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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: tutti a casa da marzo 23/02/2017 20:38:04
Cambia cambia...entro giugno ci saranno 4 gatti non arriveranno neanche a settembre.

Da: Gepis23/02/2017 20:42:43
Ma a chi faranno il tso ?

Da: sogna sogna23/02/2017 20:43:50
A giugno, con la trasformazione di Equitalia, si completerà  il progetto "Agenzia"!!!

Da: il tso23/02/2017 20:45:23
A Colmar, naturalmente

Da: Vyssia 23/02/2017 20:52:33
La politica ha chiesto di mettere in sicurezza AE attraverso il presidio di tutte le D. P.  e delle posizioni chiave e questo sarà fatto puntualmente attraverso  il reperimento di pochi dirigenti in modo ineccepibile quali lo scorrimento  e la nomina ex art.19. Mi sembra che la soglia sia il 5 %sul totale in organico previsto ma non ho la certezza .

Da: x vyssia 23/02/2017 21:10:40
La soglia e' del 5 quindi in servizio 300 dirigenti art.19 =15 dirigenti.Attualmente gia' ce ne sono 50.

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Da: ORPO__UNICUM23/02/2017 21:17:31
Evvai di interim

Da: Vyssia 23/02/2017 21:24:15
Il totale organico previsto forse è maggiore ed è dato da Dirigenti + Pot +interim = X
Su X dovrebbe essere calcolato il 5%. Almeno credo.

Da: ORPO__UNICUM23/02/2017 21:45:08
È un logaritmo?

Da: progressioni economiche 23/02/2017 21:51:13
Rinvio della riunione (dal 7 febbraio) al 13 marzo..fantastico!! Una riunione ogni mese e mezzo per non stringere nulla...potevano fissarla direttamente fra due anni..ma solo i lavoratori devono raggiungere gli obiettivi ???

Da: ORPO__UNICUM23/02/2017 21:52:24
Ormai è consuetudine. Come sempre accade quando è in difficoltà nel gradimento politico il premier sceglie un bersaglio facile e populista da colpire per spostare l'attenzione dai veri problemi del Paese e, soprattutto, per recuperare facili, anche se effimeri, consensi.
Il bersaglio più facile da colpire è, da sempre, la pubblica amministrazione ed i suoi mali endemici che, a questo punto viene il sospetto, vengono sempre denunziati dalla politica ma mai risolti alla radice proprio perché, se fossero risolti, la politica perderebbe un capro espiatorio e un argomento populista da tirar fuori alla bisogna.
Non si spiega diversamente il perché il problema del malfunzionamento, dell'inefficienza, della corruzione della pubblica amministrazione, da sempre denunziato e, a parole, affrontato dalla politica non abbia mai trovato una soluzione in oltre 150 anni di storia d'Italia.
Anche in questi giorni il premier Matteo Renzi alla disperata ricerca di consensi elettorali, ha avviato il solito ed oramai stantio ritornello: "licenzieremo i furbetti del cartellino", "miglioreremo la pubblica amministrazione", "non avremo pietà per quei fannulloni dei pubblici dipendenti".
Il solito refrain populista che, come sempre, non porterà a nessun concreto miglioramento anche perché la recente riforma "Madia" della pubblica amministrazione non contiene alcuna disposizione che, incidendo usi veri mali della pubblica amministrazione, consenta di migliorarne l'efficienza e l'imparzialità come impone l'art. 97 della Costituzione.
Anzi, come alcuni illustri giuristi hanno già messo in rilievo, la riforma "Madia" contiene alcuni principi (che dovranno, poi, essere attuati con i decreti delegati di prossima emanazione) che, addirittura, contrastano con i suddetti principi di buon andamento e di imparzialità della pubblica amministrazione e, soprattutto di separazione politica e amministrazione che, come noto, è il vero problema mai effettivamente affrontato e quindi risolto.
In altri termini la cura "Madia" (e quindi Renzi) per la pubblica amministrazione è peggio dei mali che intende curare.
La riforma "Madia", infatti, elimina del tutto quella che ad oggi è l'"attuale parvenza" di separazione tra politica e amministrazione facendo venir meno la carriera dirigenziale e prevedendo che gli incarichi dirigenziali siano conferiti del tutto discrezionalmente dal vertice politico nell'ambito di una terna di idonei, selezionata da una commissione di esperti nominata indovinate da chi? Naturalmente dal Ministro della Funzione pubblica (e quindi dalla politica).
In altri termini la politica scrive le regole (incostituzionali) per gli incarichi dirigenziali, la stessa politica nomina la commissione di esperti che effettua una prima selezione e, infine, non contenta e temendo di essere espropriata del suo potere assoluto sulla cosa pubblica da una mera "commissione di esperti", la stessa politica si riserva la possibilità sceglie del tutto discrezionalmente il dirigente a cui affidare l'incarico.

