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SCUOLA, PRECARI SENZA POSTO FISSO, PRECARI A VITA???
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Da: LadyGaGa 27/05/2011 11:30:21
Due sentenze della magistratura mettono nei guai la Pubblica istruzione e potrebbero dare la stura, se non fossero corrette negli altri gradi di giudizio, a un contenzioso con effetti devastanti per le finanze pubbliche. Vediamo, in breve, di che cosa si tratta. Il tribunale di Genova ha accolto il ricorso di un insegnante precario della scuola, che aveva avuto incarichi temporanei ripetuti più volte, e ha condannato l'Amministrazione a pagare la penale prevista nel caso di violazione delle norme che - avendo recepito la direttiva europea nel 2001 - regolano le assunzioni a tempo determinato. La somma da liquidare è pari a 15mila euro; ne deriva che lo Stato dovrebbe mettere in conto alcuni miliardi se tutti gli interessati dovessero fare causa e averla vinta.

Il tribunale di Siena è andato oltre. Ha ritenuto applicabile anche al pubblico impiego la norma di cui alla legge n. 247 del 2007 (il provvedimento che ha recepito il Protocollo sul welfare di quell'anno) laddove prevede che un contratto a tempo determinato non possa - pena la trasformazione a tempo indeterminato - essere rinnovato per un tempo complessivo superiore a 36 mesi. In questo caso, dunque, il giudice ha ordinato, in pratica, la stabilizzazione dei ricorrenti che avevano già compiuto (da idonei) una lunga trafila nella scuola (come è sempre avvenuto a causa delle caratteristiche stesse di quel tipo di impiego) e oltrepassato il limite dei 36 mesi canonici.

Allo stato degli atti c'è da presumere - quanto meno da sperare - che tali sentenze siano corrette negli ulteriori gradi di giudizio, dal momento che l'orientamento assunto sembra essere in palese contrasto con le norme di legge che limitano al settore privato la nuova disciplina del lavoro a termine di cui alla legge n. 386 del 2001. All'occorrenza, tuttavia, è stata predisposta una norma di natura interpretativa (si parla di un emendamento alla legge comunitaria, in aula alla Camera questa settimana) poiché neppure nella pubblica amministrazione è ammissibile una sorta di "imponibile di manodopera" attenta - doverosamente - ai diritti dei lavoratori, ma completamente indifferente nei confronti dell'equilibrio dei conti pubblici, che pure costituisce un bene da tutelare in nome di un interesse superiore della comunità a cui tutti apparteniamo.

Da sempre l'organizzazione del lavoro nella scuola richiede di utilizzare personale straordinario per far fronte alle supplenze, alle sostituzioni e quant'altro. Peraltro, il ministro Gelmini ha assicurato che, grazie alle politiche che hanno bloccato la "fabbrica" dei precari, nel giro di qualche anno tutto il personale dovrebbe essere stabilizzato. La questione è seria, perché lascia trapelare una tentazione molto diffusa a risolvere - per legge - un problema che, come l'occupazione di carattere precario, è determinato dall'economia



Scuola, precari senza posto fisso
di Eugenio Bruno e Marco Mobili Il Sole 24 Ore, 2.4.2011

Scuola, precari a vita. Tremonti e Gelmini bloccano per decreto 60mila ricorsi
Il Salvagente numero 14

Per disinnescare i ricorsi futuri dei docenti precari il ministero dell'Istruzione torna all'antico. E sostanzialmente rispolvera la stessa interpretazione restrittiva della direttiva europea sui contratti a termine già prevista nel Dl «salva-precari» di un anno e mezzo fa ed eliminata in aula alla Camera. A contenerla è un emendamento alla legge comunitaria 2010, che è stato messo a punto dai tecnici di viale Trastevere e che dovrebbe essere depositato mercoledì al comitato dei nove della commissione Politiche comunitarie di Montecitorio.

Con un articolo in due soli commi il Miur pensa di debellare il rischio di nuovi maxi-risarcimenti per la mancata stabilizzazione degli insegnanti che hanno ottenuto tre supplenze annuali consecutive ma non sono stati stabilizzati, come quello stabilito dal Tribunale di Genova il 25 marzo scorso. Il primo comma reinterpreta l'articolo 14-bis che il decreto legge «salva-precari» 134/2009 ha aggiunto alla legge 124/1999 nel senso che «i contratti a tempo determinato» per le supplenze di docenti e personale tecnico-amministrativo non possono «in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato né consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo».

Fin qui la norma riproduce la versione originaria dell'articolo 1, comma 1, del Dl 134, a suo tempo riscritto su insistenza dell'opposizione. Preoccupandosi poi di lasciare una porta aperta a un piano straordinario di assunzioni a cui il ministro Mariastella Gelmini sta pensando ma che deve essere autorizzato dal suo collega dell'Economia, Giulio Tremonti. L'emendamento infatti specifica che in quel «in nessun caso» non rientra «la procedura autorizzatoria per l'immissione in ruolo e sulla base delle graduatorie previste ai sensi delle disposizioni vigenti».

Il secondo comma interviene invece sul decreto legislativo 368/2001 con cui l'Italia ha recepito la direttiva 1999/70/Ce che fissa un tetto di tre anni per la durata dei contratti a termine. Aggiungendo l'articolo 4-bis che ribadisce come la scuola faccia storia a sé. «Sono altresì esclusi dall'applicazione del presente decreto - viene precisato - i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente e Ata in ambito scolastico». Con la previsione ulteriore che «in ogni caso non si applica l'art. 5, comma 4-bis, del presente decreto». Cioè la disposizione che nel settore privato permette di derogare per una sola volta al tetto di tre anni dopodiché scatta la stabilizzazione automatica.

La strada dell'emendamento non si annuncia comunque semplice: per la formalizzazione mercoledì prossimo al comitato dei nove della commissione Politiche comunitarie di Montecitorio si attende la relazione tecnica della ragioneria generale dello Stato e, subito dopo, il parere della commissione Bilancio. Superato poi l'esame del comitato dei nove, concentrato tra l'altro anche sulla responsabilità civile dei magistrati, l'articolo aggiuntivo sui precari della scuola potrebbe approdare all'esame dell'Aula


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