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ABOLIZIONE ESAME AVVOCATO (2)
14 messaggi, letto 2821 volte
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Da: Che vergogna!!!20/07/2012 13:18:25
Visto quello che sta succedendo in termini economici e di spread, c'è secondo me la possibilità che possa cambiare qualcosa in tema di esame.

Non è ammissibile che su 30.000 candidati solo 11.000 accedono agli orali.

http://www.altalex.com/index.php?idnot=57596

Da: Artu x che vergogna...20/07/2012 13:20:14
visto che, notoriamente, non vogliono piu' di 10000 nuovi avvocati all'anno... di cosa ti meravigli? Tra un po' non vorranno ALCUN nuovo avvocato...

Da: Che vergogna!!!20/07/2012 14:48:03
SI ma 11.000 sono gli ammessi all'orale.

All'orale più di 4000 verranno bocciati.


Quindi ancora peggio...

Da: Artu x che vergogna20/07/2012 15:40:47
Quindi, circa 7000 nuovi avvocati! Siccome ne vogliono meno di 10000 all'anno, nell'attesa di chiudere del tutto le porte... direi che siamo in media!!!!! C'e' poco da fare: prima della riforma Castelli, eravamo fortunati. Dopo e' subentrata la lotteria... Ancora dopo (al giorno d'oggi) la lotteria piu' difficile da vincere. Domani... esame tipo concorso in magistratura per fare l'avvocato. Infine... piu' nulla, per i prossimi 20 anni almeno! Viva l'Italia!!!!! "Fortunatamente" ho vinto la lotteria piu' recente...

Da: DAVID MARTIN20/07/2012 17:03:58
probabilmente sarà un altro falso allarme e come al solito non faranno nessun cambiamento per vi incollo comunque questo articolo del 19 luglio che ho trovatoLa crisi sta mettendo in ginocchio tutta Europa e soprattutto l'economia del nostro paese sta vivendo una stagione nera. Il governo Monti per cercare di far quadrare il bilancio statale e risollevare le sorti dell'Italia sta adottando alcune misure che andranno a colpire alcune categorie. Commercialisti, avvocati, farmacisti e taxisti sono quelle professioni che negli ultimi mesi protestano e temono il piano di liberalizzazione. L'economia si appresta dunque a subire un netto cambiamento, dal momento che i mercati saranno aperti in un momento molto critico, quando il terreno non è per niente fertile.

La nuova società è basata sul marketing e sulla comunicazione, solo chi non vive il mondo ogni giorno può non accorgersi di questo. Da uno studio effettuato dall'Università Cattolica di Milano e da Cesi Multimedia è emerso che su quasi 230 studi di commercialisti, solamente nove mettono a disposizione un budget per il marketing. La cosa davvero preoccupante però è che solamente il 5,5 % cerca di capire attraverso interviste e questionari se i clienti siano soddisfatti.

Un discorso a parte meritano i tassisti che per ovviare ai loro problemi potrebbero davvero sbizzarirsi su come poter ampliare il loro mercato e la loro clientela. Ad esempio potrebbero creare una sorta di fidelizzazione con i ragazzi che fanno l'alba in discoteca, o con gli anziani che non guidano più e che però non rinunciano ad una serata al cinema o al teatro. Le idee sono tante e potrebbero essere davvero risolutive per migliorare il mercato e sdoganare le vecchie abitudini per attirare cosi nuovi clienti. Il diktat deve essere quello di assecondare e ascoltare il cliente cercando di capire i suoi bisogni, solo seguendo questa strada si potrà  volgere lo sguardo al futuro con molto più ottimismo.


Da: DAVID MARTIN20/07/2012 17:08:48
http://www.youdymmy.com/blog/le-liberalizzazioni-volano-taxisti-commercialisti/

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Da: Che vergogna!!!21/07/2012 08:39:20
http://economia.panorama.it/liberalizzazioni-promesse-mancate

Liberalizzazioni in salsa italiana fra mancate promesse, aggiramento delle norme e rendite di posizione. Nonostante le buone intenzioni del premier Mario Monti, a sei mesi dall'entrata in vigore il 24 gennaio del decreto «cresci Italia» il Paese resta al palo e poco di nuovo s'intravede quanto a libertà di mercato, di impresa e professionale.

Nulla di rivoluzionario in tema di concorrenza o di positivo riguardo ai prezzi, che aumentano (vedi taxi). Triste, ma vero. Le misure sono state tarpate dai gruppi d'interesse, poi in qualche caso peggiorate in Parlamento, mentre i regolamenti, la prassi e i ritardi hanno completato il sabotaggio delle già scarse innovazioni.

