due figli, Sempronio e Caio, gli erano premorti; Sempronio aveva generato un solo figlio, premorto al padre ed al nonno, a nome Calpurnio, il quale aveva avuto a sua volta un unico figlio, Mevietto; Caio aveva generato anch'egli un unico figlio, anche questo premorto al padre ed al nonno, a nome Tizietto il quale aveva avuto tre figli a nome Secondo, Primo e Filano. Tenuto conto che Filano, il quale non ha avuto figli, è deceduto prima del padre dopo aver nominato erede universale la sua convivente Tizia, l'eredità relitta da Mevio spetterà:   per metà a Mevietto e per l'altra metà a Secondo e Primo
Mevio, vedovo, è recentemente deceduto ultranovantenne senza lasciare testamento. Gli unici suoi due figli, Sempronio e Primo, gli erano premorti; Sempronio aveva generato un solo figlio, premorto al padre ed al nonno, a nome Secondo, il quale aveva avuto a sua volta un unico figlio, Calpurnio; Primo aveva generato anch'egli un unico figlio, anche questo premorto al padre ed al nonno, a nome Filano il quale aveva avuto tre figli a nome Tizietto, Mevietto e Caietto. Tenuto conto che Caietto, il quale non ha avuto figli, è deceduto prima del padre dopo aver nominato erede universale la sua convivente Mevia, l'eredità relitta da Mevio spetterà:   per metà a Calpurnio e per l'altra metà a Tizietto e Mevietto
Mevio, vedovo, è recentemente deceduto ultranovantenne. Gli unici suoi due figli, Tizio e Caio, gli erano premorti; Tizio aveva generato un solo figlio, premorto al padre ed al nonno, a nome Tizietto, il quale aveva avuto a sua volta un unico figlio, Tizione; Caio aveva generato anch'egli un unico figlio, anche questo premorto al padre ed al nonno, a nome Sempronio il quale aveva avuto tre figli a nome Primo, Secondo e Terzo. Tenuto conto che Terzo, il quale non ha avuto figli, è deceduto prima del padre dopo aver nominato erede universale la sua convivente Caia e che Mevio molti anni prima di morire aveva, con testamento mai revocato, nominato eredi in parti uguali i due figli senza disporre alcuna sostituzione, l'eredità relitta da Mevio spetterà:   per metà a Tizione e per l'altra metà a Primo e Secondo
Mevio, venditore, conclude con Filano, acquirente, una vendita su documenti avente per oggetto cose in viaggio tra Roma e Milano. Tra i documenti consegnati a Filano, tutti regolari, è compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto. Successivamente Filano viene a conoscenza che la merce, a causa di un incidente fortuito, era andata perduta dopo la consegna al vettore ma prima della conclusione del contratto di compravendita e della consegna dei documenti. In tal caso, tenuto conto che Mevio, al tempo del contratto di compravendita era a conoscenza della perdita della merce ma l'aveva in mala fede taciuta, i rischi a cui si trova esposta la merce dal momento della consegna al vettore sono a carico:   di Mevio