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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: funghi19/06/2017 15:08:09
ma i funghi trifolati sono coglioni come il nostro coglione trifolato del forum public manager?

Da: Fabio987719/06/2017 18:03:57
x 'la legge è uguale per tutti'

Per la verità se questa fantomatica riforma predisposta dagli 'ingegneri' da diversi anni non ha mai visto la luce se io fossi uno di questi ingegneri 2 domandine me le farei.....

A volte ci vuole anche un po' di umiltà e di spirito critico.

Da: Ex Territorio 19/06/2017 18:23:40
Certo che quando parlate senza capire un cazzo di quello che state dicendo!
Sarà stata fermata per non far pagare di più i latifondisti?
Confedilizia docet!

Da: La legge e uguale per tutti19/06/2017 18:26:09
La riforma e' pronta, io stesso ho partecipato alle sperimentazioni. Io due domandine non me le faccio perche' conosco gia' la risposta. La riforma del catasto non la vogliono i politici perche' e' una riforma scomoda per chi comanda e in Italia siamo perennemente in campagna elettorale. Comunque visto che secondo voi gli ingegneri non sono stati capaci di elaborarela la formula matematica si cui poggia la riforma, ci penseranno i laureati in materie economico giuridiche che conoscono perfettamente il catasto, l'estimo, le scienze statistiche e la matematica.

Da: DIX 19/06/2017 19:08:39
Non ho mai capito perché si attribuiscono incarichi ex art.19 .6 co utilizzando un percorso riservato ai non dipendenti ,ossia ad esteri, a dei soggetti dipendenti dell'Agenzia  che peraltro si mettono in aspettativa. Non è una forzatura e un ulteriore modo per aggirare la sentenza 37/2015 ?

Da: amateci 19/06/2017 19:24:30
Io credo che nemmeno la politica è riuscita a entrare in agenzia.....
forse la rifoma consentirà al potere politico di effettuare un controllo....su ciò che accade in Agenzia (Equitalia)
Spero in una riduzione degli emolumenti di Pos Pot Capi team etc,  perchè guadagnano troppo.
Non ce lo possiamo più permettere. I capi team non servono a nulla.
Responsabilizzare i funzionari e pagarli meglio. Il rapporto numerico giusto è un Dirigente ogni 250 soggetti,
No a figure intermedie. Si paga il funzionario sulla base della qualità e della quantità. Non servono capi team o altre figure intermedie che arricchiscono la propria professionalità sulle spalle degli altri

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
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Da: agente 00319/06/2017 20:12:19
i capi team, pos e pot guadagnano troppo?
non sai nemmeno di cosa stai parlando!!!!
i capi team non servono a nulla? allora gli accertamenti li vuoi firmare tu prendendoti tutta la responsabilità? Il tuo caso mi sembra proprio la favola della volpe che non arriva all'uva...............

sinceramente sarei d'accordo su una riduzione del numero, cioè non un capo team per 7 funzionari ma per 12. ma non per l'eliminazione.

Da: Xyz 19/06/2017 20:18:05
Da Genova non si sa più nulla come se nulla fosse successo , tra poco così anche Venezia........tutto o k......

Da: ORPO__UNICUM19/06/2017 20:23:36
Non credo

Da: IL PATRIOTA19/06/2017 20:36:38
Non prendiamoci in giro capi team, Pos e Pot non sono altro che soggetti che cercano il proprio giacilio nel letto altrui.....

Da: The public manager19/06/2017 20:40:52
Solo il management è davvero indispensabile...
Chi si occupa del prodotto è abbastanza intercambiabile...

Da: ORPO__UNICUM19/06/2017 21:18:03
Ricordo male? Mi pare che le abbiamo avute anche noi...

Berlino, 19 giu - Trentadue miliardi di euro. A tanto ammonterebbe la truffa, orchestrata da banche, avvocati e agenti di cambio, nei confronti del fisco nel corso degli ultimi 15 anni. Siamo nello Zimbabwe dell'iperinflazione, nell'inefficiente Grecia o in una qualsiasi repubblica corrotta del centroamerica? Acqua, perché tutto questo accade niente meno che in…Germania. E sotto gli occhi dei ministri delle finanze che si sono succeduti nel tempo.