Da: ORPO__UNICUM23/02/2017 21:53:01
La politica fa tutto e decide tutto nella gestione dell'aspetto più importante della macchina amministrativa pubblica: la nomina dei vertici amministrativi.
Non che finora non sia stato così ma ora la novità è che con la riforma "Madia" viene eliminata ogni possibilità per i dirigenti pubblici di difendersi da qualsiasi arbitrio della politica.
Considerate le prove finora offerte dalla classe politica italiana nella scelta della classe dirigente pubblica c'è da stare poco sereni.
Basti, sul punto, considerare quanto accade alla Presidenza del Consiglio dei ministri che, come noto, è il vertice dell'amministrazione centrale italiana.
Ebbene in Presidenza del Consiglio dei ministri da anni ed anche attualmente gli incarichi dirigenziali di vertice sono appannaggio di un gruppo ristretto di dirigenti che, guarda caso, sono tutti riconducibili ad una stessa lobby che fa capo ad ASTRID l'associazione fondata da Franco Bassanini e da Giuliano Amato che, da anni, esprime la classe dirigente della più importante amministrazione pubblica italiana che dovrebbe coadiuvare il premier nelle varie politiche pubbliche e coordinare l'attività dei vari ministeri.
Soprattutto con i governi di sinistra Franco Bassanini, da poco nominato da Renzi, non a caso, suo special advisor, è il vero regista della gran parte delle nomine dirigenziali di vertice che si fanno a Palazzo Chigi e non solo.
Da almeno 15 anni, infatti, le posizioni di vertice dei Dipartimenti e degli Uffici più importanti della Presidenza del Consiglio dei ministri sono sempre occupate dai "soliti noti" che al massimo (come ha fatto l'attuale premier) vengono fatti ruotare tra loro.
E, guarda caso, come detto, i "soliti noti" sono tutti riconducibili a Franco Bassanini a Giuliano Amato e a pochi altri che fanno capo all'Associazione (lobbistica) ASTRID nell'ambito della quale rivestono importanti cariche, tra gli altri Giulio Napolitano (figlio del Presidente Giorgio Napolitano), Claudio De Vincenti (che guarda caso riveste l'importantissimo incarico di Sottosegratario di Stato alla Presidenza del Consiglio ed a cui, pertanto, spetta la parola finale sulle nomine a Palazzo Chigi), Bernardo Giorgio Mattarella (figlio dell'attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, attualmente, svolge l'incarico di Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro della funzione pubblica ed è, pertanto, colui che forse ha materialmente scritto la c.d. "riforma Madia" della pubblica amministrazione), Alessandro Pajno (ex Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Prodi ed appena nominato, da Renzi, Presidente del Consiglio di Stato), Franco Pizzetti (ex Presidente della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, ex Garante della Privacy ed attualmente consulente del Governo Renzi).
A Franco Bassanini sono, poi, riconducibili un gran numero di dirigenti della Presidenza del Consiglio, che, da sempre, rivestono le più alte cariche di Palazzo Chigi. Tra questi meritano particolare menzione Alberto Stancanelli, attuale capo dell'importante Ufficio di Segreteria del Consiglio dei Ministri (nonché ex capo del personale, ex capo di gabinetto del Ministro della funzione pubblica, ecc.) ma che deve la sua carriera proprio all'attuale special advisor di Renzi che, negli anni 1996-1997 allorquando era Ministro della Funzione Pubblica lo "lanciò" nella carriera burocratica nominandolo capo della sua segreteria tecnica. Continuando nella carrellata dei manager inamovibili di Palazzo Chigi possiamo citare l'attuale Capo del Personale Paola D'Avena che deve la sua "promozione" a direttore generale all'allora Ministro dei rapporti con il parlamento e delle riforme istituzionali Linda Lanzillotta (moglie di Franco Bassanini) che, nel 2008 la nominò direttore generale del Dipartimento per le riforme istituzionali senza far passare la sua nomina attraverso la procedura di interpello (avviso pubblico riservato ai dirigenti di Palazzo Chigi) che era stata da poco introdotta dal Prodi (si tratterà della prima di una lunga serie di violazioni a Palazzo Chigi delle regole che presiedono le nomine della dirigenza pubblica). Altra dirigente sotto il "protettorato bassaniano" Alessandra Gasparri attuale Capo dell'Ufficio per il programma di Governo (ex Capo dell'Ufficio di Controllo interno) e, soprattutto, Pia Marconi (attuale Capo del Dipartimento della Funzione Pubblica) che nel lontano 1996, giovanissima, fu nominata dal nostro Bassanini direttore generale.

