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gli interni / esterni
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Da: Giola11/09/2012 11:56:35
Per la seconda volta mi sono imbattuta in un concorso in cui teoricamente possono partecipare tutti (cfr requisiti di ammissione al concorso), ma poi viene vinto da chi già lavora nell'ente o come collaboratore a tempo o per sost. di maternità. Ora, lo so che i concorsi sono "pilotati" nella maggior parte dei casi, ma possibile che non ci sia un modo per mettere fine a questi casi evidenti: non possono fare dei concorsi interni, non c'è qualche sentenza in merito? Io vorrei solo evitare di perdere tempo in concorsi così palesemente già assegnati.

Da: ...11/09/2012 17:12:39
Ciao Giola allora ascolta. Prima regola è che purtroppo nei bandi di concorso si legge alcune volte che gli interni vengono esonerati dalla preselezione. Purtroppo questo è solo un malcostume in quanto la preselezione deve essere sostenuta da tutti senza esoneri vari, e su questo ci sono delle precise giurisprudenze che se poi ti servono posso farti avere.

Altro malcostume è che quasi sempre nei concorsi chi è interno viene esaminato da una commissione composta da interni cioè da dirigenti o qualche dirigente interno. Bene anche qui la giurisprudenza viene in soccorso la quale dice che se la conoscenza tra un candidato e un membro della commissione è solo semplice (mera conoscenza) cioè detto in gergo ci si conosce di vista, allora il commissario non è obbligato a dimettersi, ma se invece la conoscenza è più solida allora il commissario non può far parte della commissione. Ma tutti i commissari non possono prendere parte ad una commissione se conoscono il candidato. Questo è quello che dice la giurisprudenza...

Costituisce, in via generale, ipotesi di incompatibilità alle funzioni di componente di una commissione esaminatrice quella situazione in cui, a causa di rapporti di parentela, affinità, amicizia ed inimicizia un membro di detta commissione possa non giudicare un candidato e, quindi, presiedere a tutte le operazioni concorsuali con la necessaria serenità, tanto da determinare in capo al commissario medesimo l'obbligo  di astensione ai sensi dell'art. 51 c.p.c. e ss. La ratio dell'obbligo di astensione va ricondotta ai principi di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione di cui all'art. 97 Cost. ed alla L. 241/90, principi che non possono non essere sottesi anche alla scelta dei componenti delle commissioni dei concorsi pubblici. Secondo costante giurisprudenza la semplice conoscenza personale del candidato da parte di un componente della commissione non costituisce ipotesi di incompatibilità allo svolgimento della funzione esaminatrice. La procedura concorsuale, invece, può ritenersi viziata nel caso in cui i rapporti personali fra esaminatore ed esaminando siano tali da fare sorgere il sospetto che il candidato sia giudicato non in base al risultato della prova del concorso ma in virtù delle conoscenze personali (TAR Campania Sez. IV 1.10.98 n. 3038; TAR Lazio Sez. III bis 26.11.98 n. 3354; Cons. di  Stato Sez. IV 22.2.94 n. 162; Cons. di Stato Sez. VI 8.8.00 n. 2045). Il  Consiglio di Stato, sez. VI, sent. n.8 del 11 gennaio 1999 sottolinea infatti che …In sede di concorso pubblico diretto all'assunzione di personale la mera conoscenza tra un candidato e un componente della Commissione giudicatrice non è di per se' motivo di astensione di quest'ultimo dalle valutazioni. Soltanto rapporti più saldi tra il candidato ed il membro della Commissione possono determinare la ricusazione e, quindi, l'illegittimità del concorso quali un rapporto professionale di dipendenza e simili. Naturalmente in tutte le ipotesi sopra considerate ove sussistano concreti elementi di sospetto per  cui il candidato non sia stato giudicate sulla base dell'esito delle prove bensì in virtù della conoscenza personale esistente, allora la procedura concorsuale è illegittima. In tali ipotesi i candidati non vincitori hanno un interesse legittimo all'impugnativa degli atti concorsuali ed al loro annullamento.
In base ad esso, infatti sussisterà, comunque, l'incompatibilità se tale rapporto sarà idoneo a generare (anche solo) il sospetto di parzialità, cioè se esso esporrà a pericolo (lesione potenziale e non effettiva) il bene giuridico protetto dall'ordinamento (appunto, l'imparzialità e il buon andamento della P.A.).