Lo scandalo, riportato sui media italiani dal blog Voci dall'estero, nasce da un'inchiesta della tv di Stato Ard in collaborazione con il settimanale Die Zeit che, indagando fra Germania, Svizzera, Londra e Stati Uniti, ha ricostruito pratiche decisamente al limite nel mercato della compravendita di azioni. Niente di nuovo, dato che il settore finanziario è opaco per definizione. Il problema, però, è che l'abuso di tali comportamenti ha causato una perdita miliardaria per l'erario di Berlino.

Le pratiche "scorrette" riguardavano, come detto, la compravendita di titoli azionari, che avveniva in modo da far emergere rimborsi fiscali in realtà non dovuti. "Ex/cum" e "cum"cum": i nomi ufficiali delle operazioni richiamavano il latino e, stando ai calcoli di Christoph Spengel, professore all'Università di Mannheim, dal 2001 ad oggi avrebbero sottratto al fisco tedesco almeno 31,8 miliardi. La situazione potrebbe essere addirittura più critica, dato che queste pratiche erano in essere da ben prima del nuovo millennio e, nonostante numerosi avvertimenti, non sono mai state bandite se non in tempi recentissimi: le ex/cum nel 2012, solo nel 2016 invece le cum/cum.

Sarebbero 40 le banche tedesche coinvolte, oltre 100 i fondi di investimento. Il tutto con la complicità, o, quantomeno il non intervento, di ministri delle finanze informati delle pratiche ma che nulla hanno fatto per contrastarle. Da Theodor Waigel - quasi 10 anni alla guida del dicastero dal 1989 al 1998 e tra i "padri fondatori" dell'euro, che prese questo nome proprio da una sua idea - all'ex socialista poi diventato della sinistra radical Oskar Lafontaine, da Peer Steinbrück a Wolfgang Schäuble. Tutti avrebbero potuto bloccare la frode, ma nessuno si è mai concretamente attivato. Solo sotto il mandato dell'ultimo, almeno in termini temporali, le ex/cum e le cum/cum sono state vietate, sia pur a grande distanza da quando nel 2009 l'ineffabile eminenza grigia economica della Merkel ha preso in mano le redini del bilancio federale (e non solo).

Non è la prima volta che la Germania, pronta a bacchettare - e Schäuble, da buon protestante moralista, quando non parla esplicitamente di sostituzione di popolo in questo è maestro - le presunte inefficienze dei partner europei salvo poi glissare sui propri comportamenti che tutto sono tranne che limpidi. Dall'affaire della multinazionale delle mazzette Siemens ai sottomarini (fallati) venduti alla Grecia - sì, proprio alla Grecia - per non parlare, sempre rimanendo in terra ellenica, della cessione alla tedesca Fraport dei aeroporti regionali della penisola imposta obtorto collo. Un curriculum che di certo non fa onore alla maestrina dalla penna rossa.

Da: ORPO__UNICUM19/06/2017 21:19:40
chissa forse concilieranno in udienza o fuori

Da: x amateci19/06/2017 21:51:17
SUCAMIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!! TI BRUCIA IL CULO????????? AJAHAJAAHAHAHAJAJAHAHAHAHAHAHAJAJAJAJAJAHAHAAHAHAJAJAJAJAJAHAHAHAHAAJAJAJAAJ

Da: amateci 19/06/2017 23:46:01
bisogna risparmiare tanto anche se ti ridurranno lo stipendio non andrai via rimarrai da noi a lavorare..nonpenso che tu sia in grado di fare altro...
non sei bravo come quelli che sono andati via ....
l'unica cosa che mi dispiace e il non poterti conoscere personalmente...penso che cambieresti idea ...sono sicuro che saprei convincerti a rinunciare agli emolumenti

Da: legittimo20/06/2017 00:23:24
Legittimo dixit - 2^ puntata
Inizierei con un articolo di "Italia Oggi"
>.

Continuerei con la notizia dello sciopero indetto per il 30 giugno prossimo dagli ex incaricati dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale. Hanno pure la faccia di bronzo di scioperare.... lo sciopero ….. gli hanno spiegato che significa la parola sciopero, forse dovrebbero fare un corso presso gli ex operai della FIAT anni sessanta e settanta.