Da: ORPO__UNICUM23/02/2017 21:53:41
Recentemente, poi, a Palazzo Chigi è arrivato il grossetano Francesco Spano, un giovane di bella speranza (ma di nessun passato ed esperienza) che cresciuto nell'universo catto-comunista toscano ha trovato come suo nume tutelare niente di meno che Giuliano Amato che lo ha dapprima "segnalato" alla Melandri che l'ha nominato, con grandi polemiche nell'opinione pubblica, Segretario Generale del MAXXI e, poi, lo ha "segnalato" a Renzi che gli ha da poco affidato, scavalcando numerosi dirigenti di ruolo della Presidenza del Consiglio che aspiravano all'incarico (ma la Corte dei Conti non aveva detto che il principio di buon andamento impone di affidare gli incarichi dirigenziali ai dirigenti di ruolo e, solo in caso di impossibilità di individuare dirigenti di ruolo, è possibile conferire incarichi ad estranei ai ruoli?), la responsabilità della direzione generale dell'Ufficio antidiscriminazione razziale del Dipartimento per le pari opportunità.
Ma la lobby che fa capo ai vertici di ASTRID non si limita ad occupare, da quasi due decenni, le importanti poltrone di Palazzo Chigi, ma sistema i suoi "uomini" e le sue "donne" in posti cardine di altre amministrazioni. Si cita tra tutti il caso di Andrea Tardiola (componente del Collegio dei revisori dei conti di ASTRID) che, da oscuro dirigente di seconda fascia del Ministero del Lavoro, nel 2013 ha avuto da Nicola Zingaretti il prestigioso e delicatissimo incarico di Segretario Generale della Regione Lazio facendo così, addirittura, un triplice salto nella carriera dirigenziale(!!!!!).
Nessuno (commentatori, organi di stampa, ecc.) mette in rilievo che i mali della pubblica amministrazione sono, da sempre ed esclusivamente, da imputare ad una classe politica a dir poco incapace per non dire corrotta che, da un lato, ha sempre utilizzato la pubblica amministrazione come "cosa propria" e, in particolare, non ha mai scelto i manager pubblici sulla base delle loro competenze e della loro professionalità ma, piuttosto, sulla base degli interessi politici del momento premiando non dirigenti preparati ma, piuttosto, dirigenti fedeli e, dall'altro, quando la "macchina pubblica" non funziona perché quei manager privi di professionalità scelti dalla politica non sono in grado di farla funzionare efficientemente, la stessa politica imputa tutti i mali del Paese all'inefficienza della pubblica amministrazione.
Mi si consenta il confronto: la povera Pubblica Amministrazione in Italia può essere paragonata a una prostituta che, da un lato, viene utilizzata per i propri comodi dai propri protettori che vi ricavano utilità (prebende politiche da dare ai propri fedeli) e, dall'altro, quando qualcuno scopre le inefficienze e le nefandezze della stessa pubblica amministrazione-prostituta, viene additata, dagli stessi protettori, come il vero male del Paese.
Naturalmente la responsabilità di questa situazione non è solo della classe politica ma, anche, dei dirigenti e dipendenti pubblici che, per paura di "esporsi" e di perdere possibilità di carriera o altre piccole prebende, hanno tollerato di essere trattati come "servi della gleba".
Arcangelo D'Ambrosio

Da: Nonostante abbiano trombato gli incaricati 24/02/2017 08:05:10
Analisi perfettamente condivisibile!