Insomma, poco è cambiato perché nulla cambiasse realmente. Tre esempi: le polizze Rc auto con l'obbligo di sottoporre ai clienti tre preventivi di diverse compagnie, l'istituzione di un'autorità regolatrice dei trasporti, l'abolizione del valore legale del titolo di studio. Nel primo caso (Rc auto), l'obbligo era irrealistico.

Come se entrando in un ristorante il cameriere dovesse proporre un paio di osterie vicine, con cucina equivalente e prezzi inferiori. Le compagnie si sono industriate fornendo agli agenti moduli in cui si sottoponeva alla firma distratta degli assicurati la presa visione di preventivi mai esibiti.

Risultato: l'Isvap, l'autorità di vigilanza del settore assicurativo, ha sospeso la procedura per quattro mesi. Intanto l'associazione di consumatori Altroconsumo ha riscontrato che l'obbligo veniva eluso da nove agenzie su 10 a Milano e Brescia. Analoga sorte ha avuto il divieto per le banche di offrire, insieme ai mutui, le polizze di cui le banche stesse sono intermediarie.

Ancora Altroconsumo ha provato che gli istituti continuano a offrire prodotti combinati. Secondo esempio: l'istituzione dell'Autorità dei trasporti per vigilare sulla terzietà della gestione delle infrastrutture essenziali. Ai primi di giugno sono arrivate le nomine, peraltro non ancora confermate dal voto del Parlamento.

La domanda è: verrà dotata di uomini e strumenti con potere contrattuale reale rispetto alle ingombranti aziende di settore? Terzo esempio: l'abolizione legale del titolo di studio sarebbe stata un'arma formidabile contro il clientelismo e il familismo.

Il governo ha però accantonato l'idea dopo un sondaggio online del ministero dell'Istruzione dal quale è risultato che gli italiani, aggrappati allo status quo, non gradiscono. Tre esempi che significano promesse tradite da norme assurde, inapplicate, o rimandate. Ma vediamo in concreto che cosa è successo.

RC AUTO
Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, è convinto che sia questo il capitolo «meno convincente delle misure di liberalizzazione». Il mercato è «sempre più concentrato e l'apertura dei canali distributivi resta incompiuta». La Voce.info, sito fondato dall'economista bocconiano Tito Boeri, ha sottolineato che «la liberalizzazione non c'è». Il decreto non aiuta agenti e intermediari a liberarsi dal cappio del mandato in esclusiva. Qualcosa di più andava fatto.

BANCHE
A detta della responsabile di Altroconsumo per le banche, Anna Vizzari, è positivo il conto base per i redditi inferiori a 7.500 euro l'anno, «totalmente gratuito e con un numero sufficiente di operazioni semplici». Delusione, invece, per le commissioni sullo scoperto dei conti correnti: zero commissioni a 500 euro per sette giorni è «troppo poco».

Misure aggirate o eluse riguardo al divieto della vendita combinata di polizze sulla vita collegate a mutui o crediti. Le banche continuano a esserne beneficiarie, il cliente può solo fare una segnalazione all'Antitrust. Altra pratica scorretta che continua, secondo Vizzari: le banche obbligano chi stipula un mutuo ad aprire un conto corrente.

Le semplificazioni sui conti correnti degli anziani sarebbero addirittura un dato negativo secondo Carlo Stagnaro, direttore delle ricerche dell'Istituto Bruno Leoni: «Il risparmio in Italia è per lo più in mano a pensionati e anziani, i benefici concessi sui loro conti inducono le banche a spalmare i ricavi sui giovani, che hanno meno risparmio e, anzi, devono costruirselo. Un'ingiusta partita di giro».

TRASPORTI
«Si sperava che il decreto prevedesse la separazione della rete ferroviaria dalle Ferrovie dello Stato. Invece no» dice Stagnaro. «Vedremo quanto l'Autorità sarà forte e indipendente». Per la Ntv di Luca di Montezemolo «è come giocare una partita contro un avversario che fa anche l'arbitro». Altro non c'è.

Non è stata abolita la norma del 2009 per cui, se un privato vuole introdurre fermate intermedie regionali a onere zero per lo Stato, gli può essere negato qualora comprometta l'equilibrio economico del titolare del servizio pubblico. È questa la norma che in Piemonte ha tarpato le ali all'Arenaways.

L'obiezione delle Ferrovie dello Stato è che i privati non possono fare concorrenza col «cherry picking», la scelta dei servizi (le ciliegie) migliori, escludendo quelli in perdita che il pubblico invece è tenuto a garantire.