Ma il problema è soprattutto di chi li fomenta e li fiancheggia vedi UNADIS ….Angela Corica, Barbara Casagrande loro in qualità di sindacaliste  dovrebbero conoscere il concetto sacro di sciopero.
D'altra parte cosa si può pretendere da soggetti che vengono cooptati a funzioni dirigenziali in un Ente Pubblico. Loro non comprendono il vero senso di appartenenza al Pubblico, allo STATO alla gestione ed amministrazione della res pubblica, concetti lontanissimi anni luce dalla loro formazione, dalla loro cultura. La riprova di ciò è sotto gli occhi di tutti vedi Pescara, Genova , Venezia e quanti altri ancora …........ E' vero la responsabilità penale è personale ma andare verso forme di " privatizzazioni", dell'uso personale del Pubblico, dell'utilizzo di forme mentis privatistiche ( vedi cooptati a funzioni di dirigenti) non può che portare anche a queste conseguenze, corruzione. Infatti, per i diretti interessati questa non è corruzione ma solo comportamenti " leciti" in quanto privatistici.
Bello l'esempio che ha dato la Orlandi che si autonomina vice direttore …......che figura..che pena...........poi saluta anche i "colleghi" e si celebra di aver  fatto chissà cosa …......non è stata capace nemmeno di indire un regolare concorso per la dirigenza.
Ma l'ulteriore gravità è la mancanza, da parte delle Istituzioni, di difendersi, di creare anticorpi a tali situazioni patologiche, certo qualcuno disse " ogni popolo ha il governo che si merita" ....però non è mai troppo tardi si può iniziare o continuare da questo forum...........
fine 2^ puntata  

Da: manette20/06/2017 06:12:52
Italia Oggi 20 giugno.   chianina e i suoi compari sentono il fiato denso della corte dei conti sul collo
I COMMENTI

Il punto
La Consulta ingiunge i concorsi Chi è che non li fa? E perché?
di Marino Longoni

Da 15 anni nessun dirigente dell'Agenzia delle entrate è diventato tale in seguito a concorso pubblico. Due terzi dei dirigenti sono stati dichiarati illegittimi da una sentenza della Corte costituzionale proprio per mancanza del concorso pubblico. E l'ex direttore Rossella Orlandi, il giorno prima di lasciare l'incarico al nuovo direttore Ernesto Maria Ruffini, si autonomina vicedirettore. Le anomalia cominciano a essere un po' troppe.

Nonostante siano passati più di due anni dalla sentenza del marzo 2015 che ha dichiarato illegittima la nomina di 800 dirigenti, l'Agenzia non ha bandito alcun concorso per sostituire i dirigenti bocciati. Alcuni tentativi fatti in questo senso sono stati bocciati da Tar e Consiglio di stato perché era evidente che si trattava di concorsi camuffati, che miravano solo alla regolarizzazione degli ex dirigenti.

L'Agenzia delle entrate, fino a che è stata retta da Rossella Orlandi non ha voluto sentir ragioni: l'idea di scegliere i dirigenti con un concorso era considerata un affronto e un reato di lesa maestà. La giustificazione era che gli ex dirigenti erano stati selezionati con cura e avevano già dimostrato sul campo le loro capacità, cosa non scontata con il vincitore di un concorso pubblico. I sindacati dei dipendenti dell'Agenzia hanno sempre sostenuto, al contrario, che in questo modo si tagliano le gambe ai funzionari più brillanti e più motivati, impedendo loro di crescere.

Si potrebbe anche sostenere, ma questo alle Entrate non lo dicono in pubblico, che le scelte che un dirigente è spesso chiamato ad affrontare sono così delicate che, per consentire all'immensa macchina tributaria di marciare nella stessa direzione, è opportuno che la filiera gerarchica sia legata da un vincolo fiduciario. Ma così si finisce per favorire il controllo politico su tutta l'Agenzia delle entrate, come denunciato dall'ex sottosegretario all'economia, Enrico Zanetti, nell'intervista pubblicata su ItaliaOggi del 15 giugno: «Quella di Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco è la filiera politica che da più di dieci anni presidia in modo militare le strutture dell'amministrazione finanziaria».

Anche l'autonomina dell'ex direttore Rossella Orlandi a vicedirettore può essere letta come il tentativo estremo per mantenere un controllo almeno parziale sulla macchina fiscale. E su questo episodio, Padoan non ha espresso una chiara posizione politica: eppure, se non ha avallato il blitz, significa che ha dovuto ingoiare il rospo, se invece lo ha avallato significa che il rospo lo ha dovuto ingoiare il direttore entrante Ruffini.

