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Elenco in ordine alfabetico delle domande di Brani

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Nel 1612, dopo un lavoro ventennale, venne pubblicato a Firenze il Vocabolario della lingua italiana, a opera dell'Accademia della Crusca, un'associazione di intellettuali che si proponeva di separare la farina (le parole veramente italiane) dalla crusca. Quest'opera ebbe il merito di fissare per la prima volta, in un organico corpo lessicale, le parole della nostra lingua. Solo a questo punto possiamo parlare davvero di italiano, perché c'era una lingua nazionale, accettata da tutti.   Il Vocabolario della lingua italiana fu pubblicato a Firenze nel 1612 a cura dell'Accademia della Crusca, ossia a opera di intellettuali che volevano separare parole davvero italiane (farina) dalla crusca. Questo lavoro fissò per la prima volta le parole italiane in un organico corpo lessicale e sancì la nascita dell'italiano come lingua nazionale.
Nel 1920 l'Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Tra il 1870 e il 1915 sei milioni di italiani si erano trasferiti definitivamente all'estero. Interrotta dalla guerra, l'emigrazione riprese massicciamente subito dopo. Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Francia ospitava un milione di italiani, pari a un terzo della propria popolazione straniera.   Nel 1920 l'Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Incominciata già nella seconda metà dell'Ottocento, la massiccia emigrazione fu interrotta dalla prima guerra mondiale ma riprese subito dopo. In Francia, ad esempio, alla vigilia della seconda guerra mondiale si trovavano un milione di italiani: un terzo degli stranieri ospitati.
Nel 1945 esistevano solo due grandi potenze: gli USA e l'URSS. La Gran Bretagna, terzo fra i "grandi", in realtà seguiva a una distanza qualitativamente incolmabile. L'Europa centro-occidentale si trovava presa tra due centri di forza mondiale senza rivali. Eppure fra questi due centri esisteva una differenza sostanziale: se entrambi erano grandi potenze militari ed economiche, la superiorità industriale statunitense era fortissima.   Nel 1945, L'Europa centro-occidentale si trovava presa tra le due uniche grandi potenze allora esistenti: gli USA e l'URSS (la Gran Bretagna era infatti solo terza, a una distanza incolmabile). Entrambe erano grandi potenze militari ed economiche, con la differenza che gli Stati Uniti possedevano una fortissima superiorità industriale.
Nella foresta equatoriale, durante il giorno le chiome degli alberi guarnite di foglie sono le zone più calde e quando esse si toccano costituiscono un suolo effettivo che, dal punto di vista termico, sostituisce il suolo reale: vi è dunque un'inversione di temperatura e il massimo si osserva al livello delle cime, con 32 °C, per scendere ai 25 °C al livello del suolo.   Nella foresta equatoriale il massimo termico si osserva al livello delle cime degli alberi, con 32 °C, per scendere ai 25 °C al livello del suolo. Questo fenomeno è dovuto all'intrecciarsi delle chiome guarnite di foglie, che intercettano i raggi del sole come se fossero, da un punto di vista termico, un suolo vero e proprio.
Nella tragedia di Euripide "Ecuba", si può osservare un momento di importante sviluppo formale delle opere euripidee. Il coro, qui impersonato da Troiane prigioniere, a volte canta solo brevi intermezzi tra due episodi. Ciò, tuttavia, non significa affatto che la parte lirica passi in secondo piano rispetto a quella narrativa: anzi, il canto degli attori occupa uno spazio ben maggiore rispetto alle tragedie   Nella tragedia euripidea “Ecuba”, si osserva un momento di passaggio significativo nell'aspetto formale delle opere di Euripide. Il coro, in questo caso formato da Troiane prigioniere, esegue canti piuttosto brevi tra gli episodi, ma ciò non coincide con un ridimensionamento della lirica rispetto alla narrazione, perché lo spazio dedicato al canto dagli attori è accresciuto rispetto alle opere precedenti.
Non di maggioranza o minoranza si parlava nel secolo della Riforma, ma di verità e di errore. Il criterio della verità non dipendeva dalla quantità dei seguaci. Persino la Chiesa di Roma dette risalto al criterio quantitativo della cattolicità solo verso la fine del XVI secolo.   Nel secolo della Riforma non ci si appellava a un criterio quantitativo per sostenere la superiorità di una confessione religiosa su un'altra, ma a quello della verità.