Da: Viva Barra 24/02/2017 09:41:31
Giancarlo Barra e' su la7 in questo momento

Da: cassan 24/02/2017 12:38:53
L'articolo 10, comma 2 proroga fino al 31 dicembre 2018 la disciplina transitoria di cui all'articolo 3, comma 1-bis
del decreto-legge n. 146/2013, che, "In attesa dell'espletamento dei concorsi pubblici finalizzati
alla copertura dei posti vacanti nell'organico del ruolo dei dirigenti dell'esecuzione penale esterna", consente
- "in deroga a quanto previsto dagli articoli 3 e 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2006, n. 63", che "le
funzioni di dirigente dell'esecuzione penale esterna possono essere svolte dai funzionari inseriti nel ruolo dei
dirigenti di istituto penitenziario".

BARRA MA DOVE SEI? Come si fa a non pensare che tutta la battaglia della Dirpubblica contro la Ade nasca da un problema personale di Barra? Che schifo

Da: sono24/02/2017 18:34:09
853 pagine che lo stiamo dicendo. Tanto, lo ripeterò fino alla morte, chi è a posto con la propria coscienza continua a tirare la carretta, come lo faceva da funzionario, da incaricato, da pot ecc...., uno che fa il sindacalista sicuramente no.

Da: ORPO__UNICUM24/02/2017 19:48:52
Tutto ha fine....


Ennesimo congelamento dei fondi contrattuali, rafforzamento della contrattazione collettiva e nuove regole per rientrare dagli sforamenti ai tetti del salario accessorio. Sono il piatto forte dell'ultima versione del decreto legislativo di riforma del dlgs 165/2001 (attuativo dell'articolo 17 della legge delega Madia) approvato ieri in via preliminare dal consiglio dei ministri.

Fondo contrattuale. Nonostante il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia abbia polemizzato con l'ex titolare di palazzo Vidoni, Renato Brunetta, sul congelamento dei contratti, è proprio la bozza di riforma a confermare per l'ennesima volta il blocco dei fondi del salario accessorio.

Una delle disposizioni transitorie previste dal decreto vuole ottenere l'armonizzazione dei trattamenti economici accessori dei vari comparti. Allo scopo, nelle more del conseguimento di questo obiettivo, si prevede che dal 1º gennaio 2017, l'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, delle p.a. non possa superare il corrispondente importo determinato per l'anno 2016. È una norma «gemella» di quella contenuta nell'articolo 1, comma 236, della legge 208/2015, che a sua volta ha contenuti analoghi a quelli dell'articolo 9, comma 2-bis, del dl 78/2010, a conferma che le ricette in tema di personale sono sempre le stesse. Lo schema di riforma ha, tuttavia, il pregio di precisare che il nuovo tetto al salario accessorio, fissato nel 2016, vale anche per la dirigenza e decorre dall'1.1.2017, superando così i problemi interpretativi che pone l'articolo 1, comma 236, della legge 205/2016.

Forza normativa dei Ccnl. I Ccnl potranno derogare non solo le leggi che introducano in futuro previsioni concernenti il lavoro pubblico, ma anche quelle che nel passato abbiano già regolato le materie che la nuova formulazione dell'articolo 40, comma 1, del dlgs 165/2001 attribuirà alla ritrovata forza normativa dei contratti collettivi nazionali di lavoro.