Da: manette20/06/2017 06:18:56
il giornalista ha toppato quando ha scritto che: "I sindacati dei dipendenti dell'Agenzia hanno sempre sostenuto, al contrario, che in questo modo si tagliano le gambe ai funzionari più brillanti e più motivati, impedendo loro di crescere". I sindacati, a parte Dirpubblica e sparuti interventi di singoli, tutti sono stati collusi con l'amministrazione. Ma si sa, enti che non sono obbligati a pubblicare il bilancio con la trasparenza non hanno nulla a che fare....

Da: Agente 003 20/06/2017 06:20:01
Basta con le frasi a ricalco. CONOSCO DIVERSI CAPI TEAM, POS E POT CHE NON SONO SALTATI SUL LETTO DI NESSUNO NE' CHE HANNO LECCATO ALCUNO. Qualcuno forse ci sarà ma sono veramente pochissimi (e qiesti stanno anche nel privato). Il vostro problema è che non sarete mai scelti con le mentalità che dimostrate in questo forum. Questo vi brucia tantissimo e volete solo gettare fango sugli altri.
P.s.
Ignorate il trifolato, continuando a rispondergli, gli date linfa

Da: manette20/06/2017 06:26:26
vai a dirigere l'ufficio entrate ad Addis Abeba, ameba

Da: Genova? Venezia? 20/06/2017 07:15:24
Genova? Venezia? Ma lì non sono protagonisti Dirigenti vincitori di concorso, è quindi Onesti e Capaci? Mica come quella ex incaricata, ora pot, che si è opposta ed è stata spostata, Illegittima e quindi Disonestà e Incapace....

Da: x tutti tutti 20/06/2017 07:52:39
Non e' possibile che ancora non vi entra in testa che dovete fare il concorso.

Da: ma lo sapevate? 20/06/2017 08:05:03



Mose, un disastro continuo da 8 miliardi

Dopo le dimissioni il commissario straordinario Magistro si confessa con l'Espresso. E svela il sistema delle dighe mobili: costi aggiuntivi, finanziamenti in ritardo e un processo penale che ha colpito solo la punta dell'iceberg. Risultato? L'inaugurazione slitta almeno a fine 2021
17 Aprile, 2017

Luigi Magistro, commissario governativo uscente del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), ha tre costole rotte per una brutta caduta. Non c'è molto da fare. Si aggiustano da sole. Nel frattempo, sono dolori. C'è un parallelismo parziale con quello che è stato il lavoro di Magistro negli ultimi due anni e quattro mesi. Anche il Mose presenta guasti e procura dolori. Ma non si aggiusta da solo. Ci vogliono interventi, saldature, sostituzioni. È chirurgia infrastrutturale di precisione e costa soldi. Chi li metterà?

Le imprese socie del Cvn, il Golem privato creato dai soldi pubblici che sta costruendo le dighe mobili a salvaguardia della laguna, non intendono provvedere di tasca propria. Lo Stato latita, paralizzato da due imperativi categorici opposti. Il primo dice: basta emorragie finanziarie in laguna. Il secondo, per dirla con Luciano Spalletti, è: famo 'sto Mose.

Mentre a Roma sfogliano la margherita, Magistro si è dimesso a fine marzo, come ha anticipato la Nuova Venezia. Nelle motivazioni ufficiali date dal commissario c'è scritto «motivi personali», una causale che copre parecchio terreno. Fatto sta che l'ex protagonista di Mani Pulite, colonnello della Finanza, direttore dei Monopoli di Stato e dell'Agenzia delle Entrate, 57 anni, ha quasi finito di lasciare le consegne agli altri due commissari straordinari del Consorzio: Francesco Ossola, docente al Politecnico di Torino, e Giuseppe Fiengo, avvocato dello Stato.

A quanto trapela da ambienti dell'Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, Magistro non sarà sostituito. Accetta di parlare con L'Espresso a una condizione. «Non vorrei che ci fosse una lettura negativa della mia uscita», dice. «I miei due colleghi sono persone molto capaci e ho lavorato benissimo con loro».
Ma se Magistro ha lavorato bene, come ha fatto, è difficile dare una lettura positiva. Nella triade dei commissari era soprattutto lui quello che, per formazione e storia, doveva fermare la corsa dei costi provocata da anni di corruzione. Era il gatto che doveva impedire ai topi di ballare. La controprova è arrivata poche ore dopo le sue dimissioni quando le imprese del Cvn, composto dalla padovana Mantovani, dai romani del gruppo Mazzi e di Condotte e da piccole aziende locali, hanno chiesto allo Stato 366 milioni di costi aggiuntivi. Il motivo? Ritardi nei finanziamenti pubblici.