L'Autorità avrà un anno di tempo per indicare la «rotaia» da seguire. Ora il governo pare orientato a chiedere un extrapedaggio alle imprese dell'alta velocità come contributo al servizio universale, quello che seppure in perdita è un diritto di tutti i cittadini.

La Ntv pone tre condizioni: mettere a gara il servizio universale, separarlo contabilmente dalle altre attività, escludere dal pagamento le nuove imprese fino all'equilibrio di bilancio. Intanto, nell'ultima relazione del garante Antitrust, Giovanni Pitruzzella ha denunciato e sottolineato che la liberalizzazione nel settore ferroviario è insufficiente.

POSTE
Resiste e, semmai, si estende l'area di riserva per le Poste Italiane sugli atti giudiziari e le multe. L'amministratore delegato delle Poste, Massimo Sarmi, lamenta di dover pagare 650 milioni l'anno per il servizio universale (analogo a quello ferroviario), mentre lo Stato gliene riconosce 320 e li versa dopo anni.

Di contro, un'indagine commissionata al centro studi Copenaghen economics dalla Tnt Post, concorrente con il 7 per cento del mercato contro il 91 delle Poste, ricalcola il sussidio a 175 milioni. La spinta liberalizzatrice imporrebbe di togliere la riserva, ridurre i 15 anni di affidamento alle Poste del servizio universale, metterlo a gara e delimitarne il perimetro ai servizi essenziali. Inoltre, le Poste si avvantaggiano dell'esenzione iva sul totale.

E per finire, Banco Posta e Poste Italiane andrebbero separate. Erano queste anche le raccomandazioni dell'Antitrust di Antonio Catricalà, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

TAXI
C'è poco da dire: che siano i sindaci a decidere il numero delle licenze li espone al ricatto politico dei tassisti. I consumatori pagano e pagheranno sempre di più.

CARBURANTE
Il prezzo dei carburanti non scende abbastanza, sostiene Stagnaro: «L'apertura di nuovi impianti è condizionata a dotarli anche di gpl e in alcune regioni non ha senso. Il prezzo resterà alto a causa di quello del petrolio e dell'aumento delle accise. Su 1 euro e 80 centesimi, gli altri costi tranne la materia prima ne valgono 15, mentre la parte fiscale è salita di 20. La concorrenza serve a poco. È positivo che si possano impiantare self-service 24h, ma perché solo fuori città?».

ENERGIA
La separazione di Snam Rete Gas da Eni è il piatto forte del «cresci Italia». Ma siccome il diavolo si annida nei dettagli, e ci vorrà una riorganizzazione aziendale, si attende il decreto attuativo.

FARMACIE, NOTAI, PROFESSIONISTI
Nessun progresso. L'errore di fondo è quello di avere voluto liberalizzare aprendo un po' il numero chiuso: 500 notai in più, e più alto il rapporto tra farmacie e popolazione. La svolta ci sarebbe stata con la liberalizzazione dell'accesso. Quanto alle tariffe minime e massime, Bersani le aveva già abolite. Senza grandi effetti.

SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Secondo Stagnaro, «potenzialmente il decreto è migliorativo, bisogna vedere se le gare saranno aggirate da bandi su misura». La legge in teoria è buona, «va attuata». Nulla «è stato fatto per una maggiore trasparenza dei bilanci online dei soggetti di diritto privato controllati da enti pubblici. Come le asl. E nulla per liberalizzare le assicurazioni sugli infortuni da lavoro contro l'ingiusto e antieconomico monopolio dell'Inail».

Le liberalizzazioni, queste sconosciute. Secondo Stagnaro, c'è un dato che dimostra l'insufficienza del «cresci Italia», il divario fra le stime della Banca d'Italia, per cui le liberalizzazioni varrebbero un incremento dell'11 per cento del pil sul lungo periodo, mentre il governo sostiene che gli effetti del decreto saranno dello 0,1-0,2 per cento nei prossimi anni e dell'1 per cento nel 2020. Più che «cresci Italia», il decreto Monti si doveva intitolare «cresci, Italia!».

Da: ITALIA NAZIONE DI MERDA21/07/2012 10:34:55
...o meglio, le liberalizzazioni-fetecchie di Monti si dovrebbero titolare come: campa cavallo che l'erba cresce.

Da: ITALIA NAZIONE DI MERDA21/07/2012 10:35:51
...l'erba cresce e l'Italia fallisce. Anzi, grazie alle rendite di posizione delle caste merdose direi che ormai è già fallita.

Da: ITALIA NAZIONE DI MERDA21/07/2012 10:59:12
L'economia italiana in generale ed i giovani in particolare sono vittime DELLA CASTA ASSASSINA.