Certo che se l'interno ha vinto ed è stato esaminato anche da un solo commissario interno al comune stesso, dove lui lavora e quidi ha un rapporto di dipendenza e che conosceva, gli elementi di sospetto che dice il giudice sono concreti, e quindi il concorso è da ritenersi viziato e da annullare.

Quindi tu come candidata puoi farti valere ( anche in futuro) dicendo che se viene violata l'imparzialità come nel concorso da te citato, c'è la parte penale e cioè l 'abuso di ufficio in quanto l'ente è obbligato per legge a garantire l'imparzialità e quindi se c'è un candidato interno è giusto che deve partecipare, ma non può essere esaminato da un commissaro che conosce bene. Infatti a livello penale ecco cosa si dice...La Corte di Cassazione Penale 19.06.2008 n.25162 "Qualora il pubblico funzionario compia dei favoritismi, in violazione dell'obbligo di trattare equamente tutti i soggetti portatori di interessi tutelabili, in cui si traduce il principio di imparzialità sancito dall'art. 97 Cost., è ravvisabile il delitto di abuso d'ufficio.

Se poi ti interessa altro o parlarne meglio fammi sapere. In bocca al lupo.

Da: Giola12/09/2012 10:49:34
Ciao,

intanto ti ringrazio molto dei riferimenti giurisprudenziali che mi hai fornito: hai centrato in pieno il punto. Non discuto sulla possibilità per l'"interno" di partecipare al concorso, ma almeno venire tutti giudicati da personale esterno e quindi "equo". Credo, però, che il problema vero sia dimostrare che l'interno è tale: nell'ultimo caso, la vincitrice di concorso a tempo indeterminato è stata da me giudicata come "interna", in quanto è vincitrice del precedente concorso di sostituzione maternità, ma di fatto io non ho prove che la stessa abbia poi preso servizio...

Grazie mille

Da: succede spesso28/03/2013 15:20:47
il problema potrebberi essere  i sindacati , nei ministeri ci sono addiittura figure interne ( di personale dei sindacati) e probabilmente i sindacati pressano le amminirtrazioni per fare i concorsi adatti agli interni, quindi anche se le commissioni sono esterne bisogna vedere chi le nomina e chi aiuta gli interni.
il problema è che in italia i concorsi sono fatti malissimo e viene spessisimo lesoil principio di anomnimato.
d esempio se chiudendo le buste qualcuno lacia un segale all'interno per far sapere di chi è come fai a provarlo? le buste vengono aperte senza che nessuno vigili, secondo me dovrebbero lo stesos giorno dell'esame scritto aprire le bsute di fronte ad una commisione di partecipanti al concorsoche vigilano che non ci siano cose simili e poi inserite in un altra busta. occorrerebbe l'obbligo dell'uso del codice a barre perche dentro la busta con l'elaborato c'è quella piccola con il dati identificativi e chi i dice che non aprano prima la piccola e poi correnggono l'elaborato? la busta piccola dovrebbe stare in un luogo sigillato e associabile all'elaborato dal codice a barre solo alla fine della correzione e compilazione degli elaboratoti.
se poi ci sono interni dovrebbero essere vietati gli elaborati e fare solo quiz.
ma le domande probabilmente gia le hanno occorrerebbe capire come si mantine il segreto sulle domande del concorso che spesso sono gia conosciute

Da: bah...29/03/2013 09:47:37
a mio avviso la soluzione è quella di separare i concorsi, destinando un tot di posti a concorsi riservati agli interni e un tot di posti a un concorso riservato esclusivamente agli esterni.

purtroppo questa soluzione viene ritenuta incostituzionale ma non ho mai ben capito il perchè


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