Il perito metallurgico ferito nell'onore ha incassato con signorilità. Il punto è che, se il perito ha ragione sulle cerniere, è «la catastrofe nucleare», come dice una persona molto vicina al progetto. Non oggi, non domani, forse fra qualche anno, ma il Mose è da buttare.
Politicamente in questo momento nessuno, a destra o a sinistra, si può permettere un disastro che porta la firma congiunta di tutti i partiti esistenti tranne i grillini, troppo giovani per avere partecipato al grande happening lagunare.

Come la stessa perizia Paolucci si augurava, «l'unica cosa da fare è sperare che i danni che certamente si saranno verificati sui connettori femmina di Lido, San Nicolò, Malamocco, Chioggia, siano contenuti».
Senza mettere in discussione le controperizie, la cronaca non lascia ben sperare. Finora tutto quello che si poteva guastare nel sistema Mose si è guastato.

Il catalogo è questo. I tensionatori si sono già arrugginiti anche se dovevano durare 50 anni e anche se, secondo il professor Ossola, materiali che durano 50 anni non ci sono nemmeno su Marte. Cambiarli tutti costerà 20 milioni. Per sistemare i danni alla porta della conca di navigazione di Malamocco ci vorranno 10-12 milioni di euro. Altri 2 milioni se ne vanno per la lunata del Lido crollata alla prima mareggiata poco dopo il collaudo. Un cassone è esploso nel fondale di Chioggia. Problemi assortiti si sono avuti alle tubazioni e alle paratoie.
Infine, la nave jack-up realizzata dal gruppo Mantovani per trasportare le paratoie in manutenzione dalla loro sede alle bocche di porto al rimessaggio in Arsenale ha ceduto al primo tentativo di sollevare una delle barriere e soltanto nelle prossime settimane potrà tornare in azione dopo mesi in officina. Il costo del jack-up è di 52,5 milioni di euro. Il Cvn ne aveva ordinati due (105 milioni in tutto). Il secondo è stato tagliato da Magistro e sarà rimpiazzato da un muletto che costerà intorno ai 10 milioni.


Collaudi e concorsi di colpa

Tutto quello che non ha funzionato era stato regolarmente collaudato dagli esperti convocati dal Ministero delle infrastrutture e pagati decine di milioni.

Sotto il profilo giuridico-amministrativo è un problema gigantesco. Anche se alla conca di navigazione stanno emergendo responsabilità dei progettisti, così come per i tensionatori, il lavoro delle imprese private è passato al vaglio della committenza statale, con esito favorevole.
È vero che esistono le coperture assicurative. Ma chiunque abbia avuto un piccolo incidente stradale sa che significa trattare con una compagnia di assicurazioni.
Il vero match è, ancora una volta, fra i commissari del Cvn e i soci del Cvn che, nella peggiore delle ipotesi, puntano a un concorso di colpa. La battaglia sarà durissima e l'ipotesi di Magistro - scontare i costi aggiuntivi dei danni da altre commesse - non sarà di facile realizzazione.

Ma di facile l'allenatore mandato da Renzi, Delrio e Cantone non ha avuto nulla. La squadra gli ha giocato contro fin dall'inizio, chi più chi meno. Fra gli ostili c'è la Grandi Lavori Fincosit del gruppo Mazzi. Con un capitale schermato da due fiduciarie (Istifid e Spafid), dopo l'arresto di Alessandro Mazzi la società si è affidata per qualche mese a un ex boiardo di Stato riconvertito al privato, l'ex Eni, Stet, Autostrade e F2i Vito Gamberale. A gennaio 2016 Gamberale è uscito per cedere il posto all'ex Poste Massimo Sarmi, revocato un mese dopo per incompatibilità con l'incarico alla Milano-Serravalle e sostituito dal manager interno, Salvatore Sarpero.
Più sfumata è la posizione di Mantovani. Il gruppo padovano guidato da Romeo Chiarotto, 87 anni, è stato l'ultimo a entrare nel Consorzio Venezia Nuova rilevando la quota di Impregilo per un prezzo che non è mai stato quantificato in modo esatto. Chiarotto parla di 70 milioni, Impregilo di 50 e nei bilanci della Mantovani se ne vedono 15. Da piccola società di engineering in declino qual era, grazie al Mose Mantovani è cresciuta da 25 miliardi di lire alla fine degli anni Novanta al record di 443 milioni di ricavi nel 2013, seguito dal crollo successivo al commissariamento (186 milioni nel 2015).