Da: avvocati di merda21/07/2012 11:24:12
cosa sono gli avvocati?Una lobby? No, una corporazione, che rischia suo malgrado di riesumare la Camera dei fasci e delle corporazioni. Non a caso la nuova legge, per aggiornare la vecchia disciplina brevettata dal Regime nel 1933, assegna ai Consigli locali e a quello nazionale una funzione di «rappresentanza istituzionale». L'espressione è copiata per l'appunto dalla dottrina fascista delle corporazioni, e non era mai stata usata prima d'ora nell'ordinamento repubblicano. Perché la Carta del 1947 colloca la dimensione associativa in uno spazio di libertà, rigettando l'idea di rappresentanza necessaria, nonché uno Stato nei panni del tutore rispetto alle formazioni sociali. Succede tuttavia l'opposto, con buona pace della Costituzione. Mentre la crisi economica ci morde alle caviglie, mentre l'unità degli italiani è lacerata da congreghe e camarille armate l'una contro l'altra, avremmo bisogno come l'aria di liberalizzazioni autentiche, energiche, efficaci. Ma per ottenerle è necessario tagliare un po' le unghie agli ordini professionali, lascito imperituro del fascismo. Che invece con la riforma prossima ventura avranno il loro nuovo campione: il Consiglio nazionale forense.
Quest'ultimo somma infatti funzioni normative, consultive, di proposta, giurisdizionali. È legislatore e giudice: il vecchio Montesquieu, padre della separazione dei poteri, finirà per rivoltarsi nella tomba. Vigila sull'esame di Stato, che peraltro non ha mai impedito l'elefantiasi del sistema (l'Italia ha 5 volte gli avvocati della Francia). Bacchetta i reprobi, anche se poi cane non mangia cane: nel 2010, su 230 mila avvocati, i procedimenti disciplinari pervenuti al Consiglio nazionale forense sono stati 334. Impartisce lezioni di diritto, dato che la riforma obbliga i tirocinanti a frequentare corsi gestiti dal Cnf, anziché dalle università. Infine tiene chiusa a chiave la cassaforte del tesoro. Dove la riforma deposita tre nuove perle, per la gioia degli italiani.
Primo: agli avvocati viene riservata l'esclusiva sulle attività di consulenza legale, anche fuori dal processo. Insomma Clinton e Blair possono redigere un parere, Monti no. Un giro di vite sulla libertà di concorrenza, nonostante la segnalazione dell'Antitrust nel settembre 2009, le raccomandazioni del Fondo monetario internazionale, la lettera della Bce inviata nell'agosto 2011. Secondo: limiti agli avvocati stranieri, ancora una volta in contrasto con la direttiva 98/5/Ce, che invece facilita l'esercizio della professione forense negli Stati europei diversi da quello d'origine. Terzo: obbligo di esercizio continuativo della professione. Significa - verosimilmente - fatturato minimo da garantire, altrimenti l'ordine forense ti sfila la toga. Per i giovani, per chi comincia, una palla al piede.
Poi, certo, non manca qualche buona nuova. Per esempio niente tariffe minime, e un equo compenso per i praticanti. Ma in ogni caso questa normativa può rivelarsi effimera come una farfalla, perché il governo deve ancora esercitare una delega sugli ordinamenti professionali, i cui principi sono l'opposto del testo di riforma. Sicché delle due l'una: o la disciplina parlamentare entrerà in vigore prima di quella predisposta dall'esecutivo, e allora verrà abrogata dopo qualche settimana; oppure succederà il contrario, saranno gli avvocati in Parlamento ad abrogare i tecnici al governo. Un bel pasticcio, ma in questo caso per risolverlo sarà meglio non chiamare un avvocato.

Da: Che vergogna!!!21/07/2012 11:57:47
L'Italia come la Grecia.

Così i puzzolenti mangiacchioni soffrendo la fame saranno costretti a suicidarsi facendo pulizia dei pannoloni.

Da: ITALIA NAZIONE DI MERDA21/07/2012 11:59:35
LA CASTA ASSASSINA E' LA CAUSA DEL FALLIMENTO ITALIANO.

Da: Mininterno.net - Redazione 
Reputazione utente: +863
21/07/2012 12:29:45

A causa dell'inciviltà di alcuni utenti, non possiamo al momento tenere aperta una discussione "libera" sull'abolizione dell'esame per avvocato.

Rinnoviamo l'invito ad usare quella riservata agli utenti registrati:

http://www.mininterno.net/fmess.asp?idt=1657


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