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orali concorso sspa
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Da: xxx10/04/2007 13:26:52
Carissimi,
ho letto da qualcuno di voi che hanno iniziato le correzioni degli scritti e che, forse, risultati (ed orali) prima dell'estate.
Confermate? Io sto provando alla sspa ma non risponde mai nessuno.
In ogni caso, voi come vi state preparando, considerando l'alea (giurista) dei risultati?

Da: Fulsere10/04/2007 14:48:13
Sei un giurista, non nel senso stupido di laureato in giurisprudenza, ma di persona che, a prescindere dalla sua laurea, ha avuto grandi difficoltà a completare le prove del secondo giorno  ?
Ebbene, dimenticati di questo concorso.
Al massimo, se proprio vuoi avere la coscienza a posto e vuoi proprio dar peso a voci assurde (difficilmente infatti si saprà qualcosa prima di settembre...), dai un occhio a Politica economica, sia per Segretario comunale, sia per essere pronto per il prossimo concorso, se e quando ci sarà.
Se mai tu fossi così fortunato da passare agli orali, difficilmente sarai bocciato, credimi.
Bacioni
Fulsere
P.S. Nel frattempo, medita sulla bizzarra coincidenza dei nomi...

INEDITO A vent’anni dalla tragica scomparsa, un testo di Primo Levi sull’esperienza nel Lager Noi di Auschwitz «Jawohl, il sì degli schiavi. E intorno il deserto» 
22 gennaio: Le nostre patate sono finite.Dagiorni circolava per le baracche la voce che un enorme deposito sotterraneo di patate fosse nascosto da qualche parte, fuori del filo spinato, non lontano dal campo; ora qualche pioniere ignorato deve averlo rintracciato. (Passi, rumore di pale e di carriole al vento). Un tratto del recinto di filo spinato è stato abbattuto a colpi di pala, e una doppia processione di miserabili esce ed entra dalla apertura. (...)
Narratore: Ed anche la fame stava per finire: il deposito di patate era enorme, ce n’era per tutti… Nessuno sarebbe più morto di fame (pausa).
25 gennaio: Nessuno sarebbe più morto di fame: ma la morte continuava a mietere. La debolezza di tutti era estrema: nel campo nessun ammalato guariva, molti invece si ammalavano di polmonite e di dissenteria. Non c’erano medici né medicine: i malati e gli esauriti, che non erano in grado di muoversi, giacevano torpidi nelle loro cuccette, paralizzati dal freddo, e nessuno si accorgeva di quando morivano. Per la prima volta la morte è entrata nella nostra camera. È stata la volta di Somogyi: un ungherese di cinquant’anni, alto, magro e taciturno. Era ammalato insieme di tifo e di scarlattina. Da forse cinque giorni non parlava. Ha aperto bocca oggi, e ha detto con voce ferma:
Somogyi:Ho una razione di pane sotto il saccone. Dividete voi tre. Io mangerò mai più.
Narratore: Non abbiamo trovato nulla da rispondergli, ma non abbiamo toccato il pane. Finché ha avuto coscienza è rimasto chiuso in un silenzio aspro. Ma la sera e per tutta la notte, e per due giorni senza interruzione, il suo silenzio è stato sciolto dal delirio.
Somogyi: Jawohl..., Jawohl..., Jawohl...
Narratore: Jawohl, il Sì degli schiavi, la parola dell’obbedienza e della remissione. La sua voce è sommessa, è estenuata, eppure sembra che passi le pareti del tetto, che gridi al cielo. Seguendo un ultimo interminabile sogno di schiavitù, Somogyi ha continuato a dire Jawohl finché ha avuto fiato: regolare e costante come una macchina, Jawohl ad ogni tensione di respiro, ad ogni abbassamento della povera rastrelliera delle costole. Jawohl, migliaia di volte, tanto da far venire voglia di scuoterlo, di svegliarlo, di soffocarlo. Non ho mai capito come allora quanto sia laboriosa la morte di un uomo. (Silenzio per qualche secondo, si sente soltanto il Jawohl di Somogyi) Fuori adesso c’è un grande silenzio. La pianura intorno al campo è deserta e rigida, bianca a perdita d’occhio, mortalmente triste. Il numero dei corvi è molto aumentato e tutti sanno perché
26 gennaio: Siamo soli, abbandonati in un universo di morti e di larve. L’ultima traccia di civiltà è sparita intorno a noi e dentro di noi. L’opera di bestializzazione intrapresa dai tedeschi trionfanti, è stata portata a compimento dai tedeschi disfatti. È uomo chi uccide, è uomo chi commette o subisce ingiustizia: non è uomo chi ha perso ogni ritegno, e divide il suo letto con un cadavere. Chi ha atteso che il suo vicino finisse di morire per togliergli un quarto di pane, può essere innocente, ma è segnato, è condannato, è maledetto. È più lontano dal modello dell’uomo pensante, che un sadico atroce e rozzo pigmeo. (Silenzio, si sente adesso in primo piano il Jawohl di Somogyi. È morente e la sua voce è un rantolo) Erano questi i nostri pensieri, alla vigilia della libertà. Soltanto Somogyi si accaniva a confermare alla morte la sua dedizione. (…) Misono svegliato di soprassalto: Somogyi taceva, aveva finito. Con l’ultimo sussulto di vita si è gettato a terra dalla cuccetta: ho udito l’urto delle ginocchia, delle anche, delle spalle e del corpo.
27 gennaio: L’alba. Sul pavimento, l’infame tumulto di membra stecchite, la cosa Somogyi. Nonpossiamo portarlo via. Ci sono lavori più urgenti, non ci si può lavare, non possiamo toccarlo che dopo di aver cucinato e mangiato. I vivi sono più esigenti. I morti possono aspettare. Ci siamo messi al lavoro come tutti i giorni. Abbiamo preparato la zuppa, abbiamo rifatto i letti dei malati, poi ci siamo accinti a quell’altro triste lavoro. (Rumore di stoviglie ecc. Poi si sente un mormorio crescente, lontano e poi vicino che si muta infine in grida di gioia e acclamazioni) I russi sono arrivati mentre Charles e io portavamo Somogyi poco lontano. Lo abbiamo caricato su di una barella: era spaventosamente leggero. Abbiamo rovesciato la barella sulla neve grigia mentre sulla strada passavano le avanguardie russe a cavallo. (...)
Narratore: Charles si tolse il berretto, a salutare i vivi e i morti. A me dispiacque di non avere il berretto.
Primo Levi
10 aprile 2007