Baita, ex azionista di minoranza e manager operativo di Mantovani, è stato il primo a finire agli arresti (febbraio 2013) e il primo a parlare del sistema corruttivo del Mose. Formalmente, è fuori dai giochi intorno al Mose ma forse soltanto formalmente. Chiarotto gli aveva promesso una causa per danni di cui non si è più avuta notizia.


Gestire il mostro

La gestione delle dighe mobili rappresenta un'altra delle difficoltà che la struttura commissariale ha dovuto affrontare senza trovare, al momento, soluzione.

Con Berlusconi al governo, Altero Matteoli al Mit e Galan in regione, il tandem Mazzacurati-Baita aveva predisposto le cose in modo che il business del dopo Mose restasse in house ossia, in parole povere, non uscisse dal perimetro ben presidiato dalle imprese del Consorzio.
Venduta come un affaruccio da poco (20 milioni di euro all'anno che saranno mai?) gestione e manutenzione sono state sottostimate ad arte perché potessero essere affidate alla Comar, un altro consorzio con gli stessi azionisti del Cvn.

Mettere a gara, magari europea, la gestione? Figurarsi. Il principio era che solo i realizzatori delle opere potevano sapere dove mettere le mani alle quattro bocche di porto.

Uno dei primi provvedimenti di Magistro è stato commissariare anche la Comar che, in questo modo, è sostanzialmente uscita dal match. Ma l'idea di conservare la gestione in zona laguna è stata semplicemente trasferita a un'altra società della galassia Cvn. È la Thetis. Controllata dalla Saipem (gruppo Eni) nella fase iniziale del progetto antecedente le privatizzazioni, quando era l'Iri l'azionista di Condotte e nel consorzio c'era ancora Impregilo e non Mantovani, Thetis ha rischiato la chiusura anche quando era pubblica. Poi è stata rilevata dallo studio di ingegneria Mazzacurati e, in fiammante conflitto di interessi, ha prosperato con le commesse che Mazzacurati presidente del Cvn dava a se stesso come proprietario di Thetis.

Mentre Comar aveva pochissimo personale, la Thetis, con sede all'Arsenale, è cresciuta nell'organico fino a oltre 100 dipendenti. Fra questi, c'erano alcuni rampolli illustri come Flavia Cuccioletta, figlia del presidente del Mav Patrizio, che ha patteggiato la pena, o come Eleonora Mayerle, figlia di Giampietro, vice di Cuccioletta.
Magistro puntava a liquidare anche Thetis, dopo Comar. L'obiettivo non è stato raggiunto. Oltre ai figli di padre noto, Thetis ormai è una realtà occupazionale importante, con personale qualificato ed è l'unica società di ingegneria nel centro di Venezia cannibalizzato dal turismo di massa. A difenderla sono intervenuti i sindacati (Filcams-Cgil) e il democrat Nicola Pellicani.


Le mazzette

L'inchiesta penale ha faticato parecchio a districarsi nel sistema delle complicità politiche ad alto livello fra Venezia e Roma. I protagonisti in laguna non andranno neanche a processo. Baita ha patteggiato e, secondo molti, continua a esercitare un ruolo discreto dietro le quinte dell'appalto. Mazzacurati, partito per la California, ha 83 anni ed è stato dichiarato dal medico legale incapace di partecipare al processo a causa di «gravissimi deficit delle funzioni mnesiche a cui cerca di sopperire con la confabulazione ossia inventando la risposta».

Finora fuori dal processo che marcia verso la prescrizione è anche Claudia Minutillo, promossa manager di Adria Infrastrutture dopo essere stata segretaria del governatore forzista ed ex ministro Giancarlo Galan, uno dei pochi condannati eccellenti.

