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Elenco in ordine alfabetico delle domande di Blocco TSCL

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Un cittadino italiano che detiene, in Italia o all'estero, denaro contante o valori al portatore frutto di attività delittuose, può accedere alla procedura relativa alla c.d. "voluntary disclosure" mediante una dichiarazione che ne attesti l'origine da reati di riciclaggio?   Sì, purchè il reato presupposto sia esclusivamente uno dei reati fiscali di cui agli artt. 2,3,4,5,10 bis e ter del D.lgs 74/2000
Un ulteriore aspetto della collaborazione tra UIF e Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (DNAA) trova specifica disciplina nell'art. 8, comma 1, lett. d), del D.lgs. 231/2007, che consente:   alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (DNAA) di chiedere alla UIF l'analisi dei flussi finanziari ovvero analisi e studi su singole anomalie, riferibili a ipotesi di utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività della criminalità organizzata o di finanziamento del terrorismo, su specifici settori dell'economia ritenuti a rischio, su categorie di strumenti di pagamento e su specifiche realtà economiche territoriali
Una volta ricevute le segnalazioni di operazioni sospette inviate dai soggetti obbligati agli adempimenti antiriciclaggio, l'U.I.F. ne effettua:   l'Analisi Finanziaria
Uno degli esiti dell'analisi finanziaria svolta dalla UIF è costituito dalle segnalazioni che, nell'iter del processo valutativo, sono ritenute non rilevanti in termini di rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Il vigente dettato normativo è focalizzato su criteri di selezione delle segnalazioni di operazioni sospette in base alla valutazione del rischio e non più sul concetto di manifesta infondatezza, di conseguenza:   la valutazione della UIF per le segnalazioni c.d. "non rilevanti" è basata sull'evidenza di un quadro in cui le informazioni di natura finanziaria, supportate anche da quelle investigative, non consentono di confermare il sospetto che ha indotto il segnalante all'invio della SOS