La contrattazione collettiva, in particolare, potrà disciplinare integralmente il rapporto di lavoro, sia sul piano giuridico che economico, oltre alle relazioni sindacali. Tuttavia, il nuovo testo dell'articolo 40, comma 1, indica materie sulle quali i Ccnl non potranno intervenire: organizzazione degli uffici, partecipazione sindacale ai sensi dell'articolo 9 del dlgs 165/2001; prerogative dei dirigenti quali privati datori di lavoro (tra cui, in particolare, la «micro organizzazione» degli uffici e del personale loro assegnato; conferimento e revoca degli incarichi dirigenziali, nonché quelle di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 23 ottobre 1992, n. 421 (competenze degli organi, «macro organizzazione», concorsi, dotazioni organiche e incompatibilità dei dipendenti pubblici). Vi saranno, poi, materie come sanzioni disciplinari, valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio e mobilità, nelle quali la contrattazione collettiva sarà consentita con poteri di deroga affievoliti, perché la contrattazione dovrà rispettare i limiti previsti dalle norme di legge. Dunque, i contratti collettivi potranno in parte occuparsi della mobilità volontaria. Sicuramente sarà di loro competenza disporre clausole che impediscono incrementi della consistenza complessiva delle risorse destinate ai trattamenti economici accessori, qualora i dati sulle assenze, a livello di amministrazione o di sede di contrattazione integrativa, rilevati a consuntivo, evidenzino scostamenti significativi sugli standard in particolare nei giorni agganciati a riposi e festività e in periodi di particolare picco di lavoro. Ancora, i Ccnl stabiliranno le condotte e le corrispondenti sanzioni disciplinari per i casi di ripetute e ingiustificate assenze dal servizio in continuità con le giornate festive e di riposo settimanale, nonché con riferimento ai casi di ingiustificate assenze collettive in determinati periodi nei quali è necessario assicurare continuità nell'erogazione dei servizi all'utenza. Sempre i Ccnl dovranno occuparsi della razionalizzazione e della semplificazione delle regole riguardanti la costituzione e la destinazione dei fondi destinati alla contrattazione integrativa. Con la possibilità, oggettivamente piuttosto strana, di consolidare le risorse variabili, sia pure limitata alle sole amministrazioni in regola con i vincoli di contenimento della spesa.

Sforamento dei tetti del salario accessorio. La riforma interviene sul «salva Roma», il dl 16/2014. Viene modificato in parte l'articolo 4, comma 1, che consente di recuperare eventuali sforamenti ai tetti dei fondi per la contrattazione decentrata.

Da: ORPO__UNICUM24/02/2017 20:25:37
Dott.ssa Rossella Orlandi (Direttore dell'Agenzia delle Entrate) confermata nell'incarico sino al 12 giugno 2017 e Roberto Reggi (Direttore Agenzia del Demanio) confermato sino al 22 settembre 2017, ex art. 19, comma 8, D.Lgs. 165/2001.

Da: anti-antares x tutti 24/02/2017 20:33:34
...e intanto i marescialli luogotenenti dei Cc ( previo corso telematico di 15 gg ) e della Gdf vengono, in larga parte, dirigenzializzati...( gli ispettori sost commissario PolStato, invece, hanno ottenuto solo l'inquadramento come vicecommissari del ruolo direttivo speciale ...previo corso di sei mesi a Roma...).E in ae, invece, sti bastardi lesinano anche le misere progressioni!Ma se lo prendessero in culo ste merde!Loro e chi gli lecca il deretano!Funzionarii??!Si...de sto cazzo!

Da: capo team sfigato 24/02/2017 21:25:06
Anche io sono stato dirigenzializzato?

:(

Da: ORPO__UNICUM24/02/2017 21:45:23
Più o meno...

Da: i sindacalisti24/02/2017 21:50:37
Sono tutti delle MERDE!!! E COGLIONI CHI LI FINANZIA!!! Intanto tutti verranno prorogati, dai vertici all'ultimo capo team, tanto per pigliar per il culo i lavoratori AE, appecorati ed incapaci di reagire!!! VERGOGNA!!!

Da: x anti24/02/2017 21:55:06
Ma tu ancora in Ae stai? Un genio come te non può rimanere in Ae, dovresti stare altrove..... vedi se ti pigliano in qualche corpo di polizia, all'interno del corpo potresti fare da merda! Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaah

Da: ma24/02/2017 22:03:06
Scusate, sto barra chi è?

Da: inv del 99924/02/2017 22:08:25
È il più sfigato degli inv del concorso più stupido e truccato, basato sui punti della miralanza, mai stato espletato nella pubblica amministrazione, causa di tutte le disavventura dell'amministrazione finanziaria! Non lo conosci?

Da: anti-antares x x anti 24/02/2017 22:12:38
Prenditelo nel culo te e le culone/i che te mandano!P.s: La verita' fa male, vero pezzo di merda?( te e chi te manda a rompere i coglioni qua sopra )

Da: x anti24/02/2017 22:15:20
Ma stai muto, coglione!!! Curati piuttosto!!!

Da: x anti24/02/2017 22:24:17
E culona lo dici a tua madre, che ha cacato uno stronzone come te!!!

Da: ORPO__UNICUM24/02/2017 22:30:11
Oxfordiani

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