Le cifre sono ancora più eloquenti. A parte gli sprechi e i costi gonfiati che sono ancora da definirsi in termini di danno erariale, il nocciolo finanziario del processo parla di 33 milioni di euro di fatture false utilizzate per tangenti pari a circa metà del valore delle fatture.

Su un investimento pubblico da 8 miliardi di euro, ci sarebbero quindi state mazzette per 15-16 milioni di euro. Più che un processo penale ci sarebbe da distribuire qualche onorificenza al merito di una gestione così onesta, per gli standard nazionali e internazionali. «Credo che queste cifre siano soltanto la punta dell'iceberg», dice Magistro.

Durante la gestione Mazzacurati, il Consorzio produceva costi per circa 40 milioni di euro all'anno scesi a circa un quarto durante la gestione commissariale, con grandi critiche da parte dei soci che hanno accusato i commissari di spendere troppo.

Il solo Mazzacurati, nei suoi anni di regno sul Cvn, ha incassato una somma complessiva di 54 milioni di euro fra emolumenti e una buonuscita da 7 milioni di euro che è anche questa oggetto di contenzioso incrociato fra l'ex presidente, in attesa di ricevere ancora più di 1 milione, e l'amministrazione straordinaria, che vuole farsi restituire tutta la cifra.

Questo elenco di guai senza fine è il motivo per cui gli uomini del governo hanno preferito mantenere le distanze dal Mose, con il risultato forse non voluto di isolare la gestione commissariale. Certo, per l'esecutivo Venezia significa guai. Non a caso il porto offshore per le petroliere, un progetto da 2,2 miliardi di euro già passato per una prima approvazione del Cipe, è stato cancellato dai radar appena uscito di scena Paolo Costa, ex presidente dell'autorità portuale veneziana. «Per fortuna», commenta Magistro. «Il porto offshore non era nemmeno da pensare».

Il commissario uscente chiuderà l'esperienza nei prossimi giorni, subito dopo Pasqua, e si dedicherà a un periodo sabbatico. Il suo commento finale merita di essere riportato. «Quello che ho visto a Venezia non l'avevo mai visto in vita mia. Una spudoratezza totale».
Se lo dice lui.




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Da: AB20/06/2017 09:45:29
L'articolo odierno sull'Orlandi di Italia Oggi mi pare parecchio ispirato da quello del Primato Nazionale di sabato....

http://www.ilprimatonazionale.it/economia/agenzia-delle-entrate-ruffini-al-posto-della-orlandi-peggio-sara-possibile-67392/

Com'è che ora Italia Oggi spara a raffica sull'ex direttrice a firma del direttore e fino a qualche mese fa lasciava scrivere articolini alla Bartelli?

Da: manette20/06/2017 10:08:58
perchè il vento hs iniziato a spirare in altra direzione e orlandi non è Mary Poppins

Da: ma 20/06/2017 10:16:46
Lo scorrimetto delle graduatorie è fortemente osteggiato dai sindacati che spera nella ripartenza del 175 + 250 idonei ed è  bello e che risolto il problema.Questo in primis per SALFI.

Da: The public manager20/06/2017 11:08:23
L'operato  del management pubblico non dovrebbe essere sindacabile dagli altri poteri statali  perché si configura come strategico per gli interessi nazionali.
Del resto il management "risponde" con i risultati conseguiti sul campo.

Da: AB20/06/2017 11:15:04
Ecco il coglione trifolato....te l'unico campo che conosci è quelo di finocchi.
Torna al trattore, cazzone.

Da: er pecorino20/06/2017 11:34:14
e bravo er mio cojon trifolo !! An vedi e come de jorno in jorno sta a mijora' co sue cojonate!! Ao sei mitico!! Sei er cojone dei cojoni!!! er pizzarolo a detto...nun sta' a perde tempo che stanno e piatti da lavà.... datte na mossa!!! Alla fine te starà a da na mancetta...pezzente... se però e lave managerialmente... !! A trfolo!! A cojone !! Nun te faà troppe pippe manageriali in ufficio.... sennò te tocca cambiarti e pannolini...

Da: x tutti 20/06/2017 12:24:56
Ma lasciatelo perdere, è un troll che fa il giro dei forum.

In quello dogane 49 l'abbiamo ignorato ed è sparito.

Specifico: ripete sempre le stesse 3 coglionate, probabilmente ha dei problemi mentali...

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