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/04_Aprile/10/primo_levi_inedito_auschwitz.shtml

Da: hopeless10/04/2007 15:35:11
Caro Fulsere,
anch'io ho letto questo brano agghiacciante stamattina e ho ripensato alla "nostra cosa" somogyi, in un paragone improponibile con la crudezza della descrizione di Levi e la futilità, a confronto, delle nostre vicende...

ma le nostre avanguardie russe, quando arrivano!?????

Da: Fulsere10/04/2007 15:48:53
Per hopeless
"Caro Fulsere,
anch'io ho letto questo brano agghiacciante stamattina e ho ripensato alla "nostra cosa" somogyi, in un paragone improponibile con la crudezza della descrizione di Levi e la futilità, a confronto, delle nostre vicende...

ma le nostre avanguardie russe, quando arrivano!?????"

Esse sono già arrivate, e sono passate oltre.
Il dramma è che noi non ce ne siamo ancora accorti... :-(
Bacioni pseudofilosofici
Fulsere che pensa sia più saggio non pensarci più... :-)

Da: sigaretta11/04/2007 18:09:39
Ma qualcuno lo dovrà pur passare questo concorso...

Da: xxx12/04/2007 09:15:24
sono d'accordo con te, mia cara sigaretta (..anche perché sono una fumatrice accanita...purtroppo...)
non scrivo più tanto sul forum proprio perché vedo che si è diffuso un disfattismo (o forse soltanto un modo per fare terrorismo psicologico) che non mi piace...e nel quale stavo rischiando di cadere...
cmq.ho appena parlato alla sspa e mi hanno detto che la commissione ha iniziato la correzione, si è riunita un'unica volta e decide di volta in volta quando riunirsi (poco credibile...si saranno dati una regola...del tipo ci si riunisce una/due volta a sett. o cose del genere).
cmq. io credo di aver sbagliato una delle domande del secondo giorno...per il resto, credo di aver svolto delle prove accettabili...ma non si può mai sapere, dato l'andamento delle prove...
voi avete iniziato a studiare, e se sì, cosa e dove?
prego di non banalizzare la discussione. grazie.
ciao

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Da: sigaretta12/04/2007 09:56:41
io non ancora, a intendo cominciare perchè comunque serve sempre. e tu?

Da: ifcias12/04/2007 10:38:27
io mi sono arenato sul diritto amministrativo, più studio e più mi rendo conto di avere tanto ancora da imparare

Da: xxx12/04/2007 15:19:02
io ancora non riesco a riprendermi....sarà anche la primavera.
cmq, credo che a breve dovrò riprendere....non si sa mai...sia per questo sia per non trovarmi poi impreparata di fronte a nuovi eventuali concorsi...come dicevo, non si sa mai.
solo che è un mare magnum e non so da dove iniziare e su quali testi...è difficile studiare non sapendo per quale tipo di preparazione (se da orale al concorso sspa o scritti ad altri...insomma, credo siano le difficoltà di tutti.
cmq,ciao


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